Atreju è il messaggio
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/atreju-…
La festa intitolata al noto personaggio de “La storia infinita” è un appuntamento che si ripete da diversi anni, sempre sotto l’egida della destra, ora sotto la ditta di Fratelli d’Italia. La novità di quest’anno, però, è il carattere da simil Festival di Sanremo che ne contraddistingue riti e programmi, con
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Neat Techniques To Make Interactive Light Sculptures
[Voria Labs] has created a whole bunch of artworks referred to as Lumanoi Interactive Light Sculptures. A new video explains the hardware behind these beautiful glowing pieces, as well as the magic that makes their interactivity work.
The basic architecture of the Lumanoi pieces starts with a custom main control board, based around the ESP-32-S3-WROOM-2. It’s got two I2C buses onboard, as well as an extension port with some GPIO breakouts. The controller also has lots of protection features and can shut down the whole sculpture if needed. The main control board works in turn with a series of daisy-chained “cell” boards attached via a 20-pin ribbon cable. The cable carries 24-volt power, a bunch of grounds, and LED and UART data that can be passed from cell to cell. The cells are responsible for spitting out data to addressable LEDs that light the sculpture, and also have their own microcontrollers and photodiodes, allowing them to do all kinds of neat tricks.
As for interactivity, simple sensors provide ways for the viewer to interact with the glowing artwork. Ambient light sensors connected via I2C can pick up the brightness of the room as well as respond to passing shadows, while touch controls give a more direct interface to those interacting with the art.
[Voria Labs] has provided a great primer on building hardcore LED sculptures in a smart, robust manner. We love a good art piece here, from the mechanical to the purely illuminatory. Video after the break.
youtube.com/embed/pELnzIHmLkI?…
Natale 2025
torino.ils.org/2025/12/07/nata…
Segnalato dal LUG di #Torino e pubblicato sulla comunità Lemmy @GNU/Linux Italia
Si conclude un ennesimo anno dello Sportello di Assistenza Settimanale, e – come da tradizione – ci concediamo qualche settimana di pausa. L’ultimo giorno del 2025 in cui passare a trovarci sarà mercoledì 17 dicembre, ed il primo
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Carcerati e liberazioni anticipate
@Politica interna, europea e internazionale
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Anatomy Of A Minimalist Home Computer
There are plenty of well-known models among the 8-bit machines of the 1980s, and most readers could rattle them off without a thought. They were merely the stars among a plethora of others, and even for a seasoned follower of the retrocomputing world, there are fresh models from foreign markets that continue to surprise and delight. [Dave Collins] is treating us to an in-depth look at the VTech VZ-200, a budget machine that did particularly well in Asian markets. On the way, we learn a lot about a very cleverly designed machine.
The meat of the design centres not around the Z80 microprocessor or the 6847 video chip, but the three 74LS chips handling both address decoding and timing for video RAM access. That they managed this with only three devices is the exceptionally clever part. While there are some compromises similar to other minimalist machines in what memory ranges can be addressed, they are not sufficient to derail the experience.
Perhaps the most ingenuity comes in using not just the logic functions of the chips, but their timings. The designers of this circuit really knew the devices and used them to their full potential. Here in 2025, this is something novice designers using FPGAs have to learn; back then, it was learned the hard way on the breadboard.
All in all, it’s a fascinating read from a digital logic perspective as much as a retrocomputing one. If you want more, it seems this isn’t the only hacker-friendly VTech machine.
John Dalton, CC BY-SA 3.0.
Apple in crisi: lascia anche il responsabile dei chip Johny Srouji
Apple sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti ai vertici, con l’uscita di figure chiave che hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo tecnologico dell’azienda. L’ultimo dirigente a dare l’addio è Johny Srouji, Senior Vice President delle Tecnologie Hardware, noto per aver guidato lo sviluppo dei chip interni Apple, dalla serie A per dispositivi mobili fino ai recenti processori M per computer desktop.
Secondo fonti riportate da Bloomberg, Srouji avrebbe comunicato a Tim Cook la volontà di lasciare l’azienda, ipotizzando un futuro incarico in un’altra società. La sua uscita segue quella di altri dirigenti di rilievo: a dicembre hanno lasciato Apple anche John Giannandrea, responsabile dell’intelligenza artificiale, e Alan Dye, capo del design dell’interfaccia utente, quest’ultimo passato immediatamente a Meta.
Srouji è entrato in Apple nel 2008, guidando inizialmente lo sviluppo del chip A4, primo sistema su chip realizzato internamente. Negli anni, ha coordinato l’evoluzione della progettazione dei processori, fino a diventare vicepresidente senior delle Tecnologie Hardware. Recentemente, ha anche avviato il progetto di modem interno per sostituire componenti Qualcomm.
Bloomberg segnala che Tim Cook sta cercando di trattenere Srouji, proponendogli una maggiore remunerazione e il possibile ruolo di Chief Technology Officer (CTO), che lo porrebbe al secondo posto nella gerarchia Apple. Tuttavia, alcune fonti interne ritengono che Srouji potrebbe non accettare di lavorare sotto un CEO diverso da Cook.
Rimpasto dirigenziale e nuovi equilibri
Gli addii recenti hanno innescato il più significativo rinnovamento dirigenziale di Apple degli ultimi decenni. Diversi ex dirigenti hanno trovato collocazione in Meta: oltre a Alan Dye, anche Ke Yang, responsabile delle funzionalità di intelligenza artificiale di Siri, si è trasferito nel colosso di Zuckerberg.
In parallelo, Apple ha annunciato alcune nuove nomine: Jennifer Newstead, ex responsabile legale di Meta, sostituirà Kate Adams come consulente legale generale, ruolo che Adams ricoprirà fino alla pensione prevista per fine 2026. Anche Lisa Jackson, vicepresidente per l’ambiente, le politiche e le iniziative sociali, ha confermato il ritiro.
Secondo Bloomberg, il potere decisionale in Apple si sta concentrando su quattro dirigenti chiave: John Ternus, potenziale successore di Cook, Eddy Cue (servizi), Craig Federighi (software) e Sabih Khan, nuovo COO.
Tim Cook e le voci sul suo stato di salute
Parallelamente alle dimissioni, il CEO Tim Cook, 65 anni, è stato oggetto di speculazioni circa possibili problemi di salute, alimentate dall’osservazione di lievi tremori durante alcune riunioni interne.
Fonti vicine al CEO hanno però smentito ogni indiscrezione. Al momento, non è previsto un suo ritiro a breve termine, ma la successione resta un tema centrale nei dibattiti interni all’azienda.
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E se domani agli USA girasse male e ci spegnessero il cloud? L’Europa? Paralizzata in 2 secondi
Negli ultimi mesi due episodi apparentemente scollegati tra loro hanno messo in luce una verità scomoda: l’Europa non controlla più la propria infrastruttura digitale. E questa dipendenza, in uno scenario geopolitico sempre più teso, non è soltanto un rischio economico, ma una vulnerabilità sistemica.
Il primo campanello d’allarme è arrivato quando Microsoft ha improvvisamente disabilitato l’accesso ad Azure all’unità di unità di intelligence israeliana. Si trattava dell’Unità 8200, precedentemente accusata di aver spiato i palestinesi nei territori controllati da Israele utilizzando la tecnologia Microsoft. Nessun preavviso, nessuna gradualità: un interruttore che si spegne e mostra quanto il potere decisionale su infrastrutture critiche sia nelle mani di poche corporation globali.
Il secondo episodio è di oggi, ancora più emblematico, riguarda la recente disputa fra X (la piattaforma di Elon Musk) e la Commissione europea. Dopo una multa da 120 milioni di euro per violazioni delle norme europee, X ha cancellato l’account pubblicitario della Commissione, accusandola di aver utilizzato in modo improprio gli strumenti della piattaforma. Bruxelles si è difesa ricordando di aver sospeso da mesi ogni forma di pubblicità su X e di aver utilizzato soltanto gli strumenti messi a disposizione.
Al di là delle dinamiche tra multinazionali e istituzioni, il messaggio è chiaro: la capacità dell’UE di comunicare sui social media, informare i cittadini e attuare politiche digitali è subordinata alla volontà commerciale di aziende non europee delle quali non ha nessun controllo.
La fine dell’illusione: la tecnologia non è neutra
Questi episodi mostrano un punto chiave: chi controlla la tecnologia controlla anche i comportamenti, la comunicazione e persino la politica delle nazioni. L’Europa lo ha scoperto tardi, per anni convinta che la globalizzazione digitale fosse sinonimo di neutralità.
Ma parlare di tecnologia proprietaria significa affrontare una realtà molto diversa:
- servono anni di ricerca e sviluppo;
- serve visione politica di lungo periodo, indipendente dai cicli elettorali;
- serve percepire la tecnologia non come un settore industriale, ma come un pilastro strutturale della sicurezza nazionale.
E soprattutto significa accettare che nessun Paese è realmente sovrano se dipende da altri per servizi cloud, sistemi operativi, chip e infrastrutture digitali critiche.
Una dipendenza che ci espone a shock globali
Nel mondo iperconnesso di oggi, ogni incidente tecnologico ha effetti immediati e globali. Lo abbiamo visto recentemente con i blackout di AWS, Azure e Cloudflare (primo incidente e secondo incidente) hanno paralizzato servizi pubblici, aziende, banche, giornali, mobilità e sanità in mezzo mondo. Non si tratta più di “problemi tecnici”, ma di veri e propri rischi sistemici.
L’Europa, priva di un proprio stack tecnologico completo, vive in una condizione di dipendenza totale. Siamo un continente altamente digitalizzato che poggia… su fondamenta costruite altrove.
Serve un cloud europeo. E un sistema operativo europeo. E hardware europeo
Affermare la sovranità tecnologica non significa rifiutare il cloud, anzi: significa costruire il nostro.
Un cloud europeo, basato su hardware europeo, sistemi operativi europei, hypervisor europei e software europeo. Una filiera completa, dall’hardware all’applicazione.
Quanto tempo occorre? 20 anni!
Un percorso lungo, complesso, costoso. Ma oggi necessario più che lo sviluppo delle armi. Perché le armi del futuro, le armi “economiche”, sono queste e possono essere usate con un solo click.
- Serve un sistema operativo europeo, base di tutta la catena.
- Serve un hypervisor europeo, per garantire che la virtualizzazione non dipenda da logiche esterne.
- Serve un cloud europeo che risponda alle leggi europee, non a quelle di altri Paesi.
- Serve una filiera hardware, dal microchip ai server.
E serve soprattutto una scelta politica: programmare questo percorso per 20-30 anni, non per una legislatura.
Perché nell’attuale scacchiere geopolitico, chi controlla la tecnologia controlla le economie, le difese e le democrazie.
E oggi l’Europa non controlla nulla di tutto questo.
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La Russia ordina di cancellare un sito italiano perché mostra ciò che Mosca vuole nascondere
Nel mirino di Mosca una mappa che ricostruisce con precisione le posizioni degli eserciti sul fronte ucrainoDavid Puente (Open)
Vorrei fare un giretto per l'ultimo e mi farebbe piacere avere le previsioni del traffico in autostrada (bollini rossi, bollini neri, quelle cose lì).
Non trovo niente...
È ancora presto o sono io che sono scarso a cercare?
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The Key to Plotting
Plotters aren’t as common as they once were. Today, many printers can get high enough resolution with dots that drawing things with a pen isn’t as necessary as it once was. But certainly you’ve at least seen or heard of machines that would draw graphics using a pen. Most of them were conceptually like a 3D printer with a pen instead of a hotend and no real Z-axis. But as [biosrhythm] reminds us, some plotters were suspiciously like typewriters fitted with pens.
Instead of type bars, type balls, or daisy wheels, machines like the Panasonic Penwriter used a pen to draw your text on the page, as you can see in the video below. Some models had direct computer control via a serial port, if you wanted to plot using software. At least one model included a white pen so you could cover up any mistakes.
If you didn’t have a computer, the machine had its own way to input data for graphs. How did that work? Read for yourself.
Panasonic wasn’t the only game in town, either. Silver Reed — a familiar name in old printers — had a similar model that could connect via a parallel port. Other familiar names are Smith Corona, Brother, Sharp, and Sears.
Since all the machines take the same pens, they probably have very similar insides. According to the post, Alps was the actual manufacturer of the internal plotting mechanism, at least.
The video doesn’t show it, but the machines would draw little letters just as well as graphics. Maybe better since you could change font sizes and shapes without switching a ball. They could even “type” vertically or at an angle, at least with external software.
Since plotters are, at heart, close to 3D printers, it is pretty easy to build one these days. If plotting from keystrokes is too mundane for you, try voice control.
youtube.com/embed/7IGrUeB100I?…
La dottrina Hegseth. Quattro assi per la pace attraverso la forza
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dal palco della Reagan Library di Simi Valley, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha offerto quello che al Pentagono definiscono, a microfoni spenti, un’anticipazione sostanziale della prossima National Defense Strategy. Un intervento dai tratti politici e strategici, che conferma
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Eccoci qua a rompere le scatole un'altra volta ma sempre per lo stesso motivo: un paese più giusto.
12 dicembre, sciopero generale contro la la finanziaria.
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Una nuova architettura per la difesa multidominio
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Lo scorso 27 novembre Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, ha presentato il visionario progetto per uno scudo multidominio per la difesa delle infrastrutture critiche europee contro le minacce ibride in rapida evoluzione. L’inedito “Michelangelo Dome”, nel cui nome riecheggia l’architettura innovativa
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La forza prevale sulla forma
Articolo pubblicato in origine il 19/11/2025 su Transform Italia. di M. Minetti Questa è la traduzione dall’inglese “force over form” (Nunes 2025 p. 100) che costituisce un capitolo nodale del libro di Rodrigo Nunes Né verticale né orizzontale, recentemente tradotto … Continua a leggere→
Costruiamo una supply-chain europea forte con l’Italia alla guida. Parla Recchia
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il primo dicembre, nella Sala della Ragione, durante la seconda edizione di Rimland (qui le foto dell’evento), il forum dedicato alla geostrategia e alla geoeconomia promosso dalla Rete delle Imprese dell’Aerospazio-Difesa del Lazio (Rial) con il supporto della presidenza del Consiglio comunale di
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Omelie sul Levitico
Questo secondo volume completa l’edizione bilingue delle omelie origeniane sul Levitico (per il primo volume, cfr Civ. Catt. 2021 II 191). Leggere le omelie di Origene è sempre come bere a una sorgente di spiritualità, tutta incentrata sull’interpretazione spirituale delle Sacre Scritture, cosa nella quale l’Alessandrino è maestro insuperabile. Non è però una fonte purissima, perché si porta dietro due presupposti dottrinali che in seguito la comunità dei teologi e dei credenti non ha ritenuto essere appartenenti al deposito della fede: la dottrina della preesistenza delle anime e quella dell’apocatastasi, ossia della purificazione finale di tutti i peccati.
Sebbene Origene ritenesse che queste dottrine fossero supportate dalle Scritture, esse sono chiaramente di derivazione platonica. Per Platone, infatti, le anime appartengono al mondo delle Idee, dal quale sono cadute per collocarsi in un corpo. In secondo luogo, per il filosofo greco il concetto di un male eterno è insostenibile, perché solo il Bene in sé è eterno. Questi presupporti platonici non appaiono sempre chiaramente nelle omelie di Origene, che cercava di non scandalizzare inutilmente i suoi ascoltatori, la maggioranza dei quali interpretava le Scritture alla lettera. Va poi tenuto presente che Rufino, il traduttore latino di queste omelie perdute nella versione greca, non si fa scrupolo di addomesticare il testo origeniano secondo la dottrina comune al IV secolo.
La curatrice del volume, Carla Noce, sia nelle introduzioni sia nelle note non manca di evidenziare i presupposti origeniani sopra indicati e ben sintetizzati in questa nota: «L’interpretazione origeniana individua in ogni rito e particolare del testo [del Levitico] una tappa del lungo processo di purificazione che conduce l’anima dalla caduta della preesistenza all’apocatastasi» (p. 73, nota 57). Forse è bene osservare che, per quanto condannate dagli antichi, queste dottrine sembrano ritrovare slancio tra alcuni moderni, i quali vedrebbero volentieri lo spirito umano inserito in una comunità di «esseri razionali», ivi compreso Dio, negando una qualche differenza di esito finale che non sia un ritorno di tutti all’Uno.
Questo volume contiene anche gli indici di tutti e due i tomi, curati da Sara Giorgetti. Per avere un’idea dei molti temi toccati da Origene, sarà utile consultare l’indice analitico (pp. 383-389). In particolare, la nona omelia commenta il capitolo 16 del Levitico, che descrive il grande rito dell’espiazione (Yom Kippur). La guida dell’esegesi origeniana è sempre Paolo, ma, in questo caso, soprattutto la lettera agli Ebrei. Origene è molto attento alla situazione spirituale dei suoi ascoltatori: sa che ci sono quelli che sono ancora bambini nella fede, capaci di ricevere solo il latte delle dottrine più semplici, mentre ai proficienti e ai perfetti è possibile offrire il cibo solido delle dottrine più ardue e difficili.
The post Omelie sul Levitico first appeared on La Civiltà Cattolica.
iWatch serie 8 GPS - Questo è un post automatico da FediMercatino.it
Prezzo: 130 €
Vendo per passaggio ad altro modello. Perfettamente funzionante. L'ho usato per fare sport quindi presenta normali segni di usura per il tipo di utilizzo. Cinturino blu mezzanotte. Cassa 45. Ricordo che tutti gli iWatch hanno problemi di tanto in tanto nella rilevazione della funzione ECG, bisogna tenere la digital crown ben pulita!
Il Mercatino del Fediverso 💵♻️ reshared this.
SUDAN. Droni delle RSF uccidono 79 civili, tra cui 43 bambini
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La milizia paramilitare è stata responsabile nelle scorse settimane di massacri e stupri di massa nella città di El Fasher (Darfur)
L'articolo SUDAN. Droni delle RSF uccidono 79 civili, pagineesteri.it/2025/12/07/afr…
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Scientists found sugars that are essential for life on asteroid Bennu, which has a 1 in 2,700 chance of hitting Earth in 2182.#TheAbstract
Carino... allora io posso invocare lo scioglimento della Polizia Municipale? Pure loro, certe multe...
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Informazione precaria nell’Ue, ora scatta l’allarme rosso. Il nuovo rapporto pubblicato dall’Efj
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/informa…
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha appena inviato un forte segnale ai decisori
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Non spegnere i riflettori su Alberto Trentini, tre appuntamenti con Articolo 21
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/non-spe…
Lunedì mattina dalle ore 8,30 sui nostri canali social torneremo a parlare di Alberto Trentini. Da oltre un anno Alberto, cooperante
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Trump , Meloni e l’Europa
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/trump-m…
C’è una sincronia interessante fra due iniziative politiche: il documento strategico dell’amministrazione Trump sull’Europa e l ‘iniziativa di un gruppo di paesi europei, fra cui l’Italia, critici sulla linea delle politiche economiche dell’Unione europea. Proprio mentre l’amministrazione Trump sparava
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Congo-Ruanda, infuriano i combattimenti. Ennesimo accordo inutile targato Trump
@Notizie dall'Italia e dal mondo
«Stiamo risolvendo una guerra che dura da decenni», si è vantato Donald Trump dopo la firma dell'ennesimo accordo. Ma in Congo infuriano i combattimenti tra l'esercito e le milizie sostenute dal Ruanda
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CISGIORDANIA. Israele pone condizioni irrealizzabili per il ritorno dei palestinesi nel campo di Jenin
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Tra queste non sarà permesso l’ingresso nei campi delle organizzazioni umanitarie internazionali. Ieri l'esercito israeliano ha ucciso un palestinese a Awarta
L'articolo CISGIORDANIA. Israele pone
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PPI board meeting on 09.12.2025, 20:00 UTC
Ahoy Pirates,
Our next PPI board meeting will take place on 09.12.2025, 20:00 UTC.
All official PPI proceedings, Board meetings included, are open to the public. Feel free to stop by. We’ll be happy to have you.
Where:jitsi.pirati.cz/PPI-Board
Agenda: Pad: https://etherpad.pp-international.net/p/ppi-board-meeting-2025-08-05-vnly0cj
All of our meetings are posted to our calendar: pp-international.net/calendar/
We look forward to seeing visitors.
Thank you for your support,
The Board of PPI
freezonemagazine.com/articoli/…
Questa intervista ha come focus la proposta del Comune di Rozzano di candidare la città capitale della cultura 2028. Ne abbiamo parlato con Valter Boscarello, autore del libro “Le panchine di Rozzano – 7 dicembre 1976, la contestazione giovanile dalle periferie all’assalto della Prima della Scala” (Prospero Editore). Collaboratore per molti anni dell’Associazione Italiana Editori […]
L'articolo Le
Questa
Ministero dell'Istruzione
#NoiSiamoLeScuole questa settimana è dedicato a due mense scolastiche inaugurate nei Comuni di Genzano di Roma (RM) e San Marcello Piteglio (PT), strutture moderne e sostenibili progettate per migliorare il benessere di studentesse e studenti e raffo…Telegram
Caving is out, suing is in
Dear Friend of Press Freedom,
Rümeysa Öztürk has been facing deportation for 255 days for co-writing an op-ed the government didn’t like, and journalist Ya’akub Vijandre remains locked up by Immigration and Customs Enforcement over social media posts about issues he reported on. Read on for more ongoing battles against government suppression of the free press.
And join us today at 2 p.m. EST for a conversation with leading immigration journalists about reporting truth and protecting communities. Register here.
New York Times fights back against Pentagon prior restraint
The newspaper President Donald Trump likes to call “the failing New York Times” somehow managed to scrounge up enough pocket change to take his administration to court. The Times and its Pentagon reporter, Julian Barnes, are suing the Pentagon over its censorial policy restricting journalists from publishing unauthorized information.
As Freedom of the Press Foundation (FPF) Executive Director Trevor Timm said, “The Pentagon’s absurd access pledge has been an affront to the First Amendment since the first day they proposed it. And we look forward to a federal judge throwing it out with the trash, where it belongs.”
FPF demands court lift secrecy in Catherine Herridge’s privilege case
A federal appellate court got it wrong by requiring journalist Catherine Herridge to disclose the sources for her reporting on scientist Yangping Chen’s alleged ties to the Chinese military while an online college Chen founded received federal funds. She’s rightly seeking a rehearing.
Worse yet, the misguided ruling was informed by documents about the FBI’s investigation of Chen that were improperly filed under seal, and which the appellate court considered in a closed hearing. FPF, represented by Schaerr | Jaffe LLP, filed a motion to intervene and unseal the documents and hearing transcript.
Reckless federal agents are the threat, not cameras
The right to record law enforcement operations is well established. But immigration officers have repeatedly chased, assaulted, and even arrested people for recording them. This isn’t just unconstitutional. It’s dangerous.
FPF Senior Adviser Caitlin Vogus wrote for NC Newsline that “Federal agents don’t want cameras pointed at them because it can force accountability. When they lash out at people who record them, it’s not just those targeted who are in danger; everyone around them is at risk too.”
U.S. journalists abducted by Israel describe abuse and U.S. indifference
FPF Deputy Director of Audience Ahmed Zidan wrote for Jacobin about the online event we hosted with Defending Rights & Dissent last month featuring three U.S. journalists who were nabbed by Israel in international waters while on aid flotillas headed to Gaza.
It should’ve been an international scandal, but the administration hardly lifted a finger. As Jewish Currents reporter Emily Wilder said, “The abuses against us demonstrate how far [the Israeli] regime will go, how emboldened it’s been, and the absolute impunity they have to act this way.”
White House media bias tracker: Another tired gimmick
The White House launched a media bias tracker to catalog instances of supposedly distorted coverage. Predictably, the site is long on hyperbole and short on substance.
FPF Advocacy Director Seth Stern said, “If Trump thinks the media is getting stories wrong or being unfair to him, he should release the public records, correspondence, and legal memoranda that prove it, instead of wasting time and taxpayer money on silly websites. … The gimmick is wearing thin.” Media columnist Margaret Sullivan agrees.
Sen. Kelly: Read the boat strike memo into the Congressional Record
Sen. Mark Kelly told CNN that he has read the Justice Department’s classified legal rationale for destroying alleged drug boats and that it should be released.
Not only is the senator right, he has the power to make the document public himself, and he should do so without delay. FPF’s Daniel Ellsberg Chair on Government Secrecy, Lauren Harper, has more.
Censorship by invoice
Michigan’s Grand Blanc Township thinks it has discovered a trick to weasel out of accountability: charging a reporter more for records about a tragic church shooting than most people earn in two years.
FPF’s Stern wrote about why these tactics can’t be allowed to continue and why, rather than being deterred, reporters should take governmental evasiveness as a sign that they’re onto something.
What We're Reading
Photojournalist arrested at Miami immigration protest, gear seized
U.S. Press Freedom Tracker
Freelance photojournalist Dave Decker was unlawfully arrested by Miami-Dade Sheriff’s deputies while documenting anti-deportation protests. Read the objection letter we joined with Florida’s First Amendment Foundation and the National Press Photographers Association.
In ‘Cover-Up,’ Laura Poitras investigates Seymour Hersh
Columbia Journalism Review
The filmmaker and FPF’s founding board member discussed her 20-year project, the “crisis” in investigative journalism, and how truth-telling can still change the world.
How the feds used propaganda to frame their ‘war’ on Chicago: ‘They’re lying constantly’
Block Club Chicago
As Stern explained, propaganda doesn’t work when there’s a strong local media. “People know their local reporters. They see them on the street. They rely on them. That makes it harder for the administration to control the narrative.”
The SLAPP problem is worse than we thought
Columbia Journalism Review
CJR features our friends at First Amendment Watch’s new “SLAPP Back Initiative” to track strategic lawsuits against public participation.
This year, we’ve trained over 3,000 journalists in essential digital security skills, documented 240 press freedom violations, and filed over 250 Freedom of Information Act requests and 6 FOIA lawsuits. We can’t keep this up without your help. Donate online, via DAFpay, or our other ways to give. All donations are matched, up to $75,000.
RSVP: freedom.press/silenced-sources
freedom.press/silenced-sources
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Your Brain on ChatGPT: Accumulation of Cognitive Debt when Using an AI Assistant for Essay Writing Task
@Politica interna, europea e internazionale
Leggi lo studio, click qui
L'articolo Your Brain on ChatGPT:fondazioneluigieinaudi.it/your…
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GERMANIA. Studenti in piazza contro il ritorno della leva e il riarmo
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Studenti e insegnanti in piazza, oggi in Germania, al grido di "Non vogliamo diventare carne da cannone", contro la legge votata dal Bundestag che ripristina la leva militare, per ora volontaria
L'articolo GERMANIA. Studenti in piazza contro il ritorno della leva e il
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Luca Sironi
in reply to simona • • •una volta in quei casi (ma anche su vecchi mac 68k o sparcstation) usavo #netbsd, pero' saranno dieci anni che non mi capita un i386
cc @stefano
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Stefano Marinelli
in reply to Luca Sironi • • •simona
in reply to simona • — (Livorno) •