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A Roma “La valigia della libertà: spettacolo teatrale su Sibilla Barbieri”


Il 29 maggio 2025, alle ore 21:00, andrà in scena presso il Teatro Sala Umberto di Roma lo spettacolo “La valigia della libertà – Storia di una disobbedienza civile”, scritto, diretto e interpretato da Valentina Petrini.

Lo spettacolo è un adattamento teatrale del podcast “Disobbedisco”, disponibile su tutte le piattaforme audio, e racconta una vicenda intensa e simbolica di disobbedienza civile per la libertà di scelta.

Con:

  • Valentina Petrini – voce narrante e autrice
  • Pasquale Filastò – musiche e violoncello
  • Alessio Podestà – fisarmonica
  • Fabia Salvucci – voce
  • Norma Martelli – coordinamento artistico

Una serata dedicata al valore della libertà individuale, al coraggio di chi lotta per affermarla, e all’impegno civile come atto creativo e politico.

📍 Teatro Sala UmbertoVia della Mercede 50, Roma
🎟 Inizio ore 21:00 – I biglietti si acquistano a questo link.

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Lista Referendum e Democrazia ha ricondiviso questo.


In Italia si continua a imporre l’aborto chirurgico in ospedale, impedendo quello farmacologico.
Oggi, 22 maggio, giorno dell’approvazione della legge194, parte la mobilitazione dell' Associazione Luca Coscioni per fermare questo accanimento contro le donne.
in reply to Marco Cappato

sostienici.associazionelucacos…

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Sentenza 69/2025 della Consulta: “Occasione mancata per eliminare la discriminazione contro l’accesso delle donne single alla PMA”


La Corte ha, comunque, precisato che un intervento del Parlamento non sarebbe incostituzionale.

Continueremo a lottare per superare questa discriminazione: per questo rilanciamo la nostra petizione al Parlamento per consentire a tutte le donne di accedere alla PMA.


Con la sentenza n. 69 pubblicata oggi, la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 5 della legge 40 del 2004, che attualmente vieta alle donne singole l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) in Italia. Allo stesso tempo, i giudici costituzionali hanno chiarito che una modifica della legge da parte del Parlamento, per includere anche le donne singole, non violerebbe la Costituzione. In altre parole, non ci sono ostacoli costituzionali a un’eventuale estensione dell’accesso alla PMA anche a famiglie monoparentali.

“Prendiamo atto che la Corte costituzionale, non ha accolto la questione di legittimità costituzionale sollevata dal tribunale di Firenze. Si tratta di un’occasione mancata per superare la discriminazione delle donne single nell’accesso alla PMA. È, invece, positivo che la Consulta abbia ribadito nelle motivazioni in diritto che non sussistono ‘impedimenti costituzionali’ a una eventuale estensione, da parte del legislatore, dell’accesso alla procreazione medicalmente assistita anche a nuclei familiari diversi da quelli attualmente indicati, e nello specifico alla famiglia monoparentale. Anche su questo tema, come sul fine vita, la palla passa dunque al Parlamento. Oggi perciò rilanciamo la petizione al legislatore affinché intervenga sulla legge 40 modificando l’articolo 5 per permettere l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita a coloro che ne hanno bisogno per fare famiglia. Anche alla luce della sentenza 68, sempre di oggi, giudizio in cui avevamo depositato un amicus curiae, che dichiara incostituzionale il divieto di riconoscimento del figlio da parte della madre intenzionale nel caso di coppia di donne che ha effettuato la PMA all’estero, dove questa tecnica è legale”, dichiara Filomena Gallo, avvocata che ha coordinato il team legale di Evita, ricorrente principale, nonché quelli di Serena e dell’Associazione Luca Coscioni che sono intervenuti nel giudizio principale, e anche segretaria nazionale di quest’ultima.

“Sono dispiaciuta per il mancato accoglimento della questione. È un’occasione mancata per affermare con chiarezza che il desiderio di genitorialità non può essere filtrato da pregiudizi, né condizionato da schemi ormai superati. Ora spetta al Parlamento dimostrare se è in grado di ascoltare la realtà, quella fatta di donne che scelgono con consapevolezza di diventare madri, che costruiscono relazioni basate sull’amore e sulla responsabilità, anche fuori dal perimetro della famiglia tradizionale” commenta Evita, 40 enne torinese, ricorrente nel procedimento davanti al Tribunale di Firenze che aveva rimesso la questione alla Corte costituzionale.

“Negli scorsi mesi abbiamo lanciato una petizione al Parlamento affinché modificasse l’articolo 5 della legge 40 del 2004 rendendo possibile, anche per le donne singole, accedere alle tecniche di PMA. Dopo questa pronuncia della Consulta, e in linea con il suo richiamo alla discrezionalità legislativa, torniamo con decisione a chiedere che il tema venga messo subito nel calendario dei lavori del Parlamento”, commenta Francesca Re, avvocata, consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice della campagna PMA per tutte.

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in reply to Lista Referendum e Democrazia

perché è ovvio che una maschio e una femmina siano genitori migliiori
lastampa.it/cronaca/2025/05/21…


Mario Riccio interviene all’incontro “Fine vita e diritto di scegliere” a Bergamo


Il 21 maggio 2025, dalle 15:00 alle 18:00, presso la Sala Viterbi del Palazzo della Provincia di Bergamo (via Torquato Tasso 8), si terrà il convegno “Fine vita e diritto di scegliere”, dedicato a eutanasia, disposizioni anticipate di trattamento e suicidio medicalmente assistito, con un approfondimento sul quadro giuridico e costituzionale attuale.


Tra i relatori parteciperà anche il Dott. Mario Riccio, anestesista e rianimatore, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni, che interverrà con una relazione dal titolo “Morte medicalmente assistita, un dovere morale per il medico moderno”.

Il programma prevede inoltre gli interventi di:

  • Dott. Ilio Mannucci Pacini – Presidente Sezione Terza Penale, Tribunale di Milano
    “Il caso Cappato – DJ Fabo: il processo e le sentenze”
  • Prof.ssa Benedetta Liberali – Professoressa associata di Diritto costituzionale, Università degli Studi di Milano
    “L’aiuto al suicidio a una svolta? Fra Corte costituzionale e inerzia del legislatore”
  • Avv. Simona Debora Giannetti – Avvocata, Giurista per le libertà, Associazione Luca Coscioni
    “DAT, eutanasia e suicidio medicalmente assistito: la legislazione vigente e le possibili svolte”
  • Dott.ssa Sonia Ambroset – Psicologa, esperta in cure palliative
    “Cure palliative e morte medicalmente assistita: quale relazione?”

Modera: Avv. Eva Carminati, Foro di Bergamo – Responsabile eventi formativi APIEFFE e Consigliera dell’Ordine degli Avvocati di Bergamo.

L’evento è gratuito e in fase di accreditamento presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bergamo.

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L’Associazione Luca Coscioni lancia la campagna “Aborto senza Ricovero”


Aborto farmacologico: solo 2 regioni (Lazio ed Emilia Romagna) applicano la circolare ministeriale del 2020 rendendo possibile prendere il secondo farmaco a casa propria.


Dal 2020 l’aborto farmacologico può essere eseguito in ambulatorio o in consultorio (Linee di indirizzo ministeriali) con la possibilità di prendere la seconda compressa a casa propria.

Eppure non tutte le Regioni, a distanza di 5 anni, hanno recepito e applicato le indicazioni ministeriali, sprecando così preziose risorse (economiche e professionali) e mettendo a rischio la nostra salute. Perché un ricovero non necessario è pericoloso per la salute e costituisce un costo evitabile.

La campagna “Aborto senza ricovero” ha lo scopo di chiedere ai consigli regionali di approvare procedure chiare, definite e uniformi per l’aborto farmacologico in regime ambulatoriale, per garantire a tutte le donne la possibilità di scegliere e di prendere il secondo farmaco a casa. QUI per firmare.

“Sprecare risorse è inaccettabile, soprattutto in un contesto come quello sanitario. Così come è inaccettabile non garantire alle donne la possibilità di scegliere la procedura farmacologica e l’autosomministrazione del secondo farmaco a casa propria”, hanno detto Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, e Chiara Lalli, bioeticista e consigliera generale. “Come sempre, la condizione necessaria dell’esercizio di un diritto e di una scelta è l’informazione. La nostra campagna ‘Aborto senza ricovero’ vuole anche contribuire alla corretta informazione sull’applicazione della 194 e sulla salute riproduttiva”.

“L’appropriatezza delle prestazioni sanitarie è un principio fondamentale della sanità pubblica: a parità di efficacia e sicurezza, si deve privilegiare il regime assistenziale che comporta la minore spesa. Un ricovero non necessario, poi, è pericoloso per la salute”, hanno dichiarato Mirella Parachini e Anna Pompili, ginecologhe e consigliere generali dell’Associazione Luca Coscioni. “L’aborto farmacologico è sicuro e la possibilità di autosomministrazione è stata ed è ostacolata spesso per ragioni meramente ideologiche”.

La conferenza stampa è stata seguita da una tavola rotonda cui hanno partecipato associazioni e il gruppo interparlamentare sull’IVG nell’intento di creare una rete per raccogliere le firme per le petizioni rivolte ai consigli regionali.


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Marco Cappato oggi a Napoli per il Presidio davanti alla Regione


Marco Cappato :”Non girate la testa dall’altra parte davanti alle sofferenze dei malati.”


“Il Consiglio regionale della Campania continua a non discutere la nostra proposta di legge regionale per dare tempi certi di risposta ai malati con sofferenze insopportabili e irreversibili che chiedono di essere aiutati a morire. Chiediamo a tutte le consigliere e i consiglieri regionali – e lo chiediamo insieme alle 75 persone in digiuno – di non girare la testa dall’altra parte davanti alle sofferenze dei malati, di assumersi la responsabilità di una decisione, di approvare o respingere la legge regionale in Campania per l’attuazione del diritto che già esiste a livello nazionale all’aiuto alla morte volontaria”, queste le parole di Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, dal presidio organizzato oggi a Napoli davanti alla Regione Campania con l’obiettivo di chiedere al Consiglio Regionale di discutere “Liberi Subito“, la raccolta firme sulla legge di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni per garantire tempi certi e procedure chiare per le verifiche predisposte dalla Corte costituzionale per l’accesso al suicidio medicalmente assistito.

L’iniziativa


L’iniziativa nasce a seguito della paralisi istituzionale seguita alla calendarizzazione della legge in Consiglio Regionale. Il 25 marzo scorso, infatti, la proposta è giunta in Aula per la discussione ma il dibattito è stato rinviato a causa di un cavillo tecnico sollevato dal presidente del Consiglio Regionale Gennaro Oliviero che in quell’occasione si impegnò a riportare presto in Aula il testo. Il governatore De Luca ha successivamente chiesto l’avvio di consultazioni con tutti i soggetti coinvolti, compresa la Conferenza Episcopale della Campania, bloccando di fatto l’iter della proposta.

Nel frattempo l’Associazione Luca Coscioni esprime il suo sostegno all’iniziativa dello sciopero della fame a staffetta che, dal 18 aprile, vede decine di cittadini e cittadine della Campania impegnati in una mobilitazione nonviolenta per chiedere la discussione e l’approvazione di “Liberi Subito”. L’iniziativa ha già raccolto oltre 75 adesioni, tra cui numerosi rappresentanti istituzionali, attivisti, iscritti all’Associazione Luca Coscioni, giornalisti e cittadini comuni.

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La Consulta conferma il criterio del trattamento di sostegno vitale, ma anche l’equivalenza fra il sostegno vitale in essere e quello rifiutato


Cappato: “Mentre il Parlamento gira la testa dall’altra parte, non resta che la disobbedienza civile”


Con la sentenza n. 66/2025 la Corte Costituzionale, si è di nuovo pronunciata in materia di fine vita e, per la seconda volta in meno di un anno, sulla legittimità costituzionale del requisito del trattamento di sostegno vitale. Pur dichiarando non fondata la questione di legittimità sollevata dal Tribunale di Milano, ha confermato che i trattamenti di sostegno vitale devono ritenersi sussistenti anche se rifiutati dalla persona malata. La Corte nella decisione ha dichiarato non fondate le eccezioni proposte dal Governo e dagli interventi ammessi.

I giudici della Consulta hanno ribadito per la quarta volta con forza l’auspicio […] che il legislatore intervenga in materia di fine vita e il Servizio sanitario nazionale intervenga prontamente ad assicurare concreta e puntuale attuazione a quanto stabilito dalla sentenza n. 242 del 2019 e 135/2024.

“La Corte, con quest’ultima sentenza, ha ribadito un concetto fondamentale: il requisito del trattamento di sostegno vitale deve ritenersi soddisfatto anche quando la persona malata lo ha rifiutato. Le aziende sanitarie non possono ora ignorare due pronunce della Corte in meno di un anno: non possono negare l’accesso al suicidio medicalmente assistito perché il trattamento di sostegno vitale non è in atto perché rifiutato. Non solo, ma le aziende sanitarie devono dare concreta attuazione alle precedenti decisioni della Consulta in materia, sono gli stessi giudici costituzionali a ribadirlo” commenta Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, che ha coordinato il collegio legale di studio e difesa (composto anche dagli avvocati Tullio Padovani, Maria Elisa D’Amico, Benedetta Liberali, Irene Pellizzone, Francesca Re, Rocco Berardo, Alessia Cicatelli, Roberto D’Andrea, Niccolò Panigada) di Marco Cappato, indagato per aver accompagnato in Svizzera Elena e Romano che avevano, rispettivamente, rifiutato la chemioterapia e la nutrizione artificiale tramite PEG.

“Con un Parlamento italiano che continua a girare la testa dall’altra parte, e con una Corte costituzionale che ha ribadito di non potersi spingere oltre a quanto già stabilito, non resta che la strada della disobbedienza civile. Dopo il processo che si apre a Firenze il 4 giugno per l’aiuto fornito a Massimiliano, torneremo dunque davanti al Tribunale di Milano per l’aiuto che ho fornito a Elena e Romano per accedere in Svizzera alla morte volontaria” dichiara Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che continua “questa decisione della Corte conferma quanto già deciso sul trattamento di sostegno vitale: ora deve finire l’ostruzionismo delle aziende sanitarie. Per questo continuiamo la lotta per l’approvazione di leggi regionali che garantiscano tempi certi nelle risposte a chi soffre”.

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Parte da Perugia la campagna “Liberi Subito” in Umbria


Presentata venerdì mattina dalla coordinatrice Laura Santi, insieme a Marco Cappato e la Sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi. Parte la raccolta firme per una legge regionale che garantisca tempi certi per chi fa richiesta di accesso all’iter per il “suicidio assistito”

QUI tutti i tavoli previsti in Regione nei prossimi giorni


È partita venerdì mattina da Perugia, con una conferenza stampa, la campagna Liberi Subito in Umbria, promossa dall’Associazione Luca Coscioni.

La proposta di legge regionale d’iniziativa popolare mira a garantire tempi certi e procedure chiare per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, in attuazione della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. In molte regioni, infatti, nonostante la legge consenta già questa possibilità, mancano protocolli chiari e si registrano continui ritardi o ostruzionismi da parte delle ASL.

Coordinatrice regionale della campagna è Laura Santi, 55 anni, attivista, giornalista affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla e consigliera generale volto della battaglia dell’Associazione Luca Coscioni per una buona legge sul Fine vita. Lo scorso novembre Laura ha ottenuto il via libera dalla propria ASL per accedere legalmente al suicidio medicalmente assistito, diventando la prima persona in Umbria a raggiungere questo traguardo. Una conquista arrivata dopo due anni di attesa, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo, necessari per ottenere una risposta dall’azienda sanitaria umbra. L’intero percorso è stato seguito e sostenuto dal collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni, coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione.

Nonostante l’autorizzazione ottenuta, l’iter non è ancora concluso: Laura è infatti ancora in attesa che vengano definite le modalità di esecuzione della sua volontà e venga individuato il farmaco necessario per procedere.

Con lei, a sostegno dell’iniziativa, erano presenti Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e la Sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, che ha espresso solidarietà a Laura e attenzione al tema dei diritti di fine vita.

Laura Santi commenta: “Grazie di cuore a tutte e tutti per la vicinanza e il sostegno che sto ricevendo in questa campagna. È un gesto importante di civiltà e rispetto per la libertà di scelta. Chiedo a ogni cittadina e cittadino umbro di firmare: basta un documento di identità, andare al tavolo e compilare il modulo. È un’azione semplice, ma può cambiare davvero le cose. Sono certa che raggiungeremo rapidamente le 3.000 firme necessarie, e sono convinta che riusciremo a raccoglierne molte di più”.

↓ LA VIDEO DICHIARAZIONE DI LAURA SANTI E MARCO CAPPATO↓


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La dichiarazione di Marco Cappato: “Oggi Laura ha lanciato la raccolta firme in Umbria sulla legge liberi subito. Servono 3.000 persone che chiedono alla Regione finalmente delle regole che diano tempi certi di garanzia di risposta alle persone malate che chiedono l’aiuto alla morte volontaria senza soffrire. Questo diritto già esiste perché lo ha stabilito la Corte Costituzionale ma non viene attuato in Italia e quindi essendo responsabilità del sistema sanitario e quindi anche delle regioni con Laura, a fianco a Laura, grazie a Laura chiediamo alla Regione Umbria di approvare questa legge. Lo possiamo fare come cittadini e cittadine firmando la legge liberi subito”.

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L’Associazione Luca Coscioni lancia la campagna sulle liste d’attesa contro i ritardi nelle prenotazioni


Ecco il modulo per “pretendere” che una vista o un esame siano garantiti (al costo del ticket) entro i tempi massimi previsti

“Pronti ad attivarci in caso di risposte negative da parte delle strutture sanitarie”


L’Associazione Luca Coscioni, nell’ambito delle sue azioni a tutela del diritto alla salute, lancia oggi una nuova iniziativa per aiutare i cittadini a far valere i propri diritti, questa volta di fronte al problema dei grossi ritardi delle prenotazioni di prestazioni sanitarie nel sistema sanitario pubblico.

Sul sito dell’Associazione è ora disponibile, infatti, un modulo scaricabile che consente agli utenti di richiedere l’applicazione del cosiddetto “percorso di tutela” nel caso in cui la struttura sanitaria a cui ci si è rivolti per prenotare una visita o un esame non sia in grado di assicurare l’esecuzione della prestazione entro i tempi massimi previsti per legge.

Attualmente la normativa prevede che ogni prescrizione per visita specialistica o esami diagnostici di primo accesso debba essere erogata in tempi massimi fissati. La prescrizione del medico – di medicina generale o specialistico – contiene la classe di priorità, ossia il tempo massimo, così definita: (U – con attesa massima 72 ore; B – con attesa massima 10 giorni; D – con attesa massima 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami; P – con attesa massima 120 giorni). Ogni struttura sanitaria è tenuta al rispetto di questi tempi massimi di erogazione. Se la struttura sanitaria non è in grado di rispettare i tempi di legge sopra indicati, allora il cittadino ha diritto all’attivazione del percorso di tutela, ovvero ricevere la prestazione entro il tempo massimo della classe di priorità, tramite una visita o esame eseguito in regime di intramoenia ( libera professione) interna alla struttura o presso un’altra struttura privata; in entrambi i casi non è previsto alcun costo aggiuntivo, ma solo il costo del ticket se previsto per quella prestazione.

La richiesta di rispetto dei tempi e di percorso di tutela va indirizzata ai Responsabili della struttura sanitaria presso cui è stata prenotata dal cittadino. QUI tutti i dettagli

“Se la risposta non dovesse arrivare in tempo o non dovesse proprio arrivare, l’Associazione Luca Coscioni si impegna ad attivare tutti gli strumenti necessari, per poter affermare il diritto alle cure di tutti i cittadini e le cittadine”, hanno dichiarato Marco Cappato e Filomena Gallo, Tesoriere e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, “Le liste d’attesa costituiscono una delle criticità più gravi che affliggono il sistema sanitario. Ogni anno, un numero enorme di pazienti si trova ad affrontare ritardi significativi nell’accesso a visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici, con conseguenze concrete sulla loro salute. Liste di attese “patologiche” rischiano di minare il diritto di accesso alle cure e la loro gratuità, cioè le caratteristiche fondanti del Servizio Sanitario Nazionale Questo problema non si limita al settore pubblico: coinvolge anche quello privato, dove cresce la richiesta di prestazioni a pagamento”.

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Laura Santi con Cappato e Mainardi lanciano la raccolta firme per Liberi Subito


Evento pubblico di apertura della raccolta firme per la proposta di legge popolare “Liberi Subito” per garantire procedure e tempi certi per chi intende accedere al suicidio medicalmente assistito in Umbria.


📍 Dove: Piazza Italia (lato Grecchi), Perugia
📅 Quando: Venerdì 16 maggio
🕚 Orario: Dalle 11:00 alle 13:00

Unisciti a noi per l’evento di lancio della raccolta firme per la libertà di scelta sul fine vita anche in Umbria. Sarà attivo un gazebo per la raccolta firme, un’occasione per sostenere le nostre iniziative e discutere dei diritti fondamentali.

Interverranno:

  • Laura Santi, Consigliera Generale dell’Associazione Luca Coscioni
  • Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni
  • Matteo Mainardi, Responsabile delle iniziative sul Fine Vita – Associazione Luca Coscioni

Sono previsti i saluti istituzionali della Sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi.

Non perdere l’opportunità di fare la tua parte!

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Marco Cappato e Matteo Mainardi ad Orvieto per Liberi Subito


Evento pubblico di lancio della raccolta firme per garantire tempi e procedure certe a chi intende accedere al suicidio medicalmente assistito in Umbria.


📍 Dove: Piazza della Repubblica, Orvieto
📅 Quando: Giovedì 15 maggio
🕘 Orario: Ore 21:00

Unisciti a noi per una serata di riflessione e confronto sui diritti alla fine della vita. Insieme alla famiglia di Luca Coscioni, interverranno:

  • Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni
  • Matteo Mainardi, Responsabile delle iniziative Fine Vita – Associazione Luca Coscioni
  • Andrea Schiazzano, Coordinatore della Cellula Coscioni Orvieto

Sarà un’occasione per approfondire il tema della libertà di scelta sul fine vita e sottoscrivere la proposta di legge popolare.

Non mancare!

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Marco Cappato e Matteo Mainardi a Terni per Liberi Subito


Avvio della raccolta firme per garantire tempi e procedure certe a chi intende accedere al suicidio medicalmente assistito in Umbria.


📍 Dove: Piazza della Repubblica, Terni
📅 Quando: Giovedì 15 maggio
🕓 Orario: Dalle 16:00 alle 20:00

Siamo lieti di invitarvi a un importante momento di partecipazione civica a Terni. Dalle 16:00 alle 20:00, sarà attivo un gazebo per la raccolta firme a sostegno delle nostre iniziative per il diritto alla libertà di scelta sul fine vita.

Alle ore 17:30, prenderanno la parola:

  • Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni
  • Matteo Mainardi, Responsabile delle iniziative sul Fine Vita – Associazione Luca Coscioni
  • Avv. Alessandro Gentiletti, membro della Cellula Coscioni Terni
  • Maria Sole Giardini, Coordinatrice della Cellula di Terni

In caso di pioggia, l’iniziativa si terrà sotto i portici adiacenti.

Non mancate, ogni firma conta!

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Al via la seconda edizione degli Stati Cellulari, il raduno delle Cellule Coscioni


Al via la seconda edizione degli Stati Cellulari: tre giorni di attivismo, confronto ed esperienze tra le Cellule Coscioni. All’appuntamento parteciperanno due coordinatori da ogni cellula, su invito, che avranno modo poi di riportare sui loro territori quanto sperimentato durante il raduno.

Il raduno si terrà dal 23 al 25 maggio presso l’Hotel Tuscany Inn, a Montecatini Terme.


Le cellule si confronteranno fra loro in merito alle iniziative politiche su Psichedelici, Salute Riproduttiva e Fine Vita, discutendo di aspetti pratici tramite laboratori inerenti la comunicazione, l’organizzazione di eventi e la partecipazione connessa ai rapporti con le istituzioni. Non mancheranno momenti ludici e di team building. È possibile visualizzare il programma dell’evento a questo link.

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Alla Casa internazionale delle donne il lancio della campagna ALC “Aborto senza ricovero”


L’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS lancia la sua campagna Aborto senza ricovero – è sicuro, è previsto dal ministero della salute e ci fa risparmiamare, perchè non è garantito in tutte le regioni?

L’appuntamento è per mercoledì 21 maggio alle ore 10 presso la Sala Tosi della Casa Internazionale delle donne, in Via della Lungara 19, Roma. L’ingresso è libero e gratuito.


Lancio della campagna

ABORTO SENZA RICOVERO

È SICURO, È PREVISTO DAL MINISTERO DELLA SALUTE E CI FA RISPARMIARE

Perché non è garantito in tutte le Regioni?

21 maggio 2025, ore 10.00
Casa internazionale delle donne
Via della Lungara 19, Roma
Sala Tosi

Conferenza stampa

Chiara Lalli
Giornalista e consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS
Introduzione e moderazione

Filomena Gallo
Avvocata e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS
47 anni della legge 194

Anna Pompili
Ginecologa e consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS
Perché l’aborto senza ricovero?

Mirella Parachini
Ginecologa e vicesegretaria dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS
L’appropriatezza delle prestazioni sanitarie

Tavola rotonda (in corso di aggiornamento): Maura Cossutta, Presidente della Casa internazionale delle donne; Giulia Minoli; Presidente della Fondazione Una nessuna centomila; Alice Spaccini, Membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica ALC e coordinatrice di My voice, my choice Italia; Esmeralda Rizzi, Politiche di genere, CGIL; Sonia Ostrica, Coordinatrice nazionale Pari Opportunità, UIL; Gianluca Ferrario, Coordinatore medico di Medici del mondo.

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Roberto, paziente veneto oncologico, riceve un diniego per l’accesso al suicidio assistito. Attesa per la sentenza della Corte costituzionale


Da un report dell’Associazione Luca Coscioni risulta che una persona su tre che chiede informazioni sul suicidio assistito è affetta da patologia oncologica


Dopo oltre cinque mesi di attesa, Roberto, paziente veneto di 67 anni, affetto da un tumore cerebrale non operabile, ha ricevuto dalla propria ASL un diniego alla possibilità di accedere al suicidio medicalmente assistito. Il motivo è, secondo un’interpretazione eccessivamente restrittiva, l’assenza di “trattamenti di sostegno vitale”, uno dei requisiti necessari stabiliti dalla sentenza Cappato-Antoniani che ha depenalizzato la morte volontaria assistita.

Roberto è affetto dal 2006 da un glioma diffuso, una forma aggressiva di tumore cerebrale che negli ultimi anni ha comportato crisi epilettiche quotidiane, e nelle ultime settimane difficoltà motorie, continue cadute e un progressivo deterioramento cognitivo. Non ci sono terapie disponibili e la prognosi è infausta.

A ottobre 2024 ha presentato la domanda alla sua azienda sanitaria per la verifica dei requisiti richiesti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, visite mediche realizzate nelle settimane scorse dopo una diffida del collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. E ora, a oltre cinque mesi dalla richiesta, l’esito è stato un diniego: “manca il requisito del sostegno vitale”.

“Il tumore di cui è affetto Roberto è una vera e propria bomba a orologeria”, commenta l’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. “Potrebbe portarlo in qualunque momento a uno stato vegetativo, a perdere la vista o la possibilità di comunicare o alla morte. Lui vuole evitare tutto questo, vuole poter scegliere come e quando morire, senza rischiare di perdere all’improvviso la capacità di scegliere, la sua autonomia. Riteniamo che i medici avrebbero dovuto tenere conto della prognosi infausta che Roberto ha ricevuto e dell’impossibilità di attivazione di trattamenti di sostegno vitali, poiché non ce ne sono. Così anche l’impossibilità per Roberto di assumere farmaci che pure potrebbero essere considerati sostegni vitali poiché provano a contenere le crisi epilettiche ma che purtroppo determinano effetti collaterali che annullano i possibili benefici. La Corte costituzionale è stata chiamata, con l’ultima questione di legittimità costituzionale discussa lo scorso marzo, a pronunciarsi anche su questa diversa condizione di un malato oncologico. La sentenza che attendiamo dalla Corte potrebbe riconoscere come equivalente al trattamento di sostegno vitale la presenza di una prognosi infausta”.

La Consulta si pronuncerà a breve su un caso simile, quello di Elena Altamira, anche lei malata oncologica veneta, accompagnata in Svizzera da Marco Cappato, perché impossibilitata a ottenere il suicidio assistito in Italia nonostante l’irreversibilità della malattia e la previsione di vita molto breve. E anche lei con una prognosi infausta a breve termine.

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Ecco le relazioni che 66 ASL hanno inviato all’Associazione Luca Coscioni sulla salute in carcere


L’Associazione ha condotto una serie di accessi agli atti presso le aziende sanitarie per conoscere lo stato della salute nei penitenziari italiani: dalle relazioni è stata realizzata una mappa interattiva che raccoglie tutte le criticità evidenziate

Marco Perduca commenta: ” L’insufficiente attenzione alla salute fisica e mentale nei penitenziari italiani e le critiche condizioni igienico-sanitarie degli istituti impongono un provvedimento deflattivo straordinario. Il Parlamento approvi la legge Giachetti o un indulto!


All’inizio di agosto del 2024, L’Associazione Luca Coscioni ha diffidato le 102 Aziende sanitarie locali sotto la cui giurisdizione si trovano le 189 carceri per ricordare loro l’obbligo di legge di effettuare almeno due visite ispettive negli istituti di pena per accertare le condizioni igienico-sanitarie degli istituti e la qualità dei servizi socio-sanitari offerti. Malgrado vari solleciti, neanche la metà delle ASL ha ritenuto opportuno rispondere alla diffida, mentre in una decina di casi è stato comunicato che le visite sono state effettuate in data successiva alla diffida.

Per meglio comprendere quale sia l’effettiva attenzione istituzionale al rispetto del diritto alla salute in carcere, all’inizio di dicembre 2024 l’Associazione Luca Coscioni ha presentato 102 richieste di accesso agli atti per ottenere dalle ASL i testi delle relazioni compilati a seguito delle visite, le eventuali linee guida seguite per i sopralluoghi, la lista di istituzioni con cui sono stati condivisi i rilievi del monitoraggio e le eventuali risposte dell’amministrazione penitenziaria.

Ad aprile, solo 66 Asl avevano inviato copia delle relazioni senza specificare, nella maggior parte dei casi, né se la Regione abbia predisposto delle regole o suggerimenti per l’effettuazione delle visite né quali siano state le reazioni istituzionali.

Questa la mappa delle carceri italiane a cui corrispondono le relazioni delle ASL ottenute grazie a decine di accessi agli atti presentati nei mesi scorsi.


Nella stragrande maggioranza dei casi negli istituti di pena italiani non sono stati effettuati neanche interventi di ordinaria amministrazione, una negligenza che, già grave di per sé, si acuisce alla luce del recente pronunciamento della Corte dei Conti. Il 5 maggio, infatti, la magistratura contabile ha pubblicato la relazione Infrastrutture e digitalizzazione: Piano Carcere in cui critica lo stato di attuazione del decennale Piano Carceri evidenziando situazioni critiche di sovraffollamento in particolare in Lombardia, Puglia, Campania, Lazio, Veneto e Sicilia”.

Secondo il sito indipendente predisposto dal giornalista Marco Della Stella, che monitora quotidianamente le presenza in carcere a metà maggio 2025, in Italia c’erano 62.487 persone detenute, a fronte di una capienza regolamentare di 51.280 posti di cui 4488 però non disponibili portando pertanto il tasso di affollamento al 133,542%!

Quanto denunciato dalla Corte dei Conti conferma quanto emerso dai documenti delle ASL e evidenzia una volta di piàù la mancata realizzazione di numerosi interventi strutturali e l’urgenza di completare quelli di manutenzione straordinaria avviati, e finanziati, per migliorare le condizioni ambientali, igienico-sanitarie e di trattamento all’interno degli istituti.

A fronte di questa situazione, e considerati gli annunci del Governo di voler insistere con la gestione commissariale dell’edilizia carceraria, senza adoperarsi per affrontare neanche il diritto alla salute di migliaia di persone detenute (anche senza sentenza definitiva), L’Associazione Luca Coscioni si appella al Parlamento perché possa, almeno, adottare un indultino di un anno, come proposto dall’organizzazione Nessuno Tocchi Caino e dal Deputato Roberto Giachetti, per consentire tra le varie cose, anche la possibilità di rendere a norma di legge decine di carceri.

L’Associazione si riserva di proseguire con le sue azioni giudiziarie per mettere in mora le negligenze dell’Amministrazione penitenziaria e il mancato rispetto della raccomandazioni delle ASL da parte del Ministero della Giustizia.

Si ricorda che dall’autunno è possibile condividere in modo sicuro e anonimo critiche relative al diritto alla salute in carcere sul sito FreedomLeaks.

L'articolo Ecco le relazioni che 66 ASL hanno inviato all’Associazione Luca Coscioni sulla salute in carcere proviene da Associazione Luca Coscioni.



In ricordo di Walter De Benedetto e delle sue lotte, a partire da quella per la cannabis


Walter De Benedetto è morto a metà maggio del 2022 perché aveva deciso di smettere di curarsi dagli effetti dell’artrite reumatoide che lo aveva fortemente invalidato da molti anni. L’artrite reumatoide è una malattia rara che causa forti e costanti dolori, sofferenze che Walter cercava di lenire (anche) con la cannabis terapeutica fino a quando la Asl di Arezzo riusciva a fornirgliene la quantità necessaria, con quella coltivata nella sua serra da un amico, quando l’altra mancava.

Per questa sua coltivazione era stato incriminato, processato e assolto. Prima, durante e dopo il processo Walter si era assunto l’onere, più che l’onore, di trasformare la sua situazione personale in una vera e propria leadership politica. Malgrado le difficoltà quotidiane che doveva affrontare e il progressivo deterioramento delle sue condizioni, Walter aveva partecipato di persona a manifestazioni davanti alla Camera, arrivando da Arezzo a Roma in autoambulanza e resistendo per ore in piazza e nell’ufficio del Presidente Fico senza lamentarsi o perdere la pazienza.

La prima volta che Walter si era rivolto all’Associazione Luca Coscioni aveva cercato Marco Cappato per parlare del suo fine vita. Quel tema è stato via via soppiantato dalla volontà di partecipare alle azioni contro la violenza di uno Stato che piuttosto che fornire a lui, come a migliaia di persone che hanno la ricetta, la cannabis terapeutica, l’ha processato per aver coltivato la sua cura. Perché, come diceva sempre Walter, «il dolore non aspetta». Walter è stato un raro esempio di militanza di chi, colpito nella salute personale, riesce a trovare argomenti ed energie tali da trasformare le proprie sofferenze in una lotta per sé e altri come lui. Un esempio civico che ha fatto breccia nella politica ufficiale quanto nei media che in queste ore lo hanno ricordato per esser stato il volto della cannabis terapeutica negata.

Pare impossibile, ma in Italia il godimento del diritto alla salute resta esigibile con enormi difficoltà.

Non basta una legge, occorre battersi per pretenderne il pieno rispetto su tutto il territorio nazionale.

Nel 2019 Walter aveva scritto a Governo e Parlamento e l’estate scorsa di nuovo al Presidente della Repubblica per ricordare che la sua non era una vicenda isolata e che ancora oggi molte persone con una prescrizione medica non trovano la cannabis. L’unica figura istituzionale che gli ha risposto con la necessaria attenzione è stata la Ministra Dadone che opportunamente lo invitò alla Conferenza Nazionale sulle droghe del novembre 2021 a Genova.

La lotta di Walter fu di ispirazione tanto per la società civile quanto per quei politici più attenti alle misure necessarie perché la cannabis non sia trattata come il diavolo ma come una pianta medica – in quei giorni alla Camera si discuteva il disegno di legge Magi-Licatini che andava in quella direzione. Se da destra sono sempre arrivate, e continuano ad arrivare, leggi e politiche ferocemente restrittive contro la cannabis, e tutte le altre piante e molecole che possono avere impieghi terapeutici, da sinistra solo promesse, e tutti lì per lì. Come su altre questioni che riguardano la responsabilità individuale di poter effettuare scelti consapevoli sul proprio corpo, anche sulla cannabis è più probabile che saranno i tribunali a farci fare passi avanti e non le aule parlamentari

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L’appello del mondo della politica, della musica e della società civile sarda per Liberi Subito


Marco Cappato: “Ricorso del Governo contro la Toscana è una ragione in più per Todde e la sua maggioranza di passare dalle parole ai fatti”


Il musicista Paolo Fresu, la cantante Claudia Aru, l’ex senatore Luigi Manconi, la cantante e attrice Rossella Faa e le artiste Lucidosottile: sono alcune delle celebri personalità sarde appartenenti al mondo della cultura, della politica, dell’arte e della musica che hanno espresso il loro supporto a favore di “Liberi Subito”, la campagna di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni in tutte le Regioni per garantire tempi certi e procedure chiare per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, così come stabilito dalla sentenza sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.

“Il ricorso del Governo Meloni contro la legge Toscana non è motivo per fermarsi, ma è una ragione in più per insistere. In Sardegna, tutti i gruppi di maggioranza hanno firmato la nostra proposta di legge sul fine vita “Liberi Subito”, presentata pubblicamente a novembre dello scorso anno, ma da allora non ci sono stati passi avanti: la discussione non è mai iniziata. Chiediamo che la proposta sia finalmente calendarizzata. La stessa Presidente Todde recentemente ha dichiarato che “la legge è stata depositata e ora deve passare in commissione per essere discussa. Saremo probabilmente, tempi permettendo, la seconda regione d’Italia ad approvarla”. Anche il Presidente del Consiglio Regionale Comandini aveva dichiarato ‘La Sardegna farà da apripista in Italia sulla legge per il fine vita, ai primi del 2025 sarà approvata’. È ora di passare dalle dichiarazioni ai fatti”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere Associazione Luca Coscioni.

Nei video messaggi rivolti al Consiglio Regionale reso noto dall’Associazione Luca Coscioni insieme alla Cellula Coscioni Sardegna, si chiede di velocizzare l’iter, da tempo bloccato in Sardegna.

Luigi Manconi, già senatore e sottosegretario di Stato alla Giustizia, sociologo e politologo sardo dichiara che “Il Consiglio regionale della Sardegna può legiferare sulla materia che riguarda davvero l’intera popolazione e che richiama temi fondamentali come il dolore, cioè la sofferenza fisica e la patologia, riguarda la condizione dei malati terminali, riguarda l’accanimento terapeutico e quel diritto essenziale della persona umana che è il diritto a una morte dignitosa. La Sardegna può fare così un passo avanti sulla via dell’affermazione dei diritti e delle garanzie della persona”.

Paolo Fresu, trombettista e compositore: “E’ importante che sia avviata al più presto una discussione in consiglio regionale per offrire ad ogni cittadino le stesse garanzie e gli stessi diritti affinché il riconoscimento della dignità personale non resti un diritto esistente solo sulla carta, ma diventi una realtà per l’intera comunità. Fatelo subito, si tratta di diritti, di uguaglianze e soprattutto di umanità”

Claudia Aru, cantante: “La proposta di legge per regolamentare la morte medicalmente assistita in Sardegna è bloccata. Questa mobilitazione nasce dalla volontà di ricordare alla nostra classe politica che non basta fare dichiarazioni o foto sui giornali, ci vogliono fatti, fatti concreti, perché chi soffre non può più aspettare”

Le Lucidosottile, artiste: “Piero, ma Piero! Dobbiamo velocizzare l’iter per la proposta liberi subito. Eh sì dai, sai cosa devi fare? In regione li devi prendere tutti così per un’ora e gli dici muovetevi, dai firmiamo! Dovevamo essere i primi adesso siamo gli ultimi dai su siamo tutti d’accordo sì dai chi ha rispetto non aspetti tempo. Liberi Subito!”

Rossella Fa, cantante e attrice: “Penso che ognuno di noi abbia il diritto di decidere come morire, soprattutto se capita di trovarsi in situazioni di grande sofferenza fisica o psicologica. Alla fine, anche se sembra un paradosso, il suicidio assistito è un atto di grande amore”.

La sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani, garantisce l’accesso all’aiuto alla morte volontaria, il cosiddetto “suicidio assistito” nel nostro Paese, individuando determinate condizioni per la persona malata che ne faccia richiesta che devono essere verificate dal SSN. Il Servizio Sanitario però non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate che hanno diritto di porre fine alla propria vita. Per questo motivo, nel rispetto delle competenze regionali, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna “Liberi Subito” con raccolta firme per proposte di legge regionali che garantiscano il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti.

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Sulle droghe abbiamo un piano


L’Associazione Luca Coscioni tra le organizzazioni della società civile che lanciano la Contro-Conferenza nazionale sulle droghe che si terrà a Roma il 7-8 novembre 2025 in contemporanea con quella governativa


Mentre il governo si appresta a mettere in scena la propria Conferenza Nazionale sulle Droghe, blindata e priva di confronto, la società civile reagisce: il 7 e 8 novembre si terrà a Roma una Contro-Conferenza nazionale autoconvocata, promossa dalla rete di realtà impegnate nella riforma delle politiche sulle droghe.

Con lo slogan “Sulle droghe abbiamo un piano. Fermiamo la guerra alla droga, contro il governo della paura garantiamo diritti civili e sociali”, l’iniziativa nasce in risposta a un contesto sempre più repressivo: dal decreto anti-rave al decreto Caivano, dalle modifiche al codice della strada fino al Decreto Sicurezza che restringe le libertà individuali e criminalizza anche la canapa industriale. Una deriva autoritaria che ignora evidenze scientifiche e strumenti fondamentali come la Riduzione del Danno, disconosciuta dal Sottosegretario con delega alle politiche sulle droghe Alfredo Mantovano.

A differenza della Conferenza del 2021 – aperta alla partecipazione della società civile e culminata con un innovativo Piano Nazionale ignorato dall’attuale esecutivo – il governo Meloni ha scelto l’esclusione della società civile esperta e delle persone che usano sostanze. Di fronte a questo, le organizzazioni promotrici non intendono restare in silenzio. La Contro-Conferenza sarà il culmine di un percorso fatto di iniziative diffuse sul territorio e di dialogo con i cittadini, le amministrazioni locali, i comitati di quartiere, il mondo giovanile, studentesco, sindacale e con tutte le forze politiche disponibili al confronto.

L’obiettivo è chiaro: costruire un’alternativa concreta alle politiche punitive, promuovendo la depenalizzazione e decriminalizzazione – anche in sede amministrativa – dell’uso di droghe, la regolazione legale della cannabis, l’attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza per la Riduzione del Danno e un nuovo paradigma fondato sulla salute, la giustizia di comunità e la tutela dei diritti umani.

La società civile per la riforma delle politiche sulle droghe chiama a raccolta tutte e tutti per costruire insieme un’altra narrazione e un altro modello di governo delle droghe, possibile, necessario e urgente.

Promotori: A Buon Diritto, ARCI, Antigone, Associazione Luca Coscioni, CGIL, CNCA, Comunità San Benedetto al Porto, Forum Droghe, Gruppo Abele, Itanpud, ITARDD, l’Altro Diritto, LILA, la Società della Ragione, l’Isola di Arran, Meglio Legale, Tutela Pazienti Cannabis. Per adesioni e info: www.conferenzadroghe.it

Sulle droghe abbiamo un Piano
Fermiamo la guerra alla droga, contro il governo della paura garantiamo diritti civili e sociali


Il 7 e 8 novembre è stata annunciata la Conferenza Nazionale governativa sulle Droghe. Il copione appare già scritto dalle norme repressive approvate da questo governo: dal decreto anti-rave, al decreto anti-giovani (cosiddetto Caivano) che ha riempito di minori le carceri, sino alle norme che trasformano il codice stradale in una legge che criminalizza ulteriormente i consumatori di droghe. Il Decreto Sicurezza che viola, infine, la Costituzione restringendo le libertà individuali e per pura ideologia assimila una sostanza senza effetti psicoattivi, come la cannabis light, alle sostanze psicotrope vietate.

In questo quadro vanno inserite le reiterate dichiarazioni del Sottosegretario Mantovano, con delega alle politiche sulle droghe, sulla presunta inefficacia della Riduzione del Danno (RdD). Il Governo ignora decenni di evidenze e di studi, che dimostrano i suoi chiari risultati in termini di tutela e promozione della salute, di inclusione sociale, di prevenzione delle patologie infettive e dell’overdose, migliorando la convivenza civile e riducendo stigma e pregiudizi. La Riduzione del Danno/Limitazione dei Rischi si dimostra sempre più come una prospettiva politica, culturale e operativa necessaria per affrontare i continui cambiamenti indotti dal mercato ed i mutamenti sociali negli stili di consumo delle droghe.

Nel solco di questa storia già scritta, il Governo ha escluso, nella preparazione alla Conferenza Nazionale, tutte le organizzazioni della società civile esperta e delle Persone che Usano Droghe (PUD). Una scelta che segna una sostanziale differenza con la precedente Conferenza Nazionale del 2021 che aprì il confronto a tutti, approvando documenti innovativi per le politiche sulle droghe ed elaborando il Piano Nazionale sulle Droghe, non a caso ignorato dal governo Meloni.

La rete delle organizzazioni della società civile per la riforma delle politiche sulle droghe non intende rimanere in silenzio. Critichiamo in modo radicale questa impostazione e costruiremo il percorso verso una Contro-conferenza autoconvocata con una serie di iniziative sul territorio. Condivideremo con tutte le persone e le organizzazioni interessate le nostre proposte per un reale governo delle droghe, documentandone l’efficacia. Proporremo la nostra strategia e le pratiche necessarie per porre fine alla guerra alle droghe e alle persone che le usano, alle discriminazioni sociali, al razzismo istituzionale e allo stigma, e promuovere politiche attive rispettose delle conoscenze, delle esperienze, dei diritti e della salute.

Lo faremo chiedendo il coinvolgimento delle realtà sociali, dei territori, del mondo giovanile e studentesco, del mondo sindacale e del lavoro, promuovendo un dialogo con tutte le forze politiche disponibili. Lo faremo proponendo un ruolo da protagoniste alle città aderenti alla Rete ELIDE e chiedendo alle regioni di attuare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) della RdD previsti dalle norme vigenti. Lo faremo con le reti europee della società civile e delle PUD e con tutti coloro che vorranno portare un contributo a questo percorso.

Il disastro del modello della guerra alla droga, in termini di inefficacia nel raggiungere qualsiasi obbiettivo di riduzione di domanda e offerta di droghe e al tempo stesso di danni collaterali generati, è ormai un’evidenza anche nei documenti ufficiali internazionali. È ineludibile un cambio di rotta radicale nelle politiche sulle droghe: l’asse va spostato dalla repressione e dal penale verso una strategia di governo sociale del fenomeno attraverso una completa e reale depenalizzazione e decriminalizzazione dell’uso di droghe e la regolazione legale della cannabis.

Abbiamo elaborato nel tempo proposte di legge basate su questi principi che intendiamo riproporre nel dibattito istituzionale, e abbiamo indicato – in più occasioni – una serie di misure intermedie per l’attuazione dei LEA RdD, per il cambio di paradigma del sistema pubblico nell’ottica della tutela della salute, per la limitazione del ricorso al carcere per le PUD potenziando le misure alternative alla detenzione territoriali e con una particolare attenzione alle madri recluse, in una logica di giustizia di comunità.

Governare le droghe è possibile. Unisciti a noi, aderisci all’appello e costruisci insieme alla società civile per la riforma un percorso diffuso nel paese per fermare la guerra alla droga e garantire i diritti civili e sociali. Incontriamoci tutte e tutti a Roma il 7 e 8 novembre 2025 per un grande momento collettivo di scambio, confronto e proposta.

Le organizzazioni della società civile possono aderire su www.conferenzadroghe.it


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Pur di bloccare i diritti, il Governo ricorre contro l’autonomia regionale


Filomena Gallo e Marco Cappato commentano la scelta del governo di impugnare la proposta di legge Liberi Subito, approvata in Toscana


“Ricorrendo contro la nostra legge di iniziativa popolare Liberi Subito, approvata dal consiglio regionale della Toscana, il Governo prosegue nel disperato tentativo di impedire qualsiasi normativa – nazionale o regionale – che dia garanzie e diritti sulle scelte di fine vita.

Per fare questo, il Governo dell’autonomia differenziata fa ricorso per impedire l’esercizio dell’autonomia esistente. Ricordiamo però che il diritto all’aiuto al suicidio è stato affermato dalle sentenze 242 del 2019 e 135 del 2024, che hanno valore di legge. La nostra legge regionale serve solo a garantire modalità e tempi certi alle persone che chiedono la verifica al Servizio sanitario nazionale dei requisiti stabiliti dalla Corte e per evitare attese di mesi o anni – come quelle imposte a Federico Carboni, Laura Santi, Martina Oppelli, Fabio Ridolfi, ‘Gloria’”, hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

Intanto, di fronte all’inerzia del Parlamento, è atteso un nuovo intervento della Corte costituzionale, il quinto in sette anni, sul tema del fine vita, sui casi di Elena e Romano, accompagnati in Svizzera con un’azione di disobbedienza civile per poter ricorrere al suicidio assistito.

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Matteo Mainardi partecipa al convegno “Dignità della persona, fine vita e cure palliative” a Ferrara
12 maggio 2025 – ore 17:30 – Sala Conferenze “Uni Cantemir”, via Contrari 5, Ferrara

Il 12 maggio 2025, alle ore 17:30, si terrà presso la Sala Conferenze della nuova realtà universitaria “Uni Cantemir” Italia (via Contrari 5, Ferrara), il convegno “Dignità della persona, fine vita e cure palliative”.


Tra i relatori ci sarà Matteo Mainardi, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni, che interverrà come coordinatore delle campagne sul fine vita.

Il programma dell’incontro prevede:

  • Saluti istituzionali: Prof. Paolo Frignani (Rettore Università Cantemir Italia)
  • Introduzione: Guglielmo Bernabei (Presidente di Ferrara Popolare Europea e docente di diritto sanitario presso Unife)
  • Testimonianza: Roberta Meneghetti

Ne discutono:

  • Matteo Mainardi, Consigliere Generale Associazione Luca Coscioni
  • Domenico Menorello, Vicepresidente Movimento per la Vita Italiano e coordinatore del network “Ditelo sui tetti”
  • Loretta Gulmini, Direttrice Rete Locale Cure Palliative – ASL Ferrara – Hospice Codigoro (Fe)

Modera: Federico Di Bisceglie (Giornalista, Resto del Carlino – Ferrara e Formiche.net)

L’incontro è aperto al pubblico e offrirà ampio spazio al dibattito e agli interventi del pubblico.

Per informazioni: ferrarapopolareeuropea@gmail.com

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Lista Referendum e Democrazia ha ricondiviso questo.


La questione dei test antidroga (e antifarmaci), con la circolare che smentisce la legge, produce un casino interpretativo sempre più incomprensibile e tanto lavoro per avvocati. Come è inevitabile quando si fanno leggi a fini di propaganda senza fare i conti con la realtà.


E’ attivo il più grande questionario psichedelico mai tentato


L’Associazione Luca Coscioni condivide il Global Psychedelic Survey 2025 della Michigan University, un questionario che mira a valutare il consumo globale delle molecole psichedeliche.

Il sondggio è aperto a chiunque, occorre aver compiuto 21 anni e aver consumato almeno una sostanza psichedelica. A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, funghi contenenti psilocibina, LSD, MDMA, ketamina, ayahuasca e protossido di azoto. Partecipare al sondaggio richiede dai 30 ai 40 minuti, la partecipazione è anonima e volontaria.

Qui le domande


Per un approfondimento consigliamo l’ascolto del 152° episodio di Illuminismo Psichedelico in cui Federico Di Vita ne ha parlato con Matteo Buonarroti, medico e psichiatra in formazione, vicepresidente di Simepsi, Società Italiana della Medicina Psichedelica.

La mia lotta per sbloccare l’utilizzo di cannabis e sostanze psichedeliche nella ricerca medica

La dottoressa Sue Sisley si batte per studiare la cannabis e i funghi allucinogeni contro il dolore, la dipendenza e il disturbo da stress post-traumatico.


Traduzione di Peppe Brescia del pezzo pubblicato da Nature il 28 aprile 2025

Fin dai primi anni della sua carriera, la dottoressa Sue Sisley si è dedicata con passione alla cura dei veterani militari statunitensi. All’epoca, molte delle persone che curava si automedicavano con la cannabis del mercato nero perché, a differenza dei farmaci da prescrizione, essa alleviava gli incubi e altri sintomi del disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Qualche boccata li aiutava ad addormentarsi.

“Inizialmente li scoraggiavo e, al pensiero, alzavo gli occhi al cielo”, racconta Sisley, la cui formazione le aveva insegnato a considerare come medicinali solo i farmaci approvati. “Non provavo alcuna empatia per le loro affermazioni e pensavo che fossero persone intente a ottenere droga”.

Ma col tempo, Sisley si rese conto di come l’inefficacia dei trattamenti per la salute mentale potesse alimentare la disperazione. Attualmente, in media, 17 veterani statunitensi muoiono per suicidio ogni giorno. I consumatori di cannabis tra i pazienti di Sisley erano spesso quelli che mantenevano la volontà di vivere.

“Mi ha fatto capire che ero stata ingannata dal governo e dai nostri programmi di formazione, nel credere che la cannabis fosse pericolosa”, dice. “Non sono stata formata riguardo alcun beneficio medico”.

I primi insegnamenti ricevuti dai suoi pazienti hanno influenzato Sisley. Nei due decenni successivi, ha sfidato le agenzie federali statunitensi, si è destreggiata in un labirinto legale e normativo e, con creatività, ha ottenuto finanziamenti per studiare e sviluppare trattamenti a base di cannabis e sostanze psichedeliche, che il governo statunitense aveva bloccato per decenni.

Nasce un medico-ricercatore


Dopo l’approvazione del Controlled Substances Act del 1970 da parte del Congresso degli Stati Uniti, la cannabis fu resa illegale e classificata come droga di Tabella I, definita come priva di qualsiasi uso medico riconosciuto. Questo poneva la marijuana nella stessa categoria dell’eroina e della maggior parte delle droghe psichedeliche: il possesso o l’uso di cannabis, nonché la coltivazione senza una licenza di ricerca di Tabella I, potevano comportare il carcere.

A metà degli anni ’90, diversi stati americani hanno iniziato a sfidare la legge federale, consentendo agli adulti di acquistare cannabis per scopi terapeutici. Nel 2008, quando la cannabis a fine terapeutico era ancora vietata in Arizona, Sisley fu uno dei pochi medici a parlare pubblicamente della sua legalizzazione. La sua attività di advocacy attirò l’attenzione di Rick Doblin, che si adoperò affinché alcune droghe psichedeliche e la cannabis venissero rimosse dalla Tabella I, in modo da poterle studiare e trarne i benefici terapeutici.

Doblin ha fondato un ente no-profit statunitense, la Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies (MAPS), per raccogliere fondi da donatori privati ​​per le sperimentazioni cliniche. Ha contattato Sisley per guidare uno studio sulla cannabis.

Sebbene non avesse esperienza nella ricerca, Sisley era professoressa associata di psichiatria e vicedirettrice di telemedicina presso la Facoltà di Medicina dell’Università dell’Arizona a Phoenix, e Doblin ne intuì il potenziale. “Ciò che mi ha davvero colpito è che Sue guarda dove la scienza è bloccata dalla politica, ed è disposta a battersi per ciò che ritiene giusto”, afferma.

Nel 2014, Sisley e MAPS hanno ricevuto quasi 2,2 milioni di dollari dallo Stato del Colorado. Con l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) statunitense, sarebbero stati pronti a condurre il primo studio clinico randomizzato e controllato al mondo sulla cannabis fumata come trattamento per il PTSD nei veterani.

Ma poi l’Università dell’Arizona si è rifiutata di rinnovare il contratto di Sisley. Nonostante Sisley affermi che l’università abbia semplicemente dichiarato che i suoi servizi non erano più necessari, ritiene che ci siano state pressioni politiche.

“Sebbene si trattasse di una ricerca legittima, e gli elettori dell’Arizona avessero approvato l’uso medico della marijuana nel 2010”, afferma Sisley, “credo che alcuni legislatori non volessero che la ricerca sulla cannabis trovasse posto all’università”.

Alla fine, però, la risoluzione del suo contratto “si è rivelata un enorme dono”, dice. Ha scoperto di non aver bisogno di un’università o di un ospedale per guidare la ricerca. Anzi, ora pensa che la burocrazia possa averla rallentata. Nei due anni successivi, Sisley ha co-fondato lo Scottsdale Research Institute, ha acquistato un edificio a Phoenix, in Arizona, e ha costruito un laboratorio per iniziare il suo studio.

Nel 2016, mentre si preparava ad arruolare i partecipanti, la cannabis per lo studio venne consegnata. All’epoca, l’Università del Mississippi a Oxford era l’unico fornitore di cannabis approvato dal governo statunitense per la ricerca umana. Ma quando Sisley aprì la scatola, rimase inorridita. La cannabis era ammuffita, polverizzata e disseminata di rametti. Non aveva niente a che vedere con le cime vendute nei dispensari, e alcuni partecipanti avevano difficoltà a inalarla perché irritava la gola.

Il team di Sisley ha scoperto che i partecipanti che avevano consumato cannabis mostravano un miglioramento rispetto al gruppo placebo, ma non abbastanza da dimostrare una significatività dal punto di vista statistico. La ricercatrice pensava che se i partecipanti avessero avuto accesso alla cannabis disponibile nei dispensari, avrebbero potuto tollerarla meglio e trarne maggiori benefici.

Per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli ostacoli alla ricerca sulla cannabis, Sisley ha partecipato a un tour di conferenze (insieme a Dodger, il suo cane guida). Nel 2019, alla conferenza South by Southwest su musica, cinema, cultura e tecnologia ad Austin, in Texas, ha descritto quella che, all’epoca, era una battaglia decennale per completare la sua sperimentazione clinica, sottolineando un’operazione della Drug Enforcement Administration (DEA) statunitense che avrebbe potuto aiutarla. Nel 2016, l’agenzia aveva annunciato l’impegno ad ampliare la fornitura di cannabis al governo, quindi Sisley ha presentato domanda per una licenza di Tabella I per coltivare cannabis per una sperimentazione di fase IIb. Ma, dopo due anni e mezzo, la DEA non aveva ancora esaminato la sua domanda.

Fare causa al Governo per la scienza


Matthew Zorn, un avvocato di Houston, in Texas, ha partecipato alla conferenza di Sisley. Si era interessato alla cannabis come antidolorifico mentre si prendeva cura della sua compagna, successivamente morta di tumore alle ossa, ed era irritato dalla burocrazia che circondava la fornitura del farmaco per le sperimentazioni. “Tutto ciò che Sue cercava di fare era promuovere la ricerca. Ha fatto tutto secondo le regole”, afferma Zorn. Se la cannabis utilizzata in una sperimentazione “è spazzatura, ovviamente non si può dimostrare che qualcosa sia sicuro ed efficace, e quindi non sarà disponibile per i pazienti”.

Zorn reclutò il suo collega Shane Pennington, allora anch’egli residente a Houston, il quale aveva esperienza nel promuovere cause contro agenzie federali. Insieme, rappresentando Sisley pro bono, nel 2019 la aiutarono a fare causa alla DEA.

La causa ha spinto l’Ufficio di Consulenza Legale degli Stati Uniti a pubblicare un promemoria che spiegasse perché la DEA avesse trascurato la domanda di Sisley per la cannabis. Il governo degli Stati Uniti aveva ceduto il controllo della fornitura di cannabis per le sperimentazioni mediche all’Università del Mississippi, quando, in base ai termini di un trattato internazionale, avrebbe dovuto garantire che un’unica agenzia governativa possedesse e distribuisse la fornitura.

Con la pubblicazione del promemoria, “si resero conto che dovevano fare qualcosa”, afferma Anthony Coulson, ex agente speciale assistente responsabile dell’ufficio distrettuale della DEA a Tucson, in Arizona. “La causa di Sisley costrinse la DEA a presentarsi al tavolo delle trattative”.

Due mesi dopo la presentazione della causa, la DEA ha iniziato a esaminare la domanda di Sisley e di decine di altri scienziati statunitensi, consentendo loro di coltivare cannabis di grado medico per studi di ricerca. Questo è stato fondamentale, perché la cannabis utilizzata negli studi di fase III deve corrispondere a quella disponibile sul mercato per i pazienti, mentre la fornitura di cannabis del governo non lo era.

“Grazie ai suoi anni di sacrifici, Sue ha gettato le basi per ogni singolo ricercatore nel campo della cannabis”, afferma Coulson.

Il caso di Sisley si è risolto nel 2020 e lei ritiene che lottare sia valsa la pena. “Ci sono così tante persone che soffrono e che potrebbero riavere indietro la propria vita e trarre beneficio da questa ricerca”.

In quel periodo, Sisley sentì parlare di persone che si auto-somministravano la psilocibina, un farmaco presente in alcuni funghi, per trattare disturbi come la cefalea a grappolo e la tendenza al suicidio. Iniziò a documentarsi sulla terapia con psilocibina e apprese che bastavano poche sedute per sopprimere i sintomi del PTSD per mesi o anni, sebbene i partecipanti dovessero incontrare dei terapeuti per prepararsi e imparare dalle loro esperienze psichedeliche. Al contrario, le persone in genere fumano cannabis quotidianamente per mantenerne gli effetti.

Dopo aver ottenuto la licenza per la cannabis di Classe I, Sisley ha rapidamente presentato domanda per coltivare funghi che producono psilocibina. La DEA l’ha approvata immediatamente e “sembrava fare il tifo per noi”, dice la studiosa.

Coulson ha una teoria sul perché l’agenzia – che non solo fa rispettare le leggi antidroga, ma ha anche come obiettivo fondamentale il miglioramento della salute pubblica – potrebbe ora essere dalla parte di Sisley. “Vogliono che abbia successo perché è spinta a far progredire la scienza da un più profondo altruismo, ossia quello di aiutare i pazienti”, afferma. “Una volta che la conosci, ti rendi conto che non nutre alcun secondo fine. Questa è la magia di Sue”. Da quando si è ritirato dalla DEA nel 2010, Coulson ha lavorato come consulente per Sisley mentre quest’ultima costruiva l’infrastruttura per i suoi studi.

Una ricerca per studiare le medicine naturali


Negli attuali studi clinici sulla psilocibina, i partecipanti ricevono una versione sintetica del farmaco che offre un dosaggio preciso, cosa gradita sia alla FDA sia alle aziende farmaceutiche.

Ma Sisley è ansiosa di cambiare le cose. Vuole studiare i funghi interi per verificare se le diverse sostanze chimiche in essi contenute apportino benefici per la salute. Vede anche il potenziale per sviluppare trattamenti più accessibili, perché i funghi possono essere coltivati ​​a basso costo.

Ora, Sisley è impegnata a guidare il primo studio al mondo approvato dalla FDA sui funghi interi contenenti psilocibina. Ma ancora una volta, ha dovuto superare diversi ostacoli.

Per prima cosa, ha dovuto capire come consegnare i funghi in modo da rispettare gli standard di dosaggio della FDA. Ma non esisteva un protocollo pubblicato per questo.

Nicole Nichols, direttrice esecutiva dello Scottsdale Research Institute, coltiva funghi commestibili e si è offerta volontaria per sviluppare un protocollo del genere. Inizialmente, lei e Sisley hanno provato a somministrare i funghi in un tè caldo, ma i risultati sono stati incostanti. Poi hanno provato a usare le pillole, ma si sono rese conto che sarebbero state necessarie 18 capsule per somministrare la dose necessaria.

Alla fine, hanno sperimentato con il cioccolato, che mascherava il sapore sgradevole dei funghi e fungeva da involucro protettivo che stabilizzava la psilocibina. Dopo aver costantemente rispettato i requisiti di dosaggio della FDA, hanno pubblicato il loro protocollo.

“Stiamo ricevendo richieste da parte di ricercatori di tutto il mondo che vogliono accedere a funghi legalizzati a livello federale e standardizzati”, dice Sisley.

Nel frattempo, dopo aver completato il trial sulla cannabis del 2019, nel 2021 Sisley e MAPS hanno ricevuto 13 milioni di dollari dallo Stato del Michigan per uno studio di fase IIb sulla cannabis per veterani affetti da PTSD e dolore cronico. Anche questo studio ha incontrato un ostacolo quando la FDA si è opposta a una parte del protocollo di Sisley che avrebbe permesso ai partecipanti di autodosarsi. Convinta che fosse il modo corretto di condurre lo studio, Sisley ha assunto degli avvocati. Lo scorso Dicembre, la FDA ha ceduto, permettendo allo studio di proseguire. Sisley prevede di arruolare i partecipanti entro quest’anno.

Non avere paura


“Se vuoi studiare sostanze che sono state criminalizzate dal nostro governo, non bisogna avere paura,” dice Sisley, che attribuisce il suo successo al pensiero creativo e alla costruzione di coalizioni strategiche.

Nel 2023, insieme a Kevin Payne, politico repubblicano e all’epoca membro della Camera dei Rappresentanti dello Stato dell’Arizona, Sisley ha redatto la proposta di legge HB2486 per destinare fondi statali alla ricerca sulla psilocibina proveniente da funghi interi.

Afferma che c’è stata una reazione negativa da parte di altri gruppi in competizione per i finanziamenti, poiché lo Stato si trovava in deficit di bilancio in quel periodo.

“Credevamo però che ci fosse abbastanza sostegno da parte del pubblico,” dice. “Abbiamo lottato fianco a fianco con veterani militari, vigili del fuoco, poliziotti in pensione e disabili, tutti desiderosi di accedere a questa ricerca.”

La proposta di legge è stata approvata e lo Stato ha assegnato a Sisley 2,75 milioni di dollari per uno studio clinico sui funghi mirato al trattamento del PTSD grave, del dolore e della tendenza suicida. L’inizio della ricerca è previsto entro la fine dell’anno.

In presenza di scienziati che non sono riusciti a ottenere finanziamenti dai National Institutes of Health degli Stati Uniti, o che si trovano con i fondi sospesi a causa dei blocchi imposti dall’amministrazione Trump, Sisley incoraggia questi ultimi a non aspettare, ma a cercare attivamente finanziamenti filantropici e a proporre leggi proprie.

“I parlamenti statali vogliono dimostrare di essere all’avanguardia in materia di scienza che potrebbe portare subito a nuove terapie,” dice. “Il problema è che i legislatori possono vedere gli scienziati come distaccati e arroganti. Questo è ciò che dobbiamo cambiare.”

Così, Sisley percorre i corridoi del Campidoglio dell’Arizona, costruendo relazioni con i legislatori. Li informa sulla necessità di far progredire la scienza e creare un percorso verso l’approvazione da parte della FDA per le sostanze incluse nella Tabella I.

“Bisogna essere tanto attivista quanto scienziata,” dice, “perché altrimenti non si faranno progressi.”

E Sisley continua a portare avanti le sue istanze. A marzo, è tornata al South by Southwest per parlare dell’ibogaina, un composto psicoattivo derivato dall’arbusto di iboga (Tabernanthe iboga), che secondo lei potrebbe contribuire a mitigare la crisi degli oppioidi negli Stati Uniti.

Tra il 1999 e il 2022, quasi 727.000 persone negli Stati Uniti sono morte per overdose da oppioidi.

Quando il Suboxone — una combinazione di naloxone e buprenorfina — è stato introdotto nel mercato statunitense nel 2002, Sisley era entusiasta all’idea di avere qualcosa che potesse aiutare a controllare i sintomi dell’astinenza da oppioidi.

“Ma ho avuto pazienti che sono rimasti dipendenti dal Suboxone per oltre 20 anni, tentando disperatamente di smettere gradualmente,” dice.

È in questo contesto che, secondo Sisley, l’ibogaina potrebbe essere utile. Alcune persone hanno riferito di essere guarite dalla dipendenza da oppioidi dopo una sola sessione terapeutica con ibogaina. Ma si tratta di una sostanza inclusa nella Tabella I ed è quindi illegale negli Stati Uniti.

Sisley intravede un’opportunità affinché gli studi sull’ibogaina vengano finanziati proprio dalle aziende farmaceutiche, dai distributori e dai rivenditori che hanno alimentato la crisi degli oppioidi. Gli accordi legali prevedono che queste aziende versino circa 57 miliardi di dollari agli stati americani nell’arco di 18 anni.

“Anche solo una piccola parte di questi fondi potrebbe davvero far progredire la ricerca,” afferma Sisley.

La passione che Sisley mette nella sua ricerca significa che continuerà a cercare soluzioni creative per aiutare chi ha avuto la vita segnata da PTSD, dolore e dipendenza.

“Non voglio mai smettere di vedere pazienti,” dice. “Mi insegnano tantissime cose.”

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A Belluno un evento su cannabis terapeutica e ludica con Matteo Mainardi
8 maggio 2025 – ore 17:45 – Sala Bianchi, Belluno

L’8 maggio 2025, alle ore 17:45, si terrà presso la Sala Bianchi di Belluno, in Viale Giuseppe Fantuzzi, l’incontro pubblico “Cannabis terapeutica e ludica: aspetti medici e giuridici”, organizzato con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Belluno e del Comune di Belluno.


Tra i relatori, sarà presente anche Matteo Mainardi, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni, da sempre impegnato nelle battaglie per la legalizzazione e l’accesso alla cannabis terapeutica.

Interverranno inoltre:

  • Dott. Francesco Crestani (specialista in anestesia e rianimazione)
  • Dott.ssa Roberta Gallego (magistrato)
    Introduce: Dott. Gerhard Kuehl (Cellula Coscioni Belluno-Dolomiti)

L’ingresso è libero.

Con il contributo di: Osteria Al Ponte e CanapAlpino.

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“18 anni per i diritti” – La Cellula Coscioni Lecco festeggia 18 anni di attivismo
9 maggio 2025 – dalle ore 19:30 – La Loco, Osnago (LC)

La Cellula Coscioni di Lecco invita tutte e tutti a partecipare a “18 anni per i diritti”, una serata di incontro e confronto per celebrare 18 anni di battaglie per la libertà e l’autodeterminazione, e per porre le basi degli impegni futuri.

L’iniziativa si terrà venerdì 9 maggio 2025, a partire dalle ore 19:30, presso La Loco di Osnago, in via Trieste 23.
Alle 20:00 inizieranno gli interventi, seguiti da un aperitivo conviviale.


L’evento è aperto a tutte e tutti. Prenotazione consigliata al numero 328-6449497.

Tra le partecipanti anche Alice Spaccini, membro della Giunta di Associazione Luca Coscioni APS

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Chiara Lalli partecipa a “MaternitHub – La festa delle mamme” alla Casa Internazionale delle Donne
11 maggio 2025 – dalle ore 16:00 – Casa Internazionale delle Donne, Roma

L’11 maggio 2025, a partire dalle ore 16:00, presso la Casa Internazionale delle Donne in via della Lungara 19, Roma, si terrà MaternitHub – cultura, networking e tempo per noi, un evento gratuito e aperto al pubblico, dedicato alla maternità nelle sue diverse forme e significati.


Tra le protagoniste del talk “Parto male. Maternità reale, possibile, desiderata” ci sarà anche Chiara Lalli, Consigliera Generale dell’Associazione Luca Coscioni, insieme a Greta Mauro, Giulia Minoli ed Eva Miella.

Il programma dell’evento, pensato per le mamme e i bambini, include:

  • ore 16:00 – “Madre Santissima”, installazione immersiva a cura del Collettivo Amori Difficili
  • ore 16:30 – Yoga in giardino con Antonella Marra
  • ore 16:30 – Laboratorio di produzione creativa per bambine e bambini (6-12 anni) con Giulia Arlen Livadiotti
  • ore 18:00 – Racconti d’opera “Il Barbiere di Siviglia”, laboratorio ludico-didattico a cura di Europa InCanto
  • ore 18:00 – Aperitivo a cura del Bistrot L’una e l’altra
  • ore 18:00 – Talk “Parto male. Maternità reale, possibile, desiderata”

Per prenotazioni: info@crisi-opportunita.org

L’evento è organizzato da Crisi come Opportunità, in collaborazione con Casa delle Donne, Europa InCanto, Collettivo Amori Difficili, Fandango, Zalib e altri partner culturali.

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Dopo 5 mesi di attesa, “Donatella” si vede negare il suicidio medicalmente assistito nonostante rientri nei requisiti previsti dalla Consulta


“Donatella” (nome di fantasia a tutela della privacy) è una donna veneta di 76 anni, affetta da una patologia neurodegenerativa. A seguito delle continue sofferenze cui è sottoposta a causa della malattia, “Donatella” il 6 settembre 2024 ha chiesto alla sua azienda sanitaria di riferimento la verifica delle condizioni di cui alla sentenza “Cappato-Dj Fabo”, per poter accedere legalmente in Italia al suicidio medicalmente assistito. Solamente dopo una lettera di diffida dei legali della signora “Donatella” del febbraio scorso, l’azienda sanitaria ha inviato la relazione finale della commissione medica multidisciplinare che rileva che “Donatella” è capace di autodeterminarsi, affetta da patologia irreversibile che determina sofferenza intollerabile ma non è tenuta in vita da un trattamento di sostegno vitale.

“Ma ‘Donatella’ dipende totalmente dai propri caregiver per lo svolgimento di ogni sua funzione: senza la loro assistenza non potrebbe prendere i medicinali, alimentarsi e bere dell’acqua, ma sarebbe abbandonata a sé stessa e morirebbe tra atroci sofferenze”, commenta l’avvocata Filomena Gallo, legale di “Donatella”, con un ampio collegio di difesa composto anche dagli avvocati composto dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re e Alessia Cicatelli. “La stessa ASL è consapevole di questa sua totale dipendenza da terzi, lo evidenzia anche nella sua relazione finale. Ma nonostante questo, nega l’accesso al suicidio medicalmente assistito e disapplica quindi la sentenza 135/2024 della Corte costituzionale“.

La Corte, infatti, nella sentenza 135 del 2024, ha espressamente affermato che le “procedure che sono normalmente compiute da personale sanitario, e la cui esecuzione richiede certo particolari competenze oggetto di specifica formazione professionale, ma che potrebbero apprese da familiari o “caregivers” che si facciano carico dell’assistenza del paziente. Nella misura in cui tali procedure – quali, per riprendere alcuni degli esempi di cui si è discusso durante l’udienza pubblica, l’evacuazione manuale dell’intestino del paziente, l’inserimento di cateteri urinari o l’aspirazione del muco dalle vie bronchiali – si rivelino in concreto necessarie ad assicurare l’espletamento di funzioni vitali del paziente, al punto che la loro omissione o interruzione determinerebbe prevedibilmente la morte del paziente in un breve lasso di tempo, esse dovranno certamente essere considerate quali trattamenti di sostegno vitale, ai fini dell’applicazione dei principi statuiti dalla sentenza n. 242 del 2019 (p. 8 considerato in diritto set, 135/2024)”.

“Donatella” si è opposta a questo diniego tramite i suoi legali con anche una consulenza medica del dottor Mario Riccio, perché tale diniego si basa su di una interpretazione dei requisiti illegittima e contraria alle sentenze della Corte costituzionale in materia. Il giorno successivo all’invio della “opposizione con diffida”, il Direttore sanitario della ASL ha chiesto urgentemente una rivalutazione delle condizioni di “Donatella” al Presidente del Comitato etico e non alla Commissione medica. Si attende ora l’esito.

“Non solo la ASL disapplica una sentenza della Corte costituzionale, ma ha completato la procedura di verifica in tempi troppo lunghi – oltre 5 mesi – e solamente dopo una diffida dei legali di ‘Donatella’ ha trasmesso la sua relazione finale. Non è accettabile che persone che patiscono sofferenze intollerabili si vedano negare i diritti che la Corte costituzionale ha garantito. È proprio per evitare che vi siano tempi di risposta diversi, a seconda della singola ASL, che è necessaria una legge che preveda tempi e procedure certi. Chiediamo al Veneto di seguire l’esempio della Toscana e tornare a discutere della proposta di legge ‘Liberi Subito’ perché nessuna persona malata debba più aspettare tutti questi mesi per avere una risposta”, conclude Marco Cappato.

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Incontro pubblico sul fine vita a Vicenza


Diego Silvestri (ALC e Cellula Coscioni Vicenza-Padova) partecipa all’incontro pubblico “Fine Vita” a Vicenza
9 maggio 2025 – ore 20:30 – Centro Civico Turra, Vicenza / Online

Diego Silvestri, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni e membro della Cellula Coscioni Vicenza-Padova, parteciperà come relatore all’incontro pubblico “Fine Vita”.

L’appuntamento è per venerdì 9 maggio 2025 alle ore 20:30 presso il Centro Civico Turra, in via A. Turra 70, a Vicenza.


L’evento è patrocinato da enti locali ed è aperto alla cittadinanza, con la possibilità di partecipazione anche da remoto.Interverranno anche: Franco Figoli e Maria Luisa Trentin. È possibile seguire l’incontro online iscrivendosi a questo link.

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La Cellula Coscioni di Brescia organizza il convegno “DAT: disposizioni anticipate di trattamento”, con l’avv. Marzio Remus


La Cellula Coscioni di Brescia organizza il convegno “DAT: disposizioni anticipate di trattamento”
6 maggio 2025 – 15:00-17:00 – Via Zoom

La Cellula Coscioni di Brescia organizza, in collaborazione con la Camera Civile di Brescia, il convegno “DAT: disposizioni anticipate di trattamento – Analisi e Riflessioni”.

L’incontro si terrà il 6 maggio 2025 dalle 15:00 alle 17:00 in modalità online via Zoom.


Il convegno sarà un’opportunità di approfondimento sul tema delle disposizioni anticipate di trattamento, con interventi di esperti del settore. Tra i relatori:

  • Avv. Marzio Remus (coreferente Cellula Coscioni di Brescia)
  • Dott. Michele Posio (Giudice del Tribunale di Brescia)
  • Dott. Nicola Bortolotti (Medico anestesista)
  • Avv. Giulia Bolgiani (Camera Civile di Brescia)

L’incontro, che prevede l’assegnazione di 1 credito in Diritto Civile e 1 credito in Diritto Costituzionale, è aperto a tutti gli interessati. Le iscrizioni sono possibili tramite Sfera.

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La Cellula Coscioni di Torino partecipa al Forum interdisciplinare su psichedelia e sostanze psicoattive
07 maggio Aula Magna, Cavallerizza Reale, Torino

La Cellula Coscioni di Torino porterà i saluti istituzionali e sarà presente con un banchetto informativo durante l’intero Forum interdisciplinare dedicato a psichedelia e sostanze psicoattive. L’appuntamento è per il 7 maggio dalle ore 15.30, presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale di Torino.


Un’occasione per approfondire il tema degli psichedelici da prospettive scientifiche, letterarie, antropologiche e sociali, e per conoscere le attività dell’Associazione Luca Coscioni in questo ambito.

Il programma prevede interventi di studiose e studiosi provenienti da prestigiose università italiane ed europee. Tra i relatori:

  • Dott. Tommaso Barba (Imperial College London) – Psilocibina vs. antidepressivi classici nel trattamento della depressione
  • Dott. Tancredi Marrone (Masaryk University Brno) – Esoterismo Psichedelico: Molecole Spirituali
  • Prof.ssa Teresa Prudente (Università di Torino) – Sostanze psicoattive, allucinazione e testo letterario
  • Dott. Gabriele Marino (Università di Torino) – «Tutte le teste ti porti via»: stilemi della psichedelia musicale
  • Prof. Danilo De Gregorio (Università Vita-Salute San Raffaele) – Gli psichedelici in psichiatria: dalla circuiteria neuronale alla modulazione recettoriale
  • Dott. Fabrizio Serrao (Università di Milano-Bicocca) – Dalla psichedelia alla cyberdelia
  • Prof.ssa Lia Zola (Università di Torino) – Sciamanesimo e sostanze psicoattive: un connubio possibile?
  • Dott. Augusto Consoli (Società Italiana Tossicodipendenze) – Sostanze psicoattive, modalità ed economie del consumo (saluti istituzionali)

Il forum includerà anche una tavola rotonda con studenti e studentesse e un incontro con l’associazione Neutravel.

Tutti gli incontri si svolgeranno presso la Cavallerizza Reale, Aula Magna, in via Giuseppe Verdi 9, Torino.


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Laura Santi scrive ai sostenitori di Liberi Subito e dell’Associazione Luca Coscioni


Amici, in questi mesi non ci siamo sentiti ma io sto peggiorando sempre di più.

Sono stata capace di risolvere i miei problemi assistenziali, ho trovato persone che mi assistono validissime, rischiavo di perdere i fondi per l’assistenza e ne sono venuta a capo. Non è dunque questo il motivo della mia scelta.

Io ho bisogno di morire presto e il motivo della mia scelta è soltanto il corpo. Tutte le sere il corpo mi parla e mi dice che è ora.

Le giornate stanno diventando sempre più una tortura, sia per il caldo che comincia – e dovrei affrontare l’estate come l’anno scorso ma con dodici mesi in più di progressione clinica di malattia – sia i dolori (e ne stanno venendo di sempre nuovi), sia la paralisi progressiva, sia la fatica neurologica.

Le giornate si stanno svuotando di tutto a livello di minima attività e partecipazione sociale, sono sempre più un corpo inerte pieno di dolori e da gestire in modo sempre più complicato. Lo dico per me ripeto, non per chi mi assiste: anche ricevere sempre più mani addosso è un continuo strazio.

Ho quindi preso contatto con un’organizzazione che si occupa di fornire l’aiuto alla morte volontaria in Svizzera. Quello della Svizzera è diventato un orizzonte concreto e obbligato, perché la mia regione, l’Umbria, e la mia ASL, Perugia, non mi hanno dato mai risposta sulla modalità pratica per ottenere l’attuazione di quello che è un mio diritto riconosciuto su carta, e confermato dalle visite mediche che riconoscono la presenza delle condizioni previste dalla Corte costituzionale per accedere al diritto al suicidio medicalmente assistito qui in Italia.

Affrontare la Svizzera per me significa pianificare un viaggio di oltre 9 ore, che saranno anche di più nelle mie condizioni, quando devo essere movimentata ogni momento, quando ho necessità di gestione vescicale e intestinale continua, incontinenze continue, quando il tronco non resterebbe dritto su nessuna autovettura, nessun braccio che mi aiuta, solo dolore protratto per oltre nove ore. Per cosa poi? Per andare in un paese straniero con persone estranee e seguire una procedura che francamente non pensavo di dover subire, perché da novembre scorso io ho il diritto di morire qui.

Quello a cui l’inerzia di Regione Umbria mi espone è un calvario che si aggiunge a quello che già affronto ogni giorno con la malattia in progressione.

Spero di non doverlo fare. Continuerò fino all’ultimo momento utile, cioè fino al giorno prima di partire per la Svizzera, a battermi per ottenere il rispetto in Italia del diritto che mi è già stato riconosciuto sulla carta. Mi manca un tanto così: è da dicembre che attendo l’approvazione di un protocollo farmacologico terapeutico e le modalità per eseguire la mia volontà.

Conto sul vostro aiuto per ottenerlo, e spero che Regione Umbria ponga fine all’ostruzionismo in atto.

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“Disobbedire – Un dialogo tra Chiara Lalli e Mimmo Lucano”, al Salone Internazionale del libro di Torino


Chiara Lalli, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni, parteciperà come relatrice a Disobbedire – Un dialogo tra Chiara Lalli e Mimmo Lucano. Modera Vins Gallico.

L’appuntamento è per domenica 18 maggio alle ore 11.45, presso l’Arena Bookstock, all’interno del Salone Internazionale del libro di Torino, in Via Nizza 294, a Torino.


La disobbedienza civile ci serve per difendere i nostri diritti. Quando la giustizia e la legge confliggono, l’azione di singoli e gruppi ci richiama al dovere morale di opporsi a un potere illegittimo. Dal fine vita alla tragedia delle morti nel Mar Mediterraneo, passando per il dovere dell’accoglienza. Un dialogo fra Chiara Lalli, consigliera generale Associazione Luca Coscioni che rischia da 5 a 12 anni per aver aiutato Massimiliano a morire, e Mimmo Lucano, parlamentare europeo ed ex sindaco di Riace. Evento a cura di Salone del Libro in collaborazione con l’Associazione Luca Coscioni.

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Commento sull’accoglimento del TAR Emilia-Romagna dell’istanza di sospensiva della delibera sul Fine vita


A seguito della presentazione della proposta di legge regionale di iniziativa popolare, per avere tempi certi di risposta ai malati che, come previsto dalla sentenza Cappato, chiedono verifiche delle condizioni e delle modalità per accedere alla morte volontaria, in Emilia-Romagna hanno scelto di emanare invece una delibera.

Precisiamo che anche senza una legge regionale o una delibera come quella dell’Emilia-Romagna, che indichi chi ha l’obbligo di fare cosa all’interno della sanità regionale e i tempi di risposta ai malati che chiedono la verifica delle condizioni affinché non sia punito l’aiuto al suicidio, la sentenza Cappato della Corte costituzionale va applicata, lo prevede la Carta costituzionale. Non occorre alcun provvedimento applicativo. Questi atti mirano a fornire rispetto della scelta del malato che non può attendere dai 6 mesi ai 2 anni per sapere se potrà porre fine alla sue sofferenze. Inoltre, evitano contenziosi con le aziende sanitarie ed evitano spese legali per le Regioni.

Chiedere e ottenere la sospensiva della delibera in vigore non significa bloccare la sentenza 242/19, non è possibile infatti disattendere il dettato costituzionale. Si ha solo l’effetto di eliminare l’adempimento di quei tempi certi per il servizio sanitario regionale che la delibera tentava di introdurre nella Regione Emilia-Romagna, per garantire il rispetto delle volontà delle persone che si trovano in condizioni di sofferenza e vogliono accedere alla morte assistita. In ogni caso, dove ci saranno ritardi nelle risposte ai malati ritorneremo nei tribunali a difesa delle persone. Nel contempo chiediamo, come già avvenuto in Regione Toscana,che sia discussa e approvata la proposta di legge regionale di iniziativa popolare promossa dall’associazione Luca Coscioni che ha visto 7300 sottoscrizioni e che aveva anche ricevuto parere positivo della commissione Statuto.

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Dichiarazione di Filomena Gallo sul destino degli embrioni e richieste al Ministro della Salute


“Apprendo che la ministra Roccella ha a cuore il destino degli embrioni che sono abbandonati o che non sono idonei per una gravidanza. Sono anni che chiediamo di conoscere come saranno utilizzati i circa 3700 embrioni prodotti prima del 2004, che in base al Decreto Sirchia risultano abbandonati. Questi embrioni non potranno essere utilizzati per l’eterologa totale (quindi donazione per il trasferimento in utero), perché le norme che governano la tracciabilità e sicurezza sono successive alla produzione di quegli embrioni. D’altra parte non possono essere adottati perché solo i bambini in stato di abbandono, per legge, possono essere adottati non delle cellule: le cellule, nelle normative italiane e europee, sono equiparate ai tessuti e, se idonee, si donano, ma non possono avere personalità giuridica. Attribuire personalità giuridica alle cellule, cambiando il codice civile (art. 1) che subordina tale capacità all’evento nascita, significherebbe bloccare i trapianti, le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), e le Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG).

Inoltre, dall’ultima Relazione al Parlamento sull’applicazione della legge 40 del 2004, e relativa all’anno 2022, è emerso che sono state oltre 7.000 le diagnosi genetiche preimpianto effettuate in Italia e da cui sono nati 1.713 bambini. In questi ultimi 21 anni di legge 40 c’è un numero di embrioni non idonei per una gravidanza che non conosciamo, anche per loro occorre decidere a cosa destinarli. I ricercatori nel resto del mondo utilizzano questi embrioni per la ricerca di cure a malattie oggi incurabili, in alcuni casi sono già in fase clinica, dare speranza alle speranze di tanti malati rispettando il loro diritto alla cura dovrebbe essere un impegno delle nostre istituzioni.

Con una lettera inviata al Ministro della Salute Schillaci nei giorni scorsi abbiamo chiesto che sia emanato un nuovo Decreto per la raccolta dati del Registro Nazionale PMA, affinché vi sia un censimento degli embrioni non idonei per una gravidanza e vengano forniti dati aggiornati e disaggregati per ogni ciclo di PMA, utili sia per chi accede alle tecniche e sia per la comunità scientifica. Inoltre abbiamo chiesto con l’Associazione Luca Coscioni che nei nuovi LEA sia inserita la diagnosi preimpianto e sia erogata a carico del SSN, perché sono poche le Regioni, che si fanno carico di questa prestazione con conseguente grave disparità, a livello nazionale, dell’accesso a questa indagine diagnostica prevista per legge e lecita per chi ne ha bisogno”.

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A Nichelino (TO) un evento sulle DAT con la Cellula Coscioni Torino


Il diritto di scegliere: testamento biologico e fine vita


La Cellula Coscioni di Torino, in collaborazione con AVS e alcune realtà locali, organizza un incontro aperto alla cittadinanza per approfondire il significato delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) e il loro valore come atto di consapevolezza e dignità.

L’appuntamento è per Lunedì 5 maggio alle ore 20.45, Sala Mattei, presso il Municipio di Nichelino (Piazza di Vittorio 1), (TO).


Intervengono:

  • Davide Di Mauro, Cellula Coscioni Torino
  • Tullia Penna, Università di Torino
  • Valentina Cera, Consigliera regionale AVS
    Introduce: Alessandro Azzolina, Assessore Pari Opportunità Nichelino

Organizzato dalla Cellula Coscioni Torino in collaborazione con AVS e realtà locali.

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All’università di Firenze Claudia Moretti interviene come relatrice al Seminario “Fine vita e diritto: attualità e prospettive”


Martedì 27 maggio 2025 – ore 15.00 – Aula D15/005, Università degli studi Studi di Firenze, Via Silvano Tosi 1

Il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze, il Dottorato in Scienze Giuridiche, l’Ordine degli avvocati di Firenze, il Cogis e la Fondazione per la formazione forense dell’università di Firenze, organizzano un seminario dedicato al tema del fine vita e del diritto all’autodeterminazione.

Interverrà tra gli altri Claudia Moretti, membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice delle campagne Coscioni sugli psichedelici – che porterà una testimonianza attiva sul legame tra autodeterminazione, scienza e libertà terapeutica. La locandina completa dell’evento è disponibile a questo link.

L’appuntamento è per martedì 27 maggio 2025, ore 15.00 – 19.00 presso l’Aula D15/005, Università degli studi Studi di Firenze, in Via Silvano Tosi 1, a Firenze, e online. per informazioni e modalità di partecipazione segreteria.corsiperfezionamento@dsg.unifi.it


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L’amministrazione Trump non rinnega gli impegni psichedelici


Testo preparato con Peppe Brescia


Una delle ultimepuntate del podcast Shawn Ryan Show, ex componente delle forze speciali della marina militare americana e collaboratore della CIA, ha visto la partecipazione diDoug Collins, neo Segretario del Dipartimento per gli Affari dei Veterani (VA) dalle posizioni ultra-conservatrici.

Collins, avvocato e veterano dell’aeronautica militare, ha già ricoperto ruoli politici, prima come nello Stato della Georgia, poi come membro del Congresso. La conversazione tra i due è stata incentrata sull’impiego terapeutico delle sostanze psichedeliche, tema che sta guadagnando spazio e attenzione crescenti all’interno dell’agenda politica nazionale anche dopo l’elezione di Trump.

L’intervista ha offerto lo spunto per presentare una breve rassegna degli studi clinici in corso a opera del Dipartimento degli Affari dei Veterani sull’impiego di sostanze come la psilocibina e l’MDMA nell’ambito del trattamento di patologie tra cui in particolare il disturbo da stress post-traumatico e la depressione, o eventi traumatici, come nel caso delle lesioni cerebrali.

Il segretario Collins ha esposto la sua posizione in maniera inequivocabile: “Il trattamento sta funzionando, stiamo assistendo a un cambiamento radicale.” Rifacendosi alla sua esperienza da membro del Congresso, Collins ha ricordato di come, durante il suo mandato, oltre della metà delle richieste di sostegno sanitario erano state formulate proprio dal VA – concordando con Ryan sul fatto che in passato il Dipartimento si sia spesso fatto trovare impreparato di fronte a problematiche denunciate dai militari: “stiamo parlando di migliaia di telefonate all’anno ricevute in Senato o alla Camera per sollecitare un’organizzazione che dovrebbe essere già preparata per queste evenienze”.

Collins ha illustrato la possibilità che il Governo possa fornire delle agevolazioni per assicurare la copertura economica delle terapie a base di molecole psichedeliche, nello specifico si tratterebbe dell’erogazione di voucher per consentire ai veterani di accedere alle terapie tramite la mediazione di organizzazioni no-profit con costi coperti dal VA. L’aspetto più interessante delle dichiarazioni di Collins ha riguardato un altro particolare: stando a quanto rivelato dal segretario del VA, è in corso una proficua interlocuzione con Robert F. Kennedy Jr., attuale Segretario della Salute e dei Servizi Umani. L’intenzione sarebbe quella di coinvolgere, in un secondo momento, anche l’intero Dipartimento della Difesa.

L’incontro con Robert F. Kennedy Jr., definito “illuminante” nel corso dell’intervista con Ryan, avrebbe avuto come oggetto proprio i trattamenti assistiti da psichedelici, nonché gli ostacoli legislativi e i possibili ambiti d’intervento del Dipartimento della Salute e delle agenzie da esso controllate, come nel caso della Food and Drug Administration, in un’ottica di riforma della legislazione sugli psichedelici.

Kennedy Jr., che in un primo momento avrebbe mostrato un atteggiamento diffidente in ragione del suo passato didipendenza da eroina, si sarebbe successivamente convinto delle potenzialità curative delle molecole psichedeliche a seguito di un’esperienza personale che ha visto coinvolto il figlio.

Tra le opzioni discusse tra Kennedy Jr. e Collins ci sarebbe la possibilità di ricorso alle norme definite come “Right to Try” che istituiscono percorsi sanitari destinati ai pazienti cui è stata diagnosticata una condizione patologica letale, eventualità per la quale viene consentito l’accesso a trattamenti sperimentali. Un’ipotesi che potrebbe aprirsi ora anche per i veterani.

Nella puntata del podcast di Ryan è stato inoltre affrontato l’argomento delle opzioni sanitarie per le quali il Congresso ha imposto veti all’utilizzo di sostanze psicoattive da parte del VA. Collins ha citato in primo luogo la Cannabis come esempio di terapia alternativa che, nonostante i buoni risultati finora ottenuti, non è ancora stata resa disponibile.

Il nodo più duro da sciogliere resta quello culturale. “Il vero ostacolo? Il cambiamento di mentalità”, ha chiosato Collins, il quale ha ribadito il suo impegno a raccogliere dati, portare la questione all’attenzione del Congresso e richiedere fondi e risorse qualora ciò si rendesse necessario.

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PMA per tutte: a Roma un talk con Francesca Re sul femtech e i diritti delle donne


Francesca Re partecipa a Tech4Fem Advance con un talk sulla PMA per tutte
07 Maggio 2025 – 14.30

A maggio si terrà Tech4Fem Advance, una giornata interamente dedicata all’innovazione nel campo del FemTeche alla promozione della salute delle donne.

L’appuntamento è per mercoledì 7 maggio alla Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma, presso Piazzale della Stazione Tiburtina.


Alle ore 14.30 è previsto il talk:“PMA per tutte” con l’avv. Francesca Re, Consigliera Generale Associazione Luca Coscioni APS.

L’art. 5 della legge 40/2004 vieta l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle persone singole e alle coppie dello stesso sesso.
Questo divieto è ingiusto, discriminatorio e contrario ai principi costituzionali.
Il FemTech aiuta le donne a prendersi cura della loro salute riproduttiva, così come della maternità e della genitorialità.
Come si unisce il FemTech alla difesa dei diritti delle donne?


L’evento è patrocinato da Roma Capitale – Assessorato alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità, da Fondazione Onda ETS, e promosso con il supporto di Pazzi Fuori, Ensemble e Sanidays.

Per partecipare è possibile registrarsi tramite il sito:
👉 www.tech4fem.it

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Bisogna ricordare che alle elezioni amministrative liste e candidature possono essere sottoscritte con firma digitale


In occasione degli ultimi giorni di raccolta firme per le candidature e la presentazione delle liste per le elezioni amministrative di decine di comuni, l’Associazione Luca Coscioni, che insieme a Eumans e Referendum e Democrazia aveva patrocinato il ricorso di Carlo Gentili che ha reso incostituzionali alcune parti della normativa in materia di elezioni, ricorda che grazie a una sentenza della Corte Costituzionale del gennaio scorso le persone con gravi disabilità possono sottoscrivere la propria candidatura o la presentazione di liste tramite firma digitale.

Nei mesi scorsi le tre associazioni avevano scritto invano al Governo perché tale novità fosse inserita chiaramente nel decreto legge sulle amministrative, a metà aprile, la disponibilità della vice-presidente del Senato aveva reso possibile presentare un ordine del giorno, accolto dal governo, che chiede la pubblicità di questa importante riforma che interessa migliaia di persone.

A oggi non si ha notizia di campagna informative istituzionali, per questi motivi l’Associazione Luca Coscioni lancia un appello pubblico perché le liste elettorali si adoperino affinché siano pronte a raccogliere candidature e sottoscrizioni con firma digitale. Per questi motivi occorre che partiti e liste elettorali mettano a disposizione la documentazione inerente la presentazione della lista liberamente scaricabile dai propri siti affinché possa essere firmata con firma elettronica.

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Il Municipio Roma VIII ospita l’incontro “Liberi di vivere, liberi di scegliere” – con Marco Perduca


Il Municipio Roma VIII ospita l’incontro “Liberi di vivere, liberi di scegliere”
6 Maggio 2025 – 18.00 – 20.00

Marco Perduca, ex senatore e responsabile delle attività internazionali di Associazione Luca Coscioni, interviene all’incontro organizzato dal Municipio Roma III “Liberi di vivere, liberi di scegliere – Una battaglia di civiltà che riguarda tutti e tutte”, un appuntamento pubblico dedicato al tema dei diritti civili e della libertà di scelta. Interverranno anche:

  • Marietta Tidei
  • Claudio Marotta
  • Michela Frappetta
  • Francesca Vetrugno, assessora alle politiche scolastiche ed educative Municipio III
  • Alessandra Aluigi, assessora alle politiche sociali Municipio VIII

Porterà i saluti istituzionali Amedeo Ciaccheri, Presidente del Municipio Roma VIII.

Modera l’incontro Francesca Mollo.

L’appuntamento è per martedì 6 maggio alle ore 18.00, presso la Villetta Social Lab, in Via degli Armatori 3, Roma.


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