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Riprenditi i tuoi dati dalle Big Tech con Cyd. Funziona bene anche per l’eliminazione dei tuoi vecchi Tweet


Non ci si può fidare delle piattaforme tecnologiche. È tempo di riprendere il controllo dei tuoi dati. Esegui il backup e cancella tutti i tuoi tweet gratuitamente con Cyd (ex Semiphemeral).

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Come funziona Cyd


Cyd è un’app desktop per macOS, Windows e Linux che può aiutarti a salvare ed eliminare i tuoi dati da X (con altre piattaforme in arrivo a breve). Per iniziare, accedi al tuo account X all’interno di Cyd, dai a Cyd istruzioni su cosa vuoi che faccia, quindi Cyd si occuperà del resto.
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Cyd non usa l’API. Cyd funziona scorrendo il sito web di X e cliccando sui pulsanti per conto tuo. Tutto ciò che fa Cyd, potresti farlo da solo con niente di più di un browser web e una quantità infinita di tempo. X non può interrompere l’accesso all’API per impedirti di controllare i tuoi dati con Cyd.

Cyd può eliminare i tuoi tweet, tranne quelli che vuoi conservare. Ad esempio, puoi dire a Cyd di eliminare i tweet più vecchi di 30 giorni, a meno che non abbiano ottenuto almeno 100 Mi piace o retweet… Oppure, puoi semplicemente eliminare tutto. La scelta è tua.

Cyd ti aiuta ad abbandonare X mantenendo il tuo nome utente. Se sei una delle milioni di persone che fuggono da X, è meglio eliminare tutti i tuoi tweet (e smettere di seguire tutti, cosa che Cyd può fare per te) ma mantenere il tuo account attivato piuttosto che eliminarlo. In questo modo, altre persone non possono impossessarsi del tuo nome utente e impersonarti, e puoi lasciare il tuo account con un messaggio che dice ai tuoi follower dove trovarti.

Cyd può eliminare i tuoi Mi piace e i tuoi messaggi diretti. Mi piace e DM sono privati ​​su X, ma quei dati sono ancora accessibili a chiunque hackeri il tuo account e a X stesso.

Cyd salva un backup locale dei tuoi dati. Prima di eliminare i tuoi dati, Cyd può creare un database locale, esplorabile, dei tuoi dati X, completo di snapshot HTML dei tuoi tweet.

Cyd funziona direttamente sul tuo computer, non sui nostri server. Non abbiamo accesso al tuo account X, né a nessuno dei dati in esso contenuti.

Scarica Cyd per iniziare


informapirata.it/2025/01/10/ri…


Riprenditi i tuoi dati dalle Big Tech con Cyd. Funziona bene anche per l’eliminazione dei tuoi vecchi Tweet

Cyd è un’app desktop per macOS, Windows e Linux che può aiutarti a salvare ed eliminare i tuoi dati da X (con altre piattaforme in arrivo a breve). Per iniziare, accedi al tuo account X all’interno di Cyd, dai a Cyd istruzioni su cosa vuoi che faccia, quindi Cyd si occuperà del resto.

informapirata.it/2025/01/10/ri…

#Cyd

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Social, smartphone e i danni sui ragazzi: si sta finalmente aprendo il dibattito tra colpevolisti e innocentisti


Questo post è stato pubblicato inizialmente dall'account @cybersecurity[url=https://www.informapirata.it/author/poliverso/]@poliverso[/url].org a maggio del 2024 ma è stato accidentalmente cancellato. Il nostro [url=https://www.informapirata.it/author/skariko/]@skariko[/url]@poliversity.it è riuscito Tuttavia a recuperare la copia cache dalla comunità Lemmy di @eticadigitale@feddit.it salvata da archive.org!

Ci scusiamo soprattutto con le persone che hanno partecipato alla vecchia discussione:

IL WHISTLEBLOWING


Fino pochi mesi fa, il dibattito inerente gli effetti dello smartphone sulla salute mentale dei ragazzi rimaneva piuttosto sonnolento.

Ogni tanto poteva giungere notizia di qualche dipendente GAFAM che denunciava il proprio datore di lavoro di ignorare i segnali allarmanti (ultimo è il caso della psicologa danese Lotte Rubæk) (archive) che provenivano dall’utenza più giovane, ma in generale le accuse contro la tecnologia si rivelavano poco incisive, mentre le risposte da parte dei granti attori della tecnologia si limitavano a un no-comment, in base al principio per cui una smentita non sarebbe altro che “una notizia data due volte” (archive).

L’ALLARME LANCIATO DAL DR. VIVEK MURTY


A metà marzo tuttavia ha avuto una certa eco l’articolo di Robert Booth, corrispondente per gli affari sociali di The Guardian che ha riportato le preoccupazioni del dr. Vivek Murthy, (archive)“Chirurgo generale” degli Stati Uniti, ossia capo della sanità pubblica statunitense, il quale esorta i governi a regolamentare i social dal momento che uno studio (archive) mostra che l’uso dello schermo e l’isolamento hanno causato un malessere diffuso.

“per la prima volta da quando sono stati raccolti i primi dati nel 2012, i giovani tra i 15 e i 24 anni in Nord America affermano di essere meno felici delle generazioni più anziane”

Murthy ha lanciato un avvertimento formale a tutti gli Stati Uniti sul fatto che i social media presentano “un profondo rischio di danno” per la salute mentale e il benessere di bambini e adolescenti, in base a un principio di cautela.

“Non abbiamo ancora prove sufficienti per determinare se i social media siano sufficientemente sicuri” da poter essere utilizzati


MALESSERE GIOVANILE: UN PROBLEMA PER LA DEMOCRAZIA?


Pochi giorni dopo, Vanessa “Van” Badham, drammaturga, scrittrice e attivista australiana sempre sul Guardian (archive)ha messo in guardia genitori, insegnanti e autorità sull’impatto che questa infelicità potrebbe avere sugli equilibri democratici.

LA GENERAZIONE ANSIOSA: COME IL GRANDE RICABLAGGIO DELL’INFANZIA STA CAUSANDO UN’EPIDEMIA DI MALATTIE MENTALI


Una bambina bionda fissa lo smartphone che tiene in mano. Mentre la sua attenzione è metaforicamente immersa nella navigazione dello smartphone, la bambina è realmente immersa in una miriade di emoji gialli, lucidi e morbidi della grandezza di una palla da tennis Link: https://www.anxiousgeneration.com/artBambina immersa nei social

Il culmine di questa serie di accuse contro la tecnologia ha però coinciso con la pubblicazione dell’ultimo libro di Jonathan Haidt, The Anxious Generation: How the Great Rewiring of Childhood Is Causing an Epidemic of Mental Illness (archive), che costituisce un vero e proprio atto d’accusa sul collasso della salute mentale dei giovani e allo stesso tempo una proposta per mitigare gli effetti della tecnologia invasiva e reimpostare un’infanzia più sana e più libera.

LA RECENSIONE DI NATURE


A questo punto si è scatenato il confronto critico verso le conclusioni di questi studi colpevolisti.

Ad aprire le danze è stata la rivista Nature che, a firma della dott.ssa Candice L. Odgers, professoressa di Scienze Psicologiche e Informatica per la School of Social Ecology e professoressa a contratto dell’Università della California, ha recensito il volume di Haidt (archive)accusandolo di scarsa accuratezza scientifica.
La tesi della prof.ssa Odgers è che il tempo passato davanti allo schermo non sia necessariamente responsabile dell’aumento dei livelli di depressione e ansia adolescenziale; d’altra parte la crescente isteria collettiva su questi argomenti potrebbe distrarre l’opinione pubblica e la scienza dall’affrontare le vere cause.

In sostanza:

  1. Haidt non avrebbe portato prove di causalità tra esposizione alla tecnologia e depressione
  2. la vera causa sarebbe, soprattutto rispetto all’area statunitense, “la discriminazione strutturale e il razzismo, il sessismo e l’abuso sessuale, l’epidemia di oppioidi, le difficoltà economiche e i problemi sociali”

Il “grande ricablaggio” sarebbe dunque un argomento fantoccio e questa tesi tranquillizzante è stata ripresa da diversi giornalisti in tutto il mondo per “riequilibrare” le prese di posizione recenti con una opportuna dose di innocentismo.

LA RISPOSTA DELL’AUTORE


Haidt ha risposto rapidamente sul blog di psicologia After Babel (archive) confutando le due obiezioni sollevate dalla prof.ssa Odgers, attraverso la rappresentazione di diversi dati a suffragio delle proprie argomentazioni e, d’altra parte, affermando che l’aumento di questo malessere non può essere dovuto alle cause alternative suggerite su Nature in quanto, pur impattando sul benessere dei ragazzi, erano preesistenti alla brusca accelerazione del fenomeno.

LA REALTÀ POLITICA E GIUDIZIARIA ENTRANO IN GIOCO


Contemporaneamente al botta e risposta tra i due studiosi, ecco che la cronaca politica e giudiziaria entra a gamba tesa sui dibattiti.
Dopo Utah, Arkansas, Louisiana, Ohio e Texas (e dopo la clamorosa causa intentata da New York ai colossi di Internet) e contemporaneamente alle iniziative di Ron de Santis in Florida (archive), anche l’amministrazione cittadina di New York infatti vuole fare causa ai giganti dei social media, sostenendo che le loro pratiche commerciali possono avere un impatto nocivo sulla salute mentale dei giovani (archive)!
L’articolo di Angelo Alù su Agenda Digitale presenta un riepilogo interessante di tutta la vicenda, dalle accuse ai social media (archive), alle iniziative di supporto intraprese dall’amministrazione cittadina (archive) e rimanda alla ingente documentazione presente nell’atto ufficiale presentato in tribunale dalla municipalità (archive).

CONTRIBUTI INNOCENTISTI SU VALIGIA BLU


L’ultimo articolo degno di menzione, su un piano di totale innocentismo, è l’articolo comparso su Valigia Blu a firma di Tiziana Metitieri, psicologa che coordina le attività dell’ambulatorio di neuropsicologia clinica dell’ospedale pediatrico Meyer e che si è sempre opposta all’approccio proibizionista (archive) e cautelativo verso l’utilizzo della tecnologia da parte dei bambini.
Nel suo ultimo articolo (archive), afferma sulla scorta degli studi citati (archive) che

“In tutti i paesi e per tutti i dati demografici, le persone che avevano accesso a Internet, accesso a uno smartphone o che utilizzavano attivamente Internet riportavano maggiori livelli di soddisfazione di vita, esperienze positive, senso di scopo e benessere fisico, comunitario e sociale, e livelli più bassi di esperienze negative”


CONCLUSIONI


Questo confronto tra orientamenti diversio e a volte diametralmente opposti può disorientare la pubblica opinione, ricordando molto il confronto che si è avuto per decenni sul fumo, un dibattito che ha visto la capacità del potere economico di “sopire troncare … troncare sopire” la verità scientifica.

Siamo decisamente convinti che il combinato di smartphone e social network costituisca un pericolo esistenziale per il futuro dei ragazzi, ma siamo anche certi che il dibattito che si è avuto fino a un anno fa non abbia ancora raggiunto la giusta maturità.

In questo senso è importantissimo che le parti avverse si confrontino presentando dati ed evidenze scientifiche sempre più convincenti.

Per quello che ci riguarda, crediamo anche che l’accesso alla tecnologia e ai social sia una grandissima opportunità per i ragazzi, ma che questo accesso debba essere mediato non tanto da limitazioni di carattere infrastrutturale (sistemi di controllo parentale, hardware limitato) ma dall’unica componente in grado di trasformare le informazioni in conoscenza, ossia la cultura. Nello specifico la cultura digitale che con saggezza e accortezza può essere trasmessa ai bambini fin dalla più tenera età, attraverso il ruolo fondamentale dei genitori in primo luogo e in seconda battuta della scuola.

Alcuni dei vecchi commenti al post eliminato sono stati conservati qui

Vuoi segnalare un errore o dare un suggerimento? Scrivici su Friendica, Twitter, Mastodon o sul gruppo telegram Comunicazione Pirata

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informapirata.it/2024/12/11/so…


Smartphone: fa male? Fa bene? Pareri opposti, forse in buona fede, forse no, disorientano l’opinione pubblica come nel dibattito sul fumo, ma è comunque meglio che se ne parli

informapirata.it/2024/12/11/so…



Bluesky praticherà verifiche più stringenti contro l'impersonificazione.

Anche se l'utente può creare un dominio personalizzato, Bluesky non supporta un sistema di verifica e questo ha attirato molti utenti a fingersi celebrità per avere più follower o, all'estremo, per aggirare altre persone.


L'app GoBlue può monitorare le statistiche di Bluesky
Ecco perché è così utile secondo @svenvdz.bsky.social

Al momento del lancio, GoBlue offre solo pochi strumenti, tra cui quelli per monitorare metriche come nuovi follower, commenti, Mi piace e repost.</p><p>Le tue metriche Bluesky vengono visualizzate come grafici a barre nella schermata iniziale dell'app, dove puoi visualizzare le tue statistiche per giorno, settimana, mese o anno. Per coloro che desiderano aumentare attivamente i propri follower Bluesky, la possibilità di vedere quali post stanno riscuotendo successo tra i follower durante il giorno potrebbe essere l'aspetto più utile della nuova app al momento, poiché consente di vedere a che ora del giorno hai aggiunto nuovi follower o hai visto un maggiore coinvolgimento con i tuoi post.


I ricercatori hanno scoperto vulnerabilità critiche nei client VPN di #PaloAlto Networks e #SonicWall, che potrebbero consentire agli aggressori di eseguire codice remoto sui sistemi Windows e macOS, installare certificati radice dannosi ed eseguire comandi privilegiati.


METAstasiVERSO vs POLIVERSO: ecco come l’informazione italiana ha ignorato il più grande sversamento di rifiuti compiuto da Facebook nel Web


Poliverso.org è il sito che abbiamo creato nell’estate del 2021 e contiene un social network piccolo fatto da poche centinaia di persone che ogni mese accedono al proprio profilo, ma integrato con il grande universo social costituito dal Fediverso che conta qualche milione di utenti in tutto il mondo. Se qualcuno se lo stesse chiedendo, no: il nome Poliverso non vuole affatto richiamare…

Source


Ecco come un problema che abbiamo riscontrato sul nostro server Poliverso.org ci ha fatto accorgere dell’invasione dei crawler che Meta sta sguinzagliando per il Web con l’obittivo di addestrare la sua intelligenza artificiale. E i media italiani, muti!

informapirata.it/2024/10/10/me…



@Valentino Spataro a Valenti', lassamo perde... Parlamo der Feragosto, sennò me 'ncazzo 🤬


Care, cari, il mese scorso INTERPOL ha pubblicato un report molto interessante su come i dati...


Forwarded from Cyberlaw (Giovanni Ziccardi)

Care, cari, il mese scorso INTERPOL ha pubblicato un report molto interessante su come i dati sintetici, il deepfake e la AI stanno cambiando il mondo delle investigazioni.

Questo studio è anche stato citato durante IFOSS - International Forensics Summer School due settimane fa dal nostro relatore Fabio Bruno (Innovation Center di INTERPOL a Singapore), e ho pensato di commentarvelo riga per riga.

Se vi volete prendere un'oretta per entrare nel mondo del falso e studiare con me queste pagine, qui sotto il link al video. Buon lavoro!

youtube.com/watch?v=uTXQ3CHfGg…

Immagine/foto
Il rapporto INTERPOL su deepfake, AI, falso, dati sintetici e forensics commentato RIGA PER RIGA - YouTube
In questo nuovo video commento, sempre riga per riga, il recente report di INTERPOL intitolato "Beyond Illusions" sui dati sintetici nelle investigazioni.

t.me/ppInforma/8469


Se vogliamo discutere da un punto di vista strettamente tecnico, la conversione di SPACE INVADERS...


Forwarded from Cyberlaw (Giovanni Ziccardi)

Se vogliamo discutere da un punto di vista strettamente tecnico, la conversione di SPACE INVADERS per Atari 2600 del 1980 non fece gridare al miracolo, anzi.

Poco rimaneva della ampiezza, fluidità e velocità di quella versione arcade, sviluppata da Tomohiro Nishikado, che aveva sconvolto il mondo due anni prima (1978 in Giappone e 1979 negli USA) e che aveva dato il via a una nuova era.

Però... se mi domandate cosa s'intenda per "killer app", e come un gioco possa spingere DA SOLO le vendite di una console, creando un'associazione immediata e ormai inscindibile, e come, anche da un punto di vista giuridico, possa essere ricordato come il più eclatante (e importante) caso di conversione di un arcade da sala giochi con procedure di acquisto di licenza e marchio (quindi: tutto legale), ecco, Space Invaders è questo ed altro.

Se volete veder giocare dei professionisti, trovare su YouTube le riprese televisive del primo campionato del mondo di Space Invaders che si è svolto nel 1980 (direi e-sports ante-litteram...).

Se, invece, volete vivere solo qualche minuto di nostalgia, in questo video gioco con una cartuccia originale che ho trovato a pochi euro in un negozio in Belgio. La sto usando su una modernissima Atari 2600+ (che ha un'uscita HDMI che mi permette di registrare in qualità, e che funziona anche con le vecchie cartucce).

Nei primi tre livelli non vado malissimo, dai. Nel quarto, ho un tracollo improvviso (e gli alieni invadono...) 😄

Buona visione (e buoni ricordi)

youtube.com/watch?v=bCnZ6r1BYy…

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Space Invaders original cartridge (1980) played on Atari 2600+. - YouTube
An original cartridge of Space Invaders (1980) for Atari 2600 bought in Belgium and played on Atari 2600+.

t.me/ppInforma/8468


OpenAI potrebbe perdere 5 miliardi di dollari quest’anno. La bolla del GenAI potrebbe scoppiare...


Forwarded from Pillole di informazione digitale

OpenAI potrebbe perdere 5 miliardi di dollari quest’anno. La bolla del GenAI potrebbe scoppiare entro 12 mesi?
pillole.graffio.org/pillole/op…

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OpenAI potrebbe perdere 5 miliardi di dollari quest’anno. La bolla del GenAI potrebbe scoppiare entro 12 mesi? - pillole.graffio.org
I fondi raccolti fino adesso da OpenAI non sono abbastanza per far fronte ai continui investimenti che richiede la ricerca sull'intelligenza...

t.me/ppInforma/8467


Google ha risolto un bug nel Password Manager di Chrome che causava la temporanea scomparsa delle credenziali utente.

Mercoledì un'interruzione di 18 ore ha interessato il Password Manager di Google Chrome, con conseguenti ripercussioni sugli utenti che si affidano a questo strumento per memorizzare e compilare automaticamente le proprie password.

securityaffairs.com/166200/sec…

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A bug in Chrome Password Manager caused user credentials to disappear - Security Affairs
Google addressed a Chrome's Password Manager bug that caused user credentials to disappear temporarily for more than 18 hours.

t.me/ppInforma/8466


Tecnopotere totalitario. Un post su due pubblicazioni: Il re invisibile. Storia, economia e sconfinato potere del microchip e Tecnologie dell’impero. AI, quantum computing, 6G e la nuova geopolitica del potere

Se in passato si è guardato al cyberspazio globale come ad una superficie omogenea, la conflittualità che si sta dispiegando a livello planetario sta mettendo in luce come questa superficie si stia in realtà frammentando in placche tettoniche che potrebbero entrare in collisione

carmillaonline.com/2024/07/20/…

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Tecnopotere totalitario - Carmilla on line
di Gioacchino Toni Cesare Alemanni, Il re invisibile. Storia, economia e sconfinato potere del microchip, [...]

t.me/ppInforma/8463


Assange è finalmente libero. Un video con il riepilogo delle azioni intraprese dagli attivisti in tutto il mondo

L'ultimo video con contributi dagli attivisti in giro per il mondo, una forma di ringraziamento da parte dello staff di Stella Assange (con materiale che è stato mano a mano condiviso dagli attivisti)

youtu.be/Di7vdAD4itw

Immagine/foto
Assange is Finally Free Action Round up! - YouTube
Watch our final Assange Supporters Action Roundup where we feature highlights and message from supporters all over the world. The fight was years of hard work and initiative, but we won! Thank you everyone❤ #AssangeFree #assangeisfinallyfree

t.me/ppInforma/8462


Attacchi informatici alla rete ferroviaria francese in occasione delle Olimpiadi

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France's rail traffic disrupted by 'malicious acts' on morning of Olympic opening ceremony - Le Monde.fr
The TGV high-speed network has been disrupted by acts including arson attacks, affecting some 800,000 passengers and causing delays ahead of the Paris 2024 opening ceremony. Eurostar trains between Paris and London were also affected.

t.me/ppInforma/8461


Oops GPT
Come volevasi dimostrare il motore di ricerca di Open Al non funziona benissimo. È una demo eh, abbiate fede.

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OopsGPT - The Atlantic
OpenAI just announced a new search tool. Its demo already got something wrong.

t.me/ppInforma/8459


Annunciato il motore di ricerca di Open Al
Vedremo.....

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Il motore di ricerca di OpenAI esiste. Annunciato SearchGPT - DDay.it
È un prototipo, ma OpenAI ormai è lanciata anche in questo settore. Deve rispondere a Google e anche a Microsoft, che recentemente ha integrato l’IA nelle ricerche di Bing

t.me/ppInforma/8458


Tentativo di truffa con IA ai danni di Ferrari, sventato all'ultimo momento.

ilpost.it/2024/07/26/truffa-be…

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La storia di Ferrari e della truffa fatta con l’intelligenza artificiale - Il Post
L'ha raccontata Bloomberg: qualcuno avrebbe provato a impersonare il CEO Benedetto Vigna, clonandone la voce e parlando di una misteriosa acquisizione

t.me/ppInforma/8457


Se avete problemi a vedere video YouTube su NewPipe o altre app......


Forwarded from Feddit

Se avete problemi a vedere video YouTube su NewPipe o altre app... aggiornate!
feddit.it/post/9630738

Il nuovo post di skariko è su feddit.it/c/lealternative

newpipe.net/
C’è stato ancora un problema per quel che riguarda la visualizzazione dei video YouTube sulle applicazioni alternative come ad esempio NewPipe, PipePipe o Grayjay.

I problemi dovrebbero essere stati già risolti su tutte e tre le piattaforme citate ma assicuratevi di avere le ultime release installate:

- NewPipe assicuratevi di avere almeno la versione 0.27.2 installata. C’è già l’APK del sito o su GitHub. Su F-Droid invece deve ancora arrivare.

- PipePipe assicuratevi di avere installato la 3.6.1. C’è già su GitHub ma non ancora su F-Droid.

- Grayjay aprite l’applicazione (che si può scaricare da qui) e aggiornate il plugin YouTube all’ultima versione che dovrebbe essere la 187.

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Se avete problemi a vedere video YouTube su NewPipe o altre app... aggiornate! - Feddit.it - feddit.it
C’è stato ancora un problema per quel che riguarda la visualizzazione dei video YouTube sulle applicazioni alternative come ad esempio NewPipe, PipePipe o Grayjay. I problemi dovrebbero essere stati già risolti su tutte e tre le piattaforme citate ma assicuratevi…

t.me/ppInforma/8456


Se avete problemi a vedere video YouTube su NewPipe o altre app... aggiornate!


C'è stato ancora un problema per quel che riguarda la visualizzazione dei video YouTube sulle applicazioni alternative come ad esempio NewPipe, PipePipe o Grayjay.

I problemi dovrebbero essere stati già risolti su tutte e tre le piattaforme citate ma assicuratevi di avere le ultime release installate:

  • NewPipe assicuratevi di avere almeno la versione 0.27.2 installata. C'è già l'APK del sito o su GitHub. Su F-Droid invece deve ancora arrivare.
  • PipePipe assicuratevi di avere installato la 3.6.1. C'è già su GitHub ma non ancora su F-Droid.
  • Grayjay aprite l'applicazione (che si può scaricare da qui) e aggiornate il plugin YouTube all'ultima versione che dovrebbe essere la 187.



Apartheid digitale a Gaza

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Digital Apartheid in Gaza: Unjust Content Moderation at the Request of Israel’s Cyber Unit - Electronic Frontier Foundation
This is part one of an ongoing series. Government involvement in content moderation raises serious human rights concerns in every context. Since October 7, social media platforms have been challenged

t.me/ppInforma/8452


🤖📰 OpenAI ha siglato una partnership rivoluzionaria con uno dei principali editori italiani,...


Forwarded from "Ciao, Internet!" » Matteo Flora (jack)

🤖📰 OpenAI ha siglato una partnership rivoluzionaria con uno dei principali editori italiani, il primo a fare un passo del genere.

Questa collaborazione apre nuove prospettive per l'uso dell'IA nel giornalismo, ma porta con sé anche serie questioni riguardo Privacy e Diritti dei Giornalisti.

- Privacy perché è ancora da capire se l'Editore sia o meno proprietario dei Dati Personali contenuti negli articoli e possa licenziarli.

- Diritti dei #Giornalisti perché non è chiaro se la cessione degli articoli avrà tra gli "usi consentiti" quello di addestrare una AI che potenzialmente potrà sostituirli in futuro.

Insieme a Guido Scorza parliamo oggi di questi temi cruciali: una puntata di #Garantismi che non potete perdere se siete Giornalisti, editori o se volete capire le implicazioni legali e future per l'industria, il vostro lavoro e la nostra vita quotidiana.

youtu.be/ARSSlL7wqe4

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OpenAI + Giornali: ma quale costo per Privacy e per i Giornalisti? #111 - YouTube
OpenAI ha siglato una partnership rivoluzionaria con uno dei principali editori italiani, il primo a fare un passo del genere. Questa collaborazione apre nuove prospettive per l'uso dell'IA nel giornalismo, ma porta con sé anche serie questioni riguardo…

t.me/ppInforma/8451


Beghe nel Fediverso: le polemiche di Uriel Fanelli contro mastodon.uno sono una boiata pazzesca

Ma è anche giusto spiegare perché lo siano

informapirata.it/2024/07/26/pe…

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Perché Uriel Fanelli è così divertente? [Spoiler: perché esiste solo on line] - informapirata
Beghe nel Fediverso: le polemiche di Uriel Fanelli contro mastodon.uno sono una boiata pazzesca Ma è anche giusto spiegare perché lo siano…

t.me/ppInforma/8448


Beghe nel Fediverso: le polemiche di Uriel Fanelli contro mastodon.uno sono una boiata pazzesca

Ma è anche giusto spiegare perché lo siano

informapirata.it/2024/07/26/pe…



Take action to stop chat control now!


Chat control is back on the agenda of EU governments. They will discuss “progress” on 10/11 October and are to endorse it on 12/13 December.
In June we managed to stop the unprecedented plan by an extremely narrow “blocking minority” of EU governments: Chat control proponents achieved 63.7% of the 65% of votes threshold required in the Council of the EU for a qualified majority.

Several formerly opposed governments such as France have already given up their opposition. Several still critical governments are only asking for small modifications (e.g. searching for “known content” only or excluding end-to-end encryption) which would still result in mass searches and leaks of our private communications. Therefore there is a real threat that the required majority for mass scanning of private communications may be achieved at any time under the current Hungarian presidency (Hungary being a supporter of the proposal).

That is why we now need to get involved and raise our voices to our governments and raise awareness in the wider population.
→ Previously supportive governments must be convinced to change their minds
→ Critical governments need to be pushed to demand comprehensive changes, as proposed by the European Parliament, and not just minor changes to the proposal.

In the absence of such fundamental revision, the proposal should be rejected altogether.
Sharepic showing a map of Europe. "Help Stop #ChatControl! Is your government opposing yet?" Showing most of the EU coloured in red, for "in favour" of chatcontrol. "Act now! www.chatcontrol.eu" and the logo of the European Pirates and the Greens Group of the European Parliament.
This map (feel free to share online!) visualises EU governments positions on chat control in June, also summarised in the table below. It helps you understand where your government stands and can help you start your journey as a digital rights advocate against chat control in your country. You will find some helpful resources below.

Is your government in favour?
→ Ask for an explanation and for your government to revert its course.

Is your government abstaining?
→ Ask why and demand that they take a strong stance against chat control.

Is your government opposing?
→ Great, but take a closer look at the reasoning: Some governments like Germany e.g. only object to the scanning of encrypted communications, but are fine with the indiscriminate scanning of other private and public communication, with the end of anonymous communication by requiring age verification, or with introducing a minimum age for “risky” communication apps. Also critical governments need to do more, exert their influence in the Council of the EU and agree on a joint list of necessary fundamental changes to the proposal. Absent such revision they should ask the European Commission to withdraw the chat control proposal as it stands.

Where your government stands on chat control

In favourAbstainedOpposed the proposal
BelgiumEstoniaGermany
BulgariaNetherlandsPoland
CroatiaSlovenia
CyprusCzech Republic
DenmarkAustria
Finland
Greece
Hungary
Ireland
Italy
Latvia
Lithuania
Luxembourg
Malta
Portugal
Romania
Slovakia
Spain
Sweden

Take action now


These are ideas for what you can do in the short-term or with some
preparation. Start with:

  • Ask you government to call on the European Commission to withdraw the chat control proposal. Point them to a joint letter that was recently sent by children’s rights and digital rights groups from across Europe. Click here to find the letter and more information.
  • Check your government’s position (see above) and, if they voted in favour or abstained, ask them to explain why. Tell them that as a citizen you want them to reject the proposal, that chat control is widely criticised by experts and that none of the proposals tabled in the Council of the EU so far are acceptable. Ask them to protect the privacy of your communication and your IT security.
  • Share this call to action online.

When reaching out to your government, the ministries of the interior (in the lead) of justice and of digitisation/telecommunications/economy are your best bet. You can additionally contact the permanent representation of your country with the EU.

It can also be useful to reach out to Members of your national Parliament who can determine your country’s vote. Talk to your political representatives. Whether it is the newly elected MEPs of the European Parliament or local groups of the political parties: make sure everyone is aware of what chat control is about and that you expect politicians to defend your fundamental rights against the proposal!

When contacting politicians, writing a real letter, calling in or attending a local party event or visiting a local office to have a conversation will have a stronger impact than writing an e-mail. You can find contact details on their websites. Just remember that while you should be determined in your position, remain polite, as they will otherwise disregard what you have to say. Here is useful argumentation on chat control. And here is argumentation for why the minor modifications so far envisioned by EU governments fail to address the dangers of chat control: by us, by EDRi, by CDT.

As we continue the fight against against chat control, we need to expand the resistance:

  • Explain to your friends why this is an important topic. This short video, translated to all European languages, is a good start – feel free to use and share it. Also available on PeerTube (EN) and YouTube (DE).
  • Taking action works better and is more motivating when you work together. So try to find allies and form alliances. Whether it is in a local hackspace or in a sports club: your local action group against chat control can start anywhere. Then you can get creative and decide which type of action suits you best.

Take action now. We are the resistance against chat control!


patrick-breyer.de/en/take-acti…


#StopScanningMe: How to actually protect children online | Kurzfilm: #Chatkontrolle (EN)


StopScanningMe / Alexander Lehmann, CC-BY 4.0


In 2022, European lawmakers proposed new rules with the noble intent to protect children. However, this law allows authorities to have anyone's legitimate conversations monitored.

In doing so, it harms everyone, including those it wants to protect. No one can be protected by making the internet less secure.

Learn more at: stopscanningme.eu/


We are European Digital Rights. We promote, protect and uphold human rights and fundamental freedoms in the digital environment.

Stay tuned here: eupolicy.social/@edri


Deutsche Fassung des Videos hier: digitalcourage.video/w/mNHKXBr…
Mehr Informationen zum Thema auf Deutsch bei Digitalcourage: digitalcourage.de/chatkontroll…
… und auf der Seite „Chatkontrolle STOPPEN!“: chat-kontrolle.eu/



Lawmakers across the EU call on EU Council to reject the Chat Control proposal


The following letter by Members of Parliament from across the EU has been sent today (and is still open for signatures):

Dear Council of the European Union,
Dear national governments,

In the last days of the Belgian EU Council Presidency, Belgium has put forward its final initiative to reach a general approach in the Council of the EU regarding the highly contested CSA regulation (Proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council laying down rules to prevent and combat child sexual abuse). In possibly putting the CSA Regulation to a vote on 19 June, the Council is risking far more than just passing a simple regulation.

Sexual abuse and the exploitation of children, including the dissemination of child sexual abuse material, must be addressed with the utmost determination in accordance with the rule of law. While the regulation proposal put forward by the EU Commission includes some good and crucial measures, such as the EU center, it is highly questionable whether core aspects of the regulation are compatible with European fundamental rights.

As parliamentarians, we observe with great concern the proposal of the Council of the EU that would put to an end the confidentiality of private communication. Even if the Belgian Council Presidency has now presented a compromise proposal that would limit the obligation to scanning private unencrypted as well as encrypted video and image content, it remains just as much an encroachment on fundamental digital rights and takes the discussion back to the origin of the debate. In fact, the Belgian proposal represents the Commission’s first plans that came to light in December 2021.

Safe and encrypted communication is of utmost importance for every human being. This also accounts for children and victims of sexual abuse to allow for safe emergency and help services – particularly in countries where victim support organisations cannot rely on the support and confidentiality of state law enforcement authorities.

Besides risking to contradict the aim of the CSA proposal by intervening in the digital self-determination of people, there might be several unintentional but dangerous side effects:

  • Client Side Scanning (CSS) and any other mass surveillance, would render confidential information carriers impossible: Scanning would affect users who rely on confidential communication and whose communication is particularly protected (professionals bound by confidentiality such as journalists, lawyers, the medical sector, but also whistleblowers). Furthermore, built-in backdoors could compromise the confidentiality of digitally transmitted trade secrets and business transactions. Encryption protects the identity and the contents of communication participants, thus preserving the autonomy of victims of sexual violence.
  • Democratic society and democratic debate need trustworthy spaces: Democratic societies need privacy for the formation of opinions and will. The proposed measures carry the danger of leading to self-censorship, jeopardizing safe spaces for children and victims of sexual violence, but also for everyone else. It will also likely leave to users unwilling to use digital services and lose trust in providers if their data is not secure and protected.
  • Blueprint for authoritarian states and weakening cybersecurity: By building an architecture capable of undermining all possibility of private digital communication, the regulation might inadvertently serve as a blueprint for surveillance in authoritarian states and can serve as a built-in backdoor that can easily be exploited for all sorts of surveillance practices (e.g. trade secrets) and cybercriminals. Once built, this IT-architecture is an invitation to undermine privacy.
  • Impairment of digital educational, youth, and assistance services: It will eliminate the common practice to exchange important sexual health information to such education as is case in some European countries.

The mandatory investigation of private communication messages without suspicion carries the risk of creating a climate of general suspicion. Such an approach will irreparably damage the image of the European Union as a guarantor of freedom.

We explicitly warn that the obligation to systematically scan encrypted communication, whether called “upload-moderation” or “client-side scanning”, would not only break secure end-to-end encryption, but will to a high probability also not withstand the case law of the European Court of Justice. Rather, such an attack would be in complete contrast to the European commitment to secure communication and digital privacy, as well as human rights in the digital space.

We therefore urgently need an approach that prioritizes the protection and prevention of child sexual abuse, provides more resources and better-targeted coordination of European law enforcement authorities, strengthens victim support in accordance with fundamental rights, and avoids relying on a false sense of security through technosolutionism.

As national and European parliamentarians, we are convinced that the proposed measures are incompatible with European fundamental rights. We are committed to safeguarding the right to anonymous and pseudonymous use of the internet, as well as strengthening end-to-end encryption.

We urgently call on all negotiating governments in the COREPER to reject a general approach based on compromise proposal that Belgium has put forward.

Signatories

Tobias B. Bacherle, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Konstantin von Notz, MP & Vice Chair of the group, Alliance 90/The Greens, Germany

Süleyman Zorba, MP, The Greens, Austria

Maximilian Funke-Kaiser, MP, FDP, Germany

Konstantin Kuhle, MP & Vice Chair of the group, FDP, Germany

Sven Clement, MP, Pirates, Luxembourg

Patrick Breyer, MEP, Pirates, Germany

Marketa Gregorová, MEP, Pirates, Czech Republic

Marcel Kolaja, MEP, Pirates, Czech Republic

Rasmus Andresen, MEP, Alliance 90/The Greens, Germany

Maik Außendorf, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Michael Bloss, MEP, Alliance 90/The Greens, Germany

Damian Boeselager, MEP, Volt, Germany

Georg Bürstmayr, MP, The Greens, Austria

Marcel Emmerich, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Emilia Fester, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Alexandra Geese, MEP, Alliance 90/The Greens, Germany

Stefan Gelbhaar, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Andreas Glück, MEP, FDP, Germany

Sabine Grützmacher, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Svenja Hahn, MEP, FDP, Germany

Katrin Helling-Plahr, MP, FDP, Germany

Manuel Höferlin, MP, FDP, Germany

Misbah Khan, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Moritz Körner, MEP, FDP, Germany

Katharina Kucharowits, MP, SPÖ, Austria

Denise Loop, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Boris Mijatovic, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Maximilian Mordhorst, MP, FDP, Germany

Hannah Neumann, MEP, Alliance 90/The Greens, Germany

Dr. Nikolaus Scherak, MP, NEOS, Austria

Jan-Christoph Oetjen, MEP, FDP, Germany

Tabea Rößner, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Michael Sacher, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Kordula Schulz-Asche, MP, Alliance 90/The Greens, Germany

Kim van Sparrentak, MEP, Greens, Netherlands

Marie-Agnes Strack-Zimmermann, MP, FDP, Germany


🚨 Council is to greenlight #Chatcontrol 2.0 on Thursday! 🚨


Don‘t let them get away with quietly pushing this through right after the #EuropeanElections. Sound the alarm and contact the representatives of your government NOW! Contact details and additional informationContact details and additional information

Contact details and additional information


patrick-breyer.de/en/lawmakers…


Council to greenlight Chat Control – Take action now!


Warning signs and text: "Chat Control imminent! Council of the EU set to greenlight Chat Control on Wednesday, 19 June. Take action NOW! #ChatControl, patrick-breyer.de/en" and the logo of the European Pirates
The Belgian Council presidency seems set to greenlight Chat Control on Wednesday 19 June. This confirms fears: the proponents of Chat Control want to exploit the situation after the European Elections, in which there is less public attention and the European Parliament is not yet constituted. If Chat Control makes it through the Council now, there is a risk that the Parliament in its new composition will not fight as fiercely as before and surrender our previous wins.

So you must take action now. More than ever, the resistance of civil society against Chat Control is crucial. There are many things you can do and in this post I explain how. The three most important steps are:

  • Contact your government and tell it to vote against Chat Control (see contact details below)
  • Raise the alarm online. Don’t let the Council presidency get away with pushing this through silently now
  • Meet at least one person offline and plan an action together

Below in the post you will find a current timeline.

Contact your government

Now it is important to show that civil society is alert. The best way to do so is contacting the ‘permanent representatives’, so the official representation of your government to the EU.

You can find the contact details for all permanent representations on the website „EU Whoiswho“.

Tell your government that the current draft on Chat Control is unacceptable. Be polite but also resolute and ask them to clearly voice their disagreement against the proposal and to vote against the proposal.

Further, ask them to insist on a formal vote and for the abstentions to be properly counted by the presidency. (Otherwiese, in the Permanent Representatives Committee, there sometimes is a procedural trick, where a presidency does not actively ask for abstentions, even though they would have to be counted as “No” votes otherwise).

Timeline

On Thursday, 13 June, ministers were set to debate a progress report. (Find a recording here) The Belgian Council presidency announced that they will present a new compromise proposal afterwards. According to documents leaked by netzpolitik.org, the session to seek an agreement on it will already take place on Wednesday, 19 June.

So we all need to take action as soon as possible and demand a firm “No” by our governments against the Chat Control proposal to ward off this attempt to greenlight Chat Control in the Permanent Representatives Committee on 19 June. Time is pressing. This may be our last chance to stop Chat Control!


patrick-breyer.de/en/council-t…


Il Thread di @Matthew Green su Apple e il suo "Private Cloud Compute" e il bilanciamento tra elaborazione in locale e nel Cloud.

@Informatica (Italy e non Italy 😁)


Quindi Apple ha introdotto un nuovo sistema chiamato “Private Cloud Compute” che consente al telefono di scaricare attività complesse (tipicamente AI) su dispositivi sicuri specializzati nel cloud. Sto ancora cercando di capire cosa ne penso. Quindi ecco un thread. 1/

Apple, a differenza della maggior parte degli altri operatori di telefonia mobile, tradizionalmente esegue molte elaborazioni sul dispositivo. Ad esempio, tutto il machine learning e il riconoscimento del testo OCR su Foto vengono eseguiti direttamente sul tuo dispositivo. 2/



Il problema è che, sebbene l’hardware “neurale” dei moderni telefoni stia migliorando, non sta migliorando abbastanza velocemente per sfruttare tutte le folli funzionalità che la Silicon Valley desidera dall’intelligenza artificiale moderna, inclusa l’intelligenza artificiale generativa e simili. Ciò richiede fondamentalmente server. 3/

Ma se invii le tue attività ai server nel "cloud" (dio che usa le virgolette mi fa sentire 80), ciò significa inviare dati incredibilmente privati ​​dal tuo telefono e su Internet. Ciò ti espone allo spionaggio, all’hacking e al modello di business affamato di dati della Silicon Valley. 4/

La soluzione che Apple ha trovato è provare a costruire hardware sicuro e affidabile nei propri data center. Il tuo telefono può quindi "esternalizzare" compiti pesanti a questo hardware. Sembra facile, vero? Bene: ecco il post sul blog. 5/

TL;DR: non è facile. Costruire computer affidabili è letteralmente il problema più difficile nella sicurezza informatica. Onestamente è quasi l'unico problema nella sicurezza informatica. Ma anche se rimane un problema impegnativo, abbiamo fatto molti progressi. Apple li utilizza quasi tutti. 6/

La prima cosa che Apple sta facendo è sfruttare tutti i progressi compiuti nella realizzazione di telefoni e PC sicuri nei suoi nuovi server. Ciò comporta l'utilizzo di Secure Boot e di un Secure Enclave Processor (SEP) per conservare le chiavi. Presumibilmente hanno attivato tutte le funzionalità di sicurezza del processore. 7/

Quindi lanciano tutti i tipi di processi sull'hardware del server per assicurarsi che l'hardware non venga manomesso. Non so dire se questo previene gli attacchi hardware, ma sembra un inizio. 8/

Usano anche una serie di protezioni per garantire che il software sia legittimo. Il primo è che il software è “senza stato” e presumibilmente non conserva le informazioni tra le richieste dell'utente. Per garantire ciò, ogni server/nodo si riavvia e reimposta le chiavi e cancella tutto lo spazio di archiviazione. 9/


Una seconda protezione è che il sistema operativo possa “attestare” l'immagine del software in esecuzione. Nello specifico, firma un hash del software e lo condivide con ogni telefono/cliente. Se ti fidi di questa infrastruttura, saprai che esegue un software specifico. 10/

Naturalmente, sapere che sul telefono è in esecuzione un software specifico non ti aiuta se non ti fidi del software. Pertanto Apple prevede di inserire ogni immagine binaria in un "registro di trasparenza" e di pubblicare il software.
Ma ecco un punto critico: non con il codice sorgente completo. 11/


I ricercatori della sicurezza riceveranno *del codice* e una VM che potranno utilizzare per eseguire il software. Dovranno quindi decodificare i binari per vedere se stanno facendo cose inaspettate. E' un po' subottimale. 12/

Quando il tuo telefono desidera esternalizzare un'attività, contatterà Apple e otterrà un elenco di server/nodi e le relative chiavi. Quindi crittograferà la sua richiesta su tutti i server e uno la elaborerà. Usano persino credenziali anonime fantasiose e un relè di terze parti per nascondere il tuo IP. 13/

Ok, probabilmente ci sono una mezza dozzina di dettagli tecnici in più nel post del blog. È un design molto premuroso. In effetti, se dessi a un team eccellente un’enorme quantità di denaro e gli dicessi di costruire il miglior cloud “privato” al mondo, probabilmente sarebbe simile a questo. 14/

Ma ora le domande difficili. È una buona idea? Ed è sicuro quanto quello che fa Apple oggi? E, soprattutto:

Gli utenti possono rinunciare completamente a questa funzione? 15/

>>> Breve intervallo: ho anche pubblicato questo thread su Twitter, e poi è successo proprio in questa parte. Era... scomodo. <<<

Musk Risponde: "Questo è essenziale!"

Torniamo alla questione principale. Ammetto che quando ho appreso di questa funzionalità, mi ha reso un po' triste. Il pensiero che mi passava per la testa era: questa sarà una tentazione troppo grande. Una volta che puoi esternalizzare “in sicurezza” le attività sul cloud, perché preoccuparsi di svolgerle localmente? Esternalizzare tutto! 16/

Per quanto ne so, Apple non ha piani espliciti per annunciare quando i tuoi dati verranno trasferiti dal dispositivo al calcolo privato. Non opterai per questo, non ti verrà nemmeno necessariamente detto che sta accadendo. Succederà e basta. Magicamente.
Non amo quella parte. 17/

Infine, ci sono così tanti spigoli vivi invisibili che potrebbero esistere in un sistema come questo. Difetti hardware. Problemi con il framework di attenuazione crittografica. Exploit software intelligenti. Molti di questi saranno difficili da rilevare per i ricercatori di sicurezza. Anche questo mi preoccupa. 18/

Concludendo con una nota più positiva: vale la pena tenere presente che a volte la perfezione è nemica di ciò che è veramente buono.
In pratica l'alternativa al dispositivo on-device è: spedire i dati privati ​​a OpenAI o da qualche parte in Sketchier, dove chissà cosa potrebbe accadergli. 19/

E, naturalmente, tieni presente che le super spie non sono il tuo più grande avversario. Per molte persone il tuo più grande avversario è l'azienda che ti ha venduto il tuo dispositivo/software. Questo sistema PCC rappresenta un vero e proprio impegno da parte di Apple a non “sbirciare” i vostri dati. Questo è un grosso problema. 20/

In ogni caso, questo è il mondo verso cui ci stiamo muovendo. Potrebbe sembrare che il tuo telefono sia in tasca, ma una parte di esso vive in un data center a 2.000 miglia di distanza. Come addetti alla sicurezza probabilmente dobbiamo abituarci a questo fatto e fare del nostro meglio per assicurarci che tutte le parti siano sicure. //fine

Addendum su twitter: “attenuazione crittografica” dovrebbe essere letto “attestazione crittografica”, ma sono sicuro che la gente capirà il punto.


Il thread completo inizia qui


This is not really a request for support, but food for thought on Friendica groups

Good evening everyone!
This is not a request for support, but an invitation to reflect on Friendica groups and their graphical representation in the Friendica interface.

1) Try going to the link lemmy.ml/c/helpers@forum.frien…
This is how Lemmy interprets Friendica groups (yes, there are still some things that don't work well, but for now we can focus on the interface: Who knows if @Dessalines and @nutomic will ever be able to solve these problems?).
Here are a couple of screenshots


2) Try downloading a Lemmy app like Raccoon (it's a recent and very promising app developed by @Diego Beraldin ) and view the Helpers community.
These are the screenshots of the app

Basically, I would be really happy if the Friendica interface (or at least an app) managed to enhance the Friendica groups which, in my opinion, represent one of the most beautiful added values ​​of the Fediverse.

I add a further "off topic" which is that if an app for Mastodon managed to represent Friendica groups in such an intuitive way, Friendica would only have to gain.

Unfortunately today Friendica groups are a wonderful idea, but their use is still very bizarre; at the same time Friendica could be the killer application of the Social Fediverse, but at the moment it seems more like a (very fun) game reserved for geeks...

Could a radical rethink of the interface represent the future path?

!Friendica Support


Attacco a Ms Rachel: una storia di sionismo, giustizieri da divano e disprezzo per l'umanità (il tweet di Gianluca Martino)

@Notizie dall'Italia e dal mondo

La più ripugnante delle storie.🧵
Ms Rachel è molto nota negli Usa, Canada e Inghilterra, ha un canale YouTube con 10 milioni di followers.
Intrattiene con passione genuina milioni di bambini in età prescolare con fiabe, musiche, giochi educativi e consigli

"Come mangiare i pranzetti di mamma e papà senza sporcare il vestitino" questo è il mondo in cui vive la Ms Rachel.
La scorsa settimana lancia su Instagram una raccolta fondi a favore di Save the Children.
Titolo: "Messaggi d'amore ai bambini, per i bambini"
Nel video dice: "Il ricavato andrà ai bambini che vivono in zone di guerra: Sudan, Ucraina, Congo e Gaza".


Cosa ha detto??!! Gaza??!!


Non l'avesse mai nominata.
I sionisti si scagliano contro la povera Ms Rachel "Vergognati" "I miei figli non guarderanno più i tuoi video"
"I bambini ebrei no? Razzista" "Fai schifo, la tua è una compassione selettiva" scrive una professoressa.
Un utente scrive "I bambini israeliani hanno scuole e ospedali ma a Gaza non ci sono perché sono stati distrutti e non si lasciano entrare gli aiuti umanitari" ma riceve una caterva di insulti
Ms Rachel la prende malissimo, non è preparata a ricevere attacchi osceni, crede che il suo mondo stia crollando, quel mondo dove, fino a ieri, interagiva con bambini in questo modo: "È caduto il dentino? Oh, mi dispiace, ma non ti preoccupare ne arriverà uno nuovo"

Ms Rachel a questo punto ha un crollo nervoso, si chiude in casa, blocca i commenti sui suoi profili social, in lacrime posta un video su Instagram in una stanza al buio "Il bullismo è così brutto. Vi prego, non riesco a gestirlo. Io amo tutti i bambini del mondo, anch'io sono mamma"
"Credo che fare una raccolta fondi per i bambini che muoiono di fame, che non hanno né cibo né acqua, che vengono uccisi sia umano".

Due note positive: la raccolta fondi ha raggiunto cifre incredibili; Ms Rachel sta ricevendo la solidarietà da tutto il mondo (civile).

Qui il tweet di Gianluca Martino

Qui l'articolo del Guardian che ne parla

Qui il sito web di Save the Children con il link al fondo di emergenza dell'organizzazione no-profit Save the Children, di cui Accurso funge da ambasciatore


Etiopia, la nuova carestia nel Tigray & le morti silenziose


Nel villaggio di Yechila, nel villaggio di Yechila, così tante persone stanno morendo di fame che i funzionari locali hanno perso il conteggio. Gli agricoltori hanno abbandonato i loro campi perché sono pieni di mine mortali, e la fame si sta diffondendo.

Le strade e le case del villaggio sono ancora gravemente danneggiate dagli attacchi missilistici nella recente guerra. L’ospedale locale è diventato un rifugio per i senzatetto.
"Stiamo tutti aspettando il nostro turno per morire di fame", dice Tsehay Assefa di Yechila, in Etiopia, che ha recentemente sepolto un figlio e un nipote uccisi dalla fame.Photography by Samuel Getachew/The Globe and Mail“Stiamo tutti aspettando il nostro turno per morire di fame”, dice Tsehay Assefa di Yechila, in Etiopia, che ha recentemente sepolto un figlio e un nipote uccisi dalla fame.Photography by Samuel Getachew/The Globe and Mail
“Stiamo tutti aspettando il nostro turno di morire di fame”, ha detto Tsehay Assefa, una anziana abitante del villaggio che ha recentemente sepolto suo figlio, un contadino morto di fame e uno dei suoi nipoti.

Nella regione del Tigray, nel nord dell’Etiopia , migliaia di persone sono morte per mancanza di cibo nei 14 mesi trascorsi dalla fine della disastrosa guerra durata due anni in cui soldati etiopi ed eritrei combatterono contro le forze del Tigray. Ora la siccità sta aggravando la devastazione. Si profila una carestia che potrebbe rivaleggiare con le peggiori carestie del passato, dicono gli operatori umanitari.

Ogni giorno, gli abitanti disperati si riuniscono in un magazzino umanitario a Yechila sperando nel cibo, che è arrivato solo una volta nell’ultimo mese. Molti siedono tutto il giorno fuori dall’ufficio amministrativo del villaggio, spesso chiedendo aiuto, a volte dormono lì durante la notte.

La signora Assefa fatica ad aiutare la figlia incinta, che non mangia da giorni ma è prossima al parto. Non ha osato dire a sua figlia che la morte ha già toccato la loro famiglia.

“Sopravviviamo di elemosina e mangiamo grano tostato quando possiamo”, ha detto al Globe and Mail.
I residenti di Yechila aspettano le donazioni di cibo in un magazzino gestito dall'agenzia americana USAID. Negli ultimi tre mesi a Yechila sono state registrate più di 80 morti per carestia.I residenti di Yechila aspettano le donazioni di cibo in un magazzino gestito dall’agenzia americana USAID. Negli ultimi tre mesi a Yechila sono state registrate più di 80 morti per carestia.1136507811365080
[Yechila è una città di diverse migliaia di abitanti a sud-ovest di Mekelle, la capitale del Tigray. I ricordi della guerra sono ancora presenti: in una strada gli abitanti si rifugiano sotto un vecchio camion militare colpito da un drone.]

Nel 1984 e nel 1985, Tigray è stata una delle regioni più colpite della carestia etiope che ha innescato un’ondata di pubblicità globale e raccolta fondi, incluso il concerto Live Aid. Ma la nuova crisi potrebbe essere peggiore. Molte delle fattorie della regione, cliniche sanitarie e uffici governativi sono stati saccheggiati o incendiati durante la guerra, e non ci sono soldi per ripararli. La mancanza di pioggia e la sospensione temporanea degli aiuti hanno esacerbato la situazione.

La Famine Early Warning Systems Network, un gruppo di ricerca umanitaria, ha recentemente affermato che la carestia potrebbe essere diffusa nel Tigray all’inizio del 2024. I funzionari del Tigrayan stimano che 3,5 milioni di persone abbiano bisogno di aiuti urgenti, tra cui 2,3 milioni di agricoltori, in una regione di circa 6 milioni di persone. L’aiuto esistente sta aiutando solo un quinto dei bisognosi, dicono.

“Quest’ultima carestia è molto più grande della carestia del 1984”, ha detto Gebrehiwot Gebregzabher, capo della Commissione per la gestione del rischio di disastri del Tigray.

“Questa carestia è invisibile, sta influenzando più persone, e la risposta è stata minima, sfortunatamente”, ha detto al The Globe in un’intervista.

Mark Lowcock, capo umanitario delle Nazioni Unite e coordinatore degli aiuti di emergenza dal 2017 al 2021, afferma che la situazione a Yechila rafforza la sua preoccupazione per la crisi. “Gli esperti esperti e competenti mi dicono che i dati che stanno vedendo – e la loro recente esperienza di viaggiare in alcune parti del Tigray rurale – potrebbe indicare una catastrofe che si sta svolgendo nel 2024 paragonabile alla famigerata tragedia del 1984-85”, ha detto a The Globe.

“È essenziale che i responsabili politici rispondano a questo con maggiore velocità e urgenza, e con un aiuto molto più pratico per coloro che soffrono, di quanto stiamo vedendo in questo momento”.

Il mondo ha prestato poca attenzione alla crisi del Tigray. Le guerre a Gaza e in Ucraina hanno dominato i riflettori globali. La copertura mediatica è stata ostacolata dalle restrizioni del governo etiope sui viaggi. L’accesso al cellulare nelle regioni rurali è ancora intatto. Le forze eritree continuano a occupare parti della regione, limitando ulteriormente l’accesso.

Gli aiuti umanitari delle agenzie delle Nazioni Unite e dei governi occidentali sono stati sospesi per diversi mesi dopo che i soccorritori hanno trovato prove che gli aiuti alimentari sono stati dirottati da funzionari corrotti etiopi e tigrii. Solo ora gli aiuti vengono lentamente ripristinati, ma non è sufficiente, dicono i Tigrayan.
Yemserach Alelegn dice che il suo neonato è vicino alla morte perché la fame le impedisce di allattare.Yemserach Alelegn dice che il suo neonato è vicino alla morte perché la fame le impedisce di allattare.
“La nostra è una morte lenta”, ha detto Yemserach Alelegn, una madre di sei figli di sei anni che chiede cibo a Yechila.

Suo marito spesso salta i magri pasti della famiglia per dare ai loro figli più cibo, ma la fame è diventata insopportabile. “Non riesco nemmeno ad allattare il mio neonato, che è vicino alla morte, e mio marito è troppo debole per stare in piedi e camminare”, ha detto la signora. Ha detto Alelegn.

L’eredità della guerra è stata catastrofica. Quasi un milione di tigrini sono stati sfollati dalle loro case. Le rotte commerciali e i servizi governativi sono ancora interrotti in molti luoghi. Il bestiame e altri beni rurali sono stati saccheggiati o venduti. I programmi di welfare non sono stati completamente ripristinati.

L’ambasciatore del Canada in Etiopia, Joshua Tabah, si è recato a Tigray questo mese per vedere le riforme nel sistema di distribuzione alimentare delle Nazioni Unite. “Ora dobbiamo portare più cibo a persone più vulnerabili per il soccorso, la resilienza, l’alimentazione scolastica e l’alimentazione di emergenza”, ha detto in un post sui social media.

Yechila, a circa 100 chilometri a sud-ovest della capitale del Tigray, Mekelle, ha una popolazione di diverse migliaia. Per conteggio ufficiale, 83 persone sono morte di fame qui negli ultimi tre mesi, ma il numero reale è molto più alto.

I segni di teschio rosso e ossa incrociate sono visibili nei campi dei contadini, avvertendo delle mine antiuomo.

“Ci sono molte persone che muoiono sempre e abbiamo perso le tracce”, ha detto l’amministratore del villaggio di Yechila Gessese Tadesse.

“Il bisogno è travolgente. Con poche risorse per sostenerli, possiamo vederli morire solo davanti ai nostri occhi. Sono in molte centinaia, se non migliaia, e molti altri sono a rischio.
Haregwein Fitsum aspetta gli aiuti alimentari con il figlio disabile, il marito e un contadino. Dice che la famiglia a volte resta senza cibo per giorni.Haregwein Fitsum aspetta gli aiuti alimentari con il figlio disabile, il marito e un contadino. Dice che la famiglia a volte resta senza cibo per giorni.
Haregwein Fitsum, 41 anni, sperando nel cibo mentre si rifugia vicino all’ufficio dell’amministrazione del villaggio, non lontano dai veicoli bruciati di proiettili e che sono stati colpiti da attacchi aerei durante la guerra. La fattoria del marito è sparita. Vendette tre delle sue mucche e perse le altre quattro per fame.

Hanno un figlio con disabilità fisiche che ha bisogno di medicine, ma la fame è diventata una minaccia più grande. “Ciò che alla fine lo ucciderà non è la sua malattia, ma il fatto che non abbia nulla da mangiare”, ha detto. L’ha detto Fitsum. “Ci tutti andiamo per giorni senza mangiare.”

“Ciò che alla fine lo ucciderà non è la sua malattia, ma il fatto che non abbia nulla da mangiare”


Molti tigrini si sono trasferiti a Yechila per chiedere assistenza dopo aver rinunciato ai loro villaggi, ma hanno trovato poco aiuto.

“Stiamo tutti cercando di sopravvivere”, ha detto Aleka Zegaye Gebrehawaria, 37 anni, che si è trasferito nel villaggio con i suoi sei figli.

“Stiamo tutti cercando di sopravvivere”


Ha detto che vede morti ogni giorno nella sua nuova casa. I morti sono sepolti con poca cerimonia.

“Abbiamo tutti perso caro amici e familiari”, ha detto. “Se morissimo, qualcuno se ne accorgerebbe?”

“Se morissimo, qualcuno se ne accorgerebbe?”


Report di Geoffrey York a Johannesburg.


FONTE: theglobeandmail.com/world/arti…


La raccomandazione europea sull’insegnamento dell’informatica nella scuola


di Enrico Nardelli

Mercoledì 6 dicembre si è svolta alla Camera la conferenza stampa, organizzata dall’Intergruppo Innovazione (gruppo bipartisan di parlamentari che hanno a cuore i temi dell’innovazione), dedicata all'approvazione da parte del Consiglio dell'Unione Europea della proposta di Raccomandazione della Commissione Europea sull'insegnamento dell'informatica nella scuola. Per l'Intergruppo hanno partecipato il senatore Lorenzo Basso (PD) e i deputati Giulio Centemero (Lega) e Giulia Pastorella (Azione). Per il mondo produttivo: Agostino Santoni (vicepresidente per il digitale di Confindustria) e Giorgio Binda (presidente nazionale Unimatica di Confapi). Il video della conferenza stampa è disponibile a questo link.

Immagine/foto

La Raccomandazione approvata affronta la necessità di far sì che l'istruzione supporti la trasformazione digitale, fornendo le competenze necessarie a questo scopo. Pertanto, viene raccomandato a tutti gli Stati Membri di sviluppare un’istruzione di qualità in informatica nell’istruzione sia primaria che secondaria.

In modo più specifico, si raccomanda di:

  • inserire un insegnamento di alta qualità in informatica dall’inizio dell’educazione obbligatoria, avendo stabilito in modo chiaro gli obiettivi di apprendimento, il tempo dedicato e i metodi di valutazione, allo scopo di offrire a tutti gli studenti la possibilità di sviluppare le loro competenze digitali in modo scientificamente ben fondato,
  • far sì che l’insegnamento dell’informatica sia erogato da insegnanti qualificati, che abbiano a disposizione risorse didattiche di qualità, approcci didattici ben fondati, e appropriati metodi di valutazione degli obiettivi di apprendimento.

Si manifesta quindi chiaramente a tutti gli Stati Membri la necessità di avere l’informatica come disciplina scientifica fondamentale per l’istruzione di tutti i cittadini nel 21-mo secolo. È un’indicazione quanto mai opportuna. Ricordiamo infatti che, con il passare da una società agricola ad una società industriale, il processo educativo delle persone è mutato, introducendo nell’istruzione obbligatoria elementi di quelle scienze (fisica, biologia, chimica, …) che sono alla base di ogni macchina industriale. Analogamente, nel passaggio dalla società industriale alla società digitale è necessario aggiungere nell’istruzione obbligatoria lo studio dell’informatica, indispensabile per comprendere le macchine digitali.

Questa raccomandazione è dunque una svolta epocale, che speriamo serva ad avviare finalmente in tutti i Paesi Europei una seria attività di formazione sull’informatica nella scuola. Ricordo che l’istruzione è una materia di competenza degli Stati Membri, per cui il ruolo dell’Unione Europea rimane sussidiario.

Tutti gli intervenuti sono stati concordi nel ribadire l’auspicio che in Italia venga avviata nella scuola un’intensa attività educativa in questa direzione, sottolineando l’importanza di fare sistema tra pubblico e privato.

In Italia, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha già da tempo dichiarato di voler rafforzare le preparazione scolastica nelle materie scientifiche, obiettivo quanto mai meritorio. Inoltre, dal momento che questa proposta della Commissione indica in modo evidente l’informatica come la materia scientifica alla base della preparazione per la società digitale, sarebbe opportuno integrare quanto previsto in tale settore, anche nell’ambito del PNRR, dove sono discusse solo le competenze operative di utilizzo della tecnologia digitale.

A questo fine, nella missione M4 (Istruzione e Ricerca) del PNRR è presente la sotto-componente C1.3 (Ampliamento delle competenze e potenziamento delle infrastrutture), che prevede l’investimento 3.1 (Nuove competenze e nuovi linguaggi), con l’obiettivo di «promuovere l’integrazione, all’interno dei curricula di tutti i cicli scolastici, di attività, metodologie e contenuti volti a sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione», con a disposizione fondi per 1.100 milioni di euro.

Con il DM n.184 del 2023 sono state pubblicate le linee guida STEM, che danno solo indicazioni, necessariamente non dettagliate, su cosa fare relativamente alle competenze digitali. A tal proposito, si fa notare che il Laboratorio Informatica e Scuola del CINI, il Consorzio che raggruppa più di 50 università statali italiane attive nel settore dell’informatica ed è quindi l’istituzione di riferimento in Italia per la formazione in informatica, aveva preparato, già da dicembre 2017, una proposta molto dettagliata dei traguardi di competenze e degli obiettivi di apprendimento per l’insegnamento dell’informatica in tutte le fasce dell’istruzione obbligatoria, che viene citata in una nota delle linee guida stesse.

Il Ministero, con DM n.65 del 12 aprile 2023, ha già assegnato 600 milioni di euro alle scuole per lo sviluppo delle competenze STEM degli studenti: ogni istituto dovrà preparare i relativi progetti seguendo tali linee guida. Osserviamo preliminarmente che, per garantire sostenibilità nel lungo periodo ai processi di trasformazione digitale, in aggiunta alla formazione degli studenti è necessaria quella degli insegnanti, così da consentire di preparare i ragazzi anche negli anni successivi ai fondi PNRR. Inoltre, riteniamo che per aumentare l’efficacia dell’azione ministeriale occorra fornire agli istituti coinvolti, ben inteso senza ledere l’autonomia scolastica, indicazioni precise sui contenuti.

In quest’ottica, è utile guardare a chi, dei grandi paesi Europei, ha affrontato questo snodo prima di noi e può quindi indicarci una strada. Vi è l’esempio del Regno Unito. Nell’a.s. 2014-15 aveva inserito un curricolo di informatica obbligatorio per tutte le scuole. Nel novembre 2017 un rapporto della Royal Society aveva evidenziato che però la situazione era addirittura peggiorata. Allora nel novembre 2018 il governo ha deciso uno stanziamento di 84 milioni di sterline per la creazione, concretizzatasi nel 2019, di un istituto nazionale per l’insegnamento dell’informatica, il National Centre for Computing Education, che sta per essere rifinanziato.

Sulla linea di investimento 3.1 dovrebbero essere rimasti fondi in quantità sufficiente per un intervento di questo genere, imprescindibile se si vuol preparare il Paese alla transizione digitale.

È quindi indispensabile una chiara determinazione in questa direzione da parte della politica, che sia anche supportata da intese larghe e trasversali, per guidare una trasformazione che richiederà almeno un decennio per essere completata. Solo così potremo garantire alle future generazioni la possibilità di governare il loro futuro digitale.
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Versione originale pubblicata su "StartMAG" il 23 dicembre 2023.


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Does social media favor Palestine over Israel?


POLITICO’s weekly transatlantic tech newsletter for global technology elites and political influencers.

POLITICO Digital Bridge

By MARK SCOTT

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JUST LIKE A WONKY ADVENT CALENDAR, there are only two Digital Bridge newsletters to go for 2023. I’m Mark Scott, POLITICO’s chief technology correspondent, and I bring you live footage of why my family hates it when I turn my journalism spidey senses toward domestic matters. True story.

We’ve got something for everyone this week:

Two months into the war, there’s a lot more pro-Palestinian content than pro-Israeli material. What that tells us about social media is unclear.

— The European Union’s Artificial Intelligence Act is (kinda) done. What happens next is a case study in why Brussels isn’t good at enforcing its digital rules.

— Section 702 of the U.S. Foreign Intelligence Surveillance Act is likely to get a four-month reprieve. But will that be enough to keep it alive?

THE FOG OF A DIGITAL WAR


IT HAS BEEN JUST OVER TWO MONTHS SINCE Hamas militants attacked Israel, killing about 1,200 people and taking about 240 hostages, according to Israel. In response, Israel invaded Gaza, leaving at least 15,000 Palestinians dead, based on estimates from local health authorities in Hamas-run Gaza. The suffering, for both sides, is unimaginable — and it looks unlikely to stop anytime soon. Within this cacophony of awfulness, social media has become an an active participant — used by those supportive of Israel and Palestine alike to promote their side of the conflict; raise awareness; and, often, peddle falsehoods.

In that sense, the Gaza conflict is no different from other 21st-century wars where dominating the digital media landscape is now part of combatants’ overall strategy to win hearts and minds, engage with like-minded supporters, and count claims from opponents. But what sets the Middle East war apart — alongside this being the first real test of Elon Musk’s ownership of X, formerly Twitter — is how disproportionate the online messaging has become. It’s hard to generalize because of how unique everyone’s social media experiences have become via algorithms tailored to individual interests. But, on average, there are just much more pro-Palestinian messages on the likes of Instagram, TikTok and YouTube compared with pro-Israeli posts.

Let’s look at the stats. On TikTok, I gathered roughly 50 hashtags that were either pro-Palestinian, pro-Israeli or viewed as used by both sides. This is not a perfect science. But it’s true videos with the #StandWithPalestine hashtag garnered around 4.8 billion views, based on TikTok’s own data. In contrast, the #StandWithIsrael counterpart received just under 600 million views. Similar disparities could be seen with everything from #PrayforPalestine and #PrayforIsrael to #ProPalestine and #ProIsrael. This isn’t just a TikTok phenomenon. On other platforms like Facebook, there’s an equal asymmetry in which there’s more pro-Palestinian content being created compared to pro-Israeli material, based on Digital Bridge’s analysis via CrowdTangle, a social analytics tool owned by Meta.

Yet for me, this “hashtag comparing” doesn’t really tell us much. In response to criticism, tech giants like TikTok argue such analysis doesn’t capture the nuance of how each hashtag is used. I hate to admit it, but that’s correct. But I have different reasons than TikTok for suggesting hashtags aren’t a good proxy for tracking how the Gaza conflict is playing out online. For the companies, it’s all about context. How long someone spends on a video, they argue, is arguably more important than how many overall posts were created. It doesn’t matter if there are 20 times more pro-Palestinian posts, for instance, if pro-Israeli counter-messaging is getting more eyeballs.

And that is where my frustration lies. In the end, the volume of social media content produced is meaningless. What matters is the type of material served up to people via their online feeds. And that almost exclusively comes down to a platform’s so-called recommender systems, complex algorithms that decide what tiny fraction of the billions of pieces of content produced daily will make it in front of people’s eyeballs. Just counting hashtags isn’t going to get under the hood of those systems. What you need to do is look beyond the collective total amount of pro-Palestinian and pro-Israeli content, and figure out exactly how much of that is making it into people’s feeds.

Leaked documents and corporate whistleblowers suggest those decisions are geared toward displaying posts that people will engage with the most and, therefore, stay on each respective platform longer — generating more ad revenue. It’s an agnostic process, though one that — at least for Meta’s platforms — led to more polarizing content being served up because internal research confirmed such material was more likely to engage people than less divisive posts. It’s also an ecosystem that we have almost no information about because tech giants jealously guard these algorithms because they are the secret sauce for how, in the end, they make money.

But we can make educated guesses on how this is shaking out. Based on the volume of pro-Palestinian content compared with pro-Israeli material (itself, an imperfect science), we can surmise more people, globally, are engaging collectively with those posts — just given the sheer amount of content produced. If that’s true, we can also argue platforms’ algorithms will likely favor that content — though we have no evidence for that yet. That’s because these algorithms are geared toward displaying material that will likely engage users. If the volume of pro-Palestinian content is greater, and social media algorithms are focused on meeting people’s digital interests, then — hypothetically — it’s likely that companies’ recommender systems are over-indexing on pro-Palestinian messages to fill that need.

Yet, for now, that is just a working theory — one that companies often refute and that currently lacks quantifiable data to stand up. But compared to the “hashtag hunting” that currently dominates the debate, it’s a hypothesis based on how social media actually works.

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AI ACT: SHOW ME, DON’T TELL ME


THAT AURA OF SMUGNESS THAT YOU CAN FEEL is politicians and officials in Brussels congratulating themselves for getting a political deal done on the bloc’s Artificial Intelligence Act. To be clear, no final text is yet complete, though I’m told the outstanding details are merely minor tweaks — nothing substantial. Here’s the expected timeline: The final document will be approved in the second quarter of 2024; all-out bans on certain AI uses (more on that below) take effect in early 2025; and by the summer of 2026, the entire piece of legislation is fully enforceable. In short: We’re still at least a year away from seeing any bite to what has been agreed.

First, let’s give the Europeans their due. This year has seen multiple voluntary commitments on AI governance, most notably what the White House published in July. But the EU has gone further than others by making its rulemaking mandatory. Here’s an overview (also here) of what was decided. But, in short, controversial AI-based systems like social scoring will be banned; high-risk use cases like those associated with health care will be highly regulated; almost all mundane AI systems will have minimal to no oversight; and fines range between 7 percent of a company’s yearly turnover (not revenue) for the worst abuses to 1.5 percent of annual turnover for more minor misdemeanors.

Like almost all of the bloc’s new digital legislation, officials and lawmakers have focused almost exclusively on transparency and accountability to ward off wrongdoing. Companies developing high-risk AI use cases, for example, will have to document their activities, conduct outside audits and demonstrate human oversight of how these systems are developed. When it comes to the latest so-called general-purpose AI models (those requiring computer power greater than 10ˆ25 so-called floating point operations, or, basically, only those currently developed by Alphabet and OpenAI), these systems will also have to be tested by outside groups dedicated to finding potential vulnerabilities.

So far, this all sounds pretty familiar to existing voluntary commitments that every large Western AI developer has agreed to. What’s different with the European approach is that it’s all mandatory — and comes with significant fines for wrongdoing. And that, for me, is where I turn from optimist to pessimist on what Brussels announced at the weekend. The EU’s strategy is based on a false promise that, via countries’ existing agencies and a new AI Office to be created within the European Commission, there’s enough technical skill, financial resources and regulatory capacity to both keep track of existing models and keep ahead of what is to come.

If recent history has taught us anything, that is wishful thinking. The ongoing problems of enforcing Europe’s privacy regime, known as the General Data Protection Regulation, has come down to a lack of money and expertise — coupled with intra-EU regulatory in-fighting — that has left the bloc’s data protection legislation less than the sum of its parts. Europe’s social media rules, known as the Digital Services Act, are equally heading toward similar issues. That’s even after the bloc included an ongoing company levy (estimated to be $37 million a year) to pay for oversight that, like the AI Act, is predicated on transparency and accountability as key drivers for enforcement.

For me, what has been missing from the AI Act’s victory lap are details of how this is all going to work in practice. I want budget numbers. I want figures on new regulatory hires. I want an explanation of how these agencies will push back against companies’ transparency reports that may, or may not, be accurate. Recent research shows firms are pretty opaque about how their AI models work. So far, only Spain has announced the creation of a dedicated AI regulator. Other EU countries could follow, though will likely rely on already-stretched existing agencies to do the heavy-lifting on enforcing the bloc’s new AI legislation.

The same questions swirl around how the Commission’s new AI Office will function. Nominally, this yet-to-be created body will coordinate pan-EU oversight; enforce the rules specified for general-purpose AI; and oversee an outside group of AI experts to help with its work. So far, no budget for this work has been set — at a time when Europe’s finances are already stretched. Rumors abound that funding for the AI Office may come from the bloc’s Digital Europe Program, or $8 billion fund to help digitize the Continent. Still, until that happens, I fall back to the old journalistic cliche: Show me (how this is going to work), don’t tell me.

BY THE NUMBERS

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SECTION 702 EXTENSION DOESN’T SOLVE THE PROBLEM


SECTION 702 OF THE US FOREIGN INTELLIGENCE ACT SPLITS OPINION. The rules allow American security agencies to surveil foreign nationals (and, controversially, some U.S. citizens) anywhere in the world. The provisions, though, will expire on December 31 — something that both Congress and the White House don’t want to happen. Still, there are currently two competing bills to overhaul Section 702, which has become a lightning rod for privacy campaigners over claims it is used to unfairly collect reams of data on primarily non-Americans. One, via the House of Representative’s Judiciary Committee, would make it harder for data to be collected on U.S. citizens. The other, via the House Permanent Select Committee on Intelligence, would expand some of Section 702’s overall remit.

In a last-minute move, Section 702 is expected to be given a four-month extension under the U.S. National Defense Authorization Act, or must-pass legislation before the end of 2023. That would give U.S. lawmakers until April 19 to find a compromise. A lot of the controversy around Section 702 comes from some in the Republican party who believe the provisions allow for surveillance of U.S. citizens with little oversight. They cite the invalidation of two of four FISA-based warrants against Carter Page, a former Donald Trump aide, as evidence of such overreach. Importantly, no one in Washington really mentions how non-U.S. citizens — some, arguably, innocent — have similarly been caught up in such bulk surveillance.

WONK OF THE WEEK


WE’RE GOING SLIGHTLY OUT OF MY TYPICAL COMFORT ZONE this week to focus on Tim Sweeney, founder of Epic Games, the studio behind the blockbuster Fortnite. His company won a landmark competition case Monday against Google after a judge ruled the search giant had used anti-competitive practices via its Android operating system and app store to harm rivals and consumers. Google said it would appeal the decision.

Sweeney is an unlikely antitrust champion. A graduate of the University of Maryland, he stumbled into gaming while working as a software consultant in the early 1990s, before rebranding his company to Epic Games. Fortnite was created in 2017, but Sweeney has been fighting battles with both Apple (in a case that he lost on nine out of 10 charges) and Google over how these tech giants pocketed a share of revenue when users accessed the game via the firms’ dominant app stores.

“This is an example of the greatness of the American justice system,” Sweeney wrote on X, formerly Twitter. “A [billion-dollar] company challenges a [trillion-dollar] company over complex antitrust practices, and a jury of 9 citizens hears the testimony and renders a verdict.”

THEY SAID WHAT, NOW?


“If the United Kingdom is to avoid being held hostage to fortune, it is vital that ransomware becomes a more pressing political priority, and that more resources are devoted to tackling this pernicious threat to the U.K.’s national security,” Margaret Becket, chairwoman of the U.K. parliament’s joint committee on national security strategy, in response to a report highlighting the country’s vulnerabilities to such cyberattacks.

WHAT I’M READING


— The U.K. government accused groups with ties to the Kremlin of trying to interfere in the country’s democratic institutions by targeting local politicians, journalists and officials with cyberattacks. More here.

— Stanford University published its inaugural Emerging Technology Review, a deep-dive into 10 emerging technologies (and not just artificial intelligence) and their policy implications. Take a look here.

— Hausfeld, a law firm known for filing lawsuits against Big Tech firms, filed a class-action case against Google’s alleged misuse of copyrighted material from publishers, including for the company’s generative AI products. More here.

— To combat widespread misinformation, society must move away from trying to have better facts about contentious issues and focus on how these problems can be framed, often online, to portray legitimate topics in false ways, argues Kate Starbird from the University of Washington.

— A group of liberal U.S. politicians called on Joe Biden to support the EU’s digital competition overhaul and reject claims it represented an illegal barrier to trade. More here.

— More than half of Brits, 44 percent of French people, and 33 percent of Germans said they viewed social media as hurting democracy, according to a poll commissioned by Luminate, an advocacy group.

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Etiopia, morti per fame e controllo dei danni nel Tigray


I rapporti che emergono da Tigray nelle ultime settimane dipingono un quadro cupo. Dopo aver sofferto per due anni di operazioni militari e occupazioni di terra bruciata, che coinvolgono atrocità diffuse e guerre d’assedio, le famiglie in tutta la regione del Tigray stanno lottando per sopravvivere. Questo dovrebbe essere un momento di guarigione, recupero e ricostruzione. Invece, è un momento di incertezza, disperazione e fame.

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Per mesi, la leadership senior di USAID e WFP hanno ignorato pubblicamente la ben documentata discesa del Tigray nella fame di massa, che è stata innescata dalla loro controversa decisione di sospendere l’assistenza alimentare a marzo. Oggi, le notizie di decessi legati alla fame provengono da tutta la regione, con più hotspot scoperti in ogni area accessibile del Tigray, comprese le zone nord-occidentali, centrali, orientali, sudorientali e meridionali.

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Sorprendentemente, non sembra esserci alcun monitoraggio sistemico e continuo delle morti per fame in tutto il Tigray. L’unico rigoroso studio sulla mortalità in Tigray condotto da quando è iniziata la sospensione degli aiuti, si è concluso a luglio. In questa valutazione, i medici del Tigray’s Health Bureau, del Tigray Health Research Institute e dell’Università di Mekelle hanno indagato sui decessi di circa il 10% della regione. Hanno determinato che più di 1.300 persone erano morte per cause legate alla fame dopo l’accordo sulla cessazione delle ostilità. Secondo i risultati preliminari, il tasso di mortalità mensile è aumentato bruscamente dopo l’inizio della sospensione di marzo ed è stato più alto nell’ultimo mese di copertura. Nei mesi che seguirono, il Tigray entrò nella sua tradizionale stagione magra e poi sperimentò un significativo fallimento delle colture a novembre a causa della mancanza di forniture agricole e siccità.

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Cosa viene detto al Congresso USA?


Lo studio è stato citato dal rappresentante Brad Sherman nell’audizione della scorsa settimana, “Etiopia: Promise o Perils, Lo stato degli Stati Uniti. Politica”, che è stata tenuta dalla sottocommissione per gli affari esteri della Camera degli Stati Uniti sull’Africa. Questa udienza è stata la prima tenuta in Etiopia sotto la presidenza del repubblicano John James del Colorado, che ha preso l’amministrazione Abiy Ahmed per svolgere la lunga e crescente lista di atrocità e crimini commessi sotto la sua guida. Il presidente James ha concluso senza mezzi termini:

“Se devo essere onesto, è sempre più difficile vedere dove si trova la promessa”.


Il deputato Sherman tecnicamente non fa parte della sottocommissione, ma alla fine dell’udienza gli è stato permesso di interrogare l’inviato speciale Mike Hammer e il vice amministratore aggiunto dell’USAID, Tyler Beckelman, davanti a una camera in gran parte vuota. In risposta ad una domanda sull’impatto e sulla ripresa dell’assistenza alimentare, Beckelman ha cercato di rassicurare il deputato che la sua agenzia stava ancora salvando vite in Etiopia, sostenendo che:

“Molta attenzione è stata posta sulla pausa negli aiuti alimentari… Gli aiuti alimentari sono solo una componente dell’insieme complessivo di attività umanitarie che forniamo alla popolazione etiope e cose come l’alimentazione nutrizionale per i bambini malnutriti e le cure per i bambini sotto i cinque anni continuato per tutto il periodo della pausa”. [Udienza della Camera degli Esteri, 30/11/23, 1:17 ]


Beckelman ha ragione nel dire che il supporto nutrizionale salvavita viene ancora fornito ai bambini in Etiopia. Nei sei mesi successivi alla sospensione degli aiuti alimentari nel Tigray alla fine di marzo, il numero di bambini sotto i cinque anni ricoverati per malnutrizione acuta grave (SAM) in Etiopia è diminuito solo leggermente. Tuttavia, per i bambini del Tigray, menzionati espressamente dal rappresentante Sherman, l’accesso a questo aiuto nutrizionale è quasi del tutto evaporato.

Per dirla in altro modo, un membro del Congresso degli Stati Uniti ha chiesto informazioni sulle morti per fame nel Tigray e il vice amministratore delegato dell’Africa Bureau dell’USAID ha risposto con una dichiarazione molto fuorviante che lasciava intendere che la rete di sicurezza per neonati e bambini piccoli che muoiono di fame nel Tigray non era stata tolta loro nel momento peggiore possibile. È importante che l’USAID difenda la decisione di sospendere gli aiuti, ma senza avanzare affermazioni che oscurino la reale portata della sofferenza del popolo tigrino.

Cosa non viene detto al Congresso?


Il grafico seguente illustra il fallimento dello sforzo umanitario internazionale volto a salvare la vita dei bambini del Tigray che stanno morendo di fame dopo otto mesi di sospensione degli aiuti alimentari. Mostra quanti bambini sotto i cinque anni sono stati ammessi ogni mese per malnutrizione grave in regioni selezionate dell’Etiopia rispetto al livello di ammissioni quando è iniziata la sospensione degli aiuti nel Tigray. Il ricovero per il trattamento della SAM è l’ultima linea di difesa contro neonati e bambini piccoli che muoiono di fame. È importante notare che ogni mese avvicina il Tigray alla stagione magra agricola e si allontana dall’ultima volta in cui qualcuno ha ricevuto assistenza alimentare esterna, con conseguente aumento della domanda di trattamento SAM.

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In tutte le altre regioni di questo grafico i servizi nutrizionali vengono ancora forniti, ad eccezione del Tigray. Per i bambini del Tigray che sono stati sfollati, il trattamento per la SAM semplicemente non esiste al di fuori di un paio di città nella zona nord occidentale. A giugno, una valutazione dell’OIM ha rilevato che c’erano 140.993 bambini sotto i cinque anni sfollati nel Tigray. Secondo le misurazioni della circonferenza del braccio medio-superiore (MUAC) del più recente sondaggio nutrizionale SMART+ raccolto ad agosto, oltre il 35% dei bambini sfollati soffriva di malnutrizione acuta grave (5,7%) o moderata (30%). Ciò significa che, solo tra la popolazione sfollata, ad agosto circa 50.000 neonati e bambini piccoli morivano di fame.

Secondo il SAM Management Update del Nutrition Cluster, nei due mesi successivi all’indagine SMART+, settembre e ottobre, solo 210 bambini sfollati hanno ricevuto cure per la SAM . Il numero totale di bambini ammessi con SAM è di 207 nella zona nord-ovest e 3 nella capitale di Macallè. Nessuno dei 31.000 bambini nella zona Centrale, nessuno dei 16.000 bambini nella zona Orientale, nessuno degli 11.000 bambini nelle zone Sud e Sud-Est ha avuto accesso al trattamento per la SAM. L’unico tipo di assistenza disponibile per i bambini sfollati era il trattamento ambulatoriale; nessun bambino sfollato ha ricevuto cure speciali (ricovero) per la SAM.

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Per fare un confronto, nei due mesi precedenti la sospensione degli aiuti alimentari (febbraio e marzo) quasi 1.300 bambini sfollati hanno ricevuto cure per malnutrizione grave. L’accesso alle cure per i bambini sfollati sotto i cinque anni è diminuito dell’84% a causa del protrarsi della sospensione degli aiuti.

Sarebbe dovuto accadere il contrario. Se l’USAID e il WFP non fossero stati pronti ad aumentare l’assistenza nutrizionale per soddisfare un crescente bisogno, la sospensione degli aiuti alimentari non avrebbe mai dovuto essere presa in considerazione. Non dopo due anni di fame armata. Non con l’avvicinarsi della stagione magra. Non con così tante vite innocenti in gioco.

Controllo del danno o controllo della crisi in atto


Quando le persone parlano di “controllo del danno”, il danno a cui si riferiscono è reputazionale. È qualcosa che fanno le celebrità o le aziende di fronte a uno scandalo. Non è mai coraggioso, ma spesso accettato. Non potrà mai essere una pratica accettabile per le organizzazioni umanitarie o i governi quando le persone che dovrebbero servire muoiono per mancanza dei beni e dei servizi che dovrebbero fornire. Le agenzie umanitarie e i governi devono adottare misure per controllare i danni causati e della crisi, alle persone che dipendono da loro per sopravvivere.

L’impatto della sospensione umanitaria era del tutto prevedibile. Avrebbe dovuto essere evitato, ma ormai è troppo tardi. Ciò di cui il Tigray ha bisogno ora è che le agenzie umanitarie e i funzionari inizino a controllare i danni che hanno causato. I donatori sono troppo disposti ad accettare che le principali agenzie umanitarie che operano nel Tigray dedichino maggiori sforzi alla crisi reputazionale più che al controllo della crisi e dei danni che hanno arrecato per poca trasparenza e la loro sospensione delle attività.

La popolazione del Tigray ha bisogno che i donatori chiedano alle agenzie umanitarie di fornire dati accurati sulle condizioni sul campo; adottare trasparenza su piani, decisioni e operazioni; distribuire assistenza alle persone bisognose. Qualunque cosa di meno costituisce una grave distorsione dei principi umanitari fondamentali che crea le condizioni per una ripetizione del tracollo totale a cui stiamo assistendo proprio ora nel Tigray.


FONTE: tghat.com/2023/12/08/starvatio…


tommasin.org/blog/2023-12-08/e…


Il successo di ITADINFO: quando la passione e le persone fanno la differenza


di Enrico Nardelli

È appena finito ITADINFO, il convegno italiano sulla didattica dell'informatica nella scuola, che ha avuto a Bari la sua prima edizione. Ne scrivo a caldo, prima che la memoria di questi tre giorni inizi ad essere ricoperta dai nuovi impegni.

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Quando con i colleghi del Laboratorio Informatica e Scuola, che raccoglie chi svolge attività di ricerca in questo ambito, avevamo discusso negli anni passati l'idea di avviare iniziative dedicate in modo specifico agli insegnanti, avvertivamo in qualche modo la loro importanza ma non sapevamo ancora quale avrebbe potuto essere la risposta da parte dei docenti. Insomma, di mestiere facciamo i ricercatori e i didatti, mentre far partire un convegno nazionale è un'attività più imprenditoriale, non esattamente nelle corde di un accademico. Teniamo presente che qui non stiamo parlando di sicurezza informatica o intelligenza artificiale, per le quali ci sono (giustamente) un'estrema attenzione e una grandissima disponibilità di risorse da parte di enti e istituzioni.

Qui si tratta di scuola, settore di cui spesso molti si riempiono la bocca, ma che ha purtroppo conosciuto dagli anni '80 ad ora un continuo definanziamento e degradazione del ruolo sociale, spingendo al contempo per una sua trasformazione da servizio essenziale di formazione di cittadini dotati di conoscenze e pensiero critico a fabbrica che deve sfornare in modo sempre più efficiente "prodotti" pronti ad essere consumati dal mercato. Atteggiamento suicida per una società che, nel secondo dopoguerra, grazie anche alla scuola di quel periodo che non faceva sconti a nessuno, era riuscita nel 1987 a diventare, da Paese semidistrutto da una guerra mondiale che aveva perso, la quinta potenza economica al mondo. Per un’analisi di questa tendenza e delle sue nefaste conseguenze segnalo, ex multis, "Il danno scolastico", il bel volume di Mastrocola e Ricolfi dal significativo sottotitolo “La scuola progressista come macchina della disuguaglianza”.

Poi, un paio di iniziative pilota (nel 2020 e nel 2022, ottimamente organizzate dai colleghi dell'Università di Milano Statale) ci avevano confortato e, alla fine, anche con l'incoraggiamento degli organi direttivi del CINI, il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica di cui il Laboratorio è uno dei bracci operativi, ci siamo lanciati nell'organizzazione.

Abbiamo trovato sponsor che hanno avuto fiducia in noi, mettendo a disposizione quelle risorse economiche senza le quali solo in fantasiosi resoconti giornalistici si riescono a organizzare iniziative serie, e che ritengo quindi doveroso ricordare in segno di ringraziamento. Gli sponsor espositori: Axios Italia, Edizioni Themis, PLD Artech; e gli sponsor: SeeWeb e KnowK. Il Magazine che ospita questo mio articolo ci ha dato una mano sulla diffusione mediatica. Avevamo scelto Bari, come sede di questo primo convegno, anche perché è stato uno dei primi atenei ad attivare in Italia corsi di laurea in informatica (che a quel tempo si chiamava "scienze dell'informazione") e la Puglia è tuttora una delle regioni in cui la comunità dei docenti scolastici interessati dall’informatica è più numerosa e attiva. Città e Regione ci hanno dato subito il patrocinio. L’eccellente lavoro del comitato organizzatore locale, "le magnifiche tre" colleghe del Dipartimento di Informatica (Veronica Rossano, Enrica Gentile e Paola Plantamura), ci ha portato in una sede che è un capolavoro dell’architettura razionalista degli anni ’30 (date un’occhiata a storia e foto) e ha preparato un programma sociale coi fiocchi.

Le nostre aspettative hanno superato ogni più rosea previsione. La città, per chi di noi non ci era mai stato o mancava da parecchio tempo, si è rivelata affascinante e ci ha accolto con un clima semplicemente perfetto.

Anche la sessione iniziale dei saluti istituzionali si è trasformata in una tavola rotonda multidisciplinare e ricca di stimoli. Il rettore dell'Università Di Bari Stefano Bronzini ha sottolineato l’importanza di non trascurare il lato umano e la formazione umanistica quando si parla di innovazione, aspetto sul quale gli informatici sono via via maggiormente attenti, considerando che le tecnologie digitali incidono in modo sempre più profondo sulla vita delle persone e sulle loro relazioni sociali.

Eugenio Di Sciascio, vice sindaco di Bari, ha ricordato che il problema di questo Paese non è mettere computer nelle scuole e nelle aziende, ma creare competenza sulla capacità di capire e governare questi strumenti. Osservazione che purtroppo, nella corsa alla trasformazione digitale, viene spesso dimenticata e che invece spinge a rimettere il ruolo della didattica scolastica e universitaria al centro della riflessione e della pianificazione.

Su questa linea ha continuato Filippo Lanubile, direttore del Dipartimento di informatica dell’ateneo barese, chiedendo di ridare importanza alla valutazione dell’attività didattica nella valutazione della carriera universitaria, pena l’impossibilità di far crescere quelle professionalità che sono necessarie per affrontare le sfide che ci pone una formazione universitaria moderna.

Ernesto Damiani, il presidente del CINI, ha riportato questa esigenza generale allo specifico mondo della scuola, dove per governare nel modo migliore un futuro sempre più digitale sarà fondamentale insegnare l’informatica facendo attenzione a far capire gli aspetti concettuali della disciplina, evitando di considerarne solo gli elementi tecnologici.

Nel chiudere questo giro di considerazioni, la cui singolare concordia mi ha fatto immediatamente capire che con questo evento avevamo centrato il bersaglio, ho ripreso lo stimolo del rettore, non a caso un letterato. Ho ricordato come Platone nei suoi immortali Dialoghi, abbia – con estrema pregnanza – evidenziato la componente affettiva della relazione educativa tra didàskalos e mathetés, maestro e allievo, come un aspetto fondamentale della paideia, la crescita etica e spirituale del discepolo. E affinché questa componente eserciti il suo effetto non ci deve essere tecnologia di mezzo, ma compresenza in uno stesso luogo fisico. La tecnologia digitale può arricchire le relazioni umane, se opportunamente utilizzata, ma rischia di impoverirle e distruggerle, se male utilizzata. Di questo aspetto noi informatici dobbiamo essere estremamente consapevoli e assumercene la responsabilità, esattamente allo stesso modo con cui nella seconda metà del secolo scorso i fisici si sono impegnati per evitare che il nucleare conducesse l’umanità all’estinzione.

Il programma scientifico che si è poi sviluppato ha visto docenti scolastici e ricercatori universitari offrire e assistere a resoconti di esperienze e laboratori formativi, in un dialogo stimolante e arricchente. L'uditorio è stato, dal primo all'ultimo momento, sempre presente, attento e numeroso, esperienza non proprio abituale, come ben sa chi per mestiere va a convegni scientifici.

Alla fine, quasi non volevamo più smettere.

I complimenti da parte dei docenti che hanno partecipato (molti visibili sulla pagina social del convegno) ci hanno dato la spinta a continuare, con la voglia di creare una comunità sempre più attiva e collaborativa.
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Versione originale pubblicata su "StartMAG" il 16 ottobre 2023.


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Etiopia, crisi umanitaria dimenticata in Tigray & ingiustizia legittimata dall’ ingerenza occidentale.


Arrivata la condanna di 40 organizzazioni per la mancata estensione del mandato per l’ Etiopia della commissione investigativa ICREE – International Commission of Human Rights Experts on Ethiopia, da parte dell’UNHRC e l’abbandono dell’indagine sui diritti umani in Etiopia delle Nazioni Unite.


La segnalazione di Tigrai TV
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Mercoledì 4 ottobre non c’è stata la volontà politica da parte dell’ Europa e degli USA di rinnovare il mandato alla commissione di esperti di diritti umani ONU per l’Etiopia. L’ennesimo abuso da parte “occidentale” di non rispettare il “mai più”.


Approfondimenti:


Le organizzazioni sottolineano il ruolo fondamentale svolto dall’ICHREE come unico organismo internazionale indipendente che indaga sulle gravi violazioni dei diritti umani in Etiopia, tra cui la fame armata, gli abusi e le diffuse violazioni dei diritti umani.

Condannano l’inazione dell’UNHRC come una “grave inadempienza ai doveri e un disprezzo per la continua sofferenza di civili innocenti nel Tigray, Oromia, Amhara e in altre regioni dell’Etiopia”.


Italia: la diaspora del Tigray sul ruolo dell’ICHREE [intervista Radio Ondarossa]


Giovedì 5 ottobre viene rilasciato il REPORT dell’ OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità che riporta la catastrofica situazione degli ospedali e delle strutture in Tigray, dopo 2 anni di guerra dai risvolti genocidi e quasi 1 anni di tregua.

Oggi, dopo 3 anni è l’86% delle strutture sanitarie risultano devastate, in una regione che ha quasi 7 milioni di persone (tra civili, rifugiati eritrei e più di 1 milione di sfollati tigrini). C’è ancora grossa carenza di materiale igienico sanitario e medicinali. Link al REPORT

L’unico ospedale risultato essere rimasto miracolosamente attivo anche durante i 2 anni di guerra e che ha ricevuto recentemente un finanziamento di 6 milioni di euro è Kidane Mihret della missione salesiana di Adwa. L’ospedale attualmente fornisce servizi medici a oltre 70.000 persone, compresi gli sfollati interni.

Lo stesso giorno Reuters comunica che USAID ha ripreso le attività di fornitura di supporto alimentare umanitario ai rifugiati in Etiopia. A giugno 2023 USAID aveva sospeso tali attività sulla pelle di 20 milioni di persone dipendenti dal suoi aiuto. Nell’anno fiscale 2022, l’USAID ha sborsato quasi 1,5 miliardi di dollari in assistenza umanitaria all’Etiopia, la maggior parte dei quali aiuti alimentari.

Anche WFP – World Food Programm ha sospeso le sue attività per lo scandalo della diversione del materiale alimentare. Nel saccheggio, in questo crimine sono stati accusati e implicati alti funzionari di governo e dell’ esercito etiope.

Giovedì 5 ottobre 2023: sono passati esattamente 190 giorni da quando WFP e USAID hanno sospeso la fornitura alimentare umanitaria per 5,6 milioni di persone nello stato regionale del Tigray.

Lunedì 9 ottobre 2023 il WFP Ethiopia rilancia la notizia della ripresa attività del WFP per il sostegno dei rifugiati in Etiopia. Dal comunicato ufficiale si legge:

“Circa 35.000 persone fuggite dal Sudan in Etiopia negli ultimi sei mesi necessitano urgentemente di assistenza alimentare, mentre l’Etiopia ospita anche altri 850.000 rifugiati, provenienti principalmente dalla Somalia, dal Sud Sudan e dall’Eritrea. Le distribuzioni del WFP riprenderanno nelle regioni di Somalia, Gambella, Benishangul Gumuz, Oromia, SNNP e Afar, fornendo ai rifugiati cereali, legumi, olio vegetale e sale. Alcuni riceveranno parte del loro diritto sotto forma di assistenza in denaro. “


Tigray non pervenuto, giustamente, visto che si parla di rifugiati e non di sfollati interni, IDP, più di 1 milione di persone di origine tigrina che causa guerra sono stati costretti a scappare dalle proprie case e trovare salvezza altrove. Oggi la maggior parte occupano edifici scolastici, per cui si è creato anche un cortocircuito con i milioni di ragazzi e studenti che dovrebbero tronare a scuola.

Gli sfollati vengono schedati: mercato dei dati biometrici


USAID per prevenire il furto e la diversione di cibo. per le persone bisognose, prevede di implementare la raccolta di dati biometrici (impronte digitali, scansione del’liride…) per poter dare accesso ai servizi come conto corrente e pagamenti. La raccolta di dati biometrici vengono grazie ad aziende terze che mettono a disposizione la tecnologia alle agenzie umanitarie.

L’Etiopia è solo uno dei tanti Paesi in giro per il mondo e soggetto a crisi umanitarie in cui le agenzie umanitarie risultano utilizzare la raccolta di di dati biometrici.

Qui si apre un nuovo capitolo sulla società globalizzata sorvegliata con implicazioni e rischi per le persone profilate (migranti, richiedenti asilo, rifugiati…), diritti digitali e grossi interessi.


Approfondimenti:


Oggi, ottobre 2023, ci sono ancora 80.000 rifugiati del Tigray nel vicino Sudan, persone scappate fin dai primi istanti di guerra dal 4 novmebre 2020. Dopo 3 anni sono ancora in cerca di normalità, sopravvivendo in campi di accoglienza in un Paese che oggi è devastato dal’lennesima guerra. Save The Children recentemente ha indicato che sono 19 milioni di bambini sudanesi a non poter andare a scuola a causa della devastazione dopo 6 mesi dall’inizio del conflitto che sta ancora imperversando.

Martedì 10 ottobre 2023 Alice Wairimu Nderitu, Sottosegretario Generale e Consigliere Speciale delle Nazioni Unite per la Prevenzione del Genocidio, ha lanciato un avvertimento sull’aumento del rischio di genocidio e di atrocità correlate in Etiopia. Ciò avviene mentre i conflitti violenti si intensificano in varie regioni del paese, tra cui Amhara e Oromia.

Ha sottolineato che l’accordo raggiunto un anno fa sulla cessazione delle ostilità nella regione del Tigray è in gran parte fallito, sottolineando la necessità di un’azione internazionale.
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Alice Wairimu Nderitu ha dichiarato che:

“La sofferenza dei civili non dovrebbe essere normalizzata o accettata, e la prevenzione deve essere la priorità attraverso un’azione coordinata”


Ha anche fatto riferimento ai suoi precedenti avvertimenti negli ultimi tre anni e a un rapporto di settembre della Commissione internazionale di esperti sui diritti umani sull’Etiopia. Nderitu ha chiesto la fine immediata delle violazioni di ampia portata commesse da tutte le parti a partire da novembre 2020.

Venerdì 13 ottobre 2023 l’ ICHREE pubblica il rapporto finale prima della conclusione del suo mandato e invita alla vigilanza internazionale sul conflitto in Etiopia.

Citazione di quanto riporta Addis Standard sulle dichiarazioni dei membri della commissione ONU di esperti di diritto umanitario in Etiopia.

“Nel rapporto pubblicato al termine della 54a sessione del Consiglio per i diritti umani, la commissione ha implicato le forze federali etiopi, le truppe eritree e le milizie regionali alleate in sistematiche uccisioni di massa, diffusi stupri e riduzione in schiavitù sessuale di donne e ragazze, fame forzata, sfollamento e detenzioni arbitrarie di civili.

Ha accusato le forze del Tigray di portare avanti la propria campagna di omicidi, violenza sessuale, saccheggi e distruzione in quella che il presidente della commissione Mohamed Chande Othman ha descritto come “una scala sconcertante e una continuità di violenza” contro i civili coinvolti nel fuoco incrociato.

Pur sottolineando che i suoi risultati sono probabilmente solo la punta dell’iceberg, la commissione ha affermato di non avere tempo o risorse sufficienti per prendere una decisione su potenziali genocidi o crimini di sterminio. Ma Othman ha sottolineato la necessità vitale di indagini più approfondite per stabilire i fatti e le responsabilità legali.

Con il suo mandato terminato dopo la presentazione di oggi, la commissione ha lanciato un severo avvertimento che la strada verso la giustizia non deve finire qui. Ha espresso grave preoccupazione per la continua presenza delle forze eritree nel Tigray, affermando che le loro violazioni sia prima che dopo i recenti accordi di cessate il fuoco sottolineano come l’impunità generi ulteriori atrocità.

L’esperta della Commissione Radhika Coomaraswamy ha affermato che le speranze di responsabilità interna sono “estremamente remote”, lasciando le vittime alla disperata ricerca di un’azione regionale e internazionale. Il collega esperto Steven Ratner ha definito un duro colpo per le vittime il fatto che il lavoro della commissione sia stato interrotto prematuramente, sottolineando che “è essenziale che questo lavoro continui”.

Othman ha esortato la comunità internazionale a non dimenticare le vittime del conflitto. Ha chiesto un monitoraggio rafforzato delle condizioni sul campo e una giurisdizione universale per i procedimenti giudiziari all’estero. Considerando il rischio allarmante di ulteriori crimini se lasciato senza controllo, la commissione ha affermato che il suo rapporto finale non deve essere l’ultima parola. Giustizia e responsabilità sono vitali per una pace sostenibile, ha sottolineato Othman.

La bozza di mozione per estendere la Commissione internazionale di esperti sui diritti umani sull’Etiopia non è stata rinnovata ed è scaduta il 4 ottobre, nonostante i ripetuti appelli delle principali organizzazioni per i diritti umani di tutto il mondo che ne chiedevano l’estensione.

Nelle settimane precedenti a questa scadenza, i membri della Commissione hanno lanciato l’allarme sull’alto rischio di continue atrocità in assenza di indagini indipendenti sulle violazioni dei diritti umani in corso nel paese. Hanno espresso profonda preoccupazione per il rischio di ulteriori crimini contro i civili dato il clima instabile in Etiopia.

I gruppi internazionali per i diritti umani hanno sottolineato la necessità vitale che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite utilizzi il suo mandato per aiutare a prevenire le violazioni dei diritti e rispondere a emergenze come quelle ampiamente documentate nell’ultimo rapporto della Commissione.”


Mentre l’ICHREE pubblica il suo ultimo REPORT continuano abusi, violenze ed occupazione in Tigray.

E’ indiscrezione di questi giorni di ottobre che tramite un servizio di Tigrai TV che ha intervistato sfollati interni nati ad Humera, area del Tigray occidentale ed ospitati oggi nei campi di accoglienza ad Adwa e dintorni, hanno recentemente denunciato attività di pulizia demografica: registrazione da parte di ONG che li registrano cambiandone i luoghi di nascita. Motivazioni e nomi di queste realtà per ora risultano ingoti, ma per giustizia e trasparenza bisognerebbe che qualcuno debba indagare ed approfondire.


Approfondimento:

Etiopia, la pulizia etnica persiste nonostante la tregua in Tigray


Mentre il resto del mondo rincorre l’ennesima guerra, l’ennesima crisi umanitaria per volontà politiche e per interessi e nuove risorse dei signori della guerra, non bisognerebbe dimenticare quelle recentemente passate, ma che hanno prodotto conseguenze per cui ci sono ancora milioni di persone disperate che stanno cercando di sopravvivere in ogni modo.

Trasparenza e giustizia sono le colonne portanti per stabilità e pace, tutto il resto è solo rumore.


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Etiopia, la normalizzazione dell’ingiustizia per il Tigray


L’Europa ha preso la decisione ben porecisa secondo volontà politiche, di soprassedere, di non tutelare i diritti umani e la giustizia per le centinaia di migliaia di vittime che ha creato la guerra genocida in Tigray, Etiopia.

La guerra (4 novembre 2020, 2 novembre 2022) ha portato a stimare 800.000 morti, 120.000 stupri come vendetta sul popolo tigrino, attività di pulizia etnica, morti per fame come conseguenza del blocco alimentare umanitario prima e dopo la fine della guerra (le persone stanno morendo ancora oggi, il Tigray è ancora occupato dalla presenza amhara ed eritrea, gli abusi e le violenze sono in atto e sono presenti più di 1 milione di sfollati interni.Il sistema sanitario ancora oggi in grave crisi, è stato distrutto fin dal’inizio per l’80% a livello regionale. Campi, bestiame e raccolti, bruciati, distrutti e saccheggiati per affamare i civili.

Se tali numeri li paragoniamo ai poco più di 6 milioni di persone in Tigray (tra cui Irob e Kunama, minoranze etniche a ricschio) si può comprendere che la guerra di 2 anni è stata talmente micidiale per il popolo tigrino che si potrebbe categorizzare in un vera e propria volontà di sterminio della popolazione civile, genocidio.


Approfondimento: Etiopia, USA ed Europa hanno già scelto le sorti per la giustizia e le vittime della guerra genocida in Tigray


Il team di esperti di diritti umani delle Nazioni Unite è stato istituito nel dicembre 2021 (1 anno dopo che era iniziata la guerra in Tigray) per indagare i crimini di guerra e contro l’umanità in cui sono coinvolte tutte le forze. Da allora il team ICHREE, ha pubblicato 2 rapporti.

Nel primo report ha concluso che tutte le forze avevano commesso abusi durante la guerra in Tigray, alcuni come crimini di guerra. Il documento sentenziava anche che il governo etiope ha usato la fame come arma di guerra limitando l’accesso umanitario alla regione di oltre 6 milioni di persone, mentre erano in conflitto contro le forze tigrine.

Il secondo report, pubblicato nel settembre 2023 è stato affermato che il processo nazionale etiope per la giustizia di transizione (come punto fondante dell’accordo di tregua firmato a Pretoria il 2 novembre 2022) “è ben al di sotto” degli standard africani e nazionali.

Esistono lacune a livello normativo e di legge etiope che non permettono di giudicare crimini gravi come quelli di guerra e contro l’umanità e cosa non meno importante: nel contempo è da sottolineare che è lo stesso governo implicato nei crimini ada aver creato e a gestire il processo di giustizia di transizione.


Approfondimento: Etiopia, Perseguire Crimini Contro l’Umanità: Dov’é La Legge?


La commissione ONU verteva proprio sul fatto di una indipendenza nel processo di indagine per scongiurare proprio questi conflitti d’interessi: il team ha subìto vari tentativi da parte del governo etiope di essere fermato, dal blocco all’accesso alle aree di guerra a tentativi più formali in sedi internazionali tramite il voto anche degli alleati, come l’Eritrea.

Queste indagini sostenute dalle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani in Etiopia è destinata a scadere dopo che nessun Paese si è fatto avanti per chiedere una proroga, nonostante i ripetuti avvertimenti che gravi violazioni continuano a quasi un anno da quando il cessate il fuoco ha posto fine a una sanguinosa guerra civile. nel paese dell’Africa orientale.

Mentre l’Unione Europea conduceva i colloqui sulla questione, alla fine, non è stata presentata alcuna risoluzione per estendere il mandato della Commissione internazionale indipendente di esperti sui diritti umani sull’Etiopia – ICHREE, prima della scadenza del termine mercoledì al Consiglio dei diritti umani a Ginevra.

L’indagine verrà quindi sciolta alla scadenza del suo mandato questo mese.


Martedì 3 ottobre 2023 gli esperti della commissione hanno quasi implorato il consiglio di estendere l’indagine, avvertendo che le atrocità continuano nel Tigray, la provincia più settentrionale dell’Etiopia martoriata dalla guerra.

Tirana Hassan, direttore esecutivo di HRW – Human Rights Watch, ha affermato che:

“I membri dell’Unione Europea hanno abdicato alla loro responsabilità di garantire un controllo internazionale sui gravi abusi in Etiopia non rinnovando la commissione di esperti.

Per le numerose vittime delle atrocità commesse in Etiopia che riponevano le loro speranze nella Commissione, questo è un colpo devastante.”


Un diplomatico di un paese dell’UE, come riporta AP – Associated Press, ha riconosciuto che il blocco ha accettato di non presentare una risoluzione e ha invitato il governo etiope a istituire meccanismi “robusti, indipendenti, imparziali e trasparenti” per promuovere la giustizia di transizione alla luce dell’“estrema gravità dei crimini”. ” e violazioni dei diritti in Etiopia.

Secondo AP, il diplomatico ha aggiuto in condizione di anonimato:

“Ci aspettiamo progressi rapidi e tangibili nei prossimi mesi. La mancanza di progressi potrebbe mettere a repentaglio la graduale normalizzazione delle relazioni tra l’UE e l’Etiopia”.


Di tutt’altro parere e approccio alla luce del sole l’Europa, visto che i leader europei si sono ben mossi per salvaguardare la tutela delle proprie risorse e status quo in e con l’Etiopia grazie al rafforzamento di quelli che dai politicanti e governanti vengono definiti “rapporti di cooperazione internazionale” per “stabilità” e “sviluppo economico”.

Basti ricordare che martedì 3 ottobre 2023 l’Unione Europea ha annunciato un pacchetto di aiuti da 650 milioni di euro (680 milioni di dollari) per l’Etiopia, il primo passo del blocco verso la normalizzazione delle relazioni con il paese, nonostante le precedenti richieste di responsabilità sui crimini di guerra e contro l’umanità.

La stessa Italia per dichiarazione pubblica del Min. Esteri Antonio Tajani, ha dichiarato volontà politica di rafforzamento cooperazione con governi dell’ Etiopia e dell’ Eritrea.
Antonio Tajani, Ai Ministri degli Esteri Etiopia Eritrea Somalia ho confermato l'impegno del Governo a rafforzare cooperazione con i Paesi del Corno d'AfricaAntonio Tajani, Ai Ministri degli Esteri Etiopia Eritrea Somalia ho confermato l’impegno del Governo a rafforzare cooperazione con i Paesi del Corno d’Africa
Volontà politiche globali precise dedite al rafforzamento per perseguire il capitalismo a discapito di tutto il resto, anche della tutela della giustizia e delle vittime.

I critici hanno denunciato l’inazione del consiglio dei 47 paesi membri.


L’indagine delle Nazioni Unite è stata l’ultima grande indagine indipendente sulla guerra del Tigray, che ha ucciso centinaia di migliaia di persone ed è stata segnata da massacri, stupri di massa e torture.

Come la commissione ICHREE, anche a giugno 2023, l’Unione Africana ha abbandonato la propria indagine sulle atrocità e crimini della guerra in Tigray, dopo ampie pressioni da parte dell’Etiopia.

Laetitia Bader, direttrice del Corno d’Africa presso Human Rights Watch, ha affermato che il mancato rinnovo del mandato consente in sostanza all’Etiopia di abbandonare l’agenda del Consiglio e equivale a:

“Un feroce atto d’accusa contro l’impegno dichiarato dell’UE nei confronti della giustizia.

È l’ennesimo duro colpo per le innumerevoli vittime di crimini atroci che hanno riposto la loro fiducia in questi processi.”


La stabilità a lungo termine di una società e di un Paese si ottiene tutelando i diritti fondamentali degli individui e la giustizia. Senza le persone la società non esiste. La stabilità economica è un castello di carte e le persone non mangiano soldi.

Da non dimenticare una questione ancora aperta


Una questione ancora aperta, ma per la quale c’è già chi indaga per trasparenza e giustizia, è che accordi e in che termini il premier etiope Abiy Ahmed Ali ha preso con l’occidente per riuscire a bloccare le investigazioni sulle violazioni e abusi dei diritti umani in Etiopia.


Approfondimenti:


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Etiopia, la polizia del Tigray picchia brutalmente e arresta numerosi manifestanti pacifici


Membri della polizia e dell’esercito del governo ad interim del Tigray, insediato dal governo federale dell’Etiopia sei mesi fa, hanno brutalmente fermato questa mattina una manifestazione pacifica nella piazza Romanat di Mekelle. Questo regime, guidato dai resti di un gruppo comunista di 48 anni, ha inviato diversi membri della polizia e due brigate dell’esercito in tutti gli angoli della città per impedire la manifestazione pacifica. Questi membri della polizia e dell’esercito sono stati visti picchiare brutalmente i manifestanti in arrivo.

Teklit Gebremeskel , esperto legale, ha testimoniato che i manifestanti stavano convergendo pacificamente verso la piazza. La polizia era di stanza ad ogni angolo e ha iniziato a usare la forza dopo non più di cinque minuti di manifestazione mentre sempre più persone continuavano ad unirsi.

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È stato osservato che la polizia e le forze armate hanno picchiato e torturato membri dell’esercito e civili smobilitati semplicemente perché erano usciti per far sentire la loro voce sulle attuali sfide che i tigreani devono affrontare.

Molti sono stati detenuti e arrestati con la forza.

Tedros Gebreabzgi Belay, un individuo recentemente smobilitato, Teshager Tsigab, giornalista di Yabele Media e docente all’Università di Axum, Zemen Gebremedhin, scrittore e autore, Mehari Kahsay, giornalista, e molti altri sono tra quelli brutalmente picchiati dalla polizia del gruppo dirigente, che non ha mostrato alcun interesse a garantire la sicurezza della popolazione del Tigray.

Video-1: mostra la squadra di polizia che picchia brutalmente Tedros Belay
Immagine: Teshager e il suo amico Mengesha Girmay inzuppati di sangue dopo essere stati picchiati dalla polizia.Immagine: Teshager e il suo amico Mengesha Girmay inzuppati di sangue dopo essere stati picchiati dalla polizia.
Diversi leader di partiti di opposizione, giornalisti e civili sono stati arrestati, inclusi i seguenti individui del partito Salsay Weyane Tigray:

  • Hayalu Godefay, presidente
  • Abblelom Meles, Capo Formazione del Partito
  • Haileab Hailesilassie, responsabile delle pubbliche relazioni
  • Getnet Gebre-ezgiabiher, membro esecutivo
  • Kahsay Hailu, responsabile finanziario
  • Fikir Ashebir, membro esecutivo
  • Nigus Arefe, capo degli affari del partito
  • Shewit Widassie, membro
  • Team Birhanu, membro
  • Birhane Araya, membro
  • Gebreab Woldu, membro
  • Gebreabzgi Woldesilassie, membro
  • Asefa Berhe, membro – Non si sa dove si trovi.

Dal Partito Indipendente del Tigray:

  • Dejen Mezgebe (Dr), presidente
    Haftom Kidane Mariam
    Atsibha Tekle
    Team Hagos
    Ashenafi Weldemariam

Dal partito Congresso Nazionale del Grande Tigray-Baitona:

  • Kibrom Berhe
  • Kidane Amene
  • Yohanes Gebru
  • Tesfamichael Nigus
  • Birhane Zemen

Dall’Arena Tigray per il Partito della Democrazia e della Sovranità

  • Andom Gebresillasie, il suo presidente recentemente eletto

Elenco dei giornalisti, attivisti e partecipanti civili finora nominati che sono stati arrestati:

Giornalisti e attivisti:

  • Mahari Kahsay
  • Mehari Salomone
  • Tsegay Gebremedhin (attivista)

Altri partecipanti civili:

  • Kewani Tesfay
  • Girmay Gebremedhin
  • Birtukan Mebrahtu
  • Tre autisti e i loro due assistenti

In totale, queste 37 persone, insieme a molte altre i cui nomi rimangono sconosciuti, sono state arrestate e portate in località sconosciute. La maggior parte di loro faceva parte del gruppo che si è riunito a Remant Square per una manifestazione pacifica, chiedendo agli invasori amhara ed eritrei di sgomberare i territori del Tigray, chiedendo agli sfollati di tornare alle loro case, esortando il governo ad interim a fermare le rapine e le appropriazioni indebite, a garantire trasparenza e buon governo, separare partito e governo, istituire un governo inclusivo, porre fine allo stupro sulle donne, fornire aiuti alimentari a chi ne ha bisogno e garantire l’incolumità della popolazione del Tigray. Altri erano lì per riferire sull’evento.

La manifestazione è stata organizzata da tre principali partiti nazionalisti di opposizione nel Tigray: Salsay Weyane Tigray (SaWeT), Tigray Independent Party (TIP) e National Congress for Great Tigray – Baitona. Successivamente si è unito anche il partito Arena Tigray per la democrazia e la sovranità, mentre il partito Asimba si è escluso all’ultimo momento dopo aver inizialmente espresso l’intenzione di unirsi alla manifestazione pacifica. Il loro appello unitario era per un “cambiamento radicale”.


FONTE: yabelemedia.com/2023/09/07/702…


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Etiopia, 10 mesi di abusi e violenze dopo la tregua mentre sta per scadere la giustizia per le 800.000 vittime in Tigray


Che cos’è la Commissione internazionale di esperti sui diritti umani in Etiopia (ICHREE) e perché bisogna sostenere che sia fondamentale per i sopravvissuti e le centinaia di migliaia di vittime della guerra genocida iniziata in Tigray e sconfinata in Amhara e Afar.

Il 4 novembre 2020 è scoppiato un conflitto armato tra il governo federale etiope e il partito TPLF – Tigray People’s Liberation Front in Tigray, stato regionale settentrionale dell’ Etiopia. Il conflitto alla fine si estese alle regioni vicine.

Amnesty International e molte altre organizzazioni hanno documentato gravi violazioni dei diritti umani in questo conflitto, inclusi crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Nel 2021 sono stati istituiti due meccanismi investigativi per indagare sugli abusi in questo conflitto:

  1. Una commissione d’inchiesta della Commissione africana sui diritti umani e dei popoli – ACHPR
  2. Una commissione internazionale di esperti sui diritti umani sull’Etiopia da parte del Consiglio per i diritti umani – ICHREE

Il governo etiope ha resistito con persistenza alle indagini da parte di qualsiasi meccanismo regionale e internazionale per i diritti umani.

[REPORT] Violenze ed abusi anche dopo la firma dell’accordo di cessazione ostilità


Il 2 novembre 2022 è stato firmato un accordo tra il governo etiope e il TPLF per porre fine alle ostilità (#CoHA), ma Amnesty nel suo ultimo rapporto rileva che i gravi abusi sono continuati anche durante questi 10 mesi di tregua.


Approfondimenti:


Le prospettive di responsabilità nazionale per questi crimini sono desolanti. A ciò hanno contribuito il conflitto di interessi da parte delle autorità etiopi nel perseguire la giustizia, la debolezza delle istituzioni e le debolezze del quadro giuridico interno.


Approfondimenti:


Nel giugno 2023, dopo quasi due anni di pressioni continue e di una campagna diffamatoria da parte del governo etiope, la commissione della ACHPR – African Commission on Human and Peoples’ Rights è stata sciolta prematuramente. Ora, anche il mandato dell’unico meccanismo internazionale rimasto, l’ICHREE, rischia di essere revocato.

L’ICHREE è fondamentale per garantire che un giorno possa esserci giustizia per gli innumerevoli sopravvissuti, vittime e famiglie colpite dal conflitto nel nord dell’Etiopia. Senza l’ICHREE, l’impunità per le atrocità commesse in Etiopia probabilmente persisterà e le vittime rimarranno senza risarcimento.

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L’ICHREE scadrà come mandato a settembre.

Nella prossima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, l’11 settembre, verrà presa la decisione. I molteplici appelli da aprte della diaspora, della società civile, di collettivi di attivisti e realtà per la tutela dei diritti umani verranno ascoltati?

Ma soprattutto, sarà ascoltata la voce delle 800.000 vittime e delle loro famiglie in Tigray che chiedono giustizia o sarà l’ennesimo affronto dell’ingiustizia politicizzata verso la tutela della vita e dei diritti degli indivdui?

#RenewICHREE
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Etiopia, appello per chiedere giustizia e sicurezza per il popolo del Tigray


Etiopia, appello da parte dell’ Associazione degli studiosi delle università del Tigray – TUSA al governo temporaneo, Interim Regional Administration – IRA del Tigray, per perseguire giustizia e sicurezza per il popolo tigrino.

Oggetto: pretendere la sicurezza dei cittadini

Il popolo del Tigray ha pagato e paga un prezzo altissimo per la pace e la sicurezza dei popoli. Soprattutto negli ultimi cinque anni, la popolazione del Tigray ha pagato un prezzo elevato per mantenere la pace e la sicurezza e garantire il diritto umano e legale di vivere ovunque si trovi. Nel processo, un trattato firmato a Pretoria istituì
un’amministrazione provvisoria.

Tuttavia, negli ultimi mesi, i crimini sono aumentati in varie città e aree rurali del Tigray, con persone uccise, mutilate, rapite e saccheggiate. Ad esempio, due gravi crimini si sono verificati a Macallè durante il festival di Ashenda. Con tali crimini, la gente in generale e coloro che venivano per la festa in particolare, dovettero perdere la fede e la paura. L’omicidio di nostra sorella Zewdu Haftu in particolare è stato unico, orribile e scioccante. È necessario adottare estrema cautela e azioni immediate per evitare che questi fenomeni degenerino in crimini strutturali peggiori.

È noto che dopo un’invasione devastante si verificheranno varie crisi sociali e crimini. I crimini nel Tigray, però, non sono mitigati solo da questo; I fenomeni sembrano invece essere sintomi di problemi politici e sociali molto gravi, poco definiti e complessi. Questo è un momento in cui i cittadini lavorano 24 ore al giorno per recuperare e ricostruire l’economia del Tigray che è stata deliberatamente distrutta dagli invasori. Vorremmo quindi sottolineare che è necessario un elevato livello di consapevolezza sociale per chiarire le cause profonde di questi diversi crimini e crisi e trovare soluzioni.

Comprendiamo che il problema segnalato non è nuovo e sono state date varie risposte. In pratica, tuttavia, invece di ridurre la criminalità e le minacce alla pace e alla sicurezza, stanno aggravando la situazione. Per questo la gente perde la speranza e la fiducia. Pertanto, riteniamo che questo problema debba essere risolto senza indugio. Inoltre, invitiamo le persone a garantire la sicurezza e l’incolumità del Tigray mobilitandosi e cooperando.

Associazione degli studiosi delle università del Tigray
Macallè, Tigray
TUSA appello per giustizia e sicurezza per il popolo del Tigray, EtiopiaTUSA appello per giustizia e sicurezza per il popolo del Tigray, Etiopia


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