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Come Funziona Davvero un LLM: Costi, Infrastruttura e Scelte Tecniche dietro ai Grandi Modelli di Linguaggio


Negli ultimi anni i modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM, Large Language Models) come GPT, Claude o LLaMA hanno dimostrato capacità straordinarie nella comprensione e generazione del linguaggio naturale. Tuttavia, dietro le quinte, far funzionare un LLM non è un gioco da ragazzi: richiede una notevole infrastruttura computazionale, un investimento economico consistente e scelte architetturali precise. Cerchiamo di capire perché.

70 miliardi di parametri: cosa significa davvero


Un LLM da 70 miliardi di parametri, come LLaMA 3.3 70B di Meta, contiene al suo interno 70 miliardi di “pesi”, ovvero numeri in virgola mobile (di solito in FP16 o BF16, cioè 2 byte per parametro) che rappresentano le abilità apprese durante l’addestramento. Solo per caricare in memoria questo modello, servono circa:

  • 140 GB di RAM GPU (70 miliardi × 2 byte).

A questa cifra vanno aggiunti altri 20-30 GB di VRAM per gestire le operazioni dinamiche durante l’inferenza: cache dei token (KV cache), embedding dei prompt, attivazioni temporanee e overhead di sistema. In totale, un LLM da 70 miliardi di parametri richiede circa 160-180 GB di memoria GPU per funzionare in modo efficiente.

Perché serve la GPU: la CPU non basta


Molti si chiedono: “Perché non far girare il modello su CPU?”. La risposta è semplice: latenza e parallelismo.

Le GPU (Graphics Processing Unit) sono progettate per eseguire milioni di operazioni in parallelo, rendendole ideali per il calcolo tensoriale richiesto dagli LLM. Le CPU, invece, sono ottimizzate per un numero limitato di operazioni sequenziali ad alta complessità. Un modello come LLaMA 3.3 70B può generare una parola ogni 5-10 secondi su CPU, mentre su GPU dedicate può rispondere in meno di un secondo. In un contesto produttivo, questa differenza è inaccettabile.

Inoltre, la VRAM delle GPU di fascia alta (es. NVIDIA A100, H100) consente di mantenere il modello residente in memoria e di sfruttare l’accelerazione hardware per la moltiplicazione di matrici, cuore dell’inferenza LLM.

Un esempio: 100 utenti attivi su un LLM da 70B


Immaginiamo di voler offrire un servizio simile a ChatGPT per la sola generazione di testo, basato su un modello LLM da 70 miliardi di parametri, con 100 utenti attivi contemporaneamente. Supponiamo che ogni utente invii prompt da 300–500 token e si aspetti risposte rapide, con una latenza inferiore a un secondo.

Un modello di queste dimensioni richiede circa 140 GB di memoria GPU per i soli pesi in FP16, a cui vanno aggiunti altri 20–40 GB per la cache dei token (KV cache), attivazioni temporanee e overhead di sistema. Una singola GPU, anche top di gamma, non dispone di sufficiente memoria per eseguire il modello completo, quindi è necessario distribuirlo su più GPU tramite tecniche di tensor parallelism.

Una configurazione tipica prevede la distribuzione del modello su un cluster di 8 GPU A100 da 80 GB, sufficiente sia per caricare il modello in FP16 sia per gestire la memoria necessaria all’inferenza in tempo reale. Tuttavia, per servire contemporaneamente 100 utenti mantenendo una latenza inferiore al secondo per un LLM di queste dimensioni, una singola istanza su 8 GPU A100 (80GB) è generalmente insufficiente.

Per raggiungere l’obiettivo di 100 utenti simultanei con latenza sub-secondo, sarebbe necessaria una combinazione di:

  • Un numero significativamente maggiore di GPU A100 (ad esempio, un cluster con 16-32 o più A100 da 80GB), distribuite su più POD o in un’unica configurazione più grande.
  • L’adozione di GPU di nuova generazione come le NVIDIA H100, che offrono un netto miglioramento in termini di throughput e latenza per l’inferenza di LLM, però ad un costo maggiore.
  • Massimizzare le ottimizzazioni software, come l’uso di framework di inferenza avanzati (es. vLLM, NVIDIA TensorRT-LLM) con tecniche come paged attention e dynamic batching.
  • L’implementazione della quantizzazione (passando da FP16 a FP8 o INT8/INT4), che ridurrebbe drasticamente i requisiti di memoria e aumenterebbe la velocità di calcolo, ma con una possibile conseguente perdita di qualità dell’output generato (soprattutto per la quantizzazione INT4).

Per scalare ulteriormente, è possibile replicare queste istanze su più GPU POD, abilitando la gestione di migliaia di utenti totali in modo asincrono e bilanciato, in base al traffico in ingresso. Naturalmente, oltre alla pura inferenza, è fondamentale prevedere risorse aggiuntive per:

  • Scalabilità dinamica in funzione della domanda.
  • Bilanciamento del carico tra istanze.
  • Logging, monitoraggio, orchestrazione e sicurezza dei dati.


Ma quanto costa un’infrastruttura di questo tipo?


L’implementazione on-premise richiede centinaia di migliaia di euro di investimento iniziale, cui si aggiungono i costi annuali di gestione, alimentazione e personale. In alternativa, i principali provider cloud offrono risorse equivalenti ad un costo mensile molto più accessibile e flessibile. Tuttavia, è importante sottolineare che anche in cloud, una configurazione hardware capace di gestire un tale carico in tempo reale può comportare costi mensili che facilmente superano le decine di migliaia di euro, se non di più, a seconda dell’utilizzo.

In entrambi i casi, emerge con chiarezza come l’impiego di LLM di grandi dimensioni rappresenti non solo una sfida algoritmica, ma anche infrastrutturale ed economica, rendendo sempre più rilevante la ricerca di modelli più efficienti e leggeri.

On-premise o API? La riservatezza cambia le carte in tavola


Un’alternativa semplice per molte aziende è usare le API di provider esterni come OpenAI, Anthropic o Google. Tuttavia, quando entrano in gioco la riservatezza e la criticità dei dati, l’approccio cambia radicalmente. Se i dati da elaborare includono informazioni sensibili o personali (ad esempio cartelle cliniche, piani industriali o atti giudiziari), inviarli a servizi cloud esterni può entrare in conflitto con i requisiti del GDPR, in particolare rispetto al trasferimento transfrontaliero dei dati e al principio di minimizzazione.

Anche molte policy aziendali basate su standard di sicurezza come ISO/IEC 27001 prevedono il trattamento di dati critici in ambienti controllati, auditabili e localizzati.

Inoltre, con l’entrata in vigore del Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale (AI Act), i fornitori e gli utilizzatori di sistemi di AI devono garantire tracciabilità, trasparenza, sicurezza e supervisione umana, soprattutto se il modello è impiegato in contesti ad alto rischio (finanza, sanità, istruzione, giustizia). L’uso di LLM attraverso API cloud può rendere impossibile rispettare tali obblighi, in quanto l’inferenza e la gestione dei dati avvengono fuori dal controllo diretto dell’organizzazione.

In questi casi, l’unica opzione realmente compatibile con gli standard normativi e di sicurezza è adottare un’infrastruttura on-premise o un cloud privato dedicato, dove:

  • Il controllo sui dati è totale;
  • L’inferenza avviene in un ambiente chiuso e conforme;
  • Le metriche di auditing, logging e accountability sono gestite internamente.

Questo approccio consente di preservare la sovranità digitale e la conformità a GDPR, ISO 27001 e AI Act, pur richiedendo un effort tecnico ed economico significativo.

Conclusioni: tra potenza e controllo


Mettere in servizio un LLM non è solo una sfida algoritmica, ma soprattutto un’impresa infrastrutturale, fatta di hardware specializzato, ottimizzazioni complesse, costi energetici elevati e vincoli di latenza. I modelli di punta richiedono cluster da decine di GPU, con investimenti che vanno da centinaia di migliaia fino a milioni di euro l’anno per garantire un servizio scalabile, veloce e affidabile.

Un’ultima, ma fondamentale considerazione riguarda l’impatto ambientale di questi sistemi. I grandi modelli consumano enormi quantità di energia elettrica, sia in fase di addestramento che di inferenza. Con l’aumentare dell’adozione di LLM, diventa urgente sviluppare modelli più piccoli, più leggeri e più efficienti, che riescano a offrire prestazioni comparabili a fronte di un footprint computazionale (ed energetico) significativamente ridotto.

Come è accaduto in ogni evoluzione tecnologica — dal personal computer ai telefoni cellulari — l’efficienza è la chiave della maturità: non servono sempre modelli più grandi, ma modelli più intelligenti, più adattivi e sostenibili.

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GR Valle d'Aosta del 18/07/2025 ore 07:20

GR Regionale Valle d'Aosta. Le ultime notizie della regione Valle d'Aosta aggiornate in tempo reale. - Edizione del 18/07/2025 - 07:20



Coltivare la mente come difesa nella Cybersecurity: Il cervello sarà la prossima fortezza digitale?


Immagina per un attimo di trovarti di fronte al pannello di controllo più critico di una infrastruttura IT.

Non un server, non un firewall di ultima generazione, non un sistema AI avanzatissimo.

Immaginiamo che quel pannello sia la tua mente. È da lì che provengono le decisioni più importanti, le reazioni più rapide, le analisi più profonde.

Ed è lì che, troppo spesso, risiedono la vulnerabilità più inaspettate.

Sono qui, tra voi, da più di venti anni.

Ho visto incidenti, ho celebrato successi e ho sentito la pressione che ogni professionista della cybersecurity conosce bene. Ma la mia prospettiva è sempre stata unica, ho sempre portato con me gli strumenti di uno psicologo, di un counselor e di un coach. E ciò che ho imparato, osservando le violazioni informatiche e le persone, è che la vera frontiera della sicurezza non è solo tecnologica.

È profondamente, intrinsecamente, umana.

Il firewall più potente quale sarà?


Pensiamoci bene. Investiamo somme enormi in sistemi avanzatissimi, in intelligenza artificiale, in difese perimetrali quasi inespugnabili. Eppure, una semplice email di phishing, un messaggio subdolo, un invito a cliccare su un link… e tutto può crollare.

Perché accade questo? Perché gli attaccanti, i veri maestri, non puntano ai nostri server; puntano al nostro circuito neurale.

L’ingegneria sociale non è più un semplice trucco; è diventata neuro-ingegneria sociale. I cybercriminali sono diventati esperti nel capire come funziona il nostro cervello: sanno attivare le nostre risposte emotive più primitive, bypassare il nostro ragionamento logico, sfruttare i nostri bias cognitivi. La nostra curiosità, la fretta, la tendenza a fidarci, la paura di perdere un’opportunità sono tutte “vulnerabilità” nel nostro hardware biologico. Il nostro cervello, pur essendo la macchina più potente che conosciamo, è anche quella più facilmente “hackerabile” se non lo comprendiamo e non lo alleniamo adeguatamente.

La chimica dello stress cosa genera?


E non è solo l’utente finale ad essere vulnerabile. Lo siamo anche noi, i professionisti della sicurezza! Noi che lavoriamo sotto la costante minaccia di un attacco, con la responsabilità enorme di proteggere dati e infrastrutture critiche. Quante volte abbiamo sentito quella scarica di adrenalina, quella mente che si annebbia quando un alert suona nel cuore della notte o nel fine settimana..

Cortisolo e adrenalina inondano il nostro sistema.

Sono un’ottima risposta se stiamo scappando da una tigre, ma devastante per la lucidità e la capacità decisionale necessarie per gestire un incidente cyber complesso. La stanchezza decisionale, il burnout cognitivo non sono solo etichette.

Sono la manifestazione di processi neurologici che minano direttamente la nostra performance.

Un analista sotto stress cronico non è semplicemente “stanco”; il suo cervello opera in una modalità di sopravvivenza che limita l’accesso alle funzioni esecutive superiori, quelle cruciali per il problem solving e la strategia.

È come se il nostro sistema difensivo più critico fosse costantemente sotto attacco interno.

Quale potrebbe essere un piano di azione futuro?


Allora, la domanda da un milione di dollari, quella che mi pongo ogni giorno è: se il cervello è la nostra risorsa più potente e la nostra vulnerabilità più grande, come possiamo trasformarlo nella nostra prossima e più potente risorsa cyber?

Non si tratta di fantascienza, ma di un piano d’azione concreto basato sulle neuroscienze e sulla psicologia umana:

  1. Oltre la semplice consapevolezza
    • Azione: dobbiamo implementare programmi di formazione che vadano oltre il “cosa fare”. Iniziamo a insegnare il “perché” le persone cadono nelle truffe, analizzando i meccanismi psicologici e neurologici dietro l’ingegneria sociale.
    • Focus: utilizziamo simulazioni avanzate, non solo tecniche, ma comportamentali. Pensiamo a esercizi che creino “memoria muscolare” nel cervello per le risposte di sicurezza, usando tecniche di ripetizione e rinforzo cognitivo. Come un atleta allena il suo corpo, noi dobbiamo allenare la nostra mente.


  2. Ottimizzare l’ambiente mentale
    • Azione: dobbiamo ripensare gli ambienti di lavoro e i flussi operativi per ridurre il carico cognitivo e promuovere la lucidità mentale. Ciò include la gestione intelligente dei turni, pause strategiche per il recupero mentale e la progettazione di interfacce utente che minimizzino la fatica decisionale.
    • Focus: integriamo pratiche di mindfulness o brevi esercizi di “respirazione consapevole” per aiutare i team a gestire lo stress in tempo reale e a resettare i livelli di cortisolo. Un cervello calmo è un cervello che prende decisioni migliori.


  3. Comprendere la mente dell’avversario
    • Azione: utilizziamo le conoscenze delle neuroscienze e della psicologia criminale per comprendere non solo cosa fanno gli attaccanti, ma come pensano, quali motivazioni profonde li guidano e quali bias psicologici cercano di sfruttare nelle loro vittime.
    • Focus: sviluppiamo modelli predittivi che incorporino profili psicologici e comportamentali degli attaccanti, anticipando le loro mosse non solo a livello tecnico, ma anche a livello umano e mentale.



In conclusione?


La cybersecurity è sempre stata una battaglia di intelligenze: macchina contro macchina, algoritmo contro algoritmo. Ma la vera sfida, la prossima grande evoluzione, è integrare profondamente la comprensione della nostra stessa biologia cognitiva nella nostra strategia difensiva.

Non proteggiamo solo dati, proteggiamo le menti che quei dati li gestiscono e li difendono.

Per proteggerci veramente, per costruire difese resilienti e a prova di futuro, non bastano le tecnologie più avanzate o i protocolli più stringenti.

È fondamentale che i nostri team di cybersecurity siano multidisciplinari. Dobbiamo superare la convinzione che basti essere esperti di codice o di rete. Abbiamo bisogno di umanisti, sociologi, psicologi, esperti di comunicazione che lavorino fianco a fianco con gli ingegneri e gli analisti. Sono loro che possono aiutarci a capire il “fattore umano” nelle sue sfumature più profonde, a progettare difese che tengano conto dei comportamenti e delle emozioni, a formare le persone non solo sulle regole, ma sulle ragioni intrinseche della sicurezza.

La cyber-resilienza non è un muro inespugnabile, ma una danza costante tra la logica del codice e l’imprevedibilità dell’anima umana. È un’arte sottile, un caos ordinato dove l’innovazione tecnologica incontra la profonda conoscenza di sé. Non possiamo più permetterci di essere i ciechi veggenti della sicurezza, che vedono ogni bit e byte ma non il battito cardiaco che li muove.

Se la nostra difesa più critica risiede nella mente, siamo davvero pronti a investire in essa come nell’ultima soluzione tecnologica?

Siamo pronti a ridefinire il concetto stesso di “sicurezza informatica” per includere l’elemento più cruciale: l’essere umano?

E, soprattutto, cosa siamo disposti a cambiare nel nostro approccio da domani per iniziare a costruire questa fortezza ?

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3 bug da score 10 sono stati rilevati in Cisco ISE e ISE-PIC: aggiornamenti urgenti


Sono state identificate diverse vulnerabilità nei prodotti Cisco Identity Services Engine (ISE) e Cisco ISE Passive Identity Connector (ISE-PIC) che potrebbero consentire a un utente malintenzionato remoto di eseguire comandi arbitrari sul sistema operativo sottostante con privilegi di amministratore.

Cisco ha già rilasciato aggiornamenti software per correggere queste vulnerabilità e, al momento, non risultano disponibili soluzioni alternative per mitigarle. Un attaccante remoto potrebbe sfruttare tali vulnerabilità per ottenere accesso con privilegi di root ed eseguire comandi sul sistema.

Le vulnerabilità sono indipendenti tra loro: ciò significa che lo sfruttamento di una non è condizione necessaria per sfruttare le altre. Inoltre, una determinata versione software vulnerabile a una di queste problematiche potrebbe non essere interessata dalle restanti.

CVE-2025-20281 e CVE-2025-20337: vulnerabilità di esecuzione di codice remoto non autenticato dell’API Cisco ISE

Diverse vulnerabilità in una specifica API di Cisco ISE e Cisco ISE-PIC potrebbero consentire a un aggressore remoto non autenticato di eseguire codice arbitrario sul sistema operativo sottostante come utente root . L’aggressore non necessita di credenziali valide per sfruttare queste vulnerabilità.

Queste vulnerabilità sono dovute a una convalida insufficiente dell’input fornito dall’utente. Un aggressore potrebbe sfruttarle inviando una richiesta API contraffatta. Un exploit riuscito potrebbe consentire all’aggressore di ottenere privilegi di root su un dispositivo interessato.

CVE-2025-20282: Vulnerabilità di esecuzione di codice remoto non autenticato nell’API Cisco ISE

Una vulnerabilità in un’API interna di Cisco ISE e Cisco ISE-PIC potrebbe consentire a un aggressore remoto non autenticato di caricare file arbitrari su un dispositivo interessato e quindi eseguire tali file sul sistema operativo sottostante come root .

Questa vulnerabilità è dovuta alla mancanza di controlli di convalida dei file che impedirebbero il posizionamento dei file caricati in directory privilegiate su un sistema interessato. Un aggressore potrebbe sfruttare questa vulnerabilità caricando un file contraffatto sul dispositivo interessato. Un exploit riuscito potrebbe consentire all’aggressore di memorizzare file dannosi sul sistema interessato e quindi eseguire codice arbitrario o ottenere privilegi di root sul sistema.

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Sophos risolve vulnerabilità in Intercept X per Windows


Sophos ha annunciato di aver risolto tre distinte vulnerabilità di sicurezza in Sophos Intercept X per Windows e nel relativo programma di installazione. Queste problematiche, identificate con i codici CVE-2024-13972, CVE-2025-7433 e CVE-2025-7472, sono state classificate con un livello di gravità “Alto”. Il bollettino di sicurezza, con ID pubblicazione sophos-sa-20250717-cix-lpe, è stato aggiornato e pubblicato il 17 luglio 2025 e non prevede soluzioni alternative temporanee. I prodotti interessati sono Sophos Intercept X Endpoint e Intercept X per il server.

La prima vulnerabilità, CVE-2024-13972, riguarda un problema di permessi nel registro durante l’aggiornamento di Intercept X per Windows. Questa falla avrebbe potuto consentire a un utente locale di ottenere privilegi a livello di sistema durante il processo di aggiornamento del prodotto. Sophos ha ringraziato Filip Dragovic di MDSec per aver segnalato responsabilmente questa vulnerabilità.

La seconda criticità, CVE-2025-7433, è una vulnerabilità di escalation dei privilegi locali nel componente Device Encryption di Sophos Intercept X per Windows. Questa falla avrebbe potuto permettere l’esecuzione di codice arbitrario. Sophos ha espresso gratitudine a Sina Kheirkhah (@SinSinology) di watchTowr per la sua segnalazione responsabile.

Infine, la CVE-2025-7472 è una vulnerabilità di escalation dei privilegi locali scoperta nel programma di installazione di Intercept X per Windows. Se il programma di installazione fosse stato eseguito con privilegi di sistema (SYSTEM), un utente locale avrebbe potuto ottenere privilegi a livello di sistema.

Questa vulnerabilità è stata scoperta e segnalata a Sophos tramite il suo programma bug bounty, con un ringraziamento particolare a Sandro Poppi per la sua segnalazione responsabile. Per i clienti che utilizzano versioni precedenti del programma di installazione per distribuire attivamente endpoint e server, è fondamentale scaricare la versione più recente del programma di installazione da Sophos Central.

Per la maggior parte dei clienti, non è richiesta alcuna azione manuale. Ciò è dovuto al fatto che, per impostazione predefinita, i clienti che utilizzano la politica di aggiornamento predefinita ricevono automaticamente gli aggiornamenti per i pacchetti raccomandati. Questo assicura che le correzioni per queste vulnerabilità vengano installate senza intervento dell’utente.

Tuttavia, i clienti che utilizzano pacchetti di Supporto a Termine Fisso (FTS) o Supporto a Lungo Termine (LTS) devono intraprendere un’azione per ricevere queste correzioni. È necessario che questi utenti eseguano un aggiornamento per assicurarsi che le patch di sicurezza siano applicate ai loro sistemi.

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Improve Your KiCad Productivity With These Considered Shortcut Keys


Screenshot of the cheatsheet being developed in Inkscape

Over on his YouTube channel [Pat Deegan] from Psychogenic Technologies shows us two KiCad tips to save a million clicks.

In the same way that it makes sense for you to learn to touch type if you’re going to be using a computer a lot, it makes sense for you to put some thought and effort into your KiCad keyboard shortcuts keys, too.

In this video [Pat] introduces the keymap that he has come up with for the KiCad programs (schematic capture and PCB layout) and explains the rules of thumb that he used to generate his recommended shortcut keys, being:

  • one handed operation; you should try to make sure that you can operate the keyboard with one hand so your other hand can stay on your mouse
  • proximity follows frequency; if you use it a lot it should be close to hand
  • same purpose, same place; across programs similar functions should share the same key
  • birds of a feather flock together; similar and related functionality kept in proximate clusters
  • typing trounces topography; if you have to use both hands for typing you have to take your hand off the mouse anyway so then it doesn’t really matter where on the keyboard the shortcut key is

You can find importable KiCad keymaps and customizable SVG cheatsheets in the downloads section of his notes.

[Pat]’s video includes some other tips and commentary (he gives you free access to a KiCad course he has put together) but for us the big takeaway was the keymaps. Also, if you haven’t been keeping abreast of developments, KiCad is now at version 9, as of February this year.

youtube.com/embed/T-voZId8eyw?…


hackaday.com/2025/07/17/improv…



Primo allenamento dei toscani, da mercoledì in Valle. L'altra squadra in ritiro estivo, il Palermo fa l'esordio allo stadio "Brunod" di Chatillon nella prima di cinque amichevoli valdostane. Un minuto di silenzio in ricordo di Samuele Privitera


FPF, Demand Progress file ethics complaint against Judge Edward Artau


On Thursday, Demand Progress and Freedom of the Press Foundation (FPF) filed an ethics complaint against Edward L. Artau, a Florida judge who was nominated by President Donald Trump to a federal district court after delivering a favorable ruling for Trump in his defamation lawsuit against the Pulitzer Board. The ethics complaint asks the D.C. Court of Appeals and the Florida Judicial Qualifications Commission to investigate Artau for potentially breaking rules requiring judges to recuse themselves to avoid conflicts of interest, remain impartial, avoid impropriety, and avoid giving false statements.

Politico reported that Artau, who sought for Trump to nominate him shortly after the president won the 2024 presidential election, later ruled in Trump’s favor as part of a panel of state appellate judges deciding whether to allow the president’s lawsuit against the Pulitzer Prize Board to move forward. After joining a favorable panel ruling for Trump, and after going out of his way to write a gratuitous solo concurrence praising the lawsuit’s claims on the merits, Artau was nominated to be a judge on South Florida’s U.S. trial court. Artau later gave an incomplete and misleading testimony about these events to the Senate Judiciary Committee while under oath.

“A federal judge’s goal should be upholding the law and the American people’s confidence in the judiciary, not delivering whatever the president wants so that they can get a job,” said Emily Peterson-Cassin, director of corporate power at Demand Progress. “Judge Ed Artau’s behind-closed-doors jockeying for his nomination, his failure to recuse himself from the Pulitzer lawsuit and his misleading testimony to the Senate all raise bright red flags that need to be investigated.”

Seth Stern, director of advocacy at Freedom of the Press Foundation, said: “Judges should be safeguarding us against President Trump’s frivolous attacks on the free press, the First Amendment and the rule of law. Instead, Judge Artau seems eager to facilitate Trump’s unconstitutional antics in exchange for a job. That’s far from the level of integrity that the Rules of Professional Conduct demand. Attorney disciplinary commissions need to rise to this moment and not tolerate ethical violations that impact not only individuals before the court but our entire democracy.”

Read the Complaint here or below.

freedom.press/static/pdf.js/we…


freedom.press/issues/fpf-deman…



Next board meeting will take place on 05.08.2025 at 14:00 UTC


Our next PPI board meeting will take place on 05.08.2025 at 14:00 UTC / 16:00 CEST.

All official PPI proceedings, Board meetings included, are open to the public. Feel free to stop by. We’ll be happy to have you.

Where:jitsi.pirati.cz/PPI-Board

The prior meeting was unfortunately delayed.

Prior to that meeting a SCENE meeting is scheduled on July 22 at 7 pm/ UTC 9 pm CEST.

All of our meetings are posted to our calendar: pp-international.net/calendar/

We look forward to seeing visitors.

Thank you for your support,

The Board of PPI


pp-international.net/2025/07/n…



Facial recognition and crowdsourced social media investigations are constantly being used not just on cringe CEOs, but on random people who are simply existing in public.#1201
#1201


404 Media has seen user manuals for Mobile Fortify, ICE’s new facial recognition app which allows officers to instantly look up DHS, State Department, and state law enforcement databases by just pointing a phone at someone’s face.#News #ICE
#News #ice


Hacked data obtained by 404 Media reveals dozens more people on deportation flights to El Salvador who are unaccounted for. “We have not heard from these people’s families, so I think perhaps even they don’t know," one lawyer said.#GlobalX #Immigration #CECOT


TGR Valle d'Aosta del 17/07/2025 ore 19:30

TGR Valle d'Aosta. Le ultime notizie della regione Valle d'Aosta aggiornate in tempo reale. - Edizione del 17/07/2025 - 19:30



Mangelnde Fehlerkultur, Racial Profiling: Polizeibeauftragter legt ersten Jahresbericht vor


netzpolitik.org/2025/mangelnde…



Пираты любят мемы


Пиратская партия Германии на сайте Пиратского Интернационала обратила внимание на важную проблему: корпорации преследуют людей за создание мемов, не имеющих коммерческой цели.

Мемы, пародии и интернет-фольклор — важная часть современной культуры. Они рождаются в сетевых сообществах, переосмысливают медиа и становятся новым языком общения. Но так называемые правообладатели пытаются приватизировать даже те образы, которые давно стали частью общественного достояния.

В России, как и во всём мире, люди сталкиваются с аналогичными проблемами. Правообладатели активно подают в суд за использование мемов, даже если они созданы для развлечения. Например, «Си Ди Лэнд Контакт», приватизировавший Ждуна, несколько раз судился за его использование, Москвариум заявил о намерении зарегистрировать товарный знак «Рыбов показываем», петербургский предприниматель пытался, впрочем, безуспешно, зарегистрировать товарный знак «Как тебе такое, Илон».

Эта мировая практика показывает, как устаревшие законы о так называемом авторском праве, которое в первую очередь защищает не автора, а правообладателя, то есть, того, кто первым подберёт плохо лежащее, подавляют творчество и свободное выражение.

Пиратская партия России всецело поддерживает позицию ПП Германии.


Публикуем перевод их заявления:

Культура мемов — это здорово! Пираты обожают мемы. Мемы помогают людям делиться идеями и шутками. Но некоторые жадные создатели корпоративного контента нападают на тех, кто их создаёт. Они подают в суд на тех, кто создаёт мемы без какой-либо коммерческой цели. Мы должны дать этому отпор!

Один явный случай произошел в Германии. Фанаты создали мемы о героине детской книги Конни. Издатель разослал письма с требованием прекратить противоправные действия. Они угрожали аккаунту в <запрещённой в РФ соцсети с фотографиями>. И им это удалось. Они закрыли аккаунт. Они ограничили свободу слова. Они уничтожили собственное творение. Мемы позволили бы Конни выжить. Конни умрёт. Спасите Конни!

Хотя в Германии особенно строго относятся к «нарушению авторских прав», эта проблема носит глобальный характер и не ограничивается только мемами.

Такие случаи случаются в мире искусства. Disney разослал официальные уведомления о фан-арте.

Такие случаи происходят в игровой индустрии. Nintendo закрывает игры, созданные на основе их контента.

В музыкальной индустрии такое случается. Музыканты подают в суд на других музыкантов за ремиксы своих треков.

Они происходят в социальных сетях. Поклонников событий в Южной Корее предостерегли по поводу мемов о военном положении.

Мемы — это здорово! Переделки игр — это здорово! Ремиксы — это здорово! Протесты в социальных сетях — это здорово! Так общество развивается и создаёт новые формы самовыражения. Знания — производны. Мы учимся на истории и создаём новые версии, которые немного отличаются, но лучше.

Давайте потребуем защиты мемов! Ни один материал не должен быть заморожен авторским правом!


Вся история искусства — это цепочка заимствований, переосмыслений и новых интерпретаций. Шекспир перерабатывал старые сюжеты, музыканты делали каверы, а кинорежиссёры снимали ремейки. Сегодня цифровые технологии позволяют людям создавать новые формы искусства на основе существующих произведений, но корпорации хотят запретить это, превратив культуру в «закрытый клуб».

Наша цель — культура, которая принадлежит людям и авторам, а не так называемым правообладателям!


Вступайте в Пиратскую партию России и присоединяйтесь к борьбе за свободные мемы, открытые лицензии и право на ремиксы. Вместе мы сможем остановить цензуру и сохранить интернет как пространство творчества.

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Israele ha attaccato l’unica chiesa cattolica nella Striscia di Gaza


Hanno cominciato ad ammazzare cattolici, stai a vedere che adesso comincia a importarcene qualcosa...

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha condannato l’attacco contro la chiesa e in generale contro la popolazione civile con toni particolarmente duri: in un comunicato ha detto che «sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta dimostrando da mesi. Nessuna azione militare può giustificarla.


ilpost.it/2025/07/17/chiesa-sa…



The Song of Wade was a popular legend that survives in only one enigmatic text. Now, researchers think they have solved a longstanding puzzle about its meaning.#TheAbstract


ci sono infiniti motivi per cui tutti dovrebbero conoscere la lingua dei segni e dovrebbe essere insegnata a scuola. ma nessun motivo per non conoscerla. se non altro è un backup. metti che non hai voce. metti che vuoi parlare ed essere silenzioso. quante ragioni ci sono per cui sarebbe utile a tutti? ci sono microspie? lingua dei segni.

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#Netanyahu e la #Siria in pezzi


altrenotizie.org/primo-piano/1…


Non solo Mar Nero. Adesso Kyiv punta ai droni fluviali

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il successo nell’utilizzo degli Unmanned Surface Vessels (Usv), comunemente noti come droni marini, da parte dell’Ucraina è innegabile. Grazie a questi sistemi Kyiv è infatti riuscita a contendere il dominio sul teatro del Mar Nero alla preponderante Flotta russa, costringendola a spostare sempre più a Est le proprie basi per timore di



Petro: “la Colombia via dalla Nato”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nel corso della Conferenza su Gaza ospitata dalla Colombia il presidente Petro ha annunciato la volontà di cessare la partnership con l'Alleanza Atlantica
L'articolo Petro: “la Colombia via dalla Nato” proviene da Pagine Esteri.

pagineesteri.it/2025/07/17/ame…






Bruxelles si mette l’elmetto. Nel budget Ue 131 miliardi per la difesa

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Bruxelles (almeno a parole) non scherza sulla Difesa. Con la nuova proposta per il budget pluriennale dell’Unione (2028–2034), la Commissione europea punta a dare un messaggio forte ad Alleati e rivali. Tra le voci principali di spesa (che ammontano complessivamente a due trilioni di euro), spiccano i 131



Habemus Papam... ma resta la vergogna del Fantapapa.


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/fantapap…
Non penso che esista qualcosa di leggero o pesante, grande o piccolo, luminoso o oscuro in sé. Occorre un elemento di paragone per definirsi e definire ciò che osserviamo. A volte, il termine di paragone è la legge e questo ci permettere di distinguere i…

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La rivolta degli investitori contro Zuckerberg per lo scandalo Cambridge Analytica

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Con una classa action da 8 miliardi di dollari, gli azionisti citano in giudizio il fondatore di Facebook e altri dirigenti per aver nascosto i rischi legati allo

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Serbia in rivolta: la repressione non ferma gli studenti


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nonostante arresti, minacce e contro-proteste organizzate dal governo, il movimento studentesco continua a riempire le strade di Belgrado
L'articolo Serbia in rivolta: la repressione non ferma gli pagineesteri.it/2025/07/17/bal…

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Ma va a cagare, tu e l'euro digitale...
imolaoggi.it/2025/07/15/cipoll…


Israele attacca la chiesa cattolica di Gaza: due donne uccise e sei feriti


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Colpito il complesso cattolico della Sacra Famiglia, rifugio per centinaia di sfollati. Tra i feriti, padre Romanelli, il sacerdote che parlava quotidianamente con Papa Francesco
L'articolo Israele attacca la chiesa cattolica di Gaza: due donne uccise e sei



È stato approvato ieri dalla Commissione VII del Senato, l'emendamento del Governo, proposto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, e dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che estende, a regime, …



La quiete senza la tempesta


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/la-quie…
La relazione annuale svoltasi nella mattinata di ieri alla sala Koch del Senato dal presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Giacomo Lasorella di per sé non fa una piega. O, meglio, una piega la fa nel passaggio sul copyright, che evoca una difficoltà a incidere



Affermare che sia un viscido, è offendere i serpenti. E comunque ha buona compagnia nell'emiciclo...
imolaoggi.it/2025/07/16/armi-a…


Aiuti a Kyiv, ecco perché l’Italia non acquisterà le armi americane. Parla Nones (Iai)

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Negli ultimi mesi Donald Trump ha più volte dichiarato che avrebbe potuto sospendere la fornitura di armamenti all’Ucraina. Ora, invece, ha dato il via libera all’invio di nuove batterie di missili Patriot, il cui costo sarà però coperto dagli Alleati europei. L’Italia, a tal riguardo, ha già



E i francesi, si svegliano adesso? O faceva comodo essere spalleggiati dagli Usa fino a ieri?
imolaoggi.it/2025/07/15/dazi-u…


Finalmente si vedono Paesi con "le palle", come Dio comanda, altro che i fanfaroni ue, Usa e di Palazzo Chigi.

lindipendente.online/2025/07/1…



Finalmente si vedono Paesi con "le palle", come Dio comanda, altro che i fanfaroni ue, Usa e di Palazzo Chigi.
lindipendente.online/2025/07/1…