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“A Rosolini senz’acqua né servizi”: le associazioni denunciano lo stato in cui vivono 180 minori stranieri nella struttura siciliana


"Nella struttura d'accoglienza destinata a brevissime permanenze, emerge una preoccupante mancanza di diritti e di servizi che potrebbero configurare una violazione dei diritti umani" L'articolo “A Rosolini senz’acqua né servizi”: le associazioni denunci

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Comunicato stampa –

Pagine Esteri, 22 dicembre 2023. ASGI, ARCI, CNCA, Defence for Children International Italia, INTERSOS e Oxfam Italia chiedono che i minori siano trasferiti in centri di accoglienza adeguati e ricordano le recenti condanne della CEDU verso l’Italia

Circa 180 minori stranieri non accompagnati vivono in condizioni gravemente inadeguate e lesive della loro dignità in una struttura di primissima accoglienza sita nel Comune di Rosolini, in Sicilia, alcuni da oltre tre mesi.

Tali condizioni, oltre a non risultare conformi alle norme in materia di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, potrebbero configurare, sulla base della recente e ormai consolidata giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, trattamenti inumani e degradanti ai sensi dell’art. 3 della Convenzione EDU.

È quanto denunciano ASGI, ARCI, CNCA, Defence for Children International Italia, INTERSOS e Oxfam Italia in una lettera inviata lunedì 18 dicembre 2023 alle istituzioni centrali e locali, quali la Prefettura, il Tribunale per i Minorenni, la Procura, il Sindaco, il Servizio Centrale SAI e le Autorità garanti per l’infanzia.

Nella struttura, per legge destinata a brevissime permanenze, emerge una preoccupante mancanza di diritti e di servizi: la rete idrica assicura la distribuzione d’acqua per sole tre ore al giorno e, talvolta, i minori sono costretti a lavarsi con l’acqua delle bottiglie; sono inoltre disponibili solo cinque docce (prive di acqua calda) e una decina di servizi igienici, collocati all’esterno e spesso mal funzionanti, evidentemente insufficienti per 180 persone.

Le associazioni descrivono così le condizioni all’interno della struttura: “I minori dormono su brandine collocate all’interno del pallone tensostatico, senza alcuna garanzia di privacy. Non sono disponibili spazi comuni per la mensa né per svolgere attività educative e ricreative. In mancanza di tavoli e sedie, i ragazzi sono costretti a consumare i pasti in piedi o seduti sulle brandine”. A questo si aggiunga che”non sarebbero stati forniti ai minori coperte, vestiti e prodotti igienici in quantità sufficiente, soprattutto considerato il prolungamento dell’accoglienza per settimane o addirittura mesi””.

Mancano inoltre assistenti sociali ed educatori, la presenza dei mediatori è limitata ad un giorno alla settimana, non è stata fornita alcuna informativa o assistenza legale e non risultano le nomine dei tutori né i minori hanno avuto accesso alla richiesta di permesso per minore età o alla domanda di protezione internazionale. Sebbene sia presente personale sanitario, “non risulterebbe garantita un’adeguata assistenza psicologica, benché molti dei minori accolti abbiano subito gravi traumi e in alcuni casi portino sul corpo i segni delle torture subite, e alcuni ragazzi appaiano in uno stato depressivo” si legge nella lettera alle istituzioni.

Una situazione che emerge anche dalla visita che Il 18 settembre il Senatore Antonio Nicita ha svolto presso la struttura e su cui è stata presentata il 22 novembre alla Camera un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno a firma dell’On. Marco Grimaldi.

La struttura risulta essere in aperta violazione delle norme relative ai centri per minori non accompagnati, che prevedono una capienza massima di 50 posti e la garanzia di i servizi tra cui l’insegnamento dell’italiano, l’orientamento legale e l’assistenza psicologica.

Ispezioni da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni presso la struttura, trasferimenti dei minori in strutture adeguate e, in attesa, garanzia del rispetto dei diritti fondamentali loro riconosciuti dalla normativa vigente, come il soddisfacimento dei bisogni essenziali, con la nomina di un tutore per ciascun minore oltre alla presentazione al più presto della richiesta di permesso di soggiorno per minore età ovvero la domanda di protezione internazionale: queste le richieste con cui si conclude la lettera di ASGI, ARCI, CNCA, Defence for Children International Italia, INTERSOS e Oxfam Italia che ricordano la recente giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani(CEDU), che ha condannato l’Italia in ben tre decisioni per aver collocato alcuni minori stranieri non accompagnati in strutture d’accoglienza inadeguate, ove non erano rispettati i diritti fondamentali loro riconosciuti dalla normativa nazionale e internazionale, con conseguente violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (divieto di trattamenti inumani e degradanti). Pagine Esteri

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“Cercasi Stato disperatamente” l’ultima fatica di Matteo Grossi – L’informatore lomellino


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Né virgole né congiunzioni. I figli di WhatsApp arrivano all’università ma non sanno più scrivere – La Repubblica


Scrivono, costantemente. Messaggi brevi, spezzettati, arricchiti di emoticon.Frasi non per forza stringate ma immediate, ispirate dal momento, sollecitate dall’interlocutore. Conil risultato che nessuna generazione ha mai scritto tanto quanto i ventenni d

Scrivono, costantemente. Messaggi brevi, spezzettati, arricchiti di emoticon.Frasi non per forza stringate ma immediate, ispirate dal momento, sollecitate dall’interlocutore. Conil risultato che nessuna generazione ha mai scritto tanto quanto i ventenni di oggi. Tra chat e socialè un profluvio di parole quotidiane. Quando però devono dare forma a un testo complesso, si arenano.Anche gli studenti universitari. Si perdono nel mare della punteggiatura, tentennano nella sintassi.

È il risultato di uno studio che ha coinvolto 2.137 studenti di 45 atenei italiani. A guidarlo NicolaGrandi, ordinario di glottologia e linguistica a Bologna,
capofila del progetto condotto insieme agli atenei di Pisa, Macerata e all’università per stranieri di Perugia. «Nel febbraio 2017 — spiega Grandi— una lettera inviata da seicento professori al presidente del consiglio, al ministro dell’istruzione e al parlamento denunciava le carenze linguistiche degli studenti, messi sotto accusa per l’italiano scritto con errori “appena tollerabili in terza elementare”. Il documento mi colpì, anche perché non si basava su alcun dato scientifico». Così Grandi e il suo gruppo di lavoro sono voluti andare a fondo con il progetto UniversIta, la prima ricerca sistematica condotta in Italia sulle capacità di scrittura di chi è iscritto a un corso di laurea. A ogni partecipante è stato chiesto di redigere un testo formale tra le 250 e le 500 parole, un elaborato in cui si doveva mettere nero su bianco la propria esperienza durante il lockdown (era la primavera del 2021). Gli scritti sono stati poi corretti in base a numerosi parametri, tra cui lessico, sintassi e punteggiatura. Con il risultato che per ogni elaborato sono presenti in media 20 errori, di cui la metà di punteggiatura.

«L’abitudine alla scrittura in ambito informale — osserva Grandi — sembra aver pervaso l’ambito formale. Una sorta di parlato digitato, con una assai limitata articolazione sintattica e una struttura dell’argomentazione abbastanza “spezzettata” ». Testi carenti di sintassi, coerenza, scelte lessicali. E l’uso di punti e virgole ne è la manifestazione più evidente: «D’altronde la punteggiatura non è, come spesso si insegna, solo un fatto grafico, ha un forte valore testuale, cioè scandisce l’organizzazione del testo. Ed è risultata molto deficitaria».

D’altronde scorrendo i risultati della ricerca solo il 17,5% del campione legge più di dieci libri in un anno, mentre il 52% si cimenta a malapena con cinque volumi in 12 mesi. Altro dato sorprendente è che gli studenti di area scientifica sono più bravi nella redazione di un elaborato rispetto a gli umanisti. E, più in generale, chi frequenta un ateneo del nord ha un lessico più variegato rispetto a chi è iscritto in un’università del centro Italia. Nessuna sorpresa invece per quanto riguarda la provenienza: chi viene dal liceo se la cava meglio con le parole. E tra questi chi conosce lingue antiche fa in media 2,46 errori in meno. Da notare poi che il numero di strafalcioni commessi cala progressivamente passando da studenti pr ovenienti dalla classe socioeconomica bassa a quelli di medio alta, per poi aumentare nuovamente tra chi appartiene ai ceti più agiati.

Quasi tutti — otto su dieci — dichiarano però di sentirsi abbastanza o molto sicuri nello scrivere.Senza però saper distinguere i contesti. «La grammatica che usiamo per redigere una tesi di laurea èdiversa da quella che usiamo quando digitiamo un messaggio su WhatsApp. Ma saper usare una linguasignifica proprio questo: compiere scelte adeguate alla situazione comunicativa. Che è quello chescuola e università dovrebbero insegnare, anche se quasi mai lo fanno». Secondo i dati emersi da unamappatura di 62 corsi di laurea sono infatti appena 14 gli insegnamenti finalizzati a rafforzare leabilità di scrittura. «Fino a pochi anni or sono, si producevano scritti quasi esclusivamente in unambiente, per così dire, protetto e sorvegliato, cioè a scuola. Testi destinati ad essere corretti,progettati avendo ben presente che sarebbero stati “vagliati” e corretti. Le relazioni tra pari eranoinvece dominio incontrastato dell’oralità. E la scrittura informale, non pianificata, di fatto nonesisteva. Oggi con la tecnologia siamo di fronte a uno scenario totalmente differente, con cui occorreconfrontarsi». L’esperto Nicola Grandi, 50 anni, ordinario di glottologia elinguistica all’università di Bologna. Ha guidato la ricerca sulle capacità di scrittura degliuniversitari.

di Emanuela Giampaoli, la Repubblica, 18 dicembre 2023

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#NoiSiamoLeScuole questa settimana racconta quattro scuole di Lecce e provincia. Grazie ai fondi del #PNRR saranno realizzati laboratori digitali negli Istituti “De Pace” e “De Giorgi” di Lecce.


Laboratorio Parlamento Europeo


La Fondazione Luigi Einaudi è lieta di presentare il nuovo progetto formativo “Laboratorio Parlamento Europeo”, rivolto agli studenti delle scuole superiori della Regione Siciliana, che consisterà in una serie di simulazioni di sedute del Parlamento Europ

La Fondazione Luigi Einaudi è lieta di presentare il nuovo progetto formativo “Laboratorio Parlamento Europeo”, rivolto agli studenti delle scuole superiori della Regione Siciliana, che consisterà in una serie di simulazioni di sedute del Parlamento Europeo. I partecipanti vestiranno i panni degli Eurodeputati e si confronteranno con tematiche importanti dell’attualità europea e sociale.

Per informazioni e prenotazioni per l’organizzazione del laboratorio contattare il responsabile del progetto, l’avv. Gian Marco Bovenzi, all’indirizzo email: bovenzi@fondazioneluigieinaudi.it

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Presentazione del libro “Banche, agricoltura e Stato Italiano. Un saggio introduttivo: 1861-1946” di Simone Misiani


Il 20 dicembre alle ore 17.30 il professor Simone Misiani presenterà presso la nostra fondazione il volume “Banche, agricoltura e Stato italiano. Un saggio introduttivo: 1861 – 1946”. Il volume intende ricostruire la nascita, le caratteristiche e le final

Il 20 dicembre alle ore 17.30 il professor Simone Misiani presenterà presso la nostra fondazione il volume “Banche, agricoltura e Stato italiano. Un saggio introduttivo: 1861 – 1946”. Il volume intende ricostruire la nascita, le caratteristiche e le finalità del modello di credito speciale per l’agricoltura che è sorto e si è via via affermato, in forme originali, in Italia.

Oltre all’autore interverranno Alfredo Gigliobianco (già Banca d’Italia – Ufficio ricerche storiche), Roberto Ricciuti (Università degli studi di Verona), Gaetano Sabatini (CNR-ISEM), Luca Tedesco (Università di Roma TRE). Introduce e coordina l’evento la professoressa Emma Galli, direttore del Comitato scientifico della Fondazione Luigi Einaudi.

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La Difesa fuori dal Patto di stabilità è solo il primo passo. L’opinione di Tricarico


Non si può non condividere, e plaudire, a questa ulteriore iniziativa di Guido Crosetto andata a buon fine con lo scorporo delle spese per la Difesa dalla tenaglia dei parametri di stabilità, destinati però nel tempo a rafforzare la loro cifra di fiscalit

Non si può non condividere, e plaudire, a questa ulteriore iniziativa di Guido Crosetto andata a buon fine con lo scorporo delle spese per la Difesa dalla tenaglia dei parametri di stabilità, destinati però nel tempo a rafforzare la loro cifra di fiscalità e rigore.

Ulteriore iniziativa, perché il ministro della Difesa sta mettendo mano – auspicabilmente in maniera non casuale – ad una serie di argomenti considerati finora tabù, nervi scoperti del sistema Italia da non sfiorare, quali l’esportazione dei materiali di armamento e la giustizia.

Che i temi evocati fossero polvere destinata a restare sotto il tappeto lo si è capito subito dalle reazioni scomposte, ed emblematiche di una politica che privilegia la rissa sistematica e puntuale agli approfondimenti la cui necessità dovrebbe essere fuori discussione.

Francamente è difficile comprendere come di fronte a parole sovversive – non c’è altra possibile lettura – pronunciate pubblicamente da alcuni magistrati si preferisca mettere in stato di accusa chi ha denunciato il fatto più che cercare di capire il grado di infezione nel corpo della magistratura.

Tutto ciò considerato, vi è da augurarsi che quelli di Crosetto siano solo i primi passi di un percorso da coprire nell’arco della legislatura.

E per quanto attiene in particolare alle spese per la difesa, numerosi sono gli interventi da cantierare, a cominciare dall’entità del bilancio della Difesa, da quel fatidico 2% del Pil che la Nato sta da tempo reclamando. Largamente inascoltata.

La sensazione, forse il concreto rischio, è che gli Stati Uniti, laddove dovessero cadere ancora in mano a Trump, possano dar seguito alle minacce di un sostanziale disimpegno fatto balenare fin troppo esplicitamente in più di una occasione.

A quel punto i parametri di condivisione degli oneri andrebbero rivisti a livelli ben più robusti ed il 2% potrebbe non rappresentare neppure la soglia minima di impegno.

La spesa poi andrebbe riqualificata, rispondendo alla semplice domanda di che cosa serva veramente per edificare una difesa comune.

Oggi ogni paese pensa a sé stesso, se si dovessero sommare aritmeticamente e geometricamente gli eserciti dei 27 membri se ne ricaverebbe uno strumento multiforme, incompleto, in alcune articolazioni ridondante in altre deficitario, non sempre interfacciabile nelle varie capacità, un’orchestra che non ha mai suonato insieme, dotata di strumenti uno diverso dall’altro, probabilmente divisi sullo spartito da interpretare nelle varie circostanze.

Ma ancor prima di una razionalizzazione complessiva, andrebbe scritta ex novo una dottrina di impiego della forza che possa attagliarsi con gli scenari per i quali ormai anche la fantasia viene spesso superata dalla realtà, andrebbe operato uno sforzo progettuale comune atto a conferire efficacia e flessibilità alle future forze armate.

Solo a valle di una fase concettuale di tale portata si potrà avere la percezione precisa di come impiegare le risorse, non prima.
Invece oggi tutto è lasciato alla perspicacia, alle intuizioni ed alle decisioni più o meno oculate di ogni singolo paese. Quando non agli interessi di carattere industriale, gli unici oggi capaci di generare progetti comunitari ma che pur sempre restano espressione di scelte incubate e sviluppate fuori dagli Stati maggiori.

Ecco perché spendere oggi risorse per la Difesa è un esercizio alquanto complesso, da incardinare saldamente nell’alveo di una progettazione coerente con i variegati scenari di crisi e con un occhio sempre rivolto ad uno strumento militare comune.


formiche.net/2023/12/difesa-pa…



Comunicazione di servizio: nei prossimi giorni saranno possibili disservizi per la migrazione dei server poliverso.org e poliversity.it

A causa dell'incremento dei costi dovuti alla necessità di disporre di una sempre più elevata potenza di calcolo, abbiamo valutato l'impiego di un unico server dedicato a entrambe le comunità social poliverso.org e poliversity.it

Questa migrazione, che potrebbe comportare diverse ore di indisponibilità del sistema, avverrà nei prossimi giorni, ma a causa delle incipienti vacanze non sappiamo dirvi precisamente quando verrà effettuata se non con un breve anticipo.

Gli annunci saranno effettuati anche dagli account di @informapirata :privacypride: e di @Poliverso :friendica: e verranno pubblicati sulla comunità Lemmy @Che succede nel Fediverso? dedicata al Fediverso, in modo che potrete essere informati anche durante i momenti di indisponibilità del sistema.

Vi ricordiamo che potete supportare il nostro progetto attraverso due canali di finanziamento:


1) Ko-Fi: ko-fi.com/poliverso
2) Liberapay: liberapay.com/poliverso

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

una domanda: so che threads è stato bloccato su poliverso.org per motivi tecnici. Con la migrazione rimarrà bloccato o sarà sbloccato, avendo il server più risorse?
in reply to Sabrina Web 📎

@sabrinaweb71 il nostro orientamento è pregiudizialmente negativo nei confronti di Meta. Al momento comunque stiamo valutando se avviare sperimentalmente la federazione con Threads, quanto meno per capire se funziona oppure no (non è scontato: Threads è stato fatto per comunicare principalmente con Mastodon!).
In ogni caso, prima di avviare la federazione, daremo una preventiva comunicazione agli iscritti

@notizie @fediverso @poliverso

Unknown parent

@Sinistra Libertaria stiamo provando diverse opzioni ma ancora non abbiamo deciso quale sarà quella definitiva


GAZA. In 77 giorni 20.000 morti e 53.000 feriti. Nella Striscia 1 bagno ogni 220 persone


OMS: "Consegnamo forniture mediche ma la gente quando ci vede corre verso i nostri camion sperando che sia cibo". L'articolo GAZA. In 77 giorni 20.000 morti e 53.000 feriti. Nella Striscia 1 bagno ogni 220 persone proviene da Pagine Esteri. https://pagi

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di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 22 dicembre 2023. Dopo 48 ore di blackout delle telecomunicazioni, il Ministero della Salute di Gaza ha oggi comunicato il numero dei palestinesi uccisi negli ultimi due giorni: 390, 734 i feriti.

Il numero totale dei morti accertati nella Striscia, sempre su comunicazione del Ministero della Sanità, supera i 20.000 (20.057) dal 7 ottobre 2023. Di questi circa 8.000 sono bambini e minori. I feriti sono almeno 53.320. Ma tenere un conteggio preciso diventa giorno dopo giorno più difficile: non ci sono più ospedali realmente funzionanti nel nord di Gaza, al sud la situazione è disperata e sono decine i palestinesi che ogni giorno lasciano i rifugi per provare a recuperare i corpi dei parenti rimasti sotto le macerie delle proprie abitazioni. La Mezzaluna Rossa palestinese ha fatto sapere questa mattina che la sala operativa continua a ricevere decine di telefonate di persone che supplicano e piangono per ricevere un soccorso che non potrà arrivare: non esiste un coordinamento per un accesso sicuro nelle aree sotto bombardamento e a Jabalia l’esercito israeliano ha bloccato le ambulanze, impedendo alle squadre mediche di muoversi.

🚨 Colleague Rana Al-Faqiha from the central operations room at the PRCS reports, “We receive dozens of calls from people pleading and crying for ambulance vehicles 🚑 to transport the wounded and injured in the airstrikes, whether in Gaza, the north, or some areas in… pic.twitter.com/dD5oTV9ljQ

— PRCS (@PalestineRCS) December 21, 2023

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la “combinazione letale di fame e malattie causerà molti altri morti nella Striscia di Gaza”. La fame che attanaglia la popolazione della Striscia, composta oramai quasi interamente da sfollati, porterà a un aumento delle malattie soprattutto tra i bambini, le donne incinte, quelle che allattano e gli anziani. Almeno una famiglia su 4, secondo le stime pubblicate oggi, si trova in “condizioni catastrofiche”, ossia muore letteralmente di fame oppure sperimenta una carenza estrema di cibo o, ancora, ha venduto i suoi beni primari per potersi procurare un pasto. I membri dell’OMS presenti nel nord di Gaza hanno dichiarato che ogni persona con cui hanno parlato soffriva la fame. Anche feriti, personale medico, tutti gli hanno chiesto loro del cibo. “Ci spostiamo nella Striscia per consegnare forniture mediche ma la gente quando ci vede corre verso i nostri camion sperando che sia cibo”. Secondo le testimonianze degli staff medici e di sicurezza, anche i feriti che soffrono terribili dolori non chiedono medicine ma acqua e cibo, e questo fa ben comprendere “la cifra della disperazione”. La malnutrizione aumenta la possibilità che malattie come diarrea, polmonite, morbillo, diventino letali per i bambini, soprattutto nei casi, sempre più numerosi, in cui non esiste un accesso ai servizi sanitari.

Di 1 milione e 900mila sfollati, 1 milione e 400mila persone vivono in rifugi di fortuna, sovraffollati, senza acqua potabile né bagni, in balìa delle piogge, del vento, degli allagamenti. Oggi a Gaza, in media c’è un bagno ogni 220 persone, una doccia ogni 4.500.

Un’indagine della CNN, pubblicata questa mattina, rivela che almeno in tre casi verificati dall’emittente televisiva statunitense, l’esercito israeliano ha bombardato una zona da esso stesso definita come sicura, verso la quale, solo poche ore prima, aveva invitato la popolazione a dirigersi. In alcuni di quei bombardamenti sono state compiute delle vere e proprie stragi, che hanno portato alla distruzione totale di intere famiglie, scomparse in un attimo dalla faccia della terra. Le Nazioni Unite e altre organizzazioni umanitarie internazionali hanno denunciato decine di bombardamenti nei luoghi indicati come “sicuri” dalle mappe che Israele ha fornito alla popolazione palestinese, contenenti il più delle volte indicazioni confuse e contrastanti. L’ONU ha dichiarato che questo tipo di attacchi conferma ciò che da settimane i suoi portavoce stanno dichiarando: “A Gaza non esistono posti sicuri”. In queste ore arriva la notizia che un ordine di evacuazione è stato consegnato dall’esercito israeliano ai residenti del campo profughi di Bureij, perché si muovano tutti verso Deir al-Balah, a sud.

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Una delle mappe di evacuazione consegnate dall’esercito israeliano ai civili di Gaza

Il Washington Post ha pubblicato poche ore fa una sua inchiesta indipendente sull’ospedale Al-Shifa, giungendo alla conclusione che l’esercito israeliano non è riuscito a consegnare nessuna prova convincente per dimostrare che la struttura sanitaria fosse utilizzata da Hamas come centrale operativa: “L’attacco da parte di un alleato degli Stati Uniti [Israele, nda] di un complesso che ospita centinaia di pazienti malati e morenti e migliaia di sfollati non ha precedenti negli ultimi decenni. La marcia su al-Shifa ha causato il blocco dei servizi ospedalieri. Mentre le truppe israeliane si avvicinavano e i combattimenti si intensificavano, il carburante si esauriva, le forniture non potevano entrare e le ambulanze non erano in grado di raccogliere le vittime dalle strade. Prima che le truppe entrassero nel complesso, i medici avevano scavato una fossa comune per ben 180 persone, come hanno detto le Nazioni Unite, citando il personale ospedaliero. L’obitorio aveva da tempo cessato di funzionare. Diversi giorni dopo, quando i medici dell’OMS sono arrivati per evacuare quelli ancora all’interno, hanno detto che da luogo di guarigione l’ospedale si era trasformato in una “zona di morte”. Almeno 40 pazienti – tra cui quattro bambini prematuri – sono morti nei giorni precedenti il raid e le sue conseguenze, secondo le Nazioni Unite […] Ma secondo un’analisi del Washington Post compiuta attraverso immagini open source, immagini satellitari e tutti i materiali dell’IDF rilasciati pubblicamente, le prove presentate dal governo israeliano non dimostrano che Hamas avesse usato l’ospedale come centro di comando e controllo. Ciò solleva domande critiche, dicono gli esperti legali e umanitari, sul fatto che il danno civile causato dalle operazioni militari israeliane contro l’ospedale – circondando, assediando e infine facendo irruzione nella struttura e nel tunnel sottostante – fossero proporzionati alla minaccia valutata”. L’Associazione AlAwda Health and Community ha denunciato ieri l’uccisione, da parte dei cecchini dell’esercito israeliano, di diversi membri del personale sanitario dell’ospedale Al Awda, una delle ultime strutture rimaste parzialmente funzionanti nel nord della Striscia. Pagine Esteri

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Odi et amo per l’impero americano


Odi et amo per l’impero americano xi jinping
Chi è Xi Jinping? Che storia ha e di quali idee, interessi nazionali, economici e geopolitici è portatore? La lunga marcia di un ragazzo diventato adulto in fretta, figlio di un importante collaboratore di Mao Zedong caduto in disgrazia e poi riabilitato. Dalla rivoluzione culturale nelle campagne, vissuta come un trauma, all’incontrastata ascesa allo scranno più alto del Partito comunista cinese: i sogni, le ambizioni e i progetti del nuovo “grande timoniere”.

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In Cina e Asia – Riprende la comunicazione militari tra Cina e Stati Uniti


In Cina e Asia – Riprende la comunicazione militari tra Cina e Stati Uniti stati uniti
I titoli di oggi: Riprende la comunicazione militari tra Cina e Stati Uniti Nuova stretta sui videogame: crollano le azioni di Tencent Cina, nuovi controlli su esportazione di tecnologie strategiche Cina-Argentina, congelato accordo swap da 6,5 miliardi di dollari Gli Usa avvieranno indagine sui chip cinesi Aiea: la Corea del Nord ha attivato nuovo reattore nucleare Thailandia, il matrimonio egualitario ...

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Milei: liberismo e repressione a colpi di motosega


In Argentina la mannaia del turboliberista Milei si abbatte sulle imprese pubbliche e sui diritti dei lavoratori. Il governo annuncia la mano dura contro le proteste L'articolo Milei: liberismo e repressione a colpi di motosega proviene da Pagine Esteri.

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di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 22 dicembre 2023 – Durante le iniziative della campagna elettorale che lo ha visto trionfare, il turboliberista Javier Milei aveva più volte agitato una motosega a simboleggiare il metodo con cui intendeva intervenire. Le prime misure adottate da presidente dell’Argentina dimostrano che non esagerava.

“Più mercato meno Stato”, la mannaia di Milei
La sera del 20 dicembre il leader de “La libertad avanza” ha presentato uno scioccante pacchetto che prevede l’eliminazione o la modifica di un totale di 300 leggi, con l’intento di aggredire le funzioni e le proprietà dello Stato e affidarle alle leggi di mercato e ai privati.
Il leader di un’estrema destra atipica quanto rabbiosa ha presentato un “megadecreto di necessità e urgenza” (DNU) che prevede la deregulation del mercato interno e del commercio estero, la deroga della legge sugli affitti, la riduzione dei diritti dei lavoratori e la creazione delle condizioni per la privatizzazione di un gran numero di imprese finora sotto il controllo pubblico.

«Cominciamo a distruggere questo castello giuridico-istituzionale oppressivo che ha distrutto il nostro paese» ha sentenziato Milei dal Salón Blanco della Casa Rosada nel corso di un discorso televisivo di appena 15 minuti. «Oggi è un giorno storico, dopo decenni di fallimenti e impoverimento iniziamo il cammino della ricostruzione» ha aggiunto dopo aver brevemente elencato i punti salienti del suo feroce piano di aggiustamento fiscale. Al suo lato, oltre a una decina di ministri, c’era anche Federico Sturzenegger, l’ideatore delle misure appena annunciate, ex governatore della Banca Centrale chiamato da Milei a coordinare le politiche economiche del governo, in cui pure non ha nessun incarico.

Milei ha affermato di ispirarsi alle politiche economiche di Carlos Menem, da lui definito «il miglior presidente della storia» e di voler «restituire la libertà e l’autonomia agli individui, togliendogli lo Stato di dosso». Ma il timbro turboliberista dei Chicago Boys e delle dittature sudamericane degli anni ’70 e ’80 è evidente.

“El loco” ha spiegato che intende «trasformare tutte le imprese statali in società anonime per poi poterle privatizzare» e che ha già autorizzato «la cessione del pacchetto azionario di Aerolineas Argentinas», la compagnia di bandiera nazionale. Milei ha inoltre annunciato che le società che gestiscono le squadre di calcio potranno trasformarsi in società per azioni.

Per quanto riguarda il capitolo lavoro, Milei ha anticipato che la sua riforma stabilisce una diminuzione degli indennizzi ai lavoratori licenziati, aumenta il periodo di prova precedente all’eventuale assunzione fino a otto mesi e include i blocchi e le occupazioni degli spazi aziendali durante le vertenze sindacali come possibile causa di licenziamento. Il decreto presidenziale stabilisce inoltre un aumento dei livelli minimi garantiti nei comparti ritenuti essenziali in caso di sciopero, nei quali l’attività lavorativa non potrà essere ridotta a meno del 50%, e una massiccia estensione dei suddetti servizi essenziali a molti settori finora esentati.

Attaccando e riducendo i diritti dei lavoratori, ha promesso il presidente, ridurrà i «salari da miseria» e «il lavoro precario». A detta dell’eccentrico 52enne «l’aumento indiscriminato e continuo delle tasse attenta al diritto di proprietà degli argentini, al risparmio, agli investimenti e genera salari reali miserabili». “El Loco” ha denunciato che a causa del deficit fiscale l’Argentina è un paese «in cui il 50% della popolazione vive sotto la linea della povertà, e più del 10% della popolazione è indigente in un paese che produce alimenti per 400 milioni di esseri umani, con una pressione fiscale sul settore agroalimentare del 70%». La ricetta, ha spiegato, è “meno stato e più mercato”, una cura neoliberista che però le popolazioni dell’America Latina hanno a lungo provato sulla propria pelle e pagato carissima nei decenni scorsi.

Il rischio iperinflazione
Secondo molti economisti argentini, le misure appena varate da Milei getteranno sul lastrico milioni di argentini, già colpiti dalla brutale svalutazione del 52% del Peso decisa il 12 dicembre dal Ministro dell’Economia Luis Caputo, insieme all’aumento di alcune tariffe e al taglio delle pensioni, con l’intento di ridurre il deficit statale. Il Governo stima che la svalutazione potrebbe generare un’inflazione mensile compresa tra il 30% e il 40% per almeno un trimestre; Milei spera che l’inflazione galoppante venga ridotta dal calo della domanda quando le classi medie e popolari, a causa del repentino crollo del loro potere d’acquisto, dovranno rinunciare a molti beni e servizi. Ma si tratta di una scommessa molto rischiosa. Ammesso che non si scateni un’iperinflazione fuori controllo, nel frattempo milioni di persone potrebbero essere ridotte in povertà.

Come se non bastasse “El Loco” ridurrà i sussidi attualmente applicati all’energia e ai trasporti, non bandirà più appalti per i lavori pubblici (da cui dipendono almeno 400 mila lavoratori) e congelerà la spesa pubblica, causando un’ondata di licenziamenti. Inoltre, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, riprenderà il precedente sistema di imposta sul reddito che il governo del peronista moderato Alberto Fernandez aveva ridotto, e istituirà un’imposta del 17,5% sulle importazioni, allo scopo di risparmiare il 5% sul Pil per raggiungere l’equilibrio fiscale.

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Le prime proteste
Le opposizioni parlamentari hanno immediatamente denunciato il “carattere nullo e incostituzionale” del decretone, annunciando l’organizzazione di una campagna di proteste nel paese. Ma secondo l’ordinamento costituzionale argentino i “decreti di necessità e urgenza” come quello appena varato da Milei non vengono sottoposti all’esame degli organismi elettivi, e per essere respinti devono essere cassati in blocco da entrambi i rami del parlamento, una circostanza che nella storia dell’Argentina non si è mai verificata.
Intanto lo scontento di molti quartieri di Buenos Aires e degli altri centri della sua area metropolitana si è manifestato a colpi di clacson e di pentole subito dopo la messa in onda del discorso del presidente. Migliaia di persone hanno marciato verso Plaza de Mayo scontrandosi con le forze dell’ordine nel giorno dell’anniversario della rivolta popolare del 2001 contro il peronista di destra Fernando de la Rua, la cui repressione costò la vita a 39 persone. Al termine della marcia, organizzata da alcuni movimenti della sinistra radicale, gli organizzatori hanno chiesto ai sindacati di proclamare immediatamente uno sciopero generale.

Divieti e repressione: il governo annuncia la mano dura
Il nuovo governo sembra temere molto le proteste popolari e infatti nei giorni scorsi la ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich, subito dopo l’insediamento ha annunciato il divieto de facto delle mobilitazioni annunciate dalle organizzazioni sociali e sindacali, in nome del «diritto degli argentini a vivere e circolare tranquillamente». L’ex candidata alla presidenza della destra tradizionale (rivale di Milei prima dell’accordo per la formazione dell’esecutivo) ha ordinato alla polizia di impedire i blocchi stradali garantendo mano libera agli agenti. L’ordinanza del Ministero della Sicurezza include il ricorso massiccio all’identificazione dei manifestanti, all’uso dei droni e al riconoscimento facciale, tutte misure denunciate dalle associazioni dei giuristi democratici come lesive delle libertà costituzionali fondamentali.

Bullrich ha promesso addirittura il varo di una norma per imporre alle organizzazioni che indicono le proteste l’obbligo di sobbarcarsi la spesa necessaria alla mobilitazione delle forze dell’ordine; la sua collega Sandra Pettovello – ministra del Capitale Umano – lunedì ha minacciato di sospendere le sovvenzioni sociali ai manifestanti che parteciperanno ai picchetti e ai blocchi stradali o che porteranno con sé anche i figli.

Paradossalmente sia Bullrich sia Milei hanno partecipato abbastanza recentemente a manifestazioni e blocchi stradali non autorizzati. L’attuale ministra della Sicurezza, in particolare, nel 2020 fu in prima fila nelle proteste contro le restrizioni alla circolazione dettate dal governo di Alberto Fernández per far fronte alla pandemia. Pagine Esteri

11264593* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria

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L'articolo Milei: liberismo e repressione a colpi di motosega proviene da Pagine Esteri.



Gli account Bot del Fediverso che pubblicano automaticamente da Feed RSS e un punto di vista sulla loro funzione.

La riflessione di @informapirata :privacypride: in un thread di questi giorni

@Che succede nel Fediverso?


Eccomi qui con la risposta (anche troppo) lunga...

Iniziamo dal messaggio di @Emanuele


> Scusa informapirata ma ad esempio molti bot pubblicano post provenienti da blog o da WordPress e probabilmente ci sono utenti a cui piace leggere le ultime news direttamente da Mastodon senza ricevere la classica newsletter o sfogliare il feed rss. Mastodon può assolvere anche la funzione di aggregatore per cui in un unico posto interagisci con gli altri utenti ma allo stesso tempo leggi passivamente le news


Sì, Mastodon è un social network e può fare un sacco di cose, ma se vogliamo usarlo come social, dobbiamo pensarlo per l'interazione prima ancora che per la pubblicazione automatica o la fruizione passiva dei contenuti.
Questo è uno dei motivi per cui nell'istanza mastodon.uno c'è una soglia di tolleranza molto bassa verso gli account che praticano la pubblicazione automatica, i quali quando esagerano con il numero di pubblicazioni, vengono o silenziati o bannati o invitati a trasferirsi altrove.
La maggior parte delle volte inoltre, la pubblicazione da feed RSS non risponde all'estetica del social ed è seriale, fredda e impersonale.
Il problema principale però è l'occupazione di una timeline già piuttosto abbondante.
Una mezz'ora fa ho controllato le due timeline delle istanze di cui si è parlato e ho visto che nelle ultime 6 ore, la timeline locale di sociale.network aveva totalizzato 51 post in 6 ore dei quali 29 prodotti da bot o comunque da pubblicazioni automatiche.
Gli ultimi 51 post di mastodon.uno sono stati prodotti in poco più di 3/4 d'ora e di questi, solo 18 appartenevano ad account che praticano la pubblicazione automatica dei quali solo un paio sono di quelli che potrebbero essere veri e propri bot.
Capisci che non possiamo dare spazio ai bot? Lo spazio dobbiamo darlo alle persone vere! Vuoi leggerti Il Post? seguiti il feed RSS? Vuoi seguirlo da Mastodon? Convinci la redazione a trasferirsi su Mastodon! Loro non ci vogliono venire e la tua istanza blocca il loro bot?

Come dice @GualT-Rex :unverified:


> sarà come dici tu ma se domani dovesse sparire il bot de ilpost_bot qualche problema me lo farei (e anche qualche domanda )


In tal caso, se seguire un bot è più importante che interagire con una comunità enorme di utenti, allora quella di andare in un'altra istanza inizia a essere un'opzione valida.

Ma forse in quel caso Mastodon non è lo strumento giusto. Se ti interessano i feed, allora puoi avere un account del fediverso, seguirti i feed che ti interessano e addirittura ripubblicare quelli che trovi interessanti utilizzando Friendica e non Mastodon. Oltretutto (ma non è il caso de Il Post) alcune testate hanno più feed: cronaca, politica, tecnologia, scienza, merdatelevisione, etc e tu puoi seguire via feed solo quella sezione.
Poi è chiaro che Mastodon puoi usarlo per tutto ciò che non ti è vietato, anche per archiviare le tue foto personali, ma si tratta di una forzatura.

Ma voglio tornare ancora sul messaggio di Emanuele


> Scusa informapirata ma ad esempio molti bot pubblicano post provenienti da blog o da WordPress e probabilmente ci sono utenti a cui piace leggere le ultime news direttamente da Mastodon senza ricevere la classica newsletter o sfogliare il feed rss. Mastodon può assolvere anche la funzione di aggregatore percui in un unico posto interagisci con gli altri utenti ma allo stesso tempo leggi passivamente le news


Intanto tu a un post Wordpress puoi rispondere dal tuo account Mastodon, ma il blog può ripubblicare il tuo messaggio come commento visibile anche dal blog e, soprattutto, l'autore o uno degli autori del blog ti può anche rispondere e tu ricevi la sua risposta nel tuo mastodon.

Quindi Wordpress è molto più social di un bot asociale. Sicuramente ha più senso il paragone con Writefreely o con PeerTube che al momento non consentono agli utenti del fediverso di "lasciare" commenti sotto al blog e al video.
Comunque hai reso l'idea (ah, io detesto quel limite di Writefreely...) ma resta il fatto che quelli sono appunto sistemi fatti per la pubblicazione più che per l'interazione.

Poi @ulaulaman dice che


> Ma infatti. Se proprio vogliamo essere pignoli, sul caso specifico sono d'accordo con te, fermo restando che capisco che la scelta fatta su maston uno sia comunque comprensibile (per quanto, personalmente, applicherei il sistema "caso per caso")


cui @Carlo Gubitosa :nonviolenza: risponde di non capire come "si applica il caso per caso"


> tecnicamente non riesco ancora a capire come è possibile applicare un sistema diverso dal "caso per caso", in quanto non ho ancora capito come si fa a bloccare in modo generalizzato la federazione dei bot "a prescindere" su una istanza mastodon.


Il problema di Carlo qui è che pecca di tecnosoluzionismo, mentre ulaulaman ha inquadrato perfettamente il problema.

Quando faccio il moderatore su mastodon.uno, queste decisioni io e gli altri moderatori non le facciamo prendere automaticamente a un algoritmo, ma valutiamo caso per caso (e tante volte qualcosa sfugge alle nostre maglie). Un account che fa pubblicazione automatica (ma con non più di 8/10 messaggi al giorno, sennò è spam!), che risponde tempestivamente agli utenti che lo interpellano, che pubblica notizie di qualità è un valore importante per gli utenti e non è da considerarsi un bot.
Caso per caso. Noi moderatori siamo qui apposta, non certo per pontificare sul fediverso, ma per renderlo vivibile alla propria comunità di istanza e alle comunità delle altre istanze.

Per quanto riguarda questa tua risposta

> se per te scrivere quello che ho scritto in figura è raccogliere le polemiche, non mi hai mai visto fare una vera polemica. Il film lo avete prodotto voi quando vi siete agganciati al discorso su due bot parlando dell’universomondo senza tenere conto del contesto e della discussione a cui vi siete agganciati, senza peraltro aver fornito strumenti atti a capire le scelte adottate per quei due bot specifici, che script usate per bloccare i bot o se bloccate a sentimento.

Beh, caro Carlo, penso che potresti veramente fare di meglio...
Non riesco a capire come sia possibile che tu ti stia mostrando così disponibile a dare corda a tutti i soliti provocatori come @Pare :pace: 🚲 🌞 che, bisognosi di attenzione, cercano di parlar sempre male di mastodon.uno e delle sue politiche di moderazione (politiche che mi sembrano oggettivamente un modello virtuoso per tutto il fediverso italiano, come dimostra l'attività della nostra comunità e la sua capacità di creare relazioni piacevoli e ricche di spunti).

Se vuoi posso spiegarti in maniera più approfondita perché in quella conversazione non hai fatto altro che soffiare sul fuoco della polemica verso mastodon.uno.
Se vuoi posso spiegartelo. Ma penso che tu già lo sappia...

Anche perché, se tu non lo sai, questo sarebbe ancora più grave, dal momento che quella manciata di elementi ostili a mastodon.uno è ormai pienamente consapevole di poterti "attivare" ogni qualvolta vogliano dare risonanza ai loro sfoghi.

@concavi @informapirata :privacypride: @Sabrina Web :privacypride: @Lunga vita e prosperità. @mastodon uno admin :mastodon:


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di Raniero La Valle - L’estendersi della violenza sui palestinesi, che ormai si può chiamare senza infingimenti genocidio, non solo nel senso tecnico defi


Il nuovo patto di stabilità è guerrafondaio e antipopolare. Potremo sforare gli assurdi parametri per comprare le armi ma non per gli ospedali. Il nuovo patto


La Commissione VII del Senato ha approvato il disegno di legge che riforma l’istruzione tecnico-professionale con l’introduzione del nuovo modello 4+2 che prevede il potenziamento delle discipline di base e l’incremento di quelle laboratoriali, raffo…


Flipboard ha aperto una propria istanza PeerTube!

Dopo aver annunciato l'implementazione della federazione attraverso il protocollo ActivityPub, il social magazine @Flipboard ha aperto una propria istanza basata su @PeerTube

Si tratta di una notizia importante perché mostra un forte interesse verso la decentralizzazione e l'interoperabilità da parte di un importante attore mondiale del panorama social.

@Che succede nel Fediverso?

flipboard.video/videos/local

in reply to Ryoma123

@Ryoma123 quello è un asset aziendale, quindi prima di renderlo open source (non FOSS, eh... solo OSS) devono fare una valutazione di impatto per vedere se questo determina un danno agli azionisti oppure no. E la risposta è quasi sempre sì


Dopo 3 anni di negoziati la commissione europea presieduta dalla guerrafondaia Ursula Von der Leyen, compie un altro crimine con l’appoggio di noti complici.

Maronno Winchester reshared this.



Marte nasconde tracce di attività vulcanica più recente del previsto l AstroSpace

"I risultati indicano che in questa zona non più tardi di un milione di anni fa sono eruttate enormi quantità di lava da numerose fessure nel terreno che hanno interagito con l’acqua dentro e sotto la superficie. Questi eventi avrebbero provocato grandi inondazioni, che hanno scavato profondi canali.

I risultati della ricerca, che presentano questa attività vulcanica e sismica così recente nella storia di Marte, suggeriscono che il passato geologico di questo pianeta sia molto più tumultuoso del previsto."

astrospace.it/2023/12/20/marte…



O mio cuor non dubitare


Giovanni il Battista, quando è in prigione, da cui sa che non uscirà vivo, si domanda se Gesù fosse proprio Colui che si doveva aspettare. Domanda legittima. Domanda che spesso si fanno i credenti quando sono nella distretta.
La risposta di Gesù sono di riferire i fatti, non opinioni. E i fatti parlano chiaro: Gesù è proprio Colui che doveva arrivare, è il Cristo. Natale ci ricorda che Gesù Cristo realizza con il suo arrivo sulla terra la nostra salvezza.pastoredarchino.ch/2023/12/17/…


Guarda la distorsione dello spaziotempo nell’ultima straordinaria immagine del James Webb l Passione Astronomia

"Questo è un esempio spettacolare di lente gravitazionale, un fenomeno che si verifica quando un oggetto celeste massiccio come un ammasso di galassie deforma lo spaziotempo e fa sì che il percorso della luce proveniente dalle galassie più distanti venga deviato, quasi come se una lente monumentale lo stesse reindirizzando."

passioneastronomia.it/guarda-l…



DPIA in azienda, come si fa: la guida completa per le imprese

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

Passo per passo tutte le indicazioni per redigere il documento della valutazione di impatto – DPIA, fondamentale per la data protection aziendale: ecco le istruzioni e un esempio pratico dedicato alla videosorveglianza nelle imprese

Indice degli argomenti

Quando la DPIA è un obbligo per le aziende
Cosa dicono le autorità
Come redigere il documento DPIA passo per passo
Passaggi chiave per una DPIA efficace
--- Step 1 – La descrizione delle attività
--- Step 2 – La valutazione dei trattamenti e dei rischi
--- Step 3 – Individuare le misure di sicurezza
Strumenti e risorse utili per la DPIA
Best practice per la valutazione di impatto sulla protezione dei dati
Case study: DPIA sul sistema di videosorveglianza aziendale
Note

agendadigitale.eu/sicurezza/pr…



La propaganda nelle strade di Firenze. Emanuele Cocollini (neanche della Lega) e la lobby pro vita e famiglia


"Pro vita e famiglia" è una conventicola che agisce come lobby nello stato che occupa la penisola italiana e delle cui istanze poco o nulla interessa in questa sede.
Interessa invece il fatto che la sua propaganda abbia trovato in Emanuele Cocollini -un consigliere comunale che è riuscito persino a farsi cacciare dalla Lega e che ha bucato i media solo quando si è fatto ritirare la patente di guida per essersi comportato come un avanzo di apericena qualsiasi- un difensore nell'amministrazione fiorentina.
Cocollini non ha apprezzato la scarsa visibilità che la propaganda di questa lobby ha avuto a Firenze. Un problema pluridecennale per chi intende imporre in città contenuti e messaggi prodotti altrove, specie se molto lontani dal clima politico che ancora -per fortuna- vi si respira, e che anche nei casi meglio riusciti riescono a farne considerare i diffusori come totalmente estranei alla realtà fiorentina.

Altre iniziative dello stesso genere non hanno avuto gli stessi problemi, come dimostra la foto a corredo. La definizione di genocidio per quanto sta accadendo a Gaza è senz'altro discutibile. Indiscutibile, invece, è l'impopolarita che lo stato sionista -nato da una impresa coloniale e sviluppatosi come stato di apartheid- ha riscosso, riscuote e continuerà a riscuotere presso moltissime persone serie di Firenze.



Mugatu, il primo robot bipede autonomo che si orienta da solo I Digi.Tech.News

"Mugatu è autonomo e autosufficiente e mantiene la stabilità nella sua camminata senza bisogno di feedback. Inoltre può cambiare direzione a sinistra, a destra o andare dritto. [...]
Grazie alla semplificazione della camminata, è stato possibile capire come il ridimensionamento influisce sulla locomozione, come ad esempio prendere qualcosa che già esiste e modificarne le dimensioni per fare cose come adattarsi a tubi più stretti o trasportare più peso."

digitech.news/technology/20/12…



Fuori controllo


Cosa succederebbe in caso di un attacco cibernetico su larga scala e cosa potremmo fare per essere pronti a reagire? Proviamo a immaginarlo.

Il film “Leave the World Behind”, uscito su Netflix, racconta di due famiglie più o meno normali che si trovano a fare i conti con le conseguenze improvvise di un attacco cibernetico su larga scala contro gli Stati Uniti.

Nel 2020 il World Economic Forum descrisse uno scenario del genere come “cyberpandemia”, con una metafora che paragonava le capacità di diffusione planetaria di un virus informatico al COVID. Un attacco cibernetico su larga scala e con elevata capacità di diffusione, avrebbe conseguenze disastrose e diffuse in tutta la nostra società, con la capacità di mettere in ginocchio un intero Paese — forse più di un attacco atomico.

L’autore Nassim N. Taleb nel suo libro “The Black Swan”, descrisse una tipologia di evento catastrofico imprevedibile dal quale difficilmente ci si può proteggere, con conseguenze diffuse e disastrose, chiamato Cigno Nero.

L’interconnessione delle nostre economie, dei sistemi di comunicazione e delle infrastrutture critiche, così come la dipendenza assoluta dalle tecnologie ICT in ogni ambito umano ben potrebbero esporre le nostre società a un Cigno Nero cibernetico.

Come sarebbe vivere uno scenario del genere e cosa potremmo fare per essere preparati a reagire? Non è facile, ma ho provato a immaginarlo.

Giorno 1


Al mattino, la tua giornata inizia come al solito, anche se con qualche scocciatura. Mentre ti prepari per andare a lavoro noti che la connessione internet è lenta e il router di casa si disconnette spesso. Vuoi vedere che la pioggia di ieri sera ha fatto danni alla centralina?

Arrivando in ufficio, scopri che non sei l’unica persona ad aver avuto problemi di linea. Anche lì ci sono problemi con internet; a malapena riesci a rispondere alle email e accedere agli applicativi web con cui lavori.

Alla sera, molti treni sono in ritardo. Tornando a casa, scopri che anche i tuoi vicini hanno guasti alla linea internet. Accendi la TV e ascolti il notiziario: pare che in molte zone del Paese siano stati segnalati guasti diffusi. Che diavolo sta succedendo?


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La sinistra italiana. Ma quale sinistra? Ed esiste ancora la sinistra? I Il Mago di Oz

"La nuova sinistra, a forza di metamorfosi, è diventata una nuova destra, atlantica, neoliberale, seppur sempre progressista. Hanno vinto tra tante correnti e tra tante lotte di potere interno i democristiani di quell’area. C’è stato uno spostamento al centro. È diventato di fatto più centro che sinistra e sappiamo dai tempi della Dc che il centro in Italia è sempre stato una destra mascherata, occulta, seppur annacquata, rielaborata in chiave moderata e politicamente corretta. [...] La nuova sinistra mette come primo punto i diritti civili, ma non i diritti dei lavoratori e il diritto di lavorare; non parla di come risolvere il grave problema dei morti sul lavoro; se difende i diritti degli immigrati, non si occupa più di tanto delle ragioni e delle paure dei penultimi, ovvero degli italiani disoccupati, precari, in difficoltà economica, che a stento arrivano a fine mese, quando ci arrivano."

magozine.it/la-sinistra-italia…




Owncast ha avviato la propria newsletter mensile, curata da Kit Aultman, per fornire a tutti noi un posto dove aggiornarci su ciò che accade tra gli stream Owncast

owncast.ghost.io/owncast-newsl…

@Che succede nel Fediverso?

Questa newsletter è il prodotto e un servizio offerto alla comunità di sviluppatori, streamer, spettatori e appassionati di Owncast. Non possiamo essere una cassa di risonanza per la comunità senza il vostro sostegno. Non esitare a contattarci con notizie interessanti su progetti, eventi o altre notizie degne di nota e, se desideri contribuire a costruire il tessuto sociale della comunità Owncast, ti invitiamo a dare un'occhiata al canale owncast-community su rocket.chat.

owncast.ghost.io/owncast-newsl…

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Stefania Brai* Le frasi di Paolo Corsini - direttore degli approfondimenti Rai - ad Atreju hanno fatto discutere molto e ancora di più arrabbiare molti. N


La sanità pubblica ormai non esiste più: il 68% degli italiani costretto a rivolgersi ai privati l La Notizia

"Il XXI Rapporto di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità, presentato oggi a Roma al ministero della Salute, evidenzia che i cittadini sono sempre più spesso costretti a rivolgersi alla sanità privata. D’altronde le liste d’attesa infinite non sono ormai una novità e la situazione continua a peggiorare giorno dopo giorno in tutto il territorio nazionale."

lanotiziagiornale.it/la-sanita…



Articolo pubblicato sul quotidiano il manifesto sabato 16 dicembre. L’austriaco Walter Baier, presidente di Sinistra Europea, eletto un anno fa nel Congresso


📌 Domani il MIM pubblicherà il bando per il reclutamento di 587 dirigenti scolastici. Al #concorso potrà partecipare il personale docente ed educativo di ruolo con un’anzianità di servizio di almeno cinque anni.

Qui tutti i dettagli ▶️ https://www.



#NotiziePerLaScuola
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
🔶 Scuola, iscrizioni per l'anno scolastico 2024/2025 dal 18 gennaio al 10 febbraio 2024.


E/OS su Redmi Note 5 Pro


Stava in un cassetto con lineageos e i servizi Google , come backup. Poi mi è capitato di vedere sul canale YT di Marco Calamari (Cassandra) la recensione dei telefoni E/OS senza Google... Su LOS il Redmi Note 5 non era più supportato e il passaggio a E/OS è stato quasi obbligato. Sono riuscito anche a provare, per bene, i servizi Nextcloud di Murena.io e li ho attivati anche sul telefono di tutti i giorni e sto lentamente abbandonando quelli di Google.



FPF Publishes New Report: A Conversation on Privacy, Safety, and Security in Australia: Themes and Takeaways


On October 27, 2023, the Future of Privacy Forum (“FPF”), in partnership with the UNSW Allens Hub for Technology, Law and Innovation (“Allens Hub”), convened a multidisciplinary meeting of experts on technology, privacy, safety, and security in Sydney, NS

On October 27, 2023, the Future of Privacy Forum (“FPF”), in partnership with the UNSW Allens Hub for Technology, Law and Innovation (“Allens Hub”), convened a multidisciplinary meeting of experts on technology, privacy, safety, and security in Sydney, NSW, Australia to discuss benefits, challenges, and unanswered questions associated with the Australian eSafety Commissioner’s (“eSafety”) forthcoming industry standards for the regulation of certain online content. Today, FPF publishes a report summarizing broad themes and takeaways gleaned from this discussion, “A Conversation on Privacy, Safety, and Security in Australia: Themes and Takeaways.”

Read the Report

Australia’s Online Safety Act of 2021 (“Online Safety Act”) mandates the development of industry codes or standards to provide appropriate community safeguards with respect to certain online content, including child sexual exploitation material, pro-terror material, crime and violence material, and drug-related material. Through September 2023, the eSafety has registered six industry codes that cover: Social Media Services, App Distribution Services, Hosting Services, Internet Carriage Services, Equipment, and Internet Search Engine Services. In May 2023, however, the Commissioner rejected proposed codes for relevant electronic services (“RES”) and designated internet services (“DIS”) on account that they “do[] not provide appropriate community safeguards.” Under the Online Safety Act, the rejection of the RES and DIS codes by the Office of the eSafety Commissioner initiated a process in which the Commissioner drafted industry standards for these sectors. A draft of the industry standards was published on November 20, 2023, and is open for public comment until December 21, 2023.

For purposes of the FPF and meeting, participants were asked to assume the existence of industry standards that satisfies the Online Safety Act’s statutory requirements. As such, the goal was not to solicit arguments about any specific approach, but rather to provide an opportunity for experts to discuss underlying opportunities and challenges in regard to the creation of industry standards, particularly in regard to partially or entirely end-to-end encrypted services. While meeting participants were not in full agreement in regard to any specific point, there were many themes that came up multiple times within the conversation as well as areas of consensus on certain points, including:

  1. Participants agreed broadly on the goals of the e-Safety Act and the mission of the e-Safety Commissioner
  2. Several participants found deficits in the length and scope of the public consultation available throughout the process
  3. Participants identified several potential benefits of an industry code beyond its intended scope
  4. Participants broadly opposed any approach that would require otherwise encrypted messaging services to utilize content hashing and/or client-side scanning
  5. Many participants discussed the need for unique treatment for different types of content based on distinctions in context
  6. Participants flagged previous cases of mission drift in regard to certain legal authorities and warned of similar evolution
  7. Participants flagged an important role for greater education, both for individuals as well as enforcers
  8. Participants supported a broad public dialogue on effective responses and solutions
  9. Participants identified a large number of unanswered questions in regard to the creation, implementation, and enforcement of industry codes that left much uncertainty
  10. Australia has played a leadership role globally on issues related to Online Safety and is likely to continue to do so

fpf.org/blog/fpf-publishes-new…



Denuncia GDPR contro X (Twitter) per micro-targeting illegale per gli annunci di controllo della chat X ha permesso il microtargeting politico illegale utilizzato dalla Commissione europea Twitter Political Micro-Targeting


noyb.eu/it/gdpr-complaint-agai…

Maronno Winchester reshared this.




Weekly Chronicles #58


Affaire RADIOSBORO, nuove rivelazioni e libertari anti-sistema.

Questo è il numero #58 delle Cronache settimanali di Privacy Chronicles, la newsletter che parla di sorveglianza di massa, crypto-anarchia, privacy e sicurezza dei dati.

Nelle Cronache della settimana:

  • Gino Cecchettin e l’Affaire RADIOSBORO
  • Nuove rivelazioni: i governi ci spiano con le notifiche push

Nelle Lettere Libertarie:

  • Klaus Schwab odia i libertari

Rubrica OpSec & OSINT:

  • Così ti hackerano l’automobile

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Gino Cecchettin e l’Affaire RADIOSBORO


Dopo Patrick Zaki, è Gino Cecchettin il beniamino del momento della sinistra “woke” italiana. La tragedia che l’ha colpito è stata usata come forza inerziale per spingere Gino verso la luce del palcoscenico pseudo-politico, con una consacrazione che si è tenuta al tempio di Che Tempo Che Fa, con un rito presieduto dal sacerdote Fabio Fazio.

Gino Cecchettin è però anche stato il protagonista di un particolare hashtag nato in questi giorni su X: #RADIOSBORO.

L’Affaire RADIOSBORO riguarda la diffusione di alcuni contenuti pubblicati negli scorsi anni proprio da Gino sulla piattaforma social. Il tenore dei contenuti è quello tipico del boomer senza filtri, con commenti spinti di vario tipo a diverse donne, post golardici e l’indecifrabile post in cui scrisse semplicemente “radiosboro”, da cui è nato anche l’omonimo hashtag.

Molti “fact checker” in questi giorni hanno sostenuto che l’account fosse falso, ma è evidente che così non è, dato anche il confronto incrociato fatto con altri account social in cui era presente il link allo stesso account X, oltre a diversi dati di localizzazione. Ma non è questo a interessarci.

A interessarci è la reazione scomposta da parte di un ampio gruppo di utenti che hanno condannato aspramente la diffusione sul social dei contenuti scritti da Gino stesso. Bisogna lasciarlo stare, dicono. In altre parole: Gino avrebbe bisogno di un po’ di privacy, che qualcuno definì proprio come il “right to be left alone”.

Le stesse persone però non esitano un momento a chiedere a gran voce, anche politicamente, il divieto di ogni anonimato sui social network. Bisogna prendersi la responsabilità di ciò che si scrive, dicono.

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Questo accade ogni volta che un account pseudoanonimo osi scrivere contenuti contrari alla loro ideologia e pensiero (unico).

Insomma, questi soggetti hanno un rapporto a dir poco contraddittorio con la privacy: la odiano quando serve a tutelare le idee di qualcuno che la pensa diversamente da loro, mentre la chiedono a gran voce per proteggere i loro beniamini.

Se è vero che ognuno dovrebbe essere identificato e responsabile di ciò che scrive, perché mai prendersela con #RADIOSBORO, quando non è stato fatto altro che diffondere post scritti dall’autore? Una contraddizione vivente: non comprendono e non sono in grado di comprendere; solo odiare.


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📣 Oggi è stata inviata a tutte le scuole la nota con le indicazioni relative alle iscrizioni per l’anno scolastico 2024/2025.


Preprint, teorie del complotto e necessità di governance della piattaforma

Una delle principali tendenze durante la pandemia di COVID-19 è stata l’aumento del volume di ricerche pubblicate come preprint prima della revisione formale tra pari. Mareike Fenja Bauer e Maximilian Heimstädt esplorano un esempio di come una prestampa sia stata parte integrante della costruzione delle teorie del complotto e suggeriscono come una migliore governance della piattaforma potrebbe mitigare questi rischi.

@Giornalismo e disordine informativo

blogs.lse.ac.uk/impactofsocial…

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Franc Mac

Scusa @FronteAmpio potresti spiegarti meglio? MI sembra che le cose che hai detto siano o imprecise o false o allusive.

> la veritá sulla famosa "pandemia" probabilmente non la sapremo mai.


A cosa fai riferimento? Alla genesi precisa del virus? Oppure al fatto che il virus sia stato bioingegnerizzato in laboratorio? Perché dovresti sapere che allo stato attuale della conoscenza scientifica (analisi delle sequenze del DNA, tecniche di modifica del genome) quest'ultima ipotesi è stata già scartata da tempo

> Non é scientifica la chiusura delle due bolle (burionisti e anti-burionisti). Io credo che la Veritá stia a metá.


Se per "le due bolle" intendi le tifoserie social, la cosa ha senso. Se per due bolle intendi chi ha studiato (come Burioni) e chi non sa un cazzo, allora stai sbagliando perché non si tratta di due bolle, ma di persone che da una parte stanno facendo il loro lavoro sulla base degli studi svolti e dall'altra stanno facendo caciara o ciarlataneria truffaldina, senza sapere nulla di scienza.

> Troppi gli indizi che si é bluffato, per ragioni economiche e politiche da entrambe le parti.


A quali bluff stai facendo riferimento? Al fatto che i morti di Covid siano sovrastimati (è una cazzata: sono sicuramente sottostimati!) o al fatto che il confinamento non servisse (meno di quanto sia stato detto, ma secondo tutti i modelli è oggettivamente servito) o a qualche altra teoria?

> Poi le minacce. Chi ha ragione spiega la questione non minaccia, non ricatta. É un segno di debolezza di idee.


Quando si è in presenza di una pandemia (vuoi negarlo?) in cui muoiono persone (vuoi negarlo?), allora ogni organizzazione statuale deve prendere provvedimenti che prevedano anche pene e sanzioni contro chiunque dica il contrario o inviti a comportamenti dannosi o autolesionisti, lo faccia per interesse personale, semplice stupidità, tattica politica o narcisismo. Non sono minacce, ma precauzioni!

> A parte che tante Veritá sui presunti "vaccini", su quanto valevano sono poi uscite fuori.


A cosa ti riferisci? Perché di solito, chi fa queste allusioni non porta mai argomenti seri, cita fonti sputtanate o aggiunge altre allusioni, come uno che per coprire la propria cacca, ci fa sopra una cagata ancora più grande...


@CuccU @Giornalismo e disordine informativo

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Franc Mac

@FronteAmpio @CuccU

> Non mi va di andare oltre su una tematica controversa e dove si ragiona a tifoserie

E invece sarebbe fondamentale smettere di definire controversa una questione che dal punto di vista scientifico non ha nulla di controverso. Non c'è nulla di controverso nella gravità della pandemia, nella Sicurezza dei vaccini o nella loro efficacia. Non c'è nulla di controverso relativamente alla inutilità e pericolosità delle pseudo terapie promosse dalla maggior parte delle persone che parlano di quanto siano controversi aspetti che controversi non sono.

Anche perché così facendo, e mi sembra che l'esperimento sia perfettamente riuscito, si finisce per Occultare gli aspetti veramente controversi della gestione pandemica: le responsabilità di chi ha lasciato arrivare ha un punto così basso la sanità all'alba della pandemia, i ritardi e gli errori commessi durante le primissime fasi in cui era possibile diminuire i contatti tra le persone, le politiche isteriche sul confinamento, i coprifuoco inutili, l'indiscriminata liberalizzazione della circolazione per i vaccinati, la strumentalizzazione pericolosissima della certificazione verde avvenuta solo in Italia.
È questo che mi fa venire il sangue al cervello quando sento parlare di presunte questioni controverse, A proposito di questioni che sono controverse solo nella testa di alcune persone che non hanno minimamente idea dello stato dell'arte dal punto di vista medico e che si lasciano usare non soltanto Dai ciarlatani che spesso gli spillano soldi, ma anche da quei politici ben contenti di scegliersi una opposizione di sciroccati, al fine di equiparare ogni critica, anche quelle più serie, ai deliri complottisti verso i quali la maggior parte della popolazione ha giustamente iniziato a provare disprezzo e intolleranza




Intelligenza artificiale: spionaggio di massa?
punto-informatico.it/intellige…


Il Comandante Todaro e i cosplayer della Wehrmacht


Gli ambienti conservatori della penisola italiana apprezzano e promuovono le produzioni culturali che ritraggono la partecipazione alla seconda guerra mondiale in termini oleografici.
In molti casi i saggi, la memorialistica e soprattutto le opere cinematografiche ritraggono individui e gruppi presentati come esempi di virtù e di correttezza rinforzando l'idea di un primato etico che eviti di lasciare spazio al ricordo di una realtà poco presentabile. Nei film prodotti nella penisola italiana si privilegiano i salvatori di ebrei, i derelitti cui mancò la fortuna ma non il valore, gli ufficiali gentiluomini.
La figura di Salvatore Todaro rientra nell'ultima categoria; tenne testa anche a Karl Doenitz, notoriamente poco tenero con i Don Chisciotte del mare.
Nulla da spartire quindi con Einsatzgruppen, Sonderkommando, Nacht und Nebel.
Roba da farci un film di cui andare orgogliosi.
Solo che poi arrivano al cinema alcuni sostenitori dell'esecutivo.
Al momento in cui scriviamo, questo esecutivo è guidato da una madre non sposata, proposta come Primo Ministro da una formazione conservatrice. La coerenza che da sempre caratterizza la pratica politica peninsulare.
Insomma, in questo cinema di una cittadina qualsiasi, questi sostenitori dell'esecutivo si presentano indossando divise nazionalsocialiste.
Lo stato che occupa la penisola italiana presenta un tasso di laureati tra i più bassi del continente europeo. A fronte di un dato del genere non stupisce che scarseggino persino le competenze necessarie a interiorizzarne la propaganda.