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New Documentary Details Ventilator Development Efforts During COVID


What would it be like to have to design and build a ventilator, suitable for clinical use, in ten days? One that could be built entirely from locally-sourced parts, and kept oxygen waste to a minimum? This is the challenge [John Dingley] and many others faced at the start of COVID-19 pandemic when very little was known for certain.

Back then it was not even known if a vaccine was possible, or how bad it would ultimately get. But it was known that hospitalized patients could not breathe without a ventilator, and based on projections it was possible that the UK as a whole could need as many as 30,000 ventilators within eight weeks. In this worst-case scenario the only option would be to build them locally, and towards that end groups were approached to design and build a ventilator, suitable for clinical use, in just ten days.
A ventilator suitable for use on a patient with an infectious disease has a number of design constraints, even before taking into account the need to use only domestically-sourced parts.
[John] decided to create a documentary called Breathe For Me: Building Ventilators for a COVID Apocalypse, not just to tell the stories of his group and others, but also as a snapshot of what things were like at that time. In short it was challenging, exhausting, occasionally frustrating, but also rewarding to be able to actually deliver a workable solution.

In the end, building tens of thousands of ventilators locally wasn’t required. But [John] felt that the whole experience was a pretty unique situation and a remarkable engineering challenge for him, his team, and many others. He decided to do what he could to document it, a task he approached with a typical hacker spirit: by watching and reading tutorials on everything from conducting and filming interviews to how to use editing software before deciding to just roll up his sleeves and go for it.

We’re very glad he did, and the effort reminds us somewhat of the book IGNITION! which aimed to record a history of technical development that would otherwise have simply disappeared from living memory.

You can watch Breathe for Me just below the page break, and there’s additional information about the film if you’d like to know a bit more. And if you are thinking the name [John Dingley] sounds familiar, that’s probably because we have featured his work — mainly on self-balancing personal electric vehicles — quite a few times in the past.

youtube.com/embed/xi3Te1LSUt0?…


hackaday.com/2025/02/12/new-do…




Continua il Caso Spyware in Italia: Un Altro Attivista Preso Di Mira Avverte Apple


Un attivista per i diritti dei rifugiati è stato preso di mira con uno spyware sofisticato, secondo un avviso inviatogli da Apple. David Yambio, leader del gruppo Refugees in Libya, ha ricevuto la notifica il 13 novembre, in cui si segnalava che il suo iPhone era stato oggetto di un “attacco spyware mercenario”. L’avviso specificava che l’attacco era probabilmente diretto a lui per il suo ruolo o le sue attività. Yambio ha condiviso il messaggio con Reuters, esprimendo sconcerto per la sorveglianza subita, affermando di non essere un criminale e di non comprendere il motivo di tale attenzione.

Apple ha iniziato a inviare avvisi di questo tipo nel 2021, quando ha intentato una causa contro la società israeliana NSO Group, nota per lo sviluppo di spyware come Pegasus, accusandola di aver sfruttato le vulnerabilità dei dispositivi Apple per spiare utenti.

La pratica di notificare agli utenti potenziali attacchi è continuata da allora, ma le circostanze specifiche dell’avviso ricevuto da Yambio rimangono poco chiare. Apple non ha rilasciato commenti immediati sulla questione, mentre Yambio ha preferito attendere un’analisi forense del suo dispositivo prima di trarre conclusioni.

La vicenda di Yambio emerge nel contesto di uno scandalo politico in Italia legato all’uso presunto dello spyware Paragon per intercettare le comunicazioni di oppositori del governo. Fonti anonime hanno riferito che Paragon, presentatasi come un’alternativa più etica rispetto a NSO, avrebbe interrotto i rapporti con il governo italiano dopo le accuse di utilizzo improprio della sua tecnologia. Lo scandalo ha alimentato polemiche e dibattiti sull’uso di strumenti di sorveglianza nel paese.

In parallelo, Yambio è stato coinvolto in un altro caso controverso: il rilascio di un presunto criminale di guerra libico, Al-Tuhamy Njeem, arrestato in Italia il 19 gennaio su mandato della Corte Penale Internazionale (CPI) ma liberato due giorni dopo e rimpatriato in Libia.

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UCRAINA: Trump vuole 500 miliardi in terre rare


@Notizie dall'Italia e dal mondo
L'Ucraina rischia di essere abbandonata da Trump, che ora pretende 500 miliardi in terre rare come risarcimento per gli aiuti finora inviati a Kiev. L'UE teme di essere tagliata fuori da un negoziato diretto Usa-Russia
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Grave vulnerabilità in OpenSSL: aggiorna subito per evitare attacchi MITM se usi RPK!


OpenSSL ha emesso un avviso di sicurezza invitando gli utenti ad effettuare immediatamente l’aggiornamento per mitigare il rischio critico di una vulnerabilità di sicurezza di elevata gravità. Si tratta del ( CVE-2024-12797 ) in OpenSSL, una delle librerie crittografiche più utilizzate. Il bug di sicurezza consente agli aggressori di sfruttare una falla negli handshake TLS e DTLS, consentendo potenzialmente attacchi man-in-the-middle (MITM) su connessioni vulnerabili.

La vulnerabilità riguarda le versioni 3.4, 3.3 e 3.2 di OpenSSL. Le versioni precedenti (3.1, 3.0, 1.1.1 e 1.0.2) e i moduli FIPS di OpenSSL non sono interessati.

Il problema risiede nella gestione delle chiavi pubbliche (RPK) RFC7250, un meccanismo opzionale nelle connessioni TLS/DTLS. Quando un client abilita l’uso di RPK per l’autenticazione di un server, potrebbe non riuscire a terminare l’handshake se la chiave pubblica del server non corrisponde ai valori previsti, nonostante sia impostata la modalità di verifica SSL_VERIFY_PEER. Questa omissione espone la connessione all’intercettazione da parte di un malintenzionato.

Gli RPK sono disabilitati per impostazione predefinita nelle implementazioni OpenSSL, ma se abilitati esplicitamente sia nella configurazione client che in quella server, potrebbe consentire agli aggressori di impersonare il server. Sfruttando questa falla, è possibile intercettare, leggere o modificare la comunicazione tra un client e un server.

OpenSSL ha rilasciato delle patch per risolvere il problema. Si consiglia agli utenti di aggiornare immediatamente le proprie librerie OpenSSL alle seguenti versioni:

  • Utenti OpenSSL 3.4 : Aggiornamento a OpenSSL 3.4.1
  • Utenti OpenSSL 3.3 : Aggiornamento a OpenSSL 3.3.2
  • Utenti OpenSSL 3.2 : Aggiornamento a OpenSSL 3.2.4

Le correzioni sono state effettuate a una segnalazione di Apple Inc. di dicembre 2024. Gli amministratori di sistema e gli sviluppatori che utilizzano OpenSSL dovrebbero rivedere le loro implementazioni per determinare se gli RPK sono abilitati esplicitamente. In tal caso, l’aggiornamento alle versioni patchate è fondamentale per mitigare i potenziali rischi per la sicurezza.

Per coloro che non utilizzano attivamente gli RPK, la vulnerabilità non rappresenta una minaccia immediata, poiché gli RPK sono disabilitati di default. OpenSSL consiglia agli utenti di monitorare regolarmente la propria pagina di avviso di sicurezza per eventuali aggiornamenti aggiuntivi o dettagli tecnici.

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Applicazione Della Clausola Di Salvaguardia Che Consente L’esonero Dall’applicazione Della Disciplina Nis2 – Quando E Come?


A 18 giorni dalla scadenza del termine per la registrazione dei soggetti NIS alla piattaforma di ACN, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, ed è in vigore, la disposizione sull’applicazione della clausola di salvaguardia prevista dall’art. 3 comma 4 d.lgs 138/2024.

Di cosa parliamo:


I soggetti NIS rientrano nel perimetro di applicazione della normativa se rispondono al requisito settoriale (cioè operano nei settori individuati dagli allegati al decreto 138/2024) e dimensionale (tranne alcune eccezioni operanti soprattutto in campo digitale).

Nel calcolo delle dimensioni dell’Organizzazione, laddove si tratti di imprese collegate o associate, si applicano i criteri di calcolo sui conti consolidati e dati aggregati come individuati dall’art. 6 dell’allegato alla raccomandazione 2003/361/CE. Se dai calcoli così condotti il gruppo di imprese supera i massimali individuati dalla normativa di riferimento, cioè medie e grandi imprese ai sensi dell’articolo 3 comma 2 del medesimo allegato alla raccomandazione, in questo caso trovano applicazione la normativa NIS2 e i relativi obblighi.

Ciò a condizione che non si applichi la clausola di salvaguardia.

Cosa è la clausola di salvaguardia:


La clausola di salvaguardia è una esenzione all’applicazione degli obblighi derivanti dalla normativa NIS2 che può essere richiesta nei casi in cui imprese collegate o associate, che incontrano i requisiti settoriali e dimensionali secondo i criteri di calcolo già visti, dichiarano che:

  • I sistemi informativi e di rete NIS dell’impresa sono totalmente indipendenti da quelli delle imprese collegate. Ciò si realizza quando i sistemi informativi e di rete delle imprese collegate non contribuiscono in alcun modo al funzionamento dei sistemi informativi e di rete NIS del soggetto.
  • Le attività e i servizi che rientrano nel perimetro NIS2, esercitate dal soggetto, sono totalmente indipendenti dalle attività svolte dalle imprese collegate. Ciò si realizza quando le attività e i servizi erogati dalle imprese collegate non contribuiscono in alcun modo allo svolgimento delle attività e dei servizi del soggetto.

Le due condizioni appena viste devono concorrere. Se si realizza una sola delle ipotesi di cui all’elenco, la clausola di salvaguardia non può essere applicata.

Come chiedere l’esclusione


L’applicazione della clausola di salvaguardia va richiesta dal soggetto che ritiene di incontrare entrambi i requisiti visti al punto precedente.

La domanda va inoltrata in fase di registrazione al portale ACN che fornirà un riscontro al soggetto tramite la stessa piattaforma.

Con l’istanza di applicazione della clausola di salvaguarda il soggetto dichiara l’esistenza di entrambi i requisiti visti nel paragrafo precedente, mediante dichiarazione avente valore di dichiarazione ai sensi dell’art. 76 d.p.r. 445/2000 con applicazione delle relative sanzioni penali in caso di dichiarazioni mendaci.

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Poison Tap: l’attacco che inganna il tuo computer e ruba tutto il traffico di rete


Il Poison Tap rappresenta una tecnica di attacco informatico tanto semplice quanto insidiosa, capace di compromettere la sicurezza di un sistema manipolando il traffico di rete in entrata e in uscita dal dispositivo vittima. Questo attacco sfrutta un dispositivo fisico, opportunamente configurato, per ottenere l’accesso non autorizzato ai dati in transito da e verso un computer.

Come funziona


L’attacco si basa sull’impiego di un dispositivo hardware, spesso un Raspberry Pi o un’alternativa simile, configurato per simulare il comportamento di una scheda di rete. Collegandosi fisicamente al computer bersaglio, il dispositivo riesce ad ingannare il sistema operativo fingendosi un’interfaccia di rete legittima. Una volta instaurata questa relazione, l’attacco si sviluppa in tre fasi principali:

  • Fase 1: Falsificazione del range di indirizzi IP: Quando un dispositivo di rete viene collegato a un computer, esso comunica il range di indirizzi IP disponibili nella rete locale (solitamente, 192.168.X.X). Questo processo consente al computer di distinguere tra gli host presenti sulla rete locale e quelli raggiungibili solo tramite Internet. Il dispositivo di Poison Tap altera questo processo, dichiarando falsamente di poter gestire l’intero intervallo di indirizzi IP possibili (da 0.0.0.0 a 255.255.255.255).
  • Fase 2: Dirottamento del traffico di rete: Ingannato dal dispositivo, il computer vittima instrada tutto il traffico di rete attraverso il dispositivo malevolo, poiché percepisce tale percorso come la “strada più breve” per raggiungere le risorse richieste. Questo include sia le connessioni locali sia quelle dirette verso Internet.
  • Fase 3: Analisi e manipolazione dei dati: Una volta dirottato il traffico, il dispositivo funge da proxy, consentendo all’attaccante di intercettare e manipolare i dati in transito, rubare informazioni sensibili, iniettare malware nei download…


Limiti e requisiti


Per eseguire un attacco di Poison Tap, è sufficiente che il computer sia acceso o in modalità standby; non è necessario che sia sbloccato o che l’utente sia presente. Tuttavia, la diffusione di protocolli crittografici avanzati come HTTPS, TLS e SSH mitiga parzialmente l’efficacia dell’attacco, limitandola ai protocolli meno sicuri ma ancora ampiamente utilizzati come FTP.

Implicazioni e difese


La semplicità di esecuzione del Poison Tap lo rende particolarmente insidioso. Può essere sfruttato per attacchi mirati contro organizzazioni o individui, specialmente quando i dispositivi vulnerabili sono lasciati incustoditi in luoghi pubblici o semipubblici.

Tra le possibili accortezze per prevenire questo attacco troviamo l’occlusione delle porte USB non utilizzate e la disabilitazione dell’autoconfigurazione delle interfacce di rete.

Conclusione


L’attacco Poison Tap mette in evidenza quanto possa essere vulnerabile un sistema quando la sicurezza fisica del dispositivo non è garantita. Sebbene i moderni protocolli di crittografia rappresentino una barriera efficace contro molti tipi di attacchi, la presenza di sistemi e reti legacy continua a offrire opportunità sfruttabili per gli attaccanti.

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La sicurezza sismica delle scuole a L'Aquila, sedici anni dopo


Condivido uno scritto di Massimo Prosperococco, cittadino aquilano attivo ormai da sedici anni sui temi della ricostruzione sicura e delle barriere architettoniche dopo il sisma.
(Foto: www.news-town.it)

Un consiglio comunale sulla sicurezza sismica delle scuole che ha segnato una sconfitta per la città.
Ho partecipato al consiglio comunale aperto sulla vulnerabilità sismica delle scuole dell’Aquila. Sono stato presente alla discussione come cittadino, ascoltando gli interventi, e sono rimasto profondamente sconvolto. Non ci sono altre parole per descrivere ciò a cui ho assistito.
La maggioranza ha sostanzialmente affermato che l’indice di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici, che sia 0,1, 0,6, 0,7 oppure 1, è irrilevante, perché in caso di terremoto crollerebbero comunque. Un’affermazione inaccettabile, che equivale a dire che non ha senso guidare sobri perché tanto gli incidenti possono accadere lo stesso, o che i limiti di velocità siano inutili perché non è detto che non si finisca a sbattere contro un guardrail.
Una posizione del genere, espressa da chi governa questa città, è semplicemente scioccante. Ma ancor più grave è la rigidità mostrata dalla maggioranza, che si è rifiutata di confrontarsi con i cittadini e di riconoscere la gravità del problema.
Oltre alla chiusura sul tema della sicurezza scolastica, abbiamo assistito a un ennesimo attacco del primo cittadino e di alcuni consiglieri comunali nei confronti dei comitati cittadini, in particolare contro il Comitato Scuole Sicure L’Aquila.
Si è cercato, ancora una volta, di screditarci, insinuando che dietro la nostra battaglia ci siano secondi fini politici o appartenenze a gruppi o associazioni di vario genere. A questo punto verrebbe da chiedersi: secondo loro, per avere il diritto di chiedere scuole sicure per i nostri figli, dovremmo dimostrare di non avere alcuna attività, nessuna appartenenza, nessuna storia personale? Dovremmo forse evitare di fare la spesa sotto casa, perché anche quello potrebbe essere visto come un legame sospetto?
Chi governa questa città, evidentemente, non riesce a concepire che esistano cittadini che si impegnano per il bene comune senza alcun interesse personale o di partito. Noi del Comitato abbiamo sempre avuto un solo obiettivo: la sicurezza delle scuole dell’Aquila, chiunque fosse il sindaco e qualunque fosse il colore politico dell’amministrazione.
Lo abbiamo dimostrato nel passato, confrontandoci duramente anche con la giunta Cialente, come dimostrano i numerosi dibattiti televisivi e gli articoli di stampa dell’epoca. Lo abbiamo fatto con il sindaco Biondi, che nel 2017 aveva promesso la ricostruzione di tutte le scuole in sicurezza. Ma oggi, quella promessa è rimasta lettera morta.
Quello che fa più male è il rifiuto di trasformare L’Aquila in un modello di sicurezza scolastica, come sarebbe stato naturale dopo il terremoto del 2009. Questa città avrebbe potuto scegliere di investire sulla sicurezza come scelta politica, etica e di responsabilità verso le future generazioni.
Abbiamo provato a portare all’attenzione della giunta l’esempio virtuoso della città di Kyoto, in Giappone, dove le scuole non sono solo edifici sicuri per i bambini, ma diventano punti di riferimento per tutta la popolazione in caso di emergenza. Nelle mappe della protezione civile di Kyoto, le scuole sono indicate come rifugi sicuri: un segnale chiaro di come una comunità possa e debba mettere la sicurezza al primo posto.
A L’Aquila, invece, si continua a investire in orrende pavimentazioni del centro storico, inaugurazioni simboliche e “prime pietre”, mentre le scuole restano abbandonate a sé stesse. Chi ci sta guadagnando da tutto questo? A volte sembra che l’unico vincitore sia chi fornisce le lastre di pietra per le innumerevoli “prime pietre” posate in questi anni, mentre gli studenti continuano a frequentare MUSP costruiti per durare 5 anni, ne sono passati 16!
Il consiglio comunale di ieri è stato un’occasione persa. Non solo non si è voluto affrontare seriamente il problema, ma si è attaccato chiunque osasse porre domande scomode. Vedere una classe politica che si arrocca nelle proprie posizioni, senza ascoltare la città, e facendo dossieraggio per informarsi su chi sta portando avanti queste battaglie, è desolante.
E poi ci si chiede perché le persone si allontanano dalla politica. Come si può avere fiducia in chi governa, quando la risposta a un tema cruciale come la sicurezza delle scuole è la chiusura totale al confronto e la delegittimazione del dissenso?
Noi continueremo a chiedere scuole sicure. Continueremo a chiedere che questa città sia un modello di sicurezza, non solo per i nostri figli, ma per tutta la comunità. Chi governa, oggi, ha perso un’occasione per dimostrare di avere davvero a cuore il futuro dell’Aquila.

Massimo Max Giuliani reshared this.



WetterOnline vede uno "sforzo sproporzionato" nel conformarsi al GDPR WetterOnline condivide i dati personali dei propri utenti con più di 800 aziende terze a scopo pubblicitario mickey12 February 2025


noyb.eu/it/wetteronline-sees-d…



In a letter to a US senator, a Florida-based data broker says it obtained sensitive data on US military members from a Lithuanian company, revealing the global nature of commercial online ad surveillance.#News #Privacy



@Ernesto Wong García estaba pensando en hacer algo así para los hashtags, a ver... ¿qué te parece?

Se va a poder hacer clic en cada elemento (por ej. "linux" aquí) y abrir la pantalla correspondiente con todos los post que contienen el hashtag seleccionado.

@RaccoonForFriendica




"Trump, non c'è bisogno di comprare Gaza, ce la prenderemo" un tempo queste cose le dicevano i dittatori e/o putin... adesso anche i paesi "democratici"? che freddo che mi viene quando penso a una "persona" come trump. è veramente la fine di ogni speranza. peccato perché il mondo a parte l'umanità sarebbe davvero bello, anche se "un filino" crudele.
in reply to simona

@simona non che la situazione sia molto migliore adesso, e da sabato sarà peggio.


#Gaza, #Trump e Netanyahu smontano la tregua


altrenotizie.org/primo-piano/1…


Ascoltare Euronews è come ascoltare continuamente i rumori di una cloaca perennemente in funzione




This week I'm zooming in on the culture of the fediverse, prompted by the Superbowl halftime show. IFTAS announces they'll run out of funding soon, indicating the challenges with funding Trust & Safety in the network.


Last Week in Fediverse #103

This week I’m zooming in on the culture of the fediverse, prompted by the Superbowl halftime show. IFTAS announces they’ll run out of funding soon, indicating the challenges with funding Trust & Safety in the network.

On bridging and fediverse culture


Erin Kissane wrote an excellent article this week, about ‘bridging’ (connecting separate networks), fediverse culture, and why this regularly leads to drama and blowups. Kissane gives three explanations as to why this type of drama keeps happening, of which I want to highlight one: ‘Conflicting models of what the fediverse “really” is’. Kissane focuses on two different cultures on the fediverse regarding how connections between different places on the fediverse should be made, and how they should deal with consent.

I agree with Kissane’s observation, both that these competing models exist, as well as that a lack of acceptance that there are different models leads to conflict. Just last week I wrote about two separate cases of drama between various people about fediverse software that deals with these conflicting models on what the fediverse really is. In general I think that it is highly important to have a good understanding of what the fediverse truly is, and not only what people want the fediverse to be.


This Sunday was the NFL Superbowl, with the halftime show by Kendrick Lamar. Lamar made some powerful visual statements in his show, such as a flag of America that consists entirely of Black men. Browsing both the fediverse and Bluesky this Monday morning served as a good indication of how different the cultures of these two networks are.

On Bluesky, 20 of the most liked 25 posts of the entire network 1 discussed the Superbowl, and of those 20, 12 were specifically about Lamar’s halftime show. Shortly after the end of the show, network traffic spiked to almost double the traffic for a short period as people logged in to talk about the show.

On the fediverse, I had a hard time finding any posts discussing the Superbowl. I saw one post on the trending page of mastodon.social. Browsing through all posts made with the hashtag #superbowl gave me more than five times as much superb pictures of owls as it gave me posts about the halftime show.2 There is a long tradition of posting pictures of owls with the tag SuperbOwl, that far predates the fediverse.

It shows two social networks with very different cultures: one as a place to discuss mainstream cultural events, and one as a place for counterculture and the subversion of mainstream culture. I do not think this difference is an anomaly either, in general I see significantly less conversations about pop culture on the fediverse. This specific example with the Superbowl halftime show is just a clear example of a larger trend

To be clear here: this is not a criticism of the fediverse, nor is it a call for the fediverse to change and suddenly start posting about Lamar. The reason I’m highlighting these difference is to show what the fediverse actually is. There is a significant group of people that have an interest in the fediverse for the potential that it can be. This group frames the fediverse as an alternative to platforms like X, as a way to build social media platforms that are welcoming for everybody. This is a laudable goal to strive for. The ongoing coup in the US illustrates the urgent need for social platforms that are not owned by the oligarchy. But I also think that working towards such goals requires a good understanding what the fediverse currently actually is.

That is why I’m placing this observation in the context of Kissane’s post, who notes that people having ‘conflicting model of what the fediverse “really” is’ leads to conflict, and hampers potential for change in the fediverse. To me, how the fediverse responded to the Superbowl is a good illustration of the current culture of the network. What the fediverse currently is, is a countercultural network with little interest in mainstream pop culture. This is an absolutely fine identity to have! But for the people who are working to bringing the fediverse into the mainstream, it is important to realise that this countercultural identity clashes with with bringing a mainstream cultural identity to the fediverse.

The News


IFTAS has announced that they are running out of funding, and that barring new funding sources that will come through this month, the organisation will have to scale down their activities significantly. IFTAS says that they are currently focused on getting funding for their Content Classification Service (CCS). CCS is an opt-in system which helps fediverse server admins with CSAM detection and reporting. Running a social networking server comes with a fair amount of requirements regarding reporting CSAM, which are difficult to do for fediverse admins. CCS is intended to help with that, but IFTAS describes it as an “a ridiculously expensive undertaking, far beyond what the community can support with individual donations”. If IFTAS cannot secure funding by the end of the month, they will have to suspend the operation of CCS and its CSAM detection service. Other work that IFTAS will have to halt if no funding comes through is giving policy guidance, like their recent work for server admins on how to navigate the new UK Online Safety Act.

Funding Trust & Safety has been a major challenge for the fediverse. Recently, Mastodon tried a fundraiser for a new Trust & Safety lead, where Mastodon only managed to raise 13k of the aimed 75k. It is a concerning situation for the fediverse. One of the selling points of the network is that it can be a safer place for vulnerable people. But it turns out that actually funding the work that can make the fediverse a safer place is a lot harder than it should be.


Tapestry is a new iOS app by Iconfactory, who once made the popular Twitter client Twitterific. Tapestry is a combination of a news reader and a social media site. It allows you to combine many feeds into a single timeline. Tapestry supports social feeds like Mastodon, Bluesky and Tumblr, as well as RSS, YouTube, and more. The app was funded via Kickstarter last year. In a review, David Pierce from The Verge describes Tapestry as a ‘timeline app’, in a similar category as apps like feeeed and Surf. In his review, Pierce describes how timeline apps are about consuming information and new in a different way, and help manage the information overload that social media feeds present us with. I think that is also why I find these types of apps interesting, as they also frame the fediverse in a different way. Most popular fediverse software like Mastodon and Pixelfed are wired around social interaction. However, they follow the same patterns as the Twitters and Instagrams that came before, and over the last 15 years society has reshaped itself so that platforms like Twitter became not only used for talking, but also as a way to distribute news. So far, the fediverse is repeating this structure; Mastodon is used both for organisations that just want to send out a link to their news article as well as for people to chat with their friends. Timeline apps like Tapestry help split out these use cases, and allow people to take one part of the interaction pattern of Mastodon (following news and updates) without the other pattern (chatting with friends).

The Links


Some more videos of fediverse presentations that happened at FOSDEM last week were published online:

The Brazilian Institute for Museums, a Brazilian government agency, is hiring two people to expand their integration with ActivityPub.

Flipboard has published more information and a schedule for Fediverse House, a conference about the social web. It will be held in Austin, Texas, on Sunday March 9th and Monday March 10th.

And some more links:

That’s all for this week, thanks for reading!


  1. I checked at 6am PST, and looked at the past 12 hours. ↩︎
  2. Also checked on 6am PST, and checked all posts made with that hashtag as visible from the mastodon.social server. I saw 61 pictures of owls, and less than 10 pictures by non-automated accounts of the show by Lamar. I’m saying less then 10 here because there were some automated bot accounts in there who mirror posts from news websites. Due to the size difference in userbase between Bluesky and Mastodon I’m less interested in the absolute numbers as in the relative difference between them. ↩︎

#fediverse #superbowl

fediversereport.com/last-week-…




(Vito Macuso - La Stampa - lunedı̀ 22 maggio 2023)

Spesso un fenomeno lo si capisce analizzando il suo opposto e cosı̀, ragionando sull’intelligenza artificiale, è utile considerare la stupidità naturale. Lo faccio alla luce di due pagine straordinarie del teologo protestante Dietrich Bonhoeffer scritte poco prima di essere arrestato dalla Gestapo (due anni dopo verrà impiccato per ordine di Hitler) e proprio nello stesso anno, il 1943, in cui due studiosi americani (McCulloch e Pitts) progettavano il primo neurone artificiale. Per Bonhoeffer la stupidità è “un nemico più pericoloso della malvagità” perché, mentre contro il male è possibile protestare e opporsi con la forza, contro di essa non si hanno difese, le motivazioni non servono a niente, dato che lo stupido è tale esattamente perché si rifiuta a priori di prendere in considerazione argomenti che contraddicono le sue convinzioni. Lo stupido, a differenza del malvagio, è soddisfatto di sé. Tentare di persuaderlo con argomentazioni è insensato, può essere anche pericoloso. Da qui un’acquisizione essenziale: la stupidità riguarda “non l’intelletto, ma l’umanità di una persona”. Ci sono uomini molto dotati intellettualmente che sono stupidi, e altri intellettualmente inferiori che non lo sono affatto.
Si comprende cosı̀ che l’intelligenza è uno strumento a servizio di qualcosa di più prezioso. Di cosa, precisamente? A questa domanda oggi non siamo in grado di rispondere, il che significa che non sappiamo in cosa consiste la nostra essenza e quindi non sappiamo proteggerci a dovere.
Bonhoeffer intitolava il suo scritto “Dieci anni dopo”. Dopo che cosa? Dopo l’ascesa al potere di Hitler avvenuta nel 1933. Sorge quindi in me la seguente domanda: l’intelligenza artificiale prefigura un nuovo totalitarismo o è la liberazione finale dalla stupidità naturale quando non ci saranno più medici che sbagliano diagnosi e giudici che condannano innocenti perché al loro posto vi saranno robot umanoidi superperformanti? Di certo, non basta avere informazioni per essere intelligenti, e non basta essere intelligenti per non essere stupidi. Si può essere intelligentissimi, dotati di tutte le informazioni, e tuttavia cadere preda della stupidità che non riguarda l’intelligenza ma l’umanità.
Per questo non è detto che l’intelligenza artificiale segni l’arrivo di un’epoca in cui la stupidità naturale sarà finalmente superata grazie all’efficienza della macchina umanoide, con l’inizio di una nuova era planetaria: prima Olocene, oggi Antropocene, domani la radiosa Mechanocene.
Nella nuova efficientissima era delle macchine a forma di uomo dominata dall’intelligenza artificiale e persino dalla “coscienza” artificiale, non è detto che la stupidità verrà
definitivamente eliminata, visto che ci sono ignoranti per nulla stupidi ed eruditi completamente tali. Torna quindi la domanda: come si chiama quella dimensione rispetto a cui l’intelligenza è al servizio e che è la nostra più preziosa ricchezza?
Gli antichi greci la chiamavano Sophı́a, i latini Sapientia, gli ebrei Hokmà, altre civiltà in altri modi. Per attingerla e coltivarla dentro di sé non servono macchine ma silenzio, voglia di studiare, amore del vero. Servono le quattro virtù cardinali elencate per primo da Platone: saggezza, giustizia, forza, temperanza. Chi oggi le insegna, chi le conosce?
L’altro giorno leggevo che lo stato di New York ci ha ripensato e renderà utilizzabile a scuola Chat-GPT perché, asseriscono i responsabili, non si possono privare i ragazzi degli strumenti che poi da grandi nella vita reale dovranno usare quotidianamente. In precedenza gli stessi responsabili ne avevano proibito l’utilizzo scolastico. Quando hanno sbagliato? Sei mesi fa o ieri? Non lo so, io non sono la nuova “bocca della verità” detta Chat-GPT che dà una risposta su tutto, ma intuisco che probabilmente la verità, come quasi sempre, sta nel mezzo. Vi sono materie scolastiche per le quali Chat-GPT è utile e privarsene sarebbe stupido, ma ve ne sono altre per le quali il suo utilizzo sarebbe nocivo, forse letale, perché priverebbe dell’essenza stessa della ricerca intellettuale. Qual è questa essenza?
Lessing, filosofo illuminista tedesco, nel 1778 scriveva cosı̀: “Se Dio tenesse nella sua destra tutta la verità e nella sinistra il solo eterno impulso verso la verità, e mi dicesse: Scegli!, io mi precipiterei umilmente alla sua sinistra e direi: Concedimi questa, Padre! La verità pura è soltanto per te!”. Oggi al posto di Dio c’è la macchina, oggi al centro dell’altare della nostra mente c’è la tecnologia, e se le antiche tragedie conoscevano il Deus ex machina oggi noi abbiamo Deus sive Machina. Emanuele Severino riassumeva bene la situazione: “Dio è il primo tecnico, la Tecnica è l’ultimo dio”. Per indicare l’essenza della ricerca io riformulo cosı̀ le parole di Lessing: “Se la Macchina avrà nella sua destra tutta la conoscenza e l’efficienza, e nella
sinistra il solo eterno impulso verso la ricerca e il lavoro, e mi dirà: Scegli!, io sceglierei la sinistra dicendo: Concedimi questo, Signora! La conoscenza totale e l’efficienza pura sono solo per te!”.
A che serve sapere che il cervello è composto da 87 miliardi di neuroni ognuno dei quali è collegato ad altri diecimila neuroni per una somma stratosferica di connessioni detta “connettoma”, se poi non so usare in modo saggio la mente che ne promana? Socrate non sapeva nulla di neuroni, ippocampo e amigdala, eppure usava la sua mente nel modo sublime che ancora ci illumina. A che serve conoscere la struttura dell’atomo se poi uso tale conoscenza per fare la bomba atomica e i proiettili all’uranio impoverito? A che serve insomma l’intelligenza, se poi non è in grado di generare sapienza? Questo infatti è il fine della vita: essere sapienti, avere sapore. Rispetto a ciò, l’intelligenza è solo un mezzo.
Noi oggi però scambiamo il mezzo per il fine, e cosı̀ ci ritroviamo in balı̀a delle acquisizioni scientifiche come se solo queste avessero valore in se stesse, come se il solo fatto di poter realizzare una performance cognitiva e tecnologica realizzasse l’obiettivo della vita. Potenza per avere ancora potenza, con la conoscenza scientifica asservita all’onnipotenza tecnica: è questo lo statuto contemporaneo. Ed è per questo, lo ammetto, che l’intelligenza artificiale mi fa paura. Non mi fa paura per se stessa, perché amo l’intelligenza e ricerco la conoscenza fin da quando era bambino; mi fa paura perché non è guidata da nessuna sapienza e può paradossalmente coincidere con l’imperversare della stupidità.
Ancora Bonhoeffer: “Ci accorgiamo con stupore che in determinate circostanze gli uomini vengono resi stupidi, ovvero si lasciano rendere tali”. Aggiungeva che in chi vive in modo piuttosto solitario il contrassegno della stupidità è meno presente rispetto a chi vive costantemente in compagnia. Il fatto però, aggiungo io, è che oggi quasi tutti noi viviamo in costante compagnia, siamo sempre tutti connessi, siamo spettatori, siamo social, in balı̀a di
influencer e di influenze di ogni tipo. E la stupidità, logicamente, imperversa. E in questo scenario cosa succede? Succede che a questa umanità sempre più incapace di governo di sé qualcuno offre (non certo disinteressatamente) l’intelligenza artificiale. Da qui l’incubo: stupidità naturale + intelligenza artificiale. Come chiamate il risultato dell’addizione? Secondo Bonhoeffer, che non a caso scriveva “dieci anni dopo”, la stupidità era un problema anzitutto politico: a suo avviso infatti “qualsiasi ostentazione esteriore di potenza, politica o religiosa che sia” (oggi io tolgo religiosa e aggiungo tecnico-scientifica) “provoca l’istupidimento di una gran parte degli uomini”. Intravedeva una specie di legge socio-psicologica: “La potenza dell’uno richiede la stupidità degli altri”. E ancora: “Sotto la schiacciante impressione prodotta dall’ostentazione di potenza, l’uomo viene derubato della sua indipendenza interiore e rinuncia cosı̀, più o meno consapevolmente, ad assumere un atteggiamento personale davanti alle situazioni”.
Ecco, perfettamente delineato, il punto: l’indipendenza interiore. E' a questo che si deve mirare. Di tecnici che sanno tutto del genoma e delle reti neurali e che poi mettono le loro conoscenze al servizio di chi paga di più ne abbiamo a sufficienza, sono il risultato di una scuola che consegna solo istruzione e trascura del tutto l’educazione. L’istruzione infatti ha come obiettivo il tecnico, il competente; l’educazione invece l’uomo libero, indipendente. Le due cose, ovviamente, devono andare insieme, ma oggi prevale di gran lunga la prima.
In questo articolo ho sostenuto che l'intelligenza artificiale non è necessariamente il contrario della stupidità naturale. Vi può esserne un uso che riduce la stupidità naturale, e un altro che la incrementa. La stupidità infatti non è assenza di conoscenze ma assenza di saggezza, ovvero di quella qualità da cui dipende l’umanità.



After health agencies responded to Trump's executive order deeming there to be only "two sexes" by scrubbing sites of important resources, a judge ordered they have until midnight Tuesday to bring them back online.

After health agencies responded to Trumpx27;s executive order deeming there to be only "two sexes" by scrubbing sites of important resources, a judge ordered they have until midnight Tuesday to bring them back online.#health #DonaldTrump #cdc #fda



Elodie a Sanremo: “Non voterei Giorgia Meloni neanche se mi tagliassero una mano” | VIDEO


@Politica interna, europea e internazionale
Sanremo 2025, Elodie: “Non voterei mai Giorgia Meloni” A poche ore dall’inizio del Festival di Sanremo 2025, al via su Rai 1 nella serata di martedì 11 febbraio, Elodie torna a parlare di Giorgia Meloni affermando che non la voterebbe neanche se le “tagliassero una

in reply to Elezioni e Politica 2025

@elezioni @Politica interna, europea e internazionale mi domando sempre per un elettore debba votare come #rose #villain piuttosto che come Caio o sempronio: non abbiamo più diritto neanche alle nostre idee 😅



Più droni, meno aerei. Verso un nuovo equilibro nell’aria. L’analisi di Del Monte

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il tenente colonnello dell’Armée de l’Air et de l’Espace, Adrien Gorremans, in un report pubblicato dall’Ifri (Institut français des relations internationales) ha scritto che le vecchie dottrine interarma della superiorità aerea, definita come la “libertà



Vulnerabilità sistema anti-collisione traffico aereo


ar - Il Cyber-Defence Campus del DDPS ha individuato delle vulnerabilità nel sistema anticollisione dell’aviazione civile
Berna, 10.02.2025 - Il Cyber-Defence Campus del DDPS ha individuato due vulnerabilità nel «Traffic Alert and Collision Avoidance System (TCAS) II», il sistema anticollisione dell’aviazione civile. Il 21 gennaio 2025 la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) e la Federal Aviation Authority (FAA) degli Stati Uniti hanno stabilito che le vulnerabilità rilevate e pubblicate sono rispettivamente medio gravi e gravi.

Armasuisse da news.admin.ch



#IscrizioniOnline, pubblicati i dati delle domande presentate sulla piattaforma #Unica. Nello specifico, i Licei hanno mostrato anche quest’anno un aumento con il 56%, gli istituti professionali rimangono al 12,7% del totale, mentre gli istituti tecn…



SUDAFRICA. Denunciato per “tradimento” il gruppo che chiede intervento di Trump


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Gli agricoltori bianchi, che rappresentano l'8% della popolazione, possiedono il 78% dei terreni agricoli privati del Sudafrica. Il 50% di tutti i terreni del Paese. Il presidente Trump ha tuttavia dichiarato che i discendenti dei coloni europei sono



A mia madre


Piango mentre ti lavo e con le mie lacrime ti lavo
Piango mentre t’imbocco e prego che almeno questo, almeno un boccone
Piango mentre mi guardi e non mi vedi, mentre ti vedo e non mi guardi
Piango ricordando come eri e non ricordo più quando ti ricordavi di me
Piango un pianto che non consola, che non sfianca, che non serve nemmeno a farti chiedere “perché piangi?”


#USAID, la maschera dell'impero


altrenotizie.org/primo-piano/1…


#Trump e il bivio per l'Iran


altrenotizie.org/spalla/10573-…


W.A.L.H.F.M.F. Crumbled Orchestra – album
freezonemagazine.com/articoli/…

Prima o poi doveva accadere e così è stato: tre componenti storici de I Numantini (importante gruppo folk attivo nel legnanese sin dai primi anni ’70) si sono ritrovati per mettere a fattore comune il loro sapere musicale e dare vita ad un lavoro che allargasse quell’esperienza riconducendo il trio sugli stilemi dei loro ascolti […]
L'articolo W.A.L.H.F.M.F. Crumbled



di certo i castori sono più utili di trump. e anche più carini e simpatici.


trump: un diplomatico nato. ma veramente... ma chi l'ha votato non si vergogna?


Presentazione del libro "La storia dei quaranta"


Finalmente è tempo per la prima presentazione dell'anno! Ci verrà a trovare Raoul Dalmasso con il quale parleremo del suo libro "La storia dei quaranta o la verissima storia de li quaranta banditi di Amandola che se ne andarono a menar guerra al Turco" edito da Edizioni Malamente.
Un testo dalla narrazione pop e serrata, con un forte senso etico e politico. Sta al lettore decidere se leggerlo come un romanzo d'avventura o come una trattazione storica di eventi.
Dalmasso ci accompagna nella seconda metà del '500 nella marca del sud a suon di risse, archibugiate, fatti truci e sanguinosi ma anche di onore e giustizia, personale e sociale. Noi ci siamo lasciati trasportare dalla narrazione serrata del suo libro e siamo sicuri che conquisterà anche voi.

Anno 1565. Città di Amandola, Stato di Santa Chiesa. Tutta la Marca del Sud è infestata da una seditiosa et brigosa marmaglia de banniti. Sembra che queste terre montagnose non partoriscano altro che gente indocile e cruenta. Amandola non fa di certo eccezione. Anzi.
Quaranta banditi amandolesi vengono coinvolti nella guerra di famiglia dei Manardi che è appena ricominciata. L'intervento di Papa Pio V e i suoi birri obbligano i Quaranta a fuggire più lontano possibile dalla iustitia del Papa e dal cappio del boia. Riparano a Venezia, dove si arruolano come mercenari. La Serenissima, ben contenta di poter combattere il Male con il Peggio, li schiera nel bel mezzo della grande guerra contro il Turco.
La passeggiata terrena dei Quaranta si fa fottutamente difficile.

Ci vediamo venerdì 14 alle 18:30 in libreria, non mancate!




COLOMBIA. Ex Ministro Correa: “Mi sono dimesso perché non lavoro con chi maltratta le donne”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Intervista al ministro della Cultura che ha lasciato il suo incarico dopo la nomina di Benedetti a Capo di gabinetto e di Sarabia come ministra degli Esteri. Il primo è stato denunciato per violenza domestica e la seconda



La Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza è stata istituita nel 2015 dall'Assemblea Nazionale dell'ONU, e patrocinata dall'UNESCO, con lo scopo di sensibilizzare e promuovere l'uguaglianza di genere per offrire realmente pa…



Al parco in cui vado sempre a correre ho scoperto che è pieno zeppo di piante di alloro. Pieno proprio. Allora ieri ho raccolto un po' di foglie e ci ho aromatizzato delle polpettine che ho improvvisato con delle lenticchie che avevo aperto l'altro giorno per sbaglio, mischiate con altrettanta farina di mais tipo quella per la polenta, con due tre pomodori secchi sminuzzati, pizzico di curcuma, granello di pepe, polvere peperoncino, una punta di orecchio di pipistrello, aglio in polvere e altre cosette a casaccio che avevo in dispensa e poi chiaramebte svariate foglie di alloro sminuzzate grossolanamente. Sono venute buonissime ste polpettine 😋

L'alloro (Laurus Nobilis) è una pianta fantastica, che tra l'altro ha avuto sempre un ruolo importante nella cucina, nella medicina naturale e anche nella cultura del mediterraneo, dalla mitologia dell'antica grecia (la ninfa Dafne prende il nome da questa pianta), alla politica dell'antica roma dove era un simbolo di trionfo e si usava per cingere la testa dei generali vittoriosi.

Al seguente link molte info su questa pianta dalle foglie profumatissime e dalle grandi virtù e dagli utilizzi infiniti, il cui unico difetto direi è che non contiene thc, altrimenti sarebbe pieno di canzoni a lei dedicate, come ce ne sono tante dedicate alla ganja 👌😅

cure-naturali.it/enciclopedia-…

#vegan #alloro #polpette #gnam




Per il sito della rassegna coordinata da Luigi Grechi esce la mia conversazione con lo storico cantautore romano, la cui storia parte dal Folkstudio e arriva all’Antica Stamperia Rubattino passando per tre album, l’ultimo dei quali recentissimo. Son sempre stato un ingordo di musica, di ogni tipo e genere musicale. Per usare un parolone forse un po’ abusato, credo che la musica mi abbia salvato la …


📣 Oggi è il #SaferInternetDay 2025, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete.

Il #MIM aderisce all’iniziativa con un evento nazionale presso il teatro “Ambra Jovinelli” a Roma dalle ore 10.30.

Qui la diretta ▶️youtube.



Regno Unito: la sottile differenza tra essere un'isola ed essere isolati.


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/uk-fuck-…
COURTESY TRANSLATION: Dear Brit friends, your government is behaving like a git and is as dangerous as a toddler with nukes. Gli Stati Uniti d'America hanno un proprio ordinamento, una propria cultura, proprie logiche



Johan Trollmann
freezonemagazine.com/rubriche/…

“In realtà tutti mi chiamano Rukeli”; “Rukeli: che cavolo vuol dire? Che lingua è?”. “È romanì: l’antica lingua delle popolazioni Rom e Sinti”; “E perché ti piace l’idea di adottare un nome di battaglia romanì?”; “Semplice: perché io sono un Sinti”; “Non penso sia un buon affare allenarti, allora; un pugile Sinti ed un allenatore […]
L'articolo Johan Trollmann proviene da FREE ZONE MAGAZINE.




La mia intervista a Fabrizio Emigli


Sul sito "I giovani del Folkstudio" di Luigi "Grechi" De Gregori intervisto Fabrizio Emigli, cantautore romano storico.
E stasera Luigi e i "Giovani del Folkstudio" saranno a Roma all'Asino che vola per "Noi non ci sanremo", evento alternativo al festivalone.
giovanidelfolkstudio.org/inter…




A Orson


Foreste inesplorate.

Radure dimenticate.

Occhi che mi guardano,
Cuccioli divertiti.

Fra i rami, i raggi del sole
Disegnano figure che non comprendo
E adesso capisco che mi sono perso
Qui, dove vivi.

Cuccioli che giocano
S'inseguono senza un perché.
È tutto così strano,
Così diverso dalla mia città.

Sui marciapiedi, nelle strade
Dove tu sei passato
Aghi di pino, foglie morte
Mi hanno detto che l'intero tuo mondo
Era qui.

E adesso corri, giochi anche tu.
Gridi forte: «Viva la libertà!!!».
Sorridi a una nuvola sola nel cielo.

E giochi.

E corri.

Lontano dalla mia città.