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Telemeloni esiste e lotta contro l’EMFA


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/media-f…
I solerti vertici della Rai hanno risposto sdegnati alla nota con la quale il sindacato unitario dei giornalisti Rai, l’Usigrai, ha dato conto dell’entrata in vigore dell’European Media Freedom Act. Così facendo, sono stati costretti ad ammetterne



Io ho firmato.
L'oscurantismo medievale non è accettabile!
La melma novax nei ministeri per decidere sulla nostra salute, no, grazie!
W la Scienza

change.org/p/revoca-delle-nomi…

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In un libro della biblioteca sull'art nouveau ho trovato questa foto della centrale elettrica di Trezzo d'Adda di Gaetano Moretti. Ecco, la dedico a chi insiste che l'estetica #solarpunk sono enormi spazi hi-tech di design + alberi.

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3D Printing a Giant Beyblade Arena


Beyblade spinning tops are pretty easy to find at toy shops, department stores, and even some supermarkets. However, the arenas in which the tops do battle? They’re much harder to come by, and the ones on sale in any given market often leave a lot to be desired. [LeftBurst] got around this problem by printing a grandiose Beyblade arena.

[LeftBurst]’s desire was to score a Beyblade stadium more similar to those featured in the anime, which are much larger than those sold as part of the official toy line. [Buddha] was enlisted to model the massive arena, but it then needed to be printed. Given its size, printing it in one piece wasn’t very practical. Instead, [LeftBurst] decided to print it in segments which would then have to be assembled. Super glue was used to put all the parts together, but there was more left to do. The surface finish and joins between the parts would cause issues for tops trying to move across the surface. Thus ensued a great deal of post-processing with primer, putty, and a power sander.

The final result is a massive stadium that plays well, and is ideal for larger multi-Beyblade battles that are more akin to what you’d see in the anime. If you’re playing at this scale, you might appreciate some upgraded launcher technology, too.

youtube.com/embed/oJp4mSX93kw?…


hackaday.com/2025/08/09/3d-pri…



I padroncini calabresi soppiantarono i lombardi a suon di bombe nell’arco di un decennio collasgarba2.altervista.org/i-…


Satelliti Sotto il controllo degli Hacker: “è più semplice hackerarli che usare armi satellitari”


Alla conferenza Black Hat di Las Vegas, VisionSpace Technologies ha dimostrato che è molto più facile ed economico disattivare un satellite o modificarne la traiettoria rispetto all’utilizzo di armi antisatellite. È sufficiente trovare e sfruttare le vulnerabilità nel software che controlla il dispositivo stesso o nelle stazioni di terra con cui interagisce. Olhava ha sottolineato che in passato ha lavorato presso l’Agenzia Spaziale Europea, dove ha ripetutamente segnalato vulnerabilità nell’infrastruttura IT delle stazioni di terra, ma, non avendo atteso le soluzioni, ha deciso di farlo da solo.

Negli ultimi 20 anni, il numero di satelliti operativi è cresciuto da meno di 1.000 a circa 12.300, secondo l’Agenzia Spaziale Europea. Una parte significativa di questi sono satelliti Starlink di SpaceX, ma anche il numero di piattaforme militari è aumentato significativamente a causa delle tensioni geopolitiche. A ciò si aggiunge il fatto che i satelliti sono diventati più economici da sviluppare e lanciare, accelerandone la proliferazione.

Tuttavia, la crescita del numero di dispositivi è accompagnata da problemi di sicurezza del software di controllo. Un esempio è il sistema aperto Yamcs, utilizzato dalla NASA e da Airbus per comunicare e controllare i dispositivi orbitali. Nel suo codice sono state trovate cinque vulnerabilità , che hanno consentito di ottenere il pieno controllo del sistema. Nell’ambito della dimostrazione, gli specialisti hanno mostrato come inviare un comando per accendere i motori e modificare l’orbita del satellite, in modo che questo non venga visualizzato immediatamente nell’interfaccia operatore. L’esperimento è stato condotto in un simulatore e i dispositivi reali non sono stati danneggiati.

La situazione si è rivelata ancora peggiore in OpenC3 Cosmos, un altro sistema aperto per il controllo dei dispositivi dalle stazioni di terra. Qui sono state identificate sette vulnerabilità , tra cui la possibilità di eseguire codice da remoto e condurre attacchi cross-site scripting. Anche la NASA non è stata esente da problemi: sono stati rilevati quattro difetti critici nel pacchetto Eagle del Core Flight System (cFS) : due che portano a un denial of service, una vulnerabilità di path traversal e una falla che consente l’esecuzione remota di codice arbitrario. Tali errori possono disabilitare il software di bordo e dare agli aggressori il controllo completo sui sistemi.

Anche la libreria di crittografia open source CryptoLib, utilizzata su molti satelliti, non è sfuggita a gravi problemi. Nella versione utilizzata dalla NASA sono state rilevate quattro vulnerabilità, mentre il pacchetto standard ne presentava sette, due delle quali valutate criticamente. Secondo Startsik, alcuni degli errori scoperti consentono all’intero software di bordo di bloccarsi con una semplice richiesta non autenticata, causando un riavvio e, se il dispositivo è configurato in modo errato, tutte le chiavi di crittografia vengono reimpostate. In questo caso, il sistema è completamente esposto a ulteriori interventi.

Tutti i difetti identificati sono stati trasferiti agli sviluppatori e sono già stati corretti. Tuttavia, gli specialisti di VisionSpace sono convinti che sia impossibile affidare il controllo del veicolo orbitale a soluzioni non sicure e presumono che altre vulnerabilità critiche possano persistere nel software utilizzato.

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Anche Gpt5 di OpenAI ha limiti (e Altman lo sa)

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Gpt-5 segna sicuramente un passo avanti nel perfezionamento dell'esperienza utente e dell'efficienza operativa, ma non rappresenta ancora la svolta radicale startmag.it/innovazione/anche-…



Learn C with a Lisp


One reason Forth remains popular is that it is very simple to create, but also very powerful. But there’s an even older language that can make the same claim: LISP. Sure, some people think that’s an acronym for “lots of irritating spurious parenthesis,” but if you can get past the strange syntax, the language is elegant and deceptively simple, at least at its core. Now, [Daniel Holden] challenges you to build your own Lisp as a way to learn C programming.

It shouldn’t be surprising that LISP is fairly simple. It was the second-oldest language, showing up in the late 1950s with implementations in the early 1960s. The old hardware couldn’t do much by today’s standards, so it is reasonable that LISP has to be somewhat economical.

With LISP, everything is a list, which means you can freely treat code as data and manipulate it. Lists can contain items like symbols, numbers, and other lists. This is somewhat annoying to C, which likes things to have particular types, so that’s one challenge to writing the code.

While we know a little LISP, we aren’t completely sold that building your own is a good way to learn C. But if you like LISP, it might be good motivation. We might be more inclined to suggest Jones on Forth as a good language project, but, then again, it is good to have choices. Of course, you could choose not to choose and try Forsp.


hackaday.com/2025/08/09/learn-…



Un passo verso la guerra autonoma. Un drone può programmare in autonomia il suo “sistema cerebrale”


Per la prima volta, è stato dimostrato che un robot può non solo eseguire comandi, ma anche programmare il proprio “sistema cerebrale“, dall’inizio alla fine. Questa svolta è stata dimostrata da Peter Burke, professore di ingegneria elettrica e informatica presso l’Università della California, Irvine. Nel suo preprint, descrive come, utilizzando modelli di intelligenza artificiale generativa, sia possibile creare una stazione di comando e controllo completa per un drone, non posizionata a terra, come di solito accade, ma direttamente a bordo del velivolo.

L’idea è che il progetto chiami “robot” due oggetti contemporaneamente. Il primo è l’intelligenza artificiale che genera il codice del programma, il secondo è un drone basato su Raspberry Pi Zero 2 W che esegue questo codice. Il controllo del volo viene solitamente effettuato tramite una stazione di terra, ad esempio utilizzando i programmi Mission Planner o QGroundControl che comunicano con il drone tramite un canale di telemetria. Questo sistema svolge le funzioni di un “cervello” intermedio, dalla pianificazione della missione alla visualizzazione in tempo reale. Un firmware di basso livello, come Ardupilot, viene eseguito a bordo del drone, mentre un sistema di navigazione autonomo, come ROS, è responsabile delle attività più complesse.

Burke ha dimostrato che, con il giusto tasking, i modelli di intelligenza artificiale generativa possono essere incaricati di scrivere l’intera suite software, dall’interazione con MAVLink alla creazione di un’interfaccia web. Il risultato è WebGCS: un server web situato sulla scheda stessa del drone, che fornisce un ciclo di controllo completo in volo. L’utente può connettersi a questo sistema tramite rete e impartire comandi tramite un browser mentre il dispositivo è in volo.

Il progetto è stato implementato in più fasi, attraverso una serie di sprint con diversi strumenti di intelligenza artificiale: Claude , Gemini , ChatGPT , nonché ambienti di sviluppo specializzati come Cursor e Windsurf . Nella fase iniziale, le sessioni con Claude includevano richieste di scrittura di codice Python per far volare il drone a 15 metri, creare una pagina web con un pulsante di decollo, visualizzare una mappa con la posizione GPS e consentire di cliccare per specificare una destinazione. L’intelligenza artificiale avrebbe poi dovuto generare uno script di installazione, inclusa l’intera struttura dei file. Tuttavia, a causa della finestra di contesto limitata, Claude non è stato in grado di elaborare l’intera catena di richieste.

La sessione di Gemini 2.5 fallì a causa di errori negli script bash e Cursor ha prodotto un prototipo funzionante, che tuttavia richiese un refactoring, poiché il volume di codice superava i limiti del modello. Il quarto sprint con Windsurf ebbe successo: richiese 100 ore di lavoro umano in 2,5 settimane e si concluse con la creazione di 10.000 righe di codice. A titolo di confronto, il progetto Cloudstation, con funzionalità simili, fu sviluppato in 4 anni grazie all’impegno di diversi studenti.

Il risultato evidenzia un’importante limitazione dell’intelligenza artificiale moderna: la sua incapacità di gestire efficacemente dimensioni di codice superiori a 10.000 righe. Secondo Burke, questo è coerente con ricerche precedenti , che hanno dimostrato che l’accuratezza del modello Claude 3.5 di Sonnet su LongSWEBench scende dal 29% al 3% all’aumentare del contesto da 32.000 a 256.000 token.

Nonostante la natura futuristica del progetto, gli sviluppatori hanno previsto un elemento di controllo: l’intervento manuale tramite un trasmettitore di backup è sempre stato possibile durante il processo. Ciò è necessario dato il potenziale dei sistemi di navigazione autonoma, che stanno già attirando l’attenzione dell’industria militare e dell’intelligenza artificiale spaziale.

Geolava ha definito l’esperimento di Burke una pietra miliare: secondo l’azienda, l’assemblaggio autonomo di un centro di comando nel cielo apre la strada a un nuovo paradigma di intelligenza spaziale, in cui sensori, pianificazione e processo decisionale vengono combinati in un unico insieme in tempo reale. Anche piattaforme parzialmente automatizzate come Skydio stanno già iniziando a cambiare l’approccio all’analisi dell’ambiente.

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GPT-5 è quì! l’IA da miliardi di dollari che divora GPU e fa sembrare GPT-4 un giocattolo


OpenAI ha lanciato il suo nuovo modello di punta e il messaggio è chiaro: affidabilità, potenza e un cambio radicale nel modo in cui interagiamo con l’intelligenza artificiale. Dopo anni in cui i modelli linguistici erano visti come strumenti sperimentali, GPT-5 segna il passaggio definitivo dal prototipo alla produzione.

Uno dei punti di forza è il sistema unificato con “smart router”: non serve più scegliere manualmente quale modello usare. GPT-5 analizza la richiesta e decide autonomamente se fornire una risposta rapida o attivare una modalità di calcolo più complessa per problemi impegnativi. Un’unica interfaccia, potenza su richiesta.

Meno Allucinazioni e più ragionamento


Sul fronte dell’affidabilità, i progressi sono notevoli. OpenAI dichiara una riduzione delle allucinazioni compresa tra il 45% e l’80% rispetto ai modelli precedenti, frutto di un lavoro ingegneristico mirato. È un passo cruciale per rendere l’IA uno strumento di lavoro concreto, sicuro e prevedibile.

Le prestazioni sui compiti chiave confermano il salto di qualità: nel coding GPT-5 raggiunge il 74,9% su SWE-bench, posizionandosi ai vertici per l’ingegneria del software; nel ragionamento scientifico registra progressi significativi in matematica (AIME), scienze (GPQA) e percezione multimodale; nella scrittura dimostra una gestione superiore di struttura, ritmo e metafora, andando ben oltre la semplice correttezza grammaticale.

Infine, accesso e costi: GPT-5 è già disponibile in ChatGPT (sostituendo GPT-4o) e via API in vari formati (-5, mini, nano) con contesto di 256k in input e 128k in output. Le tariffe, fino a 10$ per milione di token in output e 1,25$ per milione in input, sono estremamente competitive, in linea con modelli come Google Gemini 2.5. Ma la vera svolta non è solo la potenza: è la fiducia. L’era dei giocattoli è finita – questa IA è progettata per lavorare.

OpenAI ha presentato GPT-5 come un modello infrastrutturale: affidabile, potente e progettato per usi professionali. Ora aggiungiamo un aspetto sorprendente: il suo sviluppo avrebbe richiesto un investimento miliardario e un’infrastruttura hardware mai vista prima, confermando che non si tratta più di un prototipo, ma di un’impresa a tutti gli effetti.

Cifre da record per potenza di calcolo, parametri e quindi consumi


GPT-4, si stima, è costato circa 63 milioni di dollari per l’addestramento, utilizzando 25 000 GPU Nvidia A100 per 90-100 giorni. In confronto, le stime per GPT-5 parlano di un costo compreso tra 1,25 e 2,5 miliardi di dollari e un’infrastruttura con 250 000-500 000 GPU Nvidia H100 dedicate. In alternativa, secondo altri calcoli basati su stime di mercato (parametri di 8,8-15 trilioni e durate di training attorno ai 150 giorni), servirebbero fra 150 000 e 260 000 GPU H100, per una spesa hardware tra 3,7 e 6,6 miliardi di dollari solo per l’acquisto delle schede.

Mentre i dettagli ufficiali sul conteggio dei parametri di GPT-4 non sono stati resi pubblici, fonti stimano che possa raggiungere 1,8 trilioni di parametri. Invece GPT-5 viene proiettato tra 8,8 e 15 trilioni di parametri, cioè circa 5-8 volte più grande del suo predecessore.

L’infrastruttura necessaria non è solo costosa, ma anche logisticamente impegnativa: centinaia di migliaia di GPU H100 rappresentano una richiesta massiccia sia a livello energetico che di spazio fisico. Se GPT-4 aveva già segnato una svolta nell’uso delle risorse, GPT-5 la spinge a livelli quasi industriali, incarnando di fatto il passaggio definitivo dall’esperimento all’infrastruttura AI.

Da un punto di vista pratico, GPT-5 promette potenza e affidabilità ben superiori rispetto a GPT-4. Tuttavia, il conto economico elevato e l’enorme fabbisogno hardware spostano il baricentro: non siamo più nell’ambito della sperimentazione, ma in una nuova era in cui l’IA è infrastruttura – costosa, capillare, e pronta a servire per applicazioni mission-critical. L’era dei giocattoli è finita: l’IA adesso è progettata per il lavoro.

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Nuova iscrizione


Nuovo utente, mi interesso di ambiente, diritti umani, democrazia, tecnologia solo se etica, e dei miei bambini, naturalmente.


linkiesta.it/2025/08/spiagge-v…

questi vogliono guadagnare sempre di più, e l'italia è un paese sempre più povero. non può funzionare se domanda e offerta non si incontrano. il capitalismo all'italiana.

RFanciola reshared this.



Douglas Bauer – Il mondo che chiama
freezonemagazine.com/articoli/…
Tra la fatica delle miniere di carbone all’inizio del Novecento e il sollievo delle partite domenicali di baseball, Earl Dunham ha imparato a non aspettarsi troppo dalla vita. Il modo è duro, il futuro incerto, e ogni giorno è una battaglia per sopravvivere. Ma quando un incontro casuale lo avvicina al baseball professionistico, Earl si […]
L'articolo Douglas Bauer – Il mondo che



Con foto del cibo


Sensitive content



Tsmc, Tokyo Electron e la competizione tra “amici”

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Un ex dipendente di Tokyo Electron è sospettato di aver sottratto segreti industriali a Tsmc, la più importante azienda manifatturiera di microchip al mondo. Il caso ci ricorda che la proprietà intellettuale è centrale nella competizione



Paramount’s $36 million babysitter


Dear Friend of Press Freedom,

It’s the 136th day that Rümeysa Öztürk is facing deportation by the United States government for writing an op-ed it didn’t like, and the 55th day that Mario Guevara has been imprisoned for covering a protest. Read on for more, and click here to subscribe to our other newsletters.

Paramount’s $36 million babysitter


Paramount and Skydance Media finally completed their merger this week. To get there, Paramount paid $16 million to settle President Donald Trump’s absurdly frivolous lawsuit against CBS News, while Skydance reportedly will chip in $20 million in Trump-friendly PSAs.

So now Trump will leave them alone, right? Of course not. Skydance also committed to Federal Communications Commission chair and Trump bootlicker Brendan Carr to appoint a “bias ombudsman.” Skydance CEO David Ellison assured skeptics that the position will be a “transparency vehicle, not an oversight vehicle.” He promised that “we’re not being overseen by the FCC or anyone else.”

Carr sees it differently. He told The Washington Post’s Jeremy Barr that the FCC is in a “trust but verify posture,” noting that “when you make a filing at the FCC, we have rules and regulations that deal with false representations to the agency.” He added, “I’m confident that we’re going to stay in touch with [Skydance and Paramount] and track this issue.”

It sure sounds like Carr’s leaving the door wide open to threaten regulatory action whenever CBS broadcasts something he doesn’t like. Carr — who intends to monitor bias while wearing the president’s bust as a lapel pin — is the poster child for why the Constitution bars the government from meddling in newsrooms’ editorial decisions. Carr has also said he’s keeping his FCC’s nonsense investigation into CBS open, giving him another cudgel to wield if journalists forget who’s boss. There’s $36 million well spent.

Freedom of the Press Foundation (FPF) Advocacy Director Seth Stern talked more about Carr’s censorial antics and our attorney disciplinary complaint against him on Legal AF’s “Court of History” podcast on the MeidasTouch network. Watch it here.

FPF’s barrage of FOIAs seeks to combat secrecy


Since our Freedom of Information Act request exposed the lies underpinning the Trump administration’s crackdown on leaks to journalists, FPF has filed over 100 more FOIAs to learn how the administration is targeting journalists and stifling dissent.

We put together a list of our top 10 most urgent FOIA requests. Read more here.

How federal law enables retaliation against incarcerated journalists


These days the president of the United States files frivolous lawsuits at an alarming clip, including against news outlets that displease him. He’s far from the only prominent public figure abusing the federal court system in this way.

And yet, Congress has not seen fit to pass a federal “anti-SLAPP” law to stop powerful billionaires and politicians from pursuing strategic lawsuits against public participation. But powerless prisoners? That’s another story. If they want access to the federal courts, they need to navigate the Prison Litigation Reform Act — a maze of onerous procedural requirements.

We hosted a webinar with incarcerated journalist Jeremy Busby and two attorneys from the American Civil Liberties Union, Nina Patel and Corene Kendrick, to hear more about how the law silences journalism. Read and watch here.

Don’t let the leading voice for digital journalists be silenced


For decades, the National Press Photographers Association has protected the rights of news photographers and videographers. But recently, NPPA announced that it faces financial difficulties. We spoke to NPPA’s longtime General Counsel, Mickey Osterreicher, about NPPA’s work and the impact on the First Amendment if it shutters. You can support the NPPA’s programs here.

Privacy policy update

We’ve updated FPF’s privacy policy to include a new payment processor and our use of Fight for the Future’s activism APIs. See the updated policy for details.

What We're Reading


The price of approval: How Paramount sold out the First Amendment for a merger

Protect the Protest
FPF’s Stern spoke to Protect the Protest — a coalition of nonprofit organizations fighting back against Strategic Lawsuits Against Public Participation, of which we are a proud member — about what the Paramount merger means for press freedom.


Ohio reporter’s notebook searched by Secret Service at Vance fundraiser

U.S. Press Freedom Tracker
This is an obvious violation of reporters’ rights. Secret Service members should have basic First Amendment training, especially if they are going to be dispatched in the field.


New York Times responds to Benjamin Netanyahu’s lawsuit threat: “An increasingly common playbook”

Deadline
The government that has killed more journalists than all other countries combined over the last few years shouldn’t be lecturing a newspaper about anything — let alone an obviously true story.


US appeals court upholds SEC ‘gag rule’ over free speech objections

Reuters
An unfortunate decision, but this might be one of the rare instances when this Supreme Court accidentally does some good. We wrote last year about how this rule impacts the press.


Home Depot and Lowe's share data from hundreds of AI cameras with cops

404 Media
First, the Electronic Frontier Foundation filed a public records request that uncovered how Home Depot and Lowe’s are cooperating with cops. Then, 404 Media made the story free thanks to their commitment to dropping paywalls for public records-based reporting.


Govt. website ‘glitch’ removes Trump’s least favorite part of Constitution

Rolling Stone
We’re skeptical of the government’s excuses for deleting habeas corpus from an online copy of the Constitution. Let us guess, the next “glitch” makes the First Amendment disappear?


Law strikes back: Lawyers doing Trump’s bidding targeted where integrity still matters

MSNBC
Rachel Maddow discussed our disciplinary complaint against Carr as an example of using the legal profession’s standards “as a way to stand up and push back against” attacks on the press.


freedom.press/issues/paramount…



Il Ministro Giuseppe Valditara ha firmato un decreto che autorizza ulteriori 164 interventi, per un investimento complessivo di quasi 104 milioni, destinati alla costruzione di nuovi #asili o alla riconversione di edifici non già destinati ad asili i…


Qualcuno può dare una mano?


tastiera virtuale per ipovedenti


ora avrei bisogno di aiuto..

Mio fratellino (storia lunghissima che racconterò, forse, un'altra volta) è ipovedente.
Purtroppo essendo nato sordo, non parla nemmeno. Grazie agli impianti cocleari sente e capisce quasi tutto, ma non emette suoni.
Grazie alla tecnologia, però, sta imparando a comunicare. Sa leggere e scrivere al computer, anche se solo su nostro input, mai in modo spontaneo.
Usa una tastiera fisica per ipovedenti, con tasti grandi e ad alto contrasto, e la gestisce discretamente bene.
Recentemente ci siamo dotati di una lavagna interattiva per supportare il suo percorso educativo e di sviluppo.
Ho collegato la tastiera alla lavagna, ma non vuole usarla: preferisce stare in piedi e utilizzare quella virtuale direttamente sullo schermo della smart board (o forse semplicemente associa la tastiera fisica al computer... poco importa!).

Problema: la tastiera virtuale dobbiamo ri-attivarla spesso, inserire il CAPS LOCK (sa leggere e scrivere solo in maiuscolo) e con certe app non funziona..
Ecco perché avrei bisogno di una tastiera virtuale — che rimanga sempre visibile, o almeno di facile attivazione, sullo schermo della smart board — ad alto contrasto e con lettere maiuscole. La lavagna è basata su android.

Grazie se qualcuno può aiutarmi

#tastiera #ipovedenti #LavagnaInterattiva #smartboard #AltoContrasto #android #supporto #sordociechi




tastiera virtuale per ipovedenti


ora avrei bisogno di aiuto..

Mio fratellino (storia lunghissima che racconterò, forse, un'altra volta) è ipovedente.
Purtroppo essendo nato sordo, non parla nemmeno. Grazie agli impianti cocleari sente e capisce quasi tutto, ma non emette suoni.
Grazie alla tecnologia, però, sta imparando a comunicare. Sa leggere e scrivere al computer, anche se solo su nostro input, mai in modo spontaneo.
Usa una tastiera fisica per ipovedenti, con tasti grandi e ad alto contrasto, e la gestisce discretamente bene.
Recentemente ci siamo dotati di una lavagna interattiva per supportare il suo percorso educativo e di sviluppo.
Ho collegato la tastiera alla lavagna, ma non vuole usarla: preferisce stare in piedi e utilizzare quella virtuale direttamente sullo schermo della smart board (o forse semplicemente associa la tastiera fisica al computer... poco importa!).

Problema: la tastiera virtuale dobbiamo ri-attivarla spesso, inserire il CAPS LOCK (sa leggere e scrivere solo in maiuscolo) e con certe app non funziona..
Ecco perché avrei bisogno di una tastiera virtuale — che rimanga sempre visibile, o almeno di facile attivazione, sullo schermo della smart board — ad alto contrasto e con lettere maiuscole. La lavagna è basata su android.

Grazie se qualcuno può aiutarmi

#tastiera #ipovedenti #LavagnaInterattiva #smartboard #AltoContrasto #android #supporto #sordociechi

in reply to aimee80

@aimee80 non si può fare molto con queste cose qua, se uno un ausilio non ne vuole sapere, non lo userà (come gli anziani col bastone; quanto fa incazzare i parenti?)
in reply to Elena Brescacin

@Elena Brescacin lo so, non lo forziamo assolutamente. È che in estate esisteva solo la LIM e la piscina per lui, ora non entra nemmeno nella stanza dove ci sono i dispositivi 😅


This week, we discuss Wikipedia's ethos and zooming in on a lot of pictures of cops' glasses.

This week, we discuss Wikipediax27;s ethos and zooming in on a lot of pictures of copsx27; glasses.#BehindTheBlog


Behind the Blog: Speculation, Distraction, and Smart Glasses


This is Behind the Blog, where we share our behind-the-scenes thoughts about how a few of our top stories of the week came together. This week, we discuss Wikipedia's ethos and zooming in on a lot of pictures of cops' glasses.

EMANUEL: I’m going to keep it very short this week because I’m crunching on a feature, but I wanted to quickly discuss Wikipedia.

This week I wrote a story about a pretty in-the-weeds policy change Wikipedia’s community of volunteer editors adopted which will allow them to more quickly and easily delete articles that are obviously AI generated. One thought I’ve had in mind that didn’t make it into the last few stories I’ve written about Wikipedia, and one that several people shared on social media in response to this one, is that it’s funny how many of us remember teachers in school telling us that Wikipedia was not a good source of information.

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Più o meno una volta al mese, torno a scrivere qualcosa 😁
Le cose stanno iniziando ad andare meglio (non lavorativamente), anche se il mio tempo libero è sempre pochissimo.
Comunque domenica mattina partiamo in vacanza e non vedo l'ora. Abbiamo proprio bisogno di ricaricarci un po'. Andremo in Slovenia 😀

Io, molto a rilento, sto cercando di togliere google e tanto altro schifo dalla mia vita. E questo mi fa sentire bene.



Sergio Zavoli e il senso della RAI


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/sergio-…
Cinque anni senza Sergio Zavoli (scomparso a 96 anni il 4 agosto 2020) e la sua idea dell’informazione, intesa, come ha ricordato di recente Vincenzo Vita, come una forma d’arte. Giornalista, scrittore, poeta, inventore di format televisivi straordinari come il





Congressman Raja Krishnamoorthi's office said this was “a formal investigation into Flock Group Inc. over its role in enabling invasive surveillance practices that threaten the privacy, safety, and civil liberties of women, immigrants, and other vulnerable Americans.”#Impact


Congress Launches Investigation into Flock After 404 Media Reporting


Two members of Congress have launched a formal investigation into automatic license plate reader (ALPR) company Flock and demanded it turn over details of all searches of its national camera network concerning Immigration and Customs Enforcement (ICE), Customs and Border Protection (CBP), and abortions. The move comes after 404 Media revealed that local cops were performing lookups in Flock on behalf of ICE or for immigration enforcement, and that a Texas officer searched cameras nationwide looking for a woman who self-administered an abortion.

The congressional investigation is just the latest impact from those articles, which have resulted in a wave of similar coverage around the country and Flock making major changes to its platform. The letter announcing the investigation explicitly cites 404 Media’s articles.

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The Halo 3C is a vape detector installed in schools and public housing. A young hacker found it contains microphones and that it can be turned into an audio bug, raising privacy concerns.#News #Hacking


It Looks Like a School Vape Detector. A Teen Hacker Showed It Could Become an Audio Bug


This article was produced with support from WIRED.

A couple of years ago, a curious, then-16-year-old hacker named Reynaldo Vasquez-Garcia was on his laptop at his Portland-area high school, seeing what computer systems he could connect to via the Wifi—“using the school network as a lab,” as he puts it—when he spotted a handful of mysterious devices with the identifier “IPVideo Corporation.”

After a closer look and some googling, Garcia figured out that a company by that name was a subsidiary of Motorola, and the devices he’d found in his school seemed to be something called the Halo 3C, a “smart” smoke and vape detection gadget. “They look just like smoke detectors, but they have a whole bunch of features like sensors and stuff,” Garcia says.

As he read more, he was intrigued to learn that the Halo 3C goes beyond detecting smoke and vaping—including a distinct feature for discerning THC vaping in particular. It also has a microphone for listening out for “aggression,” gunshots, and keywords such as someone calling for help, a feature that to Vasquez-Garcia immediately raised concerns of more intrusive surveillance.

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Vendo monitor 23" Dell U2312HM, condizioni estetiche perfette, neanche un graffietto. Pixel perfetti, non c'è n'è uno bruciato o spento. Il connettore VGA balla leggermente: se spostate il pc tutti giorni da un po' fastidio, se lo tenete fisso, non ci sono problemi.

Sono inclusi il cavo di alimentazione e quello VGA/HDMI.

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Gli Usa accelerano sulla difesa laser contro missili e droni. Ecco le ultime novità

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Negli ultimi anni l’Esercito statunitense ha accelerato lo sviluppo delle armi a energia diretta, e sulla base dei risultati ottenuti ne sta valutando un impiego più ampio anche nel contesto della difesa antimissile. “Le tecnologie per i laser a energia




Più di 16mila persone hanno contattato il Numero Bianco nell’ultimo anno


Si è registrato un aumento del 14% delle richieste arrivate alla nostra infoline: da Liguria e Lazio il maggior numero di chiamate in proporzione al numero degli abitanti

580 le richieste di aiuto alla morte volontaria


Negli ultimi 12 mesi sono arrivate 16.035 richieste di informazioni sul fine vita tramite il Numero Bianco(06 9931 3409), coordinato da Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo, e attraverso le email dirette all’Associazione Luca Coscioni. Una media di 44 richieste al giorno, in crescita del 14 per cento rispetto all’anno precedente.

Si tratta di un servizio attivo tutti i giorni per ascoltare, orientare e informare sulle possibilità offerte oggi dall’ordinamento italiano in materia di fine vita, su temi come eutanasia e suicidio medicalmente assistito, testamento biologico, interruzione delle terapie e sedazione palliativa profonda. In assenza di risposte istituzionali adeguate, il servizio aiuta a costruire percorsi legali e umani verso la libertà di scelta sul fine vita.

Nel dettaglio, le richieste hanno riguardato soprattutto eutanasia e suicidio medicalmente assistito (circa 5 al giorno), ma anche interruzione delle terapie e sedazione palliativa profonda (più di una al giorno). Sono inoltre aumentate le domande pratiche per accedere alla morte volontaria medicalmente assistita in Svizzera o attraverso percorsi legali in Italia, arrivate da 580 persone (51 per cento donne, 49 per cento uomini), contro le 533 dell’anno precedente.

Sulla base delle informazioni disponibili sulla provenienza geografica di chi ha contattato il servizio, quando fornite, è stata elaborata una proiezione regionale ponderata per popolazione, che restituisce una fotografia della richiesta di aiuto a morire in Italia.

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La classifica delle regioni con il maggior numero di richieste rapportate a 100.000 abitanti vede al primo posto la Liguria con 48 ogni 100.000 abitanti, seguita dal Lazio con 43 richieste. Al terzo posto si posiziona la Toscana con 35, affiancata dal Friuli Venezia Giulia. Seguono Umbria, Emilia-Romagna e Lombardia con 33 richieste. Poi Piemonte con 28, il Veneto e le Marche con 26.

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