Usare una VPN per vedere contenuti per adulti? In Wisconsin sarà un reato
Le autorità del Wisconsin hanno deciso di andare oltre la maggior parte degli altri stati americani nel promuovere la verifica obbligatoria dell’età per l’accesso a contenuti per adulti. L’AB 105 / SB 130 , presentato per la prima volta a marzo e già discusso in Assemblea, è ora all’esame del Senato. Il suo obiettivo è quello di obbligare tutti i siti web che distribuiscono materiale “dannoso per i minori” non solo a implementare un sistema di verifica dell’età, ma anche a bloccare l’accesso agli utenti connessi tramite VPN .
Questo requisito rende di fatto illegale l’utilizzo di una VPN per aggirare i limiti di età nello Stato. Gli autori sostengono che le VPN ostacolano un’efficace sorveglianza consentendo ad adulti e adolescenti di nascondere la propria posizione ed evitare di condividere dati personali con servizi di terze parti. Tuttavia, è proprio questa caratteristica delle VPN a garantire la protezione della privacy, aiutando milioni di persone in tutto il mondo a sentirsi al sicuro online.
Iniziative simili stanno già emergendo in altre regioni. A settembre, i legislatori del Michigan hanno proposto misure analoghe per obbligare i provider di servizi Internet a bloccare le connessioni VPN e vietare la distribuzione di strumenti che aggirano tali blocchi. Proton aveva avvertito all’epoca che tali restrizioni minacciano non solo la libertà online, ma anche il dibattito politico stesso. Anche il Regno Unito ha dichiarato che i servizi VPN creano un “buco” che deve essere colmato.
I critici dell’iniziativa del movimento Fight for the Future hanno indetto una giornata d’azione per la difesa delle VPN, invitando i legislatori a non trasformare le VPN in un bersaglio. Hanno sottolineato che queste tecnologie proteggono attivisti, giornalisti e utenti comuni che hanno a cuore la privacy e la crittografia del traffico.
La questione principale rimane di natura tecnica. Anche se la legge venisse approvata, non è chiaro come i siti web saranno in grado di riconoscere che il traffico proviene dal Wisconsin, poiché l’utilizzo di una VPN rivela solo un indirizzo IP falsificato. Ciò crea il rischio che i proprietari di siti web blocchino indiscriminatamente tutti gli utenti VPN, compresi quelli che si trovano al di fuori dello Stato. Inoltre, il disegno di legge non specifica chi determinerà quali materiali siano considerati “dannosi per i minori” o cosa costituisca esattamente ” contenuto per adulti “.
Non è chiaro se la legge si applicherà anche ai social network in cui gli utenti pubblicano le proprie immagini e video. La formulazione del documento è vaga: propone di imporre un limite di età per qualsiasi contenuto di natura sessuale, a meno che non abbia “un serio valore letterario, artistico, politico o scientifico per i minori”.
Sebbene il disegno di legge sia ancora in fase di discussione, la tendenza è chiara: negli Stati Uniti la pressione sulle tecnologie per l’anonimato è in aumento. Se la legge venisse approvata, il Wisconsin potrebbe diventare il primo stato a rendere reato l’utilizzo di una VPN durante la visione di contenuti per adulti.
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Operazione SIMCARTEL: 1.200 SIM-box e 40.000 schede SIM fermate da Europol
Il 10 ottobre 2025 le autorità lettoni hanno condotto una giornata di azione che ha portato all’arresto di cinque cittadini lettoni sospettati di gestire un’articolata rete di frodi telematiche. L’operazione, battezzata SIMCARTEL, ha coinvolto anche indagini e attività investigative congiunte con Austria, Estonia, Europol ed Eurojust.
Durante le perquisizioni gli investigatori hanno disattivato cinque server riconducibili all’infrastruttura illecita e sequestrato circa 1.200 dispositivi SIM-box insieme a 40.000 schede SIM attive. Sono inoltre stati individuati e posti sotto controllo centinaia di migliaia di ulteriori schede SIM. Nel corso dell’azione sono stati arrestati altri due sospettati collegati alla stessa rete.
Le forze dell’ordine attribuiscono alla struttura criminale migliaia di episodi di frode: oltre 1.700 casi in Austria e circa 1.500 in Lettonia. Il danno economico complessivo è stimato in diversi milioni di euro, con una perdita quantificata per l’Austria pari a circa 4,5 milioni di euro e per la Lettonia pari a 420.000 euro.
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Sequestri e risorse finanziarie bloccate
Tra i risultati operativi segnalati figurano:
- Effettuate 26 perquisizioni;
- 5 persone arrestate;
- sequestrati circa 1200 dispositivi SIM-box che gestivano 40.000 schede SIM;
- centinaia di migliaia di ulteriori schede SIM sequestrate;
- Sequestrati 5 server con infrastruttura del servizio illegale;
- 2 siti web (gogetsms.com e apisim.com) che offrono il servizio illegale preso in carico dalle forze dell’ordine e vengono visualizzate “splash pages”;
- Congelati 431.000 euro nei conti bancari dei sospettati;
- Congelati 333.000 dollari in conti crittografici di sospettati;
- Sequestrati 4 veicoli di lusso.
Le forze investigative hanno evidenziato che la portata della rete è ancora in via di accertamento: sulla base del servizio illegale offerto dai sospettati sarebbero stati creati oltre 49 milioni di account online.
Funzionamento e impieghi del servizio SIM-box
Secondo gli investigatori, l’infrastruttura era tecnicamente avanzata e permetteva a clienti criminali in tutto il mondo di registrare numeri telefonici intestati a utenti in oltre 80 Paesi. Questo meccanismo facilitava la creazione massiccia di account falsi su social network e piattaforme di comunicazione, nascondendo l’identità reale e la localizzazione degli utilizzatori.
Il servizio di SIM-box è stato impiegato per agevolare una vasta gamma di reati connessi alle telecomunicazioni: in particolare phishing e smishing, che vengono usati per sottrarre credenziali e accessi a e-mail e conti bancari. Il phishing comprende truffe via e-mail, telefonate o siti contraffatti volte a ottenere dati sensibili (password, dati bancari, numeri di carte), mentre lo smishing è la versione via SMS pensata per indurre la vittima a cliccare link dannosi o a fornire informazioni riservate.
Oltre a queste tecniche, la rete avrebbe facilitato frodi commerciali, estorsioni, traffico di migranti e la diffusione di materiale pedopornografico. Tra gli usi documentati vi sono anche truffe sui mercatini dell’usato online, dove account falsi creati tramite il servizio venivano impiegati come punto di partenza per altre frodi.
Contestualizzazione e prospettive investigative
Le autorità ritengono che il danno inflitto alle vittime si misuri in diversi milioni di euro complessivi e che la reale portata delle attività illecite richiederà ulteriori accertamenti. Le attività congiunte con i partner internazionali mirano a ricostruire l’intera catena operativa e a risalire ai clienti che hanno acquistato o utilizzato il servizio.
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Vulnerabilità SSRF in Zimbra Collaboration Suite: aggiornamento urgente necessario
Recentemente è stata individuata una vulnerabilità di sicurezza del tipo Server-Side Request Forgery (SSRF) nella Zimbra Collaboration Suite, tale falla ha destato preoccupazioni riguardo la sicurezza e quindi sollecitato gli amministratori a provvedere con tempestività all’applicazione di patch di sicurezza sui sistemi interessati.
Secondo l’ultimo avviso di Zimbra, questa vulnerabilità critica SSRF riguarda le versioni di Zimbra dalla 10.1.5 alla 10.1.11. I malintenzionati potrebbero sfruttare il problema manipolando le richieste URL per indurre il server a eseguire azioni indesiderate, come l’accesso a endpoint con restrizioni o sistemi interni.
Il problema, rilevato nel modulo di impostazione del proxy della chat, potrebbe permettere a malintenzionati di acquisire accesso non autorizzato a risorse interne e a dati sensibili degli utenti. Nonostante la probabilità di diffusione del problema sia considerata bassa, la sua gravità per la sicurezza è ritenuta alta a causa della possibile esposizione dei dati e dell’abuso di privilegi.
Questo vettore potrebbe consentire agli aggressori di recuperare file di configurazione, token o altri dati sensibili archiviati nei servizi connessi, rappresentando un rischio significativo per la privacy degli utenti aziendali che si affidano a Zimbra per la posta elettronica e la collaborazione.
Zimbra ha rilasciato la versione 10.1.12, che corregge la falla SSRF e introduce diversi aggiornamenti per la stabilità delle prestazioni. I team di sicurezza devono inoltre verificare l’integrità del sistema dopo l’installazione della patch e monitorare i registri di accesso per individuare eventuali richieste interne sospette o non autorizzate che potrebbero indicare una compromissione precedente.
L’applicazione dell’ultimo aggiornamento non solo mitiga la minaccia SSRF, ma migliora anche la resilienza e le prestazioni complessive di Zimbra. La manutenzione periodica delle patch, abbinata a un adeguato rafforzamento della configurazione, resta la migliore difesa contro i vettori di minacce in continua evoluzione che prendono di mira le piattaforme di collaborazione aziendale.
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Problemi con localhost su Windows 11 dopo aggiornamenti di ottobre
Gli aggiornamenti di ottobre per Windows 11 hanno interrotto la funzionalità localhost, impedendo il corretto funzionamento delle applicazioni che si connettono a 127.0.0.1 tramite HTTP/2.
Sebbene gli sviluppatori utilizzino in genere localhost per testare siti web e per eseguire il debug delle applicazioni, può essere utilizzato anche da applicazioni che devono connettersi a un servizio in esecuzione locale per eseguire azioni o richieste.
Dopo aver installato l’aggiornamento KB5066835 di Windows 11 e l’aggiornamento di anteprima di settembre KB5065789, gli utenti hanno scoperto che le applicazioni non riuscivano più a completare le connessioni HTTP all’indirizzo IP localhost (127.0.0.1). Quando tentavano di connettersi, ricevevano errori come “ERR_CONNECTION_RESET” o “ERR_HTTP2_PROTOCOL_ERROR”.
Il problema è stato segnalato sui forum Microsoft , Stack Exchange e Reddit. Tutti gli utenti interessati segnalano di non essere più in grado di stabilire connessioni HTTP a 127.0.0.1.
Il problema ha interessato molte applicazioni diffuse, tra cui il debug in Visual Studio, l’autenticazione SSMS Entra ID e l’app desktop Duo, che controlla lo stato di sicurezza del dispositivo e richiede la connessione ai server Web in esecuzione su localhost.
“Dopo l’installazione degli aggiornamenti Windows 11 24H2 e 25H2, potresti riscontrare un problema per cui Duo Prompt non riesce ad accedere a Duo Desktop”, afferma il bollettino di supporto Duo. “Ciò potrebbe impedire l’autenticazione (o comportare funzionalità limitate) in situazioni in cui vengono utilizzati endpoint attendibili, criteri come Duo Desktop e integrità dispositivo, Duo Desktop come metodo di autenticazione, Duo Passport, Duo Push verificato con riempimento automatico Bluetooth o verifica di prossimità.”
Il blog di BornCity suggerisce di apportare le seguenti modifiche al registro, che presumibilmente possono aiutare a risolvere il problema disabilitando il protocollo HTTP/2:
[HKEY_LOCAL_MACHINESystemCurrentControlSetServicesHTTPParameters]"EnableHttp2Tls"=dword:00000000
"EnableHttp2Cleartext"=dword:00000000
Un altro metodo che alcuni utenti ritengono efficace è installare l’ultimo aggiornamento delle firme antivirus per Microsoft Defender. Tuttavia, altri segnalano che questo non risolve il problema.
Di conseguenza, l’unico modo affidabile per risolvere l’errore è attualmente disinstallare l’aggiornamento di ottobre KB5066835 e l’aggiornamento di anteprima di settembre KB5065789.
Dopo averli disinstallati e riavviato Windows, l’interfaccia di loopback dovrebbe consentire nuovamente le connessioni HTTP/2, risolvendo i problemi dell’applicazione.
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Huawei presenta HarmonyOS 6: ecco il nuovo sistema operativo in arrivo il 22 ottobre
E pensare che fino a pochi anni fa Huawei e gran parte del suo ecosistema dipendevano totalmente da Google Android. Poi arrivarono i divieti: prima il ban di Android, poi quello sulle attrezzature per la produzione dei chip e infine sulle tecnologie per l’intelligenza artificiale.
Una strategia USA che, paradossalmente, ha prodotto l’effetto opposto a quello desiderato: invece di indebolire l’azienda, ha alimentato una spinta straordinaria verso l’indipendenza tecnologica.
Nel tentativo di ostacolare la crescita di Huawei, gli Stati Uniti hanno finito per accelerarla, favorendo involontariamente lo sviluppo di un ecosistema tecnologico completamente autonomo.
Huawei ha ufficializzato il lancio di HarmonyOS 6, la nuova versione del suo sistema operativo, che sarà presentata il 22 ottobre alle 14:30 durante un evento dedicato.
Nuove funzionalità e miglioramenti
Secondo Huawei, HarmonyOS 6 introduce una piattaforma più elegante, intuitiva e performante, con un’attenzione particolare alla connettività tra dispositivi e alla riduzione della latenza.
Il sistema integra inoltre un’intelligenza artificiale più avanzata e aperta, progettata per semplificare l’interazione uomo-macchina e migliorare la produttività.
Il framework intelligente HMAF (HarmonyOS Intelligent Body Framework)
rappresenta una delle principali novità: consente aggiornamenti dinamici di app e meta-servizi, ottimizzando la collaborazione tra dispositivi e rendendo l’esperienza utente più naturale e coerente.
Anche Xiaoyi, l’assistente virtuale di Huawei, riceverà un significativo potenziamento con nuove capacità proattive e una maggiore comprensione contestuale.
Anteprime e rilascio per sviluppatori
Nei mesi precedenti, Huawei ha avviato più fasi di test per sviluppatori e early adopters, con diverse sessioni di reclutamento per accedere alle versioni preliminari del sistema.
Le versioni beta hanno già consentito di valutare le nuove funzionalità e la stabilità complessiva della piattaforma, con feedback positivi da parte della community.
La serie Mate 80 sarà la prima con HarmonyOS 6
Secondo alcune indiscrezioni, la serie Huawei Mate 80, attesa per novembre, sarà la prima a integrare ufficialmente HarmonyOS 6.
Non è escluso che durante la conferenza del 22 ottobre venga comunicata anche la data di debutto dei nuovi smartphone.
Dalla fase “NEXT” al rilascio definitivo
Gli utenti che hanno partecipato ai test interni hanno notato che il suffisso “NEXT” è stato rimosso dal nome del sistema, che ora appare semplicemente come HarmonyOS 6.0.
La denominazione “HarmonyOS NEXT” era stata introdotta durante la Huawei Developer Conference dell’agosto 2023, quando l’azienda aveva annunciato l’ingresso nella fase di sviluppo del sistema operativo completamente nativo.
Con il consolidamento dell’ecosistema, Huawei ha deciso di eliminare l’etichetta “NEXT”, segnalando il passaggio definitivo a una piattaforma stabile e completa.
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GAZA. Israele continua i raid e limita gli aiuti umanitari
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Gli Stati Uniti respingono le accuse di violazione dei termini del cessate il fuoco mosse da Tel Aviv ad Hamas. I corpi degli ostaggi sono stati consegnati secondo i termini, mentre Israele continua a uccidere palestinesi e tiene chiuso il valico di Rafah
L'articolo GAZA. Israele continua
Perù. Boluarte se ne va, ma in piazza si continua a morire
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La caduta di Boluarte non porta cambiamento: il nuovo presidente, vicino ai militari, risponde alle mobilitazioni con la forza. Un giovane artista è stato ucciso durante le protestehttps://pagineesteri.it/2025/10/18/america-latina/peru-boluarte-se-ne-va-ma-in-piazza-si-continua-a-morire/
“La riscoperta dell’America” – di Ned Blackhawk
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/10/la-risc…
Un testo imprescindibile per comprendere, con profondità di analisi, una storia finalmente inclusiva dei “primi custodi del giardino” americano. In libreria, con Neri Pozza, per la collana I Colibrì, un saggio di grande impatto sul
ansa.it/sito/notizie/mondo/202…
chissà perché ci avrei scommesso.... alla fine trump è trump. delusa forse ma non stupita. ricordo solo quando trump criticava biden di non aver fatto abbastanza.... perché con uno più deciso come lui sarebbe già dovuta essere finita...
Ucraina, Trump gela Zelensky: 'La guerra finisca senza i Tomahawk' - Mondo - Ansa.it
Alla terza visita del 2025 alla Casa Bianca, il presidente ucraino incassa una nuova delusione. Per il leader americano dare i missili a lungo raggio a Kiev 'sarebbe un'escalation' e rimanda ogni decisione a dopo l'incontro con Putin a Budapest Axios…Agenzia ANSA
Zelensky da Trump, spunta la cravatta 'sospetta' di Hegseth nell'incontro
Il segretario alla Guerra con una cravatta stile bandiera: i colori sono degli Usa, ma anche della Russia...Redazione Adnkronos (Adnkronos)
I rifiuti e la nostra assuefazione
Quand'è che abbiamo iniziato a pensare che vedere rifiuti in giro fosse normale? Ormai non c'è città, paese, spiaggia o bosco dove non se ne trovino. In alcuni casi sono anche tanti.
Per quanto riguarda la mia città, ormai ci avviamo a diventare uno dei centri abitati più luridi d'Italia; non dico che si vedano i mucchi di rifiuti ma ormai in giro si vede di tutto, dal polistirolo a pallini fino ai vestiti.
E' un grave problema a mio avviso, sotto molti punti di vista: anzitutto per l'ambiente, ma anche per l'immagine di una delle amministrazioni la cui corrente qui governa da 80 anni (la sinistra) e che vorrebbe darsi l'immagine di essere "quella giusta", quella che amministra bene.
Io ho l'impressione che ce la cantiamo e ce la suoniamo.
Negli ultimi anni è stata introdotta la raccolta porta a porta, togliendo numerosi bidoni per rifiuti dalla città, e da quel momento le cose sono precipitate. E questo mi porta al secondo punto, la domanda che mi ponevo all'inizio di questa riflessione.
Cosa porta le persone a pensare che va bene gettare a terra i rifiuti a casaccio? Per me c'è un'imbarbarimento collettivo, ma quando cerco di farlo notare, mi si dice a più voci che "i problemi sono altri".
E ignorare il problema che cerco di mettere in luce, nel frattempo, non risolve neanche gli altri.
#rifiuti #inquinamento #spazzatura #inciviltà @Ambiente - Sostenibilità e giustizia climatica
АидяёА ЦZ reshared this.
Simon Perry likes this.
Anche a me. Ormai è diventata la mia abitudine, ogni volta che faccio una passeggiata o quasi porto con me i guanti, un sacco e una pinza per raccogliere i rifiuti (faccio fatica a chinarmi tante volte).
Mai nessuno che dica "ti do una mano", o che l'esempio si diffonda.
Com'era quella faccenda che le persone imparano per emulazione?
RFF20: “La vita va così”: il coraggio di dire “No”
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/10/rff20-l…
Un inno al tempo lento che salva la terra Il cinema italiano, quello che sa toccare corde civili e al tempo stesso far vibrare l’anima, ha trovato la sua voce in ‘La vita va così’ di Riccardo Milani. Scelto non a caso come film
KW 42: Die Woche, in der dem Innenministerium die Schwungumkehr misslingt
Verhaltensscanner im Mannheim: Hier wird die Überwachung getestet, die so viele Städte wollen
Free-to-play, non chiamateli giochini gratis: fanno guadagnare miliardi
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Nata e confinata su smartphone, la formula dei free-to-play se ben implementata nei videogiochi permette agli editori incassi record anche quando i titoli non hanno particolare diffusione. Sarà questo il futuro dell'industria
RFanciola reshared this.
Ministero dell'Istruzione
#NoiSiamoLeScuole questa settimana è dedicato all’ITS Academy Campania Moda. Grazie ai fondi del #PNRR destinati alla realizzazione di laboratori professionalizzanti e all’ampliamento delle attività didattiche degli ITS, l’Istituto ha potuto migliora…Telegram
How press can survive interactions with police on the skirmish line
As protesters paint signs for another round of “No Kings” demonstrations this Saturday, journalists are getting ready in their own way: Charging camera batteries, notifying emergency contacts, and rinsing old tear gas off their shatter-resistant goggles.
At similar events since June, well over a hundred journalists have been injured, detained, or arrested by police. Now two cities — Los Angeles, California, and Chicago, Illinois — are expecting their largest protests since federal judges issued multiple rulings exempting the press from general dispersal orders and restricting law enforcement use of “less lethal” munitions.
Those are big wins on paper, but only if you know how to use them.
The law exists in two separate but unequal places: the court and the street. And you’ll never win a philosophical argument on a skirmish line.
Sure, you’re probably right. You’re armed with the First Amendment. But the average police officer is armed with a baton, handcuffs, body armor, tear gas, and at least a couple of guns. They may also be tired, overwhelmed, hungry, and see you standing between them and a bathroom break.
As they’ve been known to say, “You can beat the rap, but you can’t beat the ride.”
It’s no longer “Listen to me,” it’s ideally “Here’s a signed order from your boss.”
Covering a protest, an immigration raid, or an immigration hearing is no place to give up your rights. Instead, you can learn to invoke them more effectively.
The press is one of two professions (alongside religious practitioners) distinguished by its constitutionally guaranteed freedoms. Policing is the opposite, marked by rigid command structure and a sworn duty to enforce very specific codes and regulations.
But cops are supposed to be trained and held accountable by their department. They shouldn’t need reminding of the law they’re supposed to uphold. And it’s not the job of journalists to train them.
As professional communicators, journalists may find it more productive to translate conversations into the language of law enforcement.
For example, in California, it won’t get you very far to tell an officer you’re exempt from dispersal orders thanks to “Senate Bill 98.” You might be talking to a kid fresh out of the police academy or a detective pulled off desk duty to earn overtime. They have no idea what passed the statehouse four years ago. At best, they’re trained to speak in terms of “penal code.” Mentioning “Penal Code 409.7,” the statute established by that bill, might be your better ticket out of handcuffs. (This state law only applies to local law enforcement, not to federal operations like Immigration or Customs Enforcement or other Department of Homeland Security agencies.)
For journalists in the Chicago and Los Angeles areas, recent court rulings, including one for the LA Press Club in which I’m a plaintiff, have made things much clearer. Ideally you don’t need to print out 80 pages of preliminary injunctions. An officer will likely ignore that anyway, figuring it’s up to department lawyers to interpret. Instead, try to print the version of orders their boss(’s boss’s boss) was required to issue. The following list of PDFs are being updated as those materials are released by each agency, so use your judgment and print what might be applicable to your situation.
- Chicago-area Temporary Restraining Order (Northern District of Illinois)
- As each DHS subsidiary agency provided their own cover sheet to personnel, it may be useful to print each of the following.
- Federal Protective Service Cover Sheet
- Immigration and Customs Enforcement Cover Sheet
- Customs and Border Patrol Cover Sheet
- Department of Justice Cover Sheet
- Los Angeles Police Department’s “Chief’s Notice” to all personnel
- This is an earlier version based on an initial TRO. It will be updated with a newer version based on a more recent preliminary injunction, which is even more favorable to press.
- LA-area Preliminary Injunction (Central District of California)
- DHS has not shared details on how this order was distributed. As a longer document, you may wish to only print the cover page along with pages 43 to 45, which contain the injunction itself.
This puts things in law enforcement terms — from the top of their command structure. It’s no longer “Listen to me,” it’s ideally “Here’s a signed order from your boss.”
You want a printed copy, since your phone could run out of battery, be lost, or shatter. And it’s never a good idea to hand your unlocked phone to police. Also, if you need to pull out these orders (or a press pass), state clearly what you’re reaching for before placing your hand in a pocket or bag. Officers don’t love those sorts of unannounced movements.
A piece of paper isn’t much of a shield from a raging officer swinging a baton and screaming, “Leave the area.” But if you can engage with them, you want to ensure the precious few words that they hear will resonate. And it bears repeating: Everyone has a boss.
Protests involve a lot of turnover on the front line, so you may never see the same officer twice. If possible, communicate early and often. Ask to meet a supervisor or public information officer during a calm moment, and get their name so you can ask for them if you have trouble later on.
Unfortunately, even a signed order from the chief isn’t always a “get out of jail free” card. After a temporary restraining order was issued against the LAPD this summer, officers still put several journalists in zip ties during a protest. Two lawyers who had won the TRO showed up with a copy of official paperwork instructing officers to leave press alone. After they handed it to the incident commander, police still drove two photojournalists away in the back of a squad car.
The LAPD later suggested those photographers were ”pretending to be media.” The pair’s credits include The Atlantic, The New Yorker, Business Insider, The Washington Post, New York Magazine, Rolling Stone, Mother Jones, and even a cover for Time magazine.
A federal judge later wrote of the LAPD, “The Court expresses no approval for this conduct. To the contrary, the evidence presented is disturbing and, at the very least, shows that Defendants violated the spirit if not the letter of the Court’s initial restraining order.”
Of course, the photojournalists beat the rap. But they didn’t beat the ride.
Attending a protest outside of LA or Chicago? You still have First Amendment rights, even if you don’t have a court order. The U.S. Press Freedom Tracker has been investigating and documenting serious violations in cities from New York to Portland, Oregon. If you experience or witness law enforcement violating press rights anywhere in the country, please send us tips and any available evidence to tips@pressfreedomtracker.us.
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When the law’s on your side but ICE isn’t
Dear Friend of Press Freedom,
It’s been two weeks since Atlanta journalist Mario Guevara was deported and 207 days since Rümeysa Öztürk was arrested for co-writing an op-ed. Read on for more about this weekend’s planned protests, actions you can take to protect journalists, and events you can catch us at this month.
When the law’s on your side but ICE doesn’t care
As protesters paint signs for another round of “No Kings” demonstrations this Saturday, journalists are getting ready in their own way: charging camera batteries, notifying emergency contacts, and rinsing old tear gas residue off their shatter-resistant goggles.
Two cities — Los Angeles, California, and Chicago, Illinois — are expecting their largest protests since federal judges issued multiple rulings exempting the press from general dispersal orders and restricting law enforcement’s use of “less lethal” munitions.
Those are big wins for journalists, but only if they know how to use them. Our new deputy director of advocacy at Freedom of the Press Foundation (FPF), Adam Rose, wrote about how journalists can prepare for the weekend. Read more here.
Administration ignores flotilla abuses
Three U.S. journalists have been abducted from aid flotillas bound for Gaza and detained by Israel. All three reported experiencing or witnessing abuse and even torture.
Photojournalist Noa Avishag Schnall recalled, “I was hung from the metal shackles on my wrists and ankles and beaten in the stomach, back, face, ear and skull by a group of men and women guards, one of whom sat on my neck and face, blocking my airways … Our cell was awoken with threats of rape.”
Jewish Currents reporter Emily Wilder said she “announced … ‘I’m a journalist, I’m press.’ The woman to my left hissed, ‘We don’t give a fuck,’ and the other dug her nails into my scalp and pulled me by my hair across the port.”
In normal times, this would be a major scandal. We joined Defending Rights & Dissent and others in a letter to Secretary of State Marco Rubio explaining what should be obvious — the U.S. shouldn’t sit silently as its ally assaults its journalists. Read it here.
First rule of Qatari jets? Don’t talk about Qatari jets
We sued the Trump administration for refusing to share its legal rationale for approving the president’s acceptance of a $400 million jet from the Qatari government, despite the Constitution saying he can’t do that. Now the administration wants to strike our complaint, claiming the background discussion of the gifted jet is “impertinent” and “scandalous.”
That’s rich, especially weeks after the president’s frivolous defamation lawsuit against The New York Times got dismissed for rambling on about how he was once on WrestleMania and “The Fresh Prince of Bel-Air” (he’s since filed an amended complaint).
Public records expert: ‘We can do better’
If fewer newspapers exist to request public records, does the government become less transparent? That’s the question at the heart of “Dark Deserts,” a new research paper by David Cuillier of the Freedom of Information Project at the Brechner Center for Advancement of the First Amendment and law student Brett Posner-Ferdman.
Cuillier told us about what he and Posner-Ferdman found and what it means for the public’s right to know. Read the interview here.
Standing with student journalists
Last week we told you about the lawsuit filed by The Stanford Daily to stop the Trump administration’s unconstitutional and appalling push to deport foreign students who say or write things it doesn’t like.
This week we joined the American Civil Liberties Union of Northern California, the First Amendment Coalition, and others in a legal brief in support of that important lawsuit.
Congressional secrecy bill advances
The Senate passed Sens. Ted Cruz and Amy Klobuchar’s bill to protect themselves — but not you — from data broker abuses and otherwise allow federal lawmakers to censor the internet.
FPF’s Caitlin Vogus wrote for The Dallas Morning News about how the bill threatens journalism — for example, by stifling reporting on its co-sponsor vacationing while his constituents endure natural disasters. Read more here.
Tell the House to kill the bill.
What we’re reading
Pentagon reporters have now turned in their badges – but plan to keep reporting (The Guardian). Journalists told The Guardian, “the restrictions won’t stop the work, with some even saying they plan to take a more aggressive tack.” Good. The policy is highly unconstitutional, but it’s an opportunity to omit Pentagon lies and spin from reporting.
LAPD wants judge to lift an order restricting use of force against the press (LAist). Rose, who is also press rights chair for the LA Press Club, said that “Instead of holding the department accountable, the city is spending even more money to hire an outside law firm so they can effectively beg a judge for permission to keep assaulting journalists for just doing their job.”
Facebook suspends popular Chicago ICE-sightings group at Trump administration’s request (Chicago Sun-Times). So much for Facebook’s renewed commitment to free speech. And so much for this administration’s condemnation of social media censorship.
Victory: Federal court halts Texas’ ‘no First Amendment after dark’ campus speech ban (FIRE). A federal court blocked a ridiculous law that banned almost all speech on public college campuses in Texas at night, including student journalism. As we explained in the Houston Chronicle, free speech does not have a curfew.
Upcoming FPF events
Oct. 22: Join FPF’s Adam Rose and others on Oct. 22 at 3 p.m. EDT for an online conversation hosted by the American Constitution Society about the impact of federal law enforcement violence on your First Amendment rights. Register here.
Oct. 24: If you’re in Chicago and fortunate enough to not have to hide from ICE invaders, come to Northwestern for a panel on Oct. 24 at 10 a.m. CT featuring FPF Advocacy Director Seth Stern. We’ll discuss the numerous digital and physical challenges journalists are facing. Register here.
Oct. 29: FPF’s Caitlin Vogus will join an online panel of experts to break down how the Federal Communications Commission and Federal Trade Commission are targeting journalists and the First Amendment and how to fight back. Register here for the Center for Democracy and Technology’s Future of Speech 2025, “Working the Refs” panel on Oct. 29 at 12:10 p.m. EDT.
That same day, join us for a conversation about making public records-based reporting free, featuring Vogus as well as our Chair on Government Secrecy Lauren Harper, in conversation with leadership at Wired and 404 Media, including Wired global editorial director and FPF board member Katie Drummond. The event starts at 2 p.m. EDT; RSVP on Zoom here.
Oct. 30: Join an online discussion on Oct. 30 at 1 p.m. EDT about digital safety and legal rights for journalists reporting on immigration in the U.S., featuring FPF Director of Digital Security Harlo Holmes and several other experts from the U.S. Journalist Assistance Network. Register here.
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Bundestagsdebatte: Was ist bei der Chatkontrolle unter „anlassbezogen“ zu verstehen?
Il “dopo Gaza”: laboratorio per una nuova democrazia funzionalistica e tecnocratica?
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Dopo i giorni della svolta a Gaza, col giusto sollievo per la liberazione degli ultimi ostaggi e per la auspicabile cessazione
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INCENERITORE ROMA: IL SITO È CONTAMINATO
“Il sito comprato da Ama per realizzare l’inceneritore alla cifra astronomica di sette milioni e mezzo di euro è oggetto di indagini della Procura di Roma e della Corte dei conti è contaminato” è quanto dichiara in una nota l’Unione dei Comitati contro l’inceneritore.
“A metterlo nero su bianco – precisa la nota dell’Unione dei Comitati - sono le indagini di caratterizzazione ambientale del suolo svolte nel primo semestre del 2024 da Acea Infrastrutture che hanno evidenziato molteplici superamenti delle CSC per idrocarburi pesanti e degli IPA.
Appaiono particolarmente gravi – incalzano dall’Unione dei Comitati - le omissioni di Ama e dell’Amministrazione capitolina. La municipalizzata ha omesso di avviare le procedure obbligatorie attuando le misure di prevenzione stabilite dall'articolo 242 del codice dell’ambiente mentre l’amministrazione capitolina guidata da Gualtieri ha proseguito l’iter che ha portato alla validazione del progetto in un sito contaminato. L’amministrazione capitolina ha pertanto ignorato il principio di precauzione di derivazione europea stabilito che avrebbe imposto di indagare, origine, estensione e profondità della contaminazione la cui origine antropica in relazione agli idrocarburi pesanti e agli IPA è fuori discussione.
“Nell’ambito delle osservazioni alla VIA e sulla base del principio di precauzione stabilito dall’ articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea – concludono dall’Unione – abbiamo pertanto chiesto di sospendere la VIA e il PAUR fin quando non fosse completato l’espletamento dell’insieme delle procedure obbligatorie necessarie alla caratterizzazione del sito. Infine, abbiamo sollecitato un intervento in autotutela finalizzato al previo espletamento delle procedure di caratterizzazione del sito accompagnato dalla sospensione della VIA e del PAUR evitando il danno erariale legato ai maggiori costi da sostenere per la bonifica per l’avvio in fasi successive”.
USA, Israele e i paesi arabi rafforzano la collaborazione militare
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Secondo un'inchiesta, cinque paesi arabi hanno creato in segreto con Israele una struttura per la sicurezza regionale coordinata dagli Stati Uniti e diretta contro l'Iran
L'articolo USA, pagineesteri.it/2025/10/17/med…
Razionalizzazione e modernizzazione. Ecco il piano Mattei per la difesa
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La riforma del giugno 2024 ha segnato un punto di svolta nella struttura del ministero della Difesa, separando per la prima volta la figura del segretario generale da quella del direttore nazionale degli armamenti. Una scelta che mira a garantire efficienza e chiarezza di
L’evoluzione dell’intelligence? Non è tutto scontato con l’IA. L’analisi di Teti e Manenti
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La trasformazione digitale, quindi l’IA, come metro per capire dove e come le attività di intelligence stanno cambiando passo e strumenti. E al contempo la capacità dei decisori, da un lato di comprendere rapidamente e fino in fondo strategie e
Scattered LAPSUS$ Hunters—one of the latest amalgamations of typically young, reckless, and English-speaking hackers—posted the apparent phone numbers and addresses of hundreds of government officials, including nearly 700 from DHS.#News
“With fewer visits to Wikipedia, fewer volunteers may grow and enrich the content, and fewer individual donors may support this work.”#News
OPSON XIV. 631 persone denunciate alle autorità giudiziarie, 11.566 tonnellate di cibo e 1,4 milioni di litri di bevande ritirate dal mercato
#Europol, #OLAF, #DGSANTE e 31 paesi in tutta Europa e oltre, insieme ai produttori di alimenti e bevande del settore privato, hanno unito le forze nella quattordicesima edizione dell'operazione OPSON.
Questo sforzo annuale si rivolge ai criminali dietro alimenti e bevande contraffatti e scadenti.
Le forze dell'ordine, le dogane e le agenzie di regolamentazione alimentare hanno sequestrato 259.012 pacchi, 1.416.168 litri di bevande e 11.566.958 chilogrammi di cibo, compresi carne e frutti di mare.
Nel complesso, l'operazione OPSON XIV ha conseguito questi risultati:
- 631 persone denunciate all'autorità giudiziaria;
- 101 mandati di arresto emessi;
- 13 gruppi criminali organizzati interrotti;
- sequestrati beni per un valore di circa 95 milioni di euro;
- 31.165 controlli e ispezioni effettuati.
Beni in scadenza reinseriti nella catena di fornitura
Una delle principali tendenze identificate quest’anno sono stati i gruppi criminali organizzati che si sono infiltrati nelle aziende di smaltimento dei rifiuti con l’intento di ottenere l’accesso al cibo scaduto in attesa di distruzione. I criminali rimuovono quindi il "meglio prima" (best before) originale o le date di scadenza utilizzando solventi e stampano nuove date falsificate sui pacchi. Questi prodotti rietichettati vengono poi reintrodotti nella catena di fornitura. In termini di qualità, potrebbero non solo essere scadenti ma spesso rappresentare anche un rischio per la salute, come si è visto nei casi che coinvolgono pesce in scatola. In quanto modus operandi criminale, la pratica di rietichettare il cibo scaduto non è del tutto nuova, ma la sua portata attuale non ha precedenti.
Tuttavia, la gamma di frodi nel settore alimentare e delle bevande non si limita solo alla ristampa di date di scadenza false. La contraffazione di alimenti e bevande e l'abuso di indicazioni geografiche sono tra le tattiche fraudolente più comuni. Per quanto riguarda gli alimenti contraffatti e erroneamente designati, l'olio d'oliva e i vini a denominazione di origine protetta restano tipi di prodotti fortemente colpiti.
Inoltre, le autorità hanno riscontrato diversi casi di carne o prodotti a base di carne venduti a ristoranti o consumatori nonostante fossero stati immagazzinati in condizioni scadenti o con i macellatori che non rispettavano gli standard igienici legali e necessari. Modi operandi simili sono stati visti con i frutti di mare (ad esempio, molluschi bivalvi), che non erano più adatti al consumo di consumo ma comunque venduti.
Controlli dalla materia prima al prodotto finale
Le frodi nel settore alimentare e delle bevande costituiscono un settore criminale grave e significativo che necessita di essere affrontato a livello nazionale e internazionale. L’operazione #OPSON è stata istituita con l’obiettivo di proteggere la salute e la sicurezza pubblica in tutta l’UE.
L'elenco degli articoli alimentari e delle bevande ritirati dal mercato abbraccia un'ampia gamma. Le autorità hanno sequestrato beni di prima necessità come frutta, verdura, pollame, carne, prodotti a base di carne e frutti di mare. L'elenco dei prodotti alimentari comprende anche dolciumi, grassi e oli, con particolare attenzione all'olio d'oliva. Inoltre, nel corso dell'OPSON XIV sono stati trattati integratori alimentari e additivi.
Punti salienti operativi di OPSON XIV
Europol ha coordinato OPSON XIV e ha sostenuto molti casi individuali inviando esperti con un ufficio mobile alle giornate di azione. Durante questi controlli e raid, gli esperti sul posto potrebbero fornire supporto analitico e di intelligence alle autorità nazionali. Inoltre, Europol ha organizzato riunioni operative per i casi spin-off. Con centinaia di indagini e controlli individuali eseguiti da polizia, dogane e autorità nazionali di regolamentazione alimentare in collaborazione con partner del settore privato, più di alcuni si sono distinti come esempi da evidenziare in dettaglio.
Italia
Un'inchiesta del Nucleo Carabinieri Antisofisticazioni e Sanità Pubblica (Nuclei Antisofisticazione e Sanità dell'Arma dei Carabinieri, #NAS) ha portato all'emissione di un mandato di cattura per sette allevatori di cavalli e camionisti. Facevano parte di un'organizzazione criminale operante in Umbria e Puglia, che macellava clandestinamente cavalli trattati con prodotti farmaceutici, ponendo un significativo rischio per la salute pubblica. Inoltre, le autorità hanno scoperto e sequestrato un impianto di macellazione clandestino in una fattoria, insieme a un camion contenente parti di animali macellati illegalmente.
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Carta di Roma: grave atto criminale
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/10/carta-d…
L’associazione Carta di Roma invia la sua solidarietà a Sigfrido Ranucci, alla sua famiglia e a tutta la redazione di Report dopo i fatti gravissimi accaduti nella scorsa notte. Un ordigno é stato posto sotto l’auto dell’autore e conduttore di Report e fatto esplodere.
Convocazione del Consiglio di Istituto per mercoledì 22 ottobre dalle 15:30 alle 16:30
Come riportato nella circolare n.100 reperibile sulla sezione "Albo online" del sito web dell'Istituto, è stato convocato un Consiglio di Istituto per mercoledì 22 ottobre dalle 15:30 alle 16:30 .
Chiunque desiderasse assistere come uditore alla seduta, potrà inviare una richiesta all'indirizzo email della scuola avente come oggetto:
Richiesta di partecipazione in qualità di uditore al Consiglio di Istituto del 22 ottobre
Qui un canovaccio del testo:
Alla cortese attenzione della dirigenza dell'Istituto
Con preghiera di diffusione alla presidenza del Consiglio di Istituto,
Buongiorno,
come genitore dell'alunn__ _______________ ___________, desidero assistere in qualità di uditore al consiglio di istituto che si terrà il giorno 22 ottobre.
A tal fine chiedo la possibilità di disporre dei parametri di accesso che mi consentano di accedere alla sessione di videoconferenza in modalità ascoltatore.
Cordiali saluti,
NOME COGNOME
La scuola potrà quindi inviare il link di accesso come spettatore della videoconferenza, cui potrebbe essere necessario accedere con l'account google del proprio figlio.
Questo è l'ordine del giorno provvisorio del Consiglio di Istituto:
- Lettura e approvazione Verbale precedente
- Resoconto occupazione
- Adesione ACCORDO DI RETE TRA SCUOLE PER LO SVOLGIMENTO, IN VIA AGGREGATA, DI UNA PROCEDURA PER L'AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI CASSA con Liceo Tasso di Roma
- Proposta chiusura uffici amministrativi nei giorni prefestivi
- Date Open day e progetto Eureka
- Proposta di accoglienza di un gruppo di studenti e professori da Bratislava per visita alla scuola con partecipazione ad attività scolastiche presumibilmente dal 26 al 29 novembre 2025 (Erasmus)
- Proposta di apertura canale social (instagram) ufficiale della scuola
- Tetto di spesa massimo per viaggi d’istruzione per alunno
- Proposte di iniziative didattiche da parte degli studenti sulla situazione internazionale e in Palestina
- Concessione triennale distributori bevande e generi alimentari
- Variazioni e radiazioni P.A. 2025
- Modalità operative e funzionamento per prossime elezioni Organi Collegiali
Coro di solidarietà dalla Campania, che conta sei giornalisti sotto scorta
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/10/coro-di…
Anche dalla Campania si alza un coro di solidarietà nei confronti di Sigfrido Ranucci dopo l’attentato subìto a Pomezia. “Abbiamo ricordato, da poco, il
West Bank: Israeli soldiers kill 11-year-old boy playing football with friends
"La Russia sta vincendo, i Tomahawk non ci spaventano": cosa ha detto Putin a Trump
e allora di cosa stiamo a discutere? dateli all'ucraina. zellensky è contento e a putin non importa. va benissimo. a noi una russia che stravince a questo modo va ancora più bene. 100 di queste vittorie. un augurio di infinite vittorie come questa.
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Raggiunto l’accordo sull’industria della Difesa in Europa. 1,5 miliardi per l’industria e preferenza Ue
@Notizie dall'Italia e dal mondo
A poche ore dalla presentazione della Roadmap per la prontezza operativa entro il 2030, un altro tassello della costruzione della Difesa europea ha trovato collocazione. I negoziatori della presidenza del Consiglio
RFanciola
in reply to simona • • •