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La Verbraucherzentrale NRW chiede a Meta di cessare e interrompere la formazione sull'IA nell'UE Meta inizierà a utilizzare i dati degli europei per l'addestramento dell'intelligenza artificiale. La Verbraucherzentrale tedesca sta intraprendendo un'azione legale per fermare i piani mickey06 May 2025


noyb.eu/it/verbraucherzentrale…

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Così l’IA sta riscrivendo le regole della difesa. L’analisi di Caine (Thales)

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Cosa hanno in comune fra loro le battaglie di Salamina (480 a.C.), di Crécy (1346), della Marna (1914) e la battaglia d’Inghilterra (1940)? Nonostante si siano svolte in periodi diversi nell’arco di oltre mille anni, tutte e quattro costituiscono un esempio di combattimenti il cui esito è stato in gran parte



Stretta anticinese di Meloni e Mantovano negli appalti cyber, tutti i dettagli


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Premialità per le tecnologie cyber provenienti da paesi Ue e Nato negli appalti pubblici. È quanto prevede un Dpcm firmato dal sottosegretario Alfredo Mantovano e pubblicato in Gazzetta Ufficiale che strizza l'occhio a Trump per frenare la penetrazione



25 Milioni di SIM da Sostituire dopo l’Attacco Cyber! Il Disastro di SK Telecom Sconvolge la Corea del Sud


Il gigante delle telecomunicazioni sudcoreano SK Telecom ha sospeso le sottoscrizioni di nuovi abbonati in tutto il paese, concentrandosi sulla sostituzione delle schede SIM di 25 milioni di clienti esistenti. L’azienda ha preso questa decisione a seguito di un grave attacco informatico avvenuto ad aprile, che ha provocato un’infezione da malware su larga scala e la fuga di dati degli utenti.

Dal 5 maggio è sospesa la registrazione di nuovi contratti nei 2.600 punti vendita T World sia tramite i canali online. La priorità è data esclusivamente alla collaborazione con gli abbonati interessati. A tutti i clienti viene offerta la sostituzione gratuita delle schede SIM, per eliminare il rischio di clonazione, una delle conseguenze più pericolose di questo tipo di attacco. La sostituzione è iniziata il 28 aprile e verrà effettuata sia nei normali negozi che nei centri di assistenza degli aeroporti.

L’azienda ha anche lanciato uno speciale sistema online attraverso il quale è possibile fissare un appuntamento per la sostituzione della propria scheda SIM. SK Telecom ha promesso di rimborsare i costi a coloro che decideranno di effettuare autonomamente la sostituzione. Tuttavia, la sostituzione di massa si scontra con difficoltà logistiche: a fronte di una domanda elevata, in alcune regioni si registra una carenza delle carte necessarie.

Un rapporto interno di SK Telecom ha confermato che la fuga di dati è stata causata da un malware che ha infettato i sistemi dell’azienda. Dopo la scoperta dell’attacco ad aprile, le azioni di SK Telecom sono scese dell’8,5%, raggiungendo il livello più basso da agosto dell’anno scorso.

SK Telecom è il più grande operatore di telefonia mobile della Corea del Sud e copre circa il 50% del mercato nazionale. Oltre al suo core business, l’azienda possiede una piattaforma musicale, investe nello sport e ha recentemente inaugurato il più grande stabilimento di produzione di chip per l’intelligenza artificiale del Paese. Attraverso la sua divisione americana SKT Americas, la holding investe attivamente nelle startup tecnologiche della Silicon Valley.

SK Telecom fa parte del secondo conglomerato più grande della Corea del Sud, SK Group. In totale, il gruppo riunisce più di 175 aziende in tutto il mondo, operanti in settori quali ICT, biofarmaceutica, mobilità, semiconduttori, batterie per veicoli elettrici e scienze della vita.

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Difesa europea e riarmo tedesco. Le opportunità italiane per Valensise

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Berlino cambia passo sulla Difesa e punta su una Bundeswehr moderna e finanziata anche a debito. Secondo l’ambasciatore Michele Valensise, presidente dell’Istituto affari internazionali, l’Italia può trarne vantaggi concreti se saprà agganciarsi a una dinamica europea in evoluzione, tra nuove sinergie



diciamo che meta/facebook privilegia proprio truffe e fake e tende a bannare chi dice cose più verificabili


I suggerimenti dell'intelligenza artificiale rendono la scrittura più generica e occidentale

Gli assistenti di scrittura AI spopolano, ma uno studio della Cornell rivela che producono testi generici, svantaggiando gli utenti del Sud globale. Ad esempio, questi strumenti hanno reso lo stile di scrittura di indiani e americani più simile, a scapito dell’originalità indiana. Gli indiani, poi, ci guadagnano meno in produttività rispetto agli americani, perché devono correggere spesso i suggerimenti dell’AI, che stereotipa la cultura indiana, tralascia dettagli culturali, insomma il risultato sugli utenti è che descrivono le loro stesse tradizioni con un filtro occidentale.
Questo trend, ribattezzato “AI colonialism”, nasce perché le aziende tech trascurano aspetti linguistici e culturali.

news.cornell.edu/stories/2025/…

@Etica Digitale (Feddit)

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Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
Fabrizio

alcuni datori di lavoro sono capaci di chiedere ad una povera articolista, che si occupa di articoli abbastanza approfonditi di lasciare perdere a scrivere e rivedere gli articoli prodotti da CrapGPT.

Inutile dire che la povera sventurata ci mette praticamente la stesso tempo per rivedere la montagna di sterco fumante prodotta dall'IA, ma ovviamente avrà diritto ad un compenso inferiore.

(Storia purtroppo vera, in sviluppo)

Questa voce è stata modificata (4 mesi fa)

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Pay or ok, il Garante privacy cerca una nuova soluzione per l’editoria digitale


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
L’Autorità intende valutare se il consenso ai trattamenti di profilazione raccolto da vari titolari sia valido e lecito. Tra i protagonisti ci sono in primis gli editori dei giornali e al centro dell’attenzione c’è l’adozione del metodo “pay or ok”

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Improving Flying Drones By Mimicking Flying Squirrels


With the ability to independently adjust the thrust of each of their four motors, quadcopters are exceptionally agile compared to more traditional aircraft. But in an effort to create an even more maneuverable drone platform, a group of South Korean researchers have studied adding flying squirrel tech to quadcopters. Combined with machine learning, this is said to significantly increase the prototype’s agility in an obstacle course.

Flying squirrels (tribe Pteromyini)) have large skin flaps (patagium) between their wrists and ankles which they use to control their flight when they glide from tree to tree, along with their fluffy squirrel tail. With flights covering up to 90 meters, they also manage to use said tail and patagium to air brake, which prevents them from smacking with bone jarring velocities into a tree trunk.

By taking these principles and adding a similar mechanism to a quadcopter for extending a patagium-like membrane between its rotors, the researchers could develop a new controller (thrust-wing coordination control, TWCC), which manages the extending of the membranes in coordination with thrust from the brushless motors. Rather than relying on trial-and-error to develop the controller algorithms, the researchers trained a recurrent neural network (RNN) which was pre-trained prior to first flights using simulation data followed by supervised learning to refine the model.

During experiments with obstacle avoidance on a test-track, the RNN-based controller worked quite well compared to a regular quadcopter. A disadvantage is of course that the range of these flying squirrel drones is less due to the extra weight and drag, but if one were to make flying drones that will perch on surfaces between dizzying feats of agility in the air, this type of drone tech might just be the ticket.

youtube.com/embed/tckIF3KCJig?…


hackaday.com/2025/05/06/improv…



INDIA-PAKISTAN. Dietro la guerra i tentativi di Modi di silenziare il dissenso


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il richiamo alla “punizione” e alla guerra nei confronti del Pakistan, che ha negato il coinvolgimento nell’attacco e ha chiesto una indagine internazionale indipendente, infiamma tra le file dei partiti di governo e sulla stampa, mentre non si sprecano gli



Giù il petrolio, su il deficit: il dissesto dell’economia di guerra russa

@Politica interna, europea e internazionale

Con un investimento che ha recentemente toccato la quota del 6,3% del Pil, la spesa militare russa è ormai tornata ai livelli record della Guerra Fredda. Un esborso obbligato per sostenere lo sforzo bellico in Ucraina, ma la cui sostenibilità, giunti al quarto





SonicWall ridefinisce la sicurezza informatica e stabilisce un nuovo standard con soluzioni di sicurezza di rete di nuova generazione create per gli MSP


MILPITAS, California – 5 maggio 2025 – SonicWall ha presentato oggi una suite completa di prodotti e servizi appositamente progettati per soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei fornitori di servizi gestiti (MSP, Managed Service Provider) e dei loro clienti con una protezione informatica end-to-end e nuovi servizi redditizi. Al centro di questa presentazione ci sono i nuovi Next-Generation Firewall (NGFW) di fascia media e alta, progettati per le aziende di medie dimensioni e dotati di protezione integrata contro le minacce avanzate.

La nuova offerta include la soluzione Managed Protection Security Services (MPSS) per la gestione dei firewall con monitoraggio 24/7, che consente a MSP di ogni dimensione di offrire servizi firewall gestiti dal team di SonicSentry, il centro operativo di rete (NOC, Network Operations Center) di SonicWall. Questo servizio, basato sulla piattaforma unificata SonicPlatform nativa nel cloud, introduce un nuovo standard nel settore riducendo drasticamente l’esposizione alle cyber minacce, semplificando le operazioni e massimizzando la visibilità, il tutto supportato da team di esperti di sicurezza sempre operativi e potenziato da un’innovativa garanzia informatica.

“Il nuovo standard di sicurezza informatica di SonicWall segna un momento cruciale nella nostra evoluzione da innovatori a leader nel campo della cybersecurity basata su piattaforma”, ha dichiarato Bob VanKirk, Presidente e CEO di SonicWall. “Continuando ad ascoltare i nostri partner e adattandoci alle loro esigenze in evoluzione, abbiamo consolidato diversi strumenti frammentati in un’unica piattaforma sicura, scalabile e intelligente. Con questo lancio abbiamo combinato le prestazioni di rilevamento delle minacce leader di settore dei nostri firewall, l’accesso ZTNA basato sul cloud al posto delle VPN esistenti, servizi NOC e SOC co-gestiti e la prima garanzia di sicurezza informatica del settore per fornire agli MSP tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per garantire sicurezza, scalabilità e costi contenuti ai loro clienti aziendali.”

Soluzioni per una cybersicurezza semplice e scalabile


SonicWall ha integrato in un’unica interfaccia intuitiva tutti gli strumenti che servono agli MSP per offrire una sicurezza multilivello basata su AI, dai firewall di nuova generazione alla protezione degli endpoint fino all’accesso remoto sicuro e al controllo avanzato delle policy.

Progettata per eliminare gli strumenti frammentati e ridurre la complessità operativa, la piattaforma SonicWall consente agli MSP di offrire soluzioni sicure, scalabili e intelligenti con la massima semplicità:

Sicura:

  • Firewall Gen 8 (NSa 2800/3800): firewall di nuova generazione ad alte prestazioni di fascia media, con protezione contro le minacce avanzate per ambienti PMI impegnativi.
  • Zero Trust Network Access (ZTNA): implementazione e utilizzo ancora più semplici grazie al connettore ZTNA con un semplice clic per un accesso sicuro e basato su policy, con prestazioni di rete e sicurezza notevolmente migliorate rispetto alle VPN tradizionali.
  • Managed Protection Security Services (MPSS): il nuovo bundle MPSS, supportato dal team NOC di SonicSentry, mette a disposizione dei partner un team di professionisti della sicurezza di rete per garantire che i firewall siano configurati, implementati e aggiornati correttamente, in modo da fornire la migliore protezione possibile contro le minacce. MPSS è un servizio indispensabile di SonicWall che diventerà rapidamente lo standard di settore per la gestione dei firewall.

Scalabile:

  • NSM 3.0: la piattaforma SaaS e on-premise che offre visibilità ed efficienza senza precedenti grazie alla gestione armonizzata in cloud/integrata.

Intelligente:

  • SonicPlatform: una piattaforma cloud-native unificata per centralizzare la gestione di tutte le appliance e i servizi SonicWall e delle integrazioni di terze parti.
  • SonicWall AI for Monitoring & Insight (SAMI): strumento di AI/automazione integrato che semplifica la gestione, velocizza la risoluzione di eventuali problemi e riduce l’affaticamento da avvisi.

“Negli ultimi due anni ci siamo impegnati ad ascoltare i nostri partner e ad affrontare le loro problematiche, in un contesto in cui i cyber attacchi si intensificano, i tempi di risposta rallentano e le soluzioni di sicurezza informatica diventano sempre più complesse”, ha dichiarato Peter Burke, Chief Product Officer di SonicWall. “Di conseguenza, abbiamo apportato notevoli miglioramenti alle caratteristiche e alla scalabilità della nostra piattaforma di gestione dei firewall, integrandoli in una piattaforma unificata per la gestione di account, sicurezza e rete, concepita per semplificare l’utilizzo e rendere i partner più efficienti. Grazie alla possibilità di consolidare la gestione end-to-end e offrire funzionalità chiave per la scalabilità e la sicurezza, i partner possono concentrarsi sulla crescita, espandere i loro servizi, aumentare la redditività e offrire un valore aggiunti ai loro clienti.”

Supporto 24/7 e la prima garanzia informatica del settore per una maggiore tranquillità


Il nuovo lancio include un servizio di supporto ottimizzato tramite SonicSentry, il team globale di Managed Extended Detection and Response (MXDR) di SonicWall e MPSS. Creati appositamente per gli MSP, questi servizi co-gestiti consentono loro di ottimizzare le risorse in modo redditizio e di ampliare l’offerta con servizi come il monitoraggio 24×7, controlli dell’integrità, gestione delle patch e distribuzione ottimizzata dei firewall.

La sicurezza non riguarda più solo la protezione, ma anche la fiducia e la resilienza. Grazie alla partnership di SonicWall con Cysurance, per le implementazioni SonicWall è possibile richiedere una garanzia informatica fino a 1 milione di dollari a seconda del livello, la prima offerta di questo tipo nel settore. Le implementazioni gestite tramite MPSS raddoppiano la copertura per i clienti che vi aderiscono.

“MPSS di SonicWall consentirà agli MSP di fornire ai clienti una protezione di livello superiore senza l’impegno di una gestione costante dei firewall”, ha dichiarato Greg Starr, Channel Manager di Meriplex. “Delegando le complessità di gestione dei firewall, i partner SonicWall saranno in grado di offrire servizi di sicurezza premium con la supervisione 24/7 dei nostri esperti e la protezione aggiuntiva di una garanzia informatica. Questo non solo rafforza la fiducia dei clienti, ma apre anche nuove opportunità di reddito per noi in veste di partner, permettendoci di crescere e potenziare la nostra attività in modo più efficiente.”

Scalabilità e risultati per MSP e PMI


Le soluzioni SonicWall di nuova generazione sono progettate su misura per le esigenze specifiche degli MSP:

  • Architettura multi-tenant: gestione efficiente di più client da un’unica piattaforma.
  • Licenze di abbonamento flessibili: opzioni mensili/annuali adatte al modello degli MSSP.
  • Integrazione nell’ecosistema: semplice integrazione di terze parti per una maggiore efficienza operativa.
  • Copertura end-to-end: dall’endpoint all’edge, SonicWall offre protezione e conformità centralizzate.

Con l’annuncio di questa soluzione completa SonicWall prosegue la sua storia di innovazione, fornendo ai partner di canale i prodotti e i servizi di cui hanno bisogno per crescere in modo sicuro, redditizio e con fiducia.

Per maggiori informazioni visita: www.sonicwall.com.

SonicWall

SonicWall è un precursore della sicurezza informatica che vanta oltre 30 anni di esperienza ed è riconosciuto come un’azienda leader incentrata sui propri partner. Grazie alla capacità di creare, scalare e gestire la sicurezza informatica in ambienti cloud, ibridi e tradizionali in tempo reale, SonicWall garantisce una protezione completa contro i cyber attacchi più elusivi diretti a innumerevoli punti di esposizione di utenti sempre più remoti, mobili e che fanno affidamento al cloud. Con il proprio centro di ricerca sulle minacce informatiche, SonicWall può fornire in modo rapido ed economico soluzioni di sicurezza informatica mirate e adattabili a qualsiasi tipo di organizzazione (grandi aziende, enti pubblici e PMI) in tutto il mondo. Per maggiori informazioni, visita www.sonicwall.com o seguici su Twitter, LinkedIn, Facebook e Instagram.

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Gestione fornitori, la fase di qualifica dinamica per la conformità al Decreto NIS 2 e al GDPR


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La gestione dinamica dei fornitori rappresenta un obbligo essenziale per garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento critiche e la protezione dei dati personali. Ecco modalità,



ProtectEU: l’approccio europeo alla sicurezza interna


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La Commissione europea ha reso noto la strategia di sicurezza interna allo scopo di creare un’Unione sicura in ogni ambito. Ecco in in cosa consiste ProtectEU
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#Cybersecurity360 è la



Debito e difesa. La nuova strategia per uscire dal rallentamento tedesco

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nel giorno del voto al Bundestag sul prossimo governo guidato da Friedrich Merz, le ultime previsioni sull’economia tedesca presentate dal ministro uscente dell’Economia e del clima Robert Habeck segnalano stagnazione nel 2025 e l’azzeramento della modesta crescita del Pil prevista originariamente



Chiude Mr. Deepfakes: il più grande sito di pornografia deepfake sparisce nel nulla


Mr. Deepfakes, la più grande piattaforma online per la distribuzione di pornografia deepfake, ha ufficialmente cessato di esistere. Il messaggio di chiusura viene ora visualizzato nella pagina principale della risorsa. Afferma che un fornitore di servizi ha smesso definitivamente di supportarlo e che la perdita di dati ha reso impossibili ulteriori operazioni. Nella dichiarazione si sottolinea che il sito non ha intenzione di essere rilanciato, che qualsiasi tentativo di utilizzare il suo nome è falso e che il dominio stesso verrà presto rimosso.

Non viene rivelato il nome del provider che ha interrotto la fornitura dei servizi al sito, né i motivi per cui ciò è accaduto. Non ci sono dettagli sulla natura della perdita di dati. L’anonimato del proprietario delle risorse non è stato ancora ufficialmente violato, sebbene nel gennaio 2024 la rivista tedesca Der Spiegel abbia affermato di essere riuscita a identificare l’amministratore come un uomo di 36 anni di Toronto che lavora presso l’ospedale da diversi anni.

Gli esperti che lottano contro la diffusione di immagini intime senza consenso ritengono che la mossa sia una vittoria importante, ma attesa con largo anticipo. Per Hani Farid, professore presso l’Università della California a Berkeley e figura chiave nello studio della manipolazione digitale, questa è solo l’inizio della lotta. Ha osservato che la tecnologia e le piattaforme finanziarie che supportano i Deepfake sono anche responsabili del funzionamento di tali risorse. Chiudere un sito non fermerà l’intero settore: troppi restano nell’ombra. Questo è cosa si nasconde dietro il lato oscuro della tecnologia

L’emergere del fenomeno dei deepfake è iniziato nel 2017 con l’attività di un utente chiamato “deepfakes” su Reddit, che ha pubblicato video in cui i volti di celebrità venivano sostituiti da scene pornografiche. Mr. Deepfake ha rapidamente riempito la nicchia vacante. Il sito non solo accettava i caricamenti degli utenti come un normale sito di hosting porno, ma consentiva anche di ordinare video deepfake da artisti anonimi, il più delle volte in cambio di criptovalute.

Oltre ai contenuti video, la parte più importante del progetto erano i forum. Fu lì che si formò una comunità che perfezionò i metodi per creare deepfake. Gli utenti si sono scambiati strumenti, link a software, algoritmi e set di dati per generare video di scambio di volti. Il risultato di questi sforzi è uno degli strumenti open source più potenti: DeepFaceLab. Uno studio scientifico del 2022 sulla tecnologia deepfake menzionava che lo sviluppo aveva avuto luogo sui forum di Mr. Deepfake (nella pubblicazione il sito era elencato come “Mr. Dpfks”). A seguito di un’indagine giornalistica, il riferimento è stato rimosso.

Nonostante la scomparsa della risorsa, la comunità non si è disintegrata. I suoi partecipanti sono già passati a Telegram, dove continua lo sviluppo, lo scambio di nuovi metodi e la distribuzione di contenuti deepfake. Le app e gli strumenti più popolari promossi tramite Mr. Deepfake continuano a vivere la loro vita. Sono disponibili su diverse piattaforme, compresi gli app store per dispositivi mobili, e perfino grandi aziende come Apple e Google hanno difficoltà a rimuoverli completamente. I social network rimangono piattaforme in cui tali servizi vengono pubblicizzati, aggirando la moderazione.

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Collegarsi a Wi-Fi pubblici? Anche con HTTPS non sei al sicuro! Scopriamolo con questo tutorial


Molte persone credono che accedere esclusivamente a siti HTTPS sia sufficiente per garantire la sicurezza durante la navigazione su reti Wi-Fi non protette. Spoiler: anche questa convinzione è un falso senso di sicurezza.

HTTPS: un passo avanti, ma non infallibile


HTTPS (HyperText Transfer Protocol Secure) utilizza protocolli di crittografia come TLS per proteggere la comunicazione tra il browser e il sito web, garantendo riservatezza e integrità dei dati.

Sebbene HTTPS offra quindi una protezione significativa rispetto a HTTP.

In questo articolo della nostra Rubrica WiFi, mostreremo come questa protezione da sola non è sufficiente soprattutto in ambienti non sicuri come le reti Wi-Fi aperte.

Vulnerabilità persistenti su reti Wi-Fi aperte


Nonostante la crittografia garantita dal protocollo HTTPS, la rete aperta e l’accesso facile alle informazioni da parte degli attaccanti ci espone ad:

  • Attacchi Man-in-the-Middle (MitM): Un attaccante può intercettare il traffico tra l’utente e il sito web, potenzialmente reindirizzando l’utente a un sito falso che imita quello legittimo.
  • Spoofing DNS e ARP poisoning: Tecniche che permettono a un attaccante di manipolare le risposte DNS o la cache ARP, reindirizzando l’utente verso siti malevoli anche se digitati correttamente.
  • Intercettazione dei metadati: Anche se il contenuto delle comunicazioni è crittografato, informazioni come i nomi di dominio visitati (DNS queries) possono essere visibili e utilizzate per profilare l’utente.

Come scritto in diversi articoli gli hacker possono sfruttare diverse tecniche per aggirare o compromettere la protezione HTTPS, tra cui:

  1. Reindirizzamenti Malevoli
    Con tecniche come lo spoofing DNS, l’attaccante modifica le risposte DNS per reindirizzare l’utente verso un sito web falso, che può avere un certificato HTTPS valido o simulato, facendo credere all’utente di essere al sicuro.
  2. Siti HTTPS Falsi (Certificati Contraffatti)
    Un attaccante può creare un sito falso con un certificato SSL/TLS valido utilizzando servizi di certificazione automatizzati o persino ottenendo certificati legittimi per domini che assomigliano a quelli reali (es. typo-squatting). L’utente, vedendo il lucchetto verde o l’indicazione HTTPS, può essere indotto a fidarsi del sito contraffatto.
  3. Downgrade dell’HTTPS
    Tramite un attacco chiamato SSL stripping, un hacker può forzare una connessione a un sito HTTPS a utilizzare HTTP, compromettendo la crittografia. Questo attacco sfrutta la possibilità che il sito supporti entrambe le versioni del protocollo.
  4. Attacchi ai Certificati di Root
    Se un attaccante riesce a compromettere i certificati di root installati sul dispositivo della vittima (ad esempio tramite malware), può creare certificati personalizzati per qualsiasi sito web, rendendo il traffico completamente vulnerabile anche con HTTPS.


La buona notizia


Partiamo col dire che dai nostri test e analisi di alboratioro: uno degli attacchi più insidiosi degli ultimi anni, l’SSL Stripping, è risultato essere molto meno efficace.

Introdotti nel 2009 da Moxie Marlinspike, questo attacco aveva lo scopo di trasformare una connessione sicura HTTPS in una semplice HTTP, privando l’utente della protezione crittografica senza che se ne accorgesse.

In pratica, l’attaccante si inseriva tra il browser e il sito web – un classico attacco man-in-the-middle – intercettando le comunicazioni e modificandole al volo, con la possibilità di leggere e manipolare tutto ciò che passava.

L’introduzione di HSTS


Per contrastare questo tipo di attacco, nel 2012 è stato introdotto il meccanismo HTTP Strict Transport Security (HSTS). Attraverso l’intestazione Strict-Transport-Security, un server può indicare al browser di accedere al sito esclusivamente tramite connessioni HTTPS per un periodo di tempo specificato. Questo impedisce al browser di effettuare richieste HTTP non sicure verso il sito, riducendo significativamente la superficie di attacco per l’SSL Stripping.

Immaginiamo HSTS come un varco elettronico: una barriera digitale che si apre solo se arrivi con i requisiti giusti — in questo caso, una connessione HTTPS. Se tenti di passare con un collegamento HTTP non cifrato, la sbarra rimane abbassata. Niente accesso.

Il sito web comunica al browser, attraverso una semplice intestazione HTTP, una regola precisa:

“Per entrare qui, devi usare solo HTTPS, sempre. Qualsiasi altra via è bloccata.”

Una volta ricevuto quest’ordine, il browser lo memorizza e da quel momento in poi rifiuta qualsiasi connessione non protetta a quel sito. Nemmeno l’utente può forzarlo: il varco resta chiuso a chi non rispetta i requisiti di sicurezza.

Limitazioni e soluzioni


Una limitazione di HSTS è che la sua efficacia dipende dal fatto che l’utente abbia già visitato il sito almeno una volta tramite HTTPS. Per mitigare questo problema, i principali browser mantengono una lista interna di siti “autorizzati” che devono essere contattati solo e sempre via HTTPS già dalla prima visita. È come se quei siti avessero il badge elettronico pre-configurato: l’accesso sicuro è garantito fin da subito.

Tuttavia, questa lista non può includere tutti i siti web esistenti, lasciando una finestra di vulnerabilità per siti non inclusi.

Ecco perché, per i siti che non sono inclusi in quella lista e non configurano HSTS correttamente, la barriera può restare alzata. E in quel caso, un attaccante potrebbe ancora tentare un downgrade, forzando una connessione HTTP con tecniche come SSL Stripping o DNS Spoofing.

Configurazioni errate e rischi residui


Oltre a quanto già detto, le configurazioni errate possono esporre i siti a ulteriori rischi. Ad esempio, se un sito non implementa correttamente HSTS o non è incluso nella lista pre-caricata dei browser, un attaccante potrebbe ancora tentare un attacco di SSL Stripping. È quindi fondamentale che i siti web configurino correttamente HSTS e che gli utenti siano consapevoli dei rischi associati a connessioni non sicure.

HSTS è uno strumento potente, ma non magico. Funziona molto bene ma se si sodisfano i seguenti criteri:

  • Il sito lo ha configurato in modo corretto
  • Il dominio è presente nella lista pre-caricata del browser
  • L’utente non viene intercettato prima della prima connessione sicura

L’adozione di HTTPS e HSTS ha reso gli attacchi di SSL Stripping significativamente meno efficaci. Tuttavia, la sicurezza completa dipende da una corretta configurazione dei server e dalla consapevolezza degli utenti. È essenziale che i siti web implementino HSTS in modo appropriato e che gli utenti prestino attenzione alla sicurezza delle loro connessioni.

Attenzione


La sicurezza completa non esiste, la consapevolezza e conoscenza di questi limiti ci permette di essere meno esposti. Soprattutto su reti aperte come quelle pubbliche o non protette.Gli attaccanti ci hanno mostrato più di una volta di essere molto ingegnosi e di riuscire a trovare sempre un modo di ottenere quello che vogliono. In questi due laboratori vogliamo dare evidenza di due possibili scenari in cui ci potremmo trovare collegandosi ad una rete aperta:

  • Un portale fasullo: laboratorio per superare le cifrature l’HTTPS
    Laboratorio realizzato grazie a Marco Mazzola
  • File in chiaro: laboratorio sul degrado della cifratura nei trasferimenti FTP
    Laboratorio realizzato grazie a Manuel Roccon


⚠️ Attenzione le informazioni riportate in calce sono a scopo educativo! Non utilizzarle per attività illegali o senza autorizzazione.⚠️


NB: Tutte le simulazione sono svolte in un ambiente di laboratorio, senza coinvolgere reti o utenti reali.

ARP spoofing


Partiamo da un piccolo accenno sull’arp spoofing che useremo in entrambi i laboratori e che viene usata di frequente nelle reti non sicure.

L’ARP spoofing (o ARP poisoning) è una tecnica di attacco informatico che sfrutta le vulnerabilità del protocollo ARP (Address Resolution Protocol) per associare l’indirizzo MAC dell’attaccante all’indirizzo IP di un altro dispositivo sulla stessa rete locale.

In parole semplici, l’attaccante invia messaggi ARP falsificati sulla rete, convincendo gli altri dispositivi (ad esempio, un computer vittima e il router) che l’indirizzo MAC dell’attaccante corrisponde all’indirizzo IP della vittima (o del router).

In breve possiamo vedere nella tabella di arp dispositivo della vittima, prima dell’attacco ARP, il MAC address corretto associato all IP gateway.

Nei sistemi Windows “arp -a” permette di vedere l’attuale tabella arp creata da precedenti comunicazioni con gli hosts.

Una volta iniziato attacco di arp spoofing, questo mac associato all’IP del gateway è stato sostituito con quello dell’attaccante.

D’ora in poi tutto il traffico che la vittima cercherà di inviare al gateway (192.168.0.1) per raggiungere internet, arriverà tutto all’attaccante, che poi tramite forwarding invierà al router originale e viceversa.

La vittima è già sotto attacco e non si sta accorgendo del problema.

Alcune Considerazioni


ARP spoofing è uno degli attacchi per poter eseguire del MiTM.

Un’altra tecnica potrebbe essere quella di usare il DHCP spoofing, inducendo i client a usare differenti configurazioni DHCP da quelle previste, incluso un gateway diverso che può essere controllato dall’attaccante per sniffare e re-indirizzare il traffico.

LAB 1 – Un portale fasullo: laboratorio per superare le cifrature l’HTTPS


In questo laboratorio analizziamo passo dopo passo un attacco Man-in-the-Middle (MITM) condotto su una rete Wi-Fi non protetta. L’obiettivo è simulare uno scenario reale in cui un attaccante riesce a intercettare il traffico della vittima e manipolarlo, sfruttando l’urgenza e la disattenzione dell’utente. Tutte le operazioni sono svolte in ambiente di laboratorio, a fini esclusivamente formativi.

Descrizione Scenario


  1. Connessione del Client alla Rete
  • Il dispositivo client si connette a una rete Wi-Fi Free, preparandosi a navigare verso siti web.
  1. Intercettazione del Traffico tramite ARP Spoofing
  • Utilizzando tecniche di ARP spoofing, l’attaccante manipola le tabelle ARP della rete locale, facendo sì che il traffico del client venga indirizzato attraverso il dispositivo dell’attaccante. Questo posiziona l’attaccante tra il client e il gateway, permettendo l’intercettazione trasparente dei dati.
  1. Reindirizzamento delle Richieste DNS (DNS Hijacking)
  • L’attaccante manipola le risposte DNS, indirizzando tutte le richieste del client verso un server controllato. Questo permette di presentare al client contenuti falsificati o dirottare le sue richieste verso destinazioni malevole.
  1. Presentazione di un Captive Portal Falso
  • Il client, tentando di accedere a Internet, viene reindirizzato a un captive portal falso che simula una pagina di accesso. Questo portale può essere utilizzato per indurre l’utente a fornire credenziali o come in questo caso per installare certificati malevoli.
  1. Installazione di un Certificato Malevolo
  • Il captive portal falso può richiedere l’installazione di un certificato SSL/TLS controllato dall’attaccante. Se l’utente accetta, l’attaccante può decrittare il traffico HTTPS del client, accedendo a informazioni sensibili.
  1. Analisi del Traffico in Chiaro
  • Con il certificato installato, l’attaccante può monitorare e analizzare il traffico del client, raccogliendo dati come credenziali di accesso, informazioni personali e altri dati sensibili


Descrizione degli strumenti e fasi Operative


In questo laboratorio sia vittima che attaccante si trovano nello stesso segmento di rete non protetta, dove non sono state implementate tecniche protezione lato rete (parleremo di queste mitigazioni nei prossimo articoli )

La vittima


La nostra vittima è un utente con sistema operativo Window 11 aggiornato alle ultime patch disponibili, che si connette ad una rete WIFI aperta. L’utilizzo di una rete non sicura avviene per diversi motivi come già trattato nell’articolo “Reti WiFi Aperte: Un Terreno Fertile per il Cybercrime”.

Ed è proprio questa esigenza di restare connessi a tutti i costi che diventa un’arma molto potente per gli attaccanti.

L’attaccante


L’attaccante opera da una macchina Kali Linux, sulla stessa rete della vittima, e predispone il sistema per intercettare e manipolare il traffico.

Predisposizione del attacco
Fase 1 – Abilitazione del forwarding


Il primo passo consiste nel abilitare il packet forwarding su Kali, trasformandolo in un nodo che inoltra il traffico tra la vittima e il gateway reale.

sudo sysctl -w net.ipv4.ip_forward=1

Fase 2 – Reindirizzamento del traffico HTTP e HTTPS


Utilizziamo iptables per dirottare tutto il traffico in uscita su porte 80 (HTTP) e 443 (HTTPS) verso la porta locale 8080, dove un proxy sarà in ascolto.

sudo iptables -t nat -A PREROUTING -p tcp –dport 80 -j REDIRECT –to-port 8080

sudo iptables -t nat -A PREROUTING -p tcp –dport 443 -j REDIRECT –to-port 8080

Fase 3 – DNS Hijacking con dnsmasq


Per intercettare le richieste di nomi a dominio e forzarle verso l’IP dell’attaccante, configuriamo un DNS Hijacking con dnsmasq.

Modificando o creando il file di configurazione:

sudo nano /etc/dnsmasq.conf

Con il seguente contenuto:

interface=wlan0
no-dhcp-interface=wlan0
bind-interfaces
bogus-priv
log-queries
log-facility=/var/log/dnsmasq.log
address=/#/192.168.1.251

In fine avviamo dnsmasq con:

sudo dnsmasq -C /etc/dnsmasq.conf

Da questo momento tutte le richieste DNS ricevute dall’interfaccia wlan0 restituiranno sempre l’indirizzo IP dell’attaccante (192.168.1.251), simulando un captive portal o un MITM proxy.

Fase 4 – ARP Spoofing


Per intercettare il traffico, l’attaccante esegue un attacco ARP spoofing, facendo credere alla vittima che il suo MAC sia quello del gateway.

sudo arpspoof -i wlan0 -t 192.168.1.113 192.168.1.1

Come visto sopra in questo modo, tutto il traffico destinato al gateway sarà deviato attraverso la macchina dell’attaccante, che agisce da intermediario trasparente.

Fase 5 – Attivazione di mitmproxy


Ora abilitiamo mitmproxy, che agirà da proxy trasparente per intercettare e ispezionare il traffico HTTP e HTTPS.

sudo mitmproxy –mode transparent –showhost –listen-port 8080

NB:Per questo laboratorio abbiamo selezionato “mitmproxy” in quanto dispone di un certificato scaricabile pubblicamente che non deve essere trustato, e quindi semplifica l’ installazione nel client della vittima (mitm.it/)​​.

Azione


Quando la vittima si collega alla rete WiFi aperta e non protetta, tutto il suo traffico finirà nella macchina Kali Linux dell’attaccante. Già questo abbiamo visto nei vari articoli essere un problema di per sé, ma se la vittima non effettuasse ulteriori azioni almeno il traffico HTTPS sarebbe al sicuro.

Presentazione del Captive Portal e Installazione Certificato


Una volta che la vittima apre il browser e prova a navigare, viene automaticamente reindirizzata a un falso captive portal ospitato dall’attaccante.

  1. Il portale simula una schermata di accesso alla rete dove viene proposto il download del certificato per poter navigare in modo “sicuro”
  2. La vittima a causa della sua esigenza di essere connesso accetta e installa il certificato senza prestare troppa attenzione a quello che sta facendo.
  3. Effettua quindi il download del certificato e in pochi semplici passaggi lo installa :

  4. Il portale di login registra questa azione e mette il dispositivo della vittima in white list. In caso di problemi lato script l’attaccante potrebbe vedere per una seconda volta la pagina del portale dove questa volta deve solo cliccare “Ho installato il certificato- Continua”
  5. La vittima da questo momento può navigare. Ignaro che il suo traffico arriverà all’attaccante che potrà da ora decifrare tutto il traffico cifrato HTTPS.


Analisi del traffico


Come mostrato in figura con il certificato accettato e il traffico in transito attraverso mitmproxy, l’attaccante potrà:

  • intercettare credenziali di accesso,
  • visualizzare richieste a servizi sensibili (banche, email, social),
  • analizzare contenuti originariamente cifrati.


Considerazioni


In conclusione, questo laboratorio rappresenta un’opportunità preziosa per comprendere le tecniche storiche di intercettazione in rete, esplorandone il funzionamento in un ambiente controllato e sicuro. Analizzare questi scenari non significa solo conoscere “come avvenivano gli attacchi”, ma soprattutto capire come prevenirli e rafforzare la sicurezza delle nostre infrastrutture digitali. Solo attraverso lo studio pratico e la consapevolezza possiamo costruire sistemi più resilienti, capaci di resistere alle minacce del passato e del futuro.

LAB 2 – File in chiaro: laboratorio sul degrado della cifratura nei trasferimenti FTP


Come HTTP, il protocollo FTP (File Transfer Protocol) è ormai obsoleto e non sicuro; ma continua a essere utilizzato in molte organizzazioni per il trasferimento di file, inclusi dati sensibili.

Come HTTPS, invece il protocollo FTPS permette di instaurare una connessione cifrata e sicura tra Client e Server; questa estensione del protocollo FTP aggiunge la cifratura TLS o SSL (da non confondere con SFTP), in modo che nessuno a parte server e client possano accedere al contenuto dei dati.

L’FTP (File Transfer Protocol) è un protocollo standard di rete usato per trasferire file tra un client e un server su una rete TCP/IP, come Internet. In pratica, permette di caricare (upload) e scaricare (download) file da un computer remoto.

Questo è ancora molto usato per lo scambio di dati,

per cui è chiaro che anche questi dati che viaggiano nella rete o verso internet dovrebbero essere protetti da cifratura.

In questo tipo di attacco forzeremo la vittima a usare un protocollo debole, FTP downgrade.

Questo attacco può essere sferrato quando la vittima utilizza un client FTP configurato per decidere in autonomia il protocollo più sicuro tra i disponibili.

In questo esempio abbiamo usato FILEZILLA, in cui la configurazione di default prevede che il programma scelga lui in automatico la connessione sicura se presente.

In questo caso connettendosi normalmente il client sarà connesso tramite TLS in automatico, perchè questo capirà che FTP server ha configurato il protocollo TLS.

Vediamo invece che utilizzando un attacco MiTM (Man In The Middle), in cui un aggressore si posizionerà in mezzo alla comunicazione, permetterà di forzare la vittima ad usare il protocollo FTP in chiaro, così da recuperare le credenziali di accesso.

PREPARAZIONE ATTACCO


Prima cosa abilitare il forwarding dei pacchetti, che trasforma l’attaccante in un router IPv4, così come vedremo dopo tutto il traffico della vittima che arriverà verrà girato al vero gateway e vice versa:

echo 1 > /proc/sys/net/ipv4/ip_forward

Installiamo un FTP locale nel dispositivo della vittima. In questo esempio abbiamo installato e avviato pure FTP e configurato in modo che accetti solo connessioni in chiaro (escludendo il TLS).

sudo systemctl start pure-ftpd

Eseguiamo del ARP spoofing (lo spiegheremo meglio qui sotto) tramite il framework MITMf, questo farà in modo che la vittima modifichi il mac address associato all’IP del router sostituendolo con quello della vittima.

MITMf (Man-In-The-Middle Framework) si pone come un potente strumento “tutto in uno” per eseguire attacchi Man-In-The-Middle e manipolare il traffico di rete. La sua forza risiede proprio nell’aver superato le limitazioni di tool precedenti come Ettercap e Mallory, offrendo un’architettura modulare e altamente estensibile.

MITMf rappresenta un’evoluzione significativa nel panorama degli strumenti MITM, offrendo una piattaforma potente, flessibile e aggiornata per l’analisi della sicurezza delle reti e la simulazione di scenari di attacco.

github.com/byt3bl33d3r/MITMf

Useremo il parametro -i per indicare interfaccia connessa alla rete pubblica, –spoof e –arp per questo attacco di arp poisoning e infine –target e –gateway, come è intuibile, per IP di vittima e gateway.

sudo ./mitmf.py -i wlan0 –spoof –arp –target 192.168.0.42 –gateway 192.168.0.1

Come spiegato sopra grazie all’ARP spoofing tutto il traffico che la vittima cercherà di inviare al gateway per raggiungere internet e FTP esterno, arriverà tutto all’attaccante, che poi tramite forwarding invierà al router originale e viceversa.

Il tutto senza che la vittima si accorga di nulla.

Ora per poter intercettare il traffico ftp transitante creiamo una regola di prerouting tramite iptables nel dispositivo dell’attaccante, così tutto quello il traffico che la vittima effettuerà verso la porta 21, verrà dirottato al FTP server locale dell’attaccante.

sudo iptables -t nat -A PREROUTING -p tcp –destination-port 21 -j REDIRECT –to-port 21

DOWNGRADE E RECUPERO DELLE CREDENZIALI FTP


Ora se la vittima si collegasse da qui in poi a un server FTP, l’autenticazione verrà fatta sul server dell’attaccante priva di TLS.

In questo caso questa ultima versione di FILEZILLA avvertirebbe di un problema e di un probabile attacco di downgrade, un altro software potrebbe anche non avere questo controllo e procedere senza avvisi.

Questo perché in precedenza ci siamo collegati tramite TLS, se fosse la prima volta non avrebbe però segnalato il problema.

Se la vittima consentirà a questo messaggio senza farsi molte domande e proseguirà con l’autenticazione, MITMF catturerà le credenziali scambiate in chiaro, incluso IP del server FTP.

Il messaggio che usiamo una connessione non sicura lo vedremo anche su filezilla nei log.

Una conseguenza oltre al furto di credenziali, se l’attaccante avesse configurato un server locale FTP che possa accettare qualunque credenziale passata dalla vittima, potrebbe accedere anche il furto dei dati che la vittima potrebbe provare a inviare all’attaccante.

Ovviamente per questo caso manca il prerouting anche della porta 20 e alcune porte passive.

NB: FileZilla segnala il downgrade solo se in precedenza era avvenuta una connessione FTPS, ma non sempre blocca il tentativo se la configurazione è su “connessione automatica”.

Considerazioni


Con questo laboratorio abbiamo dimostrato come, anche in presenza di protocolli sicuri come FTPS, la sicurezza possa essere compromessa se non si adottano configurazioni adeguate e consapevoli. Attraverso un attacco Man-in-the-Middle (MITM) e tecniche di ARP spoofing, è stato possibile forzare un client FTP, configurato per selezionare automaticamente il protocollo più sicuro disponibile, a retrocedere a una connessione non cifrata (FTP), esponendo così le credenziali e i dati trasmessi.

Questo scenario potrebbe presentarsi anche con i protocolli POP, IMAP, SMTP se il client di posta agisse in automatico a configurarsi il protocollo.

Importante quindi prestare attenzione alle configurazioni dei client per utilizzare esclusivamente connessioni sicure.

Mitigazioni


Per ridurre i rischi legati all’utilizzo di reti pubbliche o non affidabili, esistono diverse tecniche di mitigazione che possono essere applicate a livello infrastrutturale. Tra le più efficaci troviamo:

  • Network Isolation – Separazione logica dei dispositivi per limitare la visibilità e l’interazione diretta tra client.
  • Private VLAN – Isolamento dei client all’interno della stessa VLAN.
  • Dynamic ARP Inspection (DAI) – Protezione contro attacchi di tipo ARP spoofing tramite verifica dell’integrità delle risposte ARP.
  • DHCP Snooping – Blocco delle risposte DHCP non autorizzate per prevenire attacchi man-in-the-middle.
  • Port Security sugli switch – Limitazione e controllo degli indirizzi MAC connessi alle porte fisiche.
  • QoS e Traffic Shaping – Gestione della banda e delle priorità per migliorare l’efficienza e ridurre le superfici di attacco legate al congestionamento.
  • Segmentazione della rete – suddivisione dell’infrastruttura in zone separate per contenere le minacce e semplificare il controllo (può essere fatto anche su base login).

Nei prossimi articoli approfondiremo ciascuna di queste soluzioni, analizzando scenari reali, configurazioni consigliate e il loro impatto sulla sicurezza complessiva della rete.

Conclusioni Finali


Come RedWave Team vogliamo sensibilizzare sul fatto che affidarsi ciecamente ai protocolli cifrati o alle configurazioni predefinite può generare un pericoloso senso di sicurezza. Abbiamo infatti visto, come connessioni protette possono essere compromesse se gli strumenti non sono configurati correttamente o se l’utente non è pienamente consapevole dei rischi.

La sicurezza delle comunicazioni non si basa soltanto sull’uso di HTTPS o FTPS, ma sull’adozione di un approccio proattivo che includa configurazioni sicure, formazione continua e buone pratiche operative.

Nel prossimo articolo esploreremo l’uso della VPN come ulteriore livello di protezione su reti non affidabili, e nei successivi analizzeremo strategie di mitigazione concrete per ridurre l’esposizione al rischio anche su reti problematiche come una WiFi aperta.

L'articolo Collegarsi a Wi-Fi pubblici? Anche con HTTPS non sei al sicuro! Scopriamolo con questo tutorial proviene da il blog della sicurezza informatica.

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Hardware Built For Executing Python (Not Pythons)


Lots of microcontrollers will accept Python these days, with CircuitPython and MicroPython becoming ever more popular in recent years. However, there’s now a new player in town. Enter PyXL, a project to run Python directly in hardware for maximum speed.

What’s the deal with PyXL? “It’s actual Python executed in silicon,” notes the project site. “A custom toolchain compiles a .py file into CPython ByteCode, translates it to a custom assembly, and produces a binary that runs on a pipelined processor built from scratch.” Currently, there isn’t a hard silicon version of PyXL — no surprise given what it costs to make a chip from scratch. For now, it exists as logic running on a Zynq-7000 FPGA on a Arty-Z7-20 devboard. There’s an ARM CPU helping out with setup and memory tasks for now, but the Python code is executed entirely in dedicated hardware.

The headline feature of PyXL is speed. A comparison video demonstrates this with a measurement of GPIO latency. In this test, the PyXL runs at 100 MHz, achieving a round-trip latency of 480 nanoseconds. This is compared to MicroPython running on a PyBoard at 168 MHz, which achieves a much slower 15,000 nanoseconds by comparison. The project site claims PyXL can be 30x faster than MicroPython based on this result, or 50x faster when normalized for the clock speed differences.

Python has never been the most real-time of languages, but efforts like this attempt to push it this way. The aim is that it may finally be possible to write performance-critical code in Python from the outset. We’ve taken a look at Python in the embedded world before, too, albeit in very different contexts.

player.vimeo.com/video/1074893…


hackaday.com/2025/05/06/hardwa…



STATI UNITI. Waltz rimosso perché “preparava un attacco all’Iran con Netanyahu”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Secondo un'inchiesta del Washington Post, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz sarebbe stato rimosso perché avrebbe collaborato con Netanyahu ad un piano per attaccare l'Iran senza il consenso di Trump
L'articolo STATI UNITI. Waltz rimosso perché “preparava un attacco all’Iran



Nebula Mouse: The 6-DOF You Build Yourself


Nebula Mouse with sliced CAD view in the back

Let’s say your CAD workflow is starving for spatial awareness. Your fingers yearn to push, twist, and orbit – not just click. Enter the Nebula Mouse. A 6-DOF DIY marvel, blending 3D printing, magnets, and microcontroller wizardry into a handheld input device that emulates the revered 3DConnexion SpaceMouse – at a hacker price. It’s wireless, RGB-lit, powered by a chunky 1500mAh cell, and fully configurable through standard apps. The catch? You print and build it yourself, with a little help of [DoTheDIY]’s design files.

This isn’t some half-baked enclosure on Thingiverse. The Nebula’s internals are crafted with the kind of precision that makes you file plastic for hours just to fit weights correctly. Hall effect sensors track real-world movement in all axes; a Seeed Xiao nRF52840 handles Bluetooth duty. It’s hefty (280g), intentional, and smartly designed: auto-wake, USB-C, even a diffused LED bezel for night-time geek cred. Just beware that screw lengths matter. Misplace a 20mm and you’ll hear the soft crack of PCB grief. No open firmware either – you’ll get compiled code only, unlocked per build via Discord.

In short: it’s not open source, but it is deeply open-ended. If your fingers itch after having seen the SpaceMouse teardown of last month, this one’s for you.


hackaday.com/2025/05/05/nebula…



Hacker cinesi usano IPv6 per infettare Windows: il pericoloso attacco di TheWizards


Il gruppoAPT TheWizards, legato alla Cina, sfrutta la funzionalità di rete IPv6 per condurre attacchi man-in-the-middle che dirottano gli aggiornamenti software per installare malware su Windows. Secondo gli analisti di ESET, il gruppo è attivo almeno dal 2022 e ha attaccato organizzazioni nelle Filippine, in Cambogia, negli Emirati Arabi Uniti, in Cina e a Hong Kong. Tra le vittime di TheWizards ci sono singoli individui, società di gioco d’azzardo e altre organizzazioni.

Nei loro attacchi, gli hacker criminali utilizzano uno strumento personalizzato chiamato Spellbinder, che sfrutta abusa della funzionalità IPv6 Stateless Address Autoconfiguration (SLAAC) per eseguire attacchi SLAAC. Si tratta di una funzionalità del protocollo di rete IPv6 che consente ai dispositivi di configurare automaticamente i propri indirizzi IP e il gateway predefinito senza utilizzare un server DHCP. Invece, i messaggi Router Advertisement (RA) vengono utilizzati per ottenere indirizzi IP dai router abilitati IPv6.

pellbinder sfrutta questa funzionalità inviando falsi messaggi RA e facendo in modo che i sistemi vicini ottengano automaticamente un nuovo indirizzo IPv6, nuovi server DNS e un nuovo gateway IPv6 preferito. L’indirizzo di questo gateway è l’indirizzo IP di Spellbinder, che consente agli aggressori di intercettare le connessioni e reindirizzare il traffico attraverso i server da loro controllati.

“Spellbinder invia un pacchetto multicast RA ogni 200 ms a ff02::1 (tutti i nodi). I computer Windows sulla rete con IPv6 abilitato si configureranno automaticamente utilizzando la configurazione automatica degli indirizzi stateless (SLAAC) utilizzando le informazioni fornite nel messaggio RA e inizieranno a inviare traffico IPv6 al computer che esegue Spellbinder, dove i pacchetti verranno intercettati, analizzati e, se necessario, verrà fornita una risposta”, spiega ESET.

Secondo i ricercatori, Spellbinder viene distribuito utilizzando l’archivio AVGApplicationFrameHostS.zip, che viene decompresso in una directory che imita un software legittimo: %PROGRAMFILES%\AVG Technologies.

Questa directory contiene AVGApplicationFrameHost.exe, wsc.dll, log.dat e una copia legittima di winpcap.exe. L’eseguibile WinPcap viene utilizzato per caricare il file dannoso wsc.dll, che carica Spellbinder nella memoria.

Una volta infettato un dispositivo, Spellbinder inizia a intercettare e analizzare il traffico di rete, monitorando i tentativi di connessione a diversi domini, come quelli associati ai server di aggiornamento software cinesi.

Secondo gli esperti, il malware traccia i domini appartenenti alle seguenti aziende: Tencent, Baidu, Xunlei, Youku, iQIYI, Kingsoft, Mango TV, Funshion, Youdao, Xiaomi, Xiaomi Miui, PPLive, Meitu, Qihoo 360 e Baofeng.

Lo strumento reindirizza le richieste di download e installazione di aggiornamenti dannosi, che alla fine distribuiscono la backdoor WizardNet sui sistemi delle vittime. Fornisce agli aggressori un accesso permanente al dispositivo infetto e consente loro di installare ulteriore malware.

Per proteggersi da tali attacchi, ESET consiglia alle organizzazioni di monitorare attentamente il traffico IPv6 o di disattivare del tutto il protocollo se non viene utilizzato nella loro infrastruttura.

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Trump pronto a spostare la scadenza per TikTok: “Ruolo importante nella campagna elettorale”


La scadenza fissata per la vendita degli asset statunitensi di TikTok potrebbe essere nuovamente posticipata . Donald Trump ha dichiarato di essere pronto a prorogare la scadenza oltre il 19 giugno se non si raggiungerà un accordo con la società cinese ByteDance.

Non è la prima volta che TikTok, un’app utilizzata da circa 170 milioni di persone negli Stati Uniti, si trova al centro del dibattito politico. All’inizio di quest’anno è stata approvata una legge che obbliga ByteDance a cedere il controllo del segmento statunitense dell’app a investitori statunitensi. Tuttavia, i progressi sull’accordo sono stati ritardati quando i funzionari cinesi hanno espresso insoddisfazione per i nuovi dazi sulle esportazioni imposti dall’amministrazione Trump.

Nonostante ciò, continuano le trattative per la ristrutturazione di TikTok. Una fonte vicina agli investitori statunitensi di ByteDance ha affermato che l’accordo è in fase di elaborazione, ma che la decisione finale dipenderà dai progressi nei colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina.

Trump ha sottolineato che TikTok ha avuto un ruolo importante nella sua recente campagna elettorale, soprattutto tra i giovani elettori, e ha sottolineato che vorrebbe mantenere l’app nel mercato americano. Secondo lui, gli attuali dazi sui prodotti cinesi, che arrivano fino al 145%, esercitano una forte pressione sull’economia cinese. Ha aggiunto inoltre che non intende allentare la pressione commerciale per raggiungere un accordo, ma che è disposto a prendere in considerazione tagli tariffari come parte di un accordo più ampio.

Intanto al Senato sono emersi dubbi sulla legittimità della proroga dei termini previsti dalla nuova legge. Alcuni membri del Partito Democratico sottolineano che il presidente non può modificare di propria iniziativa le date stabilite dalla legge. Inoltre, l’opzione di transazione discussa in precedenza potrebbe non essere conforme ai requisiti legali.

Inizialmente la legge imponeva a TikTok di cessare le operazioni negli Stati Uniti entro il 19 gennaio 2025, a meno che il trasferimento delle attività non fosse completato entro tale data.

Tuttavia, dopo che Trump è entrato in carica per un secondo mandato il 20 gennaio, l’attuazione della legge è stata ritardata. Inizialmente la scadenza è stata spostata ad aprile, poi a giugno.

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3D Print Your Own Injection Molds, Ejector Pins and All


3D printing is all well and good for prototyping, and it can even produce useful parts. If you want real strenght in plastics, though, or to produce a LOT of parts, you probably want to step up to injection molding. As it turns out, 3D printing can help in that regard, with injection molding company [APSX] has given us a look at how it printed injection molds for its APSX-PIM machine.

The concept is simple enough—additive manufacturing is great for producing parts with complex geometries, and injection molds fit very much under that banner. To demonstrate, [APSX] shows us a simple injection mold that it printed with a Formlabs Form3+ using Rigid 10K resin. The mold has good surface finish, which is crucial for injection molding nice parts. It’s also fitted with ejection pins for easy part removal after each shot of injection molded plastic. While it’s not able to hold up like a traditional metal injection mold, it’s better than you might think. [APSX] claims it got 500 automatic injection cycles out of the mold while producing real functional parts. The mold was used with the APSX-PIM injection molding machine squirting polypropylene at a cycle time of 65 seconds, producing a round part that appears to be some kind of lid or gear.

This looks great, but it’s worth noting it’s still not cheap to get into this sort of thing. On top of purchasing a Formlabs Form3+, you’ll also need the APSX-PIM V3, which currently retails for $13,500 or so. Still, if you regularly need to make 500 of something, this could be very desirable. You could get your parts quicker and stronger compared to running a farm of many 3D printers turning out the same parts.

We’ve seen similar projects along these lines before. The fact is that injections molds are complicated geometry to machine, so being able to 3D print them is highly desirable. Great minds and all that. Video after the break.

youtube.com/embed/VazxnBSpxJ0?…


hackaday.com/2025/05/05/3d-pri…



Water Drops Serve as Canvas for Microchemistry Art


A picture of a single water droplet on top of what appears to be a page from a chemistry text. An orange particle is attached to the right side of the droplet and blue and black tendrils diffuse through the drop from it. Under the water drop, the caption tells us the reaction we're seeing is "K2Cr2O7+ 3H2O2 + 4H2SO4 = K2SO4+Cr2(SO4)3+7H2O+3O2(gas)"

If you’re like us and you’ve been wondering where those viral videos of single water drop chemical reactions are coming from, we may have an answer. [yu3375349136], a scientist from Guangdong, has been producing some high quality microchemistry videos that are worth a watch.

While some polyglots out there won’t be phased, we appreciate the captioning for Western audiences using the elemental symbols we all know and love in addition to the Simplified Chinese. Reactions featured are typically colorful, but simple with a limited number of reagents. Being able to watch diffusion of the chemicals through the water drop and the results in the center when more than one chemical is used are mesmerizing.

We do wish there was a bit more substance to the presentation, and we’re aware not all readers will be thrilled to point their devices to Douyin (known outside of China as TikTok) to view them, but we have to admit some of the reactions are beautiful.

If you’re interested in other science-meets-art projects, how about thermal camera landscapes of Iceland, and given the comments on some of these videos, how do you tell if it’s AI or real anyway?


hackaday.com/2025/05/05/water-…



Overshoot Day 2025 per l'Italia - continuiamo a consumare di più - 3 volte quello che possiamo


Oggi Overshoot Day 2025

per l' Italia (il giorno in cui le risorse planetarie rinnovabili si esaurirebbero se tutti consumassero come in Italia).

Dal 6 Maggio abbiamo finito quello che si rinnova nell'anno. In un terzo dell' anno esauriamo il quantitativo totale. Consumiamo 3 volte quanto a disposizione. E consumiamo il capitale, riducendolo. È così da anni ormai. Ed invece di rallentare, stiamo accelerando.
Come un contadino che si mangia i semi per la semina o un pescatore che pesca tutti i pesci e poi non ce ne sono più.

Non sarebbe il caso di cambiare rotta, di consumare di meno e di smettere di rubare il futuro dei giovani? 🤔🤔🤔

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L'Earth Overshoot Day si calcola dividendo la biocapacità del pianeta (la quantità di risorse ecologiche che la Terra è in grado di generare in quell'anno, come foreste, terreni coltivabili, zone di pesca, ecc...) per l'impronta ecologica dell'umanità (la domanda per quell'anno di prodotti alimentari e fibre vegetali, prodotti zootecnici e ittici, legname, foreste per assorbire le emissioni di anidride carbonica, ecc...), espresse in ettari globali, e moltiplicando il risultato per il numero di giorni dell'anno.
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CONCETTI COLLEGATI

Impronta ecologica - il concetto è stato sviluppato da Mathis Wackernagel (wackernagel.info/), all'interno delle organizzazioni Global Footprint Network e la FoDaFo - Footprint Data Foundation. L'impronta ecologica delle nazioni è una quatità misurabile che serve a suggerire delle strade per ottenere una riduzione dell'impronta umana sul mondo.

Impatto umano - concettualmente indicato dall'equazione I=PAT (Impatto=Popolazione x Consumi x Tecnologia) indica l'impatto emissivo umano e le componenti moltiplicative.

marcolo reshared this.

in reply to marcolo

Naturalmente notizia passata sotto silenzio sui big media. Tanto è vero che stamani 7-5 un ascoltatore lo ha dovuto rimarcare nella rubrica di Rai3 dedicata al commento della stampa. Chissà se domani ci sarà qualche tardivo articolo...



Google sotto attacco: gli USA vogliono smontare il suo impero pubblicitario


Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti chiede a Google di vendere parti fondamentali della sua attività pubblicitaria e di fornire ai concorrenti l’accesso a dati in tempo reale, nel tentativo di rompere il suo presunto monopolio nel mercato della pubblicità digitale. La sentenza segue una sentenza di aprile emessa dal giudice federale Leonie Brinkema, secondo cui Google controllava illegalmente i mercati dei server di hosting pubblicitario e degli scambi di annunci, raggruppando i servizi e limitando la concorrenza.

Venerdì 2 maggio, presso un tribunale della Virginia, alcuni funzionari del Dipartimento di Giustizia hanno sostenuto che l’unico modo efficace per ripristinare la concorrenza è costringere Google a vendere le sue risorse pubblicitarie, tra cui i server degli editori e gli scambi di annunci. Si propone inoltre di obbligare la società a condividere i dati di trading in tempo reale con gli altri partecipanti al mercato. Le udienze su queste proposte sono previste per il 22 settembre.

Google si oppone categoricamente a tali misure. L’azienda sostiene che i suoi strumenti pubblicitari sono efficaci e richiesti e che le vendite forzate danneggerebbero sia gli editori sia gli inserzionisti. Lee-Anne Mulholland, responsabile degli affari normativi di Google, ha affermato che le proposte del Dipartimento di Giustizia vanno oltre la sentenza della corte e non hanno alcuna base giuridica. La paranoia digitale è il nuovo buon senso.

Si tratta del terzo caso antitrust contro Google negli ultimi anni. In precedenza il tribunale aveva ritenuto l’azienda colpevole di monopolio illegale nel mercato dei motori di ricerca, nonché di abusi relativi all’app store Google Play. Nell’ambito di questi casi, il Dipartimento di Giustizia chiede inoltre a Google di vendere il suo browser Chrome e di fornire ai concorrenti l’accesso ai dati delle query di ricerca.

Google intende presentare ricorso contro le decisioni del tribunale, sostenendo che le sue azioni promuovono l’innovazione e la concorrenza e che le misure proposte potrebbero compromettere la tutela della proprietà intellettuale e la privacy degli utenti.

Si prevede che le prossime udienze in tribunale di questo autunno saranno fondamentali per determinare il futuro della pubblicità digitale e il ruolo di Google in essa.

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3D printed downspout makes life just a little nicer


Sometimes, a hack solves a big problem. Sometimes, it’s just to deal with something that kind of bugs you. This hack from [The Stock Pot] is in the latter category, replacing an ugly, redundant downspout with an elegant 3D-printed pipe.

As [The Stock Pot] so introspectively notes, this was not something that absolutely required a 3D print, but “when all you have a hammer, everything is a nail, and 3D printing is [his] hammer.” We can respect that, especially when he hammers out such a lovely print.

By modeling this section of his house in Fusion360, he could produce an elegantly swooping loft to combine the outflow into one downspout. Of course the assembly was too big to print at once, but any plumber will tell you that ABS welds are waterproof. Paint and primer gets it to match the house and hopefully hold up to the punishing Australian sun.

This is the first time we’ve posted work from [The Stock Pot] but we will be watching his career (and YouTube channel) with interest. The video, embedded below, is a good watch and a reminder than not every project has to be some grand accomplishment. Sometimes, it can be as simple as keeping you from getting annoyed when you step into your backyard.

We’ve seen raintwater collection hacks before; some of them a lot less orthodox. Of course when printing with ABS like this, one should always keep in mind the ever-escalating safety concerns with the material.

youtube.com/embed/xw6DmG80SzA?…


hackaday.com/2025/05/05/3d-pri…