"Potete rimandarmi in carcere? Non voglio stare qui, il carcere è brutto ma mille volte meglio"
Guarda l'integrale del racconto del Cpr di Gradisca d'Isonzo su @raiplay: raiplay.it/video/2025/03/Il-ca… #ilcavalloelatorre
Il cavallo e la torre 2024/25 - Tregua - 11/03/2025 - Video - RaiPlay
La Commissione europea ha portato a termine il lavoro sul nuovo regolamento per un sistema comune europeo di rimpatri dei migranti, con l'obiettivo di superare la frammentazione tra i 27 sistemi nazionali.RaiPlay
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Vito Mancuso - Dall’America alla Russia, emergono gli uomini peggiori - La Stampa
lastampa.it/cultura/2025/03/09…
Trentini, digiuno a staffetta in solidarietà con Alberto: “Lo faremo finché non torna a casa” (ad oggi già 400 hanno aderito alla staffetta) - La Repubblica
repubblica.it/cronaca/2025/03/…
Le libertà del liberale
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(Stuart Kauffman "Reinventare il sacro" Codice Edizioni)
Qui sulla Terra, una buona metà di noi crede in un Dio creatore. Qualche altro miliardo crede in un Dio abramitico soprannaturale, e alcuni altri negli antichi dei indù. Tradizioni di saggezza, come il buddismo, sono spesso senza Dio. Circa un miliardo di persone è laico, ma privo di spiritualità e semplice consumatore materialista in una società laica. Se c'è qualcosa a cui noi laici teniamo è l'umanesimo. Ma l'umanesimo, in un'accezione ristretta, è troppo esile per nutrirci come agenti umani nel vasto universo che in parte co-creiamo. Abbiamo bisogno, credo, di un dominio per la nostra vita, ampio come la realtà. Se la metà di noi crede in un Dio soprannaturale, la scienza non confuterà quella fede. Abbiamo bisogno di un luogo per la nostra spiritualità, e un Dio creatore è uno di quei luoghi. Siamo noi, sostengo, ad aver inventato Dio, il più potente dei nostri simboli. E' una nostra scelta la saggezza con cui usare il nostro simbolo per orientare la nostra vita e la nostra civiltà. Credo che possiamo reinventare il sacro. Possiamo inventare un'etica globale in uno spazio condiviso, uno spazio sicuro per noi tutti, dove Dio va inteso come creatività naturale nell'universo.
Cristiani servi dell'imperatore - con Donald Trump si torna al IV secolo
(Intervista Vito Mancuso Giacomo Galeazzi per La stampa, mercoledì 12 febbraio 2025)
Vance richiama San Tommaso per giustificare la deportazione dei clandestini.«
La prima virtù cardinale è la saggezza, ovvero imparare a guardare e capire. Dobbiamo esercitare il discernimento. Magari potessimo dire che siamo di fronte a un finto cristianesimo. In realtà è uno dei possibili volti del cristianesimo e delle religioni. Anzi è il volto del cristianesimo che storicamente si è affermato di più. Nei secoli passati in tutti i Paesi occidentali vi erano cappellani militari che benedicevano le armi e arringavano i soldati contro i nemici dall'altra parte, spesso cattolici come loro, si pensi, per esempio, alle guerre tra italiani e austriaci. Lo Stato medievale era espressione della religione e viceversa. Antico e Nuovo testamento sono ricolmi di divisioni: noi i puri da una parte, loro gli impuri dall'altra. Ci siamo massacrati per secoli in nome di divinità contrapposte …
A cosa si riferisce?
Pensiamo al concetto ebraico di "herem" che ha motivato le efferatezze della guerra di conquista della cosiddetta Terrasanta. "Herem" letteralmente significa sterminio totale e contrassegna il passare a fil di spada, come dice la Bibbia, ogni essere vivente: uomini, donne, bambini, vecchi, animali. La sua istituzione è nel libro del Deuteronomio, capitolo settimo, cioè nella parte più sacra della Bibbia ebraica, la Torah. È sistematica l'applicazione di questo terribile comando quando Israele conquista le città nella terra di Canaan, tra cui Gerico. Chi vuole trovare motivazioni nella Bibbia per la propria guerra santa ha abbondante materiale per farlo.
L'esigenza di avere una società ordinata è un concetto estraneo al pensiero cristiano?
No. L'esigenza di ordine e si curezza è qualcosa di connaturato alla condizione umana e tutto ciò che è umano non può essere estraneo a un cristianesimo rettamente inteso. Se per favorire l'accoglienza in maniera unilaterale si mette a repentaglio l'ordine e la sicurezza si commette un errore politico, sociale e teologico. Il comandamento di amare il prossimo viene formulato dalla Bibbia e ripreso da Gesù dicendo di amare il prossimo "come se stessi". Non si tratta di amare il prossimo più di se stessi, ma come se stessi. L'esigenza di accoglienza dei migranti non può essere a scapito delle esigenze di sicurezza dei residenti. Non è uno sbilanciamento nell'esercizio dell'amore verso alcune categorie di persone a scapito di altre. D'altro lato neppure l'esigenza di sicurezza può essere a scapito della doverosa e umana accoglienza dei bisognosi. Proteggere i propri cittadini e accogliere gli stranieri bisognosi devono esserei due pilastri da unire per formare il ponte della vera politica di ispirazione cristiana, sempre che non si voglia usare in modo pretestuoso e falso il richiamo al cristianesimo. Una sana politica che si definisce cristiana deve porsi l'obiettivo di comporre queste due polarità.
E Trump fotografato come Gesú nell'Ultima cena?
È una foto epocale, mi ha suscitato un'impressione cosi profonda che l'ho salvata sul computer. Segna un cambiamento di paradigma a livello religioso e politico. Il clero, incluso un sacerdote cattolico, fa da corte all'imperatore! È uno scatto sconvolgente che ci riprecipita al quarto secolo, all'epoca dell'imperatore Costantino e re Teodosio, i quali vollero e convocarono i primi concili ecumenici, a partire dal primo, quello di Nicea voluto da Costantino nel 325, esattamente 1700 anni fa, e poi quello di Costantinopoli voluto da Teodosio nel 381. L'anno prima Teodosio con l'Editto di Tessalonica aveva proclamato il cristianesimo religione di Stato. E da allora il legame tra potere politico e potere religioso è stato organico e continuativo, ha rappresentato il vero e proprio collante della società cristiana, pur con qualche frizione come la lotta per le investiture nei secoli medievali.
Ma poi è arrivato il Vaticano II, e il Concilio prese atto che il legame organico tra potere politico e potere religioso in Occidente si andava dissolvendo e che occorreva ricostruire il rapporto su nuove basi. Nell'Occidente cattolico e protestante, a differenza dell'Oriente ortodosso, all'inizio degli Anni Sessanta si pensava di essere usciti dalle epoche del collaborazionismo trono-altare e dei conseguenti concordati con il regime fascista (1929) e con il regime nazista (1933). Spero di sbagliarmi, ma con Trump e con Vance sembra che possiamo ritornare lì. La foto stile "Ultima cena" con Trump al posto di Gesù che abbiamo ricordato lo dimostra. Ora in Vaticano c'è Papa Francesco che si oppone strenuamente a questa visione, ma dopo di lui chissà. Una cosa è sicura pur essendo qualcosa che la storia della Chiesa e della teologia conosce bene, questa riduzione del cristianesimo a instrumentum regni è quanto di più anticristiano possa esserci.
Perché anticristiano?
Gesù è stato condannato e crocifisso dal potere imperiale. E stato giustiziato con la pena capitale che l'Impero assegnava ai sediziosi, ai ribelli, colpevoli del crimine peggiore: il crimen laesae maiestatis. Gesù ha rappresentato l'esempio più radicale di opposizione ai poteri di questo mondo, e infatti venne fatto fuori da un'alleanza tra potere politico romano e potere religioso ebraico espressione degli interessi dell'aristocrazia sacerdotale. Ne viene che se c'è una cosa che il cristianesimo ha da offrire, nella misura in cui è fedele a Gesù, è proprio l'opposizione ai poteri di questo mondo. Se i cristiani diventano funzionali al potere tradiscono il senso specifico della loro fede, diventano inutili in quanto credenti, equivalgono ai tanti funzionari amici del potere che la storia e l'economia producono di continuo.
Può farci un esempio?
Per riprendere le parole di Gesú, perdono sapore e risultano come il sale di cui egli parlò nel discorso della montagna chiedendosi a cosa serve il sale se ha perso sapore e rispondendo che non serve più a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Sono già tanti i cortigiani, non serve che arrivino anche i cristiani. Purtroppo però essi arrivano, sono già arrivati. I cristiani devono essere il sale della terra, o il lievito della pasta, per riprendere le immagini evangeliche. Ci sono insomma due opposti estremismi da evitare: il radicalismo di chi vuole essere solo lievito senza perdersi ed entrare nella pasta (mi riferisco a quel radicalismo, a volte fanatismo, che rifiuta qualunque mediazione con la logica del mondo senza comprendere che il lievito esiste proprio in funzione della pasta) e dall'altro lato il totale allineamento al potere all'insegna del servilismo e della cortigianeria. Il vero cristianesimo sta in mezzo, distinguendo ogni volta responsabilmente l'azione da compiere o da non compiere.
(Estratto da: “Il bisogno di pensare” di Vito Mancuso)
Sono alla ricerca di un punto fermo su cui appoggiarmi per sollevare la mente dai traffici quotidiani e provare a dare stabilità e prospettiva alla mia vita. Ricerco la roccia su cui costruire una casa che possa resistere all'imperversare delle acque e dei venti a cui è inevitabilmente esposta l'esistenza. Tocco il mio corpo, con la mano destra premo l'avambraccio sinistro, poi con entrambe le mani premo le gambe mi metto le mani sulla testa stringendola forte, allargo le braccia, stringo i pugni, faccio i muscoli, provo un sentimento piacevole nel sentire la solidità dei bicipiti. Io sono. Mi metto a correre. Sono sulla spiaggia del mare e corro cadenzato, resistente, non mi fermo, i muscoli rispondono, il fiato è controllato. Io sono. Questa solidità della materia corporea mi dà soddisfazione e sicurezza, e mi viene da pensare con un sorriso che è il mio corpo il mio punto fermo.
Il che è vero, e non è vero. È vero, perché il mio corpo contiene la risposta al senso della mia vita a livello formale, in quanto portatore della logica dell'armonia relazionale; non è vero, perché il mio corpo non è per nulla fermo, anzi già ora non è più forte ed elastico come quando ero giovane e lo sarà sempre meno con il passare dei giorni, fino alla fine inevitabile che attende tutti i fenomeni che nascono nel tempo. Basterebbe questo per dimostrare la falsità di quel realismo ingenuo, su cui purtroppo molti strutturano la loro esistenza, che fidandosi del corpo e conoscendo solo il corpo, conduce a collocare nella materia corporea e in tutto ciò che la soddisfa (cibo, piaceri, abiti, gioielli, ricchezze...) il senso stesso del vivere.
In realtà questo realismo ingenuo del senso comune non regge non solo perche il corpo è destinato a scomparire, ma anche perche l'atomo è praticamente vuoto. Qualcuno si chiederà che cosa c'entra l'atomo e io ora cercherò di argomentare.
Da molti anni ormai la fisica ci insegna che rispetto al volume complessivo dell'atomo il nucleo è piccolissimo, e rispetto al nucleo gli elettroni sono ancora più minuscoli, così evanescenti che non si sa se abbiano natura corpuscolare oppure ondulatoria. Un esperto ha scritto che, se immaginiamo il nucleo largo 10 cm, l'intero atomo dovrebbe estendersi per 10 km.
Ora 10 cm è più o meno una spanna, unità di misura popolare data dalla mano aperta..... Ora aprite bene la mano a formare una spanna e pensate a un punto distante 10 km da dove vi trovate. Guardate i 10 cm della vostra mano aperta e andate con la mente a quel punto che avete prescelto, immaginando come vuoto tutto lo spazio nel mezzo. 10 km di vuoto! Gli esperti ci dicono che sono queste le proporzioni dell'atomo, cioè del fondamento della materia: il quale, a questo punto, appare come uno spazio quasi interamente vuoto. La materia tuttavia a noi risulta piena, dura, solida, e questo avviene perche essa deriva la sua compatta consistenza dal vorticare a velocità impensabili degli elementi atomici, i quali a loro volta tracciano danze a velocita estreme.
(Intervista di Valeria Pace a Vito Mancuso sul fine vita, settembre 2024)
Capisco Martina Il corpo tortura
Rispettare la sacralità della vita, compito che ogni persona di retta coscienza deve sentire come proprio, significa rispettare la sacralità della libertà, che è il luogo dove il vivere si manifesta nel modo più intenso. Il filosofo e teologo Vito Mancuso non ha dubbi, è d'accordo con Martina Oppelli, l'architetta triestina di 49 anni resa tetraplegica dalla sclerosi multipla che chiede di poter accedere al suicidio medicalmente assistito, e dopo i ripetuti dinieghi ha scelto di denunciare l'azienda sanitaria (Asugi) per tortura …«
Anche se non la conosco e non sapevo nulla della sua situazione prima, quello che sta sperimentando lei ha un aspetto della tortura, l'ho scritto anche nei miei libri e nei miei saggi: si può giungere a sentire il proprio corpo come una tortura».
In che senso è una tortura?«
La vita umana si dice in diversi modi, esiste una vita fisica, una psichica e una spirituale. Rispettare la sua sacralità è rispettare i tre livelli sotto i quali la vita si manifesta. Solitamente c'è perfetta identificazione tra il corpo e il sé, ma la malattia è il momento in cui questa identificazione viene meno. Quando la malattia diventa qualcosa che separa in modo definitivo e doloroso questi aspetti, quando si sente che la dimensione fisica della propria esistenza è nemica della dimensione più alta, quella libera che si esprime nella decisione, è umano ancor prima che giusto che una persona arrivi a difendersi dal proprio corpo. Siamo la nostra libertà».
Asugi sottolinea il fatto che manca una definizione normativa chiara degli accertamenti richiesti. È giusto che si chieda ai medici di operare in un quadro che ritengono incerto?«
Penso che i medici abbiano il compito di curare le persone. Non è giusto chiedere loro di supplire a carenze della politica, occorre che venga data ai medici e ai pazienti una legge chiara, che faccia capire che questa è una forma di cura ulteriore. Come non lo so, non sono un giurista. Ma il medico cessando la cura del corpo alimenta la cura della libertà. Uno Stato degno di questo nome non può che permettere ai cittadini di esercitare l'autodeterminazione».
I medici propongono a Martina di assumere più farmaci per il dolore e di valutare una cannula per l'alimentazione. Lei si rifiuta perché non vuole perdere la lucidità o essere violata da tubi…«
Quando una persona decide di voler rimanere desta, vigile per giungere all'ora della morte concederglielo è il massimo della cura. Sarebbe incuria imbottirla di farmaci e psicofarmaci per non far sentire il dolore e toglierle la libera coscienza. Una buona morte è poterla vivere, poter dire addio o arrivederci o quello che la propria spiritualità consente di dire al mondo e ai cari. Non è una buona morte quella di chi è lasciato a vegetare come un pacco con tubi che gli entrano nel corpo. Certo che Martina deve poter rifiutare i farmaci, se la vogliamo curare. Se la vogliamo sfruttare rendendola una bandiera ideologica allora si continui a non ascoltarla, ma così si fa tutt'altro che curarla».
Martina ci tiene ad apparire in ordine nonostante la malattia. Questo, dice, spiazza, tanto che dopo il secondo diniego ha pensato di postare video dei suoi momenti meno dignitosi per far capire meglio le sue condizioni, poi ci ha ripensato…«
Penso sia bellissimo che un essere umano mantenga la propria dignità anche dal punto di vista estetico. Ognuno di noi sceglie la modalità con cui presentarsi agli altri, siamo anche esteriorità. Le persone che pensano che per mostrare di soffrire si debba essere brutti, maldisposti e sconci dimostrano miopia spirituale, non sanno capire la profondità della cura della bellezza per il benessere».
La difficoltà che si prova ad accettare che una persona come Martina voglia andarsene che cosa dice di noi?«
Parla dell'ignoranza strutturale con cui abbiamo a che fare, soprattutto in questo tempo, dove l'essere umano è oggetto di una cultura falsa, che lo fa sentire eternamente giovane, bello, capace di viaggiare. A Bologna dove vivo – e penso sia cosi in tutte le grandi città – non si vede più un annuncio funebre, non si vede un funerale, non ci sono più case che mostrano il lutto. Fino a tempo fa si pregava la Madonna "adesso e nell'ora della nostra morte", era una cosa naturale. Diceva Platone che tutta la filosofia è imparare a morire. E non è solo imparare a morire noi stessi ma accettare la morte altrui, che siamo finiti, provvisori. Se ha un senso la ricerca spirituale è proprio quello di ragionare su questi limiti. Il compito della spiritualità è destare alla verità delle cose: si muore e ciascuno deve avere la sua morte».
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(Vito Mancuso - La Stampa - venerdı̀ 2 giugno 2023)
Le religioni, soprattutto il cristianesimo e l’islam, hanno da sempre sognato di globalizzare il mondo riconducendolo alla loro obbedienza, nel frattempo però il mondo è stato globalizzato dall’economia. E il raggiungimento del sogno delle religioni da parte dell’economia ha portato inevitabilmente con sé un nuovo paradigma etico e antropologico, perché nelle menti contemporanee l’economia non è più solo una scienza che analizza la produzione della ricchezza e le altre questioni connesse, non è più per nulla solo una scienza come la Fisica, ma, esattamente come la religione, è diventata anche una morale. Di più: è la morale vincente, il modello normativo, il canone. È il vero e proprio Nuovo Testamento della società moderna, il cui trionfo produce la seguente metamorfosi: dalla religione di Dio alla religione dell’Io. Cosı̀ l’essere umano globalizzato è passato da homo sapiens a homo faber et consumens: da un essere che poneva la sua qualifica essenziale nel culto e nella cultura, a un essere che la pone nella produzione e nel consumo (passando dal ritenere di vivere per qualcosa più importante di sé, al ritenere che non vi sia nulla più importante di sé). Per questo il modello ispiratore dei nostri giorni è l’uomo che guadagna e che spende, che tanto più vale quanto più guadagna e più spende, e che, secondo una tendenza sempre più palese, non si cura per nulla della cultura, che anzi irride e disprezza. Se non fosse cosı̀, non avremmo un sistema che assegna stipendi poco gratificanti agli insegnanti e ricopre di denaro personaggi equivoci e fatui detti “influencer”, e che assegna in un giorno a un calciatore quello che un medico guadagna in un anno e talora in tutta la vita.
Il vero libro sacro dei nostri giorni, che rende antichi tutti i libri sacri precedenti (della religione, della FilosoFia, della politica), è il vangelo dell’economia. Tutto infatti, per poter sussistere, deve risultare conforme alla logica economica, è essa il criterio che rende canonico oppure apocrifo ogni aspetto dell’agire umano. Se un evento o un’istituzione non riceve il pollice alzato del responsabile dei conti, proprio come l’imperatore romano con i gladiatori, non sopravvive.
E' giusto che sia cosı̀? I conti devono sempre tornare, o talora possono andare? Se i conti devono sempre tornare è perché il denaro ha come Fine il denaro; se i conti talora possono andare senza tornare è perché il denaro viene finalizzato a qualcosa di più importante. A cosa?
Cos’è più importante del denaro? E' più importante del denaro ciò che non può essere acquistato con il denaro. Ovvero il tempo, l’amore, la cultura, la dignità, la stima. Nessuno, per esempio, può comprarsi la stima. Di un essere umano voi potete comprare il tempo, il corpo, le parole, ma non la stima. La stima non è acquistabile, è una libera donazione. Oggi però si pensa che tutto possa essere acquistato con il denaro, che ogni essere umano abbia il suo prezzo e che sia solo questione di individuarlo e di pagare.
Ebbene, in questo orizzonte dove si ritiene che tutti i conti debbano tornare perché il Fine del denaro è di produrre altro denaro e tutto può essere comprato con il denaro, il compito della ricerca spirituale è di ricordare che esiste qualcosa che non è in vendita. E' di lottare perché gli esseri umani non si appiattiscano diventando “a una sola dimensione”, come preconizzava Herbert Marcuse nel 1964, ma mantengano la loro molteplice stratificazione. Oggi, quando l’economia è diventata una religione, il compito della religione è di ricordare agli esseri umani che “non di solo pane vive l’uomo”. E' chiaro che senza pane e senza l’economia che lo produce non c’è vita umana, ma il punto è il fine, lo scopo. Occorre sempre ricordare Kant e il suo imperativo categorico: “Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua sia nell’altrui persona, sempre come fine e mai solo come mezzo”. Quando, rispetto a se stessi, si agisce come un fine? Scipione l’Africano (proprio quello dell’elmo di cui l’Italia “si cinse la testa”) soleva dire: “Mai sono più attivo di quando non faccio nulla”. C’è un’attività che non coincide con l’operatività esteriore e che tuttavia è produttiva. Anzi, conferisce più essere, visto che il condottiero romano continuava: “Mai sono meno solo di quando sono solo con me stesso”. Egli parlava di ciò che definiva “otium”, che in questo caso non è il dolce far niente ma la coltivazione della mente e del cuore. E' il lavoro come giardinaggio interiore. Lavorando su di noi infatti compiamo il lavoro più prezioso: quello di vincere la solitudine interiore che ci fa stare male e ci porta a circondarci di persone e di cose, di notizie e di rumori, per la paura di rimanere soli con noi stessi. Questo è il grande lavoro umano degli esseri umani: coltivare la propria interiorità, avere momenti di raccoglimento, praticare ciò che Carlo Maria Martini chiamava “la dimensione contemplativa della vita”.
Non si tratta di agire contro o a dispetto dell’economia, si tratta di conferire a tale scienza, oggi ritenuta assoluta, un criterio superiore. Se ci vogliamo salvare. Dico salvare come esseri umani, senza continuare a distruggere gli ecosistemi del nostro pianeta e senza cadere preda delle macchine umanoidi economicamente molto più performanti e convenienti di noi.
A questo punto però è inevitabile chiedersi: a cosa serve quello che ho detto? Possiamo forse cambiare il sistema economico nel quale siamo immersi? E' almeno dal 1848, data del Manifesto del partito comunista di Marx e Engels, che la Filosofia ha cercato di cambiare il sistema economico, ma dopo quasi due secoli da quel poderoso incipit (“Uno spettro s’aggira per l’Europa, lo spettro del comunismo”) il risultato è sotto gli occhi di tutti: lo spettro del comunismo non fa più paura né affascina nessuno, mentre sono ben altri gli spettri che si aggirano per l’Europa e ci fanno tremare. Lo stesso vale per gli ammonimenti della religione, altrettanto fallimentari, si pensi all’esito delle parole di Gesù: “Beati voi poveri! Guai a voi ricchi!”, mentre il mondo in ogni momento ripete allegramente l’esatto contrario: “Guai ai poveri! Beati i ricchi!”.
Se però guardiamo le cose dall'alto con uno sguardo più ampio, il bilancio non appare cosı̀ negativo: almeno da noi non ci sono più schiavi né servi della gleba, non si lavora più dodici o tredici ore al giorno come all'inizio della rivoluzione industriale, la miseria delle famiglie per la gran parte è vinta, i diritti dei lavoratori sono riconosciuti e anche abbastanza tutelati. E se talora accade il contrario, il diritto interviene e libera e punisce chi di dovere. Oggi poi si assiste al fenomeno della cosiddetta “Great Resignation”, “Grandi dimissioni”: chi può si dimette da lavori che ritiene umanamente poco gratificanti e si riprende la vita, nella consapevolezza che non si vive per lavorare ma si lavora per vivere e che esiste qualcosa più importante della carriera (nel 2022 negli Usa sono stati più di 40 milioni a lasciare il lavoro; da noi più di 2 milioni, con una media di oltre 180.000 dimissioni al mese). E' un fenomeno negativo o positivo? Di certo segnala la presenza di eretici rispetto al dogma del primato assoluto dell’economia.
Vorrei inoltre aggiungere che grazie al mio lavoro sono entrato in contatto con alcune grandi aziende del nostro paese e sono felice di poter dire di averne tratto un’ottima impressione, giungendo a farmi l’idea che se il nostro paese, nonostante tutto, ancora tiene è proprio grazie al sistema aziende. Ho visto attenzione al bilancio sociale, al territorio, alla qualità delle relazioni umane, spesso ho riscontrato un vivo senso di responsabilità verso i dipendenti, talora sincera reciproca gratitudine. Quando sono guidate bene e con lungimiranza, le stesse aziende sono le prime a essere consapevoli che i conti non sempre devono tornare, che qualche volta li si deve lasciar andare, perché “andando” alimentano la Fiducia e l’umanità.
Vorrei concludere dicendo che siamo chiamati a rimodellare la nostra utopia: prima che a cambiare il mondo, si tratta di non farci cambiare dal mondo. Di non farci ridurre a merce. Di non guardare noi ogni cosa e ogni persona come merce. E tale cambiamento può essere praticato già qui e ora da ognuno di noi. Ognuno di noi infatti è un sistema economico, una specie di azienda, e può scegliere a cosa dare il primato: se al negotium o all’otium, agli oggetti o alla cultura, all’avere o all’essere. Il modo migliore per cambiare il mondo è migliorare quel piccolo pezzo di mondo su cui abbiamo realmente potere: noi stessi. Diceva Gandhi: “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.
Vi ho parlato in quanto teologo, laico ma comunque teologo, e se questa disciplina antichissima che è la teologia oggi ha ancora un valore è quello di ricordarci che non viviamo di solo pane, che non siamo solo merce, né solo “gene egoista”. L'intelligenza e l'amore di cui siamo capaci, e che non si possono comprare, costituiscono il vero scopo del nostro vivere.
(da: Vito Mancuso - La spiritualità: essenza e attualità - pag. 23 Presentazione all'opera "Maestri dello spirito")
"In realtà, si vive un’autentica esperienza spirituale quando si fa esperienza dell’interezza della vita. Il che può avvenire, e anzi di frequente avviene, anche al di fuori dell’ambito strettamente religioso, a torto identificato dai più come l’ambito per eccellenza, quando non addirittura l’unico, della spiritualità."
The civil service, explained
The civil service is the civilian workforce of the U.S. federal government, currently numbering about 2.2 million employees.Joe Allen (Protect Democracy)
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(Vito Macuso - La Stampa - lunedı̀ 22 maggio 2023)
Spesso un fenomeno lo si capisce analizzando il suo opposto e cosı̀, ragionando sull’intelligenza artificiale, è utile considerare la stupidità naturale. Lo faccio alla luce di due pagine straordinarie del teologo protestante Dietrich Bonhoeffer scritte poco prima di essere arrestato dalla Gestapo (due anni dopo verrà impiccato per ordine di Hitler) e proprio nello stesso anno, il 1943, in cui due studiosi americani (McCulloch e Pitts) progettavano il primo neurone artificiale. Per Bonhoeffer la stupidità è “un nemico più pericoloso della malvagità” perché, mentre contro il male è possibile protestare e opporsi con la forza, contro di essa non si hanno difese, le motivazioni non servono a niente, dato che lo stupido è tale esattamente perché si rifiuta a priori di prendere in considerazione argomenti che contraddicono le sue convinzioni. Lo stupido, a differenza del malvagio, è soddisfatto di sé. Tentare di persuaderlo con argomentazioni è insensato, può essere anche pericoloso. Da qui un’acquisizione essenziale: la stupidità riguarda “non l’intelletto, ma l’umanità di una persona”. Ci sono uomini molto dotati intellettualmente che sono stupidi, e altri intellettualmente inferiori che non lo sono affatto.
Si comprende cosı̀ che l’intelligenza è uno strumento a servizio di qualcosa di più prezioso. Di cosa, precisamente? A questa domanda oggi non siamo in grado di rispondere, il che significa che non sappiamo in cosa consiste la nostra essenza e quindi non sappiamo proteggerci a dovere.
Bonhoeffer intitolava il suo scritto “Dieci anni dopo”. Dopo che cosa? Dopo l’ascesa al potere di Hitler avvenuta nel 1933. Sorge quindi in me la seguente domanda: l’intelligenza artificiale prefigura un nuovo totalitarismo o è la liberazione finale dalla stupidità naturale quando non ci saranno più medici che sbagliano diagnosi e giudici che condannano innocenti perché al loro posto vi saranno robot umanoidi superperformanti? Di certo, non basta avere informazioni per essere intelligenti, e non basta essere intelligenti per non essere stupidi. Si può essere intelligentissimi, dotati di tutte le informazioni, e tuttavia cadere preda della stupidità che non riguarda l’intelligenza ma l’umanità.
Per questo non è detto che l’intelligenza artificiale segni l’arrivo di un’epoca in cui la stupidità naturale sarà finalmente superata grazie all’efficienza della macchina umanoide, con l’inizio di una nuova era planetaria: prima Olocene, oggi Antropocene, domani la radiosa Mechanocene.
Nella nuova efficientissima era delle macchine a forma di uomo dominata dall’intelligenza artificiale e persino dalla “coscienza” artificiale, non è detto che la stupidità verrà
definitivamente eliminata, visto che ci sono ignoranti per nulla stupidi ed eruditi completamente tali. Torna quindi la domanda: come si chiama quella dimensione rispetto a cui l’intelligenza è al servizio e che è la nostra più preziosa ricchezza?
Gli antichi greci la chiamavano Sophı́a, i latini Sapientia, gli ebrei Hokmà, altre civiltà in altri modi. Per attingerla e coltivarla dentro di sé non servono macchine ma silenzio, voglia di studiare, amore del vero. Servono le quattro virtù cardinali elencate per primo da Platone: saggezza, giustizia, forza, temperanza. Chi oggi le insegna, chi le conosce?
L’altro giorno leggevo che lo stato di New York ci ha ripensato e renderà utilizzabile a scuola Chat-GPT perché, asseriscono i responsabili, non si possono privare i ragazzi degli strumenti che poi da grandi nella vita reale dovranno usare quotidianamente. In precedenza gli stessi responsabili ne avevano proibito l’utilizzo scolastico. Quando hanno sbagliato? Sei mesi fa o ieri? Non lo so, io non sono la nuova “bocca della verità” detta Chat-GPT che dà una risposta su tutto, ma intuisco che probabilmente la verità, come quasi sempre, sta nel mezzo. Vi sono materie scolastiche per le quali Chat-GPT è utile e privarsene sarebbe stupido, ma ve ne sono altre per le quali il suo utilizzo sarebbe nocivo, forse letale, perché priverebbe dell’essenza stessa della ricerca intellettuale. Qual è questa essenza?
Lessing, filosofo illuminista tedesco, nel 1778 scriveva cosı̀: “Se Dio tenesse nella sua destra tutta la verità e nella sinistra il solo eterno impulso verso la verità, e mi dicesse: Scegli!, io mi precipiterei umilmente alla sua sinistra e direi: Concedimi questa, Padre! La verità pura è soltanto per te!”. Oggi al posto di Dio c’è la macchina, oggi al centro dell’altare della nostra mente c’è la tecnologia, e se le antiche tragedie conoscevano il Deus ex machina oggi noi abbiamo Deus sive Machina. Emanuele Severino riassumeva bene la situazione: “Dio è il primo tecnico, la Tecnica è l’ultimo dio”. Per indicare l’essenza della ricerca io riformulo cosı̀ le parole di Lessing: “Se la Macchina avrà nella sua destra tutta la conoscenza e l’efficienza, e nella
sinistra il solo eterno impulso verso la ricerca e il lavoro, e mi dirà: Scegli!, io sceglierei la sinistra dicendo: Concedimi questo, Signora! La conoscenza totale e l’efficienza pura sono solo per te!”.
A che serve sapere che il cervello è composto da 87 miliardi di neuroni ognuno dei quali è collegato ad altri diecimila neuroni per una somma stratosferica di connessioni detta “connettoma”, se poi non so usare in modo saggio la mente che ne promana? Socrate non sapeva nulla di neuroni, ippocampo e amigdala, eppure usava la sua mente nel modo sublime che ancora ci illumina. A che serve conoscere la struttura dell’atomo se poi uso tale conoscenza per fare la bomba atomica e i proiettili all’uranio impoverito? A che serve insomma l’intelligenza, se poi non è in grado di generare sapienza? Questo infatti è il fine della vita: essere sapienti, avere sapore. Rispetto a ciò, l’intelligenza è solo un mezzo.
Noi oggi però scambiamo il mezzo per il fine, e cosı̀ ci ritroviamo in balı̀a delle acquisizioni scientifiche come se solo queste avessero valore in se stesse, come se il solo fatto di poter realizzare una performance cognitiva e tecnologica realizzasse l’obiettivo della vita. Potenza per avere ancora potenza, con la conoscenza scientifica asservita all’onnipotenza tecnica: è questo lo statuto contemporaneo. Ed è per questo, lo ammetto, che l’intelligenza artificiale mi fa paura. Non mi fa paura per se stessa, perché amo l’intelligenza e ricerco la conoscenza fin da quando era bambino; mi fa paura perché non è guidata da nessuna sapienza e può paradossalmente coincidere con l’imperversare della stupidità.
Ancora Bonhoeffer: “Ci accorgiamo con stupore che in determinate circostanze gli uomini vengono resi stupidi, ovvero si lasciano rendere tali”. Aggiungeva che in chi vive in modo piuttosto solitario il contrassegno della stupidità è meno presente rispetto a chi vive costantemente in compagnia. Il fatto però, aggiungo io, è che oggi quasi tutti noi viviamo in costante compagnia, siamo sempre tutti connessi, siamo spettatori, siamo social, in balı̀a di
influencer e di influenze di ogni tipo. E la stupidità, logicamente, imperversa. E in questo scenario cosa succede? Succede che a questa umanità sempre più incapace di governo di sé qualcuno offre (non certo disinteressatamente) l’intelligenza artificiale. Da qui l’incubo: stupidità naturale + intelligenza artificiale. Come chiamate il risultato dell’addizione? Secondo Bonhoeffer, che non a caso scriveva “dieci anni dopo”, la stupidità era un problema anzitutto politico: a suo avviso infatti “qualsiasi ostentazione esteriore di potenza, politica o religiosa che sia” (oggi io tolgo religiosa e aggiungo tecnico-scientifica) “provoca l’istupidimento di una gran parte degli uomini”. Intravedeva una specie di legge socio-psicologica: “La potenza dell’uno richiede la stupidità degli altri”. E ancora: “Sotto la schiacciante impressione prodotta dall’ostentazione di potenza, l’uomo viene derubato della sua indipendenza interiore e rinuncia cosı̀, più o meno consapevolmente, ad assumere un atteggiamento personale davanti alle situazioni”.
Ecco, perfettamente delineato, il punto: l’indipendenza interiore. E' a questo che si deve mirare. Di tecnici che sanno tutto del genoma e delle reti neurali e che poi mettono le loro conoscenze al servizio di chi paga di più ne abbiamo a sufficienza, sono il risultato di una scuola che consegna solo istruzione e trascura del tutto l’educazione. L’istruzione infatti ha come obiettivo il tecnico, il competente; l’educazione invece l’uomo libero, indipendente. Le due cose, ovviamente, devono andare insieme, ma oggi prevale di gran lunga la prima.
In questo articolo ho sostenuto che l'intelligenza artificiale non è necessariamente il contrario della stupidità naturale. Vi può esserne un uso che riduce la stupidità naturale, e un altro che la incrementa. La stupidità infatti non è assenza di conoscenze ma assenza di saggezza, ovvero di quella qualità da cui dipende l’umanità.
#scienza #tecnologia
astrospace.it/2025/01/29/trova…
Trovati amminoacidi e basi di DNA e RNA nei campioni dell'asteroide Bennu - AstroSpace.it
La NASA ha annunciato che nei campioni dell’asteroide Bennu sono stati identificati amminoacidi e tutte e cinque le basi azotate conosc...Mariasole Maglione (astrospace.it)
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(Vito Mancuso "Giovani senza orientamento", LaStampa 4 dic 2023)
L'educazione è orientamento.
Oggi non mancano i calcoli, mancano gli ideali. Ma sono gli ideali che motivano e orientano. Ciò di cui ha bisogno un essere umano, soprattutto quando è giovane, è la motivazione e l'orientamento.
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Istruire e educare sono verbi che provengono dal latino. Instruere significa preparare per, con la preposizione in che esprime moto a luogo e da l’idea che tale preparazione avvenga mettendo dentro. Educere al contrario significa tirare fuori, con la preposizione é o ex che significa «da» ed esprime moto da luogo con I’idea che vi sia qualcosa da estrarre. Il primo verbo sottintende una visione dell’essere umano come una scatola vuota da riempire, il secondo rimanda a un essere dotato di una potenzialità e una personalità originarie che vanno risvegliate. I nostri ragazzi vengono istruiti, riempiti di nozioni, i loro libri di testo assomigliano sempre più a manuali di istruzione. Sia chiaro, di nozioni bisogna averne il più possibile, e ben classificate, al fine di giungere a possedere competenze sicure; l’essere umano però non é solo un qualcuno da istruire per espletare una funzione, é anche un centro di elaborazione di informazioni per pensare, scegliere, obiettare, creare. L’istruzione é importante ma non basta, noi non siamo solo una scatola vuota da riempire; siamo anche una potenzialità caotica cui far assumere forma perché divenga dotata di libero arbitrio e di responsabilità. In questo risiede «la grandezza dell’essere umano.» E dicendo ciò, tocchiamo il mistero della coscienza.
(#VitoMancuso Il coraggio e la paura - pag. 100-101)
Uno speciale bio inchiostro a base di Kombucha potrebbe cambiare per sempre la medicina rigenerativa. Grazie a una biopenna digitale, questo biomateriale permette di stampare tessuti umani direttamente sulle ferite, accelerando la guarigione e aprendo nuove frontiere nella chirurgia personalizzata: ecco come la fermentazione sta trasformando la scienza medica.
#Kombucha #Bioprinting #MedicinaRigenerativa #ChirurgiaPersonalizzata #Innovazione
futuroprossimo.it/2025/02/stam…
Stampare tessuti umani? Sorpresa, ci pensa il Kombucha | Futuro Prossimo
Un bioink derivato dal Kombucha potrebbe rivoluzionare la medicina rigenerativa, consentendo la stampa 3D di tessuti umani.Gianluca Riccio (Futuroprossimo.it)
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"La catena del sociale dice che la folla è nemica della verità; l’uomo, quando è nella folla, quando è nel gruppo, sviluppa lo spirito gregario che lo contraddistingue, si sottomette all’idolo sociale, dice, ripete, crede, ciò che tutti dicono, ripetono, credono. È una dimensione falsa, mimetica direbbe René Girard. La verità, da sempre, ha bisogno della solitudine, richiede il rientrare in se stessi, è nemica della folla.”
(#VitoMancuso "Rifondazione della fede" - pag. 68)
Il dolore innocente
"La mia teologia è evitare scrupolosamente ogni considerazione del dolore che colpevolizzi, o strumentalizzi, le vittime. In questo si contrappone a quelle teologie che spiegano il dolore o come causato direttamente da una colpa preesistente (paradigma del dolore colpevole) oppure come misteriosamente finalizzato alla salvezza (paradigma del dolore necessario in quanto espiativo). Contro queste prospettive, la seconda delle quali è ancora ben presente all’interno del pensiero cattolico come mostra la Salvifici doloris di Giovanni Paolo II del 1984, io sostengo il paradigma del «dolore innocente». Ovviamente non è questione di sentimenti, ma di idee: dietro i paradigmi del dolore colpevole, del dolore necessario e del dolore innocente vi sono differenti impostazioni nel pensare Dio, l'uomo e il loro rapporto nel mondo."
(#VitoMancuso "Il dolore innocente" - pag. X)
oscarmondadori.it/content/uplo…
Rifondazione della fede
"I nostri ragazzi. Come sono piccoli, come sono deboli, di fronte alle suggestioni del mondo. C'è un'industria che li ha di mira costantemente, specula con scientifica metodologia su di essi e sul loro desiderio di vita. Crea in loro una serie pressoché infinita di falsi bisogni, cattura le loro anime e le tiene legate, ben strette, in basso, dove regnano solo la quantità e le cose. Di fronte al futuro e alle possibili molteplici vite che esso contiene, i modelli che più attraggono i nostri ragazzi sono quelli che luccicano di più, che gridano di più, che danno i risultati più appariscenti nell'effimero volgere del tempo quotidiano."
(#VitoMancuso "Rifondazione della fede" - pag. 16)
mondadoristore.it/img/Rifondaz…
E non lasciate che l'immagine dei miliardari delle Big Tech in piedi con Trump il giorno dell'inaugurazione svanisca dalla vostra memoria, e ricordate che quando usate #youtube, #Facebook, #instagram, #amazon, #twitch, #X e gli altri, li state rendendo ancora più ricchi, in modo che possano avere ancora più potere e poter aiutare ancora di più la destra più fascista.
Disattivate e fate disattivare almeno uno di questi servizi, demonetizzateli, colpiteli dove fa più male!
Cit lauren weinstein
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In memoria di….
Guardare Auschwitz.
Sentirsi le budella ritorcersi
nel vedere
corpi rigidi ridotti a non più
di congegni meccanici inservibili,
mischiati al fango e ormai già fango.
Scheletri nudi,
con braccia lignificate;
cataste di figli, di madri,
di uomini inermi
che la morte soltanto accomuna.
Tutti avvolti, ieri,
da una sola, grande speranza,
riparo dalle atrocità: la vita!
Capelli lunghi intatti
pendono a coprire il volto ignoto
di una madre strappata a suo figlio
anche nella morte.
Mani crudeli,
con maschere antigas
per non morire soffocate
dal fetore da loro stessi prodotto
con folle determinazione,
profanano ancora una volta
quei corpi umili,
da lungo tempo
annientati da menti cattive.
E vedere sorrisi intorno a tanta paura
fa rabbrividire.
Ma il rimorso non li prende;
il pentimento
è un’isola per pochi naufraghi,
che pur vivono male
senza un’ombra dietro
in cui riconoscersi
e dieci, cento, mille ombre di morti
che dilaniano i loro corpi
con ferite senza sangue, insanabili.
Riecheggia, così,
l’odio
che mi era sempre sembrato
lontano millenni?
Questa parte oscura
della dimensione uomo
si staglia ben netta
agli occhi di un individuo
che “vede” la vita,
e pesante su di lui
si fa l’eredità
della bestia che fu!
(by ant58ore - 1978)
Un gruppo di ricercatori di intelligenza artificiale (AI) e matematici appartenenti a diverse istituzioni ha sviluppato un benchmark matematico che consente di testare la capacità dei sistemi di AI per risolvere problemi matematici eccezionalmente difficili.
Gli attuali modelli di AI all'avanguardia risolvono meno del 2% dei problemi matematici più complessi, rivelando il divario tra le capacità dell'AI e le capacità della comunità matematica.
Spotlight 2024 - Tracciamenti - Premio Morrione 13a edizione - Video - RaiPlay
raiplay.it/video/2024/11/Premi…
Trascorriamo sempre più tempo online e ci affidiamo al web anche per la cura della salute mentale. Oggi le piattaforme di telepsicologia contano centinaia di migliaia di utenti e fatturano milioni di euro. Ma qual è il segreto del loro successo? Tracciamenti s vela l'uso spregiudicato che le aziende di psicologia online fanno del marketing digitale, monitorando le attività dei pazienti perfino durante la seduta di terapia.
Sondaggio europeo sul ruolo della donna nel XXi secolo
La donna? Deve stare a casa. Ecco l'Ue del XXI secolo secondo Eurobarometro
Il sondaggio di fresca pubblicazione mostra un problema culturale per il modo di pensare la donna. Lahbib: "Nell'Ue ancora tanta strada da fare"Emanuele Bonini emanuelebonini (Eunews)
Caricabatteria unico
Caricabatterie unico: da domani non ci sarà altro standard che USB-C
La svolta tanto attesa coinvolgerà anche i laptop, ma solo dal 2026Giuseppe Biondo (HDblog.it)
Verso una società illetterata: i dati OCSE sono desolanti. L'avanzata della società illetterata: tra social media e video brevi, le competenze di lettura sono in forte declino in 11 paesi su 31.
Negli anni Sessanta la spagnola Marta C. González incantava le platee internazionali in qualità di prima ballerina del New York City Ballet. Affetta da Alzheimer, è morta il 9 novembre 2019. Per omaggiarne la memoria a un anno dalla scomparsa, l’ente benefico 'Musica Para Despertar' ha condiviso un video che ha commosso i social.
bbc.com/news/world-europe-5489…
The moment a ballerina with Alzheimer's returned to Swan Lake
Alzheimer’s patient Martina Gonzalez, a former ballerina, was transformed as she listened to Tchaikovsky.www.bbc.com
Angelo Schirinzi
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greg_89
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