“Festival del Metaverso”
Domani 10 ottobre alle 12.30 avrò il piacere di intervenire al Festival del Metaverso per discutere di VR, Ai e data protection . Qui tutte le informazioni all’evento www.festivalmetaverso.it
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
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Carriere, una firma per separarle
Una raccolta di firme a favore della separazione delle carriere tra magistratura giudicante e magistratura requirente.
La promuoviamo indipendentemente dalla sorte delle proposte di legge in discussione in Parlamento delle quali, sia chiaro, ci auguriamo una rapida approvazione.
Poiché la sorte di una battaglia di civiltà quale la separazione delle carriere non può essere affidata alla contingenza del momento politico, vogliamo consentire a coloro che intendono dare corpo a questa epocale riforma di farlo mettendo la propria firma sotto questo appello.
La Fondazione Luigi Einaudi da tempo si è intestata questa battaglia di libertà, in coerenza con quanto scriveva Giovanni Falcone: “Il P.M. non deve avere nessun tipo di parentela con il giudice e non deve essere, come invece oggi è, una specie di paragiudice. Chi, come me, richiede che [Giudice e P.M.] siano, invece, due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell’indipendenza del Magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell’azione penale, desideroso di porre il P.M. sotto il controllo dell’Esecutivo.”
Siamo convinti che la maggioranza dei cittadini italiani la pensi come noi, ma siamo ancor più convinti che, indipendentemente dai numeri, le sfide in cui si crede vadano condotte fino in fondo.
Coloro che giudicano, coloro che accusano e coloro che difendono nel processo penale devono essere parti distinte e distanti tra loro.
Lo sosteniamo perché crediamo che l’individuo, il cittadino, debba essere al centro della società. Non ci interessano le sorti personali di giudici, magistrati, o avvocati. Sono addetti ai lavori della e per la Giustizia. Vanno rispettati per questo, ma nessuno di loro può pensare di essere custode di qualsivoglia etica pubblica.
Chi è d’accordo con i nostri principi, aderisca a questo appello, i cui primi firmatari sono da sempre portabandiera delle iniziative più garantiste di questo nostro Paese.
Firma la petizione
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Apertura delle iscrizioni alla Scuola di Liberalismo 2023 di Messina
Il corso, che tratterà, principalmente, delle opere degli autori più rappresentativi del pensiero liberale, si articolerà in 15 lezioni erogate in modalità telematica e/o in presenza.
Le iscrizioni alla Scuola sono gratuite.
L’intero corso si svolgerà, di norma, secondo l’allegato calendario delle lezioni dalle ore 17.00 alle ore 18.30.
Ai frequentanti i 2/3 delle lezioni sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Si informa che è stato richiesto al Senato Accademico dell’Università degli stdi di Messina il riconoscimento agli studenti di 0,25 CFU per la partecipazione ad ogni lezione del corso.
Si informa, altresì, che è stato, anche, richiesto al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina il riconoscimento di crediti formativi per gli avvocati partecipanti alle lezioni della Scuola.
Vai alla pagina di iscrizione, click qui
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Il calcio in Asia orientale: meglio se donna
Il calcio femminile in Asia orientale non è solo un gioco. In alcuni casi diventa un palliativo per tifosi frustrati dalle delusioni delle nazionali maschili. E talvolta si fa carico di esigenze identitarie e slanci nazionalisti, anche in paesi in cui la parità di genere è distorta in molti aspetti della vita quotidiana. Un estratto dall’ultimo e-book di China Files su Sport e Politica (per sapere come ottenerlo, clicca qui)
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Ministero dell'Istruzione
#NoiSiamoLeScuole la scorsa settimana ha raccontato la Scuola primaria “Enrico Medi” di Macerata, che sarà demolita e ricostruita grazie alla linea di investimento dedicata dal PNRR alla costruzione di 212 Nuove Scuole sicure, inclusive, innovative e…Telegram
Il servizio di streaming DAZN ha impiegato quasi cinque anni per rispondere a una semplice richiesta d'accesso Secondo il GDPR, le aziende hanno un mese di tempo per rispondere alle richieste di accesso. DAZN ha impiegato quasi cinque anni
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In Cina e Asia –
Conflitto israelo-palestinese, le reazioni di Cina e Asia
Milizie popolari, le aziende cinesi ritornano alle tradizioni del Maoismo
Ex ufficiale dell'esercito americano accusato di aver tentato di fornire informazioni riservate alla Cina
Usa, la delegazione del Senato in visita in Cina riaccende lo scontro sulla crisi del Fentanyl
Cina, i viaggi durante la Golden Week arrivano quasi ai livelli del 2019
Dissidente cinese bloccato all'aeroporto di Taiwan ottiene asilo in Canada
Corea del Nord, boom di trasporti su rotaia. Gli analisti: "Fornitura di armi alla Russia"
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LIVE. Gaza/Israele. Giorno 3: più di 1.000 morti, si combatte senza sosta
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dalla redazione –
Pagine Esteri, 9 ottobre 2023. Una notte di furiosi bombardamenti sulla Striscia di Gaza, quella tra domenica e lunedì, all’avvio del terzo giorno di combattimenti dopo l’attacco senza precedenti operato da Hamas.
Il numero dei morti sale ora dopo ora. Le vittime israeliane hanno superato le 700 persone, molte delle quali civili, uccise dagli uomini di Hamas che sono entrati e hanno preso il controllo degli insediamenti israeliani vicini alla Striscia di Gaza. Almeno 260 vittime sono giovani che partecipavano ad un rave party. Sono stati colti di sorpresa alle prime luci dell’alba, dai miliziani di Hamas che sono arrivati armati e hanno cominciato a sparare sulla folla. Tra i giovani non solo israeliani, ragazzi e ragazze di diverse cittadinanza tra cui statunitensi e tedeschi.
Più di 100 persone, tra cui ufficiali di alto rango, sono state fatte ostaggio e portate all’interno della Striscia, dove morte e distruzione stanno cadendo dal cielo, con i missili e le bombe rilasciate da Israele, che stanno distruggendo edifici residenziali, palazzi, moschee, scuole. Le vittime, solo a Gaza, sono almeno 436. Tra di loro molti bambini. Ieri è stata sterminata un’intera famiglia, 19 membri, tra cui bambini, quando un razzo israeliano ha colpito il palazzo degli Abu Quta in un campo profughi vicino Rafah. Secondo le Nazioni Unite i bombardamenti hanno causato circa 123.538 di sfollati.
Continuano, intanto, combattimenti violenti in 6 località a sud della Striscia di Gaza, dove uomini di Hamas ingaggiano scontri a fuoco con gli israeliani.
Gli eventi precipitano anche nella Cisgiordania occupata: incursioni israeliane e scontri tra combattenti palestinesi e soldati si sono registrati a Hebron e a Ramallah. Alle azioni militari prendono parte anche i coloni israeliani, spesso armati. Nelle ultime ore in Cisgiordania sono stati uccisi 7 palestinesi.
Le autorità stanno rastrellando i palestinesi che lavorano in Israele per espellerli. Alcune immagini mostrano centinaia di lavoratori deportati nella Valle del Giordano.
Un enorme schieramento di truppe israeliane si sta muovendo verso la Striscia di Gaza. Circa 100 mila riservisti si sono già ammassati al confine.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito a porte chiuse per discutere della situazione ma non è riuscito a raggiungere l’unanimità per emettere una dichiarazione congiunta.
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“Milano Digital Week – Influencer marketing, strategie di sviluppo, tutela di brand e minori”
Oggi dalle 16.00 parteciperò al convegno organizzato da D DIKE – LUISS HUB – nell’ambito della Milano Digital Week “Influencer marketing strategie di sviluppo e tutela di brand e minori “ per discutete di tutela dei dati personali e minori.Qui tutte le informazioni all’ evento eventbrite.com/e/biglietti-inf…
PRIVACYDAILY
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Sto provando Bluesky
Sto provando Bluesky.
Ci sono alcuni aspetti che trovo scomodi, rispetto a quello che invece offrono Mastodon e Friendica
A) i post non possono superare le 300 battute;
B) una volta pubblicato, un post non può essere modificato, si può solo cancellare e ripubblicare
C) per leggere un post o "sbirciare" un profilo, bisogna essere per forza loggati
Terremoto in Afghanistan: migliaia di morti
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di Valeria Cagnazzo –
Pagine Esteri, 8 ottobre. La mattina di sabato 7 ottobre, un terremoto di magnitudo 6.3 con epicentro a circa 40 km a nord-ovest di Herat ha scosso l’Afghanistan. Nelle ore successive, ulteriori scosse di assestamento hanno continuato a far tremare il Paese, che già contava a centinaia le proprie vittime. A circa ventiquattro ore dal sisma, il bilancio è drammatico: oltre 2.000 sono i morti e almeno 9.000 le vittime, mentre nelle regioni colpite, almeno 8 i villaggi distrutti, si continua a scavare e a cercare i dispersi.
La tragedia si abbatte su un Paese che già sta attraversando una profonda crisi umanitaria, i cui fondi statali sono congelati e in cui gli aiuti internazionali sono stati tagliati da quando nell’agosto 2021 le truppe americane hanno abbandonato i loro ultimi avamposti e i talebani hanno autoproclamato il loro governo.
“Questo terribile terremoto avviene in un momento di estremo bisogno umanitario in cui 15 milioni di persone non sanno da dove arriverà il loro prossimo pasto”, si legge sull’account del World Food Programme.
🚨#Afghanistan: “This terrible earthquake comes at a time of immense humanitarian needs when 15 million people do not know where their next meal will come from.”More about the #AfghanistanEarthquake: t.co/ouwPNSQwNi pic.twitter.com/t9GSvHknFt
— World Food Programme in Afghanistan (@WFP_Afghanistan) October 8, 2023
Il rappresentante delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha intanto dichiarato che l’Onu e i suoi partner in Afghanistan stanno coordinando le proprie azioni di soccorso con le autorità de facto per raggiungere le comunità colpite. Il governo talebano, intanto, ha chiesto alle organizzazioni assistenziali locali di recarsi nelle regioni colpite per fornire aiuto ai superstiti e contribuire al recupero dei corpi intrappolati sotto le macerie e alla ricerca dei dispersi. Ha, inoltre, chiesto “ogni possibile collaborazione e aiuto ai fratelli afflitti” da parte dei loro “ricchi compatrioti”.
Nel giugno 2022, l’Afghanistan era stato colpito da un altro terremoto che aveva provocato almeno 1.500 morti.
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L’attacco di Hamas nel puzzle della guerra mondiale frammentata. Scrive Trenta
È guerra in Israele, un’altra tessera nella “guerra mondiale a pezzi”, un conflitto che non è iniziato ieri ma è frutto di una di quelle situazioni che, colpevolmente, non si è voluta risolvere e per questo mantiene una potenzialità di destabilizzazione enorme.
L’attacco criminale dei terroristi di Hamas
L’aggressione criminale dei terroristi di Hamas nei confronti di Israele è senza precedenti: diretta contro i civili, di sabato, quando in un giorno di preghiera e di festa, si recano in sinagoga e celebrano lo Shabbat.
Sono già più di 500 morti, 300 israeliani e 232 palestinesi, più di 3.000 i feriti e numerosi i civili e soldati israeliani presi in ostaggio da Hamas e portati a Gaza.
Iniziando la controffensiva Netanyahu ha detto che “sarà una guerra lunga e difficile”. Più di 250.000 sono accorsi alla chiamata.
Il partito di Netanyahu, Likud, vuole allargare l’esecutivo e fare un «governo di emergenza allargato», indispensabile quando ci si prepara a un attacco di terra a Gaza che, come ha promesso il primo ministro israeliano, distruggerà le capacità di Hamas e renderà rovine “tutti quei luoghi dove Hamas si nasconde”.
Un’operazione pianificata con cura da Hamas
L’operazione terroristica non è stata decisa all’improvviso ma pianificata in ogni dettaglio incluso quello della data dell’aggressione. Esattamente 50 anni fa, infatti, il 6 ottobre del 1973, iniziò la guerra dello Yom Kippur con l’attacco di Egitto e Siria nei confronti di Israele.
Il mondo si chiede come mai l’intelligence israeliana, una delle migliori al mondo, si sia fatta trovare impreparata di fronte a un bulldozer che buttava giù la rete di uno dei confini più pieno di telecamere e sensori al mondo, mentre gruppi di terroristi entravano sulle moto o lo superavano con i deltaplani a motore. Ma veramente questa crisi è arrivata non annunciata?
Un attacco a sorpresa ma non una sorpresa
In verità l’attacco non è così sorprendente. Da tempo l’Iran, preoccupato del riavvicinamento dell’Arabia Saudita ad Israele e delle sue conseguenze sui rapporti di potere regionali, ha minacciato i paesi arabi che stanno normalizzando le loro relazioni con Israele. La Guida Suprema Ali Khamenei li ha avvisati che stanno “scommettendo sul cavallo sbagliato” e “subiranno perdite” e ha annunciato che Israele è un cancro che “sarà presto eradicato per mano dei Palestinesi e delle forze di resistenza presenti nella regione”.
Sia i leader di Hamas che di Hezbollah, attori per procura dell’Iran in Medio Oriente, dall’estate hanno iniziato a parlare di una guerra totale contro Israele rispondendo all’invito dell’Iran. Ad aprile 2023 Esmail Qaani, comandante del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica dell’Iran-Quds Force, aveva incontrato segretamente Hezbollah, Hamas e la Jihad Islamica Palestinese per coordinare gli attacchi contro Israele, mentre a maggio, il presidente iraniano Ebrahim Raisi aveva incontrato i funzionari di Hamas e PIJ in Siria, dopo che avevano lanciato razzi da Gaza in Israele.
Dunque questa guerra non può essere stata una sorpresa e le numerose schermaglie nella zona di confine tra Israele e il Libano avevano certamente fatto prevedere ai funzionari israeliani un probabile attacco da parte di Hamas o Hezbollah, o entrambi.
Possibili effetti di questa crisi sulla regione
Sarà facile per Israele uscirne fuori? Probabilmente sì, ma non senza spargimento di sangue. Esprimo invece forti dubbi sul fatto che la situazione della regione possa restare immutata.
Mentre Usa, Eu, Nato, condannano l’attacco a sorpresa sferrato da Hamas e sottolineano il diritto di Israele a difendersi, e la Russia e la Cina, l’Arabia Saudita e l’Egitto invitano le parti a cessare il fuoco ed evitare l’escalation, l’Iran si è detta “fiera” dei “combattenti palestinesi” e ha promesso di restare al loro fianco fino alla liberazione di Gerusalemme e della Palestina, confermando così quanto dichiarato alla Bbc dal portavoce di Hamas, che l’Iran abbia supportato direttamente Hamas nell’attacco a sorpresa contro Israele.
D’altra parte anche Hezbollah è pronto ad intervenire dal Libano contro Israele. Il suo leader, Hassan Nasrallah, ha dichiarato che l’attacco di Hamas “invia un messaggio al mondo arabo e islamico, e alla comunità internazionale nel suo insieme, specialmente a coloro che cercano la normalizzazione con questo nemico, che la causa palestinese è eterna, viva fino alla vittoria e alla liberazione”.
Esiste una reale possibilità che Hezbollah entri nello scenario da attore protagonista, che si riaccendano scontri in Cisgiordania e con gli sciiti in Siria e questo è indicativo del fatto che l’aggressione di Hamas non sia solo una decisione del gruppo terroristico ma sia parte di uno scenario strategico ben pianificato con l’aiuto dell’Iran.
È opportuno aggiungere anche un’altra ipotesi: quella dell’esistenza di un appoggio russo all’attacco di Hamas attraverso i suoi proxy, il Wagner per esempio, ma non solo.
È noto infatti che la guerra in Ucraina abbia fatto diventare la già esistente collaborazione tra Russia e Iran una necessità strategica, sia dal punto di vista economico-commerciale (aiuto reciproco per superare le sanzioni), che della sicurezza interna (collaborazione nella cybersicurezza mediatica e intelligence), sia della difesa (fornitura di droni e aiuti militari dell’Iran alla Russia).
La situazione non deve sfuggire di mano
Lo scenario davanti a noi è molto pericoloso e le reazioni di tutta la comunità internazionale – non solo quelle di Israele – saranno determinanti per il corso degli eventi.
Hamas potrà uscire distrutta dalla guerra che ha innescato ed è possibile che il già dichiarato supporto degli Stati Uniti possa essere una forte deterrenza nei confronti di eventuali voglie di avventure iraniane. Ora è necessario che l’Arabia Saudita dimostri la volontà di andare avanti con il progetto di riavvicinamento ad Israele e sarebbe anche auspicabile che l’Autorità nazionale Palestinese, che partecipa ai negoziati degli accordi con l’Arabia Saudita, facesse lo stesso. Purtroppo così non sembra e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, nel chiedere una riunione urgente della Lega Araba sulla situazione a Gaza, ha citato la “brutale aggressione israeliana in corso contro il popolo palestinese, inclusa l’escalation dell’assalto alla Moschea di Al Aqsa da parte di centinaia di coloni”.
Come sempre, nelle guerre che non finiscono tutti hanno delle ragioni tranne qualcuno: i terroristi. Sarebbe stato utile ascoltare una loro condanna da Abu Mazen. Al momento non è successo.
Folle e irresponsabile l'attacco di Hamas contro Israele
"Folle e irresponsabile l'attacco di Hamas contro Israele"
Comunicato della Segreteria nazionale ANPIwww.anpi.it
Mentre viene rilasciata la Release Candidate di Friendica 2023.09, in attesa dell'integrazione con il protocollo Bluesky, ricordiamo che sono disponibili codici Bluesky per gli utenti di Poliverso.
Con l'integrazione del protocollo AT di Bluesky, Friendica diventa lo stato dell'arte della connettività tra social decentrati. Gli utenti di Poliverso che desiderassero dei codici di invito per Bluesky possono chiederlo a questo account (devono prima seguirlo) o a quello di @informapirata :privacypride:
Abbiamo appena separato i rami 2023.09-rc dall'attuale ramo di sviluppo di Friendica, ma è già Hacktober! È vero, almeno per l'RC ci atterremo al numero fondamentale.😉Se vuoi aiutare a trovare aspetti irregolari e comportamenti fasulli e, si spera, risolverli prima della prossima versione, controlla il nuovo ramo e segnala i problemi che incontri.
Le modifiche più importanti in questa versione sono:
1. Un nuovo connettore #Bluesky, che ti consente di utilizzare il tuo account Bluesky da Friendica. Effettua il crosspost su quella piattaforma e interagisci con i tuoi contatti Bluesky.
2. Abbiamo rinominato alcune delle nostre funzionalità esistenti nella speranza di renderle più facilmente riconoscibili. I tuoi #gruppi di contatto ora si chiamano #Cerchie e i vecchi forum pubblici/privati ora si chiamano Gruppi pubblici/privati.
3. Una novità sono i #Canali che si integrano nella visione di rete di un utente di Friendica e offrono una visione filtrata sui contenuti postati dai contatti. Ciò include post di contatti con cui hai interagito maggiormente o post che sono diventati più interattivi nelle ultime 24 ore. Abbiamo intenzione di dare agli utenti il controllo della definizione su come appare una definizione di canale.
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Difesa spaziale, serve una sinergia militare-civile. Scrive Bianchi
Ho letto con molta attenzione l’articolo dell’ingegner Marcello Spagnulo nel numero di luglio di Airpress nel quale, nel descrivere la sollecitazione da parte del generale Saltzman, capo di Stato maggiore della Us Space force per una più stretta integrazione militare tra alleati anche nel dominio spaziale, rilevava una risposta europea poco reattiva e raccomandava al governo italiano di superare la stagione delle conferenze e mettere in campo una nuova governance lungimirante e spinta da una più precisa volontà politica.
Ho condiviso molte delle cose scritte da Spagnulo, un riferimento autorevole per chi si interessa od opera nel settore spaziale, ma non vorrei che questa critica fosse indirizzata anche alla Difesa italiana, fortemente impegnata nell’elaborazione di una nuova politica spaziale, anche attraverso l’interazione e il confronto con le molteplici realtà civili, commerciali e internazionali. Proprio l’organismo al quale mi onoro di appartenere, il Centro studi militari aeronautici «Giulio Douhet» (Cesma), in quest’ottica, ha inteso pianificare nella stagione 2023/2024 una serie di dibattiti e conferenze sull’argomento per sollecitare così il confronto e approfondire la discussione sul settore.
Vero è comunque che la Difesa ha bisogno di aggiornare la propria governance sia per rimanere al passo con l’evoluzione dello spazio militare sia per rendere più efficiente e tempestivo il procurement di capacità. L’Italia non avrà mai una specifica Forza armata che si occupi delle esigenze del dominio spaziale (come la Space force negli Usa), ma appare sempre più urgente assegnare a una Forza armata di riferimento le responsabilità di protezione degli assetti e conduzione delle operazioni spaziali e, per competenza, la scelta appare obbligata.
Da un punto di osservazione esterno si percepisce, inoltre, l’urgenza di una legge per lo Spazio (promessa dal ministro Urso entro la fine del ‘24) in quanto visibile è un certo scollamento tra le attività istituzionali civili, che in questi anni stanno ricevendo ampi finanziamenti anche legati alla possibilità di accedere ai fondi del Pnrr, e quelle militari.
Il mondo civile istituzionale sembra muoversi in autonomia con progetti come la costellazione Iride e il Ssa/Sst di Matera che non sembrano abbiano a riferimento anche le esigenze della comunità difesa. In questo ci si trova pienamente d’accordo con Spagnulo in merito alla governance nazionale che istituita con la legge 7 del 2018 sembra operare, ora, in maniera distorta, con un Ufficio spazio dalle ampie attribuzioni, ma scarse relazioni funzionali con gli enti istituiti dalla stessa legge 7, come ad esempio il Comitato interministeriale Comint e l’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, cinghia di trasmissione con lo Stato maggiore della Difesa.
Ci si muove in Italia in controtendenza con l’indirizzo dominante dei governi occidentali di riferimento nel settore spaziale, anche quelli con dimensioni e ruolo paragonabili all’Italia; nel Regno Unito, per esempio, il documento di Politica spaziale nazionale è stato elaborato in coordinamento e congiunzione con quello della Difesa, proprio per rimarcare la necessità di un’intima connessione che queste entità devono mantenere.
Va certamente riconosciuto quanto sia complesso e difficile elaborare un documento di politica spaziale militare che sia ragionevolmente visionario ed ambizioso, sia in grado di immaginare il futuro, che tenga conto realisticamente delle risorse sia finanziarie sia umane (perché non cominciare a pensare al outsourcing del engineering support) e che rappresenti una linea guida di riferimento reale in grado di definire chiaramente priorità, politiche di acquisizione e un indirizzo sulle tecnologie più rilevanti. Questo è vieppiù complesso visti gli sviluppi incalzanti che il settore spazio attraversa con il “boom” della Space economy e la conseguente ingombrante presenza di capacità spaziali commerciali (in grado di influenzare eventi bellici come quelli in Ucraina), il miglioramento della microelettronica commerciale che ha reso possibili satelliti più piccoli in Leo/Geo, la progettazione e la produzione digitali che hanno accelerato i tempi di sviluppo e integrazione, nuovi modelli di business che hanno ridotto i costi di lancio ma soprattutto il nuovo scenario di sicurezza spaziale con assetti e capacità vulnerabili alla attività di counter–space degli avversari.
In ambito del dipartimento della Difesa Usa, i cui budget per il settore non sono certo confrontabili con quelli europei della difesa, si osserva comunque la continua ricerca di soluzioni efficaci ma al tempo stesso economiche. Molto innovativa e promettente appare la politica del Dod verso il mondo commerciale del Remote sensing, in fortissimo fermento ed evoluzione. La linea guida è quella di portare avanti una acquisizione di sistemi specificatamente militari solo dopo aver verificato che il settore commerciale (nazionale) non sia in grado di offrire capacità simili/comparabili alle esigenze della difesa.
È un indirizzo coraggioso (non credo incontri il totale plauso dell’industria militare Usa), pragmatico e in grado di indirizzare il budget difesa in maniera sempre più efficace. Ovvio che una tale politica non potrebbe mai essere applicata in Italia dove il settore delle imprese commerciali nazionali non è in grado di offrire, con propri sistemi, capacità spaziali strategiche “spinte” come quelle Usa; ma una traduzione di questa politica statunitense alla realtà italiana potrebbe essere quella di sfruttare la dualità della tecnologia spaziale, verificando preventivamente che le iniziative civili, che generalmente partono dall’Agenzia spaziale o da fondi nazionali attestati in Esa, possano essere rimodulate e reindirizzate per soddisfare anche esigenze difesa; valutare la fattibilità di questa operazione, quindi, prima di avviare programmi specificatamente militari.
L’Italia è il paese che per primo ha progettato, sviluppato, realizzato, lanciato e operato un sistema pienamente duale: Cosmo SkyMed; abbiamo insegnato al mondo come la tecnologia consenta di poter utilizzare un unico sistema per esigenze diverse e a diverso grado di sicurezza, ma tutta questa esperienza sembra si sia persa o non la si ritenga più attuale o conveniente da perseguire. In quell’ottica di sistema Paese, la politica spaziale difesa potrebbe dare un più ampio respiro tecnologico e una più profonda portata strategica anche a programmi spaziali civili come quelli del Pnrr che sembrano carenti di afflato innovativo e di una platea di “committed users”.
La politica spaziale USA in questo senso indica la strada di far uso ragionevole e oculato della Space economy per ciò che tale incredibile fase storica può dare alla capacità spaziale militare. In Europa e in Italia non possiamo contare su colossi come SpaceX o Amazon, ma il nostro mondo commerciale presenta delle assolute eccellenze su cui la difesa italiana potrebbe far leva.
Alcune aziende hanno realizzato capacità commerciali nel downstream che potrebbero risultare di assoluta rilevanza per la difesa qualora, ad esempio, si puntasse a realizzare quello che la guerra in Ucraina sta dimostrando essere aspetto molto importante, cioè l’accesso a dati di Intel, anche a livello delle truppe in operazioni. Nel mondo del upstream, grazie a capacità imprenditoriali di assoluta rilevanza sono state realizzate piattaforme spaziali che possono agire da test bed per payload di varia natura, fino ad arrivare ad una piena logistica spaziale. In quest’ottica, per la difesa, avere una logistica spaziale operante ed efficace pone in una diversa prospettiva ogni futura capacità spaziale militare.
Non vi è dubbio che, concomitante allo sviluppo di una nuova legge per lo spazio, è urgente definire la politica spaziale militare nazionale per aprirsi al mondo commerciale così promettente; un esercizio complesso che, per essere utile, ha bisogno dei suoi tempi e di un approfondito lavoro di raccolta dati, confronto e visione strategica.
(Articolo pubblicato su Airpress 147 di settembre 2023)
GAZA/ISRAELE. Giorno 2: Raid aerei, lanci di razzi, colpi di mortaio dal Libano. Stop a elettricità e carburante per Gaza
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della redazione
Pagine Esteri, 8 ottobre 2023 – Sono andati avanti per tutta la notte i bombardamenti aerei israeliani su Gaza, 400 raid nelle ultime 24 ore, mentre nel sud di Israele continuano in sei località gli scontri a fuoco tra soldati e alcuni delle centinaia di militanti armati di Hamas penetrati ieri mattina in Israele.
Il bilancio di morti israeliani è di circa 350, i feriti 1800. Video circolati nelle ultime mostrano strade e località del sud di Israele come un terreno di battaglia con decine di carcasse di auto distrutte.
pagineesteri.it/wp-content/upl…
I palestinesi uccisi sono 313 e 1990 i feriti, ma si attendono i dati aggiornati del ministero della sanità di Gaza poiché nella notte il bilancio sarebbe cresciuto in modo significativo. I raid aerei hanno colpito anche zone densamente popolate e le “torri” come a Gaza chiamato i palazzi con più di 10 piani. I civili in molti casi sono riusciti a fuggire prima delle esplosioni ma fonti locali parlano di altri morti e feriti. Sono state colpite anche moschee. Le unità di soccorso palestinesi parlano di numerose persone sotto le macerie.
pagineesteri.it/wp-content/upl…
Il Gabinetto di sicurezza israeliano la scorsa notte ha deciso di tagliare le forniture di elettricità, carburante e merci alla Striscia di Gaza.
Intanto da fonti ufficiose si è appreso che gli israeliani presi prigionieri a Gaza sono un centinaio e non 52 come era stato riferito ieri, tra loro anche donne e ufficiali di alto rango.
pagineesteri.it/wp-content/upl…
Lo sviluppo delle ultime ore sono stati i colpi di mortaio sparati da militanti di Hezbollah dal Libano verso Israele che ha risposto con l’artiglieria. Il movimento sciita ha poi detto di aver sparato quei colpi in solidarietà con i palestinesi.
pagineesteri.it/wp-content/upl…
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Marino Bruschini reshared this.
Hamas attacca Israele. Come tutto è cominciato
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della redazione –
Pagine Esteri, 7 ottobre 2023 – Un improvviso attacco con razzi e incursioni è scattato alle prime ore di sabato da Gaza verso decine di località in Israele. Sono stati lanciati da Hamas e altre organizzazioni in pochi minuti centinaia di razzi verso il sud di Israele fino alla periferia di Tel Aviv, razzi diventati, secondo le autorità israeliane, 2.500 in poche ore.
I sistemi di difesa israeliani sarebbero stati colti di sorpresa e diversi razzi hanno colpito vari centri abitati, uccidendo una donna di 70 anni e facendo numerosi feriti. Nello stesso momento, secondo notizie diffuse dai media, almeno 4 unità scelte delle Brigate Ezzedin al Qassam, a bordo di pick-up si sono infiltrate in territorio israeliano ingaggiando combattimenti con l’esercito israeliano, con morti e feriti.
Decine di uomini di Ezzedin El Qassam, l’ala militare di Hamas, sono penetrati in territorio israeliano per molti chilometri, infiltrandosi negli insediamenti israeliani e assaltando la stazione di polizia della città di Sderot. Si sono impossessati di diverse jeep dell’esercito israeliano, portandole dentro Gaza.
Nel video, palestinesi armati a bordo di jeep militari israeliane portate all’interno di Gaza:
pagineesteri.it/wp-content/upl…
Sono 57, tra civili e militari, gli israeliani catturati dai miliziani di Hamas e portati all’interno Gaza. Non è chiaro se siano tutti vivi.
Il leader di Hamas, Mohammad Deif, ha dichiarato che l’operazione “Tempesta di Al Aqsa” è stata lanciata per rispondere all’occupazione del sito religioso di Al Aqsa e alle azioni dei coloni israeliani che sono penetrati nei villaggi palestinesi, saccheggiando, distruggendo e uccidendo alcuni abitanti. “Questo è il giorno della più grande battaglia per porre fine all’ultima occupazione sulla terra“, ha dichiarato Mohammad Deif, chiamando i gruppi armati palestinesi del Libano alla guerra contro Israele.
Israele ha dichiarato di aver lanciato l’operazione “Spada di Ferro” in risposta all’attacco di Hamas e sono cominciati i bombardamenti della Striscia di Gaza. Le autorità hanno fatto anche sapere che alcuni israeliani sono morti durante gli attacchi di Hamas ma non hanno parlato di numeri. Nei video pubblicati in rete si vedono decine di corpi tra quelli dei militari israeliani e dei combattenti palestinesi.
pagineesteri.it/wp-content/upl…
Israele ha proclamato lo stato di guerra.
In un comunicato il partito islamista Hezbollah ha dichiarato che l’attacco di Hamas è la conseguenza dell’occupazione illegale israeliana della Palestina.
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Radio Alhara. La Palestina fa rete con il mondo
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Di Micol H. Meghnagi –
Pagine Esteri, 6 ottobre 2023 – È una domenica di settembre. Accovacciati davanti a una consolle, Elias e Yousef Anastas muovono i piatti, preparando il mix e regolando le atmosfere del brano ambient in diretta su Radio Alhara. Siamo al Wonder Cabinet, hub culturale alle porte del check-point 300 che divide Gerusalemme da Betlemme. Un progetto a firma dei fratelli Anastas, che ospita al suo interno anime molteplici, tra cui la prima casa fisica di Radio Alhara.
Era il momento dei lockdown in tutto il mondo, e sei amici decidono di dare vita ad una «communal radio», ovvero una stazione nata «dal basso» e basata sul desiderio di condividere musica e contenuti. I co-fondatori di Radio Alhara si sono incontrati sul dancefloor. La comunità culturale e musicale palestinese è il luogo in cui Elias e Yousef – che sono entrambi architetti e gestiscono insieme uno studio di architettura – hanno incontrato Yazan Khalil, già direttore del Khalil Sakakini Center, un’istituzione artistica e culturale di Ramallah. Ad Amman, i graphic designer Saeed Abu Jaber e Mothanna Hussein, hanno conosciuto il sound designer Ibrahim Owais, alle feste da loro organizzate. È stata l’esposizione di sedie progettate da Elias e Yousef presso lo studio di design di Saeed e Mothanna a far nascere l’amicizia tra i co-fondatori e la successiva formazione della stazione.
Radio Alhara nasce quasi per gioco, su base volontaria e senza un vero e proprio progetto politico alle spalle. « Ci siamo ispirati ad una web radio di Beirut a cui abbiamo chiesto una mano per imparare a trasmettere, ma anche all’esperienza di Radio Quartiere nata a Milano nello stesso anno » – raccontano Elias e Yousef, co-fondatori di Radio Alhara. « Nel sito abbiamo inserito la possibilità di chattare e questo ha creato una comunità che ascoltava musica e allo stesso tempo interagiva. Essere online ha reso globale la dimensione di questo luogo digitale. La radio è uno spazio pubblico che appartiene a tutti. Oggi è una comunità di oltre 300 persone, da Tokyo a New York, passando per Betlemme», spiega Elias. Al Hara, in arabo, quartiere, è riuscita a penetrare in ogni angolo del mondo, con i suoi programmi in arabo, inglese, italiano, francese e una cartella Dropbox che invita chiunque a caricare un programma per la trasmissione.
Radio Alhara è diventata con il tempo anche uno spazio per le voci soppresse. Durante il movimento Black Lives Matter e l’uccisione di George Floyd, Radio Alhara ha risposto alla chiamata internazionale per un blackout delle trasmissioni. Dopo questa esperienza, è stata la volta della raccolta fondi per Beirut in seguito all’esplosione al porto, poi in solidarietà con le rivolte iraniane, con il Marocco e la Libia per il recente terremoto, e per la situazione in Palestina. «Nel 2020 abbiamo dato vita a Fil MishMish per rispondere al piano di Israele del 2020 di annettere altre terre della Cisgiordania. Una campagna di protesta online che ha portato 20.000 persone ad ascoltare la radio durante i tre giorni di lineup. Una manifestazione straordinaria di solidarietà sotto l’ombrello del rifiuto di ogni forma di violenza. Quando nel 2021, con i fatti avvenuti a Sheikh Jarrah sono stati censurati migliaia di account di palestinesi, abbiamo stretto una collaborazione con numerose web radio per creare quello che è diventato il Sonic Liberation Front: una programmazione gemella in tutte le emittenti in solidarietà con la Palestina».
Ibrahim Owais, sound producer e co-fondatore di Radio Alhara. Foto di Micol H Meghnagi e Luca Bonaventura, Betlemme, luglio 2023
Lo spazio sociale della musica e della danza è stato storicamente un luogo di resistenza sociopolitica. A New Orleans negli anni Dieci del Novecento, il jazz è stato il linguaggio della resistenza per gli afroamericani, che hanno usato la musica per costruire collettivamente una cultura e un movimento nonostante i tentativi di sopprimerla. A Detroit, nei primissimi anni Novanta, la musica techno diventa un antidoto contro il conformismo delle istituzioni ed il loro distacco dalle reali esigenze dei popoli. Un sistema oppressivo radicalmente attaccato dalle note degli Underground Resistance in dischi come Riot Ep, Revolution For Change e Message To The Major. Nella stessa tradizione, la comunità musicale e culturale in Palestina, attraverso Radio Alhara, si dichiara uno spazio di resistenza contro l’oppressione politica, dove si è liberi nonostante le crescenti restrizioni dovute all’occupazione militare israeliana e alle repressioni interne per mano dell’Autorità Palestinese.
Radio Alhara si affida a una rete di stazioni radiofoniche in tutto il mondo che Elias descrive come una forma di «solidarietà strutturale». Le stazioni sorelle di Radio Alhara, che comprendono stazioni online indipendenti in quasi tutti i continenti, trasmettono a turno la programmazione giornaliera dell’emittente per aiutarla a raggiungere un pubblico globale più ampio, massimizzando l’ascolto attraverso un effetto domino. La visibilità della radio è stata favorita anche dal sostegno di artisti di fama mondiale. Il compositore e musicista cileno-americano Nicolas Jaar ha contribuito alla campagna Sonic Liberation Front eseguendo composizioni inedite e recitando un monologo dal vivo su come la disuguaglianza nell’accesso all’acqua sia stata un mezzo fondamentale di segregazione in Israele e Palestina. La popolarità di Jaar come musicista ha attirato alla sua trasmissione persone non informate sulla condizione in cui verte la Palestina. In altre parole, «usare il vettore della cultura e della musica per rivolgersi a un pubblico vario e diversificato funziona», conclude Yousef.
Un’ora di ambient selezionato dai fratelli Anastas è seguita da una discussione tra i ricercatori Nora Akawi e Khyam Allami sulla sfida ai pregiudizi occidentali insiti nei software di produzione musicale. Il venerdì successivo, gli spettacoli passano da un pezzo di minimal techno libanese e una lettura di opere del romanziere tuareg Ibrahim Al-Koni. L’ibridazione di cultura, musica e arte di Radio Alhara confluisce anche nel mondo fisico, attraverso lo studio di architettura dei fratelli Anastas, AAU Anastas.
Inaugurazione di Wonder Cabinet, Betlemme, maggio 2023. Foto di Micol H. Meghnagi e Luca Bonaventura
Il loro ultimo progetto, il Wonder Cabinet, inaugurato di recente a Betlemme, si pone come obiettivo quello di restituire voce alla scena artistica locale e internazionale nella Cisgiordania occupata. Tra i suoi spazi aperti, i dj mixano abilmente una gamma di musica che va dal jazz all’afro-punk. Ecco il marchio «Al Hara»: la capacità dei residenti della stazione di esibirsi in un quartiere immaginario o reale, che incoraggi con fervore la libertà di espressione. Queste note sono metafore potenti dell’idea che un giorno questo stesso tipo di libertà sarà raggiunto anche per la Palestina. Pagine Esteri
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PRIVACYDAILY
VIDEO. ISRAELE/GAZA. Attacco dalla Striscia con centinaia di razzi, incursioni di terra e dal cielo
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della redazione
Pagine Esteri, 7 ottobre 2023 – Un improvviso attacco con razzi è scattato alle prime ore del giorno da Gaza verso decine di località in Israele. Sono stati lanciati da Hamas e altre organizzazioni in pochi minuti centinaia di razzi verso il sud di Israele fino alla periferia di Tel Aviv. I sistemi di difesa israeliani sarebbero stati colti di sorpresa e diversi razzi hanno colpito vari centri abitati, uccidendo una donna di 70 anni e facendo numerosi feriti. Nello stesso momento, secondo notizie diffuse dai media, almeno 4 unità scelte delle Brigate Ezzedin al Qassam, a bordo di pick-up si sono infiltrate in territorio israeliano ingaggiando combattimenti con l’esercito israeliano con morti e feriti. E’ stato colpito e distrutto anche un carro armato. Secondo indiscrezioni i palestinesi avrebbero prelevato il corpo di un soldato israeliano ferito o ucciso portandolo dentro Gaza. Un video mostra un deltaplano con un uomo in apparenza armato atterrare in una località nel sud di Israele. Si sono udite esplosioni anche a Gerusalemme. Israele poco fa ha proclamato lo stato di guerra.
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Marino Bruschini reshared this.
Verso un ecosistema di scienza aperta. Il contributo di Bonfire nel realizzare un framework modulare per applicazioni social federate
All'interno di Bonfire, è possibile creare diversi plugin per scopi come la collaborazione nella ricerca, la pubblicazione pre-stampa e la revisione tra pari. Inoltre, un sistema di riconoscimento e verifica chiaro e verificabile potrebbe supportare la creazione di un ecosistema federato di scienza aperta.
Una massiccia adozione di protocolli federati da parte delle istituzioni accademiche aiuterà a potenziare le implementazioni della scienza aperta e a includere le comunità non accademiche nel processo di produzione della conoscenza. Immaginiamo che queste implementazioni vengano realizzate all'aperto, attraverso un processo di co-progettazione che unisce scienziati, ricercatori e attivisti. Questo sforzo collettivo garantirà che le funzionalità sviluppate soddisfino i meticolosi standard degli strumenti accademici sfruttando al tempo stesso l’esperienza utente dei social network. La nostra aspirazione è che ciò possa innescare conversazioni significative e ampliare l’accessibilità delle discussioni scientifiche a un pubblico più ampio, promuovendo una comunità di conoscenza globale vivace, inclusiva e interconnessa.
Qui il post completo pubblicato da @Equipo Nibö :niboe: e Biogarabatos post sul blog di @Bonfire
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Ricerca preliminare sugli utenti per contrastare la disinformazione sui social network. Zappa: un progetto basato su Bonfire
Il progetto Zappa è finanziato da un contributo del fondo Cultura della Solidarietà per sostenere iniziative culturali transfrontaliere di solidarietà in tempi di incertezza e "infodemia". Lo scopo di questa ricerca iniziale sugli utenti era quello di aiutare a guidare lo sviluppo di un'estensione @Bonfire personalizzata per fornire alle comunità uno strumento dedicato per gestire la disinformazione online.
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Sul dovere del giudice di apparire imparziale
È sempre buona norma provare a mettersi nei panni dell’interlocutore, e dei fatti controversi sforzarsi di dare una rappresentazione a parti invertite. Ad esempio. Immaginiamo il caso di un giudice dichiaratamente di destra, una destra liberale, che nel 2019 avesse infarcito i propri social di giudizi sprezzanti sul reddito di cittadinanza, che fosse poi sceso in piazza per protestare animatamente contro il decreto con cui il primo governo Conte introdusse il sussidio e che, infine, dovendo sentenziare su un caso giudiziario inerente, avesse dichiarato illegittimo il decreto. Cosa avrebbero detto il presidente del Consiglio in carica, l’allora leader del Movimento 5stelle Luigi Di Maio e gli opinionisti dei giornali vicini al governo come il Fatto quotidiano? Avrebbero detto quel che Giorgia Meloni, molti esponenti della maggioranza e la totalità dei quotidiani affini al centrodestra dicono oggi della giudice catanese Iolanda Apostolico e della congruità della sentenza con cui ha scardinato il recente decreto del governo sui migranti. Avrebbero cioè detto che quella sentenza era viziata dall’ombra del pregiudizio. E avrebbero detto la verità.
Come ha ricordato il presidente della Prima commissione del CSM, Enrico Aimi, la Corte Costituzionale, le Sezioni unite civili della Corte di Cassazione, nonché la Corte europea dei Diritti dell’uomo hanno stabilito con chiarezza che il giudice non deve solo essere imparziale, ma deve anche apparire tale. E come può apparire imparziale nel giudicare una vicenda che riguarda le politiche di un governo di destra in materia di migranti un giudice di sinistra che, come la dottoressa Apostolico, ha scritto sui social e urlato in piazza frasi di fuoco contro i decreti Salvini? Non può, è ovvio.
Ineccepibile, dunque, il giudizio espresso oggi sul Riformista dal presidente delle Camere penali Gian Domenico Caiazza: “Padronissima, la giudice, di manifestare liberamente il proprio pensiero, ma ad una condizione elementare: che di tutto potrà poi occuparsi professionalmente fuorché di quei temi”. La Apostolico avrebbe, dunque, dovuto astenersi dal giudicare sulle vicende inerenti i migranti di Pozzallo. Non avendolo fatto ha gettato un’ombra sulla sentenza del tribunale di Catania e sull’intera categoria togata cui appartiene.
L'articolo Sul dovere del giudice di apparire imparziale proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
“Perché le case automobilistiche non prendono a bordo la privacy degli utenti?”
Nuovo appuntamento con la rubrica Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie della settimana su privacy e dintorni.
Domani a Milano, in Piazza Leonardo da Vinci, c'è depreDATI, l'evento rivolto a tutti i "non-specialisti", "non-geek", "non-maghi dell’informatica" che amano la propria privacy nel mondo digitale
Sabato 7 Ottobre, al politecnico di Milano, @quinta :ubuntu: e @gualdo :privacypride: :cc: terranno #depreDATI, il laboratorio per difendersi dalla sorveglianza online:
Il laboratorio si rivolge a non specialisti che hanno a cuore la propria privacy e che desiderano sottrarsi alla #profilazione delle Big Tech.
🔎L’obiettivo è informare sulle finalità anche non commerciali della profilazione; comprendere il grado dell’esposizione e suggerire i comportamenti da seguire, qua l'evento su mobilizon:
▶️QUI L'EVENTO SU MOBILIZON
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...mi domando quanti "non geek" abbiano a cuore la propria privacy o quella dei propri cari/simili (o anche solo sapere cosa sia la privacy e cosa possa causare la non privacy).
Dovreste andare nelle medie e nelle superiori !! Ormai noi adulti ci siamo bruciati irriparabilmente...
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@_aid_85_ c'è chi ama la privacy (femministe, persone lgbtqi+, sostenitori del diritto all'autodeterminazione, chi si preoccupa dei migranti) ma non lo sa.
Quanto all'invito, lo condividiamo in toto!
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Ministero dell'Istruzione
#Scuola, dal 9 ottobre parte piano welfare per il personale scolastico e del Mim con sconti che andranno fino a un massimo del 30% su treni, aerei, negozi, agriturismi e mercati che aderiscono alle convenzioni sottoscritte tra Ministero, aziende e as…Telegram
Intesa Sanpaolo va in orbita con Musk. L’investimento in SpaceX
Intesa Sanpaolo chiama Elon Musk. Con una nota l’Istituto ha annunciato di investire in SpaceX, “in coerenza con il Piano d’Impresa 2022-2025 che fa dell’innovazione uno dei principali pilastri” che “ha riconosciuto al settore aerospaziale un ruolo di particolare rilievo nello sviluppo delle economie mondiali”. Perciò, la più grande banca italiana ha deciso di affidarsi a “un player che ha dimostrato una visione d’avanguardia del prossimo futuro”.
Nel comunicato, seguono poi i successi dell’azienda californiana. “È l’unica azienda privata capace di lanciare in orbita e riportare a terra un veicolo spaziale. Nel 2012, Dragon è stato il primo veicolo spaziale commerciale a consegnare un cargo per e dalla Stazione Spaziale Internazionale e nel 2020 è stata la prima compagnia privata a trasportare delle persone nella medesima stazione. Il suo 9”, inoltre, “è tuttora il primo e l’unico modulo spaziale riutilizzabile. Questo permette a SpaceX di riutilizzare le componenti più costose del veicolo, riducendo quindi i costi di accesso ai viaggi spaziali”. Siglarci una partnership, dunque, appare naturale.
A quanto ammonti l’investimento non è chiaro, visto che Intesa Sanpaolo non ha proferito parola in merito. Detto ciò, vista la solennità della comunicazione, va da sé che si tratti di una somma considerevole. Per i dettagli dell’accordo ci sarà dunque tempo, ma non serve molto per comprendere perché SpaceX sia un partner centrale per la strategia dei grandi attori internazionali che intendono investire nel futuro.
Il progetto Starship è infatti uno dei fiori all’occhiello della società di Musk. Si tratta di una nuova generazione di veicoli spaziali di lancio riciclabili, ma non per questo saranno inferiori agli altri. Saranno invece i più potenti mai realizzati, con l’intenzione di trasportare esseri umani su Marte o altri lidi del sistema solare. L’altro grande progetto è quello di Starlink, che garantisce la connessione a Internet a cinquanta Paesi in tutto il mondo tramite quattromila satelliti – molto utile quindi per i Paesi in via di sviluppo che non hanno le infrastrutture adatte o per le operazioni militari, come quelle degli ucraini.
Non a caso, a investire in SpaceX è stato anche il Pentagono. Il primo contratto da 70 milioni di dollari per Starship è stato siglato lo scorso primo settembre e “prevede il servizio end-to-end tramite la costellazione Starlink, terminali utente, apparecchiature ausiliarie, gestione della rete e altri servizi correlati”, ha riferito alla Cnbcla portavoce della Space Force, Ann Stefanek. L’accordo segue quello raggiunto a inizio giugno sempre tra la Difesa americana e l’azienda del magnate di Pretoria sui satelliti Starlink. Anche in quell’occasione, per ragione di sicurezza e riservatezza non sono stati rilasciati dettagli ma gli strumenti sarebbero stati inviati in Ucraina – probabilmente era il modo di Washington per venire incontro alle richieste di Musk, che aveva annunciato di non voler più aiutare Kiev fornendole il suo servizio gratuitamente.
Scontato che anche la Nasa si sia appoggiata al know-how di SpaceX. D’altronde, le due parlano la stessa lingua. L’obiettivo è incrementare le missioni lunari Artemis, così da ottenere nel giro di pochi anni un servizio di trasporto a pieno regime. Nel 2021 l’accordo con Musk prevedeva una missione esplorativa a partire dal 2025, ma non è l’unico. SpaceX ha infatti siglato diversi contratti pubblici, che l’hanno fatta diventare un punto di riferimento per la Nasa e per il Dipartimento di Difesa a stelle e strisce. Nell’agosto scorso di un anno fa, ad esempio, si era arrivati a una collaborazione per trasportare carichi militari su satelliti di SpaceX, per farli arrivare in tutto il mondo in tempi rapidissimi.
Per cogliere le sfide del futuro bisogna giocoforza affidarsi a chi ha come obiettivo ultimo quello di modellarlo. SpaceX è uno di questi attori e anche l’alta finanza italiana sembra averlo capito.
“Internet Festival – Artificial Law#1 “
“Dobbiamo educare le persone a scegliere servizi e applicazioni di AI anche in considerazione di quanto siano rispettosi dei loro diritti e delle loro libertà
Andrea Russo
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informapirata ⁂
in reply to Andrea Russo • • •@russandro non dovrebbe succedere, ma ad essere sincero, non lo so.
Alla fine stiamo qui per sperimentare, no? 😅
@admin
informapirata ⁂
Unknown parent • • •Ciao @mauriziocarnago, in realtà
> sono disponibili codici Bluesky PER GLI UTENTI DI POLIVERSO
i codici di invito che abbiamo non sono tantissimi e li diamo agli utenti di Poliverso proprio perché non ci interessa promuovere bluesky, ma per dare agli utenti di Friendica un modo per integrarsi con questo altro social network.
Comunque se me avanza qualcuno te lo farò avere
@admin
Signor Amministratore ⁂
Unknown parent • •Ah, ok @bluoltremauri allora si può fare anche subito! 😅
@informapirata :privacypride: @Maurizio Carnago
Giacomo Franca
in reply to Signor Amministratore ⁂ • •@Signor Amministratore @informapirata :privacypride:
grazie ... se ne è rimasto uno, sarei interessato
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Signor Amministratore ⁂, Franc Mac e skariko like this.
Federico Stabile
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