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Using Moondream AI to Make Your Pi “See” Like a Human


Moondream title with man's face visible in background.

[Jaryd] from Core Electronics shows us human-like computer vision with Moondream on the Pi 5.

Using the Moondream visual language model, which runs directly on your Raspberry Pi, and not in the cloud, you can answer questions such as “are the clothes on the line?”, “is there a package on the porch?”, “did I leave the fridge open?”, or “is the dog on the bed?” [Jaryd] compares Moondream to an alternative visual AI system, You Only Look Once (YOLO).

Processing a question with Moondream on your Pi can take anywhere from just a few moments to 90 seconds, depending on the model used and the nature of the question. Moondream comes in two varieties, based on size, one is two billion parameters and the other five hundred million parameters. The larger model is more capable and more accurate, but it has a longer processing time — the fastest possible response time coming in at about 22 to 25 seconds. The smaller model is faster, about 8 to 10 seconds, but as you might expect its results are not as good. Indeed, [Jaryd] says the answers can be infuriatingly bad.

In the write-up, [Jaryd] runs you through how to use Moonbeam on your Pi 5 and the video (embedded below) shows it in action. Fair warning though, Moondream is quite RAM intensive so you will need at least 8 GB of memory in your Pi if you want to play along.

If you’re interested in machine vision you might also like to check out Machine Vision Automates Trainspotting With Unique Full-Length Portraits.

youtube.com/embed/ADuaiRnX5X0?…


hackaday.com/2025/09/23/using-…



Chrome per Android: Da un “muro di testo” ad un podcast il passo è breve


Google ha aggiunto una nuova funzionalità basata sull’intelligenza artificiale a Chrome per Android per la lettura delle pagine web.

Invece di leggere l’intero testo ad alta voce, il browser può riassumere il materiale in un formato “podcast”: due speaker sintetizzati discutono i punti chiave, trasformando un lungo articolo in un audio breve e vivace.

I primi utenti hanno notato la nuova funzionalità nella build stabile di Chrome 140.0.7339.124, quindi sembra che la funzionalità si stia gradualmente estendendo a un pubblico più ampio.

Puoi abilitare la voce fuori campo nello stesso modo: apri una pagina, clicca sui tre puntini nell’angolo in alto a destra e seleziona “Ascolta questa pagina”. Un nuovo interruttore per la voce fuori campo con intelligenza artificiale è apparso nel pannello di riproduzione accanto al controllo della velocità: ti consente di passare istantaneamente dalla lettura standard alla “versione podcast” del materiale.

Questa funzionalità è nata dal progetto NotebookLM, con cui Google ha lanciato per la prima volta le “Panoramiche Audio”, riassunti audio interattivi dei contenuti. In primavera, l’azienda ha aggiunto la stessa funzionalità all’app Gemini e ora sta proponendo l’idea al miliardo di utenti Chrome che utilizzano dispositivi mobili.

Podcast Voiceover era precedentemente disponibile nella versione sperimentale di Chrome Canary e in versione beta, ma ora sta per essere implementato nella build stabile. Come di consueto, il rilascio è graduale, quindi la funzionalità potrebbe non essere disponibile per tutti gli utenti contemporaneamente.

In breve, Chrome trasforma qualsiasi “muro di testo” in un formato compatto e facile da leggere, utile quando hai gli occhi stanchi, stai guidando o vuoi semplicemente far passare il messaggio in pochi minuti senza perderlo di vista.

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Cane non mangia cane.

Salis, commissione Europarlamento respinge revoca dell'immunità • Imola Oggi
imolaoggi.it/2025/09/23/salis-…



La Nato pronta a difendersi a ogni costo dalle minacce russe. Parola di Rutte

@Notizie dall'Italia e dal mondo

A seguito delle ultime violazioni dello spazio aereo lungo il fianco orientale dell’Europa, in particolare vicino ai confini con la Russia, l’allerta tra i Paesi membri della Nato è aumentata, con i vertici dell’Alleanza impegnati a ribadire la capacità di difesa e



Sviluppatori al sicuro: Mozilla introduce il rollback delle estensioni per Firefox


Mozilla ha introdotto una nuova funzionalità per gli sviluppatori di componenti aggiuntivi per Firefox che consente loro di ripristinare rapidamente una versione precedentemente approvata e di risolvere problemi critici in situazioni in cui la correzione e la nuova convalida dell’estensione richiederebbero troppo tempo.

La nuova logica consente agli utenti di rendere un aggiornamento recente non disponibile per l’installazione e, se gli aggiornamenti automatici sono abilitati, il browser ripristinerà automaticamente l’estensione alla build precedente entro 24 ore per gli utenti che hanno già installato la versione interessata.

I rollback vengono eseguiti ripubblicando la vecchia versione con un nuovo numero di release e distribuendola tramite il Developer Hub o l’API di invio dei componenti aggiuntivi, come spiegato da Mozilla. Per i componenti aggiuntivi ospitati su addons[.]mozilla[.]org, i rollback richiedono almeno due versioni approvate: è possibile ripristinare la build precedente a quella corrente.

In caso di autodistribuzione, le restrizioni sono più flessibili: è consentito il rollback a qualsiasi versione precedentemente approvata. Nel pannello di controllo, accanto al pulsante “Carica una nuova versione” è disponibile l’opzione “Rollback a una versione precedente”, che avvia il rollback.

Questa nuova funzionalità non elimina la necessità di un’attenta revisione e moderazione delle release, ma fornisce agli sviluppatori uno strumento per eseguire rapidamente il rollback e ridurre al minimo l’impatto delle build non riuscite. Per gli utenti, ciò significa un ritorno più rapido a una versione stabile e un rischio ridotto di problemi a lungo termine.

Quest’estate, Mozilla ha rafforzato la sicurezza del suo portale di componenti aggiuntivi implementando meccanismi per bloccare le estensioni fraudolente volte a prosciugare i portafogli di criptovalute. Andreas Wagner, responsabile del team di revisione e sicurezza dei contenuti di AMO, ha riferito che negli ultimi anni la piattaforma ha identificato e rimosso centinaia di componenti aggiuntivi fraudolenti, tra cui numerosi falsi portafogli di criptovalute.

A luglio, gli specialisti di Koi Security hanno rilevato oltre 40 estensioni contraffatte e altre 150 ad agosto. Le estensioni dannose si camuffavano da popolari wallet di criptovalute, tra cui Coinbase, Meta Mask, Trust Wallet, Phantom, Exodus, OKX, Keplr e MyMonero.

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Deepfake a 50$: il nuovo business del darknet preoccupa la cybersecurity


I ricercatori di Kaspersky Lab hanno scoperto annunci pubblicitari sul darknet che offrono la possibilità di creare deepfake video e audio in tempo reale. Il prezzo di questo servizio dipende dalla complessità e dalla lunghezza del contenuto falso, partendo da 50 dollari per i video e 30 dollari per i deepfake vocali.

I ricercatori avevano già scoperto offerte per la creazione di deepfake sul darknet. Tuttavia, ora gli aggressori offrono la possibilità di generare contenuti vocali e visivi falsi in tempo reale, e il costo di tali servizi è diminuito: solo nel 2023, il costo per creare un minuto di video deepfake raggiungeva i 20.000 dollari.

“Sulle piattaforme darknet, non vediamo solo annunci pubblicitari che offrono ‘deepfake-as-a-service’, ma anche una domanda per tali servizi. Gli aggressori sono attivamente interessati ai servizi di intelligenza artificiale e li stanno già utilizzando nelle loro operazioni. Allo stesso tempo, vediamo anche strumenti più sofisticati sul darknet: modelli linguistici di grandi dimensioni dannosi creati da zero, senza utilizzare LLM comuni, ed eseguiti localmente”

Gli annunci ora disponibili offrono diverse opzioni:

  • scambio di volti in tempo reale durante la comunicazione tramite una piattaforma di videoconferenza o messenger;
  • scambio di volti per la verifica;
  • scambio di immagini della fotocamera su un telefono o un dispositivo virtuale.

I fornitori di tali servizi sono anche disposti a fornire software che consentono di sincronizzare il labiale di una persona in un video con qualsiasi testo, anche in lingua straniera, nonché strumenti per la clonazione della voce, modificando tono e timbro per adattarli all’emozione desiderata.

Tuttavia, gli esperti non escludono la possibilità che una parte significativa di queste pubblicità sia una truffa progettata per estorcere denaro agli acquirenti interessati.

“Sebbene tali tecnologie non creino minacce informatiche fondamentalmente nuove, possono ampliare significativamente le capacità degli aggressori. In un simile contesto, gli esperti di sicurezza informatica devono impegnarsi seriamente per contrastare gli aggressori. Paradossalmente, una possibile direzione di sviluppo è quella di utilizzare soluzioni di intelligenza artificiale per migliorare la produttività degli specialisti della sicurezza informatica e l’efficacia delle soluzioni di sicurezza”, commenta Igor Kuznetsov, Direttore di Kaspersky GReAT.

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Giubileo 2025: Società San Vincenzo De Paoli, in 500 a Roma in Pellegrinaggio. “Abbracciare i poveri, chinarsi sulle ferite dei più fragili”




Una flotta di droni entro il 2035, il piano di Berlino per dominare i mari

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Una flotta di navi/droni di grosso tonnellaggio per condurre missioni ad alto rischio e per tagliare sui tempi di addestramento, questa è la ricetta di Berlino per tornare sui mari. Secondo il documento strategico Kurs Marine, la Germania prevede l’acquisizione di tre



Anche l'Italia nella task force internazionale contro lo sfruttamento sessuale minorile


Oltre 20 paesi hanno partecipato all'operazione, ospitata presso la sede centrale di Europol all'Aia

Un totale di 51 bambini vittime di abusi sessuali sono stati identificati durante la 17a edizione della Victim Identification Task Force (#VIDTF17). L'operazione si è svolta nel corso di due settimane, dall'8 al 19 settembre 2025, presso la sede di #Europol. 27 esperti di Europol, #INTERPOL e 22 paesi in tutto il mondo hanno lavorato fianco a fianco per analizzare le immagini di bambini vittime di abusi non identificati, per identificarli e salvaguardarli.
Gli esperti partecipanti alla task force hanno analizzato oltre 300 set di dati raffiguranti vittime di sfruttamento sessuale minorile (CSE). Gli analisti hanno visto vittime di entrambi i sessi, dai bambini agli adolescenti, con una varietà di origini etniche e di molte nazionalità diverse. A seguito dell'operazione, alle autorità nazionali sono state inviate 213 piste per ulteriori indagini.

La Victim Identification Task Force (#VIDTF) è stata organizzata per la prima volta nel 2014. Da allora, il numero di set di dati analizzati è aumentato in modo esponenziale, insieme al database di Europol, creato nel 2006 e che ora contiene oltre 111 milioni di foto e video unici di sfruttamento sessuale minorile.

Oltre al crescente volume di immagini, lo scambio di materiale pedopornografico (CSAM) sembra ora essere molto più frequente rispetto al passato, probabilmente a causa dell'accessibilità e della grande capacità di archiviazione dei telefoni cellulari. Parallelamente, il CSAM generato dall’intelligenza artificiale è diventato uno dei modi principali in cui i trasgressori producono, acquisiscono e immagazzinano tale materiale.
Nel corso degli anni, i delinquenti hanno anche avuto accesso a strumenti e risorse più sofisticati. Oggi condividono anche tutorial sui forum del dark web che spiegano come creare CSAM iperrealistico generato dall’intelligenza artificiale.

Oltre 1 000 vittime salvaguardate riunendo le forze

Le autorità nazionali spesso non dispongono degli strumenti e delle risorse umane per far fronte alla quantità di CSAM creato e diffuso. Questo è il motivo per cui la Task Force per l’identificazione delle vittime è così preziosa nella lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori: riunisce esperti di molteplici nazionalità, facilita la comunicazione e rafforza la cooperazione tra le forze dell’ordine di tutto il mondo.
Nelle precedenti sedici edizioni del VIDTF, le autorità hanno salvaguardato un totale di 1 010 vittime, arrestato 301 autori di reato, analizzato 8 005 set di dati e diffuso 2 266 pacchetti di intelligence ai partner di Europol.

L'appello di Europol

Europol ha recentemente rilasciato nuove immagini sulla piattaforma “Stop agli abusi sui minori – Trace an Object” (europol.europa.eu/stopchildabu…), che invita tutti i cittadini a esaminare gli oggetti provenienti da casi irrisolti di abusi sessuali su minori e vedere se ne riconoscono qualcuno. Nessun indizio è troppo piccolo: anche il più piccolo dettaglio potrebbe aiutare a identificare e salvaguardare un bambino abusato sessualmente.

L'obiettivo principale è risalire all'origine degli oggetti raffigurati. Chiunque ne riconosca uno può fornire informazioni a Europol in modo anonimo. Una volta identificato il paese o il luogo, Europol informerà l'autorità competente di contrasto per indagare ulteriormente. L'obiettivo è quello di accelerare l'identificazione sia della vittima che dell'autore del reato.

@Attualità, Geopolitica e Satira

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L’Italia si doti di una strategia di sicurezza nazionale. L’appello dall’Osservatorio UniPegaso

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea a non disporre ancora di una strategia di sicurezza nazionale. L’assenza di un documento strategico omnicomprensivo, capace di tracciare i profili delle principali minacce e di indicare le



Florida's attorney general claims Nutaku, Spicevids, and Segpay are in violation of the state's age verification law.

Floridax27;s attorney general claims Nutaku, Spicevids, and Segpay are in violation of the statex27;s age verification law.#ageverification


Florida Sues Hentai Site and High-Risk Payment Processor for Not Verifying Ages


Florida is suing massively popular anime and hentai games platform Nutaku, as well as the payment processor Segpay, in two complaints that allege the companies ignored the state’s age verification law.

Nutaku is owned by Aylo, which is also the parent company of Pornhub and some of the biggest porn platforms on the internet. Florida Attorney General James Uthmeier said in a press release last week that his office is suing Aylo and Segpay—a high-risk merchant account that specializes in adult entertainment—and alleges that the companies are violating state law HB3, which requires websites to verify that visitors based in Florida are at least 18 years old.

Uthmeier’s complaint against Segpay and its parent companies claims that because Segpay provides payment processing services to the adult gaming site xh.lustyheroes.com, which is owned by Gethins Ltd., one of the other defendants in that complaint, it should be on the hook for the site not verifying ages in Florida. Segpay also has a business address in Florida, according to the complaint and Segpay’s site.

The complaints were first reported by AVN. Corey Silverstein, an attorney representing Segpay, told AVN last week: "Segpay has yet to be served with any formal complaint and maintains a policy of not commenting on pending or threatened litigation.” Silverman told 404 Media Segpay has no additional comment.

The separate complaint against Nutaku and Aylo also names Spicevids, a site that curates videos from a variety of adult studios. Nutaku has two sites: a safe-for-work game site at nutaku.com, and a “lewd” game site at nutaku.net. Aylo started blocking access to several of its other porn sites, including Pornhub, when Florida’s age verification went into effect in January, but Spicevids and Nutaku’s sites remained available, requiring users to click a box to agree that they’re 18 but not requiring ID.

Florida Sues Huge Porn Sites Including XVideos and Bang Bros Over Age Verification Law
The lawsuit alleges XVideos, Bang Bros, XNXX, Girls Gone Wild and TrafficFactory are in violation of Florida’s law that requires adult platforms to verify visitors are over 18.
404 MediaSamantha Cole


“Aylo believes that Spicevids and Nutaku comply with Florida's age verification requirements. We intend to vigorously defend against these allegations in court,” a spokesperson for Aylo told 404 Media in a statement. “Spicevids has implemented age verification measures consistent with the law's requirements since it took effect on January 1. Nutaku's gaming platform operates within the law's parameters, as games containing sexually explicit content represent less than the statutory threshold. These platforms are committed to ongoing compliance with applicable state laws. We look forward to presenting the facts through the appropriate legal process.”

Florida’s law applies to sites with a “substantial portion,” defined as more than 33.3 percent of total material on the website, of adult material.

Age Verification Laws Drag Us Back to the Dark Ages of the Internet
Invasive and ineffective age verification laws that require users show government-issued ID, like a driver’s license or passport, are passing like wildfire across the U.S.
404 MediaEmanuel Maiberg


Both complaints start with the baseless claim: “Access to online pornography is a pervasive threat to the health and well-being of children and adolescents.”

Florida brought a similar lawsuit against major porn sites outside of the Aylo umbrella last month, claiming that XVideos, Bang Bros, XNXX, Girls Gone Wild and TrafficFactory were all flaunting the state’s age verification law.
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The drone flight log data, which stretches from March 2024 to March 2025, shows CBP flying its drones to support ICE and other agencies. CBP maintains multiple Predator drones and flew them over the recent anti-ICE protests in Los Angeles.#FOIA


CBP Flew Drones to Help ICE 50 Times in Last Year


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This article was primarily reported using public records requests. We are making it available to all readers as a public service. FOIA reporting can be expensive, please consider subscribing to 404 Media to support this work. Or send us a one time donation via our tip jar here.

Customs and Border Protection (CBP) flew its drones, which could include the agency’s MQ-9 Predator drones, at least 50 times last year in support of Immigration and Customs Enforcement (ICE), according to new data obtained by 404 Media.

The data shows that CBP continues to support not just ICE but other federal agencies, such as the FBI, with its fleet of drones. In June, 404 Media reported CBP flew two high-powered Predator drones above protests in Los Angeles, flights which CBP said were to provide “officer safety surveillance.”

“This is especially concerning, given ICE’s ongoing unlawful immigration sweeps and this administration’s concerted effort to suppress any dissent,” Jennifer Lynch, general counsel for activist organization the Electronic Frontier Foundation (EFF), which has previously researched CBP’s use of drones, told 404 Media. “These records show that CBP has never stopped operating its drones on behalf of other federal, state, and local agencies, including ICE. In fact, the program has expanded exponentially since EFF first reported on it in 2012.”

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Do you know anything else about CBP’s drones or other technology? I would love to hear from you. Using a non-work device, you can message me securely on Signal at joseph.404 or send me an email at joseph@404media.co.

The new data spans more than 3,100 flights between March 2024 and March 2025. It includes the date of each mission, its category such as whether the flight was for training or enforcement purposes, the mission type (such as reconnaissance against a target), the region the flight took place in, which branch was responsible, and a column that often mentions if the flight was in support of another agency.

For example, on October 22, 2024, CBP flew a drone as part of “investigative support” for ICE as part of its enforcement mission, according to the data. CBP also flew drones for ICE over the next four days, the data shows.

On November 7, 2024, CBP flew a drone to assist ICE with a “special security event,” according to the data.

On February 21, 2024, CBP helped ICE with “reconnaissance surveillance target acquisition,” the data shows.
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In all, CBP flew drones to assist ICE in some capacity a total of 50 times during the one year period the data relates to. 404 Media obtained the data through a Freedom of Information Act (FOIA) request with CBP. The majority of the data covers the Biden presidency, and shows that CBP collaborated regularly with ICE during that administration. But given Trump’s recent crackdowns on protests and the administration’s mass deportation effort, Lynch is concerned about that collaboration during the current presidency.

The data also shows CBP flying drones to assist the U.S. Coast Guard; the DEA and FBI with investigative support; U.S. Southern Command (SOUTHCOM), a part of the military; and in one case the Office of the President of the United States. Other flights are listed as assisting “states” and “local,” indicating CBP assisted local and state agencies too. Some flights are for relocating the drones or for maintenance, the data shows.

The EFF previously obtained similar drone flight logs. Some of those records list more specific organizations CBP has flown drones for, including particular state bodies. In 2014, the EFF found CBP loaned its drones to other agencies more than 700 times in three years.
A screenshot from the data.
CBP’s fleet includes around ten drones, according to a presentation available online. They include the Predator B, which is essentially an unarmed version of the same drone the U.S. flies overseas as part of combat operations. The drones are typically loaded with cameras and other surveillance technology. After flying Predator drones during the recent Los Angeles protests, the official Department of Homeland Security X account posted footage collected by the drones.

“CBP’s drones are equipped with many different types of surveillance technology, from thermal imaging to high definition cameras to tools that can track movement over time. Smaller drones can identify faces and license plates while larger drones like the MQ-9s used to surveil protestors in Los Angeles have extensive range and can stay in the air for 30 hours at a time,” Lynch said.

CBP told 404 Media drones are a critical part of the agency’s border security mission. The agency said this includes illicit border crossings, investigations, intelligence, and reconnaissance patrols. CBP said its drones are only equipped with electro-optical/infrared cameras and Vehicle and Dismount Exploitation Radar (VADER). This can detect vehicle and human movement, the agency said.

Lynch added “Drone surveillance, especially when combined with ICE’s unregulated access to sensitive data like millions of drivers’ license plate records, threatens the privacy and security of people all across the country.”


#FOIA


ClickFix: la truffa che inganna gli utenti Mac e installa il trojan AMOS


I criminali informatici hanno lanciato una campagna su larga scala contro gli utenti macOS, camuffando malware da programmi popolari. Lo ha segnalato LastPass, che ha scoperto che anche il suo prodotto era stato falsificato. Il malware viene distribuito tramite falsi repository GitHub ottimizzati per i motori di ricerca, che gli consentono di apparire in cima ai risultati di ricerca di Google e Bing.

L’attacco utilizza lo schema ClickFix: alla vittima viene chiesto di inserire un comando nel terminale, presumibilmente per installare un’applicazione. In realtà, la vittima esegue una richiesta curl a un URL crittografato e scarica lo script install.sh nella directory /tmp.

Questo file installa il trojan Atomic Stealer (AMOS) sul computer. AMOS è uno strumento MaaS (Malware-as-a-Service) il cui noleggio costa 1.000 dollari al mese. La sua funzione di base è rubare dati dai dispositivi infetti, ma i suoi creatori hanno recentemente aggiunto una backdoor per un accesso furtivo e persistente al sistema.

Secondo LastPass, i truffatori non si limitano a copiare un singolo marchio. L’elenco dei programmi contraffatti supera i 100 e include soluzioni come 1Password, Dropbox, Confluence, Robinhood, Fidelity, Notion , Gemini, Audacity, Adobe After Effects, Thunderbird e SentinelOne.

Per aggirare le restrizioni, i truffatori creano diversi account GitHub falsi e repository duplicati con un pulsante “Download”. Cliccando su questo pulsante si accede a un sito web secondario contenente le istruzioni per eseguire un comando nel terminale.

Scenari simili per macOS sono già stati documentati in precedenza. Rapporti precedenti includevano copie di Booking.com e pseudo-programmi per “risolvere problemi” nel sistema, distribuiti tramite annunci pubblicitari. La campagna attuale è significativamente più ampia: l’automazione consente la rapida riattivazione di nuove pagine dopo il blocco.

LastPass sottolinea che monitora costantemente la situazione e inoltra segnalazioni di progetti falsi all’amministrazione di GitHub, ma la minaccia rimane a causa della facilità di creazione di nuove risorse.

Gli esperti ricordano agli utenti di fidarsi solo dei siti web ufficiali degli sviluppatori. Se il produttore non offre una versione macOS di un prodotto, l'”alternativa” sarà quasi certamente dannosa.

Nei casi in cui un’app sia disponibile, è importante verificare che sia distribuita da una fonte attendibile e non da una terza parte sconosciuta.

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Ecco l’F-47, il nuovo caccia Usa che cambia la supremazia dei cieli

@Notizie dall'Italia e dal mondo

In un mondo attraversato da tensioni geopolitiche crescenti, dalla guerra in Ucraina alla competizione tra Stati Uniti e Cina, il controllo dello spazio aereo non è più solo questione di supremazia tecnica, ma di equilibrio strategico globale. Per questo la notizia che il primo F-47,



"La situazione in tutta la striscia di Gaza è terribile particolarmente questi giorni". Lo ha detto padre Gabriel Romanelli, parroco della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia in Gaza City, in un video messaggio inviato a Padre Pio Tv in occasio…


Scammers stole the crypto from a Latvian streamer battling cancer and the wider security community rallied to make him whole.#News #Crypto


Steam Hosted Malware Game that Stole $32,000 from a Cancer Patient Live on Stream


A cancer patient lost $32,000 in crypto after installing a Steam game on his computer containing malware that drained one of his crypto wallets. Raivo Plavnieks is a 26 year old self-described “crypto degen” from Latvia who streams on the site Pump.fun under the name Rastaland. After a seven hour stream on September 20, Plavnieks logged off and cashed out his earnings from the stream.. Literally seconds later, someone drained those earnings from his wallet, according to an archive of the livestream and blockchain records reviewed by 404 Media.

Plavnieks had installed a game called BlockBlasters, a 2D platformer listed on Steam that launched July 31, 2025 to a small audience who’d given it positive reviews. But the game was a scam and an August patch injected malware into the game that was meant to scan a user’s hard drive for data and, ultimately, their crypto. BlockBlasters is no longer listed on Steam and has been flagged as malicious by the independent Steam archiving site SteamDB. Valve did not respond to 404 Media’s request for comment.
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The cyber security firm G Data CyberDefense dug into BlockBlasters and detailed how the software got access to user’s crypto. SteamDB’s archive of the game’s patches shows 3 files added in the August 30 patch: game2.bat, and two zip files. According to the G Data writeup, the batch file collected information on the user’s machine and then unpacked the zip files. “The two VBS scripts that ‘game2.bat’ executes are batch file loaders,” G Data said. As the scripts run, they inject more malware into the user’s machine and eventually go after the data and extensions of Chrome, Brave, and Microsoft Edge browsers, the company said.

This is at least the third time this year Valve has pulled a game from Steam after it turned out to contain malware. In February, Valve pulled the survival game PirateFi after users discovered it contained password stealing malware. A month later, in March, people who tried to download a demo for Sniper: Phantom's Resolution were redirected from Steam to GitHub for the installer. Once again, it was malware.

Plavnieks' experience gave the BlockBlasters situation a higher profile than PirateFi and Sniper: Phantom’s Resolution. Footage of emaciated and exhausted Plavnieks sobbing on his livestream while one of his brothers attempted to soothe him struck a nerve with some in the crypto and security community online. The crypto space is full of rug pulls, burns, bad investments, and wild stunts, but stealing from a guy with cancer seemed like a bridge too far.

In addition to the G Data writeup, several other people have reverse-engineered BlockBusters code and, they believe, found the people responsible. “The shitty malware sent all the stolen data to a Telegram the scammers made,” vx-underground, a group of malware researchers, said in a post on X. “We connected to the Telegram channel using the same credentials that were inside of the shitty malware. Inside the channel was the scammer(s). We got their Telegram IDs.”

According to Plavnieks, he was able to get his creator rewards sent to a new (and safe) crypto wallet in the future. Cryptocurrency personality Alex Becker sent Plavnieks $32,000 to cover the cost of the losses. And a group of open-source intelligence hobbyists and interested tech folks dug into BlockBlasters code, figured out the scheme, built a list of alleged victims, and also found the people they think are responsible for the scam.

“I wanted to take a second and just thank you all from the bottom of my heart, me, my brothers, and my mom is completely left without words on all the support we have received past 24h after the hack happened,” Plavineks said in a post on X. “Seems like the whole [community] rallied together behind my story and is showing support one way or another.”




Corte d’appello di Milano: le rette di ricovero per patologie degenerative sono integralmente a carico del SSN


Con sentenza n. 1644 del 9 giugno 2025, la Corte d’Appello di Milano ha riformato la decisione del Tribunale che aveva posto a carico del familiare parte delle rette di ricovero in una struttura sociosanitaria. La Corte ha accolto l’appello del figlio di una paziente affetta da demenza, dichiarando la nullità dell’impegno di pagamento sottoscritto all’ingresso in RSA, in quanto contrario a norme imperative (art. 1418 c.c.).

Il quadro normativo


La disciplina di riferimento è quella dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), definiti dal D.P.C.M. 14 febbraio 2001 e dal successivo D.P.C.M. 29 novembre 2001.

  • L’art. 3, co. 1 del D.P.C.M. 2001, attuativo del D.lgs 502/92 in materia di prestazioni sociosanitarie prevede la copertura del SSN delle socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria; queste ultime sono quelle prestazioni, come i ricoveri per gli anziani non autosufficienti o con disabilità gravi e gravissime, che necessitano di assistenza siano inscindibilmente connessa a alla cura.
  • In altre parole, laddove il ricovero è finalizzato al Piano terapeutico individualizzato e dai bisogno anche sanitari non erogabili dalla famiglia in setting domiciliari, è ritenuta assorbente la natura sanitaria, con conseguente gratuità per l’assistito.


La giurisprudenza di legittimità


La Corte di Cassazione ha ormai tracciato un orientamento chiaro:

  • Cass. civ., Sez. III, 24 gennaio 2023, n. 2038: le prestazioni socio-assistenziali connesse inscindibilmente a quelle sanitarie comportano la gratuità integrale;
  • Cass. civ., Sez. III, 11 dicembre 2023, n. 34590: l’attività svolta a favore di malati di Alzheimer in istituto di cura è qualificabile come attività sanitaria, di competenza del SSN;
  • Cass. civ., Sez. III, 22 febbraio 2024, n. 4752: è sufficiente la presenza di poche (e dunque non prevalenti) prestazioni sanitarie collegate per rendere gratuito l’intero trattamento;
  • Cass. civ., Sez. III, ord. 1 febbraio 2024, n. 2216: la componente sanitaria rende nulle le clausole di compartecipazione economica a carico dei pazienti o dei familiari.

La Corte d’Appello di Milano si è allineata a questo filone, riconoscendo che le condizioni cliniche della degente (grave decadimento cognitivo, pluripatologie, necessità di trattamenti continuativi) imponevano un trattamento terapeutico personalizzato, dunque rientrante a pieno titolo nelle prestazioni sanitarie ad elevata integrazione sanitaria.

Profili costituzionali


Il principio trova fondamento negli artt. 2, 3 e 32 Cost.:

  • la dignità e l’eguaglianza sostanziale delle persone non autosufficienti impongono che le cure siano garantite indipendentemente dalle condizioni economiche;
  • il diritto alla salute ha natura di diritto fondamentale e non può essere condizionato dalla capacità di spesa familiare;
  • l’obbligo di garantire i LEA grava sullo Stato e sulle Regioni, senza possibilità di traslazione sui privati.

Questa decisione contribuisce a consolidare un indirizzo giurisprudenziale che non può più essere considerato isolato ma che dal 2012 è ormai granitico.

  • gli impegni di pagamento sottoscritti dai parenti sono nulli;
  • gli enti gestori devono rivolgersi esclusivamente alle Regioni per la copertura delle rette;
  • ogni richiesta economica diretta alle famiglie in presenza di patologie degenerative è contraria al diritto vigente e può essere annullata in giudizio.

La pronuncia della Corte d’Appello di Milano si inserisce in un quadro più ampio: quello della non autosufficienza come questione sociale e politica di prima grandezza.

Le famiglie continuano a sostenere costi insostenibili per garantire assistenza a persone affette da Alzheimer, demenze e patologie cronico-degenerative, nonostante una giurisprudenza ormai univoca. La sentenza ricorda che esiste un diritto esigibile, ma la sua attuazione resta disomogenea sul territorio.

È urgente che il legislatore intervenga:

  • garantendo la piena applicazione dei LEA e elaborando una risposta a livello di programmazione,
  • integrando i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) con un fondo strutturale per la non autosufficienza,
  • assicurando la presa in carico personalizzata e partecipata prevista dalla L. 328/2000 e recentemente rilanciata dal D.Lgs. 62/2024 sulla riforma dell’anzianità.

Solo così sarà possibile passare dalla tutela giudiziaria del singolo caso a una garanzia effettiva e generalizzata dei diritti, evitando che la risposta allo stato di bisogno passi sempre e soltanto dai tribunali.

L'articolo Corte d’appello di Milano: le rette di ricovero per patologie degenerative sono integralmente a carico del SSN proviene da Associazione Luca Coscioni.



“Nothing from the past is irretrievably lost, and no border is insurmountable.” With these words, Cardinal Matteo Zuppi, Archbishop of Bologna and President of the Italian Episcopal Conference (CEI), embraced the legacy of Gorizia and Nova Gorica, on…


Giancarlo Siani, un Giornalista Giornalista


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/09/giancar…
Lui è Giancarlo. Giancarlo Siani, un “giornalista giornalista”. Un ragazzo, un Uomo, che 40 anni fa, quattro giorni dopo il suo compleanno, a soli 26 anni, venne ucciso dalla camorra, semplicemente purché scriveva e lo faceva senza guardare in



È la pace, bellezza


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/09/e-la-pa…
Dal 2022 giro l’Italia, tra oratori, scuole, sale varie, spesso in piccoli centri, in posti a volte improbabili invitato, da chi dice NO alla guerra. MI é stato così chiaro sin da subito come l’Italia della Pace fosse maggioritaria ma senza voce sui media. Le manifestazioni di ieri confermano l’isolamento di tv e




I dipendenti pubblici chiedono cloud europei “a proprietà dei lavoratori” per l’IA

L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
Un sindacato che rappresenta i dipendenti pubblici ha chiesto alla Commissione europea di rafforzare la sovranità dell’Europa nel settore del cloud e



Nvidia investe in OpenAi e accontenta (di nuovo) Trump

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Nvidia investirà fino a 100 miliardi di dollari in OpenAi per realizzare centri dati e altre infrastrutture. L'azienda di microchip di Jensen Huang vuole rimanere fondamentale per l'industria dell'intelligenza artificiale, e strizza l'occhiolino a

in reply to Informa Pirata

NVIDIA, servo della gleba di Trump.

Mi viene da bestemmiare. La bolla può seriamente fare male quando arriverà il momento.

Questa voce è stata modificata (6 giorni fa)




Abusate dai soldati Usa: le donne della Corea del Sud chiedono giustizia in tribunale


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Decenni dopo la Guerra di Corea, le donne denunciano abusi, coercizione e sfruttamento sessuale nelle basi militari degli Stati Uniti, chiedendo risarcimento e riconoscimento ufficiale.
L'articolo Abusate dai soldati Usa: le donne della Corea



La fiducia sia nella giustizia

@Politica interna, europea e internazionale

Giustizia non è sinonimo di magistratura: sovrapporre i due concetti è un errore da cui discendono pericolose storture. Antefatto. Nei giorni scorsi, durante una puntata di Omnibus su La7, mi sono trovato a dibattere con Nicola Gratteri. Il conduttore, Gerardo Greco, mi ha chiesto cosa pensassi delle polemiche sulla sovraesposizione mediatica



GAZA. Nata nuova milizia mercenaria sul libro paga di Israele


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Frequentatore delle carceri palestinesi, allontanato anche dall'Anp, Husam al Astal sostiene di essere a capo di centinaia di uomini e di voler combattere Hamas assieme a Israele
L'articolo GAZA. Nata nuova milizia mercenaria sul libro paga di Israele proviene da Pagine Esteri.




California journalists make secret police records public


A searchable public database known as the Police Records Access Project has made public for the first time more than 1.5 million pages of previously secret records about the use of force and misconduct by California police officers.

The California Reporting Project, a collaboration between news outlets, universities, and civil society organizations, began collecting and organizing the documents after the passage of SB 1421, a landmark law that made them public records. The law was expanded in 2021 to give the public even greater access.

Now, however, the California legislature is beginning to reverse course. This month, it passed AB 1178, a new bill that would make it harder for the public to access police misconduct records. The bill is awaiting Gov. Gavin Newsom’s signature or veto.

We spoke to journalist Lisa Pickoff-White, who is the director of research at the California Reporting Project, about what the CRP has accomplished so far and what AB 1178 could mean for transparency and accountability.

What are some of the most impactful stories journalists in the CRP have published using these records?

The project had impact from the beginning. A district attorney dropped charges against a woman who was wrongly arrested for allegedly misusing 911, after an investigation into one of the first cases released under SB 1421.

Reporters documented where departments failed to investigate police killings, found a homicide detective whose dishonesty upended criminal cases, and uncovered a pattern of excessive force at a state prison. We identified 22 people who died after officers held them face down, including two people who died after a state law banning the practice.

The governor is expected to sign a law barring agencies from using secret deals to conceal misconduct, prompted by an investigation exposing how 163 departments signed “clean-record agreements.”

What were some of the biggest challenges in collecting, reviewing, and standardizing these records and launching the database?

Obtaining records continues to be a major challenge. Just days before SB 1421 took effect, Inglewood destroyed records, for instance. In August, we sued San Joaquin County over the cost of autopsy reports related to deaths caused by law enforcement officers. We’ve made more than 3,500 record requests and maintain relationships with hundreds of agencies.

Once we have the records, assembling them is a challenge. There’s no standard police report, and we receive a great variety of files, from PDFs to surveillance video. We built tools to extract information, which researchers use to match files into a case. Then we reextract information from each case, some of which is published, and then also used to help us identify places where we need more records.

Now that the database is public, what should journalists know about using it? How has the public responded to the database since it launched?

So far, people have searched our archive more than 1 million times. We’ve heard from people who have lost loved ones to police violence that this database makes it easier to access records.

Expanding the search can help. Multiple agencies may have records about the same incident. If an officer shoots and kills someone, the police, the district attorney, and the medical examiner or coroner may hold records. A review board may have files. The state attorney general could investigate. Sometimes, agencies also investigate cases for each other; a local sheriff may investigate a shooting for a police department.

Officers can also appeal disciplinary charges. If you’re looking at a misconduct case, it might also be worth searching local administrative agencies or the state personnel board.

A new bill awaiting the signature or veto of Gov. Newsom, AB 1178, could lead to more redactions when officers claim their duties require anonymity. What would it mean for transparency and accountability if misconduct records become harder for the press and the public to obtain?

Without AB 1178, agencies can already redact the names of undercover officers. Our records show that agencies across the state continue to improperly redact the names of officers. Meanwhile, the bill’s authors have yet to cite any harm that’s come from releasing the names of officers involved in use-of-force and misconduct incidents.

Our reporting, and other investigations, revealed that agencies can and do hire officers who previously violated policies. These officers are more likely to receive complaints again. For instance, Derek Chauvin had 18 prior complaints in the Minneapolis Police Department, two of which led to discipline, before killing George Floyd.

What lessons can journalists and advocates in other states learn from CRP’s work?

There is a vast amount of work to do and collaboration is the key to doing it. More than 100 reporters have worked on the project for the last seven years, and we needed people with a wide range of expertise to make requests, build tools, and report.

That mix of skills allowed us to build tools to spot the gaps between what cases agencies disclose and incidents listed in other data sources about shootings and sustained complaints. We’ve gained thousands of cases through this kind of check. Having a group of people with request aptitude, coding ability, and domain knowledge allowed us to identify what we needed and the incremental steps to take to get it.


freedom.press/issues/californi…



Noncitizen journalists face risk from ICE — here’s what newsrooms can do


Atlanta-based journalist Mario Guevara has been detained for nearly 100 days and is facing imminent deportation from the United States. His crime? Doing his job.

Guevara was detained first by local police and then by Immigration and Customs Enforcement, in what experts say was retaliation for his reporting on immigration raids and subsequent protests.

Guevara’s case is a disturbing example of how ICE can target non-American journalists, with or without legal status. Recently, Freedom of the Press Foundation (FPF) hosted a panel discussion featuring immigration lawyers, civil rights advocates, and journalists to talk about what to do when a journalist is detained by ICE — and what must happen before that day ever comes.

Here’s what we learned.

youtube.com/embed/zYnWSBocxJ4?…

Why are journalists being detained?

Non-American journalists in the United States—especially those covering immigration or working in vulnerable roles like freelancers or independent journalists—are at serious risk as a result of the Trump administration’s anti-immigrant and anti-press policies.

President Donald Trump’s campaign to retaliate against journalists who contradict the government’s preferred narrative, plus his administration’s promise to ramp up deportations, has created a “perfect storm for those, like immigrant reporters, who are on the front lines,” said Nora Benavidez of Free Press.

“This administration has made it very clear that it considers the public and press documenting immigration enforcement to be a threat,” explained American Civil Liberties Union’s Scarlet Kim, who is part of Guevara’s legal team.

What can be done? Advanced preparation is key.

The experts we spoke to agreed: Newsrooms can’t wait until a journalist is detained to act. Here are key steps newsrooms and reporters can take before it happens.

1. Create an action plan before you need it.

Journalist and Investigative Reporters and Editors board member Alejandra Cancino has been working with fellow reporters to create a checklist to help newsrooms prepare for the potential detention of one of their reporters by ICE.

The checklist includes steps like gathering key information ahead of time, such as about medical needs, emergency contacts, and immigration attorney contacts (more on that below).

Cancino also encouraged newsrooms to talk with non-American reporters about their concerns and how to mitigate them. “We obviously don’t want any reporter to be taken away from their beat,” she explained, but creative risk-mitigation measures can work, such as having a journalist facing heightened risks report from the newsroom based on information being provided from others in the field.

2. Get local immigration counsel — now.

Journalists at risk need an experienced immigration lawyer in place before they’re detained, experts said.

Newsrooms should consider keeping local immigration counsel on retainer. “Getting a roster of vetted attorneys together is the first important step,” explained Marium Uddin, legal director of the Muslim Legal Fund of America and a former immigration judge.

News outlets should also consider having non-American journalists they work with sign a retainer agreement with an immigration attorney in advance, paid for by the newsroom, so that representation of the journalist could be immediate if they were detained, Uddin said.

To build their rosters of immigration attorneys, newsroom lawyers should seek referrals from those in their networks who may already have strong reputations and experience with the local immigration courts. They can also seek referrals by contacting organizations like the American Immigration Lawyers Association, the Immigration Advocates Network, and local legal aid offices.

Unfortunately, asylum cases can be expensive to litigate. In Texas, where Uddin is based, they can cost $10,000 to $20,000. While some immigration attorneys may offer free or low-cost services, newsrooms should budget for the cost of legal defense of non-American journalists detained by immigration authorities. Protecting journalists “is the cost of doing business,” said Cancino.

3. Act immediately to locate the detained journalist.

If a journalist is detained, one of the first steps will be to locate them, a process that can be made difficult by an opaque detention system and strategic shuffling of people around detention facilities.

Newsrooms should first determine if a detained journalist is in local custody, said Samantha Hamilton of the Atlanta Community Press Collective and Asian Americans Advancing Justice-Atlanta, since people who are arrested are often taken first to the county jail before being transferred to ICE.

If they have been transferred to ICE, Hamilton recommended searching for them with the online ICE detainee locator, using the person’s alien registration number and country of birth. If you don’t have that information, you can also search using their last name and country of origin. Hamilton recommended using all variations of the name, especially if the person has multiple names or uses a nickname.

Once a newsroom locates the journalist, it will want to figure out how to contact them. Each facility can have different communication rules, explained Uddin, which can often be found on the facility’s official website or ICE’s general detention center directory. Legal visits may require special steps, like completing a legal notice of representation.

4. Consider all the legal options.

In addition to challenging the journalist’s detention and deportation in immigration court, a legal petition known as habeas corpus may present another way to challenge the detention in court if a journalist is detained in retaliation for their reporting, said ACLU attorney Kim. A habeas petition asks a federal judge for an order that a person in custody be brought before the court to determine if their detention is valid.

A successful habeas petition can free someone from immigration detention. However, it cannot resolve their immigration status or stop deportation proceedings altogether. Those legal issues must be addressed separately in immigration court.

Habeas is especially important in cases where immigration detention is being used to punish people for their speech or journalism. The ACLU has brought habeas petitions in Guevara’s case and also to challenge the detention of students by immigration officials based on their political speech.

One of the biggest challenges in bringing a habeas petition is timing. Kim warned that strategic transfers of detainees between ICE facilities without warning can make legal action harder, because petitions must usually be filed in the jurisdiction where the detainee is being held. That’s why it’s so important to have legal counsel lined up and to file a habeas petition as soon as possible, ideally before any transfer occurs.

The bigger picture

A recent court ruling in California reminded the public that “a camera and a notepad are not threats to the public,” said Uddin. Unfortunately, however, government retaliation against non-American journalists remains a real threat.

So it’s not enough for newsrooms and journalists to prepare. People outside the media industry need to see how detentions of non-American journalists and other attacks on the press impact us all and speak up against them, explained Benavidez. “Because if it is one of those other people today,” she said, “it could be one of us tomorrow.”


freedom.press/issues/noncitize…



EGITTO. Scarcerato Alaa Abdel Fattah, simbolo della rivoluzione del 2011


@Notizie dall'Italia e dal mondo
La liberazione segna la fine di un’odissea giudiziaria e umana durata quasi sei anni, contrassegnata da condizioni detentive durissime
L'articolohttps://pagineesteri.it/2025/09/23/medioriente/egitto-scarcerato-alaa-abdel-fattah-simbolo-della-rivoluzione-del-2011/



Importazioni cinesi fraudolente in Ue. L'operazione Calypso di EPPO, la Procura europea che tutela gli interessi finanziari dell’Unione. Bloccati dalle autorità europee merci (soprattutto biciclette) per un valore di 250 milioni di euro


L’Ufficio del procuratore europeo (#EPPO) ha annunciato l’incriminazione di sei persone per il loro presunto coinvolgimento nell’ingresso fraudolento di merci cinesi (soprattutto biciclette e monopattini elettrici) nel porto greco del #Pireo. I sequestri di navi container sono avvenuti alla fine di giugno, per un totale di 2.435 container coinvolti e un valore della merce pari a 250 milioni di euro.
L’accusa dell’ufficio europeo fa parte dell’inchiesta “Calypso”, che quest’estate ha coinvolto numerosi scali dell’Unione Europea. La procuratrice capo europea, Laura Codruța Kövesi (nell'immagine), ha affermato: “Si trattava di un gruppo molto organizzato di criminali, specializzato in questo tipo di frodi. L’operazione Calypso manda a questi criminali un messaggio semplice: le regole del gioco sono cambiate, non ci sono più rifugi sicuri per voi!”.

Le autorità della dogana greca, a seguito delle prime prove ottenute, hanno accusato due doganieri, uno dei quali fermato venerdì, per false certificazioni e favoreggiamento. Inoltre, tra i fermati ci sono quattro spedizionieri frontalieri, già arrestati dalle autorità greche a giugno.
Il meccanismo fraudolento era in atto da almeno otto anni e ha causato una perdita stimata intorno ai 350 milioni di euro in dazi europei e 450 milioni di euro in IVA. L’EPPO ha stimato che, in media, solo “il 10-15 per cento del numero effettivo di biciclette elettriche in un container è stato dichiarato”.
Il modus operandi utilizzato dai contrabbandieri consisteva nel far entrare la merce dal porto del Pireo, dichiarando un valore molto basso. Operatori doganali, come spedizionieri o fornitori di servizi, facilitavano lo sdoganamento verso altri Paesi dell’Unione attraverso un meccanismo ideato per evadere il pagamento dell’IVA. Lo scopo era quello di assicurarsi un esenzione dal pagamento dell’IVA attraverso l’applicazione della Procedura Doganale 42 (CP42) che permette un esenzione se la merce viene venduta ad altre società comunitarie. In realtà, questi acquirenti finali non esistevano ed erano usati solamente come prestanome per evadere l’imposta. Le merci venivano, invece, stoccate in hub illegali cinesi e poi distribuite con documenti falsi in giro per l’Unione.

L’operazione Calypso, tenutasi quest’estate, è il più grande sequestro di container mai effettuato nell’Ue. L’indagine condotta dall’EPPO riguarda 14 Paesi: Bulgaria, Cina, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. La fese operativa di “Calypso” è iniziata il 26 giugno con l’esecuzione di 101 perquisizioni presso gli uffici di spedizionieri doganali. A giugno sono stati arrestati dieci individui in vari punti d’Europa. Nelle loro abitazioni, sono stati trovati circa 5,8 milioni di euro (di cui 4,75 milioni in Grecia e i restanti in Francia e Spagna), in diverse valute, tra cui dollari di Hong Kong ed euro, spesso custoditi in portafogli digitali e criptovalute.
L'EPPO, o Procura Europea, è un'agenzia dell'Unione Europea istituita nel 2017 per indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE, come frodi, corruzione o riciclaggio di denaro. È caratterizzata dall'essere la prima Procura sovranazionale dell'UE, con giurisdizione in 22 Stati membri; avere poteri di indagine e di azione penale diretti a livello transnazionale; essere indipendente sia dalle istituzioni dell'UE che dai singoli Stati membri; mirare a garantire un'applicazione uniforme del diritto penale dell'UE in tutta l'Unione.

@Attualità, Geopolitica e Satira

fabrizio reshared this.




Simone Galassi – Simone Galassi
freezonemagazine.com/articoli/…
Quando ho messo nel lettore il CD di Simone Galassi, ho pensato di aver messo un disco sbagliato. Mi spiego. Non che non sappia chi sia Galassi avendolo visto on stage nella band di Ellen River, ma non sapevo cosa avrei potuto attendermi da un album a suo nome. Non che questo costituisca una sorpresa, perché proprio […]
L'articolo Simone Galassi – Simone Galassi proviene da FREE ZONE MAGAZINE.


Perché serve un visto europeo per attrarre i cervelli in fuga dagli Stati Uniti

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Trump, nel tentativo di proteggere il mercato americano con i nuovi visti, rischia di offrire all’Europa un’occasione irripetibile. Bruxelles ha una finestra di opportunità che non deve lasciarsi sfuggire. L'intervento



Giancarlo Siani, mio fratello


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/09/giancar…
Era il 1985, avevo da poco terminato il mio turno in ospedale, faceva caldo, era stato un pomeriggio faticoso, ma alle 21,43 del 23 settembre del 1985 all’improvviso la mia vita cambia radicalmente. Non sento più la fatica, né il caldo, la mia vita si ferma bruscamente, accanto alla



Immagini dal corteo cittadino di ieri a #Genova per lo sciopero generale pro #Gaza
Buona notizia è l' ampia partecipazione (20000 circa secondo la questura, ma probabilmente di più) con tanti giovani. Forse c'è ancora un po' speranza per il futuro.
Manifestazione assolutamente pacifica e anche questo è un ottimo segnale

#gaza reshared this.

in reply to Mauro in montagna

Hi ,I haven't received any donations for days. Please help me. My children and I need to go south. We are in danger here. Save my children.💔🙏

chuffed.org/project/save-my-fa…



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c'è un motivo se tutti i presidenti usa prima di trump a parole chiedevano all'europa di spendere più per le armi ma alla fine non erano mai così decisi. in fondo sebbene la difesa europea fosse una spesa per gli usa, anche avere un'europa succube ed a traino, in chiave imperialistica mondiale, costituiva un vantaggio per gli usa, che permetteva loro di dettare regole o fare le regole. si rende conto trump che se l'europa diventa davvero più autonoma, potrebbe anche ficcare un bel cazzone giù per il culo degli stati uniti?