Attacco informatico all’Università Roma Tre: intervengono ACN e Polizia Postale
Un grave attacco informatico ha colpito l’infrastruttura digitale dell’Università nella notte tra l’8 e il 9 maggio, causando l’interruzione improvvisa dei servizi online dell’Ateneo, inclusi siti istituzionali e piattaforme essenziali per studenti e personale docente.
Al momento è presente sul sito dell’università il seguente comunicato che mette offline il sito istituzionale.
Secondo quanto riportato dall’Ateneo stesso in una comunicazione ufficiale, il primo allarme è scattato nella notte dell’8 maggio, quando i servizi informatici hanno smesso improvvisamente di funzionare. Già nelle ore notturne, l’Area Sistemi Informativi ha attivato i protocolli di emergenza, allertando l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e la Polizia Postale, che si sono recate sul posto per le indagini.
Le operazioni di analisi e contenimento si sono protratte fino alle ore 2:00 del mattino successivo, consentendo di confermare la gravità dell’attacco e di avviare una prima valutazione dei danni all’infrastruttura digitale.
La Direzione 5 e la Direzione 7, insieme ai tecnici informatici dell’Università, sono al lavoro per il ripristino completo delle piattaforme, con l’obiettivo dichiarato di riportare online i principali servizi entro la giornata di lunedì.
Tra i sistemi prioritari:
- Contabilità
- Protocollo informatico
- IRIS (archivio della ricerca)
- Segreteria studenti (GOMP)
Proprio la piattaforma GOMP, fondamentale per studenti e docenti, è tornata accessibile già dalla serata del 9 maggio.
Mentre permangono difficoltà su alcuni fronti, la posta elettronica istituzionale risulta pienamente funzionante. Gli utenti possono accedervi utilizzando le proprie credenziali nei formati nome.cognome@stud.uniroma3.it
(per gli studenti) e ncognome@os.uniroma3.it
(per il personale). L’Ateneo ha promesso aggiornamenti continui sull’evoluzione della situazione e sui tempi di ripristino attraverso i canali ufficiali
Attacco informatico sull'infrastruttura dell'Ateneo
Nella notte dell’8 maggio, si è registrata una interruzione dei servizi informatici di Ateneo. A seguito delle operazioni di verifica effettuate già nella notte e proseguite per tutta la mattina del 9 si è potuto constatare che l'infrastruttura dell'Ateneo è stata oggetto di un grave attacco informatico che ha reso inaccessibili i siti web di Ateneo.
Immediatamente dopo aver rilevato l'attacco, l'Area Sistemi Informativi ha contattato l'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e la Polizia Postale che si sono prontamente recate presso le nostre sedi per attivare tutte le azioni necessarie. Tali procedure si sono protratte fino alle ore 02.00 di questa notte e sono state fondamentali per comprendere l'entità dell'attacco, valutare i danni e iniziare il processo di ripristino.
La Direzione 5 e la Direzione 7 stanno lavorando anche in queste ore per garantire il ripristino dei servizi principali entro la giornata di lunedì.
Tra questi, particolare attenzione è stata dedicata ai servizi di contabilità, protocollo informatico, Iris e segreteria studenti, fondamentali per la gestione amministrativa dell'Università. L’attività eseguita ha permesso, già dalla serata del 9, l’accesso a studenti e docenti ai servizi di segreteria (GOMP).
Ci scusiamo per il disagio, tutto il settore tecnico informatico è impegnato per il ripristino, seguiranno comunicazioni sui progressi nella riattivazione dei servizi.
La posta elettronica di Ateneo è funzionante, per poter accedere fare click qui ed inserire le credenziali tipo mrossi@os.uniroma3.it o mar.rossi@stud.uniroma3.it.
Come nostra consuetudine, lasciamo spazio ad una dichiarazione dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti su questa vicenda e saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
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Learn 15 Print-in-Place Mechanisms in 15 Minutes
3D printed in-place mechanisms and flexures, such as living hinges, are really neat when you can get them to print correctly. But how do you actually do that? YouTuber [Slant 3D] is here with a helpful video demonstrating the different kinds of springs and hinges (Video, embedded below) that can be printed reliably, and discusses some common pitfalls and areas to concentrate upon.
Living hinges are everywhere and have been used at least as long as humans have been around. The principle is simple enough; join two sections to move with a thinned section of material that, in small sections, is flexible enough to distort a few times without breaking off. The key section is “a few times”, as all materials will eventually fail due to overworking. However, if this thing is just a cheap plastic case around a low-cost product, that may not be a huge concern. The video shows a few ways to extend flexibility, such as spreading the bending load across multiple flexure elements to reduce the wear of individual parts, but that comes at the cost of compactness.
Moving on from springs, the second part of the video describes a few strategies for print-in-place hinges, describing how they fail, and what to do to mitigate. Again, robustness comes at a cost, in this case, increased bulk, but with 3D printing, you get what you pay for. Overall, it’s a nice, concise guide to the topic and well worth a mere seventeen minutes of your time, we reckon.
We see 3D printed flexure mechanisms a lot ’round here, like this for example. But how precise are they? Finally, we think this 3D printed spherical flexure joystick is cool, but must have been a bit tricky to model!
youtube.com/embed/AAKsl8zW-Ds?…
Thanks to [Hari Wiguna] for the tip!
PayPal sfida Apple e Google sui pagamenti via Nfc
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Lo scorso anno Bruxelles aveva spinto Apple ad aprire la propria tecnologia Nfc ai wallet di terze parti. Oggi ad approfittare della situazione è PayPal, che dopo aver passato l'ultimo quarto di secolo sul Web giunge nei negozi fisici, forte del suo sistema
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Exploring the RP2350’s UART-Bootloader
The RP2350 has a few advantages over its predecessor, one of which is the ability to load firmware remotely via UART, as [Thomas Pfilser] has documented on his blog and in the video below.
[Thomas] had a project that needed more PWM than the RP2350 could provide, and hit upon the idea of using a second RP2350 as a port expander. Now, one could hard-code this, but dealing with two sets of firmware on one board can be annoying. That’s where the UART bootloader comes in: it will allow [Thomas] to program the port-expander RP2350 using the main microcontroller. Thus he only has to worry about one firmware, speeding up development.
There are limits to this technique: for one, your code must fit into the RP2350’s RAM– but the chip has 512 kB. While 640 kB should be enough for anyone, 512 kB is plenty for the port-expander [Thomas] is working on. The second drawback is that your device now has a boot time of a second or so, since the UART connection is not exactly high-bandwidth. Third, using UART on the same pins as the bootloader within the program is a bit tricky, though [Thomas] found a solution that may soon be in the SDK.
[Thomas] also wanted to be able to perform this trick remotely, which isn’t exactly UART’s forte. RS-485 comes to the rescue, via TI’s THVD1450. That worked reliably at the 10m cable length used for the test. [Thomas] sees no reason it could not work over much longer distances. ([Thomas] suggests up to 100 m, but the baud rate is fairly low, so we wouldn’t be surprised if you could push it quite a bit further than that. The standard is good out to a kilometer, after all.) For all the wrinkles and links to tips and solutions, plus of course [Thomas]’s code, check out the blog. If you want to listen to the information, you can check out the video below.
We’re grateful to [Thomas] for letting us know about his project via the tip line, like we are to everyone who drops us a tip. Hint, hint.
Given that it is the new chip on the block, we haven’t seen too many hacks with the RP2350 yet, but they’re starting to trickle in. While a UART bootloader is a nice feature to have, it can also introduce a security risk, which is always something to keep in mind.
youtube.com/embed/eno0hiFSr18?…
Nuoce alla salute
@Politica interna, europea e internazionale
L'articolo Nuoce alla salute proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Politica interna, europea e internazionale reshared this.
Tearing Down a Forgotten Video Game
Remember Video Volley? No? We don’t either. It looks like it was a very early video game console that could play tennis, hockey, or handball. In this video, [James] tears one apart. If you are like us, we are guessing there will be little more than one of those General Instrument video game chips inside.
These don’t look like they were mass-produced. The case looks like something off the shelf from those days. The whole thing looks more like a nice homebrew project or a pretty good prototype. Not like something you’d buy in a store.
Even inside, the wiring looks decidedly hand-built. The cheap phenolic PCB contained a surprise. The box does have a dedicated “pong” chip. But it isn’t from General Instruments! It’s a National Semiconductor chip instead.
The controllers are little more than sliding potentiometers in a box with a switch. We wonder how many of these were made and what they sold for new. If you know anything, let us know in the comments.
We still see the occasional project around a General Instruments chip. If you really want a challenge for a homebrew pong, ditch the pong chip and all the other ICs, too. If you want to read more about the history of the pong chip, you’ll probably enjoy this blog post from [pong-story].
youtube.com/embed/fi-0FPcjCl8?…
Fabio Tavano reshared this.
Consiglio per acquisto televisore
Da un paio di giorni il mio televisore si "dimentica" la password per collegarsi al mio telefonino che uso come hot spot (in casa non ho Wi-Fi né rete cablata, faccio tutto con la connessione dati del telefonino). L'ho aperto per vedere se c'era qualche pila a bottone da cambiare ma non ne ho viste.
Io uso il televisore SOLO per vedere Netflix quindi al momento ogni volta che lo accendo devo andare in configurazione e impostare nuovamente la password, operazione resa noiosa dal fatto che ho a disposizione solo una tastiera virtuale su cui andare a cercare lettere e numeri spostandomi con i tasti freccia del telecomando.
Proprio in questi giorni alla COOP c'è un'offerta per un Saba SA32B46 a 99 euro, sul sito di Mediaworld lo vendono a 194. Mi sembra una buona occasione, a voi?
Il problema è che questo televisore non ha il Wi-Fi ma solo la presa Ethernet quindi così com'è non me ne farei assolutamente nulla.
Cosa dovrei comprare secondo voi per trasformare quella presa Ethernet in un Wi-Fi con cui collegarlo al mio telefonino in tethering?
Se ne valesse la pena potrei comprare il televisore più il "pezzo mancante".
Grazie.
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Ti racconto la mia esperienza con linux e perché NON E' UN'ALTERNATIVA VALIDA (per me e altri per professionisti).
Dopo essermi riavvicinato a Linux a seguito di qualche anno di pausa, posso esprimere un parere che sarà senz'altro impopolare, severo, ma è quello che penso.
Il mio asus di tre anni fa ormai arranca con Windows 11. Un po' meglio dopo avere disattivato i servizi di indicizzazione (almeno, in questo modo, è diventato usabile).
Il fatto che stia rallentando a mio avviso è uno scandalo dopo soli 3 anni, ma mi aveva spinto a cercare alternative con Linux, con il quale il portatile, letteralmente, vola (con qualsiasi distribuzione). Questo aspetto continua a sorprendermi, anche se sapevo che sarebbe andata così resta comunque un punto a favore.
Il problema è un altro: l'insormontabile limite strutturale di semplicità di utilizzo, per un utente che non sia...non dico solo esperto, ma tanto esperto.
Finché si fa un utilizzo di base è tutto splendido e abbastanza abbordabile, ma quando cominci a fare degli utilizzi specifici, tanti auguri. Ed è per questo che la situazione è ancora più tragica nel contesto di un mondo in cui dipendiamo dagli USA per qualsiasi cosa, e purtroppo per me i sistemi GNU/Linux non sono ancora una valida alternativa per la massa.
Esempio per capirci meglio. Ho installato e provato le seguenti distribuzioni: Opensuse (LEAP, Tumbleweed), Fedora, Debian, MX Linux, Mageia, Linux Mint Debian Edition, Ufficio Zero, Xubuntu, Manjaro, Tuxedo. Se non erro sono quasi tutte distribuzioni "maggiori", o che derivano da esse. Alla fine ho scelto Mint perché è stata la distribuzione in cui più facilmente sono riuscito ad installare la maggior parte dei programmi che mi servono senza impazzire). Ma parlo solo dell'installazione!
Bene, oltre al fatto che ciascuna di questa ha comandi diversi per installare pacchetti (e già qui potremmo discutere, un utente comune non può e non deve sbattersi per capire come installare cosa gli serve). I dolori son venuti dopo l'installazione, infatti.
Visto che sono un utente un po' più evoluto della media, ho esigenze diverse: VMWare Workstation, un programma di video editing serio, ecc. (programmi per fotografia non li prendo neanche in considerazione, perché su Linux il meglio che esiste è GIMP, RawTherapee e Darktable, e per me non sono all'altezza della suite Adobe o di Luminar).
Bene, dicevamo: ecco le mie esigenze di Youtuber/Fotografo/Podcaster:
1) sviluppo foto veloce, efficiente, con funzioni AI avanzate
2) editing video semi-professionale
3) dirette su Youtube/Facebook
4) Virtualizzazione con VMWare (ho una certificazione VMWare).
5) Registrazione di podcast in modo professionale.
1: sviluppo foto. Come dicevo in altri post, purtroppo su Linux il mondo fotografico è rimasto indietro. Nei software proprietari non hai più bisogno di lavorare con maschere, maschere colore, maschere luminosità, selezioni con lazo, ecc. Sia i software di Adobe che quello di Luminar ti consentono di muovere un slider e (ad esempio) modificare tutto quello che è blu, o scurire un cielo troppo chiaro, o aumentare la luminosità soltanto degli oggetti in primo piano. Non devi selezionare nulla, è l'IA che capisce cosa è blu, cosa è lontano, che cosa è cielo, edificio, terreno.
Mi dispiace davvero, ma GIMP è ormai antico come concetto e ti impone di fare tutto questo lavoro manualmente, con livelli e altre cose tali per cui per sviluppare una foto per bene ci impieghi decine di minuti: non è pensabile per me tornare da un viaggio, sviluppare 800/1000 immagini e metterci 10 mesi. Darktable/RawTherapee funzionano anch'essi in modo "vecchio", non hanno una AI dietro.
2: Uso CapCut per editare i miei video, e non mi piace per niente perché è cinese e proprietario. Bene, mi sono detto, su Linux avrai delle alternative. Spoiler: no.
Non esiste niente che sia di utilizzo così immediato ma completo come CapCut.
Niente.
Ma, mi sono detto...ok, qui puoi fare uno sforzo. Vorrà dire che imparerai ad usare qualcosa di diverso. Vorrà dire che tribolerai un po' di più e che nei tuoi video ci saranno meno cose, ma può valere la pena.
Ho provato ad installare DaVinci Resolve, che ho usato in passato ma su Windows persino l'interfaccia andava a scatti.
Buone notizie? Neanche per idea, il software si installava ma non partiva. Dopo ore di ricerche su internet ho capito quali driver nvidia servissero su Linux e come installarli, poi Resolve partiva ma ora i video importati non si vedono, rimangono completamente oscuri e il programma si pianta. Inutile dirvi che con gli stessi video su Windows funziona tutto, al netto della pachidermica interfaccia.
Pazienza, mi son detto, userò KDEnlive! Sì, se avesse ciò che serve. Quando provi ad utilizzarlo qua e là compaiono scritte che indicano che alcune funzioni non sono disponibili perché manca (ad esempio) il pacchetto per il riconoscimento vocale o quello per l'italiano. Sì, benissimo, ma almeno dimmi il nome pacchetti!
La voglia è quella di lasciar perdere, non si possono buttare via ore e ore in questo modo. Le ore voglio dedicarle a fare video editing e imparare quello.
3) installato OBS studio, tutto fantastico ma non c'è modo di fargli prendere l'audio della mia scheda audio behringer 404HD (ovviamente, è selezionata e aggiunta alla scena, ma è muta). Anche qui, non ho tutte queste ore per cercare sui forum la potenziale causa. Se apro banalmente audacity funziona, su OBS no.
4) VMware Workstation sono riuscito a farlo funzionare solo su MX Linux e Mint. bastava installare il pacchetto gcc e i sorgenti del kernel. Questa cosa la sapevo perché avendo la certificazione l'avevo trovata nei testi di studio. Per le altre distro...boh, come si chiameranno i pacchetti? Chi lo sa? Anche cercando, ho fatto molta fatica a trovare queste informazioni e in ogni caso l'installazione di VMWare Workstation non andava comunque a buon fine.
5) Podcast. Buone notizie, uso già reaper! Peccato che i plugin VST che uso non vengano visti da Reaper su Linux. Di nuovo, non ho voglia di capire perché. Nei log vedo che reaper se li aspetta in un certo percorso, ma anche mettendoli lì o facendo un link simbolico non li vede.
Basta. Basta così.
La cosa che fa più incazzare è che Reaper, Reaper, OBS e KDEnlive su Windows vanno benissimo al primo colpo, Out of the box, così come VMWare Workstation, ma il punto è che i primi 4 sono open source, mi aspetterei che fosse più semplice usarli su Linux, e invece no. Ecco cosa mi fa pensare.
Certo, dipenderà anche dalle aziende che fanno software, ad es. Da Vinci Resolve potrebbe prevedere un pacchetto per distribuzioni debian-like già completo e funzionante, ma il punto è un altro: può un utente sbattersi in questo modo?
A mio avviso no, e finché Il mondo Linux non risolve questo problema, un uso professionale lo vedo davvero difficile.
Qualcuno di voi lettori starà già pensando che il problema è mio, che sono io che non so come funzionano le cose, cosa devo installare, e quindi dovrei mettermi a studiare prima di criticare.
Per me, no. Un utente qualsiasi non può sbattersi in questo modo.
Se scelgo di fare il podcaster o il videomaker non posso essere obbligato ad imparare tutto il funzionamento del sistema operativo, le librerie, i pacchetti. Se sono uno youtuber e voglio fare una diretta, un video, un podcast, con Windows/Mac ho la vita semplice, con Linux no.
Secondo voi la massa cosa sceglierà?
Se vi è parso uno sfogo è perché lo è. Perdonatemi.
Lo dico con tanto dispiacere, ma io tutto questo tempo e voglia non ce l'ho, perché queste cose le faccio nel tempo libero e non può diventare una via crucis.
Continuerò ad utilizzare sistemi GNU/Linux quando posso, magari sui vecchi dispositivi che uso per navigare, ma un utilizzo professionale, per me e per le mie esigenze, rimane un sogno. Spero che la comunità FOSS rifletta su questo: anziché dedicare tempo ad altro (vedi l'esistenza di migliaia di distribuzioni), secondo me sarebbe preferibile lavorare per ottimizzare, semplificare, rendere la vita davvero semplice agli utenti.
Ho lasciato un mondo linux che era già complesso qualche anno fa, per ritrovarlo oggi ancora più complesso. Finché non si semplificherà pesantemente, saremo sempre legati a Windows/Mac, agli USA, ai sistemi proprietari.
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Simon Perry likes this.
@Emanuele grazie.
Più che altro, penso io, è inutile arrampicarsi sugli specchi e voler adottare per forza l'open source se un programma proprietario ti risparmia tempo, fatica, lavoro.
Chi lavora con il software non può permettersi di essere meno competitivo o metterci più tempo per fare qualcosa per usare a tutti i costi FOSS.
Quando facevo il sistemista ho installato centinaia di server web (o db server) linux con distribuzioni diverse, non solo per una questione di licenze ma perché per quella funzione linux è a dir poco perfetto.
Quando il fornitore del software che usi è un'azienda come Canon, Philips, e ti dice che il suo prodotto gira solo su windows, non ci puoi fare nulla, perché un'alternativa non esiste (penso al biomedicale, ad esempio). Ma anche banalmente active directory di Microsoft, fare tutto quello che fa AD con Linux sarebbe molto più dispendioso in termini di tempo.
Più in piccolo, vale la stessa cosa. Se devi scrivere una lettera o fare grafici e tabelle, va benissimo, ma se ti serve una cosa come Power Bi, c'è poco da fare: o usi Windows o usi Windows.
Tutto qua.
Sì, lo ammetto: il mio post era anche il mezzo sfogo di un fotografo frustrato perché i programmi che gli fanno editare uno scatto in 10 secondi anziché mezz'ora, per Linux non esistono, ma era anche più di questo. Sono contento che almeno tu e qualcun altro lo avete colto.
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Trump ha fatto bene ad abbandonare i controlli sui chip di Biden. Report Economist
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Donald Trump ha ragione ad abbandonare le norme di Joe Biden sull'esportazione dei chip. È ora di essere realistici, secondo il startmag.it/innovazione/trump-…
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Informa Pirata likes this.
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@RaccoonForFriendica This weekend I took some time to investigate how much work would be needed to build an iOS version of the app, and it turned out that at least building and running a basic version of the app is doable with some minor changes (see here).
What do you think about it? Would you like to see a Raccoon on iOS too?
#friendica #friendicadev #androidapp #androiddev #fediverseapp #raccoonforfriendica #kotlin #multiplatform #kmp #compose #cmp #opensource #foss #procyonproject
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Great, many thanks for that. This list seems to be much more accurate and up-to-date than the FediDB one.
RaccoonForFriendica reshared this.
@feb It only lists open source projects but it's been around longer (for community contributions) and is pretty comprehensive. The list of platforms is good, too.
codeberg.org/fediverse/delight…
delightful-fediverse-apps
A curated list of server applications with support for the ActivityPub protocol (Fediverse network) and related standards.Codeberg.org
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Guerre di Rete - L’AI, i lavoratori e i rapporti di potere
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Proteste, peggioramenti e licenziamenti. Solo segnali sparsi o un trend? E poi spyware.
#GuerreDiRete è la newsletter curata da @Carola Frediani
guerredirete.substack.com/p/gu…
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Non solo riarmo. Cosa vuol dire davvero Difesa europea comune. Scrive Mario Mauro
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La contingenza attuale e i continui e repentini sviluppi strategici nello scacchiere globale hanno messo l’Europa di fronte a un bivio da sempre evitato: quello di dover scegliere se dotarsi o meno di un qualche tipo di architettura militare di sicurezza. Oggi in Europa
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Papa Leone XIV e l’intelligenza artificiale
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"La Chiesa risponda alle sfide dell'intelligenza artificiale", ha detto Papa Leone XIV. Estratto del Settimanale "Tech e Privacy", la newsletter di Claudia Giulia Ferrauto.
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Boxie – a Gameboy-Esque Audio Player
This little audiobook player is a stellar example of the learning process behind a multifaceted project blending mechanical, electrical, and software design. [Mario] designed this audiobook player, dubbed Boxie, for his 3-year-old son to replace the often-used but flawed Toniebox.
The inspiration for Boxie was the Toniebox, a kid-friendly audiobook player. While functional, the Toniebox had drawbacks: it required internet connectivity, limited media selection, and had unreliable controls. Enter Boxie, a custom-built, standalone audiobook player free from web services, designed to address these issues with superior audio quality and toddler-friendly controls.
Boxie’s media is stored on microSD cards inserted into a slot on the device. To make this manageable for a toddler, he designed a PCB with a standard microSD card interface, ensuring easy swapping of audiobooks. The enclosure, crafted via 3D printing, is durable and compact, tailored for small hands.
The cartridges slide into the body of the Boxie. This presented a problem, most cartridge media utilize edge connectors. Strictly speaking, his DIY cartridges didn’t have those and couldn’t use traditional cartridge reader components. First trying pogo pins, he ran into several issues, most notably the inability to hold up to the wear and tear of a 3-year-old. A clever hack to add robustness was achieved when he switched to using a series of battery springs to interface with the cartridge.
Inside the Boxie lives an ESP32-S3 microcontroller, which provides the smarts to read all the controls, play audio from the inserted cartridge. The main housing also contains the battery, DAC, amp, and speaker. Mario faced a fair number of new challenges on this project, including designing a battery charging circuit and building his own ESP32-S3 board with support for charging NiMH batteries.
All of the 3D designs, PCB files, and source code are available on his GitHub account. If you’re interested in making a Boxie for a young one in your life, be sure to go check out his detailed write-up. If you enjoyed this project, be sure to check out the other DIY audio players we’ve featured.
La guerra di Wikipedia al governo UK: “Così distruggete il sapere online”
La Wikimedia Foundation, che gestisce Wikipedia, ha intentato una causa presso l’Alta Corte d’Inghilterra e Galles contro la legge britannica sulla sicurezza online, affermando che alcune disposizioni della nuova legislazione potrebbero portare a “manipolazioni e vandalismi” sulla piattaforma.
Potrebbe essere la prima volta che un tribunale contesta le disposizioni della legge sulla sicurezza di Internet. L’organizzazione teme che Wikipedia venga inserita in quelle che definisce piattaforme di “livello uno”, le più grandi e soggette ai requisiti più rigorosi. Ciò, secondo la fondazione, potrebbe minare i principi dell’enciclopedia, danneggiare la privacy dei volontari e distogliere risorse dallo sviluppo e dalla protezione del progetto.
Secondo il consulente generale della fondazione, Phil Bradley-Schmig, la causa mira a “proteggere i volontari di Wikipedia e la disponibilità e l’integrità della conoscenza libera a livello globale”. Il fondo sottolinea di non contestare la legge in sé e di non negare nemmeno la necessità di requisiti per le grandi piattaforme: si tratta solo del meccanismo con cui si decide quale piattaforma classificare come “categoria 1”.
Tali criteri sono stabiliti nella legislazione secondaria firmata dal ministro per il Digitale Peter Kyle. Wikimedia ha presentato una richiesta di revisione giudiziaria del regolamento, che prevede che un tribunale valuti la legalità delle decisioni governative.
Uno dei punti controversi era l’obbligo di verificare l’identità degli utenti. Secondo l’attuale interpretazione della legge, se Wikipedia non verifica gli editori, deve consentire ai collaboratori anonimi di bloccare le modifiche altrui, anche se stanno correggendo trolling o disinformazione. Ciò costringerebbe migliaia di volontari a sottoporsi a un’identificazione, il che contraddice i principi della fondazione di raccolta minima dei dati.
Il mancato rispetto della legge comporterà multe fino a 18 milioni di sterline o il 10% del fatturato globale dell’azienda. In casi estremi è addirittura possibile che l’accesso al servizio nel Regno Unito venga bloccato.
Bradley-Schmig sottolinea che i volontari che lavorano ad articoli in più di 300 lingue potrebbero essere a rischio di fughe di dati, molestie, azioni legali o addirittura arresti da parte di stati autoritari. “La privacy è il fondamento del nostro sistema di sicurezza. E queste regole, originariamente sviluppate per i social network, potrebbero causare gravi danni a Wikipedia”, ha affermato.
Il fondo ritiene che la definizione di “categoria 1” sia troppo vaga. Include siti in cui è possibile visualizzare o condividere contenuti, se dispongono di un algoritmo di selezione delle informazioni e se la piattaforma ha “un numero sufficiente di utenti”, senza tenere conto di come esattamente utilizzano il servizio.
“Chiediamo con rammarico una revisione giudiziaria delle regole di categorizzazione”, ha affermato Bradley-Schmig. “È un peccato che nel nostro tentativo di rendere Internet più sicuro, dobbiamo proteggere i nostri redattori da una legislazione mal concepita.”
Il governo del Regno Unito ha dichiarato di non poter commentare i procedimenti legali in corso, ma ha sottolineato il suo impegno nell’attuazione dell’Online Safety Act.
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La Ue fa scuola negli Usa? Cosa prevede l’App Store Freedom Act contro Google e Apple
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Negli Stati Uniti i repubblicani studiano l'App Store Freedom Act che, se passasse, aprirebbe la concorrenza nel settore deihttps://www.startmag.it/innovazione/app-store-freedom-act-duopolio-google-apple/
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Non è di meno nucleare che avremmo bisogno. La riflessione di Dottori
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il mondo continua ad essere un luogo intrinsecamente pericoloso, caratterizzato dalla compresenza di numerose potenze, che nutrono ambizioni e temono per la propria sicurezza. La pace perpetua immaginata da Immanuel Kant nel 1793 non si è ancora materializzata, a dispetto degli innumerevoli tentativi di prepararne l’avvento.
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Così la Marina ha segnato la rotta della politica estera italiana nel 2024
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il Rapporto annuale 2024 della Marina Militare Italiana restituisce l’immagine di una forza armata sempre più centrale nella strategia di sicurezza nazionale e nella proiezione internazionale del Paese. Le operazioni militari, le grandi esercitazioni multinazionali e
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Sei Davvero Umano? Shock su Reddit: migliaia di utenti hanno discusso con dei bot senza saperlo
Per anni, Reddit è rimasto uno dei pochi angoli di Internet in cui era possibile discutere in tutta sicurezza di qualsiasi argomento, dai videogiochi alle criptovalute, dalla politica alle teorie sugli UFO. Ma ora si scopre che anche lì le persone spesso non discutevano con altre persone, ma con l’intelligenza artificiale.
La causa della preoccupazione è stato un incidente avvenuto nel subreddit r/changemyview , un luogo popolare per dibattiti civili e scambi di opinioni. A quanto pare, gli scienziati dell’Università di Zurigo hanno lanciato dei bot di intelligenza artificiale per studiare quanto sia facile influenzare le opinioni degli utenti.
I bot si sono comportati nel modo più realistico possibile: sono stati addestrati a riconoscere le sfumature della comunicazione umana e hanno persino discusso meglio di molti partecipanti reali. Tutto questo è avvenuto in segreto, senza preavviso o consenso. Solo dopo la pubblicazione della bozza dei risultati dell’esperimento è diventato chiaro che migliaia di persone avevano inconsapevolmente discusso con le macchine.
I moderatori del subreddit hanno reagito duramente all’esperimento, definendolo “manipolativo e ingiusto”. Nella comunità si aprì un dibattito etico: da un lato si trattava di un lavoro scientifico, dall’altro si trattava di una palese ingerenza nella comunicazione in tempo reale, peraltro senza il consenso dei partecipanti.
In seguito allo scandalo, la dirigenza di Reddit ha deciso di introdurre ulteriori controlli per confermare che l’utente sia un essere umano. Secondo il CEO Steve Huffman, Reddit rimarrà anonimo, ma diventerà più “umano”. Tuttavia, non è ancora chiaro come verrà implementato esattamente il sistema di protezione e se scoraggerà gli utenti reali dal visitare i loro thread preferiti.
In un modo o nell’altro, su una delle ultime piattaforme in cui l’autenticità della comunicazione è stata ancora preservata, sorge una nuova domanda: “Sei davvero umano?”
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A passeggio con l’informatica #31 – Opportunità per tutti o per pochi?
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freezonemagazine.com/articoli/…
Nato e cresciuto a Reno, Nevada, Willy Vlautin è autore di sette romanzi ed è il fondatore dei gruppi Richmond Fontaine e The Delines. Vlautin ha iniziato a scrivere storie e canzoni all’età di undici anni, dopo aver ricevuto la sua prima chitarra. Ispirato da cantautori e romanzieri come Paul
L’Intelligenza artificiale rosicchia il monopolio di Google?
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Google è ancora la piazza principale di Internet, ma arrivano i primi dati che suggeriscono che con l'arrivo dell'Intelligenza artificiale qualcosa stia cambiando. Inoltre Mountain View potrebbe veder sfarinare il
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Another Old ThinkPad Gets A New Motherboard
The Thinkpad line of laptops, originally from IBM, and then from Lenovo, have long been the choice of many in our community. They offer a level of robustness and reliability missing in many cheaper machines. You may not be surprised to find that this article is being written on one. With such a following, it’s not surprising that a significant effort has gone into upgrading older models. For example, we have [Franck Deng]’s new motherboard for the Thinkpad X200 and X201. These models from the end of the 2000s shipped as far as we can remember with Core 2 Duo processors, so we can imagine they would be starting to feel their age.
It’s fair to say the new board isn’t a cheap option, but it does come with a new Core Ultra 7 CPU, DDR5 memory, M.2 interfaces for SSDs alongside the original 2.5″ device, and USB-C with Thunderbolt support. There are a range of screen upgrade options. For an even more hefty price, you can buy a completely rebuilt laptop featuring the new board. We’re impressed with the work, but we have to wonder how it would stack up against a newer Thinkpad for the price.
If you’re curious to see more of the same, this isn’t the first such upgrade we’ve seen.
Thanks [Max] for the tip.
An LLM for the Raspberry Pi
Microsoft’s latest Phi4 LLM has 14 billion parameters that require about 11 GB of storage. Can you run it on a Raspberry Pi? Get serious. However, the Phi4-mini-reasoning model is a cut-down version with “only” 3.8 billion parameters that requires 3.2 GB. That’s more realistic and, in a recent video, [Gary Explains] tells you how to add this LLM to your Raspberry Pi arsenal.
The version [Gary] uses has four-bit quantization and, as you might expect, the performance isn’t going to be stellar. If you are versed in all the LLM lingo, the quantization is the way weights are stored, and, in general, the more parameters a model uses, the more things it can figure out.
As a benchmark, [Gary] likes to use what he calls “the Alice question.” In other words, he asks for an answer to this question: “Alice has five brothers and she also has three sisters. How many sisters does Alice’s brother have?” While it probably took you a second to think about it, you almost certainly came up with the correct answer. With this model, a Raspberry Pi can answer it, too.
The first run seems fairly speedy, but it is running on a PC with a GPU. He notes that the same question takes about 10 minutes to pop up on a Raspberry Pi 5 with 4 cores and 8GB of RAM.
We aren’t sure what you’d do with a very slow LLM, but it does work. Let us know what you’d use it for, if anything, in the comments.
There are some other small models if you don’t like Phi4.
youtube.com/embed/kbuObvYRnWc?…
Restoring A Sinclair C5 For The Road
The Sinclair C5 was Sir Clive’s famous first venture into electric mobility, a recumbent electric-assisted tricycle which would have been hardly unusual in 2025. In 1985, though, the C5 was so far out there that it became a notorious failure. The C5 retains a huge following among enthusiasts, though, and among those is [JSON Alexander, who has bought one and restored it.
We’re treated to a teardown and frank examination of the vehicle’s strengths and weaknesses, during which we see the Sinclair brand unusually on a set of tyres, and the original motor, which is surprisingly more efficient than expected. Sir Clive may be gone, but this C5 will live again.
We’ve had the chance to road test a C5 in the past, and it’s fair to say that we can understand why such a low-down riding position was not a success back in the day. It’s unusual to see one in as original a condition as this one, it’s more usual to see a C5 that’s had a few upgrades.
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Move over, Lithopane: 3D Printed 3D Photos with Gaussian Splats
If you had asked us yesterday “How do you 3D Print a Photo”, we would have said “well, that’s easy, do a lithopane”– but artist, hacker and man with a very relaxing voice [Wyatt Roy] has a much more impressive answer: Gaussian splats, rendered in resin.
Gaussian splats are a 3D scanning technique aimed at replicating a visual rather than geometry, like the mesh-based 3D-scanning we usually see on Hackaday. Using photogrammetry, a point cloud is generated with an associated 3D Gaussian function describing the colour at that point. Blend these together, and you can get some very impressive photorealistic 3D environments. Of course, printing a Gaussian smear of colour isn’t trivial, which is where the hacking comes in.
14-face isospheres do a good job of replicating the complicated Gaussian, as seen with this experimental long-exposure shot.
[Wyatt] first generates the Gaussian splats with an app called Polycam, which outputs inscrutable binary .ply files. With AI assistance of dubious quality, [Wyatt] first created a python script to decompile this data into an ASCII file, which is then fed into a Rhino script to create geometry for printing. Rather than try and replicate the Gaussian splat at each point perfectly, which would melt his PC, [Wyatt] uses 14-face isospheres to approximate the 3D Gaussian functions. These then get further postprocessing to create a printable mesh.
Printing this isn’t going to be easy for most of us, because [Wyatt] is using a multi-color DLP resin printer. The main body is clear resin, and black or white resin used for the space defined by the isospheres created from the Gaussian Splat. When the interior color is white, the effect is quite similar to those acrylic cubes you sometimes see, where a laser has etched bubbles into their depths, which makes us wonder if that might be a more accessible way to use this technique.
We talked about Gaussian splats when the technique was first announced, but it’s obvious the technology has come a long way since then. We did feature a hack with multicolor resin prints last year, but it was much more manual than the fancy machine [Wyatt] uses here. Thanks to [Hari Wiguna] for the tip.
youtube.com/embed/uxgzOpmmEbI?…
Spagna; collutorio con clorexidina: 4 € al litro.
Italia: se ti va bene 28 € al litro su Amazon.
Stessa concentrazione: 0,12.
Ibuprofene da 400: Spagna 3,80€ per 30 cp, Italia 4,80 per 10.
Non sto scherzando.
Rinaldo Giorgetti
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in reply to Rinaldo Giorgetti • •@Rinaldo Giorgetti
Al mio televisore sto aggiornando il SW, dopodiché ripristinerò anche la configurazione di fabbrica, ma mi serve un piano B...
StatusSquatter 🍫
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in reply to Max su Poliverso 🇪🇺🇮🇹 • •Da qualche giorno ha ricominciato a ricordarsela, niente aggiornamento software in mezzo e niente modifiche alla configurazione.
Boh...
E grazie per i consigli.
Marco
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in reply to Marco • •@Marco
Per adesso lascio tutto com'è, poi Apple penso al prezzo e mi vengono i brividi 😁
Marco
in reply to Max su Poliverso 🇪🇺🇮🇹 • • •L'ho comperato a mia volta su ebay per pochi soldi.