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Cyber Risk in Medio Oriente: tra investimenti record e attacchi sempre più sofisticati


L’attenzione globale verso la sicurezza informatica continua a crescere in un contesto dominato dalla trasformazione digitale e dalla rapida diffusione delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, fattori che rendono più semplice individuare vulnerabilità e condurre attacchi complessi. In questo scenario, la capacità di un Paese di garantire protezione, coordinamento, formazione e cooperazione internazionale è diventata un indicatore essenziale della stabilità nazionale.

Nel Global Cybersecurity Index 2024, l’Egitto e il Qatar hanno ottenuto un punteggio massimo di 100, entrando tra i 12 Paesi con le performance più elevate a livello mondiale. Il risultato è stato raggiunto grazie alla conformità ai cinque pilastri che compongono l’indice: quadro legislativo, protezione tecnica, struttura organizzativa, programmi di sviluppo delle competenze e collaborazione internazionale.

La piena aderenza a questi criteri colloca entrambi gli Stati tra i modelli di riferimento globali, all’interno del gruppo dei 46 Paesi considerati all’avanguardia in materia di cybersecurity.

Parallelamente, l’Arabia Saudita ha consolidato la propria posizione come leader regionale per investimenti nel settore.

Nel 2024, la spesa saudita per la sicurezza informatica ha raggiunto circa 4,8 miliardi di dollari (pari a 15,2 miliardi di riyal), con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati dell’Autorità nazionale per la sicurezza informatica, questo andamento riflette un processo continuo di rafforzamento delle infrastrutture digitali e delle misure di difesa del cyberspazio nazionale.

Il report GCI 2024 evidenzia tuttavia una marcata eterogeneità tra i Paesi arabi. Oltre ai Paesi con i punteggi più elevati – tra cui Emirati Arabi Uniti, Oman, Bahrein, Giordania e Marocco, con valori compresi tra 95 e 100 – emergono realtà ancora in fase di consolidamento. Algeria, Libia, Tunisia e Kuwait si collocano in un livello intermedio, con punteggi tra 55 e 85, indicativi di sistemi in evoluzione che richiedono ulteriori investimenti in capacità tecniche e cooperazione internazionale.

Iraq, Libano, Mauritania, Sudan, Siria e Palestina rientrano in una fase iniziale di costruzione dei quadri regolatori, con punteggi compresi tra 20 e 55. Lo Yemen chiude la classifica regionale, con risultati inferiori a 20 punti, riflettendo un ecosistema di sicurezza informatica ancora allo stadio embrionale.

Il quadro è reso più critico dal forte aumento delle minacce nel Medio Oriente. Il phishing rimane una delle tecniche più utilizzate, sostenuto da metodi avanzati di ingegneria sociale. Gli attacchi DDoS hanno registrato un incremento particolarmente rilevante, con un +236% nel secondo trimestre del 2025. In parallelo, sono cresciuti anche gli attacchi contro applicazioni Microsoft Office, il furto di credenziali, lo spyware, le intrusioni contro le API e le attività di ricognizione.

Le operazioni di ransomware e di estorsione rappresentano circa la metà degli attacchi con movente identificabile. Crescono inoltre le offensive che sfruttano l’intelligenza artificiale, in particolare per automatizzare la ricerca di falle nei sistemi e rendere più efficaci le campagne di phishing. Secondo le stime, un singolo incidente informatico nella regione comporta un costo medio di circa 8 milioni di dollari, valore quasi doppio rispetto alla media globale. I settori più colpiti sono comunicazioni, energia, trasporti, sanità e finanza, confermando l’urgenza di investimenti strutturali e politiche coordinate per proteggere attività economiche e servizi essenziali.

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Anonimato sempre più a rischio! Nel mirino ora l’utilizzo delle VPN


Diversi stati degli Stati Uniti stanno discutendo nuove restrizioni che potrebbero cambiare significativamente l’approccio tradizionale alla privacy online. I legislatori del Wisconsin e del Michigan stanno valutando iniziative volte a contrastare il materiale ritenuto pericoloso per i minori.

L’attenzione si concentra sui siti web con contenuti riservati ai maggiori di 18 anni, nonché sulle piattaforme in cui possono comparire incitamenti all’odio e altre informazioni discutibili. In questi dibattiti, si sta affermando sempre più l’idea che la protezione dei minori richieda non solo filtri basati sull’età, ma anche il controllo degli strumenti.

I servizi VPN sono considerati uno di questi strumenti.

In questo contesto, nel Wisconsin è stato presentato un disegno di legge che imporrebbe ai siti web con contenuti espliciti non solo di implementare sistemi di verifica dell’età, ma anche di bloccare chiunque tenti di accedere al sito tramite una VPN. Il disegno di legge è già stato approvato dalla Camera e sta avanzando al Senato.

Se approvato, lo stato diventerebbe il primo negli Stati Uniti a vietare l’uso delle VPN per accedere a tali contenuti.

Un disegno di legge simile è in discussione in Michigan, ma l’iniziativa propone un approccio ancora più rigoroso. I provider potrebbero essere obbligati a monitorare e interrompere le connessioni VPN a livello di rete. Tuttavia, il disegno di legge locale si è arenato all’inizio del suo iter legislativo.

L’organizzazione americana Electronic Frontier Foundation critica duramente tali iniziative.

Il gruppo ritiene che limitare tali servizi con il pretesto di preoccupazioni per la sicurezza significhi di fatto sacrificare la propria privacy per accedere a contenuti legali. Secondo gli attivisti per i diritti umani, tali misure colpiranno tutti, dai dipendenti aziendali e studenti ai giornalisti e a coloro che semplicemente cercano di proteggere i propri dati personali. L’organizzazione sottolinea che le procedure di verifica dell’età di per sé presentano dei rischi: sono implementate in modo inadeguato, richiedono il trasferimento di dati sensibili e sono facilmente aggirabili, causando quindi più danni che benefici.

Invece di imporre divieti, l’EFF propone di concentrarsi su soluzioni più efficaci: educare i bambini alla sicurezza online, migliorare gli strumenti per i genitori e affrontare le cause profonde delle minacce online. L’organizzazione ritiene che l’erosione della privacy e il blocco delle tecnologie che aiutano i gruppi vulnerabili, tra cui giornalisti, attivisti e persone perseguitate, non porteranno a reali miglioramenti nella protezione dei minori.

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Logitech subisce un attacco informatico e una violazione dei dati


I rappresentanti di Logitech hanno notificato alle autorità un attacco informatico e una grave violazione dei dati. Il famigerato gruppo ransomware Clop, che da diversi mesi prende di mira le aziende sfruttando una vulnerabilità in Oracle E-Business Suite, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco.

L’azienda ha presentato una notifica ufficiale alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, riconoscendo il furto di dati. I rappresentanti di Logitech riferiscono che l’incidente non ha avuto ripercussioni sulla produzione o sui prodotti dell’azienda, né sui suoi processi aziendali. Subito dopo aver scoperto la violazione, l’azienda ha incaricato esperti di sicurezza informatica terzi di fornire assistenza nelle indagini.

Logitech sostiene che i dati compromessi includono informazioni limitate su dipendenti e utenti, nonché dettagli su clienti e fornitori. Tuttavia, l’azienda sostiene che gli hacker non hanno avuto accesso a carte d’identità, dati di carte bancarie o altre informazioni sensibili, poiché queste informazioni non erano archiviate nei sistemi compromessi.

La scorsa settimana, il gruppo di hacker Clop ha aggiunto Logitech al suo sito di dump di dati, pubblicando quasi 1,8 TB di informazioni presumibilmente rubate all’azienda. Secondo Logitech, l’attacco è stato causato da una vulnerabilità zero-day scoperta in un fornitore terzo e corretta subito dopo il suo rilascio.

Gli operatori di Clop hanno sfruttato attivamente questa vulnerabilità già a luglio 2025 per lanciare attacchi di massa ai clienti aziendali Oracle. A ottobre, gli specialisti di Mandiant e Google hanno rilevato una campagna ransomware su larga scala: decine di aziende hanno ricevuto messaggi ransomware dagli operatori di Clop. Gli aggressori minacciavano di divulgare i dati rubati da Oracle E-Business Suite se le vittime non avessero pagato il riscatto. Gli sviluppatori di Oracle hanno quindi confermato la vulnerabilità e rilasciato una patch di emergenza.

Le dichiarazioni di Logitech suggeriscono che l’azienda ha installato l’aggiornamento di emergenza subito dopo il suo rilascio, ma era troppo tardi e i dati erano già stati rubati.

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Il ritorno del comando finger: utilizzato per attacchi informatici su Windows


Un comando di servizio quasi dimenticato è tornato alla ribalta dopo essere stato individuato in nuovi schemi di infezione dei dispositivi Windows. Per decenni considerato una reliquia delle origini di Internet, il meccanismo viene ora utilizzato in attacchi camuffati da controlli e query innocui offerti alle vittime in una finestra del prompt dei comandi.

Il comando finger, un tempo progettato per ottenere informazioni utente su server Unix e Linux, era presente anche in Windows. Restituiva il nome dell’account, la directory home e altre informazioni di base. Sebbene il protocollo sia ancora supportato, il suo utilizzo è in gran parte scomparso. Tuttavia, per gli aggressori, questo rappresenta in realtà un vantaggio: pochi si aspetterebbero di vedere attività di rete attraverso un canale del genere.

Recenti osservazioni hanno dimostrato che finger ha iniziato a essere utilizzato in schemi simili a ClickFix, in cui i comandi da eseguire sul dispositivo vengono scaricati da una fonte remota. Gli esperti hanno da tempo notato che il comando può fungere da strumento di supporto di Windows ed essere utilizzato per scaricare dati dannosi.

Fu in queste nuove campagne che il metodo venne ulteriormente sviluppato. Il team di MalwareHunterTeam ha fornito un file batch di esempio che accede a un server remoto tramite finger e inviava l’output risultante direttamente a cmd per l’esecuzione. I domini coinvolti in questa attività non sono più accessibili, ma i ricercatori hanno scoperto altri esempi dello stesso approccio.

Le prime vittime hanno postato su Reddit : in un thread, un utente ha descritto di essersi imbattuto in un CAPTCHA falso che richiedeva l’apertura di una finestra di avvio e l’inserimento di un comando per verificare la propria identità. La stringa inserita avviava una richiesta di tipo “finger” a un altro server e passava l’output risultante a un interprete Windows.

Di conseguenza, è stata creata una directory temporanea, il programma di sistema curl è stato copiato con un nome casuale, è stato scaricato un archivio mascherato da PDF ed è stato decompresso un set di file Python. Il programma è stato quindi avviato tramite pythonw.exe, dopodiché è stata effettuata una richiesta al server degli aggressori e sullo schermo è stato visualizzato un falso messaggio di “verifica”.

Il contenuto dell’archivio indicava un tentativo di furto di dati. Contemporaneamente, il team di MalwareHunterTeam ha scoperto anche altre attività: il comando finger veniva utilizzato per scaricare un set di comandi quasi identico, ma con controlli aggiuntivi. Prima di eseguire le sue azioni, lo script cercava nel computer strumenti di analisi malware, da Process Explorer e Procmon a Wireshark, Fiddler e debugger. Se tali strumenti venivano rilevati, l’esecuzione veniva interrotta.

Non essendo stati trovati strumenti di questo tipo, è stato scaricato e decompresso un nuovo archivio, anch’esso mascherato da documento PDF. Questa volta, conteneva il pacchetto di amministrazione remota di NetSupport Manager. Dopo la decompressione, una serie di comandi ha configurato il task scheduler per avviare l’accesso remoto al successivo accesso del sistema.

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Uscito il libro “Il Futuro Prossimo”: un libro che ci riguarda tutti


Ci sono libri che spiegano la tecnologia e libri che ti fanno capire perché dovresti fermarti un minuto prima di scorrere un feed. Il Futuro Prossimo, il nuovo lavoro di Sandro Sana, disponibile su Amazon, appartiene alla seconda categoria: non pretende di formarti, pretende di farti pensare. E lo fa senza tecnicismi, senza barriere e senza quella distanza che spesso l’informatica mette tra chi scrive e chi legge.

Sandro Sana è una figura nota nel mondo della cybersecurity italiana (CISO e direttore della divisione Cyber di Eurosystem, docente, divulgatore, membro del Comitato Scientifico del Competence Center Nazionale Cyber 4.0, membro del Gruppo DarkLab ed editorialista di Red Hot Cyber) ma qui accantona volutamente la postura del tecnico per adottare quella del narratore lucido.

Non rinuncia alla precisione che lo contraddistingue, ma la restituisce in forma umana, discorsiva, diretta. Il risultato è un libro che, pur parlando di rischi, algoritmi e intelligenza artificiale, si può leggere anche sul divano, la sera, dopo una giornata normale.

Quarta di copertina


A un certo punto, mentre si sfoglia il libro, si ha la sensazione di leggere non solo un saggio, ma una vera dichiarazione di responsabilità civile. Lo si capisce chiaramente da ciò che l’autore ha scelto di mettere in quarta di copertina, una sorta di bussola emotiva per chi si prepara ad affrontare queste pagine:

Il futuro non bussa più: entra di corsa. Smartphone, intelligenza artificiale, social, truffe digitali, privacy in frantumi: ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni senza accorgercene. Il futuro prossimo è la bussola per non farsi travolgere, ritrovare il respiro e scegliere con lucidità.

Scritto con lo sguardo di un Gen X che ha visto nascere Internet, dal Commodore 64 ai modelli generativi, questo libro unisce racconto, consapevolezza e pratica.

Questo non è un libro contro la tecnologia: è un libro per le persone. Per ricordarci che la vita non va vissuta per procura, e che le macchine, se messe al loro posto, possono diventare alleate di una qualità di vita migliore.

Queste righe non sono solo una presentazione editoriale: sono la missione del libro.
Leggendole, si capisce immediatamente che Il Futuro Prossimo non vuole “spaventare”, non vuole “educare” dall’alto della cattedra, non vuole l’ennesima retorica contro i social o l’IA.
Vuole restituire misura, consapevolezza, ritmo.
Vuole rimettere la persona al centro.

Un racconto che parte dal passato per dirci chi siamo diventati


La forza del libro è nella sua continuità narrativa: Sana non parte dai rischi né dall’IA, parte dalla storia personale e dalle radici culturali. Il lettore entra subito in un confronto generazionale che mette in scena un’accelerazione che tutti percepiscono, ma pochi hanno avuto il coraggio di dire così apertamente:

“Se mio nonno ha avuto una vita intera per abituarsi all’elettricità e mio padre decenni per accogliere televisione e automobile, se io ho avuto anni per digerire l’arrivo del computer e di Internet, i miei figli quante ore avranno per comprendere l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle loro vite?

È uno dei passaggi più potenti dell’intero volume: l’idea che il tempo dell’adattamento umano si sia ridotto a un battito di ciglia, mentre la complessità cresce in modo esponenziale.

Da qui, lo storytelling assume una forma quasi cinematografica. Il Prologo ci riporta agli anni ’80, a un’epoca in cui il mondo digitale era un gioco fatto di cassette e attese, ma anche di stupore e prime domande:

“Quando negli anni ’80 entrai per la prima volta in contatto con un Commodore 64 (…) quel piccolo computer stava aprendo le porte a un mondo nuovo. Era un ponte tra divertimento e scoperta.”

È in queste radici che si costruisce il tono dell’intero libro: uno sguardo che ricorda, osserva, confronta, e poi guida il lettore dentro ciò che il digitale è diventato oggi.

Dalla memoria al presente: vivere nella società connessa


Il viaggio prosegue in un racconto della società digitale che non giudica, non condanna, ma mette in ordine ciò che proviamo tutti: attrazione e fatica, potere e fragilità. Sana descrive il nostro tempo come una casa bellissima ma fatta di vetri, dove la connessione è un privilegio e una pressione insieme:

“La società digitale è casa nostra. Vista meravigliosa, muri trasparenti. Ma ci sono vetri da pulire e tende da tirare. (…) Se impariamo a nominare bene le cose, torneremo anche a viverle bene.”

È un invito discreto ma potentissimo: essere presenti, non semplicemente connessi e capire che l’educazione digitale non riguarda il “saper usare”, ma il “saper scegliere”.

La narrazione tocca poi il tema della privacy e lo fa con uno stile che mescola osservazione quotidiana e consapevolezza:

“Ogni gesto lascia una briciola, e le briciole diventano tracce, le tracce profili, i profili previsioni. (…) Non è un furto plateale, è un trasloco silenzioso.”

È una delle frasi più riuscite di tutto il volume, perché dice esattamente ciò che tutti sentiamo, anche senza trovare le parole per spiegarlo: la sensazione di essere “spostati di lato” dentro i nostri stessi dati.

Il capitolo più atteso: quando il futuro bussa con troppa forza


La parte sull’intelligenza artificiale è un punto di svolta nella lettura. Non ci sono toni apocalittici, non ci sono slogan. Ci sono domande, dubbi, responsabilità.

Sana entra nel cuore del tema con una chiarezza che non concede scorciatoie:

“L’IA non ci ruberà solo il lavoro: rischia di rubarci pezzi di noi. (…) Prepararsi al futuro significa imparare competenze nuove e preservare la nostra umanità.”

La cornice non è tecnica, ma esistenziale: il vero rischio non è perdere una mansione, ma perdere la capacità di scelta, di discernimento, di interpretazione e questo rende il capitolo, pur ancorato a questioni reali, uno dei più umani dell’intero libro.

Una conclusione che accompagna, non che insegna


Il finale del libro è un gesto di cura. Non propone soluzioni miracolose né agende politiche: chiude con una scena semplice, quasi domestica, che diventa simbolo dell’intero percorso compiuto.

“Il futuro non è una gara di velocità, è un accordo da rinnovare ogni giorno tra digitale e reale. (…) Finché c’è qualcuno che si ferma un secondo prima di condividere, c’è speranza.”

È un’immagine che resta dentro ed è forse il segno più evidente che questo libro non vuole indottrinare, ma tenere aperta una possibilità: tornare padroni del nostro tempo, delle nostre scelte e del nostro sguardo.

Perché leggerlo, davvero


Perché Il Futuro Prossimo è un libro che parla di tecnologia solo in apparenza. In realtà parla di identità, memoria, attenzione, relazioni, responsabilità. È un libro che aiuta a capire non “come funziona il digitale”, ma come funzioniamo noi dentro il digitale.

È accessibile, onesto, scritto con un tono che non mette distanza ma invita alla vicinanza e soprattutto: è un libro che non ti dice cosa pensare, ma ti permette di farlo meglio.

Chiunque viva nel mondo connesso, cioè tutti, può trovarci qualcosa che gli somiglia.

E questo, nell’epoca dell’algoritmo, è forse il regalo più raro.

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Oltre il danno, la beffa: pur con la nuova sentenza della Corte di Giustizia Europea, due cittadinə italianə che hanno contratto un'unione civile, hanno un unico modo per vedersi sposati: "divorziare" in Italia e contrarre un nuovo matrimonio all'estero in un Paese civile.

Ma vi rendete conto quanto siamo indietro? Quanto pesa la nostra arretratezza culturale nelle vite dei cittadini?

Nel podcast non ne parlo per ora, ma prima o poi lo farò, perché cose come questa mi spingono a lasciare l'Italia al pari delle malattie che sopporto. Ed è tutto dire.

Mi sono trasformato, col tempo, in una di quelle persone che dicono che non c'è futuro qui. Ma mi sembra inevitabile.

#MatrimonioEgualitario

#LGBTQ #LGBTQIA #italia

in reply to Simon Perry

non è sbatataggine, ma è proprio un trattamento fondamentale per fare in modo che i cittadini soffochino sotto una cappa asfissiante 🤬
in reply to informapirata ⁂

@informapirata ⁂

Mi mandano in bestia queste cose. E più di tutto l'ipocrisia, raccontarci quotidianamente che siamo il Paese più bello del mondo, e cazzate simili.

Poi mancano i diritti fondamentali.



‘I’ll find you again, the only thing that doesn’t cross paths are mountains.’ In a game about loot, robots, and betrayal, all a raider has is their personal reputation. This site catalogues it.#News #Games


Arc Raiders ‘Watchlist’ Names and Shames Backstabbing Players


A new website is holding Arc Raiders players accountable when they betray their fellow players. Speranza Watchlist—named for the game’s social hub—bills itself as “your friendly Raider shaming board,” a place where people can report other people for what they see as anti-social behavior in the game.

In Arc Raiders, players land on a map full of NPC robots and around 20 other humans. The goal is to fill your inventory with loot and escape the map unharmed. The robots are deadly, but they’re easy to deal with once you know what you’re doing. The real challenge is navigating other players and that challenge is the reason Arc Raiders is a mega-hit. People are far more dangerous and unpredictable than any NPC.
playlist.megaphone.fm?p=TBIEA2…
Arc Raiders comes with a proximity chat system so it’s easy to communicate with anyone you might run into in the field. Some people are nice and will help their fellow raider take down large robots and split loot. But just as often, fellow players will shoot you in the head and take all your stuff.

In the days after the game launched, many people opened any encounter with another human by coming on the mic, saying they were friendly, and asking not to shoot. Things are more chaotic now. Everyone has been shot at and hurt people hurt people. But some hurts feel worse than others.

Speranza Watchlist is a place to collect reports of anti-social behavior in Arc Raiders. It’s creation of a web developer who goes by DougJudy online. 404 Media reached out to him and he agreed to talk provided we grant him anonymity. He said he intended the site as a joke and some people haven’t taken it well and have accused him of doxxing.

I asked DougJudy who hurt him so badly in Arc Raiders that he felt the need to catalog the sins of the community. “There wasn’t a specific incident, but I keep seeing a lot (A LOT) of clips of people complaining when other players play dirty’ (like camping extracts, betraying teammates, etc.)”

He thought this was stupid. For him, betrayal is the juice of Arc Raiders. “Sure, people can be ‘bad’ in the game, but the game intentionally includes that social layer,” he said. “It’s like complaining that your friend lied to you in a game of Werewolf. It just doesn’t make sense.”
Image via DougJudy.
That doesn’t mean the betrayals didn’t hurt. “I have to admit that sometimes I also felt the urge to vent somewhere when someone betrayed me, when I got killed by someone I thought was an ally,” DougJudy said. “At first, I would just say something like, ‘I’ll find you again, the only thing that doesn’t cross paths are mountains,’ and I’d note their username. But then I got the idea to make a sort of leaderboard of the least trustworthy players…and that eventually turned into this website.

As the weeks go on and more players join the Arc Raiders, its community is developing its own mores around acceptable behavior. PVP combat is a given but there are actions some Raiders engage in that, while technically allowed, feel like bad sportsmanship. Speranza Watchlist wants to list the bad sports.

Take extract camping. In order to end the map and “score” the loot a player has collected during the match, they have to leave the map via a number of static exits. Some players will place explosive traps on these exits and wait for another player to leave. When the traps go off, the camper pops up from their hiding spot and takes shots at their vulnerable fellow raider. When it works, it’s an easy kill and fresh loot from a person who was just trying to leave.

Betrayal is another sore spot in the community. Sometimes you meet a nice Raider out in the wasteland and team up to take down robots and loot an area only to have them shoot you in the back. There are a lot of videos of this online and many players complaining about it on Reddit.
www.speranza-watchlist.com screenshot.
Enter Speranza Watchlist. “You’ve been wronged,” an explanation on the site says. “When someone plays dirty topside—betraying trust, camping your path, or pulling a Rust-Belt rate move—you don’t have to let it slide.”

When someone starts up Arc Raiders for the first time, they have to create a unique “Embark ID” that’s tied to their account. When you interact with another player in the game, no matter how small the moment, you can see their Embark ID and easily copy it to your clipboard if you’re playing on PC.

Players can plug Embark IDs into Speranza Watchlist and see if the person has been reported for extract camping or betrayal before. They can also submit their own reports. DougJudy said that, as of this writing, around 200 players had submitted reports.

Right now, the site is down for maintenance. “I’m trying to rework the website to make the fun/ satire part more obvious,” DougJudy said. He also plans to add rate limits so one person can’t mass submit reports.

He doesn’t see the Speranza Watchlist as doxxing. No one's real identity is being listed. It’s just a collection of observed behaviors. It’s a social credit score for Arc Raiders. “I get why some people don’t like the idea, ‘reporting’ a player who didn’t ask for it isn’t really cool,” DougJudy said. “And yeah, some people could maybe use it to harass others. I’ll try my best to make sure the site doesn’t become like that, and that people understand it’s not serious at all. But if most people still don’t like it, then I’ll just drop the idea.”




SIRIA. Proteste sulla costa: gli alawiti chiedono il federalismo


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Resta l'incertezza in Siria, divisa tra promesse di riforme e timori di un rinnovato autoritarismo. Intanto cresce il sostegno occidentale al presidente autoproclamato Sharaa
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Fine vita: solo “costi” morali


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/fine-vi…
Nello splendido “Per grazia ricevuta”, di e con Nino Manfredi, il mentore del protagonista, uomo colto, laico e libertario, in fin di vita chiede il prete e bacia il crocifisso. L’insostenibilità dell’esito porta Nino a lanciarsi da uno strapiombo; sopravvive e si grida al miracolo.



Paola Caridi, Sudari. Elegia per Gaza. Feltrinelli 2025


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/paola-c…
“E’ in un sussurro l’incontro”, si legge così in esergo a “ Sudari” di Paola Caridi e con un filo di voce sembra iniziare l’elegia per Gaza, un canto funebre che si snoda sommesso, ma implacabile nel denunciare



sarti in paradiso e scheletri negli armani, insisto a dire che è lo spettacolo a secernere fascismo --> continua qui: noblogo.org/differx/sarti-in-p…

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“Grazie a Dio stanno lavorando, grazie a Dio si stanno avvicinando nel dialogo”. Così il Papa ha risposto a una domanda sul piano di pace per l’Ucraina, conversando con alcuni giornalisti all’uscita delle Ville pontificie di Castel Gandolfo, prima di…


“Il viaggio nasce precisamente per celebrare i 1700 anni del Concilio di Nicea e la figura di Gesù Cristo”. Lo ha ribadito il Papa, conversando con alcuni giornalisti all’uscita dalle Ville pontificie di Castel Gandolfo, prima di far rientro a Roma.


“Bisogna cominciare con la formazione dei giovani, cominciare ad aprire tutti il cuore e dire che ogni persona è un essere umano che merita rispetto per la sua dignità: uomo, donna, tutti”.



The Note “Una caro” arises from a question: what makes marriage a unique bond? The Dicastery for the Doctrine of the Faith responds with a text that places monogamy within the current debate, avoiding polarisation and proposing a reflection capable o…



Un anno nel Fediverso: la calma che ti cambia la testa. Il post di @Michela

E no, il Fediverso non è povero di contenuti.

È che, quando smetti di essere schiava degli algoritmi, ti accorgi che l’80% della roba mainstream è solo rumore dopaminico.
Rapido, inutile, martellante.

Su PixelFed, invece, quasi tutto merita almeno un rallentamento, uno sguardo vero.
È una sensazione precisa:
uscire da una distopia sociale senza neppure accorgersi di esserci vissuti dentro per anni.

michiyospace.altervista.org/un…

Per avere altri aggiornamenti sul Fediverso, segui il gruppo @Che succede nel Fediverso?

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Here is the archived video of our FOIA Forum about how to do reporting on Flock.#FOIAForum


Here's the Video for Our Seventh FOIA Forum: Flock


The FOIA Forum is a livestreamed event for paying subscribers where we talk about how to file public records requests and answer questions. If you're not already signed up, please consider doing so here.

Recently we had a FOIA Forum where we focused on our reporting about Flock. This includes how to file public records requests for audit logs, footage, and other ideas for FOIAing surveillance companies.

We showed subscribers how we got the records behind that story, the specific request language was used, tips for turning records into articles, and much more.

Check out all of our FOIA Forum archives here.

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It'll take just a minute and help 404 Media figure out how to grow sustainably.

Itx27;ll take just a minute and help 404 Media figure out how to grow sustainably.#Announcements


Please, please do our reader survey


Because we run 404 Media on Ghost, an open source and privacy-forward stack, we actually know very little about who reads 404 Media (by design). But we’re hoping to learn a bit more so we can figure out how people are discovering our work, what our readers do, and what other projects people might want us to launch in the future. If you want to cut to the chase: here is a link to our very short survey we would really, really appreciate you filling out. You can do it anonymously and it should take around a minute. If you want to know more on the why, please read below!

As we said, Ghost doesn’t collect much data about our readers. The little info we do have shows broadly that most of our readers are in the U.S., followed by Europe, etc. But we don’t have a great idea of how people first learn about 404 Media. Or whether people would prefer a different format to our daily newsletter. Or what industries or academic circles our readers are in.

This information is useful for two main reasons: the first is we can figure out how people prefer to read us and come across our work. Is it via email? Is it articles posted to the website? Or the podcast? Do more people on Mastodon read us, or on Bluesky? This information can help us understand how to get our journalism in front of more people. In turn, that helps inform more people about what we cover, and hopefully can lead to more people supporting our journalism.

The second is for improving the static advertisements in our email newsletters and podcasts that we show to free members. If it turns out we have a lot of people who read us in the world of cybersecurity, maybe it would be better if we ran ads that were actually related to that, for example. Because we don’t track our readers, we really have no idea what products or advertisements would actually be of interest to them. So, you voluntarily and anonymously telling us a bit about yourself in the survey would be a great help.

Here is the survey link. There is also a section for any more general feedback you have. Please help us out with a minute of your time, if you can, so we can keep growing 404 Media sustainably and figure out what other projects readers may be interested in (such as a physical magazine perhaps?).

Thank you so much!




Il Ministro Giuseppe Valditara, si è recato in visita al Cairo, dove ha incontrato il Primo Ministro egiziano Mostafa Madbouly e il Ministro dell’Istruzione Mohamed Abdel Latif.


Il #25novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della...

Il #25novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le #donne. Numerose sono state le iniziative del #MIM con le scuole e alle quali ha partecipato il Ministro Giuseppe Valditara.




Why age verification misses the mark and puts everyone at risk


Age verification is a short-sighted, ineffective and dangerous way to protect young people form online harms. It is disproportionate when better alternatives are available, straightforward and rewarding to circumvent, and structurally impacts more people than it aims to protect.

The post Why age verification misses the mark and puts everyone at risk appeared first on European Digital Rights (EDRi).



Demoverbotszone in Gießen: Die Versammlungsfreiheit darf nicht der Polizeitaktik geopfert werden


netzpolitik.org/2025/demoverbo…




Bastian’s Night #453 November, 27th


Every Thursday of the week, Bastian’s Night is broadcast from 21:30 CET.

Bastian’s Night is a live talk show in German with lots of music, a weekly round-up of news from around the world, and a glimpse into the host’s crazy week in the pirate movement.


If you want to read more about @BastianBB: –> This way


piratesonair.net/bastians-nigh…



Persona, responsabilità e democrazia

@Politica interna, europea e internazionale

25 novembre 2025, ore 16:00 – Aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, Via della Conciliazione, 10 – Roma A 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi Saluti introduttivi Andrea Cangini, Segretario generale Fondazione Luigi Einaudi Interverranno Emma Galli, Università di Roma “La Sapienza” Enrico Graziani, Università di Roma “La



SUDAN. L’esercito respinge la proposta di tregua di Washington, la guerra continua


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L'esercito del Sudan respinge la proposta di tregua di Washington, considerandola favorevole alle Forze di Supporto Rapido e agli Emirati Arabi che le sostengono
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Dispositivi alternativi


Spesso leggo di cellulari o altri dispositivi con sistema operativi differenti dai soiliti Android o iPhone, il problema è che oggi siamo talmente interconnessi che per decidere per il loro acquisto (il cui prezzo non è quasi mai alla portata di tutti) bisognerebbe provarli, averli in mano per un giorno o due e testarli sul campo, magari non proprio l'ultimo modello, quello che si vorrebbe acquistare, basterebbe il modello precedente per testarne le potenzialità. Se si fanno acquisti alternativi e poi non ci si trova bene perchè le nostre esigenze sono diverse da ciò che possono offrire si ha un bel danno economico e anche una delusione che ne impedisce il diffondersi perchè se si è contenti dell'acquisto se ne parla bene, in caso contrario i prodotti vengono stroncati e si reca danno a chi crede onestamente nelle alternative.


Bruxelles dà il via libera all’Edip. Industria militare in prima linea

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L’Unione europea rilancia la propria agenda sulla difesa approvando il nuovo European defence industry programme (Edip), un passo che mira a rendere più solida la produzione militare e a rafforzare il rapporto con l’Ucraina. La decisione del Parlamento arriva in un momento in cui



Armi e appalti: l’Italia mantiene aperto il canale con l’industria militare israeliana


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Nuove forniture da SOURCE e Marom Dolphin segnano l’ennesimo ampliamento dei contratti italiani con l’industria militare israeliana.
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Io vorrei tanto - ma davvero tanto - sapere perché boicottiamo Tesla e X ma poi usiamo Telegram (non io, ma in generale).

Veramente, non è una domanda retorica. Cosa c'è di diverso?

quotidiano.net/esteri/macron-o…

#telegram #durov #boycotttelegram #musk #macron #kirk

in reply to Simon Perry

Telegram benché sia insicura e benché appartenga a un disadattato pericoloso è oggettivamente un'ottima app, leggera, versatile, ergonomica, con funzionalità intelligenti e in continuo miglioramento da 10 anni a questa parte.

X è un'app tecnologicamente ridicola, vecchia, in costante peggioramento e che è inutile anche per avere visibilità: l'unico valore aggiunto che dà è la copertura istantanea delle news.

Tesla è una casa automobilistica in crisi che non innova nulla da 10 anni




questa è la russia. quelli che si lamentavano di come secondo loro i russi venivano trattati in ucraina. anche se comunque la cosa più grave rimane il rapimento e l'indottrinamento di bambini. anime perse 🙁

Informa Pirata reshared this.




internazionale.it/opinione/pie…


è un po' che penso che trump vada a cerare gli scarti... purché siano amici suoi naturalmente. la fedeltà prima di tutto. che poi è come fanno i dittatori. e anche il motivo per cui alla fine le dittature sono segnate. alla fine l'efficienza delle dittature è propaganda di stato.