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SIRACIDE - Capitolo 27


1Per amore del denaro molti peccano, chi cerca di arricchire volta lo sguardo.2Fra le giunture delle pietre si conficca un piolo, tra la compera e la vendita s'insinua il peccato.3Se non ti afferri con forza al timore del Signore, la tua casa andrà presto in rovina.

4Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.5I vasi del ceramista li mette a prova la fornace, così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.6Il frutto dimostra come è coltivato l'albero, così la parola rivela i pensieri del cuore.7Non lodare nessuno prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini.

8Se cerchi la giustizia, la raggiungerai e te ne rivestirai come di un manto di gloria⊥.9Gli uccelli sostano presso i loro simili, la verità ritorna a quelli che fanno cose giuste.10Il leone insidia la preda, così il peccato coloro che fanno cose ingiuste.11Nel discorso del pio c'è sempre saggezza, ma lo stolto muta come la luna.12Tra gli insensati non perdere tempo, tra i saggi invece férmati a lungo.13Il parlare degli stolti è un orrore, essi ridono tra i bagordi del peccato.14Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli, e i loro litigi fanno turare gli orecchi.15Spargimento di sangue è la rissa dei superbi, ed è penoso ascoltare le loro invettive.

16Chi svela i segreti perde l'altrui fiducia e non trova più un amico per il suo cuore.17Ama l'amico e sii a lui fedele, ma se hai svelato i suoi segreti, non corrergli dietro,18perché, come chi ha perduto uno che è morto, così tu hai perduto l'amicizia del tuo prossimo.19Come un uccello che ti sei fatto scappare di mano, così hai lasciato andare il tuo amico e non lo riprenderai.20Non inseguirlo, perché ormai è lontano, è fuggito come una gazzella dal laccio⊥.21Perché si può fasciare una ferita e un'ingiuria si può riparare, ma chi ha svelato segreti non ha più speranza.

22Chi ammicca con l'occhio trama il male, ma chi lo conosce si allontana da lui.23Davanti a te la sua bocca è dolce e ammira i tuoi discorsi, ma alle tue spalle cambierà il suo parlare e porrà inciampo alle tue parole.24Io odio molte cose, ma nessuna quanto lui, anche il Signore lo ha in odio.25Chi scaglia un sasso in alto, se lo tira sulla testa, e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra.26Chi scava una fossa vi cade dentro⊥, chi tende un laccio vi resta preso.27Il male si ritorce su chi lo fa, egli non sa neppure da dove gli venga.28Derisione e insulto per il superbo, la vendetta, come un leone, lo attende al varco.29Sono presi al laccio quanti gioiscono per la caduta dei pii, il dolore li consumerà prima della loro morte.

30Rancore e ira sono cose orribili, e il peccatore le porta dentro.

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Approfondimenti


26,28-27,10. In apertura un proverbio numerico elenca tre situazioni insopportabili: la miseria del guerriero (l'«uomo ricco» per la Siriaca), il disprezzo del saggio, il peccato del giusto. Il brano presenta un'inclusione sul peccato: quello del giusto e quello dell'ingiusto (26,28 e 27,10). Al centro il peccato del commerciante (26,29; 27,2; cfr. Am 8,4-6; Lv 19,35-36): amore del denaro, frode e, soprattutto, lontananza dallo studio della legge (v. 3; cfr. 38,25-34). Nei vv. 4-7 viene indicato il criterio per far emergere il vero valore di una persona: il suo modo di ragionare (logismos). I frutti rivelano la coltivazione dell'albero (v. 6; cfr. Mt 7,16-19; 12,33-37; Lc 6,43-45). La successiva unità (vv. 8-10) insegna che la giustizia è perseguibile ed utile; il peccato è un'insidia pericolosa come il leone (v. 10; cfr. 21,2c).

vv. 11-21. La pericope ruota attorno a due parole chiave: il “discorrere” (vv. 11-15) e i “segreti” (16-21). Il pio e lo stolto si rivelano diversi: il parlare dell'uno ha sempre saggezza, quello dell'altro cambia come la luna (v. 11). Alcuni Padri e la VL resero popolare questo contrasto opponendo la stabilità del sole alla mutevolezza della luna (v. 11). Il brano sui segreti (mystéria: vv. 16.17.21) è una lezione di prudenza per non rovinare l'amicizia. Ma anche di realismo: è inutile cercare un amico tradito. La situazione è irreparabile come la morte (v. 18) o come la fuga di un uccello o di una gazzella (vv. 19-20). La cornice del brano evidenzia la grossa perdita: la fiducia (pistis: v. 16) e la speranza (elpis: v. 21).

vv. 22-27. L'ipocrisia fa coprire il male con una facciata ed un linguaggio dolci: anche il Signore odia tale comportamento (vv. 22-24). Ma c'è una giustizia immanente – ritiene Ben Sira con gli autori sapienziali – per cui gli effetti del male ricadono su chi lo compie (vv. 25-27; cfr. Sal 57,7).

**27,28-28,7. Il tema della vendetta riservata a Dio (inclusione con ekdikesis tra 27,28a e 28,1a; cfr. Dt 32,35-36; Rm 12,19) delinea un ideale sapienziale conscio del limite umano e della grandezza di Dio. Forse Ben Sira ha presente la storia di Aman, persecutore del popolo ebraico e ingiusto accusatore di Mardocheo presso il re Assuero (cfr. Est 2-8). Sempre prima della morte – secondo una nota prospettiva di retribuzione – il male si rivelerà insidioso come un leone verso quanti deridono il pio (v. 29). Il brano dedicato al dovere del perdono (28, 2-7) contiene accenti molto vicini al Nuovo Testamento (cfr. Mt 6,12 e 18,23-35): concedi il perdono e la misericordia, non nutrire rancore e la tua richiesta di perdono e di guarigione sarà esaudita (vv. 2-5). La consapevolezza di essere “carne”, il ricordarsi delle ultime cose (putrefazione e morte) e dell'alleanza non possono che spingere a lasciar cadere ogni sdegno (vv. 5-7). Superato il precetto di “vendicare il sangue” (Nm 35,19; Dt 19,12), il perdono del nemico era raccomandato anche in Israele (Es 23,4-5; Lv 19,17-18). Il Talmud ribadisce che «se noi non siamo misericordiosi con gli altri, Dio non è misericordioso con noi» (Megillah 28a; cfr. Lc 6,36):

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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COME UN IRRADIARSI DI CIELI

Amore è una parola a rischio Nelo Risi

. Amore è

come un irradiarsi di cieli anteriori

esaltazione al calor bianco

o pane impastato con lacrime

un lungo lungo gemito più che sospiro di vento e foglie

casa del sole e delle ombre

dove disarmato è il cuore

(2011) .

COME UN IRRADIARSI DI CIELI: analisi e riflessioni


La poesia esplora l’amore come esperienza simultaneamente luminosa e dolorosa, capace di elevarci in spazi infiniti e di radicarci nel tempo delle lacrime.


Immagini e simboli chiave


  • “irradiarsi di cieli anteriori”
    evoca un’espansione verso dimensioni primordiali, un amore che precede il tempo
  • “calor bianco”
    tensione assoluta tra calore e purezza, un’energia che scioglie e brucia
  • “pane impastato con lacrime”
    un’unione concreta di nutrimento e sofferenza, simbolo di un amore quotidiano e insieme sacro
  • “lungo lungo gemito”
    suono che trascende il vento e le foglie, un’emozione prolungata e profonda
  • “casa del sole e delle ombre”
    luogo duplice dove convivono luce e buio, gioia e dolore
  • “dove disarmato è il cuore”
    conclusione che celebra la resa totale, l’abbandono alle forze dell’amore

Interpretazioni possibili


  1. L’amore come esperienza trascendentale
    un’uscita dai confini del sé verso un «cielo anteriore», prima della nascita
  2. La dualità luce-ombra
    la convivenza di calore e freddo, gioia e lacrime, in un unico spazio interiore
  3. Corpo e spiritualità
    il pane e le lacrime combinano dimensione materiale e mistica
  4. Il cuore disarmato
    resa ultima davanti a un sentimento che non ammette difese

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Andrew Bird - Things Are Really Great Here, Sort Of... (2014)


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Restiamo negli anniversari con questo disco trentenne (che porta bene i suoi anni) Reggatta de Blanc, probabilmente il loro capolavoro uscito nel ’79 dopo “Outlandos d’amour” del ’77.

“La storia è una sola. La più vecchia di tutte”, mormora Rust Cohle nelle scene finali di “True Detective”. “La luce contro le tenebre”. A pensarci bene, è la stessa materia di cui sono fatte le canzoni degli Handsome Family. E forse è proprio per questo che la loro musica si è intrecciata così profondamente all’immaginario della serie ideata da Nic Pizzolatto, dando voce alle tinte spettrali di una sequenza d’apertura già diventata di culto. Ma non è certo per cavalcare qualche forma di hype che Andrew Bird ha deciso di dedicare un intero disco alla rilettura di brani degli Handsome Family (compresa quella “Far From Any Road (Be My Hand)” che ha conquistato la ribalta come sigla di “True Detective”)... artesuono.blogspot.com/2014/07…


Ascolta il disco: album.link/i/1774566449



noblogo.org/available/andrew-b…


Andrew Bird - Things Are Really Great Here, Sort Of... (2014)


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Restiamo negli anniversari con questo disco trentenne (che porta bene i suoi anni) Reggatta de Blanc, probabilmente il loro capolavoro uscito nel ’79 dopo “Outlandos d’amour” del ’77.

“La storia è una sola. La più vecchia di tutte”, mormora Rust Cohle nelle scene finali di “True Detective”. “La luce contro le tenebre”. A pensarci bene, è la stessa materia di cui sono fatte le canzoni degli Handsome Family. E forse è proprio per questo che la loro musica si è intrecciata così profondamente all’immaginario della serie ideata da Nic Pizzolatto, dando voce alle tinte spettrali di una sequenza d’apertura già diventata di culto. Ma non è certo per cavalcare qualche forma di hype che Andrew Bird ha deciso di dedicare un intero disco alla rilettura di brani degli Handsome Family (compresa quella “Far From Any Road (Be My Hand)” che ha conquistato la ribalta come sigla di “True Detective”)... artesuono.blogspot.com/2014/07…


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Dati avvelenati Una mattina Tommaso aprì la posta e vide il messaggio: «Problema urgente sul tuo conto — clicca qui per risolvere». Nel giro di trenta minuti aveva perso più di quanto guadagna in un mese. Non era soltanto un’email: era il prodotto di una catena che mescola dati rubati, messaggi automatizzati e una verità costruita ad arte. Benvenuti nell’era dei dati avvelenati. Non sono veleni fisici, ma intossicazioni della fiducia che corrodono conti, reputazioni e, a volte, intere istituzioni. L’inganno gentile Oggi l’inganno non urla, sussurra. Non ti punta una pistola digitale alla tempia, ma ti offre un clic gentile, una promessa di sicurezza, un “aggiorna qui per la tua protezione”. E tu, che magari sei stanco, distratto o semplicemente di fretta, accetti l’invito come si accetta un biscotto da un vicino di casa. Peccato che il biscotto contenga un virus… e il vicino non abiti nemmeno nel tuo quartiere. Il vero virus del nostro tempo non infetta i computer, ma le percezioni. È un malware cognitivo, una specie di infiltrazione nella fiducia che regola ogni nostro gesto quotidiano: crediamo a ciò che leggiamo, clicchiamo su ciò che sembra vero, condividiamo ciò che ci appare verosimile. La truffa non ha più bisogno di farti paura: basta che ti rassicuri. Viviamo immersi in un web che non è più una rete di informazioni, ma una rete di convinzioni. E ogni giorno qualcuno getta nell’acqua digitale una goccia di veleno: un dato falsato, un link travestito, una notizia manipolata. Il problema non è solo tecnologico. È culturale. È come se il dubbio fosse diventato un difetto e la fretta una virtù. Dati al gusto di veleno Cosa sono, in fondo, questi “dati avvelenati”? Nel linguaggio tecnico si parla di data poisoning: l’inserimento intenzionale di informazioni false nei sistemi informatici, nei database o perfino negli algoritmi di intelligenza artificiale. In pratica, qualcuno insegna a un sistema a riconoscere un gatto… e il sistema comincia a credere che i gatti abbiano otto zampe. E il bello — o il tragico — è che l’algoritmo non se ne accorge. Per lui, la realtà è solo la somma dei dati che riceve. Siamo arrivati a un punto in cui la verità dipende da chi fornisce i dati. E quando i dati sono corrotti, anche la realtà lo diventa. È come se il mondo digitale stesse imparando a raccontare bugie con naturalezza, imitando l’uomo nella sua più antica arte: la falsificazione. Il rischio è sottile e subdolo: non è il grande attacco hacker che ci distrugge, ma la lenta erosione della fiducia. Non l’esplosione del virus, ma la goccia che cade ogni giorno, insinuando il sospetto che nulla sia autentico, nemmeno ciò che vediamo. Le trappole eleganti Un tempo le truffe erano grossolane: email scritte in un italiano incerto, promesse di eredità lontane e principi nigeriani con problemi bancari. Oggi la truffa è diventata minimalista e raffinata: loghi perfetti, firma digitale, tono istituzionale, persino un indirizzo reale. Ti scrivono la tua banca, il tuo gestore telefonico, a volte perfino un collega — o almeno, così sembra. La truffa moderna è un’opera di design. Non mira solo al denaro: mira alla credibilità. Ogni volta che cadiamo in un raggiro, anche piccolo, una parte della nostra fiducia si incrina. E quando la fiducia si incrina, la società vacilla. Eppure continuiamo a pensare che a noi non capiterà mai. È questa l’illusione più efficace: credere di essere immuni. La verità è che tutti, almeno una volta, abbiamo cliccato dove non dovevamo. Solo che la maggior parte delle volte abbiamo avuto fortuna. E la fortuna, si sa, è un antivirus che scade presto. L’inganno che si fa algoritmo Non sono più solo i truffatori a manipolare la realtà: oggi lo fanno anche le macchine, spesso senza rendersene conto. Un video può mostrare un politico che dice cose mai pronunciate. Una voce artificiale può telefonare a tua madre con la tua stessa voce. E un sistema di intelligenza artificiale può essere addestrato con dati falsi per fargli “credere” ciò che conviene a qualcuno. È la nuova frontiera del falso: il deepfake emotivo. Non basta più ingannare la vista — ora si punta al cuore. Le tecnologie di sintesi vocale e d’immagine non creano solo contenuti falsi: creano emozioni vere, reazioni autentiche a qualcosa che non è mai accaduto. E così, mentre corriamo dietro alla “verità digitale”, dimentichiamo la verità più semplice: non tutto ciò che sembra reale lo è, e non tutto ciò che è reale riesce più a sembrare vero. L’algoritmo non ha morale, ma ha fame. E mangia di tutto, anche i dati avariati, anche le nostre paure. La fiducia come antivirus Contro i dati avvelenati non esiste vaccino, ma esiste una cura: la consapevolezza. Non serve diventare esperti di cybersecurity, basta riscoprire l’antico gusto del dubbio. Leggere con attenzione, verificare le fonti, fermarsi un istante prima del clic. È la pausa che salva, l’attimo che ci restituisce il controllo. E magari sorridere un po’. Perché sì, l’ironia è un ottimo antivirus: ci ricorda che non siamo macchine e che il pensiero critico, quando si accende, è più potente di qualsiasi firewall. La verità, in fondo, è un software che va aggiornato spesso. E se il mondo digitale ci insegna qualcosa, è che la fiducia è fragile ma necessaria. Senza fiducia, Internet diventa una giungla; con troppa fiducia, diventa una trappola. Il segreto sta nel mezzo: nel restare vigili, ma non paranoici. Curiosi, ma non ingenui. E se vi arriva un’email che promette un premio, un’eredità o un bonus inatteso… beh, ricordatevi di Tommaso. Perché nel grande teatro del web, l’unica cosa che non si può scaricare è il buon senso

L'Alchimista Digitale ©


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ALTRE NOVITÀ DI VENERDÌ 4/7/25.


Da aggiungere al post precedente...

NARRATIVA:

  • LA FIGLIA DEL CARTOGRAFO di Clare Marchant (HarperCollins). Un romanzo che si sviluppa su due piani temporali: nel 1569 segue le vicende di una donna olandese, in fuga a Londra, che crea meravigliose mappe, mentre nel 2022 la protagonista è Robyn, che aiuta suo padre nel suo negozio di antiche cartine. Ed ecco che le due storie si intrecciano, quando Robyn decide di indagare su una mappa di epoca Tudor macchiata di sangue... Per saperne di più: scheda libro.

NOIR, GIALLI E THRILLER:

  • LE ESCLUSE di Nicolas Feuz (Baldini+Castoldi). Le escluse del titolo sono un gruppo di detenute dell'unità 3 di una spietata prigione del Vaud, fra cui una madre accusata di aver sottratto la figlia al padre. Un thriller “carcerario” dall'autore de IL FILATELISTA (pubblicato l'anno scorso sempre per Baldini+Castoldi). Per saperne di più: scheda libro.

FANTASY:

  • DRAGHI. I CUSTODI DELLE STELLE di Paolo Barbieri (Sergio Bonelli). Un volume di illustrazioni meravigliose, nel puro stile di Paolo Barbieri, sui draghi e sul loro legame con il cosmo. Per saperne di più: scheda libro.

SAGGISTICA:

  • GALILEO GALILEI, GENIO POLICROMO di Alessandro Bettini (Bollati Boringhieri). Il ritratto di un genio universale, che fu anche artista (oltre che scienziato) a tutto tondo: musicista, critico letterario, pittore, ingegnere idrogeologico e perfino viticoltore. Per saperne di più: scheda libro.
  • STAZIONI BALNEARI LIGURIA di Roberto Carvelli (Ediciclo). Un viaggio su rotaia attraverso la Liguria e i suoi litorali, da Luni a Ventimiglia. Per saperne di più: scheda libro.
  • L'ORO DI HITLER di Norman Ridley (LEG). Per sostenere la sua guerra, che come tutte le guerre fu onerosa dal punto di vista finanziario, la Germania di Hitler ricorse alla confisca delle riserve auree di Austria e Cecoslovacchia e successivamente al saccheggio di ogni paese occupato dopo il 1939, per non parlare del sequestro dei beni degli ebrei destinati ai campi di concentramento. In questo saggio, l'autore ripercorre i metodo usati dai nazisti per riciclare il denaro sottratto e le complicità di paesi come la Svizzera e il Portogallo in tali operazioni. Per saperne di più: scheda libro.
  • ORIGAMI TRADIZIONALI GIAPPONESI di Vanda Battaglia (NuiNui). Si tratta di un box completo (100 fogli di carta da origami e manuale di istruzioni) per realizzare 20 modelli tradizionali dell'origami giapponese. Ogni modello è corredato da un QR code che rimanda al corrispondente video tutorial. Per saperne di più: scheda libro.
  • DIGITALE di papa Francesco (Editrice Ave). Una piccola raccolta di riflessioni di Jorge Mario Bergoglio sulla modernità tecnologica e il mondo digitale. Per saperne di più: scheda libro.

INFANZIA E RAGAZZI:

  • ESTATE POP di Aurore Petit (Franco Cosimo Panini). È vero, l'estate è finita da un po' di settimane, però mi piace rendere conto anche di questo simpatico e colorato pop up sulla stagione calda. Età di lettura: dai 18 mesi. Per saperne di più: scheda libro.
  • Per Librido Gallucci, sono usciti due titoli nuovi della collana Scopri gli odori, ovvero libri cartonati per bambini dai 24 mesi, con le pagine che si possono letteralmente annusare: DAL FORNAIO (scheda libro) e AL MERCATO (scheda libro). Ogni libro contiene 6 diversi odori.
  • Per Airone, invece, abbiamo due titoli della collana Escape Game, ovvero libri game in cui bisogna risolvere rompicapi ed enigmi (i titoli sono abbastanza espliciti per quanto riguarda temi e ambientazioni): LA MALEDIZIONE DI TUTANKHAMON di Valérie Cluzel (scheda libro) e SULLE TRACCE DI JACK LO SQUARTATORE di Nicolas Trenti (scheda libro).

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Inktober 2025 – Però per scritto – 8/10 – Reckless

L'Inktober ( inktober.com/ ) è un'iniziativa che ricorre ogni anno: 31 prompt per realizzare altrettante illustrazioni, così da stimolare la creatività e non soccombere all'apatia. K&S quest'anno partecipano congiuntamente. K, da brava illustratrice, posterà i propri disegni sui propri social. S, da totale inetto per quanto riguarda disegno e grafica, parteciperà realizzando brevi raccontini. Si, siamo al corrente che esiste anche un'iniziativa analoga per chi preferisce creare racconti. Ma siamo anticonformisti, che ci volete fare.

Ogni giorno verrà pubblicato qui un racconto, ispirato dalla parola del giorno.

8/10 – Reckless

Su internet se ne parlava sempre di più. All'inizio erano alcuni post qua e là, prontamente sommersi da commenti in disaccordo, ma col passare del tempo le voci che davano Ph0tonP0wer come “finito” si facevano sempre più insistenti, i commenti solidali col famoso streamer diminuivano di volta in volta, e ormai iniziava a crederci perfino lui.

Anzi, a dire il vero, le cose non stavano andando bene da anni. La piattaforma è in crisi, si diceva. Ormai, nessuno fa più successo. Gli investitori stessi non ci credono più. E poi, alla fine, chi diamine ha il tempo di guardare tutte quelle ore di live stream su internet? Ma in cuor suo, Ph0tonP0wer sapeva benissimo che quelli erano soltanto parte del motivo. Se così fosse, il successo di tutti quanti starebbe scemando, e invece pareva che il declino fosse principalmente suo. Nuovi canali lo stavano raggiungendo in quanto a popolarità, streamer più giovani, sicuramente spinti da chissà quale raccomandazione, e sicuramente anche qualche ragazza che si è guadagnata la popolarità a suon di “lavoretti”, per così dire. E allora, piano piano, il top streamer mondiale stava vedendo il suo successo svanire, e con esso naturalmente anche la fonte economica che finanziava il suo stile di vita fatto di eccessi e divertimento.

C'era bisogno di qualcosa di nuovo. Qualcosa che avrebbe scosso il suo pubblico, qualcosa che l'avrebbe fatto tornare sul “trono” del live stream globale. Si, ma cosa? Una collaborazione? Nah, non avrebbe funzionato: non sopportava nessuno dei creator che conosceva, ed era abbastanza convinto che il sentimento fosse corrisposto. Certo, se fosse stato una ragazza formosa, avrebbe aperto un profilo su quell'altro sito o avrebbe iniziato a fare stream in vasca da bagno. Le ragazze hanno tutti i vantaggi, si trovò a pensare.

Ci voleva qualcosa che nessuno aveva mai fatto. Qualcosa di estremo. Decise di chiamare il suo agente. Se vuoi sfondare devi affidarti ai professionisti, si ripeteva da sempre, e infatti con lui andò proprio così. Da essere uno streamer qualunque, una goccia nel mare di sfigati, all'essere il top mondiale in meno di 5 anni era un risultato incredibile, ma Ph0tonP0wer sapeva benissimo che buona parte del suo successo dipendeva dal marketing e dalle idee che provenivano dalla sua agenzia, a cui si affidava da sempre.

La call non durò molto, ma l'idea era geniale: uno stream interamente trasmesso dall'auto sportiva di Ph0tonP0wer, e ogni 10 iscrizioni al canale lo streamer avrebbe schiacciato il piede sull'acceleratore per 10 secondi.

L'agenzia iniziò dunque la sua campagna di promozione: post ovunque, stories, addirittura l'annuncio arrivò anche su qualche notiziario in TV. “Cos'altro s'inventaranno?” si chiese qualcuno. “La mamma degli stupidi è sempre incinta.” affermò qualcun altro. “Questi influencer fanno danni incalcolabili alla psiche dei nostri bambini” dissero in TV.

Sta di fatto che la gente ne parlava. Si parlava di nuovo della Piattaforma, della content creation, degli streamer, e soprattutto si parlava di Ph0tonP0wer.

Dopo settimane di hype, annunci, scambio di opinioni, venne finalmente il giorno. Con rinnovata fiducia, lo streamer entrò nella sua auto fiammante, accese l'apparecchiatura, e premette su Start Live.

Solita introduzione di rito: sorriso d'ordinanza, tono di voce alto e impostato, saluto a chi si è già collegato, reminder di iscriversi e attivare la campanella delle notifiche.

Pronti? Si parte!

Le prime iscrizioni non tardarono ad arrivare. Questi sono i momenti in cui si vede l'amore della propria community, pensò lo streamer. Alla decima iscrizione, scattò l'alert, e Ph0tonP0wer non tradì la promessa: piede in fondo, sorriso di chi è sicuro delle proprie abilità, e via! La chat era letteralmente impazzita. Come ai tempi d'oro, quando era al top. Macché top, si trovò a pensare: non sono mai stato al top come adesso! Adesso sì che il mondo si ricorderà di me!

Ancora iscrizioni, ancora soldi, ancora alert, e ancora piede sull'acceleratore. La risata dello streamer ben rappresentava l'esaltazione che stava vivendo in quel momento. Senza più remore, senza più dubbi, questa era la cosa giusta da fare, questo era ciò che il pubblico voleva!

La Piattaforma registrò un record di presenze nel suo stream quel giorno, proprio nel momento in cui la trasmissione si interruppe improvvisamente, per poi non riprendere mai più.


log.livellosegreto.it/ksgaming…



Police — Reggatta de Blanc (1979)


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Restiamo negli anniversari con questo disco trentenne (che porta bene i suoi anni) Reggatta de Blanc, probabilmente il loro capolavoro uscito nel ’79 dopo “Outlandos d’amour” del ’77.

All’inizio c’è il punk, anche se per sottrazione: ”Il punk mi interessa come fatto di costume, la musica invece mi fa veramente schifo”, osserva Sting mentre sfrutta lo stesso circuito di club utilizzato da Clash, Stranglers e Sex Pistol. E’ il 1977, e il fenomeno Police esplode in Inghilterra. Sting avverte che è giunto il momento per esprimere cose originali, per superare il guado in cui s’è cacciato il movimento punk, cui per altro non appartiene. Sente di avere un mucchio di cose nuove da dire. Ci crede, e con lui Stewart Copeland. Ha anche dato un calcio alla sua carriera di insegnante per dedicarsi alla musica. Scrive di getto una ventina di pezzi in vista prima dell’esordio e di questo “Raggae dei Bianchi” poi... silvanobottaro.it/archives/367…


Ascolta il disco: album.link/i/1440744161



noblogo.org/available/police-r…


Police — Reggatta de Blanc (1979)


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Restiamo negli anniversari con questo disco trentenne (che porta bene i suoi anni) Reggatta de Blanc, probabilmente il loro capolavoro uscito nel ’79 dopo “Outlandos d’amour” del ’77.

All’inizio c’è il punk, anche se per sottrazione: ”Il punk mi interessa come fatto di costume, la musica invece mi fa veramente schifo”, osserva Sting mentre sfrutta lo stesso circuito di club utilizzato da Clash, Stranglers e Sex Pistol. E’ il 1977, e il fenomeno Police esplode in Inghilterra. Sting avverte che è giunto il momento per esprimere cose originali, per superare il guado in cui s’è cacciato il movimento punk, cui per altro non appartiene. Sente di avere un mucchio di cose nuove da dire. Ci crede, e con lui Stewart Copeland. Ha anche dato un calcio alla sua carriera di insegnante per dedicarsi alla musica. Scrive di getto una ventina di pezzi in vista prima dell’esordio e di questo “Raggae dei Bianchi” poi... silvanobottaro.it/archives/367…


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SIRACIDE - Capitolo 26


La donna virtuosa1Fortunato il marito di una brava moglie, il numero dei suoi giorni sarà doppio.2Una donna valorosa è la gioia del marito, egli passerà in pace i suoi anni.3Una brava moglie è davvero una fortuna, viene assegnata a chi teme il Signore.4Ricco o povero, il suo cuore è contento, in ogni circostanza il suo volto è gioioso.

La donna che cede alle passioni5Di tre cose il mio cuore ha paura, e per la quarta sono spaventato: una calunnia diffusa in città, un tumulto di popolo e una falsa accusa, sono cose peggiori della morte;6ma crepacuore e lutto è una donna gelosa di un'altra, il flagello della sua lingua fa presa su tutti.7Giogo di buoi sconnesso è una cattiva moglie, chi la prende è come chi afferra uno scorpione.8Motivo di grande sdegno è una donna che si ubriaca, non riuscirà a nascondere la sua vergogna.9Una donna sensuale ha lo sguardo eccitato, la si riconosce dalle sue occhiate. 10Fa' buona guardia a una figlia sfrenata, perché non ne approfitti, se trova indulgenza. 11Guàrdati dalla donna che ha lo sguardo impudente, non meravigliarti se poi ti fa del male.12Come un viandante assetato apre la bocca e beve qualsiasi acqua a lui vicina, così ella siede davanti a ogni palo e apre a qualsiasi freccia la faretra.

La bellezza della donna13La grazia di una donna allieta il marito, il suo senno gli rinvigorisce le ossa.14È un dono del Signore una donna silenziosa, non c'è prezzo per una donna educata.15Grazia su grazia è una donna pudica, non si può valutare il pregio di una donna riservata.16Il sole risplende nel più alto dei cieli, la bellezza di una brava moglie nell'ornamento della casa.17Lampada che brilla sul sacro candelabro, così è la bellezza di un volto su una robusta statura.18Colonne d'oro su base d'argento sono gambe graziose su solidi piedi.⊥

Luci e ombre nel ritratto della donna19Figlio, conserva sano il fiore dell'etàe non affidare la tua forza a donne straniere.20Cerca nella pianura un campo fertileper gettarvi il tuo seme, attendendo la progenie.21Così i frutti che lascerai,fieri della loro nobiltà, prospereranno.22La donna pagata vale uno sputo,se è sposata, è torre di morte per quanti la usano.23La moglie empia l'avrà in sorte il peccatore,quella pia sarà data a chi teme il Signore.24La donna impudica cerca sempre il disonore,una figlia pudica è riservata anche con il marito.25La donna sfrontata viene stimata come un cane,quella che ha pudore teme il Signore.26La donna che onora il marito a tutti appare saggia,quella orgogliosa che lo umilia sarà empia per tutti.Felice il marito di una brava moglie,il numero dei suoi giorni sarà raddoppiato.27La donna che grida ed è chiacchieronaè come tromba di guerra che suona la carica.L'uomo che si trova in simili condizionipassa la vita tra rumori di guerra.⌉

Il guerriero, il saggio, il giusto, il commerciante28Due cose rattristano il mio cuore, e una terza mi provoca collera: un guerriero che languisce nella miseria, uomini saggi trattati con disprezzo e chi passa dalla giustizia al peccato: il Signore lo tiene pronto per la spada.

29⊥È difficile che il commerciante sia esente da colpe e il rivenditore sia indenne da peccato.

_________________Note

26,19-27 Questi versetti (una delle “aggiunte” del greco) si snodano attraverso antitesi che evidenziano luci e ombre nella figura della donna. Il v. 19 probabilmente allude alla proibizione di contrarre matrimoni misti (Esd 9-10; Ne 13,23-27).

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Approfondimenti


vv. 1-18. Tema centrale ancora la donna. Dopo il quadro negativo, ora quello positivo, molto più breve (cfr. 21,11-28). Anche qui la brava moglie non è vista in sé, ma in relazione alle esigenze e ai desideri del marito. A lui ella dona giorni lunghi (vv. 1-2), buona sorte (v. 3), volto felice (v. 4). Ma la prospettiva propria di Ben Sira emerge nel v. 3b: una buona moglie è premio dato a chi teme il Signore (cfr. Pr 18,22; 19,14). Un altro proverbio numerico introduce il tema di una «donna gelosa di un'altra»: se calunnie, violenze e falsità possono procurare la morte civile, una tale donna è un flagello peggiore: procura un dolore mortale e rende impossibile una vera comunione (vv. 5-6). Il riferimento sotteso alla poligamia (cfr. 25, 14-15) si concentra sulla donna malvagia, ubriaca e sensuale (vv. 7-9). Ne deriva un invito a vigilare (v. 10) per la figlia (semitismo per moglie: cfr. Pr 31,29) e a guardarsi da «un occhio impudente» (v. 11). I vv. 11-12 sembrano allusivi anche all'infedeltà del marito. Segue un ritratto (vv. 13-18) della donna piena di grazia, silenziosa e pudica: è benefica e non ha prezzo, splende come il sole e come il candelabro santo. Il brano fonde gli aspetti estetici con quelli utilitaristici, i richiami religiosi con quelli fisici della presenza femminile. Le metafore dei vv. 17-18 dovrebbero essere ben considerate nel formulare il giudizio circa l'atteggiamento di Ben Sira verso le donne.

vv. 19-27. Anche se è presente solo nel Gr 248 e in siriaco, questo brano – aperto dal vocativo «Figlio mio» (v. 19) – sembra originale. Secondo la tradizione sapienziale (cfr. Pr 31,3), si sconsigliano avventure sessuali con donne straniere, immorali e seduttrici. Si suggerisce di trovare una buona moglie, da cui avere figli (cfr. Tb 4,12-13). La prostituta è disprezzata come uno sputo (sialos è un hapax nel greco dell'AT: v. 22). Tradizionale il messaggio del peccatore che riceve in dote una donna empia (v. 23; cfr. 1, 11-30; 11, 17). Per Ben Sira anche la saggezza della donna si misura dal timore del Signore (v. 25b). Le immagini militari del v. 27 rimandano a Gs 6, 4-20; Gb 39, 24-25.

26,28 – 27, 10. In apertura un proverbio numerico elenca tre situazioni insopportabili: la miseria del guerriero (l'«uomo ricco» per la Siriaca), il disprezzo del saggio, il peccato del giusto. Il brano presenta un'inclusione sul peccato: quello del giusto e quello dell'ingiusto (26, 28 e Zi centro il peccato del commerciante 126,29; 27, 2; oft. Am 8, 4-6; Lv 19, 35-36): amore del denaro, frode e, so-prattutto, lontananza dallo studio della legge (v. 3; cfr. 38, 25-34). Nei vv. 4-7 viene indicato il criterio per far emergere il vero valore di una persona: il suo modo di ragionare (logismos). I frutti rivelano la coltivazione dell'albero (v. 6; cfr. Mt 7, 16-19; 12, 33-37; Lc 6, 43-45). La successiva unità (vv. 8-10) insegna che la giustizia è perseguibile ed utile; il peccato è un'insidia pericolosa come il leone (v. 10; cfr. 21, 2c).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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Questa notte ho sognato tre appartamenti della mia vita in cui non sono mai stato se non in sogno. All'inizio del sogno pensavo di stare per cambiare casa e mi veniva in mente che però, stavo per cambiare casa, ma io avevo ancora i vecchi appartamenti del centro storico, di quando ero ragazzo, che non ci avevo più pensato. Saranno ancora lì, mi chiedevo o quello che mi li aveva affittati li avrà dati ad altre persone? E allora partivo e iniziavo a girare per il centro storico di questa citta, che non è Genova, in cui sono già stato altre volte nei miei sogni, per vedere se ritrovavo i tre appartamenti.

Il primo appartamento era brutto, costruito con materiali moderni ma di bassissimo costo che poggiavano su una struttura fatiscente. Era in pratica un box, la cui porta dava direttamente sul vano delle scale. Era sempre umido e malsano.

Il secondo appartamento era in cima a una scala che saliva in un palazzo, ogni piano c'erano diversi appartamenti, tutti malridotti e più si saliva più lo stato degli arredi era pessimo. Le scale in cemento armato che perdevano pezzi, gente appoggiata ai muri del vano scale o nascoste nei corridoi, spazzatura e residui. Il mio appartamento era nella parte in alto, una porta tra tantissime altre, tutto dipinto di giallo.

Il terzo appartamento dove – a un certo punto – nel sogno di stanotte riuscivo ad entrare, era un appartamento che avevo ristrutturato io, anche qua con materiali nuovi di basso costo applicati su una struttura di legno marcio e pericolante. La particolarità di questo appartamento è che una porta conduceva a un secondo appartamento, già arredato, ma non da me, con mobili fuori moda, anni cinquanta, molto grande, diverse stanze che nel sogno non usavo quasi mai perché l'arredamento era scomodo e le stanze lontane dal centro della casa. In più, arrivando nell'ultima stanza, si poteva uscire da un secondo ingresso che però non era più nel centro storico di questa non-Genova, ma una zona in campagna, con piante verde scuro.

In tutte e tre gli appartamenti ero già stato in sogno decenni fa, sono posti in cui ogni tanto mi capita di ritornare in sogno. Questa volta portavo alcuni amici senza volto fuori dal secondo ingresso e li invitavo a controllare con il loro geolocalizzatore il fatto che – uscendo dal secondo ingresso – eravamo finiti fuori Genova. E loro controllavano ed erano effettivamente stupiti.

Alla fine, quando mi sono risvegliato, ho provato una specie di strana malinconia: come spesso accade nei sogni il materiale che vedevo e in cui vivevo era impregnato di sensazioni non intelleggibili che poi mi sono rimaste attaccate addosso uscito dal sogno. Anche adesso che sto scrivendo arrivano – per analogia – le sensazioni che ho provato in luoghi dell'onirico simili: un albergo infinito in cui ero stato con i miei figli, un negozio di remainder nel centro storico della non-Genova, i vicoli ripidissimi di questa città inclinata verso un mare che non si vede mai, io che scopro che tra Genova e le altre città del litoriale ci sono zone costiere con scogliere ripidissime alla cui base sono nascoste piccolissime spiaggie disabitate coperte di alghe di un verde brillante, dove si può fare il bagno e che non conosce nessuno.

Ecco: nel corso degli anni, ho accumulato una geografia di mondi paralleli al mio in cui è passata una parte importante della mia vita, frammenti che talvolta esondano nel mio quotidiano come scorie di un'esistenza alterata che ho vissuto con una intensità fortissima.


noblogo.org/fabriziovenerandi/…


Questa notte ho sognato tre appartamenti della mia vita in cui non sono mai...


Questa notte ho sognato tre appartamenti della mia vita in cui non sono mai stato se non in sogno. All'inizio del sogno pensavo di stare per cambiare casa e mi veniva in mente che però, stavo per cambiare casa, ma io avevo ancora i vecchi appartamenti del centro storico, di quando ero ragazzo, che non ci avevo più pensato. Saranno ancora lì, mi chiedevo o quello che mi li aveva affittati li avrà dati ad altre persone? E allora partivo e iniziavo a girare per il centro storico di questa citta, che non è Genova, in cui sono già stato altre volte nei miei sogni, per vedere se ritrovavo i tre appartamenti.

Il primo appartamento era brutto, costruito con materiali moderni ma di bassissimo costo che poggiavano su una struttura fatiscente. Era in pratica un box, la cui porta dava direttamente sul vano delle scale. Era sempre umido e malsano.

Il secondo appartamento era in cima a una scala che saliva in un palazzo, ogni piano c'erano diversi appartamenti, tutti malridotti e più si saliva più lo stato degli arredi era pessimo. Le scale in cemento armato che perdevano pezzi, gente appoggiata ai muri del vano scale o nascoste nei corridoi, spazzatura e residui. Il mio appartamento era nella parte in alto, una porta tra tantissime altre, tutto dipinto di giallo.

Il terzo appartamento dove – a un certo punto – nel sogno di stanotte riuscivo ad entrare, era un appartamento che avevo ristrutturato io, anche qua con materiali nuovi di basso costo applicati su una struttura di legno marcio e pericolante. La particolarità di questo appartamento è che una porta conduceva a un secondo appartamento, già arredato, ma non da me, con mobili fuori moda, anni cinquanta, molto grande, diverse stanze che nel sogno non usavo quasi mai perché l'arredamento era scomodo e le stanze lontane dal centro della casa. In più, arrivando nell'ultima stanza, si poteva uscire da un secondo ingresso che però non era più nel centro storico di questa non-Genova, ma una zona in campagna, con piante verde scuro.

In tutte e tre gli appartamenti ero già stato in sogno decenni fa, sono posti in cui ogni tanto mi capita di ritornare in sogno. Questa volta portavo alcuni amici senza volto fuori dal secondo ingresso e li invitavo a controllare con il loro geolocalizzatore il fatto che – uscendo dal secondo ingresso – eravamo finiti fuori Genova. E loro controllavano ed erano effettivamente stupiti.

Alla fine, quando mi sono risvegliato, ho provato una specie di strana malinconia: come spesso accade nei sogni il materiale che vedevo e in cui vivevo era impregnato di sensazioni non intelleggibili che poi mi sono rimaste attaccate addosso uscito dal sogno. Anche adesso che sto scrivendo arrivano – per analogia – le sensazioni che ho provato in luoghi dell'onirico simili: un albergo infinito in cui ero stato con i miei figli, un negozio di remainder nel centro storico della non-Genova, i vicoli ripidissimi di questa città inclinata verso un mare che non si vede mai, io che scopro che tra Genova e le altre città del litoriale ci sono zone costiere con scogliere ripidissime alla cui base sono nascoste piccolissime spiaggie disabitate coperte di alghe di un verde brillante, dove si può fare il bagno e che non conosce nessuno.

Ecco: nel corso degli anni, ho accumulato una geografia di mondi paralleli al mio in cui è passata una parte importante della mia vita, frammenti che talvolta esondano nel mio quotidiano come scorie di un'esistenza alterata che ho vissuto con una intensità fortissima.





FRAGILE PALPITO

in una selva di gridi come lepre braccata dal tuo incondizionato amore:

Tu che governi i cieli “bisogno” hai di me?

perché pungoli questo fragile palpito

fino al sonno della morte?

(2011)

.

FRAGILE PALPITO: analisi e riflessioni


La poesia esplora l’equilibrio tra amore incondizionato e vulnerabilità, trasformando il sentimento in una caccia in cui la preda è il proprio “fragile palpito”.


Immagini e simboli chiave


  • “selva di gridi”
    evoca un caos emotivo che circonda il cuore, un bosco di suoni interni in cui ci si smarrisce
  • “lepre braccata”
    simboleggia la parte più indifesa del poeta, inseguita da un affetto totalizzante
  • “Tu che governi i cieli”
    suggerisce una figura trascendente o divina, capace di dominare ogni cosa
  • “bisogno hai di me?”
    rovescia la dinamica tradizionale: non è il cuore ad aver bisogno dell’amore, ma è l’amore stesso a richiedere il cuore
  • “fragile palpito”
    il battito incerto e precario, emblema di vita e tensione emotiva
  • “sonno della morte”
    chiude il cerchio: l’amore estremo spinge il cuore verso un riposo eterno

Interpretazioni possibili


  1. L’amore come forza predatoria
    il sentimento totalizzante diventa caccia che logora la parte più vulnerabile di chi ama
  2. Il divino e il bisogno reciproco
    mettere in scena un Dio bisognoso del cuore umano, capovolgendo il rapporto creatore–creatura
  3. Fragilità dell’esistenza
    il palpito come metafora della precarietà della vita, sospesa tra passione e morte

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I carabinieri a difesa delle specie protette sequestrano cinque zanne di elefante africano


Nella giornata del 17 settembre 2025 i #Carabinieri del Nucleo #CITES – Distaccamento di Torino Caselle hanno eseguito controlli mirati presso alcuni laboratori di tassidermia in provincia di Torino, nell’ambito della campagna #EMPACT2022 e dell’Operational Action Plan (#OAP) #EnviCrime 2024- 2025 – OA 5.1 “Trafficking of Fauna” dell'Unione Europea #UE, finalizzata al contrasto del traffico illegale di specie protette.

Durante uno dei controlli sono state rinvenute e poste sotto sequestro cinque zanne grezze di elefante africano (#Loxodonta africana), specie inserita nell’Appendice I della Convenzione CITES e considerata in pericolo di estinzione. Le zanne sono risultate di dimensioni considerevoli (misuravano tra 190 e 212 centimetri di lunghezza), a conferma della provenienza da esemplari adulti e del rilevante valore commerciale del materiale sequestrato.

Gli specimen erano detenuti in assenza della documentazione prevista che ne attestasse la provenienza legale e il possesso lecito. Il titolare dell’attività, un italiano sulla quarantina, è stato pertanto denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per detenzione illecita di parti di specie protette, in violazione della normativa nazionale e internazionale sul commercio di specie a rischio di estinzione (Regolamento (CE) n. 338/97 e Legge 150/1992). I Carabinieri sequestrano cinque zanne di elefante africano

L’operazione si inserisce nel quadro delle attività coordinate a livello europeo per il contrasto al crimine ambientale e rappresenta un’importante azione di tutela della biodiversità e di salvaguardia delle specie minacciate inserite nella #C.I.T.E.S.. La C.I.T.E.S. – Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora è una Convenzione internazionale che tutela le specie a rischio di estinzione. Per tutte le specie animali e vegetali incluse nella Convenzione – oltre 40.000 – è necessario dimostrare la legale provenienza mediante idonea documentazione, indispensabile per la loro detenzione e commercializzazione. Nel caso di zanne grezze di elefante, tale documentazione deve essere richiesta al Nucleo Carabinieri CITES territorialmente competente. È vietato prelevare esemplari in natura, detenerli, cederli o commercializzarli senza la prescritta documentazione. I Carabinieri dei Nuclei CITES su tutto il territorio nazionale sono preposti ai controlli sul commercio di specie protette e al contrasto del traffico illegale delle stesse su tutto il territorio nazionale. Il commercio di specie rare, come l’avorio di elefante, sia grezzo che lavorato, è purtroppo ancora oggi molto diffuso.


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I carabinieri a difesa delle specie protette sequestrano cinque zanne di elefante africano


Nella giornata del 17 settembre 2025 i #Carabinieri del Nucleo #CITES – Distaccamento di Torino Caselle hanno eseguito controlli mirati presso alcuni laboratori di tassidermia in provincia di Torino, nell’ambito della campagna #EMPACT2022 e dell’Operational Action Plan (#OAP) #EnviCrime 2024- 2025 – OA 5.1 “Trafficking of Fauna” dell'Unione Europea #UE, finalizzata al contrasto del traffico illegale di specie protette.

Durante uno dei controlli sono state rinvenute e poste sotto sequestro cinque zanne grezze di elefante africano (#Loxodonta africana), specie inserita nell’Appendice I della Convenzione CITES e considerata in pericolo di estinzione. Le zanne sono risultate di dimensioni considerevoli (misuravano tra 190 e 212 centimetri di lunghezza), a conferma della provenienza da esemplari adulti e del rilevante valore commerciale del materiale sequestrato.

Gli specimen erano detenuti in assenza della documentazione prevista che ne attestasse la provenienza legale e il possesso lecito. Il titolare dell’attività, un italiano sulla quarantina, è stato pertanto denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per detenzione illecita di parti di specie protette, in violazione della normativa nazionale e internazionale sul commercio di specie a rischio di estinzione (Regolamento (CE) n. 338/97 e Legge 150/1992). I Carabinieri sequestrano cinque zanne di elefante africano

L’operazione si inserisce nel quadro delle attività coordinate a livello europeo per il contrasto al crimine ambientale e rappresenta un’importante azione di tutela della biodiversità e di salvaguardia delle specie minacciate inserite nella #C.I.T.E.S.. La C.I.T.E.S. – Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora è una Convenzione internazionale che tutela le specie a rischio di estinzione. Per tutte le specie animali e vegetali incluse nella Convenzione – oltre 40.000 – è necessario dimostrare la legale provenienza mediante idonea documentazione, indispensabile per la loro detenzione e commercializzazione. Nel caso di zanne grezze di elefante, tale documentazione deve essere richiesta al Nucleo Carabinieri CITES territorialmente competente. È vietato prelevare esemplari in natura, detenerli, cederli o commercializzarli senza la prescritta documentazione. I Carabinieri dei Nuclei CITES su tutto il territorio nazionale sono preposti ai controlli sul commercio di specie protette e al contrasto del traffico illegale delle stesse su tutto il territorio nazionale. Il commercio di specie rare, come l’avorio di elefante, sia grezzo che lavorato, è purtroppo ancora oggi molto diffuso.


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Gaza ed il dopo-conflitto: un ruolo anche per i carabinieri italiani


L'Italia si sta posizionando per svolgere un ruolo operativo nella fase post-conflitto a Gaza. La soluzione più concreta prevede l'impiego dei Carabinieri per addestrare e supportare le future forze di sicurezza locali, seguendo modelli di successo già implementati in Cisgiordania e in altre regioni. Come ha spiegato il Ministro degli Esteri, Tajani: “siamo pronti a fare la nostra parte e inviare i nostri Carabinieri il giorno dopo la fine del conflitto”.

L'approccio italiano si intreccia con i negoziati sul cessate il fuoco e la governance di transizione. L'ambito d'azione includerebbe attività di polizia di prossimità, gestione graduale dell'ordine pubblico, protezione di siti sensibili e supporto alle indagini, in coordinamento con i partner europei e regionali.

L'esperienza pregressa conta. Il CoESPU (Center of Excellence for Stability Police Units) di Vicenza addestra da anni unità di polizia per contesti post-crisi; la missione MIADIT in Palestina a Gerico ha già formato migliaia di operatori in tecniche di polizia, gestione dell'ordine pubblico, indagini e tutela del patrimonio culturale.

Il valico di Rafah rimane cruciale per la fase umanitaria e la riapertura controllata dei valichi. La riattivazione della missione europea al confine con l'Egitto fornisce un canale operativo per l'assistenza, il controllo e la protezione dei flussi.

La presenza italiana richiede un quadro politico credibile. Il governo si sta concentrando su un processo in tre fasi: cessate il fuoco, accordo politico e ricostruzione. In questo contesto, sono in gioco le pressioni internazionali e gli sforzi diplomatici che coinvolgono attori regionali e gli Stati Uniti.

Perché i Carabinieri? I Carabinieri, una forza di polizia a struttura militare, combinano capacità di mediazione civile e disciplina operativa. Sono adatti alle zone grigie degli ambienti postbellici, dove la protezione dei civili, la garanzia dei servizi essenziali e il ripristino della fiducia tra le parti sono fondamentali.

Cosa aspettarsi nell'immediato. Il modello più probabile il giorno dopo la pace è “addestrare e consigliare”: squadre dell'Arma a fianco delle unità locali per attività di polizia di prossimità, scene del crimine, monitoraggio dei valichi e protezione delle infrastrutture critiche.

Per l'Italia, si tratta di un test di credibilità nel Mediterraneo. Se l'operazione avrà successo, Roma consoliderà il suo ruolo di fornitore di sicurezza e rafforzerà i canali con i partner europei e arabi; in caso contrario, si correrà il rischio di incorrere in costi operativi e reputazionali.

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso sia l'intenzione che l'obbligo morale dell'Italia di essere presente nelle regioni colpite da conflitti, sottolineando in particolare l'importanza dell'approccio nazionale alla pace, della cultura dell'inclusione e della capacità unica di promuovere il dialogo. Intervenendo durante un dibattito con Matteo Renzi alla Stazione Leopolda, Crosetto ha affrontato il potenziale coinvolgimento dei Carabinieri nel piano di pace dell'amministrazione Trump per Gaza. Ha sottolineato il lungo impegno dell'Italia per la pace attraverso la sua partecipazione attiva alle missioni delle Nazioni Unite, alle operazioni europee e alle iniziative della NATO. Il Ministro ha sottolineato che le forze armate italiane non solo sono altamente addestrate, ma portano con sé anche una distinta “italianità”, una qualità che le distingue in contesti internazionali in cui la presenza militare può spesso essere percepita come un'imposizione o un simbolo di potere.

Crosetto ha spiegato come l'esercito e i Carabinieri italiani siano stati in grado di creare fiducia in diverse regioni, tra cui il Libano, dove stanno attualmente contribuendo all'addestramento delle forze di polizia locali. Questa fiducia, ha spiegato, nasce dalla capacità delle forze armate italiane di interagire con le comunità in modo rispettoso e inclusivo, trattando le persone come pari piuttosto che da una posizione di superiorità. Questo approccio affonda le sue radici nella vasta esperienza dei Carabinieri che operano in migliaia di città italiane, dove interagiscono con cittadini di ogni estrazione sociale, dagli anziani ai funzionari locali, promuovendo un senso di connessione e comprensione che portano con sé ovunque vadano.

Il Ministro ha inoltre descritto la situazione attuale come l'inizio di un lungo e impegnativo percorso verso la pace, che richiede pazienza, perseveranza e lo sforzo collettivo di tutte le parti coinvolte. Nonostante le difficoltà future, Crosetto ha espresso un cauto ottimismo, affermando che la comunità internazionale, che comprende nazioni arabe, paesi occidentali e persino la Russia, ha mostrato un raro livello di unità nel sostenere il processo di pace. Questa cooperazione senza precedenti, ha sostenuto, offre la speranza per un futuro in cui sia Israele che il popolo palestinese possano coesistere nel rispetto dei loro diritti e delle loro aspirazioni.

#carabinieri

#armadeicarabinieri

#Gaza

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#Palestina

#Rafah

#Coespu

#miadit


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Gaza ed il dopo-conflitto: un ruolo anche per i carabinieri italiani


Gaza ed il dopo-conflitto: un ruolo anche per i carabinieri italiani


L'Italia si sta posizionando per svolgere un ruolo operativo nella fase post-conflitto a Gaza. La soluzione più concreta prevede l'impiego dei Carabinieri per addestrare e supportare le future forze di sicurezza locali, seguendo modelli di successo già implementati in Cisgiordania e in altre regioni. Come ha spiegato il Ministro degli Esteri, Tajani: “siamo pronti a fare la nostra parte e inviare i nostri Carabinieri il giorno dopo la fine del conflitto”.

L'approccio italiano si intreccia con i negoziati sul cessate il fuoco e la governance di transizione. L'ambito d'azione includerebbe attività di polizia di prossimità, gestione graduale dell'ordine pubblico, protezione di siti sensibili e supporto alle indagini, in coordinamento con i partner europei e regionali.

L'esperienza pregressa conta. Il CoESPU (Center of Excellence for Stability Police Units) di Vicenza addestra da anni unità di polizia per contesti post-crisi; la missione MIADIT in Palestina a Gerico ha già formato migliaia di operatori in tecniche di polizia, gestione dell'ordine pubblico, indagini e tutela del patrimonio culturale.

Il valico di Rafah rimane cruciale per la fase umanitaria e la riapertura controllata dei valichi. La riattivazione della missione europea al confine con l'Egitto fornisce un canale operativo per l'assistenza, il controllo e la protezione dei flussi.

La presenza italiana richiede un quadro politico credibile. Il governo si sta concentrando su un processo in tre fasi: cessate il fuoco, accordo politico e ricostruzione. In questo contesto, sono in gioco le pressioni internazionali e gli sforzi diplomatici che coinvolgono attori regionali e gli Stati Uniti.

Perché i Carabinieri? I Carabinieri, una forza di polizia a struttura militare, combinano capacità di mediazione civile e disciplina operativa. Sono adatti alle zone grigie degli ambienti postbellici, dove la protezione dei civili, la garanzia dei servizi essenziali e il ripristino della fiducia tra le parti sono fondamentali.

Cosa aspettarsi nell'immediato. Il modello più probabile il giorno dopo la pace è “addestrare e consigliare”: squadre dell'Arma a fianco delle unità locali per attività di polizia di prossimità, scene del crimine, monitoraggio dei valichi e protezione delle infrastrutture critiche.

Per l'Italia, si tratta di un test di credibilità nel Mediterraneo. Se l'operazione avrà successo, Roma consoliderà il suo ruolo di fornitore di sicurezza e rafforzerà i canali con i partner europei e arabi; in caso contrario, si correrà il rischio di incorrere in costi operativi e reputazionali.

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso sia l'intenzione che l'obbligo morale dell'Italia di essere presente nelle regioni colpite da conflitti, sottolineando in particolare l'importanza dell'approccio nazionale alla pace, della cultura dell'inclusione e della capacità unica di promuovere il dialogo. Intervenendo durante un dibattito con Matteo Renzi alla Stazione Leopolda, Crosetto ha affrontato il potenziale coinvolgimento dei Carabinieri nel piano di pace dell'amministrazione Trump per Gaza. Ha sottolineato il lungo impegno dell'Italia per la pace attraverso la sua partecipazione attiva alle missioni delle Nazioni Unite, alle operazioni europee e alle iniziative della NATO. Il Ministro ha sottolineato che le forze armate italiane non solo sono altamente addestrate, ma portano con sé anche una distinta “italianità”, una qualità che le distingue in contesti internazionali in cui la presenza militare può spesso essere percepita come un'imposizione o un simbolo di potere.

Crosetto ha spiegato come l'esercito e i Carabinieri italiani siano stati in grado di creare fiducia in diverse regioni, tra cui il Libano, dove stanno attualmente contribuendo all'addestramento delle forze di polizia locali. Questa fiducia, ha spiegato, nasce dalla capacità delle forze armate italiane di interagire con le comunità in modo rispettoso e inclusivo, trattando le persone come pari piuttosto che da una posizione di superiorità. Questo approccio affonda le sue radici nella vasta esperienza dei Carabinieri che operano in migliaia di città italiane, dove interagiscono con cittadini di ogni estrazione sociale, dagli anziani ai funzionari locali, promuovendo un senso di connessione e comprensione che portano con sé ovunque vadano.

Il Ministro ha inoltre descritto la situazione attuale come l'inizio di un lungo e impegnativo percorso verso la pace, che richiede pazienza, perseveranza e lo sforzo collettivo di tutte le parti coinvolte. Nonostante le difficoltà future, Crosetto ha espresso un cauto ottimismo, affermando che la comunità internazionale, che comprende nazioni arabe, paesi occidentali e persino la Russia, ha mostrato un raro livello di unità nel sostenere il processo di pace. Questa cooperazione senza precedenti, ha sostenuto, offre la speranza per un futuro in cui sia Israele che il popolo palestinese possano coesistere nel rispetto dei loro diritti e delle loro aspirazioni.

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Furti di auto di lusso: carabinieri smantellano organizzazione con l'aiuto di poliziotti spagnoli e belgi


Una rete criminale organizzata altamente specializzata, responsabile del furto di oltre 100 auto ibride di lusso, è stata smantellata con successo in un'importante operazione internazionale guidata dai Carabinieri italiani, con il significativo supporto di Europol ed Eurojust.

I veicoli rubati, tra cui modelli ibridi di alta gamma, hanno un valore totale stimato di almeno 3 milioni di euro. Il gruppo criminale di lingua russa, composto principalmente da cittadini moldavi, si è concentrato sui veicoli ibridi di alta gamma nel nord Italia e nella ricca regione spagnola di Marbella. Una volta rubate, le auto e i loro componenti, come carrozzeria, batterie e parti meccaniche, sono stati trasportati attraverso il porto europeo di Anversa verso mercati illegali internazionali, dove sono stati venduti o riutilizzati per usi illeciti.

L'operazione, avvenuta il 7 ottobre 2025, ha portato all'arresto di nove persone a Reggio Emilia e Lombardia. Oltre agli arresti, le forze dell'ordine hanno sequestrato 35.000 euro in contanti e 150.000 euro in criptovalute.

L'operazione ha coinvolto circa 100 agenti provenienti da diversi paesi, tra cui agenti della Guardia Civil spagnola dislocati in Belgio e Italia, nonché squadre dei Carabinieri italiani di stanza in Spagna e Belgio ed infine dalla Romania (Directorate for Investigating Organized Crime and Terrorism, DIICOT). Anche esperti di criptovalute provenienti da Belgio, Italia e Spagna sono stati coinvolti nelle ricerche per proteggere e recuperare asset digitali illeciti. È stato istituito un centro di coordinamento presso #Eurojust, mentre #Europol ha inviato esperti e un ufficio mobile in Italia e Belgio per supportare le indagini.

La rete criminale operava con un livello di sofisticatezza simile alla precisione di tipo militare. Gli investigatori hanno scoperto una serie di tattiche utilizzate dal gruppo, tra cui squadre dedicate al furto d'auto, al deposito e alla contraffazione. I criminali utilizzavano localizzatori GPS per monitorare i veicoli presi di mira e strumenti elettronici per bypassare i sistemi di sicurezza avanzati. Hanno anche alterato i numeri di telaio e le targhe di auto dismesse per camuffare i veicoli rubati. Sono stati inoltre identificati collegamenti con compagnie di navigazione e affiliati criminali, che hanno facilitato il transito di auto rubate attraverso il porto di Anversa. L'indagine ha inoltre rivelato un complesso sistema di pagamento che coinvolgeva diverse piattaforme e wallet di criptovalute, con trasferimenti di criptovalute per un valore di circa 1 milione di euro.

Europol ha svolto un ruolo centrale nel coordinamento della fase internazionale dell'indagine, riunendo investigatori di tutti i paesi coinvolti e ospitando riunioni operative presso la propria sede centrale. Ha inoltre fornito supporto alle autorità nazionali attraverso analisi e condivisione di intelligence e continuerà a offrire supporto in loco.

Eurojust ha supportato una squadra investigativa congiunta (#JIT #SIC) istituita nel 2024 dalle autorità italiane e spagnole per smantellare la rete della criminalità organizzata. L'indagine ha visto la collaborazione di diverse agenzie delle forze dell'ordine, tra cui la Polizia Giudiziaria Federale di Anversa in Belgio, i #Carabinieri di Reggio Emilia in Italia e la Guardia Civil in Spagna. L'operazione è stata supportata dalla rete @ON, finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia (#DIA) italiana.

#Armadeicarabinieri

#operazionepalma

@Notizie dall'Italia e dal mondo


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Furti di auto di lusso: carabinieri smantellano organizzazione con l'aiuto di poliziotti spagnoli e belgi


Una rete criminale organizzata altamente specializzata, responsabile del furto di oltre 100 auto ibride di lusso, è stata smantellata con successo in un'importante operazione internazionale guidata dai Carabinieri italiani, con il significativo supporto di Europol ed Eurojust.

I veicoli rubati, tra cui modelli ibridi di alta gamma, hanno un valore totale stimato di almeno 3 milioni di euro. Il gruppo criminale di lingua russa, composto principalmente da cittadini moldavi, si è concentrato sui veicoli ibridi di alta gamma nel nord Italia e nella ricca regione spagnola di Marbella. Una volta rubate, le auto e i loro componenti, come carrozzeria, batterie e parti meccaniche, sono stati trasportati attraverso il porto europeo di Anversa verso mercati illegali internazionali, dove sono stati venduti o riutilizzati per usi illeciti.

L'operazione, avvenuta il 7 ottobre 2025, ha portato all'arresto di nove persone a Reggio Emilia e Lombardia. Oltre agli arresti, le forze dell'ordine hanno sequestrato 35.000 euro in contanti e 150.000 euro in criptovalute.

L'operazione ha coinvolto circa 100 agenti provenienti da diversi paesi, tra cui agenti della Guardia Civil spagnola dislocati in Belgio e Italia, nonché squadre dei Carabinieri italiani di stanza in Spagna e Belgio ed infine dalla Romania (Directorate for Investigating Organized Crime and Terrorism, DIICOT). Anche esperti di criptovalute provenienti da Belgio, Italia e Spagna sono stati coinvolti nelle ricerche per proteggere e recuperare asset digitali illeciti. È stato istituito un centro di coordinamento presso #Eurojust, mentre #Europol ha inviato esperti e un ufficio mobile in Italia e Belgio per supportare le indagini.

La rete criminale operava con un livello di sofisticatezza simile alla precisione di tipo militare. Gli investigatori hanno scoperto una serie di tattiche utilizzate dal gruppo, tra cui squadre dedicate al furto d'auto, al deposito e alla contraffazione. I criminali utilizzavano localizzatori GPS per monitorare i veicoli presi di mira e strumenti elettronici per bypassare i sistemi di sicurezza avanzati. Hanno anche alterato i numeri di telaio e le targhe di auto dismesse per camuffare i veicoli rubati. Sono stati inoltre identificati collegamenti con compagnie di navigazione e affiliati criminali, che hanno facilitato il transito di auto rubate attraverso il porto di Anversa. L'indagine ha inoltre rivelato un complesso sistema di pagamento che coinvolgeva diverse piattaforme e wallet di criptovalute, con trasferimenti di criptovalute per un valore di circa 1 milione di euro.

Europol ha svolto un ruolo centrale nel coordinamento della fase internazionale dell'indagine, riunendo investigatori di tutti i paesi coinvolti e ospitando riunioni operative presso la propria sede centrale. Ha inoltre fornito supporto alle autorità nazionali attraverso analisi e condivisione di intelligence e continuerà a offrire supporto in loco.

Eurojust ha supportato una squadra investigativa congiunta (#JIT #SIC) istituita nel 2024 dalle autorità italiane e spagnole per smantellare la rete della criminalità organizzata. L'indagine ha visto la collaborazione di diverse agenzie delle forze dell'ordine, tra cui la Polizia Giudiziaria Federale di Anversa in Belgio, i #Carabinieri di Reggio Emilia in Italia e la Guardia Civil in Spagna. L'operazione è stata supportata dalla rete @[url=https://rollenspiel.social/users/On]Keep It[/url], finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia (#DIA) italiana.

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✍️Cara Me,

Eccomi qui è passato un anno! A quest'ora ero già per strada, pronta, per affrontare il mio intervento, sapevo a cosa andavo incontro e nonostante nn fosse un intervento difficile, ho conosciuto l'ansia, la paura, una serie di sentimenti contrastanti..se ci penso rivedo tutto, basta avvolgere il nastro! La stanza , i fiori sulle pareti, l'infermiera, le raccomandazioni, il camice , ogni singolo attimo ritorna, come se spingessi un pulsante! L'attesa, gli esami prima, il nn riuscire ad identificare il punto, apparentemente sembrava non esserci nulla, altri esami finché alle 10 mi sono svestita, ho indossato camice, e poi ricordo solo pochi attimi in sala operatoria, il freddo, le domande, volti sorridenti, il medico, qualche sorriso, poi freddo, tanto freddo, mi tremavano le gambe , poi più nulla, ...ricordo un attimo il volto del dottore che mi rassicurava sull'esito di un primo esame e poi sulla riuscita dell'intervento ...forse poi lo spostamento in ascensore, in camera, poi più nulla, ricordo poco , mi svegliavo, ma mi riaddormentavo subito, anche mio marito nn lo ricordo Eppure era lì in camera ad aspettare, poi stette con me fino a sera, ma io continuavo a dormire e quindi ricordo poco..ma nn ho avuto dolori, fastidi col drenaggio, mi infastidiva non potermi alzare , però già dal mattino seguente ero in piedi, poi insomma il venerdì ho visto la ferita, se ci penso, sento quasi dolore, oggi è diversa, c'è una cicatrice, leggera, precisa, ci sono io che pomeriggio faccio l'iniezione per una delle due terapie ormonali, a gennaio il 7 ho terminato il ciclo di radioterapia! Adesso sono qui un po' malinconica, non triste o preoccupata o impaurita! Credo che cmq l'esperienza ti cambia, ti fortifica, ti costringe a fingere, qndo non puoi e non devi mostrarti fragile o dolorante o impaurita! Le ho versate le lacrime il giorno del verdetto, ho pianto in solitudine nei giorni successivi, ho reagito, ho sorriso, ho ricevuto pochi, ma importanti abbracci! Ho allontanato io parenti e amici, altri lo hanno fatto spontaneamente, perché so quanto possa essere difficile stare accanto ad un malato oncologico! Oggi sono questa, fortunatamente mi hanno riconosciuto l'esenzione per le terapie, che cmq hanno un costo! Ogni mattina prendo la mia compressa e così per i prossimi 5 anni...e poi ovviamente spero solo che i prossimi controlli vadano bene, che il mio percorso abbia un senso, che io riesca veramente ad affrontare e combattere questo male, che affligge ormai l'umanità! Non sono sola, c'è chi sta peggio, ci sono bambini oncologici, ecc, ma il mio pensiero oggi va alla mia me, a colei che oggi può parlarne con serenità, senza piangere, ma consapevole di essere su un percorso difficile, in salita, ma che mi porterà ad essere forse normale, non la stessa di prima, ma almeno migliore più forte e senza dover convivere con la paura che possa cmq ritornare! Spesso mi è stato detto di ritenermi fortunata! Inizialmente mi infastidiva la cosa, oggi l'accetto e mi ritengo grata per tutto e ringrazio per ogni singolo istante, per ogni messaggio, ricevuto, per i silenzi, gli abbracci e i sorrisi, i piccoli gesti , pochi amici, la mia famiglia, mio figlio, sono stati la mia forza, sempre...e sono proprio questi piccoli frammenti preziosi, ad essere ormai custoditi nel mio cuore...

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Faust - j US t (2014)


immagine

È un pezzo che i Faust sono faustiani. Che non ci stupiscono. Probabilmente, dopo You Know Faust – dove c’era il beneficio del dubbio – niente è stato davvero memorabile, con qualche eccezione, evidentemente (Kundalini Tremolos nel peraltro evitabile C’est Com Com Complique, per esempio). In j US t – leggasi Just Us – lo fanno, ossia tornano a stupirci, per almeno due motivi... artesuono.blogspot.com/2014/12…


Ascolta il disco: album.link/s/4DcvDWM5nqG3lZIXN…



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Faust - j US t (2014)


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È un pezzo che i Faust sono faustiani. Che non ci stupiscono. Probabilmente, dopo You Know Faust – dove c’era il beneficio del dubbio – niente è stato davvero memorabile, con qualche eccezione, evidentemente (Kundalini Tremolos nel peraltro evitabile C’est Com Com Complique, per esempio). In j US t – leggasi Just Us – lo fanno, ossia tornano a stupirci, per almeno due motivi... artesuono.blogspot.com/2014/12…


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Inktober 2025 – Però per scritto – 7/10 – Starfish

L'Inktober ( inktober.com/ ) è un'iniziativa che ricorre ogni anno: 31 prompt per realizzare altrettante illustrazioni, così da stimolare la creatività e non soccombere all'apatia. K&S quest'anno partecipano congiuntamente. K, da brava illustratrice, posterà i propri disegni sui propri social. S, da totale inetto per quanto riguarda disegno e grafica, parteciperà realizzando brevi raccontini. Si, siamo al corrente che esiste anche un'iniziativa analoga per chi preferisce creare racconti. Ma siamo anticonformisti, che ci volete fare.

Ogni giorno verrà pubblicato qui un racconto, ispirato dalla parola del giorno.

7/10 – Starfish

Il piccolo Timmy era il bambino più sfortunato del mondo. O per lo meno, è così che si sarebbe dichiarato a tutti coloro che glielo avessero chiesto. Le vacanze stavano per finire, e lui non aveva trovato nemmeno un tesoro. Neanche l'ombra, eppure aveva cercato in lungo e in largo. Gli altri bambini della spiaggia erano naturalmente stati più fortunati: chi aveva trovato un braccialetto, chi un vecchio camioncino di plastica, chi un secchiello rosso, e addirittura c'era chi aveva trovato una macchinina perfettamente funzionante.

Timmy niente. Ma certo: d'altronde, era il bambino più sfortunato di tutti. Quel giorno decise di tentare il tutto per tutto: i suoi genitori si erano addormentati sotto l'ombrellone, e c'era un'insenatura a sinistra della spiaggia, poco lontano, dove non era ancora andato. Il posto non gli piaceva più di tanto, c'era una specie di grotta da cui gli altri vacanzieri si tenevano alla larga per qualche ragione, probabilmente perché era buia e fredda e non prometteva niente di buono. Il posto perfetto per un tesoro! Maledicendosi per non averci pensato prima (chissà quante volte avrebbe potuto vantarsi del suo tesoro con gli amici del mare!), Timmy si allontanò velocemente dall'ombrellone, facendo attenzione a non svegliare i suoi genitori, e corse in direzione della grotta.

Se la ricordava bene: fredda, buia, e rocciosa. Niente spiaggia calda qua, e anche l'acqua sul fondo era decisamente gelida. Però Timmy lo sapeva benissimo: è nei posti più inospitali che si celano i tesori migliori, i suoi eroi della TV e dei videogiochi non avevano mai paura a cacciarsi nei labirinti più spaventosi, e ne uscivano sempre vittoriosi e con qualcosa di scintillante in più. Facendo attenzione a non scivolare, il piccolo Timmy si armò di coraggio e entrò nella grotta.

Pochi metri dopo, la luce del sole non era già più sufficiente per capire dove si potesse andare, ma dalle pareti poco più avanti arrivava una debole luce azzurra. Sarà sicuramente un cristallo luminoso preziosissimo, pensò Timmy, e con rinnovata fiducia fece ancora qualche passo.

Non erano cristalli.

Decine e decine di stelle marine adornavano le pareti della caverna, e ciascuna emetteva quella luce, qui decisamente più evidente, una luce fredda ma comunque confortante in tutto quel buio. Maledizione, pensò Timmy, questo non è un tesoro! Decise comunque che in ogni caso sarebbe stato qualcosa di interessante da mostrare agli amici, e allungò la mano verso una delle stelle marine. All'inizio non si accorse di niente, ma dopo poco divenne evidente che l'intensità della luce aumentava via via che le sue dita si facevano più vicine, come se quegli strani molluschi si concentrassero per identificare cosa si stesse avvicinando.

Non appena l'indice del piccolo Timmy toccò la superficie di una delle stelle marine, un silenzioso lampo di luce attraversò la caverna, e il piccolo Timmy perse i sensi.

Quando riaprì gli occhi, si rese conto di trovarsi su una sorta di tavolo metallico, freddo e umido. Una gelida luce bianca, emessa da un faro su quello che doveva essere il soffitto della stanza dove si trovava, lo investiva completamente, e rendeva difficile abituare la vista e scorgere tutti i dettagli. Riusciva a sentire solo un insopportabile fischio, e una sorta di borbottio provenire dal fondo della stanza. Provò a sollevare la testa per capire di più dove si trovasse, ma era impossibile: qualcuno lo aveva bloccato al tavolo, testa mani e piedi. Eppure non sentiva alcuna sorta di legaccio, o manette. Come se una forza nascosta lo tenesse fermo.

Il piccolo Timmy voleva naturalmente urlare, dimenarsi, scappare, ma riusciva a muovere soltanto gli occhi. Muto e immobile, non potè che assistere all'avvicinarsi di una figura dal lato del tavolo dove si trovavano i suoi piedi. Aveva la pelle come quella di un delfino, o forse di una foca (Timmy non poteva esserne certo, aveva visto questi animali soltanto in TV), di statura bassa, forse perfino più basso di Timmy, e con una testa perfettamente sferica. Dove Timmy si sarebbe aspettato di vedere gli occhi, non vi era nulla, ma poco più in basso si poteva scorgere una sorta di piccola fessura, da cui affiorava un corpo molliccio di colore giallo. La figura sollevò quello che poteva essere un braccio, seppur somigliasse di più a un tentacolo che si divideva in tre verso l'estremità. In quella sorta di mano teneva una specie di cubo perfettamente liscio, color acciaio. Lo posò sulla fronte di Timmy. Era gelido, e emanava una specie di debole vibrazione.

Nei pensieri del bambino comparve un messaggio. “Non fare parola con nessuno di ciò che hai visto. Torna dai tuoi simili. Non toccare le stelle marine.”

Timmy aprì gli occhi. Si doveva essere addormentato sulla spiaggia, sicuramente. Ancora il sole del pomeriggio era alto nel cielo. Le vacanze non erano finite, c'era ancora tempo per divertirsi. Se solo avesse trovato un tesoro da mostrare ai suoi amici!


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SIRACIDE - Capitolo 25


Proverbi numerici1Di tre cose si compiace l'anima mia, ed esse sono gradite al Signore e agli uomini: concordia di fratelli, amicizia tra vicini, moglie e marito che vivono in piena armonia.2Tre tipi di persone detesta l'anima mia, la loro vita è per me un grande orrore: il povero superbo, il ricco bugiardo, il vecchio adultero privo di senno.

3Se non hai raccolto in gioventù, che cosa vuoi trovare nella vecchiaia?4Quanto s'addice il giudicare ai capelli bianchi e agli anziani il saper dare consigli!5Quanto s'addice la sapienza agli anziani, il discernimento e il consiglio alle persone onorate!6Corona dei vecchi è un'esperienza molteplice, loro vanto è temere il Signore.

7Nove situazioni ritengo felici nel mio cuore, la decima la dirò con parole: un uomo allietato dai figli, chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;8felice chi vive con una moglie assennata, chi non ara con il bue e l'asino insieme, chi non ha peccato con la sua lingua, chi non ha servito a uno indegno di lui;9felice chi ha trovato la prudenza, chi parla a gente che l'ascolta;10quanto è grande chi ha trovato la sapienza, ma nessuno supera chi teme il Signore!11Il timore del Signore vale più di ogni cosa; chi lo possiede a chi potrà essere paragonato?12Il timore del Signore è inizio di amore per lui,la fede è inizio di adesione a lui.

La donna cattiva13⊥Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore, qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna;14qualunque sventura, ma non quella causata da persone che odiano, qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.15Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente, non c'è ira peggiore dell'ira di una donna.16Preferirei abitare con un leone e con un drago piuttosto che abitare con una donna malvagia.17La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto, rende il suo volto tetro come quello di un orso.18Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini e senza volerlo geme amaramente.19Ogni malizia è nulla di fronte alla malizia di una donna, possa piombarle addosso la sorte del peccatore!20Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio, tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico.21Non soccombere al fascino di una donna, per una donna non ardere di passione.22Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo è una donna che mantiene il proprio marito.23Animo abbattuto e volto triste e ferita al cuore è una donna malvagia; mani inerti e ginocchia infiacchite, tale è colei che non rende felice il proprio marito.24Dalla donna ha inizio il peccato e per causa sua tutti moriamo.25Non dare all'acqua via d'uscita né libertà di parlare a una donna malvagia.26Se non cammina al cenno della tua mano⊥, separala dalla tua carne⊥.

_________________Note

25,1 Le massime qui raccolte ruotano intorno al numero tre (vv. 1-2) e al numero dieci (v. 7-12).

25,8 b chi non ara: questo stico manca nel greco ed è recuperato dall’ebraico.

25,17 Il testo ebraico reca: “La cattiveria di una donna àltera l’aspetto del marito / e ne rende tetro il volto come quello di un orso”.

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti


vv. 1-12. I due proverbi numerici, posti in bocca alla sapienza, ci riportano alla già nota condanna dell'adulterio (cfr. 23,16-28). Qui l'enfasi cade sul compiacimento per l'armonia coniugale (v. 1) e sul disprezzo dell'adulterio dei vecchi (v. 2). Seguono due sezioni che culminano nella lode di chi teme il Signore: i vecchi sono protagonisti della prima (vv. 3-6); nella seconda (vv. 7-12) dieci «situazioni felici», elencate con un altro proverbio numerico (vv. 7-10), si concludono con una sentenza sulla superiorità del timore di Dio (vv. 11-12).

vv. 13-26. Quindici distici dedicati alla donna cattiva. I numerosi riferimenti, espliciti e non, alla donna sono accompagnati sempre da valenze negative. Per Ben Sira la donna è malvagità e cattiveria (vv. 13.19), ira (v. 14), convivenza rischiosa e insopportabile (vv. 15.20), piaga nel cuore e nel corpo (v. 23), motivo di tristezza e di umiliazione per il marito (vv. 18.22), inizio di peccato e causa di morte (v. 24). Di qui i consigli: ai giovani a non lasciarsi sedurre dalla sua bellezza (v. 21); agli sposati a non darle libertà di parola e a separarla dalla propria carne se si rivela non docile (vv. 25-26). È significativo che il capitolo si chiuda evocando il Pentateuco: il peccato di Adamo ed Eva (cfr. v. 24 con Gn 3,3.22) e il ripudio della donna «che non cammina al cenno della mano» (cfr. v. 26 con Dt 24,1).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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[vortex]volare a spina di pesce gli edifici aggiornati] figura la] città rinnova fa sfiati il lato destro della piazza si] verifica una sala da pranzo il] mappamondo metri di venti metri l'acuta e cronica gli] stemmi ròsi antreni anche la valle] veduta da un pio alla volta fanno gli archivi uno] alla volta il secolo brevissimo a picco una] posizione strategica un] pungolo di rovine dipinte di blu il valore [aggiunto la maniera qui] del Sangallo©


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Inktober 2025 – Però per scritto – 6/10 – Pierce

L'Inktober ( inktober.com/ ) è un'iniziativa che ricorre ogni anno: 31 prompt per realizzare altrettante illustrazioni, così da stimolare la creatività e non soccombere all'apatia. K&S quest'anno partecipano congiuntamente. K, da brava illustratrice, posterà i propri disegni sui propri social. S, da totale inetto per quanto riguarda disegno e grafica, parteciperà realizzando brevi raccontini. Si, siamo al corrente che esiste anche un'iniziativa analoga per chi preferisce creare racconti. Ma siamo anticonformisti, che ci volete fare.

Ogni giorno verrà pubblicato qui un racconto, ispirato dalla parola del giorno.

6/10 – Pierce

Le luci sulla plancia non lasciavano spazio ai dubbi. Nemico a ore sei.

Bruce tirò verso di sé la cloche del motore con un movimento rapido, e con l'altra mano avviò una manovra di cabrata. L'aveva fatto mille volte all'accademia, una contromisura classica quando c'è un nemico in coda. Il motore del suo caccia diminuì conseguentemente la velocità, e i flap puntarono verso il cielo, con meccanica precisione. Guardandosi intorno, Bruce cercò di avvistare l'aereo nemico che risultava dal suo radar, e con la coda dell'occhio riuscì a vederlo uscire da una nuvola appena sotto di lui. Il briefing della missione ne segnalava la probabile presenza in zona, e ormai ne era certo: era stato scoperto.

L'addestramento dell'accademia permise a Bruce di identificarlo rapidamente: era un caccia di ultima generazione, modello SK-190, due motori a reazione, adatto al decollo da pista o da portaerei, 16 missili a tracciamento termico, cannone rotante a 6 canne. Un mostro di agilità e maneggevolezza, armato fino ai denti. Un vero osso duro, nelle mani di un pilota esperto.

Bruce strinse i denti, e riposizionò la barra di comando in posizione neutra, pronto a forzare il motore in una virata a sinistra. Come da manuale, aumentò lievemente il gas, e tornò a controllare la strumentazione. Il nemico sembrava essersi lievemente allontanato, ma Bruce ne era certo: ci sarebbe voluto altro per seminarlo.

Dopo pochi secondi, infatti, lo vide nuovamente apparire sul radar. Nemico a ore 6. Si accese un'altra luce sulla strumentazione, quella luce che nessun pilota vuole mai vedere. L'allarme di lock-on. Bruce allungò la mano verso la bottoniera sulla sua sinistra, e premette il tasto che comanda le contromisure. Contemporaneamente, iniziò la virata, e il suo caccia lasciò dietro di sé una nuvola di piccoli bengala, un'ottima contromisura per le testate a tracciamento termico.

Non sarebbe stato abbastanza, Bruce ne era certo. Riportò ancora una volta in orizzontale il suo caccia, e spinse in avanti la cloche del gas. Gli SK-190 erano agili, è vero, ma il suo aereo era più moderno, più potente. E soprattutto, aveva un motore supersonico.

Più veloce, pensò Bruce, più veloce, devi andare più veloce!

L'aereo prese a vibrare, e la velocità divenne l'unico pensiero di Bruce. Chiuse gli occhi, e spinse ancora più in avanti la cloche.

Il boato arrivò all'improvviso, quando meno se l'aspettava. Un tonfo secco, forte, e poi il silenzio. Durante l'allenamento ne aveva sentito parlare, ma non aveva idea che squarciare il muro del suono sarebbe stato così. Riaprendo gli occhi, venne colpito dalla luce che sembrava emanare dappertutto, non più soltanto dal sole all'orizzonte, ma dalle nuvole stesse. Istintivamente, guardò il radar per controllare la posizione del nemico. Nessuna spia, nessun allarme. Tutto tranquillo. Ce l'hai fatta un'altra volta, pensò, dandosi una metaforica pacca sulla spalla. Hai vinto anche stavolta.

Riportò in posizione neutrale la cloche, e puntò il suo caccia verso le montagne a est, come da piano. Poco contava per Bruce, ormai, che le montagne non ci fossero più, così come il radar, la cloche, l'aereo. Tutto era luce, ormai.


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anche sul sito dell'eterozigote #differx (e non solo su slowforward) si può -...


anche sul sito dell'eterozigote #differx (e non solo su slowforward) si può – volendo – leggere l'articolo sui territori esterni (estranei) a quello che si chiama usualmente “poesia”: differx.noblogs.org/2021/06/23…

i nomi delle cose che non sono “poesie” (e che si disinteressano felicemente di essere o meno considerate tali) sono tanti, tantissimi, non censibili. al link se ne elencano alcuni, fra cui #deviazioni #derive #nioques #frisbees #tropismes #drafts #ossidiane #endoglosse #ricognizioni #tracce #prati #paragrafi #incidents #saturazioni #nughette #sinapsi #disordini #dottrine #spostamenti #spore #frecce


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tutto ciò che è friendly va visto con un tot di sospetto. si parla ancora di internet come di un luogo 'libero'? forse (anzi, direi sicuramente) solo il fediverso ha questa dimensione terza o quarta, conserva delle linee di fuga. il resto, la rete generalista, è facilmente una casa esclusiva/escludente. il luogo del Capitale. rete nel senso di cattura. però è ancora possibile “non sprecare internet” (perfino nelle sue strade e stradine generaliste). (forse). lo spiega Antonio Pavolini, intervistato da Antonio Syxty: slowforward.net/2025/10/06/pod…


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Glass Animals – Zaba (2014)


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I Glass Animals sono l’ennesimo prodotto di un filone britannico che strizza l’occhio a un genere spesso definito art pop, che ha avuto un grande successo all’inizio degli anni zero. La band di Oxford ha debuttato nel 2012 con un decoroso EP, Leaflings, e con tutta calma ha atteso due anni per presentarsi alla grande con il primo album. Zaba è un disco corposo e di buon livello nonostante gli eccessivi richiami ai promotori del genere, primi fra tutti gli Alt-J. Undici brani ben costruiti in uno stile senz’altro compiuto e coerente col rischio di risultare ripetitivo... artesuono.blogspot.com/2014/07…


Ascolta il disco: album.link/s/14IOe7ahxQPTwUYUQ…



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Glass Animals – Zaba (2014)


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I Glass Animals sono l’ennesimo prodotto di un filone britannico che strizza l’occhio a un genere spesso definito art pop, che ha avuto un grande successo all’inizio degli anni zero. La band di Oxford ha debuttato nel 2012 con un decoroso EP, Leaflings, e con tutta calma ha atteso due anni per presentarsi alla grande con il primo album. Zaba è un disco corposo e di buon livello nonostante gli eccessivi richiami ai promotori del genere, primi fra tutti gli Alt-J. Undici brani ben costruiti in uno stile senz’altro compiuto e coerente col rischio di risultare ripetitivo... artesuono.blogspot.com/2014/07…


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SIRACIDE - Capitolo 24


L'ELOGIO DELLA SAPIENZA (24,1-42,14)

1La sapienza fa il proprio elogio⊥, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.2Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria⊥:3“Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo⊥ e come nube ho ricoperto la terra.4Io ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi.5Ho percorso da sola il giro del cielo, ho passeggiato nelle profondità degli abissi.6Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e nazione ho preso dominio⊥.7Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo, qualcuno nel cui territorio potessi risiedere.8Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele⊥”.9Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l'eternità non verrò meno.10Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion.11Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere.12Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità⊥.

Crescita prodigiosa13Sono cresciuta come un cedro sul Libano, come un cipresso sui monti dell'Ermon.14Sono cresciuta come una palma in Engàddi e come le piante di rose in Gerico, come un ulivo maestoso nella pianura e come un platano mi sono elevata⊥.15Come cinnamòmo e balsamo di aromi, come mirra scelta ho sparso profumo, come gàlbano, ònice e storace, come nuvola d'incenso nella tenda.16Come un terebinto io ho esteso i miei rami e i miei rami sono piacevoli e belli.17Io come vite ho prodotto splendidi germogli e i miei fiori danno frutti di gloria e ricchezza.18Io sono la madre del bell'amore e del timore,della conoscenza e della santa speranza;⌈eterna, sono donata a tutti i miei figli,a coloro che sono scelti da lui.⌉19Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti,20perché il ricordo di me è più dolce del miele, il possedermi vale più del favo di miele⊥.21Quanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me avranno ancora sete.22Chi mi obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà⊥”.

La sapienza e la legge23Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo, la legge che Mosè ci ha prescritto, eredità per le assemblee di Giacobbe.24Non cessate di rafforzarvi nel Signore,aderite a lui perché vi dia vigore.Il Signore onnipotente è l'unico Dioe non c'è altro salvatore al di fuori di lui.⌉25Essa trabocca di sapienza come il Pison e come il Tigri nella stagione delle primizie,26effonde intelligenza come l'Eufrate e come il Giordano nei giorni della mietitura,27come luce irradia la dottrina, come il Ghicon nei giorni della vendemmia.28Il primo uomo non ne ha esaurito la conoscenza e così l'ultimo non l'ha mai pienamente indagata.29Il suo pensiero infatti è più vasto del mare e il suo consiglio è più profondo del grande abisso.

Ben Sira, discepolo e maestro30⊥Io, come un canale che esce da un fiume e come un acquedotto che entra in un giardino,31ho detto: “Innaffierò il mio giardino e irrigherò la mia aiuola”. Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume e il mio fiume è diventato un mare.32Farò ancora splendere la dottrina come l'aurora, la farò brillare molto lontano.⊥33Riverserò ancora l'insegnamento come profezia, lo lascerò alle generazioni future⊥.34Vedete che non ho faticato solo per me, ma per tutti quelli che la cercano.

_________________Note

24,1-42,14 Quest'ampia sezione si apre con la presentazione che la sapienza fa di se stessa, e prosegue con una lunga serie di insegnamenti morali e religiosi che toccano i diversi ambiti della vita dell'uomo e della sua attività, i rapporti con il prossimo e nella società, le diverse categorie di persone, i vizi da evitare e le virtù da acquisire.

24,1 La sapienza personificata si presenta. Si giunge qui a un punto di arrivo nella lunga evoluzione del concetto di sapienza (al riguardo sono testi significativi Pr 8,22-31 e Sap 9,4.10), che non solo è maestra e guida di vita, come nei Proverbi, ma è vista ora come parola creatrice di Dio, con un ruolo decisivo nella storia della salvezza. Oltre che mediante la parola profetica e la legge, Dio rivela se stesso anche con la sapienza. Il NT sembra essersi ispirato anche a questo testo nel descrivere l'attività del Verbo di Dio (vedi in particolare Gv 1,1-18).

24,15 cinnamòmo e balsamo: si tratta di essenze aromatiche caratteristiche dell’Oriente, usate anche nel culto. Di alcune è incerta l’identificazione.

24,16 Il terebinto è pianta dai rami molto estesi. Il riferimento agli alberi e ai loro frutti è, nei libri sapienziali, immagine della ricchezza e della fecondità della sapienza.

24,23-29 La sapienza è identificata con la legge data da Dio a Mosè, in favore del suo popolo.

24,25-27 Vengono citati i quattro fiumi del giardino di Eden (Gen 2,11-14). Ad essi si aggiunge il Giordano. Come simbolo di fertilità, il giardino di Eden esprime l’abbondanza dei frutti della sapienza.

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Approfondimenti


Il c. 24 è centrale per collocazione e contenuto. Siamo a metà del libro: con un artificio letterario, la solenne prosopopea o personificazione della sapienza che loda se stessa, Ben Sira ricorda i brani finora dedicati alla sapienza (1,1-10; 4,11-19; 6,18-37; 14,20-15,10) ed introduce la seconda parte (fino a 42,14). La struttura del c. – ispirato a Pr 8 – presenta un'introduzione (vv. 1-2), seguita da sei brani abbastanza facilmente distinguibili: la sapienza nella creazione (vv. 3-6), la sua dimora in Israele (vv. 7-12), la sua identità e utilità raccontata con immagini prese dal mondo vegetale (vv. 13-18), il suo invito (vv. 19-22), la sua identificazione con la legge (vv. 23-29), il ruolo di Ben Sira, discepolo e maestro di sapienza (vv. 30-34). Il c. sintetizza la dottrina sulla sapienza nella creazione e nella storia di Israele, personificando poeticamente un attributo divino (cfr. Pr 1,20-33; 8; 9,1-6; Bar 3,9-4,4; Gb 28). La formulazione di Ben Sira offre un modello letterario che prepara, analogicamente, la strada alla teologia cristiana circa la funzione del Verbo e dello Spirito. Non sembra escluso un influsso letterario nella definizione del logos in Gv 1. La letteratura giudaica posteriore attribuirà l'idea della preesistenza alla legge.

vv. 1-2. Il titolo è già nei mss. greci. Il raggio di presenza della sapienza riguarda il popolo di Israele e la corte celeste, il cielo e la terra.

vv. 3-6. Per origine, la sapienza si identifica con la parola del creatore e con il suo spirito che aleggia sulle acque (cfr. Gn 1). Per funzione, è destinata a dominare tutto l'universo (cfr. Gn 1, 28). L'iniziativa di Dio è indicata con le espressioni «piantare la tenda (BC: porre la dimora)» (v. 4a) e «colonna di nubi» (v. 4b). La skēnē, tenda, ricorda la šekina, la presenza divina per l'ebraismo (cfr. vv. 8bc.10a; Es 40,34-35; Gv 1,14), mentre la nube rimanda alle manifestazioni divine nel deserto (Es 13,21-22; 33, 9-10).

vv. 7-12. Secondo una leggenda rabbinica la legge fu proposta dal Signore a tutti i popoli, ma fu accolta solo da Israele (cfr. Targum Dt 33,2; Aboda Zara 2b). L'ingresso della sapienza in Israele, invece, risponde per Ben Sira ad un comando divino (v. 8a). La sapienza cerca e riceve un luogo di riposo (vv. 7a.8b.11a) e un'eredità (vv. 7b.8d.12b); da un lato vi pianta la sua tenda (v. 8bc), dall'altro vi trova la «tenda santa» di Dio in cui lodarlo con atti di culto (v. 10a; cfr. v. 15d). La dimensione sapienziale si intreccia profondamente con quella cultuale: la sapienza ha funzioni sacerdotali nel deserto (cfr. Es 25-28) e nel tempio di Gerusalemme. Si intravede la stima di Ben Sira per il sacerdozio (cfr. 45,6-25; 50,1-21). La sapienza si lega a Sion (v. 10b), a Gerusalemme (v. 11b). È la città amata (v. 11a), il popolo glorioso (v. 12a). Creata prima dei secoli e indefettibile in eterno (v. 9), essa ha ormai stabilità, potere e radici in questa porzione del Signore (vv. 10b-12; cfr. Dt 32,9).

vv. 13-18. La geografia biblica e la botanica forniscono le immagini per descrivere la natura e la grandezza della sapienza (cfr. l'elenco per magnificare il sommo sacerdote in 50,8.10). La sapienza è gloriosa come i cedri del Libano (cfr. Ez 17,22-24; Is 35,2), verde e vitale come i cipressi dell'Ermon (cfr. 50,10; 2Re 19,23; Ez 31,8; Os 14,9), elevata come le palme di Engaddi sul Mar Morto (Gs 15,62; 2Cr 20,2), portatrice di festa come le piante di rose in Gerico (cfr. 39,13; 50,8; Sap 2,8). E poi ancora come l'ulivo (cfr. 50,10), segno di pace e benedizione (Sal 52,10) e il platano (cfr. Gn 30,37). Il v. 15 ricorre a piante aromatiche, non tutte identificabili, ma riferibili ad un contesto cultuale (cfr. Es 30,23.34). La crescita prodigiosa si manifesta in altezza (vv. 13a.14ad), larghezza (v. 16) e quantità di frutti (vv. 16-17). Il v. 18 – noto dal GrII e dalla Vetus Latina – amplifica i frutti spirituali, presentandoli come «figli» della sapienza. La Vulgata riporta la prima parte del v. 18 e aggiunge: «In me ogni grazia di via e verità, in me ogni speranza di vita e di forza». Si può intravedere, forse, l'influsso di Gv 14,6.

vv. 19-22. La sapienza invita ad avvicinarsi a lei: si presenta come offerta e seduzione insieme; si rivolge a discepoli obbedienti (v. 22a), ma anche a persone che «compiono opere in lei», vivendo cioè una comunione particolare con lei (v. 22b). Tutta la dovizia dei frutti appena presentati eccita il desiderio, rende dolci ricordo e possesso (“eredità”), sazia e introduce di nuovo nella fame e nella sete, libera dalla vergogna e dal peccato. La fame e la sete non si estinguono, ma si aprono nuovi orizzonti. La stessa immagine sarà usata, in modo nuovo, da Gesù: la sua acqua toglie la sete e si trasforma in sorgente zampillante per la vita eterna (Gv 4,13-14); il suo pane dà la vita al mondo (Gv 6,33). Egli solo può dire: «chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete» (Gv 6, 35). “Pane di vita” egli stesso, Gesù riformula le immagini sapienziali in modo personalissimo, scavalcando anche le promesse della sapienza personificata.

vv. 23-29. Dal discorso della sapienza all'insegnamento di Ben Sira, che la identifica con la legge mosaica, letta dai Giudei nelle «assemblee di Giacobbe» (v. 23). Si tratta quasi sicuramente della sinagoga, istituzione tipica del giudaismo della diaspora. Era insieme luogo di culto e di formazione. La saldatura con il Pentateuco è evidente nel riferimento ai quattro fiumi del paradiso terrestre (Pison e Tigri, Eufrate e Ghicon: Gn 2,11-14). Ad essi si aggiungono il Nilo e il Giordano. Il tutto sottolinea la fecondità e l'inesauribilità della sapienza-legge di Israele, i cui orizzonti vanno oltre il mare e l'abisso (cfr. vv. 28-29). Il contesto insidioso e politeista sembra emergere dall'esortazione a rafforzarsi nel Signore, unico salvatore (cfr. v. 24).

vv. 30-34. L'autore si presenta come canale che vuol portare l'acqua della sapienza alle nuove generazioni. Da canale a fiume, a mare: l'esperienza generosa del discepolo si allarga e trasforma in quella del maestro, l'insegnamento sapienziale si qualifica come profezia. In Ben Sira il passato si raccorda con il futuro, passando attraverso un presente di fedele e generosa fatica.

Conclusione. Un c. di grande respiro storico e teologico, immerso in un clima di ottimismo luminoso, nella pacifica intersecazione del cielo e della terra. Grazie alla presenza attiva della sapienza, la “fatica” (v. 34) del saggio non è vana. Dall'ascolto della sapienza preesistente e compagna dell'opera creatrice, Ben Sira passa alla contemplazione del suo «piantare la tenda» (vv. 8.10) nella storia di Israele, al suo identificarsi con la legge mosaica e al suo proporsi come inesauribile vena, pronta ad “irrigare” ogni persona ed ogni cultura che ad essa si apre. La sapienza si intreccia con il culto e con la legge, con la pedagogia e la storia, e si presenta come “parola profetica” (v. 33) per “quanti la cercano” (v. 34). Gli orizzonti del giudaismo sembrano convergere. Il v. 24, del GrII, insinua che il contesto è meno rassicurante di quanto non sembri: il pio israelita cercherà nel Signore la “forza” e la “salvezza”. Segno che la sintesi del c. è provvisoria e piuttosto fragile.

Il Nuovo Testamento rinuncerà al termine sapienza, preferendo parlare di Verbo (logos), che è «venuto a porre la sua tenda in mezzo a noi» (Gv 1,14). Il prologo di Gv descrive l'azione di Gesù-Verbo nel mondo servendosi dell'itinerario della sapienza. Ma sta attento a evitare le confusioni: Gesù non è un'entità mediatrice (parola, giustizia, verità, sapienza), che Israele aveva percepito contemporaneamente in Dio e nel mondo. La sapienza, pur prima nel mondo, non è esistente senza di esso. Gesù, invece, è mediatore presente al mondo fin da quando il mondo esiste, presente a Dio da tutta la sua eternità. Altro da Dio, capace di ascoltarlo e di parlargli, ma non un altro Dio, perché egli è la sua stessa sapienza e la sua stessa parola. Gesù, con la sua mediazione personale, annulla tutte le entità mediatrici coi loro problemi di identità (mitica, immaginaria o poetica).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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è strano non avere (io) (quasi) "niente da dire" (o da aggiungere) sulla...


è strano non avere (io) (quasi) “niente da dire” (o da aggiungere) sulla giornata del 4 ottobre, sulla manifestazione da oltre un milione di persone, a Roma. (e in altre città d'Italia). è che mi sembra assurdo mettere altro materiale in coda a quella che già è una documentazione e una certezza politica incontestabile. una testimonianza fotografica evidente, ultraevidente. solo lo squadrismo di governo e i suoi burattinai sionisti possono sentire il bisogno di negare l'evidenza. le certezze sono già nei fatti – testimoniati. speriamo che il vento si alzi ancora. bisogna spazzare via così tanto disastro antropologico...


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[escursioni] -angolo*della carrozza fumatori

rimosso prima del consumo non] adatto le apparecchiature chiusura segue] chiusura] in avvicinamento aperto avverte] il calore è superiore ai gradi* aiutano facendoli [a crudo


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Inktober 2025 – Però per scritto – 5/10 – Deer

L'Inktober ( inktober.com/ ) è un'iniziativa che ricorre ogni anno: 31 prompt per realizzare altrettante illustrazioni, così da stimolare la creatività e non soccombere all'apatia. K&S quest'anno partecipano congiuntamente. K, da brava illustratrice, posterà i propri disegni sui propri social. S, da totale inetto per quanto riguarda disegno e grafica, parteciperà realizzando brevi raccontini. Si, siamo al corrente che esiste anche un'iniziativa analoga per chi preferisce creare racconti. Ma siamo anticonformisti, che ci volete fare.

Ogni giorno verrà pubblicato qui un racconto, ispirato dalla parola del giorno.

5/10 – Deer

La foresta non gli era mai piaciuta, a voler essere onesti. Ogni volta che ne parlava, veniva preso in giro e sminuito: questo è il tuo posto, gli dicevano. Qui sei al sicuro. Qui c'è tutto quello che ti serve.

Di notte, era ancora peggio. Ogni rumore, ogni ombra sembrava una minaccia. Il caldo conforto del sole lasciava il passo al vento freddo, che portava con sé suoni spaventosi e misteriosi. Ogni volta, al tramonto, provava a farsi coraggio. Provava a ripetersi ciò che da sempre gli dicevano gli amici e i parenti. Non devo aver paura, andrà tutto bene, sono al sicuro.

Al sicuro. Ma quando mai era stato veramente al sicuro? Quando mai, in un mondo come questo, fatto di prede e predatori, si è veramente al sicuro?

Quella notte non fece eccezione. Tramontato il sole, come sempre, non riusciva a dormire. Si ritrovò a vagare per i sentieri della foresta, quei sentieri che solo lui conosceva, calcati dai suoi passi chissà quante volte. Eppure, non riusciva a trovarli rassicuranti, perché anche lì c'erano le tanto odiate ombre, anche lì la luna proiettava ombre e riflessi attraverso le foglie degli alberi che gli facevano vedere forme irreali, personificazioni dei suoi peggiori incubi, minacce. Minacce ovunque.

Anche quella notte, provò a scappare. Ma non si scappa dal buio, non si scappa dall'ignoto, non si scappa dalla paura, perché la paura vive dentro di noi, ed è sempre un passo avanti.

E quella notte, sentì un rumore nuovo. I suoi passi l'avevano portato in una zona diversa, lontana dai soliti posti. Non riconosceva i tronchi degli alberi qui, c'erano radure che non gli risultavano familiari, e le foglie fremevano sotto l'influenza del vento in modo ancora più sinistro.

Non avrebbe saputo descrivere in che modo quel rumore fosse diverso dal solito. Era come lo spezzarsi di un legnetto, ma più deciso, più violento, non goffo ma bensì determinato, di certo non accidentale. Le sue orecchie erano ben allenate, dopo innumerevoli notti trascorse a catalogare ogni suono, per associarlo a chi o cosa l'avesse causato. Un rumore così non l'aveva proprio mai sentito. Uno simile, si, certo. Ma così, no. Se c'era qualcosa di cui si fidava, era sé stesso, e i suoi sensi. Quando devi sopravvivere ogni giorno, è importante affidarsi a sé stessi.

Si fermò all'istante, e con gli occhi scandì ancora più attentamente l'area in cui si trovava. Tronchi d'albero a perdita d'occhio. Saranno stati almeno tanti quante stelle c'erano nel cielo. Ogni albero recava con sé i suoi rami, la cui forma contorta rendeva impossibile contarli. Ogni ramo, innumerevoli foglie. Ciascuna con la propria voce, ciascuna che sussurrava un messaggio di morte. Vicino alle radici dei tronchi più vicini scorse alcuni vermi, ragni, formiche, e un paio di topi. Ma nessun topo avrebbe potuto fare quel suono. Un uccello, forse? Qualche gufo, il cui canto lo spaventava sempre? Ma non c'erano gufi in questa parte della foresta. Dove diamine era capitato, che nemmeno quei maledetti osavano venire qui?

Scelse allora di affidarsi nuovamente all'udito. Se qualcuno, o qualcosa, aveva fatto quel suono, allora l'avrebbe fatto di nuovo. Aspettò, fermo e immobile, ancora qualche attimo. Ogni muscolo del suo corpo lo implorava di non tradire la regola: mai fermarsi. Se stai fermo, sei un bersaglio. Eppure, quella notte scelse di provare a capire, scelse di affrontare la sua paura, e restò fermo, in ascolto, totalmente concentrato. Passò qualche secondo, o forse addirittura un paio di minuti. A lui sembrarono ore, addirittura giorni interminabili, laggiù nella foresta che proprio quella volta scelse di restare in silenzio, come se anche le foglie e i topi volessero stare in ascolto.

Quando all'improvviso, lo sentì di nuovo. Più vicino. I suoi arti dunque presero il sopravvento sulla determinazione, e lo portarono di scatto lontano da lì, via, via da quella maledetta radura. Corse come il vento stesso, senza sapere dove, senza una meta, ma lontano. Corse fino all'alba, quando il sole graziò di nuovo le sue corna maestose, di cui non si sentiva degno, e che gli ricordavano ogni giorno di quanto fosse vigliacco. Non seppe mai l'origine di quel suono, ma quel che importava era che un'altra notte era passata.


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INVERNI

quanti ancora ne restano nel conto apparente degli anni incorniciati nella finestra i rami imperlati di gelo e la coltre candida che copre anche il silenzio dei morti

immacolato manto come una immensa pagina bianca la immagini graffiata da due righe di addio il sangue delle parole già rappreso mentre è lo spirito a spiare da un lembo del cielo

(2010)

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INVERNI: Riflessioni sul gelo e sul silenzio


La poesia cattura l’attimo sospeso dell’inverno, dove il tempo si fa visibile nei cristalli di brina, nella neve che seppellisce ogni suono e nella tensione tra vita e morte. Il bianco immacolato diventa pagina su cui resta impresso solo un graffio di dolore, un addio che non si cancella.


Immagini e simboli chiave


  • i rami “imperlati di gelo”
    evocano il peso dell’attesa e la fragilità di ciò che resiste al freddo
  • la “coltre candida” che soffoca persino il silenzio dei morti
    suggerisce un oblio gelido, un riposo che non concede parole
  • il “manto” come pagina bianca
    trasforma il paesaggio in un libro aperto, pronto a essere ferito da segni dolorosi
  • “due righe di addio” graffiate nel bianco
    offrono un contrasto netto tra purezza e lacerazione emotiva
  • lo “spirito a spiare da un lembo del cielo”
    invita a guardare l’inverno non solo come stagione, ma come stato dell’anima

noblogo.org/norise-3-letture-a…



Pere Ubu – Carnival Of Souls (2014)


immagine

Assai gradito il ritorno dei Pere Ubu in una veste magnetica che spiega in maniera adeguata il valore dei quaranta anni di carriera del gruppo. Carnival Of Souls è il diciottesimo disco della band di Cleveland, in Ohio, che ha portato un contributo decisivo allo sviluppo dell’art-rock e che continua a regalare piccole perle che nulla hanno a che fare con l’asfittica realtà mainstream dell’indie-rock in genere (sapete benissimo a cosa mi riferisco)... artesuono.blogspot.com/2014/09…


Ascolta il disco: album.link/i/1668464356



noblogo.org/available/pere-ubu…


Pere Ubu – Carnival Of Souls (2014)


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Assai gradito il ritorno dei Pere Ubu in una veste magnetica che spiega in maniera adeguata il valore dei quaranta anni di carriera del gruppo. Carnival Of Souls è il diciottesimo disco della band di Cleveland, in Ohio, che ha portato un contributo decisivo allo sviluppo dell’art-rock e che continua a regalare piccole perle che nulla hanno a che fare con l’asfittica realtà mainstream dell’indie-rock in genere (sapete benissimo a cosa mi riferisco)... artesuono.blogspot.com/2014/09…


Ascolta il disco: album.link/i/1668464356


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SIRACIDE - Capitolo 23


Preghiera per la vigilanza1Signore, padre e padrone della mia vita, non abbandonarmi al loro volere, non lasciarmi cadere a causa loro.2Chi fustigherà i miei pensieri e chi insegnerà la sapienza al mio cuore, perché non siano risparmiati i miei errori e i loro peccati non restino impuniti,3perché non si moltiplichino i miei errori e non aumentino di numero i miei peccati, e io non cada davanti ai miei avversari e il nemico non gioisca su di me?⌈Per loro è lontana la speranza della tua misericordia.⌉4Signore, padre e Dio della mia vita,⊥ non darmi l'arroganza degli occhi5e allontana da me ogni smodato desiderio.6Sensualità e libidine non s'impadroniscano di me, a desideri vergognosi non mi abbandonare.

La disciplina della lingua7Ascoltate, figli, come disciplinare la bocca, chi ne tiene conto non sarà colto in flagrante⊥.8Il peccatore è vittima delle proprie labbra, il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.9Non abituare la bocca al giuramento⊥, non abituarti a proferire il nome del Santo⊥.10Infatti, come un servo interrogato accuratamente non mancherà di prendere lividure, così chi giura e pronuncia il Nome di continuo di certo non sarà esente da peccato.11Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità; il flagello non si allontana dalla sua casa. Se sbaglia, il suo peccato è su di lui; se non ne tiene conto, pecca due volte. Se giura il falso, non sarà giustificato, e la sua casa si riempirà di sventure.12C'è un modo di parlare paragonabile alla morte: che non si trovi nella discendenza di Giacobbe! Da tutto questo infatti staranno lontano i pii, così non si rotoleranno nei peccati.13Non abituare la tua bocca a grossolane volgarità, in esse infatti c'è motivo di peccato.14Ricorda tuo padre e tua madre quando siedi tra i grandi, perché non lo dimentichi davanti a loro e per abitudine non dica sciocchezze, e non giunga a desiderare di non essere nato e maledica il giorno della tua nascita.15Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi non si correggerà in tutta la sua vita.

Esortazione a non cadere nella lussuria e nell’adulterio16Due tipi di persone moltiplicano i peccati, e un terzo provoca l'ira: una passione ardente come fuoco acceso non si spegnerà finché non sia consumata; un uomo impudico nel suo corpo non desisterà finché il fuoco non lo divori;17per l'uomo impudico ogni pane è appetitoso, non si stancherà finché non muoia.18L'uomo infedele al proprio letto dice fra sé: “Chi mi vede? C'è buio intorno a me e le mura mi nascondono; nessuno mi vede, perché temere? Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo”⊥.19Egli teme solo gli occhi degli uomini, non sa che gli occhi del Signore sono mille volte più luminosi del sole; essi vedono tutte le vie degli uomini e penetrano fin nei luoghi più segreti.20Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note, allo stesso modo anche dopo la creazione.21Quest'uomo sarà condannato nelle piazze della città⊥, sarà sorpreso dove meno se l'aspetta⊥.22Così anche la donna che tradisce suo marito e gli porta un erede avuto da un altro.23Prima di tutto ha disobbedito alla legge dell'Altissimo, in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito, in terzo luogo si è macchiata di adulterio e ha portato in casa figli di un estraneo.24Costei sarà trascinata davanti all'assemblea e si procederà a un'inchiesta sui suoi figli.25I suoi figli non metteranno radici, i suoi rami non porteranno frutto.26Lascerà il suo ricordo come una maledizione, la sua infamia non sarà cancellata.

Nulla è meglio27I superstiti sapranno che nulla è meglio del timore del Signore, nulla è più dolce dell'osservare i suoi comandamenti.28Grande gloria è seguire Dio,essere a lui graditi è lunga vita.

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Approfondimenti


vv. 22,27-23,28. La preghiera iniziale (22,27-23,6) sembra fare da introduzione all'intero c. 23: il tema della protezione dai peccati della lingua (22,27-23,1) è sviluppato in 23,7-15; il tema della sensualità e libidine (vv. 2-6) è ripreso nei vv. 16-26. Il c. segue e commenta il decalogo con chiari riferimenti alla sovranità di Dio (vv. 1.4.18e) e al suo nome santo (vv. 9b.10c), al rispetto dei genitori (v. 14a) e della verità nel testimoniare (vv. 9-11), alla condanna delle passioni licenziose (vv. 4-6.16-26) e delle relazioni adulterine dell'uomo e della donna (vv. 18.23). Il v. 27 sembra riassumere e concludere in modo elegante i contenuti esposti sin dall'inizio del libro, oltre che nel presente c.: chi vivrà saprà che nulla è meglio e più soddisfacente del timore del Signore e dell'osservanza dei suoi comandamenti. Il v. 28, del GrII, amplifica il versetto precedente: grande gloria nel seguire il Signore e vita lunga nell'essere da lui accolti (cfr. Sal 73,24).

**vv. 22,27-23,6. La preghiera parte dalla consapevolezza dell'umana fragilità di fronte al peccato (cfr. 21,1-3) e chiede l'aiuto divino nel controllo della lingua (22,27-23,1) e della sensualità (23,2-6). Per invocare la presenza correttiva e liberante di Dio, padre e padrone della sua vita, di fronte ai rischi cui lo espongono la bocca e i pensieri, l'orante ricorre a due domande sapienziali (22,27; 23,2). Il senso è ovvio, come per la domanda sapienziale incontrata in 22,14. La novità più rilevante è nell'appellativo padre, rivolto a Dio (cfr. 51,1.10). Il triplice riferimento alla caduta, causata da bocca e labbra non custodite (22,27c), da pensieri non controllati (23,1c) – caduta ignominiosa davanti agli avversari (v. 3c) – sottolinea la profonda angustia che pervade l'intero brano: Dio solo, fonte della vita morale, può liberare da tutto ciò. I nemici sono quasi personificati: hanno un “volere” (v. 1b) e spadroneggiano su chi viene abbandonato in loro balia (vv. 4b.6b). Si manifestano negli occhi eccitati (v. 4b; 26,9), nella sensualità (“brama del ventre”), nella libidine (synousiasmos, rapporto sessuale, è un hapax) e nella passione impudente (v. 6). Echeggia l'insegnamento sull'avversario interno, che l'uomo deve imparare a dominare (cfr. 21, 27). Di fronte a tutto ciò emerge la grandezza fiduciosa di questo orante che, insidiato dalla sua natura, non si rassegna a rimanere senza la disciplina della sapienza (v. 2b) e a vedere allontanarsi la misericordia di Dio (v. 3e). Altre preghiere si trovano in 36,1-22 e 51,1-12.

vv. 23,7-15. Tema centrale, come sviluppo della prima parte della preghiera: la bocca (22,27; vv. 7a.13a) da disciplinare, liberandola in tempo da cattive abitudini (vv. 9ab. 13a.14d.15a). Esse si rivelano nel ricorso frequente al «nome del Santo» (vv. 9b.10c), ai giuramenti più o meno voluti (vv. 9-11), alla bestemmia rea di morte, indegna del popolo d'Israele e degli uomini pii (vv. 12-13), ai discorsi sconvenienti davanti ai grandi della città (vv. 14-15). Chi non previene tali abitudini si espone al rischio di rovinarsi (vv. 7-8), di peccare (vv. 10c.13b), di riempire di sventure la sua casa (v. 11b.f) e di dover maledire il giorno della sua nascita (v. 14f; cfr. 21, 27). Per evitare tutto ciò, Ben Sira propone la sua paideia stomatos (cfr. l'inclusione/contrasto nei vv. 7a.15b) e il ricordo del padre e della madre (v. 14a), come richiamo a una condotta nobile.

vv. 23,16-26. Il brano sviluppa la seconda parte della preghiera, occupandosi dell'adulterio dell'uomo (vv. 16-21) e della donna (vv. 22-26). Un proverbio numerico (v. 16) rivela l'importanza dell'argomento (cfr. 25,1-2.7-11; 26,5; 50,25-26; Prv 6,16-19; 30,15-33). La forza distruttiva della passione è paragonata al fuoco che non si ferma prima di avere bruciato tutto (v. 16): essa porta alla morte (v. 17; cfr. 6,2-4). Nei vv. 18-20 la sapienza si fa eco della tradizione religiosa: Dio vede tutto, nulla sfugge all'Altissimo. I suoi occhi non sono come quelli degli uomini: vincono tenebre e muri (v. 18c), vedono le vie degli uomini e gli angoli più nascosti (v. 19de). Egli è il creatore che sa tutto delle sue opere, dall'inizio alla fine (v. 20).

Conclusione: l'adultero non rimane mai nascosto, ma viene condannato dal tribunale cittadino. Per la donna lo sviluppo è simile (outōs: v. 22a): richiamato il caso (v. 22), vengono presentati la motivazione (v. 23), l'ambito (v. 24a) e le conseguenze (vv. 24b-26) della condanna.

vv. 23,27-28. La chiusura riassume gli insegnamenti di Ben Sira finora esposti e guarda al futuro: i posteri si renderanno ben conto di cosa è veramente conveniente. Sapranno apprezzare – sembra dire Ben Sira – ciò che i contemporanei trascurano o sottovalutano: il timore del Signore ed i suoi comandamenti. Ivi sono gloria e lunga vita, concetti anch'essi proiettati verso il futuro, forse con una sfumatura ultraterrena.

Conclusione. Un c. di grande respiro filosofico e religioso, pur nell'ottica della sapienza tradizionale. Le concezioni dell'uomo di fronte a Dio e delle relazioni uomo – donna secondo la legge emergono con limpida coerenza, in una solare ripresentazione della morale deuteronomica. Il vero saggio comincia dalla preghiera: conosce la sua debolezza e chiede l'aiuto dell'Altissimo, padrone della vita, perché lo liberi dai pericoli della lingua e della passione. È un appello al padre, amato e temuto, i cui occhi «sono miriadi di volte più luminosi del sole» (v. 19c). Seguire lui è fonte di vita, di benedizione e di gloria. Il peccato – specie quello derivato dal cattivo uso della lingua e dal mancato dominio della lussuria – allontana dal Santo (vv. 9-10), dall'Altissimo e dalla sua legge (vv. 18-19.23a.27c). Così si va incontro alla morte (vv. 12a. 17b), alla maledizione (vv. 14f.26a), alla condanna da parte della città (v. 21) e dell'assemblea (v. 24a), alla mancanza di frutti (v. 25) e all'infamia perenne (v. 26b). Le generazioni future riconosceranno ciò che è «meglio e più dolce» (v. 27): non il «timore degll occhi degli uomini» (v. 19a), ma «il timore del Signore» (v. 27b) e l'obbedienza alla sua legge (v. 23a).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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[filtri] -a Mrs Saville, *****.

sintetico stempelfarbe sapessi doppia] esse dipendono dai suoni del mellotron da] quantità improvvisa di cataratta ottotipo [a] debita distanza anche] lezioni di geografia* si] imparano i pallini a rosa una lingua] dove assaggiano fanno una serie di senapi con le spine [per i rimandi fabbricano le altre dentro] [ai pagliai sono] migliaia


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L'Agenzia antidroga dell'Unione Europea si rafforza e punta sempre di più sulla cooperazione internazionale


L'EUDA (in precedenza nota come Osservatorio europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, EMCDDA) è l'Agenzia dell'Unione europea sulle droghe, con Quartier Generale a Lisbona.

L' #EUDA si concentra su quattro aree principali: prevedere le sfide future legate alle droghe, emettere avvisi in tempo reale sui nuovi rischi, rafforzare le risposte degli Stati membri al fenomeno delle droghe e promuovere lo scambio di conoscenze a livello europeo

Questa settimana, l'Agenzia ha presentato il suo Quadro di Cooperazione Internazionale (ICF) recentemente adottato, approvato dal Consiglio di Amministrazione a giugno.

L'ICF delinea la visione e le priorità strategiche per migliorare la collaborazione globale nell'affrontare le sfide legate alla droga. Questa iniziativa fa seguito all'assunzione da parte dell'EUDA di un ruolo internazionale ampliato in seguito alla sua sostituzione con l'EMCDDA nel luglio 2024. Il nuovo ruolo rafforza la capacità di monitorare e analizzare le dimensioni esterne del problema della droga e di migliorare la preparazione dell'UE in materia.

La droga rappresenta una sfida transnazionale che colpisce le comunità a livello globale, ponendo minacce significative alla salute e alla sicurezza pubblica. I flussi illegali di droga sono diventati sempre più complessi, con droghe e precursori chimici chiave che vengono prodotti e trasportati attraverso le regioni, spesso agevolati da organizzazioni criminali transnazionali. I conflitti e le guerre in corso hanno ulteriormente influenzato il consumo e il traffico di droga, in particolare nei paesi confinanti con l'UE. L'ICF è stato progettato per affrontare queste realtà, basandosi sulla consolidata tradizione di cooperazione internazionale dell'EMCDDA.

Un approccio basato sul partenariato è al centro dell'ICF. Collaborando con la Commissione Europea, l'EUDA interagirà con un'ampia gamma di parti interessate, tra cui paesi partner (come i paesi dell'allargamento e del vicinato dell'UE, nonché paesi dell'America Latina, dei Caraibi, dell'Asia centrale e del Nord America), istituzioni, organi e agenzie dell'UE, organizzazioni internazionali e agenzie per lo sviluppo, nonché la società civile e le comunità scientifiche al di fuori dell'UE. La cooperazione sarà attuata attraverso varie forme, tra cui accordi di lavoro, progetti di cooperazione tecnica, riunioni di esperti e collaborazione con reti di ricerca internazionali.

L'ICF mira a rafforzare la condivisione delle conoscenze e la diffusione delle migliori pratiche a livello internazionale, promuovendo l'innovazione e rafforzando le risposte alle minacce transfrontaliere per la salute e la sicurezza. L'EUDA rafforzerà il suo scambio di conoscenze con i paesi terzi sull'evoluzione del mercato della droga e sulle implicazioni degli sviluppi internazionali legati alla droga per la salute pubblica e la sicurezza nell'UE. Inoltre, l'Agenzia produrrà analisi geostrategiche, promuoverà politiche in materia di droga basate sull'evidenza e sui diritti umani nei paesi terzi e sosterrà l'UE e i suoi Stati membri nei dialoghi internazionali.

L'ICF delinea quattro obiettivi strategici: monitorare gli sviluppi globali in materia di droga che potrebbero rappresentare una minaccia o avere implicazioni per l'UE; collaborare strettamente con i partner dell'UE e internazionali sulle minacce esterne legate alla droga con implicazioni per la salute, la sicurezza e la resilienza sociale all'interno dell'UE; sostenere lo scambio reciproco e la diffusione di buone pratiche e risultati di ricerche implementabili a livello internazionale; sviluppare la cooperazione tecnica con i partner internazionali e promuovere l'integrazione di dati rilevanti per l'UE nei programmi internazionali di monitoraggio e lotta alla droga.

L'attuazione dell'ICF sarà guidata dai principi di valore aggiunto, sostenibilità, fattibilità, coproduzione, sinergie e orientamento al servizio, in linea con la Strategia dell'UE in materia di droga 2021-2025 e con le più ampie politiche dell'UE. Partendo da queste basi, l'ICF darà priorità al miglioramento della preparazione dell'UE in materia di droga e al suo contributo al monitoraggio internazionale; al rafforzamento degli osservatori nazionali sulla droga e dei sistemi di allerta precoce; alla lotta alla produzione e al traffico di droga (inclusi i precursori e le nuove sostanze psicoattive); e alla promozione dell'innovazione nel trattamento, nel reinserimento e nella riduzione del danno.

Attraverso l'ICF, l'EUDA mira a rafforzare il suo ruolo di principale organismo dell'UE in materia di droga e di solido partner internazionale. Rafforzando le capacità e promuovendo la cooperazione, l'agenzia mira a sostenere risposte più efficaci e sostenibili a livello globale.

Per saperne di più

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#cooperazioneinternazionaleantidroga


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L'Agenzia antidroga dell'Unione Europea si rafforza e punta sempre di più sulla cooperazione internazionale


L'EUDA (in precedenza nota come Osservatorio europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, EMCDDA) è l'Agenzia dell'Unione europea sulle droghe, con Quartier Generale a Lisbona.

L' #EUDA si concentra su quattro aree principali: prevedere le sfide future legate alle droghe, emettere avvisi in tempo reale sui nuovi rischi, rafforzare le risposte degli Stati membri al fenomeno delle droghe e promuovere lo scambio di conoscenze a livello europeo

Questa settimana, l'Agenzia ha presentato il suo Quadro di Cooperazione Internazionale (ICF) recentemente adottato, approvato dal Consiglio di Amministrazione a giugno.

L'ICF delinea la visione e le priorità strategiche per migliorare la collaborazione globale nell'affrontare le sfide legate alla droga. Questa iniziativa fa seguito all'assunzione da parte dell'EUDA di un ruolo internazionale ampliato in seguito alla sua sostituzione con l'EMCDDA nel luglio 2024. Il nuovo ruolo rafforza la capacità di monitorare e analizzare le dimensioni esterne del problema della droga e di migliorare la preparazione dell'UE in materia.

La droga rappresenta una sfida transnazionale che colpisce le comunità a livello globale, ponendo minacce significative alla salute e alla sicurezza pubblica. I flussi illegali di droga sono diventati sempre più complessi, con droghe e precursori chimici chiave che vengono prodotti e trasportati attraverso le regioni, spesso agevolati da organizzazioni criminali transnazionali. I conflitti e le guerre in corso hanno ulteriormente influenzato il consumo e il traffico di droga, in particolare nei paesi confinanti con l'UE. L'ICF è stato progettato per affrontare queste realtà, basandosi sulla consolidata tradizione di cooperazione internazionale dell'EMCDDA.

Un approccio basato sul partenariato è al centro dell'ICF. Collaborando con la Commissione Europea, l'EUDA interagirà con un'ampia gamma di parti interessate, tra cui paesi partner (come i paesi dell'allargamento e del vicinato dell'UE, nonché paesi dell'America Latina, dei Caraibi, dell'Asia centrale e del Nord America), istituzioni, organi e agenzie dell'UE, organizzazioni internazionali e agenzie per lo sviluppo, nonché la società civile e le comunità scientifiche al di fuori dell'UE. La cooperazione sarà attuata attraverso varie forme, tra cui accordi di lavoro, progetti di cooperazione tecnica, riunioni di esperti e collaborazione con reti di ricerca internazionali.

L'ICF mira a rafforzare la condivisione delle conoscenze e la diffusione delle migliori pratiche a livello internazionale, promuovendo l'innovazione e rafforzando le risposte alle minacce transfrontaliere per la salute e la sicurezza. L'EUDA rafforzerà il suo scambio di conoscenze con i paesi terzi sull'evoluzione del mercato della droga e sulle implicazioni degli sviluppi internazionali legati alla droga per la salute pubblica e la sicurezza nell'UE. Inoltre, l'Agenzia produrrà analisi geostrategiche, promuoverà politiche in materia di droga basate sull'evidenza e sui diritti umani nei paesi terzi e sosterrà l'UE e i suoi Stati membri nei dialoghi internazionali.

L'ICF delinea quattro obiettivi strategici: monitorare gli sviluppi globali in materia di droga che potrebbero rappresentare una minaccia o avere implicazioni per l'UE; collaborare strettamente con i partner dell'UE e internazionali sulle minacce esterne legate alla droga con implicazioni per la salute, la sicurezza e la resilienza sociale all'interno dell'UE; sostenere lo scambio reciproco e la diffusione di buone pratiche e risultati di ricerche implementabili a livello internazionale; sviluppare la cooperazione tecnica con i partner internazionali e promuovere l'integrazione di dati rilevanti per l'UE nei programmi internazionali di monitoraggio e lotta alla droga.

L'attuazione dell'ICF sarà guidata dai principi di valore aggiunto, sostenibilità, fattibilità, coproduzione, sinergie e orientamento al servizio, in linea con la Strategia dell'UE in materia di droga 2021-2025 e con le più ampie politiche dell'UE. Partendo da queste basi, l'ICF darà priorità al miglioramento della preparazione dell'UE in materia di droga e al suo contributo al monitoraggio internazionale; al rafforzamento degli osservatori nazionali sulla droga e dei sistemi di allerta precoce; alla lotta alla produzione e al traffico di droga (inclusi i precursori e le nuove sostanze psicoattive); e alla promozione dell'innovazione nel trattamento, nel reinserimento e nella riduzione del danno.

Attraverso l'ICF, l'EUDA mira a rafforzare il suo ruolo di principale organismo dell'UE in materia di droga e di solido partner internazionale. Rafforzando le capacità e promuovendo la cooperazione, l'agenzia mira a sostenere risposte più efficaci e sostenibili a livello globale.

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Inktober 2025 – Però per scritto – 4/10 – Murky

L'Inktober ( inktober.com/ ) è un'iniziativa che ricorre ogni anno: 31 prompt per realizzare altrettante illustrazioni, così da stimolare la creatività e non soccombere all'apatia. K&S quest'anno partecipano congiuntamente. K, da brava illustratrice, posterà i propri disegni sui propri social. S, da totale inetto per quanto riguarda disegno e grafica, parteciperà realizzando brevi raccontini. Si, siamo al corrente che esiste anche un'iniziativa analoga per chi preferisce creare racconti. Ma siamo anticonformisti, che ci volete fare.

Ogni giorno verrà pubblicato qui un racconto, ispirato dalla parola del giorno.

4/10 – Murky

4/10 – Murky

“Così è deciso, la seduta è tolta!”

Con un tonfo del suo bastone, il Grande Castoro concluse il suo discorso, e lasciò ammutolita l'assemblea. La situazione era grave, certo, ma nessuno si aspettava che quella sarebbe stata la soluzione che sarebbe stata adottata.

Dopo così tanti anni, abbandonare l'ansa del fiume per spostarsi a nord, dover ricostruire tutte quante le tane, e chi si sarebbe occupato dei piccoli della tribù, quelli appena nati, che ancora neanche avevano rosicchiati i primi legnetti?

In fondo, però, le alternative non erano molte.

Qualcuno, a dire il vero, già si era insospettito quando, tante lune prima, vennero avvistati numerosi gruppi di uomini, molto più numerosi del solito, soprattutto considerando che il fiume scorreva molto lontano dalle loro chiassose città. Tuttavia, nessuno della tribù se ne preoccupò più di tanto. Saranno campeggiatori, dissero.

Poi arrivarono con le loro grandi macchine di metallo, col loro fumo e col loro assordante rumore. Iniziarono a scavare, spaccare, riempire, e infine portarono lui: il tubo.

Il tubo era grigio, freddo e sporco. Molto più grande del più grande tronco che qualsiasi castoro avesse mai rosicchiato, e dal suo interno ben presto iniziò a sgorgare un tipo di acqua che nessuno della tribù aveva mai visto. Aveva uno strano odore pungente, e un colore violaceo che rendeva le acque del fiume melmose e dense.

E dire che i più forti della tribù ci avevano provato a tapparlo! Ma il tubo era troppo grande, il flusso troppo potente, e soprattutto chi si avvicinava a quelle acque melmose perdeva istantaneamente le forze, e doveva stare a riposo nella tana per almeno due o tre giorni prima di tornare in salute.

Non c'era scelta, gli anziani concordavano tutti, bisognava fare come aveva deciso il Grande Castoro: abbandonare l'ansa del fiume per spostarsi a nord, lontano dal tubo, e ricostruire una vita, una casa, un posto dove la tribù poteva continuare a esistere.

“Ma... ma Grande Castoro, cosa succederà se gli uomini costruiranno un altro tubo anche a nord?”

La voce apparteneva alla giovane Lucinda, una di quelle castorine sempre con la testa tra le nuvole, più dedite a sognare che a rosicchiare il legno.

Tutti quanti i castori dell'assemblea si voltarono, sgomenti, a fissare la giovane. Che arroganza, contraddire il Grande Castoro! Ma il Grande Castoro non tardò a rispondere.

“Giovane Lucinda, quel che dici ahimé è realistico, ma cos'altro possiamo fare? In fondo, il fiume è grande, e potremo spostarci di nuovo. Hai per caso un'altra opzione in mente?”

“Beh... potremmo chiedere aiuto alle altre tribù. Anche loro dovranno affrontare i problemi causati dal tubo, in un modo o in altro!”

“Ma le altre tribù non hanno mai collaborato con noi! Anche quando abbiamo costruito la Grande Diga, nessuno volle prenderne parte, neanche i serpenti, eppure da allora hanno potuto badare più facilmente alle loro uova senza preoccuparsi della corrente del fiume.”

“Lasciate fare a me, Grande Castoro! Parlerò alle altre tribù, e troveremo una soluzione!”

L'assemblea dunque si sciolse per davvero, tra lo scuotere delle teste dei castori più anziani, e lo sguardo incuriosito del Grande Castoro. Che fosse davvero giunto il momento di lasciare che i giovani decidessero le sorti della tribù?

La giovane Lucinda raccolse dunque qualche provvista, e si mise in viaggio poco dopo, fronte alta illuminata dal sole, e coda ben piantata a terra, segno di determinazione e convinzione.

Passarono i giorni, e con ogni tramonto gli anziani si convincevano sempre di più dell'assurdità della proposta. “Questi giovani d'oggi, pensano di saper fare tutto! Figuriamoci, le tribù hanno sempre pensato soltanto a sé stesse, abbiamo sempre fatto bene a fidarci del Grande Castoro e basta!”

Al sorgere del sole del trentesimo giorno, però, Lucinda fece ritorno all'ansa del fiume. Non sembrava più tanto giovane, recava addosso i segni di un arduo viaggio, qualche graffio, il pelo tutto arruffato, ma lo sguardo ancora più fermo e ambizioso.

Lucinda convocò il Grande Castoro, e illustrò il piano maturato nel corso di lunghi giorni e interminabili riunioni con le altre tribù del fiume.

In confronto, il progetto della grande diga sembrava un gioco da ragazzi. Qua si parlava di pietre, tronchi, una struttura ambiziosa e mai realizzata prima di allora.

Gli aironi avrebbero fatto da guardia dall'alto. I tassi avrebbero portato le pietre. I serpenti avrebbero spaventato qualsiasi umano si fosse avvicinato. I castori avrebbero rosicchiato il legno, e i più anziani avrebbero diretto i lavori.

“Ma come faremo a portare le pietre e il legno alla bocca del tubo? Il fango è tossico, ci avvelenerà!” chiese il Grande Castoro.

“A quello penseranno i rospi! A loro la fanghiglia del tubo non crea nessun problema!”

“Ma... ma allora, i rospi non avrebbero bisogno di tappare il tubo! Perché mai hanno accettato di aiutarci?”

“Grande Castoro, non tutte le tribù sono come noi. I rospi sono un po' viscidi e mollicci, ma hanno un gran cuore. A loro piace l'ansa del fiume, per il paesaggio e il clima, certamente, ma soprattutto perché ci siamo tutti quanti noi. Non vogliono vederci scappare, e per questo hanno acconsentito ad aiutarci.”

Il Grande Castoro sorrise, e capì che ormai i tempi erano davvero cambiati. Se le tribù del fiume avessero voluto continuare a sopravvivere, avrebbero dovuto iniziare davvero ad ascoltare i giovani, aprirsi a nuove idee, collaborare, e non scappare di fronte alle difficoltà.

Si dette dunque il via ai lavori. Chi fosse capitato di lì per caso, nonostante il cattivo odore emanato dal tubo avrebbe scorto uno spettacolo unico: i possenti tassi che trasportavano le pietre, i rospi che ascoltavano attenti le istruzioni dei castori anziani, gli aironi in volo in formazione, e una struttura di sassi e legno che piano piano cresceva e andava a tappare il tubo.

Ci volle qualche settimana, ma alla fine il tubo venne tappato e le acque tornarono a sgorgare limpide e pulite lungo l'ansa del fiume.

Gli uomini se ne accorsero, naturalmente, e inviarono le loro macchine di metallo a rimuovere il blocco. Ma le tribù ormai erano diventate esperte, e tapparono nuovamente il tubo in minor tempo: i rospi avevano appreso la tecnica, e non avevano più bisogno di tante istruzioni. I castori avevano affilato ancora di più i loro denti, e riuscivano a rosicchiare il legno ancora più velocemente. Gli aironi avevano perfezionato i turni di guardia, e niente sfuggiva al loro sguardo. I serpenti erano riusciti a scoprire metodi per sbucare all'improvviso e spaventare anche il più temerario degli uomini.

Ogni volta che gli uomini rimuovevano il blocco, il tubo veniva di nuovo tappato, finché un giorno gli uomini non vennerò più. Nessuna macchina venne a rimuovere il blocco, e di lì a poco risultò evidente che il tubo non conteneva più la fanghiglia puzzolente, come se fosse stato in qualche modo dismesso. Gli uomini se n'erano andati, e le tribù dell'ansa del fiume erano restate lì dove si erano stabilite. Tutte insieme.


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Tinariwen - Emmaar (2014)


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Dopo l'ennesimo ascolto di Emmaar, il parallelo con Tassili, ultimo lavoro uscito nel 2011, è inevitabile. Il gruppo maliano che ha fatto, e continua a far conoscere la cultura tuareg in giro per il mondo, con questo disco, non si discosta di molto dal suo predecessore. Due sono soprattutto gli elementi in comune: deserto e messaggio. Il primo è stato registrato nel deserto algerino, Emmar invece, in quello nord americano del Joshua tree. Il messaggio: la musica come strumento di ribellione... artesuono.blogspot.com/2014/06…


Ascolta il disco: album.link/i/1119276994



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Tinariwen - Emmaar (2014)


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Dopo l'ennesimo ascolto di Emmaar, il parallelo con Tassili, ultimo lavoro uscito nel 2011, è inevitabile. Il gruppo maliano che ha fatto, e continua a far conoscere la cultura tuareg in giro per il mondo, con questo disco, non si discosta di molto dal suo predecessore. Due sono soprattutto gli elementi in comune: deserto e messaggio. Il primo è stato registrato nel deserto algerino, Emmar invece, in quello nord americano del Joshua tree. Il messaggio: la musica come strumento di ribellione... artesuono.blogspot.com/2014/06…


Ascolta il disco: album.link/i/1119276994


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SIRACIDE - Capitolo 22


Il pigro1Il pigro è simile a una pietra insudiciata, tutti fischiano in suo disprezzo.2Il pigro è simile a una palla di sterco, chi la raccoglie scuote la mano.

I figli e l’onore della famiglia3Un figlio maleducato è la vergogna di un padre, se è una figlia il danno è più grave.4Una figlia sensata troverà marito, la svergognata è un dolore per chi l'ha generata.5La figlia sfacciata disonora il padre e il marito, dall'uno e dall'altro sarà disprezzata.6Un discorso inopportuno è come musica in caso di lutto, ma frusta e correzione sono saggezza in ogni tempo.7I figli che hanno di che vivere con una vita onestafanno dimenticare l'umile origine dei loro genitori.8I figli che millantano superbia e cattiva educazionedisonorano la nobiltà delle loro famiglie.⌉

Lo stolto9Chi ammaestra uno stolto è come uno che incolla cocci, ⌈che sveglia un dormiglione da un sonno profondo.⌉10Parlare a uno stolto è parlare a chi ha sonno; alla fine dirà: “Cosa c'è?”.11Piangi per un morto perché ha perduto la luce, piangi per uno stolto perché ha perduto il senno. Piangi meno per un morto perché ora riposa, ma la vita dello stolto è peggiore della morte.12Il lutto per un morto dura sette giorni, per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita.13Con uno stolto non prolungare il discorso, e non frequentare l'insensato:⌈nella sua insipienza ti disprezzerà in ogni modo.⌉Guàrdati da lui, per non avere noie e per non contaminarti al suo contatto. Evitalo e troverai pace, non sarai disgustato dalla sua insipienza.14Che c'è di più pesante del piombo? E qual è il suo nome, se non quello di stolto?15Sabbia, sale e massa di ferro si portano meglio che un insensato.

Invito alla fermezza16Una travatura di legno ben connessa in una casa non viene scompaginata per un terremoto, così un cuore consolidato da matura riflessione non si scoraggia nel momento critico.17Un cuore sorretto da sagge riflessioni è come un bel fregio su parete levigata.18Ciottoli posti su un'altura di fronte al vento non resistono, così un cuore meschino, basato su stolti pensieri, non regge di fronte a un qualsiasi timore.

Come comportarsi con gli amici19Chi punge un occhio lo fa lacrimare, chi punge un cuore ne scopre il sentimento.20Chi scaglia un sasso contro gli uccelli li mette in fuga, chi offende un amico rompe l'amicizia.21Se hai sguainato la spada contro un amico, non disperare: può esserci un ritorno.22Se hai aperto la bocca contro un amico, non temere: può esserci riconciliazione, tranne il caso d'insulto, di arroganza, di segreti svelati e di un colpo a tradimento; in questi casi ogni amico scompare.23Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà, per godere con lui nella sua prosperità. Nel tempo della tribolazione restagli vicino, per avere parte alla sua eredità.⌈L'apparenza infatti non è sempre da disprezzarené deve meravigliare che un ricco non abbia senno.⌉24Prima del fuoco c'è vapore e fumo di fornace, così prima del sangue ci sono le ingiurie.25Non mi vergognerò di proteggere un amico, non mi nasconderò davanti a lui.26Se mi succederà il male a causa sua, chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui.

Preghiera per la vigilanza27Chi porrà una guardia alla mia bocca, e alle mie labbra un sigillo guardingo, perché io non cada per colpa loro e la mia lingua non sia la mia rovina?

_________________Note

22,3-8 Sullo sfondo di queste massime sui figli va colta la mentalità dell’antico mondo orientale che, pregiudizialmente, preferiva il figlio alla figlia.

22,6 frusta e correzione: si riferisce a un metodo educativo che non risparmiava le punizioni corporali.

22,15 Sabbia, sale e ferro: erano considerati gli elementi più pesanti da trasportare.

22,27-23,6 Preghiera per la vigilanza

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Approfondimenti


Il c. 22 presenta un riferimento iniziale all'uomo pigro (vv. 1-2), seguito da quattro tematiche principali: il comportamento dei figli e l'onore familiare (vv. 3-8), l'utilità di non avere a che fare con lo stolto (vv. 9-15), il confronto tra il cuore deciso e quello incerto (vv. 16-18), l'amicizia che finisce e quella che dura (vv. 19-26). L'ultimo v. avvia la pericope iniziale del c. 23.

vv. 1-2. Il tema della pigrizia è legato a quello della sporcizia, forse per allusione alla miseria cui conduce (cfr. Pr 24,30-34). In Ez 4,12.15 lo sterco è usato come combustibile in un contesto di precarietà.

vv. 3-8. Se un figlio senza disciplina è motivo di vergogna, una figlia è comunque un guaio più grande. L'Ebreo del tempo considerava una sventura la nascita di una figlia: nella preghiera quotidiana ringraziava Dio per non averlo fatto nascere donna (cfr. Menahôt 43b). In caso di donna prudente, il suo valore viene considerato in base al beneficio che ne riceve il marito (cfr. 26,1-4.13-18; Pr 12,4; 18,22; 31,10-12.23-28); se si rivela svergognata, allora diventa causa di dolore per il padre che l'ha educata male (vv. 3-5; cfr. 42,9-14). Genitore e marito la disprezzeranno. Disciplina e correzione corporale (vv. 3a.6b) hanno ampio spazio nella sapienza tradizionale: chi usa spesso la frusta gioisce alla fine (30,1; cfr. Pr 13,24; 19,18; 22,15; 23,13-14), mentre un giovane lasciato a se stesso finisce per disonorare la madre (Pr 29,15). Ben Sira ribadisce il principio secondo cui la “stirpe buona” si vede nel comportamento onesto e nell'educazione (vv. 7-8). Achikar assiro afferma: «Il ricco non dica: “Grazie alla mia ricchezza io sono illustre”» (109).

vv. 9-15. L'inutilità di correggere lo stolto è resa con immagini eloquenti: è come incollare cocci, svegliare un dormiglione (v. 9) o parlare ad uno che ha sonno (v. 10); lo stolto è peggiore di un morto, che viene pianto solo sette giorni e non tutta la vita (vv. 11-12). L'invito finale riassume l'intento del brano: evitare a tutti i costi l'insensato (v. 13), che stanca più della sabbia, del sale e di una palla di ferro (v. 15). È facile indovinare che lo stolto è più pesante del piombo (v. 14). Considerazioni simili si trovano nella Storia di Achikar 2,45-46: «Figlio mio, ho portato sale e trasportato piombo, e non ho visto nulla di più pesante del debito che uno deve pagare quando non aveva preso a prestito. Figlio mio, ho portato sale e trasportato pietre, e mi hanno valutato come un uomo che va ad abitare nella casa di suo suocero» (cfr. anche 3,58).

vv. 16-18. Tema centrale è il contrasto tra il cuore deciso del saggio (vv. 16c.17a) e quello incerto dello stolto (v. 18c). Tre immagini sono prese dall'arte del costruire: il legno che puntella e resiste (v. 16a), l'intonaco (v. 17b) e i sassi su di un muro elevato (v. 18a). L'ultima immagine forse ricorda l'uso di mettere sui muretti di cinta sassi la cui caduta richiama l'attenzione del custode.

vv. 19-26. L'amicizia – di cui Ben Sira ha parlato in 6,5-17 e 12,8-18 – corre rischi. Cause della sua fine sono l'offesa (v. 20b), l'insulto e l'arroganza, lo svelamento dei segreti e il tradimento (v, 22cde). L'insulto precede la violenza, come il fumo il fuoco (v. 24). Il quadro è realistico. Altre colpe contro l'amicizia, dovute alla spada (v. 21) e alla bocca (v. 22ab), sono sanabili. Anche di fronte alle disgrazie dell'amico non bisogna arretrare (v. 23ac) né vergognarsi (v. 25): ne verrà bene nel momento propizio (v. 23bd). L'apparenza del povero e del ricco ingannano spesso (v. 23ef). In caso di guai, tutti si guarderanno da tale amicizia (v. 26).

Conclusione. Il noto realismo di Ben Sira si muove in campi consueti: la critica sociale della pigrizia, l'onore procurato dall'educazione e dall'onestà dei figli, la saggezza di non perdere tempo con lo stolto, la capacità di vivere amicizie dignitose e durature. Tuttavia il pragmatismo della lezione di Ben Sira sull'amicizia è ben lontano dal “premio grande” che l'Altissimo darà a chi segue l'insegnamento di Gesù ed impara ad amare i nemici e a fare del bene “senza sperarne nulla” (cfr. Lc 6, 27-30).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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✍️Il 4 ottobre esattamente dopo un mese dalla diagnosi, ho fatto il prericovero, esami e mi sono preparata psicologicamente e fisicamente all'intervento! È il giorno di S.Francesco ed io proprio in questo giorno ho ricordi belli, come la scoperta di una nuova vita, e poi man mano, questo numero si è ripetuto nel bene, nel male, nel quotidiano, ecc. A volte ancora mi sembra un sogno! Apparentemente tutto sembra non essere cambiato, un anno è appena trascorso, si sono susseguiti come sempre, giorni, mesi, emozioni, momenti di sconforto a momenti di forza. Non è stato un anno semplice, ma credo che abbia avuto il suo perché, la sua importanza, proprio perché io l'ho vissuto, l'ho affrontato con forza, coraggio, a volte con tristezza, rabbia, paura e tanta solitudine! Perché quando ti crolla il mondo addosso, non puoi e non vuoi per forza relazionarti, non hanno importanza la routine, le feste, il quotidiano, tutto ciò che la vita ci offre giornalmente! Chi come me si è trovato in poco tempo a dover affrontare un carcinoma, a doverlo accettare e combattere, credo possa darmi ragione ..ci si perde e ci si chiude in questa bolla dolorosa, triste e impenetrabile, dove ci si rifugia, dove si pensa di trovare conforto, aiuto e un immaginario abbraccio! Perché in poco tempo ti scopri diversa, malata, fragile e con un percorso da affrontare non indifferente e mai immaginato prima! C'è anche un po' di timore, di vergogna, di paura a mostrarsi così, ad ammettere di avere un tumore! Solo col tempo ho imparato a chiamarlo col suo nome, perchè quel termine da quando mi è stato pronunciato per la prima volta, mi ha mandato in confusione, e per diverso tempo ho fatto fatica ad accettarlo! Da allora pochi sanno, molti lo hanno saputo, con alcuni ho condiviso con altri ho evitato! Oggi lo posso raccontare, sto seguendo varie terapie, un percorso , non sempre facile , ma che mi accompagnerà per i prossimi anni, un cammino insidioso, solitario e in salita, ma che devo e posso superare con forza, coraggio, speranza e amore!


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. COSA RESTERA'

siamo mistero a noi stessi cosa resterà quando dopo di noi sarà a sopravvivere finanche l'albero vetusto del giardino di fronte e le suppellettili e i cari libri

la tua la mia storia scritta sull'acqua

(2010)

Che poesia intensa e delicata. Cosa resterà evoca il senso di impermanenza e la fragilità della memoria umana. Il contrasto tra ciò che sopravvive — l’albero vetusto, gli oggetti, i libri — e ciò che svanisce — la storia personale, “scritta sull’acqua” — è struggente.

Alcuni spunti di riflessione:“Siamo mistero a noi stessi” apre con una verità profonda: l’identità è sfuggente, persino per chi la vive. – “Scritta sull’acqua” è una metafora potente: ciò che è scritto sull’acqua non può durare, non può essere conservato. È il destino di molte storie intime, che non lasciano traccia.

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