Thermoelectric Blaster Flings Ice Projectiles
Nerf blasters are fun and all, but flinging foam can get old. Picking it up again, even moreso. This blaster from [Concept Crafted Creations] gets around that annoying problem by shooting ice instead.
The concept was to build a better water gun with longer range—and what better way to do that than by shooting ice instead? The blaster relies on a PVC air tank for propulsion—one of the most controversial design choices you can make if you read the comments around here. It’s charged by a small air compressor, and dumping the air is handled by a solenoid valve. So far, so simple.
What makes this blaster special is where it gets its ammunition from. The blaster uses a custom CNC-machined block from PCBway to act as a freeze chamber. Water enters an aluminum block, and is cooled by thermoelectric elements. Once the projectile has frozen inside the chamber, it’s stuck in place, so the chamber is then heated by a small heating element. This melts the projectile just enough to allow it to be fired.
It’s a complicated but ingenious way of building an ice blaster. It does pack some real punch, too. It shoots the ice projectiles hard enough to shatter wine glasses. That’s enough to tell us you don’t want to be aiming this thing at your pals in a friendly match of Capture the Flag. Stick to paintballs, perhaps. Video after the break.
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Here’s the Indictment Against the Alleged Snowflake and AT&T Hacker
The indictment also charges a second hacker that 404 Media previously reported as being linked to the AT&T breach.Joseph Cox (404 Media)
Making a Unique Type Of Wind Gauge For Home Assistant Use
Sometimes, it’s nice to know how windy it is outside. Knowing the direction of the wind can be a plus, too. To that end, [Sebastian Sokołowski] built himself an unusual anemometer—a wind gauge—to feed into his smart home system.
[Sebastian’s] build is able to tell both wind speed and direction—and with no moving parts! Sort of, anyway. That makes the design altogether different from the usual cup type anemometers with wind vanes that you might be used to seeing on home weather stations. [Sebastian] wanted to go a different route—he wanted a sensor that wouldn’t be so subject to physical wear over time.
The build relies on strain gauges. Basically, [Sebastian] 3D printed a sail-like structure that will flex under the influence of the wind. With multiple strain gauges mounted on the structure, it’s possible to determine the strength of the wind making it flex and in what direction. [Sebastian] explains how this is achieved, particularly involving the way the device compensates for typical expansion and contraction due to temperature changes.
It’s a really unique way to measure wind speed and direction; we’d love to learn more about how it performs in terms of precision, accuracy, and longevity—particularly with regards to regular mechanical and ultrasonic designs. We’ll be keeping a close eye on [Sebastian’s] work going forward. Video after the break.
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Intervista a Luca Cadonici: l’informatica forense verso un approccio proattivo contro la criminalità informatica
L’informatica forense oggi non è solo un’arma per combattere il crimine ma una disciplina scientifica che oggi “non si limita più all’analisi reattiva post-incidente ma si è evoluta verso un approccio proattivo, mirato alla prevenzione e all’intelligence sulle minacce”. Nello specifico la Mobile Forensics, comunemente utilizzata per recuperare prove in relazione a un’indagine criminale, e strumento importante per le forze dell’ordine, si applica oggi a qualsiasi tipologia di reato, grazie anche al fatto che le tecnologie digitali occupano un ruolo sempre più importante nelle nostre vite. Le investigazioni della Mobile Forensics variano dai reati tradizionali “nei quali l’aspetto informatico è una prosecuzione del reato stesso” a “truffe, cyberstalking, sextortion, ma anche omicidi, traffico di droga, furti e violenza sessuale”. Tuttavia gli investigatori non si limitano ad estrarre e analizzare i dati, ma molti di loro sono costantemente impegnati ad individuare nuove vulnerabilità – stimolo per i produttori a rafforzare la sicurezza – e a sviluppare soluzioni efficaci per acquisire i dati. Tra loro Luca Cadonici, che per le sue investigazioni ha sviluppato soluzioni specifiche per rispondere ad esigenze particolari.
Dal suo lavoro è nato, tra le altre cose, uno script Python presentato al SANS DFIR Summit & Training 2023, progettato per recuperare informazioni su chat cancellate da WhatsApp su dispositivi iOS.
Noi lo abbiamo intervistato e tra le tante domande abbiamo analizzato lo stato della Digital e Mobile Forensics, tra crittografia, casi studio, mobile forensics avanzata, abbiamo parlato di criptofonini, dei casi Encrochat e Cellebrite, dell’estrazione di dati Mobile da Cloud, di intelligenza artificiale e automazione, che offrono “un supporto decisivo nei casi che richiedono la gestione di enormi quantità di dati, come nelle indagini su larga scala che coinvolgono aziende o multinazionali”. Infine abbiamo chiesto a Luca come mettere in sicurezza i nostri smartphone e ci ha dato ottimi consigli.
Luca Cadonici, Membro ONIF – Osservatorio Nazionale per l’Informatica Forense, è un Consulente Informatico Forense con oltre dieci anni di esperienza in supporto alle Forze dell’Ordine e all’Autorità Giudiziaria italiana a cui affianca un’intensa attività di formazione in Italia e all’estero. Docente di Mobile Forensics presso l’Università di Perugia e l’ISF Corporate College in Italia, ricopre il ruolo di Programme Leader del Master in Cyber Security, Digital Forensics e Crime Analysis presso l’European Forensic Institute (Malta).
Nel 2024, è Senior Non-Key Expert internazionale per la raccolta e gestione delle prove digitali presso lo Special Investigation Service (SIS) a Tbilisi, nell’ambito del progetto dell’Unione Europea “Support to External Security Sector Oversight in Georgia.” Collabora con il magazine L’Europeista, dove si occupa di Cyber Security e normativa di settore.
Luca Cadonici: l’evoluzione della Mobile Forensics tra sfide e strategie investigative sempre più avanzate
Luca Cadonici
1 – O: Ciao Luca e grazie per il tempo che vorrai dedicare a questa intervista. Innanzitutto vorrei che tu raccontassi quale è il ruolo di un informatico forense e l’importanza di questa figura nella lotta al crimine e soprattutto perché debba poggiare su solidi metodi scientifici.
LUCA: Ciao Olivia, grazie a te per l’invito e per l’opportunità di parlare di un tema che mi sta molto a cuore. È davvero un piacere!
Il Codice di Procedura Penale italiano consente già da tempo la possibilità di nominare ausiliari esperti nei vari campi del sapere per soddisfare le esigenze della giustizia, ben prima che l’informatica assumesse il ruolo centrale che ha oggi. Negli ultimi anni, abbiamo assistito sia a un incremento del crimine informatico, mano a mano che il business si trasferiva dal fisico al virtuale, sia a un aumento nell’uso dei mezzi digitali, al punto che ormai ogni individuo ha diversi dispositivi associati, non solo un computer, ma anche uno smartphone o più dispositivi mobili.
Questa diffusione pervasiva ha generato una maggiore domanda di consulenti esperti che, nel rispetto delle normative, siano in grado di acquisire e preservare le prove digitali. Qui si inserisce la figura del Consulente Informatico Forense, ovvero un esperto che opera secondo le disposizioni del Codice di Procedura Penale e che assiste la Polizia e l’Autorità Giudiziaria, soprattutto nella delicata fase delle indagini preliminari.
L’importanza di questa figura è in continua crescita, così come le competenze richieste, motivo per cui oggi assistiamo a una specializzazione sempre più raffinata, con suddivisioni interne come Digital Forensics, Multimedia Forensics, Network Forensics, Computer Forensics e Mobile Forensics. Quest’ultima disciplina, in particolare, è una delle più richieste in ambito giudiziario in Italia, dato il ruolo privilegiato dello smartphone nella vita personale e comunicativa di ogni individuo.
Parallelamente, anche la criminalità organizzata si è evoluta, spesso a una velocità maggiore rispetto allo Stato, iniziando, ad esempio, a utilizzare VoIP per le comunicazioni meno intercettabili mentre si discuteva ancora di eliminare il fax. Negli ultimi anni, per fortuna, si è cercato di colmare questo divario, investendo nella formazione e nell’equipaggiamento tecnologico delle Forze dell’Ordine, ma il lavoro è ancora in corso.
Un libro che descrive molto bene questa dicotomia è Il grifone del Procuratore Antimafia Nicola Gratteri e di Nicola Nicaso. Il grifone, figura mitologica con la doppia natura di animale antico e maestoso, rappresenta bene la natura delle associazioni mafiose: antiche nei riti e moderne nella tecnologia. È una lettura che consiglio vivamente a chiunque sia interessato al tema.
2 – O: Ripetibilità e irripetibilità: ci può illustrare diversi scenari in cui è possibile raccogliere prove digitali da dispositivi mobili, mantenendo intatto il loro valore legale?
LUCA: Sulla ripetibilità e irripetibilità degli accertamenti sui dispositivi mobili – regolati rispettivamente dagli articoli 359 e 360 del Codice di Procedura Penale – si discute ancora molto in Italia. Osservo una carenza di linee guida univoche e definitive su questa questione, motivo per cui, a mio avviso, sarebbe auspicabile l’intervento di una commissione di giuristi supportati da tecnici per tracciare una linea chiara su cosa si intenda per irripetibilità nell’accesso ai dispositivi mobili. A differenza dei più tradizionali PC, infatti, questi dispositivi subiscono inevitabilmente delle modifiche, anche minime, durante l’analisi, dovute alla necessità di accenderli per procedere all’acquisizione forense.
Aspetti giuridici a parte, è importante considerare che i dispositivi mobili sono generalmente dotati di misure di sicurezza avanzate e risultano particolarmente sensibili a livello di protezione. Sono progettati con sistemi come la cifratura completa dei dati, l’isolamento delle applicazioni e controlli sulle app in esecuzione, includendo spesso meccanismi che limitano o impediscono l’accesso diretto ai dati, una caratteristica meno comune nei computer tradizionali.
Non sono progettati per essere acquisiti, anzi, attraverso cifratura e controlli sulle app in esecuzione, fanno di tutto per impedire agli strumenti forensi di ottenere privilegi di sistema e acquisire una copia dei dati. Il rischio di brick (blocco totale del dispositivo) o di malfunzionamenti è sempre presente e deve essere valutato con attenzione. È quindi essenziale adottare procedure e strumenti forensi che riducano al minimo tale rischio.
Detto ciò, va tenuto presente che, diversamente dai PC o dai supporti di memoria esterni, la quantità di dati acquisibili dai dispositivi mobili varia in funzione di numerosi fattori, tra cui la capacità di sblocco dello strumento di acquisizione, le patch di sicurezza presenti sul dispositivo, la versione del sistema operativo, la marca e il modello, oltre alla data di produzione del dispositivo.
3- O: Crittografia: da un lato si evidenzia come venga usata per diffondere materiale pedopornografico (CSAM), per le operazioni criminali, dall’altro invece come protegga le comunicazioni private, le operazioni finanziarie o la raccolta delle informazioni e la protezione delle fonti dei giornalisti. Per bypassare il problema in Europa si è pensato ad operazioni pre-crimine (‘upload-moderation’ o ‘scansione lato client’): tuttavia in una lettera aperta il CEO di Signal Meredith Whittaker, ha evidenziato come la scansione lato client sarebbe pericolosa e ha minacciato di ritirare la sua app dal Regno Unito se l’Online Safety Act avesse vietato la crittografia.
L’uso diffuso della crittografia su dispositivi mobili ha creato sfide significative per le indagini forensi: ci puoi parlare delle attuali sfide alla luce soprattutto della cifratura della messaggistica dei social network e dove si rende necessaria la disponibilità di questi dati per le forze dell’ordine?
LUCA: L’uso diffuso della crittografia su dispositivi mobili ha posto sfide significative alle indagini forensi, soprattutto con la crescente adozione della crittografia end-to-end nei servizi di messaggistica dei social network. Si tratta di una questione delicata, che richiede un equilibrio tra il diritto alla privacy individuale e la necessità di accesso ai dati per le forze dell’ordine a fini investigativi. Questo equilibrio dovrebbe essere affrontato a livello politico, con una collaborazione continua tra i fornitori di servizi, le forze dell’ordine e gli esperti forensi.
Nell’ultimo anno ci sono stati alcuni eventi emblematici in tal senso: alla fine del 2023, Meta ha reso obbligatoria la crittografia end-to-end per tutte le chat di Messenger, seguendo il modello di WhatsApp. Ad aprile 2024, Europol e i capi delle forze di polizia delle nazioni dell’Unione Europea hanno lanciato una “call-to-action” rivolta all’Unione Europea per sollecitare un intervento su queste problematiche. A ciò si è aggiunto il caso di Pavel Durov, CEO di Telegram, arrestato e poi costretto a cedere sui dati da fornire in caso di richiesta da parte delle Autorità Giudiziarie nazionali.
Ritengo che l’adozione della crittografia end-to-end continuerà a diffondersi, non solo per questioni di sicurezza, ma anche per sollevare i fornitori come Meta dall’onere di rispondere alle richieste di accesso alle comunicazioni da parte delle autorità giudiziarie di tutto il mondo. A Durov è infatti stato contestato di non aver fornito alle autorità i dati dei gruppi e dei canali Telegram che, al pari delle chat ordinarie (cloud chat) del dispositivo, utilizzano il protocollo di cifratura MTProto (non end-to-end e sviluppato appositamente da Telegram) mentre la cifrature end-to-end è supportata solo per le “chat segrete.”
Due questioni principali emergono: la crittografia delle memorie fisiche dei dispositivi e la crittografia end-to-end delle comunicazioni. Il primo tema è stato oggetto di discussione accesa nel caso Apple vs FBI dopo la strage di San Bernardino, quando Apple rifiutò di sbloccare un iPhone 5c e di inserire una backdoor nei suoi dispositivi. Il secondo riguarda la crittografia end-to-end, che impedisce, ufficialmente, ai fornitori di accedere ai contenuti poiché non possiedono le chiavi private, che risiedono esclusivamente sui dispositivi stessi.
Questa sfida, complessa e articolata, per chi opera nel campo della Digital Forensics deve essere vista come uno stimolo verso un continuo miglioramento. Misure di sicurezza avanzate non proteggono solo i criminali, ma sono essenziali per tutelare i cittadini da attività criminali, difendendo i dati personali da possibili abusi.
C’è poi una questione politica importante: viviamo in una parte del mondo democratica e siamo fortunati. In altri contesti, la crittografia delle comunicazioni e dei dispositivi, così come l’uso delle VPN, rappresenta uno strumento essenziale di protezione per chi non gode delle nostre stesse libertà. È fondamentale, quindi, che queste misure di sicurezza siano garantite.
4 – O: Sempre social network: una ricerca ha evidenziato come una notevole quantità di dati proveniente da app di social network (tra cui Instagram) è stata estratta con successo dalla memoria interna dello smartphone esaminato nel rispetto degli standard NIST con strumenti come Magnet AXIOM, XRY e Autopsy. Estrarre ed identificare informazioni utili può essere però complesso per identificare informazioni rilevanti e concentrarsi su ciò che conta davvero.
Puoi spiegare quali sono gli elementi rilevanti ai fini di un’indagine?
LUCA: Dipende molto dal tipo di indagine. Le analisi su PC o server sono spesso orientate a crimini informatici veri e propri, come esfiltrazione di dati, ransomware, o compromissione dei sistemi. In questi casi, la conoscenza approfondita dei meccanismi del sistema operativo, come ShellBags, il Registro di Windows, le proprietà del file system NTFS, e gli equivalenti per altri sistemi come Linux e macOS, è fondamentale.
Nel caso dei dispositivi mobili, invece, le indagini riguardano perlopiù reati tradizionali, nei quali il dispositivo può aver avuto un ruolo o contenere tracce utili. Le conversazioni su app di messaggistica, come WhatsApp, e i file multimediali, in particolare quelli presenti nella galleria del dispositivo, sono tra i dati più richiesti. Per reati legati, ad esempio, al traffico di droga, spesso le applicazioni di messaggistica ritenute “più sicure,” come Signal, Session, WickrMe o Telegram, rivestono un ruolo centrale.
Ci sono, tuttavia, casi particolari in cui è necessario stabilire l’utilizzo del dispositivo in un momento preciso, come in indagini per omicidio, suicidio, morte per overdose o omicidio stradale. In altri casi, potrebbe essere fondamentale verificare l’attivazione della fotocamera in un determinato momento, è indispensabile un’analisi approfondita e dettagliata, che comporta l’interrogazione manuale di file di log e database interni, utilizzando termini di ricerca specifici e query mirate.
5 – O: In un’indagine quale scenario occupano immagini, video e registrazioni vocali, quali relazioni si possono ottenere ai fini di un’indagine – ovvero la collezione di prove da un network di individui – e come viene determinata la loro autenticità e integrità in ambito forense?
LUCA: La determinazione dell’autenticità e dell’integrità di immagini, video e registrazioni vocali è una delle sfide più delicate in ambito forense. L’autenticità dipende in primo luogo dalle modalità con cui i dati sono acquisiti. È fondamentale che l’acquisizione venga eseguita da uno specialista in forense digitale, utilizzando strumenti e procedure che garantiscano la raccolta dei dati in modo immodificato, senza alterazioni o contaminazioni. La validazione dell’integrità dei dati acquisiti si effettua tramite il calcolo di valori di hash (come MD5, SHA1, SHA256), che permettono di “cristallizzare” i dati nella loro forma originale e di confrontarli in seguito per verificarne eventuali modifiche.
Tuttavia, con l’emergere di tecnologie come i Deep Fake, che permettono la manipolazione di immagini, video e audio in modo estremamente convincente, l’autenticità di questi materiali è diventata ancora più difficile da garantire. La comunità forense e quella degli sviluppatori stanno lavorando per sviluppare soluzioni in grado di rilevare e verificare la genuinità di foto, video e registrazioni, identificando eventuali manipolazioni. Nonostante queste difficoltà, l’acquisizione forense di un dispositivo, che include anche i metadati associati, fornisce un contesto che aiuta a stabilire la veridicità del dato e a correlare i contenuti con il momento e il luogo in cui sono stati creati, dando così un contributo importante per fare chiarezza in fase investigativa.
6 – O: A quali casi – e settori – si applica la mobile forensics e se vuoi ci potresti raccontare un caso studio che ti ha portato alla scoperta di altri metodi da applicare nelle tue indagini?
LUCA: La Mobile Forensics si applica trasversalmente a qualsiasi tipologia di reato, poiché oggi qualsiasi settore criminale può includere l’uso di dispositivi mobili. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, si tratta di reati “tradizionali,” nei quali l’aspetto informatico è una prosecuzione del reato stesso: truffe, cyberstalking, sextortion, ma anche omicidi, traffico di droga, furti e violenza sessuale.
In alcune indagini, ho sviluppato soluzioni specifiche per rispondere a esigenze particolari. Ad esempio, in un caso di presunta violenza sessuale, si doveva dimostrare che un video era stato registrato con la fotocamera a un orario specifico della notte e poi cancellato. Ho creato una query SQLite personalizzata per analizzare un database specifico di iOS che evidenziava l’attivazione della fotocamera nel periodo di interesse, fornendo una prova concreta della possibile creazione di un video nel periodo di interesse.
In un altro caso legato al traffico di droga, ho esplorato i database iOS e scoperto dove iCloud registra tracce di messaggi WhatsApp contenenti file multimediali destinati alla cancellazione. Da questa scoperta è nato uno script Python che ho poi presentato al SANS DFIR Summit & Training 2023, progettato per recuperare informazioni su chat cancellate da WhatsApp su dispositivi iOS.
7 – O: Torniamo alla crittografia e nello specifico al caso Encrochat, società che forniva telefoni cellulari modificati e criptati che venivano spesso utilizzati dai criminali e ritenuti inattaccabili: tuttavia o una talpa o la polizia francese che sarebbe stata in grado di installare un software Trojan sui dispositivi terminali tramite un aggiornamento simulato e hanno reso possibile leggere i messaggi di chat di migliaia di utenti in tempo reale. In alcuni casi questi criptofonini – protetti dagli attacchi Man In The Middle – avrebbero come caratteristica essenziale una funzione wiping e un’infrastruttura server collocata in paesi “offshore”, come ad esempio la Costarica.
I criptofonini possono essere “violati”? E quali informazioni utili si riescono ad ottenere nel caso?
LUCA: I criptofonini possono essere violati solo con estrema difficoltà, e solitamente non nei tempi utili per le indagini, a meno che non si riesca ad ottenere la password di accesso. Per esperienza personale, questi dispositivi, che possono essere basati su Android, iOS o sistemi più sicuri come GrapheneOS, sono piuttosto comuni nell’ambito dei corrieri della droga. GrapheneOS, in particolare, è un sistema operativo open-source basato su Android, progettato specificamente per garantire elevati livelli di sicurezza e privacy. Offre funzioni avanzate di protezione e controllo, che rendono il dispositivo estremamente resistente a tentativi di accesso non autorizzati.
È sempre più comune trovare tra i corrieri, ovvero persone che non sono criminali professionisti ma vengono pagate per trasportare droga, un doppio set di smartphone: quello personale e un secondo dispositivo con misure di sicurezza avanzate, detto criptofonino, che può avere sia protezioni software che hardware.
Questi dispositivi sono particolarmente difficili da sbloccare, anche con l’uso degli strumenti più avanzati disponibili. Se, tuttavia, si riesce ad ottenere la password, è fondamentale mettere subito il dispositivo in modalità offline, isolandolo dalle connessioni cellulare e Internet, e filmare il più rapidamente possibile i contenuti. Questa procedura è indispensabile, poiché spesso ci si trova di fronte a dispositivi modificati per cancellare automaticamente i dati in caso di tentativi di connessione USB non autorizzati o dopo un determinato intervallo di tempo. Lo stesso vale per i messaggi contenuti, che, a seconda dell’applicazione utilizzata, possono essere programmati per l’eliminazione automatica dopo un periodo prestabilito.
8 – O: Mobile e Cloud: quali sono le opportunità di estrarre informazioni utili, di tracciare gli eventi – e la loro cronologia – e preservare quindi le prove contro i crimini attraverso cloud? Ci sono difficoltà a rintracciare dove si trovano fisicamente i dati utili e quale è l’impatto sul carico di lavoro?
LUCA: Considero il cloud un’estensione naturale della Mobile Forensics, poiché il cloud – in particolare per iOS – rappresenta un ecosistema in cui il dispositivo mobile è strettamente integrato insieme agli account e ai dati associati. Quando il dispositivo è sbloccato, è relativamente semplice ottenere i dati cloud correlati, utilizzando le giuste soluzioni software.
La collaborazione dei vari provider, tuttavia, varia notevolmente. Dipende sia dalle politiche del provider – con esempi come Telegram, che fino al 2024 ha mantenuto una linea di rigida riservatezza – sia dal tipo di cifratura implementato. Se viene utilizzata la crittografia end-to-end, il provider non è tecnicamente in grado di fornire i dati, poiché, almeno ufficialmente, non dispone delle chiavi di decrittazione.
Ogni fornitore di servizi dispone comunque di un portale dedicato a cui le forze dell’ordine possono accedere per richiedere informazioni, insieme a una lista di dati “comunicabili” che variano a seconda del provider. Un aspetto interessante è la possibilità, introdotta dal GDPR, di richiedere un backup dei propri dati personali, che può essere utilizzato in ambito forense senza dover accedere al portale delle forze dell’ordine. Un esempio è Google Takeout, che consente di ottenere informazioni sulle connessioni o sulla propria geolocalizzazione in un dato momento.
L’accesso al cloud offre quindi l’opportunità di estrarre informazioni utili e ricostruire cronologie di eventi con maggiore precisione, ma presenta anche delle difficoltà. La localizzazione fisica dei dati non è sempre chiara, poiché i server possono essere distribuiti in diverse giurisdizioni, il che complica i tempi e le modalità di accesso. Inoltre, il processo può aumentare significativamente il carico di lavoro, richiedendo verifiche incrociate e analisi approfondite per garantire che i dati raccolti siano utilizzabili e validi ai fini dell’indagine.
9 – O: Il leak Cellebrite (2023) e del suo concorrente svedese MSAB, sembra abbia evidenziato che l’accesso a diversi tipi di smartphone bloccati – nello specifico alcuni modelli di iPhone sul mercato dall’aprile del 2024 – fosse ancora ‘In Research”. Tuttavia l’accesso alle informazioni di qualsiasi dispositivo è solo questione di tempo, perché se i criminali sfruttano l’ubiquità dei dispositivi mobile, dall’altra gli investigatori forensi ricercano, identificano e sviluppano nuove opportunità per tecnologie sempre più efficienti.
Quali sono le possibilità di acquisizione di dati dai dispositivi bloccati e come lavora la Mobile Forensics in materia di ricerca e sviluppo?
LUCA: Le possibilità di acquisire dati da dispositivi bloccati dipendono da numerosi fattori, come la marca, il modello, le patch di sicurezza, la versione del sistema operativo e i componenti hardware. In particolare, per Android, il tipo di chipset può influenzare drasticamente le opzioni di sblocco, poiché diversi chip richiedono approcci specifici.
Le aziende che operano nella Mobile Forensics, non solo quelle da citate ma anche Compelson per restare in Europa, si avvalgono di robusti team di ricerca e sviluppo formati da esperti e sviluppatori. Questi team sono costantemente impegnati a individuare nuove vulnerabilità nei dispositivi mobili e a sviluppare soluzioni efficaci per l’acquisizione dei dati. Questa continua ricerca di soluzioni per lo sblocco, da un lato, apre nuove possibilità di acquisizione in ambito forense e, dall’altro, rappresenta uno stimolo per i produttori a rafforzare continuamente le misure di sicurezza. In questo modo, l’evoluzione della Mobile Forensics contribuisce anche a migliorare complessivamente il livello di protezione dei dispositivi mobili, elevando gli standard di sicurezza a vantaggio di tutti gli utenti.
10 – O: Mobile Forensics avanzata: per affrontare le varie sfide in campo – tecniche, legali e etiche – sono necessarie sempre più capacità e risorse tecniche avanzate, per rilevare, decodificare, decifrare e interpretare correttamente le prove recuperate dai dispositivi mobili.
Puoi raccontarci da tecnico lo stato attuale della mobile forensics, quali sono le sfide più complesse e significative, le tecniche avanzate per affrontarle e puoi anticipare anche qualcosa sul futuro e le direzioni fondamentali della ricerca?
LUCA: Le problematiche principali riguardano tre aree chiave: la possibilità di sbloccare i dispositivi, l’acquisizione completa dei contenuti (cosiddetta acquisizione fisica o Full File System), e la capacità di analizzare il numero crescente di applicazioni. La qualità della reportistica è un’altra area di grande interesse, poiché rappresenta il modo in cui i dati raccolti vengono interpretati e presentati per essere utilizzati in ambito investigativo.
L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale è una delle direzioni più interessanti. Nell’ambito della Mobile Forensics, l’IA è già utilizzata per l’analisi e il riconoscimento automatico di foto e video associati a contenuti CSAM, armi e violenza. Recentemente, è stato introdotto anche il riconoscimento vocale per la trascrizione di file audio, una funzione che consente di risparmiare tempo prezioso e di rendere le indagini più efficienti.
Inoltre, si prevede che gli sviluppatori si concentreranno sempre più sulle possibilità di acquisizione da cloud, che rappresenta ormai un’estensione fondamentale della Mobile Forensics, e sui dispositivi meno comuni rispetto ai classici smartphone e tablet, come gli smartwatch. Gli smartwatch, in particolare, stanno già dimostrando la loro utilità, poiché permettono di acquisire parametri vitali e di ricostruire dettagli essenziali, come l’ora del decesso o segni di un malessere improvviso. Con il diffondersi di dispositivi connessi, dai dispositivi IoT agli indossabili, questa tendenza continuerà a crescere, espandendo le aree di analisi forense digitale.
11 – O: Gli strumenti di intelligenza artificiale che analizzano enormi set di dati e l’automazione possono aiutare gli analisti forensi ad accelerare le indagini e migliorare la qualità dei dati prodotti?
LUCA: Assolutamente sì. L’uso dell’intelligenza artificiale e dell’automazione offre un supporto decisivo agli analisti forensi, soprattutto nei casi che richiedono la gestione di enormi quantità di dati, come nelle indagini su larga scala che coinvolgono aziende o multinazionali.
Nella Mobile Forensics, l’IA è da anni impiegata per il riconoscimento di elementi specifici all’interno di file multimediali. Tra le sue applicazioni principali troviamo il riconoscimento facciale, che consente di filtrare rapidamente grandi quantità di immagini per identificare soggetti con caratteristiche specifiche (come sesso, presenza di occhiali, etnia, e altre caratteristiche distintive). Questa tecnologia facilita enormemente l’analisi, permettendo agli investigatori di focalizzarsi sugli elementi più rilevanti per l’indagine e riducendo il tempo necessario per esaminare manualmente il materiale visivo.
12 – O: La disciplina della scienza forense digitale è diventata più dinamica diventando predittiva, ovvero passando dall’analisi reattiva post-incidente alla prevenzione proattiva dei crimini e all’intelligence strategica sulle minacce. Come commenti questa dichiarazione?
LUCA: Qui si sconfina un po’ dalla Mobile e si entra nella Cyber Threat Intelligence. La dichiarazione è assolutamente corretta e riflette una tendenza fondamentale nella scienza forense digitale, che non si limita più all’analisi reattiva post-incidente ma si è evoluta verso un approccio proattivo, mirato alla prevenzione e all’intelligence sulle minacce. Questo cambiamento rappresenta una naturale evoluzione della disciplina, soprattutto in relazione alla Cyber Threat Intelligence, che è una delle aree più avanzate e dinamiche nella sicurezza informatica.
13 – O: Te lo devo chiedere: come hai sviluppato interesse per l’informatica forense, quando è nato esattamente e per quale motivo e quanti dispositivi hai aperto e studiato per migliorare le tue capacità?
LUCA: Mi è sempre piaciuta l’idea di mettere le mie competenze e qualità al servizio della comunità, in particolare a supporto delle forze dell’ordine. Dopo l’università, ho seguito un corso europeo in sicurezza delle reti, e da lì è iniziato il mio percorso in questo settore.
14 – O: Che cosa significa per te la parola hacker?
LUCA: “Pioniere” nel suo significato originario. Dal mondo hacker è nato tutto quello che oggi definiamo Sicurezza Informatica. Anche se i primi hacker che ho conosciuto sono, per chi se li ricorda, quelli del mitico X-Files.
15 – O: Quanto è importante per comprendere tendenze e minacce emergenti nello spazio mobile, aver conoscenza delle parti hardware e software dei dispositivi?
LUCA: Nella Mobile Forensics, l’aggiornamento costante è essenziale: basta un aggiornamento del sistema operativo, una modifica a un’app, l’introduzione di una patch di sicurezza o un aggiornamento dei software di acquisizione per modificare radicalmente le possibilità di acquisizione e analisi. Per questo è fondamentale rimanere informati tramite un proprio network di colleghi, seguendo blog specializzati, LinkedIn, newsletter e partecipando a webinar dei produttori.
16 – O: Una domanda che si fanno tutti – ma proprio anche i tecnici più esperti – è:” il mio cellulare è spiato o hackerato?” Pui dare alcune risposte per aiutare ad indentificare il problema o consigli per proteggere i dati sui dispositivi?
LUCA: Il problema esiste, ma nella mia esperienza personale, nella maggior parte dei casi si tratta di suggestione. A meno che non si sia un target di alto profilo (come un politico o un dirigente aziendale), è molto raro che qualcuno sia disposto a investire in un software di spionaggio remoto, data la complessità e il costo di tali operazioni. È più probabile, invece, che un convivente o qualcuno con accesso fisico al dispositivo possa disattivare le opzioni di sicurezza e installare app spia sul telefono.
In caso di sospetti, è consigliabile confrontarsi con un esperto, il quale potrebbe suggerire un’analisi approfondita del dispositivo. Tuttavia, questa procedura può essere costosa e talvolta più dispendiosa del valore del telefono stesso; in questi casi, potrebbe convenire semplicemente formattare il dispositivo. Un’altra considerazione importante è distinguere tra il rischio di spionaggio attraverso il dispositivo stesso, che è in genere ben protetto, e quello tramite i propri account. Gli account come iCloud, Google o Facebook possono fornire molte informazioni a un attaccante se compromessi. Anche l’analisi dei social media (commenti, post, foto e storie) può rivelare molti più dettagli sensibili di quanto si possa normalmente immaginare. Attraverso queste informazioni, un potenziale attaccante può tracciare abitudini, contatti, luoghi frequentati e persino momenti privati, creando un profilo dettagliato della persona.
I consigli pratici per proteggere i propri dati sono essenzialmente comuni a tutta la sicurezza informatica e includono:
- Usare un gestore di password per generare e memorizzare password uniche e complesse per ogni account.
- Attivare, ove possibile, l’autenticazione a due fattori (2FA) per aggiungere un ulteriore livello di sicurezza.
- Evitare il segno di sblocco sullo smartphone e preferire PIN complessi o password, prestando attenzione al shoulder surfing, ovvero il rischio che qualcuno possa osservare le credenziali di sblocco.
- Evitare di scrivere le password su supporti non sicuri e mantenerle lontane da luoghi facilmente accessibili.
- Controllare regolarmente le impostazioni di privacy sui social media e limitare le informazioni personali visibili pubblicamente.
- Aggiornare costantemente software e applicazioni per beneficiare delle ultime patch di sicurezza e correzioni di vulnerabilità.
Adottare queste pratiche riduce il rischio di accessi non autorizzati e protegge efficacemente i propri dati sia su dispositivi mobili che su account online.
L'articolo Intervista a Luca Cadonici: l’informatica forense verso un approccio proattivo contro la criminalità informatica proviene da il blog della sicurezza informatica.
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Retrogadgets: Oscilloscope Cameras
Today, if you want to get a picture from your oscilloscope — maybe to send to a collaborator or to stick in a document or blog post — it is super easy. You can push an image to a USB stick or sometimes even just use the scope’s PC or web interface to save the picture directly to your computer. Of course, if it is on the computer, you could use normal screen capture software. But that hasn’t always been the case. Back in the days when scopes were heavy and expensive, if you wanted to capture an image from the tube, you took a picture. While you might be able to hold up your camera to the screen, they made specific cameras just for this purpose.
Of course, these cameras took film. For example, the Contax GCCM in the video below was made for 35mm film. It wasn’t just for documentation, either. You didn’t have storage scopes, so if you wanted to make precise measurements of something that didn’t recur often enough to give you a stable trace, one way to measure it was to grab a photo.
youtube.com/embed/FLXtALvByeE?…
Shake It
The problem with that is that you have to develop the roll of film before you get your results. That’s why most of us used Polaroid scope cameras like the Tektronix ones you can see in this vintage Tektronix brochure on the Vintagetek website.
A typical camera was made to fit around your scope’s CRT and had a “hood.” It locked onto the screen and ended in a standard camera. Often, there was an eyepiece or some other arrangement that let you see the screen. Some of them swung clear when you weren’t using them and some you simply had to pull off the scope’s screen. There were also adapters for normal cameras like the one in the video below.
youtube.com/embed/RrFQAfAwKfg?…
While you could get backs that took ordinary film, most people used Polaroid backs that took a single piece of Polaroid film — at least, once Polaroid film existed. Once you took the shot, you had to use a smelly squeegee that came with the film to fix the image. Microscope cameras often used this same sort of film.
Lots of Vendors
Of course, Tektronix didn’t have the market cornered. You usually had a camera that matched your scope, like the HP camera in the video below. If you were really decked out, you also had a cart that you could wheel your heavy scope around to where you wanted to use it.
youtube.com/embed/e22KAE9bVew?…
No one uses these today, right? Um, maybe that’s not accurate. If you think CRT oscilloscopes are retro, you haven’t seen these. When we took a lot of scope pictures, we were always glad for that Polaroid film.
Gli Hacker possono prendere il controllo delle Mazda: ecco come!
Le vulnerabilità senza patch nel sistema di infotainment dei veicoli Mazda consentono agli aggressori di eseguire codice arbitrario con diritti di root, hanno riferito gli esperti della Trend Micro Zero Day Initiative (ZDI) .
Alcuni bug ti consentono di ottenere un accesso illimitato ai sistemi dell’auto, il che potrebbe potenzialmente comprometterne il funzionamento e la sicurezza. I ricercatori hanno scoperto delle vulnerabilità nella Mazda Connectivity Master Unit prodotta da Visteon, che è dotata di software sviluppato da Johnson Controls. Nella loro ricerca, gli esperti hanno studiato l’ultima versione del firmware (74.00.324A).
Sebbene la versione 74.00.324A non contenga ufficialmente vulnerabilità, esiste un’ampia comunità di modder che migliorano la funzionalità del sistema in vari modi. E molte di queste modifiche si basano sullo sfruttamento delle vulnerabilità.
I bug scoperti da ZDI vanno dalle iniezioni SQL e iniezioni di comandi al codice non firmato:
- CVE-2024-8355 – L’iniezione SQL in DeviceManager consente la manipolazione del database, la creazione arbitraria di file e l’esecuzione di codice inserendo input dannosi quando viene collegato un dispositivo Apple contraffatto;
- CVE-2024-8359 L’inserimento di comandi in REFLASH_DDU_FindFile consente l’esecuzione di comandi arbitrari nel sistema di infotainment inserendo comandi nei percorsi dei file di input;
- CVE-2024-8360 – L’inserimento di comandi in REFLASH_DDU_ExtractFile consente inoltre l’esecuzione di comandi arbitrari tramite percorsi di file;
- CVE-2024-8358 – Un’altra iniezione di comando, questa volta in UPDATES_ExtractFile, consente l’esecuzione del comando mediante inserimento nei percorsi di file utilizzati nel processo di aggiornamento;
- CVE-2024-8357 – La mancanza di root-of-trust nel SoC dell’app e di controlli di sicurezza durante il processo di avvio consente agli aggressori di mantenere il controllo del sistema di infotainment dopo l’attacco iniziale.
- CVE-2024-8356 – Il codice non firmato nell’MCU VIP consente di caricare firmware di terze parti e assumere il controllo di vari sottosistemi del veicolo.
È noto che i bug colpiscono le auto Mazda 3 prodotte dal 2014 al 2021, così come altri modelli del produttore. Come notato da Dmitry Yanushkevich, ricercatore senior sulle vulnerabilità presso ZDI, lo sfruttamento dei problemi elencati richiede l’accesso fisico al sistema di infotainment del veicolo. Pertanto, un utente malintenzionato può connettersi a un’auto utilizzando uno speciale dispositivo USB ed eseguire un attacco in pochi minuti.
Il ricercatore scrive che spesso non è così difficile ottenere l’accesso fisico non autorizzato a un’auto: ciò può accadere in un parcheggio, durante il servizio in una stazione di servizio o in una concessionaria. Di conseguenza, l’hacking del sistema di infotainment di un’auto utilizzando i bug elencati può portare alla manipolazione del database, alla divulgazione di informazioni, alla creazione di file arbitrari, all’inserimento di comandi arbitrari, alla completa compromissione del sistema, al radicamento di un utente malintenzionato nel sistema ed all’esecuzione di codice arbitrario prima di caricare il sistema operativo.
Si sottolinea separatamente che lo sfruttamento di CVE-2024-8356 consente l’installazione di una versione dannosa del firmware, che fornisce a un potenziale utente malintenzionato l’accesso diretto ai bus CAN e aiuta ad accedere alle unità di controllo del motore, dei freni, della trasmissione, e così via.
“In generale, ciò consente a un utente malintenzionato di passare da un’applicazione SoC compromessa che esegue Linux a un MCU VIP installando una versione appositamente preparata del firmware e successivamente ottenendo l’accesso diretto ai bus CAN collegati”, spiega ZDI. I ricercatori scrivono inoltre che un attacco mirato può portare alla compromissione dei dispositivi collegati, alla negazione del servizio, al fallimento completo e persino all’estorsione.
Attualmente, nessuna delle vulnerabilità è stata risolta e i rappresentanti Mazda non hanno ancora commentato la pubblicazione degli specialisti ZDI.
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Dove nascono i fast radio burst l MEDIA INAF
"Attualmente i fast radio burst, o Frb, confermati sono centinaia e gli scienziati hanno raccolto prove sempre più evidenti di ciò che li innesca: stelle di neutroni altamente magnetizzate, note come magnetar. Una prova fondamentale è arrivata quando una magnetar è esplosa nella nostra galassia e diversi osservatori, tra cui il progetto Stare2 (Survey for Transient Astronomical Radio Emission 2) del Caltech, hanno ripreso il fenomeno in tempo reale."
Cosa ci dice il nuovo bombardiere stealth sulla strategia nucleare di Pechino
@Notizie dall'Italia e dal mondo
L’edizione 2024 dell’airshow di Zhuhai, una delle più importanti esposizioni della Difesa cinese, ha portato con sé più di una sorpresa. Oltre alla presentazione del nuovo caccia stealth multiruolo di quinta generazione, il J-35, l’esposizione ha visto anche la proiezione di un rendering
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Il Giappone presenta un sistema laser semovente per rivoluzionare la difesa aerea
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Se una volta le armi laser erano qualcosa da relegare alla fantascienza, oggi il loro avvento è pressoché certo. La proliferazione di sistemi d’attacco aerei come droni e munizioni circuitanti ha spinto le principali Forze armate mondiali a interrogarsi su come adeguare la
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Perché serve una riserva specializzata per le nuove tecnologie militari
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nella sua audizione sul Documento Programmatico Pluriennale 2024-2026 della Difesa, il ministro Guido Crosetto ha parlato della necessità di costituire una “riserva specializzata”, che sia in grado di garantire alle Forze Armate uno sviluppo capacitivo ed operativo nel campo delle nuove
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Altro che Trump, sono anni che il Washington Post si è piagato alla logica commerciale dei social
@Politica interna, europea e internazionale
Più che le sorti della democrazia americana, l’attuale crisi del Washington Post può, forse, essere utile per meglio inquadrare la parabola dell’editoria tradizionale. Di quella americana come di quella europea, e
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Ministero dell'Istruzione
📚 Nel centenario della nascita del maestro Alberto Manzi, la Biblioteca del #MIM espone una selezione di note e decreti ministeriali che documentano la collaborazione tra il Ministero e la RAI, che portò la didattica sul piccolo schermo.Telegram
La Russa: “Dopo la vittoria di Trump voglio vedere Taylor Swift cantare in prima linea con Hamas” | VIDEO
@Politica interna, europea e internazionale
La Russa commenta la vittoria di Donald Trump e attacca Taylor Swift Ignazio La Russa ha commentato la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa esprimendo forti critiche nei confronti dello star system americano e in particolar modo
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PODCAST. Israele rafforza l’occupazione di Gaza, ma in Libano Hezbollah è una spina nel fianco
@Notizie dall'Italia e dal mondo
L'esercito israeliano allarga e costruisce postazioni sui corridoi Netzarim e Filadelfia segnalando di voler restare nella Striscia, soggetta sempre a pesanti raid aerei che provocano decine di morti e feriti. In Libano
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
Il mio canto libero, l’eredità di Luigi Einaudi
@Politica interna, europea e internazionale
La Città metropolitana di Palermo in collaborazione con Popsophia e Fondazione Luigi Einaudi presenta lo spettacolo di filosofia e musica “Il mio canto libero, l’eredità di Luigi Einaudi”. 19 novembre 2024, ore 10:00 Teatro Politeama Garibaldi – Via Filippo Turati 2, Palermo Media partner: Giornale di Sicilia
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Ministero dell'Istruzione
#NoiSiamoLeScuole questa settimana è dedicato a due scuole di Portici, in provincia di Napoli: l’IIS “Francesco Saverio Nitti” che, con i fondi del #PNRR “Scuola 4.Telegram
AMERICA LATINA. Da un summit all’altro sotto l’ombra di Trump
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dalle elezioni USA uscirà rafforzata quell’internazionale di estrema destra che Trump ha fatto nascere in Spagna nel 2020, che ha messo nel mirino il socialismo in tutte le sue forme e le organizzazioni di sinistra dell'intera America Latina
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Ricette elettroniche dematerializzate: si fa presto a dire "promemoria".
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/ricette-…
Mi sa che il giornalismo sgombro ha colpito ancora. Ma quale whatsapp? Per favore, siamo seri e non diciamo vaccate!
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Luke
Luke is a homeless #cat in Iran. He was found dragging himself along the street, crying for help. Many people contributed to his treatment and surgery to help him get back on his feet. He’s a fighter, and he powered through. 😻
Although he’s made significant progress in his recovery, he still needs a home, as he’s too vulnerable to live on the streets. Luke has come a long way because he loves life. If you want to witness and share in that passion for life, bring him into your home.
For information: Shima +39 389 603 7889
Luke è un #gatto randagio in Iran. È stato trovato mentre si trascinava per strada, piangendo per chiedere aiuto. Tante persone hanno contribuito alle sue cure e all’intervento per aiutarlo a rimettersi in piedi. È un combattente e ha lottato con tutte le sue forze. 😻
Anche se ha fatto grandi progressi nella sua guarigione, ha ancora bisogno di una casa, poiché è troppo vulnerabile per vivere in strada. Luke ha fatto tanta strada perché ama la vita. Se vuoi condividere e ammirare questa passione per la vita, accoglilo nella tua casa.
Per informazioni: Shima +39 389 603 7889
𝓘𝓰𝓸𝓻 🏴☠️ 🏳️🌈 🇮🇹 reshared this.
Ministero dell'Istruzione
#Scuola, il Ministro Giuseppe Valditara, nella giornata di giovedì 7 novembre, ha visitato alcuni istituti dell'ambito territoriale di Piacenza.Telegram
Trasloco
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/trasloco…
Il sito Garantepiracy.it ha traslocato. Alcuni avranno notato che tra sabato e domenica, per alcune ore, il sito è rimasto irraggiungibile. I più attenti mi hanno anche scritto e voglio ringraziare di cuore ognuno per averlo fatto: con amici così, i servizi di monitoraggio dei…
Privacy Pride reshared this.
A febbraio 2023 ho acquistato una stampante usata per sostituire la mia vecchia stampante, guastatasi dopo 13 anni, stesso modello. Molto soddisfatto ma c'è un problema. La "nuova" stampante si rifiuta di lavorare con cartucce non originali, a meno che non si imposti il cosiddetto "override". Per impostare l'override permanente c'è bisogno del driver originale, che è installabile solo sulle vecchissime versioni di Windows! È anche possibile impostare un override temporaneo, tenendo premuti per due tasti per alcuni secondi durante l'accensione della macchina, ma cessa di funzionare al suo spegnimento. Finora ero andato avanti così.
Oggi finalmente mi sono armato di pazienza e ho installato in una macchina virtuale (con 512 MB di RAM) Windows XP e i driver originali. Un tuffo nel passato, che mi ha consentito di impostare l'override permanente!
Lascio a voi le considerazioni sull'importanza di garantire un supporto prolungato nel tempo. Oggi sempre più l'uso dei dispositivi è vincolato all'installazione di app sui telefoni, che si agganciano a servizi cloud proprietari del produttore... la cosa mi fa paurissima.
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Luca Allulli likes this.
Ministero dell'Istruzione
#9novembre 1989: il crollo del Muro di Berlino segna l'inizio della fine dei regimi comunisti nell'Europa dell'Est, liberando popoli oppressi e aprendo la strada alla riunificazione europea.Telegram
@RaccoonForFriendica new version 0.1.0.-beta20 available for testing!
Changelog:
🦝 show images in horizontal pager in timelines
🦝 improved "Add new account" flow
🦝 fix reblogged posts not displayed in hashtag feed
🦝 fix for crashes (calendar, post detail, hashtags)
🦝 added more unit tests
🦝 dependency updates
Moreover, the user manual has been improved and translated into Italian.
Have a nice weekend and #livefasteattrash!
#friendica #friendicadev #androidapp #androiddev #fediverseapp #kotlin #kmp #compose #multiplatform #opensource #procyonproject #raccoonforfriendica
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@Thomas thanks for the report!
Concerning the first point, there is an "autoload images" option in the Settings screen which globally enables loading of images (including user avatars and custom emojis) and videos in all screens.
As for the second point, does it happens everywhere or just in the Search screen?
Roland Häder🇩🇪 likes this.
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@Dieguito 🦝🧑🏻💻🍕
However, I have to press the switch manually to show or hide media. I would like this to work automatically so that the media is loaded when I'm in Wi-Fi and not in mobile data.
The problem occurs when I click on a link that opens in the browser and then switch back to the app. This has nothing to do with the search. By search, I mean I have to scroll way down again to find the post I was at before.
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@Thomas ok, now I get it. I can add an observer on the network state at least on Android (this is a multiplatform project and observing the network state in native code on iOS can be tricky) and see what I can do. Thanks for the suggestion!
For the second problem, that is strange and I can not reproduce it but it looks like the lazy list state is not retained across lifecycle transitions (e.g. when the screen comes back to the resumed state). I'll have a look and investigate further, thanks.
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𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕 likes this.
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@Thomas ok then it's the system terminating the process under the hood and recreating it silently (the app remains visible in recent tasks as if it was not dead but it is), e.g.if there are multiple applications opened and the system is hungry for resources.
Process "death" is tricky, I am waiting for this library to become compatible with the navigation library I'm currently using, because with SavedStateHandle
s it should be possible to handle state restoration across process recreation more easily.
Thomas likes this.
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@Thomas I would go for something like that: allowing users to choose whether they want images always loaded automatically (as-is), never loaded automatically (on demand) or when on WiFi networks.
Is this closer to what you expected?
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In questa intervista del 1942 Jung (sì, lo psicanalista) dice quello che credo sia tutto quello che c'è da sapere per capire come mai gli americani abbiano votato Trump. Vale per qualunque dittatore.
Alla mia terapeuta ieri dicevo che a votarlo secondo me sono state tutte quelle persone che vorrebbero essere come lui: ricche, potenti, piene di figa, sfacciatamente libere di dire e fare qualunque cosa passi loro per la mente senza patire alcuna conseguenza o quasi. Libere di essere violente e cattive quando e come gli pare.
L'identificazione nel leader ha fatto la magia, anche quando a un osservatore esterno (il resto del mondo, eccettuati gli altri dittattori e aspiranti tali, guardacaso) è chiaro che questo "leader" non abbia alcuna qualità di rilievo, non sia eccezionale se non in negativo.
Siamo prevedibilissimi, ma continuiamo a dimenticarcelo. Continuiamo a non ascoltare chi cerca di farcelo ricordare.
E quindi, se Trump ha vinto è perché Trump è l'America, qui e oggi.
Buona lettura.
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spoutible.com/thread/37794003
Stephen Spoonamore on Spoutible
Interesting. American Voting has been subject to repeated hacks since at least #BushVGore where hanging chads were just a distraction, the hack was in Valusia County. I was a lespoutible.com
il 'se fosse' va soltanto appogiato con qualche azione sul terreno...
Conosci qulacuno che può fare una mossa?
[siamo ricchi ei parole, come Obama.
Poveracci di azione... lo dico senza rancore, ma per andare avanti]
@Aladar
Non so: siamo pur sempre bestie ed evidentemente, se uno fa appello alla panza più panza, ha successo.
La domanda che mi faccio è: come la contrasti una forza così viscerale? A cosa fai appello? Alla razionalità non penso, è destinata a venire polverizzata.
La domanda a cui mi piacerebbe trovare risposta è questa. E mi piacerebbe la trovassero tutte le persone, per poche che siano, che ancora concepiscono la politica come un servizio alla popolazione.
ISRAELE. Nuove leggi permetteranno l’ergastolo per i bambini arabi
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La Knesset ha votato per la punibilità dei minori palestinesi di 12 anni e per la deportazione dei familiari di persone accusate di terrorismo
L'articolo ISRAELE.pagineesteri.it/2024/11/08/med…
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Non ci stiamo nemmeno provando - Episodio 2: il data breach e la comunicazione agli interessati.
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/non-ci-s…
Prendo spunto da un recente fatto di cronaca,
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Torna Trump, ecco cosa cambia nei rapporti Usa-Cina
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Duro sui dazi e debole su Taiwan: in quattro anni di presidenza Trump, Pechino potrà recuperare 40 anni su Washington
L'articolo Torna Trump, ecco cosa cambia nei rapporti Usa-Cina proviene da Pagine Esteri.
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
Visualise statistics about your account with multiple new tools, Bridgy Fed discusses governance, and further integration of the ATmosphere ecosystem with 3p clients
One of the main goals of writing this newsletter is not only to share links, but more importantly, to give context to help you make sense of what is happening in the world of decentralised social networks.
Alex 🐭
in reply to Pëtr Arkad'evič Stolypin • • •