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#NoiSiamoLeScuole, con i fondi del #PNRR finalizzati alla costruzione di nuove scuole sono stati demoliti e sono in corso di ricostruzione due istituti in Sicilia e uno in Lombardia.


The AI summit bandwagon heads to India


The AI summit bandwagon heads to India
IT'S MONDAY, AND THIS IS DIGITAL POLITICS. I'm Mark Scott, and I'm having some serious FOMO about missing out on the Oasis reunion concerts touring the United Kingdom. In honor of that, I give you this banger.

— Everything you need to know about the upcoming AI Impact Summit to be hosted by India early next year.

— Ahead of Donald Trump's meeting with Vladimir Putin on Aug. 15, Russia's state-based media is in a full-court propaganda press.

— Who's who in the recent shake-up in the European Commission's Directorate-General for Communications Networks, Content and Technology.

Let's get started:



digitalpolitics.co/newsletter0…



Don’t say this DIY Diskette was a Flop


Sometimes, you build a thing because you need a thing. Sometimes, you do it just to see if you can. This project is in category two: [polymatt] didn’t need to create a floppy disk from scratch-– plenty of old disks still exist– but we’re glad he made the attempt because it makes for a fascinating video that’s embedded below.

Some of you are going to quibble with the terminology [polymatt] uses in this video: first of all, he didn’t begin by creating the universe, so is he really starting “from scratch”? Secondly, the “floppy” format he’s attempting to copy is a 3½” diskette, which does not flop at all. Alas, the vernacular has decided that “stiffy” means something totally different that you ought not to hand a co-worker, and “floppy” is the word in use now.

Choosing newer stiff-walled medium does allow him to practice his CNC skills and make the coolest-looking floppy enclosure we’ve ever seen. (It turns out brushed aluminum is even cooler-looking than the translucent neon ones.) On the other hand, we can’t help but wonder if a lower-density format 5¼” disk might have been an easier hurdle to jump. The diskette that was built does magnetize, but it can’t read or write actual files. We wonder if the older format might have been more forgiving of grain size and composition of his ferrite coating. Even more forgiving still would be to use these techniques to make magnetic tape which is a perfectly viable way to store data.

Instead of storing data, you could make your own cleaning floppy. It’s not like data storage was really the point here, anyway– its not the destination, but the journey. So whatever you call this DIY diskette, please don’t call it a flop.

Thanks to [Anonymous] for the stiff tip! If you want to slip us your tip, rest assured we will grab on and milk it for all it is worth to our readers.

youtube.com/embed/TBiFGhnXsh8?…


hackaday.com/2025/08/11/dont-s…



se lo dice israele ci sarà proprio da crederci che fosse un terrorista... specchiata onestà. poveretto e poveretti.


The Trials Of Trying To Build An Automatic Filament Changer


Running out of filament mid-print is a surefire way to ruin your parts and waste a lot of time. [LayerLab] was sick of having this problem, and so sought to find a proper solution. Unfortunately, between off-the-shelf solutions and homebrew attempts, he was unable to solve the problem to his satisfaction.

[LayerLab] had a simple desire. He wanted his printer to swap to a second spool of filament when the first one runs out, without ruining or otherwise marring the print. It sounds simple, but the reality is more complicated. As an Australian, he couldn’t access anything from InfinityFlow, so he first attempted to use the “auto refill” features included on the Bambu Labs AMS 2. However, it would routinely make filament changes in outside wall areas of a print, leaving unsightly marks and producing poorer quality parts.

His next effort was to use the Wisepro Auto Refill Filament Buffer. It’s a feeder device that takes filament from two spools, and starts feeding the backup spool in to your printer when the primary spool runs out. Unfortunately, [LayerLab] had a cavalcade of issues with the device. It would routinely feed from the secondary spool when there was still primary filament available, jamming the device, and it didn’t come with a proper mounting solution to work with consumer printers. It also had bearings popping out the top of the housing. Attempts to rework the device into a larger twin-spool rig helped somewhat, but ultimately the unreliability of the Wisepro when changing from one spool to another meant it wasn’t fit for purpose. Its feeder motors were also to trigger the filament snag cutters that [LayerLab] had included in his design.

Ultimately, the problem remains unsolved for [LayerLab]. They learned a lot along the way, mostly about what not to do, but they’re still hunting for a viable automatic filament changer solution that suits their needs. Filament sensors help, but can only do so much. If you reckon you know the answer, or a good way forward, share your thoughts in the comments. Video after the break.

youtube.com/embed/zvCZANVXaKw?…


hackaday.com/2025/08/11/the-tr…



Nell’anno giubilare il movimento Shalom, che ha sede a San Miniato (Pisa), realizzerà un panificio sociale nella Repubblica democratica del Congo, nella città di Butembo.


a volte chi vede invadere una nazione libera, può stranamente pensare che si tratti dell'invasione di una nazione libera... non credo che in nazismo c'entri molto. ma poi, da nazione libera, non ho neppure capito cosa dovrebbe fregare alla russia anche se l'ucraina fosse nazista. la russia ha invaso l'iran per quello che fa alle donne? o l'afganistan? il mondo è pieno di stati merda con il sostegno della russia.


quando tra gli strumenti della diplomazia internazionale diventa ricorrente l'uso dell'offesa e della parolaccia, diretta o indiretta, diventa arduo definire la parola come lo strumento non violento da usare per dirimere le controversie internazionali.


M.O, Ruotolo: altri giornalisti uccisi. E’ tempo di agire


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/m-o-ruo…
“Vogliamo dare un nome e un cognome alle ultime vittime dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Si tratta di una troupe di Al Jazeera che secondo le autorita’ israeliane facevano parte di Hamas. Si



Terre rare, gli Usa puntano a estrarle e raffinarle in casa. Ecco come

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il rafforzamento dell’ecosistema della Difesa Usa non passa solamente per l’assegnazione di nuove commesse, ma anche dal consolidamento di una filiera interamente radicata sul territorio nazionale. Il Dipartimento della Difesa statunitense ha infatti concesso il primo prestito



Heatmiser – Mic City Songs
freezonemagazine.com/articoli/…
La ripubblicazione di un album, a mio avviso fondamentale nella definizione delle coordinate di quello che è l’Indie Rock oggi, partendo proprio da quello che è stato, è un evento che non andrebbe sottovalutato da chi ama “perdersi” nei meandri di un genere, sì conosciuto, ma che, per dimensioni, scelte di pubblicazioni, spesso difficilissime da […]
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La



GLOBAL SUMUD FLOTILLA. A fine agosto e inizio settembre decine di imbarcazioni salperanno per Gaza


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Prima dalla Spagna e poi dal Nordafrica gli attivisti di 44 paesi proveranno a rompere il blocco navale israeliano di Gaza e a portare aiuti umanitari ai civili palestinesi. A bordo ci sarà ancora Greta



Gaza, uccisi cinque giornalisti di Al Jazeera


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/gaza-uc…
Si accentua il massacro dei giornalisti palestinesi. Ora che il gabinetto di guerra israeliano ha deciso autocraticamente, ed in spregio alla comunità internazionale che ora si risveglia da un lungo sonno, di invadere ed occupare Gaza City



Pace tra Armenia e Azerbaigian. Il passo falso di Mosca e i timori dell’Iran


@Notizie dall'Italia e dal mondo
L'intesa firmata a Washington favorisce l'Azerbaigian, la Turchia e gli Stati Uniti, che rimettono piede nel cortile di casa russo. Teheran teme e denuncia la manovra a tenaglia
L'articolo Pace tra Armenia e Azerbaigian. Il passo falso di Mosca e i timori dell’Iran proviene da Pagine



Gaza: fine e rinascita del giornalismo


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/gaza-fi…
Anas Jamal Mahmoud al-Sharif: questo il suo nome. Aveva ventott’anni, era nato nel campo profughi di Jabalia e si era specializzato nella comunicazione per mass media, lavorava per Al Jazeera Arabic ed era la voce principale da Gaza. È stato assassinato



Un uomo di 60 anni finito in ospedale per tre settimane per i consigli medici di ChatGPT


Affidarsi ciecamente a ChatGPT per consigli di fitness o piani alimentari può essere rischioso. Anche le raccomandazioni sulla salute fornite dall’intelligenza artificiale, infatti, possono mettere in pericolo la vita. Un caso recente lo dimostra: un uomo di 60 anni di New York è finito in ospedale dopo aver seguito alla lettera il suggerimento di ChatGPT di ridurre drasticamente il consumo di sale.

Secondo i medici, l’uomo ha quasi azzerato l’apporto di sodio nella dieta per diverse settimane, provocando un calo pericoloso dei livelli di sodio nel sangue, una condizione nota come iponatriemia. La famiglia ha dichiarato che l’uomo si era affidato al piano alimentare elaborato dall’IA senza consultare prima un medico.

Qualche giorno fa, gli esperti avevano affermato che non si dovrebbero seguire consigli medici forniti dall’IA, poiché non è ancora sufficientemente sviluppata per sostituire un medico. È possibile che in futuro l’IA sostituisca i medici, ma per ora si dovrebbe evitare di seguire consigli relativi a malattie. Tuttavia, l’uomo è stato dimesso dall’ospedale ed è tornato a casa dopo aver ricevuto le cure necessarie.

Secondo un articolo del Times of India, che ha riportato la notizia, in passato veniva utilizzato in medicina nel XX secolo, ma ora è considerato velenoso in grandi quantità. Seguendo questo consiglio, l’uomo ha acquistato il bromuro di sodio online. Lo ha usato al posto del sale nei suoi alimenti per tre mesi. Durante questo periodo non ha consultato un medico. Questo errore gli è costato la salute e ha dovuto essere ricoverato in ospedale.

L’uomo non soffriva di alcuna malattia mentale o fisica in precedenza. Ma dopo aver assunto bromuro di sodio, sono iniziati molti gravi problemi. Ha iniziato a provare una paura estrema, ha iniziato ad avere deliri, ha iniziato ad avere molta sete e ha anche iniziato ad avere confusione mentale. Quando è stato ricoverato in ospedale, era così spaventato che si è persino rifiutato di bere acqua. In realtà, aveva la sensazione che qualcosa si fosse mescolato all’acqua. Le indagini hanno rivelato che l’uomo era affetto da “intossicazione da bromuro”.

In ospedale, i medici hanno ripristinato l’equilibrio idrico ed elettrolitico nel corpo del sessantenne. Dopo tre settimane di trattamento, le sue condizioni sono migliorate. È stato dimesso dall’ospedale quando i livelli di sodio e cloruro nel suo corpo sono tornati alla normalità.

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Verso la Meta! Pamir Highway: il Cyberpandino a 5000 metri sul tetto del mondo


Il Cyberpandino non è solo una Panda trasformata in laboratorio hi-tech, ma un simbolo di resistenza e avventura senza confini. Dopo aver attraversato canyon, deserti e steppe, ora si trova sulle vette eteree dell’Himalaya, a ben 5000 metri di altezza: un traguardo che pochi veicoli possono immaginare. La sfida non si ferma, e il motore ronza tra aria rarefatta e cieli immensi, alimentato dall’entusiasmo instancabile del suo equipaggio .

In quel silenzio ovattato sulle strade senza tempo del Pamir, il Cyberpandino assomiglia a un essere vivente che sfida la gravità e l’oblio. Tra curve mozzafiato e valli sospese sopra il mondo, ogni colpo di gas diventa una dichiarazione: “Non si molla, non si ferma”. Il team affronta la fatica, la mancanza d’ossigeno e le condizioni più estreme con saldatori in una mano e script in un’altra, mantenendo viva la scintilla di creatività hacker e innovazione maker .

Lungo il percorso del Mongol Rally, questa Panda del 2003 ha già dimostrato di sapersi reinventare: fari LED stampati in 3D, interfaccia touchscreen “Panda OS”, sensori OBD2, GPS, IMU, persino misuratori di qualità dell’aria. Ora, mentre si arrampica verso le cime dell’Himalaya, questi strumenti diventano ancora più preziosi, pronti a raccontare ogni respiro, ogni tremito del motore, ogni sublime vertigine del viaggio .

In questa metà dell’avventura, immersi tra nuvole e vette, il Cyberpandino diventa metafora: un mix perfetto di incoscienza visionaria e resilienza pura. È la cultura hacker che prende forma su quattro ruote, sfidando la logica del comfort e della praticità per abbracciare il caos, l’imprevisto e il fascino dell’ignoto. Ed è proprio lì, in mezzo al nulla cosmico, che si sente più vivo che mai .

La vetta non è mai un punto d’arrivo, ma un invito a continuare. Anche a 5000 metri, tra rocce cromate dal gelo e strade che sembrano sospese tra passato e futuro, il Cyberpandino non arretra. In quel “tetto del mondo”, tra l’Himalaya e il cuore pulsante dell’Asia centrale, il viaggio continua — tra freddo penetrante, panorami surreali e la promessa che, anche dove tutto sembra fermo, l’avventura non si ferma mai.

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BadUSB. Uno Spyware nella webcam: il bug Lenovo che minaccia milioni di PC


I ricercatori di Eclypsium hanno identificato pericolose vulnerabilità nelle webcam Lenovo 510 FHD e Lenovo Performance FHD che possono essere trasformate in dispositivi di attacco di tipo BadUSB. Il problema, denominato BadCam, è stato presentato al DEF CON 33. Gli esperti sottolineano che questo è il primo caso documentato in cui un dispositivo Linux già connesso a un computer può essere riprogrammato da remoto e utilizzato come dispositivo un USB dannoso.

Gli attacchi BadUSB sono noti dal 2014, quando Karsten Nohl e Jakob Lell dimostrarono la capacità di modificare il firmware dei dispositivi USB per eseguire silenziosamente comandi e lanciare codice dannoso. A differenza dei malware tradizionali memorizzati nel file system, tali attacchi operano a livello di firmware, rendendoli praticamente invisibili ai software antivirus. Questi dispositivi possono emulare una tastiera, intercettare l’input, installare backdoor, reindirizzare il traffico e rubare dati.

Nello scenario descritto dai ricercatori, un aggressore può inviare una webcam compromessa alla vittima o collegarla fisicamente a un computer, per poi assumerne il controllo da remoto. Il dispositivo inizia quindi a fungere da emulatore HID o da dispositivo USB aggiuntivo, immettendo comandi, inviando payload e inserendosi nel sistema, mantenendo al contempo le funzionalità di una normale telecamera. Inoltre, una telecamera modificata in questo modo può reinfettare un computer anche dopo aver reinstallato il sistema operativo.

La vulnerabilità è causata dalla mancanza di autenticazione del firmware e dalla presenza del supporto USB Gadget in Linux. Ciò consente di compromettere completamente la parte software del dispositivo. Dopo la scoperta del problema nell’aprile 2025, Lenovo ha rilasciato un aggiornamento firmware alla versione 4.8.0 e, in collaborazione con SigmaStar, ha preparato uno strumento per correggere il difetto.

Gli esperti sottolineano che questo attacco dimostra una pericolosa lacuna nel modello di fiducia: sia i sistemi aziendali che quelli domestici spesso si fidano automaticamente delle periferiche in grado di eseguire codice e accettare istruzioni remote. I dispositivi vulnerabili possono rappresentare una minaccia non solo per il computer in uso, ma anche per qualsiasi altro a cui vengano successivamente connessi.

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Win-DoS Epidemic: I nuovi attacchi DoS e DDoS partono da Microsoft Windows


Durante la conferenza DEF CON33 incentrata sulla sicurezza, un team di specialisti del settore, Yair e Shahak Morag, provenienti da SafeBreach Labs, hanno illustrato una categoria innovativa di attacchi di tipo denial-of-service (DoS), a cui hanno dato il nome di \”Win-DoS Epidemic\”. La ricerca dimostra come gli aggressori possano bloccare qualsiasi endpoint o server Windows, compresi i controller di dominio (DC) critici, e persino utilizzare i DC pubblici come armi per creare una botnet DDoS di grandi dimensioni.

Le loro scoperte, che comprendono quattro vulnerabilità DoS di Windows a una falla Distributed Denial-of-Service (DDoS) attivabile senza clic, sono state presentate dai due ricercatori. I difetti scoperti, tutti classificati come “consumo incontrollato di risorse”, includono:

  • CVE-2025-26673 (CVSS 7.5): una vulnerabilità DoS di elevata gravità in Windows LDAP.
  • CVE-2025-32724 (CVSS 7.5): una vulnerabilità DoS di elevata gravità in Windows LSASS.
  • CVE-2025-49716 (CVSS 7.5): una vulnerabilità DoS di gravità elevata in Windows Netlogon.
  • CVE-2025-49722 (CVSS 5.7): una vulnerabilità DoS di media gravità nello spooler di stampa di Windows, che richiede un aggressore autenticato su una rete adiacente.

Un attacco DoS riuscito contro un DC può paralizzare un’intera organizzazione, rendendo impossibile agli utenti effettuare l’accesso, accedere alle risorse o eseguire le operazioni quotidiane. “Presentiamo “Win-DoS Epidemic”: strumenti DoS che sfruttano quattro nuove vulnerabilità zero-click Win-DoS e una Win-DDoS! Bloccano qualsiasi endpoint/server Windows, inclusi i DC, o lanciano una botnet utilizzando DC pubblici per attacchi DDoS. L’epidemia è iniziata”, hanno affermato i ricercatori.

I controller di dominio costituiscono la spina dorsale della maggior parte delle reti aziendali, gestendo l’autenticazione e centralizzando la gestione degli utenti e delle risorse. Il lavoro dei ricercatori si basa sulla loro precedente scoperta, la vulnerabilità LdapNightmare (CVE-2024-49113), che è stata il primo exploit DoS pubblico per un controller di dominio Windows. Le nuove scoperte ampliano significativamente questa minaccia, andando oltre il solo LDAP per abusare di altri servizi Windows principali.

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Questo comportamento consente a un aggressore di sfruttare l’immensa potenza di decine di migliaia di DC pubblici in tutto il mondo, trasformandoli in una botnet DDoS enorme, gratuita e non rintracciabile. L’attacco non richiede infrastrutture speciali e non lascia tracce forensi, poiché l’attività dannosa ha origine dai DC compromessi e non dal computer dell’aggressore.

La scoperta più allarmante è la nuova tecnica DDoS, che i ricercatori hanno chiamato Win-DDoS. Questo attacco sfrutta una falla nel processo di referral del client LDAP di Windows. In un’operazione normale, un referral LDAP indirizza un client a un server diverso per soddisfare una richiesta. Yair e Morag hanno scoperto che, manipolando questo processo, potevano reindirizzare i DC a un server vittima e, cosa fondamentale, hanno trovato un modo per far sì che i DC ripetessero incessantemente questo reindirizzamento.

Questa tecnica rappresenta un cambiamento significativo negli attacchi DDoS, poiché consente attacchi ad alta larghezza di banda e ad alto volume senza i costi o i rischi tipici associati alla configurazione e alla manutenzione di una botnet.

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ElectroSim: L’ambiente virtuale per hacker etici per studiare le falle di sicurezza dei sistemi OT/ICS


ElectroSim Industrial è una macchina virtuale educativa che simula la piattaforma operativa di una tipica azienda elettrica, mettendo insieme controllo dei consumi, monitoraggio industriale e nozioni essenziali di cybersecurity. L’ambiente è pensato per studenti, insegnanti e professionisti in formazione, offrendo un laboratorio reale dove praticare in maniera concreta con tecnologie e protocolli utilizzati nei sistemi OT/ICS.

Il cuore della simulazione si basa su componenti noti e affidabili nell’ambito industriale: OpenPLC per la logica di controllo, Node-RED per i flussi dati dei sensori, InfluxDB per la memorizzazione delle serie temporali, Grafana per dashboard dinamiche, Mosquitto per le comunicazioni IoT, e MariaDB per gestire dati di clienti e servizi elettrici. L’aspetto difensivo include strumenti come Suricata per il monitoraggio della rete e UFW/Fail2Ban per la sicurezza perimetrale

L’ambiente è disponibile in due versioni: una versione leggera senza interfaccia grafica, da usare in modalità terminale, e una GUI basata su XFCE per chi preferisce un’esperienza visuale completa. Entrambe le versioni sono distribuite tramite file .ova, pronti per essere importati in VirtualBox. Con pochi click si avvia la VM, si accede con credenziali predefinite e si è subito pronti a sperimentare interfacce come Grafana, Node-RED e InfluxDB tramite browser.

Il progetto è volutamente “pulito”: non contiene flussi, dashboard o dati preconfigurati. Questo design stimola la creazione autonoma di flussi in Node-RED, la definizione di dashboard in Grafana, l’inserimento e l’interrogazione di dati su InfluxDB, e la sperimentazione di configurazioni di automazione e difesa personalizzate. È un ottimo punto di partenza per chi vuole mettersi alla prova con scenari OT reali, acquisire competenze pratiche e comprendere le dinamiche di un ecosistema elettrico simile a quelli industriali.

ElectroSim Industrial è un progetto significativo per chi vuole esplorare la sicurezza informatica del mondo OT/ICS usando uno strumento concreto e accessibile. L’autrice, Ivanka Fernández Leivas, ha reso l’ambiente disponibile sotto licenza Creative Commons CC BY-ND 4.0, consentendo la condivisione e uso a fini educativi (ma non modifiche o distribuzioni alterate). Nel complesso, è una risorsa preziosa per formazione, didattica e autopratica in scenari industriali simulati

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Amiga Programming in 2025 with AmiBlitz


Having owned an Amiga microcomputer is apparently a little bit like having shaken hands with Shoggoth: no one can escape unchanged from the experience. Thirty-two years on, [Neil] at The Retro Collective remains haunted by the memories — specifically, the memory of BlitzBasic 2, an Amiga-specific programming language he never found the time to use. What better time to make a game for the Amiga than the year 2025 of the common era?

[Neil] takes us on a long journey, with more than a little reminiscing along the way. BlitzBasic may not have been the main programming language for the Amiga, but it was by no means the least, with a good pedigree that included the best-selling 1993 game Skidmarks. Obviously BlitzBasic was not a slow, interpreted language as one might think hearing “BASIC”. Not only is it a compiled language, it was fast enough to be billed as the next best thing to C for the Amiga, according to [Neil].

[Neil] wasn’t the only one whose dreams have been haunted by the rugose touch of the Amiga and its scquomose BlitzBasic language– you’ll find a version on GitHub called AmiBlitz3 that is maintained by [Sven] aka [honitas] to this day, complete with an improved IDE. The video includes a history lesson on the open-source AmiBlitz, and enough information to get you started.

For the vibe-coders amongst you, [Neil] has an excellent tip that you can use LLMs like ChatGPT to help you learn niche languages like this not by asking for code (which isn’t likely to give you anything useful, unless you’ve given it special training) but by requesting techniques and psudocode you can then implement to make your game. The LLM also proved a useful assistent for [Neil]’s excel-based pixel art workflow.

If you’re wondering why bother, well, why not? As [Neil] says, writing Amiga games is his version of a crossword puzzle. It may also be the only way to keep the dreams at bay. Others have taken to writing new operating systems or reproducing PCBs to keep vintage Amiga hardware alive. If some gather under the light of the full moon to chant “Ia! Ia! Commodore f’thagan”– well, perhaps we can thank them for Commodore for rising from the sunless depths of bankruptcy once again.

youtube.com/embed/DES1oyCOSYs?…


hackaday.com/2025/08/10/amiga-…




Israele ha ucciso l'intera troupe di Al Jazeera a Gaza City, inclusi giornalisti e cameraman:

Reporter: Anas Al-Sharif
Reporter: Muhammad Qariqa
Cameraman: Ibrahim Zahir
Cameraman: Moamen Aliwa
Autista: Muhammad Nofal

Gazzetta del Cadavere reshared this.



Hackaday Links: August 10, 2025


Hackaday Links Column Banner

We lost a true legend this week with the passing of NASA astronaut Jim Lovell at the ripe old age of 97. Lovell commanded the ill-fated Apollo 13 mission back in 1970, and along with crewmates Jack Swigert and Fred Haise — along with just about every person working at or for NASA — he managed to guide the mortally wounded Odyssey command module safely back home. While he’s rightly remembered for the heroics on 13, it was far from his first space rodeo. Lovell already had two Gemini missions under his belt before Apollo came along, including the grueling Gemini 7, where he and Frank Borman undertook the first long-duration space mission, proving that two men stuffed into a Volkswagen-sized cockpit could avoid killing each other for at least two weeks.

Lovell also served as Command Module Pilot on Apollo 8, the first crewed mission to lunar orbit. Apollo 8 was notable for its many technical and scientific accomplishments, but it’s perhaps best known as the mission where Lunar Module Pilot Bill Anders, who died only last year in a plane crash, proved his photography chops by capturing the iconic Earthrise image, as well as (probably) the first full-disk image of Earth from space. Along with Gemini 12, Lovell racked up four flights, making him the first person to reach that number, and spent nearly a solid month in space. He was also the only person to make it to lunar orbit twice without having landed on the surface, which we’d have found int½olerable, but which he always seemed to take in stride.

youtube.com/embed/7EP0qaBo-tc?…

We harp on about the Apollo era all the time not only because we’re rapidly losing its alumni — with the passing of Jim Lovell, only five astronauts from the program are left, and every one of them is in their 90s — but because the achievements from that program were so definitional and formative to many of us who went into STEM. Magazines such as Popular Mechanics played a similar role, too, which is why we were excited to find out about this massive online trove of PM issues stretching all the way back to 1902. The digitized volumes are maintained by a variety of archives, including The Internet Archive and Google Books, and it looks like every issue through the end of 2005 is included and free of charge to browse. We were charmed to learn that the classic “Written so that you can understand it” tagline made its first appearance on the masthead way back on issue 6. In a lot of ways, Hackaday is the spiritual successor to PM and other magazines like it, but with 123 years of publication under its belt, we’ve got a ways to go to catch up.

It looks like the speaker schedule for HOPE_16 is filling up fast, as you’d expect since the conference is next weekend. The lineup looks fantastic; our early unofficial award for best talk title goes to Kody Kinzie’s Meshtastic talk “Spooky Action at a Discount.” If you’re planning to attend the conference, we’d love to get a heads-up on talks we should cover once the videos are published, so hit us up at tips@hackaday.com.

And finally, we’d have sworn the era of building dams was long gone in the United States, but it seems we were mistaken. A massive dam project, the Chimney Hollow Reservoir Project, is nearing completion in Colorado, and Aaron Witt got to take a second look at the project after first checking it out in 2023. The earthen dam, which will be 350 feet tall and over 1,000 feet wide at completion, is somewhat unique in that it doesn’t impound an existing stream, but rather will collect water from the Colorado River via a tunnel through the mountain that abuts the dam. Also unique is the asphalt core of the dam. Most earthen dams use a layer of packed clay to prevent the flow of water, but since clay was hard to come by locally, they used an extra gooey wall of asphalt two feet thick. As is typical for Aaron, he geeks out on the heavy equipment, which we can’t complain about at all, but it’s the civil engineering that really caught our fancy. Enjoy!

youtube.com/embed/0eFTrOpueYE?…


hackaday.com/2025/08/10/hackad…



2025 One Hertz Challenge: Using Industrial Relays to Make a Flasher


These days, if you want to flash some LEDs, you’d probably grab a microcontroller. Maybe you’d go a little more old-school, and grab a 555. However, [Jacob] is even more hardcore than that, as evidenced by this chunky electromechanical flasher build.

[Jacob] goes into great detail on his ancillary write-up, describing how the simple building blocks used by industrial control engineers can be used to make a flasher circuit that cycles once per second. Basically, two relays are paired with two 0.5-second delay timers. The two relays tag each other on and off on delay as their timers start and expire, with the lamp turned on and off in turn.

We’ve had lots of other great entries to our One Hertz Challenge, too — from clocks to not-clocks. There’s still time to get an entry in — the deadline for submission is Tuesday, August 19 at 9:00AM Pacific time. Good luck out there!

2025 Hackaday One Hertz Challenge


hackaday.com/2025/08/10/2025-o…



Vendo due Pilette lavabo 1"1/4 in ABS – nuove, compatibili universali - Questo è un post automatico da FediMercatino.it

Prezzo: 7 Euro

Vendo due Pilette lavabo 1"1/4 in ABS – nuove, compatibili universali

💡 Caratteristiche tecniche:

Materiale: ABS, resistente agli urti e alla corrosione

Diametro: 1"1/4 (standard per lavabi domestici)

Finitura: bianca

Marca: Sensea

Compatibilità: universale per lavabi bagno e bidet con foro standard

Condizione: nuove, mai montate, ancora imballate, complete di aste saltarello.

📦 Prezzo: € 7.00 per entrambe

📍 Disponibilità: ritiro a mano a Palermo o spedizione in tutta Italia (spese a carico

🔗 Link su FediMercatino.it per rispondere all'annuncio

@Il Mercatino del Fediverso 💵♻️





Coping with Disappearing Capacitance in a Buck Converter


A pink sine wave is seen against the black background of an oscilloscope display.

Designing a circuit is a lot easier on paper, where components have well-defined values, or lacking that, at least well-defined tolerances. Unfortunately, even keeping percentage tolerances in mind isn’t always enough to make sure that circuits work correctly in the real world, as [Tahmid] demonstrates by diagnosing a buck converter with an oddly strong voltage ripple in the output.

Some voltage ripple is an inherent feature of the buck converter design, but it’s inversely proportional to output capacitance, so most designs include a few smoothing capacitors on the output side. However, at 10 V and a 50% duty cycle, [Tahmit]’s converter had a ripple of 0.75 V, significantly above the predicted variation of 0.45 V. The discrepancy was even greater at 20 V.

The culprit was the effect of higher voltages on the ceramic smoothing capacitors: as the voltage increases, the dielectric barrier in the capacitors becomes less permittive, reducing their capacitance. Fortunately, unlike in the case of electrolytic capacitors, the degradation of ceramic capacitors performance with increasing voltage is usually described in specification sheets, and doesn’t have to be manually measured. After finding the reduced capacitance of his capacitors at 10 V, [Tahmid] calculated a new voltage ripple that was only 14.5% off from the true value.

Anyone who’s had much experience with electronics will have already learned that passive components – particularly capacitors – aren’t as simple as the diagrams make them seem. On the bright side, they are constantly improving.


hackaday.com/2025/08/10/coping…



Gaza: la soluzione finale


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/gaza-so…
Non dobbiamo avere paura delle parole quando queste descrivono la realtà dei fatti. Non dobbiamo avere paura di usare la parola “genocidio” per la strage senza fine di Gaza. Perché è genocidio ciò che Israele ha messo in atto. Lo dicono gli articoli della




A Solar-Only, Battery-Free Device That Harvests Energy from a BPW34 Photodiode


A photo of the circuit board with components soldered on

Normally when you think solar projects, you think of big photovoltaic cells. But a photodiode is just an inefficient, and usually much smaller, PV cell. Since [Pocket Concepts]’s Solar_nRF has such a low power budget, it can get away with using BPW34 photodiodes in place of batteries. (Video, embedded below.)

The BPW34 silicon PIN photodiode feeds a small voltage into a BQ25504 ultra-low-power boost converter energy harvester which stores power in a capacitor. When the capacitor is fully charged the battery-good pin is toggled which drives a MOSFET that powers everything downstream.

When it’s powered on, the Nordic nRF initializes, reads the current temperature from an attached I2C thermometer, and then sends out a Bluetooth Low Energy (BLE) advertising packet containing the temperature data. When the capacitor runs out of energy, the battery-good pin is turned off and downstream electronics become unpowered and the cycle begins again.

[Pocket Concepts] uses a Nordic Semiconductors Power Profiler Kit II to help determine charge requirements. He calculates that 37 uF would be enough power for a single cycle, then uses 100 uF to get between one and three transmissions done using a single charge.

[Pocket Concepts] finishes his video with a request for project ideas. Is this a soil moisture meter? Earrings that monitor your biometrics? Something else? If you have some ideas of your own please sound off in the comments!

[Pocket Concepts] said he was inspired by Ultra low power energy harvester from BPW34 over on Hackaday.io, be sure to check that out for some interesting low-power project ideas. If you’re interested in other applications for Nordic nRF chips check out ESP32 Turned Handy SWD Flasher For NRF52 Chips and Ground Off Part Number Leads To Chip Detective Work for some examples.

youtube.com/embed/TGbtzlWb-Kc?…


hackaday.com/2025/08/10/a-sola…



Windows 12 e 13: addio mouse e tastiera! L’interazione utente sarà solo vocale?


Come saranno Windows 12 e persino Windows 13? David Weston, vicepresidente Microsoft per la sicurezza aziendale e dei sistemi operativi, ritiene che in futuro i sistemi Windows abbandoneranno molto probabilmente mouse e tastiera e utilizzeranno il dialogo basato sull’intelligenza artificiale come metodo operativo principale.

Di recente, Microsoft ha pubblicato un video intitolato “Microsoft Windows 2030 Vision”. Nel video , David Weston descrive come sarà Windows tra cinque anni.

Il mondo in cui si clicca con il mouse e si digita su una tastiera è tanto sconosciuto alla Generazione Z quanto il sistema DOS.” Crede che il futuro sistema Windows (forse persino Windows 12 stesso) cambierà completamente la percezione delle persone riguardo ai metodi di input e interazione.

Credo fermamente che entro cinque anni saremo in grado di assumere un ‘esperto’ che sarà effettivamente un agente di intelligenza artificiale. Interagiremo con lui proprio come oggi interagiamo con gli esseri umani. Gli parleremo su Teams, parteciperà a riunioni online, gli invieremo email e gli assegneremo compiti.”

David Weston ha affermato che nel lavoro quotidiano, questo permetterà alle persone di svolgere meno “fatica” e di concentrarsi sui punti di forza umani, come l’ideazione, la creatività, la visione, la capacità di relazionarsi con le persone e la comprensione di quali prodotti siano necessari. Questi agenti di intelligenza artificiale saranno amplificatori di capacità, permettendoci di fare cose che non avremmo nemmeno potuto immaginare qualche anno fa.

Crede che in futuro gli utenti Windows useranno meno gli occhi e comunicheranno direttamente con il computer. In futuro, Windows e gli altri sistemi operativi Microsoft interagiranno in modo multimodale.

I computer possono vedere ciò che vediamo e sentiamo noi, e noi possiamo parlare con loro e chiedere loro di completare compiti più complessi. “Penso che questo sia un modo più naturale di comunicare.”

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La nostalgia del corpo sonoro: isolamento sociale e comunicazioni di massa


Pubblicato in origine su Transform Italia il 30 Luglio 2025 di P. Nicolosi In un libro uscito nel 1977 e intitolato Per una storia dei bisogni l’eclettico, imprevedibile e geniale teologo austriaco Ivan Illich scriveva: «Cinquant’anni fa, quasi tutte le … Continua a leggere→


Droni sotto tiro! Un paese NATO ordina un laser da 100 kW per la difesa aerea


L’azienda australiana Electro Optic Systems Holdings Limited (EOS) ha firmato il primo contratto di esportazione al mondo per un sistema di difesa aerea laser da 100 kilowatt in grado di distruggere sciami di droni . L’accordo ha un valore di 71,4 milioni di euro (circa 125 milioni di dollari australiani) e il cliente è uno Stato membro della NATO in Europa. Le consegne saranno effettuate tra il 2025 e il 2028, mentre l’assemblaggio produttivo avverrà presso lo stabilimento EOS di Singapore.

L’azienda è nota da tempo per le sue soluzioni anti-drone basate sulla tecnologia cinetica, ma il nuovo sistema rappresenta un balzo in avanti enorme. Il sistema laser montato su camion può distruggere fino a 20 bersagli al minuto, colpendo alla velocità della luce. Si integra in sistemi di difesa aerea multistrato e la sua architettura combina algoritmi di riconoscimento delle minacce, radar, sistemi di tracciamento, guida di precisione e tecnologie di blocco del raggio per ingaggiare costantemente bersagli in movimento.

Ogni colpo costa meno di un centesimo, rendendo il sistema estremamente conveniente rispetto agli intercettori basati su missili, soprattutto di fronte ad attacchi massicci. Nei conflitti moderni, dove i droni possono attaccare da più direzioni contemporaneamente, un sistema di questo tipo garantisce una risposta immediata e un’elevata densità di fuoco senza costi eccessivi.

Lo sviluppo ha richiesto più di tre anni e ha incluso una serie di test sul campo, tra cui il tiro in condizioni reali. Durante i test, gli ingegneri hanno testato il sistema in diversi scenari climatici e tattici, ottenendo una precisione stabile nel colpire a lunga distanza. Per raggiungere questo obiettivo, EOS ha migliorato il sistema di controllo del raggio, aggiungendo meccanismi avanzati per la sua stabilizzazione e il mantenimento del bersaglio, anche in movimento ad alta velocità.

Il contratto è stato il risultato di una campagna di marketing su larga scala, dimostrazioni e trattative con potenziali clienti. Le esercitazioni dimostrative hanno convinto il cliente che il nuovo sistema poteva respingere in modo efficace ed economico gli attacchi di sciami di dispositivi senza pilota .

Il sistema laser verrà presentato in anteprima alla fiera della difesa DSEI 2025 di Londra, dove i visitatori potranno vedere la tecnologia e discutere con gli esperti EOS di una strategia di difesa multilivello contro i droni.

L’accordo riveste un’importanza strategica nel contesto della crescente minaccia rappresentata dai droni, sempre più utilizzati nei conflitti militari per sfondare i tradizionali sistemi di difesa aerea. EOS prevede che il contratto non solo rafforzerà la posizione dell’azienda sul mercato globale, ma darà anche impulso all’ulteriore sviluppo di sistemi laser per la lotta contro i bersagli aerei.

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