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Il Ministero Istruzione e Merito annulla il convegno contro la militarizzazione della scuola: ora resistere è imperativo

Il ministero blocca l'evento "La scuola non si arruola" e avvia procedimento disciplinare contro l'ente organizzatore

ilfattoquotidiano.it/2025/11/0…

@politica


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YouTube Quietly Erased More Than 700 Videos Documenting Israeli Human Rights Violations (The Intercept)

theintercept.com/2025/11/04/yo…
memeorandum.com/251105/p4#a251…

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Oggi il Memorandum Italia-Libia si rinnova automaticamente per tre anni. I lager per migranti continueranno a lavorare a pieno ritmo. Msf denuncia: «Eravamo l’ultima ong rimasta, Tripoli ha cacciato anche noi»

osservatoriorepressione.info/i…


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VLC resterà gratuito per sempre: il suo creatore ha rifiutato offerte milionarie per venderlo. Una scelta che onora la filosofia open source e la libertà degli utenti. Ecco la storia #VLC #OpenSource #UnoLinux

linuxeasy.org/vlc-media-player…


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L’Unione europea ha autorizzato il primo fondo #sostenibile che investe in #armi, svuotando di significato l’idea stessa di finanza sostenibile
valori.it/fine-della-sostenibi…

#banchearmate #finanzaetica


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La politica delle maestre: blogz.zaclys.com/nilocram/la-p…

Frugando in un mio vecchio blog quasi dimenticato ho ritrovato questo testo della maestra Cristina Mecenero, tratto dal sito ormai scomparso di Retescuole.

Il testo, che ha più di 15 anni mi sembra ancora attualissimo.

#scuola #maestre #politica #militanti #Retescuole #ScuolaPrimaria #istruzione #ScuolaPubblica #memoria #Milano

@maupao
@scuola@mastodon.uno
@scuola@poliverso.org
@Puntopanto @informapirata
@wikimediaitalia
@MariuzzoAndrea



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#pcknews #nogenocidio

Una giornalista e scrittrice palestinese che da Gaza ha visto le immagini delle manifestazioni in Italia e le vicende della flotilla scrive per ringraziare il popolo italiano per i sorrisi che le immagini hanno regalato alla popolazione di Gaza

intern.az/1Ofb

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Ora è ufficiale: il governo Meloni è stato denunciato alla Corte penale internazionale per complicità in genocidio.

Non è uno slogan né un titolo di giornale, ma un atto formale. Secondo quanto depositato dall’avvocato Fabio Marcelli, dirigente del Cnr – Istituto di studi giuridici internazionali, il governo italiano è stato denunciato davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja per presunta complicità nel genocidio in corso a Gaza.

L’esposto, stando a quanto reso pubblico, cita direttamente i nomi della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del ministro della Difesa Guido Crosetto e dell’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani. Nell’atto si sostiene che, mentre nella Striscia di Gaza la Commissione internazionale d’inchiesta dell’ONU parla di “genocidio”, l’Italia avrebbe continuato a intrattenere rapporti politici e commerciali con il governo di Benjamin Netanyahu, fornendo di fatto un sostegno indiretto alla prosecuzione delle ostilità.

La denuncia non proviene da un partito o da un gruppo politico, ma da un giurista di lungo corso. Marcelli, nella sua nota, spiega che l’obiettivo è chiamare a rispondere non solo chi compie materialmente i crimini, ma anche chi – secondo la legge internazionale e la legge italiana sul genocidio del 1967 – li favorisce, li sostiene o non interviene per impedirli.

Se la Corte dell’Aja valuterà ammissibile il fascicolo, l’Italia sarà chiamata a fornire spiegazioni. In ogni caso, questo atto resterà come documento storico: nel pieno della devastazione di Gaza, c’è chi ha chiesto formalmente di verificare le responsabilità anche del governo italiano.

La Storia, quando verrà scritta, non dimenticherà questi passaggi. E allora resterà anche questo: che l’Italia, sotto il governo Meloni, è stata chiamata in giudizio per non aver fatto abbastanza per fermare la tragedia palestinese.

Paolo Consiglio

Fonti principali:
– Adnkronos – Denuncia alla Corte Penale Internazionale contro esponenti del governo italiano (settembre 2025).
– Il Fatto Quotidiano – Fabio Marcelli deposita esposto per complicità in genocidio (settembre 2025).
– Commissione internazionale d’inchiesta ONU – Rapporto 2025 su Gaza.

Nota editoriale
Questo articolo rappresenta un’opinione critica e argomentata, fondata su fonti giornalistiche e istituzionali. Le dichiarazioni e i nomi citati sono riportati esclusivamente come contenuto dell’esposto depositato alla CPI e non come accuse formulate dall’autore. Ogni riflessione si colloca nell’ambito della libertà di stampa e di pensiero, principi essenziali in una società democratica.

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Scuola, il Consiglio di Stato sospende il parere sui nuovi programmi: “Carenze e criticità”
https://www.repubblica.it/scuola/2025/09/18/news/scuola_consiglio_di_stato_nuovi_programmi_carenze_criticita-424854998/?utm_source=flipboard&utm_medium=activitypub

Pubblicato su Scuola e università - La Repubblica @scuola-e-universit-la-repubblica-repubblica

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in reply to FranzPNpiu

un pochino troppo semplice liquidare la questione come semplice mitomania.
in reply to Unknow

@unknow ci sta; che altri aspetti andrebbero analizzati? ammetto che nella mia piccola e personale esperienza con i giornalisti ne ho incontrati anche di solo interessati allo spettacolo e non alla notizia; non fa statistica, ma mi viene facile agganciarmi a quanto detto sulla mitomania e la necessità di iniziare a sgonfiare una storia e una campagna mediatica che sta facendo saltare il banco

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È olocausto. Così l’ONU ha finalmente definito il massacro degli israeliani


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/09/e-oloca…
È olocausto. Così l’ONU ha finalmente definito il massacro degli israeliani nei confronti dei palestinesi di Gaza. Questo accertamento deve avere

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Google ha segretamente fornito all'ICE i dati su uno studente attivista pro-Palestina

Google ha consegnato all'ICE le informazioni dell'account Gmail prima di avvisare lo studente o di dargli l'opportunità di contestare la citazione.

@eticadigitale

theintercept.com/2025/09/16/go…

in reply to informapirata ⁂

È c'è chi considera questi grandi player come spazi "liberi" di discussione...
Mai dare nulla per scontato!!

informapirata ⁂ reshared this.


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Ucciso tredicesimo operatore MSF a Gaza medicisenzafrontiere.it/news-e… #News
#News

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La Danimarca dice addio a Windows e Word: il ministero della Digitalizzazione passa a Linux e LibreOffice | DDay.it

dday.it/redazione/53314/la-dan…

Il ministero danese ha avviato la transizione a software open source per rafforzare la sovranità digitale e ridurre la dipendenza da Big Tech statunitensi

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Com'era? Aggressore ed aggredito? Sono ansioso di vedere dalla feccia occidentale ed alleati, l'esposizione delle bandiere iraniane.

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Israele-Germania. Più stretta la collaborazione militare, Berlino acquista l’Arrow 3


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Entro la fine del 2025 Berlino riceverà il sistema di “difesa aerea” israeliano di ultima generazione. Costo: 3,5 miliardi di dollari
L'articolo Israele-Germania. Più stretta la collaborazione militare, Berlino acquista l’Arrow 3 proviene

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Ecco perché a molti piace l'UE... (Corruzione totale)

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C'è questa cosa che mi sento ripetere spesso quando parlo di privacy: "Ma io non ho niente da nascondere!". E ogni volta mi viene da sorridere, perché è come dire che non hai bisogno della libertà di parola perché non hai niente da dire (cit. Snowden)

Pensa a quando sei a casa tua. Hai le tende alle finestre, vero? Eppure non stai facendo niente di illegale. Magari stai cenando con la tua famiglia, guardando un film sul divano, o semplicemente camminando in pigiama per casa, oppure stai facendo sesso con il tuo partner. Sono tutte cose perfettamente normali e legali, ma non per questo vuoi che chiunque passi per strada possa guardare dentro e osservarti. Perché? Perché c'è una differenza fondamentale tra non avere niente da nascondere e voler condividere tutto con tutti!

È un po' come quando Glenn Greenwald, che è un giornalista che si occupa proprio di questi temi, fa questo esperimento sociale. Quando qualcuno gli dice di non preoccuparsi della sorveglianza perché non ha niente da nascondere, lui tira fuori una penna e scrive il suo indirizzo email. Poi dice: "Ok, se davvero non hai niente da nascondere, mandami tutte le password dei tuoi account email. Non solo quella professionale, ma anche quella personale, quella vecchia che usi ancora ogni tanto. Voglio poter leggere tutto quello che scrivi e condividere pubblicamente quello che trovo interessante."

Indovina un po'? Nessuno ha mai accettato. Perché in fondo tutti sappiamo che la privacy non riguarda il nascondere cose illegali o immorali. Riguarda il diritto di avere uno spazio personale, di poter essere noi stessi senza sentirci costantemente osservati. È la differenza tra vivere in una casa con le finestre e vivere in una casa di vetro. Anche se in entrambi i casi fai le stesse identiche cose, in uno ti senti libero e nell'altro ti senti in gabbia!

La privacy è quello spazio che ci permette di essere umani, di sbagliare, di cambiare idea, di crescere senza che ogni nostro passo venga registrato e analizzato. Non si tratta di avere segreti oscuri, si tratta di avere la libertà di esistere senza dover costantemente giustificare ogni nostra scelta a un pubblico invisibile.

Se ancora non sei convinto e continui a ripetere come un mantra: "Che mi spiassero pure tanto non ho nulla da nascondere", ok, va bene... attendo le tue password in un commento qui sotto! Tanto che problema c'è se non hai nulla da nascondere, no?

#privacy #snowden #nonhonulladanascondere

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Governi privati e intelligenza artificiale. Il preprint dell'articolo di Daniela Tafani

A chi inquini il dibattito pubblico con inapplicabili linee guida, anemici standard tecnici e fantasie sulla moralizzazione di inesistenti menti artificiali, convogliando le istanze democratiche in qualche ininfluente consultazione pubblica, occorre ricordare che gli unici agenti artificiali esistenti sono le corporations, come Louis Brandeis osservava, e l'unico approccio democratico all'intelligenza artificiale è quello anti-monopolistico.

Qui il post di @danielatafani

zenodo.org/records/15522002

@Intelligenza Artificiale


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Da oltre un anno il mondo assiste ad uno scempio: Gaza. Nonostante le numerosissime e partecipate manifestazioni pro-Palestina la situazione non è migliorata, complici i governi mondiali, tra i quali l'Italia, che non riconoscono l'ovvio: a Gaza si s…

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Com’è andata? Potere interno e dinamiche da house organ altreconomia.it/banca-etica-pe…

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Il ministero della Giustizia sta limitando il lavoro di “Ristretti Orizzonti”


Da qualche settimana nella redazione di Ristretti Orizzonti, storica rivista del carcere di Padova scritta da persone detenute, lavorano otto detenuti in meno, su una quarantina in totale. Sono quelli provenienti dall’Alta Sicurezza, la sezione del carcere riservata a persone condannate per alcuni tipi di reati associativi in cui si è normalmente sottoposti a una sorveglianza più stretta: non lavorano più in redazione per via di una recente circolare sulla gestione di questa categoria di detenuti diffusa dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP), l’ufficio del ministero della Giustizia che si occupa di carceri

ilpost.it/2025/05/16/ristretti…

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Addio a José Mujica, il rivoluzionario gentile


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dalla lotta armata alla presidenza, dalla prigione alla fattoria: la vita straordinaria di un uomo che ha trasformato la politica in un atto di umanità radicale
L'articolo Addio a José Mujica, il rivoluzionario pagineesteri.it/2025/05/13/ame…

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noyb invia a Meta una lettera di "cessazione e desistenza" per l'addestramento dell'intelligenza artificiale. Azione collettiva europea come potenziale prossimo passo noyb ha inviato una lettera di diffida a Meta, chiedendo che l'azienda interrompa i suoi piani di AI nell'UE mickey14 May 2025


noyb.eu/it/noyb-sends-meta-cea…

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Agcom parla di Cdn ma cerca risorse per le telco, cosa cela l’ultima mossa dell’Autorità. Le ultime mosse dell’Agcom sulla regolamentazione delle Content Delivery Network

Il dibattito sulla regolamentazione delle Content Delivery Network (CDN) è entrato nel vivo. L’AGCOM ha lanciato una consultazione pubblica per valutare l’estensione dell’autorizzazione generale, prevista dal Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (EECC), anche a chi gestisce o possiede infrastrutture CDN sul territorio italiano. Una mossa che, pur motivata da esigenze di equità e controllo, rischia di aprire un nuovo fronte di scontro tra telco e big tech.

startmag.it/innovazione/agcom-…

@Privacy Pride

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😎😎😎😎

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Italo Calvino - L'antilingua


pubblicato su «Il Giorno», 3 febbraio 1965

Il brigadiere è davanti alla macchina da scrivere. L’interrogato, seduto davanti a lui, risponde alle domande un po’ balbettando, ma attento a dire tutto quel che ha da dire nel modo più preciso e senza una parola di troppo: «Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata». Impassibile, il brigadiere batte veloce sui tasti la sua fedele trascrizione: «Il sottoscritto essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l’avviamento dell’impianto termico, dichiara d’essere casualmente incorso nel rinvenimento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di aver effettuato l’asportazione di uno dei detti articoli nell’intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, non essendo a conoscenza dell’avvenuta effrazione dell’esercizio soprastante».
Ogni giorno, soprattutto da cent’anni a questa parte, per un processo ormai automatico, centinaia di migliaia di nostri concittadini traducono mentalmente con la velocità di macchine elettroniche la lingua italiana in un’antilingua inesistente. Avvocati e funzionari, gabinetti ministeriali e consigli d’amministrazione, redazioni di giornali e di telegiornali scrivono parlano pensano nell’antilingua. Caratteristica principale dell’antilingua è quello che definirei il «terrore semantico», cioè la fuga di fronte a ogni vocabolo che abbia di per se stesso un significato, come se «fiasco» «stufa» «carbone» fossero parole oscene, come se «andare» «trovare» «sapere» indicassero azioni turpi. Nell’antilingua i significati sono costantemente allontanati, relegati in fondo a una prospettiva di vocaboli che di per se stessi non vogliono dire niente o vogliono dire qualcosa di vago e sfuggente. «Abbiamo una linea esilissima, composta da nomi legati da preposizioni, da una copula o da pochi verbi svuotati della loro forza» come ben dice Pietro Citati che di questo fenomeno ha dato su queste colonne un’efficace descrizione.
Chi parla l’antilingua ha sempre paura di mostrare familiarità e interesse per le cose di cui parla, crede di dover sottintendere: «io parlo di queste cose per caso, ma la mia funzione è ben più in alto delle cose che dico e che faccio, la mia funzione è più in alto di tutto, anche di me stesso». La motivazione psicologica dell’antilingua è la mancanza d’un vero rapporto con la vita, ossia in fondo l’odio per se stessi. La lingua invece vive solo d’un rapporto con la vita che diventa comunicazione, d’una pienezza esistenziale che diventa espressione. Perciò dove trionfa l’antilingua – l’italiano di chi non sa dire «ho fatto» ma deve dire «ho effettuato» – la lingua viene uccisa.
Se il linguaggio «tecnologico» di cui ha scritto Pasolini (cioè pienamente comunicativo, strumentale, omologatore degli usi diversi) si innesta sulla lingua non potrà che arricchirla, eliminarne irrazionalità e pesantezze, darle nuove possibilità (dapprincipio solo comunicative, ma che creeranno, come è sempre successo, una propria area di espressività); se si innesta sull’antilingua ne subirà immediatamente il contagio mortale, e anche i termini «tecnologici» si tingeranno del colore del nulla.
L’italiano finalmente è nato, – ha detto in sostanza Pasolini, – ma io non lo amo perché è «tecnologico».
L’italiano da un pezzo sta morendo, – dico io, – e sopravviverà soltanto se riuscirà a diventare una lingua strumentalmente moderna; ma non è affatto detto che, al punto in cui è, riesca ancora a farcela.
Il problema non si pone in modo diverso per il linguaggio della cultura e per quello del lavoro pratico. Nella cultura, se lingua «tecnologica» è quella che aderisce a un sistema rigoroso, – di una disciplina scientifica o d’una scuola di ricerca – se cioè è conquista di nuove categorie lessicali, ordine più preciso in quelle già esistenti, strutturazione più funzionale del pensiero attraverso la frase, ben venga, e ci liberi di tanta nostra fraseologia generica. Ma se è una nuova provvista di sostantivi astratti da gettare in pasto all’antilingua, il fenomeno non è positivo né nuovo, e la strumentalità tecnologica vi entra solo per finta.
Ma il giusto approccio al problema mi pare debba avvenire al livello dell’uso parlato, della vita pratica quotidiana. Quando porto l’auto in un’officina per un guasto, e cerco di spiegare al meccanico che «quel coso che porta al coso mi pare che faccia uno scherzo sul coso», il meccanico che fino a quel momento ha parlato in dialetto guarda dentro il cofano e spiega con un lessico estremamente preciso e costruendo frasi d’una funzionale economia sintattica, tutto quello che sta succedendo al mio motore. In tutta Italia ogni pezzo della macchina ha un nome e un nome solo, (fatto nuovo rispetto alla molteplicità regionale dei linguaggi agricoli; meno nuovo rispetto a vari lessici artigiani), ogni operazione ha il suo verbo, ogni valutazione il suo aggettivo. Se questa è la lingua tecnologica, allora io ci credo, io ho fiducia nella lingua tecnologica.
Mi si può obiettare che il linguaggio – diciamo così – tecnico-meccanico è solo una terminologia; lessico, non lingua. Rispondo: più la lingua si modella sulle attività pratiche, più diventa omogenea sotto tutti gli aspetti, non solo, ma pure acquista «stile». Finché l’italiano è rimasto una lingua letteraria, non professionale, nei dialetti (quelli toscani compresi, s’intende) esisteva una ricchezza lessicale, una capacità di nominare e descrivere i campi e le case, gli attrezzi e le operazioni dell’agricoltura e dei mestieri che la lingua non possedeva. La ragione della prolungata vitalità dei dialetti in Italia è stata questa. Ora, questa fase è superata da un pezzo: il mondo che abbiamo davanti, – case e strade e macchinari e aziende e studi, e anche molta dell’agricoltura moderna – è venuto su con nomi non dialettali, nomi dell’italiano, o costruiti su modelli dell’italiano, oppure d’una inter-lingua scientifico-tecnico-industriale, e vengono adoperati e pensati in strutture logiche italiane o interlinguistiche. Sarà sempre di più questa lingua operativa a decidere le sorti generali della lingua.
Anche nel suo aspetto espressivo: non tanto per le possibili rapide fortune di nuovi termini che dall’uso scientifico o tecnico passano a quello metaforico, affettivo, psicologico ecc. (questo è sempre successo: parole come «allergico», «cartina al tornasole», «relativistico» già erano entrate nell’«italiano medio» dei nostri padri, ma devo dire che mi garbano poco), ma perché anche qui le forme dell’uso pratico sono sempre determinanti, fanno cadere vecchie forme di coloritura espressiva diventate incompatibili col resto del modo di parlare, obbligano a sostituirle con altre.
Il dato fondamentale è questo: gli sviluppi dell’italiano oggi nascono dai suoi rapporti non con i dialetti ma con le lingue straniere. I discorsi sul rapporto lingua-dialetti, sulla parte che nell’italiano d’oggi hanno Firenze o Roma o Milano, sono ormai di scarsa importanza. L’italiano si definisce in rapporto alle altre lingue con cui ha continuamente bisogno di confrontarsi, che deve tradurre e in cui deve essere tradotto.
Le grandi lingue europee hanno tutte i loro problemi, al loro interno e soprattutto nel confronto reciproco, tutte hanno limiti gravi di fronte ai bisogni della civiltà contemporanea, nessuna riesce a dire tutto quello che avrebbe da dire. Per esempio, la spinta innovatrice del francese, di cui parlava su queste colonne Citati, è fortemente frenata dalla struttura della frase fondamentalmente classicista, letteraria, conservatrice: la Quinta Repubblica vive il contrasto tra la sua realtà economica solidamente tecnocratica e il suo linguaggio d’una espressività letteraria vaga e anacronistica.
La nostra epoca è caratterizzata da questa contraddizione: da una parte abbiamo bisogno che tutto quel che viene detto sia immediatamente traducibile in altre lingue; dall’altra abbiamo la coscienza che ogni lingua è un sistema di pensiero a sé stante, intraducibile per definizione.
Le mie previsioni sono queste: ogni lingua si concentrerà attorno a due poli: un polo di immediata traducibilità nelle altre lingue con cui sarà indispensabile comunicare, tendente ad avvicinarsi a una sorta di interlingua mondiale ad alto livello; e un polo in cui si distillerà l’essenza più peculiare e segreta della lingua, intraducibile per eccellenza, e di cui saranno investiti istituti diversi come l’argot popolare e la creatività poetica della letteratura.
L’italiano nella sua anima lungamente soffocata, ha tutto quello che ci vuole per tenere insieme l’uno e l’altro polo: la possibilità d’essere una lingua agile, ricca, liberamente costruttiva, robustamente centrata sui verbi, dotata d’una varia gamma di ritmi nella frase. L’antilingua invece esclude sia la comunicazione traducibile, sia la profondità espressiva. La situazione sta in questi termini: per l’italiano trasformarsi in una lingua moderna equivale in larga parte a diventare veramente se stesso, a realizzare la propria essenza; se invece la spinta verso l’antilingua non si ferma ma continua a dilagare, l’italiano scomparirà dalla carta linguistica d’Europa come uno strumento inservibile.

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Gli è arrivato il primo F16

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Occupare e coltivare: i nuovi guardiani della colonizzazione israeliana l L'Indipendente

"In Israele l’agricoltura è veicolo della colonizzazione. Con essa i coloni allargano gli insediamenti, dopo aver cacciato con la forza i palestinesi e aver distrutto i loro raccolti e i loro oliveti. Sono varie le organizzazioni che svolgono il lavoro sporco per conto dello Stato di Israele, occupando le terre in Cisgiordania. Alcune di queste contano decine di migliaia di volontari che operano nel settore agricolo."

lindipendente.online/2024/10/1…

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Come si è estinta la democrazia negli Stati Uniti. l'AntiDiplomatico intervista Chris Hedges - EGEMONIA - L'Antidiplomatico
lantidiplomatico.it/dettnews-c…

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