Ceramic Printing Techniques for Plastic
[Claywoven] mostly prints with ceramics, although he does produce plastic inserts for functional parts in his designs. The ceramic parts have an interesting texture, and he wondered if the same techniques could work with plastics, too. It turns out it can, as you can see in the video below.
Ceramic printing, of course, doesn’t get solid right away, so the plastic can actually take more dramatic patterns than the ceramic. The workflow starts with Blender and winds up with a standard printer.
The example prints are lamps, although you could probably do a lot with this technique. You can select where the texturing occurs, which is important in this case to allow working threads to avoid having texture.
You will need a Blender plugin to get similar results. The target printer was a Bambu, but there’s no reason this wouldn’t work with any FDM printer.
We admire this kind of artistic print. We’ve talked before about how you can use any texture to get interesting results. If you need help getting started with Blender, our tutorial is one place to start.
youtube.com/embed/Eqp6iOob9Mc?…
Cyberbullismo e terrore digitale: perché il fumetto di Betti ti fa sentire a disagio (e fa bene così)
Quando ho deciso di scrivere questa storia di Betti, non era certo per fare un fumetto “carino” o “facile”, da leggere in un pomeriggio assolato al mare e da dimenticare il giorno dopo. No, nasce dal bisogno urgente di raccontare una realtà che anch’io ho visto, sentito e vissuto, senza filtri, né abbellimenti.
Certo non mi riferisco alla realtà del bullismo digitale, ma di quello vecchio stile anni ’70, quando i “praticoni” di una scuola di periferia, con ben poca simpatia, decisero di farmi diventare il loro bersaglio per qualche risata. Il bullismo, oggi digitale, specie in una scuola, non è mai una storia a lieto fine che si risolve con un “E vissero felici e contenti”. È piuttosto un labirinto oscuro, dove ogni passo falso può significare perdere qualcosa di più grande: la dignità, la fiducia e a volte, purtroppo, persino se stessi.
Il fumetto “byte the silene” della serie Betti-RHC realizzata e diffusa da Red Hot Cyber sul Cyberbullismo, è scaricabile gratuitamente dal sito academy.redhotcyber.com.
Scarica gratuitamente Byte The Silence, il fumetto gratuito sul cyberbullismo realizzato da Red Hot Cyber accedendo alla nostra Academy.
Ho scritto questo episodio di Betti, quindi, perché credo che la narrativa, specie quella pop, abbia il dovere di affondare le mani nelle pieghe più scure della realtà. E se questa realtà ha mura scrostate e corridoi rumorosi, allora meglio calarcisi dentro senza filtri. La storia si dipana, ovviamente, in quel luogo emblematico che è la scuola, situata, per esigenze narrative, nella periferia di Roma. Ma tranquilli, presidi di altre città: non puntate il dito sulla Capitale, che anche da voi, ne sono sicuro, non manca mica!
L’edificio è quasi un personaggio a sé, con i suoi banchi consumati e quella polvere che sembra incrostata sulle anime degli studenti. Ma quello che inquieta davvero non è la scuola in sé, è l’atmosfera. Quella tensione che si respira tra gli sguardi sfuggenti, le voci sussurrate e il silenzio pesante che racconta storie mai dette, ma sentite da tutti. Betti arriva come supplente di matematica. Ma non si ferma alla superficie. Vede qualcosa che altri professori non riescono a notare, Morena, una ragazza fragile e invisibile, la vittima perfetta del bullismo che si muove nell’ombra e sulle pagine di Instagram. “La ragazza balena”: un’etichetta tossica alimentata da immagini manipolate, video distorti, commenti velenosi. Un incubo digitale che non si spegne quando si esce dalla scuola.
Betti non è solo un personaggio. È chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte (e, per fortuna, di Betti ce ne sono) in quella periferia un po’ dimenticata, dove si nascondono i veri mostri: non solo i ragazzi che fanno bullismo, ma un sistema che li usa per mandare avanti ricatti, manipolazioni e creare silenzi troppo pesanti per essere ignorati. In questa storia, il bullismo non è solo fatto di schiaffi o spintoni, ma soprattutto di pixel e “like” che possono diventare armi affilate. Il profilo Instagram anonimo che umilia Morena, i 200 “like” che trasformano la sofferenza in uno spettacolo pubblico, sono la prova che la tecnologia può amplificare la cattiveria, renderla virale, incontrollabile.
Scarica gratuitamente Byte The Silence, il fumetto gratuito sul cyberbullismo realizzato da Red Hot Cyber accedendo alla nostra Academy.
Non ti mentirò: quando ho scritto di Morena sulla terrazza, pronta a sparire nel vuoto, mi sono fermato a pensare. E forse anche tu, leggendo, ti sei ritrovato a sfiorare quel pensiero, quel momento fragile in cui tutto sembra troppo pesante da sopportare. Oppure, ti sarà capitato di incrociare quello sguardo spento, e chiederti in silenzio: “Cosa posso fare, io?”. È questa domanda che ho cercato di inserire in ogni vignetta. Non perché io abbia la soluzione (chi ce l’ha, dopotutto?), ma perché non possiamo permetterci di ignorare quelle storie, nemmeno nelle pieghe più invisibili della nostra società.
Il fumetto fa qualcosa di potente: mostra che il bullismo digitale non è sempre solo un problema di adolescenti sconsiderati. Dietro c’è un “fratello maggiore”, oscuro, che fa da burattinaio; c’è la complicità del silenzio e c’è la paura che tiene incastrati i ragazzi come in una ragnatela. Questa è la parte più inquietante, ma anche la più reale. Dietro il bullismo c’è sempre qualcosa di più grande, una rete di paura, ricatti, silenzi. Non basta “denunciare” o “bloccare” un profilo. Il problema è sistemico, e in Betti lo raccontiamo senza giri di parole.
E poi c’è il lato umano, a tratti fragile, a tratti sorprendente. Un ragazzo che, dopo aver camminato sull’orlo del baratro, sceglie di raccontare la sua verità davanti a una scuola intera e una ragazza che si alza e, senza urlare, restituisce dignità a chi pensava di essere invisibile. Sono momenti che ti fanno capire che anche nelle situazioni più nere si può trovare una scintilla, una possibilità di riscatto. Se ancora ti stai chiedendo “Ma perché scaricare e leggere questo fumetto?” la risposta è semplice: perché non puoi permetterti di ignorare il mostro che si nasconde dietro uno schermo. Perché questo non è un fumetto per bambini o per chi cerca solo intrattenimento. È un pugno nello stomaco che ti fa riflettere, sorridere amaro e, forse, agire.
E ti dico un’ultima cosa, con un po’ di ironia che mi concede il ruolo di sceneggiatore: se pensi che basti spegnere il telefono per essere al sicuro, beh, Betti ti farà ricredere. Perché l’ombra del fratello maggiore è ancora lì, tra le mura scrostate della scuola, pronta a bussare alla porta di chiunque. E allora, se vuoi solo una lettura leggera, passa oltre. Ma se vuoi metterti in gioco, se vuoi capire come il digitale abbia trasformato il bullismo in qualcosa di più insidioso, allora questo Betti è il fumetto che devi leggere. In fondo, io credo che la vera libertà, quella che ci raccontiamo nei romanzi e nei film, passi anche da qui: da storie come Betti che ci ricordano che non possiamo mai smettere di guardare, di ascoltare, di combattere.
Perché nel mondo digitale, come nella vita, l’indifferenza è il peggior nemico. A chi legge non resta che una scelta: guardare o girarsi dall’altra parte. Io, per fortuna, ho scelto la prima, ma forse per me è più facile perché ho sempre con me un’arma potente: la penna.
ps. A proposito, ai vecchi “praticoni” di cui vi raccontavo non andò molto bene…
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Requiem for the accountability : la tradizione è dura a morire
Il concetto di accountability è noto ai più, soprattutto tra chi legge questo contributo, ma è opportuno farne una breve sintesi, quantomeno come “cappello” introduttivo al tema di cui si andrà a discutere.
L’accountability viene definita in diversi modi:
- “the fact of being responsible for what you do and able to give a satisfactory reason for it” (dictionary.cambridge.org/dicti…)
- “The accountability principle requires you to take responsibility for what you do with personal data and how you comply with the other principles.” (ico.org.uk/for-organisations/u…)
Nel linguaggio quotidiano il concetto si può riassumere nella frase “io (legislatore) ti dico dove devi arrivare, come ci arrivi lo decidi tu purché me lo motivi”. A titolo esemplificativo: vige l’obbligo di adottare misure tecniche adeguate, quali siano queste misure lo stabilisci tu, purché motivi le ragioni per cui le hai ritenute adeguate.
Questo principio è di origine anglosassone, poco conosciuto e ancor meno praticato nella tradizione giuridica dell’Europa continentale fino all’arrivo del GDPR. Gli Stati continentali, infatti, hanno creato e applicato, da secoli, un sistema di diritto c.d. positivistico, che assume la “natura ‘positiva’ del diritto, ossia il suo essere positum («posto») da un’autorità legislatrice umana o, comunque, a opera esclusiva dell’uomo” (treccani.it/enciclopedia/posit…).
In parole comuni: “io (legislatore) ti dico cosa fare e come farlo, oppure cosa non fare” (ad esempio, non andare a più di 90km/h, non importa se la strada è libera, rettilinea e non ci sono pericoli, se vai a 92 km/h orari, ti sanziono).
Quando ho approcciato per la prima volta il concetto dell’accountability, mi fecero questo esempio, molto utile, in tema privacy: il codice della privacy del 2003 prevedeva delle “misure minime” di sicurezza, il GDPR prevede l’adozione di misure adeguate. Quindi, nel primo caso c’era una “to do list”, nel secondo caso c’è una “done list”.
L’introduzione di questo nuovo principio giuridico non è stata semplice. Spesso nelle Organizzazioni, dopo la spiegazione teorica, veniva rivolta la domanda: si ma quindi? Cosa dobbiamo fare?
Il GDPR, come noto, è in vigore dal 2018. Nel frattempo sono state adottate molte altre normative europee, soprattutto in ambito digitale e tutte hanno fatto proprio il concetto di accountability come “faro guida” per la conformità normativa.
Tuttavia, mentre l’Unione Europea sembrava andare in una direzione, una serie di fonti nazionali ha, poco per volta, rimesso in secondo piano l’applicazione del principio di accountability, ristabilendo, più o meno consapevolmente, la supremazia dell’approccio più positivista del cosa fare o non fare, con il quale i nostri sistemi giuridici hanno più confidenza. Ed è certamente un caso che, dal 2018 anno del GDPR, l’unico Stato europeo a tradizione anglosassone ha lasciato l’Unione Europea.
La direttiva c.d. NIS2 n. 2022/2555, in materia di sicurezza informatica, adottata dall’Unione nel 2022, al suo articolo 21 dispone che i soggetti rientranti nel perimetro NIS2 “adottino misure tecniche, operative e organizzative adeguate e proporzionate per gestire i rischi posti alla sicurezza”. Invero al suo comma n. 2, l’articolo indica misure minime introdotte con la formula “comprendono almeno gli elementi seguenti” e ne fa un’elencazione. La maggior parte di queste misure riguardano documenti e politiche organizzative, la cui genericità consente di mantenere un minimo di autonomia decisionale. Tuttavia altre misure, parimenti inserite nell’elenco, ad esempio l’obbligo di formazione alla dirigenza e l’adozione di MFA, rappresentano misure molto specifiche e puntuali.
Un provvedimento che, di certo, ha avuto il merito di rendere manifesto il ritorno ad un approccio più normativo e meno “accountable” è stato la determinazione ACN 164179 del 14 aprile 2025. Con questo documento l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha stabilito che “per l’adempimento degli obblighi di cui agli articoli 23, 24, e 25 del decreto NIS, i soggetti NIS, sono tenuti ad adottare le misure di sicurezza di base”[1], allegate al provvedimento. Queste altro non sono che una dettagliat(issim)a check list di 86 (OTTANTASEI!) controlli per i soggetti importanti e 115 (CENTOQUINDICI!) controlli per i soggetti essenziali.
Ultimo in ordine di tempo è il provvedimento adottato dal Garante per la Protezione dei Dati Personali, n. 243 del 29 aprile 2025. Con questa decisione l’Autorità ha decretato che il tempo massimo, adeguato, per la conservazione dei file dei metadati delle e-mail è di 21 giorni, mentre il periodo di conservazione dei file di log è di 90 giorni. In questo modo si è, di fatto, introdotta una regola e un termine fisso, validi per ciascuna Organizzazione indipendentemente dall’attività, dalla dimensione, ecc, derogabili solo per motivate ragioni.
Invero, applicando la logica dell’accountability, la determinazione del periodo massimo di conservazione dovrebbe avvenire all’esito di una valutazione del rischio al fine di determinare il periodo adeguato. L’ operazione dovrebbe essere svolta dal Titolare del trattamento dei dati personali, mentre con questo provvedimento l’Autorità Garante si è assunta il compito di effettuare la valutazione determinando un periodo massimo che deve valere per ciascuna Organizzazione.
A ciò si aggiunga che, ai sensi dell’art. 58 par. 2 l’Autorità Garante ha indicato una serie di misure correttive che sono, nei fatti, diventate una lista di misure che qualunque Organizzazione sarà chiamata ad adottare, considerato che la loro adeguatezza è stata già “certificata” dall’Autorità.
Il principio di accountability, quindi, nel nostro sistema se non è morto ampiamente agonizzante e con questo contributo non si vuole certo esprimere un giudizio. Anche un sistema più “positivistico” ha i suoi vantaggi, ad esempio in termini di chiarezza e determinatezza normativa che, spesso, è ciò che le Organizzazioni cercano. Certamente andrebbe presa una decisione, e scelta una strada continuando a percorrerla con decisione, senza prendere delle deviazioni che conducono ora su una via, ora su un’altra.
[1] acn.gov.it/portale/nis/modalit…
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L’Europa si infligge sanzioni. Parte la rivoluzione digitale open source in nome della Sovranità Digitale
In passato abbiamo già assistito a come gli Stati Uniti abbiano bloccato la vendita di tecnologie e prodotti a paesi coinvolti in conflitti, come nel caso della guerra tra Ucraina e Russia. Queste restrizioni hanno accelerato lo sviluppo di soluzioni tecnologiche domestiche in molte nazioni. Ora anche l’Europa vuole seguire la stessa strada: avere il pieno controllo dei propri sistemi digitali, senza dipendere da attori stranieri.
Paradossalmente, il modello sanzionatorio adottato dagli Stati Uniti ha prodotto l’effetto opposto rispetto agli obiettivi dichiarati: anziché rallentare lo sviluppo tecnologico degli stati antagonisti, come la Russia, ha contribuito ad alimentare un forte desiderio di autonomia digitale. Un impulso che oggi sta prendendo piede in modo sorprendente anche in Europa, con conseguenze strategiche sempre più evidenti.
Voglia di Linux e di Open Source
I paesi europei stanno accelerando l’abbandono dei software e dei servizi cloud dei giganti tecnologici americani nel tentativo di riprendere il controllo dei propri sistemi digitali. A fronte delle crescenti tensioni geopolitiche e della dipendenza dalle infrastrutture statunitensi, sempre più paesi europei si stanno rivolgendo a Linux e ad altre soluzioni open source.
In Germania e Danimarca è già iniziato un massiccio passaggio dal software proprietario alle alternative open source. E non si tratta solo di risparmiare denaro: si tratta di potere, controllo e indipendenza in un panorama tecnologico instabile.
L’obiettivo principale di questa tendenza è raggiungere la sovranità digitale. Gli esperti del settore sottolineano che le organizzazioni devono controllare i propri dati e scegliere dove eseguire i carichi di lavoro di intelligenza artificiale. Indipendentemente da ciò che spinge le aziende – ottimizzazione dei costi, protezione della proprietà intellettuale, conformità normativa o desiderio di sovranità – tutto si riduce a un’esigenza fondamentale: la proprietà dei dati e la flessibilità nella loro collocazione.
È importante sottolineare che per molte organizzazioni l’indipendenza non è solo una preferenza, ma un requisito aziendale imprescindibile. Con la crescente influenza delle aziende tecnologiche americane, sempre più paesi considerano la dipendenza dall’IT come una vulnerabilità.
Il blocco alla corrispondenza del procuratore Karim Khan
Il caso Microsoft è stato un campanello d’allarme: l’azienda ha bloccato l’accesso alla corrispondenza di lavoro del procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan, costringendo le autorità europee a riconsiderare la propria dipendenza dai servizi IT esteri. L’eurodeputata Aura Salla ha affermato direttamente che l’incidente ha chiaramente dimostrato che l’UE non può fare affidamento sui fornitori di sistemi operativi statunitensi.
La Germania è stata la prima a dimostrare come questa situazione possa essere cambiata. Nello Schleswig-Holstein, Microsoft Office sta venendo sostituito da LibreOffice, SharePoint da Nextcloud e Windows da Linux. Anche la Danimarca sta seguendo attivamente questa strada. Il Paese ha avviato progetti pilota per creare cloud con controllo garantito dalle autorità nazionali. In alcuni casi, si sta coinvolgendo anche provider cloud europei come OVHcloud.
Anche le regioni spagnole dell’Andalusia e di Valencia stanno sviluppando progetti propri basati su Linux, rafforzando l’autonomia digitale regionale. La transizione verso soluzioni aperte è associata al cosiddetto “problema della scatola nera”, ovvero l’impossibilità di controllare o modificare i sistemi di intelligenza artificiale proprietari. Nel caso degli assistenti di intelligenza artificiale per programmatori, la questione della trasparenza diventa particolarmente critica, poiché tali sistemi hanno accesso a informazioni riservate delle aziende: codice sorgente, soluzioni architetturali e logica di business.
Lo spettro del Cloud Act e del FISA Act
Tra i rischi principali, i paesi europei menzionano il Cloud Act americano, che obbliga le aziende statunitensi a fornire alle autorità l’accesso ai dati archiviati all’estero. Questa disposizione contraddice i documenti europei sulla sovranità digitale e suscita giustificate preoccupazioni tra i governi. Le aziende IT europee hanno ripetutamente avvertito che l’utilizzo di servizi cloud e sistemi di intelligenza artificiale americani porta inevitabilmente a una perdita di controllo sui dati e riduce la sicurezza.
Anche la Francia si sta allontanando dal software americano: le forze armate del paese hanno iniziato a passare a Linux. Migliaia di postazioni di lavoro sono già state migrate da Windows a Ubuntu Linux. Una tendenza simile si osserva anche al di fuori dell’Europa. L’India sta sviluppando modelli di intelligenza artificiale open source per esigenze governative, educative e militari.
È difficile dire quanto queste misure influiscano sulle performance finanziarie dei giganti IT statunitensi. Tuttavia, le aziende locali stanno già percependo il crescente interesse per i loro servizi. Ad esempio, il motore di ricerca berlinese Ecosia sta registrando un costante aumento delle richieste da parte degli utenti europei che preferiscono evitare giganti come Google e Microsoft Bing.
Secondo Similarweb, Ecosia ha ricevuto 122 milioni di visite dai paesi dell’UE a febbraio, un dato che, sebbene non paragonabile ai 10,3 miliardi di Google, mostra un costante aumento dell’interesse. Il fatturato di Ecosia ad aprile è stato di 3,2 milioni di euro, di cui 770 mila sono stati destinati alla piantumazione di 1,1 milioni di alberi.
Le più grandi aziende americane si sono astenute dal rilasciare dichiarazioni e non ci sono ancora dati specifici sulla loro perdita di quote di mercato nel mercato europeo.
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Perché quando guidiamo ci comportiamo da stronzi?
Perché siamo "anonimi" e spesso siamo da soli, in breve: ma ci sono diversi altri motivi, dice SlateIl Post
Homebrew Pockels Cell Is Worth the Wait
We haven’t seen any projects from serial experimenter [Les Wright] for quite a while, and honestly, we were getting a little worried about that. Turns out we needn’t have fretted, as [Les] was deep into this exploration of the Pockels Effect, with pretty cool results.
If you’ll recall, [Les]’s last appearance on these pages concerned the automated creation of huge, perfect crystals of KDP, or potassium dihydrogen phosphate. KDP crystals have many interesting properties, but the focus here is on their ability to modulate light when an electrical charge is applied to the crystal. That’s the Pockels Effect, and while there are commercially available Pockels cells available for use mainly as optical switches, where’s the sport in buying when you can build?
As with most of [Les]’s projects, there are hacks galore here, but the hackiest is probably the homemade diamond wire saw. The fragile KDP crystals need to be cut before use, and rather than risk his beauties to a bandsaw or angle grinder, [Les] threw together a rig using a stepper motor and some cheap diamond-encrusted wire. The motor moves the diamond wire up and down while a weight forces the crystal against it on a moving sled. Brilliant!
The cut crystals are then polished before being mounted between conductive ITO glass and connected to a high-voltage supply. The video below shows the beautiful polarization changes induced by the electric field, as well as demonstrating how well the Pockels cell acts as an optical switch. It’s kind of neat to see a clear crystal completely block a laser just by flipping a switch.
Nice work, [Les], and great to have you back.
youtube.com/embed/RxjqMh3gkx8?…
Il provvedimento disciplinare a Ranucci fa ribrezzo: dietro si nasconde un progetto di censura e oscuramento
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/06/il-prov…
Quel testo fa ribrezzo, il contesto fa schifo.
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Il summit Nato ci dimostra che la sicurezza è vera solo se collettiva. Scrive Margelletti
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda, l’Europa ha davvero paura. Una paura concreta, non teorica. E questa volta, a differenza del passato, non sono gli Stati Uniti a spingere per un aumento degli sforzi militari. Sono proprio
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La lezione iraniana
La lezione iraniana
La guerra illegale di Israele e Stati Uniti contro l’Iran non ha risolto nessuno dei “problemi” alla base dell’aggressione, ma ha se possibile aggravato le preoccupazioni dei due alleati relativamente ai rapporti di forza in Medio Oriente.www.altrenotizie.org
L’aumento del budget e la responsabilità condivisa. Quale Nato dopo il Summit
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La Nato ambisce oggi a consolidarsi come un’Alleanza dalla proiezione e dal respiro globale, capace di operare in qualsiasi teatro strategicamente rilevante per la sicurezza del proprio territorio e per la stabilità delle sue frontiere. A partire da questo obiettivo
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Ciao, sono paolo
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Pilastro europeo della Nato. La difesa di domani secondo Meloni
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Rafforzare il sistema Nato con una colonna europea, evitando il rischio di sovrapposizioni che nessuno può permettersi. Questa la traccia indicata da Giorgia Meloni a margine del vertice Nato all’Aja, che racchiude al proprio interno molte delle risposte pragmatiche da dare su target di spesa,
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Artico, Balcani e Mediterraneo. La Nato e le sfide regionali
@Notizie dall'Italia e dal mondo
In un contesto regionale complesso e di minacce in evoluzione, come dovrebbe adattare la Nato la sua postura nei principali teatri? È la domanda al centro del dibattito del Nato Public Forum dal titolo A 360-degree Perspective for the Alliance moderato da Shashank Joshi, defence editor del settimanale The
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Investimenti privati in tecnologie duali. Una trasformazione in corso
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La Space Economy è stata per molti versi rivoluzionaria portando ad un intervento sempre più significativo degli attori privati in un settore che nel passato era di esclusivo interesse istituzionale. In questo contesto i capitali privati investono nel settore spaziale e realizzano
New York. Cuomo cede a Mamdani, l’outsider antisionista in corsa per la carica di sindaco
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Esponente dei Democratic Socialists e sostenitore acceso dei diritti dei palestinesi, Mamdani ha avuto anche il voto degli elettori ebrei dell'antisionista Jewish Voice for Peace e del gruppo di estrema sinistra Jews for Economic and
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Onu: “Militarizzare il cibo è un crimine di guerra”
@Notizie dall'Italia e dal mondo
L’esercito lancia altri volantini: ennesimi ordini di sfollamento da nord a sud
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“Vogliamo restituire dignità al lavoro attraverso salario e diritti”: parla il segretario della Fiom Emilia Romagna
@Politica interna, europea e internazionale
La manifestazione del 20 giugno dei metalmeccanici ha fatto discutere tutto il Paese, soprattutto per il blocco della tangenziale a Bologna. Per cominciare, cosa chiedete esattamente? “Chiediamo che riprendano le trattative e
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European Pirate Academy: scopri tutto sulla negoziazione della legislazione dell’UE
La politica e la sicurezza europea ti appassionano? Non perdere l’occasione di partecipare alla Pirate Academy, che si terrà da settembre a novembre 2025. Trenta candidati selezionati prenderanno parte a sessioni online incentrate su sfide e aree problematiche chiave, dove acquisiranno una comprensione più approfondita del funzionamento delle istituzioni europee. Dieci di loro avranno l’…
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La Relazione sulle tossicodipendenze al Parlamento confonde i numeri, nasconde termini, diffama governi precedenti e più in generale mente
Il Governo ha pubblicato sul sito del Dipartimento per le Politiche Antidroga il testo della Relazione 2025 sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia un documento solitamente presentato il 26 giugno in occasione della giornata mondiale per la lotta al narcotraffico e le dipendenze. Il 26 giugno, invece, nella sala stampa della Camera si presenta il XVI Libro Bianco sulle droghe della società civili con contributi anche dell’Associazione Luca Coscioni.
“Per approfondire seriamente il fenomeno delle sostanze stupefacenti illecite, il loro impatto sulla società e le necessarie risposte socio-sanitarie nel nostro paese occorrerà leggere il Libro Bianco delle organizzazioni della Società civile e non la Relazione del Governo al Parlamento” ha affermato Marco Perduca, che per l’Associazione Luca Coscioni segue le leggi e politiche nazionali e internazionali sugli stupefacenti “il documento del Governo, con prefazione del sottosegretario Mantovano non è purtroppo all’altezza del compito. Infatti, oltre a essere sempre più breve, la Relazione segnala una leggerissima flessione nell’uso degli stupefacenti a fronte dell’aumento delle operazioni ‘anti-droga’ ma, in entrambi i casi, si ragiona in termini percentuali e non assoluti. Altrove invece ci si intrattiene su campioni molto ristretti (39 città su oltre 8000) magnificando l’efficacia rilevatrice della acque reflue, con metodologie non del tutto riconosciuti come attendibili dalla comunità scientifica internazionale e presentando la presenza di sostanze illecite ogni 100.000 persone. Una formulazione che se proposta in termini percentuali evidenzierebbe che si tratta, si e no, al massimo allo 0,7 grammi a persona!”
“Il Sottosegretario Mantovano, che l’anno scorso aveva annunciato una nuova modalità di composizione della Relazione, ci tiene a segnalare che non è stato necessario cambiare norme, omettendo di ricordare che tanto nel decreto cosiddetto Caivano quanto in quello cosiddetto Sicurezza, per non parlare della famigerata norma anti-rave del 2022, passando per il nuovo codice della strada, sono state introdotte decine di nuove norme che hanno aumentato segnalazioni, denunce, procedimenti e infine arresti per detenzione personale o piccolo spaccio di sostanze illecite che hanno interessato in particolare migliaia di persone sotto i 24 anni”.
“Ed è proprio sulla questione dell’età delle persone che la Relazione dal ‘il meglio’” continua Perduca “gli studi riguardano un vasto campione di 18-24enni che, ci viene detto, usa meno sostanze illecite ma sempre più alcol, tabacco e psicofarmaci senza ricetta – a oggi non ufficialmente incluse nelle cosiddette “tossicodipendenze”. Studi internazionali segnalano che l’età media del consumo problematico è invece intorni ai 35 anni di eà (proprio come l’età media dei decessi per overdose). Di punto in bianco, la Relazione ci offre poi numeri su dipendenze comportamentali dal gioco d’azzardo online ai telefonini e internet fino ad arrivare al cyberbullismo. Insomma un gran polverone per tentare di descrivere il cosiddetto disagio giovanile agganciando fenomeni illeciti e leciti (in grande espansione) denunciandone la pari pericolosità.
“Nella parte relativa all’offerta terapeutica o socio-sanitaria, la Relazione riempie di numeri non di facile lettura tra servizi e strutture pubbliche e private e censura la ‘riduzione del danno’, una serie di interventi che pure sono previsti dal 2019 tra i livelli essenziali di assistenza”.
“Mentre ci si dilunga sui prezzi e le quantità sequestrate, il sottosegretario Mantovano che firma l’introduzione mistifica il passato recente là dove parla della conferenza nazionale del 2021 che secondo lui sarebbe stata tenuta “nel periodo Covid in formato ristretto e con minore impatto” – mentre è noto che, tranne il Ministro della Salute Speranza, tutti gli altri dicasteri coinvolti furono rappresentati dai relativi ministri e centinaia di persone presero parte al percorso preparatorio nonché alle fasi finali in presenza in plenaria a Genova”.
“La Relazione poi informa di un giro d’affari illecito per un totale intorno ai 17,2 miliardi di euro – in crescita rispetto alla pandemia ma inferiore agli anni precedenti. Nel mercato illegale l’hashish costa 10,77 euro al grammo, la marihuana 9,33 euro, l’eroina brown 39,17, quella bianca 52,12, la cocaina 76,90. Il prezzo medio per singola dose è 22,61 euro per ecstasy, 26,32 per amfetamine, 34,99 per metamfetamine e 25,17 per LSD. Per il primo semestre del ‘24 il crack (mai rilevato prima) si attesta sui 57 euro al grammo, mentre 6-MAM e ketamina hanno il costo medio di circa 25 euro al grammo” .
“Infine” conclude Perduca “pur restando numeri drammatici, la relazione ricorda che se nel 2014 le morti per overdose registrate dalla forze dell’ordine nell’87% dei casi era legate agli oppiacei, nel 2024 questa percentuale è scesa al 48% mentre una medesima quota è stata attribuita a cocaina/crack – percentuale che nel 2014 si attesta al 13%. Nell’ultimo anno il 3% dei decessi con sostanza nota è stato attribuito al consumo di sostanze sintetiche (5 casi). Non sono chiari i numeri totali, però, secondo il sito indipendente geoverdose.it, nel periodo coperto dalla Relazione le morti sarebbero state 70, di cui 44,3% per oppiacei, 24,3% per sostanza non determinata, 8,6% cocaina e 4,3% per cocktail di sostanze, zero per cannabis. Un numero alto ma se messe in relazione con la popolazione generale (che nel corso dell’anno raddoppia per via delle presenze turistiche) o con la popolazione che fa uso abituale, ci conferma che a fronte di un immutato quadro normativo proibizionista l’autoregolamentazione dei consumi funziona come efficace riduzione di danni e rischi”.
“Se la Relazione fosse stato un compito per la maturità il Governo non l’avrebbe superata per insufficienze di merito e metodo”.
Segue dettaglio della popolazione che usa sostanze illecite tratto dalla Relazione
Nel 2024 quasi 910 mila giovani tra 15 e 19 anni, pari al 37% della popolazione studentesca, riferiscono di aver consumato una sostanza psicoattiva illegale almeno una volta nella vita e 620 mila studenti (25%) nel corso dell’ultimo anno.
Il consumo di queste sostanze è più comune tra i ragazzi (28%) rispetto alle ragazze (22%). Il trend risulta in lieve calo rispetto al biennio precedente, soprattutto se si considerano i consumi nella vita e nel corso degli ultimi 12 mesi. 660 mila studenti (27%) riferiscono di aver utilizzato cannabis almeno una volta nella vita, 520 mila lo hanno fatto nell’ultimo anno (21%) e per 67mila studenti (2,7%) si è trattato di un consumo frequente (20 o più volte nel mese).
La diffusione del consumo aumenta con l’età e si riscontra una prevalenza maggiore tra i ragazzi rispetto alle coetanee. Più di 6 consumatori su 10 hanno utilizzato cannabis per la prima volta fra i 15 e i 17 anni, mentre oltre un terzo (35%) l’ha provata a 14 anni o meno. Quest’ultimo dato è in aumento rispetto al 2023, quando la percentuale si attesta al 29%. A eccezione di coloro che riferiscono di utilizzare 20 o più volte al mese (consumo frequente) che restano in percentuale sovrapponibili a quelli dello scorso anno, diminuiscono gli studenti che riferiscono sia l’esperienza d’uso almeno una volta nella vita che coloro che hanno utilizzato cannabis nell’ultimo anno.
Poco più di 280mila studenti (12%) hanno fatto uso di almeno una Nuova Sostanza Psicoattiva (NPS) nella vita e circa 140mila (5,8%) nel corso dell’anno. Tra le NPS più utilizzate ci sono cannabinoidi sintetici (5,5%), oppioidi sintetici (2,8%) e ketamina (1,5%). I consumi di cannabinoidi sintetici e di ketamina tendono ad aumentare con l’età, raggiungendo tra i 18enni prevalenze più elevate; il consumo di oppioidi sintetici, invece, mostra una tendenza opposta con prevalenze più elevate tra i 15enni. In tutte le altre NPS, le prevalenze sono stabili indipendentemente dall’età. I consumi maschili risultano più elevati rispetto a quelli femminili e, nel 2024, il consumo di queste sostanze risulta in diminuzione.
I consumi relativi alle sostanze appartenenti al gruppo degli oppioidi sintetici mostrano un quadro in controtendenza con i consumi femminili più elevati rispetto a quelli dei coetanei e un importante aumento che riporta la prevalenza ai livelli massimi osservati nel 2015.
Oltre 110 mila ragazzi (4,7%) riferiscono uso di stimolanti (amfetamine, ecstasy, GHB, MD e MDMA) nel corso della vita, quasi 59 mila (2,4%) nel corso dell’ultimo anno e 16mila studenti li hanno consumati almeno 10 volte negli ultimi 30 giorni (0,7%). Nel corso dell’ultimo anno, il consumo di stimolanti ha riguardato in particolare i ragazzi, specialmente i 15 e i 18 anni.
Poco più della metà dei consumatori (54%) riferisce di aver usato per la prima volta stimolanti tra i 15 e i 17 anni e il 45% li ha utilizzati prima dei 15 anni. Dopo il picco del 2023, si registra nel 2024 una significativa diminuzione del consumo di sostanze stimolanti.
L'articolo La Relazione sulle tossicodipendenze al Parlamento confonde i numeri, nasconde termini, diffama governi precedenti e più in generale mente proviene da Associazione Luca Coscioni.
E così, mentre venti di guerra ci fanno stringere lo stomaco su cosa potrebbe capitarci, al governo si danno da fare perché ci possa davvero capitare.
Le due correnti maggioritarie,
"#dovetesoffrire" e
"#finepenamai" stanno preparando una legge per impadronirsi della vita di poveri cittadini malati che vorrebbero metter fine alle loro sofferenze.
Mi raccomando, continuate a votarci!
"#dovetesoffrire" e
Cosa mai potrebbe succedervi? Continuate e lo saprete....
La notizia trapela dal Pentagono: "Centrifughe nucleari iraniane quasi intatte"
Pete Hegseth, segretario alla difesa Usa "i bombardamenti hanno distrutto la capacità dell'Iran di produrre armi nucleari, chiunque continui ad affermare il contrario" vuole screditare Trump. Ma ai dubbi della Cnn si sommano quelli di Bbc e CbsRedazione di Rainews (RaiNews)
IRAN. Trump canta vittoria e Israele mostra i suoi limiti
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Israele non è riuscito a distruggere i siti nucleari dell'Iran e neanche ad innescare un regime change, mentre il presidente americano rivendica il suo ruolo di paciere attraverso l'uso della forza
L'articolo IRAN. Trump canta vittoria e Israele mostra i suoi limiti proviene da Pagine
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„Going Dark“: EU-Kommission stellt Fahrplan für Datenzugang für Polizeien vor
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Ma sì!, per il nostro governo si possono chiedere ospedali, lasciare il Paese allo sbaraglio, fregarsene degli anziani, dei disabili, degli studenti e delle famiglie. Per loro possiamo morire tutti, l'importante è dare i soldi per armi e guerre. Bastsrdi!
Meloni incatena l'Italia ai diktat della NATO: "Rispetteremo il 5% del PIL alla difesa" - L'INDIPENDENTE
lindipendente.online/2025/06/2…
Bestandsdatenauskunft 2024: Behörden fragen weiter jede Sekunde, wem eine Telefonnummer gehört
Lord Caramac the Clueless, KSC reshared this.
Radio libere, voci provvidenziali durante la guerra
@Giornalismo e disordine informativo
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Giovedì 26 Giugno alle 11 su Rai Radio3 all’interno di Radio3Mondo andrà in onda una puntata della rubrica “Interferenze”, scritta e condotta da Andrea Borgnino dedicata all’ascolto dei segnali radio e tv del conflitto
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Per l’Intelligenza Artificiale serve l’intelligenza
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Oggi verrà approvato dalla Camera dei deputati in seconda lettura, dopo la prima conclusasi a marzo al Senato, il testo del governo «Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale». Ma non è finita
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EDRi-gram, 25 June 2025
What has the EDRis network been up to over the past two weeks? Find out the latest digital rights news in our bi-weekly newsletter. In this edition: The case for a spyware ban, EDRi 2025-2030 strategy, EU must reassess Israel’s adequacy status, & more!
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Perché evitare confronti con i teorici del complotto?
Un post dell'amico e collega fact checker Juanne Pili ha aperto un dibattito su un tema che ci sta molto a cuore, così tanto che ho ritenuto interessante riportare le mie considerazioni nell'editoriale che state per leggere.maicolengel butac (Butac – Bufale Un Tanto Al Chilo)
freezonemagazine.com/rubriche/…
Oggi, 3 settembre 1970 Alan Wilson cantante, chitarrista e armonicista della band rock blues Canned Heat è stato trovato cadavere in un sacco a pelo nel Topanga Canyon il luogo che tanto amava e dove campeggiava spesso nella natura sotto le altissime sequoie piante tipiche della zona. Il coroner che ha effettuato le indagini sulle […]
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in reply to paolo • •Ciao Paolo e benvenuto nel Poliverso 😅
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informapirata
2025-02-02 12:57:58