Keebin’ with Kristina: the One with the Funny Keyboard
What’s the most important keyboard macro you know? Honestly, it’s probably Ctrl-S. But do you use that one often enough? Chances are, you do not. What you need is a giant, dedicated Save keyboard that looks like a floppy disk.
Image by [Makestreme] via Hackaday.IO[Makestreme] recently started creating YouTube videos, but wasn’t pressing Save often enough. Couple that with editing software that crashes, and the result is hours of lost work.
Just like you’d expect, pressing the floppy icon triggers Ctrl-S when connected over USB-C. Internally, it’s a Seeeduino Xiao, a push button, and some wires.
The floppy disk itself is made of foam board, and everything is encased in a picture frame. If you want to make one for yourself, [Makestreme] has some great instructions over on IO.
Folding Keyboard Working After Five Hours of Debugging
Wishing for something compact and foldable, [sushiiiiiiiiiiiiii] created this seemingly nameless wonder that sort of resembles a concertina. The initial idea was to have both halves separate and make the thumb cluster unfold, but the making the linkage work correctly turned out to be a nightmare.
Image by [sushiiiiiiiiiiiiii] via redditInternally, this keyboard sports a pair of SuperMini nRF52840s plus a third one to make into a dongle. Those switches are Kailh Deep Sea Tactile Whales, which are silent, low-profile numbers.
They are topped with beautiful KLP Lamé keycaps I’d really like to touch that [sushiiiiiiiiiiiiii] had printed through JLC. It runs on six IKEA LADDA Ni-MH AAA cells [sushiiiiiiiiiiiiii] had laying around that the integrated Li-ion charger “shouldn’t explode” based on research.
Programming was a different kind of nightmare. [sushiiiiiiiiiiiiii] went through the ZMK setup, but the thing just would not show up on any Bluetooth device. After several hours of checking absolutely everything, [sushiiiiiiiiiiiiii] went back to the guide and discovered the programmer’s bane — an errant space after a comma that screwed everything up. The next version will have a reworked hinge and be less wobbly.
The Centerfold: A Little Comic Relief
Image by [xfactorxsuh] via redditYes, this is an actual keyboard with actual keycaps. Although it would probably give most people a headache after a while, this setup is pretty darn cool. As you can see in the pictures, [xfactorxsuh] covered an existing keyboard of unknown-to-me make and model with masking tape and then went to town with a fine-tipped black marker. This was done to match the PBT comic book keycaps, which actually come that way from Ali.
Do you rock a sweet set of peripherals on a screamin’ desk pad? Send me a picture along with your handle and all the gory details, and you could be featured here!
Historical Clackers: Defi-ing Typical Typewriter Prices
Image via The Antikey Chop
First and foremost: although it looks nice, the reason why this Defi is screwed to a metal base is unknown. This typewriter came standard with a wood base and cost a mere $25 in the early 1900s, whereas most machines were more like $60-$100. A metal base would probably have made it cost more.
The Defi was built with a three-row, 84-character keyboard bearing two Shifts, presumably one for upper case, and the other for figures and symbols. From here, it looks as though every key has a second function, which gives it a really nice balance between usability and portability.
One of the most interesting bits to me is the semi-circular type element, which looks like one of those old rocking desk ink blotter things. Speaking of ink, the Defi used a ribbon spool. The whole thing was only a foot square and five inches tall, weighing about nine pounds total, presumably with the wood base.
ICYMI: the Lancaster ASCII keyboard Clacks Again
If you want a cool keyboard in 2024, you’re probably gonna have to build it yourself. And if you wanted a cool keyboard fifty years ago, you definitely had to build it yourself.
Image by [Artem Kalinchuk] via GitHubBut much like today, help was out there in the form of magazines. One such publication, the February 1973 issue of Radio Electronics in fact, had [Don Lancaster]’s plans for an ASCII keyboard that went along with a “TV Typewriter”.
[Artem Kalinchuk] wanted to recreate this famous keyboard, and he did, twice. One PCB is true to the original key switches, and the other, more practical version is made for the MX footprint. Both are up on GitHub if you’re interested.
While the board itself is nice, you would also need the ASCII encoder board, which is fairly simple with a few ICs, diodes, and a couple of transistors. I really love the look of this keyboard, and although far more practical, it would be a shame to cover up all that beautiful wiring. Perhaps clear acrylic is in order?
Got a hot tip that has like, anything to do with keyboards? Help me out by sending in a link or two. Don’t want all the Hackaday scribes to see it? Feel free to email me directly.
Preso il Re Delle Crypto! CP3O Ha Minato un Miliardo di Dollari Sfruttando i Giganti del Cloud
Charles O. Parks III, noto nel mondo digitale come CP3O, ha recentemente ammesso la propria colpevolezza presso la Corte Federale di Brooklyn per un complesso schema di cryptojacking che ha sottratto risorse per milioni di dollari da due colossi del cloud computing. L’accusa lo descrive come un maestro della frode, capace di aggirare sofisticati sistemi di sicurezza e sfruttare risorse di elaborazione per estrarre criptovalute come Ethereum, Monero e Litecoin.
Come Funzionava lo Schema Fraudolento
Tra gennaio e agosto 2021, Parks ha creato identità fittizie e registrato numerosi account presso fornitori di cloud computing utilizzando il nome della sua società fantasma, MultiMillionaire LLC. Attraverso sofisticati strumenti come VPN e credenziali false, è riuscito a ottenere l’accesso a risorse di calcolo avanzate, avviando decine di migliaia di istanze per ottimizzare il mining. Questi strumenti gli hanno permesso di accumulare criptovalute per un valore di circa 970.000 dollari, senza pagare un centesimo per i servizi utilizzati.
Per evitare di essere scoperto, Parks ha utilizzato VPN per mascherare la sua posizione e ha adottato tecniche di elusione fiscale, come la suddivisione dei trasferimenti in importi inferiori ai 10.000 dollari per aggirare i controlli federali. Questi fondi venivano poi riciclati attraverso scambi di criptovalute e mercati NFT, rendendo estremamente complesso per le autorità seguire le sue tracce finanziarie.
I guadagni fraudolenti di Parks non sono rimasti nascosti. I proventi del cryptojacking sono stati convertiti in dollari e utilizzati per acquistare beni di lusso, tra cui una Mercedes-Benz, gioielli costosi e soggiorni in hotel di fascia alta. Inoltre, Parks ha trasferito parte del denaro su conti aziendali per simulare operazioni legittime e richiedere prestiti, ampliando ulteriormente il suo giro d’affari.
Le Vittime e le Possibili Big Tech Coinvolte
Le due società colpite, identificate solo come “Società 1” e “Società 2”, hanno subito perdite rispettivamente di 2,58 milioni e 970.000 dollari. Con sedi a Seattle e Redmond, si ipotizza che le vittime siano Amazon e Microsoft. Sebbene le aziende non siano state ufficialmente nominate, le coincidenze geografiche e i dettagli delle operazioni suggeriscono il coinvolgimento di queste grandi realtà tecnologiche.
Charles O. Parks III rischia fino a 20 anni di carcere per il suo schema di frode telematica. Secondo Breon Peace, procuratore del distretto orientale di New York, il caso dimostra l’impegno delle autorità nel perseguire i crimini informatici sofisticati. Jessica S. Tisch, commissario di polizia di New York, ha sottolineato l’importanza di indagini tecniche avanzate per smantellare operazioni come quella di CP3O.
Con questa condanna, le forze dell’ordine sperano di lanciare un messaggio chiaro: il mondo digitale non è un rifugio sicuro per i criminali.
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Due morti, nove feriti (due in gravi condizioni) e 3 dispersi, grave inquinamento del territorio da fumi tossici nocivi per la salute: è il bilancio provvisorio dell’esplosione di un deposito Eni avvenuta poco dopo le 10 di questa mattina a Calenzano, in provincia di Firenze.
Di nuovo morti, di nuovo lavoratori uccisi vittime di una guerra senza fine contro le persone che lavorano per vivere, ma rischiano sempre più spesso di morire.
Non si parli di incidente o di tragica fatalità, siamo di fronte a un’altra strage annunciata: la pericolosità del deposito petrolifero era nota da anni e nonostante ciò, ancora una volta ha prevalso il primato del profitto rispetto a tutto, vita delle persone compresa.
Carenza assoluta di controlli, riduzione dei vincoli e delle penali a carico delle imprese, spingono queste ultime verso comportamenti illegali allo scopo di risparmiare sulla sicurezza, con la quasi certezza dell’impunità. Anche perché i processi quando arrivano, specie quando riguardano grandi aziende, spesso si risolvono in pene irrisorie o addirittura con la prescrizione.
Di tutto questo e della conseguente tragedia quotidiana delle morti sul lavoro non sono responsabili solo i diretti criminali che vanno puniti. Dietro queste morti c’è la responsabilità morale dei governi degli ultimi 15 anni che hanno deregolamentato sempre più il rapporto di lavoro a vantaggio delle imprese anche rendendo le lavoratici e i lavoratori sempre più ricattabili attraverso la riduzione di diritti e tutele e la diffusione della precarietà; e il governo attuale si muove nella stessa direzione.
Per porre fine a questa tragedia infinita occorre rilanciare le lotte tenendo sempre al centro gli obiettivi sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro a partire dall’introduzione nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro.
Dopo le morti nel cantiere Esselunga di Via Mariti la risposta della città e delle organizzazioni sindacali è stata tempestiva e partecipata, occorre una mobilitazione altrettanto pronta di tutto il mondo del lavoro contro questa ennesima strage che colpisce tutto il territorio.
Le stragi devono finire!
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Lorenzo Palandri, segretario della federazione di Firenze
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
rag. Gustavino Bevilacqua reshared this.
404 Media's reporting on an internal Google privacy violation database has been subpoenaed by the State of Texas. We are fighting it.
404 Mediax27;s reporting on an internal Google privacy violation database has been subpoenaed by the State of Texas. We are fighting it.#Announcements
404 Media Objects to Texas Attorney General Ken Paxton's Subpoena to Access Our Reporting
404 Media's reporting on an internal Google privacy violation database has been subpoenaed by the State of Texas. We are fighting it.Jason Koebler (404 Media)
Ministero dell'Istruzione
I viaggi d’istruzione, fondamentali per arricchire il percorso educativo degli #studenti, sono stati salvaguardati grazie a una serie di misure adottate dal #MIM in collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).Telegram
Electric Bike Uses No Electronics, Weird Motor
E-bikes combine a bicycle with a big lithium battery, a speed controller, and a motor. What you get from that combination is simple, efficient transportation. [Tom Stanton] wanted to build an e-bike himself, but he did it without any of the fancy electronic components. But the real gem? The weird janky motor he built to run it.
The concept is simple. An e-bike is electric, in that it has an electric motor and a source of electric power. However, [Tom] intended to eliminate the electronic parts—the speed controller, any battery balancing hardware, and the like. Just think no transistors and microchips and you’ve got the right idea. Basically, [Tom] just built an e-bike with motor weak enough that it doesn’t need any fancy throttle control. He can just turn the motor hard on or off with a switch.
The bike is built around a reed switch motor. This uses magnets on a rotor, which interact with a reed switch to time pulses of electricity to coils which drive the motor. [Tom] wound the coils and built the motor from scratch using 3D printed components. The project quickly ran into problems as the reed switch began to suffer degradation from arcing, which [Tom] solved with some innovative tungsten contacts.
Controlling the bike is pretty simple—there’s just a switch connecting a capacitor bank to the motor to provide power on command. No electronics! However, [Tom] has also neatly set up the motor to charge a bank of supercapacitors when coasting downhill. In this regard, the bike can store power on a descent and then use it for a boost when required later on. Between the weird motor and the weedy capacitor bank, it doesn’t do much, but it does work.
If he’s looking for a more potent power source, perhaps the answer is already out on the street — in the form of a battery pack salvaged from the cells in discarded vapes.
youtube.com/embed/aUPWfZS_uAM?…
La crisi della democrazia, il rischio di un secondo golpe e il popolo sudcoreano che non si ferma
Dopo aver votato contro l'istituzione di una commissione d'inchiesta speciale sulla first lady Kim Keon-hee, lasciano l'aula proprio mentre l'Assemblea nazionale è chiamata a esprimersi sul destino di Yoon Suk-yeol, il presidente che ha osato imporre la prima legge marziale dell'era democratica della Corea del Sud. Le sedie del partito di governo sono abbandonate, tranne quella di Ahn Cheol-soo, tre volte candidato alle presidenziali per il PPP, l'unico a restare. Il palazzo simbolo della democrazia sudcoreana resta mezzo vuoto.
valigiablu.it/corea-del-sud-im…
@Politica interna, europea e internazionale
La lezione della Corea del Sud: la memoria storica dei nonni sfida il potere militare e salva la democrazia
Il tentativo del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol di imporre la legge marziale ha evocato i traumi della dittatura militare degli anni ’80.Lorenzo Lamperti (Valigia Blu)
macfranc reshared this.
Il suicidio della democrazia
Da Pericle a Ferrarotti - di Alba Vastano - Il sociologo Franco Ferrarotti analizza la scomparsa dolorosa e tragica della democrazia dalla scena sociale,Rifondazione Comunista
Ministero dell'Istruzione
Il #MIM pubblicherà oggi il #bando per l’assunzione a tempo indeterminato di 145 dirigenti tecnici di seconda fascia con funzioni ispettive.Telegram
Lazarus ruba tramite Linkedin 16 milioni di dollari: come gli hacker hanno ingannato Rain
L’exchange di criptovalute Rain.com con sede in Bahrein è stato violato ad aprile, perdendo 16 milioni di dollari. Dall’indagine è emerso che dietro l’attacco c’era il gruppo nordcoreano Lazarus, che utilizzava l’ingegneria sociale tramite LinkedIn.
Secondo i dati gli aggressori sono riusciti ad accedere ai sistemi interni di Rain fingendosi reclutatori. Hanno contattato uno dei dipendenti tramite LinkedIn, offrendo un posto vacante e inviato un collegamento per completare un’attività di prova. Il file conteneva il malware TraderTraitor, che consentiva agli hacker criminali di accedere a chiavi private e password per la gestione dei portafogli di criptovaluta.
L’FBI, insieme a Rain, ha rintracciato alcuni dei fondi rubati, trovando 760mila dollari in criptovaluta SOL sull’exchange WhiteBIT situato a Vilnius, in Lituania. Questi fondi sono congelati in attesa di confisca.
Questa non è la prima volta che Lazarus Group utilizza la piattaforma LinkedIn. Secondo il mandato, gli hacker creano profili falsi, fingendosi reclutatori di aziende rinomate. Una volta stabilito il contatto con la vittima, la comunicazione viene trasferita sulle piattaforme WhatsApp, Telegram o Slack, dove vengono distribuiti malware per rubare le password.
Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, dal 2017 al 2024, Lazarus Group ha effettuato numerosi furti di valuta virtuale, fruttando centinaia di milioni di dollari. In precedenza era stato riferito che i fondi rubati venivano utilizzati per finanziare il programma nucleare della Corea del Nord.
Lo scambio Rain non ha ancora rilasciato commenti ufficiali. LinkedIn ha affermato di utilizzare metodi automatizzati e manuali per identificare e rimuovere attività legate all’interferenza del governo e ha anche fornito consigli per cercare lavoro in sicurezza sulla piattaforma.
In precedenza, l’autorità di regolamentazione irlandese aveva multato LinkedIn da 310 milioni di euro per aver violato la privacy degli utenti. La piattaforma ha condotto analisi di dati comportamentali per pubblicità mirate senza garantire adeguati livelli di trasparenza e consenso.
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La disinformazione russa è un problema, ma la qualità dell’informazione sui social è un problema maggiore
@Politica interna, europea e internazionale
Sabato, due giornali animati da un populismo uguale e contrario come il Fatto quotidiano e la Verità hanno “sparato” in prima pagina un allarmato giudizio sull’annullamento del primo turno delle
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PODCAST. Passato Assad arriva il jihadista Al Julani: la Siria nell’incertezza, Israele si avvantaggia
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il repentino passaggio di poteri raccoglie il favore del mondo occidentale, ma regna l'inquietudine sulle politiche che svolgeranno HTS e gli altri gruppi radicali che ora dominano a Damasco. Netanyahu
Finally Putting the RK1 Through its Paces
The good folks at Turing Pi sent me a trio of RK1 modules to put through their paces, to go along with the single unit I bought myself. And the TLDR, if you need some real ARM processing power, and don’t want to spend an enterprise budget, a Turing Pi 2 filled with RK1s is a pretty compelling solution. And the catch? It’s sporting the Rockchip RK3588 processor, which means there are challenges with kernel support.
For those in the audience that haven’t been following the Turing Pi project, let’s recap. The Turing Pi 1 was a mini ITX carrier board for the original Raspberry Pi compute module, boasting 7 nodes connected with onboard Gigabit.
That obviously wasn’t enough power, and once Raspberry Pi released the CM4, the Turing Pi 2 was conceived, boasting 4 slots compatible with the Nvidia Jetson compute units, as well as the Raspberry Pi CM4 with a minimal adapter. We even covered it shortly after the Kickstarter. And now we have the RK1, which is an 8-core RK3588 slapped on a minimal board, pin compatible with the Nvidia Jetson boards.
The story about Linux
Now, it has been a while since Turing sent me these devices. The main reason is that Linux support was broken in a couple of important ways. I’ve spent many hours over the last six months trying to debug these issues, and was really quite excited when I could finally boot the stock installers of Fedora 41, Ubuntu 24.10, and latest OpenSuse Tumbleweed on the RK1. The most notable issue is that mainline Linux completely failed to see the NVMe drive at boot, due to a pinmux issue that might finally get officially fixed in 6.13 or a 6.12 point release. This issue could be worked around with a custom Device Tree Binary (DTB), but it is a fiddly installation process. And the second issue was related: Using this hacked DTB only ever worked for the 32 GB ram model. These two issues really made a proper review very difficult.
You may be checking your Kernel calendar, and noting that right now, we just got the 6.12 release. Did that include the fix? Not yet. Here’s where we get to dive briefly into the ARM UEFI boot process. The Device Tree is the data structure that the kernel uses to find and initialize the hardware on the board. The 6.12 kernel is otherwise in pretty good shape for using the RK1 as a compute unit. It just has some DTB problems.
The important note is that for UEFI booting, the bootloader provides the DTB. U-boot copies that binary tree into memory, and hands the kernel a pointer to it during boot. The new development is that the semi-official Ubuntu 24.10 image finally has the patched DTB with the corrected pinmux. This arrangement also takes care of the 16GB boot failure. That meant that we could use the Turing Pi 2’s web interface to upload the Ubuntu 24.10 image, which includes U-Boot, log in to that install, and then use dd
to write a disk image to the NVMe. That was a huge step forward, but it was still not ideal for a couple reasons. First, it’s a pain to install a Linux image just to be to install a Linux image. And second, not every distro releases an image that’s appropriate to simply copy onto the target drive.
The intended solution is UEFI boot that supports booting from a USB ISO. That, unfortunately, didn’t work. U-boot pulls its DTB definitions from the Linux Kernel itself, and while [Josh]’s image did have a few patches on top of the kernel’s RK1 DTB, it didn’t have a working DTB. U-boot needed not only a DTB patch, but also a patch to its own USB support, as the RK1 has a nifty trick where the USB port can be a host, device or OTG port. U-boot doesn’t really know what to do with this, and for UEFI boot, it needs to be explicitly set to host mode. All that work resulted in this flashable u-boot image. You can flash it from the web interface to an RK1, and it actually finally works to do UEFI boot on MMC, USB, and NVMe. Tested with Fedora 41, Ubuntu 24.10, and latest Tumbleweed.
So how did it turn out?
Finally, we can start with benchmarks. I ran a set of tests using the Phoronix test suite. The Pi4 is running off an SD card, and the Pi5 and RK1 results labeled “nvme” are all running off the same model of Crucial P3 NVMe.
There is a wildcard here I didn’t control for. The RK3588 is eight cores, but four A76, and four A55. So for single-threaded tests, it may be that the benchmark didn’t actually run on the most performant core. The other distinction here is that the “rk1-mainline” results is from running an Ubuntu 22.04 install with the vanilla 6.7.0 kernel, while the rk1-rok tests are from running the same Ubuntu release, but with the Rokchip kernel. Due to the issues I ran into with Linux installs, noted above, these benchmarks are a little stale.
The Pi4 is really showing its age here, and the fact that the Pi4 can only run off an SD card definitely doesn’t help compilation times. The Pi5, running off the NVMe, makes a good showing, but the RK1 is about 80% faster in this particular test. And that’s generally what I found across the board, with the RK1 performing generally between 50% and 100% faster than the Pi5.
That advantage seems to boil down to the RK1’s 8 cores, as opposed to the 4 cores in the Pi5. Tests like the timed Eigen compile showed the Pi5 and rk1 absolutely trading blows. And in the TSCP chess program, the Pi5 actually manages to eke out a win, again on a very single-core sort of workload.
So, each RK1 gives you 8 cores and up to 32 Gigabytes of ram. And thanks to the PCIe x3 lanes available, and the NVMe slots on the bottom of the Turing Pi 2, plenty of NVMe storage. Four of those in a mini-itx form factor might just be a compelling bundle of compute.
How to Get Going
One of the neat features of the Turing Pi 2 is that the baseboard itself is a Linux machine, so you can ssh into the baseboard, and access the serial ports of the individual blades. While writing this, I’m working with slot two, which is /dev/ttyS1, based on the TP2 documentation. The command to monitor and interact is picocom /dev/ttyS3 -b115200
.
The other useful tool here is the web interface. In there we can toggle power on and off, as well as flash an image to the MMC of individual nodes. Grab the .bin I generated, flash it to the RK1’s MMC, and then boot from an ISO burned to DVD or a flash drive. Use the minicom command to access the serial interface, and do the install configuration over serial.
If you have a Linux install on both the MMC and NVMe, it’s useful to know how to boot off the emmc again. From that picocom terminal, interrupt u-boot, and set the target back to just the mmc:
setenv boot_targets mmc0
boot
And there you have it. This process should work for most Linux distros that have an Arm64 ISO that can boot using UEFI, running the 6.7 kernel or newer, but ideally at least a 6.11 kernel.
Into the Future
Officially, when it comes to distro options, there’s good news and bad news. Officially, you can run whatever distro you want, so long as it’s Ubuntu. The better news, support for the RK3588 is making progress in the upstream kernel. It’s decent enough that some of the benchmarks above were run with 6.7.0. 6.11, the kernel that comes with Fedora 41 is even better shape. Some HDMI work is slated to land in 6.13, along with the DTB fix.
The NPU unit, an AI accelerator built in to the chip, has an open source driver, and patches have been submitted. As far as I can tell, these have not landed upstream in the kernel yet, but work has continued since then.
The bad news is that [Josh Riek], the maintainer of the Ubuntu-Rockchip image, has taken a leave of absence from the project, putting the premier Linux image for Rockchip devices in serious limbo. And this is where we come to the biggest reason why you might not want to use the RK1. Rockchip has sadly followed the pattern of many other hardware vendors in the embedded world, and provided very little support to the community trying to maintain the software for their devices. The RK3588 launched back in 2022, and it’s still not fully supported in the Kernel. That’s not to say that Rockchip has been completely remiss. There are four Linux kernel maintainers with @rock-chips.com
email addresses. But one of [Josh]’s complaints was that the whole project was on him, and Rockchip refused to even have a conversation about supporting the project.
youtube.com/embed/4aaF2HgTVe8?…
The Conclusion
OK, so the RK1 has some impressive capabilities, and while the compatibility story isn’t perfect, it’s much better than it was, with even more coming. But what’s the real use-case for these things? What problem does a quartet of RK1 boards in a Turing Pi 2 solve, that a conventional desktop doesn’t? When I started writing this article, the answer was running Github actions on actual ARM hardware. And while Github beat us to it, now offering ARM64 runners for Github actions, those runners are considered “large” runners, and not available on the Github free tier.
Even after the ARM64 runners roll out to everyone, is there still a use case for hosting your own runners? Github runners aren’t known for their blazing speed, and a big part of that is the fact that Github runs everything inside virtual machines. An organization is also limited to a max of 20 Github supplied runners. If you have a relatively secure way to run your workflow on real hardware like the RK1, the speedup might be worth it. I look forward to future coverage on this topic.
There are, obviously, some other things you might want to do with RK1 devices. It has plenty of horsepower to run web services, host builds, run Docker images, and more. The RK1 is basically powerful enough for anything compute you want to do.
So what do we think about the RK1? It’s certainly not the only way to get your hands on the RK3588 ARM processor. It is, however, the only way I know of to put four of them in a single mini-ITX form factor. The support isn’t quite as well developed as we’d like to see, but it does result in a usable system, with a lot of ARM horsepower in a small package. There are developers working on the system, so the situation there is looking to improve. I have a pair of RK1s in active use doing GitHub CI runs.
Elenco software installato
L'idea di Quintarelli @quinta :ubuntu: di proporre il software installato sui propri dispositivi mi e' tornata utile, spero torni utile la mia.
Mobile Android
Calendario: Etar
Mail: K-9, Thunderbird
Task&Note: OpenTask, JTX Board
SMS: QKSMS
Contatti: Simple Contact Pro
Bookmark sync: XBrowserSync, Floocus, Firefox
Home automation client: HomeAssistant client, Home bridge client
App store: Aurora store, App Lounge, F-Droid, GPlay
Audio&Videoconferenze: Teams, Google chat
Galleria Foto: Aves Libre
Grafica: Linwood Butterfly Nightly (disegno mano libera)
Browser: Firefox e Focus , Kiwi Browser, LibreWolf, DuckDuckGo, Bromite
Motore ricerca: DuckDuckGo, Qwant
Meteo: MeteoAM, Weawow, Breezy weather
Chat: Element, Deltachat, Fluffychat, WA
Cloud: Infomaniak Kdrive, Webdav, Nextcloud e/os
File manager: Material File
Identità digitale: Spid
Condivisione file local network: Warpinator , KDE connect
Mappe: GMaps, Organic Maps
Editor OSM : Vespucci
Fediverso: Racoon, Phanpy, Browser
VideoMusic&Radio streaming: VLC, Radiodroid
Navigatore: Waze, MagicEarth, GMaps
Desktop remoto: NoMachine (client)
2FA authenticator: Aegis, Google Authenticator, Fortitoken, Bitwarden
Password Manager: Keepass2Android, Nextcloud password
Ebook/PDF reader: Librera FD
News: Flym (era un bel reader RSS ormai archiviato)
Podcast: AntennaPod
QR Code reader: QR Scanner
Sincronizzatore CalDav/CardDAV: DAVx5
Tastiere: HeliBoard
Tool di rete: LTE Discovery, ConnectBot (ssh), Duorem (wakeOnLan)
VPN: OpenVPN, Netbird, Forticlient
Altro : BatteryBot
Personal Computer
Hardware: MinisForum
OS: LinuMint 22 Cinnamon
Backup: Backup Tool, TimeShift, rsync locale, Foxclone, CloneZilla
Browsers: Librewolf, Firefox
Chat: WA
Grafica: XnView MP
Mail/calendar/contacts: Thunderbird
VideoMusic&Radio streaming: VLC
Office: Libre Office
Password manager: KeepassXC, Nextcloud password
Cloud: Infomaniak Kdrive, Webdav, Nextcloud e/os
VPN: OpenVPN, Netbird, Forticlient
Desktop remoto: Remmina, NoMachine (server/client)
Rasperry 4: Home Assistant server
Server remoto
Hosting dirtynello.it su SupportHost: Mail (smtp, imap) Caldav, Carddav, Webdav,
Blog: WordPress
Forum: Php Forum
Foto: Pwigo
Server locale: Notebook Fujitszu Core 2 P8400
OS: Ubuntu server 22.04
Streaming Audio&Video: Minidlna
File system share: NFS
Home Automation: HomeBridge
Desktop remoto: Remmina, NoMachine (server/client)
Varie: AMule, Devolo, Virtualbox, LuckyBackup
VPN: OpenVPN, Netbird
Estensioni Browser: Floccus, KeepasXC, Keepa, Tranquility Reader, uBlock Origin, Ghost, Nextcloud password
quinta - Stefano Quintarelli reshared this.
L’inchiesta della tv albanese sui poliziotti italiani a Shengjin: “Ci pagano per fare i turisti” | VIDEO
@Politica interna, europea e internazionale
L’inchiesta della tv albanese sui poliziotti italiani a Shengjin | VIDEO La trasmissione albanese Piranjat ha documentato, attraverso le telecamere nascoste, il soggiorno di alcuni agenti di polizia in servizio a Shengjin, la cittadina dove è stato costruito
La commissaria Virkkunen sostiene il consolidamento delle telecomunicazioni UE, ma alcuni Stati membri si oppongono
L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
La vicepresidente esecutiva della Commissione europea responsabile della sovranità
Il proporzionale: gli anticorpi all’estremismo
@Politica interna, europea e internazionale
L'articolo Il proporzionale: gli anticorpi all’estremismo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
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Consultazione M5S, la base conferma la decisione: “Addio Beppe Grillo”. Conte: “Ora si volta pagina”
@Politica interna, europea e internazionale
Ormai non ci sono più dubbi: il Movimento 5 Stelle ripudia il suo Garante e co-fondatore Beppe Grillo e decide di proseguire sulla strada tracciata dal presidente Giuseppe Conte. Dopo il verdetto già emerso
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
Gli Usa a Kiev: “al fronte i 18enni”. Ma è boom di diserzioni
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Zelenskyi rifiuta di abbassare l'età della coscrizione come suggerito da Usa e Nato, ma il numero record di diserzioni sguarnisce il fronte
L'articolo Gli Usa a Kiev: “al fronte i 18enni”. Ma è boom di diserzioni proviene da Pagine Esteri.
In occasione della caduta del regime tirannico del Baath in Siria.
Ai popoli liberi della Siria: curdi, arabi, siriaci, assiri, musulmani, cristiani e yazidi.
Oggi voltiamo una pagina nera della storia moderna della Siria con la caduta del regime tirannico del Baath che ha governato il Paese con la repressione e il pugno di ferro per decenni.
Il nostro popolo ha sofferto per l’emarginazione, l’oppressione e la divisione attuate dal regime per distruggere il tessuto sociale e consolidare il proprio potere. Ma la volontà del popolo è più forte di qualsiasi regime tirannico, e qui stiamo contemplando una svolta storica verso la libertà e la dignità.
In questo momento critico chiediamo a tutte le componenti della Siria settentrionale e orientale di proteggere i risultati dell’amministrazione autonoma e di stringersi attorno alle Forze Democratiche Siriane (SDF) come garanti della sicurezza e della stabilità nelle aree liberate.
L’SDF ha dimostrato di essere una forza di unificazione nazionale che ha lavorato per proteggere la popolazione in tutte le sue componenti e crede nel pluralismo e nella democrazia come base per costruire il futuro della Siria.
Noi, partiti e forze che firmano questa dichiarazione, mentre ci congratuliamo con il nostro popolo per la caduta del regime di oppressione e tirannia, affermiamo che spetta a noi aprire una nuova fase per:
- Garantire la sicurezza e la stabilità attraverso la cooperazione con le forze nazionali sul terreno, impedendo qualsiasi tentativo di seminare il caos o di tornare indietro.
- Promuovere un dialogo nazionale tra tutte le componenti del popolo siriano senza discriminazioni o esclusioni per creare le basi di una nuova Siria.
- Costruire una Siria pluralista, democratica e decentrata, dove ogni componente abbia il diritto di gestire i propri affari, dove i diritti umani siano rispettati e dove giustizia ed equità siano preservate per tutti.
Invitiamo inoltre il nostro popolo a essere vigile e responsabile, poiché la nuova fase è piena di sfide, ma anche di speranze, per costruire una patria democratica in cui prevalgano pace e giustizia.
Lavoriamo per una Siria democratica, pluralista e decentrata.
Gloria ai martiri della libertà.
Partiti e forze che firmano la dichiarazione:
- Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK)
- Partito dell’Unione Democratica.
- Partito Verde Democratico.
- Partito della Pace e della Democrazia del Kurdistan.
- Partito Liberale del Kurdistan.
- Partito Comunista del Kurdistan.
- Partito Democratico del Kurdistan -Siria.
- Partito Democratico Curdo Siriano.
- Partito della Sinistra Curda in Siria.
- Partito della Sinistra Democratica Curda in Siria.
- Partito del futuro siriano.
- Partito del cambiamento democratico del Kurdistan.
- Partito del Rinnovamento del Kurdistan.
- Unione dei lavoratori del Kurdistan.
Dal congresso nazionale curdo
In occasione della caduta del regime tirannico del Baath in Siria. Ai popoli liberi della Siria: curdi, arabi, siriaci, assiri, musulmani, cristiani e yazidi.Rifondazione Comunista
La rete antimafia @ON si riunisce a Roma
Recentemente a Roma, presso il Centro Operativo DIA, si è tenuto un meeting della Rete @ON (Antimafia Operational Network) con i rappresentanti delle Forze di Polizia di Belgio, Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna ed EUROPOL che unitamente, all’Italia rappresentano il Core Group del Network.
La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) sostiene con impegno l’azione di contrasto internazionale alle mafie, anche attraverso una mirata attività di cooperazione di Polizia per il contrasto del fenomeno transnazionale delle più pericolose organizzazioni criminali.
Il recente evento romano riveste un particolare valore simbolico in quanto ricaduto a 10 anni esatti dall’istituzione della Rete @ON, con la risoluzione del 4 dicembre 2014 del Consiglio dell’Unione Europea, promossa dalla DIA, quale risultato del Dipartimento della Pubblica Sicurezza nel corso del Semestre di Presidenza italiana di turno.
Lo scopo della Rete @ON è quello di rafforzare la cooperazione delle Forze di Polizia contro i principali gruppi della criminalità organizzata, anche di tipo mafioso, che hanno un impatto sulla sicurezza dei cittadini europei.
I gruppi criminali sottoposti ad attenzione sono italiani, di etnia albanese, euroasiatici, bande di motociclisti, ma anche quelli emergenti (Moccro Maffie, nigeriane ed altre) che pongono un serio rischio per la sicurezza e l’economia dell’UE.
La DIA ha promosso, ottenuto e gestito – quale leader dell’iniziativa – progressivi finanziamenti della Commissione UE per sostenere le attività operative delle 51 Agenzia di Polizia che aderiscono al Network in rappresentanza di 44 Paesi.
Ad oggi il Network sta supportando le Unità investigative partner in 216 investigazioni e ha finanziato 617 missioni in favore di oltre 2.500 investigatori che hanno portato all’arresto di 1.068 persone, inclusi 15 latitanti oltre al sequestro di circa 271 milioni di euro, droga, veicoli, beni di lusso ed armi.
La fine del cinquantennale regime degli Assad segna una vittoria per la Turchia, gli USA, Israele e le petromonarchie che hanno sostenuto per tredici anni la guerra per procura delle forze jihadiste. Il piano statunitense di disgregazione dei grandi stati che erano stati protagonisti molti decenni fa del nazionalismo panarabista dopo Iraq e Libia ha avuto come bersaglio la Siria. Il regime, indebolito dalla guerra civile, dalle sanzioni e dall’occupazione americana dei suoi siti petroliferi, non ha retto ulteriormente senza il supporto di Hezbollah e Iran duramente colpiti da Israele. Non è chiaro cosa sia successo in questi giorni e il ruolo svolto dalla Russia e da altre potenze. La condanna della repressione che ha caratterizzato il regime laico degli Assad certo non giustifica lo sdoganamento come liberatori degli jihadisti di Al Quaeda come Jolani e il suo HTS o degli islamisti dello SNA che con l’esercito turco attaccano il Rojava curdo, l’unica realtà di autogoverno democratico e convivenza della regione. Il presunto liberatore di Damasco ha già definito il PKK di Ocalan organizzazione terrorista. Come al solito i media occidentali sdoganano come “ribelli” i fondamentalisti islamici quando sono al loro servizio. In questo contesto l’Italia e l’Unione Europea, dovrebbero operare per garantire il rispetto dei diritti umani dell’intera popolazione siriana, vera vittima di questa guerra eterna e del diritto internazionale, la salvaguardia dell’integrità territoriale della Siria, la protezione delle minoranze e del Rojava dall’aggressione islamista e turca. una transizione democratica attraverso una conferenza di pace con tutte le forze in campo sotto l’egida del segretario generale ONU e la costruzione delle condizioni per la convivenza di tutte le comunità con il metodo del confederalismo democratico, la determinazione della natura dello stato (confederale o federale) e delle istituzioni per arrivare a libere elezioni sotto supervisione dell’ONU. Va negato qualsiasi riconoscimento internazionale a formazioni terroristiche islamiste che intendano imporre sharia e persecuzione delle donne. Su questi obiettivi proponiamo di mobilitarci unitariamente in Italia e in Europa alle forze politiche e sociali di sinistra e antifasciste e ai movimenti pacifisti, antimperialisti e femministi. Al popolo siriano, in tutte le sue componenti, vanno garantiti pace, libertà e diritti, così come alle altre popolazioni martoriate del Medio Oriente.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
La giustizia e il male
@Politica interna, europea e internazionale
L'articolo La giustizia e il male proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Aziende che legiferano: X aiuta ad aggiornare il Kids Online Safety Act nella spinta finale per l'approvazione alla Camera guidata dai repubblicani
Sembra che gli sponsor scommettano sul fatto che il sostegno di Elon Musk potrebbe far pendere la bilancia verso il traguardo
"Guidati da X, i nuovi cambiamenti apportati al Kids Online Safety Act rafforzano il disegno di legge, salvaguardando al contempo la libertà di parola online e assicurando che non venga utilizzata per soffocare l'espressione", hanno affermato i senatori repubblicani Blumenthal e Blackburn in una dichiarazione congiunta
theverge.com/2024/12/7/2431552…
@Politica interna, europea e internazionale
X helps update Kids Online Safety Act in final push for passage in the Republican-led House
X helped make changes to the Kids Online Safety Act during a final push to pass the legislation before Congress adjourns, in an apparent bid to persuade Republican leaders.Lauren Feiner (The Verge)
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Ormai i tuoi post su Bluesky sono probabilmente in un mucchio di set di dati
Ora che è stato infranto il sigillo sull'estrazione dei post di Bluesky in set di dati per l'apprendimento automatico, le persone stanno prendendo in giro gli utenti e si stanno superando a vicenda creando set di dati sempre più grandi di post di Bluesky non resi anonimi e con testo completo, presi direttamente dal flusso pubblico della piattaforma di social media, tra cui uno che contiene quasi 300 milioni di post.
404media.co/bluesky-posts-mach…
Your Bluesky Posts Are Probably In A Bunch of Datasets Now
After a machine learning librarian released and then deleted a dataset of one million Bluesky posts, several other, even bigger datasets have appeared in its place—including one of almost 300 million non-anonymized posts.Samantha Cole (404 Media)
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Per rilanciare la Difesa europea 500 miliardi non bastano. Il punto di Nones
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Secondo un articolo del Financial Times, a Bruxelles si starebbe valutando la creazione di un nuovo fondo per gli acquisti militari congiunti, dal valore di 500 miliardi euro. Il tema della difesa europea rimane centrale, ma il nuovo fondo rischia di non essere
Una riserva militare modulare e prontamente mobilitabile. Il progetto sulle Forze armate
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nel n. 111 dell’Osservatorio di Politica internazionale, intitolato “Una forza di riserva per l’Italia”, a cura di Matteo Mazziotti di Celso e del generale Francesco Diella, si affronta una riflessione, non più rimandabile, sulla costruzione di una riserva militare in grado di coniugare quantità e
SIRIA. Caduta Damasco, Bashar Assad è fuggito
@Notizie dall'Italia e dal mondo
I miliziani di Hay'at Tahrir al Sham e i loro alleati hanno annunciato dalla televisione pubblica di aver preso il potere
L'articolo SIRIA. Caduta Damasco, Bashar Assad è fuggito proviene da Pagine Esteri.
Oggi, 8 dicembre, nel 1925
Nasce a New York Sammy Davis, Jr., cantante, ballerino e intrattenitore.
PODCAST. Siria. Caduta Hama, i jihadisti si lanciano verso Homs e Damasco
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Le forze jihadiste guidate da Hay'at Tahrir Al Sham che stanno travolgendo oltre ogni previsione l'esercito siriano, ora circondano Homs e sono a pochi chilometri da Damasco. L'analisi del giornalista Lorenzo Trombetta, esperto di Siria e Libano
L'articolo
Every Saturday at 1 pm I host a radio broadcast called "One Week in Poland", where I report the most relevant news of the last 7 days in Poland.
If you like it you can listen it here: imiradio.pl/
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Romania, annullato il risultato del primo turno di presidenziali
La Corte Costituzionale romena ha annullato il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali tenutesi due settimane fa, che avevano visto trionfare a sorpresa il candidato indipendente di destra Călin Georgescu, con il 23% delle preferenze. La vittoria di Georgescu ha gettato nel panico i partiti pro-UE a causa delle sue posizioni euroscettiche e anti-NATO, e ieri a Bucarest si è tenuta una manifestazione in sostegno della presenza romena nell’UE. L’annuncio arriva dopo le dichiarazioni del presidente romeno, Klaus Iohannis, che ha accusato la Russia di aver condotto una vasta campagna mediatica per promuovere Georgescu sulle piattaforme social. Ora l’intero processo elettorale dovrà essere ripetuto, comprese registrazione e convalida delle candidature.
L'Indipendente
Le elezioni vanno bene solo quando vincono i pro eu/Nato.
#musicaitaliana #rap #hiphop
djpanini reshared this.
di Paolo Ferrero dal Fatto Quotidiano -
Ho letto con grande interesse l’articolo di Elena Basile uscito oggi sul Fatto quotidiano con il titolo L’occidente è in guerra, il dissenso ora si unisca. Senza voler fare torto all’articolazione dei ragionamenti ivi contenuti, mi pare di poter affermare che il centro dell’articolo – e della proposta politica ivi contenuta – si possa riassumere nella seguente affermazione: “È essenziale il contrasto alla guerra in nome della giustizia sociale, di politiche statali che limitino la belva sfrenata del mercato capitalista, degli interessi delle oligarchie della finanza. Questa è la strada”.
Condivido. La prospettiva di unire le forze che si oppongono alla guerra, alle politiche di guerra, all’austerità liberista e antipopolare ritengo sia il punto fondamentale di una politica che punti all’alternativa.
Ho letto con grande interesse l’articolo di Elena Basile uscito oggi sul Fatto quotidiano con il titolo L’occidente è in guerra, il dissenso ora si unisca. Senza voler fare torto all’articolazione dei ragionamenti ivi contenuti, mi pare di poter affermare che il centro dell’articolo – e della proposta politica ivi contenuta – si possa riassumere nella seguente affermazione: “È essenziale il contrasto alla guerra in nome della giustizia sociale, di politiche statali che limitino la belva sfrenata del mercato capitalista, degli interessi delle oligarchie della finanza. Questa è la strada”.
Condivido. La prospettiva di unire le forze che si oppongono alla guerra, alle politiche di guerra, all’austerità liberista e antipopolare ritengo sia il punto fondamentale di una politica che punti all’alternativa.
Oggi, le principali forze politiche dell’attuale schieramento bipolare, FdI da una parte e Pd dall’altra, condividono con una sintonia al limite dell’imbarazzante lo stesso impianto politico guerrafondaio e le politiche economiche ad essa connesse. Ovviamente Meloni e Schlein hanno culture politiche, linguaggi e immaginari politici assai diversi, ma concordano sull’essenziale e in sede europea lo hanno mostrato ampiamente con il sostegno a Ursula von der Leyen e al suo progetto guerrafondaio, subalterno agli interessi degli Usa e liberista e con l’incredibile voto a favore del lancio dei missili a medio raggio sulla Russia, cioè a favore della terza guerra mondiale.
La prospettiva che indica Elena Basile implica quindi che si costruisca una alternativa non solo alle destre ma anche al Pd, e che si scardini consapevolmente l’impianto bipolare oggi imperante nel nostro paese e che tanti danni ha provocato in questi decenni. Un compito arduo ma necessario, visto che è sempre più evidente che il sistema dell’alternanza non apre la strada all’alternativa ma invece la nega, in una danza immobile di alternanza tra simili che litigano su tutto salvo che sull’essenziale. Di questo si è accorta la maggioranza della popolazione che non va più a votare.
Oltre a condividere la prospettiva che propone Basile, penso anche che oggi vi siano le condizioni per realizzarla.
In primo luogo le politiche di guerra, oltre ai morti e ai feriti, producono impoverimento generale. Non solo perché l’enorme aumento delle spese militari – anche questo condiviso da centrodestra e centrosinistra – porta con sé un drammatico taglio delle spese sociali, ma perché le sanzioni economiche stanno distruggendo l’economia europea, a partire da quella tedesca e da quella italiana. Il no alla guerra non è solo un imperativo etico che riguarda la “testa”, ma una necessità sociale che riguarda la “pancia” della nostra gente. Il no alla guerra e alle politiche di riarmo è oggi una proposta politica maggioritaria nel nostro paese. Bisogna avere il coraggio di praticarla con determinazione.
In secondo luogo è del tutto evidente che in tutta Europa sta andando in crisi l’equilibrio fondato sul liberismo guerrafondaio: in Germania, in Francia ma anche in Romania e in altri paesi questa prospettiva non regge. Il caso della Francia è emblematico e occorre sottolineare la grande visione che ha animato la politica di Melenchon, che dopo aver piegato la sinistra liberista ha rotto il tabù del voto con la destra pur di arrivare a mettere in crisi il governo macronista. La situazione europea ci dice con chiarezza che il sistema centrodestra-centrosinistra, che ha gestito il liberismo di Maastricht, sta saltando e che in assenza di una risposta da sinistra saranno le forze di destra a capitalizzare questa crisi.
Infine, è sempre più evidente che l’alleanza – non solo militare – tra l’Europa e gli Usa è una fregatura. Il ciclo iniziato con la seconda guerra mondiale, discutibile ma comunque con una qualche utilità per l’Europa, è morto e sepolto. Gli Usa, mentre cercano di prolungare con la guerra la propria posizione di inaccettabile privilegio a livello mondiale, stanno succhiando sangue come un vampiro all’alleato europeo. E’ sempre più evidente che gli interessi dell’Europa non coincidono per nulla con quelli delle elites statunitensi: non coincidono sul piano delle politiche economiche, né su quello della guerra e delle politiche di riarmo. Il problema è che questo evidente sfruttamento dell’Europa da parte degli Usa è chiaro a tutti salvo che alle classi dirigenti europee che – a partire da Draghi – sono i principali fautori della sudditanza del vecchio continente.
Per tutte queste ragioni penso non solo che sia necessario costruire una convergenza tra le forze contro la guerra e contro il liberismo, ma che vi sia uno spazio politico vero per costruire questa prospettiva politica come prospettiva popolare, per costruire una coalizione popolare che, al di là delle legittime idee e differenze su mille questioni, si trovi unita sui punti fondamentali dello scontro politico odierno. Il no alla guerra e alle politiche di guerra, il no al liberismo e alle politiche di austerità, il no alla distruzione dell’ambiente, dei diritti sociali e civili costituiscono gli assi attorno a cui imbastire questa convergenza, questa coalizione popolare. Nel ringraziare Elena Basile di aver sollevato il problema non posso che dire: discutiamone e lavoriamoci!
Concordo con Elena Basile: contro guerra e austerità serve una coalizione popolare
di Paolo Ferrero dal Fatto Quotidiano - Ho letto con grande interesse l’articolo di Elena Basile uscito oggi sul Fatto quotidiano con il titolo L’occidenRifondazione Comunista
La FantaPrivacy del FantaSanremo.
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/fantasan…
Poche cose sono certe nella vita come il Festival di Sanremo. Con esso, mi aspetto anche il FantaSanremo. Bello, più volte ho espresso ammirazione per l'idea e apprezzo quel brio che ha dato al festival. Una simbiosi vincente. Ma... c'è sempre un "ma" e, di…
Behind the Blog: Healthcare and its Stakeholders
This is Behind the Blog, where we share our behind-the-scenes thoughts about how a few of our top stories of the week came together. This week, we talk about health insurance.Samantha Cole (404 Media)
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Moderators Across Social Media Struggle to Contain Celebrations of UnitedHealthcare CEO’s Assassination
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