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Writing a GPS Receiver from Scratch


GPS is an incredible piece of modern technology. Not only does it allow for locating objects precisely anywhere on the planet, but it also enables the turn-by-turn directions we take for granted these days — all without needing anything more than a radio receiver and some software to decode the signals constantly being sent down from space. [Chris] took that last bit bit as somewhat of a challenge and set off to write a software-defined GPS receiver from the ground up.

As GPS started as a military technology, the level of precision needed for things like turn-by-turn navigation wasn’t always available to civilians. The “coarse” positioning is only capable of accuracy within a few hundred meters so this legacy capability is the first thing that [Chris] tackles here. It is pretty fast, though, with the system able to resolve a location in 24 seconds from cold start and then displaying its information in a browser window. Everything in this build is done in Python as well, meaning that it’s a great starting point for investigating how GPS works and for building other projects from there.

The other thing that makes this project accessible is that the only other hardware needed besides a computer that runs Python is an RTL-SDR dongle. These inexpensive TV dongles ushered in a software-defined radio revolution about a decade ago when it was found that they could receive a wide array of radio signals beyond just TV.


hackaday.com/2025/03/18/writin…



Cani e gatti ammessi nelle Rsa e nelle strutture sanitarie, in Toscana adesso si può


Via libera della Regione all'accesso degli animali da affezione nelle strutture sanitarie, per migliorare il benessere dei pazienti a lunga degenza

[...]

Per gli ospedali deve essere concordato con il servizio di accoglienza il percorso per raggiungere la saletta di uso comune dove si svolgerà la visita. In ciascuna struttura è consentita la presenza di un solo animale per volta e le visite saranno pianificate per non creare sovrapposizioni. Alcuni reparti sono interdetti: gli animali non potranno accedere al pronto soccorso, a neonatologia, alle aree ambulatoriali, di dialisi, di prelievo e di ristoro, nei day hospital e nelle sale operatorie.


agi.it/cronaca/news/2025-03-18…



La sfida della mobilità: sfruttare i dati sulle flotte garantendone la massima protezione


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
I dati relativi alle flotte spesso includono informazioni sensibili, come i dati personali sui conducenti e gli stili di guida: di conseguenza, richiedono l'adozione di misure di sicurezza rigorose. Ecco come trovare



Software cybersecurity: strategie e soluzioni a confronto


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La cybersecurity è diventata una priorità strategica per le aziende di ogni settore, spinta dalla crescente complessità degli attacchi informatici e dalla continua evoluzione delle tecnologie digitali. I software di cybersecurity svolgono un ruolo centrale, non solo nel prevenire e mitigare le





Tenere in piazza una lezione di etnocentrismo rivolgendosi direttamente ai giovani.
L'unica differenza è che Salvini avrebbe detto "Giosuè Manzoni".



direi che la sentenza della corte non sta sostenendo che l'ucraina abbia deliberatamente compiuto azioni di pulizia etnica verso qualcuno, ma solo che ci sono stante mancanze e carenze, cosa che succede specie quando magari l'organico è mal addestrato, mal pagato, mal preparato. all'epoca polizia ed esercito ucraino non era famoso per efficienza. e la scuola russa nell'uso dell'esercito ai fini dell'ordine pubblico è più simile alla strategia di invasione che non al rasserenare animi turbolenti. ricordo che in partenza l'esercito ucraino era del tutto simile all'esercito russo. pessima scuola, pessimo addestramento, gerarchia molto rigida, logica ottocentesca, e per di più praticamente disarmati in seguito alla separazione dall'URSS.


La trappola invisibile: CSS manipolati per aggirare filtri antispam e tracciare utenti


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
I fogli di stile CSS, strumenti essenziali per il web design, vengono sfruttati dai cyber criminali per eludere filtri antispam e monitorare gli utenti. La tecnica “hidden text salting” nasconde contenuti sospetti mentre il tracciamento



Oltre l’attacco di Dark Storm su X: come l’illusione dell’hacktivismo rinforza il sistema


L’attacco di Dark Storm su X (ex Twitter) è stato significativo per diverse ragioni.

L’attacco del 10 marzo 2025 – un DDoS multilivello eseguito utilizzando una botnet – rivendicato dal gruppo hacktivista pro-palestinese Dark Storm, ha causato un’interruzione globale, colpendo un gran numero di utenti in tutto il mondo e interrompendo i suoi servizi. “C’è stato (e c’è ancora) un massiccio attacco informatico contro X,” ha scritto Musk, “Veniamo attaccati ogni giorno, ma questo è stato fatto con molte risorse. Sembra essere un gruppo grande e coordinato e/o un paese coinvolto.”

In precedenza (agosto 2024) X aveva già subito un attacco DDoS, attacco che analizzato dalla società di sicurezza informatica cinese Qi An Xin XLAB – specializzata in threat intelligence con sede ad Hong Kong – è stato visto come attacco mirato utilizzando quattro botnet master Mirai.

Il gruppo di hacker Dark Storm Team (DST), creato nel settembre 2023, poche settimane prima dell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre contro Israele, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco tramite Telegram, dichiarando di aver messo offline la piattaforma. L’attacco ha coinvolto una botnet di dispositivi compromessi, tra cui dispositivi IoT come telecamere IP e router, per sovraccaricare i server di X. Sebbene Dark Storm abbia rivendicato la responsabilità, alcuni esperti hanno messo in dubbio l’attribuzione a causa della complessità degli attacchi DDoS, che possono coinvolgere traffico da diverse località globali.

Questo attacco sottolinea l’importanza di robuste difese informatiche e la complessa interazione tra motivazioni politiche e criminalità informatica motivata dal profitto.

Ma tali azioni, sostiene Jesse William McGraw su Cyber News, sottolineano come l’hacktivismo contemporaneo, in particolare da parte di gruppi come Anonymous, sia una “opposizione controllata” che reagisce ai cicli di notizie senza sfidare strategicamente le strutture di potere sottostanti. Il vero cambiamento, suggerisce l’autore, richiede lo smantellamento dei “burattinai” che controllano la finanza globale, i governi e le strutture sociali, piuttosto che impegnarsi semplicemente in conflitti superficiali come gli attacchi DDoS. Jesse William suggerisce che le minacce reali non ricevono attenzione e che gli hacktivisti devono iniziare a smantellare le vere reti di guerra basate sulla conoscenza e concentrarsi sui meccanismi di controllo più profondi per causare un cambiamento significativo.

I principi fondamentali dell’hacktivismo e il paradosso

hacktivismo
Gli hacktivisti – ci racconta Jesse Williams – si fondano su diversi principi chiave come denunciare ed esporre la corruzione e gli illeciti, combattere la censura e difendere la privacy digitale, supportare le comunità emarginate e quelle oppresse (cruciale) e contrastare la propaganda e la disinformazione (azione vitale). Il modo in cui gli hacktivisti agiscono su questi principi rivela il loro vero impegno nei loro confronti e allo stesso tempo alcune ideologie possono essere distorte per servire come strumenti di controllo.

Il paradosso è che la ricerca dell’idealismo può talvolta rispecchiare la stessa oppressione che gli hacktivisti mirano a smantellare, intrappolando infine le persone all’interno del sistema che cercano di liberare. McGraw ha un legame personale con questo movimento: durante il suo percorso di hacking, l’hacktivismo ha svolto un ruolo fondamentale. Tuttavia, ci dice che se avesse saputo allora ciò che sa ora, il suo percorso sarebbe stato diverso.

Una fonte di ispirazione per un cambiamento significativo: il più grande hack di tutti


Mentre l’attacco di Dark Storm era guidato da motivazioni geopolitiche, prendendo di mira entità percepite come sostenitori di Israele, mentre X è utilizzato da molti sostenitori pro-palestinesi: l’attacco così paradossalmente ha messo a tacere le voci che sostenevano la loro causa. Come potrebbe finire: le azioni volte a sfidare gli oppressori percepiti possono inavvertitamente danneggiare coloro che intendono sostenere. L’hacktivismo contemporaneo nello sfidare le vere strutture di potere è limitato e necessita di azioni più incisive che vadano oltre i gesti simbolici e invece prendano di mira le cause profonde dei problemi sistemici.

“[…] l’hack che tutti stavamo aspettando in questo momento non è digitale ma ideologico”. _ Jesse William McGraw

Jesse William consiglia alla nuova generazione di iniziare ad ascoltare i testi di Zack de la Rocha da Rage Against the Machine come fonte di profonda ispirazione per un cambiamento significativo. La vera libertà implica il riconoscimento e la liberazione da questo controllo ideologico, piuttosto che impegnarsi in atti superficiali di resistenza. Questa consapevolezza è vista come il “più grande hack” di tutti.

L'articolo Oltre l’attacco di Dark Storm su X: come l’illusione dell’hacktivismo rinforza il sistema proviene da il blog della sicurezza informatica.



REPORTAGE VIDEO. Trump cambia la faccia dei confini dell’America Latina


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Tapachula, la più grande città del confine sud tra Messico e Guatemala si è svuotata. Le code davanti agli uffici che permettono di avere i documenti per attraversare il paese o chiedere asilo negli USA non esistono più. Il video-reportage di Andrea Cegna dal



Oggi Palestina. A Napoli la giornata dedicata al cinema, alla cultura e all’attualità


@Notizie dall'Italia e dal mondo
A Napoli, una giornata dedicata alla Palestina, con proiezioni, testimonianze, presentazioni di libri, musica, incontri e tanto altro. Pagine Esteri, Life for Gaza, Associazione Pixel, Giuristi democratici e n’seaYet hanno organizzato per



Israele attacca Gaza, centinaia di palestinesi uccisi


@Notizie dall'Italia e dal mondo
I soccorritori riferiscono che i civili rappresentano la gran parte delle vittime. "E' un bagno di sangue".
L'articolo Israele attacca Gaza, centinaia di palestinesi uccisi proviene da Pagine Esteri.



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#News


di Alessandra Algostino -

L’iniziativa di oggi è promossa dal coordinamento antifascista di Torino, che riunisce associazioni nazionali e locali, sindacati, centri sociali, comitati, ed ha visto l’adesione di moltissime realtà cittadine, tante, troppe, per citarle tutte, ben 46 sigle – che si riconoscono nella storia di diritti, libertà, uguaglianza affermati con la Resistenza e scritti nella Costituzione. Un segnale di speranza contro il clima di paura che veicola il disegno di legge sicurezza.
Il coordinamento antifascista nasce da un «dobbiamo reagire» – cito dal Manifesto istitutivo – per «difendere e praticare, in ogni occasione, la visione antifascista, internazionalista, egualitaria, multiculturale, pluralista e pacifista della Costituzione».
È in nome di questa visione che oggi siamo qui in piazza a contrastare il disegno di legge sicurezza e, insieme, il clima bellico, che genera e dal quale è generato: autoritarismo e guerra si alimentano a vicenda.
È un disegno che infittisce una tela repressiva ordita nel corso degli anni (legge sulla sicurezza n. 94 del 2009, governo Berlusconi; pacchetto “Minniti”, 2017; decreti Salvini, 2018-2019); un provvedimento in grado di oscurare lo spazio democratico di tutti noi; una deriva autoritaria che neutralizza la democrazia politica e quella sociale.
La sicurezza, come sicurezza dei diritti, sociale, sul lavoro, è sostituita dalla sicurezza come ordine pubblico; la valorizzazione della partecipazione e del dissenso come necessario in una democrazia (Bobbio) si muta in stigmatizzazione e repressione della critica e dell’agire alternativo.
La distanza dalla Costituzione è siderale: dalla democrazia conflittuale allo stato autoritario; dallo stato sociale allo stato penale; dall’emancipazione alla criminalizzazione; dall’inclusione all’espulsione; dalla partecipazione effettiva all’obbedienza all’autorità; dall’orizzonte aperto del pluralismo alla logica identitaria escludente del nemico.
La divergenza politica e sociale, gli eccedenti, coloro che vivono ai margini, sono i nemici. Tanti i sottintesi che questo porta con sé: il conflitto sociale non esiste e non ha titolo di esistere; le radici delle diseguaglianze sociali e della devastazione ambientale sono oggetto di un transfert che le addossa a chi le subisce e a chi le contesta; si crea uno stato di permanente emergenza e distrazione.
Si blinda l’esistente e si sterilizzano le sue contraddizioni.

Non voglio annoiarvi, ma provo a raccontarvi qualcuna delle norme del disegno di legge.
L’articolo 14 prevede che sia punito «l’impedimento alla libera circolazione su strada», ovvero il blocco esercitato con il proprio corpo (con la pena della reclusione da sei mesi a due anni, se compiuto, come è normale, da più persone).
Il blocco stradale (e ferroviario) è un mezzo attraverso il quale si esprimono il dissenso, il disagio sociale, il conflitto nel mondo del lavoro, le proteste studentesche: è strettamente correlato all’esercizio di diritti fondamentali, costituzionalmente garantiti, come lo sciopero (art. 40), la riunione (art. 17) e la manifestazione del pensiero (art. 21).
Il significato ideologico della stigmatizzazione e dell’attrazione nell’universo penale del diritto di protesta si coniuga con la repressione concreta e produce un effetto deterrente e dissuasivo. È un’intimidazione istituzionale del dissenso.
Gli articoli 26 e 27 del disegno di legge, nel punire la «rivolta all’interno di un istituto penitenziario», ma anche in una struttura di accoglienza e trattenimento per i migranti (un CPR, un CAS, un hotspot), annoverano fra gli atti di resistenza «anche le condotte di resistenza passiva».
Da un lato, si toglie ancora voce a persone fragili, detenuti e migranti, che hanno pochissime possibilità di farsi sentire; dall’altro lato, confidando nel minor allarme sociale destato da provvedimenti destinati a persone tenute ai margini della società, si sperimenta e nel contempo si normalizza l’idea che la resistenza passiva, ovvero la disobbedienza nonviolenta, sia penalmente perseguibile (facile pensare agli eco-attivisti).
Ma non solo il dissenso è reato, lo sono anche la povertà e il disagio sociale. L’articolo 10 del disegno di legge introduce il nuovo reato, ridondante e dalla forte caratura simbolica, di «occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui». A fronte del grave problema sociale della casa, il legislatore non persegue politiche atte a garantire a tutti l’accesso all’abitazione – diritto che la Corte costituzionale qualifica inviolabile – ma adotta un approccio punitivo (e la pena non è lieve, da due a sette anni, come per l’omicidio colposo sul lavoro). Stessa pena è prevista anche per coloro che si intromettono o cooperano, ovvero che agiscono in solidarietà.
Il principio costituzionale di solidarietà (art. 2), nell’era Meloni, tra neoliberismo, autonomia differenziata e nazionalismo identitario, scompare dall’orizzonte.
In linea con la disumanizzazione dei migranti tra confinamenti ed esternalizzazione delle frontiere, è quindi la norma, dal chiaro tenore razzista, che prevede l’obbligo, per la vendita della scheda elettronica (S.I.M.), «se il cliente è cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea», di acquisire copia del titolo di soggiorno (art. 32 ddl).

Infine, a chiudere il cerchio, c’è l’istituzione di privilegi dell’autorità, con la creazione di un vero e proprio corredo di benefit per le forze di polizia: aggravanti in materia di violenza o minaccia, tutele rafforzate, pagamento di spese legali, facilitazioni nell’ottenere la licenza d’armi.

Si fa strada l’idea di uno stato fondato sull’autorità e sull’obbedienza: orizzonti estranei alla democrazia, che si fonda, imprescindibilmente, sulla partecipazione e sull’uguaglianza, sulla «pari dignità sociale» (art. 3 Cost.), sul pluralismo e sul conflitto.
L’uguaglianza come connotato del diritto proprio di una democrazia cede il passo a diritti speciali: da un lato, il diritto speciale del migrante, di chi vive ai margini, di chi dissente; e, dall’altro, il diritto speciale di chi rappresenta l’autorità.
Diritto del nemico e diritto dell’amico; disumano e super-umano. Il nemico è stigmatizzato e criminalizzato, espulso; l’amico, che veicola l’immagine dell’autorità, è celebrato e oggetto di franchigie e benefici.
La dicotomia amico/nemico rende evidente come la lotta contro il disegno di legge sicurezza si leghi al contrasto alla logica della guerra, alla spirale suicida del si vis pacem para bellum, se vuoi la pace prepara la guerra; alla guerra si accompagna l’autoritarismo, come diceva Calamandrei, e viceversa.
Il no al ddl sicurezza si accompagna, dunque, al no alla guerra, al no al riarmo.
Gastone Cottino, partigiano, mancato il 4 gennaio 2024, alla cui volontà ed energia è debitore il coordinamento antifascista, ricordava l’alleanza fra i signori della guerra, i signori dell’economia e i signori della politica: contro questa collusione perversa, che possiamo definire un “neoliberismo autoritario”, rivendichiamo i diritti e la pace.
Rivendichiamo diritti e pace per tutti e tutte. Concretizzo. Questo a Torino, oggi, ad una settimana dalla sua possibile riapertura, significa anche opporsi al CPR di corso Brunelleschi, dove è stato lasciato morire Moussa Balde e dove la dignità e i diritti di tanti sono stati violati.
Chiudo.
Lo stato diseguale e autoritario del disegno di legge sicurezza uccide l’anima della Costituzione, che ha nel suo cuore la persona, la sua dignità e la sua emancipazione; chiude per tutte e tutti noi spazi di democrazia. Fermiamolo.
Apriamo squarci nella tela oscura che si stende sulla democrazia; alla paura opponiamo la speranza, la speranza come ottimismo militante (Bloch), come forza sociale; diritti, libertà e conflitto rendono concreto e possibile mantenere aperto l’orizzonte aperto della trasformazione.
Con un «non arrendetevi mai» si chiude un piccolo e prezioso libro di Gastone Cottino dal titolo indicativo “All’armi son fascisti”: la festa di oggi, per dire sì alle libertà e ai diritti e no alla paura, vuole essere un modo per non arrendersi.




"Armarci per cosa?"
niente più nato e usa alleati dei russi. secondo te per difendersi da chi? l'indipendenza ha un prezzo. e alla fine nel mondo dei trump e dei putin la deterrenza armata è l'unica prevenzione possibile. e siamo fortunati che francia e uk abbiano le atomiche. altrimenti saremmo nelle peste invece che da domani, da ieri.

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questo è il mondo russo. davvero ue e russia se la giocano alla pari in dignità? veramente.... darei ai russi l'ungheria in cambio dell'ucraina.



Washington caccia l’ambasciatore del Sudafrica: “è razzista”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il governo degli Stati Uniti espelle l'ambasciatore del Sudafrica dopo aver sostenuto che quello di Johannesburg è un governo razzista che perseguita i bianchi e sostiene l'Iran e Hamas
L'articolo Washington caccia pagineesteri.it/2025/03/17/afr…

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un giorno gli storici, di un mondo libero, tornato poco prima in pieno medio evo per un paio di secoli, ricorderanno l'elezione di trump come il momento in cui un mondo traballante ma con possibilità di sviluppi positivi, ha voltato al nuovo medio evo per i secoli successivi. guerre, violenza, un mondo instabile e invivibile, dittature dilaganti, strapotere di lobbi economiche, strapotere di ricconi. questo è il futuro scelto con trump. gli storici ci diranno che per un breve periodo di circa 30-40 anni il mondo ha avuto una chance di arrestare i cambiamenti climatici e di mantenere democrazia e libertà almeno in alcune importanti zone. l'europa è stata l'ultima a cedere alla barbarie. saranno ritrovato alcuni contenuti multimediali di numerosi telefilm che descrivevano un mondo con un buon grado di libertà, ricercati e distrutti per secoli.
in reply to simona

la speranza è che si possa usare qualcosa di tanto negativo come stimolo per tirare fuori le palle e fare qualcosa di buono. l'umanità delude quasi sempre. anche le persone "comuni" sono molto deludenti. le stesse che a una partitina dei figli di 7 anni si picchiano o spingono i figli o reazioni violente se non sono abbastanza competitivi. pessimi genitori. ma a volte, chissà 😀)) spero davvero tanto con tutto il cuore tu abbia colto nel segno.
in reply to simona

trump e putin sono fatti della stessa pasta. per "alti ideali" che neppure sono il benessere del proprio popolo, sono capaci di mandare al macello milioni di persone. putin con i propri soldati, e trump con gli ucraini o con la povertà causata al proprio popolo. il giorno in cui un governo serio si installerà negli usa, se ce ne sarà uno, l'operato di trump dovrà essere cancellato integralmente e con precisione chirurgica. il tempo che ha a disposizione probabilmente, non è sufficiente per fare la rivoluzione che pensa, ma i danni di quella rivoluzione invece saranno concreti e immediati. industrializzare un paese richiede politiche fini e a lungo termine, nonché molta pazienza. se siamo fortunati passerà alla storia come il nerone dei tempi moderni. se siamo sfortunati, come il fautore dell'inizio dell'apocalisse mondiale. un autentico demonio. e pure disonesto perché non parla chiaramente. quello a cui punta non è quello che dice.


#Yemen, la guerra di #Trump


altrenotizie.org/primo-piano/1…


Aforisma di fine giornata


Forse più sciocco dell'amor di patria, c'è solo l'amor per la patria altrui.
in reply to Vincenzo La Monica

Uff... comunque si trattava solo di un aforisma:
Forse più sciocco dell'amor di patria, c'è solo l'amor per la patria altrui.


I miei libri


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Il mio primo scritto, un diario poetico legato ai venti. Parole e immagini che sciolgono i momenti più densi.
“...e mentre cerchi di capire, il vento torna a soffiare, lasciandoti domande sospese.”


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Lupi spiazzati dalle pecore mannare.



- C’era una volta…
- No! Aspetta… ma sei sicuro?
Il lupo è lupo. Corre nel buio, libero, mangia quel che trova e che può, si riproduce e, tutto sommato, convive con tutte quelle favole che l’uomo gli ha appiccicato addosso per trovare un sicuro cattivo.
Poi ci sono le pecore.
La pecora è buona, (l’agnello poi, figuriamoci).
La pecora fa beee. (Lo so! La mucca fa mu e, controintuitivamente il merlo non fa me).
Insomma, tutta la narrazione sulla pecora è chiara.
Suonerebbero diversi per esempio: “La pecora perde il pelo ma non il vizio”, o “ Affamato come una pecora”, “Sbranato da un branco di agnelli”, o il vecchio battaglione italiano dei “Lupi di Toscana” tradotto in “Pecore di Toscana”.
Insomma tutta 'sta retorica del buono, della disponibilità...
E se non fosse così?
La butto lì: quando una cosa è gratis c’è SEMPRE la fregatura.
Nel 1973 lo scultore Richard Serra disse: "If something is free, you're the product." Se è gratis la merce sei tu.
A ripensarci, dietro questa frase ci sono i capisaldi della nostra educazione, tipo: “Non accettare caramelle da uno sconosciuto” o, andando più indietro, “Quando la volpe predica, guardatevi le galline”, o, ancora più indietro, “Attento ai greci anche quando portano doni”…
probabilmente anche i Neanderthal dicevano:
“Mmmm… ‘sti Sapiens…mica lo so!”
Penso alla prima televisione commerciale in Italia (Canale 5… nel cretaceo) eravamo tutti contenti perché GRATIS! (…minchioni!) e anche in quel caso la merce eravamo noi che ci bevevamo le tonnellate di pubblicità che ci hanno trasformato, che ci hanno insegnato a credere al Mulino Bianco e poi alle “discese in campo”, alle “nipoti di Mubarak”, e poi …blablabla…
Gli italiani poi…
A quante cose abbiamo creduto senza sapere cosa nascondevano… Pensate a Cossiga (Gladio, servizi deviati..) , ad Andreotti (doppio stato invisibile, servizi deviati, mafia) e via via salendo fino alle nefandezze del mascellone pelato e più su verso Cadorna l’assassino, o la favoletta dei Savoia “liberatori”…
Insomma:
Quando abbiamo perso la capacità di capire la differenza tra lupo e pecora? Quando la pecora è diventata mannara? E, la domanda delle domande: Non sarebbe il caso di svegliarsi?
Di capire che nell’unione (dei migliori) c’è la forza, che non bisogna perdere nemmeno un momento per esser migliori, che non si deve mai (MAI) smettere di studiare?
Non sarebbe arrivata l’ora di capire che il vero e unico nemico dell’umanità migliore è l’ignoranza? (Che invece, da sempre, è l’alleata più fedele della peggiore…)
Torniamo alle enciclopedie (quelle vere, certificate) e lasciamo gli “esperti”, wikipedia, i “laureati all’università della vita” al loro destino.
Catafottiamo in mare aperto i “noncielodicono”, gli ignoranti che preferiscono esserlo, i manipolatori e… le pecore mannare.
C’è un mondo di persone belle e normali, colte e buone, curiose e sincere intorno a noi. Impariamo a riconoscerci e a fare comunità.
Torniamo insomma a esser Lupi, liberi e intelligenti, belli e indipendenti, lasciando stare le indigeste pecore negli ovili…
Che ne pensate? Non sarebbe il caso?



Un Libro Bianco sulla Difesa europea per l’autonomia industriale del continente. Ecco i dettagli

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’autonomia, se non strategica almeno industriale, rimane centrale nell’agenda europea. Mentre il tema del riarmo continua a dividere il continente e gli Stati membri dell’Unione europea si preparano a un nuovo giro di




Router Asus RT-AC51U con OpenWrt 24.10.0 - Questo è un post automatico da FediMercatino.it

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Vendo Asus RT-AC51U con installato OpenWrt 24.10.0 (latest release).
Dispositivo entry level per chi vuole apprendere le basi di Linux, networking, firewall e penetration test. Può essere configurato:
- per creare una rete secondaria dedicata agli ospiti di strutture ricettive;
- per convertire una rete pubblica (cablata/wireless) in una Wi-Fi privata per una navigazione sicura;
- per condividere una connessione 4G/5G tramite uno Smartphone con USB tethering;
- per configurare un MQTT Broker per la domotica.

Per caratteristiche hardware e dimensione fisica il dispositivo rappresenta un'alternativa di fascia più economica rispetto a dispositivi GL.iNet o NanoPi o WiFi Pineapple con consumo energetico molto basso.


OpenWrt è una distribuzione Linux specifica per dispositivi embedded come i router CPE e permette di utilizzare il router come server/client VPN, wifi repeater, filtro contenuti e blocco ads. Supporta WPA3, VLAN, HTTPS, SSH, VPN.

Gestione tramite interfaccia web o terminale SSH.
Il router è venduto resettato alle impostazioni di base e con interfaccia in inglese. (vedi immagine 2). Scatola con segni di usura (vedi immagine 4).


Specifiche tecniche:
Wi-Fi 2.4 e 5 GHz
802.11a : up to 54 Mbps
802.11b : up to 11 Mbps
802.11g : up to 54 Mbps
WiFi 4 (802.11n) : up to 300 Mbps
WiFi 5 (802.11ac) : up to 433 Mbps
4 porte LAN Fast Ethernet 100 Mbps
1 porta WAN Fast Ethernet 100 Mbps

1 porta USB


Disponibile per consegna a mano zona Torino. Contattatemi per concordare l'eventuale spedizione tramite subito o vinted

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#Scuola, prosegue il viaggio del Ministro Giuseppe Valditara nelle scuole d’italia.

Oggi si è recato in Lombardia, per una visita istituzionale in alcune scuole del territorio della provincia di Brescia, per incontrare studenti, docenti e amministr…



#NoiSiamoLeScuole, il video racconto di questa settimana è dedicato all’IC di Fino Mornasco (CO).

Grazie al #PNRR la Scuola secondaria di I grado “Scalabrini” dell'istituto comprensivo sarà ricostruita.



Il Comitato Politico Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista ha proceduto a completare la formazione degli organi dirigenti nazionali con l’elezione della nuova Direzione e della Segreteria. L’assetto definitivo degli organismi andrà perfezionato con la convocazione dei congressi regionali che devono statutariamente tenersi entro tre mesi dalla fine del Congresso nazionale.

La prospettiva politica per la quale tutto il partito è chiamato ad operare, pur nel rispetto della dialettica e della pluralità interna, è quella indicata dal documento che ha prevalso, seppur di poco, nel voto degli iscritti e delle iscritte. La riconquista della piena autonomia strategica, ideale e organizzativa del PRC è l’acquisizione centrale ed irrinunciabile che ci ha consegnato il Congresso. La nostra autonomia costituisce il fondamento necessario sul quale si deve basare la nostra ispirazione unitaria che si concretizza, nell’attuale fase politica e sociale caratterizzata da molteplici elementi di differenziazione e di disorientamento anche nelle classi popolari, nella costruzione di diversi e variamente articolati fronti di lotta e di mobilitazione di massa. La massima unità nella massima chiarezza degli obbiettivi, per la massima efficacia politica: questa deve essere la nostra bussola.

La linea politica consegnataci dal Congresso nazionale ha trovato una prima ed efficace realizzazione nella nostra iniziativa sul tema della pace e dell’opposizione alla inaccettabile politica bellicista e di riarmo condotta dalla Commissione europea sotto la guida di Ursula von der Leyen. Contestando l’iniziativa di “Repubblica” che in nome di un generico europeismo era finalizzata a sostenere le politiche di ReArmEurope nonché tutto l’assetto neoliberista e antidemocratico sul quale si basa l’Unione Europea reale, abbiamo proposto la convocazione di un’altra piazza, per un’altra Europa che si ponga come obbiettivo la pace e la costruzione di un assetto globale fondato sull’autodeterminazione e la liberazione dei popoli e sulla cooperazione tra gli Stati.

La nostra iniziativa, convergente con l’appello lanciato da Transform! Italia che ha ricevuto migliaia di adesioni in pochissimi giorni ha consentito di realizzare l’appuntamento di Piazza Barberini e portato nel dibattito pubblico, nonostante la censura di gran parte dei media, una posizione chiaramente alternativa che ha aperto contraddizioni nell’operazione tentata da “Repubblica”. Questo si è riflesso anche nella decisione di importanti forze organizzate come la CGIL e l’ANPI (mentre l’ARCI ha scelto di non aderire) a partecipare ma affermando contemporaneamente il proprio rifiuto del progetto di riarmo, consistente in almeno 800 miliardi, proposto dalla Commissione europea.

La nostra impostazione, nel costruire la più ampia convergenza possibile attorno alla piazza pacifista del 15 marzo, è stata di rendere chiara l’impossibilità di tenere insieme chi è contro il piano di riarmo e favorevole alla ricerca di una soluzione diplomatica che metta fine quanto prima al conflitto in Ucraina, con chi invece aderisce alla retorica militarista e all’oltranzismo bellicista.

A partire da questo elemento di chiarezza occorre lavorare per allargare il fronte delle forze che si oppongono al piano di riarmo. Uno schieramento potenziale che deve unire anche parte di coloro che hanno scelto, contraddittoriamente, di partecipare alla piazza di “Repubblica” come coloro che hanno deciso di non scegliere nessuna delle due piazze, in particolare il Movimento 5 Stelle, al quale va riconosciuto di avere assunto una posizione netta nel Parlamento europeo.

Si tratta ora di costruire una mobilitazione che in ogni città coinvolga tutti coloro che si oppongono al piano di riarmo. Non bisogna sottovalutare la gravità delle decisioni politiche assunte a livello europeo, ma nemmeno l’insieme di contraddizioni e di ostacoli con i quali si dovranno confrontare le classi dominanti europee, attraversate al loro interno da interessi economici e politici contrastanti e da una complessiva crisi di legittimità. Queste classi dominanti si affidano al riarmo e al bellicismo per fronteggiare tutte le conseguenze negative prodotte dalle scelte che hanno portato avanti nei decenni scorsi: una globalizzazione subalterna alla grande finanza e alle multinazionali, il progressivo smantellamento dello Stato sociale, le politiche di austerità imposte nella crisi del debito, una visione del contesto globale come terreno di riproposizione della supremazia dell’Occidente.

Per bloccare la deriva bellicista e militarista è indispensabile anche promuovere un’iniziativa a livello europeo resa finora difficile dalle divergenze che si sono espresse tra gli stessi partiti che aderiscono all’eurogruppo “The Left”. Sul tappeto va posta l’accelerazione della crisi della NATO che deve essere sostituita non da “coalizioni di volenterosi” ma da un sistema condiviso di sicurezza europea analogo a quello a suo tempo costruito ad Helsinki.

Per quanto riguarda l’Ucraina, senza farsi illusioni sulle motivazioni di Trump e di Putin, non si può che guardare con favore ad un possibile cessate-il-fuoco ed alla realizzazione di una soluzione politica e diplomatica che, se perseguita già tre anni fa, avrebbe risparmiato morti e distruzioni da entrambe le parti.

Il quadro internazionale come quello politico italiano sono in una fase di movimento, con improvvise e a volte imprevedibili accelerazioni, che richiedono la massima capacità di iniziativa e di intervento del nostro partito, senza spocchia settaria come anche senza subalternità nei confronti di alcuno.

Il riarmo e il pericolo di una estensione della guerra in Europa sono un tema centrale dal quale non si può prescindere ma esso non può essere separato dall’insieme degli altri punti di crisi che si vanno accumulando e intrecciando nell’assetto del capitalismo finanziarizzato e neoliberista che si è imposto dalla fine degli ’80.

L’ascesa globale dell’estrema destra, che ha portato all’affermazione in Italia di una forza politica in diretta continuità con il neofascismo, la crescita deil’AfD in Germania, la vittoria di Trump negli Stati Uniti, non può essere sottovalutata né derubricata ad un semplice cambio di gestione interno alle classi dominanti. Per questo riteniamo che il prossimo appuntamento del 25 aprile deve caratterizzarsi per un’ampia mobilitazione del nostro partito anche in coordinamento con la campagna del Partito della Sinistra Europea: “Fascism=War. Peace is our victory” (Fascismo=Guerra. La pace è la nostra vittoria). Dobbiamo portare in questo appuntamento, con spirito unitario, la connessione tra antifascismo, lotta al razzismo e al patriarcato, rifiuto della guerra e del militarismo, difesa delle libertà democratiche da ogni torsione autoritaria, come quelle messe in campo dal governo Meloni (DL 1660, premierato, utilizzo del sistema scolastico quale strumento di indottrinamento ideologico di cui sono pericoloso esempio le Indicazioni nazionali per l’insegnamento nella primaria e le Linee guida per l’insegnamento di educazione civica, ecc.).

La fissazione della data all’8-9 giugno dei referendum voluti dalla CGIL insieme a quello promosso da noi sul riconoscimento della cittadinanza ai nuovi italiani, volutamente scelta per rendere più difficile il raggiungimento del quorum, costituisce un’altra priorità per l’azione del nostro partito nei prossimi mesi. La confluenza dei diversi referendum dovrà servirci per mettere al centro la questione sociale e la difesa dei diritti delle classi lavoratrici insieme alla unificazione delle lotte tra persone native e migranti contro la volontà convergente delle destre e del padronato di frammentare e dividere le classi popolari. La nostra presenza attiva nei coordinamenti provinciali per i referendum deve costituire un’occasione importante anche per riaffermare e consolidare l’ampiezza delle relazioni politiche e sociali che ci caratterizza e che è stata riscontrata in modo visibile nel nostro Congresso nazionale.

La situazione politica italiana nella quale interverrà l’esito dei referendum è tutt’altro che stabilizzata. La destra al governo mantiene il suo consenso ma non ha affrontato e risolto nessuno dei problemi strutturali del capitalismo italiano (stagnazione, deindustrializzazione, marginalizzazione nelle catene del valore) e in compenso ha aggravato le condizioni preesistenti di povertà e precarietà. Pur con contraddizioni interne, il polo di destra mantiene una sua solidità, mentre appare frammentato il fronte delle opposizioni. Nel PD si è esplicitata l’offensiva della destra interna verso la leadership di Elly Schlein per le sue, pur timide, correzioni di rotta rispetto alle precedenti direzioni di Renzi, Letta, ecc. Il Movimento 5 Stelle cerca di affermare un profilo autonomo che, soprattutto sulla questione del contrasto alla guerra e al riarmo, può favorire la costruzione di una reale opposizione al governo su temi qualificanti. È auspicabile che in questa direzione la manifestazione promossa per il 5 aprile possa essere aperta alla convergenza ad altre forze che ne condividano alcuni punti programmatici di rilievo.

In questa situazione nella quale il “campo largo” in realtà non esiste, l’opposizione alla destra è complessivamente debole e slegata dalle esigenze reali delle classi popolari, la posizione di autonomia e di ispirazione unitaria senza subalternità del nostro partito ci consente di intervenire indicando una nostra idea di alternativa politica e sociale alle destre. Una proposta che possa vedere la confluenza, prima che di forze politiche (che pure è indispensabile), delle mobilitazioni sociali che sono presenti nel Paese, seppure ancora in forma frammentaria e non sufficientemente radicata; dal no all’autonomia differenziata e al DL 1660, ai momenti di conflittualità sociale diffusi e di difesa delle condizioni di vita e di lavoro della classe operaia, ai movimenti territoriali per l’ambiente e la giustizia sociale, alla solidarietà ai popoli palestinese e curdo, ai movimenti femminista, transfemminista e LGBTQIA+ che hanno promosso lo sciopero e le tante piazze dell’8 marzo. In ognuno di questi ambiti, il PRC intende essere non un elemento residuale o dedito alla mera predicazione quanto una forza indispensabile alla costruzione di un più forte intreccio tra proposta politica e mobilitazione sociale. Siamo e vogliamo essere sempre più il “partito necessario” per unire insieme “alto” e “basso” e per ricostruire la speranza nella possibilità concreta della trasformazione sociale che la crisi del capitalismo rende sempre più impellente.

Per questo occorre rimettere al centro l’estensione delle nostre forze organizzate e dei nostri legami di massa, soprattutto aprendoci a tutte quelle realtà che faticano a vedere nella vita concreta del nostro partito una risposta al loro bisogno di essere socialmente attive e politicamente influenti. La ripresa della Linke tedesca, senza che si possa pensare ad una superficiale trasposizione di esperienze in contesti diversi, ci dice come sia certamente importante essere presenti in modo innovativo e comprensibile sui media sociali ma altrettanto indispensabile sia il rapporto diretto, “fisico”, sui territori, nei quartieri, nelle zone spesso quasi totalmente abbandonate dalla desertificazione della politica. Occorre invertire radicalmente la tendenza alla riduzione o alla stagnazione del numero degli iscritti e delle iscritte (unitamente alla sperimentazione di nuove forme di autofinanziamento), a partire dalla nostra presenza che pure resta, oltre che umanamente ricca, anche più estesa e radicata di altre forze che, magari rappresentate nelle istituzioni, al di fuori di quelle restano largamente virtuali.

Il Comitato Politico Nazionale dovrà trovare forme di gestione del proprio lavoro al fine di orientarsi sempre di più all’analisi concreta della situazione concreta, alla indicazione e verifica degli obbiettivi, alla individuazione di tutti gli strumenti per il rafforzamento ideale e organizzativo del partito, evitando che ogni riunione diventi oggetto di dibattito generico o, peggio ancora, la stantia ed immodificabile riproposizione di un permanente dibattito congressuale.

Il CPN impegna tutto il partito per i prossimi mesi su questi obiettivi prioritari di impegno:

campagna contro la guerra e contro il “ReArm Europe”

Nell’anno dell’80° della fine della Seconda guerra mondiale e della Liberazione del nostro paese, risuona in noi il monito del Presidente Partigiano Sandro Pertini: “Si svuotino gli arsenali e si riempiano i granai”.

Come Partito della Rifondazione Comunista, rivolgiamo un appello, ai partiti, ai sindacati, alle associazioni, ai tanti e tante, che non si sentono di essere “intruppati” nella retorica del “ReArm Europe”, affinché si costruiscano insieme in tutto il paese, centinaia di piazze “Contro il Riarmo e per la Pace” e si lavori per una grande manifestazione nazionale e per una mobilitazione europea da promuovere in relazione con i movimenti e il Partito della Sinistra Europea.

Vanno proseguite la mobilitazione contro la guerra in Ucraina, il genocidio in Palestina, per la liberazione di Ocalan e contro il blocco a Cuba.

Campagna referendaria lavoro e cittadinanza

I referendum sul lavoro promossi dalla CGIL e quello sulla Cittadinanza, sui cui forte è il nostro sostegno per il SI all’abrogazione, che si svolgeranno l’8 e 9 giugno in concomitanza con il secondo turno delle elezioni amministrative, rappresentano la sfida politica per ridare nuovo protagonismo politico ai lavoratori e lavoratrici e mettono in discussione la stagione neoliberista che depreda e impoverisce i molti e arricchisce i pochi.

Tutte le nostre strutture territoriali sono impegnate a partecipare con forza ai Comitati Unitari a sostegno della campagna referendaria e nelle iniziative che autonomamente assumeremo, affiancandovi la riproposizione della nostra proposta di legge sul salario minimo e la necessità di introdurre una legge contro gli omicidi sul lavoro e l’abrogazione della Bossi-Fini.

Presentato dal Segretario Maurizio Acerbo e approvato a maggioranza dal Comitato Politico Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista in data 16 marzo 2025



Asili nido, il Ministro Giuseppe Valditara ha firmato il decreto che avvia la procedura per la presentazione di manifestazioni di interesse da parte degli enti locali, finalizzata alla costruzione di nuovi asili nido e alla riconversione di edifici p…


#NotiziePerLaScuola
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

🔸 Firmato il Protocollo di Intesa tra #MIM, Ministro dello Sport e Sport e Salute S.p.



Oggi #17marzo è il 164° anniversario dell’Unità d’Italia! 🇮🇹

In questa occasione celebriamo la Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera.

Qui la dichiarazione del Ministro Valditara▶mim.gov.



Dall’IA ai sottomarini, così Italia e India insieme potrebbero dominare l’Indo-Mediterraneo

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L’industria navale italiana e quella indiana si trovano su rotte convergenti. A sottolinearlo è Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, che in un’intervista ha delineato le opportunità di collaborazione tra i due Paesi in un settore strategico




YEMEN SOTTO ATTACCO. La risposta degli Houthi contro le portaerei Usa


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I combattenti yemeniti affermano di aver colpito la USS Harry S. Truman con missili balistici. Washington non conferma e i suoi raid hanno causato almeno 53 morti
L'articolo YEMEN SOTTO ATTACCO. La risposta degli Houthi contro le portaerei Usa proviene da Pagine Esteri.



Un’asse Londra-Tokyo per i droni gregari del Gcap? Ecco perché l’Italia potrebbe fare da sé

@Notizie dall'Italia e dal mondo

BAE Systems, la prima azienda della Difesa in Europa, starebbe valutando di avviare delle collaborazioni con le industrie giapponesi nel campo dei droni, con l’obiettivo di sviluppare velivoli gregari destinati ad affiancare il caccia di sesta generazione del Global combat air



opinione scottante


se ti da fastidio rispondere alle domande degli studenti e spiegare gli errori non dovresti essere un'insegnante