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Sto provando Bluesky


Sto provando Bluesky.
Ci sono alcuni aspetti che trovo scomodi, rispetto a quello che invece offrono Mastodon e Friendica

A) i post non possono superare le 300 battute;

B) una volta pubblicato, un post non può essere modificato, si può solo cancellare e ripubblicare

C) per leggere un post o "sbirciare" un profilo, bisogna essere per forza loggati



Terremoto in Afghanistan: migliaia di morti


Il sisma ha colpito ieri le regioni occidentali del Paese: migliaia i feriti, almeno 2.000 i morti, ma il numero delle vittime continua a salire. L'articolo Terremoto in Afghanistan: migliaia di morti proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2

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di Valeria Cagnazzo –

Pagine Esteri, 8 ottobre. La mattina di sabato 7 ottobre, un terremoto di magnitudo 6.3 con epicentro a circa 40 km a nord-ovest di Herat ha scosso l’Afghanistan. Nelle ore successive, ulteriori scosse di assestamento hanno continuato a far tremare il Paese, che già contava a centinaia le proprie vittime. A circa ventiquattro ore dal sisma, il bilancio è drammatico: oltre 2.000 sono i morti e almeno 9.000 le vittime, mentre nelle regioni colpite, almeno 8 i villaggi distrutti, si continua a scavare e a cercare i dispersi.

La tragedia si abbatte su un Paese che già sta attraversando una profonda crisi umanitaria, i cui fondi statali sono congelati e in cui gli aiuti internazionali sono stati tagliati da quando nell’agosto 2021 le truppe americane hanno abbandonato i loro ultimi avamposti e i talebani hanno autoproclamato il loro governo.

“Questo terribile terremoto avviene in un momento di estremo bisogno umanitario in cui 15 milioni di persone non sanno da dove arriverà il loro prossimo pasto”, si legge sull’account del World Food Programme.

🚨#Afghanistan: “This terrible earthquake comes at a time of immense humanitarian needs when 15 million people do not know where their next meal will come from.”

More about the #AfghanistanEarthquake: t.co/ouwPNSQwNi pic.twitter.com/t9GSvHknFt

— World Food Programme in Afghanistan (@WFP_Afghanistan) October 8, 2023

Il rappresentante delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha intanto dichiarato che l’Onu e i suoi partner in Afghanistan stanno coordinando le proprie azioni di soccorso con le autorità de facto per raggiungere le comunità colpite. Il governo talebano, intanto, ha chiesto alle organizzazioni assistenziali locali di recarsi nelle regioni colpite per fornire aiuto ai superstiti e contribuire al recupero dei corpi intrappolati sotto le macerie e alla ricerca dei dispersi. Ha, inoltre, chiesto “ogni possibile collaborazione e aiuto ai fratelli afflitti” da parte dei loro “ricchi compatrioti”.

Nel giugno 2022, l’Afghanistan era stato colpito da un altro terremoto che aveva provocato almeno 1.500 morti.

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L'articolo Terremoto in Afghanistan: migliaia di morti proviene da Pagine Esteri.



  di LAURA TUSSI Con Antonio Mazzeo ripercorriamo la storia controversa della costruzione del MUOS, il sistema militare di telecomunicazioni satellit

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L’attacco di Hamas nel puzzle della guerra mondiale frammentata. Scrive Trenta


È guerra in Israele, un’altra tessera nella “guerra mondiale a pezzi”, un conflitto che non è iniziato ieri ma è frutto di una di quelle situazioni che, colpevolmente, non si è voluta risolvere e per questo mantiene una potenzialità di destabilizzazione e

È guerra in Israele, un’altra tessera nella “guerra mondiale a pezzi”, un conflitto che non è iniziato ieri ma è frutto di una di quelle situazioni che, colpevolmente, non si è voluta risolvere e per questo mantiene una potenzialità di destabilizzazione enorme.

L’attacco criminale dei terroristi di Hamas

L’aggressione criminale dei terroristi di Hamas nei confronti di Israele è senza precedenti: diretta contro i civili, di sabato, quando in un giorno di preghiera e di festa, si recano in sinagoga e celebrano lo Shabbat.

Sono già più di 500 morti, 300 israeliani e 232 palestinesi, più di 3.000 i feriti e numerosi i civili e soldati israeliani presi in ostaggio da Hamas e portati a Gaza.

Iniziando la controffensiva Netanyahu ha detto che “sarà una guerra lunga e difficile”. Più di 250.000 sono accorsi alla chiamata.

Il partito di Netanyahu, Likud, vuole allargare l’esecutivo e fare un «governo di emergenza allargato», indispensabile quando ci si prepara a un attacco di terra a Gaza che, come ha promesso il primo ministro israeliano, distruggerà le capacità di Hamas e renderà rovine “tutti quei luoghi dove Hamas si nasconde”.

Un’operazione pianificata con cura da Hamas

L’operazione terroristica non è stata decisa all’improvviso ma pianificata in ogni dettaglio incluso quello della data dell’aggressione. Esattamente 50 anni fa, infatti, il 6 ottobre del 1973, iniziò la guerra dello Yom Kippur con l’attacco di Egitto e Siria nei confronti di Israele.

Il mondo si chiede come mai l’intelligence israeliana, una delle migliori al mondo, si sia fatta trovare impreparata di fronte a un bulldozer che buttava giù la rete di uno dei confini più pieno di telecamere e sensori al mondo, mentre gruppi di terroristi entravano sulle moto o lo superavano con i deltaplani a motore. Ma veramente questa crisi è arrivata non annunciata?

Un attacco a sorpresa ma non una sorpresa

In verità l’attacco non è così sorprendente. Da tempo l’Iran, preoccupato del riavvicinamento dell’Arabia Saudita ad Israele e delle sue conseguenze sui rapporti di potere regionali, ha minacciato i paesi arabi che stanno normalizzando le loro relazioni con Israele. La Guida Suprema Ali Khamenei li ha avvisati che stanno “scommettendo sul cavallo sbagliato” e “subiranno perdite” e ha annunciato che Israele è un cancro che “sarà presto eradicato per mano dei Palestinesi e delle forze di resistenza presenti nella regione”.

Sia i leader di Hamas che di Hezbollah, attori per procura dell’Iran in Medio Oriente, dall’estate hanno iniziato a parlare di una guerra totale contro Israele rispondendo all’invito dell’Iran. Ad aprile 2023 Esmail Qaani, comandante del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica dell’Iran-Quds Force, aveva incontrato segretamente Hezbollah, Hamas e la Jihad Islamica Palestinese per coordinare gli attacchi contro Israele, mentre a maggio, il presidente iraniano Ebrahim Raisi aveva incontrato i funzionari di Hamas e PIJ in Siria, dopo che avevano lanciato razzi da Gaza in Israele.

Dunque questa guerra non può essere stata una sorpresa e le numerose schermaglie nella zona di confine tra Israele e il Libano avevano certamente fatto prevedere ai funzionari israeliani un probabile attacco da parte di Hamas o Hezbollah, o entrambi.

Possibili effetti di questa crisi sulla regione

Sarà facile per Israele uscirne fuori? Probabilmente sì, ma non senza spargimento di sangue. Esprimo invece forti dubbi sul fatto che la situazione della regione possa restare immutata.

Mentre Usa, Eu, Nato, condannano l’attacco a sorpresa sferrato da Hamas e sottolineano il diritto di Israele a difendersi, e la Russia e la Cina, l’Arabia Saudita e l’Egitto invitano le parti a cessare il fuoco ed evitare l’escalation, l’Iran si è detta “fiera” dei “combattenti palestinesi” e ha promesso di restare al loro fianco fino alla liberazione di Gerusalemme e della Palestina, confermando così quanto dichiarato alla Bbc dal portavoce di Hamas, che l’Iran abbia supportato direttamente Hamas nell’attacco a sorpresa contro Israele.

D’altra parte anche Hezbollah è pronto ad intervenire dal Libano contro Israele. Il suo leader, Hassan Nasrallah, ha dichiarato che l’attacco di Hamas “invia un messaggio al mondo arabo e islamico, e alla comunità internazionale nel suo insieme, specialmente a coloro che cercano la normalizzazione con questo nemico, che la causa palestinese è eterna, viva fino alla vittoria e alla liberazione”.

Esiste una reale possibilità che Hezbollah entri nello scenario da attore protagonista, che si riaccendano scontri in Cisgiordania e con gli sciiti in Siria e questo è indicativo del fatto che l’aggressione di Hamas non sia solo una decisione del gruppo terroristico ma sia parte di uno scenario strategico ben pianificato con l’aiuto dell’Iran.
È opportuno aggiungere anche un’altra ipotesi: quella dell’esistenza di un appoggio russo all’attacco di Hamas attraverso i suoi proxy, il Wagner per esempio, ma non solo.

È noto infatti che la guerra in Ucraina abbia fatto diventare la già esistente collaborazione tra Russia e Iran una necessità strategica, sia dal punto di vista economico-commerciale (aiuto reciproco per superare le sanzioni), che della sicurezza interna (collaborazione nella cybersicurezza mediatica e intelligence), sia della difesa (fornitura di droni e aiuti militari dell’Iran alla Russia).

La situazione non deve sfuggire di mano

Lo scenario davanti a noi è molto pericoloso e le reazioni di tutta la comunità internazionale – non solo quelle di Israele – saranno determinanti per il corso degli eventi.

Hamas potrà uscire distrutta dalla guerra che ha innescato ed è possibile che il già dichiarato supporto degli Stati Uniti possa essere una forte deterrenza nei confronti di eventuali voglie di avventure iraniane. Ora è necessario che l’Arabia Saudita dimostri la volontà di andare avanti con il progetto di riavvicinamento ad Israele e sarebbe anche auspicabile che l’Autorità nazionale Palestinese, che partecipa ai negoziati degli accordi con l’Arabia Saudita, facesse lo stesso. Purtroppo così non sembra e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, nel chiedere una riunione urgente della Lega Araba sulla situazione a Gaza, ha citato la “brutale aggressione israeliana in corso contro il popolo palestinese, inclusa l’escalation dell’assalto alla Moschea di Al Aqsa da parte di centinaia di coloni”.
Come sempre, nelle guerre che non finiscono tutti hanno delle ragioni tranne qualcuno: i terroristi. Sarebbe stato utile ascoltare una loro condanna da Abu Mazen. Al momento non è successo.


formiche.net/2023/10/israele-h…




Mentre viene rilasciata la Release Candidate di Friendica 2023.09, in attesa dell'integrazione con il protocollo Bluesky, ricordiamo che sono disponibili codici Bluesky per gli utenti di Poliverso.

Con l'integrazione del protocollo AT di Bluesky, Friendica diventa lo stato dell'arte della connettività tra social decentrati. Gli utenti di Poliverso che desiderassero dei codici di invito per Bluesky possono chiederlo a questo account (devono prima seguirlo) o a quello di @informapirata :privacypride:


Abbiamo appena separato i rami 2023.09-rc dall'attuale ramo di sviluppo di Friendica, ma è già Hacktober! È vero, almeno per l'RC ci atterremo al numero fondamentale.😉

Se vuoi aiutare a trovare aspetti irregolari e comportamenti fasulli e, si spera, risolverli prima della prossima versione, controlla il nuovo ramo e segnala i problemi che incontri.

Le modifiche più importanti in questa versione sono:

1. Un nuovo connettore #Bluesky, che ti consente di utilizzare il tuo account Bluesky da Friendica. Effettua il crosspost su quella piattaforma e interagisci con i tuoi contatti Bluesky.
2. Abbiamo rinominato alcune delle nostre funzionalità esistenti nella speranza di renderle più facilmente riconoscibili. I tuoi #gruppi di contatto ora si chiamano #Cerchie e i vecchi forum pubblici/privati ​​ora si chiamano Gruppi pubblici/privati.
3. Una novità sono i #Canali che si integrano nella visione di rete di un utente di Friendica e offrono una visione filtrata sui contenuti postati dai contatti. Ciò include post di contatti con cui hai interagito maggiormente o post che sono diventati più interattivi nelle ultime 24 ore. Abbiamo intenzione di dare agli utenti il ​​controllo della definizione su come appare una definizione di canale.

@Che succede nel Fediverso?

Con l'integrazione del protocollo AT di Bluesky, Friendica diventa lo stato dell'arte della connettività tra social decentrati


Friendica 2023.09 Release Candidate available

We have just branched off the 2023.09-rc branches from the current development branch of Friendica, but it is Hacktober already! True at least for the RC we’ll stick to the milestone number 😉 If you want to help finding rough edges and bogus behaviour and hopefully fix them before the upcoming release, please checkout the new branch and report problems that you encounter.

The most notable changes in this release are:

  • A new Bluesky connector, that allows you to use your Bluesky account from within Friendica. Crosspost to that platform and interact with your contacts there.
  • We renamed some of our existing features in the hope to make it more easily to recognize what they are. Your contact groups are now called Circles, and the old public/private forums are now public/private Groups.
  • A new feature are the Channels that are integrated into the network view of a Friendica user and offer a filtered view on the content posted contacts. This includes thinks like postings from contacts that you mostly interacted with, or postings that got the most interactive within the last 24 hours. We plan to give the users definition control over what a Channel definition looks like.


What is Friendica


Friendica is a decentralised communications platform, you can use to host your own social media server that integrates with independent social networking platforms (like the Fediverse or Diaspora*) but also some commercial ones like Twitter.

How to use the 2023.09 RC Version of Friendica


If you want to help in the release process, you can checkout the 2023.09-rc branch from the main git repositories (because of technical problems the mirrors of the core and addons repository currently don’t work).
git fetchgit checkout 2023.09-rcgit pullbin/composer.phar install --no-dev
Note that you only need to pull the composer dependencies in the core repository.

And yes, this means the main git repositories at git.friendi.ca/friendica/friendica-addons and github.com/friendica/friendica.

Should the upgrade process of the database get stuck


If you encounter this, please initiate the DB update manually from the command line by running the script
./bin/console dbstructure update
from the base of your Friendica installation. If the output contains any error message, please let us know using the channels mentioned above.
What to do with Quirks

The 2023.09-rc phase is meant to identify and preferable resolve quirks and bugs that should not be in the 2023.10 release, but have slipped through so far. So if you switch your node to the 20232.09-rc version of Friendica, please let us know about rough edges you find, either at the issue tracker (github account required), in the support forum or in the development forum.

Thanks a lot for helping with the release 🙂



#release

friendi.ca/2023/10/05/friendic…




Difesa spaziale, serve una sinergia militare-civile. Scrive Bianchi


Ho letto con molta attenzione l’articolo dell’ingegner Marcello Spagnulo nel numero di luglio di Airpress nel quale, nel descrivere la sollecitazione da parte del generale Saltzman, capo di Stato maggiore della Us Space force per una più stretta integrazi

Ho letto con molta attenzione l’articolo dell’ingegner Marcello Spagnulo nel numero di luglio di Airpress nel quale, nel descrivere la sollecitazione da parte del generale Saltzman, capo di Stato maggiore della Us Space force per una più stretta integrazione militare tra alleati anche nel dominio spaziale, rilevava una risposta europea poco reattiva e raccomandava al governo italiano di superare la stagione delle conferenze e mettere in campo una nuova governance lungimirante e spinta da una più precisa volontà politica.

Ho condiviso molte delle cose scritte da Spagnulo, un riferimento autorevole per chi si interessa od opera nel settore spaziale, ma non vorrei che questa critica fosse indirizzata anche alla Difesa italiana, fortemente impegnata nell’elaborazione di una nuova politica spaziale, anche attraverso l’interazione e il confronto con le molteplici realtà civili, commerciali e internazionali. Proprio l’organismo al quale mi onoro di appartenere, il Centro studi militari aeronautici «Giulio Douhet» (Cesma), in quest’ottica, ha inteso pianificare nella stagione 2023/2024 una serie di dibattiti e conferenze sull’argomento per sollecitare così il confronto e approfondire la discussione sul settore.

Vero è comunque che la Difesa ha bisogno di aggiornare la propria governance sia per rimanere al passo con l’evoluzione dello spazio militare sia per rendere più efficiente e tempestivo il procurement di capacità. L’Italia non avrà mai una specifica Forza armata che si occupi delle esigenze del dominio spaziale (come la Space force negli Usa), ma appare sempre più urgente assegnare a una Forza armata di riferimento le responsabilità di protezione degli assetti e conduzione delle operazioni spaziali e, per competenza, la scelta appare obbligata.

Da un punto di osservazione esterno si percepisce, inoltre, l’urgenza di una legge per lo Spazio (promessa dal ministro Urso entro la fine del ‘24) in quanto visibile è un certo scollamento tra le attività istituzionali civili, che in questi anni stanno ricevendo ampi finanziamenti anche legati alla possibilità di accedere ai fondi del Pnrr, e quelle militari.

Il mondo civile istituzionale sembra muoversi in autonomia con progetti come la costellazione Iride e il Ssa/Sst di Matera che non sembrano abbiano a riferimento anche le esigenze della comunità difesa. In questo ci si trova pienamente d’accordo con Spagnulo in merito alla governance nazionale che istituita con la legge 7 del 2018 sembra operare, ora, in maniera distorta, con un Ufficio spazio dalle ampie attribuzioni, ma scarse relazioni funzionali con gli enti istituiti dalla stessa legge 7, come ad esempio il Comitato interministeriale Comint e l’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, cinghia di trasmissione con lo Stato maggiore della Difesa.

Ci si muove in Italia in controtendenza con l’indirizzo dominante dei governi occidentali di riferimento nel settore spaziale, anche quelli con dimensioni e ruolo paragonabili all’Italia; nel Regno Unito, per esempio, il documento di Politica spaziale nazionale è stato elaborato in coordinamento e congiunzione con quello della Difesa, proprio per rimarcare la necessità di un’intima connessione che queste entità devono mantenere.

Va certamente riconosciuto quanto sia complesso e difficile elaborare un documento di politica spaziale militare che sia ragionevolmente visionario ed ambizioso, sia in grado di immaginare il futuro, che tenga conto realisticamente delle risorse sia finanziarie sia umane (perché non cominciare a pensare al outsourcing del engineering support) e che rappresenti una linea guida di riferimento reale in grado di definire chiaramente priorità, politiche di acquisizione e un indirizzo sulle tecnologie più rilevanti. Questo è vieppiù complesso visti gli sviluppi incalzanti che il settore spazio attraversa con il “boom” della Space economy e la conseguente ingombrante presenza di capacità spaziali commerciali (in grado di influenzare eventi bellici come quelli in Ucraina), il miglioramento della microelettronica commerciale che ha reso possibili satelliti più piccoli in Leo/Geo, la progettazione e la produzione digitali che hanno accelerato i tempi di sviluppo e integrazione, nuovi modelli di business che hanno ridotto i costi di lancio ma soprattutto il nuovo scenario di sicurezza spaziale con assetti e capacità vulnerabili alla attività di counterspace degli avversari.

In ambito del dipartimento della Difesa Usa, i cui budget per il settore non sono certo confrontabili con quelli europei della difesa, si osserva comunque la continua ricerca di soluzioni efficaci ma al tempo stesso economiche. Molto innovativa e promettente appare la politica del Dod verso il mondo commerciale del Remote sensing, in fortissimo fermento ed evoluzione. La linea guida è quella di portare avanti una acquisizione di sistemi specificatamente militari solo dopo aver verificato che il settore commerciale (nazionale) non sia in grado di offrire capacità simili/comparabili alle esigenze della difesa.

È un indirizzo coraggioso (non credo incontri il totale plauso dell’industria militare Usa), pragmatico e in grado di indirizzare il budget difesa in maniera sempre più efficace. Ovvio che una tale politica non potrebbe mai essere applicata in Italia dove il settore delle imprese commerciali nazionali non è in grado di offrire, con propri sistemi, capacità spaziali strategiche “spinte” come quelle Usa; ma una traduzione di questa politica statunitense alla realtà italiana potrebbe essere quella di sfruttare la dualità della tecnologia spaziale, verificando preventivamente che le iniziative civili, che generalmente partono dall’Agenzia spaziale o da fondi nazionali attestati in Esa, possano essere rimodulate e reindirizzate per soddisfare anche esigenze difesa; valutare la fattibilità di questa operazione, quindi, prima di avviare programmi specificatamente militari.

L’Italia è il paese che per primo ha progettato, sviluppato, realizzato, lanciato e operato un sistema pienamente duale: Cosmo SkyMed; abbiamo insegnato al mondo come la tecnologia consenta di poter utilizzare un unico sistema per esigenze diverse e a diverso grado di sicurezza, ma tutta questa esperienza sembra si sia persa o non la si ritenga più attuale o conveniente da perseguire. In quell’ottica di sistema Paese, la politica spaziale difesa potrebbe dare un più ampio respiro tecnologico e una più profonda portata strategica anche a programmi spaziali civili come quelli del Pnrr che sembrano carenti di afflato innovativo e di una platea di “committed users”.

La politica spaziale USA in questo senso indica la strada di far uso ragionevole e oculato della Space economy per ciò che tale incredibile fase storica può dare alla capacità spaziale militare. In Europa e in Italia non possiamo contare su colossi come SpaceX o Amazon, ma il nostro mondo commerciale presenta delle assolute eccellenze su cui la difesa italiana potrebbe far leva.

Alcune aziende hanno realizzato capacità commerciali nel downstream che potrebbero risultare di assoluta rilevanza per la difesa qualora, ad esempio, si puntasse a realizzare quello che la guerra in Ucraina sta dimostrando essere aspetto molto importante, cioè l’accesso a dati di Intel, anche a livello delle truppe in operazioni. Nel mondo del upstream, grazie a capacità imprenditoriali di assoluta rilevanza sono state realizzate piattaforme spaziali che possono agire da test bed per payload di varia natura, fino ad arrivare ad una piena logistica spaziale. In quest’ottica, per la difesa, avere una logistica spaziale operante ed efficace pone in una diversa prospettiva ogni futura capacità spaziale militare.

Non vi è dubbio che, concomitante allo sviluppo di una nuova legge per lo spazio, è urgente definire la politica spaziale militare nazionale per aprirsi al mondo commerciale così promettente; un esercizio complesso che, per essere utile, ha bisogno dei suoi tempi e di un approfondito lavoro di raccolta dati, confronto e visione strategica.

(Articolo pubblicato su Airpress 147 di settembre 2023)


formiche.net/2023/10/difesa-sp…



GAZA/ISRAELE. Giorno 2: Raid aerei, lanci di razzi, colpi di mortaio dal Libano. Stop a elettricità e carburante per Gaza


Sono già 400 i raid aerei israeliani sulla Striscia a cui è stata sospesa la fornitura di elettricità, carburante e merci. 256 palestinesi uccisi 1700 feriti. L'attacco di Hamas ha ucciso 350 gli israeliani, altri 100 sono prigionieri a Gaza. 313 i palest

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della redazione

Pagine Esteri, 8 ottobre 2023 – Sono andati avanti per tutta la notte i bombardamenti aerei israeliani su Gaza, 400 raid nelle ultime 24 ore, mentre nel sud di Israele continuano in sei località gli scontri a fuoco tra soldati e alcuni delle centinaia di militanti armati di Hamas penetrati ieri mattina in Israele.

Il bilancio di morti israeliani è di circa 350, i feriti 1800. Video circolati nelle ultime mostrano strade e località del sud di Israele come un terreno di battaglia con decine di carcasse di auto distrutte.

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I palestinesi uccisi sono 313 e 1990 i feriti, ma si attendono i dati aggiornati del ministero della sanità di Gaza poiché nella notte il bilancio sarebbe cresciuto in modo significativo. I raid aerei hanno colpito anche zone densamente popolate e le “torri” come a Gaza chiamato i palazzi con più di 10 piani. I civili in molti casi sono riusciti a fuggire prima delle esplosioni ma fonti locali parlano di altri morti e feriti. Sono state colpite anche moschee. Le unità di soccorso palestinesi parlano di numerose persone sotto le macerie.

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Il Gabinetto di sicurezza israeliano la scorsa notte ha deciso di tagliare le forniture di elettricità, carburante e merci alla Striscia di Gaza.

Intanto da fonti ufficiose si è appreso che gli israeliani presi prigionieri a Gaza sono un centinaio e non 52 come era stato riferito ieri, tra loro anche donne e ufficiali di alto rango.

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Lo sviluppo delle ultime ore sono stati i colpi di mortaio sparati da militanti di Hezbollah dal Libano verso Israele che ha risposto con l’artiglieria. Il movimento sciita ha poi detto di aver sparato quei colpi in solidarietà con i palestinesi.

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Il successo della manifestazione di oggi dimostra che nel paese è forte la richiesta di un'opposizione sociale al governo. L'agenda Meloni e quella di Dragh

Marino Bruschini reshared this.



C'è un aggressore e un aggredito . Il popolo palestinese subisce da decenni l'occupazione illegale dei suoi territori. Gaza è una prigione a cielo aperto.


Hamas attacca Israele. Come tutto è cominciato


della redazione – Pagine Esteri, 7 ottobre 2023 – Un improvviso attacco con razzi e incursioni è scattato alle prime ore di sabato da Gaza verso decine di località in Israele. Sono stati lanciati da Hamas e altre organizzazioni in pochi minuti centinaia

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della redazione –

Pagine Esteri, 7 ottobre 2023 – Un improvviso attacco con razzi e incursioni è scattato alle prime ore di sabato da Gaza verso decine di località in Israele. Sono stati lanciati da Hamas e altre organizzazioni in pochi minuti centinaia di razzi verso il sud di Israele fino alla periferia di Tel Aviv, razzi diventati, secondo le autorità israeliane, 2.500 in poche ore.

I sistemi di difesa israeliani sarebbero stati colti di sorpresa e diversi razzi hanno colpito vari centri abitati, uccidendo una donna di 70 anni e facendo numerosi feriti. Nello stesso momento, secondo notizie diffuse dai media, almeno 4 unità scelte delle Brigate Ezzedin al Qassam, a bordo di pick-up si sono infiltrate in territorio israeliano ingaggiando combattimenti con l’esercito israeliano, con morti e feriti.

Decine di uomini di Ezzedin El Qassam, l’ala militare di Hamas, sono penetrati in territorio israeliano per molti chilometri, infiltrandosi negli insediamenti israeliani e assaltando la stazione di polizia della città di Sderot. Si sono impossessati di diverse jeep dell’esercito israeliano, portandole dentro Gaza.

Nel video, palestinesi armati a bordo di jeep militari israeliane portate all’interno di Gaza:

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Sono 57, tra civili e militari, gli israeliani catturati dai miliziani di Hamas e portati all’interno Gaza. Non è chiaro se siano tutti vivi.

Il leader di Hamas, Mohammad Deif, ha dichiarato che l’operazione “Tempesta di Al Aqsa” è stata lanciata per rispondere all’occupazione del sito religioso di Al Aqsa e alle azioni dei coloni israeliani che sono penetrati nei villaggi palestinesi, saccheggiando, distruggendo e uccidendo alcuni abitanti. “Questo è il giorno della più grande battaglia per porre fine all’ultima occupazione sulla terra“, ha dichiarato Mohammad Deif, chiamando i gruppi armati palestinesi del Libano alla guerra contro Israele.

Israele ha dichiarato di aver lanciato l’operazione “Spada di Ferro” in risposta all’attacco di Hamas e sono cominciati i bombardamenti della Striscia di Gaza. Le autorità hanno fatto anche sapere che alcuni israeliani sono morti durante gli attacchi di Hamas ma non hanno parlato di numeri. Nei video pubblicati in rete si vedono decine di corpi tra quelli dei militari israeliani e dei combattenti palestinesi.

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Israele ha proclamato lo stato di guerra.

In un comunicato il partito islamista Hezbollah ha dichiarato che l’attacco di Hamas è la conseguenza dell’occupazione illegale israeliana della Palestina.

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Radio Alhara. La Palestina fa rete con il mondo


Nella New Orleans degli anni '10, il jazz era il linguaggio della resistenza per gli afro-americani. Nella stessa tradizione, la musica della Palestina, attraverso Radio Alhara, si dichiara uno spazio di resistenza contro l'oppressione politica. L'artico

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Di Micol H. Meghnagi –

Pagine Esteri, 6 ottobre 2023È una domenica di settembre. Accovacciati davanti a una consolle, Elias e Yousef Anastas muovono i piatti, preparando il mix e regolando le atmosfere del brano ambient in diretta su Radio Alhara. Siamo al Wonder Cabinet, hub culturale alle porte del check-point 300 che divide Gerusalemme da Betlemme. Un progetto a firma dei fratelli Anastas, che ospita al suo interno anime molteplici, tra cui la prima casa fisica di Radio Alhara.

Era il momento dei lockdown in tutto il mondo, e sei amici decidono di dare vita ad una «communal radio», ovvero una stazione nata «dal basso» e basata sul desiderio di condividere musica e contenuti. I co-fondatori di Radio Alhara si sono incontrati sul dancefloor. La comunità culturale e musicale palestinese è il luogo in cui Elias e Yousef – che sono entrambi architetti e gestiscono insieme uno studio di architettura – hanno incontrato Yazan Khalil, già direttore del Khalil Sakakini Center, un’istituzione artistica e culturale di Ramallah. Ad Amman, i graphic designer Saeed Abu Jaber e Mothanna Hussein, hanno conosciuto il sound designer Ibrahim Owais, alle feste da loro organizzate. È stata l’esposizione di sedie progettate da Elias e Yousef presso lo studio di design di Saeed e Mothanna a far nascere l’amicizia tra i co-fondatori e la successiva formazione della stazione.

9646949

Radio Alhara nasce quasi per gioco, su base volontaria e senza un vero e proprio progetto politico alle spalle. « Ci siamo ispirati ad una web radio di Beirut a cui abbiamo chiesto una mano per imparare a trasmettere, ma anche all’esperienza di Radio Quartiere nata a Milano nello stesso anno » – raccontano Elias e Yousef, co-fondatori di Radio Alhara. « Nel sito abbiamo inserito la possibilità di chattare e questo ha creato una comunità che ascoltava musica e allo stesso tempo interagiva. Essere online ha reso globale la dimensione di questo luogo digitale. La radio è uno spazio pubblico che appartiene a tutti. Oggi è una comunità di oltre 300 persone, da Tokyo a New York, passando per Betlemme», spiega Elias. Al Hara, in arabo, quartiere, è riuscita a penetrare in ogni angolo del mondo, con i suoi programmi in arabo, inglese, italiano, francese e una cartella Dropbox che invita chiunque a caricare un programma per la trasmissione.

Radio Alhara è diventata con il tempo anche uno spazio per le voci soppresse. Durante il movimento Black Lives Matter e l’uccisione di George Floyd, Radio Alhara ha risposto alla chiamata internazionale per un blackout delle trasmissioni. Dopo questa esperienza, è stata la volta della raccolta fondi per Beirut in seguito all’esplosione al porto, poi in solidarietà con le rivolte iraniane, con il Marocco e la Libia per il recente terremoto, e per la situazione in Palestina. «Nel 2020 abbiamo dato vita a Fil MishMish per rispondere al piano di Israele del 2020 di annettere altre terre della Cisgiordania. Una campagna di protesta online che ha portato 20.000 persone ad ascoltare la radio durante i tre giorni di lineup. Una manifestazione straordinaria di solidarietà sotto l’ombrello del rifiuto di ogni forma di violenza. Quando nel 2021, con i fatti avvenuti a Sheikh Jarrah sono stati censurati migliaia di account di palestinesi, abbiamo stretto una collaborazione con numerose web radio per creare quello che è diventato il Sonic Liberation Front: una programmazione gemella in tutte le emittenti in solidarietà con la Palestina».

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Ibrahim Owais, sound producer e co-fondatore di Radio Alhara. Foto di Micol H Meghnagi e Luca Bonaventura, Betlemme, luglio 2023

Lo spazio sociale della musica e della danza è stato storicamente un luogo di resistenza sociopolitica. A New Orleans negli anni Dieci del Novecento, il jazz è stato il linguaggio della resistenza per gli afroamericani, che hanno usato la musica per costruire collettivamente una cultura e un movimento nonostante i tentativi di sopprimerla. A Detroit, nei primissimi anni Novanta, la musica techno diventa un antidoto contro il conformismo delle istituzioni ed il loro distacco dalle reali esigenze dei popoli. Un sistema oppressivo radicalmente attaccato dalle note degli Underground Resistance in dischi come Riot Ep, Revolution For Change e Message To The Major. Nella stessa tradizione, la comunità musicale e culturale in Palestina, attraverso Radio Alhara, si dichiara uno spazio di resistenza contro l’oppressione politica, dove si è liberi nonostante le crescenti restrizioni dovute all’occupazione militare israeliana e alle repressioni interne per mano dell’Autorità Palestinese.

Radio Alhara si affida a una rete di stazioni radiofoniche in tutto il mondo che Elias descrive come una forma di «solidarietà strutturale». Le stazioni sorelle di Radio Alhara, che comprendono stazioni online indipendenti in quasi tutti i continenti, trasmettono a turno la programmazione giornaliera dell’emittente per aiutarla a raggiungere un pubblico globale più ampio, massimizzando l’ascolto attraverso un effetto domino. La visibilità della radio è stata favorita anche dal sostegno di artisti di fama mondiale. Il compositore e musicista cileno-americano Nicolas Jaar ha contribuito alla campagna Sonic Liberation Front eseguendo composizioni inedite e recitando un monologo dal vivo su come la disuguaglianza nell’accesso all’acqua sia stata un mezzo fondamentale di segregazione in Israele e Palestina. La popolarità di Jaar come musicista ha attirato alla sua trasmissione persone non informate sulla condizione in cui verte la Palestina. In altre parole, «usare il vettore della cultura e della musica per rivolgersi a un pubblico vario e diversificato funziona», conclude Yousef.

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Un’ora di ambient selezionato dai fratelli Anastas è seguita da una discussione tra i ricercatori Nora Akawi e Khyam Allami sulla sfida ai pregiudizi occidentali insiti nei software di produzione musicale. Il venerdì successivo, gli spettacoli passano da un pezzo di minimal techno libanese e una lettura di opere del romanziere tuareg Ibrahim Al-Koni. L’ibridazione di cultura, musica e arte di Radio Alhara confluisce anche nel mondo fisico, attraverso lo studio di architettura dei fratelli Anastas, AAU Anastas.

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Inaugurazione di Wonder Cabinet, Betlemme, maggio 2023. Foto di Micol H. Meghnagi e Luca Bonaventura

Il loro ultimo progetto, il Wonder Cabinet, inaugurato di recente a Betlemme, si pone come obiettivo quello di restituire voce alla scena artistica locale e internazionale nella Cisgiordania occupata. Tra i suoi spazi aperti, i dj mixano abilmente una gamma di musica che va dal jazz all’afro-punk. Ecco il marchio «Al Hara»: la capacità dei residenti della stazione di esibirsi in un quartiere immaginario o reale, che incoraggi con fervore la libertà di espressione. Queste note sono metafore potenti dell’idea che un giorno questo stesso tipo di libertà sarà raggiunto anche per la Palestina. Pagine Esteri

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L'articolo Radio Alhara. La Palestina fa rete con il mondo proviene da Pagine Esteri.



PRIVACYDAILY


N. 178/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Secondo un gruppo di politici e di attivisti per la privacy, la polizia e le aziende private dovrebbero “fermare immediatamente” l’uso della sorveglianza con riconoscimento facciale. Hanno espresso preoccupazione per i diritti umani, il potenziale di discriminazione e “la mancanza di un mandato democratico”.Il provvedimento arriva dopo che... Continue reading →


VIDEO. ISRAELE/GAZA. Attacco dalla Striscia con centinaia di razzi, incursioni di terra e dal cielo


Israele ha proclamato lo stato di guerra. Sono avvenuti combattimenti tra palestinesi armati e soldati nel territorio israeliano. Esplosioni, forse di razzi, udite anche nei pressi di Gerusalemme L'articolo VIDEO. ISRAELE/GAZA. Attacco dalla Striscia con

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della redazione

Pagine Esteri, 7 ottobre 2023 – Un improvviso attacco con razzi è scattato alle prime ore del giorno da Gaza verso decine di località in Israele. Sono stati lanciati da Hamas e altre organizzazioni in pochi minuti centinaia di razzi verso il sud di Israele fino alla periferia di Tel Aviv. I sistemi di difesa israeliani sarebbero stati colti di sorpresa e diversi razzi hanno colpito vari centri abitati, uccidendo una donna di 70 anni e facendo numerosi feriti. Nello stesso momento, secondo notizie diffuse dai media, almeno 4 unità scelte delle Brigate Ezzedin al Qassam, a bordo di pick-up si sono infiltrate in territorio israeliano ingaggiando combattimenti con l’esercito israeliano con morti e feriti. E’ stato colpito e distrutto anche un carro armato. Secondo indiscrezioni i palestinesi avrebbero prelevato il corpo di un soldato israeliano ferito o ucciso portandolo dentro Gaza. Un video mostra un deltaplano con un uomo in apparenza armato atterrare in una località nel sud di Israele. Si sono udite esplosioni anche a Gerusalemme. Israele poco fa ha proclamato lo stato di guerra.

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Sento il dovere di esprimere il più netto dissenso nei confronti delle dichiarazioni a Porto del Presidente della Repubblica Mattarella. Lo scrivo con amare


di Enzo Scandurra C’è un libro che, più di ogni altro, smaschera le illusioni e gli inganni di una narrazione neoliberista sulle città: L’invenzione di


Verso un ecosistema di scienza aperta. Il contributo di Bonfire nel realizzare un framework modulare per applicazioni social federate

Bonfire sta costruendo un framework modulare per applicazioni social federate, tra cui microblogging, gestione delle attività o moderazione dei contenuti assistita dall'intelligenza artificiale. All'interno di Bonfire, è possibile creare diversi plugin per scopi come la collaborazione nella ricerca, la pubblicazione pre-stampa e la revisione tra pari. Inoltre, un sistema di riconoscimento e verifica chiaro e verificabile potrebbe supportare la creazione di un ecosistema federato di scienza aperta.

All'interno di Bonfire, è possibile creare diversi plugin per scopi come la collaborazione nella ricerca, la pubblicazione pre-stampa e la revisione tra pari. Inoltre, un sistema di riconoscimento e verifica chiaro e verificabile potrebbe supportare la creazione di un ecosistema federato di scienza aperta.

Una massiccia adozione di protocolli federati da parte delle istituzioni accademiche aiuterà a potenziare le implementazioni della scienza aperta e a includere le comunità non accademiche nel processo di produzione della conoscenza. Immaginiamo che queste implementazioni vengano realizzate all'aperto, attraverso un processo di co-progettazione che unisce scienziati, ricercatori e attivisti. Questo sforzo collettivo garantirà che le funzionalità sviluppate soddisfino i meticolosi standard degli strumenti accademici sfruttando al tempo stesso l’esperienza utente dei social network. La nostra aspirazione è che ciò possa innescare conversazioni significative e ampliare l’accessibilità delle discussioni scientifiche a un pubblico più ampio, promuovendo una comunità di conoscenza globale vivace, inclusiva e interconnessa.

Qui il post completo pubblicato da @Equipo Nibö :niboe: e Biogarabatos post sul blog di @Bonfire

@Scuola - Gruppo Forum

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Ricerca preliminare sugli utenti per contrastare la disinformazione sui social network. Zappa: un progetto basato su Bonfire

@Che succede nel Fediverso?

Il progetto Zappa è finanziato da un contributo del fondo Cultura della Solidarietà per sostenere iniziative culturali transfrontaliere di solidarietà in tempi di incertezza e "infodemia". Lo scopo di questa ricerca iniziale sugli utenti era quello di aiutare a guidare lo sviluppo di un'estensione @Bonfire personalizzata per fornire alle comunità uno strumento dedicato per gestire la disinformazione online.

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Sul dovere del giudice di apparire imparziale


È sempre buona norma provare a mettersi nei panni dell’interlocutore, e dei fatti controversi sforzarsi di dare una rappresentazione a parti invertite. Ad esempio. Immaginiamo il caso di un giudice dichiaratamente di destra, una destra liberale, che nel 2

È sempre buona norma provare a mettersi nei panni dell’interlocutore, e dei fatti controversi sforzarsi di dare una rappresentazione a parti invertite. Ad esempio. Immaginiamo il caso di un giudice dichiaratamente di destra, una destra liberale, che nel 2019 avesse infarcito i propri social di giudizi sprezzanti sul reddito di cittadinanza, che fosse poi sceso in piazza per protestare animatamente contro il decreto con cui il primo governo Conte introdusse il sussidio e che, infine, dovendo sentenziare su un caso giudiziario inerente, avesse dichiarato illegittimo il decreto. Cosa avrebbero detto il presidente del Consiglio in carica, l’allora leader del Movimento 5stelle Luigi Di Maio e gli opinionisti dei giornali vicini al governo come il Fatto quotidiano? Avrebbero detto quel che Giorgia Meloni, molti esponenti della maggioranza e la totalità dei quotidiani affini al centrodestra dicono oggi della giudice catanese Iolanda Apostolico e della congruità della sentenza con cui ha scardinato il recente decreto del governo sui migranti. Avrebbero cioè detto che quella sentenza era viziata dall’ombra del pregiudizio. E avrebbero detto la verità.

Come ha ricordato il presidente della Prima commissione del CSM, Enrico Aimi, la Corte Costituzionale, le Sezioni unite civili della Corte di Cassazione, nonché la Corte europea dei Diritti dell’uomo hanno stabilito con chiarezza che il giudice non deve solo essere imparziale, ma deve anche apparire tale. E come può apparire imparziale nel giudicare una vicenda che riguarda le politiche di un governo di destra in materia di migranti un giudice di sinistra che, come la dottoressa Apostolico, ha scritto sui social e urlato in piazza frasi di fuoco contro i decreti Salvini? Non può, è ovvio.

Ineccepibile, dunque, il giudizio espresso oggi sul Riformista dal presidente delle Camere penali Gian Domenico Caiazza: “Padronissima, la giudice, di manifestare liberamente il proprio pensiero, ma ad una condizione elementare: che di tutto potrà poi occuparsi professionalmente fuorché di quei temi”. La Apostolico avrebbe, dunque, dovuto astenersi dal giudicare sulle vicende inerenti i migranti di Pozzallo. Non avendolo fatto ha gettato un’ombra sulla sentenza del tribunale di Catania e sull’intera categoria togata cui appartiene.

Formiche.net

L'articolo Sul dovere del giudice di apparire imparziale proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



“Perché le case automobilistiche non prendono a bordo la privacy degli utenti?”


Nuovo appuntamento con la rubrica Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie della settimana su privacy e dintorni.


guidoscorza.it/perche-le-case-…



Domani a Milano, in Piazza Leonardo da Vinci, c'è depreDATI, l'evento rivolto a tutti i "non-specialisti", "non-geek", "non-maghi dell’informatica" che amano la propria privacy nel mondo digitale

@Etica Digitale (Feddit)

Sabato 7 Ottobre, al politecnico di Milano, @quinta :ubuntu: e @gualdo :privacypride: :cc: terranno #depreDATI, il laboratorio per difendersi dalla sorveglianza online:

🔐 depredati.eu

Il laboratorio si rivolge a non specialisti che hanno a cuore la propria privacy e che desiderano sottrarsi alla #profilazione delle Big Tech.

🔎L’obiettivo è informare sulle finalità anche non commerciali della profilazione; comprendere il grado dell’esposizione e suggerire i comportamenti da seguire, qua l'evento su mobilizon:

▶️QUI L'EVENTO SU MOBILIZON



Milano Digital Week - DepreDATI
Inizia: Sabato Ottobre 07, 2023 @ 9:30 AM GMT+02:00 (Europe/Rome)
Finisce: Sabato Ottobre 07, 2023 @ 12:30 PM GMT+02:00 (Europe/Rome)
DepreDATI è un laboratorio in cui si imparano e si condividono le <b>tecniche di difesa dalla sorveglianza digitale.</b></p><p>Si rivolge a tutti <b>coloro che hanno a cuore la propria privacy nel mondo digitale </b>e che<b> non vogliono essere profilati dalle Big Tech</b>. Si propone a non specialisti, non geek, non maghi dell’informatica, che vogliono riappropriarsi della loro vita digitale e non regalare la propria identità a chi ne trae profitto.</p><p>La progressiva privatizzazione di Internet da parte delle Big Tech ha costruito un’economia dal valore inimmaginabile. A ottobre 2022 la capitalizzazione dei GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) è stata stimata nell’ordine dei 7 triliardi di dollari, poco meno della metà del PIL di tutti i Paesi dell’Eurozona.</p><p>Uno dei principali fattori di questa economia è <b>la monetizzazione dei dati comportamentali degli utenti</b>. Gli utenti dei servizi Internet vengono costantemente profilati, e i loro profili, le loro identità digitali vengono venduti al migliore offerente; e gli acquirenti non sono solo fornitori di pubblicità, ma anche partiti politici ed enti governativi.</p><p>• DepreDATI – perché</p><p>DepreDATI intende <b>sviluppare consapevolezza sulla sorveglianza digitale</b>, perché crediamo che la divulgazione sia un valore. Il funzionamento e le tecniche del <b>capitalismo della sorveglianza </b>non sono di dominio pubblico ma impattano il dominio pubblico: per questo la divulgazione a un pubblico non specialistico è importante</p><p>• DepreDATI – come</p><p>L’approccio del laboratorio è concreto: spieghiamo e condividiamo <b>soluzioni per limitare la sorveglianza digitale </b>a livelli diversi, dai più semplici a quelli radicali su smartphone, tablet e PC.</p><p><b>Venue: Politecnico di Milano, Piazza Leonardo da Vinci 32, edificio 6 (dipartimento di chimica), Sala Pietro Pedeferri.</b>

in reply to Privacy Pride

bello. bene. ma...
...mi domando quanti "non geek" abbiano a cuore la propria privacy o quella dei propri cari/simili (o anche solo sapere cosa sia la privacy e cosa possa causare la non privacy).
Dovreste andare nelle medie e nelle superiori !! Ormai noi adulti ci siamo bruciati irriparabilmente...

Privacy Pride reshared this.

in reply to _aid_85_

@_aid_85_ c'è chi ama la privacy (femministe, persone lgbtqi+, sostenitori del diritto all'autodeterminazione, chi si preoccupa dei migranti) ma non lo sa.

Quanto all'invito, lo condividiamo in toto!

@quinta :ubuntu: @gualdo :privacypride: :cc:

Maronno Winchester reshared this.

in reply to _aid_85_

@_aid_85_
Ciao!

Grazie per il commento @_aid_85_

Credo che diffondere informazioni e consapevolezza possa aiutare tutti indipendentemente dall’età… in ogni caso portare depreDATI nelle scuole è qualcosa a cui pensiamo

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in reply to _aid_85_

@_aid_85_ personalmente avrei già inserito in tutti i programmi scolastici, di medie e superiori, ore per trattare un argomento che coinvolge sempre più persone…
in reply to Antony

@Antony bello ma difficile perchè "la scuola non ha risorse" (e credo sia ovvio che ne avrà sempre meno). Qualche incontro in alcune scuole qua e là mi sembra non certo idoneo ma più fattibile a oggi... magari alcuni dedicati anche agli insegnanti e ai presidi...


#Scuola, dal 9 ottobre parte piano welfare per il personale scolastico e del Mim con sconti che andranno fino a un massimo del 30% su treni, aerei, negozi, agriturismi e mercati che aderiscono alle convenzioni sottoscritte tra Ministero, aziende e as…


Intesa Sanpaolo va in orbita con Musk. L’investimento in SpaceX


Intesa Sanpaolo chiama Elon Musk. Con una nota l’Istituto ha annunciato di investire in SpaceX, “in coerenza con il Piano d’Impresa 2022-2025 che fa dell’innovazione uno dei principali pilastri” che “ha riconosciuto al settore aerospaziale un ruolo di par

Intesa Sanpaolo chiama Elon Musk. Con una nota l’Istituto ha annunciato di investire in SpaceX, “in coerenza con il Piano d’Impresa 2022-2025 che fa dell’innovazione uno dei principali pilastri” che “ha riconosciuto al settore aerospaziale un ruolo di particolare rilievo nello sviluppo delle economie mondiali”. Perciò, la più grande banca italiana ha deciso di affidarsi a “un player che ha dimostrato una visione d’avanguardia del prossimo futuro”.

Nel comunicato, seguono poi i successi dell’azienda californiana. “È l’unica azienda privata capace di lanciare in orbita e riportare a terra un veicolo spaziale. Nel 2012, Dragon è stato il primo veicolo spaziale commerciale a consegnare un cargo per e dalla Stazione Spaziale Internazionale e nel 2020 è stata la prima compagnia privata a trasportare delle persone nella medesima stazione. Il suo 9”, inoltre, “è tuttora il primo e l’unico modulo spaziale riutilizzabile. Questo permette a SpaceX di riutilizzare le componenti più costose del veicolo, riducendo quindi i costi di accesso ai viaggi spaziali”. Siglarci una partnership, dunque, appare naturale.

A quanto ammonti l’investimento non è chiaro, visto che Intesa Sanpaolo non ha proferito parola in merito. Detto ciò, vista la solennità della comunicazione, va da sé che si tratti di una somma considerevole. Per i dettagli dell’accordo ci sarà dunque tempo, ma non serve molto per comprendere perché SpaceX sia un partner centrale per la strategia dei grandi attori internazionali che intendono investire nel futuro.

Il progetto Starship è infatti uno dei fiori all’occhiello della società di Musk. Si tratta di una nuova generazione di veicoli spaziali di lancio riciclabili, ma non per questo saranno inferiori agli altri. Saranno invece i più potenti mai realizzati, con l’intenzione di trasportare esseri umani su Marte o altri lidi del sistema solare. L’altro grande progetto è quello di Starlink, che garantisce la connessione a Internet a cinquanta Paesi in tutto il mondo tramite quattromila satelliti – molto utile quindi per i Paesi in via di sviluppo che non hanno le infrastrutture adatte o per le operazioni militari, come quelle degli ucraini.

Non a caso, a investire in SpaceX è stato anche il Pentagono. Il primo contratto da 70 milioni di dollari per Starship è stato siglato lo scorso primo settembre e “prevede il servizio end-to-end tramite la costellazione Starlink, terminali utente, apparecchiature ausiliarie, gestione della rete e altri servizi correlati”, ha riferito alla Cnbcla portavoce della Space Force, Ann Stefanek. L’accordo segue quello raggiunto a inizio giugno sempre tra la Difesa americana e l’azienda del magnate di Pretoria sui satelliti Starlink. Anche in quell’occasione, per ragione di sicurezza e riservatezza non sono stati rilasciati dettagli ma gli strumenti sarebbero stati inviati in Ucraina – probabilmente era il modo di Washington per venire incontro alle richieste di Musk, che aveva annunciato di non voler più aiutare Kiev fornendole il suo servizio gratuitamente.

Scontato che anche la Nasa si sia appoggiata al know-how di SpaceX. D’altronde, le due parlano la stessa lingua. L’obiettivo è incrementare le missioni lunari Artemis, così da ottenere nel giro di pochi anni un servizio di trasporto a pieno regime. Nel 2021 l’accordo con Musk prevedeva una missione esplorativa a partire dal 2025, ma non è l’unico. SpaceX ha infatti siglato diversi contratti pubblici, che l’hanno fatta diventare un punto di riferimento per la Nasa e per il Dipartimento di Difesa a stelle e strisce. Nell’agosto scorso di un anno fa, ad esempio, si era arrivati a una collaborazione per trasportare carichi militari su satelliti di SpaceX, per farli arrivare in tutto il mondo in tempi rapidissimi.

Per cogliere le sfide del futuro bisogna giocoforza affidarsi a chi ha come obiettivo ultimo quello di modellarlo. SpaceX è uno di questi attori e anche l’alta finanza italiana sembra averlo capito.


formiche.net/2023/10/intesa-sa…



“Internet Festival – Artificial Law#1 “


“Dobbiamo educare le persone a scegliere servizi e applicazioni di AI anche in considerazione di quanto siano rispettosi dei loro diritti e delle loro libertà


guidoscorza.it/internet-festiv…



Manovre russe nel Mediterraneo. L’ultimo sottomarino lascia il Mare nostrum


Durante la fase dei preparativi per l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, la Russia aveva radunato tre sottomarini classe Kilo aggiornata nel Mediterraneo. Uno di questi è stato spostato nel Mar Nero giorni prima dell’aggressione, lasciandone due ne

Durante la fase dei preparativi per l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, la Russia aveva radunato tre sottomarini classe Kilo aggiornata nel Mediterraneo. Uno di questi è stato spostato nel Mar Nero giorni prima dell’aggressione, lasciandone due nel Mediterraneo e quattro nel Mar Nero (più un Kilo più vecchio). Così è stato fino a settembre 2022, quando nel Mediterraneo è stato lasciato soltanto il Krasnodar (B-265).

Ora anche quest’ultimo sembra essere in partenza per il Mediterraneo, rivela l’esperto H I Sutton che ha notato come il sottomarino stia navigando in superficie con un rimorchiatore di supporto, il Sergey Balk. Questi movimenti sono coerenti con i trasferimenti a lunga distanza di questi sottomarini, scrive l’analista secondo cui il Krasnodar potrebbe ora lasciare il Mediterraneo e virare verso Nord, attraversando il Canale della Manica per dirigersi verso il Baltico. Così, la Russia non avrà più sottomarini della classe Kilo nel Mediterraneo, a causa, probabilmente, della mancanza di strutture per la manutenzione.

***UPDATE***
Here-> t.co/ZgpXaIZXCs#OSINT: Russia’s Last KILO Class Submarine Leaving Mediterranean. This will bring the submarine force based there to zero.

Would write more but new limit?
Nod @detresfa_ pic.twitter.com/uxQG37eUeB

— H I Sutton (@CovertShores) October 6, 2023

È possibile, però, continua H I Sutton, che un altro Kilo venga inviato nel Mediterraneo o che i sottomarini nucleari vi operino occasionalmente. La Russia ha già utilizzato un sottomarino a propulsione nucleare, probabilmente un Ssgn della classe Severodvinsk, l’anno scorso. Finora questi sottomarini hanno operato solo per un breve periodo, non essendo basati a Tartus, in Siria. come i Kilo.

Questi sono sottomarini diesel-elettrici di epoca sovietica che per mantenere un minimo standard di funzionamento sono stati sottoposti a macchinosi processi di aggiornamento. Testimonianza di come la deterrenza russa sia basata sulla narrazione più che sull’efficienza ed efficacia operativa reale.


formiche.net/2023/10/manovre-r…



“Internet Festival – Artificial Law#1 “


Dalle 11.30 parteciperò all’ Internet Festival nel panel Artificial Law#1 per parlare di diritti della persona, ai generativa e Chat Gpt con Stefano Da Empoli Carlo Rossi Chauvenet e la moderazione di Federica Meta. qui tutte le informazioni relative all’evento internetfestival.it/programma/…


guidoscorza.it/internet-festiv…



PRIVACYDAILY


N. 177/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: L’ente olandese per la tutela della privacy AP ha avvertito che le nuove norme che impongono alle sex workers di registrasi potrebbero portare a un aumento dello sfruttamento e del traffico di esseri umani. La nuova legislazione conferisce ai consigli locali il potere di istituire un registro delle... Continue reading →


Oggi è la Giornata Mondiale degli Insegnanti 📚

In occasione di questa ricorrenza si celebra la sottoscrizione delle Raccomandazioni dell'UNESCO sullo status di insegnante, la principale struttura di riferimento per i diritti e le responsabilità de…



Realizzato da Leonardo, è ufficialmente operativo il primo centro paneuropeo per la gestione dinamica in tempo reale dei rischi cyber

Lo comunica in una nota Leonardo, che ha realizzato il progetto per la Direzione generale per le reti di comunicazione, i contenuti e le tecnologie della Commissione europea (DG Connect).

Di Alessandro Patella su Wired Italia

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

Questa voce è stata modificata (1 anno fa)

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Finalmente in italiano l'inchiesta di Giacomo Zandonini che fa tremare la Commissione Europea «Il pericolo della “porta sul retro” imposta dal regolamento europeo anti-pedopornografia»

@Privacy Pride

Proposto dalla Commissaria Ue Johansson, rischia di mettere fine alla sicurezza delle comunicazioni private. Lo dicono gli esperti, mentre la Commissione minimizza. E si fa consigliare da società e enti non profit della Silicon Valley

Gli appetiti dei privati – profit e non profit – sui sistemi di detection delle immagini, l’approccio “lasco” agli ordini di ricerca e le richieste aggiuntive di Europol in termini di possibilità d’indagine sono alcune delle rappresentazioni concrete del Rubicone da non varcare citato dal Garante europeo Wojciech Wiewiórowski: costringere ogni app, sito o piattaforma a mantenere una “porta sul retro” espone chiunque al rischio di essere spiato all’interno di una piazza virtuale, sia da agenti, sia da criminali. Mentre la Commissaria Johansson e la rete di lobby con cui ha stretto rapporti nell’ultimo biennio spingono per chiudere l’iter legislativo al più presto, con la fine dell’estate i negoziati sembrano bloccati.

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#chatcontrol #stopchatcontrol



Le fakenews della commissaria agli affari interni Ylva Johansson su chatcontrol nella newsletter di Privacy Chronicles di Matteo Navacci

@Privacy Pride

"nessuno ci ha ancora spiegato in che modo un regime di sorveglianza di massa totalitario sulle comunicazioni (chat, email, ecc.) di 500 milioni di persone possa in qualche modo evitare che un bambino venga violentato nella sua stanzetta"

Sei sicuro di volerlo sapere?

Clicca per aprire/chiudereForse inoculando un malware "buono" nei dispositivi di acquisizione audio e video presenti in ogni cameretta di ogni bimbo? 🙄

La newsletter completa

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Weekly Chronicles #48


Parte la schedatura dei camini. Un'anziana signora e il suo T-RED. Bisogna salvare i bambini. Meme e quote della settimana.

Dimmi con cosa ti scaldi, e ti dirò chi sei


La Regione Toscana ha deciso di imporre ai suoi cittadini un obbligo di “accatastamento” degli impianti a biomassa presenti nelle loro case. Entro il 30 settembre i toscani dovranno dichiarare alla Regione se possiedono un camino, una stufa a legna o una stufa a pellet nelle loro abitazioni.

Insomma un censimento obbligatorio con tanto di sanzioni pecuniarie per chi cercherà di nascondere i suoi camini alle squadre di ricognizione dell’Arpat, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana.

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Lo scopo è, citando il sito della Regione1: “mettere in relazione la diffusione di questi impianti e i fenomeni di inquinamento da PM10, al fine di migliorare le politiche per il contrasto dell'inquinamento atmosferico.”

Come fa una pubblica amministrazione a contrastare l’inquinamento atmosferico? Con gli incentivi economici. O meglio: con le tasse. Che poi è esattamente ciò

L’obiettivo è modificare il comportamento delle persone e valutare l’impatto ambientale della vita di ognuno di noi. Una volta fatto questo, saranno introdotte delle quote CO2 personali attraverso i nuovi strumenti d’identità digitale. Che poi è quello che prevedono anche le raccomandazioni del World Economic Forum (ne ho parlato qua, se non l’hai letto ti consiglio di farlo…).

La schedatura è il primo passo.

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La breve storia triste di un’anziana signora e il suo T-RED


Oggi voglio condividere con voi questo bell’articolo scritto da Carlo Blengino (che se non sbaglio è un lettore) che parla delle tristi disavventure di una signora e un temibile T-RED, il macchinario automatizzato che rileva le infrazioni semaforiche.

«Per almeno 12 volte il T-RED ha rilevato una Fiat Tipo proveniente dal centro della città che poco prima delle 23 supera lentamente la linea semaforica nonostante la luce rossa. Quando la signora capisce la ragione della convocazione sembra sollevata, salvo vacillare appena intuisce l’importo complessivo della sanzione e che la decurtazione dei punti dalla patente le impedirà di guidare nei prossimi mesi»


È una storia che ancora una volta ci fa ben comprendere l’inutilità della sorveglianza cittadina, promossa dai sindaci-feudatari come strumento di civiltà e sicurezza urbana, ma niente più che un modo di far cassa con la vita delle persone — anche e soprattutto quando la condotta della persona, pur essendo tecnicamente in violazione di legge, non pone nessuno in pericolo.

È una storia che ci ricorda che le leggi e le sanzioni, qualsiasi esse siano, se applicate meccanicamente e sistematicamente ad ogni infrazione, sono per definizione tiranniche. Il futuro che ci aspetta, nelle nostre belle città intelligenti, è proprio questo: una spietata tirannia della legge applicata sistematicamente e senza eccezione alcuna dalle macchine.

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I bambini — qualcuno salvi i bambini!


La cara YIva Johansson, commissaria della Commissione Europea responsabile per la proposta di regolamento chiamata Chatcontrol (non lo conosci? Dai ne ho parlato tantissimo…) oggi ha voluto esporsi su X con un breve video per spiegare le ragioni di questa legge.

Ci sono dei tentativi di creare confusione di questo regolamento, dice Yiva nel video. Non è come pensate! La proposta è lì per proteggere i bambini dalla violenza sessuale. È lì per proteggere le vittime di questi crimini. Oggi un bambino su cinque viene violentato, continua la cara YIva.

Tutto molto bello, se non fosse che nessuno ci ha ancora spiegato in che modo un regime di sorveglianza di massa totalitario sulle comunicazioni (chat, email, ecc.) di 500 milioni di persone possa in qualche modo evitare che un bambino venga violentato nella sua stanzetta.

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Certo — magari su milioni di intercettazioni le forze dell’ordine potranno catturare qualche pedofilo o limitare la diffusione di alcuni contenuti, ma il bambino ormai avrà comunque la vita rovinata. Che protezione è mai questa? E non dimentichiamo che tale sorveglianza di massa non lascerà scampo neanche ai bambini che dicono di voler proteggere. Tutte le chat, foto e video dei vostri figli saranno sotto l’occhio vigile di algoritmi e persone assunte proprio per spiarli.

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Fortunatamente le Community Notes di questo splendido social che fa tanto schiumare gli amici di sinistra non si sono fatte attendere, rimettendo al suo posto la cara YIva e mostrandola per quello che è: una propagatrice di disinformazione, propaganda e terrorismo psicologico.

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Weekly memes


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Weekly quote

“Everything we hear is an opinion, not a fact. Everything we see is a perspective, not the truth.”
Marcus Aurelius

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#NotiziePerLaScuola

Al via l'undicesima edizione del premio letterario internazionale "Eugenia Bruzzi Tantucci" per l’anno scolastico 2023/2024. Gli studenti partecipanti potranno presentare i lavori entro e non oltre il 27 ottobre 2023.




Meta (Facebook / Instagram) passa all'approccio "Paga per i tuoi diritti" Per aggirare il GDPR, Meta sembra intenzionata a passare a un approccio "Pay for your Rights" (paga per i tuoi diritti)


noyb.eu/it/meta-facebook-insta…



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Possono ispezionare il mio telefono durante i controlli in aeroporto?


Chi viaggia spesso ignora i rischi legati alla privacy dei dati contenuti nei numerosi dispositivi elettronici che ci portiamo dietro. Eppure, lì dentro c'è la nostra vita.

Una ragazza su Reddit chiede1: è la prima volta che viaggio verso gli Stati Uniti, c’è il rischio che possano ispezionare il mio telefono durante i controlli in aeroporto? Non ho niente da nascondere ma alcune persone mi hanno detto che prima di partire dovrei resettare completamente il telefono. È vero?

Sì, è vero. Molte giurisdizioni ormai prevedono questa possibilità e gli Stati Uniti sono conosciuti per le ispezioni agli smartphone, soprattutto per chi proviene da paesi a rischio o viene per qualche motivo segnalato dai vari algoritmi “antiterrorismo” che ormai abbiamo anche in UE.

Electronic Frontier Foundation riporta che i controlli sui dispositivi elettronici sono passati dai 4.764 del 2015 ai 23.877 del 2016. Oggi, a distanza di sette anni, possiamo aspettarci che quel numero sia almeno a 6 cifre.

Chi viaggia, specie all’estero, spesso ignora i rischi legati alla privacy dei dati contenuti nei numerosi dispositivi elettronici che ci portiamo dietro: smartphone, computer, chiavette USB…Dimentichiamo facilmente che lì dentro c’è la nostra intera vita, e basta davvero poco per trasformare un viaggio in un incubo.

Il rischio di controlli in aeroporto o alle dogane però non è l’unico di cui bisogna tener conto: hacking, furti e rapine, smarrimenti… ce n’è per tutti.

Vediamo allora qualche raccomandazione su come viaggiare in modo più sicuro, cercando di proteggere i dati personali contenuti nei dispositivi elettronici che ci portiamo dietro.

1. Se viaggi verso gli Stati Uniti, conosci i tuoi diritti


Alla ragazza di Reddit, ma anche a chi legge, risponderei prima di tutto di capire fino a che punto possono spingersi le guardie doganali. La situazione purtroppo non è chiarissima e sappiamo tutti che l’abuso di potere si nasconde proprio nelle zone grigie.

Diciamo però che la Corte Suprema degli Stati Uniti, pur garantendo estrema libertà al controllo delle frontiere, suddivide le tipologie di controlli in due tipi: routine e non-routine.

I controlli di routine comprendono quelli necessari a verificare che il viaggiatore abbia la documentazione richiesta per entrare, che siano rispettate le leggi sull’importazione di prodotti negli Stati Uniti, e tutti i controlli necessari per diminuire il rischio di terrorismo o di introduzione di prodotti di contrabbando.

Nei controlli non-routine rientrano invece tutte quelle attività “estremamente intrusive” o che abbiano un “impatto sulla dignità e privacy del viaggiatore” o che siano svolti in un modo “particolarmente offensivo”. Questi controlli non sono vietati, ma l’agente dovrebbe essere in grado di dimostrare un “sospetto individualizzato” sullo specifico viaggiatore. Non possono quindi essere svolti a campione senza motivazione specifica.

Questo non significa che se l’agente vi obbliga a consegnare il telefono potrete iniziare a urlare di violazioni di diritti in mezzo all’aeroporto come una Karen qualsiasi. Sappiamo infatti tutti che i diritti di fronte ai rappresentanti dello Stato non esistono ed è meglio non inimicarsi chi tiene in mano la tua vita.

2. Evita wi-fi pubbliche, se possibile


Le reti pubbliche sono notoriamente poco sicure. Il consiglio è di evitarle ad ogni costo. Dall’altra parte potrebbe esserci un amministratore di sistema curioso, un hacker che ha compromesso la rete, o un agente seduto sulla sua comoda poltrona.

Se proprio devi, evita di usarle per connetterti ad account sensibili (banca, wallet, social). In ogni caso, prima di connetterti alla wi-fi pubblica, leggi il punto due.

3. Usa una VPN (Virtual Private Network)


Il consiglio vale in realtà in ogni occasione, ma soprattutto per quando si viaggia. Una VPN usa tecnologie di crittografia per offuscare il nostro traffico web, rendendo così difficile la vita a chiunque voglia introdursi nelle nostre comunicazione o intercettare i nostri dati.

Se devi connetterti a una rete pubblica o non sicura, come in aeroporti, hotel o bar, è fondamentale usare una VPN. Chi controlla la rete (amministratori di sistema, cybercriminali o forze dell’ordine) può potenzialmente intercettare tutti i tuoi dati in chiaro. Con una VPN si può mitigare facilmente questo rischio. Se vuoi capire meglio come funziona una VPN e come sceglierla, ne ho scritto qui:

4. Autenticazione multi-fattore, sì o no?


L’autenticazione multi-fattore come il riconoscimento facciale o delle impronte digitali migliora di molto la sicurezza dei dati contenuti in un dispositivo, perché chiunque entri in possesso del nostro dispositivo non potrà accedervi senza avere anche a disposizione una copia dei nostri dati biometrici.

Ottimo in caso di perdita del dispositivo o nel caso in cui ci sia rubato… molto meno utile se qualcuno tenta di obbligarci fisicamente a sbloccare il dispositivo.

Il consiglio in questo caso è di disattivarel’autenticazione multi-fattore e preferire invece un PIN complesso o un pattern di sblocco per i viaggi all’estero.

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5. Cifra la memoria dei tuoi dispositivi


Usa strumenti di crittografia della memoria per tutti i tuoi dispositivi. Questo assicura che quando il dispositivo è bloccato o spento, un attaccante non possa accedere ai dati contenuti nella memoria. Vale anche per le carte microSD che possiamo usare con alcuni smartphone Android.

Il consiglio ulteriore, per mitigare ulteriormente i rischi, è di diminuire al massimo il tempo di inattività necessario per bloccare lo smartphone. In questo modo, in caso di perdita o furto, basteranno pochi secondi per garantirne il blocco e rendere più difficile la vita a chi ne entra in possesso.

6. Evita sguardi indiscreti


Se viaggi molto, specie per lavoro, il rischio di rivelare informazioni sensibili che ti possono rendere un obiettivo per criminali d’opportunità è grande. Password e pin di conti bancari, email, comunicazioni riservate: ci vuole pochissimo a spiare una persona da dietro le spalle.

Qualcuno potrebbe sorridere leggendo queste righe, ma non sono rischi da sottovalutare.

Immagina questa scena: sei su un autobus pieno e decidi di aprire il tuo wallet Bitcoin, contenente l’equivalente di decine di migliaia di euro. Un paio di persone alle tue spalle se ne accorgono, e decidono di seguirti alla discesa del mezzo. In pochi secondi ti spingono in un angolo scuro con fare minaccioso e ti minacciano con un coltello se non apri il wallet e scansioni il loro QR Code. Non c’è molto da ridere, vero?

Se proprio non puoi evitare di aprire app sensibili in viaggio, un modo per mitigare questi rischi è acquistare e usare una “pellicola privacy” da sovrapporre sullo schermo dello smartphone e notebook per restringere l’angolo di visualizzazione. Così, soltanto chi è direttamente davanti allo schermo potrà vedere facilmente cosa viene visualizzato.

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7. Disattiva le impostazioni di geolocalizzazione delle tue app


Viaggiare spesso significa foto e condivisione sui social. La camera degli smartphone e le app social possono però includere dati di geolocalizzazione (anche molto dettagliati) che rivelano la nostra posizione precisa.

Questo può essere un doppio rischio: da una parte qualcuno potrebbe approfittarne per fare una visita cortese alla tua abitazione vuota; dall’altra qualcun altro potrebbe usare quelle informazioni per attacchi di ingegneria sociale - se non addirittura rapine o peggio: in alcuni luoghi del mondo i cittadini italiani sono un goloso mezzo di riscatto. Meglio evitare.

8. Attenzione ai wallet crypto


Non tutte le giurisdizioni sono amichevoli verso chi usa Bitcoin o criptovalute. Se hai wallet crypto sullo smartphone, il consiglio è di disinstallare le app per il tempo necessario a superare i controlli doganali. Ovviamente, assicurati di avere un backup delle seed words.

9. Backup, backup, backup


Non se ne parla mai abbastanza. Il backup dei dati è fondamentale per evitare che la perdita di un dispositivo possa rovinarci il viaggio o la vita.

Prima di tutto: backup di account e credenziali di accesso. Esistono tantissimi password manager diversi che oggi permettono di farlo in modo semplice, alcuni anche in Cloud (occhio alla sicurezza). E poi backup dei tuoi segreti, come le seed words di app che richiedono la crittografia (wallet, email, authenticator vari) e di ogni informazione necessaria ad accedere a questi servizi (ad esempio codici di ripristino).

10. Panic button


Una misura più estrema, ma sicuramente efficace, è quella di installare sul dispositivo un panic button. Mi riferisco ad app come Ripple, che permettono in pochi istanti di fare un wipe quasi totale delle app sullo smartphone e della memoria.

Il wipe della memoria non sarà profondo, ma in caso di controlli invasivi da parte delle autorità di frontiera permetterà di ottenere un ottimo livello di plausible deniability,cancellando in pochissimo tempo app sensibili (social, comunicazioni, ecc.).

Da usare con cautela assicurandosi di avere backup disponibili.

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reddit.com/r/privacy/comments/…


privacychronicles.it/p/possono…

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The Queen Is Dead Volume 94 Sextile Belau Electric Six


The Queen Is Dead Volume 94 Sextile Belau Electric Six

Sextile's first record for Sacred Bones, after two albums for Felte. Coming from Hungary are Peter Kedves and Krisztian Buzas, aka Belau, one of the electronic realities taking off in Europe. The Electric Six from Detroit since 1996 are one of the mysteries of modern music, or perhaps everything is much clearer than it appears to us. @Musica Agorà

iyewebzine.com/sextile-belau-e…

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Il 1° ottobre prende il via la Sesta Edizione del Mese dell’Educazione Finanziaria. L’appuntamento è promosso dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (Comitato EDUFIN).



Riforma del lavoro in Grecia: spolpare le ossa di lavoratori e lavoratrici | Infoaut

"In sostanza l’obiettivo è quello di aggirare il limite delle 8 ore lavorative e di mettere a sistema le forme di impiego imposte ai working poors: lavoratori e lavoratrici spesso sono costretti a trovare un secondo lavoro perché il salario non è sufficiente a sopravvivere e le pensioni sono così basse da costringere molti pensionati a continuare a lavorare fino a che il fisico regge. Si tratta dunque di intensificare l’estrazione di valore da parte dell’aziende e dello Stato a partire da un ricatto salariale sempre più violento."

infoaut.org/conflitti-globali/…



FPF Weighs In on the Responsible Use and Adoption of Artificial Intelligence Technologies in New York City Classrooms


Last week, Future of Privacy Forum provided testimony at a joint public oversight hearing before the New York City Council Committees on Technology and Education on “The Role of Artificial Intelligence, Emerging Technology, and Computer Instruction in Ne

Last week, Future of Privacy Forum provided testimony at a joint public oversight hearing before the New York City Council Committees on Technology and Education on “The Role of Artificial Intelligence, Emerging Technology, and Computer Instruction in New York City Public Schools.”

Specifically, FPF urged the Council to consider the following recommendations for the responsible adoption of artificial intelligence technologies in the classroom:

  • Establish a common set of principles and definitions for AI, tailored specifically to educational use cases;
  • Identify AI uses that pose major risks – especially tools that make decisions about students and teachers;
  • Create rules that combat harmful uses of AI while preserving beneficial use;
  • Build more transparency within the procurement process with regard to how vendors use AI; and
  • Take a student-driven approach that enhances the ultimate goal of serving students and improving their educational experience.

During this back to school season, we are observing school districts across the country wrestle with questions about how to manage the proliferation of artificial intelligence technologies in tools and products used in K-12 classrooms. In the 2022-2023 school year, districts used an average of 2,591 different edtech tools. While there is no standard convention for indicating that a product or service uses AI, we know that the technology is embedded in many different types of edtech products and has been for a while now. We encourage districts to be transparent with their school community regarding how AI is utilized within the products it is using.

But first, it is critical to ensure uniformity in how AI is defined so that it is clear what technology is covered and to avoid creating overly broad rules that may have unintended consequences. A February 2023 audit by the New York City Office of Technology and Innovation on “Artificial Intelligence Governance” found that the New York City Department of Education has not established a governance framework for the use of AI, which creates risk in this space. FPF recommends starting with a common set of principles and definitions, tailored specifically to educational use cases.

While generative AI tools such as ChatGPT have gained public attention recently, there are many other tools already used in schools that fall under the umbrella of AI. Uses may be as commonplace as autocompleting a sentence in an email or speech-to-text tools to provide accommodations to special education students, or more complicated algorithms used to identify students at higher risk of dropping out. Effective policies governing the use of AI in schools should follow a targeted and risk-based approach to solve a particular problem or issue.

We can look to the moratorium on adopting biometric identification technology in New York schools following the 2020 passage of State Assembly Bill A6787D as an example of how an overly broad law can have unintended consequences. Although it appeared that lawmakers were seeking to address legitimate concerns stemming from facial recognition software used for school security, a form of algorithmic decision making, the moratorium had broader implications. Arguably, it could be viewed to ban the use or purchase of many of the computing devices used by schools. This summer, the NY Office of Information Technology Services released its report on the Use of Biometric Identifying Technology in School, following which it is likely that the Commission will reverse or significantly modify the moratorium on biometric identification technology in schools. This will present an opportunity for the city to consider what additional steps should be taken if it resumes use of biometric technology and will also likely open a floodgate for new procurement.

Accordingly, this is an important moment for pausing to think through the specific use cases of AI and technology in the classroom more broadly, identify the highest risks to students, and prioritize developing policies that address those higher risks. When vetting products, we urge schools to consider whether that product will actually enhance the ultimate goal of serving students and improving their educational experience and whether the technology is indeed necessary to facilitate that experience.

We urge careful consideration about the privacy and equity concerns associated with adopting AI technologies as AI systems may have a discriminatory impact on historically marginalized or otherwise vulnerable communities. We have already seen an example of how this can manifest in classrooms. Commonly deployed in schools, self-harm monitoring technology works by employing algorithms that rely on scanning and detecting key words or phrases across different student platforms. FPF research found that “using self-harm monitoring systems without strong guardrails and privacy-protective policies is likely to disproportionately harm already vulnerable student groups.” It can lead to students being needlessly put in contact with law enforcement and social services or facing school disciplinary consequences as a result of being flagged. We recommend engaging the school community in conversation prior to adopting this type of technology.

It is also critical to note that using any new classroom technology typically comes with increased collection, storage, and sharing of student data. There are already requirements under laws like FERPA and New York Ed Law 2-D. Districts should have a process in place to vet any new technology brought into classrooms and we urge an emphasis on proper storage and security of data used in AI systems to protect against breaches and privacy harms for students. School districts are already vulnerable as targets for cyber attacks, and it is important to minimize risk.

Finally, we flag that there are disparities in the accuracy of decisions made by AI systems and caution that there are risks when low accuracy systems are treated as gospel, especially within the context of high impact decision making in schools. Decisions made based on AI have the potential to shape a student’s education in really tangible ways.

We encourage you to consider these recommendations and thank you for allowing us to participate in this important discussion.


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