L’Assemblea legislativa dell’Umbria dichiara “Liberi subito” ammissibile
Si avvia formalmente l’iter in Commissione
Mai più casi Laura Santi: la legge prevede tempi certi per un diritto già stabilito dalla Corte Costituzionale
L’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria ha deliberato l’ammissibilità del progetto di legge regionale di iniziativa popolare “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”, promossa dall’Associazione Luca Coscioni e depositata grazie a 4.801 firmatari umbri.
Il testo può ora avviare formalmente l’iter in Commissione consiliare, dove i delegati promotori saranno convocati e potranno intervenire in presenza per illustrare il progetto e presentare documenti e relazioni. La Commissione redigerà poi una relazione finale da trasmettere al Consiglio regionale. Se entro sei mesi dalla presentazione il Consiglio non si sarà pronunciato, il progetto sarà automaticamente iscritto come primo punto all’ordine del giorno della prima seduta utile, con priorità su altri temi, e per rispettare i termini il testo dovrà approdare in Aula entro la seconda metà di marzo 2026.
La proposta umbra fa parte della campagna nazionale “Liberi Subito” promossa dall’Associazione Luca Coscioni per garantire tempi certi e procedure definite per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, nel rispetto della sentenza 242/2019 sul caso Cappato/Antoniani, che ha riconosciuto il diritto a ricevere aiuto a morire in determinate condizioni cliniche verificate dal Servizio Sanitario Nazionale. Toscana e Sardegna hanno già approvato il medesimo progetto di legge.
Filomena Gallo e Marco Cappato dichiarano: “Questa è una battaglia iniziata con Laura Santi, quindi il pensiero va a lei e al marito Stefano Massoli, che ne ha raccolto il testimone. In Italia esiste già, grazie alla Corte Costituzionale, il diritto a essere aiutati a morire quando ricorrono determinate condizioni. Questa legge regionale non aggiunge nuovi diritti, ma definisce tempi certi per esercitare un diritto già riconosciuto, affinché le persone che soffrono non siano costrette ad attendere mesi o anni senza una risposta, come accaduto a Laura Santi per 2 anni e 8 mesi. Si tratta di una competenza del servizio sanitario, e quindi della Regione. Salutiamo positivamente la decisione di ammissibilità dell’Ufficio di Presidenza di Regione Umbria e attendiamo l’avvio a breve della discussione”.
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Il Risarcimento per Danno Biologico non è Reddito! Il TAR Napoli dà ragione ai cittadini disabili.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania, Sezione Nona, con la recente Sentenza N. 06288/2025, ha stabilito un principio fondamentale a tutela delle persone con disabilità, accogliendo il ricorso di un cittadino che si è visto revocare l’assegno di cura a causa di un ISEE gonfiato.
La Controversia: Assegno di Cura Revocato per ISEE “Falsato”
Il caso ha origine dalla revoca dell’assegno di cura da parte del Comune di Teano (Comune capofila dell’Ambito territoriale dei servizi sociali C03) nei confronti del coniuge del ricorrente. La misura era stata revocata a seguito di un’attestazione ISEE rilasciata dall’INPS ritenuta errata.
L’errore risiedeva nell’aver incluso nel calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) le somme percepite a titolo di risarcimento per danno biologico. Secondo l’INPS, tale risarcimento avrebbe dovuto figurare come componente reddituale o patrimoniale mobiliare.
I ricorrenti hanno impugnato tale decisione, lamentando la violazione dell’art. 4 del DPCM 159/2013. La loro tesi era chiara: le somme risarcitorie non sono tassabili e non sono reddito. In ricorso, si è dedotto che la dicitura “ogni altro componente reddituale esente da imposta” si riferisce ad un reddito e non già ad un risarcimento per perdite “non reddituali”.
Il Principio Giuridico: Funzione Compensativa, Non di Arricchimento
Il TAR della Campania ha dato pieno accoglimento al ricorso, aderendo all’orientamento consolidato del Consiglio di Stato (sentenza n. 838/2016).
Il Collegio ha ribadito che il regolamento ISEE (D.P.C.M. 5 dicembre 2013 n. 159) è illegittimo nella parte in cui include, tra i trattamenti fiscalmente esenti ma rilevanti, l’indennità o il risarcimento a favore delle situazioni di « disabilità ». Tali somme, inclusi gli indennizzi da danno biologico invalidante, devono essere considerate per ciò che essi sono, perché poste a fronte di una condizione di disabilità grave e già in sé non altrimenti rimediabile.
Il TAR ha respinto la tesi dell’INPS secondo cui il risarcimento del danno costituirebbe comunque componente patrimoniale mobiliare nell’ambito dell’attestazione ISEE.
Il ragionamento seguito dal Giudice di appello e fatto proprio dal TAR è il seguente:
- Le forme risarcitorie e l’indennità di accompagnamento non servono a remunerare alcunché, né all’accumulo del patrimonio personale.
- La loro funzione è compensare un’oggettiva ed ontologica situazione d’inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale.
- Il risarcimento viene accordato per pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest’ultimo ed a ristabilire una parità morale e competitiva.
Di conseguenza, lo strumento ISEE, che misura il livello economico del nucleo familiare, non può definire reddito ma neppure patrimonio un’indennità o un risarcimento.
Ripercussioni e Normativa Successiva
L’accoglimento del ricorso comporta che il coniuge dei ricorrenti ha diritto ad essere reinserito nell’elenco degli ammessi alla erogazione dell’assegno di cura. Il Collegio ha altresì condannato l’INPS e il Comune di Teano al pagamento delle spese di lite.
È importante sottolineare, come rilevato nella sentenza, che l’orientamento giurisprudenziale è stato recepito anche a livello normativo dal d.P.C.M n. 13 del 14 gennaio 2025. Tale decreto ha modificato l’art. 4 del D.P.C.M. 159/2013, escludendo esplicitamente dal calcolo dell’ISEE i trattamenti percepiti in condizione di disabilità laddove non rientranti nel reddito complessivo ai fini IRPEF.
In sintesi: La sentenza del TAR conferma che i risarcimenti per danno biologico e le indennità di disabilità non sono strumenti di arricchimento, ma di ristoro, e pertanto la loro inclusione nell’ISEE penalizza ingiustamente le famiglie che già vivono una condizione di svantaggio, distorcendo l’accesso alle prestazioni sociali agevolate.
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Vivere la fine: psicologia e diritti
Barco Teatro, Via Orto Botanico 12 – Padova
10 dicembre 2025
Ore 20:00 aperitivo | Ore 21:00 inizio evento
Tania Re, psicoterapeuta, antropologa, terapista complementare e consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni, parteciperà al dialogo aperto sul tema del fine vita tra etica, psicologia e diritti, organizzato dall’Università degli Studi di Padova nell’ambito del Progetto Terza Missione 2024.
Insieme a lei interverranno: Ines Testoni, psicologa e docente Università di Padova Edoardo Camurri, giornalista e scrittore e Daniele Costa, autore e regista.
Durante la serata sarà proiettato materiale video tratto dal documentario Seeing beyond fading di Daniele Costa.
Prenotazione tramite il sito Eventbride.
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La gravidanza per altri a un anno dall’entrata in vigore del reato universale
Sono passati dodici mesi dall’entrata in vigore della legge n. 169 del 2024, la cosiddetta “legge Varchi”, che ha esteso il reato di surrogazione di maternità anche quando compiuto all’estero da cittadini italiani. Una norma formalmente efficace da dicembre 2024, ma che nella realtà ha iniziato a produrre effetti solo nove mesi dopo: lo stesso tempo di una gravidanza. Eppure, alcune Procure hanno provato a forzarne un’applicazione immediata, fingendo di non sapere ciò che tutta la dottrina penalistica ripete da anni: il reato non “nasce” con il bambino, ma con il trasferimento dell’embrione — o, al limite, con la sua formazione.
Proprio ora, dunque, stanno arrivando i primi casi concreti, con famiglie che rischiano fino a due anni di reclusione e un milione di euro di multa per essersi rivolte alla gravidanza per altri per ragioni mediche o sociali. L’Italia si propone così come esportatrice di un “reato universale”, calpestando i principi fondamentali del nostro ordinamento, come fatto in fondo molteplici volte con la legge 40. Non a caso: la legge 40 è stata dichiarata incostituzionale almeno quattro volte. Eppure eccoci qui, a ripetere gli stessi errori, tentando addirittura di imporli al resto del mondo. Una vera universalizzazione dell’assurdo.
Non sorprende, quindi, che la ministra Roccella abbia sfruttato la presentazione alle Nazioni Unite del rapporto della Special Rapporteur Reem Alsalem per rilanciare una narrazione priva di basi solide. Il rapporto parla di gravidanza per altri mescolando luoghi comuni e timori astratti; interrogata sui dati, la stessa Alsalem ha ammesso che non ce ne sono. E certo che mancano: il proibizionismo crea clandestinità, e dunque procedure sommerse che spesso determinano abusi. Inoltre il rapporto afferma che molto spesso il consenso delle donne gestanti non c’è, e se c’è, non è valido, perché viziato dal solo fatto di essere una gestante. Un corto circuito di cui sarebbe interessante sapere cosa pensa anche Giorgia Meloni a seguito della riforma del reato di violenza sessuale che introduce il consenso come elemento per il quale “se non c’è consenso è violenza sessuale.” Secondo quanto afferma il rapporto di Reem Alsalem, nonché tutti i sostenitori del reato universale, il reato di surrogazione di maternità, a tutela della dignità della gestante, si applica anche quanto il consenso c’è. Dunque il consenso assume caratteristiche e valore completamente diverso a seconda dell’uso strumentale e ideologico che la politica ne sta facendo. Sarebbe come dire che in certi casi non graditi al governo, il reato di violenza sessuale che tutela solo ed esclusivamente la libertà personale, si applica anche se c’è il pieno consenso della donna.
In Europa, la direttiva anti-tratta condanna solo la surrogazione che comporta sfruttamento, lasciando agli Stati la possibilità di regolare la GPA. La recente risoluzione del Parlamento europeo, nell’ambito della Gender Equality Strategy (Strategia per l’eguaglianza di genere) però, ha aggiunto ambiguità: il passaggio secondo cui “la maternità surrogata, che comporta sfruttamento, deve essere condannata” può essere interpretato in modi diversi. La lettura più coerente è quella che distingue chiaramente tra pratiche sfruttative — da condannare — e percorsi autodeterminati e tutelati. Ma resta urgente una chiarezza normativa e linguistica che oggi manca.
Ecco perché, su un tema tanto delicato, dovremmo tornare alla realtà, ai dati, ai diritti. Oggi si respira una profonda preoccupazione nell’affrontare i temi legati alla surrogazione di maternità, è difficile trovare o promuovere dibattiti pubblici perché la formulazione del reato, che estende la perseguibilità anche a varie e ambigue forme di pubblicizzazione, di fatto spaventa con effetti deterrenti. Occorre quindi riportare il tema tra le persone, non per promuovere una procedura di fecondazione assistita che sicuramente coinvolge molti aspetti personali e delicati, ma per informare correttamente le persone che esistono forme regolamentate e rispettose dei diritti e le volontà di tutte le persone coinvolte.
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Risposta immediata alla campagna “Oggi scegli tu”, scaricati in un mese oltre 16mila moduli DAT
La campagna Oggi scegli tu, lanciata lo scorso ottobre grazie alla disponibilità di Cristiano a raccontare la storia della compagna Patrizia, nasce da una constatazione semplice e drammatica allo stesso tempo: in Italia il diritto di decidere sulle proprie cure e sulla fase finale della propria vita, previsto dalla legge 219/2017, sembra ancora troppo spesso esistere solo sulla carta. La distanza tra la norma e la sua reale applicazione è dimostrato dalle decine di segnalazioni che ogni settimana l’Associazione Luca Coscioni riceve attraverso il Numero Bianco per i diritti alla fine della vita.
I cittadini che desiderano depositare le proprie Disposizioni Anticipate di Trattamento a volte si trovavano di fronte a informazioni incerte, Comuni che aggiungono burocrazia e in molti casi di fronte a una totale assenza di consapevolezza dei cittadini sul ruolo del fiduciario o sulle modalità di consultazione delle DAT da parte delle strutture sanitarie.Il risultato è una disuguaglianza strutturale: a seconda del Comune di residenza e delle informazioni in possesso della persona, i diritti previsti dalla legge possono quindi essere garantiti o ostacolati.
Per questo la campagna di sensibilizzazione Oggi Scegli Tu è intervenuta simultaneamente su più fronti, unendo informazione, supporto diretto ai cittadini e pressione istituzionale. In poche settimane siamo riusciti a far sapere agli italiani tramite cinema, radio, quotidiani e tv cosa prevede la legge e che sì, oggi abbiamo uno strumento per decidere sui nostri corpi.
La risposta dei cittadini è stata immediata. In un solo mese dal sito dell’Associazione sono stati scaricati oltre 16mila moduli DAT: un numero straordinario se confrontato con gli 11mila download dell’intero 2024. Già questo dato, da solo, mostra quanto fosse necessaria una campagna di questo tipo. Ma allo stesso tempo, da tutta Italia sono arrivate segnalazioni di incrementi significativi negli appuntamenti presso gli uffici comunali per il deposito delle DAT, così come gli sportelli informativi allestiti dall’Associazione e dalla rete di attivisti hanno registrato un’affluenza sorprendente, mentre il Numero Bianco ha visto aumentare in modo sensibile le chiamate: domande, dubbi, richieste di chiarimento, necessità di orientamento.
Anche sul piano istituzionale gli effetti sono stati visibili. Decine di Comuni hanno aggiornato o pubblicato sui loro siti istituzionali le informazioni circa le procedure per depositare le DAT, alcune amministrazioni locali hanno chiesto supporto all’Associazione per adeguarsi alla legge.
La campagna ha anche rivelato altro: l’autodeterminazione non può essere un privilegio legato al Comune in cui si è residenti. Se il deposito delle DAT è semplice in un Comune e quasi impossibile in un altro, si crea una disuguaglianza inaccettabile tra cittadini che hanno stessi diritti. Ridurre questa asimmetria significa intervenire su un aspetto cruciale della giustizia sociale.
Nonostante i risultati ottenuti, resta ancora molta strada da fare. È necessario completare l’attuazione della legge 219/2017 attraverso formazione adeguata per gli operatori degli uffici pubblici, per i notai e per i sanitari che quelle DAT devono attuare. Per questo continuiamo a chiedere al Ministero della Salute una campagna informativa istituzionale ad oggi mai realizzata.
Se Oggi Scegli Tu ha fatto conoscere lo strumento delle DAT a tantissimi italiani, occorre ancora un impegno costante delle istituzioni. Come Associazione Luca Coscioni sicuramente continueremo il nostro impegno per raggiungere questo obiettivo.
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“Sul matrimonio egualitario, dall’UE un richiamo potente anche per l’Italia”
Dichiarazione di Filomena Gallo
“La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea rappresenta un principio fondamentale di civiltà giuridica e un messaggio politico inequivocabile: in Europa i diritti non sono opzionali. Quando un matrimonio tra persone dello stesso sesso è legalmente contratto in uno Stato membro, ogni altro Stato ha il dovere di riconoscerlo. Non è una concessione, non è un favore. È un obbligo giuridico derivante dalla cittadinanza europea.
La Corte afferma con nettezza che la libertà di circolazione e di soggiorno dei cittadini dell’Unione non può essere limitata dall’orientamento sessuale né da leggi nazionali che cancellano diritti già acquisiti altrove. Il mancato riconoscimento di un matrimonio validamente contratto in un altro Stato membro viola non solo questa libertà, ma anche il diritto al rispetto della vita privata e familiare, uno dei pilastri dei diritti fondamentali europei.
La Corte ricorda inoltre che, pur restando il matrimonio materia di competenza degli Stati, tale competenza non può essere esercitata in contrasto con il diritto dell’Unione. Nessun governo può invocare le proprie leggi interne per comprimere diritti europei consolidati.
Il caso dei due cittadini polacchi sposati in Germania è emblematico della deriva che è in atto in diversi Paesi europei: tentativi di creare zone franche dove le famiglie LGBTQ+ vengono discriminate e rese invisibili. La Corte oggi dice chiaramente che queste strategie non sono compatibili con l’ordinamento dell’Unione.
Questa decisione costituisce un precedente giuridico di enorme rilievo per l’Italia: un richiamo vincolante ogni volta che nel nostro Paese vengono compressi o negati diritti della persona che invece sono pienamente riconosciuti a livello europeo. È un monito alle istituzioni italiane: quando il diritto dell’Unione garantisce libertà e tutele, nessuna legislazione interna può legittimamente ridurle o eludere.
È anche un richiamo politico potente per l’Italia. Il nostro Paese resta infatti tra gli ultimi in Europa a non riconoscere il matrimonio egualitario, e questa è una scelta politica che produce disuguaglianze e limita la piena cittadinanza di migliaia di coppie e di famiglie. L’Italia non può continuare a voltarsi dall’altra parte mentre l’Europa avanza sul terreno dei diritti.
L’Europa oggi ci ricorda che i diritti fondamentali non possono essere cancellati per il solo fatto di attraversare un confine. Ora tocca alla politica italiana dimostrare di essere all’altezza di questo principio e di voler garantire davvero pari diritti a tutte le persone”.
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Oggi è la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne
Dichiarazione di Filomena Gallo, Chiara Lalli e Francesca Re
La violenza sulle donne e sulle bambine è una violazione dei diritti fondamentali e può avere moltissime forme. Dalla violenza fisica a quella psicologica, dal mancato accesso all’educazione alla parità di diritti e alla libertà.
Anche decidere se e come avere un figlio è un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a tutte le donne.
La legge 40 ancora vieta l’accesso alle tecniche riproduttive alle donne singole e alle coppie di donne. Questo è un divieto che non ha alcuna ragione se non una convinzione ideologica e discriminatoria (è per questo che abbiamo avviato la campagna PMA per tutte). E la gravidanza per altri, già vietata dal 2004, è dallo scorso anno perseguibile anche se delle cittadine italiane accedono a questa pratica in un paese in cui è legale.
Così come la garanzia dell’accesso alla interruzione volontaria della gravidanza fa parte dell’autodeterminazione delle donne.
Vietare o rendere difficile l’accesso all’aborto è una violazione dei diritti fondamentali delle donne. Se nel mondo ancora in molti paesi abortire è illegale – e questo costituisce un grave pericolo per la salute e per la vita delle donne – in Italia, nonostante la legge 194 si basi su un diritto fondamentale come quello alla salute, questo servizio medico non è garantito in modo uniforme e le informazioni sono incomplete e insoddisfacenti (vedi Mai Dati). Inoltre, sebbene le linee di indirizzo ministeriali nel 2022 abbiamo stabilito che è possibile ricorrere all’aborto farmacologico deospedalizzato, questa modalità è davvero garantita in pochissime Regioni, limitando la scelta. La campagna Aborto senza ricovero vuole garantire a tutte le donne la possibilità di scegliere.
Che si tratti di avere un figlio da sole o con un’altra donna, di portare avanti una gravidanza per qualcun altro o di interrompere una gravidanza le decisioni delle donne vengono sistematicamente considerate incomplete, sospette, bisognose di una validazione esterna. È come se il loro consenso fosse, per definizione, “viziato” e la loro autodeterminazione un diritto sempre negoziabile.
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Felicetta Maltese e Leonardo Pinzi a “Il coraggio di Pietro Leopoldo e della Toscana”
Complesso di San Micheletto, Via S. Micheletto 3 – Lucca
Mercoledì 10 dicembre 2025
Ore 16:00
In occasione dell’anniversario dell’abolizione della pena di morte da parte del Granducato di Toscana, e dell’adozione della prima legge regionale sul fine vita, Felicetta Maltese, consigliera nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e Leonardo Pinzi, attivista dell’Associazione Luca Coscioni interverranno a Lucca presso l’evento pubblico “Il coraggio di Pietro Leopoldo e della Toscana”.
Con loro: Luciano Luciani, storico e docente, Mons. Riccardo Mensuali, della Pontificia Accademia della Vita,Carmela Piemontese, avvocata e docente universitaria,Gilberto Martinelli, medico, cofondatore di STML,Antonio Salvati, insegnante, scrittore, membro della Comunità Sant’Egidio,Federica Guerra, attrice, lettura dei testi poetici
Con la partecipazione dell’Ensemble vocale diretto dalla Prof.ssa Ausilia Cristofaro.
L’evento è accreditato per la formazione forense: la partecipazione dà diritto a 3 crediti formativi, di cui 2 in materia obbligatoria. Iscrizioni tramite piattaforma Sfera.
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Sportello Testamento Biologico – TREVISO
Libreria San Leonardo, Piazza Santa Maria dei Battuti 16 – Treviso
Sabato 13 Dicembre 2025
Dalle 10:00 alle 12:00 (4 appuntamenti individuali di circa 30 minuti)
Una mattinata di colloqui individuali e riservati su temi fondamentali di fine vita, organizzati dalla Cellula Coscioni di Treviso presso la Libreria San Leonardo.
Lo sportello è coordinato da un volontario esperto e si svolgerà con la presenza del Dott. Antonio Orlando, oncologo palliativista, già responsabile sanitario dell’Hospice Casa dei Gelsi.
Durante gli incontri si potranno ricevere informazioni e chiarimenti su:
- D.A.T. (Disposizioni Anticipate di Trattamento – Testamento Biologico)
- Pianificazione condivisa delle cure
- Consenso informato
- Rifiuto di trattamenti sanitari
- Cure palliative e sedazione palliativa profonda
- Morte volontaria medicalmente assistita
La partecipazione è gratuita ma su prenotazione, fino a esaurimento disponibilità al
+39 328 69 66 553
cellulatreviso@associazionelucacoscioni.it
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++ Corte Ue, 'matrimonio gay in altro Paese va riconosciuto' ++
La costruzione dell’Europa anche come spazio di diritti è lenta e faticosa, ma ogni tanto si fa un passo nella direzione giusta. Succede quando la Ue risponde alle urgenze di persone in carne ed ossa.
Max - Poliverso 🇪🇺🇮🇹 likes this.
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Libertà di scegliere: Dialogo sulle Disposizioni anticipate di trattamento a Costabissara
Centro Culturale E. Conte – Sala delle Rose, Via Mazzini 36, Costabissara (VI)
Mercoledì 3 dicembre 2025, ore 20:45
In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, la Cellula Vicenza Padova in collaborazione con il Comune di Costabissara, promuove un confronto aperto a tutta la cittadinanza per conoscere meglio le Disposizioni Anticipate di Trattamento, uno strumento che consente ad ogni persona di indicare preventivamente le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari.
Interverranno:
- Dott. Diego Silvestri, medico, Cellula Vicenza Padova
- Dott. Domenico Farano, attivista Cellula Vicenza Padova
L’iniziativa è parte delle attività dell’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Costabissara, rappresentato dall’Avv. Ilaria Dal Santo.
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Menomanels: strumenti e linee guida per non sbagliare panel – Con Marco Perduca
Lunedì 24 novembre 2025 – ore 18:30-19:30
Online – In occasione de L’Eredità delle Donne 2025
Marco Perduca, ex senatore, co-fondatore di Science for Democracy e responsabile delle attività internazionali di Associazione Luca Coscioni, interverrà nel laboratorio “Prospettive e strumenti per una rappresentanza equa”, offrendo una riflessione sul ruolo della parità di genere nei processi decisionali e nel dibattito pubblico.
Il laboratorio moderato da Giorgia Ortu La Barbera, psicologa e consulente DE&I vedrà la partecipazione anche di Luciana De Laurentiis (EquALL) Anna Doro (ADvisory e #nonsitornaindietro) Monia Azzalini (Osservatorio di Pavia, 100esperte.it)e sarà facilitato da Lucrezia Fortuna, Virginia Fiume e Simone Sapienza (Associazione Fondamenta)
Le conclusioni saranno a cura di Miriam Mastria (Semia – Fondo delle Donne)
Evento gratuito – Registrazione obbligatoria su Eventbrite
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Nuova svolta nel caso di “Libera”: il Tribunale di Firenze ordina al CNR la realizzazione e la fornitura della tecnologia per l’autosomministrazione del farmaco entro 90 giorni
“Libera”: sono grata al giudice di Firenze, ma la stanchezza e la sofferenza hanno superato ogni limite umano. Pronta a ricevere aiuto a morire tramite un’azione di disobbedienza civile”
Filomena Gallo: “è una corsa contro il tempo”
La vicenda di “Libera” è tornata davanti al Tribunale di Firenze. Con un’ordinanza del 16 ottobre, il giudice aveva fissato, entro 15 giorni e quindi per la fine del mese, il termine entro cui fornire la strumentazione necessaria a consentire, tramite comando oculare, l’infusione endovenosa del farmaco per il fine vita. Nessuna delle aziende inizialmente disponibili ha però prodotto il dispositivo richiesto.
Di fronte all’impossibilità di reperire la tecnologia, la USL Toscana nord-ovest ha presentato ricorso al Tribunale chiedendo indicazioni sui provvedimenti idonei a superare l’impasse. I legali* di “Libera”, coordinati dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, dopo ulteriori verifiche tra enti pubblici e privati, hanno individuato da settembre nel Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) l’ente pubblico competente e dotato delle tecnologie necessarie.
All’udienza del 19 novembre, il CNR ha confermato la possibilità di realizzare un macchinario che permetta a “Libera” di attivare autonomamente l’autosomministrazione del farmaco letale, precisando che saranno necessari circa 90 giorni per la sua progettazione e la messa a punto.
Con il provvedimento emesso successivamente all’udienza, il giudice ha ordinato alla USL Toscana nord-ovest di avviare immediatamente la procedura con il CNR e di sostenerne tutti i costi. Contestualmente, il CNR è stato nominato ausiliario dell’autorità giudiziaria, ricevendo mandato diretto a predisporre e fornire la tecnologia all’azienda sanitaria entro 90 giorni.
Una volta ricevuto il dispositivo, la USL dovrà consegnarlo a “Libera” insieme al farmaco, affinché la paziente possa finalmente decidere in autonomia se e quando procedere con il suicidio medicalmente assistito.
Dichiara “Libera”:
Ho vissuto una vita ricca di amore, relazioni e significato, ma oggi sono imprigionata in un corpo che non risponde più, completamente paralizzata con sofferenza, e privata di ogni autonomia. Grazie alla “sentenza Cappato” posso accedere all’aiuto medico alla morte volontaria, ma poiché non posso farlo da sola devo attendere altri. Eppure chi chiede la sedazione palliativa profonda ottiene che un medico somministri un farmaco, perché per me non può essere attivato dallo stesso medico invece il farmaco che mi fa morire subito? Avevo chiesto solo che la mia volontà fosse rispettata e che un medico potesse essere autorizzato a intervenire su mia richiesta. Invece, la Consulta ha rimandato la decisione al giudice di Firenze, costringendo a ripetere indagini già svolte e imponendo nuovi passaggi burocratici su dispositivi che esistono, ma che le aziende non adattano per la mia situazione. Ogni rinvio è un tempo che io passo nella sofferenza, nella paura concreta di una fine dolorosa che non ho scelto. Sono grata al giudice di Firenze, ai miei legali, che hanno agito con serietà e rispetto, ma la stanchezza e la sofferenza hanno superato ogni limite umano.Per questo oggi dichiaro che se in tempi brevissimi non riceverò la strumentazione necessaria sono pronta a ricevere l’aiuto a morire sotto forma di azioni di disobbedienza civile: un atto pubblico, nonviolento e trasparente, per porre fine alla violenza che sto vivendo.
Non voglio vie oscure, non cerco scorciatoie pericolose. Chiedo che venga finalmente riconosciuto il mio diritto a una scelta libera e umana con l’aiuto di strumentazioni o di una persona che mi somministri il farmaco letale.
Commenta Filomena Gallo: “’Libera’ oggi è stanca, sofferente e in reale pericolo: potrebbe andare incontro a una morte improvvisa e atroce, come accaduto pochi giorni fa ad Ancona a una persona malata, morta soffocata mentre attendeva il pieno riconoscimento della sua condizione per accedere alla morte assistita. Per evitare che si ripeta una simile tragedia, stiamo valutando tutte le soluzioni nel pieno rispetto della legge. È una corsa contro il tempo”.
* Collegio legale di studio e difesa di “Libera” coordinato dall’avvocata Filomena Gallo e composto dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re e Alessia Cicatelli
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Proiezione “Lasciatemi morire ridendo” a Rho
Cin&Città – Auditorium Comunale di Rho, Viale Filippo Meda
Lunedì 1 dicembre 2025
Ore 21:00
Nell’ambito della campagna nazionale di presentazione del documentario Lasciatemi morire ridendo, la Cellula Coscioni di Lainate in collaborazione con UAAR MILANO invita alla proiezione del film dedicato alla storia di Stefano Gheller, primo cittadino veneto a ottenere il via libera per l’aiuto medico alla morte volontaria..
In sala durante la proiezione saranno presenti il regista Massimo Fumagalli e la produttrice Virginia Rosaschino.
L’appuntamento è un’occasione per riflettere sui diritti ancora negati nel fine vita e sull’urgenza di garantire piena libertà di scelta alle persone in condizioni di sofferenza estrema.
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Per il garantismo
….RITENUTA quindi l’infondatezza della notizia di reato in quanto gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non appaiono idonei a sostenere l’accusa in giudizio, visti gli artt. 408/411 c.p.p., 125 D.Lv. 271/89 CHIEDE che il Giudice per le indagini preliminari in sede voglia disporre l’archiviazione del procedimento e ordinare la conseguente restituzione degli atti al proprio ufficio. Milano, 2 maggio 2017.IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA Tiziana Siciliano – sost. Sara Arduini
D’altronde la stessa Corte di Cassazione recentemente ha stabilito che: “Non integra il reato di alterazione di stato previsto dall’art. 567 comma 2 c.p., la trascrizione in Italia di un atto di nascita legittimamente formato all’estero, non potendosi considerare ideologicamente falso il certificato conforme alla legislazione del paese di nascita del minore, neppure nel caso in cui la procreazione sia avvenuta con modalità non consentite in Italia….., per tali motivi, ritenuto quindi che la notizia di reato è infondata; visti gli artt. 408/411 c.p.p., 125 d.lgs. n. 271/1989, chiede che il Giudice per le indagini preliminari in sede voglia disporre l’archiviazione del procedimento e ordinare la conseguente restituzione degli atti all’ufficio in intestazione.IL PUBBLICO MINISTERO
Sussistono i presupposti di legge per l’archiviazione del procedimento penale in epigrafe. …..Ciò che è emerso è la presenza di THC ma senza indicare una percentuale, per cui, essendo lecita la vendita di cannabis sativa purché con un contenuto di THC inferiore allo 0,6%, potrebbe operare una causa di esclusione dell’antigiuridicità”.Da qui l’istanza della Procura “di disporre l’archiviazione del procedimento” (artt. 408, 411 c.p.p.).
Nel secondo anniversario della morte di Sibilla Barbieri, avvenuta in Svizzera, la Procura della Repubblica di Roma ha notificato all’avvocata Filomena Gallo, difensore degli indagati Marco Cappato, Vittorio Parpaglioni e Marco Perduca, l’avviso di richiesta di archiviazione per l’autodenuncia presentata dai tre dopo aver aiutato la regista romana ad accedere alla morte assistita volontaria.La richiesta di archiviazione riguarda l’ipotesi di “aiuto al suicidio”, in seguito all’iniziativa dei tre esponenti dell’Associazione Luca Coscioni, che avevano accompagnato Sibilla Barbieri in Svizzera nel 2023, dopo il rifiuto della ASL 1 di Roma di autorizzare la procedura in Italia. Spetterà ora al giudice per le indagini preliminari (GIP) decidere se accogliere la richiesta della Procura o disporre un’udienza per valutare un’eventuale imputazione coatta. Solo dopo la pubblicazione delle motivazioni del Pubblico Ministero sarà possibile comprendere le basi giuridiche della richiesta di archiviazione.
E così via.
Gli esempi citati sono di richieste di archiviazione da parte di chi rappresenta l’accusa nel processo penale in Italia. È un fenomeno molto frequente: il 64% (quasi 2 su tre) dei procedimenti che escono dalle procure dopo la fine delle indagini preliminari non va a giudizio ma viene archiviato.
Ciò che caratterizza l’accusatore italiano così spesso descritto come un mastino, è in realtà una prima importante funzione di garanzia per l’Imputato. Se non convinto della colpevolezza l’accusatore, [il pubblico ministero (P.M.)] la cui carriera si vuole ora separare da quella dei giudici, è libero di chiedere il proscioglimento e spesso lo fa, proprio perché la cultura in cui si è formato ed opera è quella di capire come sono davvero andate le cose. Non di ottenere una condanna.
In altre parole, nell’ordinamento attuale e salvo eccezioni che sempre esistono, il P.M. prima di esser un accusatore è un magistrato che cerca di capire. Perdere tale cultura e formazione non farà bene alla giustizia. E soprattutto se il P.M. divenisse dipendente dagli indirizzi governativi (p.es su temi come i diritti civili perseguiti negli esempi) potrebbe trovarsi in difficoltà a chiedere un’archiviazione qualora lo ritenesse necessario.
Il Ministro Nordio afferma che finché ci sarà lui come Ministro della Giustizia, questo rischio di riduzione dell’indipendenza del P.M. non si porrà. E bisogna credergli. Ma una volta scardinate le funzioni di garanzia affidate agli accusatori dalla Costituzione e protette dai complessi meccanismi di revisione della Carta costituzionale, la graduale sottoposizione di quei magistrati accusatori al Governo potrebbe facilmente diventare possibile con leggi ordinarie, votabili dal Parlamento in seduta singola da semplici maggioranze parlamentari del 51% su indicazione di qualunque futuro Presidente del Consiglio e/o Ministro della Giustizia.
Per ammissione degli stessi proponenti, la legge 253 del 30 ottobre 2025 sulla separazione delle carriere poco o nulla contribuirà a rendere la giustizia più efficace e veloce. Cosa questa sì, più che mai urgente per noi tutti. Visto che una giustizia che arriva tardi non è mai vera giustizia.
Le misure per ottenerla sono note e richieste da anni a tutti i governi ma da nessuno di questi ultimi mai messe in opera come si dovrebbe. Suggerendo ciò che una giustizia rapida ed efficace interessa a (troppo) pochi.
- Piante organiche a completamento (magistrati, cancellieri e personale amministrativo)
- Ambienti (Uffici, Aule) adeguati
- Strumenti informatici adeguati, sottoposti a manutenzione regolare ed interventi tecnici tempestivi
- Più multe e misure alternative, meno carcere
- Condizioni carcerarie adeguate ad un paese civile
- Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) adeguate ad un paese civile
- Limite ad accusa e difesa di parole scritte per tipologia di reato e posizione esaminata
- Limite ad accusa e difesa di tempo di arringa per tipologia di reato e posizione esaminata
- Limite ad accusa e difesa della possibilità di impugnazione ai soli casi più gravi (con pene previste più alte), rendendo le decisioni di primo grado subito definitive per quelli meno gravi (con pene previste più basse)
Senza fare questo, la velocità dei processi non cambierà e la separazione dei P.M. dai giudici non farà altro che diminuire le garanzie per i cittadini. Per questo io voterò NO al referendum confermativo.
L'articolo Per il garantismo proviene da Associazione Luca Coscioni.
Testamento biologico e futuro consapevole – Incontro ad Alba con la Cellula Coscioni di Cuneo
Sala Vittorio Riolfo, Via Vittorio Emanuele – Alba
Mercoledì 26 novembre 2025
Ore 18:00
In occasione dell’incontro pubblico “Testamento biologico e futuro consapevole”, la Cellula Coscioni di Cuneo sarà presente con un tavolo informativo per offrire materiali, rispondere alle domande e fornire strumenti concreti per approfondire il tema delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT). Un’occasione utile per chi desidera conoscere meglio i propri diritti sul fine vita e capire come esercitarli.
Durante l’incontro, si terrà un confronto sul tema con la Dott.ssa Mavi Oddero Avv.ta Margherita Fenoglio.
L'articolo Testamento biologico e futuro consapevole – Incontro ad Alba con la Cellula Coscioni di Cuneo proviene da Associazione Luca Coscioni.
Io Coltivo: che fine ha fatto la proposta di legge popolare?
Roma Senato della Repubblica – Sala Nassirya
Giovedì 20 novembre 2025
Ore 16:00
Giovedì 20 novembre alle ore 16:00 si terrà, presso la Sala Nassirya del Senato, la conferenza stampa “Io Coltivo: che fine ha fatto la proposta di legge popolare?”, dedicata al Disegno di Legge di iniziativa popolare S.1317 – Depenalizzazione della coltivazione per uso personale e in forma associata della cannabis, promosso da Meglio Legale, Associazione Luca Coscioni, Forum Droghe, con il sostegno di oltre 70 organizzazioni.
A quasi un anno dal deposito e a dieci mesi dall’assegnazione alle Commissioni Giustizia, Sanità e Lavoro, il Senato non ha ancora avviato l’esame del testo, in aperta violazione dell’art. 74 del Regolamento parlamentare.
Una scelta grave che ignora oltre 54.000 firme certificate, svilisce lo strumento della proposta di legge popolare e mina la partecipazione democratica.
Interverranno: Antonella Soldo, presidente Meglio Legale e vicesegretaria +Europa, Marco Perduca, Associazione Luca Coscioni, Francesca Druetti, segretaria nazionale Possibile, Leonardo Fiorentini, Forum Droghe, Mattia Cusani, Canapa Sativa Italia,Denise Amerini, CGIL.
Sono invitati a partecipare parlamentari, rappresentanti istituzionali, stampa e organizzazioni.
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“In Italia, decine di bambini e bambine sono discriminati e invisibili alle istituzioni perché nati con tecniche di fecondazione non gradite al Governo”
Questo il commento delle avvocate Francesca Re e Filomena Gallo nella Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia
Oggi è la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia, che sono violati in tanta parte del mondo a causa di guerre, sfruttamento e violenze, anche all’interno della famiglia. Come se tutto ciò non bastasse, in Italia lo Stato aggiunge l’ottusità burocratica di negare a decine di bambini nati all’estero, grazie alla gravidanza per altri all’estero, in paesi in cui è perfettamente legale, la trascrizione del certificato di nascita. Così facendo, li si discrimina e mette a repentaglio la loro sicurezza affettiva e giuridica. Questo non è più accettabile. La trascrizione di un certificato di nascita nel paese in cui si vive non è solo una formalità ma un atto che rende pubblico e certo un fatto, ovvero il rapporto di genitorialità da cui derivano diritti fondamentali irrinunciabili.
Esistono bambini invisibili alle istituzioni solo perché nati con tecniche di fecondazione assistita non gradite al governo italiano, come la gravidanza per altri.
Impedire le trascrizioni, in assenza di una legge che lo preveda, bensì solo sulla base di una decisione degli ufficiali di stato civile, è oggi una forma subdola di punizione delle coppie o delle persone che vanno all’estero dove alcune tecniche di fecondazione assistita sono consentite, ma che di fatto determina una grave lesione dei diritti dei minori nati da queste tecniche. La legge 40 del 2004 al contrario, prevede che tutti i nati da tecniche di fecondazione assistita devono essere riconosciuti dai genitori, biologici o intenzionali, che hanno fatto ricorso a quelle tecniche.
In questa giornata, nata proprio per riconoscere diritti civili, sociali e politici a tutti i bambini e le bambine chiediamo al Governo, ai comuni, alle istituzioni di assumersi la responsabilità di garantire a ogni bambino e bambina il pieno riconoscimento giuridico e affettivo della propria famiglia, senza discriminazioni basate sulle modalità di nascita o sull’orientamento dei genitori, anche alla luce degli obblighi e le prospettive derivanti dal diritto europeo.
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Aperitivo assemblea della Cellula Coscioni Roma con Marco Cappato e Filomena Gallo
Friccicore – Via delle Acacie 14, Roma
Mercoledì 26 novembre 2025
Ore 19:30 – 21:00
Un’occasione di confronto, aggiornamento e rilancio delle attività della Cellula Coscioni di Roma in compagnia di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, e Filomena Gallo, Segretaria nazionale, da anni in prima linea nelle battaglie per la libertà di scelta e per i diritti civili.
Durante l’aperitivo si discuterà delle campagne in corso, delle nuove iniziative locali e nazionali e dei prossimi obiettivi
Contributo richiesto: 15€. Parte del contributo sarà destinato a finanziare le attività della Cellula.
Per partecipare, è necessario preannunciare la propria presenza preferibilmente entro domenica 23 novembre all’indirizzo email cellularoma@associazionelucacoscioni.it
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Anna Pompili al Festival Margherita per ricordare l’eredità di Etienne Emile Baulieu
Auditorium Centro Culturale Roberto Gritti – Biblioteca di Ranica, Bergamo
Sabato 22 novembre 2025 – ore 21:00
Nell’ambito del Festival Margherita – Nessun dogma sotto questo cielo, giunto alla sua quarta edizione e dedicato a Margherita Hack, si terrà la presentazione-dialogo “L’eredità di Etienne Emile Baulieu. L’inventore della pillola abortiva RU486”. A portare il contributo dell’Associazione Luca Coscioni sarà Anna Pompili, ginecologa e consigliera generale dell’Associazione, da sempre impegnata nella promozione dei diritti sessuali e riproduttivi. Insieme a lei interverranno il ginecologo Corrado Melega, tra i primi in Italia ad aver utilizzato la RU486.
Sarà occasione per approfondire l’impatto della RU486 in Italia e sulle battaglie ancora in corso per garantirne un accesso realmente libero e sicuro.
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Accessibilità in cammino – Passeggiata per il diritto alla mobilità
Firenze – Giardino di Fortezza da Basso (nei pressi della fontana)
Mercoledì 19 novembre 2025
Ore 14:30
In occasione della Settimana Europea della Mobilità 2025, la Cellula Coscioni di Firenze organizza, in collaborazione con Legambiente Firenze e il Comune di Firenze, una passeggiata pubblica dal titolo:
ACCESSIBILITÀ IN CAMMINO – Garantire il diritto alla mobilità
Un’iniziativa per testare insieme una nuova app che permette di fotografare e monitorare lo stato reale dell’accessibilità nella città. Unisciti a noi per camminare, osservare, segnalare e difendere il diritto alla mobilità di tutte le persone.
La partecipazione è libera e aperta a tutte e tutti.
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Avv. Massimo Rossi a Pavia – “Diritto di scegliere: dialogo sull’eutanasia negata”
Massimo Rossi a Pavia – “Diritto di scegliere: dialogo sull’eutanasia negata”
Aula Disegno, Università di Pavia – Piazza Leonardo Da Vinci 5
17 novembre 2025
Ore 18:00
In occasione dell’incontro “Diritto di scegliere: dialogo sull’eutanasia negata”, il Coordinamento UDU Pavia, in collaborazione con l’Università di Pavia, ospita Massimo Rossi, avvocato, membro dell’Associazione Luca Coscioni e difensore di Marco Cappato nei noti casi di DJ Fabo e Davide Trentini.
L’incontro sarà dedicato ai più recenti sviluppi politici e giuridici in materia di eutanasia e suicidio medicalmente assistito. Dalla strada aperta dalle sentenze della Corte costituzionale, alle proposte di legge oggi in discussione fino alle leggi regionali approvate in Toscana e Sardegna.
Un momento di riflessione e confronto sullo stato del diritto all’autodeterminazione in Italia e sulle battaglie ancora aperte per la libertà di scelta alla fine della vita.
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Matteo Mainardi a Ravenna per “Riflessioni sul tema del fine vita”
Ravenna – Casa Melandri, Sala P. D’Attorre, via Ponte Marino 2-4
Sabato 22 novembre 2025
Ore 17:00
Ingresso libero
In occasione dello spettacolo teatrale I’m nowhere / Desvanecimiento, organizzato da Ravenna Teatro, si terrà un incontro pubblico dedicato al tema del fine vita.
All’evento dal titolo “Riflessioni sul tema del fine vita”, parteciperà Matteo Mainardi, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni e responsabile delle iniziative sul fine vita, che porterà il contributo dell’Associazione alle battaglie per la libertà di scelta e l’autodeterminazione. Con lui intervengono Alessandro Argnani codirettore di Ravenna Teatro, Maia Cornacchia filosofa ideatrice della Pratica di Lavoro Organico, Giovanni Gordini consigliere regionale (Gruppo Civici con De Pascale) vicepresidente Commissione Sanità e Norbert Rakowski registra dello spettacolo. Modererà l’incontro Andrea Pocosgnich, giornalista e critico teatrale.
Per gli iscritti all’Associazione Luca Coscioni sarà possibile assistere agli spettacoli teatrali che si terranno sabato 22 novembre ore 21:00 e Domenica 23 novembre ore 16:00 usufruendo di una tariffa scontata scrivendo a promozione@ravennateatro.com
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Trova le differenze.
titolo di prima pagina del Giornale di oggi: “lotta ai migranti missione morale”.
Dichiarazione della ministra laburista riportata nell’articolo: “Combattere l’immigrazione illegale è una missione morale”.
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Rette RSA e diritto di rivalsa per le spese di spedalità, la Cassazione: Alzheimer e malattie psichiatriche sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale
La recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione, Sez. I, 14 ottobre 2025, n. 27452, depositata il 14 ottobre 2025, torna ad occuparsi dello spinoso e cruciale tema degli oneri per l’assistenza residenziale (RSA) a carico di pazienti affetti da patologie psichiatriche gravi, come la malattia di Alzheimer. La Corte ha accolto il ricorso principale del cittadino, cassando la decisione di appello del Tribunale di Milano, e ha riaffermato che le prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria, specialmente quelle relative all’Alzheimer, sono interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), escludendo il diritto di rivalsa da parte degli enti locali.
La pronuncia, che si uniforma a quanto più volte esplicitato dalla Suprema Corte, offre meticolosa ricostruzione della normativa sul diritto di rivalsa e ripercorre i criteri per la distinzione tra prestazioni puramente assistenziali e quelle che, pur essendo di per sé socio-sassistenziali, per esser inscindibili dalla componente sanitaria, sono assorbite e finanziate del Sistema Sanitario. E come tali non soggetti a rivalsa degli Enti erogatori.
Il Contesto del Contenzioso
Il caso nasce dall’opposizione proposta da A.A. contro un’ingiunzione del Comune di Milano per la somma di Euro 171.454,13, richiesta a titolo di rivalsa per le spese di assistenza sostenute per la sig.ra C.C. presso una struttura RSA convenzionata. Il ricorrente, erede del coniuge della degente, eccepiva che il Comune non avesse diritto alla rivalsa, in quanto la prestazione era “di natura sanitaria”, e quindi gratuita, perché di competenza del Servizio Sanitario Nazionale.
La Corte d’Appello di Milano aveva accolto parzialmente l’appello del Comune, condannando A.A. al pagamento di una somma ridotta (Euro 38.872,73), reputando che si trattasse di prestazioni di “natura socio-assistenziale”, come emerso dalle cartelle cliniche, posto che le attività che riceveva (riabilitazione e quant’altro di socioriabilitativo attivato in struttura) avrebbero fatto propendere l’ago della bilancia a favore della loro natura “sociale”.
La Cassazione ha proceduto, in primis, a una interessante disamina storica dettagliata della normativa che , dai tempi pre repubblicani, regola il riparto degli oneri assistenziali e sanitari.
In origine, il diritto di rivalsa era regolato dall’art. 1 della Legge 3 dicembre 1931, n. 1580, che consentiva alle Amministrazioni di ospedali, comuni o manicomi pubblici di ottenere il rimborso delle spese di spedalità o manicomiali da ricoverati non indigenti, dai loro eredi o dai congiunti tenuti agli alimenti.
Tuttavia, l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con la Legge n. 833 del 1978 ha introdotto il principio della gratuità delle prestazioni sanitarie per tutti i cittadini. Questo ha ristretto l’applicabilità della rivalsa ai soli interventi “socio-assistenziali non immediatamente e prevalentemente diretti alla tutela della salute del cittadino”.
Le tutele sociosanitarie per i malati psichiatrici
La decisione è interessante anche per un ulteriore aspetto, spesso non chiaro alle Amministrazioni della presa in carico: spese relative a pazienti affetti da gravi disturbi cognitivi e psichiatrici sono interamente a carico del SSN, laddove non erogabili se non nel setting residenziale.
Il principio richiamato vale sia per le neuropatologie cronico degenerative quali la malattia di Alzheimer, ma più in generale (ed è l’elemento interessante della pronuncia), di malattie psichiatriche.
Ecco quanto afferma la Corte:
“Risulta dirimente anche, ai fini della individuazione della prestazione tra quelle di rilievo sanitario, la circostanza che non si tratti di una mera attività di sorveglianza e di assistenza, ma di un trattamento farmacologico somministrato in struttura residenziale protetta, in favore di un soggetto affetto da grave patologia psichiatrica (Cass. n. 22776 del 2016). Di qui la deduzione per cui deve ritenersi che le attività assistenziali dirette in via prevalente alla tutela della salute del cittadino siano a totale carico del Servizio sanitario e che rimangano escluse le ipotesi, indubbiamente residuali, in cui vengano somministrate prestazione di natura esclusivamente assistenziale (Cass., sez. L. 9/11/2016, n 22776).”
La Cassazione, quindi, ribadisce l’ulteriore criterio per la difficile distinzione: la personalizzazione delle cure in un unico Piano Terapeutico:
“Inoltre, si è sottolineato che la prestazione sanitaria è contraddistinta soprattutto dalla personalizzazione dell’intervento sanitario, che risulta prevalente rispetto ad ogni altro tipo di assistenza, qualora il trattamento terapeutico personalizzato “non può essere somministrato se non congiuntamente alla prestazione socio-assistenziale” (Cass., 29/10/2020, n. 23932; Cass., 28/9/2017, n. 28321 ), la cui inscindibilità comporta “l’ intero e definitivo carico pubblico dei costi” (Cass., 9/11/2016, n 2 2/7/36).”
La Decisione della Cassazione
Nel caso specifico, la sig.ra C.C. era affetta da “deterioramento mentale con rallentamento ideomotorio, atrofia cerebrale con dilatazione del sistema ventricolare”, con diagnosi di “demenza di Alzheimer in soggetto con grave ipoacusia” e demenza grave (punteggio CER 3).
La Suprema Corte ha ritenuto che la motivazione in fatto della Corte d’Appello priva di approfondimento tecnico, che aveva escluso la natura sanitaria delle prestazioni, fosse “meramente apparente”. Il Giudice di merito non aveva infatti accertato se, data la patologia (morbo di Alzheimer), si fosse in presenza di prestazioni sanitarie e non socio-assistenziali, “con conseguente inesistenza del diritto di rivalsa da parte dell’ente territoriale locale”.
Per questi motivi, la Corte accoglie i primi due motivi di ricorso principale (relativi alla violazione della normativa sul diritto di rivalsa e all’omesso esame della Cartella Clinica come fatto decisivo) e cassa la sentenza impugnata, rinviando il caso alla Corte d’Appello di Milano, in diversa composizione, affinché proceda ad una nuova valutazione basata sui principi di diritto stabiliti.
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Riflessioni sul fine vita – Aspetti etici e giuridici, convegno a Campobasso
Riflessioni sul fine vita – Aspetti etici e giuridici
Sala Alphaville, Via Enrico Muricchio 1 – Campobasso
Venerdì 28 novembre 2025
Ore 17:00
La Cellula Coscioni Molise, con il patrocinio del Comune di Campobasso e dell’Ordine degli Psicologi del Molise, organizza un convegno per affrontare i diversi aspetti – giuridici, etici, psicologici e clinici – legati al fine vita e alla libertà di autodeterminazione.
Un appuntamento importante per aprire un confronto pubblico sul tema, con testimonianze di attivisti, esperti e rappresentanti istituzionali.
Intervengono:
- Viviana Mastrobuoni, Coordinatrice Cellula Coscioni Molise
- Mariano Flocco, Hospice e cure palliative ASReM
- Alessandra Ruberto, Psicologa, Presidente Ordine degli Psicologi del Molise
- Stefano Massoli, membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni e marito di Laura Santi, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni e giornalista, prima persona in Umbria ad accedere alla morte medicalmente assistita
- Vincenzo Boncristiano, Avvocato
- Alessandra Salvatore, Consigliera Regione Molise
L’evento è gratuito e aperto a tutte e tutti.Per informazioni: cellulamolise@associazionelucacoscioni.it
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Testamento Biologico: Cos’è e come si fa – Incontro informativo a Lodi
Sede CGIL – Via Lodivecchio 31, Lodi
Sabato 29 novembre 2025
Ore 11:00
La Cellula Coscioni di Lodi e la CGIL di Lodi organizzano un incontro informativo dedicato al Testamento Biologico (Disposizioni Anticipate di Trattamento – DAT), per spiegare in modo semplice e accessibile cos’è, come si redige e come si deposita.
Intervengono:
- Antonio Altrocchi, Coordinatore della Cellula Coscioni di Lodi e provincia
- Eliana Schiadà, Segretaria generale della CGIL di Lodi
Per informazioni:
cellulalodi@associazionelucacoscioni.it cdltlodi@cgil.lombardia.it
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“Lasciatemi morire ridendo” a Perugia – Proiezione e dibattito con Stefano Massoli
Cinema Méliès, Via della Viola 1 – Perugia
Sabato 15 novembre 2025
Ore 18:00
La Cellula Coscioni di Perugia invita alla proiezione del film dedicato alla storia di Stefano Gheller, Lasciatemi morire ridendo, primo cittadino veneto ad ottenere il via libera per l’aiuto medico alla morte volontaria.
Al termine della proiezione seguirà un dibattito pubblico con:
- Stefano Massoli, membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni e marito di Laura Santi, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni e giornalista, prima persona in Umbria ad accedere alla morte medicalmente assistita.
- Prof.ssa Alessandra Pioggia, Dipartimento di Scienze Politiche – Università degli Studi di Perugia
- Dr. Maurizio Di Masi, ricercatore – Università degli Studi di Perugia
L’appuntamento è un’occasione per riflettere sui diritti ancora negati nel fine vita e sull’urgenza di garantire piena libertà di scelta alle persone in condizioni di sofferenza estrema.
L'articolo “Lasciatemi morire ridendo” a Perugia – Proiezione e dibattito con Stefano Massoli proviene da Associazione Luca Coscioni.
“Lasciatemi morire ridendo” – Proiezione e dibattito a Firenze con la Cellula Coscioni
Cinema Astra, Piazza Cesare Beccaria 9– Firenze
Martedì 18 novembre 2025
Ore 20:30
La Cellula Coscioni di Firenze invita alla proiezione del documentario Lasciatemi morire ridendo, diretto da Massimiliano Fumagalli e prodotto da Mescalito Film, che racconta la storia di Stefano Gheller, primo cittadino veneto ad aver ottenuto il via libera all’aiuto medico alla morte volontaria.
Dopo la proiezione, seguirà un dibattito con la partecipazione di:
- Felicetta Maltese – Coordinatrice Cellula Coscioni Firenze
- Gianni Baldini – Professore associato di diritto privato e docente di biodiritto
- Enrico Sostegni – ex Presidente Commissione Sanità e Politiche Sociali, Regione Toscana
- Alfredo Zuppiroli – ex Presidente Commissione Bioetica, Regione Toscana
Sarà l’occazione per stimolare una riflessione pubblica sui diritti negati nel fine vita e sull’urgenza di garantire libertà di scelta a tutte e tutti.
L'articolo “Lasciatemi morire ridendo” – Proiezione e dibattito a Firenze con la Cellula Coscioni proviene da Associazione Luca Coscioni.
“Lasciatemi morire ridendo” – Proiezione a Roma con Stefano Massoli
Cinema Barberini, – Roma, Piazza Barberini 25
Martedì 19 novembre 2025
Ore 18:45
In occasione della distribuzione nazionale del docufilm “Lasciatemi morire ridendo”, la Cellula Coscioni di Roma invita alla proiezione presso il Cinema Barberini.
Il documentario di Massimiliano Fumagalli racconta la storia di Stefano Gheller, giovane affetto da distrofia muscolare e primo in Veneto ad ottenere dalla ASL l’autorizzazione alla morte volontaria medicalmente assistita, come previsto dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.
Al termine della proiezione seguirà un dibattito con:
– Stefano Massoli, coordinatore della Cellula Coscioni Perugia e marito di Laura Santi, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni e giornalista, prima persona in Umbria ad accedere alla morte medicalmente assistita.
L'articolo “Lasciatemi morire ridendo” – Proiezione a Roma con Stefano Massoli proviene da Associazione Luca Coscioni.
“Lasciatemi morire ridendo” a Latina – Proiezione e dibattito sul fine vita
Latina – Multisala Oxer, Viale Pier Luigi Nervi
Giovedì 14 novembre 2025
Ore 21:00
Il docufilm “Lasciatemi morire ridendo” di Massimiliano Fumagalli approda a Latina per una serata dedicata al tema dell’autodeterminazione e dei diritti nel fine vita promossa dalla Cellula Coscioni di Latina
Il film racconta la storia di Stefano Gheller, giovane veneto con distrofia muscolare, la seconda persona in Italia ad ottenere l’autorizzazione alla morte volontaria medicalmente assistita, secondo i criteri fissati dalla Corte costituzionale. Un racconto di coraggio, libertà e dignità.
Dibattito post-proiezione a cura di: – Dott. Luca Palombo, Infermiere e coordinatore Cellula Coscio Latina; – Dott.ssa Michela Guarda, Dirigente Infermieristico Hospice San Marco; – Dott. Ferdinando Tucci, Psicoterapeuta.
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“Lasciatemi morire ridendo” a Reggio Emilia – Proiezione e dibattito sul fine vita
“Lasciatemi morire ridendo” a Reggio Emilia – Proiezione e dibattito sul fine vita
Cinema AlCorso Corso Giuseppe Garibaldi 14 – Reggio Emilia
Domenica 17 novembre 2025
Ore 19:30
Il docufilm “Lasciatemi morire ridendo” di Massimiliano Fumagalli, prodotto in collaborazione con l’Associazione Luca Coscioni, arriva al Cinema AlCorso di Reggio Emilia, con una serata di riflessione pubblica sul fine vita promossa dalla Cellula Coscioni Modena-Reggio Emilia.
Il film racconta l’ultima parte di vita di Stefano Gheller, giovane affetto da una grave forma di distrofia muscolare e prima persona in Veneto ad aver ottenuto l’autorizzazione alla morte volontaria medicalmente assistita, come previsto dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.
La proiezione sarà seguita da un dibattito con gli attivisti dell’Associazione Luca Coscioni, che approfondiranno i temi del diritto all’autodeterminazione per garantire il rispetto delle proprie scelte nel fine vita.
L'articolo “Lasciatemi morire ridendo” a Reggio Emilia – Proiezione e dibattito sul fine vita proviene da Associazione Luca Coscioni.
“Lasciatemi morire ridendo” a Milano – Proiezione con Marco Cappato e Diego Silvestri
Milano – Cinema Beltrade, Via Nino Oxilia 10
Giovedì 21 novembre 2025
Ore 19:20
Una serata da non perdere con la proiezione del docufilm “Lasciatemi morire ridendo”, diretto da Massimiliano Fumagalli, che racconta la storia di Stefano Gheller, primo in Veneto e secondo in Italia ad ottenere l’autorizzazione alla morte volontaria medicalmente assistita, secondo i criteri fissati dalla Corte costituzionale.
Introduzione a cura di Marco Cappato, tesoriere di Associazione Luca Coscioni e Diego Silvestri, Consigliere Generale di Associazione Luca Coscioni;
Dibattito post proiezione con Massimiliano Fumagalli, regista Virginia Rosaschino e Alessandro Conconi, produttori
Un evento organizzato in collaborazione con la Cellula Coscioni di Milano,
Per informazioni: cellulamilano@associazionelucacoscioni.it
L'articolo “Lasciatemi morire ridendo” a Milano – Proiezione con Marco Cappato e Diego Silvestri proviene da Associazione Luca Coscioni.
Matteo D’Angelo interviene all’incontro pubblico “Veneto, terra di diritti”
Dolo (VE) – Circolo del Partito Democratico, Piazza Cantiere 4
Sabato 15 novembre 2025
Ore 9:45
Matteo D’Angelo, avvocato e attivista dell’Associazione Luca Coscioni, interverrà all’incontro pubblico “Veneto, terra di diritti” organizzato dal Partito Democratico
Modera Mattia Garzana (Giovani Democratici Venezia), saluti di Chiara IULIANO(Coordinatrice PD Riviera del Brenta) e Massimo IOVINE (Presidente Giovani Democratici Veneto), intervengono Jonatan MONTANARIELLO e Francesca BRESSANIN (candidati al Consiglio Regionale) e Iryna SHAPARAVA (attivista LGBT+)
L'articolo Matteo D’Angelo interviene all’incontro pubblico “Veneto, terra di diritti” proviene da Associazione Luca Coscioni.
Ora il TAR Sicilia ha accolto il nostro ricorso contro il Comune di Catania, che sarà commissariato per il piano.
Faremo valere questo precedente ovunque.
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Al via la Contro-Conferenza della società civile “”Sulle droghe abbiamo un piano”
Il 6, 7 e 8 novembre si tiene a Roma la Contro-Conferenza sulle droghe, autoconvocata dalla rete di associazioni della società civile, attiva da anni per riforme puntuali e onnicomprensive di leggi e politiche in materia di stupefacenti proibiti.
La tre giorni si tiene in concomitanza con la Conferenza Nazionale governativa sulle Droghe che, contrariamente a quanto propagandato, ha sistematicamente evitato qualsiasi coinvolgimento di voci critiche all’approccio proibizionista, punizionista e paternalista del Governo Meloni.
Il programma inizia giovedì 6, alla Città dell’Altra Economia, alle ore 17:30, con tre sessioni con ospiti internazionali che affronteranno quanto avviene in seno all’Onu e l’Ue in materia droghe. Ci saranno approfondimenti, esperienze e storie di successo di riduzione del danno di accesso alle cosiddette terapie psichedeliche.
Venerdì 7, alla Città dell’Altra Economia, dalle ore 9, verrà presentato il piano di politiche alternative a quelle governative. La proposta affronterà la stigmatizzazione delle persone che usano droghe, il carcere e le misure alternative alla restrizione della libertà personale, l’impatto delle nuove misure repressive sulle politiche sociali, le riforme e le sinergie necessarie tra servizi su dipendenze e salute delle persone che usano sostanze. Per finire, è previsto un confronto tra realtà provenienti da zone o quartieri nell’occhio del ciclone repressivo e mediatico.
Alle ore 21, al Cinema Troisi si terrà una puntata live del podcast Illuminismo Psichedelico, seguita dalla proiezione del film All the beauty and the Bloodshed di Laura Poitras.
Sabato 8, alla Sala della Protomoteca in Campidoglio, dalle ore 9, dopo i saluti istituzionali del Comune di Roma, si terrà un dibattito sulla regolamentazione delle sostanze a partire dalle realtà tedesche e maltesi sulla cannabis, un confronto con i membri della rete nazionale degli Enti Locali per l’Innovazione sulle Droghe (ELIDE) e una conferenza stampa di presentazione del documento finale della Contro-Conferenza e le conclusioni. Dalle 14, in piazza Ugo La Malfa, inizierà il ritrovo per la Million Marijuana March, che dal Circo Massimo arriverà in Piazza Vittorio passando per il Colosseo.
L’articolo 15 della legge 309/90 sulle droghe prevede che: “15. Ogni tre anni venga convocata una conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti, alla quale si invitano soggetti pubblici e privati che esplicano la loro attività nel campo della prevenzione e della cura della tossicodipendenza”. La chiusura del governo alle proposte e alle critiche da parte di associazioni e reti civiche ha reso necessaria l’organizzazione di un incontro che denunciasse i passi indietro istituzionali, avvenuti dalla VI Conferenza convocata dal Governo Draghi a Genova nel 2021, dove analisi e contributi indipendenti erano stati parte integrante dell’incontro ufficiale.
Il copione della Conferenza governativa appare già scritto, e da mesi, dalle norme repressive dal decreto anti-rave, dal decreto cosiddetto Caivano, che ha riempito di minori le carceri, dalla trasformazione del codice stradale in una legge che criminalizza ulteriormente i consumatori di droghe, nonché dal cosiddetto Decreto Sicurezza che restringe le libertà individuali, assimilando sostanze senza effetti psicoattivi, come la cannabis light, a sostanze psicotrope proibite. Un copione che, come a norma della legge “Fini-Giovanardi”, prevede che “le conclusioni della Conferenza vengano comunicate al Parlamento anche al fine di individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettate dall’esperienza applicativa” e che quindi lascia presagire ulteriori giri di vite illiberali e criminogeni.
La Controconferenza è convocata da: A Buon Diritto, ARCI, Antigone, Associazione Luca Coscioni, CGIL, CNCA, Comunità di San Benedetto al Porto, Forum Droghe, Gruppo Abele, ItaNPUD, ITARDD, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, L’Isola di Arran, LILA, Meglio Legale e Tutela Pazienti Cannabis Medica.
L'articolo Al via la Contro-Conferenza della società civile “”Sulle droghe abbiamo un piano” proviene da Associazione Luca Coscioni.
Anna Pompili a “50 anni di storia e storie dei consultori” – Quali presìdi di cura e di diritti
Roma – Sala Consiliare del Municipio I, Circonvallazione Trionfale 19
Giovedì 7 novembre 2025
Ore 15:00
, Anna Pompili, ginecologa e Consigliera Generale dell’Associazione Luca Coscioni, interverrà in occasione dell’incontro pubblico “50 anni di storia e storie dei consultori. Quali presìdi di cura e di diritti”, organizzato dalla Commissione Pari Opportunità del Municipio I Roma Centro.
L’appuntamento sarà anche l’occasione per celebrare i 50 anni dalla nascita dei consultori in Italia, ripercorrendone la storia attraverso esperienze e testimonianze, e discutere il loro futuro come presìdi di prossimità per la salute e la libertà delle persone.
Tra gli interventi, insieme ad Anna Pompili:
- Lorenza Bonaccorsi, Presidente del Municipio I
- Claudia Santoloce, Assessora alle Politiche sociali e Pari opportunità del Municipio I
- Laura Anelli, ginecologa coordinatrice dei consultori ASL RM1
- Monica Moriconi, delegata del Sindaco ASL RM1
- Silvia Ippolito, medico referente rapporti con le scuole del Distretto 1
Modera Daniela Spinaci, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Municipio I.
L’incontro è aperto a studenti, cittadine e cittadini, associazioni e comitati.
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Francesca Re e Mario Riccio all’incontro “Scelte di fine vita: ragioni e limiti del diritto penale”
Roma – Dipartimento di Giurisprudenza, Università Roma Tre
Via Ostiense 159, Aula 9Martedì 4 novembre 2025
Ore 10:00 – 12:00
Mario Riccio, Consigliere Generale e medico anestesista, e l’avv. Francesca Re, dottoressa di ricerca in diritto penale e Consigliera Generale dell’Associazione Luca Coscioni, intervengono all’interno del corso di Diritto Penale II e Diritto Penale Europeo del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, si terrà un incontro pubblico dal titolo:
“Scelte di fine vita: ragioni e limiti del diritto penale”.
L’appuntamento si inserisce nel quadro delle attività accademiche ma sarà aperto anche al pubblico interessato, fino a esaurimento posti.
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Domani si svolgerà l’udienza in Corte costituzionale sulla legge regionale della Toscana sul Fine vita
L’Associazione Luca Coscioni ha depositato un’opinione scritta
“La legge toscana è pienamente legittima, rientra nelle competenze regionali”, dichiara Filomena Gallo. Le fa eco Marco Cappato: “Il Parlamento sospenda l’esame della legge governativa in attesa del pronunciamento della Consulta”
Domani, 4 novembre, si terrà in Corte costituzionale l’udienza relativa al ricorso del Governo contro la legge della Regione Toscana n. 16/2025, frutto dell’iniziativa popolare “Liberi Subito” dell’Associazione Luca Coscioni, che regola nel dettaglio le modalità e i tempi per la verifica dei requisiti per l’accesso alla morte volontaria medicalmente assistita, così come stabilita dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. La normativa si colloca pienamente nell’ambito delle competenze regionali in materia di tutela della salute, come stabilito dall’articolo 117 della Costituzione sulla ripartizione del potere legislativo esercitato da Stato e Regioni.
L’Associazione Luca Coscioni, per prospettare alla Corte le motivazioni sulla legittimità della legge toscana, ha depositato un’opinione scritta a titolo di amicus curiae, in cui evidenzia come la normativa regionale garantisca diritti fondamentali nel pieno rispetto della cornice costituzionale e del principio di autodeterminazione sancito dalla stessa Corte.
“La Regione Toscana ha operato nel pieno rispetto della Costituzione, introducendo una procedura trasparente e verificabile, che risponde direttamente ai requisiti stabiliti dalla Corte stessa: requisiti che la legge toscana non modifica né amplia rispetto alla sentenza “Cappato”, ma si limita ad attuare con chiarezza e uniformità, eliminando disparità di accesso alle verifiche e all’assistenza. Se questa legge dovesse cadere, chi vive una condizione di sofferenza irreversibile si vedrebbe privato di strumenti per esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione in tempi certi”, dichiara Filomena Gallo, avvocata e Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni.
Appare paradossale che, mentre impugna la legge toscana sostenendo una presunta interferenza con le competenze statali, lo stesso Governo – nel caso di “Libera” – abbia dichiarato, in sede giudiziaria, che la fornitura dei dispositivi necessari all’autosomministrazione del farmaco per la morte volontaria assistita rientra nelle competenze delle Regioni.
“In attesa del pronunciamento della Consulta, il Parlamento dovrebbe sospendere l’esame della legge proposta dal Governo, che, tra le altre modifiche, cancellerebbe proprio il ruolo del Servizio sanitario nazionale e quindi delle Regioni , pur stabilito con chiarezza della Corte costituzionale”, afferma Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
L’Associazione Luca Coscioni auspica che la Corte costituzionale confermi il testo il rispetto delle competenze regionali e respinga il ricorso governativo, a tutela dei diritti fondamentali delle persone malate.
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mORA
in reply to Marco Cappato • • •Federico Bonfiglio
in reply to mORA • • •mORA
in reply to Federico Bonfiglio • • •@federicobonfiglio Penso di saper leggere l’italiano e di cogliere tutto quel osservi; ma appunto, se nel caso della ministra non ci sono condizioni legali per immigrare, il risultato è lo stesso.
Ovvero non ti do modo di farlo legalmente poi ti dico che se lo fai illegalmente (what else?) è un dovere morale impedirtelo.
Meschinità diverse, quelle sì, stesso risultato.
Federico Bonfiglio
in reply to mORA • • •