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In Cina e Asia – Xi: "Fenomeno della corruzione ancora grave e complesso”
Xi: “Fenomeno della corruzione ancora grave e complesso” Cosco interrompe spedizioni verso Israele Cina: arresta presunta spia dei servizi britannici Presidente delle Maldive in Cina a caccia di investimenti Arrestato vicepresidente dell’unità NEV di Evergrande La Cina punta sull’ “economia dei dati” La Corea del Sud vieta il consumo di carne di cane Dopo 10 anni di sforzi, la Cina ...
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È partita per lo spazio la sonda cinese Einstein, che monitorerà il cosmo a raggi X l AstroSpace
"Einstein eseguirà un’indagine sistematica che porterà alla scoperta di raggi X provenienti da oggetti compatti, come buchi neri e stelle di neutroni. La sonda rileverà anche la luce proveniente da lampi di raggi gamma, supernovae, brillamenti di altre stelle ed eventi all’interno del Sistema Solare."
ECUADOR. Decretato lo stato d’emergenza
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Pagine Esteri, 9 gennaio 2024. Ieri, 8 gennaio, in Ecuador si sono sollevati i detenuti in alcuni centri penitenziari del Paese. Hanno preso in ostaggio le guardie carcerarie e hanno minacciato il Presidente della Repubblica Noboa intimandogli di non intervenire militarmente nelle carceri perché, in caso contrario, ci sarebbe stata una carneficina.
Le immagini circolate sulle reti social mostrano bande di uomini incappucciati che agitano enormi coltelli e grossi maceti alle spalle delle guardie carcerarie prese in ostaggio. Tutti i poliziotti sono a terra e sotto minaccia mentre un loro rappresentante legge il comunicato delle bande criminali.
Durante la giornata, inoltre, si sono registrati ammutinamenti nei centri penitenziari del paese: Guayaquil, Quito, Cuenca, Riobamba e Latacunga. L’esercito è intervenuto a fatica per sedare le proteste, dato che all’interno delle galere le guardie carcerarie erano tenute sotto ostaggio.
Nella serata, il presidente ha decretato il suo primo Stato d’Emergenza dalle 23 alle 5:30 in tutto il Paese, trasferendo poteri eccezionali all’esercito per controllare la situazione.
Non è la prima volta che si decreta lo stato d’emergenza in Ecuador. Durante il governo Lasso, dal maggio 2021 al novembre 2023, furono decretati ben 11 stati d’emergenza, dieci dei quali per l’insicurezza nel Paese.
L’insicurezza non fu debellata, anzi. L’Ecuador ha chiuso il 2023 come il Paese più violento d’America Latina. Ora Noboa, a soli 45 giorni dall’insediamento, si trova a gestire incandescente e a dichiarare il suo primo, e speriamo ultimo, stato d’emergenza. Pagine Esteri
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Mosca martella l’Ucraina e punta sul fattore tempo
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di Marco Santopadre*
Pagine Esteri, 9 gennaio 2024 – Come da attese, l’inverno ha portato all’ampliamento della controffensiva dal cielo di Mosca. Dopo il fallimento di quella ucraina, ora la Russia punta sul fattore tempo e tenta di utilizzare la superiorità della propria macchina bellica per mettere alle strette Kiev.
Tra domenica e lunedì, in coincidenza con il Natale ortodosso, le forze armate russe hanno lanciato l’ennesimo attacco missilistico contro sei diverse città ucraine. Missili da crociera e bombardieri strategici sono stati lanciati contro Dnipro e Zaporizhzhia (nella regione di Dnipropetrovsk), Kryvyi Rih, Khmelnytsky e Kharkiv, distruggendo vari obiettivi civili e militari e provocando alcune vittime.
Centinaia di missili e droni sulle città ucraine
Negli ultimi giorni del 2023 Mosca aveva già lanciato il più grande attacco contro le città ucraine dall’inizio dell’invasione, arrivando a scagliare diverse centinaia di missili e droni contro Kiev e altre regioni, distruggendo obiettivi militari, infrastrutture ed edifici civili. In particolare, gli attacchi russi si sono concentrati contro le basi aeree, i radar, le batterie della contraerea e gli impianti per la produzione di droni e munizioni.
L’Ucraina tenta invece di mettere in difficoltà la Russia attaccando la città russa di Belgorod e diverse località della Crimea. A Feodosia, nella penisola annessa da Mosca nel 2014, gli ucraini sono riusciti a distruggere la nave da trasporto e da sbarco russa Novocherkassk. Mosca continua a dimostrare un’elevata vulnerabilità agli attacchi ucraini sul proprio territorio e nella penisola che si allunga nel Mar Nero, dalla quale ha dovuto progressivamente spostare una parte importante della propria flotta.
Alcuni analisti segnalano che Mosca sta ammassando truppe e mezzi a ridosso della regione di Kharkiv, la seconda città del paese assediata a lungo ma invano dai russi nella primavera del 2022. Approfittando delle difficoltà dell’artiglieria ucraina, i russi potrebbero lanciare presto un’offensiva di terra in grande stile per ri-occupare Kupyansk. Le autorità locali dell’oblast settentrionale di Chernihiv, invece, denunciano che Mosca potrebbe aprire un ennesimo fronte di terra nel loro territorio, confinante con la Russia e con la regione di Kiev. La mossa obbligherebbe Kiev a sguarnire il fronte orientale permettendo a Mosca di occupare più agevolmente altri territori in Donbass e nelle regioni attigue.
Mosca conquista Marinka
A ridosso di capodanno le truppe russe hanno già conquistato ciò che rimane della cittadina di Marinka, nell’oblast di Donetsk, ormai disabitata e rasa al suolo dai bombardamenti del 2014, del 2022 e delle scorse settimane. Si tratta della vittoria più significativa per Mosca, per quanto poco più che simbolica, dopo la conquista di Bakhmut. Continuano invece i combattimenti nelle zone di Avdiivka, fulcro delle difese ucraine nella porzione della regione di Donetsk che ancora controllano, dove l’esercito russo avanza lentamente e a costo di un numero elevato di perdite.
Sarà da vedere se Mosca tenterà veramente di ottenere costose conquiste territoriali o si limiterà a mantenere alta la pressione sulle truppe ucraine continuando nel frattempo a martellare le infrastrutture industriali e militari di Kiev per fiaccarne le difese e il morale. In generale la situazione sul campo, nonostante i piccoli progressi russi e la superiorità bellica di Mosca per quanto riguarda la disponibilità di truppe e munizioni, è sostanzialmente di stallo. Difficilmente la vittoria arriverà dai risultati sui campi di battaglia.
Uno scorcio di Marinka
Putin pronto ad un cessate il fuoco?
Ma se Mosca continuerà a reggere meglio di Kiev, com’è avvenuto finora, alla lunga la Russia potrebbe riuscire ad imporsi costringendo l’Ucraina – e la Nato – a riconoscere lo status quo.
Alla fine di dicembre il New York Times ha scritto che Vladimir Putin avrebbe discretamente fatto sapere alle controparti di essere disponibile ad un cessate il fuoco che però riconosca le conquiste territoriali di Mosca. Il Cremlino sarebbe disponibile a cessare i combattimenti a condizione che l’attuale linea del fronte venga congelata, consentendo così alla Russia di mantenere il possesso del 19% del territorio ucraino.
Anche se il presidente russo ha confermato, nel discorso di Capodanno, gli obiettivi declamati all’inizio dell’invasione – la “denazificazione” e la “demilitarizzazione” dell’Ucraina – Vladimir Putin starebbe da mesi caldeggiando un accordo “alla coreana” (un armistizio permanente senza il raggiungimiento di un accordo globale di pace) entro le elezioni presidenziali di marzo. Ciò permetterebbe la leader di Russia Unita di presentarsi alle urne da vincitore.
Si tratta di uno scenario assai improbabile, soprattutto a causa della totale opposizione dell’attuale governo ucraino e di buona parte dei comandi militari, mentre nella Nato, alle prese con il rischio di un allargamento del conflitto in Medio Oriente, un congelamento della situazione ad est potrebbe non dispiacere. Per far fronte alla penuria di soldati Kiev potrebbe ordinare la mobilitazione di 500 mila uomini, rimpolpando le truppe sempre più stanche e demoralizzate. Ma la riforma dei criteri di coscrizione è stata più volte annunciata ma finora mai attuata, a causa del malcontento che la misura genererebbe soprattutto nelle regioni dell’Ucraina centro-occidentale dove la vita è tornata ad una quasi normalità (bombardamenti russi a parte) e dove il coinvolgimento nello sforzo bellico appare sempre meno prioritario e dovuto.
Le conseguenze di un bombardamento a Kiev
La crisi di Kiev
Se appare difficile che una svolta avvenga nei prossimi mesi è anche vero che i segnali di crisi a Kiev sono sempre più evidenti, a partire dalle divisioni tra il governo e l’esercito e all’interno di quest’ultimo. Per non parlare del calo drastico degli aiuti economici e bellici da parte degli sponsor di Kiev che rendono lo schieramento militare ucraino sempre più vulnerabile e diffondono il “disfattismo” (o realismo) nella società e tra i soldati.
Il generale Zaluzhny attende con ansia l’arrivo degli elicotteri e dei caccia promessi da olandesi, danesi, norvegesi e belgi, ma i tempi di consegna e quelli per l’addestramento dei piloti degli F16 si stanno dilatando e le nuove, vitali risorse saranno disponibili solo tra alcuni mesi.
Questo mentre gli aiuti da USA ed UE arrivano ormai con il contagocce. Al Senato di Washington l’opposizione repubblicana continua a bloccare il pacchetto da 60 miliardi di aiuti mentre si capirà nei prossimi giorni se i capi di stato e di governo dell’Unione Europea riusciranno a sbloccare i 50 miliardi destinati a Kiev sui quali, alla riunione di dicembre, il premier ungherese Orban ha posto il veto. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, in un’intervista a “El País”, si è detto fiducioso, spiegando che in caso di blocco l’Ucraina «non ha un piano B».
Senza ingenti e continue iniezioni di risorse da parte degli alleati l’economia ucraina non è in grado di reggere a lungo mentre, nonostante le sanzioni, nel 2023 quella russa è cresciuta del 3% e Mosca ha saputo ri-orientare velocemente una parte importante della propria bilancia commerciale verso nuovi partner, soprattutto in Asia.
La penuria di munizioni
Inoltre, avvisa ancora il New York Times citando funzionari della Casa Bianca e del Pentagono, presto Washington non sarà più in grado di fornire armi e munizioni all’Ucraina e di mantenere una fornitura costante di missili Patriot, indispensabili contro gli attacchi aerei. Al contrario Mosca ha aumentato sensibilmente, negli ultimi mesi, la sua capacità di produrre missili e munizioni e ha incrementato le proprie scorte acquistando un gran numero di proiettili e droni dalla Corea del Nord, dall’Iran e da altri partner. Secondo una stima del “Wall Street Journal”, dall’estate scorsa il numero di colpi di artiglieria sparati quotidianamente dagli ucraini è crollato da 7 mila a 2 mila, mentre i russi hanno raddoppiato la propria potenza di fuoco passando da 5 a 10 mila.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a diffondere messaggi contraddittori. Da una parte afferma che non è vero che la Russia stia vincendo la guerra e che anzi Mosca «può ancora essere sconfitta», definendo «investimento sulla libertà» i finanziamenti occidentali. Dall’altra però, in un’intervista al settimanale britannico “The Economist”, denuncia che l’occidente ha perso «la sensazione di urgenza» e che molti ucraini hanno perso «la sensazione di minaccia esistenziale». Nel frattempo le sue truppe scavano trincee ed erigono fortificazioni sulla linea del fronte, sperando che impediscano un sempre più temuto disastro. – Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria
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Il tricolore è sinonimo di democrazia e libertà
Come ogni anno Reggio Emilia celebra il primo tricolore italiano di uno Stato sovrano, quel vessillo che raccoglie insieme le speranze del popolo, la promessa di una stagione dei diritti e della libertà, il sentimento di un’unità statuale fondata non più su ragioni dinastiche o pretese militari ma sui valori di giustizia e di fratellanza, per tutti. Passeranno 64 anni dal giorno in cui il bianco, il rosso e il verde si sono uniti nel vessillo della Repubblica Cispadana, fino alla proclamazione del Regno d’Italia nel cortile di palazzo Carignano a Torino, perché l’aula del parlamento subalpino era diventata troppo piccola per ospitare i deputati della Camera, raddoppiati nel numero dai plebisciti di annessione. Sporgendosi dalle balconate dove i tricolori erano esposti a coppie, in omaggio alla storia che si realizzava sotto i suoi occhi, la popolazione poteva vedere Camillo Cavour in terza fila, Alessandro Manzoni in seconda, Urbano Rattazzi più in fondo, Giuseppe Garibaldi seduto in
quarta fila, proprio dietro Massimo d’Azeglio.
Tutti raccolti attorno al pulpito per il sovrano sormontato da una corona, tra le musiche in piazza, i fuochi d’aria nel cielo della Gran Madre, e i cannoni che sparavano a salve dal monte dei Cappuccini. Da lontano, il Papa prometteva battaglia agli «usurpatori»invocando Dio, «vendicatore di giustizia e diritto». Era un compimento, ed era insieme un inizio. Noi oggi possiamo rivivere il primo atto formale della nostra storia nel simbolo d’inizio della vicenda nazionale, che custodisce il significato storico, politico, morale che si è trasmesso fin qui. Il tricolore infatti ha attraversato due secoli, laRestaurazione, la clandestinità, il Risorgimento, le guerre, la dittatura, la Liberazione, il passaggio dalla monarchia alla Repubblica, il boom, il terrorismo, il progresso continuo e le
crisi ricorrenti, ma ha continuato a testimoniare la ragion d’essere della nostra unità nazionale, certificandola. Un Paese ricorre all’invenzione dei simboli quando finalmente prende coscienza di sé, perché solo a quel punto può permettersi la trasfigurazione esemplare della realtà, per codificarla e sacralizzarla, tramandandola. Simbolo dei simboli, nella materialità della stoffa e nell’accumulo di riferimenti identitari dei suoi tre colori, la bandiera è puro significato, senza
traccia di ambiguità. Nasce per essere vista, per venir mostrata, per essere intesa, perché sia riconosciuta: e per trasmettere ad ognuno tra i cittadini il senso dell’insieme, la coscienza del vincolo statuale, la conferma di un’unione che politicamente diventa unità. Fin dall’origine porta in sé il segno dell’epoca in cui è nata e insieme la pretesa dell’eternità, con i valori della rivoluzione francese che seguivano l’Armata napoleonica, mentre gli antichi Stati assoluti lasciavano il posto all’ecogiacobina delle Repubbliche “democratiche”, nate ovunque.
Il bianco e il rosso erano già sulla bandiera francese, con il blu nazionale: ma figuravano anche nello stemma comunale di Milano, con la Guardia civica che indossava il colore mancante col verde delle sue uniformi. La Legione lombarda alzò nel 1796 il primo vessillo con questi tre colori, che già erano apparsi insieme a Genova, uniti nei tre cerchi concentrici delle coccarde appuntate sui vestiti dei “patrioti” che si incontravano nei vicoli e nei cortili. Il tricolore spuntava spontaneamente in città diverse, testimoniando il mondo nuovo che dalla Bastiglia veniva avanti, e «lusingava da gran tempo i cittadini di renderli più liberi», come spiegò a Milano Giovanni Battista Sacco alla “Festa della riconoscenza cisalpina alla grande nazione francese”. Ma quello stendardo era appunto la promessa di una suggestione, non la certezza di un’istituzione: era l’insegna dei reparti militari, non la bandiera nazionale di uno Stato italiano, il libero vessillo di un popolo sovrano. Finché il 7gennaio 1797 nella Sala Patriottica di Reggio Emilia, davanti a 100 deputati, Giuseppe Compagnoni presenta una mozione «perché si renda universale la bandiera Cispadana di tre
colori, Verde, Bianco eRosso». La bandiera non nasceva quindi dal caso o dal caos. Era il risultato concreto di una passione civile e patriottica risvegliata nei popoli, e di un calcolo strategico di Napoleone, che pensa di arrivare aduna sorta di federazione di Repubbliche per la difesa comune, e con questo spirito assiste al Primo Congresso Cispadano nel Palazzo Ducale di Modena: da dove parte un «proclama a tutte le genti della penisola», perché la nuova Confederazione si dichiara subito «aperta all’ingresso di altri popoli».
Questo entusiasmo unitario spinge Napoleone a informare il Direttorio: «Credevo che i Lombardi fossero il popolo più patriota d’Italia — scrive — ma comincio a pensare che Bologna, Ferrara, Modena e Reggio li sorpassino in fatto di energia». Come dobbiamo chiamarla, quella forza che ha stupito l’Imperatore? Energia patriottica allo stato nascente: energia costituente allo stato puro, sospinta dalla passione dei cittadini. Perché il tricolore ha anticipato l’unità del Paese, in un investimento suggestivo nella speranza del futuro: così come oggi, in fondo, l’euro anticipa l’unità politica dell’Europa, pur non avendo sulle sue facce l’immagine di un sovrano democratico capace di spendere il capitale della sua storia nelle crisi del mondo. Ecco perché quando la prima bandiera nazionale di uno Stato italiano sovrano sfila a Modena nella “passeggiata patriottica”, la folla applaude: in quel drappo vede ormai il simbolo del rifiuto di ogni assolutismo e della nuova coscienza civica, e l’aspirazione all’autodeterminazione dei popoli, cioè alla libertà. Non era più il vessillo di un re, e nemmeno soltanto uno stendardo militare. Aveva raggiunto il suo significato nazionale e patriottico, dunque finalmente politico. E infatti a Reggio Emilia quel sabato 7 gennaio si dispone che «lo stemma dellaRepubblica sia innalzato in tutti quei luoghi nei quali è solito che si tenga l’insegna della sovranità».
Chiediamoci oggi quanti sono quei luoghi, quali simboli li abitano, dov’è custodito — in questi annidi disincanto e di lontananza tra il cittadino e lo Stato, con ogni reciproca passione spenta — il deposito civile della nostra Repubblica, e come si mantiene vivo, conservando vitale il significato di quella scelta per una comune appartenenza. La risposta è qui, la risposta siamo noi, perché la vera risposta è la città, prima e ultima infrastruttura della democrazia occidentale, la dimensione civica che preserva le radici della vita associata, dove si possono ritrovare le ragioni smarrite del bene comune e il sentimento perduto della comunità. La città con al centro la piazza, dov’è sfilata la storia del Paese, il luogo quotidiano dello scambio reciproco di riconoscimento tra i cittadini, quel gesto minimo ma consapevole che trasforma la convivenza in coesione sociale, e che è il vero valore d’uso della democrazia delle piccole cose. La piazza italiana come la conosciamo, come l’hanno
abitata i nostri padri, come la consegneremo ai nostri figli: quella dell’Italia dei Comuni, col duomo, il municipio e la prefettura, simboli dei tre poteri che nella tradizione confrontano, combinano e compongono le loro diverse autorità, e che in quello stesso luogo vengono criticati dai movimenti di protesta, radunati proprio qui, spontaneamente, dalla loro libertà, come nella moderna agorà della pubblica discussione. Naturalmente tutto questo accade davanti alla bandiera, che al centro della piazza ha attraversato le epoche del progresso e i giorni del disonore, e ancora poco fa ha resistito sui municipi e sui balconi alla sfida della pandemia, che per la prima volta tentava di cancellare l’elemento umano dal paesaggio urbano, separando i simboli dalla vita. E invece proprio in quei giorni vuoti, senza società, la bandiera veniva appesa alle finestre come una conferma di presenza e di coscienza, un segno spontaneo di resistenza all’Anno Zero, un impegno di fiducia nella storia e nel Paese: per ritornare oggi fin qui, sulla piazza italiana del 2024, a restituirci un senso finalmente compiuto di Patria, dopo gli abusi retorici del passato e la riconquista della libertà democratica, nella lotta contro la dittatura da cui è nata la Costituzione.
La bandiera era presente, sempre, uguale a se stessa, nell’immediatezza simbolica addirittura elementare che mantiene ferma la rappresentazione dell’unità dell’Italia, mentre intorno la vicenda nazionale si compie trasformandosi, e portando la vita reale del Paese a rispecchiarsi ogni volta nelle sue insegne, che vivono dentro il flusso della storia. E la bandiera inscrive in sé necessariamente il segno e la lezione dei passaggi storici, le rotture e le soluzioni. Così, come ha
detto Luigi Salvatorelli nel 1947, in occasione del centocinquantesimo anniversario, «il tricolore è stato ribenedetto e riconsacrato dall’immagine dei patrioti, dal sangue dei partigiani e dei soldati che hanno combattuto contro il nazifascismo ». La bandiera dunque come testimonianza del divenire della vicenda nazionale, non nella semplice eredità genealogica e nella trasmissione generazionale soltanto, ma nello sviluppo di un’identità storica comune, consapevole delle radici, cosciente della crescita, e aperta al mutamento. Onorare il tricolore, oggi, significa appunto riconoscersi in una definizione comune del concetto di Patria, assumendo i valori di democrazia e di libertà come criterio di giudizio e di gerarchia. Quei valori non sono di parte, perché rappresentano il fondamento della cultura occidentale in cui ci riconosciamo, non per destino ma per scelta, la base europea della moderna cittadinanza e la garanzia universale di ogni civile convivenza. Sono gli ideali che ricollegandoci al Risorgimento e promettendo fedeltà alla democrazia, compiono la nostra storia e animano la nostra bandiera, e dopo l’unità nazionale e l’unità territoriale
costruiscono ciò che ancora manca, l’unità morale del Paese, che può nascere solo nel patriottismo costituzionale: fuori dal quale c’è soltanto la vita artificiale dell’ideologia, che affloscia le bandiere senza vento, immobili come sulla luna.
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Programmi congiunti ed export militare. Ecco perché Berlino apre ai caccia per Riyad
Cambio di passo da parte di Berlino nel settore della Difesa. La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha annunciato nel corso della sua visita in Israele l’intenzione del governo federale di rimuovere il veto che impedisce l’esportazione di Eurofighter all’Arabia Saudita. Una decisione importante non solo per il consorzio responsabile della realizzazione del caccia, ma in prospettiva anche per il futuro dei consorzi europei sui sistemi d’arma di prossima generazione.
Il veto di Berlino
Il blocco tedesco risale al 2018, quando l’allora cancelliera, Angela Merkel, dispose lo stop alle esportazioni di Typhoon alla monarchia saudita come reazione alla crisi scaturita dall’uccisione in Turchia del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. Il veto tedesco aveva avuto l’effetto di paralizzare l’accordo che Riyad aveva stretto con il Regno Unito – partner del progetto – per l’acquisto di ulteriori 48 velivoli, dopo i 72. Un accordo dal valore di cinque miliardi di sterline. Già allora non si erano fatte attendere le perplessità da parte delle aziende coinvolte, BAE Systems, Airbus e l’italiana Leonardo, e ancora a settembre 2023 il primo ministro britannico, Rishi Sunak, era tornato sulla questione chiedendo a Berlino di rimuovere il veto all’export dei caccia. Anche l’Italia aveva posto tra il 2019 e il 2020 alcune limitazioni alle esportazioni di materiale militare all’Arabia Saudita, tra cui munizioni per gli Eurofighter, paletti rimossi definitivamente dal Consiglio dei ministri a maggio del 2023.
Il cambio di rotta di Scholz
Un primo passo verso questa direzione era già stato compiuto a ottobre 2022, quando, in vista del viaggio del cancelliere Olaf Scholz nella regione del Golfo, Berlino autorizzò la vendita di materiale militare a Paesi non-Nato, tra cui Riyad, nel contesto dei progetti congiunti di difesa europea in cui è coinvolta anche la Germania. L’accordo permise di fornire pezzi di ricambio e munizioni per gli Eurofighter sauditi. Un cambio di rotta che già allora segnò la rinnovata attenzione del nuovo governo Scholz alle questioni legate alla difesa e alla sicurezza internazionali, e che non a caso seguivano le misure adottate dalla nuova cancelleria di potenziamento del budget militare a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Anche in questo caso, ad accelerare il passo della Germania è intervenuta la crisi scoppiata dopo gli attacchi di Hamas il 7 ottobre. La stessa ministra Baerbock ha sottolineato il ruolo dell’Arabia Saudita nel contribuire “in modo determinante alla sicurezza di Israele” e “a contenere il rischio di un escalation regionale”.
Oltre l’Eurofighter
L’importanza della decisione odierna non è soltanto relativa alla commessa dei 48 caccia britannici per Riyad, ma segna un importante cambio di passo in generale per il futuro dei progetti congiunti europei. Le restrizioni tedesche, infatti, sono state criticate a lungo dai Paesi partner dei diversi programmi, considerati delle limitazioni all’appetibilità dei sistemi per il timore dei Paesi acquirenti di rischiare di rimanere senza pezzi di ricambio per i propri velivoli, spingendoli potenzialmente ad affidarsi ad altri fornitori. Adesso, con la riapertura da parte di Berlino, i programmi congiunti, a partire dai caccia Eurofighter e Tornado (a cui partecipa anche l’industria italiana), potrebbero vedere allargarsi la lista di ordini, con una nuova spinta sui mercati globali.
Programmi futuri
Il tema delle regole sulle esportazioni militari legate ai programmi congiunti, inoltre, riguarda da vicino anche i programmi di prossima generazione. Berlino è impegnata, insieme con la Francia, nella realizzazione del caccia di sesta generazione Fcas, mentre Italia, Gran Bretagna e Giappone collaborano sul parallelo progetto Gcap. Anche su questo versante, infatti, è del mese scorso la decisione del Giappone di modificare e regole che limitavano le esportazioni di materiale di Difesa. Ora sarà possibile, per il Paese del Sol levante, inviare materiali prodotti su licenza al Paese proprietario o sistemi di difesa non-letali agli Stati che si difendono da un’invasione, come l’Ucraina. Proprio pensando al Gcap, il governo di Fumio Kishida sta cercando di eliminare il divieto di esportare prodotti co-sviluppati ad altri Paesi. Tokyo, infatti, ha riconosciuto il ruolo fondamentale che l’export riveste per la sostenibilità economica di questi programmi. Progetti all’avanguardia come Gcap, Fcas o l’Eurofigher richiedono investimenti massicci per essere sviluppati e infine prodotti, e i soli mercati interni dei Paesi partner non basta a ripagare gli investimenti.
Intelligenza artificiale. Quali regole? di Giusella Finocchiaro
L’intelligenza artificiale è ormai entrata a far parte delle conversazioni quotidiane: incuriosisce, impaurisce, insospettisce come forse nessun’altra novità ha mai fatto. Ed è così diventata un mito cui colleghiamo parole che ingannano, costruendo narrazioni inquietanti e poco realistiche. Eppure le sue applicazioni in sanità, per fare un esempio concreto, sono tante e utili. Ma come possiamo conviverci? Se un sistema di IA causa dei danni può esserne considerato responsabile? Come sono protetti i dati personali di cui si nutre? Per governare questo nuovo fenomeno si invocano nuove regole giuridiche: ma quali sono le regole davvero necessarie? Certo si dovrà tendere a un sistema di regole globali, poiché non abbiamo a che fare con un fenomeno contenibile entro limiti geografici. L’Unione europea sta per approvare un nuovo regolamento, ma cosa accadrà nel resto del mondo? Il volume riflette su questi e altri interrogativi, cui non è e non sarà semplice dare risposta.
Giusella Finocchiaro insegna Diritto privato e Diritto di internet all’Università di Bologna. Avvocato cassazionista, è fondatrice e partner di DigitalMediaLaws, boutique legale specializzata in diritto delle nuove tecnologie. Già presidente della Commissione UNCITRAL sul commercio elettronico e della Commissione incaricata dal Ministero di Giustizia di redigere il decreto di adeguamento dell’ordinamento italiano al Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, è esperto legale presso la Banca Mondiale ed esperto legale UNIDROIT nel «Digital Assets and Private Law project». Con il Mulino ha pubblicato recentemente «Major Legal Trends in the Digital Economy. The Approach of the EU, the US, and China», curato con L. Balestra e M. Timoteo (2022).
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In Cina e Asia – Corruzione e negligenza, intelligence Usa: "compromesso l’arsenale cinese”
Cina, corruzione e negligenza nell'esercito
Cina: calo record dei salari nelle città
La Cina denuncia l'Ue per dumping sul brandy
Cina, il governo non allenta sul trasferimento transfrontaliero dei dati
Bangladesh: quarto mandato per la premier Hasina
Corea del Nord, esercitazioni a fuoco vivo lungo la costa sud-occidentale
Giappone, dopo il terremoto, gli scandali politici
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GAZA. Palestinesi accusano soldati israeliani di esecuzioni sommarie
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di Maha Hussaini a Gaza – Middle East Eye
(foto UNICEF/Hassan Islyeh)
Per tre giorni, Moemen Raed al-Khaldi è rimasto ferito e immobile tra i cadaveri dei suoi familiari uccisi, fingendosi morto per proteggersi dai colpi dei soldati israeliani. Il 21 dicembre, i soldati israeliani hanno fatto irruzione nella casa in cui la famiglia Khaldi si era rifugiata nel nord di Gaza e, in pochi minuti, hanno sparato a tutti i presenti. I soldati hanno lasciato la casa pensando di averli uccisi tutti, solo Moemen è rimasto vivo, sanguinando per giorni prima che i vicini lo trovassero e lo portassero in ospedale.
Dal suo letto d’ospedale nel complesso medico di al-Shifa, a Gaza City, ha raccontato a Middle East Eye cosa è successo il 21 dicembre.
Khaldi e la sua famiglia si erano spostati a casa di parenti nel quartiere di Sheikh Radwan, nel nord di Gaza City, dopo essere stati costretti a evacuare la propria casa.
“Ho fatto finta di essere morto”
Quel fatidico giorno, dopo il tramonto, la famiglia aveva finito di pregare ed era sdraiata insieme sul pavimento, coperta da coperte, quando i soldati israeliani hanno fatto improvvisamente saltare la porta d’ingresso e fatto irruzione nella casa. “Tutti quelli che si trovavano nelle vicinanze sono rimasti feriti, comprese due donne: mia nonna e un’altra donna incinta”, ha raccontato Khaldi.
Rivolgendosi alla famiglia in ebraico, l’esercito israeliano ha ordinato a tutti di evacuare la casa. Tuttavia, poiché nessuno parlava ebraico, i membri della famiglia non hanno capito gli ordini. “I soldati non parlavano arabo. Nessuno parlava ebraico e noi non capivamo cosa dicevano. Allora mio nonno ha cercato di tradurre. Ha detto solo poche parole: ‘Ascoltate quello che vi dicono i soldati e uscite'”, ha raccontato Khaldi. “I soldati si sono girati e hanno pensato che fosse stato mio padre a parlare. Gli hanno sparato e lui è morto sul colpo”. I soldati hanno poi sparato a tutti gli altri presenti nella stanza, compreso Khaldi.
“Poi mio nonno è stato martirizzato, seguito da mio zio, poi da altri due uomini che si erano rifugiati da noi, poi da uno dei proprietari della casa. Poi sono state martirizzate mia nonna e la donna incinta”. Dopo essere stato colpito, riportando ferite alle gambe, Khaldi è rimasto immobile sul pavimento, fingendo di essere morto per evitare ulteriori spari da parte dei soldati.
“Mi proteggevo rimanendo in un punto tra la schiena di mio zio e il muro. In questa posizione mi proteggevo la testa. Sono rimasto così per tre giorni, fingendo di non essere vivo. Durante questo periodo, l’esercito entrava e usciva dalla casa, distruggendo il posto, ma io fingevo di essere [morto]”, ha ricordato. “Tre giorni dopo, mi hanno trasferito in ospedale insieme ai miei familiari martiri”.
“Hanno sparato alla mamma e poi al papà”
Il 27 ottobre, l’esercito israeliano ha lanciato un’invasione di terra nelle aree urbane, nelle strade e nei quartieri densamente popolati della Striscia di Gaza. Giorni prima dell’invasione, l’esercito israeliano ha iniziato a ordinare ai residenti di Gaza City e del resto della Striscia di Gaza settentrionale di evacuare le loro case e trasferirsi nelle aree a sud di Wadi Gaza. L’esercito ha dichiarato di considerare i palestinesi che non avrebbero rispettato gli ordini di evacuazione come “terroristi”, e le sue forze hanno da allora usato una forza letale contro le persone che hanno scelto di rimanere.
Il 22 dicembre, nello stesso quartiere in cui la famiglia di Khaldi è stata giustiziata, un suo parente di sei anni, Faisal Ahmed al-Khaldi, è sopravvissuto a un incidente simile dopo che i soldati israeliani hanno sparato ai suoi genitori uccidendoli davanti a lui, a casa di suo zio.
“Eravamo a casa e il carro armato era [stazionato] davanti alla porta dell’edificio. Una notte hanno abbattuto il cancello e sono entrati. La porta dell’appartamento di mio zio Mohammed era chiusa a chiave, l’hanno sfondata e sono entrati. Hanno sparato a tutti nella stanza degli ospiti”, ha raccontato Faisal a MEE.
“Stavamo dormendo, ho sentito il loro [rumore], così ho chiesto a mia madre: Cos’è questo rumore? Lei mi ha risposto: Sono israeliani”. Subito dopo le hanno sparato e poi hanno sparato a papà”. I soldati israeliani hanno poi ordinato agli altri membri della famiglia di Faisal di riunirsi in una stanza, lasciando che i bambini li osservassero dal corridoio.
Faisal è stato colpito dalle schegge dei proiettili che hanno ucciso i suoi genitori, ma lo shock gli ha impedito di sentire la ferita in quel momento.
“Ci siamo nascosti nella camera da letto di mio cugino Layan. Poi ci siamo diretti verso la porta, io non riuscivo a camminare, continuavo a cadere, così mio zio, Mohammed, mi ha portato in braccio. Subito dopo, i soldati hanno ordinato a lui e al nonno di Layan di togliersi i vestiti”, ha raccontato. “Hanno ordinato loro di sedersi e noi siamo andati tutti a sederci nel corridoio”.
Dopo che i soldati hanno lasciato la casa, la famiglia si è rifugiata in una scuola e solo allora Faisal ha sentito un dolore all’addome. “Mi hanno tolto i vestiti, hanno scoperto che ero ferito e mi hanno portato in ospedale”, ha raccontato.
Ucciso davanti ai figli disabili
Una settimana dopo, a pochi chilometri di distanza, i soldati israeliani hanno giustiziato Kamel Mohammed Nofal, 65 anni, dipendente in pensione dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (UNRWA), davanti alla moglie e ai figli adulti disabili, mentre “cercava di spiegare loro che i suoi figli non potevano capire le istruzioni”, ha dichiarato a MEE un suo parente, Jamal Naim.
“Le forze israeliane sono arrivate nell’edificio in cui vivevano Kamel e la sua famiglia e hanno ordinato a tutti di evacuare. Tutti sono scesi e si sono radunati sulla strada di fronte all’edificio”, ha raccontato. “C’erano 24 residenti, tra cui Kamel, sua moglie Fatima Jamil Timraz, di 63 anni, e i loro quattro figli, i loro coniugi e i loro figli. Tra loro c’erano almeno nove bambini, il più piccolo aveva quattro mesi”.
Secondo Naim, tre dei figli di Kamel erano sordomuti e il quarto era ipovedente. “I soldati israeliani stavano dando al gruppo istruzioni su dove andare e cosa fare, ma i figli di Kamel non potevano capire perché non erano in grado di sentire, vedere o comunicare correttamente, così i soldati hanno proceduto a trattenerli”, ha detto.
“Kamel ha parlato in ebraico, dicendo che i suoi figli Hussam, 40 anni, Ahmed, 36 anni, Mahmoud, 32 anni, e sua figlia Wafaa, 31 anni, erano disabili. I soldati gli hanno immediatamente sparato. È stato ucciso davanti ai suoi figli e a tutti gli altri”. Naim ha riferito che i soldati israeliani hanno successivamente arrestato i figli di Kamel e gli altri membri della sua famiglia. La loro posizione attuale rimane sconosciuta.
Hanno giustiziato tutti
Quando l’esercito israeliano ha raggiunto il quartiere di al-Rimal, nel centro di Gaza City, ha preso di mira diversi edifici commerciali e residenziali. Ai residenti, tuttavia, non è stato permesso di evacuare. Il giornalista Ahmed Dawoud, 38 anni, era ancora nella sua casa vicino all’incrocio Palestina quando un carro armato israeliano ha preso di mira l’appartamento del suo vicino ed è stato costretto a fuggire.
“Ho lasciato la mia casa dopo che l’appartamento vicino è stato bruciato. Abbiamo lasciato l’edificio insieme a circa 30 persone, tra cui la figlia di un mio amico giornalista. Stavamo cercando di fuggire ma, quando siamo arrivati all’incrocio, due ragazze sono state uccise”, ha raccontato. “Una delle due ragazze aveva otto anni, era la figlia del mio amico giornalista, e l’altra aveva 15 anni. Le hanno giustiziate sotto ai nostri occhi. Se non ci fossimo messi al riparo, saremmo stati anche noi tra i martiri”.
Quando i soldati hanno aperto il fuoco sui residenti, alcuni si sono ritirati nell’edificio, mentre altri hanno deciso di proseguire a piedi verso un luogo più sicuro. “Il corpo della figlia del mio amico è rimasto in strada. Siamo entrati in una casa a caso e per quattro o cinque giorni siamo rimasti a guardare [dalla finestra], cercando di recuperare il corpo. Siamo stati accerchiati dai soldati israeliani che stavano uccidendo tutti quelli che si trovavano nella zona”, ha raccontato.
“Cinque giorni dopo, siamo scesi e abbiamo recuperato il corpo sotto i quadricotteri [israeliani]”. Quando è fuggito dall’edificio, alcuni dei suoi vicini sono rimasti nel loro appartamento. Appena i soldati israeliani sono entrati nell’edificio e li hanno trovati, ha raccontato, hanno ucciso l’intera famiglia, prima di dare fuoco alla casa. “Li hanno giustiziati tutti, l’intero gruppo… Hanno giustiziato tutti nella zona, non hanno lasciato nessuno”.
– Mohammed Qreiqe, a Gaza, ha contribuito a questo servizio.
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L'articolo GAZA. Palestinesi accusano soldati israeliani di esecuzioni sommarie proviene da Pagine Esteri.
Le pseudoscienze all'università. L'articolo di Enrico Bucci sul brutto vizio di concedere visibilità e autorevolezza a discipline senza senso
Nelle aule accademiche è ormai saldamente stabilito un principio: qualunque cosa può essere insegnata in un master di medicina aggiungendo la parolina “scienza” e qualche altro aggettivo a una strampalata collezione di pratiche esoteriche, obsolete e antiscientifiche
ilfoglio.it/scienza/2024/01/05…
Le pseudoscienze all'università
Nelle aule accademiche è ormai saldamente stabilito un principio: qualunque cosa può essere insegnata in un master di medicina aggiungendo la parolina “scienza” e qualche altro aggettivo a una strampalata collezione di pratiche esoteriche, obsolete e…www.ilfoglio.it
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Ieri è scomparso l’avv. Felice Besostri, un vero partigiano della Costituzione, della rappresentanza e della democrazia. Che sia di ispirazione per tutti noi!
> "Felice Besostri ha difeso le ragioni della nostra Costituzione sino all’ultimo istante della sua vita. Impegnato in particolare a salvaguardare le ragioni del pluralismo politico, fu tra i protagonisti della battaglia contro le deformazioni provocate dalle leggi elettorali. Nel collegio di avvocati che riuscirono a far dichiarare incostituzionale nel 2014 alcune norme della legge n. 270 del 2005 (c.d. “porcellum”), ha promosso una serie innumerevole di azioni per espungere dal nostro ordinamento le tante forzature che hanno impedito un corretto confronto elettorale."
@Politica interna, europea e internazionale
salviamolacostituzione.it/in-r…
In ricordo di Felice Besostri - Associazione nazionale Salviamo la Costituzione
Questa notte è scomparso l’avv. Felice Besostri Felice Besostri ha difeso le ragioni della nostra Costituzione sino all’ultimo istante della sua vita.Redazione (Associazione nazionale Salviamo la Costituzione)
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#laFLEalMassimo – Episodio 110: Libertà
L’augurio principale da fare in apertura di questo primo episodio del 2024 è naturalmente diretto alla fine della guerra sia in Europa e che in Medio Oriente, e in generale alla cessazione di tutti i conflitti sui quali abbiamo meno informazioni. In particolare, è sempre bene specificare che quello che si combatte alle porte dell’Europa è stato iniziato dall’ingiusta e ingiustificata aggressione russa ai danni del popolo ucraino e potrà terminare solo quando l’invasore sarà ricacciato entro i propri confini.
Dall’alba della storia gli esseri umani massacrano i propri simili per i motivi più svariati, dalla contesa per beni materiali e territori al fanatismo ideologico e religioso, passando per la più semplice e aberrante intolleranza della diversità.
Sarebbe ingenuo illudersi che questa pratica possa essere eliminata del tutto, perché le uccisioni multiple avvenute nelle scuole ad opera di studenti armati, piuttosto che i proiettili vaganti nella notte di Capodanno ci dimostrano che anche nelle società più civili e avanzate e in tempo di pace la tragedia può irrompere a turbare il quotidiano.
Vorrei cogliere però l’occasione di questa puntata inaugurale della rubrica per ricordare a tutti come la libertà economica costituisca un fondamentale motore di pace che consente di ridurre drasticamente il numero delle vittime innocenti.
Là dove gli uomini sono liberi di intrattenere commerci e avviare attività imprenditoriali è più facile l’altro sia visto come un cliente da soddisfare o un potenziale fornitore, piuttosto che un nemico da eliminare. Dunque, fiorisce la tolleranza e l’apertura nei confronti della diversità, l’attitudine a risolvere i conflitti con accordi ragionevoli, piuttosto che rischiare la vita combattendo.
Le società aperte al libero mercato non sono di certo il paradiso e non sono esenti da conflitti e criticità da risolvere; tuttavia, costituiscono un ambiente nel quale la vita umana ha un valore più elevato di qualsiasi dittatura o teocrazia e questo semplice elemento rende la guerra, il combattimento e l’omicidio un’opzione sempre meno conveniente del dialogo e della trattativa.
Il mio augurio per il nuovo anno è che si possa diffondere la consapevolezza che la strada per un mondo meno cruento e verso un numero minore di vittime innocenti, passa dal contributo fondamentale apportato dalla mano invisibile della libertà individuale.
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L'articolo #laFLEalMassimo – Episodio 110: Libertà proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Soldi e sanità
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L'articolo Soldi e sanità proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Marino Bruschini reshared this.
Il Decreto Crescita e il calcio ordoliberale l Infoaut
"Senza gli aiuti dello Stato i soldi che i club prima risparmiavano in tasse sugli stipendi dei calciatori stranieri (nell’ordine di decine di milioni l’anno) tornano ad essere versati all’erario e quindi possibilmente destinati a scuole, case, ospedali e via dicendo. Perché quello che ci racconta questa storia, al di là della solita ipocrisia del mondo del pallone, è che il sistema calcio in tutta Europa rispecchia alla perfezione i dettami della scuola ordoliberale."
Hubble per la prima volta ha osservato i cambiamenti nell’atmosfera di un esopianeta l AstroSpace
"A partire dalle osservazioni Hubble raccolte nel 2016, 2018 e 2019, un team di scienziati ha potuto non solo analizzare l’atmosfera del pianeta, ma anche confrontare lo stato di questa atmosfera nel corso dei diversi anni, trovando prove evidenti della sua variazione."
Gas: gli USA sono i principali esportatori nel 2023 (anche grazie alle sanzioni alla Russia) l L'Indipendente
"La guerra dell’energia tra USA e Russia ha dunque avvantaggiato la potenza a stelle e strisce a danno dei Paesi europei: mentre, infatti, il Prodotto Interno Lordo degli Stati Uniti ha registrato un aumento del 4,9% nel terzo trimestre 2023, rispetto al 2,1% del trimestre precedente, l’eurozona è entrata in recessione tecnica, trainata dalla Germania, la nazione europea che più ha risentito dall’interruzione dei rapporti commerciali ed energetici con la Russia."
L'associazione dei creditori guadagna milioni con diritti GDPR (di fatto) gratuiti KSV1870 utilizza un sito web ingannevole per invitare le persone ad acquistare un costoso "InfoPass" invece di ottenere una copia gratuita dei propri dati
Il James Webb ha stabilito un nuovo record, distinguendo giovani stelle nella galassia del Triangolo l AstroSpace
"La nostra Via Lattea è ricca di gigantesche nubi molecolari, all’interno delle quali il processo del collasso gravitazionale permette la nascita di nuovi astri. Sulla base di ciò che possono studiare osservando queste stelle neonate, gli scienziati ipotizzano che il processo di formazione stellare avvenga in maniera simile anche nelle altre galassie."
L'associazione di tutela dei creditori guadagna milioni con i diritti GDPR (di fatto) gratuiti KSV1870 utilizza un sito web ingannevole per invitare le persone ad acquistare un costoso "InfoPass" invece di ottenere una copia gratuita dei propri dati
Ministero dell'Istruzione
Il 95% delle Scuole secondarie di secondo grado ha completato le nomine dei docenti tutor e orientatori sulla piattaforma #Unica: risulta incaricato il 98% dei tutor previsti e il 95% di orientatori.Telegram
Weekly Chronicles #59
Buon 2024 cari lettori. Nel bene e nel male, sarà una grande annata. Questo è il numero #59 delle Cronache settimanali di Privacy Chronicles, la newsletter che parla di sorveglianza di massa, crypto-anarchia, privacy e sicurezza dei dati.
Nelle Cronache della settimana:
- Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica
- Tecnocrazia fiscale
- The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks
Nelle Lettere Libertarie: Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica
Rubrica OpSec: Criptovalute: la sicurezza degli Hardware Wallet più diffusi
Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica
La guerra contro l’anarco-tirannia è iniziata, e viene combattuta a colpi di flessibile. Il gruppo anonimo denominato Blade Runners continua nella sua guerriglia urbana contro le telecamere ULEZ (la nostra ZLT) di Londra.
Le stime più recenti contano più di 3.000 telecamere disabilitate, danneggiate o semplicemente scomparse durante il 2023. Dal fronte arrivano immagini che mostrano pali nuovi di zecca accasciati al suolo, dopo neanche 12 ore dalla loro installazione. Gli esponenti del gruppo dichiarano di voler continuare anche nel 2024 fino a quando non rimarrà più neanche una telecamera.
Anche in Italia arrivano notizie del genere. Non abbiamo gruppi con nomi evocativi come i cugini inglesi ma la lotta, pare, è altrettanto ferrata. Ad esempio, in provincia di Rovigo sono stati distrutti tutti gli autovelox, in media uno al mese. Non è chiara la ragione, ma le autorità di polizia avvertono: “attività pericolosa, si mettono a rischio vite umane”.
Nel dissociarmi da queste attività di danneggiamento di proprietà pubblica, vi dico invero che è questa la resistenza contro l’anarco-tirannia1 di cui siamo vittime più o meno consapevoli.
✅ Finisce qui la preview gratuita. Abbonati per sbloccare tutto il potenziale di Privacy Chronicles! Con l’abbonamento avrai:
- accesso a tutte le Weekly Chronicles
- accesso agli articoli di approfondimento e all’archivio degli articoli passati
- uno sconto per l’acquisto dei prodotti anti-sorveglianza SLNT
Il cuore reso saldo dalla grazia
pastore D'Archino - Il cuore reso saldo dalla grazia
(La predicazione per l’inizio dell’anno 2024) Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti; perché è bene che il…pastore D'Archino
pastoredarchino.ch/2023/11/19/…
Comunque è chiaro per me che ci sono interpretazioni differenti.
Indagine sul Fediverso 2023: il primo sondaggio on line sulla comunità italiana dei social federati. Vuoi partecipare? Il sondaggio scade il 15 gennaio
Come sei finito dentro al Fediverso? Quali sono le cose che ti piacciono di più e quelle che ti piacciono meno? Quali sono gli aspetti più interessanti? Quanto usi le istanze in cui sei iscritto o le app che hai scaricato?
Lavinia Mennuni, una ricca che vuole più multipare
Nel dicembre 2023 l'agenda "occidentalista" lascia spazio anche a oziose considerazioni sulle aspirazioni più o meno lecite delle giovani donne.
Da Roma una ricca di nome Lavinia Mennuni avalla graziosamente eventuali aspirazioni a maternità precoci e ripetute, probabilmente in considerazione dello spauracchio della "sostituzione etnica".
La cosa interessante è che in quel Regno Unito che è da molti decenni fonte di ispirazione per lo stesso areale politico -l'ascesa di #JavierMilei in #Argentina ha persino ridato fiato alla feccia liberista ammiratrice di #MargaretThatcher- la condizione di multipara è stata per molti anni oggetto di scherno proprio da parte degli ambienti conservatori.
Nel suo Chavs #OwenJones ricorda il personaggio di #VickyPollard ideato da Matt Lucas e David Walliams. Vicky Pollard è l'archetipo della grottesca ragazza madre della classe operaia: sessualmente promiscua, incapace di mettere insieme due parole e con problemi comportamentali molto seri.
Invece di corteggiare gli ambienti marginali e abietti per trarne suffragi, i conservatori britannici hanno almeno il buon gusto di schernirli con coerenza.
@Ryoma123 no, non più di quanto non possa accedere ai tuoi dati uno scraper. I dati pubblici del tuo profilo, sono pubblici perché il fediverso non è una darknet e qualunque bot follower di facebook potrebbe prendere i tuoi dati e darli a Zuckerberd in un pacchetto regalo...
Diciamo che il silenziamento è una misura più che adeguata per tutelare gli utenti della propria istanza. Ma nessuna contromisura è sufficiente a tutelare gli utenti che espongono pubblicamente biografia, collegamenti e messaggi.
La soluzione trovata dagli sviluppatori di Friendica è molto intelligente per evitare uno scraping massivo sulla singola istanza, ma chiaramente lascia il tempo che trova
Una sintesi di tutte le riflessioni avvenute a proposito di Threads, all'interno di mastodon.uno e della chat matrix dedicata ai suoi utenti
> Vigileremo su come si comporterà Threads. Ma per ora Mastodon.uno in via cautelativa lo ha silenziato, questo impedirà di vedere utenti #Threads nelle timeline pubbliche ma potrete sempre decidere di seguire qualche amico o qualche account utile che ancora non si decide a trasferirsi su mastodon.
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FPF in 2023: A Year in Review
As 2023 comes to an end, we want to reflect on a year that saw the Future of Privacy Forum (FPF) continue to expand its presence globally and domestically while organizing engaging events, publishing thought-provoking analysis, providing the latest expert updates, and more. FPF continues to convene industry experts, academics, consumer advocates, and other experts to explore the challenging issues in the data protection and privacy field.
The AI Impact
2023 was the year of AI. We saw AI technologies catapulted into the mainstream with Generative AI tools such as ChatGPT, Google Bard, and others. AI continues to have countries worldwide working to regulate the technology and companies scrambling to figure out how to navigate AI amongst their employees and their products and services.
To respond to the demand for understanding in AI, FPF worked with stakeholders on best practices, provided in-depth training on AI-related topics, and discussed the evolving impact of this technology with many of you at roundtable discussions, expert panels, and more.
Here are some of FPF’s biggest AI moments of 2023:
- Released the Generative AI Internal Policy Checklist, guiding organizations using or developing new generative AI internal policies.
- Offered practical recommendations focused on responsibility and ethics influenced by leading policy frameworks in our Best Practices for AI and Workplace Assessment Technologies.
- Hosted our first-ever Japan Privacy Symposium where Data Protection and Privacy Commissioners of the G7 DPAs discussed their approaches to regulating AI.
- Published a step-by-step guide on Conformity Assessments Under the proposed EU AI Act, along with an accompanying infographic in collaboration with OneTrust.
- Discussed alternative solutions for processing of (personal) data with Machine Learning at CPDP Brussels and generative AI systems in Asia-Pacific during Singapore’s PDP Week.
- Participated in a Capitol Hill briefing hosted by the Wilson Center and Seed AI in conjunction with the Congressional Artificial Intelligence Caucus “AI Primer: AI in the Workplace,” highlighting FPF’s Best Practices.
- Provided testimony on the responsible use and adoption of AI technologies in New York City classrooms.
- Published insightful op-eds in WIRED discussing the intersection of AI and immersive technologies and The Hill on generative AI and elections.
- Tracked AI legislation, guidelines, and initiatives in the United States, the European Union, Brazil, and China and highlighted the many DPA investigations into generative AI.
- Held stakeholder workshops on the current regulation of generative AI throughout the APAC region.
- Organized a session at the Global Privacy Assembly on the use of public information for LLM training.
- Relaunched the FPF Training program, providing in-depth expert sessions on topics such as the EU AI Act, the fundamentals of AI and machine learning, and more.
Continuing FPF’s Global Reach
In 2023, FPF closely followed and advised upon significant developments in Asia, the European Union, Africa, and Latin America. We also discussed privacy and data protection with many of you at key conferences and events across the globe, including in Washington, DC, Brussels, Tokyo, Singapore, Bermuda, and Tel Aviv.
As India’s Digital Personal Data Protection Act sprinted through its final stages in August after several years of debates, postponements, and negotiations, FPF provided an in-depth, comprehensive explainer of its important aspects and key provisions, as well as discussed its extraterritorial effects in a LinkedIn Live conversation. The Act also focused on protections for the processing of personal data of children and introduced the concept of “verifiably safe” measures and, FPF in partnership with The Dialogue released a Brief containing a Catalog of Measures for “Verifiably Safe” Processing of Children’s Personal Data Under India’s Digital Personal Data Protection Act (DPDPA) 2023. In partnership with NASSCOM, FPF also hosted a webinar series on the consent regime under India’s new Digital Personal Data Protection Act of 2023.
FPF saw its presence in Asia continue to grow as the FPF Asia-Pacific office entered its third year. FPF and S&K Brussels hosted the first-ever Japan Privacy Symposium in Tokyo, providing insight into the regulatory priorities of the G7 DPAs and global thought leadership on the interaction of data protection and privacy laws with AI. During Singapore’s PDP Week, our Asia-Pacific team held a roundtable on the governance implications of generative AI systems, spoke at the Asia Privacy Forum, and hosted an in-person training on the EU AI Act.
FPF remains consistently active in the European Union, with several engaging events bringing together the European data privacy community and numerous thought-provoking blogs, reports, and analyses published in 2023. FPF launched its in-depth report on enforcement of the EU’s GDPR Data Protection by Design and by Default obligations and hosted our 7th Annual Brussels Privacy Symposium with the Brussels Privacy Hub of Vrije Universiteit Brussel, which included opening remarks by European Commissioner for Justice Didier Reynders and European Data Protection Supervisor Wojciech Wiewiórowski. We also analyzed the regulatory strategies of European DPAs for 2023 and beyond in our continuing series.
We were honored to see our team, FPF VP for Global Privacy Dr. Gabriela Zanfir-Fortuna, Senior Counsel for Global Privacy Katerina Demetzou, and former Senior Counsel for Global Privacy Sebastião Barros Vale, receive the prestigious Stefano Rodotà Award for their paper, “The Thin Red Line: Refocusing Data Protection Law on ADM, A Global Perspective with Lessons from Case-Law.”
In addition, our global experts provided analysis on privacy and data protection developments in Vietnam, Nigeria, Australia, Tanzania, and the African Union and published an overview comparing three regional model contractual frameworks for cross-border data transfers.
U.S. Legislative Activity
In 2023, FPF played a key role in informing regulatory agencies and state legislatures on privacy in various emerging technologies, such as AI. Our experts testified before state legislatures, provided informative analysis, submitted regulatory comments, and more.
We provided recommendations and filed comments with the:
- U.S. Department of Health and Human Services Office for Civil Rights regarding the Notice of Proposed Rulemaking on extending additional protections to reproductive health care data under the Health Insurance Portability and Accountability Act.
- U.S. Federal Trade Commission regarding the Notice of Proposed Rulemaking to clarify the scope and application of the Health Breach Notification Rule, and again regarding the use of “Privacy-Protective Facial Age Estimation” as a potential mechanism for verifiable parental consent under the Children’s Online Privacy Protection Act Rule.
- California Privacy Protection Agency to inform the Agency’s rulemaking to implement the California Privacy Rights Act amendments to the California Consumer Privacy Act’s provisions on cybersecurity audits, risk assessments, and automated decision-making.
- National Telecommunications and Information Administration in response to their request for comment on privacy, equity, and civil rights, and again in response to their request for comment on Kids Online Health and Safety as part of the Biden-Harris Administration’s Interagency Task Force on Kids Online Health & Safety.
- Consumer Financial Protection Bureau in response to their request for comment regarding data portability for financial products and services, and again in response to their Request for Information (RFI) Regarding Data Brokers and Other Business Practices Involving the Collection and Sale of Consumer Information.
2023 also saw developments in various U.S. state commercial privacy laws. We found that the number of state laws increased from five to twelve (or, arguably, thirteen), and in response, provided timely analysis in Iowa, Indiana, Montana, Tennessee, Florida, Texas, Connecticut, Oregon, Utah, and Delaware. In addition, Washington and Nevada became the first to pass broad-based consumer health data privacy legislation. Earlier this month, our Director for U.S. Legislation Keir Lamont took a look ahead at the state privacy landscape in 2024.
For the 13th year, FPF recognized leading privacy research and analytical work with the Privacy Papers for Policymakers Award held on Capitol Hill. The winners spoke about their research in front of an audience of academic, industry, and policy professionals in the field. The event featured keynote speaker FTC Commissioner Alvaro Bedoya.
Youth & Education Privacy
Federal and state policymakers turned to the protection of children online, with President Biden notably mentioning it for a second year in a row during this year’s State of the Union address.
In partnership with LGBT Tech, we outlined recommendations for schools and districts to balance inclusion and student safety in technology use. Our analysis builds on thorough research, including interviews with recent high school graduates who identify as LGBTQ+, to gather firsthand accounts of how student monitoring impacted their feelings of privacy and safety at school.
Over the summer, we published one of our popular infographics examining age assurance technologies. The infographic’s authors unpacked the risks and potential harms associated with attempting to discern someone’s age online and potential mitigation tools in this LinkedIn Live conversation.
Privacy by design for kids and teens also expanded globally in 2023. As policymakers, advocates, and companies grapple with the ever-changing landscape of youth privacy regulation, we hosted a well-attended webinar with a wide range of global experts discussing the current state of kids’ and teens’ privacy policy.
The Rise of Emerging Technologies, Examining the Open Banking Ecosystem, & Analysis on Research Data Sharing
As stakeholders became increasingly interested in immersive technologies, notably AR/VR/MR, we responded by releasing the Risk Framework for Body-Related Data in Immersive Technologies, whichassists organizations in safely and responsibly handling body-related data. Our team also held a series of webinars exploring the intersection of immersive technology with topics like AI, advertising, education, and more.
In March, we published an infographic breaking down the complex U.S. open banking ecosystem, supported by over a year of meetings and outreach with leaders in banking, credit management, financial data aggregators, and solution providers to comprehensively understand the developing industry of open banking, with the infographic’s authors discussing its privacy implications in a LinkedIn Live conversation.
In 2023, we continued to examine privacy and research data sharing by producing Data Sharing for Research: A Compendium of Case Studies, Analysis, and Recommendations, demonstrating how, for many organizations, data-sharing partnerships are transitioning from being considered an experimental business activity to an expected business competency. We also held the 3rd Annual Award for Research Data Stewardship, honoring representatives from Optum and the Mayo Clinic for their outstanding corporate-academic research data-sharing partnership. During this virtual event, we opened with a keynote address by U.S. Congresswoman Lori Trahan.
Bringing Together Leaders in Privacy and Data Protection
On a different track, FPF also built out a wide range of peer-to-peer meetings and calls for the senior executives working on data protection compliance issues. We hosted virtual meetings on key topics of interest on an every other month basis, smaller meetings for specific sector leaders, and in-person meetings in multiple cities.
- The “Current State of Global Opt-Out Technology” event in March provided members with insights into regulator discussions, along with a vendor showcase featuring solution demonstrations.
- Hosted 50+ in-person and virtual peer-to-peer meetings across the globe for intimate discussions among privacy executives focused on their top-of-mind issues.
- Launched Privacy Metrics 2.0 to help advance industry OKRs and the underlying metrics, provide privacy leaders with the tools they need to have effective conversations with their boards, and provide useful information for ESG reporting and investor communications.
This is by no means a comprehensive list of all of FPF’s important and engaging work in 2023, but we hope it gives you a sense of our work’s impact on the privacy community and society at large. We believe our success is due to deep engagement with privacy experts in industry, academia, civil society, and government and our belief that collaborating across sectors and disciplines is needed to advance practical safeguards needed for data uses that benefit society. Keep updated on FPF’s work by subscribing to our monthly briefing and following us on LinkedIn, Twitter/X, and Instagram.
On behalf of the FPF team, we wish you a very Happy New Year and look forward to celebrating 15 years of FPF in 2024!
È stata pubblicata e inviata alle Istituzioni scolastiche e alle Regioni la Circolare che contiene le indicazioni operative per consentire l’iscrizione alle classi prime del nuovo percorso liceale del Made in Ita…
Liberati dagli elementi del mondo e resi figli
Ancora oggi molte persone vivono però la loro vita temendo gli elementi e le potenze del mondo o -sia pure in modo non religioso- si vogliono sentire perfetti rispetto agli altri.
Ebbene l'incarnazione di Gesù Cristo, solidale con la nostra umanità, ci libera e ci dà salvezza. Anzi ci fa divenire figli di Dio. E lo Spirito santo fa che non sia solo un'annuncio, ma una speranza viva e nuova energia per la nostra vita e ci fa essere in familiarità con il Signore.pastoredarchino.ch/2023/12/25/…
EEE, avvelenamento dei pozzi, mietitura dei dati e sostituzione etnica: ecco i quattro rischi esistenziali che Threads può determinare per il fediverso ed ecco perché il Fediverso ce la può fare
Rimanere ingarbugliati nei "threads": sta per caderci il cielo addosso o si apre un nuovo mondo?
Il cambiamento spaventa, soprattutto quando tanti dettagli sembrano cambiare direzione e polarità. Il fatto che #Threads faccia parte di questo posto sembra un paradosso per alcuni e un sacrilegio per altri. Nessuno di noi vuole vedere il #Fediverso trasformarsi in una discarica tossica per il peggio che i social media hanno da offrire. Nessuno vuole che i Google del mondo dirottino uno standard Internet.
Sean Tilley fa parte del social web federato da oltre 15 anni, a partire dalle sue esperienze con Identi.ca nel 2008. Sean è stato coinvolto nel progetto Diaspora come Community Manager dal 2011 al 2013 e ha aiutato il progetto a muoversi ad un modello autogovernato. Da allora, Sean ha continuato a studiare, discutere e documentare l'evoluzione dello spazio e delle nuove piattaforme che sono sorte al suo interno.
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Pratica applicazione open source self host per prendere appunti e catturare pensieri
Ormai da molti mesi sul mio NAS Synology DS220+ ho installato Memos un blocco note online per prendere appunti personali e decidere se condivedere pubblicamente.
Molto più di una semplice app per prendere appunti, ma una vera instanza che gira in selfhosting accessibile da qualunque browser.
Devo dire che le risorse occupate sono pressochè nulle e mi piace l’idea di salvare idee e appunti privatamente ma allo stesso tempo decidere se rendere pubblico il memos.
È disponibile perfino un’app di terze parti per android e l'integrazione con Telegram Bot per inviare memos direttamente all'instanza Memos
Memos - Easily capture and share your great thoughts. Open Source and Free forever
A privacy-first, lightweight note-taking service. Easily capture and share your great thoughts.www.usememos.com
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Interagire con GPT da terminale con tgpt
tgpt è uno strumento CLI (interfaccia a riga di comando) multipiattaforma che ti consente di utilizzare il chatbot AI nel tuo terminale senza richiedere chiavi API.
GitHub - aandrew-me/tgpt: ChatGPT in terminal without needing API keys
ChatGPT in terminal without needing API keys. Contribute to aandrew-me/tgpt development by creating an account on GitHub.GitHub
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informapirata ⁂
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