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ma poi non capisco la questione corruzione in ucraina... ci potrà essere tutta la corruzione che vuoi (come un po' ovunque nel mondo) ma l'ucraina sta difendendo se stessa... è solo questo che conta. un paese dovrebbe essere invaso perché corrotto?


agi.it/estero/news/2025-12-07/…

musk auspica un'europa di destra o di sinistra? sono confusa. quello che in europa porta avanti la destra e il fascismo è proprio lui... è lui che si lamenta sempre che l'europa non è abbastanza di destra... e turmp che si lamenta che la civilltà europa è destinata a spaire perché non abbastanza fascista. musk e trump sono quelli favorevoli alla cancellazione di ogni libertà individuale negli usa e in europa... tutto deve avvenire esattamente nel modo con cui re trump ordina...



Vorrei fare un giretto per l'ultimo e mi farebbe piacere avere le previsioni del traffico in autostrada (bollini rossi, bollini neri, quelle cose lì).

Non trovo niente...

È ancora presto o sono io che sono scarso a cercare?



"Sono vicino ai popoli del Sud e del Sud-Est asiatico, duramente provati dai recenti disastri naturali. Prego per le vittime, per le famiglie che piangono i loro cari e per quanti portano soccorso".


The Key to Plotting


Plotters aren’t as common as they once were. Today, many printers can get high enough resolution with dots that drawing things with a pen isn’t as necessary as it once was. But certainly you’ve at least seen or heard of machines that would draw graphics using a pen. Most of them were conceptually like a 3D printer with a pen instead of a hotend and no real Z-axis. But as [biosrhythm] reminds us, some plotters were suspiciously like typewriters fitted with pens.

Instead of type bars, type balls, or daisy wheels, machines like the Panasonic Penwriter used a pen to draw your text on the page, as you can see in the video below. Some models had direct computer control via a serial port, if you wanted to plot using software. At least one model included a white pen so you could cover up any mistakes.

If you didn’t have a computer, the machine had its own way to input data for graphs. How did that work? Read for yourself.

Panasonic wasn’t the only game in town, either. Silver Reed — a familiar name in old printers — had a similar model that could connect via a parallel port. Other familiar names are Smith Corona, Brother, Sharp, and Sears.

Since all the machines take the same pens, they probably have very similar insides. According to the post, Alps was the actual manufacturer of the internal plotting mechanism, at least.

The video doesn’t show it, but the machines would draw little letters just as well as graphics. Maybe better since you could change font sizes and shapes without switching a ball. They could even “type” vertically or at an angle, at least with external software.

Since plotters are, at heart, close to 3D printers, it is pretty easy to build one these days. If plotting from keystrokes is too mundane for you, try voice control.

youtube.com/embed/7IGrUeB100I?…


hackaday.com/2025/12/07/the-ke…



"Quanto è avvenuto nei giorni scorsi in Türkiye e Libano ci insegna che la pace è possibile e che i cristiani in dialogo con gli uomini e le donne di altre fedi e culture possono contribuire a costruirla. Non lo dimentichiamo: la pace è possibile!".


"Come ha bisogno il mondo di questa speranza! Nulla è impossibile a Dio. Prepariamoci al suo Regno, facciamogli spazio". Lo ha detto Leone XIV all'Angelus di oggi, seconda domenica di Avvento.


La dottrina Hegseth. Quattro assi per la pace attraverso la forza

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Dal palco della Reagan Library di Simi Valley, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha offerto quello che al Pentagono definiscono, a microfoni spenti, un’anticipazione sostanziale della prossima National Defense Strategy. Un intervento dai tratti politici e strategici, che conferma



che animaccia zozza e nera deve avere chi torva una qualche giustificazione o motivazione, più o meno legittima, per quello che oggi putin, che leggendo la storia non ha ca imparato una cippa, sta facendo.

Akarinium reshared this.



Eccoci qua a rompere le scatole un'altra volta ma sempre per lo stesso motivo: un paese più giusto.

12 dicembre, sciopero generale contro la la finanziaria.

#CGIL
#sciopergenerale




Dalla NATO all’Ucraina: l’Italia (e la Meloni) tra autonomia e sudditanza.


noblogo.org/transit/dalla-nato…


Dalla NATO all’Ucraina: l’Italia (e la Meloni) tra autonomia e sudditanza.


(185)

(UI)

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i rapporti tra #Italia e Stati Uniti si sono rapidamente rafforzati, diventando uno dei pilastri della politica estera italiana e della sicurezza europea. L’Italia, uscita dal conflitto profondamente segnata e con un sistema politico in ricostruzione, ha trovato negli Stati Uniti un alleato strategico fondamentale per la propria ricostruzione economica e per la stabilità democratica.​ Nel 1949, l’Italia fu tra i fondatori della #NATO, alleanza militare occidentale nata per contrastare l’espansione del blocco sovietico. Questa scelta rifletteva la volontà italiana di allinearsi politicamente e militarmente all’Occidente, in particolare agli Stati Uniti.

L’Italia divenne così un avamposto strategico per la NATO nel #Mediterraneo e un punto di riferimento per la sicurezza europea, ospitando basi militari statunitensi e partecipando a numerose operazioni internazionali.​ La cooperazione militare tra Italia e #USA si è consolidata negli anni attraverso accordi bilaterali e multilaterali, condividendo tecnologie, strategie e obiettivi di sicurezza. L’Italia ha partecipato a missioni #NATO nei Balcani, Afghanistan e Libia, dimostrando il proprio impegno nel sistema di difesa collettiva occidentale. Tuttavia, questa stretta alleanza ha anche sollevato critiche: va sottolineato come il nostro paese, soprattutto nell’ambito della difesa, abbia spesso seguito la linea statunitense, con una limitazione della propria autonomia strategica.​ Parallelamente a questa mansione, la cooperazione economica tra Italia e USA si è intensificata dopo la guerra, con il “Piano Marshall” che ha sostenuto la ricostruzione italiana e favorito la crescita industriale.

(UI2)

Negli ultimi decenni, si è consolidata una visione per cui l’Italia sarebbe “succube” degli Stati Uniti anche in ambito economico, dipendendo da scelte e pressioni statunitensi in settori come energia, tecnologia e politica monetaria.​ La guerra in #Ucraina ha riportato al centro il ruolo della NATO e la posizione dell’Italia. Roma, pur esprimendo solidarietà all’Ucraina, ha mostrato una certa prudenza nelle decisioni militari, preferendo seguire le iniziative europee e atlantiche piuttosto che prendere iniziative autonome.

Il nostro Stato sostiene le sanzioni contro la Russia e partecipa ai programmi di aiuto militare all’Ucraina, ma la sua posizione resta spesso condizionata dalle linee guida di Bruxelles e Washington.​ La crisi ucraina ha anche messo in evidenza le divisioni all’interno dell’UE, con l’Italia che cerca di bilanciare il sostegno all’Ucraina con la ricerca di una soluzione diplomatica, talvolta proponendosi come mediatore.La stretta dipendenza dall’asse transatlantico rende difficile una politica estera completamente autonoma, soprattutto in materia di sicurezza.​

Il governo Meloni ha confermato l’impegno atlantista e la stretta collaborazione con gli Stati Uniti. La Premier ha mantenuto una linea di sostegno agli aiuti occidentali all’Ucraina, pur dialogando con figure della destra globale come Donald Trump. In particolare, la reciproca stima tra Meloni e Trump ha suscitato interesse per le possibili implicazioni di un’alleanza tra la destra italiana e quella americana, anche in vista di nuove elezioni negli USA.​

Meloni ha ottenuto un canale privilegiato con ambienti conservatori statunitensi, mostrando una certa apertura verso il mondo della destra globale, pur mantenendo la linea europeista e atlantista. Questo atteggiamento riflette una strategia di bilanciamento tra autonomia nazionale e fedeltà agli alleati storici, in un contesto internazionale sempre più polarizzato.​

(UI3)

Il governo Meloni, pur presentandosi come promotore di una visione sovranista e nazionale, ha in realtà confermato e rafforzato una dipendenza strategica dagli Stati Uniti, soprattutto in ambito militare e diplomatico.

La scelta di mantenere un atteggiamento atlantista e di coltivare rapporti privilegiati con figure della destra americana sembra contraddire la retorica dell’autonomia nazionale, trasformando la politica estera italiana in un riflesso delle scelte statunitensi, anche quando ciò comporta una riduzione della capacità di mediazione e di proposta autonoma dell’Italia sul palcoscenico internazionale.

Questo atteggiamento fa comprendere che, dietro ai discorsi sul sovranismo ed il patriottismo (che spesso hanno una connotazione che rasenta l’apologia del fascismo), si celi in realtà una subordinazione agli interessi dell’alleato americano, con conseguenze non sempre trasparenti per la politica estera e la sicurezza del paese.​

E, di certo, l’attuale esecutivo non nasconde questa sua inclinazione. Anzi, la sbandiera come un punto di forza, quando in realtà i segnali che provengono dall’amministrazione Trump, tendono a rendere sempre più marginale il ruolo della UE e, di conseguenza, del nostro paese. C’è da chiedersi se il modo di operare del governo non sia, a questo punto, profondamente dilettantesco, con le conseguenze che vediamo ogni giorno. Non serve nemmeno un’analisi troppo professionale per evidenziarlo. Basta un minimo di buon senso.

#Blog #USA #Italia #UE #GovernoMeloni #Opinioni #Politica #Politics

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Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com




Una nuova architettura per la difesa multidominio

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Lo scorso 27 novembre Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, ha presentato il visionario progetto per uno scudo multidominio per la difesa delle infrastrutture critiche europee contro le minacce ibride in rapida evoluzione. L’inedito “Michelangelo Dome”, nel cui nome riecheggia l’architettura innovativa



La forza prevale sulla forma


Articolo pubblicato in origine il 19/11/2025 su Transform Italia. di M. Minetti Questa è la traduzione dall’inglese “force over form” (Nunes 2025 p. 100) che costituisce un capitolo nodale del libro di Rodrigo Nunes Né verticale né orizzontale, recentemente tradotto … Continua a leggere→


La forza prevale sulla forma


Articolo pubblicato in origine il 19/11/2025 su Transform Italia.

di M. Minetti

Questa è la traduzione dall’inglese “force over form” (Nunes 2025 p. 100) che costituisce un capitolo nodale del libro di Rodrigo Nunes Né verticale né orizzontale, recentemente tradotto dalla casa editrice Alegre. Piuttosto che pensare esista una forma di organizzazione migliore delle altre per sintetizzare i conflitti interni alle società, l’autore propone una visione ecologica per cui, a prescindere dal tipo di struttura, sia socialista o liberaldemocratica, sia assembleare piuttosto che aziendale, l’effetto dei cambiamenti prodotti sull’ambiente circostante è dato dai rapporti di forza interni a quelle stesse strutture organizzative, viste tutte come continuum dinamici che oscillano fra i loro estremi. Non si valuta quindi la forza più giusta, più etica, più elegante o alla moda, ma quella più intensa che spinge il risultato dalla sua parte, verso la soddisfazione dei bisogni sottesi.

Questo principio materialistico è spiegabile con la frase: “il Re è nudo!”; nel senso che il potere, fino a quel momento accettato dai cortigiani e dai sudditi per convenienza e conformismo, si svela essere arbitrario, ovvero basato soltanto sulla forza. La critica dei valori tradizionali e religiosi delle monarchie, portata dall’illuminismo, è stata l’inizio della fine per i sovrani assoluti e le loro aristocrazie ereditarie. Le recenti manifestazioni “No Kings” negli Stati Uniti vorrebbero proprio ricordare le rivoluzioni che hanno portato alla modernità del liberalismo, al dominio della borghesia sui nobili e i sovrani. Peccato che la modernità sia irrimediabilmente tramontata assieme alla borghesia e al capitalismo industriale, con tutti i suoi orpelli ideologici legati ai diritti universali e quindi umani, con la supposta eguaglianza formale dei cittadini di fronte alla legge. Le manifestazioni “No Kings” invece che abbattere la recente monarchia e aristocrazia tecnocratica statunitense, prendono tardivamente atto della loro esistenza. Ci dicono sì che il Re è nudo ma da tempo essere nudi non è più un problema, basta avere i soldi e il potere militare per difenderli. Anche Bibi Nethanyau è nudo, quasi metà dei cittadini del suo paese democratico hanno manifestato il 18 agosto 2025 contro la sua politica di guerra ma questo non ha impedito all’esercito di invadere militarmente Gaza e la Cisgiordania, bombardare il Libano, la Siria e l’Iran provocando la debole reazione della comunità internazionale, che perseguita chi accusa lo Stato di Israele di genocidio.

Grazie alla manipolazione algoritmica dell’opinione pubblica, operata dalle agenzie di informazione legate al potere, l’agenda dell’opposizione nelle democrazie liberali è controllata dagli stessi soggetti privati su cui si appoggia il governo. L’azione politica non ha più origine dalle scelte ideologiche e dalle identificazioni valoriali (es. liberalismo vs autoritarismo, religione vs laicismo, socialismo vs libero mercato, ecologismo vs consumismo…) casomai quelle sono conseguenze della narrazione egemonica in un certo momento storico. Il potere, come aveva rilevato Machiavelli già nel XVI sec. viene considerato da tutti ormai questione di forza, non di etica. Questo a mio parere è il significato odierno del dire che il Re è nudo, ovvero che la forza prevale sulla forma.

Dopo decenni di pace sociale, conquistata grazie a politiche consociative di partecipazione delle opposizioni ai governi locali o nazionali, senza disturbare l’accumulazione di profitti privati a discapito dei servizi erogati alla cittadinanza, ci troviamo oggi a vedere quelle opposizioni espulse dalla partecipazione democratica ai benefici del governo e costrette a riempire le piazze per rivendicare un ruolo di primo piano. Se non altro il vantaggio di questa situazione drammatica è di aver ridato un senso all’esistenza delle opposizioni, costringendole ad abbandonare il vessillo del capitalismo etico e sostenibile per rendersi conto che l’aristocrazia dei miliardari che possiedono più della metà della ricchezza globale non può essere nè eticamente virtuosa come ci vogliono far credere, nè sostenibile per i cittadini e per l’ambiente naturale come ci hanno raccontato finora.

Finita l’illusione del mercato come “migliore dei modi possibili” per allocare le risorse, il mondo libero, come amava definirsi durante la Guerra Fredda, si scopre pieno di poveri, che non riescono a far fronte ai propri bisogni primari e a cui vengono tagliate prestazioni sociali, e nemmeno così libero come si pensava. Anche nelle nostre democrazie oggi l’informazione è censurata, il controllo di massa viene attuato attraverso il monitoraggio automatico degli strumenti di comunicazione, il riconoscimento facciale autorizzato nei luoghi pubblici, i movimenti dei cittadini/utenti tracciati mediante dispositivi GPS, lettura automatica delle targhe automobilistiche e sistemi di pagamento digitali.

Milioni di cittadini si scoprono complici di un genocidio, quello del popolo palestinese, che è in atto da ben prima del 7 ottobre 2023 e beneficiari della distruzione di interi ambienti naturali per fornire cibo e minerali a basso costo, necessari a mantenere stili di consumo insostenibili nelle città più ricche del pianeta. Ancora, milioni di cittadini percepiscono che nella democrazia in cui continuano formalmente ad avere un ruolo, con tutte le forme diffuse di rappresentanza della società civile, non hanno un peso reale sulle scelte strategiche del loro paese, che è saldamente nelle mani di una aristocrazia tecnofeudale dedita alla propria riproduzione. Di fronte alla dissonanza cognitiva provocata dalla contraddizione di scoprirsi né buoni, né forti e tantomeno liberi, come la narrativa del potere ci voleva far credere, molti si innamorano del proprio carnefice, ammirandone i capricci e le crudeltà. Altri, quelli in cui riponiamo le nostre speranze, sentono il bisogno di capire meglio cosa accade nel mondo e prendono posizione con l’intenzione di cambiarlo.

Già rendersi conto delle contraddizioni della narrativa propagandistica, vedendo crollare quella illusione liberale che per tanto tempo ha schermato gli interessi dei ricchi, è una conquista non da poco, mentre su internet si diffondono viralmente interpretazioni, sicuramente semplificate, ma fortemente antisistemiche e critiche verso i potenti. “L’arme della critica non può certamente sostituire la critica delle armi, la forza materiale dev’essere abbattuta dalla forza materiale, ma anche la teoria diviene una forza materiale non appena si impadronisce delle masse” scriveva Karl Marx nel 1844 nel suo Per la critica della filosofia del diritto di Hegel e ancora oggi non possiamo che ribadirlo. Il nostro scopo potrebbe essere proprio la costruzione di quella forza materiale in tutte le forme che abbiamo a disposizione, abbandonando la sterile presunzione di essere gli unici portatori della forma adatta a raggiungere l’obiettivo. Se la forma organizzativa raggiungerà il cambiamento atteso, che non è neppure poi così chiaro quale sia, si vedrà solo in futuro, quando una sufficiente forza gli avrà permesso di mettersi alla prova.

Spiegone degli spiegoni: Nunes ci ribadisce che è poco importante la perfetta aderenza ai principi ideali di una piccola organizzazione ininfluente dedita al purismo, ovvero a espellere qualsiasi contraddizione interna, mentre è necessario cooperare in un vasto panorama di forze concorrenti e molteplici, costruendo organizzazioni di massa, scalabili fino alla dimensione statale o sovranazionale, in grado di competere anche sul piano economico e militare con le multinazionali del capitalismo estrattivo.

Bibliografia


K. Marx e F. Engels, La sacra famiglia [1845], Editori riuniti, 1967.
K. Marx, Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico [1844], Editori riuniti 2021.
R. Nunes, Né verticale né orizzontale. Una teoria dell’organizzazione politica, Alegre, 2025.
Y. Varoufakis, Tecnofeudalesimo. Cosa ha ucciso il capitalismo, La nave di Teseo, 2023.

#aristocrazia #ecologia #ecosistema #fronte #liberalismo #marx #mercato #nunes #organizzazione #orizzontale #politica #socialismo #verticale




Costruiamo una supply-chain europea forte con l’Italia alla guida. Parla Recchia

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il primo dicembre, nella Sala della Ragione, durante la seconda edizione di Rimland (qui le foto dell’evento), il forum dedicato alla geostrategia e alla geoeconomia promosso dalla Rete delle Imprese dell’Aerospazio-Difesa del Lazio (Rial) con il supporto della presidenza del Consiglio comunale di



è evidente che non c'è nessuna "polizia del mondo" e che chi ha le armi comanda (sperando di non doverle usare, ma almeno tocca averle). di tutto questo bisogna ringraziare trump e putin. ma se la realtà oggettiva è questa occorre solo rendersi contro che la libertà va comprata con le armi. in piena crisi climatica tutto questo non ci voleva. e non serve neppure prendersela con trump e putin quanto con chi sta loro dietro, musk per primo ma comunque anche la lunga pletora di elettori di trump. gli eserciti per le missioni di pace non servono più a niente. rimane al massimo ci può stare l'amarezza di dover constatare su quale bel mondo abbiamo costruito.


The ZX Spectrum Finally Got An FPS


The ZX Spectrum is known for a lot of things, but it’s not really known for a rich and deep library of FPS titles. However, there is finally such a game for the platform, thanks to [Jakub Trznadel]—and it’s called World of Spells.

Like so many other games of this type, it was inspired by the 3D raycasting techniques made so popular by Wolfenstein 3D back in the day. For that reason, it has a very similar look in some regards, but a very different look in others—the latter mostly due to the characteristic palette available on the ZX Spectrum. A playable FPS is quite a feat to achieve on such limited hardware, but [Jakub] pulled it off well, with the engine able to reach up to 80 frames per second.

The game is available for download, and you can even order it on tape if you so desire. You might also like to check out the walkthrough on YouTube, where the game is played on an emulator. Don’t worry, though—the game works on real ZX Spectrum 48k hardware just fine.

The Speccy retains a diehard fanbase to this day. You can even build a brand new one thanks to a buoyant supply of aftermarket parts.

youtube.com/embed/52ukFKy3Awk?…

[thanks to losr for the tip!]


hackaday.com/2025/12/07/the-zx…



L’interruzione di Cloudflare del 5 dicembre 2025 dovuta alle patch su React Server. L’analisi tecnica


Cloudflare ha registrato un’interruzione significativa nella mattina del 5 dicembre 2025, quando alle 08:47 UTC una parte della propria infrastruttura ha iniziato a generare errori interni. L’incidente, che ha avuto una durata complessiva di circa 25 minuti, si è concluso alle 09:12 con il ripristino completo dei servizi.

Secondo l’azienda, circa il 28% del traffico HTTP gestito globalmente è stato coinvolto. L’impatto ha riguardato solo clienti che utilizzavano una combinazione specifica di configurazioni, come spiegato dai tecnici.

Cloudflare ha chiarito che il disservizio non è stato collegato ad alcuna attività ostile: nessun attacco informatico, tentativo di intrusione o comportamento malevolo ha contribuito all’evento. A causare il problema è stato invece un aggiornamento introdotto per mitigare una vulnerabilità recentemente resa pubblica e legata ai componenti React Server, identificata come CVE-2025-55182.

Come si è arrivati all’incidente


Il disservizio è nato da una modifica al sistema di analisi dei body delle richieste HTTP, parte delle misure adottate per proteggere gli utenti di applicazioni basate su React. La modifica prevedeva l’aumento del buffer di memoria interno del Web Application Firewall (WAF) da 128 KB a 1 MB, valore che si allinea al limite predefinito nei framework Next.js.

Questa prima variazione è stata diffusa con un rollout progressivo. Durante l’implementazione, i tecnici hanno rilevato che uno strumento di test WAF interno non era compatibile con il nuovo limite. Ritenendo quel componente non necessario per il traffico reale, Cloudflare ha proceduto con una seconda modifica destinata a disabilitarlo.

È stata questa seconda modifica, distribuita con il sistema di configurazione globale – che non prevede rollout graduali – a generare la catena di eventi che ha portato agli errori HTTP 500. Il sistema ha raggiunto rapidamente ogni server della rete in pochi secondi.

A quel punto, una particolare versione del proxy FL1 si è trovata a eseguire una porzione di codice Lua contenente un bug latente. Il risultato è stato il blocco dell’elaborazione di alcune richieste e la restituzione di errori 500 da parte dei server coinvolti.

Chi è stato colpito


A essere interessati, riportano gli ingegneri di Cloudflare, sono stati i clienti che utilizzavano il proxy FL1 insieme al Cloudflare Managed Ruleset. Le richieste verso i siti configurati in questo modo hanno iniziato a rispondere con errori 500, con pochissime eccezioni (come alcuni endpoint di test, ad esempio /cdn-cgi/trace).

Non sono stati invece colpiti i clienti che utilizzavano configurazioni differenti o quelli serviti dalla rete Cloudflare operante in Cina.

La causa tecnica


Il problema è stato ricondotto al funzionamento del sistema di regole utilizzato dal WAF. Alcune regole, tramite l’azione “execute”, attivano la valutazione di set di regole aggiuntivi. Il sistema killswitch, utilizzato per disattivare rapidamente regole problematiche, non era mai stato applicato fino a quel momento a una regola con azione “execute“.

Quando la modifica ha disabilitato il set di test, il sistema ha saltato correttamente l’esecuzione della regola, ma non ha gestito l’assenza dell’oggetto “execute” nella fase successiva di elaborazione dei risultati. Da qui l’errore Lua che ha generato gli HTTP 500.

Cloudflare ha precisato che questo bug non esiste nel proxy FL2, scritto in Rust, grazie al diverso sistema di gestione dei tipi che evita questi scenari.

Collegamento con l’incidente del 18 novembre


La società ha ricordato come una dinamica simile si fosse verificata il 18 novembre 2025, quando un’altra modifica non correlata causò un malfunzionamento diffuso. In seguito a quell’episodio erano stati annunciati diversi progetti per rendere più sicuri gli aggiornamenti di configurazione e ridurre l’impatto di singoli errori.

Tra le iniziative ancora in corso figurano:

  • un sistema più rigido di versioning e rollback,
  • procedure “break glass” per mantenere operative funzioni critiche anche in condizioni eccezionali,
  • una gestione fail-open nei casi di errore di configurazione.

Cloudflare ha ammesso che, se queste misure fossero già state pienamente operative, l’impatto dell’incidente del 5 dicembre sarebbe potuto essere più contenuto. Per il momento, l’azienda ha sospeso ogni modifica alla rete finché i nuovi sistemi di mitigazione non saranno completi.

Cronologia essenziale dell’evento (UTC)


  • 08:47 – Inizio dell’incidente dopo la propagazione della modifica di configurazione
  • 08:48 – Impatto esteso a tutta la parte di rete coinvolta
  • 08:50 – Il sistema di alerting interno segnala il problema
  • 09:11 – Revoca della modifica di configurazione
  • 09:12 – Ripristino completo del traffico

Cloudflare ha ribadito le proprie scuse ai clienti e ha confermato la pubblicazione, entro la settimana successiva, di un’analisi completa sui progetti in corso per migliorare la resilienza dell’intera infrastruttura.

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Satya Nadella: “Le dimensioni di Microsoft sono diventate un ostacolo nell’era dell’AI”


In un colloquio con Matthias Döpfner, amministratore delegato di Axel Springer, il CEO di Microsoft Satya Nadella ha riconosciuto che la crescita imponente del gruppo di Redmond rappresenta oggi un fattore limitante nella competizione sull’intelligenza artificiale. La struttura organizzativa molto ampia, ha spiegato, rallenta la catena decisionale e rende più complesso reagire ai rapidi cambiamenti del settore.

Nadella ha messo a confronto l’operatività delle grandi aziende con quella delle startup, sottolineando come queste ultime si muovano con team ridotti, capaci di passare dall’idea allo sviluppo senza lunghi passaggi gerarchici. Secondo il CEO, questa agilità consente alle piccole realtà tecnologiche di innovare con una velocità difficilmente replicabile da colossi come Microsoft.

Per questo motivo, ha raccontato, dedica parte dei suoi weekend allo studio dei modelli organizzativi delle giovani aziende, con l’obiettivo di capire come adattare il lavoro interno di Microsoft a un ritmo di innovazione più serrato. Ha spiegato che nel suo gruppo lo sviluppo dei prodotti passa attraverso almeno tre responsabili – per area scientifica, di prodotto e infrastrutturale – un processo che richiede inevitabilmente più tempo rispetto a quello delle startup.

Nuove priorità per adottare l’IA


Durante l’intervista, Nadella ha invitato le aziende a rivedere la propria impostazione mentale, passando da un approccio “autocompiaciuto” a uno orientato all’apprendimento continuo. Ha avvertito che trattare l’implementazione dell’IA come un semplice aggiornamento dei sistemi informativi esistenti porta quasi sempre al fallimento.

Secondo il CEO, l’introduzione dell’intelligenza artificiale richiede quattro passaggi fondamentali:

  1. ripensare i flussi di lavoro, senza limitarsi a integrare nuove tecnologie;
  2. adottare strumenti moderni di IA;
  3. formare adeguatamente il personale;
  4. liberare i dati dai sistemi legacy, così che possano essere utilizzati dai modelli intelligenti.

Nadella ha inoltre ricordato che competenze come empatia e intelligenza emotiva restano cruciali per la leadership anche in un contesto sempre più automatizzato.

Una trasformazione che coinvolge tutta la Silicon Valley


Le sue dichiarazioni arrivano in una fase in cui diverse grandi aziende tecnologiche – tra cui Google, Meta e Amazon – stanno riducendo i livelli intermedi di management per velocizzare le decisioni, un cambiamento che riflette una tendenza più ampia all’insegna della snellimento strutturale.

Nadella ha richiamato poi l’attenzione su un altro punto critico per il settore: i limiti dei data center. A suo avviso, non è la disponibilità di chip a rappresentare il vero collo di bottiglia, bensì l’insufficienza di potenza e spazio nei centri di elaborazione. Ha raccontato che molti acceleratori di IA risultano inutilizzati perché l’infrastruttura non è ancora pronta a supportarli in modo efficiente.

La “fabbrica di intelligenza artificiale” di Microsoft


Guardando al futuro, Nadella ha invitato le aziende a costruire una propria “fabbrica di IA”, basata sulla capacità di valorizzare i dati interni.

Per Microsoft, questo significa fare leva sul Microsoft 365 Graph, un sistema capace di rappresentare in forma semantica informazioni non strutturate come e-mail, documenti e riunioni. Secondo il CEO, questo approccio permetterà di recuperare la conoscenza tacita all’interno delle organizzazioni e potrebbe diventare un elemento strategico decisivo per l’adozione dell’intelligenza artificiale.

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Ex CEO di Intel: “Il boom dell’IA finirà con l’arrivo dei qubit”


L’ex amministratore delegato di Intel, Pat Gelsinger, ha condiviso una serie di valutazioni sul futuro dell’informatica e, in particolare, sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale. In un’intervista al Financial Times, Gelsinger ha sostenuto che l’attuale espansione dell’IA potrebbe subire una brusca frenata in seguito a un avanzamento decisivo nel calcolo quantistico, capace di ridisegnare l’intero settore tecnologico.

Gelsinger descrive il rapporto tra informatica convenzionale, sistemi basati su IA e tecnologie quantistiche come una sorta di “trinità”, destinata a ridefinire profondamente l’ecosistema digitale. A suo giudizio, i computer quantistici diventeranno strumenti d’uso comune molto più rapidamente di quanto oggi si creda.

Una posizione che contrasta nettamente con quella del CEO di Nvidia, Jensen Huang, secondo il quale serviranno almeno due decenni prima che il calcolo quantistico sia ampiamente adottato. Gelsinger, invece, ipotizza un’accelerazione drastica e indica due anni come orizzonte possibile per assistere a una vera diffusione della tecnologia.

Pur non ritenendo imminente un ridimensionamento del settore dell’IA, Gelsinger sostiene che una svolta quantistica rappresenterebbe il vero momento di discontinuità. Secondo la sua analisi le attuali GPU, fondamentali per l’addestramento dei modelli di IA, potrebbero lasciare spazio a sistemi completamente nuovi basati su architetture quantistiche.

Nel corso dell’intervista, l’ex CEO ha anche commentato la collaborazione tra Microsoft e OpenAI, paragonandola a quella storica tra Bill Gates e IBM. Nel suo punto di vista, Microsoft detiene la componente strategica del progetto, in particolare l’infrastruttura di calcolo e il controllo sui modelli, mentre OpenAI agisce principalmente come veicolo di diffusione dei prodotti verso il pubblico.

Dopo l’uscita da Intel, Gelsinger ha fatto ingresso in Playground Global, società di venture capital che gli ha permesso di approfondire ulteriormente le tecnologie quantistiche. La sua convinzione è che l’arrivo sul mercato dei primi qubit realmente operativi rappresenterà un momento critico, destinato a mettere sotto pressione sia l’informatica tradizionale sia le attuali soluzioni basate sull’IA.

Gelsinger ha inoltre ripercorso alcune fasi della sua esperienza alla guida di Intel, ammettendo che al suo ritorno trovò un’azienda in condizioni peggiori del previsto. Ha sottolineato come, nei cinque anni precedenti, la società avesse accumulato ritardi significativi su numerosi progetti, arrivando a perdere alcuni dei fondamenti ingegneristici che da sempre la caratterizzavano.

Uno dei punti critici riguarda lo sviluppo del processo produttivo 18A, considerato essenziale per recuperare terreno rispetto a TSMC. Gelsinger aveva promesso alla dirigenza che il progetto sarebbe stato completato in un arco di cinque anni, ma lasciò la società prima della conclusione dei lavori. Successivamente, il nuovo CEO Chen Liwu ha deciso di interrompere l’iniziativa proprio allo scadere del periodo previsto.

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Omelie sul Levitico



Questo secondo volume completa l’edizione bilingue delle omelie origeniane sul Levitico (per il primo volume, cfr Civ. Catt. 2021 II 191). Leggere le omelie di Origene è sempre come bere a una sorgente di spiritualità, tutta incentrata sull’interpretazione spirituale delle Sacre Scritture, cosa nella quale l’Alessandrino è maestro insuperabile. Non è però una fonte purissima, perché si porta dietro due presupposti dottrinali che in seguito la comunità dei teologi e dei credenti non ha ritenuto essere appartenenti al deposito della fede: la dottrina della preesistenza delle anime e quella dell’apocatastasi, ossia della purificazione finale di tutti i peccati.

Sebbene Origene ritenesse che queste dottrine fossero supportate dalle Scritture, esse sono chiaramente di derivazione platonica. Per Platone, infatti, le anime appartengono al mondo delle Idee, dal quale sono cadute per collocarsi in un corpo. In secondo luogo, per il filosofo greco il concetto di un male eterno è insostenibile, perché solo il Bene in sé è eterno. Questi presupporti platonici non appaiono sempre chiaramente nelle omelie di Origene, che cercava di non scandalizzare inutilmente i suoi ascoltatori, la maggioranza dei quali interpretava le Scritture alla lettera. Va poi tenuto presente che Rufino, il traduttore latino di queste omelie perdute nella versione greca, non si fa scrupolo di addomesticare il testo origeniano secondo la dottrina comune al IV secolo.

La curatrice del volume, Carla Noce, sia nelle introduzioni sia nelle note non manca di evidenziare i presupposti origeniani sopra indicati e ben sintetizzati in questa nota: «L’interpretazione origeniana individua in ogni rito e particolare del testo [del Levitico] una tappa del lungo processo di purificazione che conduce l’anima dalla caduta della preesistenza all’apocatastasi» (p. 73, nota 57). Forse è bene osservare che, per quanto condannate dagli antichi, queste dottrine sembrano ritrovare slancio tra alcuni moderni, i quali vedrebbero volentieri lo spirito umano inserito in una comunità di «esseri razionali», ivi compreso Dio, negando una qualche differenza di esito finale che non sia un ritorno di tutti all’Uno.

Questo volume contiene anche gli indici di tutti e due i tomi, curati da Sara Giorgetti. Per avere un’idea dei molti temi toccati da Origene, sarà utile consultare l’indice analitico (pp. 383-389). In particolare, la nona omelia commenta il capitolo 16 del Levitico, che descrive il grande rito dell’espiazione (Yom Kippur). La guida dell’esegesi origeniana è sempre Paolo, ma, in questo caso, soprattutto la lettera agli Ebrei. Origene è molto attento alla situazione spirituale dei suoi ascoltatori: sa che ci sono quelli che sono ancora bambini nella fede, capaci di ricevere solo il latte delle dottrine più semplici, mentre ai proficienti e ai perfetti è possibile offrire il cibo solido delle dottrine più ardue e difficili.

The post Omelie sul Levitico first appeared on La Civiltà Cattolica.



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SUDAN. Droni delle RSF uccidono 79 civili, tra cui 43 bambini


@Notizie dall'Italia e dal mondo
La milizia paramilitare è stata responsabile nelle scorse settimane di massacri e stupri di massa nella città di El Fasher (Darfur)
L'articolo SUDAN. Droni delle RSF uccidono 79 civili, pagineesteri.it/2025/12/07/afr…



"La musica è come un ponte che ci conduce a Dio. Essa è capace di trasmettere sentimenti, emozioni, fino ai moti più profondi dell'animo, portandoli in alto, trasformandoli in una ideale scalinata che collega la terra e il cielo".


Scientists found sugars that are essential for life on asteroid Bennu, which has a 1 in 2,700 chance of hitting Earth in 2182.#TheAbstract


An Asteroid Threatening Earth Is Teeming With Ingredients for Life, Scientists Discover


Welcome back to the Abstract! Here are the studies this week that fought for their food, took one for the team, passed the extraterrestrial sugar, and got lost in an ancient haze.

First, a story about the spiciest meatball in the animal kingdom. Then: ants are being interesting again, a new discovery about an old rock, and a walk in an ancient sulfur rainstorm.

As always, for more of my work, check out my book First Contact: The Story of Our Obsession with Aliens or subscribe to my personal newsletter the BeX Files.

Pond frog versus murder hornet


Sugiura, Shinji. “Pond frog as a predator of hornet workers: High tolerance to venomous stings.” Ecosphere.

Most animals don’t eat hornets, because dinner is just not as fun if it comes with a side of deadly venom and stab wounds. But a scientist has now observed an incredible exception to the rule with the humble black-spotted pond frog (Pelophylax nigromaculatus), which will straight-up house a hornet and ask for seconds.
youtube.com/embed/nv9LQ0LTfoc?…
Hornets have occasionally been found in the bellies of pond frogs, suggesting that the amphibians can tolerate their intense stings, but not much else is known about this unusual predator-prey relationship. To remedy the situation, Shinji Sugiura of Kobe University went out to the prefecture of Hyogo in Central Japan and netted a bunch of hornets from grasslands and forests—including the infamous “murder hornet” Vespa mandarinia, the largest in the world. He then captured pond frogs from wetlands with paddy fields and ponds in Hyogo and Shimane prefectures. Then, he let them duke it out in the lab in the world’s gnarliest series of cage matches.

“When a frog opened its mouth and its tongue made contact with a hornet, the action was classified as an attack on the hornet,” Sugiura said in the study. “If the frog did not stop the attack, spit out, or regurgitate the hornet, it was considered to have successfully consumed the hornet.”

The results revealed that most frogs made short work of the hornets (Videos S2) even though their meals were actively stinging them in their faces, eyes, tongues, palates, or throats of the frogs during attacks (Figure 3c,d).

“None of the frogs regurgitated the hornets after swallowing them,” Sugiura noted. “All frogs that swallowed hornets excreted the undigested body parts of the hornets as feces 2–4 days after ingestion.”

Lets just sit with that mental image of poopy undigested hornets for a second. What a nightmare. But what’s truly wild about this study is that the insects are known to inject lethal doses of venom into much larger animals, like mice, so the frogs clearly have some unknown defense against their attacks.

“Although many frogs were stung repeatedly by [hornets] in this study…none of the frogs died, and all individuals resumed normal behavior shortly after being stung,” Suguira said. “Moreover, despite repeated stings, most of the frogs ultimately consumed hornet workers…indicating a high level of predation success even against the largest hornet species.”

We humans are so lucky that when we sit down to dinner, our food generally does not try to kill us with repeated venomous needlepoint impalements. Count your blessings!

In other news…

Meet the ant-y Christs


Dawson, Erika H. “Altruistic disease signalling in ant colonies.” Nature Communications.

We’ll move now from death by frog munchies to death by team spirit. Scientists have discovered that ant pupae (baby ants) will sacrifice themselves if they are sick, lest they risk the health of the entire colony.

“Here we show…that sick ant pupae instead actively emit a chemical signal that in itself is sufficient to trigger their own destruction by colony members,” said researchers led by Erika H. Dawson of the Institute of Science and Technology Austria. “Our data suggest the evolution of a finely-tuned signalling system…that triggers pupal signalling for sacrifice. This demonstrates a balanced interplay between individual and social immunity that efficiently achieves whole-colony health.”

In other words, if an ant gets bitten by a zombie in a movie, it would immediately let everyone know and offer its life for the good of the group. Do what you will with this information.

Do you take sugar in your asteroid?


Furukawa, Yoshihiro et al. “Bio-essential sugars in samples from asteroid Bennu.” Nature Geoscience.

Scientists have found bio-essential sugars, including ribose and glucose, in samples of an asteroid called Bennu that were brought to Earth by NASA’s OSIRIS-REx mission in 2023. The discovery marks the first time key sugars have been found in any extraterrestrial sample. Ribose is an essential ingredient of RNA (ribonucleic acid), making it a particularly significant find in the quest to understand how life arose on Earth, and if it exists elsewhere.
youtube.com/embed/9LyH6jTefU8?…
“All five of the canonical nucleobases in DNA and RNA, and phosphate, were previously found in Bennu samples,” said researchers led by Yoshihiro Furukawa of Tohoku University. “Our detection of ribose means that all the components of RNA are present in Bennu.”

“Our confident detection in Bennu of abundant glucose—the hexose molecule that is life’s common energy source—and other hexoses indicates that they were present in the early solar system,” the team added. “Thus, all three crucial building blocks of life”— bio-essential sugars, nucleobases, and protein-building amino acids—”would have reached the prebiotic Earth and other potentially habitable planets.”

While Bennu bears the stuff of life, it may also be an omen of death: It has a 1 in 2,700 chance of hitting Earth on September 24, 2182. These are very low odds, but the risk is high enough to classify Bennu as potentially hazardous. So while visions of sugar plums may dance in your head this season, beware the nightmares about sugar-asteroids.

It’s raining sulfur—hallelujah!


Reed, Nathan W. “An Archean atmosphere rich in sulfur biomolecules.” Proceedings of the National Academy of Sciences.

I’ve made you walk through many valleys of death in this newsletter, but we’ll close with some unadulterated life. Scientists have discovered that many of the sulfur molecules that help make up all modern organisms may have rained down from the hazy skies of the Archean period four billion years ago.

Assuming the results are confirmed in future research, it would mean that these sulfur molecules could have predated life, upending a leading hypothesis that they were a product of life and thus emerged later.

The work challenges “the assumption that life must have ‘invented’ sulfur biomolecules during evolution…by demonstrating the production of a variety of sulfur biomolecules, including cysteine, in laboratory experiments mimicking the atmospheric chemistry of the early Earth,” said researchers led by Nathan Reed of NASA, who conducted the work while at the University of Colorado, Boulder.

“The results presented here imply that an atmospheric organic haze is a potential powerhouse in providing a diversity of essential biomolecules in sufficient quantities for a budding global biosphere,” the team concluded.

Taken together with the Bennu study, it looks as if early Earth was positively marinating in life juices from multiple sources, including the sky and extraterrestrial impactors. Though this still doesn’t explain how living things sprang up from the prebiotic stew, it provides further confirmation that the ingredients of life as we know it are spread far and wide here in our solar system, and beyond.

Thanks for reading! See you next week.




veramente... ma cosa c'è da dire sulle farneticazioni di mask o trump? trump che ha instaurato il terrore negli usa e probabilmente avviato una guerra civile con i danni che ha fatto negli usa parla di europa?


Carino... allora io posso invocare lo scioglimento della Polizia Municipale? Pure loro, certe multe...


globalist.it/world/2025/12/06/…

Beh possono cominciare loro a sciogliere gli Stati Uniti e poi ne parliamo






Trump , Meloni e l’Europa


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/trump-m…
C’è una sincronia interessante fra due iniziative politiche: il documento strategico dell’amministrazione Trump sull’Europa e l ‘iniziativa di un gruppo di paesi europei, fra cui l’Italia, critici sulla linea delle politiche economiche dell’Unione europea. Proprio mentre l’amministrazione Trump sparava




Congo-Ruanda, infuriano i combattimenti. Ennesimo accordo inutile targato Trump


@Notizie dall'Italia e dal mondo
«Stiamo risolvendo una guerra che dura da decenni», si è vantato Donald Trump dopo la firma dell'ennesimo accordo. Ma in Congo infuriano i combattimenti tra l'esercito e le milizie sostenute dal Ruanda
L'articolo Congo-Ruanda, infuriano i combattimenti. Ennesimo accordo inutile targato Trump



CISGIORDANIA. Israele pone condizioni irrealizzabili per il ritorno dei palestinesi nel campo di Jenin


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Tra queste non sarà permesso l’ingresso nei campi delle organizzazioni umanitarie internazionali. Ieri l'esercito israeliano ha ucciso un palestinese a Awarta
L'articolo CISGIORDANIA. Israele pone



PPI board meeting on 09.12.2025, 20:00 UTC


Ahoy Pirates,

Our next PPI board meeting will take place on 09.12.2025, 20:00 UTC.

All official PPI proceedings, Board meetings included, are open to the public. Feel free to stop by. We’ll be happy to have you.

Where:jitsi.pirati.cz/PPI-Board

Agenda: Pad: https://etherpad.pp-international.net/p/ppi-board-meeting-2025-08-05-vnly0cj

All of our meetings are posted to our calendar: pp-international.net/calendar/

We look forward to seeing visitors.

Thank you for your support,

The Board of PPI


pp-international.net/2025/12/p…




Le panchine di Rozzano
freezonemagazine.com/articoli/…
Questa intervista ha come focus la proposta del Comune di Rozzano di candidare la città capitale della cultura 2028. Ne abbiamo parlato con Valter Boscarello, autore del libro “Le panchine di Rozzano – 7 dicembre 1976, la contestazione giovanile dalle periferie all’assalto della Prima della Scala” (Prospero Editore). Collaboratore per molti anni dell’Associazione Italiana Editori […]
L'articolo Le
Questa



This week, we discuss PC woes, voice deepfakes, and mutual aid.#BehindTheBlog


Behind the Blog: Hearing AI Voices and 'Undervolting'


This is Behind the Blog, where we share our behind-the-scenes thoughts about how a few of our top stories of the week came together. This week, we discuss PC woes, voice deepfakes, and mutual aid.

JOSEPH: Today I’m speaking at the Digital Vulnerabilities in the Age of AI Summit (DIVAS) (good name) on a panel about the financial risks of AI. The way I see it, that applies to the scams and are being powered by AI.

As soon as a new technology is launched, I typically think of ways it might be abused. Sometimes I cover this, sometimes not, but the thought always crosses my mind. One example that did lead to coverage was back at Motherboard in 2023 with an article called How I Broke Into a Bank Account With an AI-Generated Voice.

At the time, ElevenLabs had just launched. This company focuses on audio and AI and cloning voices. Basically you upload audio (originally that could be of anyone before ElevenLabs introduced some guardrails) and the company then lets you ‘say’ anything as that voice. I spoke to voice actors at the time who were obviously very concerned.

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The app, called Mobile Identify, was launched in November, and lets local cops use facial recognition to hunt immigrants on behalf of ICE. It is unclear if the removal is temporary or not.#ICE #CBP #Privacy #News


DHS’s Immigrant-Hunting App Removed from Google Play Store


A Customs and Border Protection (CBP) app that lets local cops use facial recognition to hunt immigrants on behalf of the federal government has been removed from the Google Play Store, 404 Media has learned.

It is unclear if the removal is temporary or not, or what the exact reason is for the removal. Google told 404 Media it did not remove the app, and directed inquiries to its developer. CBP did not immediately respond to a request for comment.

Its removal comes after 404 Media documented multiple instances of CBP and ICE officials using their own facial recognition app to identify people and verify their immigration status, including people who said they were U.S. citizens.

💡
Do you know anything else about this removal or this app? I would love to hear from you. Using a non-work device, you can message me securely on Signal at joseph.404 or send me an email at joseph@404media.co.

The removal also comes after “hundreds” of Google employees took issue with the app, according to a source with knowledge of the situation.

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#NoiSiamoLeScuole questa settimana è dedicato a due mense scolastiche inaugurate nei Comuni di Genzano di Roma (RM) e San Marcello Piteglio (PT), strutture moderne e sostenibili progettate per migliorare il benessere di studentesse e studenti e raffo…


Caving is out, suing is in


Dear Friend of Press Freedom,

Rümeysa Öztürk has been facing deportation for 255 days for co-writing an op-ed the government didn’t like, and journalist Ya’akub Vijandre remains locked up by Immigration and Customs Enforcement over social media posts about issues he reported on. Read on for more ongoing battles against government suppression of the free press.

And join us today at 2 p.m. EST for a conversation with leading immigration journalists about reporting truth and protecting communities. Register here.

New York Times fights back against Pentagon prior restraint


The newspaper President Donald Trump likes to call “the failing New York Times” somehow managed to scrounge up enough pocket change to take his administration to court. The Times and its Pentagon reporter, Julian Barnes, are suing the Pentagon over its censorial policy restricting journalists from publishing unauthorized information.

As Freedom of the Press Foundation (FPF) Executive Director Trevor Timm said, “The Pentagon’s absurd access pledge has been an affront to the First Amendment since the first day they proposed it. And we look forward to a federal judge throwing it out with the trash, where it belongs.”


FPF demands court lift secrecy in Catherine Herridge’s privilege case


A federal appellate court got it wrong by requiring journalist Catherine Herridge to disclose the sources for her reporting on scientist Yangping Chen’s alleged ties to the Chinese military while an online college Chen founded received federal funds. She’s rightly seeking a rehearing.

Worse yet, the misguided ruling was informed by documents about the FBI’s investigation of Chen that were improperly filed under seal, and which the appellate court considered in a closed hearing. FPF, represented by Schaerr | Jaffe LLP, filed a motion to intervene and unseal the documents and hearing transcript.


Reckless federal agents are the threat, not cameras


The right to record law enforcement operations is well established. But immigration officers have repeatedly chased, assaulted, and even arrested people for recording them. This isn’t just unconstitutional. It’s dangerous.

FPF Senior Adviser Caitlin Vogus wrote for NC Newsline that “Federal agents don’t want cameras pointed at them because it can force accountability. When they lash out at people who record them, it’s not just those targeted who are in danger; everyone around them is at risk too.”


U.S. journalists abducted by Israel describe abuse and U.S. indifference


FPF Deputy Director of Audience Ahmed Zidan wrote for Jacobin about the online event we hosted with Defending Rights & Dissent last month featuring three U.S. journalists who were nabbed by Israel in international waters while on aid flotillas headed to Gaza.

It should’ve been an international scandal, but the administration hardly lifted a finger. As Jewish Currents reporter Emily Wilder said, “The abuses against us demonstrate how far [the Israeli] regime will go, how emboldened it’s been, and the absolute impunity they have to act this way.”


White House media bias tracker: Another tired gimmick


The White House launched a media bias tracker to catalog instances of supposedly distorted coverage. Predictably, the site is long on hyperbole and short on substance.

FPF Advocacy Director Seth Stern said, “If Trump thinks the media is getting stories wrong or being unfair to him, he should release the public records, correspondence, and legal memoranda that prove it, instead of wasting time and taxpayer money on silly websites. … The gimmick is wearing thin.” Media columnist Margaret Sullivan agrees.


Sen. Kelly: Read the boat strike memo into the Congressional Record


Sen. Mark Kelly told CNN that he has read the Justice Department’s classified legal rationale for destroying alleged drug boats and that it should be released.

Not only is the senator right, he has the power to make the document public himself, and he should do so without delay. FPF’s Daniel Ellsberg Chair on Government Secrecy, Lauren Harper, has more.


Censorship by invoice


Michigan’s Grand Blanc Township thinks it has discovered a trick to weasel out of accountability: charging a reporter more for records about a tragic church shooting than most people earn in two years.

FPF’s Stern wrote about why these tactics can’t be allowed to continue and why, rather than being deterred, reporters should take governmental evasiveness as a sign that they’re onto something.


What We're Reading


Photojournalist arrested at Miami immigration protest, gear seized

U.S. Press Freedom Tracker
Freelance photojournalist Dave Decker was unlawfully arrested by Miami-Dade Sheriff’s deputies while documenting anti-deportation protests. Read the objection letter we joined with Florida’s First Amendment Foundation and the National Press Photographers Association.


In ‘Cover-Up,’ Laura Poitras investigates Seymour Hersh

Columbia Journalism Review
The filmmaker and FPF’s founding board member discussed her 20-year project, the “crisis” in investigative journalism, and how truth-telling can still change the world.


How the feds used propaganda to frame their ‘war’ on Chicago: ‘They’re lying constantly’

Block Club Chicago
As Stern explained, propaganda doesn’t work when there’s a strong local media. “People know their local reporters. They see them on the street. They rely on them. That makes it harder for the administration to control the narrative.”


The SLAPP problem is worse than we thought

Columbia Journalism Review
CJR features our friends at First Amendment Watch’s new “SLAPP Back Initiative” to track strategic lawsuits against public participation.



This year, we’ve trained over 3,000 journalists in essential digital security skills, documented 240 press freedom violations, and filed over 250 Freedom of Information Act requests and 6 FOIA lawsuits. We can’t keep this up without your help. Donate online, via DAFpay, or our other ways to give. All donations are matched, up to $75,000.

RSVP: freedom.press/silenced-sources

freedom.press/silenced-sources


freedom.press/issues/caving-is…

Gazzetta del Cadavere reshared this.




“Un semplice incidente”, di Jafar Panahi, Iran-Fra-Luss., 2025


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/un-semp…
Vahid Mobasseri, Mariam Afshari, Ebrahim Azizi, Hadis Pakbaten. Panahi giunge con questa opera alla classicità, intesa come sommatoria di tutto il suo cinema, cui aggiunge uno sguardo sempre nuovo e




GERMANIA. Studenti in piazza contro il ritorno della leva e il riarmo


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Studenti e insegnanti in piazza, oggi in Germania, al grido di "Non vogliamo diventare carne da cannone", contro la legge votata dal Bundestag che ripristina la leva militare, per ora volontaria
L'articolo GERMANIA. Studenti in piazza contro il ritorno della leva e il



Roma chiama, Berlino risponde. Il Gcap allargato fa felici tutti (o quasi)

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nel suo intervento alla Commissione Difesa, Guido Crosetto ha dichiarato che “è fallito il programma franco-tedesco” Fcas e che “probabilmente la Germania potrebbe entrare” nel progetto Gcap, aggiungendo che sono giunte manifestazioni d’interesse da Canada, Arabia Saudita e, potenzialmente, Australia. L’affermazione




Van Morrison – In arrivo il nuovo album
freezonemagazine.com/news/van-…
Somebody Tried To Sell Me A Bridge segna un ritorno sicuro ai suoni e alle tradizioni che hanno plasmato gran parte dell’identità musicale di Van Morrison, rendendo omaggio alle leggende che hanno definito il genere blues con nuove interpretazioni di classici resi famosi da B.B. King, Buddy Guy, Leadbelly e altri. Morrison è affiancato da […]
L'articolo Van Morrison – In arrivo il