RUSSIA-UCRAINA. Il nuovo “piano Zelensky” e le responsabilità della NATO
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Nonostante sia ormai tramontata l'idea che la risoluzione del conflitto possa essere solo militare, la via diplomatica è bloccata dagli interessi interni degli attori politici internazionali. Il presidente ucraino chiede un maggiore coinvolgimento della NATO ma è
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L’Italia Barocca nell’informatica scolastica: 20 anni da recuperare, ma è tutto sotto controllo!
Una settimana fa, nell’articolo intitolato ‘Dall’Olivetti al Nulla: L’Italia che Vive di Nostalgia e ha Perso la Bussola per l’Innovazione‘, abbiamo analizzato come l’Italia stia mancando di slancio e innovazione. Il nostro paese si trova in una condizione di rassegnazione, adottando un atteggiamento passivo nei confronti del progresso tecnologico, osservando il mondo che evolve attorno a sé senza intraprendere azioni significative.
Abbiamo portato in evidenza come l’Italia, una volta all’avanguardia nel settore tecnologico grazie a imprese come Olivetti, abbia progressivamente perso il passo. Questo declino non riguarda solo l’industria, ma è profondamente radicato nel nostro sistema educativo, che non sembra fornire ai giovani le competenze necessarie per competere in un mondo sempre più digitale. Tuttavia, ciò che è ancor più preoccupante è la mancanza di un investimento nella formazione tecnologica dei più piccoli sin dalla tenera età, affinché possa germogliare quella scintilla che accende la passione per le materie STEM, essenziali per l’innovazione tecnologica del paese.
Dato che la nostra esistenza si sta spostando sempre più verso una dimensione digitale, l’informatica è diventata una competenza imprescindibile per l’innovazione e per restare al passo con i rapidi progressi tecnologici. Per questo motivo, abbiamo dato una sbirciatina (anche se con i limiti linguistici del caso) relativamente alle differenze tra i sistemi educativi italiani e quelli di alcuni dei principali paesi tecnologicamente avanzati. Ho cercato di focalizzare l’attenzione sull’insegnamento dell’informatica nelle scuole di nazioni leader nel settore, come Stati Uniti, Cina e Russia, per confrontarli con il modello italiano e comprendere meglio dove si colloca il nostro paese rispetto a queste potenze globali.
E come immaginavo …
L’informatica nelle scuole in Cina
In Cina, l’istruzione pubblica è gratuita per i nove anni obbligatori, che comprendono la scuola elementare (dalla 1ª alla 6ª classe) e la scuola secondaria di primo grado (dalla 7ª alla 9ª classe). La scuola elementare dura sei anni, seguita da tre anni di scuola secondaria di primo grado, entrambi i livelli sono obbligatori e privi di costi. Dopo il completamento di questi nove anni, gli studenti possono scegliere di proseguire negli studi nella scuola secondaria di secondo grado, ma a questo livello possono essere richieste tasse di iscrizione.
In Cina, l’insegnamento dell’informatica è regolamentato a vari livelli e si è evoluto negli ultimi anni per rispondere alle crescenti esigenze di competenze digitali nella società moderna. Il Ministero dell’Istruzione della Repubblica Popolare Cinese ha emesso linee guida che enfatizzano l’importanza della tecnologia e dell’informatica nel curriculum scolastico, incoraggiando l’insegnamento di competenze di programmazione e pensiero computazionale fin dalla scuola primaria. Le nuove linee guida promuovono anche la cittadinanza digitale e la sicurezza online. Per approfondire le normative e le linee guida, puoi consultare il documento ufficiale del Ministero dell’Istruzione: 教育部关于加强中小学信息技术课程教学的指导意见 in cinese (utilizza il traduttore ovviamente).
In Cina, l’insegnamento dell’informatica è parte integrante del sistema educativo e viene introdotto fin dalle scuole elementari, con una progressiva complessità man mano che gli studenti avanzano nei vari livelli scolastici.
- Scuola elementare (6-12 anni): I bambini iniziano a familiarizzare con i concetti di base dell’informatica, come l’uso del computer, software di videoscrittura e navigazione su internet. Inoltre, vengono introdotticoncetti di sicurezza informatica e, in alcune scuole, anche elementi di programmazione attraverso piattaforme visuali come Scratch.
- Scuola media (12-15 anni): L’insegnamento diventa più strutturato, includendo programmazione di base, algoritmi e logica computazionale. Le scuole cinesi utilizzano linguaggi come Python o C per avvicinare gli studenti alla programmazione. L’uso sicuro e responsabile della tecnologia viene sempre più enfatizzato.
- Scuola superiore (15-18 anni): Qui l’informatica diventa una materia chiave, soprattutto negli istituti scientifici e tecnologici. Gli studenti affrontano argomenti avanzati come sviluppo software, intelligenza artificiale, robotica e analisi dei dati. Il governo cinese ha anche avviato iniziative per aumentare queste competenze digitali avanzate, consapevole del ruolo centrale della formazione per creare innovazione tecnologica e quindi per lo sviluppo economico del paese.
La Cina, dunque, ha un approccio sistematico e lungimirante all’insegnamento dell’informatica fina dalla scuola primaria, con un’enfasi crescente sulla preparazione dei giovani alle sfide tecnologiche del futuro.
L’informatica nelle scuole in Russia
In Russia, l’istruzione pubblica è gratuita fino al completamento dell’istruzione secondaria, che di solito avviene alla fine della 9ª classe (circa 15-16 anni). L’insegnamento dell’informatica viene ritenuto di fondamentale importanza. Nei primi cinque anni, gli studenti acquisiscono competenze di base, come l’uso del computer e software essenziali.
Ricordiamo che in Russia, c’è sempre stato un grande sviluppo nella matematica applicata e della programmazione nel Paese, introdotto ai tempi della guerra fredda dall’Urss per scavalcare gli Stati Uniti e i suoi alleati nella corsa al nucleare. Questo ha portato alla creazione del Centro per le Olimpiadi di Matematica presso la Higher School of Economics di Mosca. Ovviamente tali stimoli hanno una grande ricaduta nelle materie STEM e quindi anche sull’informatica.
- Scuola primaria (6-10 anni): Gli studenti imparano i fondamenti dell’uso del computer, inclusi concetti di base come accendere e spegnere il computer, utilizzare il mouse e il tastierino, e comprendere le parti principali del compute
- Scuola secondaria (10-15 anni): Gli studenti acquisiscono competenze informatiche di base. Il curriculum prevede l’uso del computer, software di produttività e i primi rudimenti di programmazione. I linguaggi come Python e C sono utilizzati per sviluppare le competenze di programmazione, preparando gli studenti per studi più avanzati.
- Scuola superiore (15-17 anni): L’informatica diventa più avanzata e include programmazione e tecnologia dell’informazione. Gli studenti che scelgono un percorso tecnico o vocazionale possono seguire corsi specifici, acquisendo competenze più approfondite che li preparano per il mercato del lavoro o per gli studi universitari.
Le scuole russe offrono quindi un percorso informatico solido, che diventa particolarmente intensivo nelle fasi più avanzate dell’educazione, rispecchiando l’importanza che il governo russo attribuisce alla tecnologia e alla sicurezza informatica.
L’informatica nelle scuole negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, l’istruzione pubblica è gratuita e finanziata dallo stato fino al termine della scuola superiore, che di solito corrisponde alla 12ª classe (Grade 12). Negli Stati Uniti, l’insegnamento dell’informatica e delle competenze digitali nelle scuole elementari è regolato da diverse normative federali. Una delle più significative è il Every Student Succeeds Act (ESSA), firmato nel 2015, che promuove l’integrazione della tecnologia nell’istruzione e richiede che gli stati sviluppino piani per garantire che gli studenti acquisiscano competenze digitali.Questa legge riconosce l’importanza della tecnologia per preparare gli studenti al futuro, e puoi trovare il testo completo della legge qui: Every Student Succeeds Act.
Un altro documento cruciale è il National Educational Technology Plan (NETP), pubblicato dal Department of Education degli Stati Uniti. Il NETP fornisce linee guida su come integrare la tecnologia nell’insegnamento e nell’apprendimento, evidenziando le competenze necessarie per gli studenti in un mondo sempre più digitale. Questo piano sottolinea l’importanza della cittadinanza digitale e della sicurezza online. Maggiori dettagli sono disponibili qui: National Educational Technology Plan.
L’insegnamento dell’informatica è sempre più integrato nel sistema scolastico K-12, dall’asilo alle superiori. Le politiche variano da stato a stato, ma in generale, l’informatica sta assumendo un ruolo sempre più importante.
- Elementari: Gli studenti imparano a utilizzare dispositivi informatici come computer, tablet e smartphone. Viene insegnato come navigare in Internet in modo sicuro e responsabile. Gli studenti vengono incoraggiati a sviluppare abilità di problem-solving e pensiero critico attraverso attività che richiedono logica e sequenze. Viene data importanza alla consapevolezza della sicurezza online, insegnando agli studenti come proteggere le loro informazioni personali e riconoscere i comportamenti rischiosi.
- medie: Gli studenti iniziano con concetti di base tramite programmi come “Hour of Code“, un’iniziativa che introduce i giovani alla programmazione attraverso tutorial interattivi di un’ora. Anche se non è richiesta esperienza pregressa, questi programmi fungono da base per argomenti più avanzati negli anni successivi.
- Scuole superiori: Gli studenti possono accedere a corsi avanzati, come quelli dell’AP (Advanced Placement) in Computer Science, dove imparano linguaggi di programmazione come Java e concetti di sviluppo software. Questi corsi mirano a preparare gli studenti per il mondo del lavoro e per studi universitari nel campo della tecnologia.
Molti stati stanno introducendo normative per rendere obbligatorio l’insegnamento dell’informatica nelle scuole, cercando di ridurre il divario digitale e garantire che tutti gli studenti abbiano le stesse opportunità.
L’informatica nelle scuole in Italia
In Italia, l’insegnamento dell’informatica ha cominciato a prendere piede nella scuola secondaria di primo grado, ma il curriculum è ancora piuttosto superficiale. Molto spesso si assiste a piccoli programmi introduttivi fin dalla scuola primaria ma solo in ambito privato e all’interno di scuole virtuose nell’ambito pubblico.
- Scuola media: L’informatica viene insegnata a livello molto generale, spesso limitandosi a software di base come Word e PowerPoint, con qualche piccolo accenno alla sicurezza informatica.
- Scuola superiore: Negli istituti tecnici e professionali l’informatica è più strutturata, con corsi di programmazione, gestione dei database, reti e sistemi operativi. Tuttavia, nei licei, a parte qualche eccezione come il Liceo Scientifico Opzione Scienze Applicate, l’informatica non ha ancora un ruolo centrale.
Nonostante alcuni progressi negli ultimi anni, l’Italia rimane molto indietro rispetto ad altri paesi in termini di preparazione informatica nelle scuole. La mancanza di un curriculum strutturato e coerente in tutti gli indirizzi scolastici limita le opportunità per i giovani di acquisire le competenze necessarie per affrontare il mondo del lavoro moderno.
Ancora più grave è la scarsa attenzione rivolta a queste discipline, che finisce per spegnere nei più giovani l’interesse verso l’innovazione, indirizzandoli a diventare semplici consumatori di tecnologia anziché creatori.
Conclusioni
Come già accennato nel precedente articolo, la classe dirigente di oggi si è formata nei banchi di scuola circa 20 / 30 anni fa, e per formare una nuova classe dirigente che abbia una formazione digitale, ne occorreranno altri 20 o 30.
Se oggi iniziamo a colmare il gap, non solo potremo formare una nuova generazione di giovani innovatori con competenze tecnologiche avanzate, ma potremo anche trasformare la nostra classe dirigente in individui capaci di guidare l’innovazion in modo prospettico e strategico.
Per evolvere davvero nel progresso tecnologico, dobbiamo andare oltre la semplice gestione delle emergenze. È cruciale sviluppare un piano di lungo termine per promuovere l’innovazione e valorizzare il talento. Perdere talenti non significa solo vedere i nostri “cervelli” andare all’estero, ma peggio ancora non riuscire ad accendere la scintilla della passione per il digitale nelle nuove generazioni. Spesso questo accade perché nelle scuole non se ne parla o meglio dire perché la scuola non è preparata a parlarne.
Durante i nostri workshop all’interno delle nostre conferenze, notiamo come i giovani si entusiasmino scoprendo come creare o hackerare la tecnologia. Alcuni insegnanti ci hanno raccontato che molti studenti, tornati a casa, hanno sviluppato da soli percorsi di approfondimento e si sono appassionati alla tecnologia vedendola da dentro, non solo come utilizzatori. Questo è ciò che significa far nascere una passione e non perdere i talenti.
Per cambiare davvero le cose, dobbiamo ripensare le scuole, formando insegnanti capaci di introdurre l’educazione civica digitale, l’informatica e la sicurezza informatica fin dalle scuole primarie. Solo così potremo superare un approccio baroccheggiante dell’insegnamento e guardare verso un futuro di innovazione.
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Save A Packet, Use Cheap Co-Ax!
Anyone who works with radio transmitters will know all about matching and impedance, and also about the importance of selecting the best co-axial cable connecting transistor and antenna. But here’s [Steve, KD2WTU] with a different take, he’s suggesting that sometimes a not-so-good co-ax choice can make the grade. He’s passing up expensive 50 ohm cable in favour of the cheap and ubiquitous 75 ohm RG6 cable used in domestic TV and satellite receiver installations.
Fighting that received wisdom, he outlines the case for RG6. It’s cheap and it has a surprisingly low loss figure compared to some more conventional choices, something that shouldn’t be a surprise once we consider that it’s designed to carry GHz-plus signals. Where it loses is in having a lower maximum power rating. Power shouldn’t be a problem to a shoestring ham for whom 100W is QRO. Another issue is that 75 ohm coax necessitates a tuner for 50 ohm transmitters. It also has the effect of changing the resonance of some antennas, meaning a few mods may be in order.
So we’re convinced, and with the relatively QRP shack here we can’t see RG6 being a problem. Maybe it’s something to try in out next antenna experiment. Meanwhile if you’re interested in some of the background on co-ax impedance choices, we’ve been there before.
youtube.com/embed/5knzS-1gCUM?…
La Controversa Storia dell’hacker Carmelo Miano. Il Doppio Volto tra FBI, AISI e Mercati Neri
Nonostante gli sforzi del suo avvocato per ottenere una misura alternativa, Carmelo Miano, il giovane hacker di Gela, rimane in carcere. Il tribunale del Riesame di Napoli ha confermato la decisione di mantenere la sua detenzione presso Regina Coeli, rifiutando la richiesta di scarcerazione.
La sua detenzione è il risultato di un’inchiesta che lo accusa di aver violato i sistemi informatici del Ministero della Giustizia, accedendo illegalmente a 46 indirizzi email, tra cui quelli di figure di spicco come Nicola Gratteri e Raffaele Cantone. Nonostante abbia ammesso alcuni dei reati, la gravità delle accuse ha reso difficile ottenere un alleggerimento della sua pena
Collaborazione con FBI e AISE nelle Operazioni Contro la Pedopornografia
Mentre le indagini iniziano a scavare sul caso, iniziano a fuoriuscire ulteriori informazioni dove sembra che Miano abbia fornito assistenza alle forze dell’ordine. Secondo quanto riportato, Miano ha offerto le sue competenze all’FBI (Federal Bureau of Investigation statunitense) e all’AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna), contribuendo a importanti operazioni internazionali, in particolare contro reti di pedopornografia.
La sua collaborazione ha coinvolto anche la Polizia Postale, che ha comunque eseguito il suo arresto nell’ambito dell’inchiesta legata alla violazione del sistema informatico del Ministero. Questo contributo non è stato però sufficiente a risolvere la sua situazione giudiziaria, lasciando molti dubbi sulla sua reale posizione dell’hacker italiano.
Il Mistero dei 7 Milioni di Euro e i Black Market
Uno dei punti più oscuri della vicenda di Carmelo Miano (e non facilmente ricostruibile) riguarda la sua presunta partecipazione nei mercati neri del dark web, in particolare il “Berlusconi Market”. Questo mercato, conosciuto per il traffico illegale di beni e servizi, è stato oggetto di indagini, e Miano potrebbe aver avuto un ruolo nel suo funzionamento.
Le autorità hanno sequestrato 7 milioni di euro a Miano, ma non è ancora chiaro come questi fondi siano stati prelevati e da dove provengano. Alcuni sospettano che Miano abbia sottratto questi fondi addirittura ad altri criminali informatici, oppure che abbia acquisito tali fondi acquistando Bitcoin all’inizio della storia della famosa criptovaluta. Questa ambiguità rimane uno degli elementi centrali del caso, con ulteriori sviluppi che potrebbero emergere dalle indagini.
Collaboratore o Opportunista?
La domanda principale che rimane irrisolta è se Carmelo Miano abbia agito solo per collaborare con le autorità o se abbia utilizzato le informazioni raccolte per guadagno personale. Sebbene il suo avvocato insista sul fatto che Miano abbia agito con l’intento di aiutare le forze dell’ordine, restano forti sospetti sul suo coinvolgimento in attività illegali. Le autorità stanno ancora analizzando una vasta quantità di dati informatici sequestrati durante la perquisizione della sua abitazione, che potrebbero chiarire meglio la sua posizione. Il suo avvocato, Gioacchino Genchi, ha sottolineato che Miano non ha beneficiato personalmente delle informazioni acquisite, ma il caso resta aperto, e nuovi sviluppi potrebbero emergere.
La strategia difensiva di Genchi è basata sull’argomentazione che Carmelo Miano sia un hacker estremamente abile, tanto da poter compromettere l’intero sistema giudiziario italiano, ma che non lo abbia fatto perché non è un criminale. Genchi ha dichiarato che Miano aveva accesso a informazioni sensibili, come le caselle di posta delle procure e delle direzioni antimafia, ma ha scelto di non utilizzarle a fini illeciti. Secondo Genchi, Miano si è concentrato solo sui dati che lo riguardavano personalmente, spinto dall’ossessione per le indagini in corso su di lui.
Carmelo Miano rappresenta ad oggi una figura controversa, in bilico tra l’immagine di un collaboratore delle autorità e quella di un hacker che potrebbe aver sfruttato le sue abilità per scopi personali. Il suo futuro rimane incerto, e il caso continua a destare grande attenzione a livello nazionale.
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Robot umanoidi, amici o rivali? La psicologia svela la verità
Gli umanoidi sono una realtà in continua evoluzione. Anche se siamo ancora lontani dai robot umanoidi dei film di fantascienza, i progressi tecnologici degli ultimi anni hanno portato a risultati sorprendenti. È probabile che nei prossimi anni assisteremo a un’accelerazione dello sviluppo di queste macchine, con un impatto sempre maggiore sulla nostra vita quotidiana.
Quando parliamo di umanoidi, ci riferiamo a robot progettati per assomigliare e interagire con gli esseri umani. Le loro capacità variano notevolmente a seconda del modello e delle tecnologie utilizzate.
Perché la psicologia si interessa agli umanoidi?
L’avvento dei robot umanoidi, sempre più sofisticati e capaci di interagire in modo naturale con gli esseri umani, solleva una serie di interrogativi a cui la psicologia cerca di dare risposta. Comprendere come gli esseri umani interagiscono con i robot è fondamentale per lo sviluppo di tecnologie sempre più sofisticate e per affrontare le sfide e le opportunità che si presenteranno in futuro. L’influenza degli umanoidi sul nostro stato d’animo è un campo di studio sempre più attivo. La capacità di questi robot di simulare emozioni e comportamenti umani può avere un impatto significativo sulle nostre reazioni emotive e sul nostro benessere psicologico.
Quali sono le applicazioni pratiche della psicologia in questo campo?
- Progettazione di robot: La psicologia può aiutare a progettare robot più intuitivi e facili da usare, in grado di stabilire relazioni positive con gli utenti.
- Terapia: I robot umanoidi potrebbero essere utilizzati in futuro per supportare terapie per disturbi come l’autismo o la depressione.
- Educazione: I robot potrebbero diventare strumenti didattici personalizzati, in grado di adattarsi alle esigenze individuali degli studenti.
- Assistenza agli anziani: I robot umanoidi potrebbero fornire assistenza agli anziani, aiutandoli nelle attività quotidiane e offrendo compagnia.
La psicologia si interessa agli umanoidi per una serie di motivi fondamentali che riguardano la comprensione della natura umana e le interazioni sociali. Inoltre ci offre un’opportunità unica per:
- Comprendere meglio noi stessi: Studiando le nostre reazioni agli umanoidi, possiamo approfondire la nostra conoscenza della mente umana e dei processi cognitivi.
- Sviluppare tecnologie più umane: La psicologia può aiutare a progettare robot che siano più intuitivi, più efficaci e più in sintonia con le nostre esigenze.
- Affrontare le sfide del futuro: L’avvento degli umanoidi solleva importanti questioni etiche e sociali.
La percezione pubblica degli umanoidi
La nostra reazione a questi robot è influenzata da una miriade di fattori, sia individuali che culturali. É un tema affascinante e complesso, che intreccia elementi di fantascienza, etica, sociologia e psicologia. La crescente sofisticazione della robotica e dell’intelligenza artificiale sta portando alla creazione di macchine sempre più simili agli esseri umani, suscitando un ampio spettro di reazioni: dalla fascinazione alla paura, dalla curiosità all’ansia.
Perché gli umanoidi ci affascinano e ci inquietano?
La nostra tendenza innata ad attribuire caratteristiche umane a oggetti o entità non umane gioca un ruolo fondamentale. Un robot che cammina, parla e interagisce in modo simile innesca in noi un’immediata risposta emotiva. Gli umanoidi sono spesso visti come una sorta di “specchio” della nostra umanità, ponendo domande profonde sulla nostra identità, sulla coscienza e sul significato dell’essere umano. La rapidità con cui la tecnologia si evolve può generare ansia e incertezza. La prospettiva di macchine intelligenti che potrebbero superarci in alcune capacità suscita timori legati alla perdita di controllo e alla deumanizzazione con la perdita di competenze e abilità che sono fondamentali per la nostra crescita personale e sociale.
Aspetti positivi e negativi della percezione pubblica
- Aspetti positivi:
- Assistenza: Gli umanoidi potrebbero svolgere un ruolo cruciale nell’assistenza agli anziani, ai disabili e nelle operazioni di soccorso.
- Compagnia: Potrebbero fornire compagnia e supporto emotivo, mitigando la solitudine.
- Innovazione: Stimolano la ricerca e lo sviluppo in numerosi settori, dall’ingegneria alla psicologia.
- Aspetti negativi:
- Disoccupazione: L’automazione potrebbe portare alla perdita di sempre più posti di lavoro in molti settori.
- Dipendenza: Un’eccessiva dipendenza dagli umanoidi potrebbe indebolire le relazioni umane e le capacità individuali.
- Manipolazione: L’uso malintenzionato degli umanoidi potrebbe portare a nuove forme di controllo sociale e manipolazione dell’opinione pubblica.
Il rapporto tra l’uomo e gli umanoidi è destinato a evolversi in modo profondo e complesso. È un viaggio affascinante che ci porterà a esplorare i limiti della nostra umanità e a ridefinire il nostro posto nel mondo.
La vera sfida è quella di trovare un equilibrio. È necessario definire delle linee guida etiche chiare per lo sviluppo e l’utilizzo degli umanoidi, al fine di evitare abusi e di garantire il rispetto dei diritti umani. Per affrontare le sfide poste dallo sviluppo degli umanoidi è necessaria una collaborazione tra ingegneri, filosofi, sociologi e psicologi.
Come ci può aiutare la psicologia in concreto nello sviluppo degli umanoidi?
La psicologia offre un quadro teorico e metodologico fondamentale per lo sviluppo di umanoidi in grado di interagire in modo efficace e significativo con gli esseri umani. L’integrazione delle conoscenze psicologiche nel processo di progettazione può portare alla creazione di robot più umanizzati, capaci di svolgere un ruolo sempre più importante nella nostra società.
La psicologia sociale e sperimentale offrono un contributo fondamentale e multiforme allo sviluppo degli umanoidi . Ad esempio, la psicologia sociale può aiutare a comprendere come gli esseri umani si relazionano con gli umanoidi, mentre la psicologia sperimentale può fornire gli strumenti per progettare interazioni più naturali e coinvolgenti. L’obiettivo è creare un futuro in cui umanoidi e uomini possano coesistere in modo armonioso, valorizzando le rispettive caratteristiche e complementandosi a vicenda. Gli umanoidi possono diventare strumenti preziosi per migliorare la nostra vita, ma non devono sostituirci.
In conclusione, la sfida per trovare un equilibrio tra umanoide e uomo richiede un impegno costante da parte di tutti noi!
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L’autonomia differenziata va fermata, lo strapotere delle regioni anche l Contropiano
"Con questa legge ci saranno ad esempio venti diversi sistemi sanitari e scolastici in competizione tra loro e al ribasso, contratti di lavoro e gestione delle politiche abitative differenziati, atenei già danneggiati dall’autonomia universitaria e ora ancor più soggetti a tagli dei fondi e ingresso dei privati, gestione del diritto allo studio disastrosa."
The Design Process For A Tiny Robot Brain
As things get smaller, we can fit more processing power into devices like robots to allow them to do more things or interact with their environment in new ways. If not, we can at least build them for less cost. But the design process can get exponentially more complicated when miniaturizing things. [Carl] wanted to build the smallest 9-axis robotic microcontroller with as many features as possible, and went through a number of design iterations to finally get to this extremely small robotics platform.
Although there are smaller wireless-enabled microcontrollers, [Carl] based this project around the popular ESP32 platform to allow it to be usable by a wider range of people. With that module taking up most of the top side of the PCB, he turned to the bottom to add the rest of the components for the platform. The first thing to add was a power management circuit, and after one iteration he settled on a circuit which can provide the board power from a battery or a USB cable, while also managing the battery’s charge. As for sensors, it has a light sensor and an optional 9-axis motion sensor, allowing for gesture sensing, proximity detection, and motion tracking.
Of course there were some compromises in this design to minimize the footprint, like placing the antenna near the USB-C charger and sacrificing some processing power compared to other development boards like the STM-32. But for the size and cost of components it’s hard to get so many features in such a small package. [Carl] is using it to build some pretty tiny robots so it suits his needs perfectly. In fact, it’s hard to find anything smaller that isn’t a bristlebot.
youtube.com/embed/eGRXOBEn9zk?…
Italo Calvino - L'antilingua
pubblicato su «Il Giorno», 3 febbraio 1965
Il brigadiere è davanti alla macchina da scrivere. L’interrogato, seduto davanti a lui, risponde alle domande un po’ balbettando, ma attento a dire tutto quel che ha da dire nel modo più preciso e senza una parola di troppo: «Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata». Impassibile, il brigadiere batte veloce sui tasti la sua fedele trascrizione: «Il sottoscritto essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l’avviamento dell’impianto termico, dichiara d’essere casualmente incorso nel rinvenimento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di aver effettuato l’asportazione di uno dei detti articoli nell’intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, non essendo a conoscenza dell’avvenuta effrazione dell’esercizio soprastante».
Ogni giorno, soprattutto da cent’anni a questa parte, per un processo ormai automatico, centinaia di migliaia di nostri concittadini traducono mentalmente con la velocità di macchine elettroniche la lingua italiana in un’antilingua inesistente. Avvocati e funzionari, gabinetti ministeriali e consigli d’amministrazione, redazioni di giornali e di telegiornali scrivono parlano pensano nell’antilingua. Caratteristica principale dell’antilingua è quello che definirei il «terrore semantico», cioè la fuga di fronte a ogni vocabolo che abbia di per se stesso un significato, come se «fiasco» «stufa» «carbone» fossero parole oscene, come se «andare» «trovare» «sapere» indicassero azioni turpi. Nell’antilingua i significati sono costantemente allontanati, relegati in fondo a una prospettiva di vocaboli che di per se stessi non vogliono dire niente o vogliono dire qualcosa di vago e sfuggente. «Abbiamo una linea esilissima, composta da nomi legati da preposizioni, da una copula o da pochi verbi svuotati della loro forza» come ben dice Pietro Citati che di questo fenomeno ha dato su queste colonne un’efficace descrizione.
Chi parla l’antilingua ha sempre paura di mostrare familiarità e interesse per le cose di cui parla, crede di dover sottintendere: «io parlo di queste cose per caso, ma la mia funzione è ben più in alto delle cose che dico e che faccio, la mia funzione è più in alto di tutto, anche di me stesso». La motivazione psicologica dell’antilingua è la mancanza d’un vero rapporto con la vita, ossia in fondo l’odio per se stessi. La lingua invece vive solo d’un rapporto con la vita che diventa comunicazione, d’una pienezza esistenziale che diventa espressione. Perciò dove trionfa l’antilingua – l’italiano di chi non sa dire «ho fatto» ma deve dire «ho effettuato» – la lingua viene uccisa.
Se il linguaggio «tecnologico» di cui ha scritto Pasolini (cioè pienamente comunicativo, strumentale, omologatore degli usi diversi) si innesta sulla lingua non potrà che arricchirla, eliminarne irrazionalità e pesantezze, darle nuove possibilità (dapprincipio solo comunicative, ma che creeranno, come è sempre successo, una propria area di espressività); se si innesta sull’antilingua ne subirà immediatamente il contagio mortale, e anche i termini «tecnologici» si tingeranno del colore del nulla.
L’italiano finalmente è nato, – ha detto in sostanza Pasolini, – ma io non lo amo perché è «tecnologico».
L’italiano da un pezzo sta morendo, – dico io, – e sopravviverà soltanto se riuscirà a diventare una lingua strumentalmente moderna; ma non è affatto detto che, al punto in cui è, riesca ancora a farcela.
Il problema non si pone in modo diverso per il linguaggio della cultura e per quello del lavoro pratico. Nella cultura, se lingua «tecnologica» è quella che aderisce a un sistema rigoroso, – di una disciplina scientifica o d’una scuola di ricerca – se cioè è conquista di nuove categorie lessicali, ordine più preciso in quelle già esistenti, strutturazione più funzionale del pensiero attraverso la frase, ben venga, e ci liberi di tanta nostra fraseologia generica. Ma se è una nuova provvista di sostantivi astratti da gettare in pasto all’antilingua, il fenomeno non è positivo né nuovo, e la strumentalità tecnologica vi entra solo per finta.
Ma il giusto approccio al problema mi pare debba avvenire al livello dell’uso parlato, della vita pratica quotidiana. Quando porto l’auto in un’officina per un guasto, e cerco di spiegare al meccanico che «quel coso che porta al coso mi pare che faccia uno scherzo sul coso», il meccanico che fino a quel momento ha parlato in dialetto guarda dentro il cofano e spiega con un lessico estremamente preciso e costruendo frasi d’una funzionale economia sintattica, tutto quello che sta succedendo al mio motore. In tutta Italia ogni pezzo della macchina ha un nome e un nome solo, (fatto nuovo rispetto alla molteplicità regionale dei linguaggi agricoli; meno nuovo rispetto a vari lessici artigiani), ogni operazione ha il suo verbo, ogni valutazione il suo aggettivo. Se questa è la lingua tecnologica, allora io ci credo, io ho fiducia nella lingua tecnologica.
Mi si può obiettare che il linguaggio – diciamo così – tecnico-meccanico è solo una terminologia; lessico, non lingua. Rispondo: più la lingua si modella sulle attività pratiche, più diventa omogenea sotto tutti gli aspetti, non solo, ma pure acquista «stile». Finché l’italiano è rimasto una lingua letteraria, non professionale, nei dialetti (quelli toscani compresi, s’intende) esisteva una ricchezza lessicale, una capacità di nominare e descrivere i campi e le case, gli attrezzi e le operazioni dell’agricoltura e dei mestieri che la lingua non possedeva. La ragione della prolungata vitalità dei dialetti in Italia è stata questa. Ora, questa fase è superata da un pezzo: il mondo che abbiamo davanti, – case e strade e macchinari e aziende e studi, e anche molta dell’agricoltura moderna – è venuto su con nomi non dialettali, nomi dell’italiano, o costruiti su modelli dell’italiano, oppure d’una inter-lingua scientifico-tecnico-industriale, e vengono adoperati e pensati in strutture logiche italiane o interlinguistiche. Sarà sempre di più questa lingua operativa a decidere le sorti generali della lingua.
Anche nel suo aspetto espressivo: non tanto per le possibili rapide fortune di nuovi termini che dall’uso scientifico o tecnico passano a quello metaforico, affettivo, psicologico ecc. (questo è sempre successo: parole come «allergico», «cartina al tornasole», «relativistico» già erano entrate nell’«italiano medio» dei nostri padri, ma devo dire che mi garbano poco), ma perché anche qui le forme dell’uso pratico sono sempre determinanti, fanno cadere vecchie forme di coloritura espressiva diventate incompatibili col resto del modo di parlare, obbligano a sostituirle con altre.
Il dato fondamentale è questo: gli sviluppi dell’italiano oggi nascono dai suoi rapporti non con i dialetti ma con le lingue straniere. I discorsi sul rapporto lingua-dialetti, sulla parte che nell’italiano d’oggi hanno Firenze o Roma o Milano, sono ormai di scarsa importanza. L’italiano si definisce in rapporto alle altre lingue con cui ha continuamente bisogno di confrontarsi, che deve tradurre e in cui deve essere tradotto.
Le grandi lingue europee hanno tutte i loro problemi, al loro interno e soprattutto nel confronto reciproco, tutte hanno limiti gravi di fronte ai bisogni della civiltà contemporanea, nessuna riesce a dire tutto quello che avrebbe da dire. Per esempio, la spinta innovatrice del francese, di cui parlava su queste colonne Citati, è fortemente frenata dalla struttura della frase fondamentalmente classicista, letteraria, conservatrice: la Quinta Repubblica vive il contrasto tra la sua realtà economica solidamente tecnocratica e il suo linguaggio d’una espressività letteraria vaga e anacronistica.
La nostra epoca è caratterizzata da questa contraddizione: da una parte abbiamo bisogno che tutto quel che viene detto sia immediatamente traducibile in altre lingue; dall’altra abbiamo la coscienza che ogni lingua è un sistema di pensiero a sé stante, intraducibile per definizione.
Le mie previsioni sono queste: ogni lingua si concentrerà attorno a due poli: un polo di immediata traducibilità nelle altre lingue con cui sarà indispensabile comunicare, tendente ad avvicinarsi a una sorta di interlingua mondiale ad alto livello; e un polo in cui si distillerà l’essenza più peculiare e segreta della lingua, intraducibile per eccellenza, e di cui saranno investiti istituti diversi come l’argot popolare e la creatività poetica della letteratura.
L’italiano nella sua anima lungamente soffocata, ha tutto quello che ci vuole per tenere insieme l’uno e l’altro polo: la possibilità d’essere una lingua agile, ricca, liberamente costruttiva, robustamente centrata sui verbi, dotata d’una varia gamma di ritmi nella frase. L’antilingua invece esclude sia la comunicazione traducibile, sia la profondità espressiva. La situazione sta in questi termini: per l’italiano trasformarsi in una lingua moderna equivale in larga parte a diventare veramente se stesso, a realizzare la propria essenza; se invece la spinta verso l’antilingua non si ferma ma continua a dilagare, l’italiano scomparirà dalla carta linguistica d’Europa come uno strumento inservibile.
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Articolo recente sul traffico indotto da nuove strade. E perché è male per il cambiamento climatico. Intervista. In inglese.
Why widening highways doesn’t reduce traffic congestion
It has to do with a phenomenon called induced demand.
Interview with Amy Lee, a postdoctoral scholar at the UCLA Institute of Transportation Studies, has spent years studying induced travel and the politics of highway expansions in California.
Test su titolo parzialmente ipertestuale
@Test: palestra e allenamenti :-)
Vediamo stavolta che succede
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GAZA. Nuovo massacro, raid aereo uccide 87 persone a Beit Lahiya
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il bombardamento ha preso di mira diverse case della cittadina nel nord della Striscia al centro da giorni di una nuova offensiva militare. Israele descrive come "esagerato" il bilancio dei morti
L'articolo GAZA. Nuovo massacro, raid aereo uccide 87 persone a Beit Lahiya
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
Coordinamento per la Pace | Instagram, Facebook | Linktree
linktr.ee/coordinamentopacemil…
Liberismo, pailettes e cotillon: tutti al macello ma col sorriso l Kulturjam
"Il liberismo economico, nel suo trionfo apparente, sembra aver costruito un mondo di benessere e progresso. Tuttavia, dietro le luci scintillanti di questo sistema, si cela una realtà molto diversa: quella di un meccanismo spietato che alimenta disoccupazione, sfruttamento e competizione tra i lavoratori. Il risultato è una società in cui i più deboli sono schiacciati, ma il tutto avviene sotto una patina festosa, tra sorrisi ipocriti e promesse di un futuro radioso."
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Anche ieri è stata una buona giornata, pure calda, ma un po' più pigra a parte una passeggiata.
A sera ristorante con amici: delizioso Käsespätzle e a seguire stellarissimo Keiserschmarrn. C'è del buono e del bello in quel di Cermania e mi piace non fare manco una cazzo di foto per immortalare.
#weekend #relax #BelleGiornate
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IL FEDIVERSO
Gnu/Linux Italia (LaserOffice) ha pubblicato un mio articolo introduttivo al Fediverso e della sua correlazione con il panorama opensource.
laseroffice.it/blog/2024/10/20…
FEDIVERSO: Un'alternativa decentralizzata e open source ai social network proprietari - Aggregatore
Nel mondo odierno, la maggior parte delle persone si affida a piattaforme social centralizzate come Facebook, Instagram, YouTube e WhatsApp. Questi servizi,Alex (Aggregatore GNU/Linux e dintorni)
Siamo sicuri che le VPN proteggono l'anonimato?
Alcune (le maggiori?) hanno un chiaro profumo di Israele...
ExpressVPN, CyberGhost, Private Internet Access, ZenMate --- Kape Technologies products
GAZA. Nuovo massacro, raid aereo uccide 73 persone a Beit Lahiya
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il bombardamento ha preso di mira diverse case della cittadina nel nord della Striscia al centro da giorni di una nuova offensiva militare. Israele descrive come "esagerato" il bilancio dei morti
L'articolo GAZA. Nuovo massacro, raid aereo uccide 73 persone a Beit Lahiya
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Una signora (secondo me un po' bizzarra) mi ha appena detto che mi devo rallegrare che la Meloni governi l'Italia perché ha "valori cristiani" e pensa "normale".
Vabbene signo'!
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Oggi, 20 ottobre, nel 1944
Milano sotto i bombardamenti, gli Alleati colpiscono una scuola.
184 bimbi (assieme ai loro insegnanti) perdono la vita. È quella rimasta nella storia come la strage di Gorla.
Storia reshared this.
Un articolo del 2021.
[https://storiainrete.com/seconda-guerra-mondiale-ancora-25-mila-le-bombe-inesplose/]
Seconda guerra mondiale: ancora 25 mila le bombe inesplose - Storia in Rete
di Claudia Osmetti da Libero quotidiano del 20 settembre 2021 La Seconda Guerra Mondiale non è mai finita. Non in Italia. Tranquilli: non è il solito articolo sui neofascisti o i post-partigiani, non c'entrano niente.Redazione Sir (Storia in Rete)
G7 Difesa, in un mondo più fragile servono capacità militari. La versione di Serino
@Notizie dall'Italia e dal mondo
[quote]L’impiego della forza militare e di strumenti ibridi offensivi orientati all’allargamento territoriale o all’espansione della propria sfera di influenza a scapito di altri Paesi è una condizione che sta rendendo lo scenario geopolitico globale sempre più fluido e instabile. Ed è su questo scenario che, per la prima
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La strategia di Israele tra violazioni del diritto internazionale e guerra totale in Medio Oriente | World Politics Blog
"Israele è colpevole di gravi violazioni del diritto internazionale nella sua espansione delle ostilità in Medio Oriente, coinvolgendo le forze di pace delle Nazioni Unite e mettendo ulteriormente a repentaglio la stabilità regionale, con il coinvolgimento di altre potenze come l’Iran."
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Gabriele Orlando reshared this.
La Manovra
@Politica interna, europea e internazionale
L'articolo La Manovra proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Politica interna, europea e internazionale reshared this.
Putin: "Usa tirano europei come cagnolini al guinzaglio" • Imola Oggi
imolaoggi.it/2024/10/19/putin-…
I segreti dell’esercito israeliano svelati da Luttwak e Shamir
@Notizie dall'Italia e dal mondo
[quote]Quando nel maggio del’48 vennero istituite le Forze di difesa israeliane, queste erano piccole, scarsamente equipaggiate, ma subito in guerra, e in mancanza di armi sufficienti o di una capacità industriale interna per produrle, il neonato esercito fu costretto ad accontentarsi di qualunque cosa su cui
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Più navi e più potenza di fuoco. Il futuro della Marina militare italiana
@Notizie dall'Italia e dal mondo
[quote]La Marina militare italiana dispone attualmente della flotta potenzialmente più capacitiva dell’intero panorama di Stati rivieraschi del Mediterraneo. Seppure la Marine nationale francese disponga sulla carta di più piattaforme, esse vanno “spalmate” sull’enorme Zona
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Lavoratori migranti abbandonati al loro destino nel Libano sotto attacco
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Migliaia di manovali stranieri, in prevalenza donne impiegate fino a qualche settimana fa come domestiche nelle case, sono stati abbandonati in strada dai loro datori di lavoro in fuga a causa degli attacchi militari israeliani
L'articolo Lavoratori migranti
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Istat, la corruzione è in calo ma non ancora debellata l La Città Futura
"Secondo l’ultimo rapporto Istat, sono calate nel periodo 2022-2023 le richieste corruttive di denaro o altro alle famiglie per avere in cambio beni, agevolazioni o servizi. Ma non possiamo gioire, perché il fenomeno corruttivo non è affatto sconfitto."
EUROPOL ospita la Conferenza europea sulla criminalità informatica
Questa settimana, Europol ha ospitato la comunità mondiale delle forze dell'ordine e l'industria della #cybersicurezza al suo quartier generale, in concomitanza con il mese internazionale di sensibilizzazione sulla sicurezza informatica.
La settimana si è incentrata sulla Conferenza europea sulla criminalità informatica e ha segnato il 10° anniversario della task force congiunta sulla criminalità informatica (J-CAT).
La conferenza europea sulla criminalità informatica, aperta dal 16 al 17 ottobre, ha fornito una piattaforma per discutere le ultime tendenze e sfide della criminalità informatica. Hanno partecipato più di 460 rappresentanti di 82 paesi, tra cui funzionari delle forze dell'ordine, esperti di sicurezza informatica e rappresentanti dell'industria, tutti concentrati sul rafforzamento della sicurezza e della resilienza dell'Europa di fronte alle crescenti minacce informatiche.
La conferenza di quest'anno ha rappresentato cinque elementi tematici chiave:
- Operazioni di impatto: mostrando le recenti operazioni internazionali di contrasto, questo blocco ha evidenziato i metodi di individuazione, indagine e di interruzione impiegati per affrontare il crimine informatico.
- L'accesso ai dati per la rapida interruzione: Questo blocco ha esplorato le opportunità di accesso ai dati ed ha esaminato gli ostacoli giuridici, politici e tecnici che incidono sull'individuazione, l'indagine e l'interruzione delle minacce informatiche.
- Sfide future contro la criminalità informatica: Incentrato sull'anticipazione delle prossime sfide nel panorama della criminalità informatica, questo blocco ha sottolineato la necessità di continuare ad avanzare le minacce e le possibili soluzioni. - I 10 anni di realizzazione operativa di #J-CAT: In occasione del 10° anniversario della J-CAT, questo blocco si rifletteva sulla creazione della task force, sui primi casi chiave, sulle priorità attuali e sulla direzione futura.
- Sfruttare la tecnologia per indagini di successo: l'ultimo blocco ha esaminato come le tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale, possano essere sfruttate nella lotta contro la #criminalitàinformatica.
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Occupare e coltivare: i nuovi guardiani della colonizzazione israeliana l L'Indipendente
"In Israele l’agricoltura è veicolo della colonizzazione. Con essa i coloni allargano gli insediamenti, dopo aver cacciato con la forza i palestinesi e aver distrutto i loro raccolti e i loro oliveti. Sono varie le organizzazioni che svolgono il lavoro sporco per conto dello Stato di Israele, occupando le terre in Cisgiordania. Alcune di queste contano decine di migliaia di volontari che operano nel settore agricolo."
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Klod Cripta
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