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Ecco le dinamiche dell’attacco missilistico iraniano contro Israele

@Notizie dall'Italia e dal mondo

[quote]L’attacco missilistico congiunto lanciato da Iran ed Hezbollah contro Israele spinge a fare una riflessione sulla tenuta dei sistemi di difesa aerea integrata come il famoso Iron Dome. Missili a corto raggio sono stati lanciati dal Libano meridionale, mentre missili balistici



Shaping the future of EU media, key highlights from Stars4Media Day [Advocacy Lab Content]


After the 'Stars4Media Day - Shaping the Future of Media', Christophe Leclercq, the Founder of Euractiv and Chairman of Europe MédiaLab, shares his insights on the event and its key highlights. He also discusses the work of Europe MédiaLab and introduces its new project, 'Maison du Médialab'


euractiv.com/section/media/vid…



The 1924 Martian Signal: A Cosmic Curiosity


Visual of sound against a dark red sky

In an age where our gadgets allow us to explore the cosmos, we stumbled upon sounds from a future past: an article on historical signals from Mars. The piece, written by [Paul Gilster] of Centauri Dreams, cites a Times essay published by [Becky Ferreira] of August 20. [Ferreira]’s essay sheds light on a fascinating, if peculiar, chapter in the history of the search for extraterrestrial life.

She recounts an event from August 1924 when the U.S. Navy imposed a nationwide radio silence for five minutes each hour to allow observatories to listen for signals from Mars. This initiative aimed to capitalize on the planet’s close alignment with Earth, sparking intrigue and excitement among astronomers and enthusiasts alike.

Amid the technological optimism of the era, a dirigible equipped with radio equipment took to the skies to monitor potential Martian messages. The excitement peaked when a series of dots and dashes captured by the airborne antenna suggested a “crudely drawn face.” Some scientists speculated that this could be a signal from a Martian civilization, igniting a media frenzy. Yet, skeptics, including inventor C. Francis Jenkins, suggested these results were merely a case of radio frequency interference—an early reminder of the challenges we face in discerning genuine signals from the noise of our own planet.

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As we tinker with our devices and dream of interstellar communication, the 1924 incident reminds us that the search for extraterrestrial intelligence is a blend of curiosity, creativity, and, often, misinterpretation.


hackaday.com/2024/10/03/the-19…



Secondo le nuove ricerche di nuovi esperti virologi, in collaborazione con testate giornalistiche all'avanguardia, ecco il risultato dell'ultima fonte di contagio. Attenzione al salmone, al tonno in scatola, alle sardine sott'olio, alla trota salmonata, ma soprattutto al pesce padulo; quest'ultimo il più tremendo nei contagi.



MOZAMBICO. Sopravvissuti alla strage accusano la multinazionale Total


@Notizie dall'Italia e dal mondo
In Mozambico, alcuni militari schierati a difesa di uno stabilimento della Total per la liquefazione del gas hanno rapito, torturato e ucciso decine di civili inermi
L'articolo MOZAMBICO. Sopravvissuti alla strage accusano la multinazionale Total pagineesteri.it/2024/10/03/afr…



Il Threat Actor 888 rivendica compromissione ai danni di BLiNK AI Automotive


Recentemente, un noto attore di minacce, identificato come 888, ha reso pubblica una presunta violazione di dati appartenenti a BLiNK AI, azienda che offre soluzioni software per il settore Automotive.

La fuga di notizie sembrerebbe portare alla all’esposizione di 239.000 righe di dati dei clienti.

Al momento, non possiamo confermare la veridicità della notizia, poiché l’organizzazione non ha ancora rilasciato alcun comunicato stampa ufficiale sul proprio sito web riguardo l’incidente. Pertanto, questo articolo deve essere considerato come ‘fonte di intelligence’.

Dettagli della violazione

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Secondo quanto riportato nel post, la violazione dei dati sarebbe avvenuta nel settembre 2024 e includerebbe circa 239.000 righe di dati dei clienti di concessionarie. La pubblicazione è avvenuta il giorno 28 settembre 2024 sul noto sito BreachForums, con il Threat Actor 888 che ha reso disponibili i dati al pubblico.

Non è chiaro sapere come sia avvenuta l’esfiltrazione ma, presumibilmente i dati compromessi dovrebbero includere:

  • Numero ordine di riparazione
  • Numero cliente
  • Nome completo
  • Numero di telefono
  • VIN (numero di identificazione del veicolo)
  • Chilometraggio
  • Data di apertura e chiusura ordine di riparazione
  • Importo ordine di riparazione
  • Informazioni riguardanti il pagamento del cliente

Attualmente, non siamo in grado di confermare con precisione l’accuratezza delle informazioni riportate, poiché non è stato rilasciato alcun comunicato stampa ufficiale sul sito web riguardante l’incidente.

Comunicato ufficiale dell’azienda


In data 29 settembre, l’azienda ha rilasciato un post sui Social Network dove informa che molti dei concessionari stanno affrontando notevoli interruzioni e che l’impatto sull’operatività e sul servizio ai clienti è innegabile.
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La dichiarazione da parte dell’azienda, fa presumibilmente pensare che l’interruzione dei servizi e l’esfiltrazione dei dati sono in qualche modo collegati e portati a segno probabilmente dallo stesso Threat Actor.

Conclusioni


La presunta violazione dei dati dei clienti da parte di 888 evidenzia l’importanza cruciale della sicurezza informatica. Le aziende devono rimanere vigili e adottare misure proattive per proteggere i dati dei loro clienti. Nel frattempo, i clienti coinvolti dovrebbero monitorare attentamente le loro informazioni personali e adottare misure precauzionali per proteggersi da potenziali minacce.

Come nostra consuetudine, lasciamo sempre spazio ad una dichiarazione da parte dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti sulla vicenda. Saremo lieti di pubblicare tali informazioni con uno specifico articolo dando risalto alla questione.

RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, nel caso in cui ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono utilizzareredhotcyber.com/whistleblowerla mail crittografata del whistleblower.

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L’importanza dell’Esposizione al Rischio. La Differenze tra Internet e Intranet


L’esposizione al rischio è un concetto fondamentale in ambito tecnologico e aziendale, che si riferisce alla potenziale vulnerabilità di un sistema, di dati o di un’intera organizzazione agli attacchi informatici, ai guasti o ad altre minacce. Con la crescente dipendenza dalle tecnologie digitali, comprendere l’esposizione al rischio è diventato essenziale per garantire la sicurezza delle informazioni e la continuità operativa. In particolare, è importante distinguere tra i rischi associati all’uso di Internet e quelli legati alle reti interne, come l’intranet.

Esposizione al Rischio: Definizione Generale


L’esposizione al rischio rappresenta il grado in cui un’organizzazione o un sistema è suscettibile a potenziali minacce. Queste minacce possono variare dall’accesso non autorizzato ai dati, alle interruzioni di servizio, fino al furto di informazioni sensibili. L’esposizione al rischio dipende da vari fattori, tra cui la complessità del sistema, la presenza di vulnerabilità, la configurazione della rete e le misure di sicurezza implementate.

Internet: Rischi e Vulnerabilità


Internet è una rete globale, pubblica e accessibile a chiunque. La sua natura aperta espone gli utenti a una vasta gamma di rischi, tra cui:

  1. Cyberattacchi: Malware, phishing, attacchi DDoS e ransomware sono solo alcuni degli attacchi che possono colpire gli utenti su Internet. Gli hacker possono sfruttare le vulnerabilità nei sistemi per accedere a informazioni sensibili o interrompere i servizi.
  2. Furto di Dati: Su Internet, le informazioni possono essere intercettate durante la trasmissione. Senza l’uso di protocolli di sicurezza adeguati, come SSL/TLS, i dati personali e finanziari possono essere rubati.
  3. Accesso Non Autorizzato: Poiché Internet è accessibile pubblicamente, è più difficile limitare l’accesso solo agli utenti autorizzati. Gli attacchi di forza bruta e le vulnerabilità del software possono permettere a malintenzionati di ottenere accesso non autorizzato ai sistemi.
  4. Infezioni da Malware: Scaricare file, visitare siti web compromessi o aprire email sospette può portare all’infezione da malware, con conseguenze devastanti per i dati e i sistemi.


Intranet: Un Ambiente Più Controllato, ma non Immunizzato


L’intranet, al contrario, è una rete privata utilizzata all’interno di un’organizzazione. Di solito, è accessibile solo ai dipendenti o ai membri autorizzati, il che riduce notevolmente l’esposizione a minacce esterne. Tuttavia, l’intranet non è esente da rischi:

  1. Rischi Interni: Gli attacchi provenienti dall’interno dell’organizzazione, come dipendenti insoddisfatti o negligenti, rappresentano una minaccia significativa. Questi individui potrebbero avere accesso a informazioni sensibili e potrebbero sfruttare le vulnerabilità della rete interna.
  2. Accesso Remoto: Con l’aumento del lavoro remoto, l’accesso all’intranet da fuori l’organizzazione può introdurre nuovi rischi, specialmente se le connessioni non sono adeguatamente protette attraverso VPN o altri mezzi sicuri.
  3. Mancanza di Aggiornamenti: Poiché l’intranet è una rete chiusa, può esserci una tendenza a sottovalutare l’importanza di aggiornare regolarmente i sistemi e le applicazioni, esponendosi così a vulnerabilità già note.
  4. Gestione dei Permessi: Una gestione inadeguata dei permessi e dei ruoli degli utenti può portare a un’esposizione non necessaria dei dati all’interno dell’organizzazione.


Confronto tra Internet e Intranet


Mentre Internet è caratterizzato da una maggiore esposizione a rischi esterni, l’intranet si concentra sui rischi interni. Su Internet, la sicurezza si basa sull’implementazione di barriere esterne, come firewall e crittografia, per proteggere i dati. Sull’intranet, invece, la protezione è più orientata alla gestione dell’accesso e al monitoraggio delle attività interne.

  • Accessibilità: Internet è aperto e globale, mentre l’intranet è limitata agli utenti interni.
  • Rischi Primari: Internet è vulnerabile principalmente ai cyberattacchi esterni, mentre l’intranet è più esposta ai rischi provenienti dall’interno.
  • Sicurezza: Su Internet, la sicurezza si concentra sulla protezione dei confini, mentre sull’intranet l’attenzione è sulla gestione degli accessi e delle informazioni.


Conclusione


Comprendere l’esposizione al rischio è cruciale per sviluppare strategie di sicurezza efficaci. Sebbene Internet e intranet presentino rischi distinti, entrambi richiedono una gestione attenta per proteggere le informazioni sensibili e garantire la continuità operativa. La consapevolezza delle differenze tra questi due ambienti aiuta le organizzazioni a implementare misure di sicurezza adeguate, minimizzando l’esposizione al rischio e proteggendo i propri asset digitali.

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All’Onu c’è una proposta per riformare la fiscalità globale


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il nuovo articolo di @valori@poliversity.it
Già votato dai Paesi del Sud del mondo, il testo trova l’opposizione dei Paesi più ricchi, che vogliono mantenere i paradisi fiscali
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valori.it/onu-proposta-fiscali…



Importante operazione contro la rete di narcotrafficanti albanesi in Italia: 66 arresti


Immagine/foto
Un momento della conferenza stampa

Una rete di contrabbando di cocaina su larga scala è stata smantellata dalle autorità di Italia, Albania, Polonia e Svizzera, supportate da #Eurojust.
Durante la giornata di azione finale, sono stati arrestati in totale 45 sospettati, la maggior parte dei quali in Italia. Tra i fermati referenti della Sacra Corona unita.
In precedenza, sono stati arrestati 21 sospettati coinvolti nella vendita di cocaina nella città di Brescia e nei dintorni. In totale, sono stati effettuati 66 arresti.
Il gruppo criminale organizzato guidato dagli albanesi, vendeva cocaina dall'America Latina da almeno quattro anni, principalmente nel nord Italia.

Eurojust ha istituito un centro di coordinamento per supportare e coordinare le azioni di tutte le autorità coinvolte. Nel corso delle indagini e della giornata di azione, sono stati sequestrati contanti per un importo stimato di 4 milioni di euro, oltre a 360 chilogrammi di cocaina, veicoli e orologi di lusso, apparecchiature per telecomunicazioni, armi e munizioni.

Le indagini sulla rete di spaccio di droga sono iniziate nel 2020 su richiesta della Procura della Repubblica di Brescia. La organizzazione utilizzava cinque magazzini e centri di stoccaggio a Brescia e nei dintorni per distribuire la cocaina.

Gli indagati hanno riciclato i loro profitti illeciti tramite una vasta rete di imprese gestite da un'organizzazione italo-cinese creata a questo scopo, che ha fornito fatture false per un valore complessivo di circa 375 milioni di euro. I membri della organizzazione devono rispondere di traffico di droghe illecite, riciclaggio di denaro e frode sugli investimenti.

Durante la giornata di azione oltre 400 ufficiali sono stati schierati in tutta Italia. Eurojust ha istituito un centro di coordinamento presso la sua sede all'Aia e ha supportato l'esecuzione dei mandati di arresto europei e delle richieste di mutua assistenza giudiziaria nei confronti di Albania e Svizzera.
Europol ha a sua volta facilitato lo scambio di informazioni tra i paesi coinvolti e ha fornito un coordinamento operativo e un supporto analitico. Il giorno dell'azione, un analista Europol con un ufficio mobile è stato dispiegato per effettuare un controllo incrociato delle informazioni sul posto in Italia.

Le operazioni sono state eseguite su richiesta della Procura di Brescia tramite: per l' Italia: #GuardiadiFinanza - Comando provinciale di Brescia; Servizio centrale investigativo per la criminalità organizzata (SCICO), Roma; Ufficio di collegamento del Servizio di cooperazione internazionale di polizia, Tirana
Polonia: Procura di Varsavia; Ufficio centrale investigativo di polizia
Albania: Procura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata (SPAK); Polizia di Stato albanese
Svizzera: Ufficio del procuratore generale; Polizia federale (Fedpol)



L’hacker 24enni che ha colpito il Ministero di Giustizia sfruttava VPN anonime e crittografia multilivello


Nel corso di una operazione finora inedita nel nostro Paese, è stato arrestato in provincia di Caltanissetta dai poliziotti del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche) del Servizio polizia postale e dei Centri operativi per la sicurezza cibernetica (Cosc) di Napoli e Catania, diretti dalla Procura di Napoli e coordinati dalla Procura nazionale antimafia, un hacker di 24 anni, che si è reso responsabile di numerosi attacchi alle infrastrutture dei sistemi informatici della giustizia e di alcuni domini critici di enti nazionali strategici.

L’hacker 24enne era stato in precedenza collegato ad alcuni procedimenti penali per la gestione di un black market illegale insieme ad altre persone, sottoposti anche loro alle indagini e alle perquisizioni effettuate dagli agenti della Postale. Proprio per verificare la sua posizione in merito aveva iniziato la sua attività di intrusione nei sistemi della Giustizia.

Gli esperti informatici della Polizia postale hanno ricostruito i passaggi del giovane che, per raggiungere l’anonimato, era riuscito a nascondere la sua attività criminale dietro a ben quattro livelli di sicurezza e cifratura passando per server esteri, Vpn (Virtual private network) anonime, macchine virtuali e meccanismi di cifratura.

Forte di questa sua presunta inafferrabilità, era riuscito a penetrare sistemi informatici critici utilizzando varie tecniche, tra cui la violazione di reti per lo smart working, campagne di phishing e la violazione di credenziali di amministratore; una volta entrato poi, si era appropriato di migliaia di informazioni riservate, modificando le difese del sistema colpito per cancellare accuratamente le proprie tracce.

Il bottino dell’hacker, dopo aver compromesso i sistemi informatici fino a tentare di prenderne il totale controllo, è stato accertato consistere in migliaia di documenti riservati, atti giudiziari e dati personali trafugati, che si aggiungono ai guadagni, già di per se illeciti, ottenuti prendendo il controllo di alcuni black market presenti sul darkweb, per i quali è scattato il sequestro di milioni di euro presso agenzie di exchange in tutto il mondo.

Dalle indagini è emerso inoltre che il ragazzo, informatico di professione, era inserito in un più ampio ambito criminale ancora tutto da definire e che, grazie alle chat e agli spazi del dark web monitorati dai poliziotti, se ne stanno ricostruendo i legami di appartenenza con reti di gruppi hacker, italiani ed esteri, più articolati e collegati anche alla criminalità dell’isola.

Tra le vittime finora accertate ci sono gestori telefonici e telematici, fornitori di servizi satellitari e persino i sistemi della Guardia di Finanza.

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"Questi bambini non vedranno mai i loro cari e la colpa è Sua e dell'Unione Europea, signor Borrell" - Dalla Russia - L'Antidiplomatico
lantidiplomatico.it/dettnews-q…


Trent’anni di Gas: nascita, evoluzione e futuro dei Gruppi d’acquisto solidale


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il nuovo articolo di @valori@poliversity.it
I tre decenni che hanno trasformato l'esperimento di un gruppo di amici nella pratica d'acquisto solidale di 6 milioni di italiani
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Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato per la liberazione di Julian Assange: Deborah Bergamini, Fa…


"Julian Assange è stato condannato per aver compiuto atti di giornalismo. Questo è un chiaro esempio di incarcerazione motivata politicamente.


"Vorrei anche ringraziare Julian Assange, non solo per il coraggio che ha dimostrato nel corso degli anni, ma anche per il fatto che appena tre mesi dopo il suo rilascio è arrivato al cospetto del Consiglio d'Europa e alla sua Assemblea parlamentare.


"Condivido pienamente il profondo allarme del Relatore per le profonde implicazioni che la precedente detenzione di Assange e la sua successiva condanna [tramite una dichiarazione di colpevolezza per aver comunicato con una fonte] ai sensi dell'Espio…


L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) ha riconosciuto Julian Assange come 'prigioniero politico' e mette in guardia contro gli effetti agghiaccianti del suo duro trattamento.





Threads degrades their fediverse integration, a separate ActivityPub-based Island Network launches, and more news about Ghost and ActivityPub.


Last Week in Fediverse – ep 86

Threads degrades their fediverse integration, a separate ActivityPub-based Island Network launches, and more news about Ghost and ActivityPub.

Threads delays posts for 15 minutes before federating


Threads’ latest update has degraded the value of their fediverse integration. Posts made on Threads will now always be delayed by 15 minutes before they are delivered to the rest of the fediverse, if fediverse sharing is turned on. The 15 minute delay is added for the purpose of post editing; posts on Threads can now be edited for 15 minutes after they are created. This used to be 5 minutes, both as a window for editing posts as well as the delay to be send out to the rest of the fediverse.

A 15 minute delay is a long time in microblogging, and significantly impacts things like breaking news, and live-posting sports events. It also meaningfully impacts the ability to have a back-and-forth conversation with people in a comment section. The delay itself is already an issue, but things get even more problematic when taken into consideration that during live events, Threads posts with a 15 minute delay are now mixed with fediverse posts without a delay and presented as happening during the same time. This was already noticeable during yesterday’s U.S. VP debate, an event where people use microblogging for the real-time reaction. But part of the real-time reactions was actually 15 minutes delayed, while another part was not, which creates even more confusing experience. A Threads engineer says that they will want to solve this problem ‘eventually’, but that it will probably come after Threads has implemented full bi-directional interoperability.

This news is not a great start for the Social Web Foundation either, which launched last week with criticism from the wider fediverse developer community for having Meta as one of their supporting members. There is a distrust of Meta’s intention within the fediverse, and them degrading their fediverse integration is likely not helping.

Website League


The Website League is a new social networking project that has arisen out of the demise of Cohost. Cohost was a social media site for the last 2 years, that has shut down, and on October 1st the website entered read-only mode. Cohost had a dedicated user base who appreciated the community that they’ve build on the site. Website League is a new project by users of Cohost (the Cohost staff is not involved) to build a successor network in Cohost’s place.

What makes Website League stand out is that it is a federated Island Network, described by Website League themselves as ‘a bunch of smallish websites that talk to each other’. This federated social network is using ActivityPub, but deliberately does not connect to the rest of the fediverse. Instead, it is an allowlist-based form of federation, where only websites/servers who agree to the Website League’s central set of rules can join.

The Website League has a big focus community organisation and governance. Even though the project is very young, and launched under time pressure of the deadline of Cohost closing, there are already multiple systems in place with an active Loomio for Stewardship, a wiki and more. The Website League provides a different vision of what a federated social network build on top of ActivityPub can look like, and I’m very curious to see where the project will go.

Ghost and Fedify


Ghost published their latest update on their work on adding ActivityPub, with more information about their upcoming beta. Ghost is slowly starting their beta process soon, making it clear that this is indeed a testing program, and data loss should be expected for people who are participating. They also said more about the performance and scaling of Ghost and ActivityPub. Sending out a newsletter over ActivityPub to 5000 subscribers turned out to need 10 servers, which indicates how resource-intensive and expensive ActivityPub can be. As a result, ActivityPub followers will count towards Ghost Pro billing, as Ghost Pro charges based on the number of members an account has.

Fedify, an open-source framework that simplifies building federated server apps, is now officially in version 1.0. Ghost’s ActivityPub integration is build on top of Fedify, and Ghost is sponsoring the Fedify developer as well.

The Links


That’s all for this week, thanks for reading!

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#fediverse

fediversereport.com/last-week-…




La loro "democrazia" passa istituendo uno stato di polizia e tra poco alla legge marziale. Bel governo democratico, ma si sa ora in Europa va di moda la repressione "democratica".
lindipendente.online/2024/10/0…



Anduril mira a conquistare lo spazio. Ecco come

@Notizie dall'Italia e dal mondo

[quote]La startup della difesa statunitense Anduril scalda i motori per lanciarsi alla conquista del mercato spaziale militare. L’azienda, che prende il nome dalla celebre spada del Signore degli Anelli, ha firmato sia un nuovo contratto con la Space Force che una partnership strategica per la fornitura di bus satellitari



Hezbollah resiste in Libano del sud. Israele si prepara a colpire gli impianti petroliferi iraniani


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Si combatte nel Libano del sud dove Israele registra le prime perdite negli scontri con i combattenti di Hezbollah. Il governo Netanyahu intanto prepara la rappresaglia all'attacco missilistico lanciato ieri



Rotta artica, perché la Cina ha mandato lì la sua Guardia costiera

@Notizie dall'Italia e dal mondo

[quote]Cina e Russia stanno rafforzando il loro posizionamento nell’Artico. Con il rapido incedere dei cambiamenti climatici, rotte una volta neanche lontanamente percorribili si stanno ora aprendo, complice lo scioglimento dei ghiacciai. In particolare, la nuova rotta artica, che interessa diversi Paesi del Nord del mondo, è



“Lavoro, poi stacco”: una legge per una cultura del lavoro a prova di tecnologia


@Politica interna, europea e internazionale
Appena depositata alla Camera la proposta di legge “Lavoro, poi stacco” per rendere il diritto alla disconnessione finalmente riconosciuto dall’ordinamento italiano. Un disegno di legge portato avanti dall’Associata, associazione di studenti e professionisti romani, con la quale



Internal emails from Springfield, Ohio reveal what has happened in the city after Donald Trump and JD Vance spread the conspiracy that Haitians are eating pets.#FOIA
#FOIA


ERDOGAN CONTRO ISRAELE: PRIMA O POI VERRÀ FERMATO
Tutti gli Stati e le organizzazioni internazionali, in particolare l'ONU, devono fermare Israele senza perdere altro tempo”.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato l'operazione di terra di Israele in Libano e ha esortato le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali a fermare Israele senza “perdere altro tempo”.

L'esercito israeliano ha dichiarato di aver lanciato un'offensiva di terra in Libano e che le sue forze hanno ingaggiato scontri martedì, intensificando il conflitto dopo una settimana di intensi attacchi aerei che hanno ucciso centinaia di persone.

Erdogan ha anche paragonato Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele, a Hitler.
"Proprio come Hitler, che si vedeva in uno specchio gigante, è stato fermato, Netanyahu sarà fermato allo stesso modo”.
-CGTN Europe



Intervento di Sergey Lavrov, Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa, al Dibattito Generale svoltosi nell’ambito dei lavori della 79esima sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU
New York, 28 settembre 2024

I punti principali dell’intervento:

• Oggi il mondo si trova nuovamente a dover affrontare sfide di enorme portata, le quali ci richiedono di unire le forze, anziché scegliere lo scontro e la brama di perseguire il dominio globale.

• Per la Maggioranza mondiale è evidente che il clima di scontro e l’egemonismo non risolveranno neppure una delle problematiche esistenti a livello globale. Essi si limitano a rallentare artificiosamente il processo oggettivo che sta portando alla formazione di un ordine mondiale multipolare.

• La Russia si schiererà sempre dalla parte dei principi legati all’impegno congiunto, alla verità e al diritto, alla pace e alla cooperazione in favore della rinascita di quelli che furono gli ideali definiti dai padri fondatori [delle Nazioni Unite].

• I livelli inauditi di arroganza e aggressività raggiunti dalla politica occidentale nei confronti della Russia non solo sviliscono il significato stesso del principio di “cooperazione globale” promosso dal Segretario Generale dell’ONU, ma stanno ostacolando sempre di più il funzionamento dell’intero sistema di governance globale, compreso il lavoro del Consiglio di Sicurezza.

• Il Segretariato delle Nazioni Unite non può esimersi dal cercare di appurare la verità in quelle situazioni che vanno a intaccare in maniera diretta la sicurezza globale, ed ha l’obbligo di ottemperare scrupolosamente all’Articolo 100 della Carta dell’ONU, che stabilisce che esso debba agire in maniera imparziale ed evitare di lasciarsi tentare dalla possibilità di assecondare singoli Paesi; tanto meno se si tratta di quelli che esortano apertamente non alla cooperazione, ma bensì a una divisione del mondo tra “prati fioriti” e “giungle”, o anche tra “coloro che pranzano al tavolo della democrazia” e coloro che invece “si ritrovano sul menù”.

• Desidero ricordare, in particolare ai colleghi del Segretariato ONU, che la Carta delle Nazioni Unite non tratta soltanto di integrità territoriale. Nel primo articolo della Carta viene sancito l’obbligo di rispettare i principi di uguaglianza dei diritti e di autodeterminazione dei popoli.

• Un ordine mondiale più giusto presuppone, senza dubbio, un ampliamento della rappresentanza del Sud globale presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Noi ribadiamo la nostra posizione a sostegno delle candidature del Brasile e dell’India e, al tempo stesso, la nostra approvazione delle già note iniziative avanzate dall’Unione Africana.



The technology, which marries Meta’s smart Ray Ban glasses with the facial recognition service Pimeyes and some other tools, lets someone automatically go from face, to name, to phone number, and home address.#News #Privacy


LinkedIn, Udemy, PayPal, they've all had weird opt-in, opt-out stories. And, a dangerous side effect of Waymo's driverless cars.

LinkedIn, Udemy, PayPal, theyx27;ve all had weird opt-in, opt-out stories. And, a dangerous side effect of Waymox27;s driverless cars.#Podcast



Altro che cancellare le accise sui carburanti, il Governo Meloni-Salvini vuole aumentarle: è scritto nero su bianco


@Politica interna, europea e internazionale
Il Governo Meloni ha intenzione di alzare le accise sul diesel. Lo si legge nel Piano strutturale di Bilancio di medio termine 2025-2029 pubblicato nei giorni scorsi dal Ministero dell’Economia, dove tra gli “obiettivi” del “riordino delle



Israele si prepara ad attaccare l’Iran e colpire gli impianti petroliferi


@Notizie dall'Italia e dal mondo
La risposta di Tel Aviv sarà dura e punterà a provocare danni seri, soprattutto all'economia iraniana. Gli Stati Uniti provano a limitare la portata dell'intervento ma la pressione di Washington non fermerà Netanyahu e gli USA hanno già assicurato il proprio



Pubblicato il nuovo numero di BRICKS intitolato "Digitale nella scuola: fisicità, non solo virtualità"

"In questo numero abbiamo chiesto di raccontare attività in cui studentesse e studenti sono stati chiamati a interagire con il mondo fisico attraverso dispositivi digitali. Dunque attività in cui il dispositivo digitale non era solo strumento di comunicazione e di collaborazione tra persone o strumento per la produzione di artefatti digitali quali test, immagini, video, animazioni ma strumento per agire sul mondo fisico: per muovere oggetti e per realizzare oggetti o per “aumentare” oggetti."

Bricks è la rivista online per la scuola, edita in collaborazione da AICA e SIe-L., nata per promuovere l’innovazione nella didattica con il contributo del digitale nonché lo sviluppo delle competenze informatiche e digitali degli studenti.

Per questo dà la parola non solo a docenti e dirigenti scolastici, ma anche a professionisti della formazione, ricercatori e innovatori digitali perché raccontino le proprie concrete esperienze: ne risulta una raccolta di buone pratiche didattiche, spesso trasferibili anche in altri contesti.
Ogni numero di Bricks è dedicato a un Tema specifico accompagnato da alcune rubriche ricorrenti

@Scuola - Gruppo Forum

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Lama continuò a parlare bigarella.wordpress.com/2024/1…



Il quotidiano [«l’Unità»] puntava ad esprimersi attraverso un linguaggio semplice, schietto e persuasivo: la sua funzione era quella di educare l’elettorato del Pci, tanto che nelle intenzioni di Palmiro Togliatti c’era l’idea che «diventasse il Corriere della Sera del proletariato». Il picco delle vendite venne raggiunto durante gli anni Settanta, quando il giornale arrivò ad oltre 94 milioni di copie vendute. In questo periodo, alla direzione del quotidiano si sarebbero succeduti Luca Pavolini, direttore dal 1975 al 1977, e Alfredo Reichlin, dal 1977 al 1981. Seppur diverse tra loro (basti ricordare, ad esempio, che Reichlin durante il decennio lavorò a fianco di Enrico Berlinguer nella direzione nazionale del partito), le due direzioni ebbero il merito di fare del giornale uno strumento e una forma di condivisione di quella linea dell’intransigenza adottata dal Partito comunista nei confronti del fenomeno terrorista apparso in Italia all’inizio del decennio. Durante gli anni di piombo, il mondo del giornalismo non fu solo centrale all’interno per il sistema d’informazione del paese, ma fu anche uno degli sfortunati protagonisti che, insieme alla magistratura, al corpo di polizia e alla classe dirigente italiana, subirono con maggiore frequenza e ferocia gli attacchi dei gruppi terroristici, in particolare della frangia più estrema e organizzata rappresentata proprio dalle Brigate rosse. Fu questo, ad esempio, il caso del vice-direttore de «La Stampa» Carlo Casalegno, primo giornalista ucciso dalle Br, e del cronista de «Il Corriere della sera» Walter Tobagi, rispettivamente morti il 29 novembre 1977 e il 28 maggio 1980. Durante la stagione degli anni di piombo «l’Unità» si sarebbe resa portavoce di quel tentativo culturale, politico e ideologico, portato avanti dal Pci e orientato a infondere una speranza nel futuro della Repubblica. Lo si evince con chiarezza nell’articolo di Giorgio Amendola pubblicato il 12 giugno 1977, in cui si affermava: «oggi intendiamo difendere lo Stato repubblicano, anche se ne vediamo esattamente le piaghe create dalla mancata attuazione della Costituzione. Ma sono queste piaghe che vogliamo eliminare, attraverso un’opera di risanamento e rinnovamento che esige il concorso della maggioranza del popolo» <54.
Conclusasi la parentesi degli anni di piombo, a partire dall’inizio degli anni Ottanta il giornale affrontò la prima crisi delle vendite, passando da 100 milioni di copie annue nel 1981 a 60 milioni nel 1982. A determinare questo esito avrebbe certamente contribuito la diffusione di una stampa concorrente: lo sviluppo di quotidiani come «La Repubblica», ad esempio, segnò un momento di transizione per i quotidiani di partito poiché i lettori cosiddetti “non fidelizzati” avrebbero potuto ora trovare le informazioni sulle pagine di giornali più generalisti che disponevano di eccellenti redazioni politiche ed economiche e che utilizzavano un linguaggio lontano dai tecnicismi della politica e, dunque, più facilmente comprensibile. Per potenziare il numero delle vendite, nel 1986, il quotidiano avrebbe dato il via libera alla distribuzione della rivista satirica «Tango». Cinque anni più tardi, nel 1991, «l’Unità» avrebbe cessato di essere organo di partito, passando nelle mani di Walter Veltroni che avrebbe rivoluzionato il quotidiano arricchendolo di gadget a pagamento da vendere ai lettori: videocassette di film, audiocassette, ristampe di album delle figurine Panini rappresentano il nuovo orizzonte del quotidiano.
19 febbraio 1977: «Ferma condanna in tutto il paese dell’aggressione squadristica di Roma»
Particolarmente interessante fu il modo in cui l’organo di stampa del Partito comunista decise di interpretare i fatti del 17 febbraio del 1977, quando il segretario della Cgil Luciano Lama aveva presieduto un comizio sindacale presso l’università La Sapienza di Roma, sul tema dei precari. Il discorso di Lama era iniziato in questo modo: «i lavoratori, i sindacati sono venuti qui per ragionare, per parlare, per ascoltare con calma. La manifestazione di oggi non è fatta, come qualcuno ha detto, con i carri armati: migliaia di lavoratori e di studenti vogliono raccogliersi per discutere di un problema vitale per l’intera società» <55. Le parole che venivano diffuse dagli altoparlanti del dodge rosso che fungeva da palco per i rappresentanti della Federazione sindacale Cgil, Cisl e Uil, vennero inizialmente ascoltate dal pubblico di studenti, lavoratori e sindacalisti presenti quel giovedì mattina in Piazza della Minerva; tuttavia non era sfuggito agli occhi attenti del servizio d’ordine dell’organizzazione sindacale, un movimento sviluppatosi al lato del camion rosso, iniziato dagli esponenti degli “indiani metropolitani” e da quelle forze che poi «l’Unità» si sarebbe ostinata a definire «degli autonomi» (alcuni dei gruppi coinvolti nel cosiddetto “Movimento del ‘77”). Lama continuò a parlare, nonostante i manifestanti avessero alzato al cielo un fantoccio di cartapesta raffigurante lo stesso Lama, con un chiaro incoraggiamento rivolto ai giovani studenti «A chi grida che vogliamo affrontare il “movimento” rispondiamo che non abbiamo mai pensato di agire senza, e tantomeno contro le grandi masse di giovani – sottolineava Lama – dobbiamo lottare e vincere assieme la grande battaglia per il rinnovamento dell’intera società, battere e vincere il fascismo, le tentazioni reazionarie, le provocazioni eversive, ogni violenza o tentazione irrazionali» <56. Come riferiva nella sua ricostruzione un articolo de «l’Unità», pubblicato il 20 febbraio, inizialmente «c’era voglia di dialogare, di polemizzare magari duramente, ma con la forza delle sole idee» <57. Il comizio sindacale organizzato dalla Federazione e dal Partito comunista aveva preso accordi con il movimento studentesco: dopo il comizio di Lama, sarebbe stato uno studente del movimento a prendere la parola; tuttavia la situazione degenerò poco prima che il segretario della Cgil potesse completare il suo discorso, quando, dalle file degli “autonomi”, vennero lanciati dei palloncini pieni di vernice contro il palco della Federazione. Il servizio d’ordine
dell’organizzazione sindacale si scagliò contro gli studenti e i manifestanti brandendo degli estintori per farsi largo tra la folla. La manifestazione si era sciolta lasciando spazio ad un feroce scontro tra studenti e forze dell’ordine, gli “indiani americani” e il gruppo degli “autonomi”, e tra gli uni e gli altri, indistinguibili a quel punto in Piazza della Minerva.
Nei giorni seguenti quella che passò alla storia come “la cacciata di Lama” dal comizio e gli scontri dell’ateneo romano sarebbero stati ripresi da tutti i principali organi di stampa. Il primo a denunciare le aggressioni fu, il 19 febbraio, proprio «l’Unità» che, in prima pagina, usciva con il titolo “Ferma condanna in tutto il paese dell’aggressione squadristica di Roma” <58. La posizione dell’organo ufficiale del Partito comunista sui fatti dell’ateneo romano era esplicita: la colpa era da attribuirsi ad «uno squadrismo dall’etichetta di sinistra, espressione dei gruppi che si muovono nell’area della cosiddetta “autonomia”» <59; e l’obiettivo di tali gruppi era quello «di paralizzare le istituzioni, di provocare l’ingovernabilità dell’Università e del Paese» <60.
Nel giorno di domenica 20 febbraio la direzione di Alfredo Reichlin pubblicava in prima pagina il “Documento della direzione Pci dopo i fatti di Roma”, nel quale il gruppo dirigente del Partito comunista proponeva «unità e iniziativa di massa contro lo squadrismo, per rinsaldare il legame fra giovani e democrazia» <61. La direzione del Pci esprimeva lo «sdegno» dei comunisti per la serie di atti che, a partire dall’Università di Roma, si stavano susseguendo in tutti gli atenei italiani. Dal nord a sud le maggiori università d’Italia erano state prese d’assalto da gruppi che, approfittando della occupazione imposta dagli studenti negli atenei, riuscivano a prendere il sopravvento, allontanando sempre di più i giovani dal dialogo con la classe politica italiana. Proprio perché l’emergenza non rappresentava un caso isolato alla capitale italiana, la dirigenza del Partito comunista considerava «necessaria una pressione unitaria perché lo Stato democratico agisca risolutamente contro tutte le centrali eversive e le formazioni squadristiche e armate – scrive la Direzione del Pc – ciò che si deve difendere è innanzitutto la possibilità della piena esplicazione della vita democratica, del dibattito e del confronto nella scuola, nell’università, nella società» <62. Nello stesso numero del quotidiano, in un articolo intitolato “Commenti della stampa: verità e deformazioni”, il Partito comunista denunciava la «soddisfazione dei giornali della destra per l’attacco squadristico» <63. Le lamentele erano soprattutto rivolte a «Il Giornale» ma anche a «la Repubblica». I comunisti riferivano nell’articolo le parole del foglio di Montanelli che «si augura che i fatti romani possano costituire una scintilla per lo scatenamento di una “rabbia” generale contro le sinistre e i sindacati» <64. «La Repubblica», invece, veniva accusata di aver riportato nei suoi articoli una versione stravolta dei fatti accaduti in Piazza della Minerva il 17 febbraio, attribuendo la responsabilità degli avvenimenti agli aggrediti e non agli aggressori, comeriportava nel titolo “Il comizio di Lama scatena gravi incidenti”. «Nessuna parola di condanna si legge su “la Repubblica” nei confronti di chi ha tentato di abolire la libertà di manifestazione e di parola» <65, mentre era stata apprezzata la linea di solidarietà espressa dal Partito socialista nelle righe de «l’Avanti!».
Dall’analisi degli articoli citati si evince come la condanna del Partito comunista nei confronti dei gruppi eversivi fosse ferma e decisa; tuttavia nelle pagine del quotidiano «l’Unità» veniva taciuto un aspetto che potrebbe essere ritenuto centrale all’interno del contesto degli scontri di Roma. La stampa comunista, infatti, in nessun articolo avrebbe menzionato il fatto che il 12 febbraio 1977, cinque giorni prima del comizio di Lama, era stata prevista in Via delle Botteghe Oscure una riunione del Pci nella quale vennero convocati anche alcuni membri della Federazione sindacale e il Segretario della Camera del Lavoro di Roma, Bruno Vittoriano. Sarebbe stato proprio quest’ultimo, in un’intervista pubblicata postuma su «la Repubblica», a dichiarare al giornalista Luca Villoresi, che quello che doveva essere un comizio sindacale aveva “tacitamente” assunto un altro obiettivo: la manifestazione dei precari sarebbe dovuta diventare l’occasione per scacciare gli occupanti dall’ateneo romano. I vari accordi presi dal sindacato con il movimento studentesco saltarono: Lama non avrebbe più parlato sulle scale del Rettorato ma dal furgone rosso con il quale la Federazione era abituata ad aprire le file dei cortei; il rappresentante degli studenti occupanti non avrebbe più esposto la sua testimonianza; il servizio d’ordine per l’evento sarebbe stato garantito non dalle forze della polizia, ma dall’organizzazione sindacale. «A riveder oggi le posizioni di tanti protagonisti dell’epoca, sembra davvero che quella manifestazione fosse figlia di nessuno – dichiarava Vittoriano – mentre invece, diciamolo, la situazione precipitò perché qualcuno scelse, anche consapevolmente, la strada dell’atto di forza» <66. Il riferimento del Segretario della Camera del Lavoro era certamente indirizzato al Pci e alla sua scelta di rendere quel comizio sindacale una manifestazione di più largo respiro <67. Nelle pagine del «l’Unità» non fu fatto cenno neppure all’atteggiamento provocatorio che il servizio d’ordine della Federazione aveva assunto non appena entrato in Piazza della Minerva: le “tute blu”, infatti, erano arrivate armate di secchi di vernice bianca e pennelli, pronti a cancellare le scritte di protesta che erano apparse sui muri intorno alla facoltà nei precedenti 14 giorni di occupazione, prima tra tutte fu cancellata la scritta «i Lama stanno nel Tibet». Le provocazioni arrivarono certamente anche da parte dai movimenti studenteschi, dal fantoccio raffigurante il segretario della Cgil ai cori che recitavano «Lama nessun l’ama». Tuttavia, mentre in merito a queste provocazioni si trovano numerosi riferimenti tra le righe degli articoli pubblicati nei giorni che seguirono i fatti di Roma, del vero intento del Partito comunista, ossia quello di mandare un messaggio ben preciso alla popolazione, ossia che il Pc stesse lavorando in difesa delle istituzioni, non si dava neppure un accenno.
Contemporaneamente al problema dei movimenti sociali, a partire dal 1976 le istituzioni italiane dovettero anche affrontare l’ascesa dell’organizzazione rivoluzionaria delle Brigate rosse, guidata dal brigatista Mario Moretti, artefice della strategia condotta contro il cuore dello Stato italiano, che avrebbe colpito non solo gli alti dirigenti delle fabbriche e volti noti della politica, ma anche professionisti, magistrati e giornalisti, come il vice direttore de «la Stampa» Carlo Casalegno.

[NOTE]54 Giorgio Amendola, Difendere la Repubblica, in «l’Unità» del 12 giugno 1977, ora in Archivio storico de «l’Unità».
55 Discorso di Luciano Lama alla manifestazione in Piazza della Minerva del 17 febbraio 1977, in «l’Unità», 19 febbraio 1977.
56 Ibidem.
57 Roberto Roscani, Studenti e operai insieme al comizio dei sindacati, in, «l’Unità», 20 febbraio 1977.
58 Gregorio Botta, Ferma condanna in tutto il paese dell’aggressione squadristica di Roma, in, «l’Unità» del 19 febbraio 1977.
59 Marisa Musu, I comunisti discutono gli incidenti, in, «l’Unità» del 20 febbraio 1977.
60 Ibidem.
61 Direzione del Partito comunista, Documento della direzione Pci dopo i fatti di Roma, in, «l’Unità» del 20 febbraio 1977.
62 Ibidem.
63 La Direzione del Partito comunista, Commenti della stampa: verità e deformazioni, in, «l’Unità» del 20 febbraio 1977.
64 Ibidem.
65 Ibidem.
66 Luca Villoresi, Così andò quella mattina del 1977, quando Lama…, in «la Repubblica», 1987, ora in archivio storico de «la Repubblica».
67 Ibidem.
Francesca Lanzillotta, La svolta degli anni Settanta nelle pagine de «L’Unità» e de «Il Popolo», Tesi di Laurea, Università Luiss “Guido Carli”, Anno accademico 2015-2016

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FIRMARE per FERMARE il DDL 1660


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