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Insegnanti, genitori e attivisti si muovono per liberare le scuole dalla morsa di Google e Microsoft


di Rachel Knaebel

"Trasformare l'insegnamento e l'apprendimento e consentire a ogni studente e insegnante di esprimere il proprio potenziale personale". Questa è la promessa - commerciale - che il gigante digitale Google sta pubblicizzando con i suoi strumenti Google for Education per le scuole. Offre soluzioni online per i libri di testo e la comunicazione in classe. L'azienda promuove servizi "centralizzati" e "facili da usare". L'argomento sta conquistando le scuole di tutto il mondo.

Google e Microsoft, le due principali multinazionali dell'industria big-tech globale, sono sempre più presenti nelle scuole europee. Ma in tutto il continente, genitori, insegnanti e attivisti per la libertà digitale stanno cercando di opporsi alla morsa delle aziende sugli studenti.

"All'inizio della pandemia, quando è stato necessario decidere come organizzare una scuola a distanza, ogni scuola ha fatto quello che poteva. Non c'erano criteri per la scelta degli strumenti, nemmeno per la protezione dei dati", dice Inge Klas, genitore nel sud della Germania. Nella sua regione, la chiusura iniziale ha spinto molte scuole a rivolgersi a Microsoft. Lo Stato regionale voleva utilizzare Microsoft 365 per la scuola a distanza e per tutto il resto, come la registrazione dei voti degli alunni. Sono stati i sindacati degli insegnanti a dire subito che qualcosa non andava.

Anche la sezione locale dell'associazione di hacker Chaos Computer Club ha reagito prontamente. "Hanno chiamato i politici a rispondere del fatto che molti dati sensibili di minori sarebbero stati inseriti in questo software. È stato un campanello d'allarme per l'opinione pubblica", afferma Inge Klas.

Alla fine, l'ufficio per la protezione dei dati personali di questa regione della Germania (Baden-Württemberg) ha vietato l'uso del pacchetto Microsoft in tutte le scuole della regione in primavera. Un'altra regione (Renania-Palatinato) ha vietato alle scuole lo strumento di videoconferenza Microsoft Teams, sempre per motivi di protezione dei dati degli alunni. In Danimarca, l'ufficio nazionale per la protezione dei dati ha dichiarato a luglio che Google for Education non era conforme al Regolamento generale europeo sulla protezione dei dati (GDPR).

Sebbene gli strumenti dei Gafam siano stati dichiarati non idonei dalle autorità, le scuole devono ancora trovare delle alternative. "Nel nostro caso, la decisione del responsabile della protezione dei dati è stata emessa a giugno, vietando Microsoft 365 dall'inizio dell'anno scolastico. Ma non tutte le scuole hanno ancora trovato soluzioni alternative. Molte scuole utilizzano ancora Microsoft", afferma Inge Klas, che lavora in un'associazione di genitori per un approccio diverso alla scuola digitale. Negli ultimi mesi molte famiglie si sono rivolte al nostro collettivo perché nelle loro scuole vengono utilizzati Microsoft e Google, chiedendo come possono opporsi. Consigliamo di parlarne con la direzione della scuola, che però spesso è sopraffatta dal problema. E questo a volte porta a conflitti tra genitori e scuole. È un problema che riguarda tutto il Paese.

Tuttavia, al di là del Reno, come in Francia e nel resto d'Europa, sono già disponibili per le scuole strumenti alternativi ai Gafam. "La maggior parte delle scuole della regione utilizzava Moodle (per l'apprendimento online) o BigBlueButton (per le classi virtuali con videoconferenza). Avremmo bisogno di una dozzina di persone che ci lavorino per sviluppare uno strumento più completo", afferma Inge Klas.

Una suite di strumenti open-source

Questo è esattamente ciò che stanno facendo gli attivisti dell'associazione Xnet, con sede a Barcellona, che si impegna per le libertà digitali. L'organizzazione ha sviluppato una suite di strumenti digitali per l'istruzione, chiamata DD, per "digitalizzazione democratica". "DD è come un Google Education, con ancora più funzioni", spiega Simona Levi, fondatrice di Xnet. La grande differenza con Google e Microsoft è che tutto funziona con software libero e open source, con codice aperto e trasparente, senza raccogliere dati all'insaputa degli utenti. Ogni attore può contribuire a migliorarlo.

Xnet è partito da software libero esistente e li ha messi insieme sulla stessa piattaforma. "Lavoriamo con Moodle, BigBlueButton, Nextcloud, Etherpad, tutto in un unico strumento. È un'alternativa che mira a essere agile come gli strumenti Gafam", continua l'attivista di Barcellona. Il software libero è sempre esistito nel settore dell'istruzione, ma spesso è più complicato e bisogna disporre di software diversi per svolgere compiti diversi. L'obiettivo del progetto DD è quello di avere un'unica piattaforma, di inserirvi il meglio delle soluzioni gratuite, di semplificarla e di renderla ancora più leggera rispetto alle grandi opzioni tecnologiche.

Xnet ha ricevuto il sostegno finanziario della città di Barcellona. "Il Comune ci dà dei soldi e ci lascia lavorare. Ma è proprio la società civile a farlo", afferma Simona Levi. La suite è stata utilizzata per un anno nelle scuole comunali. Abbiamo bisogno che più istituzioni siano coinvolte nel progetto per creare un codice aperto per gli strumenti di educazione digitale disponibile per tutta l'Europa, che ogni Paese potrebbe poi adattare. Proponiamo la nostra suite ai Paesi in cui le autorità di protezione dei dati hanno vietato i Gafam nelle scuole.
In Francia, il software dominante è quello francese, ma proprietario.

In Francia la situazione è molto diversa da quella della Spagna o della Germania. "Nelle scuole francesi non sono Google e Microsoft a dominare. La maggior parte delle implementazioni di software per la gestione della classe e della vita scolastica avviene con Pronote", riassume Brendan Chabannes, insegnante e portavoce del sindacato Sud Éducation.

Pronote è un pacchetto software sviluppato da una società francese, Index Éducation, che qualche anno fa è entrata a far parte di Docaposte, una filiale delle Poste francesi e della Caisse des dépôts et consignations. L'azienda che fornisce a un gran numero di scuole francesi un software di gestione delle classi non ha nulla a che fare con Gafam. Pronote non è un software libero", afferma Brendan Chabannes. Non abbiamo accesso al codice sorgente, è un software proprietario che funziona solo se si paga la licenza e la si rinnova ogni anno.

L'insegnante si rammarica che il sistema educativo nazionale francese non abbia adottato una soluzione centralizzata per tutte le scuole. Allo stato attuale, ogni scuola può scegliere il proprio software. "Potete immaginare le economie di scala se avessimo un unico software centralizzato, possibilmente gratuito!

Secondo il sindacalista, un software sviluppato internamente sarebbe preferibile anche in considerazione della delicatezza dei dati in questione: "In Pronote abbiamo pagelle, valutazioni, ritardi, assenze e motivi delle assenze, sanzioni, indirizzi e numeri di telefono dei genitori. Oggi, ogni scuola che utilizza Pronote può scegliere di ospitare i dati nel data center della società Index Education, oppure di "distribuire Pronote sulla propria rete locale", spiega l'azienda.

Quando il Ministero dell'Istruzione francese assume il fondatore di Framasoft

L'impulso per una maggiore diffusione del software libero nelle scuole potrebbe venire dal Ministero dell'Istruzione? L'anno scorso, il Dipartimento Digitale del Dipartimento dell'Educazione Nazionale ha assunto uno dei co-fondatori di Framasoft, la storica associazione francese per la promozione del software libero. Da allora, Alexis Kauffmann si occupa dello sviluppo di progetti di software libero e di risorse educative. (Il grassetto è del traduttore)

Il ministero (e il suo "centro di competenze per il software libero") ha anche sviluppato una piattaforma di strumenti digitali gratuiti per i professionisti dell'istruzione nazionale: Apps éducation. Da questo sito, gli insegnanti possono utilizzare direttamente software per videoconferenze e classi virtuali, condivisione di documenti, video, ecc. La maggior parte di questi software sono gratuiti (ad esempio BigBlueButton, Peertube, Nextcloud, ecc.). Il Dipartimento Digitale del Ministero dell'Istruzione ha investito quasi un milione di euro nel progetto. Inoltre, per le classi virtuali gestite dal Cned (Centre national d'enseignement à distance), lo strumento gratuito BigBlueButton sostituirà il vecchio software Blackboard, i cui dati erano ospitati da Amazon, a partire dal prossimo autunno.

Alcuni insegnanti, tuttavia, sono dei pionieri e non hanno aspettato che il loro ministero passasse all'open source. Thomas Crespin, insegnante di matematica, ha sviluppato nel 2009 Sacoche, uno strumento digitale gratuito dedicato alla valutazione delle competenze degli studenti. Sacoche è un'applicazione open source, gratuita, fatta dagli insegnanti per gli insegnanti e non rivolta ai dirigenti scolastici", spiega l'insegnante-sviluppatore. Sacoche permette di fare tonnellate di cose che Pronote non fa: si possono fare valutazioni, gli studenti possono presentare richieste di rivalutazione, si possono associare risorse di lavoro in modo che gli studenti lavorino in modo indipendente. Con Sacoche, abbiamo risposto alle esigenze degli insegnanti attraverso un forum.
Garantire la sovranità dei dati

Lo sviluppo del software è stato finanziato da un'associazione di insegnanti, Sésamath, che pubblica libri di testo di matematica, anch'essi con licenza aperta, che possono essere scaricati gratuitamente. Sacoche non ha ancora ricevuto alcun finanziamento dal sistema educativo francese. Tuttavia, "sarebbe opportuno riprendere il lavoro svolto per Sacoche e svilupparlo ulteriormente", afferma Thomas Crespin. L'insegnante di matematica si rammarica anche del fatto che solo "una minoranza di genitori è a conoscenza del Gafam e si oppone ad esso".

Per Simona Levi, attivista di Barcellona, la cosa principale oggi è fare pressione sugli Stati e sull'Unione Europea. "La società civile sta già facendo un grande sforzo. Se le grandi multinazionali tecnologiche hanno potuto avere così tanto spazio nell'istruzione, è perché le istituzioni non si sono assunte le loro responsabilità. L'Unione europea e i governi devono impegnarsi a creare una piattaforma europea aperta per la digitalizzazione dell'istruzione. Per noi è immorale che la digitalizzazione dell'istruzione e dell'amministrazione in generale avvenga con mezzi che non garantiscono la sovranità dei dati dei cittadini.

Rachel Knaebel


Eppur si muove! Basta!, un media indipendente francese, pubblica un articolo molto interessante che fa il punto sulle alternative ai #GAFAM che stanno crescendo nel mondo della #scuola in alcuni paesi europei (Francia, Germania e Spagna) : poliverso.org/display/0477a01e… #SoftwareLibero #Fediverso #Xnet @informapirata @lealternative @maupao @paolo @devol @monitorapa @mcp_ @opensource @scuola@poliverso.org @scuola@mastodon.uno @bastamedia @ItaLinuxSociety
in reply to Roberto Resoli

@Roberto Resoli @nilocram @FabTheProgrammer :ubuntu:
Ma non c'entra con cosa? Scusate, mi sono perso... Io ho semplicemente detto che la forza del fediverso é che non c'é piú un supermercato gigante che apre chiude filtra profila decide ecc... x volere di un unico proprietario ma una serie (anche numerosa) di snelli negozi (anche del tipo "Friendica") che possono rispondere con maggiore puntualità alle esigenze dei "clienti" ma che allo stesso tempo possono interoperare e comunicare tra di loro con una lingua comune e aperta... C'é qualche imprecisione su questo? Quindi ritengo che non sia indispensabile che ogni servizio che si voglia adottare (x esempio di quelli della DD che hai perfettamente rappresentato nella tua infografica) debba essere ospitato su un unico big cloud che tornerebbe a centralizzare eccessivamente...! Solo questo intendevo... 😀


Per chi odia i contanti


Il decreto "aiuti quater" alzerà il tetto dei contanti fino a €5.000. Le orde di zombie collettivisti che disprezzano la libertà sono già insorte, capitanate dai migliori intellettuali del Paese.

Il 10 novembre 2022 il governo ha approvato il “Decreto Aiuti quater”, che fra le altre cose prevede un aumento al limite d’uso dei contanti fino a €5.000. Il nuovo tetto entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023.

Una piacevole differenza rispetto al limite di €1999,99 che ci ha accompagnato nel 2022, ed indubbiamente una buona notizia per chiunque abbia un minimo di senno. Non c’è però troppo da festeggiare, visto che su 28 paesi facenti parte dell’Unione Europea, solo 12 attualmente hanno limiti come in Italia.

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Il contante è per i criminali


Come c’era da aspettarsi, alla notizia sono immediatamente seguiti i cupi e tristi lamenti delle orde di progressisti Veri Liberali per la lotta all’evasione e per i pagamenti elettronici. Uno dei più grandi esponenti di questa orda di Veri Liberali, Carlo Cottarelli, esprime così la sua idea in merito:

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Cottarelli, si sa, non capisce.

Non capisce a cosa possano mai servire tutti questi contanti. Ma se Socrate si accontentava di sapere di non sapere, Cottarelli evidentemente non si accontenta. Il problema è semmai l’opposto: lui vorrebbe proprio sapere cosa ci fate coi vostri soldi.

E come lui, tonnellate di persone seguono la stessa linea. Non capiscono proprio cosa debba farci una persona onesta con tutti quei contanti. Vi riporto qualche commento di questi giorni:

Una persona onesta non ha bisogno di girare con le mazzette di banconote.

Poi faranno la legge si pistole e munizioni perché “andando in giro con il contante il cittadino deve sentirsi sicuro…”

Per curiosità: cosa se ne fa? PS: c’è chi si e no li ha sul conto corrente. Peraltro -per legge- si può aprire un conto corrente gratuitamente fino ai 5.000 euro…

Per i segnalati CRIF esiste BancoPosta. Migliaia di euro in contanti servono solo ai criminali.

I miei soldi sono nelle carte di credito ed uso solo quelle. Anche 2€ al supermercato pago con carta di credito. Evito di essere scoppiata e impazzire con la moneta. Lei fa finta di non capire che il tetto di 5000€ in contanti è puro nero sommerso.

La facile scusa per combattere i contanti, quella a cui quotidiani e telegiornali si aggrappano da anni, è che con l’uso del contante aumenta l’evasione fiscale. Ma è facile reperire online i dati sull’evasione fiscale dei paesi dell’Unione Europea e compararli coi rispettivi limiti ai contanti.

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Dati alla mano, nonostante i limiti così rigidi l’Italia è comunque in testa alle classifiche per evasione fiscale. Viceversa, paesi senza limiti come l’Austria hanno livelli molto più bassi. La risposta all’evasione non è evidentemente il contante. E come potrebbe esserlo in ogni caso: gli evasori tendono a non rispettare le regole e se ne fregano dei limiti. Chi l’avrebbe mai detto, eh?

Insomma, è un’argomentazione talmente stupida che non vale neanche la pena parlarne. Ciò di cui vale la pena parlare sono invece gli assiomi su cui si fondano i ragionamenti dei cari concittadini che vi ho riportato sopra. Ne ho trovati almeno due:

Primo assioma: la ricchezza è una colpa. Il cittadino italiano onesto è mediamente povero, e non potrebbe in ogni caso permettersi di pagare in contanti qualcosa con valore pari o superiore a €5.000. Se giri con “tanti” soldi in tasca, c’è qualcosa che non va.

Secondo assioma: chiunque scelga di usare contanti, pur avendo l’alternativa del pagamento elettronico, evidentemente ha qualcosa da nascondere ed è pertanto un criminale fino a prova contraria. Spendere soldi senza essere tracciabili dallo Stato è quasi un peccato capitale.

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Gli Zombie che odiano i contanti


I due assiomi sono quelli tipici dell’ideologia dello Zombie collettivista.

Il cittadino virtuoso, ormai zombificato dall’ideologia statalista-collettivista, è totalmente trasparente verso lo Stato e dignitosamente povero.

Il cittadino virtuoso-zombie è un codice a barre con le gambe immediatamente e sistematicamente scansionabile dallo Stato, che non aspira a null’altro che pagare il suo pegno per il bene comune, anche a costo della propria vita e libertà. Il pagamento elettronico, meglio ancora se con adesione ai vari honeypot di stato come il cashback, è un simbolo di fede e sottomissione al Dio burocratico-tecnocratico che vede e provvede.

La peculiarità degli zombie è che, pure nel caso, come questo, in cui il loro Dio decida di tornare sui suoi passi e concedergli un briciolo di libertà in più—aumentando il limite dei contanti da €2.000 a €5.000—non sanno cosa farci. Non riescono ad assimilare questa ritrovata libertà e cadono in crisi isterica. D’altronde, il loro stato di decomposizione mentale può soltanto avanzare, mai regredire.

Gli zombie ignorano il concetto di proprietà privata, sminuiscono il concetto di privacy e travisano l’idea stessa di libertà. Insomma, disprezzano chi vorrebbe vivere secondo principi umani ed essere lasciato in pace, perché gli ricorda ciò che non sono e non potranno mai essere.

Non ce l’hanno solo coi contanti, ma con tutto ciò che è strumento di libertà, privacy e proprietà, che viene demonizzato come immorale e pericoloso. Essere “ricchi” è immorale; nascondersi dallo Stato è immorale; il contante è immorale; privacy e libertà sono immorali.

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La moneta elettronica (di stato) non è moneta


Per capire i pregi del contante bisogna prima capire la natura e il ruolo della moneta.

Ci sarebbero fiumi di parole da spendere, e in parte l’ho già fatto. In questa sede mi limiterò quindi a dire che la moneta è la tecnologia che ci permette di scambiare il valore del nostro tempo e lavoro con il valore del tempo e lavoro altrui.

La moneta è quello strumento che ci permettere di vivere e di sopperire alle nostre necessità pacificamente invece che sopraffarci violentemente l’un l’altro. Ma la moneta ha senso solo in quanto strumento per scambiare liberamente.

Se per libertà intendiamo la capacità di agire senza ingerenze di terzi, allora è chiaro che compiere transazioni private, non monitorate, analizzate e autorizzate da terzi, è condizione necessaria per scambiare liberamente. Rimanendo nell’ambito della moneta di stato1, il contante è l’unica forma che lo permette, diversamente dalle transazioni elettroniche.

Primo, le transazioni elettroniche sono totalmente e sistematicamente monitorate e analizzate da migliaia di algoritmi e persone che hanno l’unico scopo di giudicarne la legittimità. Dietro agli algoritmi usati per “mitigare il rischio” di riciclaggio, terrorismo, evasione e criminalità di vario tipo si nascondono modelli predittivi dal funzionamento ambiguo e spesso erroneo. Sono le banche stesse ad ammettere che questi algoritmi non funzionano e che i falsi positivi sono all’ordine del giorno.

Come possiamo dire di essere liberi di scambiare tra noi, se ogni transazione viene giudicata e monitorata da terzi?

Secondo, i pagamenti elettronici sono gestiti da intermediari privati come banche commerciali e circuiti di pagamento che oltre ad essere portatori di interessi privati sono anche portatori di interessi statali antitetici rispetto agli interessi dei clienti. Lo vediamo con le politiche assurde di PayPal, che si arroga il diritto di congelare conti senza preavviso e di sanzionare gli utenti fino a €2.500 se violano in qualche modo la loro Acceptable Use Policy. E lo vediamo anche con le banche, che non si fanno scrupoli a bloccare conti sulla base di facili pressioni politiche.

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In questo senso si è espresso di recente anche il Presidente del Consiglio Meloni: "Imporre agli italiani l'utilizzo quasi esclusivo della moneta elettronica non è soltanto un macroscopico e illegittimo regalo alle banche e alle finanziarie che vendono questo tipo di servizio, ma è potenzialmente un rischio per il risparmio del cittadino".

La moneta elettronica non è infatti un’alternativa digitale al contante, ma una cosa totalmente diversa; un servizio privato che non ha neanche lo stesso valore giuridico del contante, come afferma anche Banca d’Italia:

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I soldi in banca e nel tuo account PayPal non sono esattamente i tuoi, e non sono esattamente neanche soldi.

Terzo, i soldi in banca non esistono. Non nel senso figurativo del termine, no. Proprio non ci sono. Tutte le banche operano secondo il principio di riserva frazionaria, che gli permette di detenere a deposito soltanto una piccolissima parte di contante o asset facilmente liquidabili. È il segreto di pulcinella, ed è il motivo per cui tutto il mondo spinge affinché più persone possibile utilizzino pagamenti elettronici invece del contante.

Spiace, ma senza contanti non solo non sei libero di spendere i tuoi soldi, ma non sono neanche i tuoi e — a ben vedere, neanche esistono.

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Il contante è libertà


Abbiamo quindi imparato che il contante è l’unica forma di moneta di stato2 che permette di possedere concretamente il proprio denaro, poiché le transazioni elettroniche sono subordinate al rispetto di regole arbitrarie di intermediari a loro volta soggetti a pressioni politiche, anche extra-territoriali, che diluiscono la nostra capacità di agire.

Abbiamo anche imparato che il contante è in grado di garantire la riservatezza delle nostre transazioni e quindi renderci liberi da ingerenze di terzi e algoritmi, al contrario dei sistemi degli intermediari di pagamento.

E infine abbiamo imparato che quei soldi che usiamo con carte di credito e intermediari di pagamento vari, non solo non sono tecnicamente “moneta con corso legale”, ma neanche esistono.

Che dire, a questo punto, dell’innalzamento del limite a €5.000? Che è un contentino per chi è ancora nel limbo—per tutti coloro che ancora non hanno iniziato il processo di zombificazione e decomposizione mentale e si accontentano di vivere entro limiti alla loro libertà sufficientemente alti da non sembrare neanche tali.

Ma se il limite all’uso del contante è misura di libertà, allora dobbiamo tristemente constatare che un limite di €5.000 è comunque pericolosamente più vicino allo zero che a infinito (nessun limite).

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Il contante ha altri gravi problemi, derivanti dalla natura delle valute FIAT. Purtroppo questi problemi non solo risolvibili, salvo uscire completamente dal sistema e passare a una moneta superiore sotto ogni aspetto, come Bitcoin.

2

Il contante è bello, ma Bitcoin è ancora più bello.

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
The Privacy Post
@Stefano il post non è nostro ma è di Matteo Navacci. Se vuoi confrontarti con l'autore, puoi trovar qui i suoi riferimenti, mentre il suo account twitter è mrk4m1


ho provato #FirefoxTranslate nelle mie webapp per #LivelloSegreto e #Poliverso e funziona a meraviglia! Ovviamente la traduzione non è perfetta, ma è in locale e non è "invadente": non mi viene mai proposta, ad esempio, se nel flusso della TL spunta un solo post in lingue diverse dall'italiano. Ma se apro uno specifico post in lingua straniera, eccolo farsi vivo e, dopo aver macinato un po' mi serve il contenuto tradotto.

So che l'ho già detto, ma è la parte più importante: il tutto senza cloud, cioè senza che nessuno prenda nota di cosa mi sia servito tradurre



MASTODON, FINE DELLA PRIMA PARTE?


Framablog pubblica la traduzione in francese di un interessante articolo di Hugh Rundle che analizza la nuova ondata migratoria da Twitter a #Mastodon dal punto di vista di un "mastonauta" della prima ora, che è anche amministratore di un'istanza di Mastodon, in originale il titolo è "Home invasion" 😀
L' articolo secondo me è ricco di spunti di riflessione, anche sulle "magnifiche sorti e progressive" del #Fediverso.
Qui sotto trovate i link al testo originale dell'articolo, alla sua traduzione su Framablog, e per chi proprio volesse una spolverata di italiano, c'è anche la traduzione dell'introduzione all'articolo su Framablog.
Buona lettura!

L'articolo in originale: hughrundle.net/home-invasion/

Qui invece l'articolo su Framablog: framablog.org/2022/11/12/masto…

Per finire, l'introduzione su Framablog:

Il recente afflusso di registrazioni su Mastodon, sotto forma di un'ondata di questa portata senza precedenti, è stato ampiamente riportato dai media. Molti hanno guardato al social network federato con nuova curiosità, per spiegare (a volte in modo goffo o frammentario, ma è normale ) di cosa si tratta ai molti "migranti" che hanno reagito con forza all'acquisizione dell'uccello azzurro da parte di E. Musk.

L'evento, perché di evento si tratta, visto che i social network sono diventati un tema cruciale, ha suscitato, e questo è abbastanza salutare, molte domande, ma spesso da un'unica prospettiva: "Tu che vieni dall'uccello che ha del piombo nelle ali, cosa puoi trovare e cosa devi temere registrandoti su Mastodon?". E in effetti questo risponde più o meno a una forte richiesta.

Tuttavia, ci è sembrato interessante adottare una sorta di momentaneo controcampo : "Che cosa possono sperare o temere i mastonauti (sì, possiamo chiamarli così) con i nuovi massicci arrivi ?

È quello che si propone di analizzare Hugh Rundle nel post che abbiamo tradotto qui sotto. Conosce bene Mastodon e ne gestisce un'istanza da diversi anni. La sua posizione può sembrare eccessivamente pessimistica, in quanto ritiene che dovremmo essere in lutto per Mastodon così come lo abbiamo conosciuto fin dai primi giorni del Fediverse. Chissà cosa porteranno i prossimi mesi alla federazione di server minuscoli o obesi che, grazie alla loro interconnessione, federano gli esseri umani, al di fuori della portata del capitalismo di sorveglianza?

@Poliverso notizie dal fediverso @maupao @informapirata :privacypride:



"Cookie wall: prosegue l’istruttoria del Garante privacy su alcune testate giornalistiche online."

feddit.it/post/91520



#NotiziePerLaScuola

"TEAM 4 PEACE - Lo sport come strumento per allenare alla pace", il concorso finalizzato a contrastare i fenomeni di odio e discriminazione razziale tra i giovani nell'ambito dello sport non agonistico.

Info ▶️ https://www.




Se la montagna non vaIl presidente Biden è arrivato oggi alla COP27 di Sharm el-Sheikh. Una tappa intermedia prima del suo viaggio in Asia, dove incontrerà i leader di Cina e India, grandi assenti alla COP egiziana.


Midterm USA 2022: debolezze assediate guardando al 2024


Anche se non ancora definitivi, i risultati del voto di midterm dello scorso 8 novembre permettono già di offrire qualche valutazione riguardo alle dinamiche della politica statunitense. Come è già stato ampiamento osservato, nonostante la perdita della Camera dei rappresentanti e nonostante l’incertezza dell’esito in Senato (che, probabilmente, sarà sciolta solo dal ballottaggio in Georgia, il […]

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Prendetevi il tempo


L’errore che rischia di commettere il Governo Meloni è quello di continuare la campagna elettorale Un governo alla partenza può incontrare delle difficoltà, nel senso che è necessario prendere le misure. Inoltre, va considerato che una parte del personale

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L’errore che rischia di commettere il Governo Meloni è quello di continuare la campagna elettorale


Un governo alla partenza può incontrare delle difficoltà, nel senso che è necessario prendere le misure. Inoltre, va considerato che una parte del personale di governo è nuovo a questa esperienza.

Ma l’errore che rischia di commettere il governo in carica, il Governo Meloni, proprio all’indomani di elezioni che Fratelli d’Italia ha trionfalmente vinto, è quello di continuare la campagna elettorale, anziché prepararsi seriamente a governare.

Lo si è visto su alcune cose, come aver fatto un decreto velocissimo e tempestivo sui rave party, quando, nel frattempo, il suddetto raduno era stato già sciolto con le vecchie norme e con una discreta saggezza da parte delle forze dell’ordine e della prefettura. L’hanno scritto così velocemente che subito dopo gli stessi che lo hanno scritto, una hanno detto che bisognerà correggerlo, perché ci sono degli errori.

Potevano prendersi anche qualche giorno in più, invece lo si è fatto perché si voleva dimostrare che con quello si sarebbe risolto il problema, ma le cose sono andate diversamente. In quel decreto si inserisce un nuovo reato, il reato di invasione, peraltro descritto in maniera pedestre. Però il povero Ministro della Giustizia era arrivato a via Arenula dicendo che bisogna depenalizzare, cioè far diminuire i reati da contestare in sede penale, e come prima novità ce ne aggiungiamo uno di cui non si sentiva minimamente il bisogno, perché non è che prima del decreto si potesse invadere la terra altrui o la terra pubblica.

A questo si è aggiunta anche la vicenda dell’ergastolo ostativo: era evidente che andava rimossa la condizione – incivile – che il detenuto, in base al reato che ha commesso e in base alla preclusione del non avere collaborato con la giustizia, non può chiedere alcuni benefici di legge. È ovvio che invece deve poterli chiedere, ma questo non significa che gli altri siano tenuti a darglieli, perché è il giudice a decidere.

Anche lì sono intervenuti con un decreto e, per mascherarlo hanno detto di averlo lasciato, mentre, invece, lo stavano togliendo: questo perché la Destra era assolutamente favorevole a lasciare l’ergastolo ostativo, Queste cose di propaganda non servono a molto. Poi arriveranno questioni serie, compreso il meccanismo europeo di stabilità, che l’Italia non ha ancora ratificato. Ed è l’unico Paese europeo.

Qualcuno afferma che non lo abbia fatto neanche la Germania, ma questo è falso. Il Parlamento tedesco lo ha già ratificato, solo che lì esiste un sistema costituzionale diverso: alcuni parlamentari hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale sulla legge di conversione, non sul MES e sono dunque in attesa della sentenza della Corte Costituzionale. Ma noi siamo l’unico Paese che non l’ha convertito e siamo il Paese che ha forse più bisogno di protezione finanziaria.

Anche in questo caso, tanto vale affrontare queste questioni. Quello dei migranti, è stato l’ultimo capitolo affrontato in maniera sbagliata, perché pur di voler fare l’operazione di propaganda immediata, invocando il blocco, quando chiaramente era impossibile. Infatti c’era una nave dell’ONG che faceva sbarcare tutti in Calabria, quindi non c’era nessun blocco.

Quelli che dicevano di bloccare hanno poi inventato che il blocco era dovuto al fatto di far scendere le persone fragili. Chi dovrebbe stabilirlo se una persona è fragile o meno? Dei medici. Beh, i medici dopo poco hanno stabilito che erano tutti fragili. La decisione dei medici è stata definita “bizzarra” ma ad essere bizzarra è l’idea di far scendere le persone sulla base di un certificato medico.

Il Governo, attraverso queste situazioni, ha cercato di compiere azioni dimostrative. Io ho l’impressione che anche a causa della dispersione, per non dire inconsistenza, dell’opposizione di sinistra, il Governo Meloni è destinato a durare. Ecco, siccome siete destinati a durare, prendetevi il vostro tempo per prendere le decisioni. Evitate di inseguire la propaganda per la propaganda. Prendetevi il vostro tempo, perché l’efficacia del Governo italiano è interesse di tutti gli italiani, anche di quelli che non hanno votato minimamente per la destra.

L'articolo Prendetevi il tempo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



‘Passion economy’ ed imprese


La passione non è tutto, ma, senza di lei, non vai lontano nel business tradizionale e sociale. La definizione di ‘passion economy’ avvalora questa tesi; è il titolo del libro ‘The Passion Economy’ di Adam Davidson (2020), uno scrittore del New Yorker staff e cofondatore del Planet Money, podcast della National Public Radio. Un altro riferimento è il filosofo economista William […]

L'articolo ‘Passion economy’ ed imprese proviene da L'Indro.



Tra Parigi, Berlino e le trappole di Salvini


Meloni stretta in una tenaglia tra la guerra del leghista ai migranti, il Pnrr e il Patto di stabilità La tenaglia in cui si trova stretta Giorgia Meloni è dura da sopportare. Forse persino troppo, considerando che il governo è in carica da poche settiman

Meloni stretta in una tenaglia tra la guerra del leghista ai migranti, il Pnrr e il Patto di stabilità


La tenaglia in cui si trova stretta Giorgia Meloni è dura da sopportare. Forse persino troppo, considerando che il governo è in carica da poche settimane. Ma tant’è. L’ultima cosa utile in questo momento, con i problemi irrisolti del Patto di stabilità e del Pnrr, era inaugurare un conflitto sui migranti con la Francia e, in via indiretta, con il resto dell’Unione. Peraltro l’intera vicenda sembra condotta da Roma con imperizia e un certo velleitarismo. Era interesse del destra-centro aprire il contenzioso? In apparenza, no.

Di sicuro non era interesse della presidente del Consiglio, desiderosa invece di accreditarsi nelle capitali europee. Tuttavia il peggio è accaduto per varie ragioni. Una delle quali è l’attitudine di Salvini: per un verso il capo leghista tenta di dettare l’agenda, quanto meno sul controllo dei porti, vecchio cavallo di battaglia; e per l’altro lascia che sia la premier a sbrogliarsela, visto che lui non ha motivo per volerla tranquilla al centro della scena.

La guerra ai migranti, alle navi, alle Ong era destinata alla sconfitta in partenza: al momento attuale il governo non ha gli strumenti per vincerla. Prima deve costruire una rete di relazioni oltralpe, magari cominciando dalla Germania. L’ostilità dei mass-media è evidente e in Europa c’è chi non vedeva l’ora di far inciampare la destra italiana. Non occorreva un particolare talento per capirlo. Giorgia Meloni, per la verità, aveva cercato di seguire una linea accomodante, in particolare con la Francia, ricercando un’intesa, ma con ogni evidenza ha sottovalutato la posta in gioco.

È stato un errore pensare di risolvere il problema, che si trascina da anni, attraverso una garbata richiesta di solidarietà e poi scivolare nella gaffe di presentare come un cedimento il gesto di buona volontà francese. Così come ora lascia perplessi la reazione del ministro della Difesa che dice: “Vogliamo obbligare l’Unione europea a non voltarsi dall’altra parte e a prendere una decisione seria, razionale, definitiva”.

Obbligare? Questo atteggiamento, che vuole rappresentare l’orgoglio nazionale, in realtà dimostra debolezza. Da un lato infatti c’è un esecutivo appena nato, figlio di una cultura politica in buona misura eterodossa rispetto all’Europa come l’abbiamo conosciuta dal dopoguerra a oggi. Dall’altro c’è una Francia diffidente, timorosa del contagio destrorso, guidata da un Macron forte grazie ai poteri di cui dispone, ma fragile in parlamento. Un Macron che si considera il “lord protettore” di un’Italia riottosa e non esita a dimostrarlo, non senza una dose di arroganza.

Oggi la premier, che ha appena avuto l’occasione di confermare la sua lealtà all’alleanza atlantica, incontrerà Manfred Weber, autorevole esponente dei Popolari tedeschi. Questi desidera rapporti di buon vicinato con Fratelli d’Italia per coinvolgerli nella tutela degli equilibri a Bruxelles.

A sua volta, Giorgia Meloni può trarre vantaggio dal rapporto col Ppe, sullo sfondo delle crepe che attraversano il fronte franco-tedesco non più compatto come un tempo. È chiaro tuttavia che al governo italiano serve un’idea positiva su come stare in Europa; un’idea strategica senza la quale si troverà in balia di episodi sempre più distruttivi.

La Repubblica

L'articolo Tra Parigi, Berlino e le trappole di Salvini proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Gas e non solo: l’Algeria può essere un’alternativa alla Russia?


L'Algeria può sfruttare le circostanze appena emerse per fornire gas all'Europa e acquisire enormi entrate aggiuntive per il bilancio statale. Non solo. L'economia algerina può trarre grandi benefici dagli investimenti europei diretti nel settore petrolifero e nelle energie rinnovabili

L'articolo Gas e non solo: l’Algeria può essere un’alternativa alla Russia? proviene da L'Indro.



Alla Cop27 di Sharm El Sheikh quella del clima non è la sola crisi all’ordine del giorno. Le violazioni dei diritti umani nel paese che ospita la conferenza, l'Egitto, minacciano di oscurare l’evento. La Cop27 in Egitto non sta andando bene.


#laFLEalMassimo – Episodio 76: Pacifismo ipocrita


Benvenuti al nuovo episodio della FLE al Massimo, questa rubrica porta avanti il suo sostegno al popolo Ucraino e dunque celebra la ritirata dell’invasore russo da Kherson. Nell’episodio di oggi provo a spendere qualche parola su un atteggiamento che non

Benvenuti al nuovo episodio della FLE al Massimo, questa rubrica porta avanti il suo sostegno al popolo Ucraino e dunque celebra la ritirata dell’invasore russo da Kherson.

Nell’episodio di oggi provo a spendere qualche parola su un atteggiamento che non esito a definire ipocrita, che nasconde dietro un autoproclamato e sedicente pacifismo l’incapacità di distinguere le ragioni della nazione invasa e i torti chiaramente attribuibile all’invasore.

Tutti siamo a favore della pace e del rispetto della vita umana. Almeno tutti gli esseri umani degni di questo nome respingono la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli, ma anche semplicemente come processo di distruzione e devastazione di individui e civiltà. Dunque, tutti desideriamo la pace e la cessazione delle ostilità.

Tutta la storia del genere umano ci insegna tuttavia che la pace non è una condizione che si ottiene con le dichiarazioni di intenti o con le manifestazioni di buona volontà. Si tratta di una condizione precaria e fragile che è il risultato dalle vittorie passate sui regimi totalitari e sulla sconfitta delle ambizioni di conquista da parte di chi non esita a calpestare i diritti umani per conseguire i propri obbiettivi politici ed economici. Si tratta di uno status che si regge sul potenziale di deterrenza nei confronti di chi vorrebbe minacciare la libertà e l’esistenza stessa delle società aperte.

Dunque è profondamente ipocrita parlare di pace come se fosse un obbiettivo raggiungibile senza combattere e resistere l’offensiva russa. Non ci può essere dialogo con un regime spietato che non esita a calpestare i diritti umani e non offre alcuna garanzia di tenere fede ai propri impegni. Inoltre, qualsiasi rallentamento o esitazione nel contrasto militare alla Russia aggrava la devastazione e la perdita di vite umane in Ucraina.

L’unica via concretamente possibile per raggiungere la pace passa dalla conmpleta sconfitta militare della Russia che a giudicare dagli eventi recenti potrebbe non essere troppo lontana. Slava Ucraini.

youtube.com/embed/t-pJlbgk9o8

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#Paix #antimilitarisme #pacifisme

☮️ Première Boucherie mondiale...

☮️ Paix - Peace - Frieden - Vrede - Paz - Pace - Asti - Salam سلام - Shalom שלום - Jàmm - Pokój - Mир - ειρήνη - 和平 - शांति... ...






Opposing expansion of Bristol airport


Solidarity from Florence, Italy, where they are trying to expand Peretola airport

grassrootsalternatives.uk/2022…



Perché resta pericolosa l'esportazione di dati verso gli USA


agendadigitale.eu/sicurezza/pr…


DiPorto


In porto è andata assai male. Così si arreca un danno all’Italia fingendo di presidiarne gli interessi. Fuori dal porto è andata anche peggio, perché si è avuta l’impressione che il governo non avesse cognizione di quel che stava accadendo. Abbiamo anche

In porto è andata assai male. Così si arreca un danno all’Italia fingendo di presidiarne gli interessi. Fuori dal porto è andata anche peggio, perché si è avuta l’impressione che il governo non avesse cognizione di quel che stava accadendo. Abbiamo anche ringraziato la Francia per averci, non a torto, rimproverato. Se si vuole difendere gli interessi italiani si sappia che l’ottuso nazionalismo li danneggia e il propagandismo monotono e negatore della realtà è stucchevole. Mettiamo in fila gli errori e immaginiamo come si possa evitarne la replica.

Più della metà degli sbarchi irregolari, secondo i dati del ministero degli Interni, avviene dopo una traversata fatta a bordo di barconi. Quelli o li fai scendere o li condanni a morte. Poco meno della metà degli sbarchi avviene a seguito di ribaltamenti e naufragi, quindi arrivano a terra, per la grande parte, a bordo delle imbarcazioni italiane, in primis Guardia Costiera. Le Ong coprono il 16%, in questa seconda metà. Ammesso abbia un senso dichiarare loro guerra, resterebbero i tre quinti del problema. Ciò basti per capire che la propaganda della fermezza smotta sulla realtà.

Alcuni degli sbarchi da navi Ong avvengono in modo concordato con le autorità italiane. Da ultimo in Calabria. Per gli altri, senza generalizzare, la questione è: se si ritiene di avere gli elementi per accusare una nave di avere agito in combutta con i trafficanti, si fanno scendere gli occupanti e si sequestra la nave. Il ministro Minniti, uomo della sinistra sbranato dalla sinistra (e sono colpe che non si cancellano), era andato oltre: le Ong firmino un protocollo, altrimenti non ci parliamo.

Pensare di fare scendere alcuni e non altri, come stabilito dal governo, è un doppio errore. Intanto perché non c’è base giuridica, difatti sono poi sbarcati tutti. Per giunta con la tremula ipocrisia del certificato medico. Poi perché far scendere malati e fragili significa avere di sé stessi l’idea d’essere un ospedale. O un lazzaretto. Facciamo scendere solo quelli che ci costeranno e non quelli che potranno produrre. Non è fermezza, è fissità allocca.

L’Italia è il Paese che riceve più fondi europei, come ci ha delicatamente ricordato la Francia, pensare di agire in contrasto con leggi e Unione europea per il solo gusto di affermare una propaganda di parte significa subordinare gli interessi nazionali ai propri.

Detto ciò, posto che propaganda fessa è questa e propaganda fessa è anche quella del volemose bene e venite tutti a farci compagnia, che fare? Primo, regolare i rapporti con le Ong, considerando quelle navi non pescherecci di passaggio, ma strumenti dedicati alla raccolta di emigranti, come, del resto, hanno scritto sulla fiancata. Se vuoi collaborare con l’Italia ti registri e firmi un accordo, senza presentarci i casi a uno a uno.

Secondo, si chiede che gli accordi di Dublino (firmati prima dalla destra e poi dalla sinistra, in ogni caso accettati dall’Italia, ove abbia un senso parlarne in termini di nazione) siano modificati: una cosa è il signore che becco alla frontiera da irregolare, sicché è mio dovere territoriale identificarlo e valutarne l’ingresso o il respingimento, altra, assai diversa, sono gli arrivi in massa, quel che va chiesto è che gli sbarchi di questi ultimi avvengano in zona sicura, pronti al soccorso, ma extraterritoriale, di competenza Ue.

In altre parole: non ci si rivolge al Tar, ma alla Commissione Ue. In quella zona la competenza e giurisdizione esclusiva è Ue, operata per il tramite delle forze nazionali presenti nel punto di sbarco. Quindi non si sbarca più in Italia o in Francia, ma in Ue, con quel che consegue. Compreso il fatto che i soldi non li prendiamo più noi, ma finanziano quella struttura.

Il tutto ricordando che abbiamo bisogno di immigrati, che dovremmo sceglierli e per farlo si devono emanare decreti flussi continui e congrui. Sempre che si stia parlando di interessi italiani e non di propagande da diporto.

La Ragione

L'articolo DiPorto proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Il fondatore di Mastodon, rivale di Twitter, ha una visione per la democratizzazione dei social media


Articolo originale: time.com/6229230/mastodon-euge…

Mentre Twitter cambiava proprietario alla fine di ottobre, un altro sito di social media molto simile stava vivendo una sorta di ondata.

Mastodon, un sito di microblogging decentralizzato che prende il nome da un tipo di mammut estinto (sic, ndt), ha registrato 120.000 nuovi utenti nei quattro giorni successivi all'acquisizione di Twitter da parte del miliardario Elon Musk, come racconta il suo fondatore tedesco Eugen Rochko a TIME. Molti di loro erano utenti di Twitter alla ricerca di un nuovo luogo uogo di residenza online.

Questi utenti, che lo sapessero o meno, stavano seguendo le orme di Rochko, 29 anni, che ha iniziato a creare Mastodon nel 2016 dopo essere rimasto deluso da Twitter. "Pensavo che potermi esprimere online con i miei amici attraverso brevi messaggi fosse molto importante per me, importante anche per il mondo, e che forse non avrebbe dovuto essere nelle mani di un'unica società", racconta Rochko. "Era generalmente legato a un sentimento di sfiducia nei confronti del controllo dall'alto che Twitter esercitava".

Mastodon, che proclama con orgoglio di non essere "in vendita" e di avere circa 4,5 milioni di account utente, è piuttosto simile a Twitter, una volta che gli utenti superano il complicato processo di registrazione. La differenza principale è che non si tratta di un'unica piattaforma coesa, ma di un insieme di server diversi, gestiti in modo indipendente e autofinanziati. Gli utenti dei diversi server possono comunque comunicare tra loro, ma chiunque può creare il proprio server e stabilire le proprie regole di discussione. Mastodon è un'organizzazione no-profit finanziata dal crowdfunding, che finanzia il lavoro a tempo pieno di Rochko, il suo unico dipendente, e diversi server popolari.

La piattaforma non ha il potere di obbligare i proprietari dei server a fare qualcosa, nemmeno a rispettare gli standard di moderazione dei contenuti. Sembra la ricetta per un paradiso online per i troll di estrema destra. Ma in pratica, molti dei server di Mastodon hanno regole più severe di Twitter, dice Rochko. Quando appaiono server che incitano all'odio, gli altri server possono unirsi per bloccarli, ostracizzandoli essenzialmente dalla maggior parte della piattaforma. "Credo che si possa chiamare processo democratico", dice Rochko.

Secondo Rochko, il recente afflusso da Twitter è stato una conferma. "È una cosa molto positiva scoprire che il proprio lavoro viene finalmente apprezzato, rispettato e conosciuto in modo più ampio", afferma. "Ho lavorato molto, molto duramente per spingere l'idea che c'è un modo migliore di fare social media rispetto a quello che le aziende commerciali come Twitter e Facebook permettono".

TIME ha parlato con Rochko il 31 ottobre.

Questa intervista è stata condensata e modificata per chiarezza.

Cosa pensa di ciò che Elon Musk sta facendo a Twitter?

Non lo so. Quest'uomo non è del tutto comprensibile. Non condivido molti dei suoi comportamenti e delle sue decisioni. Credo che l'acquisto di Twitter sia stata una decisione impulsiva di cui si è presto pentito. E che si sia trovato in una situazione che lo ha costretto a impegnarsi nell'affare. Ora è coinvolto e deve affrontare le conseguenze.

In particolare, non sono d'accordo con la sua posizione sulla libertà di parola, perché penso che dipenda dalla vostra interpretazione di cosa significhi libertà di parola. Se si permette alle voci più intolleranti di esprimersi a voce alta, si rischia di far tacere anche le voci di opinioni diverse. Quindi, permettere la libertà di parola consentendo tutti i discorsi non porta alla libertà di parola, ma solo a una fogna di odio.

Credo che questa sia un'idea tipicamente americana, quella di creare un mercato delle idee in cui si possa dire tutto ciò che si vuole senza limiti. È molto estranea alla mentalità tedesca dove, nella nostra Costituzione, la priorità numero uno è il mantenimento della dignità umana. Quindi, l'incitamento all'odio non fa parte del concetto tedesco di libertà di parola, ad esempio. Quindi credo che quando Elon Musk dice che tutto sarà permesso, o qualsiasi altra cosa, in genere non sono d'accordo.

Come fate a garantire su Mastodon, visto che è decentralizzato e non avete il potere di bandire gli utenti, che lo spazio sia accogliente e sicuro?

Beh, questa è la strana dicotomia di come le cose si sono evolute. Da un lato, la tecnologia stessa permette a chiunque di ospitare il proprio server di social media indipendente e di poterne fare tutto ciò che vuole. Non c'è modo per Mastodon, per l'azienda o per chiunque altro - a parte le normali procedure di applicazione della legge - di perseguire chiunque gestisca specificamente un server Mastodon. Il modo in cui si chiude un normale sito web è lo stesso in cui si chiude un server Mastodon, non c'è alcuna differenza. Quindi, da questo punto di vista, risulta essere la piattaforma definitiva per la libertà di parola. Ma ovviamente questo è solo un effetto collaterale della creazione di uno strumento che può essere usato da chiunque. È un po' come le automobili. Le auto sono usate da tutti, anche da persone cattive, anche per scopi sbagliati, e non c'è niente che si possa fare, perché lo strumento è là fuori. Tuttavia, credo che il fattore di differenziazione rispetto a qualcosa come Twitter o Facebook sia che su Mastodon, quando si ospita il proprio server, si può anche decidere quali regole far rispettare su quel server, il che consente alle comunità di creare spazi più sicuri di quelli che potrebbero altrimenti avere su queste grandi piattaforme che sono interessate a servire il maggior numero di persone possibile, magari aumentando il coinvolgimento di proposito per aumentare il tempo che le persone trascorrono sul web.

Le comunità possono avere regole molto più rigide di quelle di Twitter. E in pratica, molte di esse sono più severe. E questo è un aspetto in cui, ancora una volta, la tecnologia si interseca con la guida o la leadership dell'azienda Mastodon. Credo che, grazie al modo in cui comunichiamo pubblicamente, abbiamo evitato di attirare una folla di persone come quelle che si trovano su Parler o Gab, o qualsiasi altro forum di odio su Internet. Abbiamo invece attirato il tipo di persone che, quando gestiscono i propri server, si moderano contro i discorsi d'odio. Inoltre, fungiamo anche da guida per chiunque voglia unirsi a noi. Sul nostro sito web e sulle nostre app, infatti, forniamo un elenco predefinito di server curati su cui le persone possono creare account. E grazie a ciò, ci assicuriamo di curare l'elenco in modo tale che qualsiasi server che voglia essere promosso da noi debba accettare un certo insieme di regole di base, una delle quali è che non sono consentiti discorsi di odio, sessismo, razzismo, omofobia o transfobia. In questo modo ci assicuriamo che l'associazione tra i Mastodon, il marchio e l'esperienza che le persone desiderano sia quella di uno spazio molto più sicuro rispetto a qualcosa come Twitter.

Ma cosa succede se le persone che incitano all'odio creano un server?

Beh, ovviamente non vengono promossi sul nostro sito web "Join Mastodon" o nella nostra app. Quindi, qualsiasi cosa facciano, la fanno per conto loro e in modo completamente separato, e gli altri amministratori che gestiscono i propri server Mastodon, quando scoprono che c'è un nuovo server di incitamento all'odio, possono decidere di non voler ricevere alcun messaggio dal server e di bloccarlo da parte loro. Attraverso il processo democratico, il server che incita all'odio può essere ostracizzato o può essere diviso in una piccola camera d'eco, che non è né migliore né peggiore di un'altra camera d'eco. Internet è pieno di spam. È pieno di abusi, ovviamente. Mastodon fornisce le strutture necessarie per gestire i contenuti indesiderati, sia per gli utenti che per gli operatori.

Cosa l'ha spinta a creare un servizio come questo nel 2016?

Ricordo che non ero molto soddisfatto di Twitter e mi preoccupavo di dove sarebbe andato a finire. C'era qualcosa di molto discutibile nel suo futuro. Questo mi ha fatto pensare che la possibilità di esprimermi online con i miei amici attraverso brevi messaggi era molto importante per me e anche per il mondo, e che forse non dovrebbe essere nelle mani di un'unica società che può farne quello che vuole. Ho iniziato a lavorare su una cosa mia. L'ho chiamato Mastodon perché non sono bravo a dare un nome alle cose. Ho scelto quello che mi veniva in mente in quel momento. Ovviamente all'epoca non c'era l'ambizione di diventare grandi.

Deve essere una sensazione speciale vedere qualcosa che hai creato crescere dal nulla fino a dove è ora.

È vero. È una cosa molto positiva scoprire che il proprio lavoro viene finalmente apprezzato, rispettato e conosciuto in modo più ampio. Ho lottato a lungo per questo, ho iniziato a lavorare su Mastodon nel 2016, ma allora non avevo alcuna ambizione che andasse lontano. All'inizio era un progetto molto hobbistico, poi quando l'ho lanciato pubblicamente è sembrato toccare le corde almeno della comunità tecnologica ed è stato allora che ho ottenuto i primi sostenitori di Patreon che mi hanno permesso di intraprendere questo lavoro a tempo pieno. Da allora ho lavorato molto, molto duramente per rendere questa piattaforma il più possibile accessibile e facile da usare per tutti. E per portare avanti l'idea che c'è un modo migliore di fare social media rispetto a quello che permettono le aziende commerciali come Twitter e Facebook.




I team di #privacy e sicurezza di #Twitter sono in subbuglio dopo che le modifiche apportate da Elon Musk al servizio hanno aggirato i suoi processi standard di governance dei dati. Ora, un avvocato dell'azienda sta incoraggiando i dipendenti a cercare la protezione degli informatori "se ti senti a disagio per qualcosa che ti viene chiesto di fare".

theverge.com/2022/11/10/234511…



Questa sera è stato firmato l’accordo politico tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e le organizzazioni sindacali del comparto istruzione e ricerca su cui si costituirà il contratto da sottoscrivere domani in Aran.


Ho iniziato a leggere le specifiche di ActivityPub, il protocollo del Fediverso.

Oltre ad essere di indubbio interesse, mi sono state subito simpatiche perché, pur essendo un documento molto tecnico, non mancano di umorismo che le rende meno noiose. Inoltre hanno una bella introduzione ad alto livello, che agevola molto la comprensione.

Ma soprattutto perché negli esempi compaiono Alyssa e Ben. Altro che Alice e Bob!

Poliverso & Poliversity reshared this.



La Dunkerque degli utenti Twitter viaggia attraverso il software libero e batte la bandiera di Mastodon: nasce così la nuova istanza poliversity.it dedicata al mondo della ricerca e dell'informazione poliverso.org/display/0477a01e…

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Eritrea, Qual è il Prossimo Passo nella guerra in Tigray?


La presenza meditativa e calcolatrice del presidente Isaias incombe sull’attuale accordo di pace tra il governo etiope e il Tigray. Già nel 2018 è stato…

La presenza meditativa e calcolatrice del presidente Isaias incombe sull’attuale accordo di pace tra il governo etiope e il Tigray. Già nel 2018 è stato la forza trainante nel tracciare la guerra in Tigray, ma cosa sta pianificando adesso?

Certo, nessuno può esserne certo, ma possiamo leggere i segni.

Tanto per cominciare, ci sono notizie credibili secondo cui le forze eritree sono ancora all’offensiva nel Tigray.

L’ex presidente della Mekelle University ha twittato proprio ieri:

Le forze eritree sono impegnate in una massiccia campagna di saccheggio, uccisione e distruzione, inclusa la distruzione di terreni coltivati ​​e l’incendio di erbe accatastate in molte aree del Tigray. Ciò sta accadendo dopo che una settimana a Pretoria è stata firmata una cessazione permanente delle ostilità


Come ha affermato questa mattina il rispettato analista Rashid Abdi :

L’Eritrea non si oppone a Pretoria. Ha aiutato a progettarlo. Abiy non avrebbe stipulato un patto con il Tigray senza il consenso di Afewerki. Abbiamo esagerato con il ruolo di spoiler dell’Eritrea. Asmara è il vincitore strategico del Tigray. Ha eviscerato il TPLF, diventando lo stato profondo dell’Etiopia.


Che presa ha Isaias su Abiy?


Per affermare l’ovvio: è altamente improbabile che il Tigray avrebbe lottato così duramente per resistere alle ripetute offensive che ha subìto se solo avesse affrontato le truppe etiopi. Ma i Tigrini stavano combattendo le forze di tre nazioni (Etiopia, Eritrea e Somalia) così come la milizia di diverse regioni etiopi.

Questa è stata un’operazione che Abiy e Isaias hanno iniziato a pianificare già nel 2018, dopo che Abiy è volato ad Asmara e le due nazioni si sono riconciliate. Questa è stata seguita da una serie di incontri e discussioni, culminate in visite dei due leader alle rispettive basi militari più importanti, il tutto prima dello scoppio della guerra del novembre 2020 con il Tigray.

Quindi Abiy ha un enorme debito con Isaias, ma questo va ben oltre la gratitudine.

Il presidente Isaias ha alcune carte chiave nella manica. Il più importante è il numero di truppe etiopiche attualmente all’interno dell’Eritrea. Poco prima dell’inizio dell’ultimo round di combattimenti, il 24 agosto 2022, ci sono state segnalazioni di trasferimenti su larga scala di forze etiopi in Eritrea. Hanno continuato a combattere al fianco degli eritrei mentre attaccavano lungo il confine settentrionale del Tigray e verso ovest da Shire.

Dagli alleati agli ostaggi


La domanda ora è: che ne sarà delle forze etiopi all’interno dell’Eritrea?

Per vedere cosa potrebbe svilupparsi, dobbiamo guardare al destino dei 5.000 soldati somali inviati in Eritrea per “addestramento”, solo per essere coinvolti nella guerra nel Tigray.

Nel luglio di quest’anno il neoeletto presidente della Somalia, Hassan Sheikh Mohamud, ha visitato Asmara. Andò persino a vedere i suoi stessi soldati.

Nonostante i suoi migliori sforzi, il presidente Hassan Sheikh non è stato in grado di ottenere la loro libertà. Erano diventati ostaggi, pedine nel gioco a lungo termine del presidente Isaias. Il leader somalo dovrebbe volare di nuovo in Eritrea la prossima settimana per cercare di farli rilasciare ancora una volta.

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Quale sarà il destino degli etiopi in Eritrea?


Non possiamo esserne certi, ma c’è una goccia nel vento.

Si sostiene che a circa 300 autisti etiopi, che avrebbero dovuto trasportare le truppe etiopi a casa, è stato detto di andarsene, ma sono stati costretti ad abbandonare i loro autobus all’interno dell’Eritrea. Alcuni sono stati fermati a Tessenei, mentre trasportavano truppe etiopiche e soldati feriti a Gondar.

Questo suggerisce che le forze etiopi subiranno la stessa sorte ai somali – intrappolati come ostaggi all’interno dell’Eritrea – per assicurarsi che il primo ministro Abiy faccia ciò che il presidente Isaias vuole da lui? Solo il tempo lo dirà.


FONTE: eritreahub.org/what-is-eritrea…


tommasin.org/blog/2022-11-10/e…



Cybersecurity: EU bans anonymous Internet sites


The EU Parliament today approved the directive to increase cyber security (“NIS 2”) by a large majority. According to it, the registration of internet domain names shall … https://www.patrick-breyer.de/wp-content/uploads/2022/11/A-9-2021-0313-AM-281-281_

The EU Parliament today approved the directive to increase cyber security (“NIS 2”) by a large majority. According to it, the registration of internet domain names shall in the future require the correct identification of the owner in the Whois database (Article 28). The obligation to register the identity explicitly also applies to “privacy” and “proxy” registration services and resellers (Article 6). Public authorities and private individuals wil have access in case of “legitimate interest”. “Whois privacy” services for proxy registration of domains thus become illegal, threatening the safety of activists and whistleblowers.

Pirate Party Member of the European Parliament Patrick Breyer, shadow rapporteur in the opinion-giving Civil Liberties Committee, explains:

“If the operators of leak sites like Wikileaks were to be listed by name in the future, they risk long prison sentences for publishing US war crimes, just like Julian Assange. The Catalonian independence referendum also had to be organised via anonymously registered websites because of the threat of imprisonment in Spain.

This government-dictated identification requirement is unique in the world and breaks with international principles of internet governance. It will be gratefully adopted by regimes in Russia, Iran, China etc. and will have dire consequences for courageous human rights and democracy activists.

Mandatory identification endangers website operators because only online anonymity effectively protects against data theft and loss, stalking and identity theft, doxxing and ‘death lists’. The right to anonymity online is particularly indispensable for women, children, minorities and vulnerable persons, victims of abuse and stalking, for example. Whistleblowers and press informants, political activists and people in need of counselling, fall silent without the protection of anonymity. Only anonymity prevents the persecution and discrimination of courageous people in need of help and ensures the free exchange of sometimes vital information.

We Pirates fully support the parts of the directive that will increase network security. But making identification mandatory for domain holders has nothing to do with network security.”

Breyer’s group had requested a separate vote on the identification requirement, but this was rejected by the parliamentary majority.

The Directive will still need to be implemented by the EU member states.

Annex: Article 28

Article 28 Database of domain name registration data

  • For the purpose of contributing to the security, stability and resilience of the DNS, Member States shall require TLD name registries and entities providing domain name registration services to collect and maintain accurate and complete domain name registration data in a dedicated database with due diligence in accordance with Union data protection law as regards data which are personal data.
  • For the purposes of paragraph 1, Member States shall require the database of domain name registration data to contain the necessary information to identify and contact the holders of the domain names and the points of contact administering the domain names under the TLDs. Such information shall include:
    • (a) the domain name;
    • (b) the date of registration;
    • (c) the registrant’s name, contact email address and telephone number;
    • (d) the contact email address and telephone number of the point of contact administering the domain name in the event that they are different from those of the registrant.
  • Member States shall require the TLD name registries and the entities providing domain name registration services to have policies and procedures, including verification procedures, in place to ensure that the databases referred to in paragraph 1 include accurate and complete information. Member States shall require such policies and procedures to be made publicly available.
  • Member States shall require the TLD name registries and the entities providing domain name registration services to make publicly available, without undue delay after the registration of a domain name, the domain name registration data which are not personal data.
  • Member States shall require the TLD name registries and the entities providing domain name registration services to provide access to specific domain name registration data upon lawful and duly substantiated requests by legitimate access seekers, in accordance with Union data protection law. Member States shall require the TLD name registries and the entities providing domain name registration services to reply without undue delay and in any event within 72 hours of receipt of any requests for access. Member States shall require policies and procedures with regard to the disclosure of such data to be made publicly available.
  • Compliance with the obligations laid down in paragraphs 1 to 5 shall not result in a duplication of collecting domain name registration data. To that end, Member States shall require TLD name registries and entities providing domain name registration services to cooperate with each other.

patrick-breyer.de/en/cybersecu…



Etiopia, Chi può Fidarsi dell’Accordo di Pace?


Mentre molti hanno celebrato l’accordo di cessate il fuoco, alcuni importanti gruppi tigrini lo vedono come una resa. Dopo due anni di guerra devastante, il…

Mentre molti hanno celebrato l’accordo di cessate il fuoco, alcuni importanti gruppi tigrini lo vedono come una resa.

Dopo due anni di guerra devastante, il 2 novembre il governo federale etiope e il Fronte di liberazione del popolo del Tigray (TPLF) hanno firmato uno storico accordo di cessate il fuoco. L’accordo, firmato a Pretoria a seguito di colloqui mediati dall’Unione Africana, è sorprendentemente completo.

Secondo i suoi termini, il TPLF accetterà un ritorno al precedente ordine costituzionale, inclusa l’autorità federale nel Tigray. Una nuova amministrazione provvisoria governerà la regione fino alle elezioni. E il TPLF disarmerà completamente entro 30 giorni, riconoscendo che l’Etiopia ha “una sola forza di difesa”.
L'accordo di pace fa sperare che due anni di guerra devastante nella regione del Tigray in Etiopia potrebbero volgere al termine, ma le vere sfide si trovano davanti. Credito: Rod Waddington.L’accordo di pace fa sperare che due anni di guerra devastante nella regione del Tigray in Etiopia potrebbero volgere al termine, ma le vere sfide si trovano davanti. Credito: Rod Waddington.
In cambio, il governo federale ha accettato di migliorare la rappresentanza del Tigray nelle istituzioni federali, compreso il parlamento. Accelererà gli aiuti umanitari nella regione, dove oltre 13 milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare. Faciliterà il ritorno delle comunità sfollate. E ripristinerà i servizi essenziali, alcuni dei quali bloccati dallo scoppio del conflitto.

Entrambe le parti hanno anche convenuto di porre fine alla “propaganda ostile, retorica e incitamento all’odio” e di stabilire una nuova “politica di giustizia di transizione” per garantire responsabilità, risarcimento per le vittime e riconciliazione.

Reazioni miste


I leader regionali e internazionali hanno ampiamente elogiato l’accordo, con il principale mediatore dell’UA Olusegun Obasanjo che lo ha definito “l’inizio di una nuova alba per l’Etiopia”. Il governo federale è stato altrettanto positivo, con il primo ministro Abiy Ahmed che ha detto a folle esultanti che l’Etiopia aveva ottenuto “il 100%” di ciò che voleva.

Alcuni gruppi, tuttavia, sono stati meno soddisfatti. Diversi gruppi dominanti del Tigrino hanno risposto con incredulità e negazione, vedendo l’accordo come una resa. La Global Society of Tigrayan Scholars & Professionals (GSTS), ad esempio, ha affermato che l’esercito etiope non può garantire la sicurezza e ha respinto il disarmo delle forze di difesa del Tigray (TDF). La rete ha anche criticato l’accordo di cessate il fuoco per non aver invitato le forze dell’Eritrea a partire e ha lamentato la mancanza di una tempistica chiara per facilitare gli aiuti, ripristinare i servizi e rimpatriare gli sfollati.

Alcuni gruppi Amhara, anch’essi coinvolti in conflitti, sono stati altrettanto critici e delusi per non essere stati inclusi nei colloqui. La milizia fanese ha denunciato l’accordo di adesione all’attuale costituzione , che vede marginalizzare gli interessi di Amhara. Nel frattempo, un politico dell’opposizione National Movement of Amhara (NAMA) si è lamentato del fatto che l’accordo non riconosce la pretesa di Amhara su due aree – Welkait e Raya – che sono fortemente contese con il Tigray.

Sfide in arrivo


La combinazione di reazioni indica sia l’enorme potenziale che le sfide che l’Etiopia deve affrontare.

Da un lato, l’opportunità di una pace duratura creata dall’accordo di pace è stata difficile da immaginare per gran parte degli ultimi due anni. Dallo scoppio della guerra, centinaia di migliaia di persone sono state uccise e milioni di sfollati. Ci sono state accuse di crimini di guerra e uso della violenza sessuale come arma di guerra da entrambe le parti. La società etiope si è polarizzata in un aumento di pericolosa retorica. In questo contesto, qualsiasi accordo che possa porre fine alle ostilità è uno sviluppo positivo.

Inoltre, è rassicurante che i mediatori riconoscano che il duro lavoro deve ancora venire. Obasanjo ha sottolineato che “questo momento non è la fine del processo di pace, ma l’inizio di esso”. Uhuru Kenyatta, un altro dei mediatori, ha avvertito che “il diavolo sarà nell’attuazione”.

D’altra parte, molte delle critiche all’accordo di pace sono valide e indicano sfide difficili da affrontare. È vero che l’accordo manca di un calendario chiaro per la fornitura di aiuti umanitari disperatamente necessari e il ripristino dei servizi. Molti dei disaccordi più controversi e intrattabili – come le aree contese in cui sia Tigray che Amhara accusano l’altra parte di pulizia etnica – rimangono irrisolti, con l’accordo che dice solo che saranno risolti secondo la costituzione. E la promessa di disarmare i combattenti del TPLF entro 30 giorni sembra molto ambiziosa.

È difficile immaginare come i soldati del Tigray si sentiranno sicuri di deporre le armi quando si ritiene che i soldati eritrei, intervenuti a sostegno del governo federale, siano ancora presenti nella regione, ma non sono menzionati nell’accordo di pace. Allo stesso modo è difficile vedere come riposeranno la loro fiducia nell’esercito etiope, che è stato accusato di innumerevoli crimini di guerra contro le loro forze negli ultimi due anni, per essere il loro garante della sicurezza. L’accordo apre la strada alle forze federali per entrare nella capitale del Tigrino Mekelle e prendere il controllo di tutti gli aeroporti, autostrade e strutture federali. Inoltre, il disarmo e il reinserimento in genere richiedono mesi, se non anni.

In effetti, la fiducia sarà il fattore più difficile da ricostruire in futuro, a molti livelli. Per due anni, i funzionari etiopi – incluso il primo ministro Abiy – hanno parlato del TPLF e dei Tigray come di un cancro e di un’erbaccia. L’incitamento all’odio etnico ei crimini ispirati dall’odio sono aumentati vertiginosamente, con la società etiope sempre più divisa . Ed entrambe le parti hanno negato la colpevolezza nei diffusi crimini di guerra nonostante le prove.

In questo contesto, il reinserimento dei combattenti del TPLF nell’esercito nazionale e l’idea di riconciliazione e giustizia di transizione saranno lotte in salita. Così sarà anche la riconciliazione di altri conflitti correlati in Etiopia, come in Oromia, che non sono menzionati nell’accordo.

I cannoni non sono ancora taciuti nel Tigray. I firmatari dell’accordo, che lascia molto non detto, ne stanno ancora discutendo i dettagli e l’attuazione. Molto si basa sulla buona volontà dell’UA e di altri organismi internazionali per garantire che l’accordo sia rispettato. Ma qualsiasi passo anche solo provvisorio verso la pace dopo due anni strazianti è un passo nella giusta direzione.


Autore: Mohamed Kheir Omer, è un ricercatore e scrittore afro-norvegese con sede a Oslo, in Norvegia. È un ex membro del Fronte di Liberazione Eritreo (ELF).


FONTE: africanarguments.org/2022/11/w…


tommasin.org/blog/2022-11-10/e…




«È preoccupato che la guerra Russia-Ucraina possa degenerare in uno scambio nucleare tra Stati Uniti e Russia?

"Penso che sia una possibilità significativa ed è possibile in diversi modi. Nonostante i nostri migliori piani, potremmo trovarci in una situazione in cui non avremmo avuto intenzione di usare le armi nucleari, ma in realtà lo abbiamo fatto. Questo per me è più preoccupante di una situazione in cui avremmo intenzione di usarle. In quel caso non si sa dove si sta andando, da entrambe le parti, soprattutto quando c'è molta incertezza e nessuna delle due parti parla con l'altra, le cose possono andare molto male molto rapidamente. 60 anni fa siamo stati molto fortunati che le armi nucleari non siano state usate [durante la crisi dei missili di Cuba], ma la fortuna non è una strategia a lungo termine per la sopravvivenza nazionale e internazionale, la fortuna alla fine si esaurisce".»


Our interview with the prominent expert on nuclear weapons, Stephen Schwartz, is now available in English, free from paywall. Do you know that Italy is the European country with the highest number of tactical nuclear weapons on its soil and the only European country with TWO nuclear bases: Aviano and Ghedi. And now the new U.S. tactical nuclear weapons will arrive in Italy and Europe soon:
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in reply to Roberto Resoli

@smaurizi credo che per noi europei essere nel mezzo in caso di un reale conflitto sarà davvero un bel mare di m..


📚 Grazie a ioleggoperché, l’iniziativa nazionale dell’Associazione Italiana Editori (AIE), è possibile sostenere le biblioteche scolastiche con un semplice gesto: donare un libro!

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La sera del 9 novembre 1989 decine di migliaia di abitanti di Berlino Est attraversano i valichi del Muro e si riversano nella parte occidentale della città: è il giorno del crollo del Muro di Berlino.


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Le “modifiche” del reddito di cittadinanza annunciate dal sottosegretario al lavoro Durigon sono una porcata schiavista contro i poveri. Passa infatti un Il messaggio di fondo del provvedimento è infatti: dovete lavorare anche per 500 euro al mese, anche in nero, perché sennò morite di fame. Saranno i poveri a subire il semplice e brutale ricatto della fame: non vuoi fare lo schiavo?, non ci sarà più il reddito a farti mangiare.

contropiano.org/news/politica-…

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in reply to Luca Allulli

@Luca Allulli ricordati che in Frindica non è obbligatorio indicare l'oggetto (=il titolo) di un post. Se scrivi il titolo, avrai una formattazione del post più chiara per tutti gli utenti friendica, ma un utente mastodon, pleroma o misskey, leggerà un messaggio fatto solo dal titolo e da un link che rimanderà al post completo che hai scritto.




Su Repubblica l’intervista del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Potete leggerla qui ▶️ repubblica.it/cronaca/2022/11/…