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ricordare:
28 dicembre 2024. israele festeggia "hanukkah" bruciando vivi dottori e pazienti al Kamal Adwan Hospital
slowforward.net/2024/12/28/tha…

#kamaladwanhospital #genocide


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31 marzo, incontro online: ‘la finestra di antonio syxty’ presenta antonio syxty! “we exist in order to be happy” (foglio benway, 14)


La Finestra di Antonio Syxty dedicata stavolta al suo "Foglio" Benway, We exist in order to be happy
cliccare per ingrandire

La Finestra di lunedì 31 marzo 2025 sarà un po’ diversa dalle altre. Di solito è Antonio Syxty che “guarda fuori dalla Finestra e incontra gli altri”. In questo caso sono invece “gli altri a guardare verso la Finestra e incontrare Syxty”.Mariangela Guatteri e Giulio Marzaioli sono gli editori che nel 2024 hanno deciso di pubblicare – come Foglio n. 14 di Benway Series – l’opera We exist in order to be happy, di A.S.: non sarà dunque quest’ultimo a fare le domande, ma gli editori a farle a lui. È una “Finestra al contrario”, insomma!canali:youtube = youtube.com/@MTMTeatroMilano/s…facebook = facebook.com/lafinestradianton…il foglio: benwayseries.wordpress.com/202…

#aSemanticizedWriting #BenwaySeries #cambioDiParadigma #conversazione #foglio #FoglioBenway #GiulioMarzaioli #LaFinestraDiAntonioSyxty #MariangelaGuatteri #materialiVerbovisivi #MTM #MTMManifattuteTeatraliMilanesi #presentazione #reading #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca

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5 aprile, napoli, il gruppo ‘ossatura’ @ auditorium novecento


gruppo Ossatura, il 5 aprile a NapoliSaturn Return
OSSATURA – live
Auditorium Novecento
Via Enrico De Marinis, 4
Napoli, 5 aprile 2025.
Ore 21:30

Ossatura, una rivoluzione orbitale intorno al suono lunga trent’anni. Formatisi a Roma nel 1995, gli Ossatura hanno da allora fatto lunghe tournée in Europa, Canada e Stati Uniti. Hanno collaborato con musicisti come Tim Hodgkinson, Dagmar Krause, Alvin Curran, Chris Cutler, Peter Kowald, Wolfgang Fuchs, Michiko Hirayama, Fernando Grillo, Gene Coleman, Gendos Chzamirin e Christian Calon. I membri di OSSATURA sono: Luca Venitucci (piano, fisarmonica e dispositivi elettroacustici), Elio Martusciello (chitarra elettrica), Fabrizio Spera (batteria e percussioni).

*
instagram.com/auditoriumnovece…
facebook.com/auditoriumnovecen…
auditoriumnovecento.com/

#AuditoriumNovecento #concert #concerto #ElioMartusciello #FabrizioSpera #improvisedMusic #LucaVenitucci #music #musica #musicaDiImprovvisazione #musicaDiRicerca #musicaSperimentale #musiqueDeRecherche #Ossatura

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they released hamdan ballal, but what happened?


They released Hamdan Ballal. But what happened?

Shortly after Palestinian residents had finished their daily Ramadan fast dozens of masked Israeli settlers entered the West Bank village of Susiya.

Some of the settlers were armed with batons, others had knives and one of them was holding an M16 rifle. Among them were a group of Israeli soldiers who escorted the settlers inside the village.
Minutes later, the settlers walked straight over to the house of Hamdan Ballal. The settlers started throwing stones against his house, witnesses said, and chased Ballal to his house, beating him and eventually handing him over to the military. Handcuffed and blindfolded by the soldiers, Ballal, bleeding from his head, was moved to a military vehicle.

Hamdan Ballal Hamdan Ballal

#aggressione #Cisgiordania #coloni #criminalIDF #criminalIOF #free #freed #HamdanBallal #IDF #IOF #IsraeliSoldiers #kidnapping #M16Rifle #NoOtherLand #Palestina #Palestine #rapimento #settlers #sionisti #Susiya #WestBank #whatHappened #YuvalAbraham

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intervista a tano d’amico, sul suo libro “i nostri anni” (milieu, collana settanta, 2025)


youtu.be/e5_nxHU-kGs?feature=s…

#77 #Anni70 #anniSettanta #collanaSettanta #FedericoRaponi #INostriAnni #intervista #Milieu #MilieuEdizioni #Movimento #presentazione #TanoDAmico

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dip 046, nazione stwitterata


Nazione indiana, con ragioni condivisibili, ha mollato il proprio account twitter, e ne dà notizia in questo post: nazioneindiana.com/2025/03/24/…. Sui social generalisti mi sento di rimettere in comune due post: slowforward.net/2025/01/13/usc… e slowforward.net/2025/03/27/dip….

Quale sarà la prassi meglio funzionante, in un contesto reticolare?

28 mar 2025

#rete #twitter #nazioneindiana #social #socialmedia

#dip046 #dip046 #NazioneIndiana #nazioneindiana #prassi #rete #social #socialMedia #socialmedia #testiDiMgInRete #testiDiMgOnline #twitter


uscire o non uscire dai social zucki muski trumpi

_

shitti shitti quatti quatti, gli oligarchi di cui parla Bernie Sanders si stanno socialmediamente prendendo tutta la torta. allora all’interno della torta medesima sorgono dubbi.

qui dico la mia, o un atomo della mia, con tutti i limiti del soggetto dell’inconscio che sono (verbigerante in un commento qui):

come occorre sostenere #BDS per boicottare #izrahell, così bisogna trovare vari modi per staccare gli sguardi (e i portafogli) dai #socialmedia generalisti. la mia idea è (sempre stata) (soprattutto per quei versanti che – come dice giustamente Terzago – si occupano di linguaggio) quella che Antonio Pavolini descrive nel suo Stiamo sprecando internet a proposito delle zone – diciamo così – ‘virtuose’ della rete.
quindi: diffondere (al limite anche attraverso i social media, perfino generalisti) le frecce direzionali che portano ALTROVE = *direttamente* a quelle zone. (siano esse più o meno temporaneamente autonome).
una di queste zone è #Mastodon. ma finché su Mastodon ci sto solo io e un gruppo di cinque persone, l’acqua scarseggia e la papera non galleggia.
bisogna migrare in massa, cristo santo.
e lasciare che su #facebook resistano e persistano solo ed esclusivamente #link che portano FUORI da facebook. solo ed esclusivamente materiali indigeribili da facebook medesimo.

e bisogna moltiplicare gli spazi autonomi.
non a caso, in varie occasioni e momenti di #esistelaricerca, ho sollecitato (starei per aggiungere: “in modo accorato”) la nascita di più siti, spazi in rete, indipendenti e connessi.
la stessa cosa può succedere anzi già succede da tempo con versanti del #giornalismo indipendente.
che però ha bisogno di noi.
finché ci sarà qualcuno di “noi” che fa cadere la monetina nel bussolotto di Repubblica e del Corsera, hai voglia a parlare di (un pur minimo) #antagonismo in rete.

su #Gaza e sul #genocidio (ampiamente bannato da zucko su fb, meno su #instagram), faccio l’esempio delle decine e decine di immagini, report, link, materiali video e di altro genere che ho caricato su spazi #Mega che poi di volta in volta linko usando *anche* i social media. ma principalmente attraverso #slowforward + uno spazio (da qualche mese da me negletto per mancanza di tempo: ma lo riprenderò) ospitato dalla rete indipendente #noblogs.

poi ognuno può aggiungere proprie iniziative.
la mia idea o impressione, in definitiva, è che su fb si continua sì ad accedere a moltissimi materiali a volte indispensabili, soprattutto relativi all’arte contemporanea (unico motivo per cui mi ero iscritto a fb alle origini, quando ancora il tasto per postare sembrava di gomma), però le cose buone ormai da ANNI bisogna prendersele e spostarle di peso FUORI. dopodiché si può usare fb (finché e SE ha senso) esclusivamente per indirizzare la gente fuori da fb.

oh, magari sbaglio, non so. però fin qui è una #strategia che qualche frutto lo ha portato.

#antagonismo #antagonismoInRete #AntonioPavolini #BDS #ELR #EsisteLaRicerca #esistelaricerca #facebook #FrancescoMariaTerzago #Gaza #genocidio #giornalismo #giornalismoindipendente #Instagram #izrahell #link #Mastodon #Mega #noblogs #slowforward #socialMedia #socialMediaGeneralisti #socialmedia #StiamoSprecandoInternet #Strategia #TAZ #twitter #zoneTemporaneamenteAutonome


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DAL 2003, SLOWFORWARD (=slowforward.net) è il sito più testardo, aggiornato (e anziano) su #scritture di ricerca, #arte contemporanea, #musica sperimentale, materiali verbovisivi, #asemic writing, #poesia concreta, #prosa in prosa, prose brevi, scritture non assertive, e molto altro:

segui il canale #slowforward su #telegram : https://t.me/slowforward

o su #whatsapp : tinyurl.com/slowchannel

e/o l’account #mastodon: mastodon.uno/@differx



mostra di opere di William Burroughs a Londra, alla October Gallery.
qui una selezione di opere e un video: gammm.org/2025/03/28/works-by-…

#williamburroughs


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da oggi, 28 marzo, a reggio emilia: marco maria zanin, “acacia” (palazzo dei musei)


Marco Maria Zanin

ACACIA


A cura di
Irene Biolchini, Alessandro Gazzotti e Giada Pellegrini

28 marzo – 27 luglio 2025, Palazzo dei Musei
Via Lazzaro Spallanzani, 1 – Reggio Emilia

Venerdì 28 marzo 2025 alle ore 18, presso Palazzo dei Musei a Reggio Emilia, inaugura Acacia, un intervento artistico di Marco Maria Zanin che intreccia arte contemporanea, archeologia, antropologia e memoria personale. Il progetto, realizzato dal Comune di Reggio Emilia – Musei Civici, sostenuto dal PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporaneae promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, si sviluppa all’interno del Museo Gaetano Chierici di Paletnologia, proponendo un dialogo tra epoche diverse attraverso una metodologia che combina pratica artistica e artigianale.

I Musei Civici di Reggio Emilia, grazie alla lunga collaborazione con Italo Rota, si collocano come esempio di sperimentazione e di riflessione sul ruolo e sul significato del museo contemporaneo, in un processo che avvicina, attraverso allestimenti complessi e stratificati, i linguaggi del passato e del presente per costruire un’idea di futuro.

Il progetto nasce da una storia personale dell’artista: la perdita della sorella gemella prima della nascita, da lui chiamata, affettuosamente, Acacia. Attraverso un linguaggio visivo che intreccia scultura, fotografia, ceramica, bronzo, vetro e tessitura, l’artista costruisce un corredo funebre contemporaneo, in cui i manufatti si relazionano con i reperti archeologici della collezione. Il progetto si fonda su un’idea di passaggio e trasformazione, dove la memoria del corpo, le emozioni e il lutto diventano materia viva, in grado di generare nuove possibilità di relazione con il passato e con il futuro. La collezione si trasforma così in un archivio dinamico, capace di stimolare connessioni inedite tra il pubblico e il patrimonio, aprendo spazi di riflessione e nuove prospettive di interpretazione.

La metodologia di lavoro di Zanin è profondamente radicata nel rapporto tra arte e antropologia, con un approccio che concepisce l’opera come un processo di risignificazione della memoria collettiva e della tradizione attraverso la creazione artistica. L’arte diventa un mezzo per attivare nuove letture del patrimonio culturale, interrogando il passato e rielaborandolo nel presente. Acacia si colloca così in uno spazio di tensione tra il personale e il collettivo, tra il simbolico e il tangibile, esplorando la capacità trasformativa degli oggetti e dei materiali.

La mostra si articola attraverso elementi realizzati in collaborazione con artigiani selezionati insieme alla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, istituzione non-profit la cui missione è proprio la tutela dell’artigianato artistico, partner culturale del progetto. La firma di ogni pezzo riporterà anche il nome del maestro d’arte, riconoscendo così il contributo fondamentale degli artigiani nella creazione delle opere e sottolineando il carattere corale del processo artistico. Le sculture in ceramica, realizzate con Antonino Negri (Lodi), riecheggiano le urne funerarie antiche e custodiscono le memorie delle eredità invisibili. I manufatti in bronzo, frutto del lavoro con Tuorlo (Padova), emergono come tracce di un’infanzia non vissuta, evocando una memoria stratificata nel tempo. I tessuti, realizzati su telai storici presso l’Atelier Giuditta Brozzetti (Perugia), raccontano una storia mitica di separazione e ricerca, mentre le opere in vetro, realizzate con Simone Crestani (Vicenza), si ispirano agli strumenti alchemici della trasformazione, evocando un processo di sublimazione e rinascita.

La fotografia, infine, completa il percorso espositivo con un racconto visivo che ripercorre il ciclo della vita e della perdita, muovendosi tra ricerca scientifica, documentazione antropologica e immaginario poetico.

Acacia si inserisce nel più ampio dibattito sulla funzione del museo contemporaneo, proponendo un modello di produzione artistica relazionale. Il progetto si configura come un atto collettivo, in cui il museo si trasforma in un luogo di sperimentazione e creazione condivisa. È accompagnato da un ciclo di incontri interdisciplinari, che coinvolgeranno studiosi e curatori, tra cui Anna Castelli, Alberto Cavalli, Matteo Lucchetti, Sara Ricciardi, Marco Scotini, per approfondire il ruolo dell’arte nell’attivazione delle collezioni archeologiche, da un catalogo bilingue che raccoglierà contributi critici e immagini della mostra. Il progetto grafico di mostra e catalogo è a cura di Giulia Boccarossa. Il video sul processo di realizzazione delle opere è prodotto da Stefano Rizzato.

La mostra, curata da Irene Biolchini, Alessandro Gazzotti e Giada Pellegrini, resterà visibile fino al 27 luglio, trasformando il Museo Gaetano Chierici di Paletnologia in uno spazio di sperimentazione e confronto, in cui l’arte contemporanea si fa strumento di dialogo tra passato e presente, memoria e creazione. Con Acacia, il museo diventa un luogo di rielaborazione collettiva, capace di dare nuova vita al patrimonio e nuove possibilità di lettura alla storia umana.

Marco Maria Zanin (Padova, 1983) è artista, ricercatore e attivista. Si laurea prima in Lettere Moderne e poi in Relazioni Internazionali, attualmente è dottorando in Antropologia presso ISCTE/NOVA di Lisbona con una tesi dal titolo Potenzialità nella frontiera tra arte e artefatto. Sviluppa attività di ricerca sulle forme di relazione tra l’essere umano e la terra, mettendo in luce, con un approccio interculturale, pratiche e rituali utili a rinsaldare il legame tra i membri della comunità umana e tra essi e il territorio, in una forma che metta al centro la vita in tutte le sue forme. Tra le mostre personali recenti si ricordano: Soil Kinships (2021) a cura di Matteo Lucchetti, presso la Galleria Spazio Nuovo di Roma; Strati di tempo nella Chiesa di Sant’Agnese (2021) presso la Casa dei Tre Oci, Venezia; Le Opere e i Giorni (2019) a cura di Antonio Grulli, presso i Musei Civici di Bassano; As Obras e os Dias (2017) a cura di Jacopo Crivelli Visconti, presso Pivô Arte e Pesquisa di San Paolo; Dio è nei frammenti (2017) a cura di Daniele De Luigi, presso la Galleria Civica di Modena; O Lado Direito do Avesso(2015) a cura di Paulo Miyada, presso la Oficina Cultural Oswald de Andrade di San Paolo. Sue opere sono contenute in Collezioni private e pubbliche tra cui MART, Museo Morandi, Fondazione Modena Arti Visive, Fondazione Brodbeck, Fondazione Alberto Peruzzo, MAM Rio de Janeiro, Salsali Museum Dubai.

Il Museo Gaetano Chierici di Paletnologia, con sede presso il Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, rappresenta un raro esempio di museo ottocentesco rimasto intatto. Ideata nel 1870 da Gaetano Chierici, pioniere della Paletnologia italiana, la collezione offre un racconto cronologico della preistoria e dell’archeologia reggiana, dal Paleolitico al Medioevo. Ordinata per cronologia, materia e tecnica, riflette un approccio scientifico rigoroso, integrato da una visione estetica e democratica che valorizza ogni reperto senza gerarchie. La disposizione originaria, pensata per trasmettere una percezione corale del passato, si apre al dialogo con culture di altre regioni italiane, rispecchiando gli ideali risorgimentali di un’identità nazionale condivisa. L’eredità di Chierici continua nei nuovi allestimenti curati da Italo Rota, dove gli oggetti diventano strumenti di connessione tra memoria storica ed esperienza contemporanea.

Marco Maria Zanin. ACACIA

A cura di: Irene Biolchini, Alessandro Gazzotti e Giada Pellegrini

Date: 28 marzo-27 luglio 2025

Sede: Museo Gaetano Chierici di Paletnologia | Palazzo dei Musei, via Lazzaro Spallanzani 1, Reggio Emilia

Progetto realizzato da: Comune di Reggio Emilia – Musei Civici

Sostenuto da: PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura

In collaborazione con: Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte

Progetto grafico: Giulia Boccarossa

Video documentario: Stefano Rizzato

Orario di apertura da settembre a giugno: martedì, mercoledì e giovedì > 10-13; venerdì, sabato, domenica e festivi > 10-18.
Orario di apertura luglio: martedì, giovedì, domenica e festivi > 10-13; mercoledì, venerdì e sabato > 10-13.00 / 21-24.
Ingresso: gratuito

Sito web: www.musei.re.it

#AlessandroGazzotti #antropologia #art #arte #GiadaPellegrini #IreneBiolchini #MarcoMariaZanin #MuseoGaetanoChiericiDiPaletnologia #PalazzoDeiMusei

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milano, 5 aprile: “ri-materializzazione del linguaggio. 1978-2022”


incontro per
RIMATERIALIZZAZIONE DEL LINGUAGGIO. 1978-2022
con Gaia Ginevra Giorgi, Cristiana Perrella, Andrea Viliani

5 aprile, dalle 20
Viale Stelvio 66, Milano
FREE ENTRY

Sabato 5 aprile, dalle ore 20, nel nuovo spazio di Frittelli Arte Contemporanea e Galleria Michela Rizzo, Cristiana Perrella e Andrea Viliani presentano Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978–2022, il primo tentativo di una ricostruzione filologica della mostra seminale Materializzazione del linguaggio, curata nel 1978 da Mirella Bentivoglio e dedicata alle esplorazioni verbo-visive di ottanta artiste internazionali.

A seguire, in connessione con la ricerca di Bentivoglio, un intervento performativo di Giorgi interroga la rimessa in circolo dei documenti di un archivio impossibile (registrazioni deteriorate, found sounds, lettere mai inviate, pagine di diario, appunti, materiali di scarto) come modo di invenzione di nuovi futuri e temporalità.

L’evento è realizzato grazie al sostegno della Fondazione Antonio Dalle Nogare.

#AndreaViliani #appunti #archivi #archivio #art #arte #CristianaPerrella #documenti #esplorazioniVerboVisive #FondazioneAntonioDalleNogare #foundSounds #FrittelliArteContemporanea #GaiaGinevraGiorgi #GalleriaMichelaRizzo #lettereMaiInviate #materialiDiScarto #materialiVerbovisivi #MaterializzazioneDelLinguaggio #MirellaBentivoglio #nero #NEROEditions #pagineDiDiario #registrazioniDeteriorate #RiMaterializzazioneDelLinguaggio

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dip 045, “social”?


l’algoritmo di #Threads (forse il peggior social in cui mi sia imbattuto) sembra perfino più demenziale di quello di #facebook o di #twitter: deve in qualche modo creare una specie di mare magnum in cui tutti perdono tutti.
per non parlare del sistema del “repost”, che funziona con #wordpress e che mi permette di ripostare (appunto) in automatico i materiali che escono su slowforward.net. sono tutti praticamente INVISIBILI. Threads (come facebook e soprattutto twitter) lavora solo per sé stesso, questo è quanto.
la logica, nei social media generalisti, è evidente: la creazione di livelli di #separazione tra piattaforma e piattaforma, e (all’interno di queste) tra utente e utente. l’esatto opposto di quello che succede nel #fediverso.

27 mar. 2025

#creazioneDiSeparazione #dip045 #dip045 #facebook #FEDIVERSO #invisibilitàShadowbanning #mediaGeneralisti #separazione #slowforward #social #socialNetwork #threads #twitter #WordPress

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80 years of israeli crimes


15 y.o. boy.
Bethlehem, before Oct 7th.
beaten by israeli soldiers for he was playing football near to a checkpoint.
they shot him in the legs.
one leg had to be amputated:

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A post shared by Raise Up Palestine (@raise.up.palestine)

this is #israel – this is #colonization – this has been going on for 76 years now. this is an ongoing and growing heap of crimes against humanity, and #genocide

*
#genocidio #Palestine #Palestina
#warcrimes
#starvingpeople #starvingcivilians
#iof #idf #colonialism #sionisti
#izrahell #israelterroriststate
#invasion #israelcriminalstate
#israelestatocriminale

#colonialism #colonialismo #colonization #Gaza #genocide #genocidio #ICC #icj #IDF #IOF #Israel #israelcriminalstate #israelestatoterrorista #israelterroriststate #izrahell #massmurders #Palestina #Palestine #sionismo #sionisti #sionistiassassini #starvingcivilians #starvingpeople #warcrimes #zionism

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‘sonde poetiche’ @ radioarte, oggi, 27 marzo: “arte altre parole”

SONDE POETICHE


radioarte - sonde poetiche - 27 marzo
cliccare per ingrandire

a cura di Gianluca Codeghini e Andrea Inglese
27 marzo 2025 ore 6.30, 9.30 pm
N. 4 di 5: Arte altre parole

Vincenzo Agnetti di Federica Boragina, Ermanno Cristini, Chiara Pergola, Carlo Dell’Acqua, Antonio Syxty, Cesare Pietroiusti, Luisa Turuani, Pasquale Polidori, Gianluca Codeghini e Andrea Inglese

su/on radioarte.it

COSA è / WHAT is
SONDE POETICHE // POETIC SOUND

Con questa nuova piattaforma ci rivolgiamo principalmente a quel non pubblico che non ha nulla da perdere se non la propria curiosità, il proprio desiderio e lo stupore per le parole. Ogni puntata di SONDE POETICHE sarà caratterizzata da suoni con durata a tempo variabile, da parole e rumori intorno a un concetto o a un autore. Questo numero quattro di cinque è dedicato alla parola in mano ad artisti visivi, una parziale indagine e selezione nel visivo meno visivo, una proporzione in fase di descrizione, una pluralità di forme e media, parole scolpite, sonore, fumo. Una, mille procedure per trasformare la realtà e disertare dal pensiero.

#AndreaInglese #AntonioSyxty #art #arte #CarloDellAcqua #CesarePietroiusti #ChiaraPergola #ErmannoCristini #FedericaBoragina #GianlucaCodeghini #LuisaTuruani #media #parole #PasqualePolidori #poesia #RadioArte #SondePoetiche #VincenzoAgnetti

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memory ciak 2025 / premio zavattini / aamod


APERTE LE ISCRIZIONI PER MEMORY CIAK 2025
COL PREMIO CESARE ZAVATTINI, IL REPERTORIO AAMOD,
IL ROMANZO DI LIBERETÀ
PRIMA ALLE GIORNATE DEGLI AUTORI VENEZIANE
CON BOOKCIAK, AZIONE!

Lo scambio e il dialogo tra generazioni, i temi del lavoro e della solidarietà tornano anche quest’anno con Memory Ciak, sezione speciale del Premio Bookciak, Azione! 2025, realizzata con la Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS e il Premio Cesare Zavattini, in collaborazione con Spi-CGIL, LiberEtà.

La seconda vita di Astolfo Barchiera di Lorenzo Chiabrera (LiberEtà, 2024) è il romanzo di riferimento per la creazione di un bookciak (corto sperimentale di max tre minuti) nell’ambito della speciale sezione dedicata alla memoria. I concorrenti (entro i 35 anni) possono quindi ispirarsi a queste pagine utilizzando gratuitamente il prezioso materiale della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), ed essere premiati alla Mostra del Cinema di Venezia, nell’ambito di Bookciak, Azione! 2025, premio cine-letterario ed evento in chiusura delle Giornate degli Autori, ideato e diretto da Gabriella Gallozzi, che si svolgerà al Lido di Venezia, in collaborazione col Sindacato Giornalisti Cinematografici (SNGCI). La direzione del Premio Zavattini sceglierà il cortometraggio vincitore della sezione Memory Ciak.

Il Premio Bookciak, Azione! si propone come prezioso laboratorio creativo per i giovani filmmaker. Tutti gli interessati, entro 35 anni, possono concorrere gratuitamente – e quindi partecipare a una vetrina importante come il Festival di Venezia e poi andare in tour tutto l’anno tra altri festival italiani e stranieri, tra cui Parigi e Lugano – attraverso la realizzazione dei bookciak: corti sperimentali e inediti, di massimo tre minuti, ispirati ai tre libri vincitori della IV edizione di Bookciak Legge, legati insieme, quest’anno, dal tema: “Scappo dalla città – nomadi digitali, agricoltura sostenibile, comunità energetiche, alternative di vita quotidiana”.

L’iniziativa è prodotta dall’Associazione culturale Calipso e da Bookciak Magazine (www.bookciakmagazine.it). Le iscrizioni sono aperte fino al 10 giugno 2025. Per partecipare basta inviare una mail a info@bookciak.it con recapiti e dati personali. Importante è specificare il libro scelto per realizzare il bookciak. La proiezione dei corti sarà il 5 settembre, mentre la premiazione la mattina del 6 settembre 2025 in chiusura delle Giornate degli Autori al Lido di Venezia, in collaborazione con SNGCI e Spi-CGIL.

Il Premio Cesare Zavattini Unarchive è un’iniziativa promossa dalla Fondazione AAMOD, cui possono concorrere, attraverso un bando pubblico, giovani filmmaker di età compresa tra i 18 e i 35 anni, con il progetto di un cortometraggio che preveda l’utilizzazione anche parziale del materiale filmico dell’a Fondazione AAMOD, degli archivi partner o di altri archivi. Tra i progetti pervenuti, una Giuria composta da cinque importanti personalità del cinema italiano sceglie nove finalisti, i cui autori e autrici hanno la possibilità di partecipare gratuitamente a un Workshop formativo e di sviluppo condotto da affermati professionisti. Al termine, la stessa Giuria seleziona tra i finalisti tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente il materiale filmico dell’AAMOD e degli archivi partner, ricevono servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.

Lorenzo Chiabrera, dopo una vita da dipendente pubblico a Torino, appassionato di cinema e regia ne La seconda vita di Astolfo Barchiera, vincitore del premio letterario LiberEtà 2024, racconta con tratti autobiografici il momento del pensionamento del suo protagonista. Il suo sogno più grande è girare con gli stessi attori il sequel di un film realizzato quarant’anni prima insieme ad alcuni amici di scuola. Per tutto questo servono i soldi del trattamento di fine servizio ma norme assurde spostano molto in là il tempo in cui potrà riceverli e utilizzarli. Può intanto cominciare con i preparativi e la sceneggiatura ma sarà la vita a riservargli il finale più sorprendente.

#AAMOD #agricolturaSostenibile #alternativeDiVitaQuotidiana #archivio #AssociazioneCulturaleCalipso #BookciakMagazine #cinema #comunitàEnergetiche #documentari #film #FondazioneArchivioAudiovisivoDelMovimentoOperaioEDemocraticoETS #GiornateDegliAutori #LaSecondaVitaDiAstolfoBarchiera #LiberEtà #LidoDiVenezia #LorenzoChiabrera #MemoryCiak #nomadiDigitali #PremioBookciak #PremioCesareZavattini #PremioCesareZavattiniUnarchive #premioLetterarioLiberEtà #PremioZavattini #ScappoDallaCittà #SNGCI #SPICGIL #Unarchive #video

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dip 038, #sintassi , #davidlynch https://slowforward.net/2025/01/22/dip038/


dip 038, #sintassi , #davidlynch slowforward.net/2025/01/22/dip…


dip 038, sintassi


questa annotazione può sembrar cadere qui out of the blue (e forse un po’ è così), ma va detto – o sono persuaso possa essere detto – che:

c’è un modo specifico di sentire, di avvertire la sintassi, e di naturalmente tornirne i labirinti, che è in profondità analogo al lavoro di Lynch non soltanto con la macchina da presa e con determinate sue carrellate lentissime in climax o anticlimax (per esempio), ma proprio con la gestione della trama, intesa come:

tessuto che non solo si smaglia ma si riannoda in punti imprevedibili, come un abito non euclideo. o non sempre – non tutto – euclideo.

a differenza della radice, verticale e gerarchica, il rizoma è intersecante, trasverso, anarchico e orizzontale.

in questo, una certa modalità della ricerca letteraria, che soprattutto metto al lavoro con prose brevi in un libro che uscirà prima dell’estate, le asimmetrie e astrazioni (e torsioni) sintattiche che ho sperimentato dialogano, credo proficuamente, con una idea post-novecentesca di montaggio, frammentazione e ripresa di unità.

vorrò/vorrei poi sempre più che una quota forte, alta, di indeterminazione connotasse i materiali dei prossimi testi. (ma “textus” è un vocabolo inesatto, e la parentesi resta aperta

#111 #DavidLynch #dip #dip038 #dip038 #Lynch #sintassi






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“nz”, di antonio syxty. una nota dell’autore


un’annotazione di Antonio Syxty sul suo libro NZ, da poco uscito per ikonaLíber

NOTA PER IL LETTORE

Questo libro è un estratto da una raccolta di scritti che sono parte del Primo Famoso e Improbabile Archivio di Antonio Syxty.
L’Archivio si definisce e si presenta al mondo con un nome d’avventura voluto probabilmente dal suo stesso autore e fa parte di un progetto più ampio denominato T.F.Y.L. Project: The Forty Years Later Project. Un progetto che si manifesta 40 anni dopo il suo inizio, più o meno, e non si sa perché.
NZ (con il titolo esteso di Nuova Zelanda) fa riferimento a una performance/happening avvenuta nel 1980 a Milano alla discoteca 2001 in Via Forze Armate.
Come per altri materiali di scrittura di questo archivio (in alcuni casi definito anche come Catalogo) potremmo aggiungere che il procedimento adottato segue una linea di progettazione che si articola per snodi, incroci e sovrapposizioni. All’origine c’è un soggetto che “inizia a scrivere” prima di ogni altra azione. Seguono poi altre azioni: disegni, mappe, accumulo di immagini, musiche, suoni e frammenti di ogni tipo.
In NZ il soggetto è area geografica, ma anche confine, e scia di ipotesi di azione (performance) attraverso il corpo-parola, corpo-immagine, e poi infine corpo-fisico per l’azione.
La procedura è per accumulo: scritti, disegni, fotografie, dépliant, cartoline, qualunque frammento utile che possa rientrare in un flusso e che ha lo scopo di generare quella che si impone come “frequenza”. Il corpus è governato da cuciture letture-riformulazioni, agite in un arco temporale di 40 anni.
La frequenza una volta attivata compie le sue scelte: include ed esclude in modo sempre euforico e seriale – obbedendo a un dettato piuttosto misterioso e inspiegabile, agendo in modo del tutto arbitrario, aleatorio, metamorfico.
copertina di NZ, di Antonio Syxty
ikona.net/antonio-syxty-nz/

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esce “nz”, di antonio syxty, nella collana ‘syn_ scritture di ricerca’ della casa editrice ikonalíber


la più recente uscita nella collana SYN_scritture di ricerca, a cura di MG:
NZ, di Antonio Syxty

copertina di NZ, di Antonio Syxty

ikona.net/antonio-syxty-nz/

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NZ, o Nuova Zelanda, lavora sull’immaginazione del lettore come una mappa che invece di orientarlo debba felicemente e sensatamente indurlo a perdersi nei frammenti. Del resto già l’incipit del libro dichiara che siamo di fronte a «una collezione (anche catalogo) di frammenti di scrittura (con immagini, illustrazioni, disegni)», dei quali ha fatto nel tempo raccolta “Antonio Syxty”. Le virgolette qui usate sottolineano la natura di azione/esperimento artistico della stessa identità in gioco: parte di una ongoing performance avviata molti anni fa, che prevede che l’autore e artista si presenti cosí pur non essendo quello il suo vero nome.
Ma perché poi “Nuova Zelanda”? Perché rappresenta, rispetto all’Italia, un luogo perfettamente agli antipodi; e, letterariamente, un antidoto forte al mainstream.it contemporaneo.
In effetti il libro attiva o meglio registra una effettiva dislocazione o rilocazione identitaria, in cui chi scrive è in buona sostanza e primariamente un organismo di accumulo, o – come scrive A.S. in un appunto personale – in fondo «l’idea è che una biografia / autoritratto / opera possa creare continue derive di senso e accadimenti. […] Io penso che noi siamo un processo di accumulo», che si esplica in una euforica e delirante dérive e flânerie in grado di intercettare e disporre sulla pagina materiali i piú diversi: mappe, disegni, musiche, fotografie, storie altrui, estratti di notizie. In questo modo, in fondo, non è nemmeno Antonio Syxty (identità artistica) a scrivere: è semmai proprio e principalmente il materiale raccolto, che si precipita in pagina grazie alle virtú di calamita alchemica (altra espressione di A.S.) dell’autore – con o senza virgolette.

MG

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#AntonioSyxty #casaEditriceIkonaLíber #collanaSyn #dérive #flânerie #IkonaLíber #NuovaZelanda #NZ #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #SynScrittureDiRicerca #SYN_ScrittureDiRicerca #Syn_scrittureDiRicerca #SynScrittureDiRicercaIkonaLiBer_


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/>inkednotes_250324_n.o.c 2 #fotoasemia / miron tee. 2025

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#art #arte #asemic #asemicWriting #fotoasemia #InkedNotes #MironTee #scritturaAsemantica #scritturaAsemica

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oggi, 26 marzo, a milano: nuova presentazione del libro “gli anni di milano-poesia”, di eugenio gazzola (edizioni del verri)


copertina de Gli anni di milano-poesiaOggi, mercoledì 26 marzo 2025, a Milano, alle 18:00, nuova presentazione del libro Gli anni di Milano-poesia (Edizioni del verrii), presso la ex Chiesetta del Parco Trotter (ingresso da via Mosso o via Giacosa), protagonista Eugenio Gazzola, editore e storico letterario.All’incontro, organizzato dalla Casa della poesia del Parco Trotter, parteciperanno anche Paolo Giovannetti, Maria Pia Quintavalla, Giancarlo Sammito e altri.

#edizioniDelVerri #EugenioGazzola #exChiesettaDelParcoTrotter #GiancarloSammito #ilVerri #MariaPiaQuintavalla #PaoloGiovannetti

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un’intervista a leonardo canella, a cura di maurizio teroni (blog ‘strade possibili’, maggio 2024)


Leonardo Canella (1971) è autore di due saggi d’arte (Pendragon 2005 e 2008) e del volume complessivo Nughette. Da RicercaBO al 2021, Edizioni AE 2022, prefazione di Renato Barilli e antologia critica. Insieme a Renato Barilli ha curato l’Antologia di RicercaBO. Laboratorio di nuove scritture (2007-2023), Manni 2024. È anche pittore.

Buongiorno Leonardo. Dialogando con diversi poeti attuali, posso dire che il panorama di scrittura è molto variegato. Non c’è una linea dominante e oggi la poesia si presenta in moltissime forme. Se pensi alla parola “poesia”, qual è la tua idea? Cos’è per te?

Il termine poesia lo sento un po’ come il capello che troviamo sulla pizza che ci hanno appena portato…ha qualcosa di fastidioso, di stonato. Magari la persona che ti ha servito quella pizza è bellissima (leggi la nostra tradizione poetica), ma quello è sempre un capello sulla tua pizza. E tu non lo vorresti. Ma ci pensi un attimo e ti dici: perché no? Ecco, gli ultimi cento anni di poesia, quelli che per me significano di più, hanno amato quel capello sulla pizza….Quando prendo una pizza spero così di trovarci sempre un capello, possibilmente lungo e sporco. E dorato.

Nella tua risposta usi una metafora, che è una figura tipica della poesia. Mi interesserebbe capire cosa intendi con quella metafora “del capello lungo e sporco. E dorato”. O meglio: cosa ti aspetti di trovare in una poesia contemporanea?

Forse, caro Maurizio, la verità sulla poesia è tutta in un capello lungo e sporco (ma dorato) sulla pizza? Qui scattano copyright e super convegno internazionale di estetica (con pizzette pelose!). Vediamo. ‘Erano i capei d’oro a l’aura sparsi’ è diventato in molta letteratura ‘C’è un capello sulla pizza lungo e sporco’, lo sappiamo. Ma quel capello sulla pizza c’è ormai da più di 150 anni nella ricerca letteraria. Certo, l’editoria e i gusti del pubblico medio vogliono “i capei d’oro”, si veda la lista di opere ammesse alla selezione del Premio Strega Poesia del 2024, dove di capelli lunghi e sporchi sulla pizza ce ne sono pochini. Ma è anche vero che la pizza in qualche modo si è raffreddata, 150 anni di capelli lunghi e sporchi non sono pochi…Forse una via stimolante mira oggi ad una convergenza che in qualche modo, diciamo, riscaldi la pizza al microonde, la renda nuovamente croccante. E allora il nostro capello lungo e sporco trovato su di essa può farsi dorato e croccantino, petrarchesco, pronto per essere ingerito e ritrovato ready made il giorno dopo nel wc, pronto per un reimpiego profumato su un’altra pizza… Diciamo una nuova aura petrarchesca, presente già d’altronde in quanto chiamiamo postmoderno.

Un aspetto che è già emerso in questi dialoghi è che gran parte della poesia contemporanea sembra ignorare tutto quel tentativo di rinnovamento della poesia che c’è stato nel Secondo Dopoguerra. Forse è semplicemente un segno dei tempi. Forse siamo in una fase storica tutto sommato conservatrice o addirittura reazionaria? Oppure, più semplicemente, il mercato editoriale vuole oggetti vendibili?

Devo dirti che di mio rifuggo dal lamento dei due poli, diciamo, conservatore e progressista. Ognuno ha le sue belle lamentele che scaglia al fronte opposto, coinvolgendo l’editoria. Vecchia storia (vedi addirittura cosa ne dice Orazio nelle sue Satire). A me tutto questo interessa terribilmente solo perché il confronto acceso, quando c’è, evita almeno la noia. Di mio me ne sto attento a guardare spaparanzato sul divano con pop-corn e coca (o pizza pelosa…), e aspetto di vedere qualche coltellata… Mi piacciono un sacco le coltellate fra poeti, anche gli spari…Di meno i suicidi. Trovo le coltellate intriganti… Insomma, metto tutti, conservatori e progressisti, in un bel cassonetto della spazzatura e mi riservo di pescare quello che mi interessa… La rete è questo straordinario cassonetto della spazzatura in cui ognuno ha la possibilità, in realtà, di avere un possibile lettore. Insomma, evviva le lamentele (mercato editoriale conservatore, pubblico medio italiano un po’ di bocca buona, voi astrusi, illeggibili, tu sei un autore di merda, tu leccaculo ecc…), purché ci siano le coltellate…La situazione oggi? Beh sì, ci sono poche coltellate. Un peccato. Un gruppo di amici poeti che stimo e a cui voglio bene (Marco Giovenale, Michele Zaffarano e Antonio Syxty) sta provando da due annetti col progetto ‘Esiste la ricerca’ a riportare in auge le coltellate…Voglio loro bene anche per questo.

Ma sai, Leonardo, in fondo, delle coltellate tra poeti importa solo ai poeti, che sono un nicchia. Voglio dire: della ricerca stilistica, della scrittura, il mondo se frega. La gente vuole non pensare e il nostro sistema funziona proprio su “non pensare”.

Sì, comprendo molto bene le tue parole Maurizio, ma direi che è il mondo dei media a dare la visione negativa di cui dici. Sembra cioè esserci un piacere diffuso nella masturbazione in pubblico che mira solo al piacere del proprio io. Chi si affida ai media lo sa, che sia politico, poeta, filosofo, semplice youtuber ecc…Ma questo non è straordinario? Un’ enorme discarica a cielo aperto su cui sbocciano fiorellini da raccogliere…(sono i Bruno Vespa la mia grande amica la poetessa Lalla, Denny Puzzone, Dildy giaguaro con cui popolo le mie Nughette…). Il mondo se ne frega della scrittura, dei poeti? Non credo, ma chi è più sperimentale deve conoscere il destino che si è scelto…e in fondo ai poeti, che sono anche delle puttane, piace tirarsela e dire che sono degli incompresi, che la grande editoria è tanto cattiva… Per dire ho letto un’intervista a Canella, quello delle Nughette, e lui si lamenta che non gli danno il Premio Strega Poesia che gli è assolutamente dovuto. Missa’ che è un po’ una puttana (ma non voglio offendere nessuno, sia chiaro). Quando mi leggerà penserà che l’ho accoltellato? Che belle sono le coltellate fra poeti!

Già che parli di coltellate tra poeti, mi viene in mente il duello tra Ungaretti e Bontempelli, che si è svolto in casa di Pirandello. Sembra una storia così letteraria da non essere reale. Eppure pare lo sia. E pare che tutto sia nato per una diatriba appunto letteraria, tra due riviste. Pare che Bontempelli abbia raggiunto Ungaretti in un locale e lo abbia schiaffeggiato, da qui il duello.
Chi vorresti sfidare a duello?

Peccato che non c’è il video su YouTube che me lo andavo subito a vedere spalmato sul divano con pop-corn e coca… peccato che Pirandello non aveva lo smartphone… glielo devo dire. E allora: quello scontro è meglio raccontato a parole o ripreso in un video? Finzione in entrambi i casi. E non a caso erano a casa di Pirandello, un mago. Uhi, guarda guarda che ho detto casi caso casa… non sono un poeta? E poi Ungaretti aveva i foruncoli (lo dice Bontempelli da qualche parte…).

Prima hai fatto riferimento a Marco Giovenale, Michele Zaffarano e Antonio Syxty. Mi sai dire cosa ti piace del loro modo di scrivere?

Sento una certa sintonia con loro, come dire li leggo e ci trovo qualcosa che è anche mio. Tieni conto che, soprattutto con Zaffarano e Giovenale, apparteniamo alla stessa generazione per cui ci sono ricordi comuni nella fase della crescita pur senza conoscerci ed esserci frequentati allora. Poi, a livello di formazione culturale, sentiamo nelle esperienze delle avanguardie storiche e delle neoavanguardie qualcosa di veramente importante e di terribilmente vivo. Un tronco comune insomma da cui poi ognuno sboccia come singolo.

Ti faccio un’ultima domanda (prima del gioco della torre) e te la faccio sulla tua raccolta intitolata Nughette. Il titolo rimanda, volendo, a Petrarca, quando definiva le proprie poesie “nugae”, traducibile come “cosette”, “roba da poco”, “inezie”. Sono poesie ma sono prosa. A me paiono anche brevi narrazioni oniriche. C’è nel titolo, mi pare, una voglia ironica di dissacrazione. E questo mi pare emerga anche in questo dialogo. Mi pare che il tuo intento sia far saltare i ponti della sacralità e forse anche della ragione. È così? Se è così, ti chiedo, far saltare tutto, con quale fine?

Prima di salutarci, caro Maurizio, voglio ringraziarti di cuore. Un gesto di generosità il tuo. Quanto dici è giusto, direi. Una parte della risposta sta sicuramente in quello che mi appartiene come persona, dovrei parlare di me. Ma è un terreno scivoloso e a mio avviso inutile. Non penso possa ad esempio essere utile sapere che prendo ragni dove mi capita e li chiudo dentro barattoli che ho in salotto. In una specie di bacheca/scaffale. La sera mi metto lì e li osservo. Me li metto sul viso perché mi piace sentirli camminare sulla mia pelle. Piccole zampette titillanti. Quasi un piacere erotico direi. Pensa che non ho la TV perché mi basta avere i barattoli dei ragni da guardare, la sera. E anche loro fanno i loro bei talk show, e Grande Fratello e Barattolo dei Famosi. Ho anche dei barattoli pieni di pelo, anche con baffi di donna. Sono quelli a cui tengo di più. La Polly mi guarda strano ma mi vuole bene lo stesso. Ecco può servire dire tutto questo? Non credo proprio, anche perché non c’è niente di vero in quello che ti ho appena scritto (è vero solo che non ho la TV). Un autore è sempre una puttana, ti dicevo.

Poi c’è una parte legata agli strumenti che un autore utilizza, pinze, cacciavite ecc…Questa è la parte che mi interessa di più. Strumenti/parole con cui lavorare facendo sembrare vero ciò che è inevitabilmente finto. Tutto finto ma vero, insomma. Tu ci vedi dissacrazione, volere distruggere tutto? Ma è tutto finzione, caro Maurizio. Sempre. Un abbraccio, Leo

(Gioco della torre) Sanguineti o Balestrini. Devi salvarne uno. Chi salvi e perché?

Sanguineti è sicuramente più brillante, acuto, penetrante. E allora largo ai secondi, salvo Balestrini per il suo essere meno brillante (cosa certo discutibile) ma forse più sottilmente inquieto. E direi anche generoso verso molto altri autori, anche molto più giovani di lui. Penso al laboratorio delle nuove scritture di RicercaRE poi RicercaBO, organizzato insieme a Renato Barilli con cui sto curando adesso proprio l’antologia di RicercaBO che uscirà fra poco da Manni Editore.

*

Nughetta

donna tenuta in freezer per 19 anni. Mitico Ciclope, leggo questo sul corrierepuntoit e penso alla tua isola che mi piacevano un sacco le capre. E le bacche, nere. E davanti alla TV c’eravamo noi, io tu e le capre. E il rumore del freezer. E stavamo la sera così, davanti alla TV, davanti al mare. Col rumore del freezer. A pensare, a fare poesia. Poi il freezer si è rotto e c’hanno trovato dentro una donna. Dopo 19 anni. E non so se sono stato io o sei stato tu che la Polly dice che sono un mostro quando in casa non ci do retta. E oggi quando l’ho rivista tornare coi sacchetti della spesa, ho pensato che anche lei era uscita di casa 19 anni fa. Sì, ora ricordo, era uscita di casa diciannove anni fa.

#AntologiaDiRicercaBO #Balestrini #EsisteLaRicerca #LeoCanella #LeonardoCanella #Manni #MaurizioTeroni #neoavanguardia #Orazio #Petrarca #pizza #Sanguineti #scrittureDiRicerca #StradePossibili #unCapelloSullaPizza

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l’ultimo messaggio di hossam shabat


Hossam Shabat, ucciso deliberatamente da Israele il 25 marzo 2025

L’ ULTIMO MESSAGGIO DI HOSSAM

Questa è la squadra di Hossam e condividiamo il suo messaggio finale:
“Se stai leggendo questo, significa che sono stato ucciso, molto probabilmente preso di mira, dalle forze di occupazione israeliane.
Quando tutto questo è iniziato, avevo solo 21 anni, uno studente universitario con sogni come chiunque altro. Negli ultimi 18 mesi, ho dedicato ogni momento della mia vita alla mia gente. Ho documentato gli orrori nel nord di Gaza minuto per minuto, determinato a mostrare al mondo la verità che hanno cercato di seppellire. Ho dormito sui marciapiedi, nelle scuole, nelle tende, ovunque potessi. Ogni giorno era una lotta per la sopravvivenza. Ho sopportato la fame per mesi, ma non ho mai lasciato la mia gente.
Se Dio vuole, ho adempiuto al mio dovere di giornalista. Ho rischiato tutto per raccontare la verità, e ora sono finalmente in pace, cosa che non conoscevo da 18 mesi.
Ho fatto tutto questo perché credo nella causa palestinese. Credo che questa terra sia nostra, ed è stato il più grande onore della mia vita morire difendendola e servendo il suo popolo.
Vi chiedo ora: non smettete di parlare di Gaza. Non lasciate che il mondo distolga lo sguardo. Continuate a combattere, continuate a raccontare le nostre storie, finché la Palestina non sarà libera”. —
Per l’ultima volta, Hossam Shabat, dal nord di Gaza.

x.com/HossamShabat/status/1904…

______________

da un post di Raffaella Battaglini

#colonialism #colonialismo #Gaza #genocide #genocidio #HossamShabat #ICC #icj #IDF #IOF #israelestatoterrorista #israelterroriststate #izrahell #massmurders #Palestina #Palestine #sionismo #sionistiassassini #starvingcivilians #starvingpeople #warcrimes #zionism

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pod al popolo, #057: audio integrale dell’incontro dedicato ad alessandro broggi (flip, 21 mar. 2025)


L’audio completo dell’incontro dedicato ad Alessandro Broggi (Flip festival, Pomigliano d’Arco, 21 marzo 2025), con Daniela Allocca in dialogo con MG, si può ascoltare ora su Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.

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#2006 #2009 #2013 #Albinea #Ale #AlessandroBroggi #audio #AvventureMinime #Broggi #editoria #EXIT #festival #FLIP #gammm #MarcoGiovenale #MariangelaGuatteri #materialiFuoriContesto #mp3 #NuovaSituazione #NuovoPaesaggioItaliano #PAP #pap057 #pap057 #podAlPopolo #podcast #Pomigliano #prosa #ProsaInProsa #ricostruzioni #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca

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works by (and vids on) rachid koraïchi


some works by Rachid Koraïchi :

Rachid Koraichi_ Untitled (Talismanic Tablet 40)_ basalt tablet_ 2015
Rachid Koraichi_ Untitled (Talismanic Tablet 40)_ basalt tablet_ 2015

Rachid Koraichi_ La Prière de l'Absente_ 2014
Rachid Koraichi_ From the Series The Invisible Masters - Sheikh Ahmad al-Alawi_ 2008
Rachid Koraichi_ From the Series The Invisible Masters - Sheikh Sidi Ahmed al-Tijani_ 2008
Rachid Koraichi_ livre-de-la-frontiere

Rachid Koraichi_ rumi
Rachid Koraichi_ musc3a9e-doha-koraichi

Koraichi_ from Modern Arabesque
Rachid Koraïchi_ Sans toi, ni moi, ou l’hallucination nostalgique_ 1986
Rachid Koraichi_ Cet espace incrusté de nos destins_ 1986
Rachid Koraichi_ L’encerclement de la Poussiere d’un Homme_ 1986

*sources:aicon.art/artists/rachid-korai…aicon.art/exhibitions/rachid-k…modernarabesque.com/en/news/33…dafbeirut.org/en/rachid-koraic…*youtube.com/embed/BJla1bqEbBA?…Exposition à l’UNESCO à Paris du 7 au 24 février 2005“Ensemble, trois artistes, une oeuvre Trois artistes aux fortes personnalités, AKEJI, calligraphe japonais shinto, HASQUIN, peintre belge catholique et KORAÏCHI, plasticien algérien musulman ont accepté de tenter l’aventure d’une démarche commune pour créer cette série de vingt et une oeuvres”.Film réalisé par les vidéastes Öznur Baycan et Gianluca Tanoni en 2004 pour l’exposition.Film produit par l’Association Rivages Lointains 2005*youtube.com/embed/21Xs8xqhSjg?…Renowned artist Rachid Koraïchi in an in-depth discussion about his body of work in the exhibition Celestial Blue. In celebration of the artist’s 77th year, the talk will explore the development of Koraïchi’s career, his acclaimed work Jardin d’ Afrique and how certain elements of Sufism, such as script, the prime number 7 and Tolerance, continue to inform his ongoing artistic practice. The talk accompanies LR Koraïchi’s solo exhibtion, Celestial Blue, at the October Gallery (London, UK, 2024).*youtube.com/embed/l01HomcJvdc?…#الجزائر #التراث_الجزائري #الفن … رشيد قريشي هو فنان ونحات وصانع طباعة وخزف جزائري ، اشتهر بأعماله الفنية المعاصرة التي تدمج الخط العربي Today, return to the School of Fine Arts of Algiers with RACHID KORAÏCHI Rachid Koraïchi was born in Ain Beida, Algeria, in 1947, first studied at the Institute of Fine Arts and the Superior National School of the Arts in Algeria, before moving to France to continue his studies at the National School of Decorative Arts and the School of Urban Studies in Paris. Koraichi’s work extends across an impressive range of materials which include ceramics, textiles, bronze, Corten steel, alabaster, print and etching on paper and paint on canvas. His work is influenced by a fascination with signs: symbols, glyphs and ciphers drawn from a variety of languages and cultures*youtube.com/embed/-JVU8mk-8oI?…youtube.com/embed/i47p03cBZ54?…youtube.com/watch?v=27eQRaCfVT…

#asemic #asemicWriting #AssociationRivagesLointains #ÖznurBaycan #BoualemGueritli #CelestialBlue #GerardHoughton #GianlucaTanoni #OctoberGallery #RachidKoraïchi #scritturaAsemica #Sufi

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recent posts @ gammm.org:

world’s finest / lorenzo basile baldassarre. 2025
gammm.org/2025/03/25/worlds-fi…

averse / delphine reist. 2007
gammm.org/2025/03/10/averse-de…

the sound of frying electronics / molasses industries. 2020
gammm.org/2025/03/04/the-sound…

sans merci / jim leftwich. 2015
gammm.org/2025/02/23/sans-merc…




il #silenzio degli #intellettuali: articolo di Roberta De Monticelli sul #manifesto del 17 feb. 2025:
slowforward.net/2025/03/02/il-…


il silenzio degli intellettuali: articolo di roberta de monticelli sul ‘manifesto’ del 17 feb. 2025


C’è qualcosa di terribile nel silenzio con cui filosofi, giuristi, intellettuali specie accademici assistono oggi non solo alla violazione su larghissima scala, ma all’ostentato ripudio, da parte di molti governi occidentali, dei principi di civiltà enunciati nelle costituzioni rigide delle democrazie e nelle Carte del costituzionalismo globale che la seconda metà del Novecento ha prodotto. A esemplificare questo assunto, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Guerre e politiche di escalation bellica illimitata. Riarmo selvaggio nei programmi della maggior parte dei governi europei, genocidi tollerati alla luce del sole, deportazioni annunciate di interi popoli, respingimenti di massa di migranti e immigrati, detenzioni illegali, razzismo ostentato ai vertici dei governi, attacchi violenti all’indipendenza dei sistemi giudiziari nazionali e al diritto internazionale, asservimento delle politiche pubbliche a enormi concentrazioni di ricchezza privata, privatizzazione dello spazio cosmico, recesso dai pochi vincoli esistenti alla devastazione dell’ecosistema.

Assistiamo del resto – come ai tempi in cui fu scritto il famoso romanzo di Camus, La peste – al contagio inquietante con cui il cinismo della Realpolitik, sdoganata ai livelli di governo in alcuni stati democratici occidentali, si diffonde nella sfera dell’informazione e del dibattito pubblico; e al fenomeno complementare del silenzio, della non-partecipazione, quindi dell’apparente indifferenza che vi risponde.

Ma si può tacere quando su un grande giornale nazionale di tradizione progressista si legge, a proposito del piano trumpiano di deportazione di massa della popolazione di Gaza, che si tratta di una proposta, «fuori dagli schemi», e che da parte europea sarebbe segno di «poco coraggio» non prenderla in considerazione (Molinari, Repubblica 13 febbraio)? Oltre certi limiti cinismo o silenzio e indifferenza, i sintomi più classici della «banalità del male», equivalgono a complicità nei crimini: è il fenomeno che Luigi Ferrajoli chiama «l’abbassamento dello spirito pubblico» e il «crollo del senso morale a livello di mass» (L’ostentazione della disumanità al vertice delle istituzioni e il crollo del senso morale a livello di massa, sito di Costituente Terra).

La domanda che sottende questa angosciata constatazione è: c’è una corresponsabilità del dotto, dello studioso, del “filosofo” in senso lato in questo «abbassamento dello spirito pubblico»? E una risposta è: certamente.

È la lettura puramente politologica che ha prevalso della democrazia, tanto diversa da quella ancora prevalente da Calamandrei al primo Bobbio, e, sul piano globale, nel pensiero che portò alla Dichiarazione Universale del ’48. Un pensiero che sta al polo opposto di quello che, a destra e a sinistra, riduce l’idealità, il vincolo etico in funzione di cui sono progettate tutte le istituzioni democratiche, a ideologia. Cioè a pura retorica di battaglia.

Quel pensiero etico non si è prolungato fra gli intellettuali della guerra fredda prima, e di un atlantismo triumphans poi, ma nei documenti della perestroika e della politica dell’«Europa Casa comune» dello sconfitto Gorbaciov, assai più dei “nostri” leader consapevole della connessione inscindibile fra ordine internazionale e democrazia in ciascuno stato. E pensare che la sciagurata storia della nostra democrazia incompiuta, sempre di nuovo violentemente intimorita, avrebbe dovuto rendercene fin troppo consapevoli.

A proposito di Alleanza atlantica. Giova accostare gli estremi, il grande statista sconfitto e la visionaria che de Gaulle fece confinare in uno stambugio di Londra perché non intralciasse la politica, nel ’43 – e crepasse pure d’inedia e di dolore: Simone Weil. Profetici entrambi. «Nella politica mondiale odierna non c’è compito più importante e complicato di quello di ristabilire la fiducia fra la Russia e l’Occidente», scrisse Gorbaciov (appena prima di morire). «Sappiamo bene che dopo la guerra l’americanizzazione dell’Europa è un pericolo molto grave», scrisse Simone nel suo stambugio. La perdizione dell’Oriente (non solo mediterraneo) è la perdita del passato e dello spirito.

Ciò che accade oggi, e di cui siamo responsabili, è l’esito dell’avvenuta politicizzazione (ovvio, se l’idealità non è che ideologia) di ogni sfera di valori e di norme, dunque in particolare dell’etica e del diritto, una politicizzazione nel senso più arcaico e tribale di “politica”, intesa come sfera delle relazioni amico-nemico e continuazione della guerra con altri mezzi. Un’evoluzione dell’autoritarismo – più ferino e insieme indissociabile dalla tecnologia, e soprattutto radicato ormai nel potere aziendale e digitale, un completo rovesciamento del Leviatano o “stato etico” fascista, un nazismo a guida privata. Dove l’abolizione della differenza fra il vero e il falso avviene in nome della libertà di opinione e di espressione, e con la forza degli algoritmi che governano i social, per cui poi l’attacco allo straccio di stampa che resta sembra ancora quasi onesto: ti bastono perché non mi piace ciò che dici, all’antica.

Intanto il re non riscrive il passato (che importa) ma i nomi sul mappamondo. E noi? Vorrei rispondere con le parole di Raji Sourani, fondatore e direttore del Centro per i diritti umani a Gaza: «Mi sarei aspettato che l’Europa ci chiedesse di rinunciare alle armi. Macché. Ci chiedeva di rinunciare al diritto».

#abbassamentoDelloSpiritoPubblico #AlleanzaAtlantica #CostituenteTerra #dittatura #Gaza #Gorbaciov #ilManifesto #LuigiFerrajoli #Nato #occidente #RajiSourani #Realpolitik #Repubblica #RobertaDeMonticelli #Russia






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il 30 marzo a fiesole: presentazione di “continuo. repertorio di scritture complesse”


Domenica 30 marzo dalle 16, Villa Rondinelli ospita la presentazione del primo volume di “CONTINUO – repertorio di scritture complesse”, edito da [dia•foria

Uno spazio di teoria, ascolto e visione con i lavori di Daniele Bellomi, Alessandro De Francesco, Marco Mazzi, Luigi Severi, niccolò furri, Morena Coppola, Alessandra Greco e Daniele Poletti.

#continuo #visualpoetry #scritturecomplesse

#AlessandraGreco #AlessandroDeFrancesco #Continuo #DanieleBellomi #DanielePoletti #diaforia #LuigiSeveri #MarcoMazzi #MorenaCoppola #NiccolòFurri #scritturecomplesse #visualpoetry

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the arrest of hamdan ballal


TRT World:

Israel’s army detains one of the Palestinian co-directors of the Oscar-winning documentary film “No Other Land” in the occupied West Bank after illegal Zionist settlers attacked him
🔗 trt.global/world/article/a3de5…

Comment in fb:

The resumption of Israel’s military assault on Gaza underscores the reality that this war has never been about Hamas, the hostages, or security. It is about ethnic cleansing and the systematic destruction of Palestinian life. Israel’s actions—relentless bombing of civilian infrastructure, mass displacement, deliberate targeting of homes, hospitals, and aid convoys—fit the textbook definition of genocide.

Since October, Israel has killed tens of thousands of Palestinians, the majority of them women and children, and has starved more by blocking humanitarian aid. The destruction of water, power, and medical systems is not collateral damage; it is intentional policy aimed at making Gaza unlivable. The forced displacement of over a million people into smaller and smaller spaces—first from northern Gaza to the south, now even Rafah, the last supposed “safe zone”—reveals a calculated attempt to erase Palestinians from their land.

Israel justifies this brutality under the guise of fighting Hamas, but its leaders have made their real goals clear. Israeli officials have repeatedly spoken of turning Gaza into a “deserted island,” reoccupying it, or resettling it with Israelis. This is not security; it is ethnic cleansing. And yet, Western governments continue to fund, arm, and diplomatically shield Israel from accountability, allowing the massacre to continue unchecked.

What is happening in Gaza is not an accident or a response to October 7. It is part of a decades-long project to dispossess and erase Palestinians. The world is watching a genocide unfold in real-time, and history will remember who enabled it and who fought to stop it.

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