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Anche l'Italia nella task force internazionale contro lo sfruttamento sessuale minorile


Oltre 20 paesi hanno partecipato all'operazione, ospitata presso la sede centrale di Europol all'Aia

Un totale di 51 bambini vittime di abusi sessuali sono stati identificati durante la 17a edizione della Victim Identification Task Force (#VIDTF17). L'operazione si è svolta nel corso di due settimane, dall'8 al 19 settembre 2025, presso la sede di #Europol. 27 esperti di Europol, #INTERPOL e 22 paesi in tutto il mondo hanno lavorato fianco a fianco per analizzare le immagini di bambini vittime di abusi non identificati, per identificarli e salvaguardarli.
Gli esperti partecipanti alla task force hanno analizzato oltre 300 set di dati raffiguranti vittime di sfruttamento sessuale minorile (CSE). Gli analisti hanno visto vittime di entrambi i sessi, dai bambini agli adolescenti, con una varietà di origini etniche e di molte nazionalità diverse. A seguito dell'operazione, alle autorità nazionali sono state inviate 213 piste per ulteriori indagini.

La Victim Identification Task Force (#VIDTF) è stata organizzata per la prima volta nel 2014. Da allora, il numero di set di dati analizzati è aumentato in modo esponenziale, insieme al database di Europol, creato nel 2006 e che ora contiene oltre 111 milioni di foto e video unici di sfruttamento sessuale minorile.

Oltre al crescente volume di immagini, lo scambio di materiale pedopornografico (CSAM) sembra ora essere molto più frequente rispetto al passato, probabilmente a causa dell'accessibilità e della grande capacità di archiviazione dei telefoni cellulari. Parallelamente, il CSAM generato dall’intelligenza artificiale è diventato uno dei modi principali in cui i trasgressori producono, acquisiscono e immagazzinano tale materiale.
Nel corso degli anni, i delinquenti hanno anche avuto accesso a strumenti e risorse più sofisticati. Oggi condividono anche tutorial sui forum del dark web che spiegano come creare CSAM iperrealistico generato dall’intelligenza artificiale.

Oltre 1 000 vittime salvaguardate riunendo le forze

Le autorità nazionali spesso non dispongono degli strumenti e delle risorse umane per far fronte alla quantità di CSAM creato e diffuso. Questo è il motivo per cui la Task Force per l’identificazione delle vittime è così preziosa nella lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori: riunisce esperti di molteplici nazionalità, facilita la comunicazione e rafforza la cooperazione tra le forze dell’ordine di tutto il mondo.
Nelle precedenti sedici edizioni del VIDTF, le autorità hanno salvaguardato un totale di 1 010 vittime, arrestato 301 autori di reato, analizzato 8 005 set di dati e diffuso 2 266 pacchetti di intelligence ai partner di Europol.

L'appello di Europol

Europol ha recentemente rilasciato nuove immagini sulla piattaforma “Stop agli abusi sui minori – Trace an Object” (europol.europa.eu/stopchildabu…), che invita tutti i cittadini a esaminare gli oggetti provenienti da casi irrisolti di abusi sessuali su minori e vedere se ne riconoscono qualcuno. Nessun indizio è troppo piccolo: anche il più piccolo dettaglio potrebbe aiutare a identificare e salvaguardare un bambino abusato sessualmente.

L'obiettivo principale è risalire all'origine degli oggetti raffigurati. Chiunque ne riconosca uno può fornire informazioni a Europol in modo anonimo. Una volta identificato il paese o il luogo, Europol informerà l'autorità competente di contrasto per indagare ulteriormente. L'obiettivo è quello di accelerare l'identificazione sia della vittima che dell'autore del reato.

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Riciclaggio di denaro in tutto il mondo: un Manuale fornisce strumenti pratici per la cooperazione


Il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (#GAFI), il Gruppo #Egmont, l' #INTERPOL e l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (#UNODC) chiedono una maggiore collaborazione globale tra analisti, investigatori, pubblici ministeri e altri soggetti, con il lancio di un pratico Manuale sulla Cooperazione Internazionale contro il Riciclaggio di Denaro, che fornisce strumenti essenziali per aiutare i Paesi ad accelerare le indagini e assicurare alla giustizia un maggior numero di criminali.
Il riciclaggio di denaro attraversa quasi sempre i confini nazionali e i criminali sfruttano le lacune tra i sistemi giuridici nazionali per nascondere le proprie attività ed evitare le sanzioni. Tuttavia, le valutazioni del GAFI mostrano costantemente che indagare, perseguire e sanzionare il riciclaggio di denaro rimane uno degli ambiti più deboli a livello mondiale. Senza una cooperazione più efficace, i Paesi non possono fermare sul nascere la criminalità finanziaria.
"Una minaccia internazionale richiede una risposta internazionale. Una vittima può spesso trovarsi dall'altra parte del mondo rispetto ai criminali che stanno distruggendo le loro vite o i loro mezzi di sussistenza, quindi dobbiamo vedere i paesi collaborare in modo più efficace e moltiplicare le nostre difese per garantire la sicurezza delle persone, assicurare più criminali alla giustizia e recuperare i profitti illeciti" è stata la dichiarazione di Elisa de Anda Madrazo, Presidente del GAFI

Globalizzazione dei sistemi finanziari e rapidi progressi tecnologici

Il manuale risponde alla globalizzazione dei sistemi finanziari e ai rapidi progressi tecnologici, che richiedono intelligence e azioni più rapide per tenere il passo con i criminali.
La risposta è promuove quindi la cooperazione informale, come canali di comunicazione sicuri, meccanismi di risposta rapida e analisi congiunte, che possono consentire indagini più rapide, flessibili e mirate, integrando i processi formali, solitamente legali, che sono spesso più lenti e proceduralmente complessi.

Collaborazione efficace

Il manuale evidenzia casi concreti che dimostrano l'impatto della cooperazione internazionale: le Unità di Intelligence Finanziaria in Italia, Spagna e Paesi Bassi hanno scoperto un sistema di riciclaggio transfrontaliero da 95 milioni di euro attraverso analisi congiunte e condivisione di informazioni. L'operazione AVARUS-X in Australia, supportata dalla Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, ha smantellato una rete di riciclaggio che sfruttava le società di servizi finanziari per trasferire miliardi di dollari australiani all'anno. Le autorità statunitensi e indiane si sono coordinate in tempo reale per sequestrare asset in criptovaluta per un valore di 150 milioni di dollari, collegati al traffico di droga. Un'indagine multinazionale supportata dall'INTERPOL sul traffico di corni di rinoceronte ha ottenuto condanne a Singapore, supportate da prove provenienti dal Sudafrica.
Le organizzazioni avvertono che i criminali continueranno a sfruttare le scappatoie legali a meno che le unità di informazione finanziaria, le forze dell'ordine e i pubblici ministeri non cooperino in modo più efficace.
Quali le sfide

Le giurisdizioni devono affrontare diverse sfide nella gestione dei casi di riciclaggio di denaro, tra cui: accesso e poteri diseguali: le autorità competenti hanno livelli diversi di accesso alle informazioni, limitando la loro capacità di indagare efficacemente; volume crescente di dati e casi: l'aumento dei casi e delle richieste internazionali richiede risorse e capacità adeguate per gestirli; differenze nelle priorità: le giurisdizioni possono avere priorità diverse riguardo ai casi, complicando la cooperazione internazionale e l'efficacia delle indagini.
L'approccio delle autorità competenti nella cooperazione internazionale contro il riciclaggio di denaro è evoluto verso una strategia più mirata, in risposta all'aumento della complessità e del volume dei casi. Le autorità ora identificano specificamente quando e quali informazioni richiedere, cercando di massimizzare l'efficacia degli scambi di cooperazione. Inoltre, si è assistito a un passaggio da un approccio reattivo a uno più proattivo, anticipando nuove minacce e sfide nel panorama del crimine finanziario.

Cooperazione informale

Le autorità competenti possono utilizzare quattro principali tipi di cooperazione informale per assistenza: la cooperazione multilaterale: scambi di informazioni tra più giurisdizioni su piattaforme stabilite; quella bilaterale: scambi diretti tra due giurisdizioni; la così detta diagonale: collaborazione tra giurisdizioni diverse che non sono necessariamente collegate.
Inoltre possono approdare ad analisi e indagini congiunte: lavoro collaborativo su casi specifici per approfondire l'analisi e le indagini.
Le autorità competenti possono migliorare l'efficacia delle richieste internazionali di informazioni attraverso: la formazione e consapevolezza: garantire che il personale sia formato sui canali di assistenza disponibili e su come utilizzarli efficacemente; l' utilizzo di formati standardizzati: adottare modelli di richiesta standardizzati per facilitare la condivisione e la comparazione dei dati, riducendo il rischio di malintesi; la comunicazione continua: mantenere una comunicazione costante con le autorità richiedenti e riceventi per garantire che le esigenze siano soddisfatte e per fornire feedback tempestivi.
Esistono diversi strumenti e reti di cooperazione per facilitare lo scambio di informazioni tra le autorità competenti, tra cui:
- Piattaforme di comunicazione sicure: come il sistema Secure Web dell'Egmont Group (ESW), I-24/7 di INTERPOL e SIENA di Europol, che garantiscono comunicazioni criptate.
- Reti multilaterali: come il gruppo Egmont delle FIUs e INTERPOL, che offrono quadri per analisi congiunte e indagini collaborative.
- Protocolli standardizzati: linee guida e pratiche comuni che facilitano uno scambio di informazioni più coerente e affidabile.


Per saperne di più fatf-gafi.org/content/dam/fatf…

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Se il cybercrime arriva dall'Africa: Interpol e Operazione Serengeti


Smantellata rete composta da 1.000 persone

Un'operazione su larga scala delle forze dell'ordine coordinata dall?interpol, nome in codice Operazione Serengeti 2.0, ha smantellato con successo una rete di criminali informatici composta da 1.000 persone e recuperato 97,4 milioni di dollari di fondi rubati da oltre 88.000 vittime.

L'operazione, svoltasi da giugno ad agosto 2025, ha coinvolto le forze dell'ordine del Regno Unito e di 18 paesi africani, oltre ad aziende private e organizzazioni no-profit.

I principali risultati dell'operazione includono:


  • L'arresto di 1.209 criminali informatici
  • Lo smantellamento di 11.432 risorse infrastrutturali dannose
  • Il recupero di 97.418.228 dollari
  • L'identificazione di 87.858 vittime e una perdita monetaria stimata di 484.965.199 dollari


L'operazione ha preso di mira vari tipi di reati informatici, tra cui ransomware, truffe online e compromissione della posta elettronica aziendale (BEC). Gli sforzi dei partner privati e delle organizzazioni no-profit che hanno collaborato hanno fornito informazioni essenziali alle forze dell'ordine, consentendo loro di identificare e arrestare i criminali.

Il successo dell'Operazione #Serengeti 2.0 evidenzia la crescente portata e l'impatto delle operazioni guidate dall' #Interpol. La rete globale di contrasto al crimine continua a rafforzarsi, producendo risultati concreti e tutelando le vittime. L'operazione sottolinea inoltre l'importanza della cooperazione internazionale e della condivisione delle informazioni nella lotta alla criminalità informatica.

Oltre agli arresti e ai recuperi, l'operazione ha dato priorità alla prevenzione attraverso una partnership con l'International Cyber Offender Prevention Network (#InterCOP), un'alleanza di 36 nazioni guidata dai Paesi Bassi. InterCOP mira a spostare la lotta alla criminalità digitale dalla reazione all'interruzione proattiva, identificando e neutralizzando le minacce informatiche prima che colpiscano.

L'Operazione Serengeti 2.0 si è svolta nell'ambito dell'Operazione Congiunta Africana contro la Criminalità Informatica, finanziata dal Ministero degli Esteri, del Commonwealth e dello Sviluppo (FCDO) del Regno Unito. Tra i paesi africani partecipanti figurano Angola, Benin, Camerun, Ciad, Costa d'Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana, Kenya, Mauritius, Nigeria, Ruanda, Senegal, Sudafrica, Seychelles, Tanzania, Zambia e Zimbabwe.

Il successo dell'operazione dimostra l'efficacia degli sforzi collaborativi nella lotta alla criminalità informatica e sottolinea l'importanza di una continua cooperazione internazionale e della condivisione delle informazioni nella lotta alle minacce digitali.

#cybercrime

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Silver Notice colpisce il crimine organizzato … nelle sue tasche. L'insegnamento di Giovanni Falcone ("segui il denaro") trova concreta applicazione


Globalmente, i criminali riescono a mantenere circa il 99 per cento dei loro guadagni illegali. L'iniziativa "Silver Noice" di INTERPOL mira a modificare tale dato, dando visibilità globale su miliardi di dollari in beni illegali e supportando il loro recupero e il loro ritorno al loro proprietario legale.

Silver Notice è il più recente "codice a colori" di Interpol, e consente ai paesi di condividere avvisi e richieste di informazioni in tutto il mondo. È stato lanciato sperimentalmente lo scorso gennaio 2025, con 51 paesi partecipanti e alla fine di giugno sono stati pubblicati oltre 50 avvisi, coinvolgendo paesi da tutto il mondo. Tutte le richieste di pubblicazione di un Silver Notice sono esaminate dal team di operazioni e specialisti legali e, per coloro che sono ammessi alla pubblicazione, la unità di criminalità finanziaria specializzata lavora a stretto contatto con le giurisdizioni coinvolte per tracciare e identificare i beni ricercati. Partendo da contanti o criptovaluta a immobili, yacht di lusso o automobili, questi beni sono i proventi illegali di attività criminali come frode, corruzione, droga, armi e traffico di esseri umani, e la criminalità ambientale. Sono spesso rapidamente spostati oltre i confini, rendendo il recupero altamente complesso e dipendente dall'efficace cooperazione internazionale che solo INTERPOL può fornire. Dice Valdecy Urquiza, Segretario Generale di INTERPOL (immagine sottostante): “Dal punto di vista dei loro guadagni finanziari, stiamo lavorando per interrompere le reti criminali e ridurre il loro impatto dannoso sulle comunità in tutto il mondo”

Il primo Silver Notice è stato richiesto in gennaio dall'Italia: la Guardia di Finanza era alla ricerca di informazioni sui beni appartenenti ad un appartenente alla mafia. Da allora, è anche diventata una delle prime storie di successo del nuovo strumento, con oltre 1,7 milioni di dollari in attività illegali – che vanno da contanti e immobili a veicoli e persino bovini – identificati e situati in Brasile. A seguito dei primi contatti tra gli organi giurisdizionali nazionali in Italia e in Brasile, la pubblicazione della Silver Notice ha consentito un coordinamento diretto tra Forze di polizia, sostenuto dall’unità specializzata di criminalità finanziaria di INTERPOL. Ciò a sua volta ha portato alla cooperazione con l'appropriata corte brasiliana a livello locale e alla riuscita identificazione dei beni illegali, con il coordinamento per garantire il loro sequestro in corso. “L’iniziativa Silver Communication dà alla legge il suo primo strumento globale per rendere questo tipo di risultato una realtà”, afferma Claudio Marinelli, Coordinatore Operativo, INTERPOL Financial Crime and Anti-Corruption Centre. “Fino al suo lancio, abbiamo avuto zero visibilità sul valore del danno creato da criminali organizzati a livello globale, ma ora i dati delle comunicazioni e delle diffusioni già pubblicate ci danno un quadro chiaro di miliardi di dollari in beni illeciti, con centinaia di obiettivi identificati e centinaia di nuovi indizi da indagare. ”

Seguendo i soldi in tutto il mondo Oltre a fornire un caso di coordinamento per sostenere i paesi che seguono questi obiettivi, gli esperti di criminalità finanziaria hanno anche organizzato workshop per dare ai professionisti dell'applicazione della legge e della giustizia in tutte le regioni una migliore comprensione di come utilizzare lo strumento nella sua fase pilota. Il loro impatto è stato chiaro, con il numero di richieste di pubblicazione moltiplicato cinque volte dopo il primo workshop solo nelle Americhe. “I partecipanti ai workshop sono stati molto entusiasti del potenziale dell’Avviso d’Argento”, afferma Theos Badege, Director pro tempore, INTERPOL Financial Crime and Anti-Corruption Centre. “Lo sanno che il denaro è il filo che attraversa quasi ogni forma di crimine organizzato e che per smantellare le reti criminali, dobbiamo seguire i soldi – identificarlo, rintracciarlo, interrompere l’infrastruttura finanziaria che consente loro di riciclare denaro attraverso i confini e lavorare per restituire beni rubati al loro legittimo proprietario,” conclude.

Si può quindi affermare che il mai dimenticato insegnamento di Giovanni Falcone nella lotta alle mafie ("follow the money - segui il denaro") trova in ambito internaionale concreta attuazione mediante l'applicazione del Silver Notice

#silvernotice #interpol #followthemoney

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Lotta alla criminalità organizzata e al degrado ambientale. L'azione dell'Interpol


I gruppi della criminalità organizzata prendono di mira specie protette, come rinoceronti, pangolini e pesci totoaba, per ottenere profitti elevati e bassi rischi.

La criminalità ambientale ha un impatto devastante sul clima, sulla biodiversità e sugli habitat locali, generando centinaia di miliardi di dollari all'anno.

L'unità di sicurezza ambientale dell'INTERPOL, parte della Direzione per la criminalità organizzata, lavora a stretto contatto con i paesi membri e i partner esterni per identificare, tracciare e smantellare queste reti.

Le specie protette, come i rinoceronti e i pesci totoaba, rischiano l'estinzione a causa dell'elevata domanda di prodotti da parte della criminalità organizzata. I criminali utilizzano tecniche sofisticate, come la falsificazione delle etichette di carico e delle dichiarazioni doganali, per contrabbandare merci come legname protetto e animali vivi. L'Operazione Thunder dell'INTERPOL, un'operazione annuale della durata di un mese, ha portato quest'anno al sequestro di migliaia di animali e all'arresto di centinaia di sospettati.

Si tratta di un'operazione su larga scala, condotta a livello globale per combattere il traffico di fauna selvatica e di prodotti forestali. Questa operazione ha coinvolto le forze dell'ordine di molti paesi che hanno collaborato per sequestrare e indagare su casi di traffico illegale di fauna selvatica e prodotti forestali. Il traffico illegale di fauna selvatica è il commercio illegale di animali, piante e loro parti. Include animali come grandi felini, uccelli e rettili, nonché piante e alberi. Il traffico illegale di fauna selvatica può danneggiare l'ambiente, causare l'estinzione di specie e persino alimentare conflitti e instabilità. Il traffico illegale di legname è il commercio illegale di legname e prodotti forestali. Può includere alberi, legname e altri prodotti forestali. Il traffico illegale di legname può danneggiare l'ambiente e contribuire al cambiamento climatico.

Durante l'operazione, le forze dell'ordine hanno collaborato per:

  • Sequestrare fauna selvatica e prodotti forestali, inclusi animali vivi, piante e legname.
  • Indagare su casi di traffico illegale di fauna selvatica e prodotti forestali, incluse attività online e profili di sospetti.
  • Condividere informazioni e intelligence tra loro per costruire un quadro globale di intelligence sul traffico di fauna selvatica e legname.
  • Arrestare e perseguire i presunti trafficanti.


L'operazione ha portato al sequestro di:


  • Oltre 2.200 sequestri di fauna selvatica e prodotti forestali in tutto il mondo
  • Centinaia di migliaia di parti e derivati di animali protetti
  • Migliaia di alberi e piante
  • Armi da fuoco, veicoli e attrezzature per il bracconaggio


Raccolta di intelligence globale

La portata transnazionale unica dell'INTERPOL e l'accesso al più grande database di polizia al mondo consentono all'organizzazione di guidare la lotta globale contro la criminalità organizzata contro la fauna selvatica. I suoi team specializzati condividono informazioni di intelligence e facilitano le indagini tra le forze di polizia nazionali, con conseguente pubblicazione di notifiche viola e rosse per informare i paesi membri su nuovi modus operandi o latitanti ricercati a livello internazionale.

Successo nell'applicazione della legge a livello globale

Una recente notifica rossa (red notice) emessa dall'INTERPOL ha portato all'arresto di una donna ucraina in Thailandia per aver contrabbandato 116 tartarughe protette dalla Tanzania. Dopo essere sfuggita alla cattura in Thailandia, la donna è stata fermata in Bulgaria e infine estradata in Tanzania. L'arresto della sospettata e il ritorno delle tartarughe nel loro paese d'origine dimostrano la portata globale dell'INTERPOL e la sua capacità di coordinare gli sforzi delle forze dell'ordine internazionali per combattere la criminalità transnazionale.

#interpol #wildlifecrime

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Arrestato in Colombia il narcotrafficante Federico Starnone, anche grazie alla rete anti-'Ndrangheta I-CAN di Interpol


Si tratta di un latitante 44enne, ricercato dalle autorità italiane per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti con le aggravanti connesse a due distinti tentativi di importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sudamerica.

E' ritenuto legato alla 'Ndrangheta. E' stato catturato in un appartamento nel quartiere residenziale di Cali.

A carico di Starnone è stata già emessa una sentenza di condanna a 5 anni e mezzo per reati di droga. L'uomo è stato catturato dalla polizia colombiana mentre si trovava in un appartamento nel quartiere residenziale nel capoluogo del dipartimento Valle del Cauca.

Essenziale l'apporto del progetto INTERPOL Cooperation Against ‘Ndrangheta (I-CAN).

Si tratta di un'iniziativa lanciata dall'Italia e dall'INTERPOL nel gennaio 2020 per contrastare la minaccia globale rappresentata dalla ‘Ndrangheta, come noto un'organizzazione criminale transnazionale altamente organizzata e potente.

Finanziato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiano, il progetto mira a rafforzare la cooperazione internazionale tra forze di polizia sfruttando le capacità dell'INTERPOL di condividere intelligence, competenze e best practice, trasformando così le informazioni in arresti e smantellando le reti criminali.

Avviato a Reggio Calabria l'obiettivo principale del progetto è stato - da subito - quello di istituire un sistema globale di allerta precoce contro questo "nemico invisibile". I-CAN opera attraverso una rete di paesi pilota, che inizialmente includevano Australia, Argentina, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Italia, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay, che si è espanso a 13, tra cui Austria, Belgio e Spagna.

Il progetto facilita operazioni coordinate transfrontaliere, come dimostrato dall'operazione globale del 2020 che ha portato all'arresto di sei latitanti legati alla 'Ndrangheta in Albania, Argentina e Costa Rica, con conseguente sequestro di 400 kg di cocaina e smantellamento del clan Bellocco. Le operazioni successive hanno continuato a dare risultati, tra cui l'arresto nel 2023 di un latitante di 16 anni, Edgardo Greco, in Francia, con il supporto di I-CAN.

Il progetto si è evoluto oltre la sua fase iniziale, con iniziative in corso tra cui la Conferenza I-CAN del 2022 a Roma, che ha riunito le forze dell'ordine di 14 paesi per definire una strategia unitaria contro la 'Ndrangheta, oggi considerata un'entità criminale "silenziosa e pervasiva" che si infiltra nelle economie legittime attraverso la corruzione e il riciclaggio di denaro.

Il successo del progetto si basa su una combinazione di condivisione di intelligence, coordinamento internazionale e utilizzo di strumenti analitici avanzati per esplorare dati provenienti da diverse fonti, consentendo indagini transnazionali. Il suo quadro continua a sostenere gli sforzi in corso, tra cui il progetto I-FORCE, incentrato sulla cooperazione regionale nell'Europa orientale e sudorientale.


#ndrangheta #ican #interpol #iforce

@Attualità e Geopolitica - Gruppo di discussione

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DROGA DAL SUD AMERICA IN ITALIA: SPUNTA L'INTESA TRA 'NDRANGHETA E MAFIA ALBANESE


I #Carabinieri del #ROS (Raggruppamento Operativo speciale) – col supporto in fase esecutiva dei Comandi provinciali dell’Arma territorialmente competenti e dello Squadrone Eliportato Cacciatori "Calabria” – hanno eseguito nelle aree di Roma, Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, L’Aquila, Latina e Pistoia una misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino, su richiesta della Procura Distrettuale.

Interessati 28 indagati italiani e albanesi, gravemente indiziati di aver preso parte ad un’associazione criminale di matrice ‘ndranghetista, con base a Roma ed operante nell’intero territorio nazionale.

Il provvedimento si basa sugli elementi acquisiti dal ROS, nell’ambito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica – DDA – presso il Tribunale di Roma, su un 57 enne calabrese, già precedentemente condannato in via definitiva per la violazione dell’art. 416 bis Codice Penale, quando fu ritenuto elemento apicale della "locale dii 'ndrangheta" di Volpiano (Torino), promanazione di quella di Platì (Reggio Calabria).

L’uomo, trasferitosi a Roma agli inizi degli anni 2000, aveva assunto il controllo del quartiere capitolino di San Basilio, promuovendo la nascita di un’associazione composta, tra gli altri, anche dai tre figli, con legami stabili con una paritetica struttura criminale albanese, utilizzata per gli aspetti logistici (estrazione dei carichi dai porti spagnoli e olandesi nonché per il successivo trasporto) e per lo smercio del narcotico in altre zone della Capitale.

La cocaina veniva acquisita in Sud America e fatta giungere, tramite container in alcuni porti della Spagna, a Rotterdam (Olanda) e a quello di Gioia Tauro (Reggio Calabria), anche sfruttando l’interazione con altri broker calabresi, per poi giungere sul mercato romano dove veniva smerciata al dettaglio.

Nel complesso sono stati contestati agli indagati 80 capi di imputazione per operazioni di traffico per oltre 1 tonnellata di cocaina e per 1.497 chili di hashish, nonché un episodio di tortura aggravata dal metodo mafioso, contestato a 4 indagati italiani, gravemente indiziati di avere privato della libertà personale uno spacciatore, cagionandogli sofferenze fisiche e un trauma psichico. Le torture inferte, secondo l’accusa, sono state riprese con un telefonino, per diffonderne successivamente il video al fine di generare nella vittima e nei soggetti dediti alle attività di smercio di sostanze stupefacente in zona San Basilio, sentimenti di paura, omertà e assoggettamento al volere del gruppo criminale.

Il complesso scenario emergente dall’attività investigativa ha consentito di accertare l’impiego sistematico da parte degli indagati di sofisticati sistemi criptofonici utilizzati per le comunicazioni operative e per eludere le attività di controllo. Tali dispositivi venivano approvvigionati attraverso una vera e propria centrale di smistamento, individuata a Roma e facente capo ad un 46enne albanese colpito anch’egli dalla misura cautelare per aver concorso nell’associazione.

L’attività investigativa – grazie alla estesa cooperazione internazionale avviata – ha consentito di localizzare in Spagna 5 latitanti per reati materia di stupefacenti il cui arresto, su indicazione del ROS, è stato eseguito dalle autorità di polizia locali.

Complessivamente, l’attività investigativa, conclusa con l’emissione di 28 provvedimenti cautelari detentivi, 6 interrogatori preventivi, l’arresto in flagranza di reato di 11 soggetti, nonché, all’estero, di 5 latitanti ed il sequestro di ingenti quantitativi di stupefacente (per lo più cocaina ed hashish), ha confermato:

- L’infiltrazione del territorio romano di organizzazioni, dedite al narcotraffico, di matrice ‘ndranghetista
- L’alleanza, ormai strutturale, nello specifico settore, tra la ‘ndrangheta e paritetiche organizzazioni criminali albanesi che, forti della loro ramificazione in molti paesi europei e non solo, garantiscono canali alternativi di approvvigionamento e, soprattutto, la possibilità di utilizzare porti stranieri, ove esercitano il loro controllo, per diversificare le narco-rotte
- La centralità del Porto di Gioia Tauro per le importazioni di cocaina
- L’esistenza di accordi/regole che consentono a organizzazioni di diversa matrice di spartirsi le più redditizie aree di smercio del narcotico nella Capitale
- L’utilizzo sistemico di strumenti tecnologici evoluti e non direttamente intercettabili, per le comunicazioni operative.

Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono state condotte in cooperazione internazionale con diverse Polizie estere e sono state supportate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (#DCSA), dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia (#SCIP), da #Interpol- Progetto I-CAN (#ICAN), dalla rete @net (#onnet) della #DIA, nonché dalle Agenzie #Europol e #Eurojust.

@Notizie dall'Italia e dal mondo



Latitante in Canada, arrestato in Italia


Il fuggitivo più ricercato del Canada, Dave "Pik" Turmel, è stato arrestato in Italia.
Il 28enne, in fuga da oltre un anno, è ritenuto il capo della violenta Blood Family Mafia ("mafia della famiglia del sangue").
Si tratta di una banda di strada coinvolta in brutali conflitti tra gang in Quebec, durante le quali le vittime sono state torturate e hanno avuto arti amputati.
L'anno scorso Roobens Denis, considerato dalla polizia canadese il braccio destro di Turmel, è stato arrestato in Portogallo.

La polizia italiana ha riferito che Turmel è specializzato nella vendita di narcotici di vario genere, tra cui cocaina e metanfetamina, ed è stato "sorpreso nel suo nascondiglio" nella periferia romana dagli agenti del distretto di Roma Casilino. "Era quasi mezzanotte quando i funzionari sono entrati nella casa-vacanza dove l'uomo si era rifugiato". Secondo quanto riferito, ha consegnato un passaporto falso come identificazione e la polizia ha trovato e confiscato droga, diverse SIM-card e un'agenda. Ora è in prigione a Regina Coeli in attesa dell'estradizione. La sua presenza è stata inizialmente segnalata da un'allerta inviata alla polizia italiana dall'Interpol.

Gli agenti di polizia del Quebec avrebbero ricevuto una soffiata su Turmel negli ultimi giorni, che ha contribuito ad accelerare l'indagine per rintracciarlo in Italia. Le fonti affermano che l'informatore è stato motivato dalla ricompensa dell'offerta di 250 000 dollari per qualsiasi informazione che avesse condotto all'arresto di Turmel.
L'Interpol aveva anche emesso una red notice ("avviso rosso"): una richiesta alle forze dell'ordine in tutto il mondo per localizzare e arrestare provvisoriamente una persona in attesa di estradizione. L'estradizione potrebbe richiedere da 1 settimana a 6 mesi.
Il capo della polizia del Quebec, Denis Turcotte ha affermato: "credo che i cittadini saranno fieri di noi e continueranno a sentirsi al sicuro nella nostra città. Non puoi fare cose del genere da solo. Devi lavorare come squadra", ringraziando i partner locali e internazionali.
Ha sottolineato inioltre la creazione di un coordinatore di ricerca del fuggitivo, una posizione di impiego creata a dicembre, che ha agito come "conduttore d'orchestra" per aiutare a localizzare i latitanti, compreso Turmel.

#canada #quebec #interpol #rednotice #latitanti #ricercati #poliziadistato #cooperazioneinternazionaledipolizia

@Attualità



CHI LE CONOSCEVA? PROSEGUE L'OPERAZIONE "IDENTIFYME" DI INTERPOL. I QUATTRO CASI ITALIANI


Ha conseguito un primo risultato l'operazione "Identify Me" di INTERPOL, lanciata l'8 ottobre 2024 da INTERPOL e da sei nazioni aderenti alla organizzazione internazionale di polizia (Italia compresa) che mira a riaprire 46 cold cases (ora 45) per la identificazione di altrettante donne assassinate o morte in circostanze sospette, nel tentativo di identificarne i resti.

Ne avevamo parlato qui: savmrl.it/r/QAYD0 .

L'identificazione raggiunta riguarda Rita Roberts, una donna britannica, che è stata riconosciuta ben 31 anni dopo essere stata assassinata in Belgio. Un membro della famiglia ha individuato il suo tatuaggio grazie alla copertura mediatica data all'iniziativa.

L'occasione è utile per ricordare i quattro casi "italiani":
- Il corpo della donna trovato il 25 maggio 2008 nel fiume Po, nel comune di Carbonara di Po (Mantova) in località Boscone. Il suo corpo era avvolto in tre sacchi di nylon neri. Possibile origine est europea. (interpol.int/What-you-can-do/I…);
Immagine/foto
- Il corpo della donna trovato in una zona boschiva ad Asso, Como, il 23 gennaio 2004. Portava un orologio verde Swatch (modello 1994 vintage Swatch Gent Minareth GG126). (interpol.int/What-you-can-do/I…)
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- Il corpo della donna trovato il 14 giugno 2001 dentro una scatola di cartone in Via dei Fregoso, a Genova. La donna potrebbe essere originaria del Sud America. Aveva tre piercing in ogni lobo dell'orecchio. Aveva ingerito capsule contenenti cocaina. La sua morte è stata causata dalla rottura di una delle capsule. (interpol.int/What-you-can-do/I…)
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- Il corpo della donna trovato il 13 novembre 2007 in Via di Cavagliano, a Prato. Fu trovata impiccata a un albero in un parco. I seguenti oggetti sono stati rinvenuti in una borsa appesa vicino al corpo della donna: Mappa di Vancouver, Canada, su cui era stato cerchiato il Victoria Conference Centre, con le parole: "Conference 2427 Sept". La conferenza FOSS4G (Free and Open Source Software for Geospatial) si è tenuta lì dal 24 al 27 settembre 2007. Mappa dell'aeroporto di Copenaghen. Copia della rivista "Scientific American" con una richiesta di abbonamento relativa a un indirizzo postale a Payson, Arizona, Stati Uniti. Articolo sull'uso dei laser in dermatologia, con un indirizzo a Cambridge, Regno Unito, scritto sul retro. Pagine di una rivista con una fotografia della famiglia reale danese
Un'etichetta per bagaglio della Scandinavian Airlines (SAS). (interpol.int/What-you-can-do/I…)
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#identifyme #interpol
@Notizie dall'Italia e dal mondo

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SAHEL, CRISI SENZA FINE. IL RUOLO DELLA CRIMINALITA' ED IL CONTRASTO INTERNAZIONALE


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La regione del Sahel, che ospita oltre 300 milioni di persone tra Burkina Faso, Camerun, Chad, Gambia, Guinea, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, sta affrontando una crisi dovuta a insicurezza cronica, shock climatici, conflitti, colpi di stato e all'ascesa di reti criminali e terroristiche.
Circa 40 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, in continuo aumento negli anni.
La sicurezza della regione è una preoccupazione dal 2011, con l'intervento militare guidato dalla NATO in Libia che ha portato a una continua destabilizzazione. I gruppi armati ora controllano ampie fasce della Libia, che è diventata un centro di traffico.
Inoltre vi è stato un crescente risentimento verso l'influenza e il ruolo della Francia nella regione, con alcuni paesi del Sahel che hanno scelto di allontanarsi dalla presenza militare francese. Il tutto conferma un profondo malcontento verso decenni di sfruttamento, povertà e dominio straniero. Emerge quindi l'esigenza di trovare soluzioni di governance più locali e inclusive.

Il traffico di medicinali è spesso mortale, con 500.000 africani subsahariani uccisi ogni anno.
Il carburante è un'altra merce trafficata da gruppi terroristici, reti criminali e milizie locali.
Per combattere i traffici e altre minacce in evoluzione, è stata costituita una piattaforma di coordinamento internazionale che riunisce 27 organizzazioni e paesi con il supporto dell'ONU: la Forza congiunta del Gruppo dei cinque per il Sahel (G5 Sahel). L'assetto militare di questa organizzazione è penalizzato per il dispiegamento limitato e l'equipaggiamento militare limitato e contrasta con difficoltà l'aumento dei rischi militari dovuti ai militanti islamici armati. Questi problemi logistici ostacolano le operazioni antiterrorismo efficaci e sono limitati da fattori climatici come la pioggia. Le forze jihadiste sono state in grado di espandere le loro azioni e lanciare nuovi attacchi nella regione del Sahel, destabilizzando le comunità locali, causando conflitti tra le forze militari e generando panico. Comunque, la cooperazione transfrontaliera e le misure repressive contro la corruzione sono in aumento, con le autorità nazionali che hanno sequestrato tonnellate di merci di contrabbando e misure giudiziarie che smantellano le reti.

L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) è un attore di primo piano negli sforzi per rafforzare la sicurezza fermando i tentativi di traffico. I nuovi rapporti dell'UNODC mappano gli attori, i facilitatori, le rotte e l'ambito del traffico, rivelano fili conduttori tra instabilità e caos e forniscono raccomandazioni per l'azione. La corruzione è uno dei fili conduttori e l'azione giudiziaria e il sistema carcerario devono essere impegnati per combattere la criminalità organizzata.

Nel 2020, ad esempio, KAFO II, un'operazione UNODC-INTERPOL, ha bloccato con successo una rotta di rifornimento terroristica diretta al Sahel, ed è stato sequestrato una grande quantità di bottino di contrabbando: 50 armi da fuoco, 40.593 candelotti di dinamite, 6.162 proiettili, 1.473 chilogrammi di cannabis e khat, 2.263 scatole di droga di contrabbando e 60.000 litri di carburante.

INTERPOL ha assistito i paesi del Sahel nel migliorare la gestione e il controllo delle frontiere. Ciò include l'installazione di sistemi di controllo e la formazione del personale di frontiera sull'utilizzo delle banche dati INTERPOL. Nel contrasto al traffico di esseri umani INTERPOL ha coordinato operazioni congiunte per smantellare le reti di traffico di esseri umani nella regione. Ad esempio, l'Operazione Epervier nel 2018 ha portato all'arresto di 40 trafficanti e al salvataggio di oltre 500 vittime. Riguardo alla formazione e sviluppo delle capacità INTERPOL organizza regolarmente corsi di formazione per le forze di polizia dei paesi del Sahel, concentrandosi su tematiche come investigazioni, intelligence e gestione delle frontiere.

#sahel #INTERPOL #UNODC
@Politica interna, europea e internazionale



Scompaginata rete criminale albanese che importava in Italia cocaina nascosta in confezioni di frutta esotica


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Un'operazione internazionale coordinata da Eurojust e Europol ha interrotto il traffico di grandi quantità di cocaina dal Sud America a vari porti marittimi italiani.
In totale, 29 sospetti appartenenti a una rete criminale guidata da cittadini albanesi sono stati arrestati in Italia e in Albania.
Allo stesso tempo, in Francia, Romania e Spagna sono state effettuate perquisizioni per raccogliere informazioni e potenziali prove. Il successo delle indagini è il risultato di una squadra investigativa congiunta a lungo termine (JIT/SIC), sostenuta e finanziata da Eurojust.

Il gruppo criminale era attivo nella distribuzione all'ingrosso di droga sul mercato italiano. Le droghe illecite erano nascoste in contenitori con frutta esotica su navi che arrivavano nei porti europei del Sud America. La rete era capeggiata da due fratelli albanesi. L'operazione è culminata in una giornata di azione che ha visto l'arresto di 29 sospetti (27 in Italia, 2 in Albania). Gli investigatori della Struttura speciale anticorruzione e anticrimine organizzato dell'Albania, nonché della Guardia di Finanza italiana a Pisa e della Procura della Repubblica a Firenze, sono stati supportati dagli esperti di riciclaggio di denaro di Europol per individuare il flusso economico gestito dai criminali.

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Dall'inizio delle indagini nel novembre 2021 e fino alla giornata di azione, alcuni membri sono stati arrestati mentre commettevano attivamente reati. Nello stesso periodo sono stati sequestrati oltre 2 000 kg di cocaina, 20 kg di marijuana e 46 kg di hashish. I criminali avevano messo in piedi un elaborato sistema di riciclaggio di denaro.

L'indagine è stata supportata da comunicazioni intercettate tra organizzazioni criminali, che hanno usato lo strumento di comunicazione mobile criptato SkyECC.
Su richiesta delle autorità italiane, Eurojust ha organizzato diverse riunioni di coordinamento tra tutti gli organi investigativi per preparare l'azione internazionale. Un centro di coordinamento è stato istituito presso la sede di Eurojust all'Aia per sostenere le ricerche e gli arresti in corso nei cinque paesi interessati. Eurojust ha inoltre assistito all'esecuzione degli ordini investigativi europei in Francia, Romania e Spagna e ha chiesto assistenza giudiziaria in Albania. I mandati d'arresto sono stati diffusi in tutto il mondo attraverso INTERPOL, grazie alla 3a divisione del Servizio Centrale per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

#Eurojust #Europol #JIT #SIC #trafficococainaviamare #INTERPOL #Albania #guardiadifinanza #skyecc

@Notizie dall'Italia e dal mondo



Le Forze di polizia di 20 Paesi di tutto il mondo, sotto il coordinamento di Interpol, si sono riunite a Reggio Calabria per la 2^ conferenza dei Focal point del Progetto I-Can


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Un'alleanza globale per confrontarsi sulle nuove sfide e strategie di contrasto alla ‘Ndrangheta. Il Progetto è nato 4 anni fa dalla stretta collaborazione tra il Segretariato generale di Interpol e il Dipartimento della pubblica sicurezza italiano per un attacco globale multilaterale alla ‘ndrangheta.

Durante la conferenza, tenutasi la scorsa settimana, esperti provenienti da Italia, Albania, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Ecuador, Francia, Germania, Malta, Paesi Bassi, Paraguay, Regno Unito, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay hanno condiviso le loro conoscenze e best practices per comprendere a fondo le strutture, le dinamiche e i metodi operativi di una delle organizzazioni criminali più pericolose al mondo.

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Per l’Italia sono intervenuti il vicecapo della Polizia Raffaele Grassi (foto sopra) promotore dell’iniziativa e il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo italiano Giovanni Melillo (foto sotto), mentre per l'Interpol era presente Cyril Gout, Director operational support and analysis.

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Grazie allo scambio di intelligence e all’utilizzo delle numerose banche dati di Interpol, il progetto ha consentito non solo la cattura di 101 pericolosi latitanti ‘ndranghetisti, ma anche l’individuazione di partnership criminali con altre organizzazioni transnazionali.

#I-CAN #INTERPOL



FORZE DI POLIZIA ED ARTIFICIAL INTELLIGENCE (II^ ED ULTIMA PARTE). L' AI TOOLKIT


La I^ parte è qui: poliverso.org/display/0477a01e…

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L’AI Toolkit offre una prospettiva equilibrata sull’innovazione responsabile dell’AI fondata sui diritti umani, sull’etica e su solidi principi di polizia consolidati, il tutto contestualizzato attraverso esempi pratici di casi d’uso specifici delle forze dell’ordine.
All'interno del toolkit AI
L’AI Toolkit contiene sette risorse progettate per fornire al personale delle forze dell’ordine le conoscenze e gli strumenti necessari per affrontare le complessità dell’AI e garantirne un utilizzo responsabile nelle attività di polizia. Queste risorse sono integrate con un FILE README, che funge da introduzione all'AI Toolkit, spiegando come esplorarlo e ottenere il massimo dai suoi contenuti.
Il Toolkit AI comprende le seguenti risorse:
• Documenti di orientamento primari
• Strumenti pratici
• Documento giustificativo
• Introduzione all’innovazione responsabile dell’AI
• Principi per l’innovazione responsabile dell’AI
• Roadmap organizzativa
• Questionario di valutazione della preparazione organizzativa
• Questionario sulla valutazione del rischio
• Quaderno di esercizi sull'innovazione responsabile dell'intelligenza artificiale in azione
• Libro di riferimento tecnico
A chi è rivolto il toolkit AI?
L’AI Toolkit è stato creato principalmente per il personale delle forze dell’ordine locali, regionali e nazionali. È adatto sia agli ufficiali che ai civili in diversi dipartimenti e unità, tra cui:
• utenti finali dei sistemi di IA nelle unità operative
• personale nei team di innovazione
• responsabili legali e degli appalti
• il capo della polizia e la loro leadership esecutiva.
Tuttavia, molti altri soggetti interessati non appartenenti alle forze dell’ordine potrebbero trovare utile l’AI Toolkit. Ad esempio, gli sviluppatori di tecnologia nel settore privato o nel mondo accademico, la società civile, il pubblico in generale e altri attori della giustizia penale come magistratura, pubblici ministeri e avvocati possono utilizzare l'AI Toolkit per migliorare la loro conoscenza e consapevolezza sui temi dell'AI responsabile innovazione nelle forze dell’ordine.
Il toolkit AI crea nuovi obblighi?
L'AI Toolkit non è destinato a creare obblighi vincolanti o a limitare o indebolire gli obblighi vincolanti di qualsiasi agenzia ai sensi del diritto nazionale o internazionale. Piuttosto, l’AI Toolkit fornisce indicazioni, considerazioni e raccomandazioni da seguire volontariamente.
L’AI Toolkit non mira a sostituire o integrare alcuna delle strategie, politiche o procedure di gestione già in atto nelle forze dell’ordine. Al contrario, integra i processi e le procedure istituzionali e organizzativi esistenti. È particolarmente utile se utilizzato insieme ad altri strumenti di gestione pertinenti come la gestione dei progetti, l'analisi dei rischi e dei bisogni, la protezione e valutazione dei dati o l'analisi rischi-benefici.
A quali sistemi di intelligenza artificiale si applica l’AI Toolkit?
Le forze dell’ordine utilizzano i sistemi di intelligenza artificiale in molti modi diversi, alcuni più propensi a sollevare problemi rispetto ad altri. Ad esempio, le agenzie potrebbero adottare software con componenti di intelligenza artificiale come filtri antispam per e-mail o app di navigazione. Questi sistemi generalmente non sono stati prodotti o utilizzati esclusivamente in un contesto di applicazione della legge e talvolta sono ampiamente adottati nella società. L’AI Toolkit si applica in questi casi?
Data la loro natura, i principi fondamentali per l’innovazione responsabile dell’AI si applicano a tutti gli usi dei sistemi di AI e in tutte le fasi del ciclo di vita. Si tratta di principi generali progettati per essere adattabili a diversi contesti, indipendentemente dalla natura del caso d'uso stesso o dal fatto che sia stato sviluppato appositamente per il contesto delle forze dell'ordine. Rispettarli contribuirà a promuovere buone pratiche poiché le agenzie sfruttano il potenziale positivo dell’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale.
Per determinare se si applicano le linee guida, le raccomandazioni e le considerazioni contenute nel resto dell’AI Toolkit, le agenzie dovrebbero considerare le seguenti tre domande:
• l’uso del sistema di intelligenza artificiale riguarda l’esecuzione delle funzioni principali delle forze dell’ordine, vale a dire proteggere la comunità, prevenire e indagare sulla criminalità e garantire la giustizia?
• sono stati identificati rischi medi, alti o estremamente elevati relativi al sistema di AI dopo aver completato il questionario di valutazione dei rischi?
• ci sono altri potenziali effetti sui diritti umani che richiedono di prendere in considerazione l’applicazione completa dell’AI Toolkit?
Se la risposta a una qualsiasi di queste tre domande è sì, le agenzie sono incoraggiate a prendere in considerazione le linee guida, le raccomandazioni e le considerazioni dell’AI Toolkit nella misura più ampia possibile.

#AITOOLKIT #INTERPOL #UNICRI #artificialintelligence #AI
@Intelligenza Artificiale

I link per approfondire e scaricare i manuali:
ai-lawenforcement.org/node/118
interpol.int/content/download/…
interpol.int/content/download/…
interpol.int/content/download/…
interpol.int/content/download/…
interpol.int/content/download/…
interpol.int/content/download/…
interpol.int/content/download/…
interpol.int/content/download/…
interpol.int/content/download/…
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FORZE DI POLIZIA ED ARTIFICIAL INTELLIGENCE (I^ PARTE). UNA SERIE DI MANUALI PER UTILIZZARLA NEL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI


L'intelligenza artificiale (AI) sta trasformando le forze dell'ordine in tutto il mondo. L'innovazione responsabile dell'AI aiuta le forze dell'ordine a sfruttare il potenziale dell'AI, salvaguardando al contempo la legge, l'etica e i principi di polizia in materia di diritti umani.
Il Toolkit per l'innovazione responsabile dell'AI nelle forze dell'ordine, di cui parleremo nella II^ Parte, supporta la comunità globale delle forze dell'ordine nel suo percorso verso un'innovazione responsabile dell'AI. Sviluppato da INTERPOL e UNICRI (l'Istituto interregionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia) con il sostegno finanziario dell'Unione Europea, il kit di strumenti per l'AI include varie risorse che forniscono una guida completa per consentire alle agenzie di implementare l'innovazione responsabile dell'AI.
Comprendere le basi dell'innovazione dell'AI nelle forze dell'ordine
Nell'AI Toolkit, il termine "innovazione dell'AI" è utilizzato per riferirsi all'ampia gamma di attività che le autorità di contrasto alla criminalità intraprendono nell'implementazione dei sistemi di AI nel loro lavoro. Ciò include tutte le fasi del ciclo di vita dell'AI, dalla pianificazione all'implementazione, all'uso e al monitoraggio e qualsiasi altra cosa possa comportare.
Per sfruttare appieno i vantaggi dell'innovazione dell'AI, le autorità di contrasto hanno bisogno di definizioni comuni dei termini chiave e di una comprensione di concetti di base come l'AI e i sistemi di AI e di come possono essere applicati nel loro contesto.
I sistemi di intelligenza artificiale vengono implementati nelle forze dell'ordine per una varietà di scopi.
Questi sistemi altamente versatili possono essere infatti applicati in diversi campi per raggiungere un'ampia gamma di obiettivi. Con il rapido sviluppo dell'intelligenza artificiale, gli algoritmi stanno diventando sempre più specializzati e sempre più in grado di elaborare diversi tipi di dati e produrre tipi specifici di output. Questa rapida evoluzione può essere vista anche nel contesto delle forze dell'ordine. L'uso dell'AI nelle forze dell'ordine è in continuo aumento e le autorità di contrasto stanno facendo buon uso dei nuovi tipi di sistemi e strumenti di AI che vengono sviluppati regolarmente. Ciononostante, è possibile classificare le applicazioni più comuni dei sistemi di AI nelle forze dell'ordine in base al loro scopo principale. Attualmente, i sistemi di intelligenza artificiale sono più frequentemente applicati nelle forze dell'ordine per:

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La necessità di un'innovazione responsabile dell'AI nelle forze dell'ordine
I sistemi di intelligenza artificiale, e in particolare quelli con algoritmi di apprendimento automatico, sono molto bravi ad analizzare rapidamente grandi quantità di informazioni che hanno origini e formati diversi. Possono essere progettati per eseguire un'ampia gamma di attività in base alle informazioni raccolte attraverso tale processo. L'applicazione di queste funzionalità alle forze dell'ordine può avere immensi vantaggi, alcuni dei quali sono elencati di seguito. I sistemi di intelligenza artificiale possono:
• migliorare l’analisi dei dati relativi alla criminalità e l’individuazione, la prevenzione e l’investigazione dei reati.
• svolgere compiti specifici ripetitivi e banali molto più velocemente di quanto potrebbe mai fare qualsiasi ufficiale. Ciò lascia agli agenti più tempo per concentrarsi su altri compiti.
• aiutare a salvaguardare il benessere delle forze dell’ordine riducendo la loro esposizione a materiale impegnativo come quello relativo agli abusi sessuali sui minori.
Sebbene il loro potenziale sia innegabile, i sistemi di intelligenza artificiale hanno dei limiti e possono avere conseguenze negative. Come con qualsiasi tecnologia, i sistemi di intelligenza artificiale non sono intrinsecamente "buoni" o "cattivi". Un'auto, ad esempio, può essere utilizzata per il trasporto o il rapimento: è l'essere umano al volante che rende l'uso dell'auto buono o cattivo. Un'auto può anche essere mal progettata, malfunzionante e priva di dispositivi di sicurezza. Un'auto del genere, anche se viene utilizzata con le migliori intenzioni, può causare danni a causa del modo in cui è progettata. Lo stesso vale per i sistemi di intelligenza artificiale. Proprio come le automobili, è il modo in cui noi, come esseri umani, progettiamo e utilizziamo i sistemi di intelligenza artificiale che determina se il risultato sarà benefico o dannoso. Per massimizzare i benefici e ridurre al minimo i rischi associati ai sistemi di AI, le forze dell'ordine devono adottare un approccio responsabile all'innovazione dell'AI.
L'innovazione responsabile dell'AI consiste nell'integrare i sistemi di AI nel lavoro delle autorità di contrasto in modi che siano in linea con i principi di polizia e che siano eticamente corretti.
Si tratta di un processo continuo che richiede la comprensione dei limiti e dei rischi dei sistemi di AI e l'attuazione di misure per evitare o mitigare sufficientemente le conseguenze negative che possono derivare dalla loro attuazione. Soprattutto, questo processo non dovrebbe essere motivo di preoccupazione per le forze dell'ordine o per il personale che cerca di integrare il sistema di intelligenza artificiale nel proprio lavoro. Al contrario, la comprensione dei limiti e dei rischi dei sistemi di intelligenza artificiale consente agli individui e alle organizzazioni di andare avanti con fiducia. Tale sicurezza di sé è essenziale per controbilanciare la tendenza delle persone a fare troppo affidamento sui risultati di sistemi automatizzati come i sistemi di intelligenza artificiale, nota anche come “bias di automazione”. Un approccio responsabile all'innovazione dell'IA è fondamentale durante l'intero ciclo di vita dell'AI e in tutti i contesti in cui le autorità di contrasto interagiscono con l'AI. Vi è una necessità trasversale di un'innovazione responsabile dell'AI nelle autorità di contrasto, in primo luogo a causa di alcune caratteristiche dei sistemi di AI che richiedono maggiore attenzione e dovuta diligenza in quanto possono creare o esacerbare impatti negativi gravi o irreversibili sugli individui, sulla società e sull'ambiente se non sono comprese e affrontate in modo appropriato. e nel rispetto dei diritti umani.
L'innovazione responsabile dell'IA è un processo continuo, non un obiettivo prefissato. Portare avanti l'innovazione dell'AI in modo responsabile significa aderire ai principi di una buona polizia, seguire e implementare l'etica dell'AI e rispettare la legge sui diritti umani, il tutto con l'obiettivo di massimizzare i benefici e ridurre al minimo i danni derivanti dall'integrazione dei sistemi di AI nelle forze dell'ordine. Richiede il coinvolgimento e l'impegno di tutte le parti interessate, nonché conoscenze, strutture, procedure e misure organizzative e tecniche adeguate per garantire il rispetto degli standard più elevati in materia di buona governance, due diligence e responsabilità. L'AI Toolkit include diverse risorse che mirano a guidare le forze dell'ordine in questo processo. I principi per un'innovazione responsabile dell'AI sono la pietra angolare di questa guida.
A causa delle caratteristiche dei sistemi di AI e delle particolarità del contesto di applicazione della legge, in ogni fase del ciclo di vita dell'AI sorgono questioni etiche e relative ai diritti umani diverse e complesse, indipendentemente dalla misura in cui una specifica agenzia è coinvolta nei sistemi di AI. I principi per l'innovazione responsabile dell'AI forniscono alle forze dell'ordine un quadro che può essere utilizzato per affrontare questi problemi.
Più specificamente, questi principi aiutano le autorità di contrasto – e i portatori di interessi secondari come gli sviluppatori esterni – a garantire che le preoccupazioni etiche e il potenziale impatto negativo sui diritti umani derivanti dai sistemi di AI siano identificati ed eliminati o sufficientemente mitigati in una fase precoce. A tal fine, stabiliscono cinque principi fondamentali in base ai quali le agenzie possono guidare e valutare le loro azioni: legalità, minimizzazione del danno, autonomia umana, equità e buon governo.
La legge sui diritti umani impone alle forze dell'ordine, agli agenti e ad altro personale l'obbligo di proteggere e rispettare i diritti umani degli individui e di astenersi dal violare i diritti umani in tutte le loro attività. Sebbene l'obbligo di perseguire la propria missione in modo conforme ai diritti umani non sia una novità nell'applicazione della legge, l'introduzione di sistemi di intelligenza artificiale aggiunge un livello di rischio che rende ancora più importante attenersi alla legge.
Infatti, le caratteristiche dei sistemi di AI nel contesto delle attività di polizia, come spiegato in precedenza, spesso portano a un'interferenza con i diritti umani. Questo è il motivo per cui è fondamentale integrare le considerazioni relative ai diritti umani nell'uso dei sistemi di AI da parte delle forze dell'ordine.
La legge sui diritti umani può adattarsi alle caratteristiche e alle necessità del contesto delle forze dell'ordine. In determinate circostanze e con il dovuto riguardo per una serie di garanzie essenziali, la legge consente alle agenzie o ai funzionari all'interno di tali agenzie di agire in un modo che interferisce con alcuni di questi diritti umani. Ciò avviene per finalità legittime, quali il rispetto della sicurezza nazionale, dell'ordine pubblico e della sicurezza attraverso l'indagine e la prevenzione di reati o altri compiti di contrasto necessari e proporzionati, al fine di evitare gravi danni.
Cosa sono i diritti umani? I diritti umani e le libertà sono diritti individuali conferiti a tutti, indipendentemente dal loro background. Esse non sono concesse dagli Stati o dalle leggi nazionali, ma derivano invece dalla dignità intrinseca di ogni persona. In altre parole, tutti gli individui hanno diritti e libertà semplicemente perché sono esseri umani. I diritti umani sono caratterizzati come: Universale, nel senso che tutti ne hanno lo stesso diritto, indipendentemente dalla nazionalità, dal sesso, dall'età, dall'origine nazionale o etnica, dal colore, dalla religione, dalla lingua o da qualsiasi altro status. Inalienabile, il che significa che il loro godimento non dovrebbe mai essere precluso se non in circostanze eccezionali e giustificate e seguendo un giusto processo. Indivisibile e interdipendente, il che significa che ogni diritto può essere pienamente goduto solo se sono garantiti anche i diritti rimanenti.
Esistono diversi tipi di diritti umani, ma tutti sono ugualmente importanti. La legge sui diritti umani impone alle forze dell'ordine, agli agenti e ad altro personale l'obbligo di proteggere e rispettare i diritti umani degli individui e di astenersi dal violare i diritti umani in tutte le loro attività. Sebbene l'obbligo di perseguire la propria missione in modo conforme ai diritti umani non sia una novità nell'applicazione della legge, l'introduzione di sistemi di intelligenza artificiale aggiunge un livello di rischio che rende ancora più importante attenersi alla legge.
@Intelligenza Artificiale
#INTERPOL #UNICRI #AI #ARTIFICIALINTELLIGENCE

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Interpol ed Europol: nell'operazione annuale contro il traffico internazionale di opere d'arte 85 arresti e oltre 6.400 oggetti recuperati


Investigatori di 25 paesi nella lotta contro i criminali che sfruttano il patrimonio culturale dell’umanità

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’ottava edizione dell’operazione contro il traffico internazionale di opere d’arte, nome in codice “Pandora”, ha visto il coinvolgimento delle autorità doganali e di polizia di 25 paesi. Guidata dalla Spagna (Guardia Civil), con il sostegno di Europol e INTERPOL, l'operazione ha portato complessivamente all'arresto di 85 persone e al recupero di oltre 6 400 beni culturali.
Durante Pandora VIII sono stati effettuati diverse migliaia di controlli in aeroporti, porti e valichi di frontiera, nonché in case d'asta, musei e residenze private. Le forze dell'ordine hanno inoltre “pattugliato” il web ed effettuato oltre 6mila controlli online, che hanno portato al recupero di 580 beni rubati. Nei paesi coinvolti sono ancora in corso circa 113 procedimenti penali e 137 amministrativi, con la previsione di ulteriori arresti e sequestri.

Punti salienti operativi
Con riguardo alla sola Italia, Pandora VIII ha portato al recupero dei seguenti manufatti rubati:
- Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (#TPC) è riuscito a identificare e successivamente sequestrare un dipinto contemporaneo venduto online. Se autenticato, il dipinto avrebbe un valore di circa 150.000 euro. Durante la perquisizione gli agenti hanno rinvenuto anche diversi oggetti contraffatti.
- In un'indagine separata, i Carabinieri hanno sequestrato oltre 2.000 frammenti di manufatti ceramici e litici come punte di freccia e punte di lancia. Gli oggetti antichi risalenti al Neolitico e all'età del bronzo erano stati messi in vendita online.

Cooperazione internazionale tra paesi e agenzie
In qualità di co-leader di questa operazione, #Europol ha svolto un ruolo chiave facilitando lo scambio di informazioni e fornendo supporto analitico e operativo alle singole indagini nazionali.
L' #INTERPOL ha sostenuto #PandoraVIII facilitando lo scambio di informazioni tra i paesi partecipanti, in particolare con i paesi dei Balcani. Un funzionario dedicato è stato inoltre disponibile durante tutta l’operazione al fine di verificare i sequestri in prima linea rispetto al database delle opere d’arte rubate dell’INTERPOL e supportare gli agenti sul campo nell’uso dell’app #ID-Art.
L’operazione Pandora, lanciata per la prima volta nel 2016, è un’operazione annuale delle forze dell’ordine.

Paesi partecipanti:
Albania, Austria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Malta, Montenegro, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Serbia, Svezia, Ucraina, Regno Unito


#Armadeicarabinieri



Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: Concluso il corso “Caschi blu della cultura” in Brasile, simulate situazioni di emergenza climatica


@Notizie dall'Italia e dal mondo
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A Rio de Janeiro si è recentemente svolto il corso “I Caschi Blu della Cultura. Il Patrimonio Culturale in caso di catastrofe: rischi e interventi di sicurezza””. La giornata conclusiva si è tenuta il 2 luglio al Paço Imperial (Palazzo Imperial).

I "caschi blu della cultura" sono una idea italiana, sviluppatasi sin dal 2016 nell’ambito della campagna #Unite4Heritage. Il governo italiano e l’Unesco siglarono un memorandum d’intesa per la creazione di una task force di sessanta unità, composta da carabinieri, storici dell’arte, studiosi e restauratori, pronti a intervenire per salvaguardare il patrimonio culturale in zone di crisi. Con Decreto firmato il 31 marzo 2022 dal Ministro della Cultura pro–tempore Franceschini fu perfezionata la Task Force, formalmente denominata “Caschi Blu della Cultura”, unità operativa concepita per intervenire in aree colpite da emergenze, quali calamità o crisi prodotte dall’uomo, in una cornice di sicurezza, al fine di: – salvaguardare i siti archeologici, i luoghi della cultura ed i beni culturali; – contrastare il traffico internazionale di beni culturali illecitamente sottratti; – supportare l’Autorità dei Paesi esteri richiedenti, nella predisposizione di misure atte a limitare i rischi che situazioni di crisi o emergenziali potrebbero arrecare al patrimonio culturale di quella Nazione. L' #Armadeicarabinieri – con personale tratto dal Comando Tutela Patrimonio Culturale (#TPC) assegnato al Ministero della Cultura – hanno la gestione operativa–logistica delle missioni.

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Tornando al corso in Brasile, questo è stato realizzato dall’Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana (#IILA), con il finanziamento della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (#MAECI), in collaborazione con il Ministero della Cultura italiano (#MIC), il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e, da parte brasiliana, con il Ministério das Relações Exteriores, Ministerio da Cultura, Centro Lucio Costa, IPHAN – Instituto do Patrimônio Histórico e Artístico Nacional, SBM – Sistema Brasiliero de Museus, IBRAM – Instituto Brasileiro de Museus, Instituto Guimarães Rosa, #PoliciaFederal e #INTERPOL Brasil. Hanno partecipato 55 funzionari pubblici latinoamericani, provenienti da forze di polizia, forze armate, protezione civile e vigile del fuoco, Ministero della Cultura oltre a restauratori e conservatori di beni culturali, per formare di una task force italo-latinoamericana per la protezione del patrimonio culturale

Tra gli altri intervenuti alla giornata finale il Generale D. Francesco Gargaro, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale; Paolo Iannelli, Rappresentante del MIC – Caschi Blu della Cultura; Marcos Moreira Nizio, Capo del Settore Protezione del Patrimonio storico e culturale della Polizia Federale brasiliana.

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Il Generale Gargaro (foto sopra) ha dichiarato nella circostanza:“Il corso che oggi si conclude è stato concepito per dotarvi degli strumenti necessari per affrontare queste sfide. Attraverso questo confronto tra diverse esperienze si sono volute trasmettere competenze tecniche e operative che permetteranno di intervenire sempre più efficacemente in situazioni di emergenza. Avete imparato l’importanza dell’identificazione e catalogazione dei beni culturali anche in situazioni emergenziali, della collaborare con le comunità locali e con le diverse istituzioni in contesti complessi. In un’epoca in cui i conflitti, crisi e catastrofi naturali minacciano di cancellare la memoria storica e culturale dei popoli, l’importanza del nostro lavoro non può essere sottovalutata. La distruzione di beni culturali non è solo una perdita per le comunità direttamente coinvolte, ma per tutta l’umanità.
È la cancellazione della nostra storia condivisa, delle nostre identità e dei valori che ci uniscono come esseri umani”.

La missione addestrativa, tenuta dal 24 giugno al 2 luglio 2024 da esperti italiani del Ministero della Cultura e del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, ha voluto trasmettere ai paesi partecipanti quali Brasile, Cile, Colombia e Paraguay il modello italiano di tutela del patrimonio culturale attraverso sessioni teoriche ed esercitazioni pratiche, tra cui la simulazione di una inondazione e un focus rivolto alla sicurezza di beni archivistici e librari in ragione delle esigenze di tutela del territorio ospitante.

Durante la consegna dei diplomi, la Segretaria Generale dell'Organizzazione internazionale italo-latino americana Cavallari, nel ringraziare tutte le istituzioni partners che hanno reso possibile il successo del corso, ha sottolineato che l’obiettivo principale dell’IILA è proprio quello di stimolare la reciproca conoscenza e integrazione fra i paesi membri. Il programma addestrativo di quest’anno, come quello realizzato nel giugno 2023 a Città del Messico con la partecipazione di esperti di Bolivia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Messico, Perù e Repubblica Dominicana, ha conseguito l’obiettivo di promuovere la condivisione di esperienze e buone pratiche per la possibile creazione di Caschi Blu della Cultura in Brasile, Colombia, Cile e Paraguay.

Importante infine sottolineare come la partecipazione dei carabinieri esalta il loro ruolo nella difesa a livello internazionale del patrimonio culturale italiano e mondiale: ruolo che l’Arma svolge nella protezione dei beni culturali da più di cinque decenni .



SILVERNOTICE: RINTRACCIARE GLOBALMENTE I PATRIMONI ILLECITI DELLE MAFIE


@Notizie dall'Italia e dal mondo

La Silver Notice è un nuovo strumento che consentirà all’ #INTERPOL di coordinare meglio gli sforzi internazionali per identificare, localizzare e sequestrare i proventi di reato, compresi quelli relativi alla criminalità finanziaria, alla corruzione e alla criminalità organizzata.
L'Assemblea Generale dell'INTERPOL approvò alla 90^ Assemblea generale dell’Interpol del 2022 a New Delhi (India) la creazione della #Silver Notice per facilitare il rintraccio e il recupero dei beni di origine criminale.

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(Il Prefetto Rizzi all'Assemblea Interpol a New Dheli)


Le caratteristiche principali della Silver Notice sono:

- condividere informazioni e coordinare le indagini sul rintracciamento e il recupero dei beni criminali in più giurisdizioni.
- privare i criminali dei guadagni acquisiti illecitamente e interrompere le loro operazioni prendendo di mira le loro risorse finanziarie.
La Silver Notice e la corrispondente "Silver Diffusion" saranno sperimentate per un periodo massimo di due anni, con il gruppo di lavoro di esperti che fornirà feedback e orientamenti durante l'attuazione.

L'iniziativa si basa sulle precedenti risoluzioni e sugli sforzi dell’INTERPOL per combattere la criminalità finanziaria e la corruzione e si allinea con le priorità del G20 e della Financial Action Task Force nel rafforzare i meccanismi globali di recupero dei beni.

Le differenze principali tra la nuova Notifica Silver INTERPOL e le altre notifiche INTERPOL esistenti sono:
1. Scopo: La Silver Notice è specificamente progettata per facilitare il tracciamento, l'identificazione, il congelamento e il recupero dei beni criminali oltre i confini internazionali. Ciò è in contrasto con gli altri avvisi incentrati sulla localizzazione di individui, sulla condivisione di informazioni su attività criminali o sull'avvertimento di minacce.
2. Ambito: mentre le altre comunicazioni coprono un'ampia gamma di attività criminali, la Silver Notice si concentrerà esclusivamente sui crimini finanziari, sulla corruzione e sui proventi della criminalità organizzata.
3. Meccanismo: la Silver Notice consentirà lo scambio diretto di intelligence e informazioni finanziarie per sostenere gli sforzi di recupero dei beni multi-giurisdizionali. Si tratta di una nuova funzionalità che va oltre il sistema di notifica esistente.
4. Obiettivi: l'obiettivo generale della Silver Notice è privare i criminali dei guadagni acquisiti illecitamente e interrompere le loro operazioni prendendo di mira le loro risorse finanziarie. Ciò è in linea con le priorità del G20 e della Financial Action Task Force nel rafforzare i meccanismi globali di recupero dei beni.

In sintesi, la Silver Notice rappresenta uno strumento nuovo e specializzato dell’INTERPOL focalizzato specificamente sul rintracciamento, il congelamento e il recupero dei beni criminali oltre confine, integrando il sistema di notifica esistente che è più ampiamente focalizzato sulla localizzazione di individui e sulla condivisione di informazioni criminali.

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(La prima riunione del Gruppo di Lavoro, tenutasi a Roma nell'ottobre 2023)

Al costituito gruppo di Lavoro partecipano 34 Paesi di tutti i continenti. L’Italia se ne è aggiudicata la guida con la nomina, quale responsabile del colonnello Roberto Ribaudo, del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica sicurezza.
Secondo il Prefetto #Rizzi, fautore della Risoluzione dell'Interpol: “È un momento di svolta nell’attacco ai patrimoni illeciti delle mafie. L’obiettivo è quello di superare le differenze tra i diversi ordinamenti per restituire alla società le risorse sottratte in modo illecito al circuito economico, produttivo e sociale. L’obiettivo è quello di festeggiare l’anniversario che ricorre quest’anno dei cento anni di Interpol, la più grande associazione per la cooperazione internazionale di polizia che riunisce 195 Paesi, con un nuovo strumento a disposizione delle forze di polizia. Come la Red notice serve a catturare i latitanti in ogni angolo della Terra, così la Silver notice servirà a tracciare in tutto il mondo i patrimoni illeciti per restituirli alla collettività a cui sono stati sottratti”.



OPERE D’ARTE TRAFUGATE. LA BANCA DATI DELL’INTERPOL E L’ATTIVITÀ DEI CARABINIERI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE. E C’È ANCHE L’ APP PER ANDROID E IPHONE


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Recentemente sono state rese note le attività svolte lo scorso anno dai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale #TPC (beniculturali.it/comunicato/26…). Si tratta di una articolazione dell’#Armadeicarabinieri che è posta nel contesto del Ministero della cultura, con una struttura centrale, e Nuclei e una Sezione nelle varie Regioni italiane. È un comando istituito sin dal 1969, a rinforzo dell’articolo 9 della Costituzione italiana (“la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) che, in oltre mezzo secolo di vita, ha restituito ai legittimi proprietari, pubblici e privati, più di tre milioni di beni culturali.
Molti dei beni culturali dei quali parliamo vengono recuperati all’estero, e ciò presuppone una collaborazione internazionale e un database nel quale catalogare quelle sottratte da ricercare mediante indagini. Lo scorso anno si è consolidata la collaborazione con il Manhattan District Attorney's Office di New York (DAO), l’Homeland Security Investigations (HSI) – Immigration and Customs Enforcement (ICE) ed il Federal Bureau of Investigation (FBI), così da individuare, sequestrare e rimpatriare 1.093 opere d’arte di pregevole valore, provento di furti e/o scavi clandestini, esportazioni illecite e ricettazioni, per un valore complessivo (oltre a quello storico-culturale) di centinaia di milioni di euro.
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Proprio della banca dati vogliamo parlare: in Italia il traffico illecito di beni culturali viene contrastato con il supporto di piattaforme e archivi informatici sviluppati nel corso degli ultimi decenni. Il crescente utilizzo dei canali telematici per il traffico di opere sospette e la natura internazionale della criminalità di settore ha portato ad individuare alcune aree di potenziamento delle soluzioni e metodologie impiegate, con successo dal TPC, in modo da evolverle ed espanderle sia in termini tecnologici (es. big data, machine learning) che architetturali (blockchain).
Si tratta di un approccio che consente alla Banca Dati dei carabinieri (denominata S.W.O.A.D.S., ovvero Stolen Works Of Art Detection System) di convogliare tutte le nuove funzionalità, unendo la raccolta dei dati effettuata in forma automatica - dal Web, dal deep Web, dai social media - a quella derivante dalla trasmissione delle fotografie di beni ottenute nel corso di ordinarie attività operative da parte degli addetti delle forze di polizia.
Sviluppata come entità separata, la piattaforma italiana va a costituire la base di partenza per uno o più eventuali progetti di respiro internazionale, che prevede la realizzazione di una rete S.W.O.A.D.S. costituita da diverse cellule nazionali comunicanti e interoperanti. Una simile rete, sviluppata a livello internazionale, permette di contrastare e prevenire con più forza i reati contro al patrimonio culturale, incrementando al contempo il numero dei recuperi dei beni trafugati.
Tale aspetto concettuale è stato ben compreso da #Interpol, che ben ha chiaro che il traffico di beni culturali è un'attività a basso rischio e alto profitto per i criminali legati alla criminalità organizzata, e come dalle opere d'arte rubate agli artefatti storici, questo crimine può coinvolgere tutti i paesi, sia che essi siano origine, transito o destinazione. Pertanto, Interpol ha fatto proprio il concetto proposto dall’Italia di tale banca dati “federata”, costituendo uno #SWOADS che combina descrizioni e immagini di oltre 52.000 oggetti. È l'unica banca dati a livello internazionale con informazioni certificate di polizia sugli oggetti d'arte rubati e scomparsi. I paesi inviano informazioni sugli oggetti rubati, che vengono aggiunti al database. In conformità con le norme sul trattamento dei dati, solo le informazioni fornite da enti autorizzati (Uffici centrali nazionali INTERPOL e specifiche organizzazioni partner internazionali, come UNESCO, ICOM e ICCROM) sono inserite nel database, ove vengono ospitati solo gli oggetti completamente identificabili.
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Ci piace inoltre segnalare che da tale Banca Dati è gemmata una App: si tratta della ID-Art, che aiuta a identificare i beni culturali rubati, ridurre il traffico illecito e aumentare le possibilità di recuperare gli oggetti rubati. Accessibile al pubblico, l'app ID-Art può essere utilizzata quindi non solo da da agenti di polizia, funzionari doganali, ma dal pubblico in generale, collezionisti privati, mercanti d'arte, giornalisti, studenti o appassionati d'arte per accedere al database dell'INTERPOL delle opere d'arte rubate per verificare se un oggetto è registrato come rubato, creare un inventario delle collezioni d'arte private, segnalare un oggetto come rubato oppure siti culturali potenzialmente a rischio o scavi illeciti. ID-Art può essere scaricata (naturalmente gratuitamente) per dispositivi mobili Apple e Android.



IL GRUPPO "G7 ROMA-LIONE", STRATEGIE INTERNAZIONALI CONTRO TERRORISMO E CRIMINALITA'. NELL'ULTIMA RIUNIONE ANCHE INTELLIGENZA ARTIFICIALE E CRIPTOVALUTE


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Il Gruppo G7 Roma-Lione è un gruppo di lavoro che fu creato sotto la Presidenza italiana del G8 nel 2001. Si concentra sulla formulazione di strategie contro il terrorismo e sulla lotta contro i crimini transnazionali. La partecipazione a questo gruppo include esperti e funzionari governativi provenienti da Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti e Italia.
Il gruppo si riunisce per discutere e affrontare diverse tematiche, tra cui la tutela del patrimonio culturale, la lotta al terrorismo e all’estremismo violento, la prevenzione e il contrasto al commercio clandestino di beni culturali, e la cybersecurity.
Le riunioni del G7 Gruppo Roma-Lione sono organizzate periodicamente per aggiornare il coordinamento tra i Paesi membri e sviluppare progetti condivisi in risposta alle minacce globali.
Da ultimo i lavori del Gruppo si sono svolti nei giorni scorsi di aprile 2024 a Roma.
Sono stati aperti dal vice segretario generale del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Carlo Lo Cascio, dal direttore centrale sicurezza, Alessandro Azzoni e, per il ministero dell’Interno, dal vice capo della Polizia preposto all’attività di coordinamento e panificazione delle Forze di polizia, Stefano Gambacurta e dal direttore dell’Ufficio di coordinamento e pianificazione delle Forze di polizia, Annunziato Vardé.

Si tratta della prima riunione del Gruppo G7 Roma/Lione sotto Presidenza italiana, nella quale il dipartimento della Pubblica Sicurezza, insieme al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha il mandato di coordinare e rafforzare la risposta congiunta dei Paesi G7 in materia di lotta alla criminalità organizzata transnazionale ed al terrorismo.

Al congresso erano presenti anche i servizi diplomatici di Polizia dei Paesi membri e qualificati referenti di importanti organizzazioni internazionali come #Interpol, #Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime), #Gcerf (Global Fund for Preventing Violent Extremism), #Unicri (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute).
Sono stati affrontati temi relativi al contrasto del traffico di esseri umani e della tratta di migranti, dell’utilizzo per fini illeciti di criptovalute, del cybercrime, dello sfruttamento e abuso sessuale dei minori con uno sguardo rivolto alle best practices adottate dai Paesi G7 e della frode transnazionale, in particolare sul web.

Approfondimenti specifici sono stati dedicati al ruolo dell'intelligenza artificiale (#AI) nel settore della sicurezza per prevenire i possibili rischi di un uso illecito da parte delle reti criminali e alle droghe sintetiche soprattutto riguardo la crescente ed allarmante diffusione del #Fentanyl.

Riguardo al terrorismo e l’estremismo violento, è emersa l’importanza di garantire una visione globale e condivisa del fenomeno per intervenire immediatamente per l’individuazione di potenziali terroristi nei loro movimenti transfrontalieri. Sono state evidenziate inoltre le ripercussioni sulla sicurezza globale a seguito degli attacchi di #Hamas e del più recente attentato a Mosca e la minaccia legata al riemergere del gruppo #ISIS-K.

Dalla riunione i Paesi partner sono arrivati ad importanti conclusioni: in primo luogo è stato deciso di creare un network specifico attivo 24/7 per lo sviluppo e il rafforzamento della cooperazione strategica e tecnica in materia di uso illecito di #criptovalute. È stato infine deciso anche di affidare all’Italia la Presidenza del sottogruppo di lavoro #Lepsg (Law Enforcement Projects Sub-Group) che gestisce i numerosi progetti attuativi delle misure di cooperazione adottate dal Gruppo Roma/Lyon.

Particolarmente apprezzato dai partecipanti l’approccio italiano sulla prevenzione delle cause che originano i fenomeni criminali per adottare l’idonea strategia di sicurezza.

#GruppoRomaLione #RomaLyon #Poliziadistato



Tratta della fauna selvatica. La riunione dell' Enforcement Group


L'11-12 aprile 2024, al quartier generale dell'Aia, si è svolta la 46° riunione del EU Wildlife Trade Enforcement Group (gruppo di forze dell'ordine per il commercio della fauna selvatica). L’evento, organizzato dalla DG Ambiente della Commissione europea, ha riunito le principali parti interessate che lavorano per combattere la tratta della fauna selvatica.

Il commercio illegale di specie protette di fauna selvatica è diventato una delle attività criminali più redditizie, con effetti devastanti sull'ambiente, le popolazioni animali, la salute umana e l'economia globale. Spesso, agisce anche come catalizzatore per altri crimini gravi, come la frode, la falsificazione di documenti e il riciclaggio di denaro. Per questo motivo è necessario un approccio comune tra una vasta gamma di soggetti interessati per prevenire, rilevare, indagare e perseguire efficacemente questi crimini.

Tra i partecipanti rappresentanti delle autorità amministrative, di polizia e giudiziarie nazionali, nonché delle agenzie dell' #UE (#OLAF, #Europol e #Eurojust) e delle organizzazioni internazionali (#Interpol, #UNODC, #WCO), nonché, per punti specifici dell'agenda, organizzazioni non governative (#WWF, #TRAFFIC, #GI-TOC, #IFAW). Nel corso dell'evento di 2 giorni i presenti si sono confrontati sugli aggiornamenti delle iniziative legislative e sugli sviluppi politici, hanno presentato i risultati dei recenti casi, e hanno scambiato opinioni sulle migliori pratiche di rilevazione, indagine e cooperazione transfrontaliera.

Il Gruppo, presieduto dalla Commissione Europea, riunisce rappresentanti delle autorità degli Stati membri competenti per far rispettare e attuare la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione della fauna selvatica e della flora (#CITES), di cui le disposizioni sono incorporate nel diritto comunitario e nazionale.

Per saperne di più su come l’UE sta affrontando il commercio illegale della fauna selvatica, (tradotto in italiano) => environment.ec.europa.eu/topic…



CORRUZIONE E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: UN MIX MICIDIALE! UNO SGUARDO ALLA CONVENZIONE DELL’ONU


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Criminalità organizzata e corruzione sono fenomeni complessi e globali che minano i processi democratici, rallentano lo sviluppo e contribuiscono all’instabilità. Sono intrinsecamente interconnesse in modo tale che “la criminalità organizzata alimenta la corruzione e la corruzione alimenta la criminalità organizzata”.
Man mano che il commercio, la finanza, i viaggi e le comunicazioni sono diventati più aperti, si sono diffusi anche la produzione, il transito e il consumo di beni illeciti, con persone in posizioni di potere che cercano di trarne vantaggio. Le reti criminali cercano di corrompere i funzionari pubblici per facilitare le loro attività, rendendo la corruzione un importante facilitatore della criminalità. La valutazione della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata è grave e a sua volta la corruzione è una delle principali minacce da affrontare nella lotta contro criminalità organizzata.
Il diffuso ricorso alla corruzione è una caratteristica fondamentale della criminalità organizzata, con quasi il 60% delle reti criminali segnalate coinvolte nella corruzione nell’ #UE. Si tratta di una minaccia alla sicurezza, alla crescita economica, allo stato di diritto e alla coesione sociale.
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A livello internazionale, la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC) è l'unico strumento universale anticorruzione giuridicamente vincolante. Adottato nel 2003, il lavoro dell’UNCAC (unodc.org/corruption/en/index.…) è necessario oggi più che mai, poiché la corruzione prospera nelle crisi e la recente pandemia di Covid-19 non ha fatto eccezione. Anche se l’intera portata della corruzione nella crisi del Covid-19 potrebbe non essere ancora nota, i prodotti medici e i kit di test per il Covid-19 falsificati e i prodotti correlati al Covid-19 (veri e falsi) venivano venduti sui mercati del dark web dall’inizio della pandemia.
Data l’urgenza delle situazioni di crisi e di ripresa, i governi, le banche e altri soggetti si sentono spesso obbligati a rinunciare a controlli rigorosi in nome della rapidità, rendendo la corruzione una grande preoccupazione in questi tempi. I gruppi criminali organizzati sono particolarmente ben posizionati per trarre vantaggio da questa situazione e dirottare le risorse tanto necessarie attraverso la corruzione. Poiché funge da facilitatore del traffico illecito, la corruzione è una preoccupazione sempre presente ed è necessario trovare modi per affrontarla.
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In questo contesto, un importante ruolo è giocato da #CRIMJUST, parte del Programma globale sull’interruzione delle reti criminali (#GPCD) dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (#UNODC), in collaborazione con #INTERPOL. CRIMJUST in particolare ha lavorato per sostenere gli operatori della giustizia penale nell'identificazione e nell'affrontare le sfide in materia di integrità e responsabilità nella lotta alla criminalità organizzata, attraverso programmi di formazione specifici sull’etica e l’integrità per le forze dell’ordine e la magistratura. CRIMJUST ha fornito corsi specializzati in etica e integrità alle task force congiunte di interdizione aeroportuale, alle unità congiunte di controllo marittimo e alle unità di intelligence marittima.
L’UNCAC rimane un risultato fondamentale nella lotta globale contro la corruzione e ci sono richieste per un approccio più coordinato che colleghi l’UNCAC con la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale. Ciò consentirebbe di affrontare in modo più completo queste minacce transnazionali intrecciate, poiché la necessità di coordinare le risposte alla corruzione e alla criminalità organizzata è ancora più urgente.



AIRCOP, LA RETE DI SICUREZZA DEGLI AEROPORTI NEL MONDO


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Nel nostro blog abbiamo già parlato di #AIRCOP, un progetto multi-agenzia attuato dall' #UNODC (l’ agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e crimine) in collaborazione con l' #INTERPOL e l'Organizzazione Mondiale delle Dogane (#OMD), che è parte del programma EU’s Global Illicit Flows ed è finanziato anche da Australia, Canada, Francia, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti d'America (noblogo.org/cooperazione-inter…).
I gruppi della criminalità organizzata si concentrano da tempo sulla semplificazione del trasporto di droga e altri beni illeciti tramite navi, container, aerei e persino con piccoli sommergibili. Di conseguenza, sono stati in grado di trasportare quantità sempre maggiori di droga e beni illeciti in tutto il mondo. Con il numero globale di passeggeri aerei che si prevede continuerà ad aumentare nei prossimi 20 anni, il crescente flusso di passeggeri e la crescente connettività internazionale offerta, le compagnie aeree diventeranno più suscettibili allo sfruttamento da parte di passeggeri sospetti e ad alto rischio, come i passeggeri illeciti trafficanti e coloro che hanno intenzioni meno evidenti, come i terroristi e i combattenti stranieri di ritorno.

Tutti i tipi di droghe e beni illeciti vengono trafficati per via aerea, come dimostrano i sequestri in tutto il mondo. Questi includono la cocaina prodotta in America Latina, l’eroina proveniente dall’Asia e nuove sostanze psicoattive (prodotte localmente ed esportate in/da molte parti del mondo), ma anche prodotti della fauna selvatica, denaro non dichiarato, documenti di viaggio falsi o medicinali falsificati.
Molti aeroporti, tuttavia, non dispongono delle capacità tecniche e tecnologiche per intraprendere una profilazione completa ed efficiente, ispezioni di spedizioni e bagagli o controlli corporali senza incidere sul regolare funzionamento degli aeroporti commerciali. L'Airport Communication Project (AIRCOP) è stato ideato nel 2010 per frenare inizialmente il traffico di cocaina associato a passeggeri, merci e posta, dai paesi di origine dell'America Latina attraverso i Caraibi e l'Africa verso l'Europa. Il progetto mira a rafforzare le capacità degli aeroporti internazionali di individuare e intercettare passeggeri ad alto rischio e merci illecite nei paesi di origine, transito e destinazione. La maggiore capacità e la maggiore conoscenza del personale formato hanno portato all’ampliamento della portata del progetto e oggi AIRCOP contribuisce a interrompere i flussi di tutte le droghe illecite e di altri beni illeciti, intercettando combattenti terroristi stranieri e individuando le vittime della tratta di persone e persone. migranti clandestini.

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Inoltre, basandosi sull’idea fondamentale della condivisione delle informazioni e della creazione di fiducia, adattabile all’evoluzione delle rotte del traffico e all’emergere di nuove merci trafficate, AIRCOP è in continua espansione in tutto il mondo come elemento chiave della gestione e della sicurezza delle frontiere.
Attualmente comprende aeroporti in Africa, America Latina, Caraibi e Medio Oriente, con espansione prevista nell'Europa sudorientale e nel Sudest asiatico. Altri donatori hanno inoltre unito le forze con l’Unione Europea per espandere la portata del progetto. AIRCOP mira a costruire capacità di interdizione in aeroporti internazionali selezionati in tutto il mondo istituendo Task Force congiunte di interdizione aeroportuale (JAITF).

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I #JAITF sono collegati ai database delle forze dell’ordine internazionali e alle reti di comunicazione (I-24/7 di INTERPOL e CENcomm di WCO) per incoraggiare la trasmissione in tempo reale di informazioni volte a intercettare spedizioni illecite. JAITFs sono integrate nell’architettura di sicurezza nazionale e hanno un mandato su tutta la piattaforma aeroportuale (passeggeri, posta e merci). AIRCOP mette a disposizione dei JTATF vari tipi di attrezzature per ufficio, personal computer ed attrezzature fotografiche. AIRCOP offre una gamma di attività di formazione e mentoring standard e specializzati, su misura alle esigenze nazionali e regionali. Gli argomenti trattati includono la raccolta e la condivisione di informazioni, il targeting, le tecniche di ricerca, documenti contraffatti, analisi comportamentale, uso di database delle forze dell'ordine, sicuro procedure di comunicazione e indagini post-sequestro, nonché questioni tematiche specifiche. Il progetto mira, inoltre, a promuovere l’intelligence e la condivisione di informazioni tra i servizi a livello nazionale e internazionale, nonché a promuovere un approccio basato sull’intelligence per contrastare il traffico di droga



ANCHE L’AEROPORTO DI FIUMICINO NEI CONTROLLI STRAORDINARI DI EUROPOL CONTRO IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI


Europol ha sostenuto una “settimana d'azione” guidata dalla Spagna contro il traffico di droga attraverso gli aeroporti, incentrata sui controlli del traffico passeggeri e merci sia sui voli diretti che su quelli in coincidenza, principalmente dalle Americhe. La settimana d'azione, che si è svolta in 61 aeroporti tra l'11 e il 18 dicembre 2023, ha coinvolto anche #Frontex, #INTERPOL attraverso il progetto #AIRCOP (di cui vi parliamo più sotto) e le autorità di contrasto di 36 paesi, compresa l’Italia.

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Durante la settimana, le autorità coinvolte hanno effettuato controlli sui passeggeri e sui loro bagagli, nonché sui pacchi e sulle spedizioni di merci, in 61 principali aeroporti, compreso quello di Roma-Fiumicino "Leonardo Da Vinci". I controlli miravano ad accertare il possesso o il traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto di cocaina, provenienti dall'America Latina. Un altro obiettivo era rafforzare la cooperazione tra le autorità di polizia e doganali su entrambe le sponde dell'Atlantico.]
La fase operativa, incentrata sull'intensificazione della sicurezza negli aeroporti, è stata preparata durante una fase preliminare di intelligence. Ciò ha portato all'analisi delle informazioni rilevanti relative ai flussi di traffico di droga, all'identificazione di possibili sospetti e al modus operandi oltre allo sviluppo di attività coordinate da svolgere durante la settimana di azione.

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L'operazione ha conseguito questi risultati: 46 arresti, 356.464 kg di cannabis, 354.209 kg di cocaina, 37 kg di droghe sintetiche, 101.559 kg altri farmaci.
#Europol ha facilitato lo scambio di informazioni e ha fornito supporto analitico continuo durante la settimana di azione.
Le attività operative si sono svolte in 29 aeroporti in Europa, 32 tra Africa, Americhe e Caraibi.
Paesi partecipanti:
Gli Stati membri dell' #UE partecipanti sono stati: Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia e Svezia.
Le Agenzie coinvolte, come sopra cennato: Europol, Frontex, INTERPOL attraverso il progetto AIRCOP.

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AIRCOP è un progetto multi-agenzia attuato dall' #UNODC (L’ agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e crimine) in collaborazione con l'INTERPOL e l'Organizzazione Mondiale delle Dogane (#OMD). Mira a rafforzare le capacità degli aeroporti internazionali di individuare e intercettare passeggeri, merci e posta ad alto rischio, come contributo alla lotta contro le droghe illecite e altre merci illecite (come i prodotti della fauna selvatica o i prodotti medici falsificati), le minacce legate al terrorismo (come le armi o i potenziali combattenti terroristi stranieri), la tratta di esseri umani e il traffico di migranti. Mira, inoltre, a facilitare la comunicazione e il coordinamento tra i paesi di origine, di transito e di destinazione per smantellare i flussi illeciti transfrontalieri e le reti criminali.
AIRCOP è implementato in 41 aeroporti in Africa, America Latina e Caraibi, Medio Oriente, Europa sud-orientale e Sud-est asiatico.



Ricercato dall'Italia per traffico di droga, il 26enne Kevin Kurti è stato arrestato nella sua casa di Durazzo. Considerato artefice dell'accordo tra camorra e ‘ndrangheta


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Kevin Kurti, ricercato dall'Italia per traffico di droga è stato arrestato a Durazzo. È accusato dalle autorità italiane di traffico di droga. Il ventiseienne è stato localizzato nella sua abitazione di Durazzo, e durante l'arresto non ha opposto resistenza. È considerato un intermediario dei boss del narcotraffico. Il comunicato della polizia albanese: “Come risultato delle intense azioni di tracciamento e localizzazione per la cattura dei cittadini ricercati, che vengono condotte nell'ambito della mega-operazione 'Stato di diritto', nonché come risultato del continuo scambio di informazioni tra Interpol Tirana e Interpol Roma , i servizi della Direzione delle Forze Operative Speciali hanno portato a termine l'operazione di polizia denominata 'Operativa'. Nel corso dell'operazione, a Durazzo, il cittadino K.K., 26 anni, dichiarato ricercato internazionalmente, è stato individuato, catturato e arrestato provvisoriamente, per essere estradato in Italia”.

Kevin Kurti era sfuggito all'operazione di tre settimane fa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli (leggi qui sul nostro blog => noblogo.org/cooperazione-inter… ), allorquando sono state arrestate 32 persone, appartenenti a due organizzazioni criminali dedite al traffico e allo spaccio internazionale di droga. L'organizzazione trafficava cocaina, marijuana ed eroina. La via della droga era tra i Paesi Bassi e la Spagna.
Kurti era uno dei due albanesi coinvolti nell’organizzazione, ed è considerato il perno attorno al quale è stato stretto l'accordo tra Simone Bartiromo, elemento di spicco dell'organizzazione indagata, e Sebastiano Romeo, un 'fornitore' calabrese di cocaina con sede a Bianco. Le indagini non si sono mai fermate e i Carabinieri, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e con la preziosa collaborazione dello SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia) e della Polizia albanese, hanno rintracciato Kurti a Durazzo. Ora è rinchiuso in un carcere albanese, in attesa di estradizione.

#INTERPOL #SCIP #ARMADEICARABINIERI #ALBANIA



SMANTELLATA DAI CARABINIERI UNA RETE EUROPEA DI PRODUZIONE E SPACCIO DI STUPEFACENTI


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Risulta in 83 indagati e 5 mln euro sequestrati l’esito di una attività dei #Carabinieri di Firenze, con il supporto di altre forze di polizia europee e di #Interpol. Disarticolata una associazione transnazionale capace di movimentare centinaia di kg di stupefacenti.
Nelle prime ore del 6 febbraio scorso i Carabinieri hanno condotto un'operazione sull'intero territorio nazionale e in altri Paesi europei con il supporto delle forze di polizia di Albania, Spagna, Olanda e Turchia. L'operazione prevedeva un'operazione congiunta di perquisizioni personali e finanziarie, compreso l'arresto di 70 detenuti, di cui 28 stranieri, e il sequestro di 8 detenuti domestici e l'obbligo di presentarli alla stazione di polizia per altri quattro. L'operazione ha comportato anche il sequestro di oltre 5 milioni di euro a causa dell'attività illecita.
L'indagine è stata supportata da #Eurojust, #Europol, #Interpol e dalla Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana (#SPAK). L'operazione è stata coordinata dall'Ufficio Criminalità Organizzata dell'Arma dei Carabinieri e dalla #DirezioneCentraleServiziAntidroga, oltre che dal Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (#RACIS) e dall'Ufficio dell'Esperto per la Sicurezza dell'Ambasciata in Albania.
Dal 2019 al 2021 l'operazione ha portato alla scoperta di un ingente traffico di sostanze, tra cui cocaina, eroina, MDMA, hashish e marijuana, introdotte in Italia dall'Albania o dai Paesi Bassi. Tra loro collaboravano quattro diverse strutture criminali, composte da cittadini italiani e albanesi, con sede in Olanda, Albania e Toscana.
In totale sono state arrestate 28 persone per traffico di sostanze stupefacenti e 68 per trasporto o vendita delle stesse sostanze.

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Il Segretario Generale dell’Interpol, Jurgen Stock, ha dichiarato a riguardo: “Un enorme merito va a tutti coloro che sono coinvolti in questa importante operazione volta a sconfiggere la criminalità organizzata in tutta Europa. Siamo orgogliosi del ruolo svolto dall'INTERPOL nell'emettere 50 RedNotices (Ordini di cattura internazionali) a sostegno degli straordinari sforzi dei carabinieri italiani
e delle Forze di Polizia di altri paesi della regione. Sfortunatamente, per quanto ampia possa risultare questa operazione, rimane la punta dell’iceberg, con riguardo alla criminalità organizzata in Europa e nel mondo; mai prima avevamo visto questa vastità, sofisticazione e globalizzazione delle reti di crimine organizzato”.

#Armadeicarabinieri



CONTRAFFAZIONE E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. LA RISPOSTA DELL’UNIONE EUROPEA E DI EUROPOL


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[sequestro di merce contraffatta] ☝️

#EUROPOL richiama l’attenzione (europol.europa.eu/crime-areas/…) sul commercio di merci contraffatte, che rappresenta una “sfida importante in un'economia globale basata sull'innovazione”. Ciò perché i gruppi della criminalità organizzata svolgono un ruolo sempre più importante in queste attività e traggono notevoli vantaggi dalla contraffazione e dalla pirateria.
Europol a tale proposito sostiene o organizza apposite operazioni per contrastare tale commercio, delle quali abbiano parlato nel nostro blog: vi ricordiamo in particolare: - Pangea, un'operazione annuale internazionale condotta dall' #Interpol contro la vendita online illecita di medicinali e dispositivi medici, che da ultimo ha coinvolto circa 193 autorità di polizia, doganali e di regolamentazione sanitaria di 103 paesi (leggi qui => noblogo.org/cooperazione-inter…); - l 'operazione OPSON (leggi qui =>noblogo.org/cooperazione-inter…), che ha riunito una serie di agenzie del settore pubblico e privato per affrontare la minaccia della contraffazione e delle frodi di alimenti e bevande. L'operazione dello scorso anno, guidata da Europol e Interpol, ha avuto una serie di successi, tra cui il sequestro di oltre 10 000 tonnellate e un milione di litri di alimenti e bevande contraffatti pericolosi in operazioni che hanno interessato 57 paesi.

[sequestro di merce contraffatta] 👇
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Il commercio di prodotti contraffatti è in piena espansione e sta colpendo le vendite e i profitti delle aziende interessate. Ha un impatto sui governi, sulle imprese in generale e sui consumatori. Taglia le entrate e riduce il benessere economico, la salute, la sicurezza.
L'obiettivo è quindi quello di smantellare i gruppi criminali organizzati coinvolti nella produzione e distribuzione di merci contraffatte e scadenti. Si tratta di un illecito che rappresenta il 2, 5 % del commercio mondiale, pari a 461 miliardi di dollari. Così, i detentori dei diritti, i governi e l'economia formale nel suo complesso subiscono enormi perdite ogni anno, mentre le reti criminali che sono dietro il commercio traggono enormi profitti.

[sequestro di merce contraffatta] 👇
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I prodotti contraffatti spaziano dai beni di consumo di lusso di fascia alta come orologi, profumi o pelletteria, ai prodotti business-to-business come macchinari, prodotti chimici o pezzi di ricambio, fino ai prodotti di consumo comuni come giocattoli, prodotti farmaceutici, cosmetici e alimentari. Infatti, qualsiasi prodotto protetto da IP può essere contraffatto.
Alcuni prodotti contraffatti, come i prodotti farmaceutici, i pezzi di ricambio e i giocattoli, sono di bassa qualità e creano quindi notevoli minacce per la salute e la sicurezza.

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Logo EUIPO ☝️


Attiva in ambito Unione Europea #UE anche l’ #EUIPO (euipo.europa.eu/en)( Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale) che segnala nel suo ultimo studio come le merci contraffatte continuano a costare all'industria dell'abbigliamento, dei cosmetici e dei giocattoli (per quest’ultimo aspetto leggi qui =>noblogo.org/cooperazione-inter…) la cifra di 16 miliardi di euro di vendite e quasi 200 000 posti di lavoro ogni anno. A sopportare il peso maggiore di questa attività illegale l'industria dell'abbigliamento (5,2 % del fatturato complessivo del settore). Anche l'industria cosmetica e quella dei giocattoli sono gravemente colpite, con perdite rispettivamente pari al 4,8 % delle vendite e 8,7 % delle vendite.
Lo studio, periodo 2018-2021, ha rilevato che le merci contraffatte non solo influiscono sulle vendite, ma portano anche a significative perdite di posti di lavoro. In questi settori, Germania, Francia, Italia, Spagna e Austria hanno subito le perdite maggiori, con quasi 8 miliardi di euro di riduzione delle vendite di beni originali.
La relazione rileva che la contraffazione alimenta la criminalità organizzata, mina la fiducia nello Stato di diritto e incide negativamente sull'ambiente. Inoltre, la contraffazione nei settori dei cosmetici e dei giocattoli comporta notevoli rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori. Questi prodotti nocivi rappresentano il 15 % degli articoli contraffatti sequestrati alle frontiere dell'UE.
EUIPO collabora nella lotta alla contraffazione con Europol, con l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (#OLAF – leggi qui nel nostro blog =>noblogo.org/cooperazione-inter…) e la #Commissioneeuropea.



I SETTE OBIETTIVI GLOBALI DI INTERPOL E LA LORO REVISIONE


Interpol, l’Organizzazione internazionale di cooperazione tra le Forze di Polizia di 196 Stati Membri (leggi qui => noblogo.org/cooperazione-inter…) , ha rilasciato i suoi Global Policing Goals (GPG).
Le sfide odierne alla sicurezza sono interconnesse e globali e minacciano lo sviluppo sostenibile della società. La collaborazione multilaterale tra le forze dell’ordine è quindi vitale per affrontare questi rischi per la sicurezza complessi e in evoluzione.
Essendo l’unica organizzazione di polizia che opera a livello globale, l’INTERPOL svolge un ruolo unico nel sostenere gli sforzi internazionali per salvaguardare le comunità e rendere il mondo un luogo più sicuro.
Per fare ciò in modo coerente in tutto il mondo, è importante che tutti gli attori dell’architettura di sicurezza globale condividano una comprensione delle minacce e lavorino per raggiungere gli stessi risultati.

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Sono stati così sviluppati sette Global Policing Goals (GPG) per affrontare una serie di questioni legate alla criminalità e alla sicurezza. Approvati dai nostri paesi membri nel 2017, gli Obiettivi sono stati lanciati ufficialmente nel 2018.
Coerentemente con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e il principio di neutralità (sancito rispettivamente negli Articoli 2 e 3 della Costituzione dell'INTERPOL), gli Obiettivi di Polizia Globale sono universali, ambiziosi e sostenuti dall'azione collettiva.
Gli obiettivi di polizia globale si concentrano sugli sforzi collettivi della comunità internazionale delle forze dell’ordine per creare un mondo più sicuro e sostenibile per le generazioni future.
I sette obiettivi di polizia globale dell'INTERPOL:
Obiettivo 1 : consentire alla comunità globale delle forze dell’ordine di contrastare e prevenire in modo più efficace il terrorismo attraverso la cooperazione internazionale,
Obiettivo 2: promuovere la sicurezza delle frontiere in tutto il mondo,
Obiettivo 3: migliorare la risposta delle forze dell’ordine alla protezione delle comunità vulnerabili,
Obiettivo 4: ridurre il danno globale e l’impatto della criminalità informatica,
Obiettivo 5: Contrastare la corruzione e la criminalità finanziaria in tutte le sue forme,
Obiettivo 6: Contrastare le forme gravi di criminalità organizzata e il traffico di droga,
Obiettivo 7: Rafforzare la sicurezza ambientale e sostenere la promozione di mezzi di sussistenza sostenibili contrastando i crimini che colpiscono l’ambiente e il clima.
Impatto positivo sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite
Il Segretariato Generale dell'INTERPOL ha pubblicato un rapporto nel 2020 per mostrare le relazioni – sia dirette che indirette – tra ciascuno dei sette GPG dell'INTERPOL e i singoli SDG delle Nazioni Unite e i loro obiettivi.

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In alcuni casi, tutti e sette i GPG INTERPOL sostengono lo stesso SDG delle Nazioni Unite, a causa della natura trasversale dell’SDG in questione. Ciò è particolarmente vero per l’Obiettivo 5 (Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze) e per l’Obiettivo 17 (Rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile). In altri casi, i collegamenti tra GPG e SDG sono più specifici.
Processo di revisione del 2023
L’evoluzione del panorama della sicurezza è stata sempre più guidata dall’innovazione tecnologica. I GPG sono stati quindi rivisti nel 2023 come parte di un processo di collaborazione guidato dall’INTERPOL in collaborazione con le forze dell’ordine regionali di tutto il mondo. Il risultato di questa revisione è stato adottato durante la conferenza centenaria della polizia a Vienna, in Austria (leggi qui => noblogo.org/cooperazione-inter…) .
Il processo di revisione dei GPG per il 2023 è stato condotto parallelamente alla revisione intermedia dell’attuazione degli SDG. Questa revisione ha individuato cinque aree principali che avranno un impatto futuro sulla polizia:
• Condivisione di dati e informazioni
• Collaborazione e partenariati
• Buon governo, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani
• Sviluppo di capacità e formazione, innovazione e digitalizzazione
• Facilitatori della criminalità informatica e della criminalità finanziaria

#INTERPOL #SDG #ONU #GPG



OPERAZIONE “KULMI” CONTRO IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI DALL’ALBANIA. ARRIVANO LE CONDANNE DEFINITIVE


Può essere presa ad esempio come attività di polizia internazionale che ha sfruttato tutte le possibilità legislative ed operative: si tratta della Operazione “Kulmi”, orchestrata sin dal 2017 dal Centro operativo della Direzione Investigativa Antimafia (#DIA) di Bari, con la costituzione di una Squadra Investigativa Comune da parte della Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, la Procura Speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata della Repubblica d’Albania (SPAK) ed Eurojust, nonché delle Divisioni Interpol e S.I.Re.N.E. del Servizio di Cooperazione Internazionale (SCIP) del Ministero dell’Interno, dell’Ufficio di Collegamento Interforze di Tirana e dell’Esperto per la Sicurezza presso l’Ambasciata d’Italia a Londra.
L’attività congiunta ha consentito di disarticolare una associazione criminale transnazionale di narcotrafficanti italiani ed albanesi operante nel barese, con ramificazioni oltre che nel Paese “delle due aquile”, in Puglia e Basilicata.

L’operazione, nel suo sviluppo, aveva permesso l’arresto di 27 affiliati e il sequestro di oltre 3,3 tonnellate di droga (marjuana, cocaina ed eroina).

Ora la Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione a 19 ordini di carcerazione emessi dalla Procura Generale di Bari nei confronti di altrettanti condannati in via definitiva a pene detentive fino ad 11 anni e 6 mesi di reclusione per il traffico internazionale di stupefacenti, a seguito di pronunciamento dello scorso 14 dicembre della Suprema Corte di Cassazione.

Il video qui: direzioneinvestigativaantimafi…

#SPAK #Albania #INTERPOL #SIRENE #SCIP #EUROJUST #ESPERTOPERLASICUREZZA



Operazione Thunder. INTERPOL contrasta i reati contro la fauna selvatica e le foreste. Criminalità organizzata transnazionale e seria minaccia alla sicurezza globale


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Del ruolo dei carabinieri forestali per la tutela della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (#CITES), abbiamo parlato nel nostro blog (leggi qui)

Ora #INTERPOL ha reso noti i risultati di una attività che ha coinvolto, dal 2 al 27 ottobre, funzionari doganali (coordinati dalla Organizzazione Mondiale delle Dogane #OMD) e di polizia e che ha consentito circa 500 arresti in tutto il mondo e più di 2.000 confische di animali e piante protetti (elefanti, rinoceronti e pangolini, legni duri tropicali).
L'operazione globale, denominata Thunder, alla sua settima edizione, è coordinata annualmente dall'INTERPOL e dall'OMD con il sostegno della CITES e del Consorzio internazionale per la lotta ai crimini contro la fauna selvatica. Quest'anno ha coinvolto ben 133 paesi. Si tratta del più alto tasso di partecipazione a tale tipo di attività, da quando la campagna annuale delle forze dell'ordine fu lanciata nel 2017.

Tra i 2.114 sequestri più di 300 kg di avorio, migliaia di uova di tartaruga, 30 tonnellate di piante, dozzine di parti del corpo di grandi felini e corni di rinoceronte, oltre a primati, uccelli e specie marine. Inoltre confiscati 2.624 metri cubi di legname, che equivalgono a 440 container.

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Sono stati esaminati centinaia di pacchi, valigie, veicoli, barche e trasportatori di merci in quanto spesso utilizzati per nascondere specie selvatiche come questa tartaruga sequestrata in Thailandia

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Durante l'operazione Thunder 2023 sono stati sequestrati un totale di 1.370 uccelli vivi, come questi psittacini elencati dalla CITES, intercettati dalle autorità indiane

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Controlli mirati in Brasile: decine di impianti di legname sono stati ispezionati durante l'Operazione Tuono 2023

Le tendenze del traffico

I dati iniziali hanno permesso alla polizia e alle dogane di identificare alcune tendenze chiare:

- Il 60% dei casi di traffico di specie selvatiche è risultato legato a gruppi criminali organizzati transnazionali, operanti lungo rotte note anche per il contrabbando di altri prodotti illegali;
- I rettili protetti e la vita marina vengono sfruttati per la moda dei marchi di lusso;
- Le piattaforme di vendita online vengono ancora utilizzate per vendere fauna selvatica, legname e prodotti marini;
- Il legname illegale e legale viene miscelato per il trasporto in modo da rendere difficile l'individuazione del legname tagliato illegalmente;
- I gruppi della criminalità organizzata transnazionale ricorrono ad alti livelli di frode documentale, in particolare l'uso di certificazioni contraffatte e permessi CITES e il riutilizzo dei permessi.


Il segretario generale dell'INTERPOL Jürgen Stock ha dichiarato:

"Animali, uccelli e piante importanti e in via di estinzione sono messi a rischio di estinzione dai trafficanti di fauna selvatica e legname. Questi crimini spaventosi non solo privano il mondo di animali e piante unici, ma anche i paesi dei loro beni e risorse naturali.

"I costi per le comunità sono ancora maggiori, perché, come dimostra questa operazione, quasi tutti i crimini ambientali hanno legami con altre forme di criminalità, tra cui la violenza, la corruzione e la criminalità finanziaria, ma hanno anche forti legami con i gruppi della criminalità organizzata transnazionale.

"Mentre il mondo è alle prese con le conseguenze devastanti del degrado ambientale e dell'estinzione delle specie, l'INTERPOL e l'OMD stanno emergendo come leader nella salvaguardia della biodiversità e della sicurezza mondiale".

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Le autorità portoghesi ispezionano un negozio di animali il cui proprietario è sospettato di essere coinvolto nella vendita illegale di specie protette

L'INTERPOL e l'OMD hanno condiviso intelligence, coordinato le indagini e messo in comune le loro risorse per consentire alla polizia e ai funzionari doganali in prima linea di individuare, identificare e arrestare i trafficanti, compresi quelli che operano online, mentre cercavano di contrabbandare animali o legname attraverso le frontiere.

I trafficanti noti ricercati attraverso il sistema di allerta Red Notice dell'INTERPOL sono stati identificati prima delle operazioni e sono stati successivamente presi di mira quando hanno attraversato le frontiere.

Centinaia di veicoli, tra cui automobili, camion e navi da carico, sono stati perquisiti ai posti di blocco in tutte le regioni. Cani da fiuto specializzati e scanner a raggi X sono stati impiegati per rilevare la fauna selvatica nascosta e le spedizioni di legname mimetizzato. Sono stati esaminati centinaia di pacchi, valigie, veicoli, barche e trasportatori di merci in quanto spesso utilizzati per nascondere le specie selvatiche trasportate.

Il Segretario Generale della CITES, Ivonne Higuero, ha dichiarato:

"I risultati dell'Operazione dimostrano ancora una volta che risposte forti e coordinate tra le parti sono fondamentali per affrontare le reti criminali transnazionali coinvolte nei crimini contro la fauna selvatica.

"Sforzi ben mirati, unificati e coordinati come quelli mobilitati attraverso questa operazione globale sono esattamente ciò di cui c'è bisogno per superare la minaccia rappresentata dai crimini contro la fauna selvatica".



L'arresto di un latitante italiano trafficante di cocaina in Colombia, grazie alla collaborazione con INTERPOL (Progetto I-CAN)


Avrebbe organizzato spedizioni di cocaina verso diversi porti europei con cartelli della droga in Colombia per conto dell'organizzazione mafiosa 'Ndrangheta. Massimo Gigliotti, 55 anni, è stato arrestato in Colombia dopo essere sfuggito alla cattura in diversi paesi dell'America Latina.

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Uno sforzo congiunto da parte della Polizia Nazionale Colombiana (#PolicíaNacionaldeColombia) e dei Carabinieri italiani di Bologna, con il sostegno di #Europol e del Progetto di Cooperazione #INTERPOL contro la #'ndrangheta (#I-CAN), ha portato alla cattura del latitante. Dallo scorso settembre INTERPOL/I-CAN aveva segnalato le ricerche di Gigliotti alle autorità di Brasile, Colombia, Repubblica Dominicana, Panama e Venezuela.

L'arrestato ha legami con molti esponenti di alto rango della criminalità organizzata italiana e dei cartelli della droga latinoamericani, ed aveva trascorso diversi mesi in laboratori clandestini di droga. Gli investigatori sono stati in grado di stabilire come la 'ndrangheta avesse inviato l'individuo sino alle montagne della Colombia per lavorare direttamente con i produttori di droga nei loro impianti di produzione, con l'obiettivo di portare queste nuove competenze in Europa.

Infine pochi giorni fa, il latitante è stato fermato nei pressi della sua residenza temporanea, nonostante abbia cercato di identificarsi con un documento d'identità colombiano falso.

L'Europol aveva sviluppato informazioni affidabili sulle attività internazionali di traffico di droga di questo individuo - per il quale l'INTERPOL aveva emesso un red notice (avviso rosso) - ed ha quindi riunito tutti gli investigatori coinvolti per concordare una strategia comune per arrestare il sospetto. A tal fine, Europol ha anche istituito un posto di comando virtuale per coordinare le attività sul terreno. L'operazione è stata sostenuta dall' #EMPACT e dalla #reteON, finanziata dall'UE (Progetto Fondi Sicurezza Interna 'ISF4@ON') e guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia italiana.

Il Direttore del supporto operativo e dell'analisi dell'INTERPOL, Cyril Gout, ha dichiarato: “Attraverso questo arresto, I-CAN continua a dimostrare la sua efficacia nel combattere una delle organizzazioni criminali più estese e potenti del mondo. Il modello I-CAN si basa sulla fornitura ai paesi di un modello di cooperazione che apporta valore aggiunto operativo, in particolare in un momento in cui è necessaria un’azione globale urgente e coordinata per contrastare la criminalità organizzata transnazionale”. Voluto dal Dipartimento italiano di Pubblica Sicurezza, I-CAN aumenta la consapevolezza e la comprensione globale sulla 'Ndrangheta e sul loro modus operandi, condividendo informazioni di polizia per smantellare le loro reti e operazioni e arrestare sospetti ricercati. Dal suo lancio nel 2020, I-CAN ha facilitato l’arresto di 93 fuggitivi in tutto il mondo.

Per saperne di più sul Progetto I-CAN 👉 interpol.int/en/Crimes/Organiz…

Qui un video che illustra il Progetto I-CAN 👉 inv.citw.lgbt/watch?v=6UR7lTQz…

#ArmadeiCarabinieri



Riciclaggio di veicoli. La risposta della polizia italiana e dell'INTERPOL. Dallo scambio di informazioni ai consigli per i proprietari delle auto.


Presso il Compartimento #PoliziaStradale per il Lazio e l’Umbria a Roma si è svolto recentemente il “Motor Vehicle Crime”, incontro cui hanno partecipano le Forze di Polizia Europee, durante il quale sono state pianificate nuove strategie rivolte al contrasto del riciclaggio internazionale di veicoli.

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Anche in questo particolare settore la cooperazione tra le Forze di Polizia, il coordinamento e lo scambio delle informazioni sono elementi fondamentali per ostacolare la criminalità dedita al furto e al riciclaggio dei veicoli, che in Italia, come negli altri Paesi europei   coinvolge articolati sodalizi criminali.
Nel corso dell'incontro si è sottolineata l’importanza del coinvolgimento di partners privati per una collaborazione più ampia ed efficace e si è discusso delle possibili iniziative congiunte per il rafforzamento della cooperazione.

Importante segnalare che l' #INTERPOL è in prima linea in quello che viene definito «crimine automobilistico», che – come abbiamo indicato sopra – ha di per sè una ampiezza transnazionale: si pensi al riciclaggio di auto rubate in un Paese e trafficate in nazioni diverse.

A tal proposito INTERPOL non manca di fornire consigli per i proprietari di auto, ivi compresi quelli riferiti alle «chiavi elettroniche» di apertura e messa in moto, ormai in dotazione alla maggior parte delle autovetture.

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Ebbene, INTERPOL – nel rinviare ad un video di esempio della West Midlands Police inglese, che potete seguire qui 👉 inv.citw.lgbt/watch?v=8pffcngJ… nel quale si vedono dei ladri che «intercettano» il segnale della chiave elettronica di un'auto di lusso, cosa che gli consente di rubarla – suggerisce di:

Non lasciare la chiave accanto alla porta o alla finestra
Conservare le chiavi in ​​una scatola RFID per interrompere l'emissione di un segnale
Parcheggiare il veicolo in un'area sicura per scoraggiare i criminali che prendono di mira il tuo veicolo
Fare attenzione alle persone sospette intorno a te mentre chiudi la macchina (un altro modo in cui i criminali sfruttano il portachiavi è durante il processo di chiusura del veicolo. Mentre chiudi l'auto, i criminali possono intercettare e bloccare il “segnale di blocco” inviato dal portachiavi al veicolo, lasciandolo sbloccato. Il criminale può quindi facilmente rubare il contenuto all'interno del veicolo o il veicolo stesso
Controllare che le porte siano bloccate prima di lasciare l'auto
Chiudere sempre il vostro veicolo e non lasciarlo incustodito con il motore acceso
Assicurarsi che i dispositivi antifurto dell'auto siano chiaramente visibili (volante e blocca freno, allarmi, ecc.)
Non contrassegnare mai le chiavi della macchina con nome e indirizzo (nel caso in cui si perdessero le chiavi).
Non conservare i documenti di immatricolazione nel veicolo; questo rende difficile per il ladro venderlo al mercato nero.
Non tenere oggetti di valore o un GPS in vista nell'auto.

INTERPOL ha due progetti sull'argomento furto e riciclaggio internazionale di veicoli:

Progetto INVEX: coinvolge attualmente 25 paesi e produttori selezionati che scambiano regolarmente dati con INTERPOL. Fin dalla sua nascita nel 2009 in Germania, INVEX ha contribuito al rilevamento di automobili e componenti rubati in più di 100 paesi, portando a migliaia di sequestri e relative indagini di follow-up.

Nuovi produttori stanno cercando di collaborare ad una terza fase di questo progetto, che dovrebbe iniziare entro la fine del 2023. In questa fase verranno implementate nuove caratteristiche tecniche.

Progetto FADA-RI: fornisce un accesso sicuro per i paesi membri dell’INTERPOL al sistema tedesco di identificazione dei veicoli noto come FADA. Questo è uno strumento prezioso per identificare i veicoli forgiati. Nello specifico il progetto si concentra sui produttori tedeschi Audi, BMW, Porsche e Volkswagen e sui loro marchi affiliati. Attualmente conta 132 utenti attivi, 25 Paesi membri e oltre 40.000 ricerche dal lancio nel 2021.



INTERPOL. La dichiarazione di Vienna


A conclusione della 91ma Assemblea Generale dell' #INTERPOL di Vienna (dove 100 anni fa fu creato quello che viene definito "corpo di polizia mondiale"), il Presidente Ahmed Naser AL-RAISI ed il Segretrio Generale Jürgen STOCK hanno rilasciato la "Dichiarazione di Vienna", sull'impegno dell'Organizzazione nella lotta alla criminalità organizzata.

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La Dichiarazione di Vienna definisce le cinque azioni prioritarie (traduzione non ufficiale, il testo ufficiale è scaricabile qui interpol.int/content/download/… ):
1. La lotta alla criminalità organizzata transnazionale deve diventare una priorità globale per la sicurezza nazionale.
I gruppi criminali organizzati, che operano oltre i confini, stanno minando le società, le comunità e le loro
economie. Le forze dell’ordine in molti paesi non riescono a far fronte al fatto che i criminali acquistano influenza politica,
lanciare attacchi informatici da diversi continenti o operare a livello transnazionale. Questo crimine transnazionale
epidemico deve essere trattato al più alto livello governativo come una priorità globale. Il mondo ha bisogno di
lavorare insieme per risolvere questa crisi di sicurezza.
2. Costruire una maggiore cooperazione per contrastare le attività criminali.
I paesi non possono più fare affidamento solo sugli scambi bilaterali o regionali. Condivisione delle informazioni attraverso
i confini sono fondamentali e devono essere la norma, non l’eccezione, se vogliamo sconfiggere il significativo
aumento della criminalità organizzata.
3. Maggiore condivisione delle informazioni.
I decisori responsabili della polizia, della giustizia e della sicurezza nazionale devono allineare gli sforzi nella costruzione
una risposta globale rimuovendo gli ostacoli ad una maggiore condivisione delle informazioni.
4. Potenziamento della polizia in prima linea.
Ogni agente di polizia è un anello della catena che protegge le proprie comunità così come la comunità
mondiale. Ogni agente di polizia, compresi quelli in prima linea e quelli che proteggono i nostri confini, devono farlo
avendo accesso alle informazioni di cui hanno bisogno dai database globali per interrompere l'attività criminale e
offrire un migliore supporto tecnologico, formazione e informazione sulla lotta alla criminalità globale.
5. Maggiori investimenti in innovazione e tecnologia.
Gli investimenti delle forze dell’ordine globali in tecnologia e innovazione vengono superati dai criminali.