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Ha avuto scarsa rilevanza mediatica una votazione avvenuta il mese scorso all'Assemblea generale dell'Onu.


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Bando di concorso "Inventiamo una banconota", la X edizione della competizione indetta dalla Banca d'Italia in collaborazione con il MIM, dedicata alle studentesse e agli studenti delle primarie e secondarie di I e II grado pe…



L’Italia alla guerra in Ucraina. Crosetto: “Schiereremo scudo missilistico in Slovacchia”


Si tratta di un sistema missilistico progettato e realizzato dal consorzio europeo Eurosam formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales. L'articolo L’Italia alla guerra in Ucraina. Crosetto: “Schiereremo scudo missilistico in Slovacchia” proviene da Pag

AGGIORNAMENTO DI ANTONIO MAZZEO

Pagine Esteri, 14 gennaio 2023 – L’Esercito italiano schiererà in Slovacchia una batteria del sistema missilistico terra-aria SAMP-T di produzione italo-francese. Lo ha dichiarato in un’intervista all’agenzia ADNKronos il ministro della difesa Guido Crosetto. “Ho letto ricostruzioni giornalistiche, sul tema Samp-t, totalmente inventate; il Governo non ha ricevuto alcuna pressione da nessuno, in relazione agli aiuti all’Ucraina, tantomeno dagli Stati Uniti”, ha esordito Crosetto. “Nella telefonata odierna con il Segretario alla Difesa Lloyd J. Austin si è parlato del sistema che l’Italia fornirà per sostituire la batteria americana in Slovacchia”.

Nello specifico si tratterà di una batteria antiaerea/antimissile SAMP-T che rimpiazzerà la batteria di missili Patriot di US Army che verrà trasferita in Germania per essere sottoposta a manutenzione.
Il SAMP/T è stato sviluppato a partire dai primi anni 2000 nell’ambito del programma di cooperazione militare-industriale italo-francese FSAF (Famiglia di Sistemi Superficie Aria).
“Il SAMP/T nasce dall’esigenza di disporre di un sistema missilistico a media portata idoneo a operare in nuovi scenari operativi, prioritariamente caratterizzati da ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea ed elevata mobilità”, spiega lo Stato maggiore dell’Esercito. “L’attuale versione del SAMP/T ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio”.
Il sistema missilistico è stato progettato e realizzato dal consorzio europeo Eurosam formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales. Fa uso del missile Aster 30, dotato di un raggio d’azione di 100 km per l’intercettazione di aerei e 25 km per quella dei missili. Le batterie sono costituite da lanciatori con un numero variabile da 8 a 48 missili.
L’Esercito italiano ha in dotazione 5 batterie SAMP/T, operative dal 2013. Esse sono state impiegate fra il 2015 ed il 2016 a Roma per la sorveglianza dei cieli della Capitale in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia; contemporaneamente una seconda batteria ha operato in Turchia nell’ambito dell’operazione NATO “Active Fence” dal giugno 2016 al dicembre 2019, nei pressi della città di Kahramanmaras, sul confine sud-est dell’Alleanza Atlantica, “contro missili balistici tattici provenienti dal territorio siriano”.
Una batteria di missili terra-aria è attualmente schierata in Kuwait nell’ambito dell’Operazione “Inherent Resolve” a guida statunitense, contro le milizie dell’ISIS in territorio iracheno e siriano.
Con il trasferimento del SAMP/T in Slovacchia, le forze armate italiane portano a cinque le missioni in Europa orientale in ambito NATO dopo l’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio 2022. Oggi i reparti di pronto intervento dell’Esercito sono presenti in Lettonia, Bulgaria e Ungheria, mentre 4 cacciabombardieri dell’Aeronautica Militare operano dalla base di Costanza, Romania. Pagine Esteri

LEGGI GLI APPROFONDIMENTI DI ANTONIO MAZZEO SULL’IMPEGNO ITALIANO NELL’EUROPA DELL’EST

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Soldati italiani nell’Europa dell’Est. 1500 pronti alla guerra con la Russia (parte 2)


Seconda parte del servizio di Antonio Mazzeo sul crescente impegno delle Forze armate italiane nell'Est europeo. Missioni Nato che in qualche caso hanno sfiorato la guerra. Ma nessuno lo riferisce agli italiani L'articolo Soldati italiani nell’Europa del

di Antonio Mazzeo*

Pagine Esteri, 11 gennaio 2023 – Nell’agosto 2022 l’Italia – insieme ai reparti dell’esercito ungherese, croato e statunitense- è entrata a far parte del nuovo battaglione da guerra attivato dalla NATO in Ungheria per “rafforzare le attività di vigilanza” anti-Russia nel fianco sud-orientale. “L’Operazione Enhanced Vigilance Activity (eVA) in Ungheria è una misura di natura difensiva, proporzionata e pienamente in linea con l’impegno internazionale della NATO”, annota lo Stato Maggiore. “Con l’adesione all’iniziativa, dopo il previsto iter autorizzativo parlamentare, l’Italia si conferma tra i principali Paesi contributori, in termini di uomini, mezzi e risorse, al rafforzamento della postura di deterrenza e difesa della NATO sul fianco est”. (1)

A cannoneggiare nella puszta ungherese

La consistenza massima annuale autorizzata per il contingente in Ungheria è di circa 250 unità dell’Esercito; esso è composto – ancora una volta – da personale della Brigata Alpina “Taurinense”, in particolare del 3° Reggimento Alpini, rinforzato da componenti del 1° Reggimento Artiglieria Terrestre da montagna, del 1° Reggimento “Nizza Cavalleria” e del 32° Reggimento Genio Guastatori, oltre a un nucleo di polizia militare del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”. Numerosi i veicoli tattici in dotazione, dalle blindo “Centauro” ai VTMM (Veicoli tattici medi multiruolo), ai VTLM (Veicoli tattici leggeri multiruolo) e ai BV206 (Veicoli tattici ad elevata mobilità) tipici delle truppe alpine. A completare il potente dispositivo bellico ci sono pure i sistemi d’arma in dotazione alle unità di artiglieria, quali gli obici FH70, i mortai “Thomson” da 120mm e i sistemi controcarro di 3^ generazione “Spike” con missili a lungo raggio prodotti dall’azienda israeliana Rafael Ltd.. “Tutti i reparti coinvolti nell’operazione eVA provengono da un intenso ciclo addestrativo che li ha visti partecipare, solo nell’ultimo semestre, alle esercitazioni Volpe Bianca 22 nell’alta Val di Susa, Cold Response 22 in Norvegia, Maurin 22 nell’alta Valle Maira e Candelo 22 nella baraggia biellese, senza contare il continuo addestramento di specialità a vivere, muovere e combattere in montagna”, riporta con malcelata enfasi bellica lo Stato Maggiore dell’Esercito.

Le attività operative hanno preso il via il 18 agosto, una decina di giorni dopo il completamento dello schieramento in territorio magiaro. Il battesimo è stato consacrato dall’addestramento al “combattimento nei centri abitati e di navigazione terrestre”, a fianco dei paracadutisti della 101^ Divisione Aviotrasportata di US Army e di una compagnia dell’esercito croato. A fine agosto gli alpini della “Taurinense” hanno svolto un modulo addestrativo al “movimento e combattimento in ambiente notturno”, con pattuglie da ricognizione per i plotoni fucilieri, “simulazione” di esercizi di tiro con mortai da 120mm e obici da 155mm, acquisizione di obiettivi in movimento per le squadre controcarri, pattuglie esploranti con blindo “Centauro”, impiego degli esplosivi per “ridurre la mobilità nemica” e di robot per la bonifica di ordigni avversari per la componente guastatori.

Nel corso della prima settimana di settembre il contingente italiano ha condotto contestualmente due diverse attività addestrative: l’esercitazione a partiti contrapposti denominata “Patrol Storm” (pattuglia tempesta) per “combinare” le capacità di fuoco e di “acquisizione di obiettivi nemici in ogni condizione ambientale”; e “Fire Observer Concentration” per standardizzare le procedure per l’osservazione, la richiesta e la gestione del fuoco terrestre “erogabile mediante sistemi di artiglieria in dotazione alla NATO”. Subito dopo gli alpini si sono sottoposti a quattro giornate consecutive di attività di tiro, diurno e notturno e “sotto stress” con armamento individuale e di reparto presso il poligono ungherese di Ujmajor.

A fine settembre, nell’estesa area addestrativa ungherese di Varpalota, si è svolta invece “Brave Warrior” (guerriero valoroso) per la validazione del nuovo battlegroup e il suo passaggio sotto il comando NATO. A “Brave Warrior” hanno partecipato anche i contingenti di Ungheria, Stati Uniti, Croazia e Slovacchia, per una forza totale di oltre 1.200 militari e 300 tra carri armati, blindati e obici di artiglieria. Ospiti e osservatori “eccellenti” alle grandi manovre i vertici militari della NATO, il Comandante del Joint Force Command NATO di Brunssum, gen. Guglielmo Luigi Miglietta e il Comandante Operativo di Vertice Interforze COVI, gen. Francesco Paolo Figliuolo. “Consentitemi di dire che è un orgoglio personale vedere impegnati in questo sforzo collettivo voi alpini della Brigata Taurinense, unità che ho avuto il privilegio di guidare tra il 2010 e il 2011”, ha dichiarato Figliuolo alla cerimonia conclusiva dei war games. “Non è un caso che in una missione particolare come questa sia stata scelta proprio un’unità delle Truppe Alpine dell’Esercito, a riprova della versatilità e della resilienza di un Corpo che ha scritto pagine gloriose della storia nazionale e militare, con un impiego che va dal deserto ai territori montani e artici, ai quali siamo più votati, fino alla pianura ungherese. Inoltre, voi siete portatori di quelli che sono gli stessi valori della NATO, valori che esaltano la coesione e la solidarietà e che fanno di voi un baluardo a difesa della democrazia e della libertà”. (2)

A inizio ottobre nell’area di Veszprem si sono tenute le esercitazioni “Relentless 9” (implacabile) e “Strong Will 2022”. La “Relentless” ha riguardato la “capacità di ingaggio di bersagli corazzati alle lunghe distanze di giorno come di notte” da parte delle unità controcarri e di cavalleria pesante del battlegroup; la “Strong Will” è stata invece orientata ad affinare le capacità agli assetti ISR (Intelligence, Sorveglianza e Riconoscimento). Per esercitarsi a contrastare le minacce aeree “nemiche” e gli attacchi da parte di droni si è tenuta anche “Noble Imperat” (nobili comandi), con “combattimento a partiti contrapposti in ambiente caratterizzato da rischio CBRN (Chimico, Biologico, Radiologico, Nucleare)”. Anche in questa occasione era presente una componente della 101^ Divisione Aviotrasportata di US Army, insieme ad unità della polizia militare e del reparto specializzato anti-esplosivi delle forze armate croate e di “difesa” aerea e CBRN ungherese. “L’esercitazione, della durata di 7 giorni ha visto le unità del Battlegroup frenare e bloccare, mediante l’impiego combinato del fuoco aereo, di artiglieria, dei mortai pesanti e dei missili controcarro, oltre che degli ostacoli attivi e passivi realizzati dalle unità del genio (campi minati anticarro, fossati, terrapieni) un’unità nemica attaccante, per effettuare in seguito, mediante la componente corazzata di cavalleria e le unità di fanteria un contrattacco contro le forze avversarie”, riferisce l’Esercito italiano. Nel corso di “Noble Imperat” alcuni caccia F-18 di US Air Force ed elicotteri d’attacco Mi-24 ungheresi “hanno impiegato il loro munizionamento ordinario sui bersagli indicati dai team di controllo italiani, ungheresi e americani schierati sul terreno”.

Il 29 ottobre 2022 il personale militare medico degli alpini si è addestrato nell’area di Camp Croft al soccorso in “prima linea” congiuntamente con l’esercito croato e statunitense (Combat Medic Concentration). “Fondamentale, per i soccorritori militari, la conoscenza delle corrette procedure mediche, oltre che la capacità di operare con lucidità mentale anche in condizioni di elevato stress fisico, dovuto dal peso dell’equipaggiamento e dell’armamento in dotazione, nonché psicologico, derivante dall’impatto emotivo del ferimento, in questo caso simulato, di elementi della propria unità”, spiega l’Esercito. “Numerosi gli scenari di fronte ai quali si sono trovati ad operare i soccorritori, dagli scontri a fuoco con la presenza di feriti da colpi di armi leggere fino all’esplosione di ordigni quali mine e razzi controcarro a danno degli equipaggi dei veicoli”.

Novembre è ricordato per l’esercitazione a fuoco con obici e mortai “Noble Strike” (colpo nobile), orientata al “forzamento di ostacoli attivi e passivi posizionati dal nemico (campi minati e reticolati) per il successivo assalto a postazioni fortificate” e per “Noble Freedom”, operazione addestrativa “offensiva” con la partecipazione di oltre 500 unità e 100 veicoli da guerra. Il personale del 3° Reggimento Alpini ha condotto a dicembre due settimane di addestramento al “combattimento in aree urbanizzate” presso il Comando della 25ª Brigata Corazzata dell’esercito ungherese, situato nella città di Tata. Il 2022 si è concluso con l’esercitazione “Noble Defender” anch’essa orientata alla guerra urbana e in particolare “alla presa di un centro abitato occupato da forze nemiche con la presenza nell’area sia di personale civile non combattente, sia di trappole esplosive collocate dall’avversario”.

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Il Tricolore comanda in Bulgaria

Con identiche finalità e obiettivi strategici del battlegroup “ungherese” dal marzo dello scorso anno ha preso il via l’operazione Enhanced Vigilance Activity (eVA) – Bulgaria, a cui la NATO ha assegnato oltre 1.100 militari delle forze terrestri di Bulgaria, Albania, Grecia, Italia, Repubblica della Macedonia del Nord, Montenegro e Stati Uniti. Il quartier generale si è insediato nell’area addestrativa di Novo Selo, nella regione di Vidin, prossima al confine con Romania e Serbia. Nella missione in terra bulgara l’Italia impiega circa 740 unità in forza alla Brigata Meccanizzata “Pinerolo” di stanza in Puglia. Dal 17 ottobre il nostro paese ha assunto il ruolo di Framework Nation, ovvero la leadership del nuovo battlegroup NATO, attraverso il comando dell’82° Reggimento di fanteria “Torino”. Alla cerimonia di trasferimento della guida di (eVA) – Bulgaria erano presenti il Presidente della Repubblica di Bulgaria, Rumen Radev, il Comandante supremo delle forze alleate in Europa, gen. Christopher G. Cavoli, l’allora ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e il Comandante del COVI, gen. Figliuolo. Nonostante le roboanti parole d’encomio sulla leadership italica è indubbio che il mentore di questo nuovo gruppo NATO sia di casa negli USA. Prima ancora della “benedizione” del gen. Christopher G. Cavoli (già a capo delle forze armate USA in Europa e in Africa), le unità schierate a Novo Selo sono state “ispezionate” il 25 agosto 2022 dal Comandante del 5° Corpo d’Armata di U.S. Army, gen. John S. Kolasheski e dal Comandante dell’immancabile 101^ Divisione aviotrasportata, gen. Joseph P. McGee. Il 12 settembre è stata la volta della visita ufficiale dell’ammiraglio di US Navy, Stuart B. Munsch, comandante del Joint Force Command Naples.

Il “comando” italiano di (eVA) – Bulgaria è stato sperimentato sul campo a fine ottobre con l’esercitazione “Alliance Wall”: quattro giorni di fuoco no-stop con l’impiego di oltre 50 mezzi (blindati italiani “Freccia”, carri armati e veicoli d’attacco greci, statunitensi e bulgari). A inizio novembre è stata la volta di “Iron Strike” (colpo d’acciaio) con il dispiegamento di 300 militari e 70 mezzi tattici: per l’Italia un sistema di “difesa e controllo aereo”, gli obici semoventi PZH2000 da 155/52 mm di produzione tedesca (uno dei principali sistemi d’arma che i paesi NATO hanno consegnato all’Ucraina dopo l’invasione russa), i blindo “Centauro” e ancora i “Freccia”. Così come in Ungheria anche in Bulgaria non sono mancate le attività addestrative al combattimento in ambiente urbano. “L’esercitazione svoltasi a inizio dicembre e suddivisa in cinque fasi ha visto una iniziale ricognizione d’area seguita dal movimento verso le zone di accesso al villaggio; l’isolamento del centro abitato dal possibile avvicinamento di forze nemiche intervenute a supporto e difesa; la bonifica da possibili minacce presenti all’interno del villaggio ed infine, il consolidamento delle truppe nell’area ed il mantenimento del controllo della stessa”, annota lo Stato Maggiore.

Cacciabombardieri sul Baltico e nel Mar Nero anche per venderli

In gergo tecnico-militare è definita “Air Policing (AP)”; si tratta della missione di cui si è dotata la NATO a partire dalla metà degli anni cinquanta per integrare gli apparati e gli assetti dei paesi membri in un unico sistema di difesa aerea e missilistico. Nello specifico l’AP consiste nella “continua sorveglianza” dello spazio aereo alleato e nell’identificazione di tutte le eventuali violazioni allo stesso; le operazioni sono svolte da caccia intercettori pronti al decollo in tempi radissimi (scramble). Le missioni di Air Policing sono condotte sotto il comando e controllo di due centri operativi NATO, ubicati rispettivamente a Uedem (Germania) e Torrejon (Spagna), sotto la supervisione dall’Allied Air Command di Ramstein (Germania). E, come ricorda con orgoglio lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, l’Italia è l’unica nazione dell’Alleanza Atlantica che ha partecipato a tutte le operazioni di Air Policing realizzate fino ad oggi.

Con la “spiralizzazione” della crisi russo-ucraina a inizio 2022 la NATO ha deciso di potenziare le attività di sorveglianza aerea dando vita alla cosiddetta enhanced Air Policing (eAP), in particolare sul fronte sud-orientale. In quest’ambito dallo scorso mese di novembre il nostro paese ha inviato una task force (TFA R Gladiator) presso l’aeroporto “Mihail Kogălniceanu” di Costanza (Romania), sul Mar Nero. TFA Gladiator impiega attualmente quattro cacciabombardieri Eurofighter EF-2000 “Typhoon” degli Stormi 4°, 36°, 37° e 51°dell’Aeronautica Militare, rispettivamente con base a Grosseto, Gioia del Colle, Trapani-Birgi e Istrana-Treviso. A Costanza sono presenti in tutto 150 tra piloti, controllori volo e tecnici, oltre alla componente di polizia militare assicurata dall’Arma dei Carabinieri. Nelle operazioni aeree sono pure coinvolti altri importanti enti dell’Aeronautica, tra cui il 14° Stormo di Pratica di Mare, la 46° Brigata Aerea di Pisa e il 16° Stormo Fucilieri dell’Aria con quartier generale a Martina Franca, Taranto.

In passato i caccia italiani avevano già svolto attività di “vigilanza aerea” NATO in Romania nel 2019 e – ininterrottamente – dai primi di dicembre 2021 fino al 1° luglio del 2022 con la task force “Black Storm” (tempesta nera). Durante quest’ultima missione i cacciabombardieri dell’Aeronautica hanno superato le 1.400 ore di volo con circa 750 sortite. “Si tratta di un risultato mai raggiunto da una TFA sul suolo europeo”, ricorda lo Stato Maggiore delle forze aree. “In parallelo è stato conseguito un elevato grado di interoperabilità con gli assetti aerei dell’Alleanza che in quei mesi erano impiegati nella regione (i Typhoon dell’Aeronautica tedesca e i caccia intercettori delle forze aeree rumene e statunitensi), con le unità della Marina militare francese e rumena e con i contingenti terrestri belgi, francesi, rumeni, britannici e statunitensi”. Durante TFA “Black Sorm” sono stati inviati in Romania per quasi due mesi pure i paracadutisti del 3° Reggimento “Savoia Cavalleria” della brigata “Folgore” per partecipare in particolare all’esercitazione multinazionale “Scorpion Legacy” presso il poligono di Smardan nell’ambito del Military Training Education Program della NATO.

Nel periodo di assenza dal territorio rumeno gli EF-2000 “Typhoon” italiani non sono stati certo con le mani in mano: hanno operato invece in uno scenario geo-strategico ancora più critico. Dalla fine di luglio a fine novembre i cacciabombardieri sono stati rischierati con la task force “White Eagle” presso l’aeroporto “Krolewo” di Malbork, Polonia nord-orientale (a meno di un centinaio di Km dal confine con l’enclave russa di Kaliningrad), già sede dell’Air Policing NATO nel 2014 e nel 2015 dopo l’escalation bellica in Donbass e l’occupazione russa della Crimea. In poco meno di quattro mesi di attività i velivoli italiani hanno effettuato dalla base polacca oltre 500 ore di volo, nonché 23 Alpha Scramble “per la presenza di velivoli russi che operavano senza autorizzazioni nella zona di competenza degli assetti aerei italiani”.

Che i caccia italiani abbiano davvero giocato con il fuoco durante la loro missione in Polonia appare evidente dalla lettura del comunicato emesso dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica il 22 settembre. “Una settimana intensa quella che gli uomini della Task Force Air White Eagle hanno affrontato fino ad oggi, a causa dei numerosi interventi richiesti dal Combined Air Operation Center di Uedem”, spiega la forza aerea. “La contemporanea presenza nel Baltico anche di alcuni assetti navali della NATO, ha fatto sì che per garantire la sicurezza dei confini dell’Alleanza, la catena di Comando e Controllo della NATO ha realizzato un dispositivo di sicurezza massimo (…) Considerata la complessità del momento, le difficoltà di operare così vicini al confine (i piloti italiani si sono trovati a operare a soli 5 minuti di volo da Kaliningrand, a 20 minuti dalla Bielorussia e a 25 dal territorio ucraino) e, non ultimo, il rischio che qualunque errore possa essere considerato come una provocazione, è assolutamente pleonastico rappresentare come la prontezza operativa di tutta la Task Force, messa duramente alla prova dal continuo operare in tutte le ore della giornata, sia stata garantita dalla preparazione professionale del personale italiano e dell’apparato logistico che ogni giorno li supporta”. (3)

Rischiare il conflitto magari solo per una virata errata è davvero da folli ma a Roma c’è chi evidentemente persegue uber alles e sulla pelle di noi tutti la moltiplicazione dei profitti e dei dividendi azionari delle grandi industrie militari a capitale pubblico. Esageriamo perché pacifisti imbelli? Ecco cosa ha evidenziato l’analista Aurelio Giansiracusa, direttore di Ares Osservatorio Difesa in un articolo pubblicato a fine luglio: “Per l’Aeronautica Polacca il rischiaramento degli italiani è una preziosa occasione per interagire con i potenti caccia bombardieri prodotti dal consorzio Eurofighter costituito da Leonardo, BAE Systems ed Airbus. Non è un mistero che la Polonia, nell’ambito del potenziamento esponenziale in atto delle sue Forze Armate, sia interessata fortemente al velivolo europeo; del resto anche lo stesso consorzio Eurofighter (in Polonia guidato da Leonardo) spinge per l’adozione offrendo a Varsavia una nel programma”. (4)

Ecco ancora recitato il mantra della storia dell’ultimo secolo: in guerra per le armi e le armi per le guerra… Pagine Esteri

LEGGI LA PRIMA PARTE DELL’ARTICOLO

Soldati italiani nell’Europa dell’Est. 1500 pronti alla guerra con la Russia (parte 1)


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NOTE E LINK

4828469*Antonio Mazzeo è un giornalista ecopacifista e antimilitarista che scrive della militarizzazione del territorio e della tutela dei diritti umani. Con Antonello Mangano, ha pubblicato nel 2006, Il mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte (Edizioni Punto L, Ragusa). Del 2010 è il suo I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina (Edizioni Alegre).

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Nasce un partito ebreo e arabo: «Per un Israele di tutti i suoi cittadini»


Secondo i suoi leader sarà «una federazione di tendenze che concordano su una cosa: tutti i cittadini israeliani, ebrei e palestinesi, devono essere uguali» L’attrice Einat Weizman del partito Balad: è necessaria una lotta guidata dai palestinesi per la d

di Michele Giorgio
(nella foto di Oren Ziv, l’incontro all’Abraham Hostel di Tel Aviv)

Pagine Esteri, 10 gennaio 2023Sami Abu Shahadeh ci accoglie al Cafè Paul, una storica caffetteria di Giaffa dove il leader del partito arabo Balad/Tajammo rilascia interviste e spesso discute di politica con amici e conoscenti. Abu Shahadeh non è più un deputato. La sua formazione politica, nazionalista di sinistra, parte fino alla scorsa estate della Lista unita araba, alle elezioni del primo novembre, ha ottenuto 140mila voti, un buon risultato ma non sufficiente per superare la soglia di sbarramento ed entrare nella Knesset. Una sorte toccata anche al Meretz, storico partito della sinistra sionista. «Non mi pento della scelta di correre da soli», esordisce Abu Shahadeh. Ora la Knesset è dominata dalla destra in tutte le sue espressioni laiche e religiose e da essa a fine dicembre è nato il governo estremista guidato da Benyamin Netanyahu. «In questo clima – aggiunge il leader di Balad – in cui forze fanatiche minacciano la democrazia e i diritti delle minoranze a cominciare da quella araba, il dialogo tra gruppi, organizzazioni e formazioni politiche di sinistra è utile e va favorito il più possibile».

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Avraham Burg

Con questo spirito Abu Shahadeh ha accolto l’invito a partecipare, in qualità quasi di ospite principale, al primo incontro pubblico del partito ebraico-arabo «Di tutti i suoi cittadini», nato da poche settimane, che nei giorni scorsi ha riunito nell’Abraham Hostel di Tel Aviv circa 250 persone di varie ramificazioni della sinistra sionista e antisionista, incluso il Meretz. A presiedere il nuovo partito sono l’ebreo Avraham Burg, ex speaker laburista della Knesset che anni fa ha annunciato di non essere più sionista, e l’arabo (palestinese) Faisal Azaiza, preside della facoltà di previdenza sociale dell’università di Haifa. L’attore protagonista comunque è Burg che da tempo cercava senza successo di fondare una formazione politica. L’ascesa al potere del governo più a destra della storia di Israele, con evidenti venature razziste e antidemocratiche, la scomparsa quasi totale della sinistra in Parlamento e l’appetito per nuove idee unito al desiderio di colmare le divisioni, hanno finito per creare interesse intorno al suo progetto. Ispirati dal nome del partito di Burg e Azaiza, sul palco allestito all’Abraham Hostel esponenti della società civile, attivisti locali, intellettuali, accademici e personalità politiche hanno discusso dell’idea di un Israele non più Stato ebraico e democratico ma Stato di tutti i suoi cittadini, ebrei e arabi in completa uguaglianza.

Ad eccezione di quelli arabi, i leader dei partiti israeliani sionisti di qualsiasi orientamento difendono la definizione di Israele come Stato ebraico e democratico. Che nel 2018 è stata scritta in una legge fondamentale: Israele è lo Stato della nazione ebraica e in cui (anche nei territori occupati nel 1967) il popolo ebraico ha diritti esclusivi. «Israele – aggiunge Abu Shahadeh – è fondato sulla separazione, con la supremazia assegnata agli ebrei. Tutto ruota intorno a questo principio. Faccio un esempio. Come può essere democratico uno Stato che mentre sviluppa la rete ferroviaria non pianifica la costruzione di una stazione in un centro abitato arabo? Lo stesso vale per gli ospedali pubblici. Eppure gli arabi compongono più del 20% della popolazione».

Faisal Azaiza
Faisal Azaiza

La formula Israele Stato di tutti i suoi cittadini è considerata da molti israeliani l’incarnazione dell’antisionismo che respingono. «Per questo è difficile dire quanta strada potrà fare il partito di Burg e Azaiza» dice al manifesto il giornalista Meron Rapoport intervenuto al dibattito all’Abraham Hostel. Secondo Rapoport «‘Di tutti i suoi cittadini’ più che un partito dovrebbe essere un cantiere di idee per far maturare le coscienze». Il giornalista vede l’aspetto più positivo dell’incontro a Tel Aviv nel numero e nella varietà delle presenze politiche. «Un segnale interessante», afferma.

Avraham Burg ha spiegato che il nuovo partito non si definisce sionista o antisionista e sarà «una federazione di tendenze che concordano su una cosa: tutti gli israeliani devono essere uguali». Ma le differenze ideologiche tra le varie forze potenzialmente interessate restano ampie. Appare assai difficile che possa concretizzarsi una collaborazione tra «Di tutti i suoi cittadini» e il Meretz che resta ancorato ai principi del Sionismo. L’attrice ebrea Einat Weizman, compagna di partito di Sami Abu Shahadeh, ha alzato il tiro spiegando che non è possibile un partenariato tra ebrei e arabi in una realtà asimmetrica come quella israeliana e, pertanto, è necessaria una lotta guidata dai palestinesi per la decolonizzazione. All’Abraham Hostel inoltre non è sfuggita l’assenza di Ayman Odeh, leader di Hadash l’unico partito israeliano che si definisce di sinistra con un carattere arabo-ebraico. Nel vago sono rimaste questioni centrali. Israele Stato di tutti i suoi cittadini dovrà includere o escludere i cinque milioni di palestinesi che da 55 anni vivono sotto occupazione in Cisgiordania e Gaza? Quale sarà il destino degli altri cinque milioni di palestinesi profughi nel mondo arabo? Pagine Esteri

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Soldati italiani nell’Europa dell’Est. 1500 pronti alla guerra con la Russia (parte 1)


La componente più numerosa è quella terrestre: è presente in Lettonia, Ungheria e Bulgaria, inquadrata all’interno delle forze di intervento rapido della NATO, i cosiddetti battlegroup, gruppi di battaglia. Se ne parla molto poco. L'articolo Soldati ital

di Antonio Mazzeo*

(le immagini di truppe e mezzi italiani in Lettonia sono di esercito.difesa.it)

Pagine Esteri, 10 gennaio 2023 – In meno di un anno è aumentato di cinque volte il numero dei militari italiani schierati in Europa orientale alle frontiere con Ucraina, Russia e Bielorussia. Sui 7.000 effettivi impiegati attualmente in missioni internazionali quasi 1.500 operano in ambito NATO nel “contenimento” delle forze armate russe. A partire del 2014 l’Alleanza atlantica ha dato vita ad un’escalation bellica sul fianco est come mai era accaduto nella sua storia. Nelle Repubbliche baltiche, in Polonia, Romania, Bulgaria e Ungheria, sono state realizzate grandi installazioni terrestri, aeree e navali, sono state trasferite le più avanzate tecnologie di guerra, sono state sperimentate le strategie dei conflitti globali del XXI secolo con l’uso dei droni e delle armi interamente automatizzate, cyber-spaziali e nucleari.

A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 il processo di riarmo e militarizzazione dell’Europa orientale è pericolosamente dilagato e ancora oggi appare inarrestabile. E l’Italia c’è con le sue truppe d’élite, le brigate di pronto intervento, gli obici, i carri armati e i cacciabombardieri “gioielli di morte” del complesso militare-industriale nazionale e dei soci-partner stranieri, primi fra tutti USA e Israele. A inizio 2023 il tricolore sventola in Lettonia, Ungheria, Bulgaria e Romania. E ogni giorno, 24h, le truppe sono in stato d’allerta e si addestrano in condizioni estreme ad ogni possibile scenario di conflitto con il Cremilino, dai combattimenti casa per casa, vicolo per vicolo, piazza per piazza, agli sfondamenti nell’infinito bassopiano sarmatico, finanche all’impiego di armi atomiche, chimiche e batteriologiche e alla “sopravvivenza” al tragico inverno nucleare. Missioni di aperta e dichiarata cobelligeranza, pericolosamente provocatorie e infinitamente dispendiose sul piano politico-diplomatico e su quello economico-finanziario. Ma del tutto ignorate dai media mainstream che dallo scoppio della guerra fratricida hanno scelto di fare da cassa amplificata di Ares e Thanos e che gli italiani neanche immaginano quanto esse potrebbero trascinarci alla terza e ultima guerra mondiale.

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Proviamo noi a raccontare chi sono e cosa fanno i reparti italiani inviati da una classe politica e di governo irresponsabile come topolino apprendista stregone. La componente più numerosa è quella terrestre: oggi è presente in Lettonia, Ungheria e Bulgaria, inquadrata all’interno delle forze di intervento rapido della NATO, i cosiddetti battlegroup, gruppi di battaglia. “Dinnanzi a una deteriorata percezione della sicurezza e a seguito di specifica richiesta avanzata da parte dei Paesi Baltici e della Polonia, al Summit di Varsavia del luglio 2016 la NATO ha ritenuto opportuno rafforzare la propria presenza sul fianco est dello spazio euro-atlantico, varando una misura di enhanced Forward Presence (eFP) che contempla lo schieramento di quattro Battle Group rispettivamente in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, supportate dagli altri Alleati”, ricorda lo Stato Maggiore della difesa. “L’eFP è una misura di natura difensiva, proporzionata e pienamente in linea con l’impegno internazionale della NATO che intende rafforzare il principio di deterrenza dell’Alleanza. In particolare, aver rafforzato la presenza sul fianco est rappresenta un chiaro esempio della determinazione nell’assolvere la missione primaria di sicurezza collettiva dell’integrità territoriale euro-atlantica contro ogni possibile aggressione e minaccia, nonché di riaffermazione della coesione e della solidarietà tra i Paesi membri”. (1) Meno edulcorata e più realista la versione del Comando generale della NATO. “Questi battlegroup sono multinazionali e pronti al combattimento e dimostrano la forza del legame transatlantico”, spiegano i vertici dell’Alleanza. “Essi operano insieme alle forze di difesa del paese ospitante, conducendo esercitazioni e attività di vigilanza. La loro presenza rende chiaro che un attacco ad uno degli Alleati sarà considerato un attacco all’intera Alleanza. I battlegroup sono parte del più grande rinforzo della difesa collettiva della NATO da una generazione a questa parte”. (2)

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina la NATO ha rafforzato la propria presenza in Europa orientale dispiegando migliaia di truppe supplementari e istituendo in tempi rapidissimi altri quattro nuovi gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia. “Oggi gli otto gruppi tattici si estendono lungo tutto il fianco orientale della NATO, dal Mar Baltico a nord al Mar Nero a sud”, spiega lo Stato Maggiore italiano. “Oltre 40.000 truppe, insieme a significativi mezzi aerei e navali, sono ora sotto il diretto comando della NATO, supportate da altre centinaia di migliaia di truppe provenienti dai dispiegamenti nazionali degli Alleati. Inoltre, al Vertice di Madrid del giugno 2022, gli alleati hanno concordato un cambiamento fondamentale nella deterrenza della NATO. Ciò include il rafforzamento delle difese avanzate, il potenziamento dei gruppi tattici nella parte orientale dell’Alleanza fino al livello di brigata, la trasformazione della Forza di risposta della NATO e l’aumento del numero di forze ad alta prontezza a ben oltre 300.000 unità”. (3)

Italiani in Lettonia

Tutte le attività operative e addestrative condotte dalle forze armate Italiane sul fianco orientale della NATO sono disposte dal Capo di Stato Maggiore della Difesa e sono coordinate dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), istituito – non certo casualmente – nel luglio 2021 per rimodulare l’architettura militare nazionale e “abbracciare il concetto del multi-dominio, terrestre, marittimo, aereo, spaziale e cyber”. (4) Comandante del COVI è il gen. Francesco Paolo Figliuolo, il padre-alpino a cui sono stati attribuiti ampi poteri nella gestione socio-sanitaria dell’emergenza e post emergenza da Covid19.

L’Esercito italiano opera ininterrottamente da quasi un biennio all’interno del battlegroup NATO schierato in Lettonia (Operazione eFP Baltic Guardian), quello che annovera il maggior numero di nazioni partecipanti: oltre a Italia e Lettonia sono presenti Canada, Albania, Repubblica Ceca, Islanda, Montenegro, Macedonia del Nord, Polonia, Slovenia, Slovacchia e Spagna. Attualmente il contingente nazionale impiegato è di 250 militari appartenenti alla Brigata bersaglieri “Garibaldi” di stanza in Campania e da altri assetti forniti dal 17° Reggimento artiglieria controaerea “Sforzesca” (Sabaudia), dal 132° Reggimento carri (Cordenons, Pordenone), dal 7° Reggimento per la difesa CBRN “Cremona” (Civitavecchia), dal 3° Reggimento artiglieria da montagna (Remanzacco, Udine) e dall’11° Reggimento trasmissioni (Civitavecchia). Ingente è il numero di mezzi nella disponibilità di questi reparti: 139 tra veicoli da combattimento “Dardo”, carri armati “Ariete” e blindo “Centauro”.

I bersaglieri della “Garibaldi” sono arrivati nella grande installazione lettone di Adazi nel giugno 2022 prendendo il posto degli alpini della Brigata “Taurinense” (di stanza in Piemonte) e del 2° Reggimento trasmissioni alpino di Bolzano. “La partecipazione dell’Italia alla missione in Lettonia, oltre a testimoniare la solidarietà e la coesione dei Paesi dell’Alleanza Atlantica, rappresenta, nel panorama delle operazioni fuori area, un’opportunità straordinaria per il personale italiano impiegato, che ha modo di dedicarsi esclusivamente all’addestramento al warfighting, con il valore aggiunto del confronto continuo con gli eserciti di altri Paesi alleati”, scrive lo Stato Maggiore dell’Esercito. Warfighting, cioè combattimento, e l’interminabile elenco e le dimensioni delle “esercitazioni” effettuate nella Repubblica baltica e nei paesi confinanti sono un’indubbia testimonianza che la task force NATO è nata e cresce per la “battaglia”. Tra le maggiori e più complesse attività addestrative della scorsa primavera è possibile enumerare “Horned Viper” (vipera cornuta), finalizzata all’applicazione delle procedure del Tactical Combat Casualty Car (la medicina tattica da combattimento e il soccorso dei militari feriti), sotto la supervisione del personale medico dell’esercito danese, canadese e statunitense. A maggio 2022 le truppe alpine hanno addestrato i cadetti della National Defense Academy lettone nelle attività di “infiltrazione” in ambiente boschivo ed “occupazione di postazioni difensive”, mentre il mese successivo hanno partecipato all’esercitazione controaerea “Ramstein Legacy presso la base aerea lettone di Lielvarde. Pianificata e condotta dal Comando generale della NATO e da quello delle forze armate USA in Europa (USEUCOM), “Ramstein Legacy” è stata svolta in contemporanea nello spazio aereo della Polonia e delle altre due Repubbliche baltiche; accanto agli italiani sono stati schierati i reparti di U.S. Army specializzati nella “difesa aerea” e missilistica.

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Sempre a giugno gli alpini della “Taurinense” sono stati impiegati in attività di supporto aereo ravvicinato (Close air Support) fuori dai confini lettoni: in Estonia con l’esercitazione “Furious Wolf” (lupo furioso),congiuntamente al battlegroup ivi schierato e ai caccia della NATO presenti nel Baltico; in Slovenia con “Adriatic Strike 22”, esercitazione di cooperazione aerea che ha coinvolto 28 paesi dell’Alleanza. Subito dopo l’arrivo in Lettonia a metà giugno, la Brigata “Garibaldi” si è addestrata al combattimento individuale e con i mezzi da fuoco “Dardo”, “Centauro” e “Ariete”. “Inoltre, nell’ambito delle iniziative finalizzate a mostrare la presenza della NATO in Lettonia, sono state svolte diverse mostre statiche di mezzi e materiali a favore non solo della popolazione ma anche degli allievi ufficiali della National Defence Academy lettone”, aggiunge lo Stato Maggiore dell’Esercito, enfatizzando il ruolo dei propri reparti quali ambasciatori-piazzisti delle armi made in Italy.

In piena estate si è tenuta l’esercitazione multinazionale “Rampart Forge” (forgia del bastione) con lo scopo di “consolidare lo stato di prontezza ed incrementare le capacità di combattimento delle unità su un terreno fortemente compartimentato”. Una “cellula” per la guerra cibernetica distaccata in Lettonia dal Comando interforze per le Operazioni in Rete (COR) di Roma ha condotto con i partner NATO operazioni cyber al fine di “rilevare, contrastare e neutralizzare minacce che possano limitare la libertà di manovra nel dominio cibernetico”. A fine agosto il contingente della “Garibaldi” ha effettuato con l’esercito di Stati Uniti d’America, Spagna e Lettonia un’esercitazione di combattimento terrestre ed aereo con l’impiego di elicotteri d’attacco Bell AH-1 “Cobra” e UH-1 “Iroquois Huey”.

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A settembre è stata la volta dell’esercitazione “Rampart Shield” (scudo del bastione) che ha consacrato il raggiungimento della piena capacità operativa del battlegrup NATO eFP “Latvia”. Durante i war games il personale militare ha condotto “attività tattiche difensive attraverso il posizionamento di ostacoli sul terreno per la battaglia”; inoltre un plotone difesa CBRN (chimica, batteriologica, radiologica e nucleare) proveniente dal 7° Reggimento “Cremona” ha svolto un’intensa attività di formazione teorico-pratica a favore di tutte le unità operative del battlegroup per la “gestione complessa di un incidente CBRN in ambiente war e decontaminazione operativa”. Sempre a settembre nel poligono di Adazi si sono svolte due fasi distinte di “Silver Arrow” (freccia d’argento): la prima ha visto schierati in formazioni contrapposte il battlegroup NATO in Lettonia e quello dispiegato in Polonia; alla seconda hanno invece partecipato 4.200 unità e oltre 1.000 mezzi da guerra di 17 Paesi dell’Alleanza (oltre a quelli della task force in Lettonia, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Regno Unito e USA). Nel corso di “Silver Arrow 2” ha fatto la sua comparsa il sistema di artiglieria ad alta mobilità M142 “HIMARS”, dispiegato dall’esercito USA per lanciare razzi contro bersagli fissi e mobili nel Mar Baltico. L’M142 “HIMARS” è stato poi fornito alle forze armate ucraine che lo hanno impiegato nella controffensiva d’autunno contro i carri armati russi.

Dal 28 ottobre al 2 novembre l’Esercito italiano è stato impegnato in Lettonia in un’esercitazione a fuoco su bersagli a mare congiuntamente allo Standing NATO Maritime Group 1 (SNMG-1), gruppo navale di pronto intervento con unità da guerra delle Marine di Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi, allo scopo di “incrementare la reciproca conoscenza tra forze terrestri e navali della NATO presenti sul fianco Est”, così come riposta l’ufficio stampa della Difesa. “Iron Spear” (lancia di ferro) è stata l’attività addestrativa multinazionale di metà novembre pianificata e diretta dal contingente italiano, a cui hanno preso parte le unità corazzate e blindate provenienti da 12 contingenti alleati di stanza nei Paesi Baltici. “Si è trattata di una dimostrazione della potenza di fuoco, notturna e diurna, di tutti i mezzi partecipanti (…) con valutazione sia della precisione che dei tempi di esecuzione delle manovre”, spiega lo Stato Maggiore dell’Esercito. Gli istruttori del contingente italiano hanno curato presso le aree sportive della base di Camp Adazi anche un corso per il personale appartenente al battlegroup NATO su una serie di attività ginniche “volte a mostrare l’efficacia del metodo di combattimento individuale militare italiano impiegato in un contesto operativo (MCM Academy)”. Sport e ginnastica verde-bianco-rosso per i guerrieri moderni dell’Alleanza con tanto di esercizi di condizionamento fisico, “imprescindibile per il personale che opera in area di operazione”, tecniche mirate alla difesa da arma lunga e corta, impiego dello sfollagente, di armi bianche e “combinazioni di percussioni volte a contrastare le forze nemiche in opposizione, con tempi di reazione veloci e condizioni disagiate”. “Gli istruttori – aggiunge lo Stato Maggiore – hanno evidenziato la forte componente psicologica che coinvolge il combattente militare, analizzando conseguentemente le principali tecniche di gestione dello stress, attuando un impiego della forza in aderenza al concetto di force escalation”. (5) (fine parte 1).

NOTE E LINK

1difesa.it/OperazioniMilitari/o…

2 nato.int/cps/en/natohq/news_20…

3 difesa.it/OperazioniMilitari/o…

4 difesa.it/SMD_/COVI/Pagine/def…

5difesa.it/OperazioniMilitari/o…

4828288*Antonio Mazzeo è un giornalista ecopacifista e antimilitarista che scrive della militarizzazione del territorio e della tutela dei diritti umani. Con Antonello Mangano, ha pubblicato nel 2006, Il mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte (Edizioni Punto L, Ragusa). Del 2010 è il suo I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina (Edizioni Alegre).

L'articolo Soldati italiani nell’Europa dell’Est. 1500 pronti alla guerra con la Russia (parte 1) proviene da Pagine Esteri.



Firenze. La Lega accoglie Matteo Piantedosi


Il 13 gennaio 2023 Federico #Bussolin e altri ben vestiti della #Lega hanno accolto negli uffici governativi di #Firenze il ministro degli affari interni dello stato che occupa la penisola italiana, tale Matteo #Piantedosi.
Ogni governo "occidentalista" che si avvicenda a decidere il destino dello stato che occupa la penisola italiana -e purtroppo, con esso, anche di molte persone che sarebbero perfettamente in grado di decidere del proprio senza l'intervento di ben vestiti di alcun genere- invia a Firenze qualcuna tra le sue massime autorità a illustrare come e qualmente la costruzione di un "Centro di Permanenza Temporanea", di un "Centro di Identificazione e di Espulsione" o comunque di un campo di concentramento per indesiderabili sia indispensabile alle magnifiche sorti e progressive della città e all'ordinato svolgervisi della vita associata.

Il fatto che sia il governo dello stato che occupa la penisola italiana ad auspicare la realizzazione di una cosa del genere è motivo sufficiente per desiderare l'esatto contrario.



che problema abbiamo in Italia con i prezzi dei computer?

Guardo spesso gli annunci dell'usato, e trovo prezzi sensati solo da annunci esteri (perlopiù Germania o UK). Gli Italiani riempiono le piattaforme di annunci pensando di riuscire a vendere il loro amato laptop stracotto con intel core i5 da 2 gen (fuori produzione dal 2011) a 4 gen (fuori produzione dal 2014), dai 200€ in su. Con batteria morta, tastiera e porte I/O usurate, spesso qualche piccola noia al display.

Quando le catene a ogni volantino propongono almeno un laptop nuovo a 250€ (nel caso di Chromebook) o 350€ ("entry level" ma comunque incomparabilmente più veloci di una macchina di 10 anni fa e coperte da garanzia).

Le catene, poi, per l'Italia propongono macchine meno performanti a prezzi più alti rispetto a quello che si compra all'estero per lo stesso ammontare. Qui lo standard sembrano ancora essere i pc con 8 gb di ram, e quelli con 16 li passano come "gaming" o "workstation".

Eppure non mi sembra che qui la tecnologia sia poco gradita. Forse vogliamo "il meglio" solo in ambito smartphone, e siamo un mercato di serie b per i pc?

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
J. Alfred Prufrock
@Mario Pietre euro. Ho corretto il post, grazie



Se il nemico è la Cina, la propaganda si vede meglio | Contropiano

«In conclusione, è chiaro che questo non è “giornalismo”, ma semplice propaganda bellica. E come sempre la propaganda è rivolta al proprio “interno”, a persuadere la propria popolazione (italiana ed europea) che “fuori c’è la jungla” ed è meglio non mettere in discussione la “nostra” classe dirigente (imprenditori, politici, giornalisti, ecc). Perché potrebbe andarci molto peggio…»

contropiano.org/news/internazi…

in reply to Giuseppe Pecoraro

Ma seriamente dice che i media italiani, servili, se la prendono con la Cina? È l’esatto contrario. Nonostante le macroscopiche violazioni dei diritti umani, è tutto un leccare il culo alla Cina per via degli interessi economici.



Il futuro distopico delle automobili


Nel 1960 un computer, oltre che costare più di $120.000, occupava facilmente la metà di una stanza. Oggi un computer è invece talmente leggero, piccolo e poco costoso che chiunque ne porta sempre in tasca almeno uno, lo smartphone. Ci stiamo però affaccia

Nel 1960 un computer, oltre che costare più di $120.000, occupava facilmente la metà di una stanza. Oggi un computer è invece talmente leggero, piccolo e poco costoso che chiunque ne porta sempre in tasca almeno uno: lo smartphone. Ci stiamo però affacciando a un mondo nuovo — un mondo in cui non siamo noi a portare in giro i nostri computer, ma sono i nostri computer a portare in giro noi.

Mi riferisco ovviamente alle automobili di nuova generazione, che sono davvero dei computer con le ruote. Ogni automobile ha ormai centinaia di unità di controllo elettroniche che attraverso un software monitorano o controllano i sistemi interni e meccanici del veicolo.

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Un esempio molto evidente sono i cosiddetti ADAS (Advanced driver-assistance system), che semplificano alcune attività e possono anche aumentare il comfort e la sicurezza di viaggio. Si passa dalla semplice rilevazione degli ostacoli per aiutare il parcheggio fino ai software per l’adaptive cruise control o i più tradizionali ABS e ESC.

Tutto molto bello, se non fosse che la trasformazione delle automobili in computer con le ruote può creare i presupposti per diversi e gravi problemi che riguardano proprio la nostra privacy e libertà.

Over the Air Software


Quello che non molti sanno, o a cui non pensano, è che oltre ad essere computer, le nuove automobili sono anche computer connessi.

Moltissimi modelli oggi hanno installate delle sim-card che attraverso connessioni 4G e 5G permettono al veicolo di connettersi a reti-wifi di ogni tipo. Basta essere saliti su un’auto degli ultimi 2 anni e aver smanettato un po’ con la dashboard per aver notato che è infatti possibile connettere l’auto a Internet tramite wi-fi, proprio come uno smartphone o un laptop.

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Pompe Esauste


Sulla questione dei carburanti e del loro prezzo il Governo si è un po’ cercato i guai senza che ce ne fosse bisogno. Infatti, il provvedimento di sospensione delle accise (di una parte del carico fiscale sul litro di benzina o gasolio o GPL) preso dal Go

Sulla questione dei carburanti e del loro prezzo il Governo si è un po’ cercato i guai senza che ce ne fosse bisogno. Infatti, il provvedimento di sospensione delle accise (di una parte del carico fiscale sul litro di benzina o gasolio o GPL) preso dal Governo Draghi scadeva – ed è effettivamente scaduto – il 31 dicembre. Il Governo, dunque, poteva scegliere se prorogare quella efficacia oppure chiuderla lì, e in quel caso automaticamente sarebbe tornato anche l’aggravio fiscale alla sua normalità.

Secondo me ha fatto bene a non rinnovare quella misura. Il governo Draghi prese quella misura nel marzo del 2022, quando la guerra e le condizioni di mercato avevano portato il prezzo del carburante molto in alto. Ormai vivevamo invece una stagione nella quale il prezzo scendeva e scendeva gradualmente e continua a scendere, quindi c’era la possibilità di tornare all’aggravio fiscale. Naturalmente nelle ventiquattro ore che vanno dal prima al dopo, dalla fine dell’anno ai primi giorni in cui qualcuno va a fare benzina, dal benzinaio si trova il carburante aumentato, ovviamente non a causa del mercato o delle speculazioni ma semplicemente a causa delle accise. La discussione si basa sulla promessa di togliere tutte le accise, ma questa è un’altra questione, non è la prima promessa elettorale che viene tradita nella storia. Meloni dice di non averlo detto in campagna elettorale, ed è vero, però lo aveva detto prima e non ha smentito successivamente (e comunque è presente nel programma elettorale di Fratelli d’Italia).

Naturalmente, si può dire che l’intenzione era quella di togliere le accise in maniera strutturale, ma a mio parere è una discussione inutile. La sostanza è che fino a quando non si riesce a far diminuire le uscite sarà impossibile riuscire a far diminuire le entrate. Ma l’errore grosso che ha commesso il Governo è stato quello, in quel frangente, di parlare di speculazione, cioè di lasciare intendere che dietro c’era una manovra che portava un aggravio dei costi a carico del cittadino, perché se c’è una speculazione, non si può difendere il cittadino da solo, è il Governo che deve difendere il cittadino, e quando il Governo si è riunito per prendere provvedimenti ha dovuto constatare che non c’era nessuna speculazione, nessuna manovra, semplicemente il prezzo continuava a scendere ed erano cascati come degli allocchi nella trappola di considerare prezzo del carburante il prezzo massimo in determinate condizioni. È chiaro che se si prende un litro di benzina di notte al servito in autostrada, avrà un prezzo diverso da quello che normalmente si paga ad un self-service in qualsiasi metropoli o anche in qualsiasi luogo d’Italia.

Quindi hanno sbagliato. Ma hanno sbagliato questo. Dopodiché, per esempio, i benzinai che hanno in animo di fare uno sciopero il 25 e il 26 di gennaio per fermare l’ondata di fango hanno ragione per la parte che è relativa al fatto che non avevano nessuna responsabilità, e il provvedimento preso dal governo di esporre il prezzo medio è una banalità, una cosa che non serve assolutamente a nulla. Quindi da questo lato hanno ragione, ma che motivo c’è, che senso ha chiudere la distribuzione di carburanti per due giorni? Questo è un paese che si muove. Oggi la mobilità è molto importante per il lavoro, per la salute e anche per il divertimento, il divertimento mio è il lavoro di qualcun altro.

È necessario dunque che i benzinai chiariscano questa faccenda, che sia dimostrato che non avevano nessuna responsabilità, ma lo sciopero non serve. Quest’anno noi avremo un rallentamento della crescita che non è responsabilità del Governo, ma è responsabilità del Governo creare le condizioni per cui anche nel corso del rallentamento sia possibile continuare a fare le operazioni di investimento relative ai fondi europei del PNRR e a svolgere ogni altra attività che serva a far crescere la ricchezza in Italia.
Ogni conflitto basato sul nulla come sul nulla era basata​ questa questione​ del prezzo del carburante è un ostacolo che rischia di creare un grumo che manderà in infarto il sistema. Evitiamolo e i benzinai evitino anche la chiusura per sciopero.

youtube.com/embed/fNSsGvYvwOc?…

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Avete già compilato la vostra domanda per le #IscrizioniOnline?

Ecco un tutorial per sapere come fare ▶️ youtube.com/watch?v=0IOOF4NCJq…

Le iscrizioni rimarranno aperte fino alle ore 20.00 del 30 gennaio 2023.



Uno Stilo Romano a Londra


Qualche anno fa nella città di Londra c’è stato un ritrovamento archeologico davvero unico ed interessante: uno stilo romano di ferro risalente al 70 d.C., pochi decenni dopo la fondazione della città da parte deiContinue reading

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La necessità di un partito liberaldemocratico


Caro Direttore, domani un gruppo di disperati si riunisce in una sala molto grande al centro di Milano. Saranno più di mille. Disperati senza speranza? Vediamo di analizzare la situazione. Si tratta di cittadini, elettori, italiani che ritengono a torto o

Caro Direttore,
domani un gruppo di disperati si riunisce in una sala molto grande al centro di Milano.
Saranno più di mille. Disperati senza speranza? Vediamo di analizzare la situazione.
Si tratta di cittadini, elettori, italiani che ritengono a torto o a ragione di non avere, ormai da tanti anni, rappresentanza politica in Italia. Non hanno FDP di Lindner, VVD di Rutte, Renaissance di Macron. Non hanno neanche molto meno. E siccome non si può votare per partiti tedeschi, olandesi o francesi, in linea di massima non vanno a votare e se lo fanno (ancora per poco) votano quello che ritengono il meno peggio.

Ecco i disperati di Milano, con la sola ed unica bandiera di Renew Europa, la felice e vincente coalizione che raggruppa tutti i liberali al
Parlamento Europeo, diranno a Renzi e Calenda – i due riferimenti più vicini al loro sentire -: “Mettiamo da parte egoismi, personalismi,
interessi di parte e diamoci una casa comune”. Comune ai liberali, democratici, riformisti, europeisti italiani.
Si chiama Partito la casa a cui aspiriamo. Non altro.

Se lo farete, non andremo, non andrete, sempre e comunque d’accordo su tutto (non saremmo liberali se lo facessimo), ma creeremmo una forza politica dove l’affectio socletatis sarà più forte dell’interesse del singolo leader o presunti tali. E se leader vuoi esserlo, guadagnati i galloni sul campo di una partito democratico e contenibile. Per i liberali, infatti, il merito vince sempre.

Sarà la casa di chi crede che un sistema fiscale come quello italiano ha raggiunto livelli di pressione ormai insostenibile; di chi conosce bene la differenza tra assistenza ai più deboli e assistenzialismo al clientes; di chi conosce e riconosce una giustizia giusta, contrapposta ai forcaioli e tagliagole di destra e di sinistra; di chi è consapevole che ad un’Europa in evidenti difficoltà, si risponde con più Europa.
Non basta tutto questo? Forse no! Ma sapremo accontentarci. E lo faremo felici e soddisfatti. Al di fuori di questo per i liberali italiani non ci sono partitini o federazioni, c’è la disperazione di cui sopra.

Il Messaggero

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Spompati


Troppo facile e troppo inutile starsene all’opposizione dicendo che tutto va male e si deve cambiare, ma farlo stando al governo è acrobazia che finisce in disgrazia. Se la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sembra aver capito la necessità di cambi

Troppo facile e troppo inutile starsene all’opposizione dicendo che tutto va male e si deve cambiare, ma farlo stando al governo è acrobazia che finisce in disgrazia. Se la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sembra aver capito la necessità di cambiare linguaggio, diversi componenti del suo governo fanno fatica a interiorizzarlo. O, peggio, a praticarlo.

Fare un Consiglio dei ministri per stabilire che deve essere esposto il prezzo medio nazionale dei carburanti è surreale. Sarebbe stato bastevole non abboccare all’allarme secondo cui quei prezzi erano arrivati molto oltre quella che era, anche in quel momento, la media nazionale. Sarebbe stato sufficiente avvertire gli urlatori che quelli che andavano strillazzando non erano i prezzi alle pompe, ma quelli massimi e in condizioni particolari. Invece hanno fatto quello cui erano abituati prima d’essere alla guida di un governo, unendosi allo scomposto coro: basta, fermiamoli, sia stroncata la speculazione. Poi, riunitisi in Consiglio, hanno constatato che il prezzo era sceso, anziché salito e che la differenza consisteva in una loro decisione, ovvero la reintroduzione delle accise.

Hanno voluto emanare un decreto legge per rimediare urgentemente all’emergenza indotta dai raduni musicali non autorizzati, che già erano reati. Il risultato è stato che il raduno in questione si è sciolto prima dell’entrata in vigore del decreto, che conteneva strafalcioni tali da indurre i redattori stessi a proporne la correzione (di quel che, nel frattempo, era legge), mentre andava in direzione opposta a quella enunciata dal ministro della Giustizia.

Bloccare l’immigrazione è un loro vecchio e collaudato cavallo di battaglia. Legittimo, comunque la si pensi. Pure giusto, se consiste nella volontà di far rispettare le regole. Ma lo caricarono di tanta retorica inutile, ne fecero questione di civiltà, delirarono di “sostituzione etnica”, giunti al governo, anche su questo, hanno subito emanato un decreto legge. Risultato: gli sbarchi sono aumentati enormemente. Non perché il decreto contenga (e li contiene) errori ed illogicità, ma perché il fenomeno manco li legge, quei decreti. Intanto hanno pubblicato anche i decreti flussi, ovvero gli ingressi regolari, che confermano i numeri degli anni e dei governi passati, più o meno equivalenti alla metà di
quel che i governi stessi considerano necessario.

Taciamo del Pos e del contante, che a quella inutilissima discussione abbiamo già dedicato troppo tempo e spazio. Mentre ci ostiniamo a non credere che si possa andare a cercarsi rogne d’infrazioni europee per incaponirsi a difendere non le ragioni, ma i torti non di tutti, ma di qualche gestore di stabilimenti balneari.

Va bene, ci si deve ambientare. Eppure molti di loro non sono affatto dei novizi, c’è chi ha fatto più volte il ministro, chi non ha fatto altro che il parlamentare. E siamo alla vigilia di decisioni importanti, cui non si può arrivare spompati. Occorrerà prudenza e capacità di argomentazione per spiegare la prossima decisione di ratificare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità, contro la quale l’attuale maggioranza parlamentare disse peste e corna, non azzeccando né le corna né la peste. Non dubito della parlantina, mi va benissimo che sostengano sia una cosa molto diversa da quella che osteggiarono, che le cose sono cambiate grazie a loro, falso ma va bene, però se non la fermano, la straripante parlantina, ad ogni sorgere del sole saranno costretti a una smentita, una retromarcia, una sconfessione. Non giova alla salute.

Gran parte dell’opposizione si sente bruco che non diventerà farfalla, ma gran parte della maggioranza sembra una farfalla che ha la nostalgia del bruco. Si stava così bene a manducare foglie, scalandole a fisarmonica, felici del sentirsi apostrofare con dileggio, così consolidando la propria identità. Che ci facciamo, ora, con queste ali? Tocca impariate a volare, che intanto gli altri si specializzano nel precipitare.

La Ragione

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#NotiziePerLaScuola

Progetto didattico “Studente-atleta di alto livello”, prorogata la scadenza per la presentazione della domanda al 20 gennaio 2023.

Info ▶️ miur.gov.



#uncaffèconLuigiEinaudi ☕ – I liberali possono essere…


I liberali possono essere ma non sono necessariamente “liberisti”. da Il nuovo liberalismo, “La città libera”, 15 febbraio 1945 L'articolo #uncaffèconLuigiEinaudi ☕ – I liberali possono essere… proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazio
I liberali possono essere ma non sono necessariamente “liberisti”.


da Il nuovo liberalismo, “La città libera”, 15 febbraio 1945

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fondazioneluigieinaudi.it/unca…



30 curiosità su Torino


Ecco 30 curiosità su Torino che forse non sapevi (dal web)

1)la SMAT (la ditta che si occupa di gestire la rete idrica di Torino) si occupa di rifornire d'acqua anche la Stazione Spaziale Internazionale

2)Torino con i suoi oltre 40 musei, le sue oltre 150 biblioteche, e i suoi innumerevoli teatri e gallerie d'arte, conta più di 300 siti culturali e ciò fa di essa la terza città culturale italiana

3)Torino si trova a pochissimi km più a Nord del Parallelo 45 e che ciò fa di essa un punto esattamente a metà strada tra Polo Nord ed Equatore

4)il mobile più bello al mondo (secondo dei critici d'arte internazionali) si trova a Torino presso il Museo d'Arti Decorative

5)la macchina per preparare il caffè espresso è stata inventata a Torino nel 1884

6)a differenza di quanto si pensi, la Piazza più grande di Torino è Piazza della Repubblica e non Piazza Vittorio Veneto

7) attualmente a Torino esistono 5 stazioni ferroviarie (Porta Nuova, Porta Susa, Stura, Lingotto e Rebaudengo Fossata) e presto verranno realizzate
altre 4 (Grosseto, Zappata, Dora e San Paolo)

8)in giro per Torino ci sono circa 800 toret (fontanelle con la testa di toro)

9)a Torino ci sono circa 18km di marciapiedi sotto ai portici

10)il mercato di Porta Palazzo è il mercato all'aperto più grande d'Europa

11)la linea di trasporti pubblici più lunga di Torino è la linea 5 e che collega il centro del capoluogo piemontese con dei comuni della sua area metropolitana (Beinasco, Rivalta e Orbassano), passando per tanti altri quartieri

12)il Parco della Pellerina è il parco più grande di Torino

13)il fondatore della ditta di penne BIC, nacque a Torino in Corso Re Umberto

14)il punto più ad alta quota di Torino è il Colle della Maddalena con i suoi 715m s.l.m.

15)il primo collegamento della storia con la fibra ottica avvenne a Torino nel 1977

16)la Provincia di Torino è la provincia più a Ovest d'Italia

17)Torino è bagnata da 4 corsi d'acqua: il Po, la Dora Riparia, la Stura di Lanzo e il Sangone

18)la rete tramviaria torinese risale al 1871 ed è la più antica d'Italia

19)Via Garibaldi è la via pedonale più lunga d'Italia, oltre che seconda più lunga d'Europa

20)Corso Francia è il viale rettilineo più lungo d'Europa, ma non il più lungo di Torino in quanto è suddiviso su 3 comuni differenti, e nel tratto torinese è più corto di Corso Regina Margherita

21)Torino è l'unica città italiana ad avere 2 squadre che militano in serie A e che non condividono lo stesso stadio

22)Torino è stata capitale d'Italia dal 1861 al 1865

23)la metropolitana di Torino è stata la prima metropolitana senza conducente in Italia (anticipando così le linee 4 e 5 di Milano, la linea C di Roma e la metro di Brescia)

24)grazie ai tantissimi viali alberati, ai tantissimi parchi e alle colline ricoperte da superfici boschive, Torino è una delle città più verdi al mondo

25)Cit Turin è il quartiere più piccolo di Torino, oltre che l'unico quartiere torinese ad avere un nome in piemontese

26)l'edificio più alto di Torino è il Grattacielo della Regione Piemonte con i suoi 209m di altezza (ciò fa di esso anche il terzo edificio più alto d'Italia)

27)il formato digitale MP3 è stato inventato a Torino presso il centro CSELT

28)Torino venne fondata dai romani il 30 Gennaio dell'anno 9 a.C.

29)Torino è la quarta città più grande d'Italia dopo Roma, Milano e Napoli

30)grazie ai tantissimi atenei presenti in città, Torino ospita più di 100mila studenti universitari e che non provengono solo da Torino e dintorni, ma anche da tantissime altre parti d'Italia e da tantissimi altri paesi del mondo.

#Torino #curiosità #storia #arte #tecnologia #Italia

Unknown parent

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Antonino Campaniolo 👣
In realtà abito fuori Torino ed ho vissuto in città solo per qualche anno. Però hai ragione. Ci sarebbe molto da raccontare come la Torino sotterranea di Micca e degli infernotti, del Rondó d’la forca ecc. Il Musinè… È anni che mi riprometto di farmi la camminata. Che sia l’anno giusto 🤞
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Antonino Campaniolo 👣
Wow! Hai fatto un sacco di cose strafighe. Volentieri così magari mi racconti un po di cose belle. Grazie


sono contro l'hate speech;

per cui mi limiterò a dirmi indispettito nei confronti di UPS, che segna tentativi di consegna andati a vuoto per assenza del destinatario senza essere mai passati.

in reply to J. Alfred Prufrock

che poi, mi chiedo: a che pro? Per "bruciare" uno dei due tentativi di consegna a cui sarebbero tenuti?



James Webb osserva il suo primo transito di un esopianeta | Astronomia.com

"Puntando il suo gigantesco specchio verso la costellazione dell’ottante, Webb ha osservato la nana rossa LHS 475. Da precedenti osservazioni del satellite cacciatore di pianeti TESS si riteneva che questa stella fosse casa di un pianeta.
Per mezzo dello studio della curva di luce di tale stella, grazie all’efficace tecnica del transito, è stato possibile confermare la presenza del pianeta."

astronomia.com/2023/01/12/jame…



#NotiziePerLaScuola

Il Ministero dell'Istruzione e del Merito e il Settore Scuola Educazione del FAI presentano per l'anno scolastico 2022/2023 il progetto "Paesaggio? Cultura!" e il concorso nazionale per le scuole "Paesaggio in movimento", rivo…




+++ A tutti gli utenti friendica che utilizzano fedilab +++


Attenzione ⚠ all'utilizzo dei messaggi privati
⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️


To #Friendica users, please don't use the DM feature with Fedilab.
We were not aware that messages are sent publicly to other fediverse software.
We will remove this feature until it is supported.



Si è concluso oggi il viaggio istituzionale del Ministero dell’Istruzione e del Merito a Cracovia, in Polonia, in vista della Giornata della Memoria. Hanno partecipato anche le studentesse e gli studenti dell’Istituto “Giovanni Bertacchi” di Lecco.


@Friendica Support Good evening everyone! I just noticed an anomaly that I haven't been able to fix. In fact, I noticed that friendica's posts are displayed on mastodon with a different visibility depending on whether they are written with the title/subject or if they are written as simple messages.
In the first case, Mastodon (which can only display the title/subject and the link to the original message) decodes them as "Unlisted"; in the second case, Mastodon (besides reading them completely) classifies them as "Public"!
Is there a way to force display "Public" for all messages?

PS: obviously in the "Security and Privacy Settings" settings in "/settings" the Make public posts unlisted box (Your public posts will not appear on the community pages or in search results, nor be sent to relay servers. However they can still appear on public feeds on remote servers) is not selected

Friendica Support reshared this.

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Signor Amministratore ⁂
@Michael Vogel Can you tell me why Lemmy posts (which have a title/subject) appear as "Public" and not as "Unlisted"

Friendica Support reshared this.

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Signor Amministratore ⁂

@Michael Vogel Sorry for the delay in answering you, but I did a series of tests and these tests didn't give me the results I expected. Thus, by dint of doing other tests, I finally understood what was the problem that determined "untitled" visibility in my Friendica posts with title/subject.

Clue

Almost all of the posts with title/subject that I produce are intended for publication on Lemmy and upon closer inspection, I found that ONLY the posts intended for Lemmy have this visibility problem...

Discovery

Well, I understand that the problem lies in the mention of the Lemmy community! As I should have expected based on Friendica conventions (which in the meantime I had completely forgotten) the mention of a group/forum is considered "Public" if done with the @ at sign, while it is considered "Unlisted" if done with the exclamation mark !

Since the mention of the Lemmy communities usually takes place with the exclamation point, this is the reason why the posts did not result in "public" mode but only in "unlisted" mode.

Solution

Actually, it is also possible to mention Lemmy communities with the @ sign, and in this way the produced posts are displayed as "public"

Example:

1) Standard visibility on Mastodon of titled posts posted by Friendica

2) Standard visibility on Mastodon of titled posts posted by Friendica (with mention on Lemmy)

3) Standard visibility on Mastodon of titled posts posted by Friendica (with mention @ on Lemmy)

Friendica Support reshared this.



@:fedora: filippodb :BLM: :gnu: 🔗 mastodon.uno/users/filippodb/s…


Esattamente 10 anni fa, l'11 gernnaio 2013 Aaron Swartz si toglieva la vita.

In sua memoria fu creato il FIlm documentario "Il figlio di internet: Storia di #AaronSwartz" (The Internet's Own Boy).
Un'opera che dovrebbe essere vista in tutte le scuole e condivisa da tutti (è rilasciata su licenza libera #creativecommons):

:peertube: peertube.uno/w/t4Uft32TfUGk6bm…

Qua il suo manifesto di Guerilla Open Access nel sito dei @Devol :fediverso::

:opensource: devol.it/it/guerrilla-open-acc…

da condividere il più possibile.


Esattamente 10 anni fa, l'11 gernnaio 2013 Aaron Swartz si toglieva la vita.

In sua memoria fu creato il FIlm documentario "Il figlio di internet: Storia di #AaronSwartz" (The Internet's Own Boy).
Un'opera che dovrebbe essere vista in tutte le scuole e condivisa da tutti (è rilasciata su licenza libera #creativecommons):

:peertube: peertube.uno/w/t4Uft32TfUGk6bm…

Qua il suo manifesto di Guerilla Open Access nel sito dei @devol:

:opensource: devol.it/it/guerrilla-open-acc…

da condividere ❤️




Meta Advertising Ban - Decision Published


Divieto di pubblicità su Meta - Pubblicata la decisione Ora è possibile leggere i dettagli della decisione del DPC! Sembra che ci siano tempi interessanti per i tribunali! decision published


noyb.eu/en/meta-advertising-ba…



Meno vincoli sui contratti a termine: l'attacco del Governo si intensifica | Senza Tregua

"Aumentare la durata massima di proroga di un contratto a tempo determinato permetterà ai padroni di aumentare tantissimo il tempo in cui quel lavoratore potrà essere sottoposto a ricatto, con la continua pressione del licenziamento, rendendolo di fatto più esposto nel subire le ingiustizie e le richieste di straordinari. Inoltre, senza un contratto a tempo indeterminato, è estremamente difficile, se non impossibile per i proletari, a maggior ragione se stranieri, ottenere un contratto di affitto di un appartamento. Infine, l’incertezza in merito al proprio destino lavorativo andrà ulteriormente a minare la possibilità per i lavoratori di organizzarsi sul piano sindacale, i quali, sotto ricatto costante, saranno ancora più ostacolati nel portare avanti lotte e vertenze all’interno dei luoghi di lavoro per richiedere condizioni migliorative."

senzatregua.it/2023/01/11/meno…



Firenze, non chiamate mai i vigili del fuoco!


Non chiamate mai i vigili del fuoco!

Pubblicato il 11/01/2023 da Miguel Martinez

Ieri abbiamo avuto una lezione di urbanistica molto istruttiva.

Allora, riassunto delle puntate precedenti:

A dicembre, si apre una grossa buca nella nostra trecentesca strada, percorsa quotidianamente da centinaia di autobus.
I residenti dei palazzi vicini iniziano a segnalare crepe preoccupanti anche nei loro palazzi, che tremano a ogni passaggio.
In particolare, una Signora scopre una voragine nella propria cantina di casa, proprio di fronte alla buca appena tappata.
La Signora chiama i vigili del fuoco, che le consigliano la massima allerta, invitandola a tenere sempre pronta una valigia e scappare al minimo scricchiolio.
La polizia municipale, chiamata dai vigili del fuoco, fa piazzare delle transenne davanti a varie case, tra cui quella della signora.
Il traffico su quattro ruote viene bloccato a monte, con altre transenne.

Tutto chiaro?

Ieri mattina, la Signora a cui hanno detto di essere pronta a scappare riceve una telefonata.

“Sono dell’AVR“

“Cosa?”

“Sì, siamo la ditta che fornisce il Global Service al Comune di Firenze, in particolare siamo noi che mettiamo le transenne.

Il Comune ci sta mettendo pressione, vogliono riaprire la strada al traffico, lei ci dà il permesso?“

“Io? Ma è il Comune che ha chiuso la strada, mica io!”

“Ah, un’altra cosa, oggi le mandiamo la fattura.”

“Non ho capito…”

“Sì, ci deve pagare per le transenne. Le abbiamo messe per lei”.

“Ma perché devo pagare io? Io non le ho mai chieste!”

“No, guardi. La polizia municipale ci ha detto che è stata proprio lei a chiamare i vigili del fuoco, quindi ci rivaliamo su di lei.”

“Allora se devo pagare io, posso togliere le transenne davanti casa mia?”

“No. La rimozione deve essere autorizzata dalla polizia municipale, sono loro che ci hanno detto di metterle, non le può mica togliere lei.

Comunque stiamo preparando la fattura, più tardi gliela mandiamo, buona giornata!”

Qualche ora dopo, arriva per davvero la fattura.

Sono 875 (ottocentosettantacinque/00) euro per la “uscita dell’operaio” e per il godimento non richiesto delle suddette transenne per dieci giorni: ovviamente ogni giorno in più si aggiungeranno ulteriori costi, che verranno fatturati successivamente.

Ma per liberarsi da questo tributo alla Ditta Privata AVR, basta che la Signora esegua i necessari lavori per risistemare tutto, che un perito certifichi la perfetta condizione del palazzo, e soprattutto che la Signora si “assuma tutte le Responsabilità”: se il palazzo cade addosso a una famigliola e ne fa schiacciata co’ l’uva, l’assassina sarà la Signora.



Il Governo cambia, la precarietà resta (anzi, cresce) | Coniare Rivolta

"Tra gli amori che non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, va annoverato senza dubbio quello tra la classe politica italiana e la precarizzazione del mercato del lavoro. Da ormai un trentennio, come abbiamo più volte ripetuto, i governi di tutti i colori, in piena ottemperanza delle direttive europee, si sono prodigati nell’introduzione di varie forme di precarietà, che si cristallizzano nel facilitare la sottoscrizione di contratti a tempo determinato, nella progressiva eliminazione delle tutele contro i licenziamenti ingiustificati e nella legalizzazione dell’intermediazione privata tra domanda e offerta di lavoro (leggasi, agenzie interinali)."

coniarerivolta.org/2023/01/10/…



Trans-Atlantic Data Privacy Framework: elementi chiave


Il framework transatlantico per la protezione e trasferimento dei dati tra UE e USA si avvicina. Quali sono gli elementi principali e cosa significa questo per l'Unione Europea?

La decisione di adeguatezza della Commissione Europea sul Trans-Atlantic Data Privacy Framework ha scatenato un terremoto nel mondo della protezione dei dati. Il tema del trasferimento dei dati negli USA è stato, continua ad essere e con ogni probabilità sarà, l’elefante nella stanza presente in ogni conversazione che ha a che fare con la conformità dei sistemi informativi delle aziende.

Source

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Lo so che è vecchia, ma a me fa sempre ridere. Ed è terribilmente vera.

Sei un informatico? Allora:
Lavori a degli orari bizzarri
... come le prostitute
Sei pagato per rendere felice il tuo cliente
... come le prostitute
Il tuo cliente paga tanto, ma è il tuo padrone che intasca
... come le prostitute
Anche se sei bravo, non sei mai fiero di quello che fai
... come le prostitute
Sei ricompensato se soddisfi le fantasie del cliente
... come le prostitute
Ti è difficile avere e mantenere una famiglia
... come le prostitute
Quando ti domandano in che cosa consiste il tuo lavoro, tu non puoi spiegarlo
... come le prostitute
I tuoi amici si allontanano da te e resti solo con gente del tuo tipo
... come le prostitute
E' il cliente che paga l'hotel e le ore di lavoro
... come le prostitute
Il tuo padrone ha una gran bella macchina
... come le prostitute
Quando vai in "missione" da un cliente, arrivi con un gran sorriso
... come le prostitute
Ma quando hai finito, sei di cattivo umore
... come le prostitute
Per valutare le tue capacità ti sottopongono a dei terribili test
... come le prostitute
Il cliente vuole pagare sempre meno e tu devi fare delle meraviglie
... come le prostitute
Quando ti alzi dal letto dici "Non posso fare questo per tutta la vita"
... come le prostitute



Fr.#18 / Verso l'e-ID, ma perché?


Nel frammento di oggi: passi in avanti verso l'identità digitale europea / Un riassunto di tutti i Twitter Files / Meme e citazione del giorno.

Verso l’identità digitale unica europea


Il 6 dicembre 2022 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato un orientamento generale in merito alla via da percorrere per arrivare ad ottenere entro i prossimi anni un’identità digitale europea unica. La posizione del Consiglio arriva dopo la proposta della Commissione (2021) per un nuovo quadro normativo per un'identità digitale europea attraverso un portafoglio europeo di identità digitale (e-ID).

Nel documento il Consiglio delinea l’obiettivo strategico dell’Unione Europea: fornire a tutti i cittadini e imprese di uno strumento di identificazione elettronica con livello di garanzia “elevato” (cioè il massimo livello di certezza) attraverso un wallet europeo interoperabile.

Nei piani originali dell’UE c’era l’intenzione di lanciare il wallet entro il 2024, ma è presumibile pensare che l’avvio verrà ritardato a causa del livello di garanzia (elevato) richiesto dall’e-ID. Questo infatti sarebbe più alto di quello normalmente diffuso anche in Italia attraverso lo SPID, e causerebbe non pochi problemi di portabilità (o onboarding, come scrive il Consiglio).

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Perché spingere così tanto sull’identità digitale adesso? A che serve?

Certamente, non per rendere più efficienti i (dis)servizi della pubblica amministrazione. Non sarà certo l’identità digitale che incentiverà Gennaro del Comune di Carchitti a sbrigare le sue pratiche burocratiche più velocemente. E no, in effetti non sarà l’identità digitale europea ad aumentare la produttività delle imprese e dei lavoratori e salvarci dalla recessione.

Quindi, a che serve? L’Unione Europea in realtà non lo spiega. Nelle pagine informative parlano di presunti vantaggi per i cittadini, che però potrebbero essere tranquillamente e meglio soddisfatti dal mercato privato senza dare in mano tutte le nostra identità allo Stato, come aprire un conto corrente, registrarsi in un albergo, o dimostrare l’età.

Poi c’è il World Economic Forum. Secondo loro, il costo di non farlo, sarebbe alto:

The cost of not pursuing digital identities is high. Being able to digitally prove claims is vital to enable paperless, contactless, streamlined processes across public and private sectors. Sadly, COVID-19 has shown many cases of fraud applications for grants from bogus organisations, selling non-genuine tests to citizens, setting up fake companies or enlisting fake directors to harvest data.


È una questione di lotta alla criminalità, quindi? Vale la pena costruire un sistema del genere per combattere qualche frode?

La mia idea è che l’e-ID sia un precursore dell’euro digitale e uno strumento necessario per i tempi che verranno. Quando la paura sarà tanta e quando le masse chiederanno più sicurezza (economica, sanitaria, energetica, ecc.) e i governi saranno pronti a venderla, sarà allora fondamentale poter controllare in tempo reale identità, transazioni, spostamenti e trattamenti sanitari obbligatori per i cittadini europei.

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Rivelazioni chiave dei Twitter Files


Chiudiamo questo Frammento con un brevissimo riassunto sulle rivelazioni chiave dei Twitter Files usciti finora. Proprio in queste ore stanno uscendo nuove notizie, quindi vale la pena ripercorrere ciò che sappiamo.1

TWITTER E LA STORIA DEL LAPTOP DI BIDEN HUNTER


Parte 1, di @mtaibbi (2 dicembre 2022)

Rivelazioni chiave: Twitter bloccò la storia del laptop di Hunter Biden sulla base della sua politica interna sui "materiali hackerati", anche se i dirigenti sapevano che la decisione era difficilmente sostenibile. La vicenda stimolò anche una risposta dei Democratici, che chiesero ancora più censura: "il Primo Emendamento non è assoluto".

LE LISTE BLACKLIST SEGRETE DI TWITTER


Parte 2, di @BariWeiss (8 dicembre 2022)

Rivelazioni chiave: Twitter aveva (e ha) a disposizione un enorme armamentario per controllare la visibilità di qualsiasi utente, incluse blacklist di ricerca e delle tendenze, oltre che a controlli per limitare l’amplificazione dei contenuti: “Pensa al filtro della visibilità come a un modo per controllare ciò che le persone vedono a diversi livelli. È uno strumento molto potente”.

LA RIMOZIONE DI DONALD TRUMP


Parti 3, 4 e 5 di @mtaibbi, @ShellenbergerMD e @BariWeiss (9-11 dicembre 2022)

Rivelazioni chiave: Yoel Roth, capo della divisione Trust & Safety incontrò regolarmente FBI e il Homeland Security per gran parte del 2020. Inoltre, Twitter applicò in modo aggressivo i suoi strumenti di censura, come il "filtro della visibilità" a Trump ben prima delle elezioni. Inoltre, i dirigenti interni a Twitter spinsero per creare eccezioni ad personam alle politiche interne per spianare la strada alla rimozione definitiva di Trump, a seguito dell’aumento delle pressioni politiche interne ed esterne. Alcuni dipendenti, rimasti inascoltati, esprimevano dubbi circa la condotta di Twitter. Nonostante le pressioni e le numerose eccezioni, i membri dello staff faticavano a trovare giustificazioni oggettive per sospendere definitivamente Trump. Vijaya Gadde e Yoel Roth spinsero infine per la sospensione, citando “La Banalità del Male” di Arendt e assimilando Trump a Hitler. Trump viene sospeso definitivamente l’8 gennaio 2021.

TWITTER, LA FILIALE DELL'FBI


Parte 6, di @mtaibbi (16 dicembre 2022)

Rivelazioni chiave: i contatti tra Twitter e FBI tra il 2019 e 2021 erano costanti e pervasivi, con riunioni periodiche e workshop. L’FBI inviava periodicamente rapporti a twitter con richieste di intervento e sospensioni.

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ANCORA SUL LAPTOP DI HUNTER BIDEN


Parte 7, di @ShellenbergerMD (19 dicembre 2022)

Rivelazioni chiave: ulteriori approfondimenti sulla storia del laptop di Hunter Biden: ingerenze da parte dell’FBI, con workshop e “war room” di preparazione a un possibile rischio di diffusione di materiale hackerati riguardanti Hunter Biden mesi prima della fuoriuscita delle notizie. Inoltre, alcune comunicazioni mostrano che l’FBI ha pagato Twitter circa $3,4 milioni di dollari dal 2019 al 2020.

LE CAMPAGNE PSYOP SEGRETE E LE ALTRE AGENZIE GOVERNATIVE


Parti 8 e 9, 11 e 12 di @lhfang e @mtaibbi, 20-24 dicembre 2022

Rivelazioni chiave: nonostante le dichiarazioni pubbliche contrarie, per anni (almeno dal 2017 al 2020) Twitter ha approvato e sostenuto operazioni di manipolazione psicologica di massa portate avanti dal Pentagono. Molti account fake furono “whitelisted” e verificati a mano dallo staff di Twitter per aiutare la diffusione delle campagne. I documenti hanno dato modo di scoprire che oltre a FBI e Pentagono, anche la CIA aveva rapporti con Twitter. I funzionari della CIA parteciparono ad almeno una conferenza nell'estate del 2020, in cui si discussero anche i preparativi per le elezioni presidenziali di novembre 2020. L'FBI e la "Foreign Influence Task Force" si incontravano regolarmente non solo con Twitter, ma con Yahoo!, Twitch, Cloudfare, LinkedIn e perfino Wikimedia. Mentre pubblicamente Twitter diceva di essere indipendente e di prendere decisioni solo in base alle proprie politiche, internamente accadeva il contrario. Alcune linee guida mostrano che Twitter rimuoveva account su richiesta delle agenzie governative di intelligence (HHS, NSA, FBI, DHS, ecc.) e perfino su richiesta di specifici politici.

COME TWITTER HA TRUCCATO IL DIBATTITO COVID


Parte 10, di @DavidZweig, 28 dicembre 2022

Rivelazioni chiave: l’amministrazione Biden forzò la mano a Twitter per silenziare account che parlavano di Covid, come quello del giornalista Alex Berenson. In molti casi, i filtri di Twitter rimuovevano o flaggavano come disinformazione contenuti veri o semplicemente controversi (compresi studi peer-reviewed).

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

“Government” itself does no harm, because it is a fictional entity. But the belief in “government” – the notion that some people actually have the moral right to rule over others – has caused immeasurable pain and suffering, injustice and oppression, enslavement and death.”

Larken Rose

Leggi gli altri Frammenti

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Immagine/fotoPrivacy Chronicles

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Come facciamo noi estremisti — amanti della libertà e della non violenza — a creare una comunità di persone che condividono gli stessi principi, se tutto il mondo è spartito tra violente bande armate che si fanno chiamare stati-nazione e non c’è alcun luogo in cui rifuggiarsi…
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10 days ago · 7 likes · 1 comment · Matte Galt
1

Il riassunto è di Matt Taibbi, tradotto e riorganizzato da me

Takky reshared this.





Ecco quello che mancava: finalmente attivati una decina di gruppi forum per discutere nel fediverso di #filologia #psicologia #scuola #basket #libri #astronomia e #ingegneria

feddit.it/post/107226


Abbiamo lanciato una sperimentazione sui gruppi/forum nel fediverso. Chi vuole provare, ci faccia sapere come si trova


Uno dei problemi più avvertiti tra chi frequenta il #fediverso è quello di non riuscire a trovare facilmente dei #topics: discussioni legate a un tema specifico!

Lemmy è un perfetto strumento per creare discussioni all'interno di comunità tematiche, ma gli utenti Mastodon non possono creare post dotati di un titolo/oggetto e perciò, pur potendo seguire e interagire con Lemmy, non possono creare nuove conversazioni.

#Friendica invece mette a disposizione uno strumento che può essere utilizzato anche dagli utenti #mastodon e che può essere utilizzato come surrogato di un gruppo #Facebook: il forum.

l funzionamento di un #forum di Friendica è un po' diverso da quello di un gruppo Facebook: per partecipare alle discussioni di un forum, bisogna:
- INDIVIDUARLO (si tratta di un normale account del fediverso) e seguire quell'account (questo equivale a iscriversi
- quando si desidera scrivere al forum, si potrà inviare un messaggio menzionando il suo indirizzo (nella forma @ + nomeforum + @ + nomeistanza) e quell'account provvederà a ripubblicarlo per tutti coloro che lo seguono
- e se si seguirà quell'account "forum" selezionando la campanellina delle notifiche, sarà possibile non perdersi alcun messaggio!

Oggi abbiamo due gruppi attivi già da diversi mesi (uno per il supporto a Friendica e uno per la #scuola) ma abbiamo deciso di attivarne altri nove del tutto sperimentali dedicati alla #filologia, ai #libri, al #basket, all #astronomia (forum che rilancerà anche i post dell'omonima comunità Feddit), alle informazioni rapide sui terremoti e all'ingegneria!
Se sei interessato ai nostri gruppi / forum puoi trovarli in questa lista:
1) @forum@poliverso (forum dedicato a chi cerca assistenza su #Friendica)
2) @scuola@poliverso - Gruppo Forum (tutto sulla scuola -e il software libero)
3) @astronomia@poliverso - Gruppo Forum (legato all'omonima comunità feddit è dedicato a chi si interessa di stelle, pianeti, satelliti e viaggi spaziali)
4) @basket@poliverso - Gruppo Forum (dedicato alla pallacanestro italiana e straniera)
5) @filologia@poliverso - Gruppo Forum (dedicato alla regina delle scienze umane)
6) @libri@poliverso.org - Gruppo Forum (dedicato ai libri, per chi da mastodon vuole lanciare un thread non potendolo fare su Lemmy)
7) @psicologia@poliverso.org Gruppo Forum (dedicato alla mente e alle sue meraviglie)
8) @terremoto@poliverso.org Gruppo Forum (per scambiarsi rapidamente informazioni sui terremoti in corso)
9) @ingegneria@poliverso.org Gruppo Forum dedicato a studenti ed ex studenti di ingegneria
10) @eventilinux@poliverso.org (per chi vuole dare notizia di eventi legati al mondo Linux)
11) @motori@poliverso.org (per gli appassionati di auto e moto)
12) @cucina@poliverso.org (dedicato a uno dei più frequenti argomenti di conversazione)

Se l'idea si rivelerà utile, ne attiveremo anche altri su richiesta di tutti gli utenti che ci seguono.

PS: i forum Friendica possono essere seguiti anche da Lemmy! Se siete su feddit potete seguirli facilmente da qui (ma potrete leggere SOLO i post con un oggetto, altrimenti Lemmy non sarà in grado di interpretarli correttamente):




In favore della decentralizzazione nel fediverso: il post breve ma intenso di dansup@mastodon.social

Un singolo server Pixelfed ospita il 56% di tutti gli account Pixelfed.

Sì, è la mia istanza e io sono lo sviluppatore di Pixelfed, ma questa situazione non è sana né sostenibile. Ecco perché pixelfed.social non accetta nuove registrazioni.

Puoi trovare un server aperto a cui unirti su pixelfed.org/servers

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Qualcuno l'ha vista? Commenti?




Com’è la serie su Netflix i cui episodi possono essere visti nell’ordine che si vuole ilpost.it/2023/01/06/caleidosc…



Giorgia Meloni e il sacramento dell'eucarestia


#Roma, 5 gennaio 2023, esequie del pontefice emerito #Benedetto XVI.
La scena riprende Giorgia #Meloni, all'epoca Primo Ministro del governo dello stato che occupa la penisola italiana, che si appresta a ricevere l'#eucarestia.

Secondo il #catechismo della #Chiesa #Cattolica (2353) "La #fornicazione è l'unione carnale tra un #uomo e una #donna liberi, al di fuori del #matrimonio. Essa è gravemente contraria alla #dignità delle persone e della #sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all'educazione dei #figli. Inoltre è un grave #scandalo quando vi sia corruzione dei giovani".

Secondo il #Codice del #Diritto #Canonico (914) non sono ammessi alla sacra comunione "gli scomunicati e gli interdetti, dopo l'irrogazione o la dichiarazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in #peccato grave manifesto".

Giorgia Meloni convive more uxorio.

Il sacerdote poteva briosamente ignorarla.
La presenza delle telecamere avrebbe reso il suo gesto ancora più significativo.

informapirata ⁂ reshared this.