Gruppo Wagner: il caso di una designazione terroristica
Il gruppo Wagner è stato oggetto di polemiche sin dal giorno della sua fondazione. Un’organizzazione paramilitare russa, il gruppo mercenario ha condotto operazioni che il Ministero della Difesa russo ha silenziosamente approvato pur mantenendo una plausibile negabilità. Dopo anni di smentite e silenzi, il Cremlino ha ora ammesso formalmente l’esistenza dell’organizzazione, nonostante i mercenari siano […]
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Petrolio e gas: le carte in mano agli Stati Uniti
Gli Stati Uniti hanno le risorse grezze di petrolio e gas per essere un produttore ponte per far fronte a gran parte dell'attuale carenza, in Europa in particolare
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G20: l’incontro Xi-Biden mitiga l’inevitabile scontro USA-Cina?
Il recente tanto atteso incontro tra il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il cinese Xi Jinping non ha previsto alcun nuovo intento concreto da entrambe le parti di scendere a compromessi sui propri principi e interessi fondamentali. Tuttavia, ha proiettato due fattori fondamentali che guideranno l’immediato termine di una concorrenza agguerrita, andando avanti. […]
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Come la rivoluzione iraniana rispecchia quelle del passato
Dalla creazione, ogni singolo individuo su questa terra ha il diritto di nascita di essere libero. Questo è ciò che i padri fondatori dell’America hanno messo in parole quando hanno redatto la Dichiarazione di Indipendenza nel 1776, che ci sono verità evidenti, con un essere che ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e […]
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Giorgia Meloni a Bali: “Il covid è in calo grazie al lavoro dei sanitari e alla responsabilità dei cittadini”
Il covid “è in calo (…). Grazie al lavoro straordinario del personale sanitario, ai vaccini, alla prevenzione, alla responsabilità dei cittadini, la vita è tornata progressivamente alla normalità”. Lo ha detto Giorgia Meloni, a Bali. Il sottosegretario alla salute, esponente del suo stesso partito, sostiene l’opposto. Amen. Meloni ha anche detto che “la pandemia ha mostrato la grande fragilità delle nostre società” e che non si deve “cedere alla facile tentazione di sacrificare la libertà in nome della salute”.
Per la verità le democrazie hanno avuto i risultati migliori in termini di vaccinazioni (piuttosto, siamo indietro con la quarta dose) e hanno i migliori sistemi sanitari. Si sono dimostrate resistenti. In quanto alla libertà, seppellito chi la negava, consiste pure nei suoi limiti.
Una teoria della libertà è una teoria dei suoi limiti. Affidati anche, ma non solo, alla responsabilità. L’equilibrio è sempre precario e fallace, ma taluni divieti (ad esempio proibire le droghe) servono a salvarla, la libertà.
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#uncaffèconLuigiEinaudi – Tutti, se ci riflettono, sono seguaci della idea liberale
“Tutti, se ci riflettono, sono seguaci della idea liberale; perché essi devono la loro posizione alla libertà, garantita soltanto dallo Stato moderno, di istruirsi, di elevarsi, di lavorare, di associarsi, di lottare.”
da Corriere della Sera, 8 novembre 1919
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Metascuola
Quello di lunedì è stato il primo incontro. Altri ne seguiranno. E cercheremo di capire insieme cosa cambiare, e come.
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"Il Garante della privacy italiano si è mosso per studiare a fondo una coppia di iniziative in mano a Comuni italiani che hanno forse preso un po’ troppo alla leggera le controverse tecnologie di riconoscimento biometrico. L’Autorità ha avviato dunque due separate istruttorie al fine di vigilare sulle mosse prossime future previste dai Comuni di Lecce e Arezzo."
Intervista del nostro Segretario Generale, Andrea Cangini, ad Andrea Pancani di Coffee Break, su La7
Le elezioni di midterm americane, col mancato trionfo repubblicano, e il riavvicinamento tra Biden e Xi Jinping al G20 di Bali hanno spiazzato e ulteriormente isolato Putin. La reazione violenta della Russia non sorprende. Sorprendono, semmai, i commenti di diversi politici e molti opinionisti che trasudano insofferenza verso la bizzarra pretesa del popolo ucraino, e dei suoi rappresentanti, di vivere libero e non soccombere all’invasore. Chiamano “pace” la resa incondizionata di Kiev e nei fatti auspicano un ritorno alla legge della giungla. È una posizione che in molti nasce da un radicale antiamericanismo. Noi della Fondazione Luigi Einaudi siamo diversi. Noi sappiamo che, oltre al diritto all’autodeterminazione di un popopolo, in Ucraina si difendono i valori su cui si fondano l’Europa e l’Occidente: la libertà e la democrazia.
Di seguito il video di alcuni passaggi dell’intervista del nostro Segretario Generale, Andrea Cangini, ad Andrea Pancani di Coffee Break, su La7.
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Segnali
I nativi americani usavano l’intermittenza delle nuvole di fumo per comunicare. Segnali adatti a messaggi non complessi. Stiano attenti, i governanti, a non privilegiare i segnali rispetto alla sostanza. Votando in prevalenza (ricordiamo che si tratta, per tutta la coalizione di centro destra, pur sempre di meno della metà dei voti espressi) per Fratelli d’Italia non vi è dubbio che gli elettori abbiano scelto una politica maggiormente sensibile al mantenimento dell’ordine pubblico o al contenimento (sperabilmente il blocco) degli sbarchi d’immigrati.
È quindi naturale che il governo derivatone si attenga a quella linea. Difendere gli interessi italiani, però, non consiste nel proclamare di difendere gli interessi italiani, ma nel saperlo fare, una volta individuatili e messi in gerarchia delle priorità.
Tanto più che, se ci si concentra solo sui segnali, si finisce con il produrne di contrastanti. Difficile non leggere la distanza fra le parole del governo e quelle del Presidente della Repubblica, circa il rapporto con la Francia e l’Unione europea tutta. Un contrasto stridente.
Sul fronte dell’immigrazione, ad esempio, non subiremo conseguenze negative dall’avere coalizzato solo Cipro, Grecia e Malta. Ma quella prova di debolezza, facendo i grossi fra i piccoli, rischiamo di pagarla su altri tavoli. Scena molto diversa da quella che mise l’Italia con Francia e Germania, su un treno verso l’Ucraina. Non ci saranno conseguenze perché sull’immigrazione i fatti sono solidi, visto che non siamo affatto i soli a subire gli sbarchi e chi è secondo in graduatoria, ovvero la Spagna, non ha condiviso la nostra posizione.
Le richieste d’asilo sono rivolte prevalentemente verso la Germania (190.500 nel 2021), la Francia (120.700), la Spagna (65.300), mentre da noi vorrebbero restare solo in 53.600. Gli stranieri a vario titolo presenti nel Paesi europei sono il 17% della popolazione austriaca, il 13% degli irlandesi, il 12.7% dei tedeschi, l’11.3% degli spagnoli, mentre da noi sono l’8.7% degli italiani. Dopo la criminale aggressione russa la Polonia ha accolto 1.5 milioni di ucraini, la Germania 1 milione, la Repubblica Ceca 455mila e noi 171mila.
La nostra caratteristica è solo quella d’essere la principale meta degli sbarchi. Ragion per cui avremmo interesse non tanto alla redistribuzione, ma che della totalità (da noi come da altri) si occupi una comune giurisdizione Ue. In questi giorni ci siamo allontanati, non avvicinati a questo risultato.
Purtroppo l’approccio segnaletico è presente anche in altri campi. Abbiamo una scarsa partecipazione al lavoro e molti posti che restano vacanti per mancanza di competenza e voglia di occuparli. Anche la scorsa campagna elettorale ha visto uno scoppiettare di proposte per pensionamenti anticipati, che comportano più spesa e meno lavoratori. Per non dire della falsa flat tax, che si pensa di finanziare anche togliendo detrazioni a chi guadagna meno degli eventuali beneficiari, che se non fosse una follia sembrerebbe uno scherzo.
Mentre ciò s’esibisce sugli schermi, al ministero dell’economia studiano come varare una falsa flat che scassi poco e come incentivare la permanenza al lavoro dei pensionandi, piuttosto che l’anticipazione dell’uscita. Insomma si prova a tenere assieme i segnali di conferma con la sostanza di smentita, pensando che tutti i problemi si riducano alla necessità di trovare una formula verbale capace di tenere assieme cose opposte, senza indispettire, senza smentire e senza sfasciare.
Infine: il punto forte di Meloni è la scelta atlantica, con specifico riferimento alla guerra Ucraina. Bene. Ma se pensasse di compensare l’isolamento europeo con la sponda statunitense commetterebbe il grave errore dei brexiter e di Orban. Con l’aggravante di arrivare dopo, quindi di sapere come va a finire. L’incontro con Biden ricorda il punto forte. Sarebbe grave dimenticare che l’interesse italiano è sì atlantico, ma anche europeo. E il fumo va diradato, non utilizzato.
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Sicurezza online a scuola, martedì 22 novembre il webinar con gli esperti di Generazioni Connesse. L’incontro offre a docenti e dirigenti scolastici un aggiornamento professionale altamente qualificato su tematiche attuali.
Ministero dell'Istruzione
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Andrea Cangini a Radio Rai: “Con la Fondazione Luigi Einaudi inizia la mia terza vita”
Comincia, per me, una terza vita in fondo coerente con l’attività svolta come direttore di giornale e, poi, come senatore della Repubblica: mettere a nudo i problemi, indicare soluzioni realistiche, diffondere il metodo liberale einaudiano.
Intervista a Paola Severini Melograni, per Le Sfide della Solidarietà, Radio Rai
Ascolta l’intervista completa su Radio Rai, click qui.
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Fr.#15 / Robo-vigili e Precrimine
I robo-vigili di Arezzo
La polizia municipale di Arezzo sarà presto un laboratorio di test di un nuovo prototipo di occhiali che ricordano Robocop, ma meno cattivo e più cringe. Gli occhiali hi-tech sembrerebbero dotati di una tecnologia che permette all’agente di visualizzare l’equivalente di uno schermo da 50” e al tempo stesso scansionare in tempo reale le targhe delle automobili in corsa.
Grazie alla connessione con diversi database della pubblica amministrazione gli occhiali daranno all’agente informazioni rilevanti sul veicolo, come l’assicurazione, le revisioni, o eventuali fermi amministrativi. Alcuni articoli dicono che gli occhiali sarebbero anche in grado di valutare la velocità delle vetture, ma non ne sono sicuro.
Gli amministratori intervistati dicono che l’attività della polizia sarà più efficiente e i cittadini saranno più tutelati.
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Insomma, la tecnologia promette di tagliare un incredibile traguardo: i nostri prodi guardiani delle strade potranno finalmente emettere contravvenzioni senza muovere un muscolo, senza alcuna contestazione, mentre guardano una TV da 50”. Vi sentite più tutelati?
Gli algoritmi contro il crimine… forse
Sempre sulla falsa riga della tecnologia che permetterà alle forze dell’ordine di lavorare meno e tutelare meglio i cittadini vale la pena commentare un fenomeno che sta prendendo velocemente piede in Italia: gli algoritmi antimafia. Ci sono almeno due esempi che conosco.
Il primo è quello di Padova, dove pare che verrà usato un algoritmo predittivo per scovare le aziende a “rischio collusione con la mafia” per proteggere gli appalti del PNRR. L’algoritmo userà diversi indicatori, come il numero di dipendenti, il capitale sociale, le transazioni e così via. In pratica una mescola di tutte le informazioni rilevanti sulla vita di un’azienda — che non si sa bene come verranno trattate.
I ricercatori ci tengono però a precisare, com’è ovvio che sia, che l’algoritmo non individua le aziende colluse, ma soltanto quelle a “rischio”. Ricordo ai cari lettori che il rischio altro non è che qualcosa che non esiste; un’ipotesi più o meno plausibile e probabile che potrebbe anche non verificarsi mai. Insomma, un’azienda segnalata a “rischio” collusione potrebbe non essere affatto collusa.
Il problema è evidente: persone innocenti potrebbero essere escluse dagli appalti pubblici sulla base di segnalazioni arbitrarie fatte da un algoritmo di cui non si conosce neanche il funzionamento. Qualcuno potrebbe dire che favorire certe aziende ed escluderne altre in modo arbitrario sia esattamente il modo in cui opera la mafia…
Il secondo algoritmo antimafia arriva direttamente da una collaborazione europea tra forze di polizia. Si chiama I-CAN (Interpol Cooperation Against Ndrangheta) e il suo lavoro sarà quello di “intercettare le strategie espansionistiche dell'organizzazione criminale e anticipare la minaccia".
A costo di ripetermi, anche in questo caso parliamo di “previsioni” che potrebbero non avere alcun riscontro nel mondo reale.
La buona notizia è che se la realtà non si sottometterà ai modelli predittivi, potranno sempre prendersela con la realtà e chiedere più finanziamenti per usare altri modelli predittivi fino ad azzeccarne almeno una. Come le previsioni climatiche, insomma.
La cattiva notizia è che la finestra di Overton si sta spostando verso l’accettazione dell’uso di algoritmi in grado di prevedere il futuro e anticipare la minaccia criminale. Nei film di fantascienza non finisce mai bene, ma fate pure voi. Chi sono io per dirvi come spendere i miei soldi?
La Precrimine in UK
Un esempio di questa stupenda finestra di Overton ce l’abbiamo proprio in UK, dove Scotland Yard si è recentemente vantata di essersi dotata di algoritmi di profilazione per “fermare i potenziali criminali prima che commettano il crimine”. Nello specifico, l’algoritmo dovrebbe prevedere quali uomini potrebbero commettere violenze verso le donne.
Vi chiedo, come potremmo mai definire un uomo che non ha ancora commesso alcun crimine?
Meme del giorno
Citazione del giorno
It is with government, as Caesar said it was in war, that money and soldiers mutually supported each other; that with money he could hire soldiers, and with soldiers extort money.
Lysander Spooner
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Caspariae perpetua et firma Libertas
Nel confine fra l’Umbria e la provincia di Arezzo, sopra una lieve alzatura che fa da contrafforte all' Appennino, sorge il Villaggio di Cospaia, già capo-luogo della repubblica o meglio dello Stato Libero di questo nome, che dal 1440 al 1826 conservò la sua autonomia e indipendenza, quantunque si reggesse senza leggi scritte, senza capi, senza milizie, senza imposte…
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10 days ago · 9 likes · 4 comments · Matte | mrk4m1
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Ho sempre prestato eccessiva attenzione al linguaggio pubblicitario, quello televisivo in particolare.
E se certe cose non hanno tempo (come piazzare ore pasti tutti gli spot che fanno passare l'appetito), altre segnano vere e proprie ondate.
Ad esempio c'è stato il periodo della body positivity, in cui più o meno goffamente veniva inserito - finendo per evidenziarlo invece che integrarlo - qualche corpo o volto normale in contesti di usuale perfezione di corpi e volti televisivi.
Ora, sarà che i recenti fatti elettorali mi avranno un po' colpito, ma: non suona anche a voi un po' esagerata la presentazione patriottica del cioccolato ITALIANO con latte ITALIANO e nocciole ITALIANE? Lo dice proprio così. (Segue personaggio con espressione grottesca che scandisce "mmmh, SFITZERO?" e surreale risposta corale di bambini perfetti.)
non guardo tv da anni, ma forse ho compreso di quale pubblicità si tratti. La mia memoria non è mai stata buona, ma la parte finale credo sia rimasta invariata da diversi anni, no?
In ogni caso anche a me sembra esagerata ed un po' paradossale questa presentazione estremamente patriottica dato che, giustamente, sono loro stessi a riportare come il cacao venga dall'Ecuador: elah-dufour.it/en/ingredients
Scopri la qualità degli ingredienti Elah Dufour Novi
Cacao dell’Ecuador, nocciole del Piemonte, menta piperita piemontese e agrumi italiani: per i nostri prodotti scegliamo solo ingredienti della migliore qualità.Elah Dufour Novi
J. Alfred Prufrock likes this.
Daniele Tricoli moved to eriol@akko.mornie.org likes this.
E LO SCRITTORE INCONTRO' DIO, PRIMA PARTE: vita e visioni dello scrittore Philip Dick, un uomo che visse in più di una realtà
Grazie a @davidedenti che ci ha segnalato da quarantunesima puntata del podcast di Rodolfo Toè!
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Aspetto la seconda parte.
Philip Dick è stato un grande, anche se non tutto era sempre scorrevole (magari in qualche caso c'è stato pure lo zampino del traduttore, che non l'ho letto in lingua). Di sicuro avanti, ai suoi tempi, oggi è più difficile capirne la genialità.
D'altronde, per dire, parlando di uno tra i più noti dei suoi capolavori,
::: spoiler spoiler
il 1992 per lui era il futuro
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, per noi un passato molto diverso e, sempre per dire,
::: spoiler spoiler
quegli androidi oggi sembrano un po' ingenui - perché dovrebbero torturare un ragno? Ma anche il protagonista: come fa ad essere tanto legato a una pecora e poi pensare che un rospo sia un buon sostituto?
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Certo, sono solo dettagli in una trama al tempo stesso semplice eppure molto complicata (che solo non confondersi coi vari personaggi non è poi così semplice o, almeno, ricordo [vagamente, che son passati un po' di anni], che un paio di volte ero tornato indietro per controllare chi fosse chi), però sono dettagli che un po' stonano (e non sono gli unici,
::: spoiler spoiler
tra tentativi di seduzione pensando in realtà di uccidere e poi rimanendo apparentemente vittime della seduzione stessa, o consigli di fare sesso con androidi per poi scoprire che l'unico che non lo ha fatto è proprio quello che lo consiglia - molto azzeccato, ma anche un po' sbilanciante: che c'entra la realtà con la fantascienza? 😁 ).
:::
Insomma son curioso di vedere se nella parte due qualcuno di questi temi viene discusso.
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.
🔸 Scuola, rinnovo del contratto: firmato l’accordo politico
🔸 Avviata la consultazione per l’attualizzazione del Piano Nazionale Scuola Digita…
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione. 🔸 Scuola, rinnovo del contratto: firmato l’accordo politico 🔸 Avviata la consultazione per l’attualizzazione del Piano Nazionale Scuola Digita…Telegram
Il GARR, la Scuola e la rete UNIRE
LA RETE GARR E LA RETE UNIRE
di Maria Laura Mantovani
In questo video Enzo Valente ci racconta perché è stata fatta la Rete GARR, una storia che parte dal 1986. Oggi si dovrebbe decisamente fare la rete UNIRE, siamo in tremendo ritardo: 36 anni dopo la nascita dell’idea della rete GARR.
Chi è Enzo Valente?
Un sognatore che ha contribuito a realizzare un sogno. Una persona che se è convinto di realizzare una cosa, la porta a termine. Sicuramente un leader. È stato il primo direttore del GARR.
Che cos’è la Rete GARR?
GARR è la Rete Italiana della Ricerca. Connette tra loro tutte le università e gli enti di ricerca italiani con tecnologie da sempre all’avanguardia, al fine di garantire prestazioni ai massimi livelli resi possibili con le apparecchiature esistenti. Di reti della ricerca come la rete GARR (#NREN ) ce ne sono nel mondo una ottantina, ogni Stato ha la propria, e tutte sono connesse tra loro, così che i ricercatori in tutto il mondo hanno a disposizione delle tecnologie per connettersi tra di loro tra le più performanti al mondo. La Rete GARR è una sicura eccellenza italiana. I tecnici e gli scienziati che l’hanno costruita e ogni giorno contribuiscono a migliorarla sono tra i migliori cervelli d’Italia nel loro ambito. Per questo devono essere considerati dei patrioti. Italiani che fanno grande l’#italia.
Che cos’è la Rete UNIRE e perché non c’è ancora?
UNIRE è la proposta di legge che vorrebbe istituire la Rete Italiana delle Scuole. Era Maggio 2020, Governo Conte 2, quando sono stati deliberati 400 milioni di euro per portare la #bandaultralarga in tutte le scuole. Un passaggio straordinario di miglioramento della connettività scolastica. Ma nonostante questo sforzo, che si sta portando a termine, quello che si sta realizzando non è ancora la Rete Unica Italiana delle Scuole, sono solo tanti cavi che connettono le scuole ad Internet e nemmeno con una gran qualità del servizio.
Cosa manca per fare la rete UNIRE? Manca un cervello che coordini il corpo, che faccia sinergia, che permetta di risparmiare denaro aumentando le prestazioni, che fornisca un ambiente dove le idee possono maturare e svilupparsi.
La Rete UNIRE si potrebbe realizzare da subito, perché già 135 milioni sono in un fondo dedicato a questo progetto. Si tratta ora di fondare il soggetto istituzionale che deve occuparsi di realizzare tutto ciò.
La rete UNIRE realizzerà, imitando il modello GARR, il coordinamento delle scuole italiane di ogni ordine e grado per l'accesso alla rete #INTERNET, oltre che la distribuzione di linee guida comuni ed un supporto tecnico centralizzato per risolvere i disservizi e per mantenere l’infrastruttura allo stato dell’arte.
UNIRE si occuperà inoltre del funzionamento della #didatticadigitale integrata e della #cybersecurity nelle scuole sia per le applicazioni usate che per i #datipersonali, con un'attenzione particolare al fatto che vengono trattati dati personali di bambini e ragazzi ossia di minorenni.
Infine la Rete sarà finalizzata alla realizzazione e alla gestione, attraverso un #privatecloud, dei servizi didattici e amministrativi della scuola.
Così anche le scuole italiane potranno vantare con UNIRE la propria eccellenza.
Vi invito a rivedere la storia del GARR in questo video per sognare come potrà essere bella la rete UNIRE
DDL Rete UNIRE : senato.it/service/PDF/PDFServe…
Per chi vuole approfondire e vedere com'è la Rete GARR adesso, progettata per la velocità di 1 Terabit/s, può guardare questo video u.garr.it/s3Qae
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Di Jennifer #Rankin, inviata a Bruxelles per il #Guardian
theguardian.com/world/2022/nov…
Dutch MEP says illegal spyware ‘a grave threat to democracy’
European Commission wears ‘velvet gloves’ when dealing with spyware used on citizens, says chief of inquiry on hacking software such as PegasusJennifer Rankin (The Guardian)
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In discussione una nuova proposta per "trasferire" non-ebrei dalla Palestina storica | Infopal
Gerusalemme/al-Quds - MEMO. Il vicesindaco israeliano della Gerusalemme occupata, Aryeh King, sta aiutando un anonimo filantropo a trasferire cittadini
“Non è scritto nella Dichiarazione d’Indipendenza che Israele sia uno stato democratico, è uno stato ebraico in cui la minoranza ha dei diritti. Per me è più importante che il paese sia ebraico che democratico."
infopal.it/in-discussione-una-…
Protocollo d'Intesa con l'Associazione "Every child is my child", per la sensibilizzazione sui temi dell'arte, della cultura, della sostenibilità e della comunicazione nella scuola.
Info ▶️ miur.gov.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Protocollo d'Intesa con l'Associazione "Every child is my child", per la sensibilizzazione sui temi dell'arte, della cultura, della sostenibilità e della comunicazione nella scuola. Info ▶️ https://www.miur.gov.Telegram
Insegnanti, genitori e attivisti si muovono per liberare le scuole dalla morsa di Google e Microsoft
di Rachel Knaebel
"Trasformare l'insegnamento e l'apprendimento e consentire a ogni studente e insegnante di esprimere il proprio potenziale personale". Questa è la promessa - commerciale - che il gigante digitale Google sta pubblicizzando con i suoi strumenti Google for Education per le scuole. Offre soluzioni online per i libri di testo e la comunicazione in classe. L'azienda promuove servizi "centralizzati" e "facili da usare". L'argomento sta conquistando le scuole di tutto il mondo.
Google e Microsoft, le due principali multinazionali dell'industria big-tech globale, sono sempre più presenti nelle scuole europee. Ma in tutto il continente, genitori, insegnanti e attivisti per la libertà digitale stanno cercando di opporsi alla morsa delle aziende sugli studenti.
"All'inizio della pandemia, quando è stato necessario decidere come organizzare una scuola a distanza, ogni scuola ha fatto quello che poteva. Non c'erano criteri per la scelta degli strumenti, nemmeno per la protezione dei dati", dice Inge Klas, genitore nel sud della Germania. Nella sua regione, la chiusura iniziale ha spinto molte scuole a rivolgersi a Microsoft. Lo Stato regionale voleva utilizzare Microsoft 365 per la scuola a distanza e per tutto il resto, come la registrazione dei voti degli alunni. Sono stati i sindacati degli insegnanti a dire subito che qualcosa non andava.
Anche la sezione locale dell'associazione di hacker Chaos Computer Club ha reagito prontamente. "Hanno chiamato i politici a rispondere del fatto che molti dati sensibili di minori sarebbero stati inseriti in questo software. È stato un campanello d'allarme per l'opinione pubblica", afferma Inge Klas.
Alla fine, l'ufficio per la protezione dei dati personali di questa regione della Germania (Baden-Württemberg) ha vietato l'uso del pacchetto Microsoft in tutte le scuole della regione in primavera. Un'altra regione (Renania-Palatinato) ha vietato alle scuole lo strumento di videoconferenza Microsoft Teams, sempre per motivi di protezione dei dati degli alunni. In Danimarca, l'ufficio nazionale per la protezione dei dati ha dichiarato a luglio che Google for Education non era conforme al Regolamento generale europeo sulla protezione dei dati (GDPR).
Sebbene gli strumenti dei Gafam siano stati dichiarati non idonei dalle autorità, le scuole devono ancora trovare delle alternative. "Nel nostro caso, la decisione del responsabile della protezione dei dati è stata emessa a giugno, vietando Microsoft 365 dall'inizio dell'anno scolastico. Ma non tutte le scuole hanno ancora trovato soluzioni alternative. Molte scuole utilizzano ancora Microsoft", afferma Inge Klas, che lavora in un'associazione di genitori per un approccio diverso alla scuola digitale. Negli ultimi mesi molte famiglie si sono rivolte al nostro collettivo perché nelle loro scuole vengono utilizzati Microsoft e Google, chiedendo come possono opporsi. Consigliamo di parlarne con la direzione della scuola, che però spesso è sopraffatta dal problema. E questo a volte porta a conflitti tra genitori e scuole. È un problema che riguarda tutto il Paese.
Tuttavia, al di là del Reno, come in Francia e nel resto d'Europa, sono già disponibili per le scuole strumenti alternativi ai Gafam. "La maggior parte delle scuole della regione utilizzava Moodle (per l'apprendimento online) o BigBlueButton (per le classi virtuali con videoconferenza). Avremmo bisogno di una dozzina di persone che ci lavorino per sviluppare uno strumento più completo", afferma Inge Klas.
Una suite di strumenti open-source
Questo è esattamente ciò che stanno facendo gli attivisti dell'associazione Xnet, con sede a Barcellona, che si impegna per le libertà digitali. L'organizzazione ha sviluppato una suite di strumenti digitali per l'istruzione, chiamata DD, per "digitalizzazione democratica". "DD è come un Google Education, con ancora più funzioni", spiega Simona Levi, fondatrice di Xnet. La grande differenza con Google e Microsoft è che tutto funziona con software libero e open source, con codice aperto e trasparente, senza raccogliere dati all'insaputa degli utenti. Ogni attore può contribuire a migliorarlo.
Xnet è partito da software libero esistente e li ha messi insieme sulla stessa piattaforma. "Lavoriamo con Moodle, BigBlueButton, Nextcloud, Etherpad, tutto in un unico strumento. È un'alternativa che mira a essere agile come gli strumenti Gafam", continua l'attivista di Barcellona. Il software libero è sempre esistito nel settore dell'istruzione, ma spesso è più complicato e bisogna disporre di software diversi per svolgere compiti diversi. L'obiettivo del progetto DD è quello di avere un'unica piattaforma, di inserirvi il meglio delle soluzioni gratuite, di semplificarla e di renderla ancora più leggera rispetto alle grandi opzioni tecnologiche.
Xnet ha ricevuto il sostegno finanziario della città di Barcellona. "Il Comune ci dà dei soldi e ci lascia lavorare. Ma è proprio la società civile a farlo", afferma Simona Levi. La suite è stata utilizzata per un anno nelle scuole comunali. Abbiamo bisogno che più istituzioni siano coinvolte nel progetto per creare un codice aperto per gli strumenti di educazione digitale disponibile per tutta l'Europa, che ogni Paese potrebbe poi adattare. Proponiamo la nostra suite ai Paesi in cui le autorità di protezione dei dati hanno vietato i Gafam nelle scuole.
In Francia, il software dominante è quello francese, ma proprietario.
In Francia la situazione è molto diversa da quella della Spagna o della Germania. "Nelle scuole francesi non sono Google e Microsoft a dominare. La maggior parte delle implementazioni di software per la gestione della classe e della vita scolastica avviene con Pronote", riassume Brendan Chabannes, insegnante e portavoce del sindacato Sud Éducation.
Pronote è un pacchetto software sviluppato da una società francese, Index Éducation, che qualche anno fa è entrata a far parte di Docaposte, una filiale delle Poste francesi e della Caisse des dépôts et consignations. L'azienda che fornisce a un gran numero di scuole francesi un software di gestione delle classi non ha nulla a che fare con Gafam. Pronote non è un software libero", afferma Brendan Chabannes. Non abbiamo accesso al codice sorgente, è un software proprietario che funziona solo se si paga la licenza e la si rinnova ogni anno.
L'insegnante si rammarica che il sistema educativo nazionale francese non abbia adottato una soluzione centralizzata per tutte le scuole. Allo stato attuale, ogni scuola può scegliere il proprio software. "Potete immaginare le economie di scala se avessimo un unico software centralizzato, possibilmente gratuito!
Secondo il sindacalista, un software sviluppato internamente sarebbe preferibile anche in considerazione della delicatezza dei dati in questione: "In Pronote abbiamo pagelle, valutazioni, ritardi, assenze e motivi delle assenze, sanzioni, indirizzi e numeri di telefono dei genitori. Oggi, ogni scuola che utilizza Pronote può scegliere di ospitare i dati nel data center della società Index Education, oppure di "distribuire Pronote sulla propria rete locale", spiega l'azienda.
Quando il Ministero dell'Istruzione francese assume il fondatore di Framasoft
L'impulso per una maggiore diffusione del software libero nelle scuole potrebbe venire dal Ministero dell'Istruzione? L'anno scorso, il Dipartimento Digitale del Dipartimento dell'Educazione Nazionale ha assunto uno dei co-fondatori di Framasoft, la storica associazione francese per la promozione del software libero. Da allora, Alexis Kauffmann si occupa dello sviluppo di progetti di software libero e di risorse educative. (Il grassetto è del traduttore)
Il ministero (e il suo "centro di competenze per il software libero") ha anche sviluppato una piattaforma di strumenti digitali gratuiti per i professionisti dell'istruzione nazionale: Apps éducation. Da questo sito, gli insegnanti possono utilizzare direttamente software per videoconferenze e classi virtuali, condivisione di documenti, video, ecc. La maggior parte di questi software sono gratuiti (ad esempio BigBlueButton, Peertube, Nextcloud, ecc.). Il Dipartimento Digitale del Ministero dell'Istruzione ha investito quasi un milione di euro nel progetto. Inoltre, per le classi virtuali gestite dal Cned (Centre national d'enseignement à distance), lo strumento gratuito BigBlueButton sostituirà il vecchio software Blackboard, i cui dati erano ospitati da Amazon, a partire dal prossimo autunno.
Alcuni insegnanti, tuttavia, sono dei pionieri e non hanno aspettato che il loro ministero passasse all'open source. Thomas Crespin, insegnante di matematica, ha sviluppato nel 2009 Sacoche, uno strumento digitale gratuito dedicato alla valutazione delle competenze degli studenti. Sacoche è un'applicazione open source, gratuita, fatta dagli insegnanti per gli insegnanti e non rivolta ai dirigenti scolastici", spiega l'insegnante-sviluppatore. Sacoche permette di fare tonnellate di cose che Pronote non fa: si possono fare valutazioni, gli studenti possono presentare richieste di rivalutazione, si possono associare risorse di lavoro in modo che gli studenti lavorino in modo indipendente. Con Sacoche, abbiamo risposto alle esigenze degli insegnanti attraverso un forum.
Garantire la sovranità dei dati
Lo sviluppo del software è stato finanziato da un'associazione di insegnanti, Sésamath, che pubblica libri di testo di matematica, anch'essi con licenza aperta, che possono essere scaricati gratuitamente. Sacoche non ha ancora ricevuto alcun finanziamento dal sistema educativo francese. Tuttavia, "sarebbe opportuno riprendere il lavoro svolto per Sacoche e svilupparlo ulteriormente", afferma Thomas Crespin. L'insegnante di matematica si rammarica anche del fatto che solo "una minoranza di genitori è a conoscenza del Gafam e si oppone ad esso".
Per Simona Levi, attivista di Barcellona, la cosa principale oggi è fare pressione sugli Stati e sull'Unione Europea. "La società civile sta già facendo un grande sforzo. Se le grandi multinazionali tecnologiche hanno potuto avere così tanto spazio nell'istruzione, è perché le istituzioni non si sono assunte le loro responsabilità. L'Unione europea e i governi devono impegnarsi a creare una piattaforma europea aperta per la digitalizzazione dell'istruzione. Per noi è immorale che la digitalizzazione dell'istruzione e dell'amministrazione in generale avvenga con mezzi che non garantiscono la sovranità dei dati dei cittadini.
Rachel Knaebel
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Ma non c'entra con cosa? Scusate, mi sono perso... Io ho semplicemente detto che la forza del fediverso é che non c'é piú un supermercato gigante che apre chiude filtra profila decide ecc... x volere di un unico proprietario ma una serie (anche numerosa) di snelli negozi (anche del tipo "Friendica") che possono rispondere con maggiore puntualità alle esigenze dei "clienti" ma che allo stesso tempo possono interoperare e comunicare tra di loro con una lingua comune e aperta... C'é qualche imprecisione su questo? Quindi ritengo che non sia indispensabile che ogni servizio che si voglia adottare (x esempio di quelli della DD che hai perfettamente rappresentato nella tua infografica) debba essere ospitato su un unico big cloud che tornerebbe a centralizzare eccessivamente...! Solo questo intendevo... 😀
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Scusa @Flaviano Monge, letto male, volevo rispondere a @FabTheProgrammer :ubuntu: , pensando si riferisse all'articolo nel post originale. Scusate il rumore inutile.
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Per chi odia i contanti
Il 10 novembre 2022 il governo ha approvato il “Decreto Aiuti quater”, che fra le altre cose prevede un aumento al limite d’uso dei contanti fino a €5.000. Il nuovo tetto entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023.
Una piacevole differenza rispetto al limite di €1999,99 che ci ha accompagnato nel 2022, ed indubbiamente una buona notizia per chiunque abbia un minimo di senno. Non c’è però troppo da festeggiare, visto che su 28 paesi facenti parte dell’Unione Europea, solo 12 attualmente hanno limiti come in Italia.
Se ti piace Privacy Chronicles, perché non ti iscrivi?
Il contante è per i criminali
Come c’era da aspettarsi, alla notizia sono immediatamente seguiti i cupi e tristi lamenti delle orde di progressisti Veri Liberali per la lotta all’evasione e per i pagamenti elettronici. Uno dei più grandi esponenti di questa orda di Veri Liberali, Carlo Cottarelli, esprime così la sua idea in merito:
Cottarelli, si sa, non capisce.
Non capisce a cosa possano mai servire tutti questi contanti. Ma se Socrate si accontentava di sapere di non sapere, Cottarelli evidentemente non si accontenta. Il problema è semmai l’opposto: lui vorrebbe proprio sapere cosa ci fate coi vostri soldi.
E come lui, tonnellate di persone seguono la stessa linea. Non capiscono proprio cosa debba farci una persona onesta con tutti quei contanti. Vi riporto qualche commento di questi giorni:
Una persona onesta non ha bisogno di girare con le mazzette di banconote.
Poi faranno la legge si pistole e munizioni perché “andando in giro con il contante il cittadino deve sentirsi sicuro…”
Per curiosità: cosa se ne fa? PS: c’è chi si e no li ha sul conto corrente. Peraltro -per legge- si può aprire un conto corrente gratuitamente fino ai 5.000 euro…
Per i segnalati CRIF esiste BancoPosta. Migliaia di euro in contanti servono solo ai criminali.
I miei soldi sono nelle carte di credito ed uso solo quelle. Anche 2€ al supermercato pago con carta di credito. Evito di essere scoppiata e impazzire con la moneta. Lei fa finta di non capire che il tetto di 5000€ in contanti è puro nero sommerso.
La facile scusa per combattere i contanti, quella a cui quotidiani e telegiornali si aggrappano da anni, è che con l’uso del contante aumenta l’evasione fiscale. Ma è facile reperire online i dati sull’evasione fiscale dei paesi dell’Unione Europea e compararli coi rispettivi limiti ai contanti.
Dati alla mano, nonostante i limiti così rigidi l’Italia è comunque in testa alle classifiche per evasione fiscale. Viceversa, paesi senza limiti come l’Austria hanno livelli molto più bassi. La risposta all’evasione non è evidentemente il contante. E come potrebbe esserlo in ogni caso: gli evasori tendono a non rispettare le regole e se ne fregano dei limiti. Chi l’avrebbe mai detto, eh?
Insomma, è un’argomentazione talmente stupida che non vale neanche la pena parlarne. Ciò di cui vale la pena parlare sono invece gli assiomi su cui si fondano i ragionamenti dei cari concittadini che vi ho riportato sopra. Ne ho trovati almeno due:
Primo assioma: la ricchezza è una colpa. Il cittadino italiano onesto è mediamente povero, e non potrebbe in ogni caso permettersi di pagare in contanti qualcosa con valore pari o superiore a €5.000. Se giri con “tanti” soldi in tasca, c’è qualcosa che non va.
Secondo assioma: chiunque scelga di usare contanti, pur avendo l’alternativa del pagamento elettronico, evidentemente ha qualcosa da nascondere ed è pertanto un criminale fino a prova contraria. Spendere soldi senza essere tracciabili dallo Stato è quasi un peccato capitale.
Gli Zombie che odiano i contanti
I due assiomi sono quelli tipici dell’ideologia dello Zombie collettivista.
Il cittadino virtuoso, ormai zombificato dall’ideologia statalista-collettivista, è totalmente trasparente verso lo Stato e dignitosamente povero.
Il cittadino virtuoso-zombie è un codice a barre con le gambe immediatamente e sistematicamente scansionabile dallo Stato, che non aspira a null’altro che pagare il suo pegno per il bene comune, anche a costo della propria vita e libertà. Il pagamento elettronico, meglio ancora se con adesione ai vari honeypot di stato come il cashback, è un simbolo di fede e sottomissione al Dio burocratico-tecnocratico che vede e provvede.
La peculiarità degli zombie è che, pure nel caso, come questo, in cui il loro Dio decida di tornare sui suoi passi e concedergli un briciolo di libertà in più—aumentando il limite dei contanti da €2.000 a €5.000—non sanno cosa farci. Non riescono ad assimilare questa ritrovata libertà e cadono in crisi isterica. D’altronde, il loro stato di decomposizione mentale può soltanto avanzare, mai regredire.
Gli zombie ignorano il concetto di proprietà privata, sminuiscono il concetto di privacy e travisano l’idea stessa di libertà. Insomma, disprezzano chi vorrebbe vivere secondo principi umani ed essere lasciato in pace, perché gli ricorda ciò che non sono e non potranno mai essere.
Non ce l’hanno solo coi contanti, ma con tutto ciò che è strumento di libertà, privacy e proprietà, che viene demonizzato come immorale e pericoloso. Essere “ricchi” è immorale; nascondersi dallo Stato è immorale; il contante è immorale; privacy e libertà sono immorali.
La moneta elettronica (di stato) non è moneta
Per capire i pregi del contante bisogna prima capire la natura e il ruolo della moneta.
Ci sarebbero fiumi di parole da spendere, e in parte l’ho già fatto. In questa sede mi limiterò quindi a dire che la moneta è la tecnologia che ci permette di scambiare il valore del nostro tempo e lavoro con il valore del tempo e lavoro altrui.
La moneta è quello strumento che ci permettere di vivere e di sopperire alle nostre necessità pacificamente invece che sopraffarci violentemente l’un l’altro. Ma la moneta ha senso solo in quanto strumento per scambiare liberamente.
Se per libertà intendiamo la capacità di agire senza ingerenze di terzi, allora è chiaro che compiere transazioni private, non monitorate, analizzate e autorizzate da terzi, è condizione necessaria per scambiare liberamente. Rimanendo nell’ambito della moneta di stato1, il contante è l’unica forma che lo permette, diversamente dalle transazioni elettroniche.
Primo, le transazioni elettroniche sono totalmente e sistematicamente monitorate e analizzate da migliaia di algoritmi e persone che hanno l’unico scopo di giudicarne la legittimità. Dietro agli algoritmi usati per “mitigare il rischio” di riciclaggio, terrorismo, evasione e criminalità di vario tipo si nascondono modelli predittivi dal funzionamento ambiguo e spesso erroneo. Sono le banche stesse ad ammettere che questi algoritmi non funzionano e che i falsi positivi sono all’ordine del giorno.
Come possiamo dire di essere liberi di scambiare tra noi, se ogni transazione viene giudicata e monitorata da terzi?
Secondo, i pagamenti elettronici sono gestiti da intermediari privati come banche commerciali e circuiti di pagamento che oltre ad essere portatori di interessi privati sono anche portatori di interessi statali antitetici rispetto agli interessi dei clienti. Lo vediamo con le politiche assurde di PayPal, che si arroga il diritto di congelare conti senza preavviso e di sanzionare gli utenti fino a €2.500 se violano in qualche modo la loro Acceptable Use Policy. E lo vediamo anche con le banche, che non si fanno scrupoli a bloccare conti sulla base di facili pressioni politiche.
In questo senso si è espresso di recente anche il Presidente del Consiglio Meloni: "Imporre agli italiani l'utilizzo quasi esclusivo della moneta elettronica non è soltanto un macroscopico e illegittimo regalo alle banche e alle finanziarie che vendono questo tipo di servizio, ma è potenzialmente un rischio per il risparmio del cittadino".
La moneta elettronica non è infatti un’alternativa digitale al contante, ma una cosa totalmente diversa; un servizio privato che non ha neanche lo stesso valore giuridico del contante, come afferma anche Banca d’Italia:
I soldi in banca e nel tuo account PayPal non sono esattamente i tuoi, e non sono esattamente neanche soldi.
Terzo, i soldi in banca non esistono. Non nel senso figurativo del termine, no. Proprio non ci sono. Tutte le banche operano secondo il principio di riserva frazionaria, che gli permette di detenere a deposito soltanto una piccolissima parte di contante o asset facilmente liquidabili. È il segreto di pulcinella, ed è il motivo per cui tutto il mondo spinge affinché più persone possibile utilizzino pagamenti elettronici invece del contante.
Spiace, ma senza contanti non solo non sei libero di spendere i tuoi soldi, ma non sono neanche i tuoi e — a ben vedere, neanche esistono.
Il contante è libertà
Abbiamo quindi imparato che il contante è l’unica forma di moneta di stato2 che permette di possedere concretamente il proprio denaro, poiché le transazioni elettroniche sono subordinate al rispetto di regole arbitrarie di intermediari a loro volta soggetti a pressioni politiche, anche extra-territoriali, che diluiscono la nostra capacità di agire.
Abbiamo anche imparato che il contante è in grado di garantire la riservatezza delle nostre transazioni e quindi renderci liberi da ingerenze di terzi e algoritmi, al contrario dei sistemi degli intermediari di pagamento.
E infine abbiamo imparato che quei soldi che usiamo con carte di credito e intermediari di pagamento vari, non solo non sono tecnicamente “moneta con corso legale”, ma neanche esistono.
Che dire, a questo punto, dell’innalzamento del limite a €5.000? Che è un contentino per chi è ancora nel limbo—per tutti coloro che ancora non hanno iniziato il processo di zombificazione e decomposizione mentale e si accontentano di vivere entro limiti alla loro libertà sufficientemente alti da non sembrare neanche tali.
Ma se il limite all’uso del contante è misura di libertà, allora dobbiamo tristemente constatare che un limite di €5.000 è comunque pericolosamente più vicino allo zero che a infinito (nessun limite).
Il contante ha altri gravi problemi, derivanti dalla natura delle valute FIAT. Purtroppo questi problemi non solo risolvibili, salvo uscire completamente dal sistema e passare a una moneta superiore sotto ogni aspetto, come Bitcoin.
Il contante è bello, ma Bitcoin è ancora più bello.
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ho provato #FirefoxTranslate nelle mie webapp per #LivelloSegreto e #Poliverso e funziona a meraviglia! Ovviamente la traduzione non è perfetta, ma è in locale e non è "invadente": non mi viene mai proposta, ad esempio, se nel flusso della TL spunta un solo post in lingue diverse dall'italiano. Ma se apro uno specifico post in lingua straniera, eccolo farsi vivo e, dopo aver macinato un po' mi serve il contenuto tradotto.
So che l'ho già detto, ma è la parte più importante: il tutto senza cloud, cioè senza che nessuno prenda nota di cosa mi sia servito tradurre
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MASTODON, FINE DELLA PRIMA PARTE?
Framablog pubblica la traduzione in francese di un interessante articolo di Hugh Rundle che analizza la nuova ondata migratoria da Twitter a #Mastodon dal punto di vista di un "mastonauta" della prima ora, che è anche amministratore di un'istanza di Mastodon, in originale il titolo è "Home invasion" 😀
L' articolo secondo me è ricco di spunti di riflessione, anche sulle "magnifiche sorti e progressive" del #Fediverso.
Qui sotto trovate i link al testo originale dell'articolo, alla sua traduzione su Framablog, e per chi proprio volesse una spolverata di italiano, c'è anche la traduzione dell'introduzione all'articolo su Framablog.
Buona lettura!
L'articolo in originale: hughrundle.net/home-invasion/
Qui invece l'articolo su Framablog: framablog.org/2022/11/12/masto…
Per finire, l'introduzione su Framablog:
Il recente afflusso di registrazioni su Mastodon, sotto forma di un'ondata di questa portata senza precedenti, è stato ampiamente riportato dai media. Molti hanno guardato al social network federato con nuova curiosità, per spiegare (a volte in modo goffo o frammentario, ma è normale ) di cosa si tratta ai molti "migranti" che hanno reagito con forza all'acquisizione dell'uccello azzurro da parte di E. Musk.
L'evento, perché di evento si tratta, visto che i social network sono diventati un tema cruciale, ha suscitato, e questo è abbastanza salutare, molte domande, ma spesso da un'unica prospettiva: "Tu che vieni dall'uccello che ha del piombo nelle ali, cosa puoi trovare e cosa devi temere registrandoti su Mastodon?". E in effetti questo risponde più o meno a una forte richiesta.
Tuttavia, ci è sembrato interessante adottare una sorta di momentaneo controcampo : "Che cosa possono sperare o temere i mastonauti (sì, possiamo chiamarli così) con i nuovi massicci arrivi ?
È quello che si propone di analizzare Hugh Rundle nel post che abbiamo tradotto qui sotto. Conosce bene Mastodon e ne gestisce un'istanza da diversi anni. La sua posizione può sembrare eccessivamente pessimistica, in quanto ritiene che dovremmo essere in lutto per Mastodon così come lo abbiamo conosciuto fin dai primi giorni del Fediverse. Chissà cosa porteranno i prossimi mesi alla federazione di server minuscoli o obesi che, grazie alla loro interconnessione, federano gli esseri umani, al di fuori della portata del capitalismo di sorveglianza?
@Poliverso notizie dal fediverso @maupao @informapirata :privacypride:
Home invasion - Mastodon's Eternal September begins
The fediverse is dealing with a huge wave of Twitter people bringing toxic ideas with them.Hugh Rundle
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@iusondemand @nilocram @notizie @informapirata
"Cookie wall: prosegue l’istruttoria del Garante privacy su alcune testate giornalistiche online."
"TEAM 4 PEACE - Lo sport come strumento per allenare alla pace", il concorso finalizzato a contrastare i fenomeni di odio e discriminazione razziale tra i giovani nell'ambito dello sport non agonistico.
Info ▶️ https://www.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola "TEAM 4 PEACE - Lo sport come strumento per allenare alla pace", il concorso finalizzato a contrastare i fenomeni di odio e discriminazione razziale tra i giovani nell'ambito dello sport non agonistico. Info ▶️ https://www.Telegram
Opposing expansion of Bristol airport
Solidarity from Florence, Italy, where they are trying to expand Peretola airport
grassrootsalternatives.uk/2022…
An update on actions opposing the expansion of Bristol Airport
Firstly, this is the piece we wrote back in October outlining our objections to the expansion of the airport: Why it has to be no go for Bristol Airport expansion 20.10.22. It’s getting close…GRASSROOTS ALTERNATIVES
Perché resta pericolosa l'esportazione di dati verso gli USA
Trasferimento dati Ue-Usa: tutti i dubbi sull’ordine esecutivo di Biden
L’executive order firmato da Biden risponde alla necessità di trovare un accordo che permetta alle imprese europee di trasferire verso il nuovo continente i dati personali trattati.Elio Franco (Agenda Digitale)
Il fondatore di Mastodon, rivale di Twitter, ha una visione per la democratizzazione dei social media
Articolo originale: time.com/6229230/mastodon-euge…
Mentre Twitter cambiava proprietario alla fine di ottobre, un altro sito di social media molto simile stava vivendo una sorta di ondata.
Mastodon, un sito di microblogging decentralizzato che prende il nome da un tipo di mammut estinto (sic, ndt), ha registrato 120.000 nuovi utenti nei quattro giorni successivi all'acquisizione di Twitter da parte del miliardario Elon Musk, come racconta il suo fondatore tedesco Eugen Rochko a TIME. Molti di loro erano utenti di Twitter alla ricerca di un nuovo luogo uogo di residenza online.
Questi utenti, che lo sapessero o meno, stavano seguendo le orme di Rochko, 29 anni, che ha iniziato a creare Mastodon nel 2016 dopo essere rimasto deluso da Twitter. "Pensavo che potermi esprimere online con i miei amici attraverso brevi messaggi fosse molto importante per me, importante anche per il mondo, e che forse non avrebbe dovuto essere nelle mani di un'unica società", racconta Rochko. "Era generalmente legato a un sentimento di sfiducia nei confronti del controllo dall'alto che Twitter esercitava".
Mastodon, che proclama con orgoglio di non essere "in vendita" e di avere circa 4,5 milioni di account utente, è piuttosto simile a Twitter, una volta che gli utenti superano il complicato processo di registrazione. La differenza principale è che non si tratta di un'unica piattaforma coesa, ma di un insieme di server diversi, gestiti in modo indipendente e autofinanziati. Gli utenti dei diversi server possono comunque comunicare tra loro, ma chiunque può creare il proprio server e stabilire le proprie regole di discussione. Mastodon è un'organizzazione no-profit finanziata dal crowdfunding, che finanzia il lavoro a tempo pieno di Rochko, il suo unico dipendente, e diversi server popolari.
La piattaforma non ha il potere di obbligare i proprietari dei server a fare qualcosa, nemmeno a rispettare gli standard di moderazione dei contenuti. Sembra la ricetta per un paradiso online per i troll di estrema destra. Ma in pratica, molti dei server di Mastodon hanno regole più severe di Twitter, dice Rochko. Quando appaiono server che incitano all'odio, gli altri server possono unirsi per bloccarli, ostracizzandoli essenzialmente dalla maggior parte della piattaforma. "Credo che si possa chiamare processo democratico", dice Rochko.
Secondo Rochko, il recente afflusso da Twitter è stato una conferma. "È una cosa molto positiva scoprire che il proprio lavoro viene finalmente apprezzato, rispettato e conosciuto in modo più ampio", afferma. "Ho lavorato molto, molto duramente per spingere l'idea che c'è un modo migliore di fare social media rispetto a quello che le aziende commerciali come Twitter e Facebook permettono".
TIME ha parlato con Rochko il 31 ottobre.
Questa intervista è stata condensata e modificata per chiarezza.
Cosa pensa di ciò che Elon Musk sta facendo a Twitter?
Non lo so. Quest'uomo non è del tutto comprensibile. Non condivido molti dei suoi comportamenti e delle sue decisioni. Credo che l'acquisto di Twitter sia stata una decisione impulsiva di cui si è presto pentito. E che si sia trovato in una situazione che lo ha costretto a impegnarsi nell'affare. Ora è coinvolto e deve affrontare le conseguenze.
In particolare, non sono d'accordo con la sua posizione sulla libertà di parola, perché penso che dipenda dalla vostra interpretazione di cosa significhi libertà di parola. Se si permette alle voci più intolleranti di esprimersi a voce alta, si rischia di far tacere anche le voci di opinioni diverse. Quindi, permettere la libertà di parola consentendo tutti i discorsi non porta alla libertà di parola, ma solo a una fogna di odio.
Credo che questa sia un'idea tipicamente americana, quella di creare un mercato delle idee in cui si possa dire tutto ciò che si vuole senza limiti. È molto estranea alla mentalità tedesca dove, nella nostra Costituzione, la priorità numero uno è il mantenimento della dignità umana. Quindi, l'incitamento all'odio non fa parte del concetto tedesco di libertà di parola, ad esempio. Quindi credo che quando Elon Musk dice che tutto sarà permesso, o qualsiasi altra cosa, in genere non sono d'accordo.
Come fate a garantire su Mastodon, visto che è decentralizzato e non avete il potere di bandire gli utenti, che lo spazio sia accogliente e sicuro?
Beh, questa è la strana dicotomia di come le cose si sono evolute. Da un lato, la tecnologia stessa permette a chiunque di ospitare il proprio server di social media indipendente e di poterne fare tutto ciò che vuole. Non c'è modo per Mastodon, per l'azienda o per chiunque altro - a parte le normali procedure di applicazione della legge - di perseguire chiunque gestisca specificamente un server Mastodon. Il modo in cui si chiude un normale sito web è lo stesso in cui si chiude un server Mastodon, non c'è alcuna differenza. Quindi, da questo punto di vista, risulta essere la piattaforma definitiva per la libertà di parola. Ma ovviamente questo è solo un effetto collaterale della creazione di uno strumento che può essere usato da chiunque. È un po' come le automobili. Le auto sono usate da tutti, anche da persone cattive, anche per scopi sbagliati, e non c'è niente che si possa fare, perché lo strumento è là fuori. Tuttavia, credo che il fattore di differenziazione rispetto a qualcosa come Twitter o Facebook sia che su Mastodon, quando si ospita il proprio server, si può anche decidere quali regole far rispettare su quel server, il che consente alle comunità di creare spazi più sicuri di quelli che potrebbero altrimenti avere su queste grandi piattaforme che sono interessate a servire il maggior numero di persone possibile, magari aumentando il coinvolgimento di proposito per aumentare il tempo che le persone trascorrono sul web.
Le comunità possono avere regole molto più rigide di quelle di Twitter. E in pratica, molte di esse sono più severe. E questo è un aspetto in cui, ancora una volta, la tecnologia si interseca con la guida o la leadership dell'azienda Mastodon. Credo che, grazie al modo in cui comunichiamo pubblicamente, abbiamo evitato di attirare una folla di persone come quelle che si trovano su Parler o Gab, o qualsiasi altro forum di odio su Internet. Abbiamo invece attirato il tipo di persone che, quando gestiscono i propri server, si moderano contro i discorsi d'odio. Inoltre, fungiamo anche da guida per chiunque voglia unirsi a noi. Sul nostro sito web e sulle nostre app, infatti, forniamo un elenco predefinito di server curati su cui le persone possono creare account. E grazie a ciò, ci assicuriamo di curare l'elenco in modo tale che qualsiasi server che voglia essere promosso da noi debba accettare un certo insieme di regole di base, una delle quali è che non sono consentiti discorsi di odio, sessismo, razzismo, omofobia o transfobia. In questo modo ci assicuriamo che l'associazione tra i Mastodon, il marchio e l'esperienza che le persone desiderano sia quella di uno spazio molto più sicuro rispetto a qualcosa come Twitter.
Ma cosa succede se le persone che incitano all'odio creano un server?
Beh, ovviamente non vengono promossi sul nostro sito web "Join Mastodon" o nella nostra app. Quindi, qualsiasi cosa facciano, la fanno per conto loro e in modo completamente separato, e gli altri amministratori che gestiscono i propri server Mastodon, quando scoprono che c'è un nuovo server di incitamento all'odio, possono decidere di non voler ricevere alcun messaggio dal server e di bloccarlo da parte loro. Attraverso il processo democratico, il server che incita all'odio può essere ostracizzato o può essere diviso in una piccola camera d'eco, che non è né migliore né peggiore di un'altra camera d'eco. Internet è pieno di spam. È pieno di abusi, ovviamente. Mastodon fornisce le strutture necessarie per gestire i contenuti indesiderati, sia per gli utenti che per gli operatori.
Cosa l'ha spinta a creare un servizio come questo nel 2016?
Ricordo che non ero molto soddisfatto di Twitter e mi preoccupavo di dove sarebbe andato a finire. C'era qualcosa di molto discutibile nel suo futuro. Questo mi ha fatto pensare che la possibilità di esprimermi online con i miei amici attraverso brevi messaggi era molto importante per me e anche per il mondo, e che forse non dovrebbe essere nelle mani di un'unica società che può farne quello che vuole. Ho iniziato a lavorare su una cosa mia. L'ho chiamato Mastodon perché non sono bravo a dare un nome alle cose. Ho scelto quello che mi veniva in mente in quel momento. Ovviamente all'epoca non c'era l'ambizione di diventare grandi.
Deve essere una sensazione speciale vedere qualcosa che hai creato crescere dal nulla fino a dove è ora.
È vero. È una cosa molto positiva scoprire che il proprio lavoro viene finalmente apprezzato, rispettato e conosciuto in modo più ampio. Ho lottato a lungo per questo, ho iniziato a lavorare su Mastodon nel 2016, ma allora non avevo alcuna ambizione che andasse lontano. All'inizio era un progetto molto hobbistico, poi quando l'ho lanciato pubblicamente è sembrato toccare le corde almeno della comunità tecnologica ed è stato allora che ho ottenuto i primi sostenitori di Patreon che mi hanno permesso di intraprendere questo lavoro a tempo pieno. Da allora ho lavorato molto, molto duramente per rendere questa piattaforma il più possibile accessibile e facile da usare per tutti. E per portare avanti l'idea che c'è un modo migliore di fare social media rispetto a quello che permettono le aziende commerciali come Twitter e Facebook.
Thousands Have Joined Mastodon Since Twitter Changed Hands. Its Founder Has a Vision for Democratizing Social Media
Thousands of users have joined Mastodon since Elon Musk took control of Twitter. Mastodon's founder Eugen Rochko says it's been a vindicationBilly Perrigo (Time)
I team di #privacy e sicurezza di #Twitter sono in subbuglio dopo che le modifiche apportate da Elon Musk al servizio hanno aggirato i suoi processi standard di governance dei dati. Ora, un avvocato dell'azienda sta incoraggiando i dipendenti a cercare la protezione degli informatori "se ti senti a disagio per qualcosa che ti viene chiesto di fare".
theverge.com/2022/11/10/234511…
Twitter lawyer warns that Elon Musk is putting company at risk of billions in FTC fines
Twitter’s chief privacy officer, chief compliance officer, and chief information security officer have all stepped down.Alex Heath (The Verge)
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Ho iniziato a leggere le specifiche di ActivityPub, il protocollo del Fediverso.
Oltre ad essere di indubbio interesse, mi sono state subito simpatiche perché, pur essendo un documento molto tecnico, non mancano di umorismo che le rende meno noiose. Inoltre hanno una bella introduzione ad alto livello, che agevola molto la comprensione.
Ma soprattutto perché negli esempi compaiono Alyssa e Ben. Altro che Alice e Bob!
Poliverso & Poliversity reshared this.
Antonio Vigilante
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Andrea Russo
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