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Questa cosa dell'IA ci sta sfugge di di mano.

Leggo che potrebbero tornare gli smartphone android con 4 GB di RAM.

Perché sai, non sia mai che l'IA venga anche vagamente rallentata, meglio rallentare la vita delle persone.

#la #RAM #ramshortage

in reply to Dario Zanette

@Dario Zanette ma volesse il cielo.

Un bel colpo secco, e via.

Il modello che è stato messo in atto (cioè, diamole risorse, risorse, sempre più risorse) è qualcosa che ovviamente non può stare in piedi, nemmeno con miliardi infiniti.



Resoconto GNU/Linux Day 2024

firenze.linux.it/2025/12/resoc…

Segnalato dal LUG di Firenze e pubblicato sulla comunità Lemmy @GNU/Linux Italia
#Firenze
Un altro giorno di GNU/Linux se n’è andato e io mi decido con ritardo mostruoso a scopiazzare da un messaggio di Leandro nella lista del FLUG, con l’obiettivo di fissare nella memoria

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La fenice di Meta non brucia più? Menlo Park rinvia gli occhiali-visori Phoenix

Per vedere altri post come questo, segui la comunità @Informatica (Italy e non Italy 😁)

Dopo i tagli al programma sul metaverso, Meta potrebbe rinviare di un anno il suo progetto hardware più ambizioso: il device Phoenix, a metà strada tra i visori e gli smart glasses. Che startmag.it/innovazione/meta-o…



“Confido che in molti Paesi si dia seguito” all’auspicio di amnistie e condoni. Papa Leone XIV rilancia con forza, nella messa per il Giubileo dei detenuti celebrata questa mattina in San Pietro, il desiderio espresso da Papa Francesco nella Bolla Sp…


“Seguo con viva preoccupazione la ripresa degli scontri nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo”. Leone XIV lo ha detto dopo l’Angelus di oggi in piazza San Pietro.



Printing with PHA Filament as Potential Alternative to PLA


PLA (polylactic acid) has become the lowest common denominator in FDM 3D printing, offering decent performance while being not very demanding on the printer. That said, it’s often noted that the supposed biodegradability of PLA turned out to be somewhat dishonest, as it requires an industrial composting setup to break it down. Meanwhile, a potential alternative has been waiting in the wings for a while, in the form of PHA. Recently, [JanTec Engineering] took a shot at this filament type to see how it prints and tests its basic resistance to various forms of abuse.

PHA (polyhydroxyalkanoates) are polyesters that are produced by microorganisms, often through bacterial fermentation. Among their advantages are biodegradability without requiring hydrolysis as the first step, as well as UV-stability. There are also PLA-PHA blends that exhibit higher toughness, among other improvements, such as greater thermal stability. So far, PHA seems to have found many uses in medicine, especially for surgical applications where it’s helpful to have a support that dissolves over time.

As can be seen in the video, PHA by itself isn’t a slam-dunk replacement for PLA, if only due to the price. Finding a PHA preset in slicers is, at least today, uncommon. A comment by the CTO of EcoGenesis on the video further points out that PHA has a post-printing ‘curing time’, so that mechanical tests directly after printing aren’t quite representative. Either you can let the PHA fully crystallize by letting the part sit for ~48 hours, or you can speed up the process by putting it in an oven at 70 – 80°C for 6-8 hours.

Overall, it would seem that if your goal is to have truly biodegradable parts, PHA is hard to beat. Hopefully, once manufacturing capacity increases, prices will also come down. Looking for strange and wonderful printing filament? Here you go.

youtube.com/embed/Me8UEWEKvmA?…


hackaday.com/2025/12/14/printi…




Teardown of a 5th Generation Prius Inverter


The best part about BEV and hybrid cars is probably the bit where their electronics are taken out for a good teardown and comparison with previous generations and competing designs. Case in point: This [Denki Otaku] teardown of a fifth-generation Prius inverter and motor controller, which you can see in the video below. First released in 2022, this remains the current platform used in modern Prius hybrid cars.

Compared to the fourth-generation design from 2015, the fifth generation saw about half of its design changed or updated, including the stack-up and liquid cooling layout. Once [Otaku] popped open the big aluminium box containing the dual motor controller and inverters, we could see the controller card, which connects to the power cards that handle the heavy power conversion. These are directly coupled to a serious aluminium liquid-cooled heatsink.

At the bottom of the Prius sandwich is the 12VDC inverter board, which does pretty much what it says on the tin. With less severe cooling requirements, it couples its heat-producing parts into the aluminium enclosure from where the liquid cooling loop can pick up that bit of thermal waste. Overall, it looks like a very clean and modular design, which, as noted in the video, still leaves plenty of room inside the housing.

Regardless of what you think of the Prius on the road, you have to admit it’s fun to hack.

youtube.com/embed/sH0UqYOQHVA?…


hackaday.com/2025/12/14/teardo…



“Spalancate le porte del cuore”. Leone XIV riprende nell’omelia della messa per il Giubileo dei detenuti, celebrata oggi nella Basilica di San Pietro, le parole di Papa Francesco che il 26 dicembre dello scorso anno, aprendo la Porta Santa nella Chie…



“Nessun essere umano coincide con ciò che ha fatto e la giustizia è sempre un processo di riparazione e di riconciliazione”. Leone XIV lo ha affermato nell’omelia della messa per il Giubileo dei detenuti, celebrata oggi nella Basilica di San Pietro.


ICYMI: The Tournament Ends Tomorrow


ICYMI

On October 20th, the United States Pirate Party had begun the process of determining the location of the 2026 Pirate National Conference, marking 20 years of the United States Pirate Party.

This week was the finals week between finalist cities Boston, MA (1) and Vicksburg, MS (4).

Tomorrow, December 15th, we shall reveal the winner of the location tournament finals and find out once and for all where the Conference will take place.

Those of you who are disappointed in your city of choice not making it to the finals, fear not: all ten cities eliminated, including the eleventh city due to be eliminated tomorrow, will remain in consideration for future conferences. San Francisco, which was the host city for the 2024 Pirate National Conference, shall return to consideration as well.

Pirates: Will it be Boston or will it be Vicksburg?

We shall find out tomorrow.


uspirates.org/icymi-the-tourna…



Il cuore pulsante dell'economia informatica


L’informatica e la tecnologia non sono più semplici strumenti al servizio dell’uomo: sono diventate l’infrastruttura invisibile su cui poggia gran parte dell’economia globale. Ogni gesto quotidiano, dal pagamento con lo smartphone allo streaming di un contenuto, dall’invio di una mail all’uso di un assistente vocale, attraversa piattaforme digitali costruite, gestite e monetizzate da colossi dell’hi-tech. Dietro l’apparente semplicità dell’interfaccia si muove un ecosistema complesso fatto di software, hardware, dati, algoritmi e soprattutto di business. Un business enorme, stratificato, spesso opaco, ma incredibilmente efficiente.

noblogo.org/lalchimistadigital…





Leggo su un'altra testata che Igor Bosonin era stato candidato con la Lega alle comunali di Ivrea e successivamente espulso dal partito.

continua su: fanpage.it/attualita/torino-qu…
fanpage.it/


@ilPost@flipboard.com:
Sono stati condannati a un anno di carcere i quattro militanti di CasaPound che aggredirono il giornalista della Stampa Andrea Joly a Torino - Il Post
ilpost.it/2025/12/10/casa-poun…
Pubblicato su News @news-ilPost





l'idea che la UE venga definita debole mi lascia perplessa. quale idea abbiamo i debolezza? il debole è quello che fa quello che altri gli dicono di fare, senza pensare magari. la UE fa quello che dice trump? no. più dimostrazione di questo che non è debole... l'italia è debole perché non perde occasione per leccare il culo di trump, e dei suoi fascisti, questo si... ma la debolezza si può dire solo dell'italia. assieme a ungheria, e i soliti scomodi. personalmente non definirei forte neppure trump, ma solo bullo e arrogante fra l'altro, oltreché inefficiente e suicida. ma chi sono io per dire agli americani cosa è progresso e cosa no? la loro è una specchiata democrazia e quindi gli americani non possono sostenere di non aver scelto trump. pure putin è rappresentativo del suo popolo, anche se lui si è auto-nominato. il potere alle oligarchie porta progresso, benessere, un mondo migliore? direi di no.

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a volte la difesa preventiva prevede lo sterminio del nemico, dei suoi familiari, tutta la sua genia, e per sicurezza anche dei bambini (casomai un giorno decidessero di opporsi e diventassero terroristi). prevenire per qualcuno è meglio che curare. effetto collaterale del piano è che ti rimane anche la sua terra libera da prenderti. il cosiddetto unire l'utile al dilettevole.


Dic 15
Presentazione del volume di Michele Maria Rabà “Lo Stato di Milano 1535-1796”, Venezia, 15 dicembre
Lun 16:30 - 19:30 Palazzo Malcanton Marcorà, Dorsoduro 3484/D, Venezia
archiviostorico

Lunedì 15 dicembre 2025, dalle ore 16.30, si terrà la presentazione del volume di Michele Maria Rabà Lo Stato di Milano 1535-1796 (Il Mulino, 2024), organizzata dall’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Dalla caduta degli Sforza sino alla conquista napoleonica, il libro ripercorre la storia delle istituzioni e della società dello Stato di Milano in età moderna: una panoramica aggiornata che attraversa la dominazione degli Asburgo di Spagna, la riforma borromaica della Chiesa ambrosiana e il secolo dei Lumi. Un mosaico di conflitti, di ambizioni individuali e collettive, di stili di vita e di governo, che definirono i tratti salienti, l’identità, la vitalità economica e la capacità creativa dello spazio culturale e politico milanese.

Attraverso un’argomentazione sintetica e innovativa, il volume connette e interpreta una lunga teoria di eventi e fenomeni, di temi e problemi, che misurarono la capacità degli Sforza, degli Asburgo di Spagna e degli Asburgo d’Austria di sperimentare strategie efficaci per conservare la sovranità sulla Lombardia, un territorio ricco di risorse e situato in una posizione strategica, e pertanto al centro della contesa tra potenze per l’egemonia nello spazio euro-mediterraneo lungo tutta la prima età moderna.

I saluti istituzionali di Paola Avallone, Direttrice del CNR-ISEM, apriranno i lavori. Seguiranno gli interventi di Isabella Cecchini (CNR-ISEM), Gaetano Sabatini (Università Roma Tre, Direttore Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea) e Michele Maria Rabà (CNR-ISEM), autore del volume.

L’evento si terrà in presenza – presso l’Aula Milone del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ca’ Foscari (3° piano ala D, Palazzo Malcanton Marcorà, Dorsoduro 3246) – e da remoto, attraverso la piattaforma Microsoft Teams, al seguente URL

isem.cnr.it/presentazione-del-…

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Need For Speed Map IRL


When driving around in video games, whether racing games like Mario Kart or open-world games like GTA, the game often displays a mini map in the corner of the screen that shows where the vehicle is in relation to the rest of the playable area. This idea goes back well before the first in-vehicle GPS systems, and although these real-world mini maps are commonplace now, they don’t have the same feel as the mini maps from retro video games. [Garage Tinkering] set out to solve this problem, and do it on minimal hardware.

Before getting to the hardware, though, the map itself needed to be created. [Garage Tinkering] is modeling his mini map on Need For Speed: Underground 2, including layers and waypoints. Through a combination of various open information sources he was able to put together an entire map of the UK and code it for main roads, side roads, waterways, and woodlands, as well as adding in waypoints like car parks, gas/petrol stations, and train stations, and coding their colors and gradients to match that of his favorite retro racing game.

To get this huge and detailed map onto small hardware isn’t an easy task, though. He’s using an ESP32 with a built-in circular screen, which means it can’t store the whole map at once. Instead, the map is split into a grid, each associated with a latitude and longitude, and only the grids that are needed are loaded at any one time. The major concession made for the sake of the hardware was to forgo rotating the grid squares to keep the car icon pointed “up”. Rotating the grids took too much processing power and made the map updates jittery, so instead, the map stays pointed north, and the car icon rotates. This isn’t completely faithful to the game, but it looks much better on this hardware.

The last step was to actually wire it all up, get real GPS data from a receiver, and fit it into the car for real-world use. [Garage Tinkering] has a 350Z that this is going into, which is also period-correct to recreate the aesthetics of this video game. Everything works as expected and loads smoothly, which probably shouldn’t be a surprise given how much time he spent working on the programming. If you’d rather take real-world data into a video game instead of video game data into the real world, we have also seen builds that do things like take Open Street Map data into Minecraft.

Thanks to [Keith] for the tip!

youtube.com/embed/sAp7oCB939c?…


hackaday.com/2025/12/14/need-f…



GhostFrame: il primo framework PhaaS interamente basato su iframe


Barracuda ha pubblicato i dettagli di un nuovo kit di phishing-as-a-service (PhaaS) elusivo e stealth che nasconde i contenuti dannosi all’interno di iframe di pagine web per eludere il rilevamento e massimizzare la flessibilità.

È la prima volta che Barracuda rileva un framework di phishing completo costruito attorno alla tecnica degli iframe.

Gli analisti delle minacce monitorano il nuovo PhaaS da settembre 2025 e lo hanno soprannominato GhostFrame. Ad oggi, a questo kit sono stati attribuiti oltre un milione di attacchi.

L’analisi tecnica di Barracuda dimostra che la funzionalità di GhostFrame è apparentemente semplice, ma molto efficace.

A differenza della maggior parte dei kit di phishing, GhostFrame utilizza un semplice file HTML apparentemente innocuo, in cui tutte le attività dannose si svolgono all’interno di un iframe, una piccola finestra all’interno di una pagina web che può visualizzare contenuti provenienti da un’altra fonte. Questo approccio fa apparire la pagina di phishing autentica, nascondendone però la vera origine e il vero scopo.

Le caratteristiche più importanti di GhostFrame includono:


  • Un file HTML esterno dall’aspetto innocuo che non contiene alcun contenuto di phishing che potrebbe attivare il rilevamento e utilizza codice dinamico per generare e manipolare i nomi dei sottodomini, in modo che ne venga generato uno nuovo per ogni destinazione.
  • Tuttavia, all’interno di questa pagina sono presenti dei puntatori incorporati che indirizzano gli utenti a una pagina di phishing secondaria tramite un iframe.
  • La pagina iframe ospita i componenti di phishing veri e propri. Gli aggressori nascondono i moduli di acquisizione delle credenziali all’interno di una funzione di streaming di immagini progettata per file di grandi dimensioni, rendendo difficile per gli scanner statici, che in genere cercano moduli di phishing hardcoded, rilevare l’attacco.
  • Il design dell’iframe consente agli aggressori di modificare facilmente il contenuto di phishing, testare nuovi trucchi o prendere di mira regioni specifiche, il tutto senza modificare la pagina web principale che distribuisce il kit. Semplicemente aggiornando la destinazione dell’iframe, il kit può eludere il rilevamento da parte degli strumenti di sicurezza che controllano solo la pagina esterna.
  • Come altri kit di phishing di nuova generazione, GhostFrame impedisce e interrompe in modo aggressivo l’ispezione. Tra le altre cose, blocca il clic destro del mouse, blocca il tasto F12 (utilizzato per gli strumenti di sviluppo) e il tasto Invio, e impedisce l’uso di scorciatoie da tastiera comuni come Ctrl/Cmd e Ctrl/Cmd+Shift. Queste scorciatoie sono spesso utilizzate dagli analisti della sicurezza per visualizzare il codice sorgente, salvare pagine o aprire strumenti di sviluppo.

Le email di phishing di GhostFrame alternano temi tradizionali, come falsi accordi commerciali e falsi aggiornamenti delle risorse umane. Come altre email di phishing, sono progettate per indurre i destinatari a cliccare su link pericolosi o a scaricare file dannosi.

“La scoperta di GhostFrame evidenzia la rapidità e l’intelligenza con cui i kit di phishing si stanno evolvendo. GhostFrame è il primo esempio che abbiamo visto di una piattaforma di phishing basata quasi esclusivamente su iframe, e gli aggressori stanno sfruttando appieno questa funzionalità per aumentare la flessibilità ed eludere il rilevamento” , ha affermato Saravanan Mohankumar, direttore dell’analisi delle minacce di Barracuda.

“Per rimanere protette, le organizzazioni devono andare oltre le difese statiche e adottare strategie multilivello: formazione degli utenti, aggiornamenti regolari del browser, strumenti di sicurezza per rilevare iframe sospetti, monitoraggio continuo e condivisione di informazioni sulle minacce”.

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Quanto alla flora, essa ha quell’aria dottamente carceraria che è propria dei giardini botanici adrianomaini.altervista.org/qu…


Le industrie aerospaziali e della difesa europea sono in ottima salute. L’analisi di Braghini

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Performance positive e migliorate – e superiori agli USA – nel 2024 per il comparto AS&D europeo (Ue e non) per il quarto anno consecutivo, con una crescita annua dei ricavi (+10%) e degli addetti (+7%) andamenti differenziati, difesa



Dalla guerra dei chip al Mar Nero: perché la geopolitica sta riscrivendo le regole del cyber


Negli ultimi due anni il cyber ha smesso di essere una dimensione “tecnica” del conflitto ed è diventato infrastruttura strategica. La conseguenza è un effetto domino: parte dalla competizione USA-Cina sui semiconduttori e sull’AI, attraversa la guerra Russia-Ucraina (e i corridoi energetici del Mar Nero), e arriva alla governance europea, che prova a mettere ordine con regolazione e compliance mentre la minaccia accelera.


Questo articolo propone una lettura OSINT orientata ai meccanismi (non alle narrazioni), con indicatori pratici utili per chi lavora in cybersecurity, risk e intelligence economica.

USA–Cina: la supply chain dei chip AI come terreno di scontro


La competizione USA-Cina è sempre meno una gara commerciale e sempre più una partita sui colli di bottiglia: chip avanzati, tool di fabbricazione, cloud/AI e controlli export. Il fattore destabilizzante non è solo il “divieto”, ma la volatilità della policy: licenze, eccezioni, enforcement e ritorsioni diventano variabili operative per intere filiere.

Implicazione cyber: quando l’hardware diventa geopolitica, la sicurezza di filiera (provenance, audit, SBOM, trusted suppliers) non è più una best practice. È una condizione di accesso al mercato e una leva di resilienza nazionale.

Europa: governance e compliance mentre la minaccia corre


In Europa la risposta strutturale è regolatoria: NIS2 (governance e obblighi per settori/entità) e Cyber Resilience Act (sicurezza dei prodotti digitali “by design”). Il tema, però, è il tempo: recepimenti e implementazioni disomogenei producono una postura a macchia di leopardo, con differenze di obblighi, reporting ed enforcement tra Paesi.

Implicazione cyber: l’UE sta costruendo un perimetro serio, ma nel breve periodo molte organizzazioni devono alzare maturità e resilienza senza poter contare su un quadro uniforme in tutti i mercati in cui operano.

Mar Nero: energia, logistica e guerra ibrida


Il Mar Nero è un punto di contatto tra interessi militari, energetici e logistici. È anche l’area in cui cyber e ibrido si intrecciano: porti, raffinerie, shipping, assicurazioni, tracciamento, droni e sabotaggi.

In un contesto sanzionatorio, la pressione su rotte e snodi diventa leva economica e leva politica.
Implicazione cyber: la parola chiave è infrastruttura. Anche senza “hacking spettacolare”, basta rendere più costosi e rischiosi trasporto, assicurazione, manutenzione e compliance per ottenere effetti strategici.

Israele: stress operativo, ma il cyber resta un asset strategico


Il sistema israeliano è sotto stress per la situazione regionale, ma il comparto cyber continua a rappresentare un asset di capacità e di mercato: talenti, prodotti e M&A restano un magnete globale.

Questo produce, da un lato, accelerazione tecnologica; dall’altro, maggiore attenzione a export compliance, supply chain e rischio di escalation informativa.

Indicatori pratici (OSINT) per chi lavora in sicurezza


Se la dinamica geopolitica deve diventare una checklist operativa, alcuni indicatori ricorrenti sono:
Volatilità normativa su export controls e controlli tecnologici (licenze, eccezioni, enforcement).
Concentrazione dei colli di bottiglia (pochi fornitori per chip, tool, cloud, componenti critici).
Disruption fisica su nodi logistici ed energetici (porti, raffinerie, shipping) come segnali di guerra ibrida.

Frammentazione regolatoria nell’UE (divergenze di posture minime e responsabilità tra Stati).
Consolidamento del mercato su identity e cloud security come segnale di spostamento della superficie d’attacco.

Conclusione


La tesi è semplice: cyber e geopolitica condividono ormai la stessa supply chain. Gli Stati gestiscono tecnologia e infrastrutture come leve strategiche; le imprese devono trattare la cybersecurity come risk management geopolitico, non come sola IT security.

Per le organizzazioni, il vantaggio competitivo nei prossimi anni passerà dalla capacità di leggere policy, filiere e logistica con lo stesso rigore con cui si legge un threat report.

Questo articolo adotta un approccio OSINT e si basa su fonti pubbliche (atti e comunicazioni istituzionali UE, copertura stampa economico-finanziaria internazionale e report di settore su cyber/tech).

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Vulnerabilità in .NET: eseguire codice remoto tramite messaggi SOAP


I ricercatori di sicurezza hanno scoperto una vulnerabilità in .NET che potrebbe colpire diversi prodotti aziendali e causare l’esecuzione di codice remoto. Il problema deriva dal modo in cui le applicazioni Microsoft basate su .NET gestiscono i messaggi SOAP e Microsoft, secondo i ricercatori, si rifiuta di risolvere il problema, scaricando la colpa su sviluppatori e utenti.

Piotr Bazydło di watchTowr ha segnalato la scoperta alla conferenza Black Hat Europe . Ha affermato che diverse soluzioni commerciali e interne sono vulnerabili agli attacchi di esecuzione di codice remoto ( RCE ) a causa di errori nella gestione dei messaggi SOAP nelle applicazioni .NET.

Il problema chiave era la classe SoapHttpClientProtocol. Il ricercatore ha spiegato che può essere utilizzata dagli aggressori in vari modi, a seconda dei loro obiettivi. Questa classe eredita da HttpWebClientProtocol, come altri client proxy, ma SoapHttpClientProtocol è la più comune nel codice sorgente, quindi watchTowr si è concentrato su di essa.

Sulla carta, tutto sembra innocuo: sia il nome della classe che la documentazione ufficiale indicano che dovrebbe gestire messaggi SOAP tramite HTTP. Uno scenario “semplice, prevedibile e sicuro” , come osserva ironicamente Bazydło. In pratica, le cose sono più complicate.

La classe è responsabile dell’impostazione dell’URL di destinazione del servizio SOAP e dell’invocazione del metodo SOAP. La vulnerabilità si verifica quando un aggressore riesce a influenzare questo URL e il modo in cui SoapHttpClientProtocol crea il client. Sebbene sia progettata per funzionare con richieste HTTP, utilizza internamente un meccanismo generalizzato che supporta più protocolli: HTTP/HTTPS, FTP e persino FILE.

Se un aggressore sostituisce l’indirizzo web con un URL del file system, la classe non genererà un errore, ma scriverà semplicemente la richiesta SOAP (inviata tramite il metodo POST) direttamente nel file. “Perché un proxy SOAP dovrebbe ‘inviare’ richieste a un file locale? Nessuna persona sana di mente si aspetterebbe di ricevere una risposta SOAP valida dal file system“, osserva il ricercatore.

Questo comportamento può essere sfruttato per scrivere file arbitrari, inclusi dati XML da una richiesta SOAP. Uno scenario meno distruttivo, ma comunque spiacevole, potrebbe riguardare attacchi di relay NTLM.

Bazydło ha inizialmente segnalato il problema a Microsoft tramite la Zero Day Initiative (ZDI). Secondo lui, l’azienda ha risposto che non avrebbe risolto il bug perché gli sviluppatori non dovrebbero consentire l’utilizzo di dati di input non attendibili.

“Come prevedibile, Microsoft ha considerato questa una ‘funzionalità’ piuttosto che una vulnerabilità “, scrive. “La risposta ha attribuito la colpa agli sviluppatori e agli utenti. Secondo Microsoft, l’URL passato a SoapHttpClientProtocol non dovrebbe mai essere controllato dall’utente e la convalida dell’input è interamente responsabilità dello sviluppatore.”

Bazydło aggiunge sarcasticamente che, ovviamente, “tutti gli sviluppatori decompilano regolarmente gli assembly .NET Framework e studiano l’implementazione interna, ben sapendo che un ‘proxy client HTTP’ può essere convinto a scrivere dati su disco. Come potrebbe essere altrimenti?

Un anno dopo, il team di watchTowr ha iniziato ad analizzare Barracuda Service Center , una “piattaforma RMM ampiamente utilizzata”, anch’essa risultata vulnerabile alla tecnica descritta in precedenza. I ricercatori hanno scoperto che la sua API SOAP poteva essere chiamata senza autenticazione e hanno quindi trovato una via di exploit alternativa: importando file WSDL (Web Services Description Language).

Il punto chiave è che un aggressore può fornire a un’applicazione un URL che punta a un file WSDL sotto il suo controllo. L’applicazione vulnerabile utilizza questa descrizione per generare un proxy client HTTP, dopodiché Bazydło è riuscito a ottenere l’esecuzione di codice remoto in due modi: caricando una web shell ASPX sul server e inserendo il payload (una web shell CSHTML o uno script PowerShell) nello spazio dei nomi del corpo della richiesta SOAP.

Questa tecnica basata sullo spazio dei nomi, afferma, ha consentito lo sfruttamento efficace di Ivanti Endpoint Manager e Umbraco 8 CMS. Sebbene il rapporto di WatchTowr menzioni specificamente questi prodotti, i ricercatori sottolineano che l’elenco effettivo delle soluzioni interessate è molto più ampio.

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Why Games Work, and How to Build Them


Most humans like games. But what are games, exactly? Not in a philosophical sense, but in the sense of “what exactly are their worky bits, so we know how to make them?” [Raph Koster] aims to answer that in a thoughtful blog post that talks all about game design from the perspective of what, exactly, makes them tick. And we are right into that, because we like to see things pulled apart to learn how they work.

On the one hand, it’s really not that complicated. What’s a game? It’s fun to play, and we generally feel we know a good one when we see it. But as with many apparently simple things, it starts to get tricky to nail down specifics. That’s what [Raph]’s article focuses on; it’s a twelve-step framework for how games work, and why they do (or don’t) succeed at what they set out to do.

[Raph] says the essentials of an engaging game boil down to giving players interesting problems to solve, providing meaningful and timely feedback, and understanding player motivation. The tricky part is that these aren’t really separate elements. Everything ties together in a complex interplay, and [Raph] provides insights into how to design and manage it.

It’s interesting food for thought on a subject that is, at the very least, hacker-adjacent. After all, many engaging convention activities boil down to being games of some kind, and folks wouldn’t be implementing DOOM on something like KiCAD’s PCB editor or creating first-person 3D games for the Commodore PET without being in possession of a healthy sense of playfulness.


hackaday.com/2025/12/13/why-ga…



Watch a Recording Lathe From 1958 Cut a Lacquer Master Record


Most of us are familiar with vinyl LPs, and even with the way in which they are made by stamping a hot puck of polyvinyl chloride (PVC) into a record. But [Technostalgism] takes us all the way back to the beginning, giving us a first-hand look at how a lacquer master is cut by a specialized recording lathe.
An uncut lacquer master is an aluminum base coated with a flawless layer of lacquer. It smells like fresh, drying paint.
Cutting a lacquer master is the intricate process by which lacquer disks, used as the masters for vinyl records, are created. These glossy black masters — still made by a company in Japan — are precision aluminum discs coated with a special lacquer to create a surface that resembles not-quite-cured nail polish and, reportedly, smells like fresh paint.

The cutting process itself remains largely unchanged over the decades, although the whole supporting setup is a bit more modernized than it would have been some seventy years ago. In the video (embedded below), we get a whole tour of the setup and watch a Neumann AM32B Master Stereo Disk Recording Lathe from 1958 cut the single unbroken groove that makes up the side of a record.

The actual cutting tool is a stylus whose movement combines the left and right channels and is heated to achieve the smoothest cuts possible. The result is something that impresses the heck out of [Technostalgism] with its cleanliness, clarity, and quality. Less obvious is the work that goes into arranging the whole thing. Every detail, every band between tracks, is the result of careful planning.

It’s very clear that not only is special equipment needed to cut a disk, but doing so effectively is a display of serious craftsmanship, experience, and skill. If you’re inclined to agree and are hungry for more details, then be sure to check out this DIY record-cutting lathe.

youtube.com/embed/p18SspdBx_4?…


hackaday.com/2025/12/13/watch-…



Mentra Brings Open Smart Glasses OS With Cross-Compat


There are a few very different pathways to building a product, and we gotta applaud the developers taking care to take the open-source path. Today’s highlight is [Mentra], who is releasing an open-source smart glasses OS for their own and others’ devices, letting you develop your smart glasses ideas just once, a single codebase applicable for multiple models.

Currently, the compatibility list covers four models, two of them Mentra’s (Live and Mach 1), one from Vuzix (Z100), and one from Even Realities (G1) — some display-only, and some recording-only. The app store already has a few apps that cover the basics, the repository looks lively, and if the openness is anything to go by, our guess is that we’re sure to see more.

While smart glasses have their critics, many of those stem from closed-source software running on them, so the ability to easily develop your own is always welcome, and it’s even better to see it done in an open, cross-compatible manner. Want to learn more about the underlying tech? Check out this iFixit coverage of Meta’s Ray-Ban glasses display technology.


hackaday.com/2025/12/13/mentra…

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Condensing Diesel Heater Hack Is Dripping With Efficiency


Not a huge percentage of our readers probably get their heat from diesel fuel, but it’s not uncommon in remote areas where other fuels are hard to come-by. If you’re in one of those areas, this latest hack from [Hangin with the Hursts] could save you some change, or keep you ̶2̶0̶%̶ ̶c̶o̶o̶l̶e̶r̶ 25% warmer on the same fuel burn.

It’s bog simple: he takes his off-the-shelf hydronic diesel heater, which is already 71% efficient according to a previous test, and hooks its exhaust to a heat exchanger. Now, you don’t want to restrict the exhaust on one of these units, as that can mess with the air fuel mix, but [Hurst] gets around that with a 3″ intercooler meant for automotive intake. Sure, it’s not made for exhaust gas, but this is a clean-burning heater, and it wouldn’t be a hack if some of the parts weren’t out of spec.

Since it’s a hydronic heater, he’s able to use the exhaust gas to pre-heat the water going into the burner. The intercooler does a very good job of that, sucking enough heat out of the exhaust to turn this into a condensing furnace. That’s great for efficiency — he calculates 95%, a number so good he doesn’t trust it — but not so good for the longevity of the system, since this intercooler isn’t made to deal with the slightly-acidic condensation. The efficiency numbers are combustion efficiency, to be clear. He’s only accounting for the energy in the diesel fuel, not the energy that heats the water in his test, for the record; the electrical power going into the blower is considered free. That’s fair, since that’s how the numbers are calculated in the heating industry in general — the natural gas furnace keeping this author from freezing to death, for example, is a condensing unit that is also 95% efficient.

Another thing you can do to get the most from your diesel heating fuel is add some brains to the operation. Since this is a hydronic system, the cheapest option, long-term, might be to add some solar energy to the water. Sunlight is free, and diesel sure isn’t getting any cheaper.

youtube.com/embed/rjgOsJmnqYc?…


hackaday.com/2025/12/13/conden…




CHI PROGRAMMA LA GUERRA?

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

37.000 obiettivi generati da un algoritmo. È quanto avrebbe fatto Lavender, il sistema di intelligenza artificiale usato da Israele nel recente conflitto con Hamas, secondo il Guardian.
L'articolo CHI PROGRAMMA LA GUERRA? proviene da GIANO NEWS.
#DIFESA

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l'unica cosa di cui si può essere sicuri è che avranno detto a trump che era un grande uomo di pace, visto che notoriamente è quello che gli fa piacere sentire. e lui avrà capito che quelle parole indicavano in cessate il fuoco. e pensare che trump dava del rincoglionito a biden...

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