MYANMAR. Raid nel campo profughi, 29 morti tra cui 13 bambini
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Pagine Esteri, 10 ottobre 2023. Almeno 29 persone, tra cui 13 bambini, sono state uccise in un raid militare in un campo profughi per sfollati interni vicino al confine con la Cina, nel nord del Myanmar.
Il campo si trova nei pressi del quartier generale dell’Esercito dell’Indipendenza di Kachin, coinvolto in un conflitto decennale con l’esercito del Myanmar. Oltre alle vittime, circa 60 persone sono rimaste ferite. Il Myanmar vive una grave crisi interna da quando, a febbraio 2021, il colpo di stato dei militari ha scatenato una diffusa ribellione contro il regime.
Aung Myo Min, il ministro dei diritti umani del governo di unità nazionale (NUG), ha dichiarato che l’attacco e l’uccisione di civili inermi è stato un “crimine di guerra”.
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Italia e India giocano in Difesa. L’accordo Crosetto-Singh
I ministri italiano e indiano hanno rinnovato ieri sera l’accordo per la cooperazione nel settore della difesa, che era scaduto nel 2019 sulla scia delle tensioni tra i due Paesi dopo il caso dei due marò. Negli ultimi anni i rapporti bilaterali si sono rafforzati anche alla luce del mutato scenario internazionale dopo la pandemia, l’accresciuta assertività cinese e l’aggressione russa dell’Ucraina.
IL RILANCIO DEI RAPPORTI
Fino ad arrivare al marzo scorso, quando Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, in visita in India ha annunciato con il primo ministro Narendra Modi la decisione di elevare rapporti a partenariato strategico. Il giorno precedente (il 1° marzo) Sparkle, operatore globale del gruppo Tim, aveva avviato la posa del BlueMed, ramo dell’infrastruttura Blue Submarine Cable System, che renderà Genova un nuovo snodo per il traffico tra Europa, Africa, Medio Oriente e Asia collegando Italia, Francia, Grecia e Israele (Blue System) e Giordania, Arabia Saudita, Gibuti, Oman e India (Raman System). E non solo: poche settimane prima Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa italiano, era volato a Bangalore per partecipare al salone Aero India e per incontrare gli omologhi e finalizzare il rinnovo dell’intesa.
L’ACCORDO RINNOVATO
Ieri, a Villa Madama, Guido Crosetto ha accolto l’omologo Rajnath Singh, primo di una serie di ministri indiani che sfileranno a Roma da qui alla fine dell’anno. Rinnovare l’accordo di cooperazione nella difesa “è importante al fine di instaurare un rapporto tra governi nei settori di reciproco interesse, per migliorare lo scambio di personale, tecnologie per la formazione, l’addestramento e le esercitazioni”, si legge in una nota della Difesa italiana. “Italia e India sono accomunate dal senso di rispetto verso gli altri Paesi della comunità internazionale”, ha dichiarato Crosetto. “La storia delle Nazioni e degli uomini è stata e continua ad essere cambiata da decisioni che si concretizzano rapidamente. La firma dell’accordo tra Italia e India ha un’alta valenza strategica per rilanciare i nostri proficui rapporti bilaterali, considerando anche il mutato scenario geopolitico di riferimento”, ha aggiunto.
GLI ALTRI DOSSIER
I due ministri hanno anche parlato di instabilità del Medio Oriente, alla luce dei recenti attacchi terroristici avvenuti in Israele e hanno condiviso la “forte attenzione” per la missione Unifil dove le due forze armate sono impegnate in maniera congiunta. Se per l’Italia la regione è parte del Mediterraneo allargato, ossia dell’area geostrategica di proiezione degli interessi italiani di politica estera, per l’India si tratta di una parte di mondo altrettanto importante; New Delhi è infatti acquirente del petrolio mediorientale e particolarmente interessa a progetti di collaborazione con i grandi attori regionali (per primo Israele). La cooperazione italo-indiana è strategica anche per quanto riguarda il continente africano, che sarà una delle priorità del G7 a presidenza italiana del 2024 (a cui l’India verrà con buona probabilità invitata come ospite) e di cui l’invito all’Unione africana a diventare membro permanente, con la creazione del formato “G21” durante il vertice dei Venti ospitato dall’India, è stato un antipasto. L’Africa sarà fondamentale nei prossimi 50 anni e anche più a lungo, e di progetti di collaborazione congiunta Italia-India nel Global South, si parlerà ancora, come scommette l’ambasciatore Vincenzo De Luca.
UN PONTE TRA MEDITERRANEO E INDO-PACIFICO
Ci sono vari settori e aree di mutuo interesse, di collaborazione economico-commerciale, e in materia di ricerca e sviluppo nel settore della difesa. “Il rinnovo dell’accordo è un chiaro segnale del rafforzamento delle relazioni reciproche tra le due Difese”, ha spiegato ancora Crosetto. “In un momento in cui la stabilità globale richiede un impegno congiunto è fondamentale investire per migliorare le relazioni con i Paesi che non fanno parte della Nato al fine di affrontare i problemi globali e le sfide emergenti. La distanza geografica tra il Mediterraneo e l’Indo-Pacifico è minore di quanto si possa immaginare ed è forte, invece, l’interconnessione tra le due regioni”, ha sottolineato ancora. Su questa interconnessione l’Italia sta lavorando da tempo come porta d’ingresso alla regione indo-pacifica (dove l’Oceano Indiano e il Mediterraneo allargato segnano una continuità di facies geostrategica attraverso il Mar Arabico, lo stretto di Bab el Mandeb, Mar Rosso fino a Suez). Su queste concettualizzazioni si basano progetti come il Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (Imec), presentato proprio durante il G20 indiano. Un insieme di collegamenti infrastrutturali e dunque geopolitici per connettere il Subcontinente con l’Occidente che diventano un “imperativo strategico” per l’Italia.
L’ITALIA NELL’INDO-PACIFICO
Il ministro della Difesa indiano ha invitato le forze armate italiane a partecipare a un’esercitazione congiunta con supporto logistico in India. L’Italia è impegnata attivamente in questo fondamentale quadrante strategico con le operazioni navali europee Eunavfor Somalia, l’operazione Atalanta (operazione di contrasto alla pirateria nell’Oceano Indiano) ed European Maritime Awareness – Stretto di Hormuz (Emasoh). Tutte missioni che puntano a sviluppare cooperazioni strutturate con quei Paesi dell’area con cui vi è comunanza di interessi e di valori. Inoltre, il pattugliatore Morosini ha appena concluso una campagna navale in questo settore strategico, dove ha svolto attività addestrativa con i principali Paesi dell’area. Infine, nell’agosto scorso, unità e personale dell’Aeronautica militare sono state impegnate nell’area dell’Indo-Pacifico, in attività addestrative congiunte con i colleghi giapponesi. La nota diffusa dalla Difesa italiana non ne fa menzione, ma è prevista tra la fine dell’anno in corso e l’inizio di quello prossimo la missione della squadra della portaerei Cavour, comprensiva anche di almeno quattro unità di scorta e appoggio, nell’Indo-Pacifico.
GLI ALTRI IMPEGNI DI SINGH
Prima di partire in direzione Parigi, Francia, il ministro Singh ha incontrato nella mattinata di martedì i vertici delle aziende italiane della difesa e si è recato in Umbria, a Montone, per partecipare a una cerimonia commemorativa A luglio, infatti, è stato inaugurato il memoriale di guerra dedicato al soldato indiano Yeshwant Ghadge, combattente tra le file degli alleati nel luglio 1944 nelle campagne arietane insignito della Victoria Cross alla memoria.
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LIVE. GAZA/ISRAELE. Giorno 4: “Aprite un corridoio umanitario per portare medicine nella Striscia”
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di Eliana Riva –
Pagine Esteri, 10 ottobre 2023. Da quando, sabato 7 ottobre, Hamas ha attaccato Israele mentre festeggiava lo You Kippur, cogliendolo di sorpresa esattamente come accaduto 50 anni fa con l’iniziativa militare di Egitto e Siria, il numero di morti e le notizie di distruzione non hanno fatto che rincorrersi e aumentare.
Dopo lo sgomento iniziale, le notizie del massacro del deserto del Negev, dove sono stati uccisi e fatti prigionieri centinaia di ragazzi e ragazze che partecipavano a un festival di musica techno, hanno cominciato a diffondersi. Hamas ha preso il controllo di diverse località israeliane nei pressi del confine con la Striscia di Gaza e prima di ingaggiare violenti scontri a fuoco con i militari israeliani, ha fatto molte vittime tra i civili. Sono 900 gli israeliani uccisi. Più di 100 gli ostaggi portati all’interno della Striscia. Solo ieri sono stati scoperti i cadaveri di un centinaio di persone all’interno di un piccolo Kibbutz.
La risposta israeliana è stata un crescendo di violenza. Mentre i militari combattevano con gli uomini di Hamas per riprendere il controllo delle località vicine alla Striscia, aerei, elicotteri e droni hanno cominciato a bombardare Gaza. Le bombe e i missili hanno colpito in maniera indiscriminata palazzi civili, strutture governative, scuole e moschee. Più di 700 palestinesi sono morti. Tra di loro almeno 140 bambini. Alcuni giornalisti risultano tra le vittime. Decine di migliaia di soldati israeliani sono stati inviati ai confini con Gaza e i riservisti sono stati richiamati, pronti per una guerra che non si è per nulla certi rimarrà circoscritta al territorio della Palestina storica.
Infatti, durante uno scambio a fuoco tra l’esercito e alcuni combattenti che sarebbero entrati dal Libano in supporto ai gruppi armati palestinesi, Israele ha lanciato un attacco all’interno del territorio libanese, uccidendo 4 membri di Hezbollah e ferendo alcuni membri dell’esercito regolare.
Il Ministro dell’Educazione libanese, Abbas Halabi, ha ordinato per oggi, martedì, la sospensione delle lezioni nelle scuole pubbliche e private. Alcuni video mostrano decine di ambulanze che da Beirut si sarebbero mosse verso il sud, dove si sono preparati anche centinaia di uomini di Hezbollah.
Ieri il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha imposto l’assedio totale di Gaza, con l’ordine di tagliare l’elettricità e di non far entrare cibo né acqua né gas. “Siamo di fronte a degli animali umani e ci comportiamo di conseguenza”, ha detto. Ma a Gaza vivono 2 milioni e 300 mila persone, con una densità abitativa impressionante: la popolazione è sotto assedio dal 2007, è un’enclave chiusa in cui è difficile entrare e complicato uscire, perché le autorità israeliane controllano gli accessi. Non solo quelli delle persone ma anche di generi alimentari, di acqua, di materiale per la ricostruzione dopo i tutt’altro che rari bombardamenti. Migliaia di persone si sono rifugiate in 83 scuole dell’UNRWA, gli sfollati sono 180.000 secondo l’agenzia ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi, ma il numero continua a crescere vertiginosamente. Come quello dei morti: ieri è stato bombardato il mercato del popoloso campo profughi di Jabalia, causando una strage di civili: 50 le vittime. Intere famiglie stanno morendo sotto le macerie delle proprie abitazioni, come quella di Abu Quta: 19 membri, tra cui bambini, sono stati ritrovati cadaveri.
Latest SitRep on situation in the📍#GazaStrip ⬇️🔺Mass displacement escalated in past 24 hours across the Gaza Strip, reaching 180,000 people – expected to increase further.
🔺 137,500 people sheltering in 83 @UNRWA schools, bread distributed with @WFPt.co/qRxOjLlxuV pic.twitter.com/5U7KAr8Rvx
— UNRWA (@UNRWA) October 10, 2023
Ma questa volta è diversa dalle altre: l’attacco a Gaza è “senza precedenti”, come ha dichiarato lo stesso primo ministro Benjamin Netanyahu, aggiungendo che i bombardamenti sono “solo cominciati” e che la risposta di Israele all’attacco di Hamas “cambierà il Medio Oriente”.
Secondo alcune fonti giornalistiche nelle località a sud di Israele si contano i cadaveri di circa 1.500 combattenti di Hamas e della Islamic Jihad, morti durante i combattimenti con l’esercito israeliano.
La condanna internazionale, quella occidentale perlomeno è giunta presto per Hamas e la sua violenza. Ma le reazioni sono state e sono tuttora diverse per le centinaia di morti civili a Gaza. Gli Stati Uniti di Joe Biden hanno affermato con forza e più volte ripetuto il totale e indiscusso sostegno a Netanyahu, non solo morale ma anche e soprattutto militare. Gli USA, infatti, incendiano ulteriormente gli animi dell’intera regione annunciando, ieri, l’invio di armi, mezzi e munizioni a Israele. “Il governo israeliano ha chiesto un’assistenza militare specifica aggiunta” ha dichiarato il Segretario di Stato Antony Blinken. Un passo che va nella direzione esattamente opposto al processo di normalizzazione intrapreso nella regione.
Ieri ha preso parola anche il presidente russo Vladimir Putin, condannando la violenza di entrambe le parti: “sia contro gli ebrei che contro i palestinesi di Israele e quelli dei Territori Occupati”. Putin si è detto “estremamente preoccupato” che la violenza possa degenerare in un conflitto più ampio in Medio Oriente e insieme al suo Ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha criticato l’approccio degli Stati Uniti e dell’Occidente che hanno “ignorato la necessità di uno Stato palestinese indipendente” e che condannano semplicemente gli attacchi di Hamas senza pensare alla causa dell’instabilità, che è l’occupazione della Palestina.
Il governo austriaco ha fatto sapere che sospenderà gli aiuti economici destinati ai palestinesi (circa 20 milioni di dollari). La Germania ci sta pensando e l’Unione Europea si dimostra divisa e confusa: dopo la decisione dell’Austria l’EU ha ieri dichiarato di essere pronta allo stesso passo, salvo poi fare marcia indietro. “Nessun pagamento era previsto, dunque non ci sarà una sospensione”, è stata la nota emessa. I fondi risultano ora “in revisione”. Ma la questione rimane aperta e divide l’Unione: gli Stati membri non sarebbero stati consultati e alcuni leader europei, tra i primi quello spagnolo, pongono dubbi sulla legittimità di una decisione unilaterale.
The scale of terror and brutality against #Israel and its people is a turning point.There can be no business as usual.
As the biggest donor of the Palestinians, the European Commission is putting its full development portfolio under review, worth a total of EUR 691m
⤵️— Oliver Varhelyi (@OliverVarhelyi) October 9, 2023
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In Cina e Asia – Xi: "Le relazioni tra Cina e Usa determineranno il destino dell’umanità”
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PRIVACYDAILY
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La privacy? Un concetto obsoleto. Il video di morrolinux su alcune delle più inquietanti vicende che riguardano privacy e BigTech
Il video di @morrolinux è stato pubblicato su YouTube (in attesa di poterlo vedere sul suo canale Peertube)
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Da quest'anno tutela assicurativa a 360 gradi per gli studenti e il personale...
Da quest'anno tutela assicurativa a 360 gradi per gli studenti e il personale scolastico.
Perché la cura del futuro inizia dai banchi di #scuola.
Informati sui siti istituzionali del MIM e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
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Tra antiamericanismo e antisionismo, i distinguo finto pacifisti sono destinati a crescere
Non si sono appassionati alla causa del popolo afghano, stritolato dalle spire del fondamentalismo talebano. Non hanno battuto ciglio in difesa delle donne iraniane, che al grido “donna, vita, libertà” sfidano le rappresaglie dei mullah. Non hanno versato una lacrima né speso una parola per i cristiani armeni massacrati e infine cacciati dal Nagorno-Karabakh dalle milizie azere sostenute dalla Turchia. Sono gli stessi che giustificarono gli attentati dell’11 settembre 2001, gli stessi che giustificano l’invasione russa dell’Ucraina. Sono i “pacifisti” italiani. Qualche organizzazione cattolica, alcune frange dell’estrema destra e un’ampia costellazione di associazioni, partiti e personalità di sinistra. Li accomuna una miscela ideologica fatta di antiamericanismo e anticapitalismo, di cui l’antisionismo rappresenta la logica conseguenza. Figurarsi se li vedremo schierarsi anima e corpo in difesa del diritto all’esistenza dello Stato di Israele, figurarsi se li sentiremo condannare senza se e senza ma le barbarie di Hamas…
I presupposti già ci sono. Forte dell’ecumenismo Vaticano, il capo dei grillini Giuseppe Conte lamenta “la sconfitta della politica” senza mai pronunciare la parola Hamas. L’Arci si spinge oltre: non pronuncia neanche la parola Israele, sostituita con un malevolo “entità sionista”. Fgci, Giovani comunisti, Potere al popolo e Prc sono esplicitamente schierati con il “popolo palestinese”, ingenuamente identificato con Hamas. L’Anpi invoca l’intervento dell’Onu, Amnesty Italia mette “le forze armate israeliane e i gruppi armati palestinesi” sullo stesso piano.
La segretaria del Pd Elly Schlein e quello della Cgil Maurizio Landini sono stati più coraggiosi e hanno esplicitamente condannato l’attacco terroristico di Hamas. Ma quanto durerà? C’è da credere che non appena si dispiegherà l’offensiva israeliana e il variegato mondo della sinistra estrema griderà con ancor più forza al massacro dei civili palestinesi, le posizioni di Pd e Cgil subiranno una torsione. Cominceranno i distinguo, quelli cui abbiamo già assistito sulla guerra in Ucraina. Guerra sempre più impopolare tra l’opinione pubblica italiana e, in generale, occidentale. Il governo Meloni si troverà allora in una condizione non facile: difendere il diritto ed esistere del popolo ucraino così come di quello israeliano, mentre l’antiamericanismo, l’anticapitalismo e l’antisionismo si salderanno tra loro e si uniranno ad una quota crescente di cittadini italiani indifferenti. Quelli che Dante chiamava ignavi.
Per Giorgia Meloni non sarà facile, ma sarà doveroso, puntare i piedi e tenere il punto senza arretrare. In gioco non c’è solo il destino di Israele né solo quello dell’Ucraina: in gioco ci sono i valori liberali e democratici su cui si fonda la nostra identità occidentale.
Formiche.net
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Moderazione del Fediverso: moderazione dei contenuti sui social media distribuiti. Il saggio di Alan Z. Rozenshtein pubblicato l'anno scorso sul Minnesota Legal Studies Research Paper No. 23-19
Riportiamo il sunto della pubblicazione (qui è possibile scaricare la monografia completa) di @Alan Rozenshtein
Gli attuali approcci alla moderazione dei contenuti generalmente presuppongono il continuo predominio dei "giardini recintati": piattaforme di social media che controllano chi può utilizzare i loro servizi e come. Ma una forma emergente di social media decentralizzati – il "Fediverse" – offre un modello alternativo, più simile a come funziona l'e-mail e che evita molte delle insidie della moderazione centralizzata. Questo saggio, che si basa su una letteratura emergente sui social media decentralizzati, cerca di dare una panoramica del Fediverso, dei suoi vantaggi e svantaggi e di come l'azione del governo può influenzare e incoraggiare il suo sviluppo.1. La prima parte descrive il Fediverso e come funziona, iniziando con una descrizione generale dei protocolli aperti rispetto a quelli chiusi e procedendo poi a una descrizione dell'attuale ecosistema Fediverso, concentrandosi sui suoi principali protocolli e applicazioni.
2. La seconda parte esamina la questione specifica della moderazione dei contenuti sul Fediverso, utilizzando Mastodon, un servizio di microblogging simile a Twitter, come caso di studio per delineare i vantaggi e gli svantaggi dell'approccio federato di moderazione dei contenuti rispetto all'attuale modello dominante di piattaforma chiusa.
3. La terza parte considera come i responsabili politici possono incoraggiare il Fediverso, sia attraverso la regolamentazione diretta, l'applicazione delle norme antitrust o gli scudi di responsabilità.
#Fediverso #Mastodon #moderazione #socialmedia #Section230 #interoperabilità
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La super portaerei Uss Ford a difesa di Israele. La decisione del Pentagono
Il gruppo portaerei della Marina degli Stati Uniti della Uss Gerald R. Ford ha ricevuto l’ordine di dirigersi verso il Mediterraneo orientale per mettersi a disposizione di Israele nell’assisterla a resistere all’attacco a sorpresa lanciato da Hamas. La decisione è stata confermata dal segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin. Lo Uss Ford, la più moderna e avanzata portaerei della Us Navy, ha a bordo circa cinquemila militari, tra marinai e marines, oltre ad ospitare svariate decine di mezzi aerei da combattimento e supporto. Il Ford sarà accompagnato dai suoi incrociatori e cacciatorpediniere di scorta, in una dimostrazione di forza che non lasci dubbi sul coinvolgimento Usa a sostegno di Tel Aviv. Il gruppo portaerei è, da solo, pronto a rispondere a qualsiasi evenienza, dall’interdizione di armi potenzialmente dirette a Hamas alla sorveglianza delle acque e dei cieli israeliani.
Uss Gerald R. Ford
La superportaerei a propulsione nucleare è lunga 333 metri, è alta 76 metri e pesa circa centomila tonnellate. Oltre a un equipaggio di quasi cinquemila persone, trasporta a bordo novanta velivoli da combattimento, tra caccia, aerei da trasporto e sorveglianza aeronavale ed elicotteri. Non è un caso che questo tipo di unità, le più grandi esistenti sul pianeta, siano la spina dorsale della proiezione di potenza degli Stati Uniti a livello globale. Una sola di queste navi, infatti, è capace di esprimere un potere di combattimento superiore a quello di numerosi Stati. La classe Ford, di cui l’unità diretta nel Mediterraneo orientale è la capoclasse, è entrata in servizio nel 2017, dopo circa sei anni dall’ordine, rimpiazzando dopo mezzo secolo di onorato servizio la Uss Enterprise. Di questa classe sono previste ulteriori tre navi, la Uss John F. Kennedy, che nel 2024 rimpiazzerà la Uss Nimitz, la nuova Uss Enterprise, destinata a sostituire nel 2025 la Uss Eisenhower, e la Uss Doris Miller.
Il gruppo portaerei
Insieme al Ford, gli Stati Uniti invieranno l’incrociatore Uss Normandy, i cacciatorpediniere missilistici guidati della classe Arleigh-Burke Uss Thomas Hudner, Uss Ramage, Uss Carney e Uss Roosevelt e potenzieranno gli squadroni di caccia F-35, F-15, F-16 e A-10 dell’Usaf già schierati nella regione vicino orientale. “Gli Stati Uniti mantengono forze pronte a livello globale per rafforzare ulteriormente questa posizione di deterrenza, se necessario”, ha dichiarato il segretario Austin commentando sull’invio del gruppo del Ford. Il gruppo portaerei, solitamente di stanza a Norfolk, in Virginia, si trova già nel Mediterraneo, dove la scorsa settimana ha condotto insieme alla nostra Marina militare delle esercitazioni nel mar Ionio. Per la portaerei si tratta del suo primo dispiegamento operativo dall’ingresso in linea con la flotta a stelle e strisce, e questo invio improvviso sottolinea l’importanza per gli Usa di non distogliere lo sguardo dal Mediterraneo.
Aiuti e munizioni
Oltre all’invio del gruppo portaerei, l’amministrazione Usa si è detta pronta a fornire “rapidamente alle Forze di difesa israeliane ulteriori attrezzature e risorse, comprese le munizioni”. Il primo blocco di aiuti di difesa e sicurezza si è già mosso da ieri, e dovrebbe raggiungere Israele in poco tempo, ha spiegato sempre il segretario Austin. “Il rafforzamento della nostra postura congiunta, unito al supporto materiale che forniremo a Israele, sottolinea il solido sostegno degli Stati Uniti alle Forze di difesa di Israele e al popolo israeliano”, ha concluso Austin.
La Turchia proroga l’occupazione della Siria del Nord. Bombe sui curdi
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di Redazione –
Pagine Esteri, 9 ottobre 2023 – La nuova offensiva militare aerea lanciata dalla Turchia contro obiettivi curdi in territorio siriano, dopo l’attacco realizzato il primo ottobre da alcuni militanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) contro il ministero dell’Interno ad Ankara è stata l’occasione, da parte del regime turco, per confermare l’occupazione del nord della Siria.
Nei mesi scorsi Ankara e Damasco, anche grazie alla mediazione interessata di Mosca e Teheran (sostenitrici del regime siriano ma anche interessate a rafforzare le relazioni con la Turchia, con la quale hanno un rapporto di competizione) avevano intavolato delle conversazioni volte a iniziare un processo di normalizzazione delle relazioni.
A provocare uno stallo nei negoziati era stata però la presenza di contingenti e basi militari della Turchia nel Nord della Siria, che ovviamente il governo di Damasco considera illegali. La Siria continua a porre come precondizione a ogni normalizzazione dei rapporti il ritiro dal proprio territorio delle forze militari turche e delle milizie ad esse affiliate, come quelle dell’Esercito nazionale siriano, fondato nel 2017 da Ankara e costituito per lo più da arabi e turcomanni.
Da parte sua il regime di Erdogan ritiene l’occupazione del nord della Siria una “misura necessaria” per tutelare la propria sicurezza, affermando ad esempio che i due autori dell’attacco di inizio ottobre, provenienti dai territori siriani del Rojava controllati dalle Forze Democratiche, coalizione di gruppi egemonizzata dai movimenti curdi vicini al PKK come il Partito dell’Unione Democratica (Pyd) e le Unità di protezione del popolo (Ypg).
Stamattina un bombardamento condotto dalla Turchia contro un presunto centro di addestramento delle Forze di sicurezza interna Asayish, legate all’Amministrazione autonoma del nord e dell’est della Siria nel governatorato di Al Hasakah, avrebbe provocato una ventina di vittime.
Giusto la scorsa settimana il Parlamento turco ha ratificato la decisione del presidente Erdogan di prolungare di altri due anni – finora il rinnovo era stato sempre annuale – la missione di occupazione del nord della Siria e la presenza di truppe di Ankara nel nord dell’Iraq.
In Siria si aggravano le condizioni di milioni di persone alle prese con una ricostruzione lentissima – rallentata ulteriormente dall’embargo occidentale nei confronti di Damasco – e con l’aumento dei prezzi dei carburanti e dei generi alimentari.
Nel frattempo in alcune aree del nord a ridosso del confine con la Turchia si sono intensificati gli scontri tra l’esercito siriano e milizie jihadiste come Ansar al Tawhid e Hayat Tahrir al Sham; nel governatorato di Idlib, in particolare, l’aviazione russa ha ricominciato a martellare le postazioni delle milizie vicine ai gruppi fondamentalisti. La scorsa settimana un attentato jihadista ha fatto strage ad Homs di cadetti dell’esercito durante una cerimonia di premiazione.
Negli ultimi mesi, poi, anche l’amministrazione statunitense ha di nuovo aumentato la presenza militare in Siria a sostegno delle Forze Democratiche Siriane. La coalizione a guida curda nelle scorse settimane ha arrestato il capo del Consiglio militare di Deir ez Zor, Ahmed al Khabil (appartenente ad un potente clan tribale locale) provocando una ribellione armata di alcune milizie arabe locali. I combattimenti sono cessati quando il comandante delle Fds, Mazloum Abdi, ha accettato di aumentare la rappresentanza delle tribù arabe della regione nelle istituzioni civili e militari controllate dall’Amministrazione autonoma del nord e dell’est. Ma nuove proteste sono esplose dopo la decisione delle istituzioni locali di aumentare i prezzi dei carburanti.
Infine nel sud della Siria, nel governatorato di Suwayda (adiacente alle alture del Golan, occupate e annesse da Israele dopo la guerra del 1967) continuano le proteste della locale comunità drusa che, scesa in piazza inizialmente per motivazioni economiche, chiede ora una transizione politica a Damasco e maggiore autonomia. Il 13 settembre due capi religiosi della comunità drusa hanno espresso il proprio sostegno alle manifestazioni, così come il governo degli Stati Uniti che ha organizzato un incontro tra alcuni emissari di Washington e alcuni rappresentanti delle tribù impegnate nella protesta. – Pagine Esteri
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Tornado, F-16, Rafale, Mirage. Ecco l’Italia al Nato Tiger Meet 2023
Dopo 35 anni l’Italia torna ad ospitare il Nato Tiger Meet che annualmente dal 1960 fa interagire i Gruppi di Volo delle diverse Forze Armate dell’alleanza. Dalla base di Gioia del Colle in Puglia caccia ed elicotteri di 10 Paesi Nato sono i protagonisti di un’esercitazione che si svolge in un momento geopolitico particolarissimo, caratterizzato dagli effetti della guerra in Ucraina, dalla presenza di mezzi navali non Nato nel Mediterraneo e dal conflitto scoppiato due giorni fa in Israele dopo gli attacchi di Hamas.
Tiger
70 aeromobili ad ala fissa, 10 ad ala rotante e unità navali fino al prossimo 13 ottobre opereranno in acque internazionali, mar Tirreno, canale di Sicilia e mar Ionio: l’Italia, anche in concomitanza con i festeggiamenti per il centenario dell’Aeronautica Militare, partecipa con i Typhoon assieme a Tornado, F-16, Rafale, Mirage. Le operazioni si stanno svolgendo nello spazio aereo di Puglia, Calabria e Basilicata con l’obiettivo di perfezionare l’interoperabilità degli assetti in missioni di difesa e interdizione aerea, di supporto a truppe a terra (Close Air Support – CAS) o di ricerca e recupero di personale in ambiente ostile (Personnel Recovery-PR). Tale addestramento in gergo viene chiamato Large Force Employment (LFE).
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Perché in Italia
“Dopo 35 anni abbiamo organizzato questa esercitazione internazionale in Italia con un ritorno addestrativo elevatisismo – spiega il Maggiore Emanuele Fumanti, comandante del XII Gruppo Caccia Intercettori, gruppo di volo che fa parte del 36º Stormo di stanza a Gioia del Colle – con un grandissimo numero di assetti. Siamo 70 velivoli su 19 gruppi Tiger, ovvero quei gruppi che hanno come logo una tigre. In base al piano quinquennale stabilito dai comandanti dei gruppi Tiger, il 2023 è stato l’anno dell’Italia: la coincidenza con il centenario ci ha fatto molto piacere ma non è stato voluto”.
Tra Ucraina e Israele
L’esercitazione si inserisce in un peculiare contesto geopolitico dove, accanto alla guerra in Ucraina, si segnalano l’iperattivismo russo nel Mediterraneo allargato e l’attacco di Hamas contro Israele che comunque rientra nel cono di interesse geopolitico di Ue e Nato. In primis va segnalata l’iniziativa di Mosca in Libia dove interloquisce con il generale Khalifa Haftar per ottenere i diritti d’attracco ai porti della Cirenaica. Un elemento, questo, che avrebbe come prima conseguenza il potenziamento oggettivo della capacità militare russa nel Mare Nostrum con un tentativo di interferenza con le attività della Nato: appare di tutta evidenza che il ruolo dei porti libici, vicinissimi al canale di Sicilia e al Mar Adriatico, è strategico per Putin.
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Russi nel Mediterraneo
In secondo luogo, sono stati numerosi i passaggi di navi militari e sottomarini russi al largo delle coste pugliesi e calabresi: nel giugno 2022 l’incrociatore “Varyag” transitò a circa 150 miglia dal golfo di Taranto, in acque internazionali, per poi dirigersi verso Creta. In quei giorni c’era un totale di 18 navi militari russe nel Mediterraneo, più due sommergibili.
Lo scorso maggio ancora la presenza della flotta russa al largo di Puglia e Calabria, con la fregata Ammiraglio Gorshkov, armata con i missili ipersonici Zircon che volano a 10 mila chilometri orari. Pochi giorni fa l’ultimo avvistamento: il sottomarino russo Krasnodar, classe Kilo, dopo due anni di attività dalla base siriana di Tartous è passato dall’Italia con destinazione Gibilterra a raggiungere i porti del Baltico.
RECs: a Comparative Study Towards the EU Green Deal
Volume Presentation
Introductory Remarks
Speakers
Antonios Nestoras, Deputy Executive Director European Liberal Forum, Belgium
Fjona Merkaj, Project Officer European Liberal Forum, Belgium
Renata Gravina, Researcher Fondazione Luigi Einaudi, Italy
Moderators
Francesco Cappelletti, Policy and Research Officer European Liberal Forum, Belgium
Zina Zlatanova, President Liberal Institute for Political Analysis, Bulgaria
Speakers
Simona Benedettini, Energy Independent Consultant Fondazione Luigi Einaudi, RECs project leader, Italy
Ricardo Silvestre, Energy Expert Social Liberal Movement, Portugal
Gero Scheck, Professor Friedrich Naumann Foundation, Germany
Slavtcho Neykov, Energy Management Institute Liberal Institute for Political Analysis, Bulgaria
Discussants
Franco Becchis, Scientific Director Turin School of Regulation, DiRe, Foundation for the Environment, Italy
Andrea Sbandati, Environmental Economics Consultant Confservizi Cispel, Italy
L'articolo RECs: a Comparative Study Towards the EU Green Deal proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
“Festival del Metaverso”
Domani 10 ottobre alle 12.30 avrò il piacere di intervenire al Festival del Metaverso per discutere di VR, Ai e data protection . Qui tutte le informazioni all’evento www.festivalmetaverso.it
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
Il calcio in Asia orientale: meglio se donna
Il calcio femminile in Asia orientale non è solo un gioco. In alcuni casi diventa un palliativo per tifosi frustrati dalle delusioni delle nazionali maschili. E talvolta si fa carico di esigenze identitarie e slanci nazionalisti, anche in paesi in cui la parità di genere è distorta in molti aspetti della vita quotidiana. Un estratto dall’ultimo e-book di China Files su Sport e Politica (per sapere come ottenerlo, clicca qui)
L'articolo Il calcio in Asia orientale: meglio se donna proviene da China Files.
Ministero dell'Istruzione
#NoiSiamoLeScuole la scorsa settimana ha raccontato la Scuola primaria “Enrico Medi” di Macerata, che sarà demolita e ricostruita grazie alla linea di investimento dedicata dal PNRR alla costruzione di 212 Nuove Scuole sicure, inclusive, innovative e…Telegram
Il servizio di streaming DAZN ha impiegato quasi cinque anni per rispondere a una semplice richiesta d'accesso Secondo il GDPR, le aziende hanno un mese di tempo per rispondere alle richieste di accesso. DAZN ha impiegato quasi cinque anni
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“Milano Digital Week – Influencer marketing, strategie di sviluppo, tutela di brand e minori”
Oggi dalle 16.00 parteciperò al convegno organizzato da D DIKE – LUISS HUB – nell’ambito della Milano Digital Week “Influencer marketing strategie di sviluppo e tutela di brand e minori “ per discutete di tutela dei dati personali e minori.Qui tutte le informazioni all’ evento eventbrite.com/e/biglietti-inf…
PRIVACYDAILY
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Sto provando Bluesky
Sto provando Bluesky.
Ci sono alcuni aspetti che trovo scomodi, rispetto a quello che invece offrono Mastodon e Friendica
A) i post non possono superare le 300 battute;
B) una volta pubblicato, un post non può essere modificato, si può solo cancellare e ripubblicare
C) per leggere un post o "sbirciare" un profilo, bisogna essere per forza loggati
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Folle e irresponsabile l'attacco di Hamas contro Israele
"Folle e irresponsabile l'attacco di Hamas contro Israele"
Comunicato della Segreteria nazionale ANPIwww.anpi.it
Mentre viene rilasciata la Release Candidate di Friendica 2023.09, in attesa dell'integrazione con il protocollo Bluesky, ricordiamo che sono disponibili codici Bluesky per gli utenti di Poliverso.
Con l'integrazione del protocollo AT di Bluesky, Friendica diventa lo stato dell'arte della connettività tra social decentrati. Gli utenti di Poliverso che desiderassero dei codici di invito per Bluesky possono chiederlo a questo account (devono prima seguirlo) o a quello di @informapirata :privacypride:
Abbiamo appena separato i rami 2023.09-rc dall'attuale ramo di sviluppo di Friendica, ma è già Hacktober! È vero, almeno per l'RC ci atterremo al numero fondamentale.😉Se vuoi aiutare a trovare aspetti irregolari e comportamenti fasulli e, si spera, risolverli prima della prossima versione, controlla il nuovo ramo e segnala i problemi che incontri.
Le modifiche più importanti in questa versione sono:
1. Un nuovo connettore #Bluesky, che ti consente di utilizzare il tuo account Bluesky da Friendica. Effettua il crosspost su quella piattaforma e interagisci con i tuoi contatti Bluesky.
2. Abbiamo rinominato alcune delle nostre funzionalità esistenti nella speranza di renderle più facilmente riconoscibili. I tuoi #gruppi di contatto ora si chiamano #Cerchie e i vecchi forum pubblici/privati ora si chiamano Gruppi pubblici/privati.
3. Una novità sono i #Canali che si integrano nella visione di rete di un utente di Friendica e offrono una visione filtrata sui contenuti postati dai contatti. Ciò include post di contatti con cui hai interagito maggiormente o post che sono diventati più interattivi nelle ultime 24 ore. Abbiamo intenzione di dare agli utenti il controllo della definizione su come appare una definizione di canale.
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@Signor Amministratore @informapirata :privacypride:
grazie ... se ne è rimasto uno, sarei interessato
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Signor Amministratore ⁂ likes this.
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Verso un ecosistema di scienza aperta. Il contributo di Bonfire nel realizzare un framework modulare per applicazioni social federate
All'interno di Bonfire, è possibile creare diversi plugin per scopi come la collaborazione nella ricerca, la pubblicazione pre-stampa e la revisione tra pari. Inoltre, un sistema di riconoscimento e verifica chiaro e verificabile potrebbe supportare la creazione di un ecosistema federato di scienza aperta.
Una massiccia adozione di protocolli federati da parte delle istituzioni accademiche aiuterà a potenziare le implementazioni della scienza aperta e a includere le comunità non accademiche nel processo di produzione della conoscenza. Immaginiamo che queste implementazioni vengano realizzate all'aperto, attraverso un processo di co-progettazione che unisce scienziati, ricercatori e attivisti. Questo sforzo collettivo garantirà che le funzionalità sviluppate soddisfino i meticolosi standard degli strumenti accademici sfruttando al tempo stesso l’esperienza utente dei social network. La nostra aspirazione è che ciò possa innescare conversazioni significative e ampliare l’accessibilità delle discussioni scientifiche a un pubblico più ampio, promuovendo una comunità di conoscenza globale vivace, inclusiva e interconnessa.
Qui il post completo pubblicato da @Equipo Nibö :niboe: e Biogarabatos post sul blog di @Bonfire
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Ricerca preliminare sugli utenti per contrastare la disinformazione sui social network. Zappa: un progetto basato su Bonfire
Il progetto Zappa è finanziato da un contributo del fondo Cultura della Solidarietà per sostenere iniziative culturali transfrontaliere di solidarietà in tempi di incertezza e "infodemia". Lo scopo di questa ricerca iniziale sugli utenti era quello di aiutare a guidare lo sviluppo di un'estensione @Bonfire personalizzata per fornire alle comunità uno strumento dedicato per gestire la disinformazione online.
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Domani a Milano, in Piazza Leonardo da Vinci, c'è depreDATI, l'evento rivolto a tutti i "non-specialisti", "non-geek", "non-maghi dell’informatica" che amano la propria privacy nel mondo digitale
Sabato 7 Ottobre, al politecnico di Milano, @quinta :ubuntu: e @gualdo :privacypride: :cc: terranno #depreDATI, il laboratorio per difendersi dalla sorveglianza online:
Il laboratorio si rivolge a non specialisti che hanno a cuore la propria privacy e che desiderano sottrarsi alla #profilazione delle Big Tech.
🔎L’obiettivo è informare sulle finalità anche non commerciali della profilazione; comprendere il grado dell’esposizione e suggerire i comportamenti da seguire, qua l'evento su mobilizon:
▶️QUI L'EVENTO SU MOBILIZON
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...mi domando quanti "non geek" abbiano a cuore la propria privacy o quella dei propri cari/simili (o anche solo sapere cosa sia la privacy e cosa possa causare la non privacy).
Dovreste andare nelle medie e nelle superiori !! Ormai noi adulti ci siamo bruciati irriparabilmente...
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@_aid_85_ c'è chi ama la privacy (femministe, persone lgbtqi+, sostenitori del diritto all'autodeterminazione, chi si preoccupa dei migranti) ma non lo sa.
Quanto all'invito, lo condividiamo in toto!
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Ministero dell'Istruzione
#Scuola, dal 9 ottobre parte piano welfare per il personale scolastico e del Mim con sconti che andranno fino a un massimo del 30% su treni, aerei, negozi, agriturismi e mercati che aderiscono alle convenzioni sottoscritte tra Ministero, aziende e as…Telegram
Oggi è la Giornata Mondiale degli Insegnanti 📚
In occasione di questa ricorrenza si celebra la sottoscrizione delle Raccomandazioni dell'UNESCO sullo status di insegnante, la principale struttura di riferimento per i diritti e le responsabilità de…
Realizzato da Leonardo, è ufficialmente operativo il primo centro paneuropeo per la gestione dinamica in tempo reale dei rischi cyber
Di Alessandro Patella su Wired Italia
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Leonardo lancia il primo centro europeo di cyber analisi
Analizza terabyte di dati per monitorare i rischi di attacchi informatici e garantire maggiore sicurezza a livello europeoAlessandro Patella (Wired Italia)
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Finalmente in italiano l'inchiesta di Giacomo Zandonini che fa tremare la Commissione Europea «Il pericolo della “porta sul retro” imposta dal regolamento europeo anti-pedopornografia»
Gli appetiti dei privati – profit e non profit – sui sistemi di detection delle immagini, l’approccio “lasco” agli ordini di ricerca e le richieste aggiuntive di Europol in termini di possibilità d’indagine sono alcune delle rappresentazioni concrete del Rubicone da non varcare citato dal Garante europeo Wojciech Wiewiórowski: costringere ogni app, sito o piattaforma a mantenere una “porta sul retro” espone chiunque al rischio di essere spiato all’interno di una piazza virtuale, sia da agenti, sia da criminali. Mentre la Commissaria Johansson e la rete di lobby con cui ha stretto rapporti nell’ultimo biennio spingono per chiudere l’iter legislativo al più presto, con la fine dell’estate i negoziati sembrano bloccati.
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Le fakenews della commissaria agli affari interni Ylva Johansson su chatcontrol nella newsletter di Privacy Chronicles di Matteo Navacci
"nessuno ci ha ancora spiegato in che modo un regime di sorveglianza di massa totalitario sulle comunicazioni (chat, email, ecc.) di 500 milioni di persone possa in qualche modo evitare che un bambino venga violentato nella sua stanzetta"
Sei sicuro di volerlo sapere?
Clicca per aprire/chiudere
Forse inoculando un malware "buono" nei dispositivi di acquisizione audio e video presenti in ogni cameretta di ogni bimbo? 🙄like this
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Weekly Chronicles #48
Dimmi con cosa ti scaldi, e ti dirò chi sei
La Regione Toscana ha deciso di imporre ai suoi cittadini un obbligo di “accatastamento” degli impianti a biomassa presenti nelle loro case. Entro il 30 settembre i toscani dovranno dichiarare alla Regione se possiedono un camino, una stufa a legna o una stufa a pellet nelle loro abitazioni.
Insomma un censimento obbligatorio con tanto di sanzioni pecuniarie per chi cercherà di nascondere i suoi camini alle squadre di ricognizione dell’Arpat, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana.
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Lo scopo è, citando il sito della Regione1: “mettere in relazione la diffusione di questi impianti e i fenomeni di inquinamento da PM10, al fine di migliorare le politiche per il contrasto dell'inquinamento atmosferico.”
Come fa una pubblica amministrazione a contrastare l’inquinamento atmosferico? Con gli incentivi economici. O meglio: con le tasse. Che poi è esattamente ciò
L’obiettivo è modificare il comportamento delle persone e valutare l’impatto ambientale della vita di ognuno di noi. Una volta fatto questo, saranno introdotte delle quote CO2 personali attraverso i nuovi strumenti d’identità digitale. Che poi è quello che prevedono anche le raccomandazioni del World Economic Forum (ne ho parlato qua, se non l’hai letto ti consiglio di farlo…).
La schedatura è il primo passo.
La breve storia triste di un’anziana signora e il suo T-RED
Oggi voglio condividere con voi questo bell’articolo scritto da Carlo Blengino (che se non sbaglio è un lettore) che parla delle tristi disavventure di una signora e un temibile T-RED, il macchinario automatizzato che rileva le infrazioni semaforiche.
«Per almeno 12 volte il T-RED ha rilevato una Fiat Tipo proveniente dal centro della città che poco prima delle 23 supera lentamente la linea semaforica nonostante la luce rossa. Quando la signora capisce la ragione della convocazione sembra sollevata, salvo vacillare appena intuisce l’importo complessivo della sanzione e che la decurtazione dei punti dalla patente le impedirà di guidare nei prossimi mesi»
È una storia che ancora una volta ci fa ben comprendere l’inutilità della sorveglianza cittadina, promossa dai sindaci-feudatari come strumento di civiltà e sicurezza urbana, ma niente più che un modo di far cassa con la vita delle persone — anche e soprattutto quando la condotta della persona, pur essendo tecnicamente in violazione di legge, non pone nessuno in pericolo.
È una storia che ci ricorda che le leggi e le sanzioni, qualsiasi esse siano, se applicate meccanicamente e sistematicamente ad ogni infrazione, sono per definizione tiranniche. Il futuro che ci aspetta, nelle nostre belle città intelligenti, è proprio questo: una spietata tirannia della legge applicata sistematicamente e senza eccezione alcuna dalle macchine.
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I bambini — qualcuno salvi i bambini!
La cara YIva Johansson, commissaria della Commissione Europea responsabile per la proposta di regolamento chiamata Chatcontrol (non lo conosci? Dai ne ho parlato tantissimo…) oggi ha voluto esporsi su X con un breve video per spiegare le ragioni di questa legge.
Ci sono dei tentativi di creare confusione di questo regolamento, dice Yiva nel video. Non è come pensate! La proposta è lì per proteggere i bambini dalla violenza sessuale. È lì per proteggere le vittime di questi crimini. Oggi un bambino su cinque viene violentato, continua la cara YIva.
Tutto molto bello, se non fosse che nessuno ci ha ancora spiegato in che modo un regime di sorveglianza di massa totalitario sulle comunicazioni (chat, email, ecc.) di 500 milioni di persone possa in qualche modo evitare che un bambino venga violentato nella sua stanzetta.
Certo — magari su milioni di intercettazioni le forze dell’ordine potranno catturare qualche pedofilo o limitare la diffusione di alcuni contenuti, ma il bambino ormai avrà comunque la vita rovinata. Che protezione è mai questa? E non dimentichiamo che tale sorveglianza di massa non lascerà scampo neanche ai bambini che dicono di voler proteggere. Tutte le chat, foto e video dei vostri figli saranno sotto l’occhio vigile di algoritmi e persone assunte proprio per spiarli.
Fortunatamente le Community Notes di questo splendido social che fa tanto schiumare gli amici di sinistra non si sono fatte attendere, rimettendo al suo posto la cara YIva e mostrandola per quello che è: una propagatrice di disinformazione, propaganda e terrorismo psicologico.
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Weekly memes
Weekly quote
“Everything we hear is an opinion, not a fact. Everything we see is a perspective, not the truth.”
Marcus Aurelius
siert.regione.toscana.it/cit_a…
Meta (Facebook / Instagram) passa all'approccio "Paga per i tuoi diritti" Per aggirare il GDPR, Meta sembra intenzionata a passare a un approccio "Pay for your Rights" (paga per i tuoi diritti)
Gatta Cikova
in reply to Privacy Pride • • •bel video semplice, chiaro e... inquietante al punto giusto ☹️
@morrolinux @privacypride@feddit.it
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iam0day, skariko, Privacy Pride e nemo like this.