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Kiev è al buio e un quarto della popolazione ucraina è senza energia. L’allarme dell'Oms: “milioni di persone in pericolo di vita”.


Pakistan – Talebani: rapporti problematici


All’indomani della conquista talebana dell’Afghanistan, il Pakistan ha fatto appello alla comunità internazionale affinché fornisca assistenza umanitaria e rimuova le sanzioni contro l’Afghanistan per prevenire una potenziale crisi umanitaria. Ma molto è cambiato in un anno. Il Pakistan è ora concentrato sulla lotta al terrorismo transfrontaliero e sull’impedire all’India di stabilire una presenza in Afghanistan. […]

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Il ricatto nucleare di Putin colpisce la risolutezza degli Stati Uniti e la ‘muraglia cinese’


Il missile che il 15 novembre è atterrato nei terreni agricoli della Polonia orientale, uccidendo due persone e ferendone tre, ha provocato una grave crisi internazionale, che è stata trattata da Varsavia con la dovuta attenzione e la massima responsabilità. Se il proiettile vagante fosse stato un Kalibr lanciato dal mare russo o un Kh-555 […]

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BiLancio


Una serie di riflessioni sulla prima legge di bilancio redatta da un governo di destra: alcune promesse mantenute, altre meno. C’è prudenza, si vede meno la prospettiva. La legge di bilancio non è il collage di tanti provvedimenti diversi, valutabili se

Una serie di riflessioni sulla prima legge di bilancio redatta da un governo di destra: alcune promesse mantenute, altre meno. C’è prudenza, si vede meno la prospettiva.

La legge di bilancio non è il collage di tanti provvedimenti diversi, valutabili separatamente. Se viene scritta in quel modo a predisporla è un cattivo governante. Se viene modificata con quello spirito a emendarla è un cattivo legislatore. Se viene esposta e valutata in quella chiave a farlo è un cattivo giornalismo. Se ne può discutere questo o quell’aspetto, ma va prima di tutto considerata nel suo significato unitario. Se c’è.

Nella prima legge di bilancio redatta da un governo di destra si è escluso di sfondare i conti e iscrivere a debito il costo di tutte le promesse elettorali. Ed è positivo. A promettere più spese, più deficit e più debito erano stati Lega e Forza Italia, mentre Fratelli d’Italia aveva tirato il freno e promesso responsabilità. Che l’argine tenga è un bene. Eppure il deficit, rispetto ai conti del governo Draghi, passa dal 3,9 al 4,5% del Prodotto interno lordo, il che non ha destato reazioni e lo spread è rimasto basso. L’aumento non deriva (tanto) da decisioni politiche, ma dal maggiore costo del debito. Quando si dice che questo o quel titolo del debito è andato “a ruba”, ci si dimentica di aggiungere che pagano bene, aumentando la spesa. Se il mercato non reagisce ruvidamente, dando l’aumento per scontato, non significa che si possa dimenticare che quel costo crescerà ancora, togliendo margine ad altre spese.

Sarebbe stato un incrocio fra sciocchezza e presunzione supporre che il nuovo governo potesse dare subito corpo alle promesse elettorali. Anche solo quelle (vaghe) condivise dall’intera coalizione di destra. Chi per questo li critica gareggia in demagogia. Quel che conta è capire se il governo descriva un percorso chiaro e pluriennale, rendendo coerenti i primi passi. E qui le cose si fanno nebbiose, perché avere scelto di puntare su mozziconi di promesse – dal fisco alle pensioni – senza spiegare come possano mai essere interamente compatibili con la stabilità finanziaria fa sì che non si capisca dove intendano andare a parare, tanto meno poterne valutare la coerenza.

Prendiamo il Reddito di cittadinanza: la destra ha detto chiaramente di volerlo cancellare (anche se una delle componenti, la Lega, contribuì a crearlo). Mettiamo pure che “cancellare” diventi “modificare”: chi è in grado di lavorare ci vada. Basta un rifiuto per perdere il beneficio. Bene. Ci sono, però, percettori che non hanno mai rifiutato nulla, ma ai quali neanche nessuno ha mai proposto alcunché. Allora non basta tagliare l’esborso, perché quella non è una riforma, un cambiamento, semmai dovrebbe esserne la conseguenza. Ad esempio: integrazione fra uffici del lavoro e agenzie private, con banca dati nazionale sia di domanda e offerta che di assistenza. Non è un problema dire che ci vuole tempo, lo è non dire dove si voglia arrivare.

L’elevazione della soglia entro la quale un autonomo può utilizzare un regime forfettario (che non è manco per niente una flat tax) non significa nulla e riguarda una percentuale minima di contribuenti. Il problema non è la ridotta portata, ma il non sapere cos’altro significhi se non dare “un segnale”. Manca lo sfondo di una riforma fiscale documentata. Tassare le multinazionali unisce in coro la destra e la sinistra ideologiche, ma significa poco. O, meglio, per quel che significa ci lavora la Commissione europea. Se tassi le consegne a domicilio, però, tassi i clienti. E se detassi l’Iva per quattro centesimi a ogni euro per pane e pasta, non se ne accorge il cliente ma il maggiore incasso del venditore. Se rimangono intenzioni, sono pure segnali equivoci.

C’è la prudenza. Si vede meno la prospettiva. In ultimo: la legge dovrà essere approvata entro il 31 dicembre e l’esame parlamentare sarà compresso. Di questo la destra si lamentò spesso. Ora che si trova a fare quel che detestò, perché non c’è alternativa, potrebbe usare l’inconveniente per ragionare, con l’opposizione, sulla riforma di quel procedimento. Anche ipotizzando la non emendabilità, cui si lega la caduta del governo nel caso di bocciatura.

La Ragione

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USA, aborto: una questione sempre più locale


I referendum sul diritto all'aborto, con battaglie Stato per Stato, stanno sostituendo il dibattito nazionale. Il ruolo cruciale della legge statale dopo che la sentenza Dobbs della Corte Suprema ha restituito la questione dell'accesso all'aborto al 'popolo' e agli Stati

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Non perdetevi l'incontro di #attiviamoenergiepositive su #mastodon #twitter e il #fediverso!
Oggi martedì 22 novembre alle 17 🐘
Con Paolo Melchiorre, Francesco Macchia e Angelo Rindone

Clicca qui per seguire la live alle h.17
👉 attiviamoenergiepositive.it/

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La violenza digitale, invasiva e nascosta degli stalkerware che colpisce le donne. | Altreconomia

"Presentate come soluzioni antifurto o per controllo parentale, queste app alla portata di tutti possono essere installate per monitorare i dispositivi all’insaputa dei proprietari, scandagliando email, telefonate e account social. Una prassi illegale che si inserisce nell’ampia galassia della cyberviolenza."

altreconomia.it/la-violenza-di…



Come potrebbe essere la politica estera di Ron DeSantis?


Il governatore della Florida e potenziale candidato presidenziale ha una lunga storia di politica estera dal Congresso. Il record di DeSantis non offre prove del fatto che abbia messo in dubbio nessuna delle posizioni da falco del Partito Repubblicano, ed è difficile trovare esempi in cui lui e Trump siano in netto disaccordo

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Jonathan Lethem – Motherless Brooklin


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In difesa del reddito di cittadinanza | La Fionda

«La vera fotografia del mondo del lavoro in Italia è, dunque, questa: o si è disoccupati involontari (o inattivi) oppure, in alternativa, si ha la “fortuna” di essere, spesso e volentieri, sfruttati. E questa fotografia, come visto, interessa direttamente la quotidianità anche dei percettori occupabili del RdC.

Il RdC può essere concepito come un dispositivo istituzionale che fornisce un minimo di protezione, seppur condizionata, ovvero a breve termine, in primis, contro la povertà assoluta estrema e, secondariamente, contro lo sfruttamento e forme moderne di schiavitù lavorativa. Non si può pensare che, in un tale contesto di diffuse e laceranti ingiustizie e barbarie sociali, il problema sia rappresentato da un sussidio pari lo scorso anno a 548 euro medi mensili e che, per giunta, è divenuto e diverrà sempre più violentemente condizionato. Se un sussidio di 548 euro fa concorrenza ai salari, soprattutto in settori e sotto-settori con produzioni a più basso valore aggiunto come proprio l’agricoltura, il turismo e la ristorazione, allora il problema è dato dal livello troppo basso dei salari e degli stipendi!»

lafionda.org/2022/11/22/in-dif…



Costi ambientali dei dispositivi di IA


Cosa rende possibile l'esistenza dell'IA e quali sono le conseguenze della sua costruzione? Dall’estrazione mineraria per la costruzione dei dispositivi all’installazione di cavi sottomarini per Internet, l’articolo propone alcuni esempi di sfruttamento a

L’immagine di Internet come cloud lo rende un ambiente apparentemente intangibile, quasi post-fisico. Tale percezione contribuisce a creare un’ingenua fiducia nel suo scarso impatto ecologico. A ciò si aggiungono le dichiarazioni del settore tecnologico, apparentemente a favore della sostenibilità ambientale, che fanno in realtà parte della creazione di un’immagine pubblica opaca e non veritiera.

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Digital Service Package: come regolare le piattaforme digitali?


L'UE approva il Digital Service Package, cosa significa che ciò che è illegale offline deve essere illegale anche online? Una breve analisi di Privacy Network.

Il 5 luglio 2022, al termine della sessione plenaria del Parlamento Europeo, è stato approvato il Digital Services Package, il primo set normativo composto dal Digital Service Act (DSA) e dal Digital Markets Act (DMA), volto a regolare rispettivamente i servizi e il mercato digitali al fine di creare uno spazio online più sicuro e aperto, fondato sul rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.

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Diritti Digitali per la Comunità Queer


Attraverso l’analisi di tre tipologie di piattaforme differenti - app di ride sharing, social network e app di dating - cerchiamo di mostrare come la condizione di possibilità per l’implementazione di un design inclusivo sia lo scardinamento del binarismo

L’intelligenza artificiale (IA) pervade le nostre vite tramite app di varia tipologia, assistenti digitali, sistemi di rating, dispositivi smart. Diversamente dalla prospettiva che la presenta come strategia oggettiva ed equa per la gestione di determinati compiti, l’IA è intrinsecamente priva di neutralità, in quanto potenzialmente soggetta ad un uso duale. Infatti certi algoritmi...

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Safe Cities e Colonialismo Digitale in Sudafrica


In risposta ai problemi di governance dei governi africani, la Cina esporta in Sudafrica i suoi dispositivi di controllo, determinando una vera e propria invasione digitale del Paese. Dipinta come soluzione smart a problemi sociali, la sorveglianza tramit

La sorveglianza biometrica costituisce un framework di tecnologie invasive che ricercano negli individui specifiche caratteristiche identitarie, al fine non dichiarato di attuare una profilazione di massa. Nel caso specifico del Sudafrica questo si inserisce in un ecosistema più ampio creatosi attorno al progetto Safe Cities del gigante cinese Huawei. Guidato dall’idea che la tecnologia sia la...

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Il tracciamento dei contatti nei luoghi di lavoro in Italia


Collana di articoli per esaminare vantaggi e svantaggi del contact-tracing, a cura del Dipartimento Ricerca. “Il tracciamento dei contatti nei luoghi di lavoro in Italia” è la sesta parte della collana.

Parte 1: Tracciamento dei contatti, le origini Parte 2: Il contact-tracing nel XXI secolo: dalla MERS al COVID-19 Parte 3: L’approccio europeo e italiano al tracciamento dei contatti Parte 4: Il tracciamento dei contatti fuori dall’Italia Parte 5: Il tracciamento dei contatti: questioni etiche Se l’osservazione delle iniziative sviluppate dai vari Paesi europei aiuta a chiarire il quadro delle...

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Oggi, #22novembre, è la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, istituita dal Parlamento italiano il 13 luglio 2015.

Qui la lettera alle scuole del Ministro Giuseppe Valditara ▶️ miur.gov.



Le stringhe terminate con valore nullo sono il più grande errore della storia dell'informatica


My password is just every Unicode codepoint concatenated into a single UTF-8 string.
xkcd.com/2700/



#uncaffèconLuigiEinaudi – È necessario che ci siano anche alcuni spiriti liberi


“È necessario che ci siano anche alcuni spiriti liberi che tengano viva, nei modi che oggi sono possibili, la fiamma della libera critica, della libertà di parola e di opinione” da Lettera di Einaudi ad A. Albertini, 31 ottobre 1923 L'articolo #uncaffèco
“È necessario che ci siano anche alcuni spiriti liberi che tengano viva, nei modi che oggi sono possibili, la fiamma della libera critica, della libertà di parola e di opinione”


da Lettera di Einaudi ad A. Albertini, 31 ottobre 1923

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Sabino Cassese: “L’autonomia voluta dalla Lega ferisce l’unità del Paese”


Il costituzionalista: «Dubbi sui trasferimenti di competenze come istruzione e ambiente» Prima sono sorti dubbi di incostituzionalità sul decreto anti-rave, ora piovono sulla bozza del ministro Calderoli per le autonomie regionali. Così, ad ogni acceleraz

Il costituzionalista: «Dubbi sui trasferimenti di competenze come istruzione e ambiente»


Prima sono sorti dubbi di incostituzionalità sul decreto anti-rave, ora piovono sulla bozza del ministro Calderoli per le autonomie regionali. Così, ad ogni accelerazione, segue una frenata. Per il professor Sabino Cassese, tra i più autorevoli costituzionalisti del secondo dopoguerra, questo accade perché nella coalizione di centrodestra «c’è il desiderio di dare il segnale che il governo provvede a tutte le urgenze, sa guidare la macchina dello Stato e assicura la cura degli interessi che la coalizione si è intestata, quali difesa delle frontiere e ordine pubblico». Ma la legge attuativa delle autonomie regionali è materia delicata e se non trattata con la giusta accortezza – avverte Cassese – rischia di acuire le disuguaglianze e rendere più profonda la spaccatura tra Nord e Sud.

Giorgia Meloni ha chiesto al ministro Calderoli di garantire innanzitutto l’unità del Paese.


«Un’esigenza giusta, quella di assicurare il rispetto delle autonomie, nell’ambito di un ordinamento unitario: così prescrive la Costituzione. L’esigenza di unità è innanzitutto assicurata dall’eguale rispetto dei diritti sul territorio e dall’unica voce data allo Stato fuori, nei rapporti internazionali. Questo spiega perché siano particolarmente dubbi i trasferimenti dei poteri legislativi in materia di norme generali sull’istruzione, ambiente, tutela e sicurezza del lavoro, tutela della salute, rapporti internazionali e con l’Unione Europea, commercio estero, porti e aeroporti civili, grandi reti di trasporto e di navigazione e ordinamento delle comunicazioni. Tanto più se si considera che nel programma esposto dal governo al Parlamento si parla della proprietà pubblica delle reti di comunicazione».

La Lega sostiene sia fallito il modello di stato centralista, nel momento in cui non è riuscito a compensare gli storici divari tra Nord e Sud.


«Occorre, innanzitutto, essere certi che interventi diretti ad assicurare l’eguaglianza, come quelli riguardanti la sanità, l’istruzione, la tutela del lavoro, non producano il risultato di aumentare le diseguaglianze. Poi, tener conto che il divario tra Nord e Sud è aumentato. Essenziale la questione delle risorse. La Costituzione parla di maggiori compiti, non di maggiori risorse da trasferire».

E se al Nord andranno più risorse, il Sud ne otterrà meno.


«Certo. La torta non si allarga se alcune Regioni ne prendono una fetta più grossa, perché qualcun’altra ne avrà una più piccola. Nel 2017 – 2018 era stato valutato che le tre regioni del Nord che richiedevano l’autonomia differenziata avrebbero goduto di 21 miliardi in più di risorse per anno, ciò che avrebbe comportato per la Lombardia un aumento delle risorse disponibili in bilancio di più di un quarto. Da ultimo, non va dimenticato che alcune Regioni vogliono colmare il cosiddetto residuo fiscale positivo, lamentando che lo Stato raccoglie imposte sul loro territorio più di quanto conferisce loro in termini di servizi. Tutto questo riapre la ferita del divario».

I presidenti di Regione del Sud chiedono che si approvino i Lep e i costi standard, poi le autonomie. Hanno ragione?


«La bozza di lavoro dell’8 novembre 2022, presentata dal ministro Calderoli, prevede che i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) precedano i trasferimenti e solo se dopo un anno non siano stabiliti i Lep, si passi ai trasferimenti. Non vedo perché in un anno non si possano stabilire i Lep, anche perché costituiscono un patto con i cittadini, trasferendo, quindi, in parallelo compiti e risorse necessarie, senza prevedere eccezioni».

Si potranno trasferire alle Regioni fino a 23 funzioni attualmente in capo allo Stato. Alcune regioni, come il Veneto, le chiederanno tutte, altre meno. Qualcuna, nessuna. Si possono creare squilibri?


«Conferire autonomia vuol dire accettare la differenziazione tra le Regioni. Ma bisogna mettere insieme determinazione dei Lep, trasferimenti di compiti, personale e risorse».

Il ministro replica alle critiche sottolineando che anche il ritardo nell’attuazione delle autonomie va contro i dettami costituzionali.


«La Costituzione ha subito più volte ritardi nell’attuazione: Corte costituzionale 1956 e regioni 1970, 22 anni dopo l’entrata in vigore della Costituzione. Non si tratta di una illegittimità costituzionale (la norma costituzionale dispone che ulteriori forme di autonomia “possono” essere attribuite a singole Regioni), ma una inerzia da evitare».

Le opposizioni chiedono che il Parlamento possa intervenire sugli accordi tra governo e Regioni.


«L’ulteriore trasferimento alle Regioni è un problema nazionale. Fa parte di un pacchetto unitario, con il quale bisogna ridurre la asimmetria tra governo centrale e Regioni, dando al primo quella stabilità che alle Regioni è stata data circa trent’anni fa. Poi, non basta risolverlo con intese con ciascuna Regione. Occorre valutarlo complessivamente, come d’altra parte ha riconosciuto il ministro Calderoli portando la bozza di lavoro del disegno di legge alla Conferenza Stato Regioni»

La Stampa

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Conoscere per crescere. Credi nel tuo sogno! di Maria Letizia Sebastiani e Federica Ciampa


#orientare #connessoalletuepassioni #regionelazio #FSE+ Non arrendersi alle prime difficoltà. Non lasciarsi sfuggire l’opportunità di approfondire le inclinazioni personali, gli interessi e le skills nella scelta del proprio futuro formativo, professional

#orientare #connessoalletuepassioni #regionelazio #FSE+

Non arrendersi alle prime difficoltà. Non lasciarsi sfuggire l’opportunità di approfondire le inclinazioni personali, gli interessi e le skills nella scelta del proprio futuro formativo, professionale e lavorativo, è fondamentale per i giovani. “Conoscere per crescere” è il progetto ideato dalla Fondazione Luigi Einaudi di Roma per orientare gli studenti degli Istituti d’Istruzione Superiore Marconi di Civitavecchia e Dante Alighieri di Anagni nell’ambito dell’avviso pubblico della Regione Lazio “ORIENTARE” finanziato con il Programma Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) 2021- 2027.

youtube.com/embed/IKyM7ztUFtc

Approfondisci il progetto “Conoscere per crescere”

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#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.

🔸 MIM-Regioni, sbloccati 500 milioni per il potenziamento dei laboratori degli ITS

🔸 Accordo con le Province su #PNRR e scuole superiori

🔸 …



Non esiste democrazia senza lavoro

"In definitiva, oggi, mentre leggete queste parole, in Italia è tollerato il furto di lavoro, il furto di ciò che serve ovviamente per guadagnarsi da vivere, ma non solo: serve per guadagnarsi la propria stessa libertà e la propria dignità (l’art. 36 della Costituzione infatti recita: «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa»). Un contesto di questo tipo, assai intuibilmente, rende praticamente impossibile la partecipazione democratica delle persone con gravi ricadute in termini di democrazia costituzionale. Non solo, per inciso è bene precisare che questo contesto rende praticamente inattuabili molte altre regole in materia di lavoro, prime fra tutte quelle relative a salute e sicurezza sui luoghi di lavoro."

lindipendente.online/2022/11/2…



Il paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata

Questo libro affronta il tema della produzione, del commercio e dell’uso delle armi “comuni” nel nostro Paese: demolisce falsi miti, fa luce su zone

magozine.it/il-paese-delle-arm…

#Recensionilibri #armi #Beretta #Fiocchi #Italia #lobby #omicidio #patriarcato



Devo essermi perso alcuni passaggi negli ultimi anni, ma ho appreso che #BitTorrent è stata acquistata da una startup in ambito #crypto
Ho cercato informazioni su wiki ma con scarsi risultati: è stato acquistato e reso "chiuso" anche il protocollo?

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in reply to J. Alfred Prufrock

Anche a me risulta difficile pensare che il protocollo possa essere diventato "privato". Mi ha lasciato spiazzato vedere offline bittorrent .org (cfr. github.com/bittorrent/bittorre… )e trovare .com saturo di servizi offerti legati a qualche tipo di token.
in reply to J. Alfred Prufrock

Alcuni servizi anche interessanti, come quello per lo streaming live video (che, sempre in giro per wiki, apprendo esser stato famigerato per essere stato largamente usato da creator estremisti far right per contenuti tanto discutibili quanto remunerativi)


Cari amici, vi ricordo che "settimana prossima" vuole l'articolo: "Ci vediamo LA settimana prossima" 👋


E nel dinner talk di Sky, vip, manager e calendiani ci spiegano com'è difficile arrivare a fine mese - Kulturjam

«La nuova frontiera dell'infotainment è in realtà la riedizione fantozziana del "Cari inferiori", in cui amici di un certo livello sociale si abboffano davanti alle telecamere mentre discutono di massimi sistemi. Lo chiamano dinner talk.»

kulturjam.it/news/dinner-talk-…



Pensavo che sarebbe interessante (e forse esiste già, ma non l'ho trovato) sviluppare un servizio che funga da proxy aggregatore per i diversi account del fediverso che un utente può possedere.

Provo a spiegarmi. Esistono numerosi social network decentralizzati che utilizzano il protocollo ActivityPub, tramite il quale sono tra loro interoperabili. Così un utente Mastodon può ricevere i video pubblicati da un amico su un'istanza PeerTube. Come utente del Fediverso, potrei aprire un account Pixelfed per pubblicare le mie foto, PeerTube per i video, Friendica per il microblogging ecc. Ognuno di questi account avrà il proprio handle, i propri follower e i propri seguiti, il che può diventare scomodo da gestire.

Invece, mi piacerebbe esporre verso l'esterno un unico handle aggregato, ad esempio @c64@luca.it, e "agganciare" a questo handle i numerosi account del fediverso di cui dispongo, per esempio

- @c64@mastodon.uno per Mastodon,
- @c64@poliverso.it per Friendica, ecc.

Come funzionerebbe dunque l'handle aggregato? Tutti i messaggi in entrata verrebbero aggregati dal proxy, e replicati verso tutti gli account personali. In questo modo, per esempio, avrei la possibilità di leggere lo stream dei post dei seguiti tramite Mastodon, che ha un'interfaccia più comoda e matura rispetto a Friendica, oppure utilizzare proprio Friendica. Anche i messaggi in uscita (post, video ecc.) sarebbero mediati dal proxy, in modo tale che i miei follower vedrebbero tutti i messaggi che pubblico, indipendentemente dal social che ho utilizzato per la pubblicazione per ogni singolo messaggio.

Infine, l'handle aggregato potrebbe essere permanente: così potrei modificare l'istanza dei miei social in modo trasparente, senza dover chiedere ai follower di modificare l'handle seguito.




#NotiziePerLaScuola

#PNRR, decreto di approvazione delle graduatorie dell’investimento per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.

Info ▶️ miur.gov.

Poliverso & Poliversity reshared this.



#NotiziePerLaScuola

“A Scuola di OpenCoesione": online l’elenco delle scuole ammesse a partecipare al progetto per l’anno scolastico 2022/2023.

Info ▶️ miur.gov.



Hanno appena citato Mastodon a RaiNews, nell'ambito della notizia sul fatto che i dipendenti di Twitter stanno dando le dimissioni in massa... prepariamoci allo sbarco 😁

Luca Gasperini reshared this.



Forse una delle feat che avevo sottovalutato di #friendica è che l'interfaccia "retro" la rende resistente a esodi, diaspore e migrazioni di massa 😁

Andrea reshared this.

in reply to J. Alfred Prufrock

Altro punto per #friendica : miliardari "eccentrici" non ne conoscono l'esistenza e non li bloccano nei social che decidono di trasformare nella propria corte


Qualcuno è riuscito a capire il motivo scatenante per cui nelle ultime sei ore c'è stata un'ondata migratoria eccezionale di iscrizioni a #Mastodon?

- Ne ha parlato forse qualche youtuber?
- Un tiktoker?
- Facebook ha deciso di far collassare i server più grandi di Mastodon per eliminare la potenziale concorrenza?
- C'è stato un servizio giornalistico in TV?
- Radio Maria ha sconsigliato mastodon?
- Una catena di S. Antonio che se non ti iscrivi a Mastodon vieni bocciato alla maturità?
- PIERO FASSINO HA DICHIARATO CHE MASTODON NON SARA' MAI UN FENOMENO DI MASSA? 😱😱😱



Mastodon può sopravvivere alla legge europea sui servizi digitali? Konstantinos Komaitis, un esperto di regolamenti di Internet e diritto d'autore prova a rispondere a questa domanda


Proponiamo di seguito l'articolo di Konstantinos Komaitis

Sono passate circa due settimane da quando Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo, ha acquisito Twitter e, già, i crescenti timori su cosa questo significhi per la libertà di parola sulla piattaforma di microblogging hanno iniziato a proliferare. Con Musk che licenzia alcuni membri del personale chiave di Twitter, tra cui il capo legale di Twitter Vijaya Gadde e rescinde i contratti con moderatori di contenuti in outsourcing, molti utenti sono alla ricerca di un'alternativa.

Un numero considerevole sta migrando al "fediverse", e in particolare a Mastodon, una piattaforma di microblogging simile che è stata chiamata "Twitter, con l'architettura sottostante della posta elettronica". Il decentramento di Mastodon solleva interrogativi sostanziali su come si applicheranno i regimi normativi esistenti, come il Digital Services Act (DSA) europeo.

Il passaggio a Mastodon

Il fediverso - una parola macedonia formata da federazione e universo - è una rete di server interconnessi che comunicano tra loro sulla base di protocolli di rete decentralizzati. Questi server possono essere utilizzati per la pubblicazione sul Web e l'hosting di file e consentono agli utenti di comunicare tra loro nonostante si trovino su server indipendenti.

Per Mastodon, l'interoperabilità è fondamentale. Pensalo come un account di posta elettronica: un utente può utilizzare un servizio di posta di Google, ma ciò non gli impedisce di comunicare con qualcuno che utilizza Hotmail o anche con qualcuno che ospita il proprio server di posta. Finché viene seguito un insieme di protocolli, gli utenti possono comunicare facilmente tra i server. L'idea alla base di un'architettura così decentralizzata è dare agli utenti il ​​controllo diretto del loro utilizzo e della loro presenza online. Mastodon è uno dei tanti social network che operano utilizzando software gratuito e open source; altri esempi includono Peertube, che è simile a YouTube, e diaspora* (non capisco perché viene richiamata più spesso Diaspora rispetto a Friendica, ndr) , che assomiglia di più a Facebook.

Dall'acquisizione di Twitter da parte di Musk e dalle turbolenze che ha causato, la crescita di Mastodon è passata da 60-80 nuovi utenti all'ora a 3.568 nuove registrazioni in un'ora la mattina del 7 novembre. Ora ha accumulato oltre 6 milioni di account utente ed è ancora in crescita.

Per iscriversi a Mastodon, un utente può unirsi a un numero di server diversi (noti come "istanze") di sua scelta; queste istanze determinano i contenuti che gli utenti possono vedere e le linee guida della comunità a cui devono iscriversi. In sostanza, l'amministratore o gli amministratori di ciascuna istanza fungono da "moderatore" - decidendo cosa è consentito o meno in quell'istanza - e hanno il potere di filtrare o bloccare i contenuti che contraddicono le regole stabilite. Gli amministratori possono agire da soli come moderatori o utilizzare un team di moderatori. All'interno di un'istanza, un utente può pubblicare testo o altri media, seguire e comunicare con altri utenti (all'interno e all'esterno della propria istanza) e condividere dati pubblicamente o con un gruppo selezionato.

Proprio come Twitter, Mastodon usa gli hashtag, ha un limite di caratteri per i post (500 invece dei 280 di Twitter) ed è già popolato di immagini di gatti. Sebbene alcuni utenti si siano lamentati della complessità del processo di registrazione e della generale facilità d'uso del sito (o della sua mancanza), Mastodon si è rivelato un'alternativa salutare e ha dimostrato che gli utenti sono pronti ad abbandonare i servizi di social media consolidati se lo desiderano sono presentati con le opzioni.

Moderazione dei contenuti su Mastodon

Alla fine, tuttavia, il futuro di Mastodon dipenderà dal modo in cui le sue singole istanze e il sito, come un insieme collaborativo, si occuperanno della moderazione dei contenuti e della libertà di parola. Il fascino di Mastodon sta nel suo decentramento. Quando Eugen Rochko ha fondato la rete nel 2016, proveniva da un "sentimento di sfiducia nei confronti del controllo dall'alto che Twitter esercitava" . Contrastando questa sfiducia, affermando anche con orgoglio che "non è in vendita",la rete Mastodon non ha un unico proprietario o amministratore che possa stabilire le regole; invece, l'amministratore di ciascuna istanza locale stabilisce le regole del proprio server, che gli utenti devono rispettare. Se un utente non è d'accordo con queste regole, può facilmente passare a un'istanza che si allinea con il suo punto di vista, creando solide strade per la libertà di parola. Se un amministratore rileva che un utente ha pubblicato qualcosa in violazione delle regole dell'istanza, può rimuovere il contenuto o persino rimuovere l'utente dall'istanza; l'utente può quindi semplicemente passare a un altro server.

L'amministratore può anche bloccare il contenuto dall'istanza che esegue se disturba gli utenti. Nel 2019, la piattaforma di social media Gab, un hub per i suprematisti bianchi, ha testato i limiti di Mastodon sulla moderazione dei contenuti. Anche se Mastodon non poteva negare l'uso da parte di Gab del suo software open source, dal momento che chiunque può utilizzare il software se "mantiene la stessa licenza e rende pubbliche le proprie modifiche", le singole istanze sono state in grado di bloccare, e di conseguenza isolare, Gab e i suoi utenti. Non essendo in grado di interagire con altre istanze, Gab divenne un'istanza senza valore per il collettivo Mastodon. In risposta a questo, mastodon . sociale— uno dei server gestiti da Mastodon — ha aggiornato la sua politica relativa alla promozione delle istanze sul proprio sito Web ufficiale, prima di bloccare definitivamente Gab.

Sebbene non esista un'autorità centrale su Mastodon, quando ti iscrivi alla rete ti mostra alcune istanze popolari a cui puoi unirti per avere un'idea generale del contenuto sulla rete. Queste istanze devono rispettare determinate regole come non consentire il razzismo, il sessismo, l'omofobia, la transfobia, ecc. Sui loro server. Questo mostra come il contenuto (o meglio una piattaforma) può essere moderato su una rete decentralizzata: mentre il contenuto offensivo non è necessariamente completamente rimosso dalla rete, l'azione locale può essere intrapresa da ciascun amministratore di istanza per evitare e infine ostracizzare i server "problematici".

I chiari vantaggi di tali sistemi decentralizzati, specialmente se non sono a scopo di lucro, come Mastodon, sono le responsabilità diffuse di moderazione dei contenuti, l'empowerment degli utenti e i disincentivi per i conflitti degli utenti (soprattutto legati alla conduzione del coinvolgimento, come si vede nei grandi social media). Tuttavia, questo ci lascia ancora con la questione dei contenuti manifestamente discutibili, come materiale sullo sfruttamento sessuale di minori o contenuti terroristici. Certamente, le istanze hanno i propri incentivi per moderare e sbarazzarsi di tali contenuti; tuttavia, è anche importante ricordare che le reti decentralizzate non sono al di sopra della legislazione del governo, né sono una panacea per la moderazione dei contenuti. Allo stesso modo in cui i governi possono ordinare la rimozione di un sito Web, possono anche ordinare la rimozione delle istanze di Mastodon.

Mastodon e la legge sui servizi digitali

Mentre Mastodon continua a guadagnare popolarità, una domanda che rimane è come gli sforzi legislativi esistenti possano influenzare l'intero sito web e/o le sue istanze. In particolare, il Digital Services Act (DSA) in Europa è stato creato per affrontare i problemi di moderazione dei contenuti che si manifestano in piattaforme molto più grandi e centralizzate, come Facebook. Quale sarà l'effetto del DSA su Mastodon?

Attualmente, ci sono più di 3000 istanze sulla rete, tutte con i propri utenti, linee guida e amministratori. In questo contesto, il DSA non fornisce chiarezza sulle questioni dei social media decentralizzati. Tuttavia, sulla base delle categorizzazioni del DSA, è molto probabile che ogni istanza possa essere vista come una ' piattaforma online ' indipendente su cui un utente ospita e pubblica contenuti che possono raggiungere un numero potenzialmente illimitato di utenti. Pertanto, ciascuna di queste istanze dovrà rispettare una serie di obblighi minimi per i servizi di intermediazione e hosting, incluso avere un unico punto di contatto e un rappresentante legale, fornire termini e condizioni chiari, pubblicare relazioni semestrali sulla trasparenza, avere un meccanismo di notifica e azione e comunicare informazioni su rimozioni o restrizioni sia ai fornitori di avvisi che a quelli di contenuto .

Oggi, dato il modello senza scopo di lucro e l'amministrazione limitata e volontaria della maggior parte delle istanze esistenti, tutti i server Mastodon sembrerebbero esenti dagli obblighi per le grandi piattaforme online. Tuttavia, cosa significherà se un'istanza finirà per generare oltre 10 milioni di EUR di fatturato annuo o assumerà più di 50 membri del personale? Ai sensi del DSA, se tali soglie vengono raggiunte, gli amministratori di tale istanza dovrebbero procedere all'attuazione di requisiti aggiuntivi, tra cui un sistema di gestione dei reclami, la cooperazione con segnalatori attendibili e organismi extragiudiziali per le controversie, una maggiore trasparenza delle relazioni e l'adozione delle misure di protezione dei bambini, così come il divieto di modelli oscuri. Il mancato rispetto di questi obblighi può comportare multe o il blocco geografico dell'istanza in tutto il mercato dell'UE.

Inoltre, in teoria, c'è sempre la possibilità che un'istanza possa raggiungere la soglia per lo stato "Very Large Online Platform" (VLOP) del DSA se la sua base di utenti continua a crescere e raggiunge i 45 milioni di utilizzo mensile. Oggi, mastodon.social è l'istanza più grande, con 835.227 utenti . Se supera la soglia dell'utente VLOP, vi è un numero significativo di obblighi che questa istanza dovrebbe rispettare, come valutazioni del rischio e audit indipendenti. Questo può rivelarsi un onere amministrativo costoso e gravoso, dato il suo fatturato attuale . È quindi importante che la Commissione europea fornisca ulteriori chiarimenti su questi casi e lo faccia rapidamente.

È difficile prevedere cosa accadrà se, e quando, il numero di utenti di Mastodon raggiungerà piattaforme come Twitter e Facebook, specialmente nel regno della moderazione dei contenuti. Poiché la moderazione nelle principali piattaforme di social media è condotta da un'autorità centrale, il DSA può effettivamente ritenere una singola entità responsabile attraverso obblighi. Questo diventa più complesso nelle reti decentralizzate, dove la moderazione dei contenuti è prevalentemente guidata dalla comunità.

Ambiguità normativa e Fediverso

Attualmente, Mastodon tenta di rispondere ai problemi della moderazione dei contenuti attraverso la sua architettura decentralizzata. Non esiste un'autorità o un controllo centrale che si possa indicare e ritenere responsabile per le pratiche di moderazione dei contenuti; invece, la moderazione avviene in modo organico dal basso verso l'alto. Per quanto riguarda il modo in cui le imminenti normative digitali possono essere applicate a queste piattaforme, ci rimangono ancora una miriade di domande, che crescono solo se consideriamo come una rete decentralizzata potrebbe implementare questi requisiti.

L'ambiguità sul fediverso mostra che quando si progetta la regolamentazione di Internet, è importante farlo con la più ampia creatività e innovazione possibile, invece di avere in mente determinati attori. L'ultima cosa che l'Europa vuole è la sua regolamentazione che limiti l'innovazione futura, alzando le barriere all'ingresso sia per le nuove imprese che per gli utenti.

Link al post originale: techpolicy.press/can-mastodon-…
Note sugli autori:

Konstantinos Komaitis è un veterano dello sviluppo e dell'analisi della politica Internet per garantire un Internet aperto e globale. Konstantinos ha trascorso quasi dieci anni nello sviluppo di politiche e strategie attive come Senior Director presso la società di Internet. Prima di allora, ha trascorso 7 anni come docente senior presso l'università di Strathclyde, Glasgow, nel Regno Unito, dove facevamo ricerca e insegnavamo politica di Internet. Konstantinos è un oratore pubblico che ha parlato a molti eventi in tutto il mondo, incluso un discorso TedX, e uno scrittore che ha scritto per vari punti vendita tra cui Brookings, Slate, TechDirt, EuroActive. Ha conseguito due lauree magistrali e un dottorato ed è autore di un libro sulla regolamentazione dei nomi a dominio. È anche co-conduttore del "Podcast di Internet of Humans". Il suo sito personale è: www.komaitis.org .
Louis-Victor de Franssu è il CEO e co-fondatore di Tremau, una start-up tecnologica Trust & Safety che aiuta i servizi online ad adattarsi al quadro normativo in evoluzione. Prima di Tremau, Louis-Victor è stato vice dell'ambasciatore francese per gli affari digitali. In questo ruolo, si è specializzato in questioni relative alla lotta ai contenuti illegali online e alla disinformazione, guidando anche il lavoro della Francia sull'invito all'azione di Christchurch. Prima di entrare a far parte del Ministero per l'Europa e gli Affari Esteri, Louis-Victor ha lavorato per un'importante società di consulenza per la gestione del rischio non finanziario nel settore finanziario. Louis-Victor ha conseguito un MBA presso l'INSEAD e un BA presso l'Università di Notre Dame.


Metascuola


Lunedì scorso abbiamo fatto a scuola una cosa semplice, eppure a quanto pare difficile. Ci siamo messi in cerchio, in aula magna. Studenti, docenti e dirigente. E abbiamo parlato di noi. Della nostra scuola. Della scuola in generale. Di quello che va, di quello che non va. Abbiamo parlato e ascoltato. Altrove si chiama Student Voice, io la chiamo Metascuola. Sospendere per qualche ora la condizione scolastica ordinaria con i suoi ruoli e le sue gerarchie e interrogarsi sul senso di quello che si fa giorno dopo giorno.
Quello di lunedì è stato il primo incontro. Altri ne seguiranno. E cercheremo di capire insieme cosa cambiare, e come.

Ognuno reshared this.

in reply to Antonio Vigilante

per curiosità, ci sono stati poi altri incontri oppure è stato solo il primo sampietrino posato dalla dirigente sulla strada delle buone intenzioni?


"Sulla qualità del nostro cervello siamo tutti molto permalosi. Accusare il prossimo di essere debole di reni, o di polmoni, o di cuore, non è un reato; definirlo debole di cervello invece sì."

Primo Levi


in reply to Signor Amministratore ⁂

Hi @Michael Vogel , unfortunately I can't send you a message on matrix at heluecht:feneas.org. Can I ask you to connect with me? I would like to ask you a private question
Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Signor Amministratore ⁂
@Michael Vogel I sent you my message! I'm glad my report helped at least get your Matrix address updated... 😅


rant su spot televisivi

Ho sempre prestato eccessiva attenzione al linguaggio pubblicitario, quello televisivo in particolare.

E se certe cose non hanno tempo (come piazzare ore pasti tutti gli spot che fanno passare l'appetito), altre segnano vere e proprie ondate.

Ad esempio c'è stato il periodo della body positivity, in cui più o meno goffamente veniva inserito - finendo per evidenziarlo invece che integrarlo - qualche corpo o volto normale in contesti di usuale perfezione di corpi e volti televisivi.

Ora, sarà che i recenti fatti elettorali mi avranno un po' colpito, ma: non suona anche a voi un po' esagerata la presentazione patriottica del cioccolato ITALIANO con latte ITALIANO e nocciole ITALIANE? Lo dice proprio così. (Segue personaggio con espressione grottesca che scandisce "mmmh, SFITZERO?" e surreale risposta corale di bambini perfetti.)

in reply to J. Alfred Prufrock

re: rant su spot televisivi

non guardo tv da anni, ma forse ho compreso di quale pubblicità si tratti. La mia memoria non è mai stata buona, ma la parte finale credo sia rimasta invariata da diversi anni, no?

In ogni caso anche a me sembra esagerata ed un po' paradossale questa presentazione estremamente patriottica dato che, giustamente, sono loro stessi a riportare come il cacao venga dall'Ecuador: elah-dufour.it/en/ingredients



Il GARR, la Scuola e la rete UNIRE


LA RETE GARR E LA RETE UNIRE
di Maria Laura Mantovani

In questo video Enzo Valente ci racconta perché è stata fatta la Rete GARR, una storia che parte dal 1986. Oggi si dovrebbe decisamente fare la rete UNIRE, siamo in tremendo ritardo: 36 anni dopo la nascita dell’idea della rete GARR.

Chi è Enzo Valente?

Un sognatore che ha contribuito a realizzare un sogno. Una persona che se è convinto di realizzare una cosa, la porta a termine. Sicuramente un leader. È stato il primo direttore del GARR.

Che cos’è la Rete GARR?

GARR è la Rete Italiana della Ricerca. Connette tra loro tutte le università e gli enti di ricerca italiani con tecnologie da sempre all’avanguardia, al fine di garantire prestazioni ai massimi livelli resi possibili con le apparecchiature esistenti. Di reti della ricerca come la rete GARR (#NREN ) ce ne sono nel mondo una ottantina, ogni Stato ha la propria, e tutte sono connesse tra loro, così che i ricercatori in tutto il mondo hanno a disposizione delle tecnologie per connettersi tra di loro tra le più performanti al mondo. La Rete GARR è una sicura eccellenza italiana. I tecnici e gli scienziati che l’hanno costruita e ogni giorno contribuiscono a migliorarla sono tra i migliori cervelli d’Italia nel loro ambito. Per questo devono essere considerati dei patrioti. Italiani che fanno grande l’#italia.

Che cos’è la Rete UNIRE e perché non c’è ancora?

UNIRE è la proposta di legge che vorrebbe istituire la Rete Italiana delle Scuole. Era Maggio 2020, Governo Conte 2, quando sono stati deliberati 400 milioni di euro per portare la #bandaultralarga in tutte le scuole. Un passaggio straordinario di miglioramento della connettività scolastica. Ma nonostante questo sforzo, che si sta portando a termine, quello che si sta realizzando non è ancora la Rete Unica Italiana delle Scuole, sono solo tanti cavi che connettono le scuole ad Internet e nemmeno con una gran qualità del servizio.

Cosa manca per fare la rete UNIRE? Manca un cervello che coordini il corpo, che faccia sinergia, che permetta di risparmiare denaro aumentando le prestazioni, che fornisca un ambiente dove le idee possono maturare e svilupparsi.

La Rete UNIRE si potrebbe realizzare da subito, perché già 135 milioni sono in un fondo dedicato a questo progetto. Si tratta ora di fondare il soggetto istituzionale che deve occuparsi di realizzare tutto ciò.

La rete UNIRE realizzerà, imitando il modello GARR, il coordinamento delle scuole italiane di ogni ordine e grado per l'accesso alla rete #INTERNET, oltre che la distribuzione di linee guida comuni ed un supporto tecnico centralizzato per risolvere i disservizi e per mantenere l’infrastruttura allo stato dell’arte.

UNIRE si occuperà inoltre del funzionamento della #didatticadigitale integrata e della #cybersecurity nelle scuole sia per le applicazioni usate che per i #datipersonali, con un'attenzione particolare al fatto che vengono trattati dati personali di bambini e ragazzi ossia di minorenni.

Infine la Rete sarà finalizzata alla realizzazione e alla gestione, attraverso un #privatecloud, dei servizi didattici e amministrativi della scuola.

Così anche le scuole italiane potranno vantare con UNIRE la propria eccellenza.

Vi invito a rivedere la storia del GARR in questo video per sognare come potrà essere bella la rete UNIRE

u.garr.it/4VhCS

DDL Rete UNIRE : senato.it/service/PDF/PDFServe…

Per chi vuole approfondire e vedere com'è la Rete GARR adesso, progettata per la velocità di 1 Terabit/s, può guardare questo video u.garr.it/s3Qae

in reply to Roberto Resoli

@nilocram @maupao Originariamente su Facebook, e depurato dai link interni a quella piattaforma.


Insegnanti, genitori e attivisti si muovono per liberare le scuole dalla morsa di Google e Microsoft


di Rachel Knaebel

"Trasformare l'insegnamento e l'apprendimento e consentire a ogni studente e insegnante di esprimere il proprio potenziale personale". Questa è la promessa - commerciale - che il gigante digitale Google sta pubblicizzando con i suoi strumenti Google for Education per le scuole. Offre soluzioni online per i libri di testo e la comunicazione in classe. L'azienda promuove servizi "centralizzati" e "facili da usare". L'argomento sta conquistando le scuole di tutto il mondo.

Google e Microsoft, le due principali multinazionali dell'industria big-tech globale, sono sempre più presenti nelle scuole europee. Ma in tutto il continente, genitori, insegnanti e attivisti per la libertà digitale stanno cercando di opporsi alla morsa delle aziende sugli studenti.

"All'inizio della pandemia, quando è stato necessario decidere come organizzare una scuola a distanza, ogni scuola ha fatto quello che poteva. Non c'erano criteri per la scelta degli strumenti, nemmeno per la protezione dei dati", dice Inge Klas, genitore nel sud della Germania. Nella sua regione, la chiusura iniziale ha spinto molte scuole a rivolgersi a Microsoft. Lo Stato regionale voleva utilizzare Microsoft 365 per la scuola a distanza e per tutto il resto, come la registrazione dei voti degli alunni. Sono stati i sindacati degli insegnanti a dire subito che qualcosa non andava.

Anche la sezione locale dell'associazione di hacker Chaos Computer Club ha reagito prontamente. "Hanno chiamato i politici a rispondere del fatto che molti dati sensibili di minori sarebbero stati inseriti in questo software. È stato un campanello d'allarme per l'opinione pubblica", afferma Inge Klas.

Alla fine, l'ufficio per la protezione dei dati personali di questa regione della Germania (Baden-Württemberg) ha vietato l'uso del pacchetto Microsoft in tutte le scuole della regione in primavera. Un'altra regione (Renania-Palatinato) ha vietato alle scuole lo strumento di videoconferenza Microsoft Teams, sempre per motivi di protezione dei dati degli alunni. In Danimarca, l'ufficio nazionale per la protezione dei dati ha dichiarato a luglio che Google for Education non era conforme al Regolamento generale europeo sulla protezione dei dati (GDPR).

Sebbene gli strumenti dei Gafam siano stati dichiarati non idonei dalle autorità, le scuole devono ancora trovare delle alternative. "Nel nostro caso, la decisione del responsabile della protezione dei dati è stata emessa a giugno, vietando Microsoft 365 dall'inizio dell'anno scolastico. Ma non tutte le scuole hanno ancora trovato soluzioni alternative. Molte scuole utilizzano ancora Microsoft", afferma Inge Klas, che lavora in un'associazione di genitori per un approccio diverso alla scuola digitale. Negli ultimi mesi molte famiglie si sono rivolte al nostro collettivo perché nelle loro scuole vengono utilizzati Microsoft e Google, chiedendo come possono opporsi. Consigliamo di parlarne con la direzione della scuola, che però spesso è sopraffatta dal problema. E questo a volte porta a conflitti tra genitori e scuole. È un problema che riguarda tutto il Paese.

Tuttavia, al di là del Reno, come in Francia e nel resto d'Europa, sono già disponibili per le scuole strumenti alternativi ai Gafam. "La maggior parte delle scuole della regione utilizzava Moodle (per l'apprendimento online) o BigBlueButton (per le classi virtuali con videoconferenza). Avremmo bisogno di una dozzina di persone che ci lavorino per sviluppare uno strumento più completo", afferma Inge Klas.

Una suite di strumenti open-source

Questo è esattamente ciò che stanno facendo gli attivisti dell'associazione Xnet, con sede a Barcellona, che si impegna per le libertà digitali. L'organizzazione ha sviluppato una suite di strumenti digitali per l'istruzione, chiamata DD, per "digitalizzazione democratica". "DD è come un Google Education, con ancora più funzioni", spiega Simona Levi, fondatrice di Xnet. La grande differenza con Google e Microsoft è che tutto funziona con software libero e open source, con codice aperto e trasparente, senza raccogliere dati all'insaputa degli utenti. Ogni attore può contribuire a migliorarlo.

Xnet è partito da software libero esistente e li ha messi insieme sulla stessa piattaforma. "Lavoriamo con Moodle, BigBlueButton, Nextcloud, Etherpad, tutto in un unico strumento. È un'alternativa che mira a essere agile come gli strumenti Gafam", continua l'attivista di Barcellona. Il software libero è sempre esistito nel settore dell'istruzione, ma spesso è più complicato e bisogna disporre di software diversi per svolgere compiti diversi. L'obiettivo del progetto DD è quello di avere un'unica piattaforma, di inserirvi il meglio delle soluzioni gratuite, di semplificarla e di renderla ancora più leggera rispetto alle grandi opzioni tecnologiche.

Xnet ha ricevuto il sostegno finanziario della città di Barcellona. "Il Comune ci dà dei soldi e ci lascia lavorare. Ma è proprio la società civile a farlo", afferma Simona Levi. La suite è stata utilizzata per un anno nelle scuole comunali. Abbiamo bisogno che più istituzioni siano coinvolte nel progetto per creare un codice aperto per gli strumenti di educazione digitale disponibile per tutta l'Europa, che ogni Paese potrebbe poi adattare. Proponiamo la nostra suite ai Paesi in cui le autorità di protezione dei dati hanno vietato i Gafam nelle scuole.
In Francia, il software dominante è quello francese, ma proprietario.

In Francia la situazione è molto diversa da quella della Spagna o della Germania. "Nelle scuole francesi non sono Google e Microsoft a dominare. La maggior parte delle implementazioni di software per la gestione della classe e della vita scolastica avviene con Pronote", riassume Brendan Chabannes, insegnante e portavoce del sindacato Sud Éducation.

Pronote è un pacchetto software sviluppato da una società francese, Index Éducation, che qualche anno fa è entrata a far parte di Docaposte, una filiale delle Poste francesi e della Caisse des dépôts et consignations. L'azienda che fornisce a un gran numero di scuole francesi un software di gestione delle classi non ha nulla a che fare con Gafam. Pronote non è un software libero", afferma Brendan Chabannes. Non abbiamo accesso al codice sorgente, è un software proprietario che funziona solo se si paga la licenza e la si rinnova ogni anno.

L'insegnante si rammarica che il sistema educativo nazionale francese non abbia adottato una soluzione centralizzata per tutte le scuole. Allo stato attuale, ogni scuola può scegliere il proprio software. "Potete immaginare le economie di scala se avessimo un unico software centralizzato, possibilmente gratuito!

Secondo il sindacalista, un software sviluppato internamente sarebbe preferibile anche in considerazione della delicatezza dei dati in questione: "In Pronote abbiamo pagelle, valutazioni, ritardi, assenze e motivi delle assenze, sanzioni, indirizzi e numeri di telefono dei genitori. Oggi, ogni scuola che utilizza Pronote può scegliere di ospitare i dati nel data center della società Index Education, oppure di "distribuire Pronote sulla propria rete locale", spiega l'azienda.

Quando il Ministero dell'Istruzione francese assume il fondatore di Framasoft

L'impulso per una maggiore diffusione del software libero nelle scuole potrebbe venire dal Ministero dell'Istruzione? L'anno scorso, il Dipartimento Digitale del Dipartimento dell'Educazione Nazionale ha assunto uno dei co-fondatori di Framasoft, la storica associazione francese per la promozione del software libero. Da allora, Alexis Kauffmann si occupa dello sviluppo di progetti di software libero e di risorse educative. (Il grassetto è del traduttore)

Il ministero (e il suo "centro di competenze per il software libero") ha anche sviluppato una piattaforma di strumenti digitali gratuiti per i professionisti dell'istruzione nazionale: Apps éducation. Da questo sito, gli insegnanti possono utilizzare direttamente software per videoconferenze e classi virtuali, condivisione di documenti, video, ecc. La maggior parte di questi software sono gratuiti (ad esempio BigBlueButton, Peertube, Nextcloud, ecc.). Il Dipartimento Digitale del Ministero dell'Istruzione ha investito quasi un milione di euro nel progetto. Inoltre, per le classi virtuali gestite dal Cned (Centre national d'enseignement à distance), lo strumento gratuito BigBlueButton sostituirà il vecchio software Blackboard, i cui dati erano ospitati da Amazon, a partire dal prossimo autunno.

Alcuni insegnanti, tuttavia, sono dei pionieri e non hanno aspettato che il loro ministero passasse all'open source. Thomas Crespin, insegnante di matematica, ha sviluppato nel 2009 Sacoche, uno strumento digitale gratuito dedicato alla valutazione delle competenze degli studenti. Sacoche è un'applicazione open source, gratuita, fatta dagli insegnanti per gli insegnanti e non rivolta ai dirigenti scolastici", spiega l'insegnante-sviluppatore. Sacoche permette di fare tonnellate di cose che Pronote non fa: si possono fare valutazioni, gli studenti possono presentare richieste di rivalutazione, si possono associare risorse di lavoro in modo che gli studenti lavorino in modo indipendente. Con Sacoche, abbiamo risposto alle esigenze degli insegnanti attraverso un forum.
Garantire la sovranità dei dati

Lo sviluppo del software è stato finanziato da un'associazione di insegnanti, Sésamath, che pubblica libri di testo di matematica, anch'essi con licenza aperta, che possono essere scaricati gratuitamente. Sacoche non ha ancora ricevuto alcun finanziamento dal sistema educativo francese. Tuttavia, "sarebbe opportuno riprendere il lavoro svolto per Sacoche e svilupparlo ulteriormente", afferma Thomas Crespin. L'insegnante di matematica si rammarica anche del fatto che solo "una minoranza di genitori è a conoscenza del Gafam e si oppone ad esso".

Per Simona Levi, attivista di Barcellona, la cosa principale oggi è fare pressione sugli Stati e sull'Unione Europea. "La società civile sta già facendo un grande sforzo. Se le grandi multinazionali tecnologiche hanno potuto avere così tanto spazio nell'istruzione, è perché le istituzioni non si sono assunte le loro responsabilità. L'Unione europea e i governi devono impegnarsi a creare una piattaforma europea aperta per la digitalizzazione dell'istruzione. Per noi è immorale che la digitalizzazione dell'istruzione e dell'amministrazione in generale avvenga con mezzi che non garantiscono la sovranità dei dati dei cittadini.

Rachel Knaebel


Eppur si muove! Basta!, un media indipendente francese, pubblica un articolo molto interessante che fa il punto sulle alternative ai #GAFAM che stanno crescendo nel mondo della #scuola in alcuni paesi europei (Francia, Germania e Spagna) : poliverso.org/display/0477a01e… #SoftwareLibero #Fediverso #Xnet @informapirata @lealternative @maupao @paolo @devol @monitorapa @mcp_ @opensource @scuola@poliverso.org @scuola@mastodon.uno @bastamedia @ItaLinuxSociety
in reply to Roberto Resoli

@Roberto Resoli @nilocram @FabTheProgrammer :ubuntu:
Ma non c'entra con cosa? Scusate, mi sono perso... Io ho semplicemente detto che la forza del fediverso é che non c'é piú un supermercato gigante che apre chiude filtra profila decide ecc... x volere di un unico proprietario ma una serie (anche numerosa) di snelli negozi (anche del tipo "Friendica") che possono rispondere con maggiore puntualità alle esigenze dei "clienti" ma che allo stesso tempo possono interoperare e comunicare tra di loro con una lingua comune e aperta... C'é qualche imprecisione su questo? Quindi ritengo che non sia indispensabile che ogni servizio che si voglia adottare (x esempio di quelli della DD che hai perfettamente rappresentato nella tua infografica) debba essere ospitato su un unico big cloud che tornerebbe a centralizzare eccessivamente...! Solo questo intendevo... 😀


ho provato #FirefoxTranslate nelle mie webapp per #LivelloSegreto e #Poliverso e funziona a meraviglia! Ovviamente la traduzione non è perfetta, ma è in locale e non è "invadente": non mi viene mai proposta, ad esempio, se nel flusso della TL spunta un solo post in lingue diverse dall'italiano. Ma se apro uno specifico post in lingua straniera, eccolo farsi vivo e, dopo aver macinato un po' mi serve il contenuto tradotto.

So che l'ho già detto, ma è la parte più importante: il tutto senza cloud, cioè senza che nessuno prenda nota di cosa mi sia servito tradurre