kulturjam.it/in-evidenza/seque…
in cile tutto è perfetto... perché cambiare qualcosa. non sia mai detto che ci possa essere progresso. ecco un altro corrotto amicone di trump. il veleno di trump si diffonde sempre più nel mondo. e produce distopie, ingiustizie, violenza, bullismo, decadenza sociale.
essere conservatori in un paese di merda... capire un paese civile con i paesi nordici. ma essere conservatori per conservare la spazzatura praticamente. voglio proprio vedere questo genialone all'opera... anche lui metterà dazi?
bravi cileni: avrete sicurezza ma marcerete tutti all'unisono con un bel palo dietro che insidia lw chiappe. veramente io come un personaggio tipo la meloni possa rappresentare la soluzione di un qualche problema non lo capisco proprio.
"Sarà il primo presidente cileno ad aver votato per il proseguimento della dittatura nel referendum del 1988: la sua famiglia ha forti legami con il regime di allora, durante il quale il fratello Miguel fu ministro e direttore della Banca del Cile (mentre nel 2021 Associated Press scoprì che suo padre era stato iscritto al partito nazista in Germania)"
si... ancora un po' di dittatura grazie....
L’estremista di destra José Antonio Kast ha vinto le presidenziali in Cile
Sarà il presidente più conservatore dalla fine della dittatura di Pinochet, nel 1990Il Post
Firmato oggi il decreto da 35 milioni per il potenziamento dei #laboratori musicali e coreutici. Una misura in continuità con le tante iniziative avviate in questi mesi come:
🔹 lo studio della storia della musica sin dalla Scuola primaria previsto n…
Ministero dell'Istruzione
Firmato oggi il decreto da 35 milioni per il potenziamento dei #laboratori musicali e coreutici. Una misura in continuità con le tante iniziative avviate in questi mesi come: 🔹 lo studio della storia della musica sin dalla Scuola primaria previsto n…Telegram
Shakerati Anonimi: L’esperienza di Giorgio e la truffa che ha divorato suo Padre
Salve ragazzi,
mi chiamo Giorgio, ho 58 anni, lavoro da sempre come tecnico amministrativo e, nella vita, sono sempre stato quello “razionale” della famiglia. Quello che controlla i conti, che non si fida delle telefonate strane, che dice a tutti “non cliccare link, non rispondere a numeri sconosciuti”.
Eppure oggi sono qui, assieme a voi, non perché io abbia cliccato un link sbagliato… ma perché non sono riuscito a fermare una truffa che stava divorando mio padre.
Mio padre ha 83 anni. È vedovo, vive solo, è orgoglioso e testardo come solo una persona della sua generazione può essere. Ha sempre gestito i suoi soldi con attenzione: pensione più che dignitosa, casa di proprietà, poche spese, una vita fatta di equilibrio.
Io vivo all’estero, mio fratello abita vicino a lui e ogni tanto lo aiuta con le cose pratiche.
Tutto è iniziato in modo quasi invisibile. Qualche email “strana“, qualche telefonata che lui liquidava con un “sono quelli della banca” o “uno che mi deve aiutare a sbloccare dei soldi”.
All’inizio non ci abbiamo dato troppo peso. Poi, un anno fa, lo abbiamo colto in flagrante: mio fratello aveva accesso alle sue email e ha visto scambi continui con sedicenti intermediari, consulenti, benefattori. Promesse di somme enormi in cambio di piccoli anticipi. Classica truffa, textbook scam.
Lo abbiamo convinto a denunciare.
Siamo andati dai carabinieri. Addirittura uno dei truffatori ha chiamato mentre eravamo lì. Minacce velate, tentativi di intimidazione. Ma, alla fine, nulla di concreto. Un cambio di numero, password nuove, e la sensazione – sbagliata – che fosse finita lì.
Non era finita per niente.
Qualche mese dopo, mio padre ha iniziato a comportarsi in modo strano. Ha chiesto soldi in prestito a mio fratello. Non lo aveva mai fatto in vita sua. Mai.
È stato lì che abbiamo capito che qualcosa non tornava. Abbiamo controllato di nuovo le email: i truffatori erano tornati. O forse non se ne erano mai andati.
Quando lo abbiamo affrontato, ha negato tutto. Classico schema: negazione, minimizzazione, silenzio. Come se ammettere la truffa fosse peggio della truffa stessa.
Nel frattempo, il conto era praticamente prosciugato. Risparmi di una vita evaporati in bonifici, ricariche, promesse di “ultimi pagamenti” per sbloccare somme mai esistite.
La paura più grande, a quel punto, non era nemmeno il conto corrente. Era il passo successivo: i buoni fruttiferi postali, l’ultimo salvagente.
Abbiamo provato a chiedergli di cointestare il conto.
Rifiuto totale.
Orgoglio.
Paura di perdere il controllo.
Paura, forse, di ammettere di non averlo più.
Alla fine abbiamo fatto la cosa più dura: gli abbiamo sequestrato il telefono per limitare i danni e contattato un avvocato. Amministrazione di sostegno. Una parola che pesa come un macigno, ma che a volte è l’unico modo per salvare una persona… anche da sé stessa.
Ecco perché sono qui.
Non come vittima diretta di phishing, smishing o vishing.
Ma come vittima collaterale di una truffa di lungo periodo, costruita sulla solitudine, sull’età, sulla fiducia e sulla vergogna.
Sono qui perché il silenzio è il miglior alleato dei truffatori.
Perché ogni storia non raccontata diventa un manuale operativo per chi sfrutta le fragilità altrui.
Perché la vergogna non protegge, isola.
E l’isolamento è terreno fertile per chi promette aiuti, guadagni, soluzioni miracolose.
Sono qui perché condividere non è esporre una debolezza, ma rompere un incantesimo.
È togliere potere a chi vive nell’ombra, a chi costruisce castelli di menzogne mattone dopo mattone, approfittando di chi ha meno strumenti per difendersi.
Raccontare queste storie serve a lasciare tracce, segnali, anticorpi collettivi.
Serve a dire a chi sta vivendo la stessa cosa: non sei stupido, non sei solo, non è colpa tua.
Serve a ricordarci che dietro ogni truffa non ci sono solo numeri, ma famiglie che si rompono, fiducie che si incrinano, dignità che vengono erose lentamente.
Se anche una sola persona, leggendo queste parole, riconoscerà un campanello d’allarme prima che sia troppo tardi, allora questa condivisione avrà avuto senso.
Perché la vera prevenzione non nasce dai sistemi, dai codici o dagli algoritmi.
Nasce dal coraggio di raccontare ciò che fa male.
Lesson learned
La storia di Giorgio ci insegna alcune cose fondamentali:
- Le truffe non colpiscono solo l’ignoranza tecnologica, ma la fragilità emotiva
Solitudine, lutto, età avanzata e bisogno di sentirsi ancora “in controllo” sono vettori di attacco potentissimi. - La negazione è parte integrante della truffa
La vittima spesso difende il truffatore, mente ai familiari e continua a pagare pur di non ammettere l’errore. - Non esiste la “truffa una tantum”
Quando un truffatore aggancia una vittima, tende a sfruttarla nel tempo, spremendo ogni risorsa disponibile. - La prevenzione è anche familiare, non solo tecnica
Accesso condiviso alle email, alert sui conti, limiti operativi, dialogo continuo e – nei casi estremi – strumenti legali come l’amministrazione di sostegno. - Prima si interviene, meno si perde
Ogni mese di ritardo significa più soldi persi e più potere psicologico in mano ai criminali.
Prevedere tutto questo è possibile, osservando i segnali deboli: richieste di segretezza, promesse di guadagni irrealistici, richieste di “anticipi”, isolamento dalla famiglia, rifiuto di confrontarsi.
Le truffe moderne non bucano i sistemi informatici.
Bucano le persone.
E quando succede, non basta dire “te l’avevo detto”. Serve agire. Anche quando fa male.
Genesi dell’articolo
L’articolo è stato ispirato da una truffa reale, condivisa da un utente su Reddit.
A questa persona va tutto il nostro conforto: il suo coraggio nel raccontare ciò che ha vissuto permette ad altri di riconoscere i segnali, proteggersi e imparare dall’esperienza che ha affrontato.
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Ministero dell'Istruzione
Il #15dicembre ricorre la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, istituita nel 2024 con l’obiettivo di promuovere una cultura del rispetto che condanni con fermezza ogni forma di aggr…Telegram
All-Screen Keyboard Has Flexible Layouts
Most keyboards are factory-set for a specific layout, and most users never change from the standard layout for their home locale. As a multilingual person, [Inkbox] wanted a more flexible keyboard. In particular, one with the ability to change its layout both visually and logically, on the fly. Thus was born the all-screen keyboard, which can swap layouts on demand. Have a look at the video below to see the board in action.
The concept is simple enough: It’s a keyboard with transparent keys and a screen underneath. The screen displays the labels for the keys, while the transparent plastic keys provide the physical haptic interface for the typist. The device uses a Raspberry Pi to drive the screen. [Inkbox] then designed a plastic frame and transparent keys, which are fitted with magnets, which in turn are read by Hall effect sensors under the display. This eliminates the need for traditional key switches, which would block light from the screen below.
Unfortunately for [Inkbox], the prototype was very expensive (about $1,400 USD) and not particularly functional as a keyboard. However, a major redesign tackled some of these issues. Version two had a smaller screen with a different aspect ratio. It also jettisoned the Hall effect sensors and uses plastic keys capacitively operating a traditional touch screen. Some design files for the keyboard are available on Github for the curious.
An all-screen keyboard is very cool, if very complicated to implement. There are other ways to change your layout that aren’t quite as fancy, of course. You can always just make custom keycaps and remap layouts on a regular mechanical keyboard if desired. Still, you have to admire the work that went into making this thing a reality.
youtube.com/embed/NptK0l-rtlQ?…
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Deauth attack: l’arma più comune contro le reti Wi-Fi domestiche
Il Deauth attack è uno degli attacchi più noti e storicamente utilizzati contro reti WPA2-Personal, soprattutto come fase preparatoria per altri attacchi.
Sfrutta diverse vulnerabilità intrinseche nel processo d’autenticazione che permettono all’attaccante, tra le altre cose, di estrapolare alcuni dati utilizzabili per il cracking della chiave. È efficace contro la quasi totalità delle reti WPA2 standard IEEE 802.11.
L’efficienza dell’attacco allo scopo di ottenere la chiave di autenticazione è proporzionale alle risorse hardware dell’attaccante ed inversamente proporzionale alla complessità della chiave d’autenticazione.
Può essere lanciato da qualsiasi dispositivo dotato del giusto software e di una scheda di rete compatibile che supporti la monitor mode (una modalità che permette di operare la scheda wireless a più basso livello, avendo così più controllo sull’hardware).
Panoramica
Glossario: AP: Access point (comunemente router Wi-Fi)
Client: Il dispositivo che intende connettersi
Cos’è il Deauth Attack
Il Deauth attack è un attacco informatico il cui scopo principale è quello di forzare la deautenticazione, e quindi la disconnessione, anche temporanea, di uno o più dispositivi Client da una rete Wi-Fi.
Obbiettivi
Gli obbiettivi di questo attacco possono essere di vario genere e natura.
Il più elementare è quello di indurre un disservizio nella rete interrompendo la comunicazione tra questa ed i dispositivi ad essa collegati.
In questo caso l’attacco ricade sotto la categoria dei DoS (Denial of Service).
Un altro caso in cui si vede utilizzato questo attacco è in combinazione con un Evil Twin attack.
Si tratta di un altro attacco informatico ai danni di una rete Wi-Fi e dei dispositivi ad essa connessi che consiste nell’installazione di una rete Wi-Fi apparentemente identica all’originale allo scopo di indurre i dispositivi a connettersi ad essa per perpetrare poi ulteriori attacchi come lo sniffingdel traffico e la manipolazione delle informazioni trasmesse (MITM).
Lo scopo più comune del Deauth attack, tuttavia, è quello di indurre una disconnessione forzata allo scopo di ascoltare e registrare il processo di autenticazione che avviene tra i client e l’access point durante la successiva autenticazione. Questo attacco verrà particolarmente approfondito nell’articolo.
L’autenticazione
Glossario:
AP: Access point (comunemente router Wi-Fi)
Client: Il dispositivo che intende connettersi
Supplicant: Il client, durante l’autenticazione
PSK: Passphrase o password
Pacchetto: dato trasmesso (terzo livello OSI)
Frame: dato trasmesso (secondo livello OSI)
Canale radio: intervallo di frequenze radio definito
Richiesta di autenticazione:
Per comprendere appieno questo attacco, è necessario conoscere il processo di autenticazione delle reti WPA2 personal.
Dopo alcune fasi preliminari non dettagliate in questo articolo (Beacon, Probe request, associazione…) ha inizio il vero e proprio processo di autenticazionecon la richiesta da parte del supplicant verso l’AP tramite l’invio di un frame “Authentication request” (da ora semplicemente “request”). Questo frame viene trasmesso sul canale radio dedicato alla connessione Wi-Fi (2.4GHz / 5Ghz) ed innesca il processo di seguito descritto.
L’handshake
Il cuore dell’autenticazione è senza dubbio la negoziazione che avviene tra il Client e l’AP allo scopo di dimostrare che il Client possiede la chiave d’accesso. Questo dialogo prende il nome di 4 way handshake e può essere così sintetizzato:
MESSAGGIO 1 – ANONCE ED INIZIO DELLA DERIVAZIONE
Il 4-way handshake inizia quando l’Access Point (AP), chiamato Authenticator, invia al client (Supplicant) il primo frame “EAPOL-Key” contenente il proprio dato “ANonce” (Authenticator Nonce), un numero casuale di 256 bit (32 byte) generato sul momento dall’AP. Questo frame contiene anche il Replay Counter (8 byte), numero che serve ad identificare in modo univoco ogni messaggio dell’handshake ed evitare replay (messaggi duplicati).
MESSAGGIO 2 – CALCOLO DELLA PTK ED INVIO DEL SNonCE
Il client genera ora il proprio SNonce (Supplicant Nonce), anch’esso di 256 bit, in modo casuale e non riutilizzabile. Con entrambi i nonce e con le altre informazioni note, il client calcola la PTK (Pairwise Transient Key, una chiave di cifratura temporanea).
La PTK è derivata da una funzione pseudo-casuale definita nello standard IEEE 802.11i, chiamata PRF (Pseudo-Random Function). La formula generale è:
PTK = PRF(PMK, “Pairwise key expansion”, Min(MAC_AP, MAC_STA) ‖ Max(MAC_AP, MAC_STA) ‖ Min(ANonce, SNonce) ‖ Max(ANonce, SNonce))
dove:
- PMK (Pairwise Master Key) è una chiave di 256 bit ottenuta dalla passphrase (in WPA2-Personal) tramite PBKDF2-HMAC-SHA1(Password, SSID, 4096, 256).
- La stringa “Pairwise key expansion” è un’etichetta fissa che serve come diversificatore per la PRF.
- MAC_AP e MAC_STA sono gli indirizzi MAC dell’AP e del client.
- L’uso di Min e Max garantisce che entrambe le parti concatenino i valori nello stesso ordine,
indipendentemente da chi esegue il calcolo. Queste funzioni sono infatti di ordinamento e restituiscono il primo (MIN) e l’ultimo (MAX) indirizzo MAC secondo l’ordine alfabetico.
La PTK è lunga 384 bit (48 byte) che vengono suddivisi in tre sottochiavi:
- KCK (Key Confirmation Key, 128 bit) → per il calcolo del MIC.
- KEK (Key Encryption Key, 128 bit) → per cifrare le chiavi nel messaggio 3.
- TK (Temporal Key, 128 bit) → per cifrare il traffico unicast successivo.
Il client calcola poi un MIC (Message Integrity Code) sul messaggio “EAPOL-Key” usando la KCK secondoMIC=HMAC-SHA1(KCK, EAPOL-Frame) ed invia il secondo frame all’AP. In questo messaggio sono inclusi: SNonce, Replay Counter aggiornato ed il MIC. La presenza del MIC dimostra all’AP che il client possiede la PMK valida, poiché senza di essa il calcolo della PTK e di conseguenza del MIC non sarebbe possibile.
MESSAGGIO 3 – VERIFICA E DISTRIBUZIONE DELLA GTK
L’AP, ricevendo il messaggio 2, possiede tutto il necessario per calcolare la PTK in modo identico al client (ha PMK, ANonce, SNonce, MAC_AP e MAC_STA). Verifica quindi il MIC ricevuto: se è corretto, l’AP sa che il client possiede la PMK e valida l’autenticazione.
A questo punto, l’AP installa localmente la PTK e genera o seleziona la GTK (Group Temporal Key, generata dall’AP come numero di 128bit pseudocasuale), usata per il traffico multicast e broadcast. La GTK viene cifrata con la KEK (parte della PTK) per impedirne la lettura da parte di terzi.
Il messaggio 3, inviato dall’AP al client, contiene quindi:
- Il Replay Counter aggiornato.
- Il campo “Key Information” con flag impostati per indicare che la GTK è inclusa.
- Il campo “Key Data”, dove la GTK è cifrata con KEK.
- Un nuovo MIC, calcolato con la KCK.
Questo messaggio serve sia a consegnare la GTK, sia a confermare la validità della PTK calcolata da entrambe le parti.
MESSAGGIO 4 – CONFERMA FINALE DEL CLIENT
Il client, ricevuto il messaggio 3, decifra il campo Key Data usando la KEK e ottiene la GTK. Dopo aver verificato il MIC, installa la PTK e la GTK nella propria interfaccia radio per abilitare la cifratura del traffico (ad esempio con AES-CCMP).
Infine invia il quarto messaggio, che contiene solo un MIC calcolato con la KCK ed il Replay Counter incrementato, come conferma della corretta ricezione e installazione delle chiavi.
A questo punto, sia AP che STA condividono la stessa PTK (per il traffico unicast) e la stessa GTK (per il traffico multicast). Il 4-way handshake termina e la connessione cifrata WPA2 è pronta a trasmettere dati in modo sicuro.
La deautenticazione
Glossario: Checksum: codice, calcolato sulla base del contenuto del dato trasmesso, utile per rilevare interferenze nella trasmissione
Il primo passo del Deauth attack (dopo alcune operazioni preliminari atte ad individuare la rete target) è la deautenticazione forzata di uno o più client dalla rete. Questo può essere fatto tramite l’invio di un frame deauth. Questo frame è legittimamente utilizzato per “espellere” un dispositivo dalla rete in caso di necessità costringendolo ad autenticarsi nuovamente, ad esempio in seguito ad una nuova generazione delle chiavi, in caso di inattività prolungata, o per rispettare una policy interna.
Il Deauth frame
I Deauth frames, appartenenti ai Management Frames, non sono in alcun modo cifrati nelle reti WPA2 perché non considerati possibile vettore d’attacco al tempo della definizione dello standard 802.11 (che definisce la maggioranza delle reti WPA2 oggi attive), e per questo la loro falsificazione è molto semplice. Ad oggi esiste uno standard che mitiga questa vulnerabilità (802.11w), ma tuttora quasi inutilizzato.
Il Deauth frame è composto da:
Un header contenente:
- Un dato “frame control” di 2 bytes che identifica il tipo (in questo caso, management frame) ed il sottotipo (in questo caso, deauthentication) del frame
- Un dato “duration” di due bytes che indica il tempo per il quale il canale sarà occupato
- Un dato “destination address” di 6 bytes che indica l’indirizzo MAC del destinatario a cui è rivolto il frame
- Un dato “source address” di 6 bytes che indica l’indirizzo MAC del mittente (facilmente falsificabile)
- Un dato “BSSID” che indica il nome della rete a cui il frame si riferisce
- Un dato “sequence control” utile per il controllo dell’ordine dei pacchetti ricevuti
E da un body (corpo del messaggio) contenente:
- Un dato “reason code” di 2 bytes che indica il motivo della deautenticazione (non importante ai fini dell’attacco)
- Un dato “frame check sequence” di 4 bytes che contiene un checksum del frame
L’invio del frame
L’attacco ha inizio con l’invio, spesso in broadcast, di uno o più deauth frames.
Il frame viene quasi sempre inviato falsificando l’indirizzo MAC dell’AP, salvo in caso di alcune configurazioni estremamente rare, probabilmente non più esistenti, non coperte da questo articolo.
I client autenticati e connessi accettano il frame e si deautenticano.
La cattura dell’handshake
Dopo un certo tempo dalla deautenticazione (tipicamente alcuni secondi), i client tentano automaticamente di riautenticarsi (salvo diversa impostazione manuale da parte dell’utente, rara negli smartphone e nei dispositivi IoT).
A questo punto, l’attaccante può ascoltare i canali radio e registrare la negoziazione che avviene tra i client (in questo momento “supplicant”) e L’AP.
Il cracking della passphrase
Purtroppo per l’attaccante, i dati trasmessi che hanno a che fare con la chiave (password o passphrase) sono frutto di algoritmi non reversibili. Questo significa che non è possibile ottenere la PSK invertendo l’operazione partendo da un risultato.
È possibile tuttavia procedere per tentativi, introducendo il concetto di bruteforcing.
Il bruteforcing
Conosciuto anche come attacco bruteforce, a volte erroneamente tradotto in attacco di forza bruta, è uno dei più elementari attacchi informatici. Può essere perpetrato contro ogni dato la cui cifratura si basa sull’utilizzo di un secret (un dato che funge da chiave per la decrittazione, come un PIN, una password, un token…).
Consiste nel compiere numerosi tentativi in rapida sequenza allo scopo di indovinare il secret richiesto. Nella forma più elementare, il secret viene generato da un algoritmo pseudocasuale.
In altre forme più sofisticate, il secret può essere estratto da una lista di probabili candidati detta wordlist. In quest’ultimo caso, l’attacco prende il nome di “attacco dizionario”.
Esistono ulteriori forme di attacco bruteforce.
È importante dire che, senza limiti di tempo e/o di risorse, il brute force attack ha il 100% di probabilità di crackare il secret.
La ricostruzione della chiave
L’attacco bruteforce viene in questo caso utilizzato per crackare la PSK. Lo si fa ricostruendo l’handshake registrato, simulandolo localmente tante volte in rapida sequenza, ogni volta utilizzando una nuova chiave candidata, che può essere generata casualmente o letta da una wordlist.
Per ogni chiave candidata viene quindi calcolata la PMK, dunque la PTK ed il MIC, il quale viene confrontato con quello registrato durante la cattura dell’handshake autentico.
Nel caso in cui uno dei tentativi porti ad una corrispondenza dei due MIC, la chiave candidata viene considerata vincitrice.
Post exploitation
Glossario: Backdoor: punto di accesso persistente installato da un attaccante allo scopo di collegarsi al sistema violato con maggiore semplicità
In seguito ad un attacco deauth andato a segno, l’attaccante può utilizzare l’accesso alla rete per i propri scopi.
È tipico bersagliare infrastrutture interne come server locali, computer, dispositivi di rete.
Essendo la rete wireless locale di difficile accesso, poiché richiede vicinanza fisica tra l’interfaccia radio dell’attaccante e l’AP, solitamente si utilizza per accedere più facilmente ad altri dispositivi sui quali installare una backdoor attraverso la quale accedere tramite Internet o altra rete di più semplice utilizzo.
Strumenti
Esistono numerosi strumenti utili all’esecuzione del Deauth attack.
Tra i più conosciuti e storici troviamo Aircrack-ng (contenente Airmon-ng ed Aireplay-ng) ed MDK4 per la deautenticazione, mentre Hashcat e John the ripper per il cracking.
Alternative più complete e moderne come Airgeddon automatizzano il processo ed includono tutti i software menzionati.
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Dalle VPN ai desktop remoti: i bug Windows che non smettono mai di sorprendere
I servizi di Windows dedicati alle connessioni remote hanno da sempre rappresentato una fonte inesauribile di “soddisfazioni” per chi si occupa di sicurezza informatica, rivelando vulnerabilità di enorme impatto. Tra gli esempi più noti c’è EternalBlue, scoperto e tenuto segreto per cinque anni dall’NSA, prima di essere rubato dal gruppo Shadow Brokers e utilizzato per l’epidemia globale di WannaCry nel 2017, che ha infettato milioni di computer e causato danni ingenti a enti pubblici e aziende private.
Un altro caso emblematico è stato BlueKeep, una vulnerabilità presente nel servizio RDP di Windows che permetteva l’esecuzione remota di codice senza autenticazione su sistemi non aggiornati. Questi episodi dimostrano quanto i servizi di gestione delle connessioni remote possano diventare rapidamente un terreno fertile per exploit critici, evidenziando il ruolo strategico di questi componenti nella sicurezza complessiva dei sistemi Windows.
Esiste una falla di sicurezza estremamente grave nel servizio Windows Remote Access Connection Manager (RasMan) che permette a malintenzionati con accesso locale di attivare codice a loro scelta con diritti di amministratore di sistema.
Nel corso dell’esame della vulnerabilità CVE-2025-59230, che Microsoft ha trattato negli aggiornamenti di sicurezza dell’ottobre 2025, gli specialisti di sicurezza di 0patch hanno individuato una serie complessa di exploit, i quali si appoggiano a una falla zero-day secondaria e finora ignota per operare in maniera efficiente.
La vulnerabilità principale, CVE-2025-59230, riguarda il modo in cui il servizio RasMan gestisce gli endpoint RPC. All’avvio, il servizio registra un endpoint specifico di cui altri servizi privilegiati si fidano. I ricercatori di 0patch hanno scoperto che se RasMan non è in esecuzione, un aggressore può registrare prima questo endpoint. Una volta che i servizi privilegiati tentano di connettersi, comunicano inconsapevolmente con il processo dell’aggressore, consentendo l’esecuzione di comandi dannosi.
Tuttavia, sfruttare questa condizione di competizione è difficile perché RasMan in genere si avvia automaticamente all’avvio del sistema, non lasciando agli aggressori alcuna finestra di opportunità per registrare prima l’endpoint. Per aggirare questa limitazione, l’exploit scoperto sfrutta una seconda vulnerabilità non ancora patchata. Questa falla zero-day consente a un utente non privilegiato di bloccare intenzionalmente il servizio RasMan.
L’arresto anomalo è causato da un errore logico nel codice relativo a una lista concatenata circolare. Il servizio tenta di attraversare la lista ma non riesce a gestire correttamente i puntatori NULL, causando una violazione dell’accesso alla memoria .
Arrestando il servizio, gli aggressori possono forzarne l’arresto, rilasciare l’endpoint RPC e successivamente attivare la catena di exploit CVE-2025-59230 per ottenere l’accesso al sistema. Microsoft ha rilasciato patch ufficiali per la falla di elevazione dei privilegi (CVE-2025-59230). Tuttavia, la vulnerabilità di crash del servizio utilizzata per facilitare l’attacco non era stata ancora corretta nei canali ufficiali al momento della scoperta.
0patch ha rilasciato delle micropatch per risolvere questo problema di crash sulle piattaforme supportate, tra cui Windows 11 e Server 2025. Si consiglia agli amministratori di applicare immediatamente gli aggiornamenti di Windows di ottobre 2025 per mitigare il rischio di escalation dei privilegi principali.
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linkiesta.it/2025/12/strage-an…
"L’eroico fruttivendolo, sposato e padre di due figli, che ieri ha rischiato la vita per salvare gli ebrei di Sydney è uno di questi luminosi granelli di sabbia nel diabolico ingranaggio della propaganda di odio, alimentata e sfruttata ogni giorno da politici senza scrupoli. Politici come Benjamin Netanyahu, che ieri non ha perso un secondo prima di utilizzare la tragedia per attaccare il governo australiano, in pratica attribuendogli la responsabilità morale della strage per la sua decisione di riconoscere lo stato palestinese (come peraltro gran parte del mondo)."
RFanciola reshared this.
i reietti e gli eletti
qui: noblogo.org/differx/il-funzion…
il funzionamento delle *erde colonialiste e genocide:
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linkiesta.it/2025/12/italia-li…
"Ha ragione l’attivista ucraina Oleksandra Matvijchuk, premio Nobel per la pace duemilaventidue, che in un’intervista al Corriere ci accusa di «considerare la libertà come la possibilità di scegliere tra diversi tipi di formaggio al supermercato»."
"Altro che spesa intelligente: in materia di diritti umani e democrazia siamo degli analfabeti funzionali. Sarà la propaganda, il clima di guerra, saranno le nostre ossessioni, fatto sta che stiamo perdendo la trebisonda, tanto da arrivare a preferire Putin a Emmanuel Macron o a Ursula von der Leyen. O da non vedere la differenza tra Elon Musk e George Soros e sostenere anzi, senza scoppiare a ridere, che il padrone di X e di Tesla, poverino, sarebbe mal visto in Italia solo perché «non è di sinistra» (copyright Giorgia Meloni)."
"Nessuno si accorge che zitti zitti, senza bombe e senza stragi, sulle ali dei droni, dei D’Orsi e degli Orsini, stiamo scivolando nell’Eurussia. Uno Stato di soggezione strisciante verso il Cremlino, che prova ogni giorno, e con crescente successo, a fiaccare la nostra fiducia nella democrazia, a intorbidare i nostri media con le fake news e a intralciare il gioco elettorale."
"Basta che non ci tolgano le libertà a cui teniamo davvero. La libertà dalle tasse e dagli autovelox, per esempio. Libertà di farci la casetta abusiva a Ischia e di circolare in centro col diesel Euro-4. Libertà dalle auto elettriche, dalle pale eoliche, dai tappi di plastica che non si staccano e dagli altri diktat degli odiati eurocrati. Libertà di non vaccinarci, di non mandare a scuola i figli, di andare in pensione quando ci va, di mangiare carne di orso. Libertà di invadere il marciapiede coi tavolini del bar, di parcheggiare sulle strisce e nei posti dei disabili, di ancorare il motoscafo a un metro dalla spiaggia. Libertà di dare del negro e del frocio senza offesa per nessuno o di dire che i musulmani sono una razza inferiore e che gli spareremmo volentieri in bocca (Vittorio Feltri)."
come ho già detto, siamo solo dei bulli.
adnkronos.com/internazionale/e…
è quello che succede a guardare solo gli indicatori economici che interessano. ma come cittadina italiana ho motivo di rallegrarmi? no purtroppo. i redditi in calo da decenni, rispetto all'inflazione, una natalità bassa, assenti politiche reali di incentivo, sanità, scuola, ricerca, tutti settori allo sbando. in compenso si difendono diritti pretesi, come i tassisti, i balneari... chi ha interessi propri riesce a impedire aumenti di produttività e di efficienza, a danno di tutti. la guerra a uber su tutti è la rappresentazione più calzante di quello che è diventato l'italia. l'italia è il paese dei bulli e dei prepotenti.
Fmi, Georgieva: "Brava Italia, la vostra economia un'ancora di stabilità in Europa"
La direttrice del Fondo monetario internazionale: 'Nessun altro Paese in Europa sta facendo bene come voi, voglio esprimere la mia ammirazione per il vostro lavoro'Redazione Adnkronos (Adnkronos)
AUSTRALIA: Attacco armato fa 16 morti e 40 feriti. Civile evita bilancio più ampio
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Gli attentatori sono due pakistani. padre e figlio. Il civile che ha provato a fermarli è di origine araba
L'articolo pagineesteri.it/2025/12/15/ori…
freezonemagazine.com/rubriche/…
A quindici anni si trasferisce con sua madre in una nuova città e ricomincia in una nuova scuola. Non è un’età facile per cose del genere – l’ordine sociale scolastico è già consolidato e lui ha qualche difficoltà a farsi degli amici. A un certo punto però lega con un ragazzo, un altro tipo solitario. […]
L'articolo David Szalay – Nella carne proviene da FREE ZONE MAGAZINE.
A quindici anni si
freezonemagazine.com/articoli/…
Avevamo lasciato Steve qui: freezonemagazine.com/articoli/… ma ora il Nostro riparte con una nuova avventura discografica … Il nuovo album di Steve Rudivelli – se non ho perso il conto mi pare sia il settimo – è un viaggio sonoro che trasforma la vita quotidiana in arte. Bla bla bla Mon Amour non è solo musica: […]
L'articolo Steve Rudivelli –
Frogblight threatens you with a court case: a new Android banker targets Turkish users
In August 2025, we discovered a campaign targeting individuals in Turkey with a new Android banking Trojan we dubbed “Frogblight”. Initially, the malware was disguised as an app for accessing court case files via an official government webpage. Later, more universal disguises appeared, such as the Chrome browser.
Frogblight can use official government websites as an intermediary step to steal banking credentials. Moreover, it has spyware functionality, such as capabilities to collect SMS messages, a list of installed apps on the device and device filesystem information. It can also send arbitrary SMS messages.
Another interesting characteristic of Frogblight is that we’ve seen it updated with new features throughout September. This may indicate that a feature-rich malware app for Android is being developed, which might be distributed under the MaaS model.
This threat is detected by Kaspersky products as HEUR:Trojan-Banker.AndroidOS.Frogblight.*, HEUR:Trojan-Banker.AndroidOS.Agent.eq, HEUR:Trojan-Banker.AndroidOS.Agent.ep, HEUR:Trojan-Spy.AndroidOS.SmsThief.de.
Technical details
Background
While performing an analysis of mobile malware we receive from various sources, we discovered several samples belonging to a new malware family. Although these samples appeared to be still under development, they already contained a lot of functionality that allowed this family to be classified as a banking Trojan. As new versions of this malware continued to appear, we began monitoring its development. Moreover, we managed to discover its control panel and based on the “fr0g” name shown there, we dubbed this family “Frogblight”.
Initial infection
We believe that smishing is one of the distribution vectors for Frogblight, and that the users had to install the malware themselves. On the internet, we found complaints from Turkish users about phishing SMS messages convincing users that they were involved in a court case and containing links to download malware. versions of Frogblight, including the very first ones, were disguised as an app for accessing court case files via an official government webpage and were named the same as the files for downloading from the links mentioned above.
While looking for online mentions of the names used by the malware, we discovered one of the phishing websites distributing Frogblight, which disguises itself as a website for viewing a court file.
The phishing website distributing Frogblight
We were able to open the admin panel of this website, where it was possible to view statistics on Frogblight malware downloads. However, the counter had not been fully implemented and the threat actor could only view the statistics for their own downloads.
The admin panel interface of the website from which Frogblight is downloaded
Additionally, we found the source code of this phishing website available in a public GitHub repository. Judging by its description, it is adapted for fast deployment to Vercel, a platform for hosting web apps.
The GitHub repository with the phishing website source code
App features
As already mentioned, Frogblight was initially disguised as an app for accessing court case files via an official government webpage. Let’s look at one of the samples using this disguise (9dac23203c12abd60d03e3d26d372253). For analysis, we selected an early sample, but not the first one discovered, in order to demonstrate more complete Frogblight functionality.
After starting, the app prompts the victim to grant permissions to send and read SMS messages, and to read from and write to the device’s storage, allegedly needed to show a court file related to the user.
The full list of declared permissions in the app manifest file is shown below:
- MANAGE_EXTERNAL_STORAGE
- READ_EXTERNAL_STORAGE
- WRITE_EXTERNAL_STORAGE
- READ_SMS
- RECEIVE_SMS
- SEND_SMS
- WRITE_SMS
- RECEIVE_BOOT_COMPLETED
- INTERNET
- QUERY_ALL_PACKAGES
- BIND_ACCESSIBILITY_SERVICE
- DISABLE_KEYGUARD
- FOREGROUND_SERVICE
- FOREGROUND_SERVICE_DATA_SYNC
- POST_NOTIFICATIONS
- QUICKBOOT_POWERON
- RECEIVE_MMS
- RECEIVE_WAP_PUSH
- REQUEST_IGNORE_BATTERY_OPTIMIZATIONS
- SCHEDULE_EXACT_ALARM
- USE_EXACT_ALARM
- VIBRATE
- WAKE_LOCK
- ACCESS_NETWORK_STATE
- READ_PHONE_STATE
After all required permissions are granted, the malware opens the official government webpage for accessing court case files in WebView, prompting the victim to sign in. There are different sign-in options, one of them via online banking. If the user chooses this method, they are prompted to click on a bank whose online banking app they use and fill out the sign-in form on the bank’s official website. This is what Frogblight is after, so it waits two seconds, then opens the online banking sign-in method regardless of the user’s choice. For each webpage that has finished loading in WebView, Frogblight injects JavaScript code allowing it to capture user input and send it to the C2 via a REST API.
The malware also changes its label to “Davalarım” if the Android version is newer than 12; otherwise it hides the icon.
The app icon before (left) and after launching (right)
In the sample we review in this section, Frogblight uses a REST API for C2 communication, implemented using the Retrofit library. The malicious app pings the C2 server every two seconds in foreground, and if no error is returned, it calls the REST API client methods fetchOutbox and getFileCommands. Other methods are called when specific events occur, for example, after the device screen is turned on, the com.capcuttup.refresh.PersistentService foreground service is launched, or an SMS is received. The full list of all REST API client methods with parameters and descriptions is shown below.
| REST API client method | Description | Parameters |
| fetchOutbox | Request message content to be sent via SMS or displayed in a notification | device_id: unique Android device ID |
| ackOutbox | Send the results of processing a message received after calling the API method fetchOutbox | device_id: unique Android device ID msg_id: message ID status: message processing status error: message processing error |
| getAllPackages | Request the names of app packages whose launch should open a website in WebView to capture user input data | action: same as the API method name |
| getPackageUrl | Request the website URL that will be opened in WebView when the app with the specified package name is launched | action: same as the API method name package: the package name of the target app |
| getFileCommands | Request commands for file operations Available commands: ● download: upload the target file to the C2 ● generate_thumbnails: generate thumbnails from the image files in the target directory and upload them to the C2 ● list: send information about all files in the target directory to the C2 ● thumbnail: generate a thumbnail from the target image file and upload it to the C2 | device_id: unique Android device ID |
| pingDevice | Check the C2 connection | device_id: unique Android device ID |
| reportHijackSuccess | Send captured user input data from the website opened in a WebView when the app with the specified package name is launched | action: same as the API method name package: the package name of the target app data: captured user input data |
| saveAppList | Send information about the apps installed on the device | device_id: unique Android device ID app_list: a list of apps installed on the device app_count: a count of apps installed on the device |
| saveInjection | Send captured user input data from the website opened in a WebView. If it was not opened following the launch of the target app, the app_name parameter is determined based on the opened URL | device_id: unique Android device ID app_name: the package name of the target app form_data: captured user input data |
| savePermission | Unused but presumably needed for sending information about permissions | device_id: unique Android device ID permission_type: permission type status: permission status |
| sendSms | Send information about an SMS message from the device | device_id: unique Android device ID sender: the sender’s/recipient’s phone number message: message text timestamp: received/sent time type: message type (inbox/sent) |
| sendTelegramMessage | Send captured user input data from the webpages opened by Frogblight in WebView | device_id: unique Android device ID url: website URL title: website page title input_type: the type of user input data input_value: user input data final_value: user input data with additional information timestamp: the time of data capture ip_address: user IP address sms_permission: whether SMS permission is granted file_manager_permission: whether file access permission is granted |
| updateDevice | Send information about the device | device_id: unique Android device ID model: device manufacturer and model android_version: Android version phone_number: user phone number battery: current battery level charging: device charging status screen_status: screen on/off ip_address: user IP address sms_permission: whether SMS permission is granted file_manager_permission: whether file access permission is granted |
| updatePermissionStatus | Send information about permissions | device_id: unique Android device ID permission_type: permission type status: permission status timestamp: current time |
| uploadBatchThumbnails | Upload thumbnails to the C2 | device_id: unique Android device ID thumbnails: thumbnails |
| uploadFile | Upload a file to the C2 | device_id: unique Android device ID file_path: file path download_id: the file ID on the C2 The file itself is sent as an unnamed parameter |
| uploadFileList | Send information about all files in the target directory | device_id: unique Android device ID path: directory path file_list: information about the files in the target directory |
| uploadFileListLog | Send information about all files in the target directory to an endpoint different from uploadFileList | device_id: unique Android device ID path: directory path file_list: information about the files in the target directory |
| uploadThumbnailLog | Unused but presumably needed for uploading thumbnails to an endpoint different from uploadBatchThumbnails | device_id: unique Android device ID thumbnails: thumbnails |
Remote device control, persistence, and protection against deletion
The app includes several classes to provide the threat actor with remote access to the infected device, gain persistence, and protect the malicious app from being deleted.
capcuttup.refresh.AccessibilityAutoClickService
This is intended to prevent removal of the app and to open websites specified by the threat actor in WebView upon target apps startup. It is present in the sample we review, but is no longer in use and deleted in further versions.capcuttup.refresh.PersistentService
This is a service whose main purpose is to interact with the C2 and to make malicious tasks persistent.capcuttup.refresh.BootReceiver
This is a broadcast receiver responsible for setting up the persistence mechanisms, such as job scheduling and setting alarms, after device boot completion.
Further development
In later versions, new functionality was added, and some of the more recent Frogblight variants disguised themselves as the Chrome browser. Let’s look at one of the fake Chrome samples (d7d15e02a9cd94c8ab00c043aef55aff).
In this sample, new REST API client methods have been added for interacting with the C2.
| REST API client method | Description | Parameters |
| getContactCommands | Get commands to perform actions with contacts Available commands: ● ADD_CONTACT: add a contact to the user device ● DELETE_CONTACT: delete a contact from the user device ● EDIT_CONTACT: edit a contact on the user device | device_id: unique Android device ID |
| sendCallLogs | Send call logs to the C2 | device_id: unique Android device ID call_logs: call log data |
| sendNotificationLogs | Send notifications log to the C2. Not fully implemented in this sample, and as of the time of writing this report, we hadn’t seen any samples with a full-fledged implementation of this API method | action: same as the API method name notifications: notification log data |
Also, the threat actor had implemented a custom input method for recording keystrokes to a file using the com.puzzlesnap.quickgame.CustomKeyboardService service.
Another Frogblight sample we observed trying to avoid emulators and using geofencing techniques is 115fbdc312edd4696d6330a62c181f35. In this sample, Frogblight checks the environment (for example, device model) and shuts down if it detects an emulator or if the device is located in the United States.
Part of the code responsible for avoiding Frogblight running in an undesirable environment
Later on, the threat actor decided to start using a web socket instead of the REST API. Let’s see an example of this in one of the recent samples (08a3b1fb2d1abbdbdd60feb8411a12c7). This sample is disguised as an app for receiving social support via an official government webpage. The feature set of this sample is very similar to the previous ones, with several new capabilities added. Commands are transmitted over a web socket using the JSON format. A command template is shown below:
{
"id": <command ID>,
"command_type": <command name>
"command_data": <command data>
}
It is also worth noting that some commands in this version share the same meaning but have different structures, and the functionality of certain commands has not been fully implemented yet. This indicates that Frogblight was under active development at the time of our research, and since no its activity was noticed after September, it is possible that the malware is being finalized to a fully operational state before continuing to infect users’ devices. A full list of commands with their parameters and description is shown below:
| Command | Description | Parameters |
| connect | Send a registration message to the C2 | – |
| connection_success | Send various information, such as call logs, to the C2; start pinging the C2 and requesting commands | – |
| auth_error | Log info about an invalid login key to the Android log system | – |
| pong_device | Does nothing | – |
| commands_list | Execute commands | List of commands |
| sms_send_command | Send an arbitrary SMS message | recipient: message destination message: message text msg_id: message ID |
| bulk_sms_command | Send an arbitrary SMS message to multiple recipients | recipients: message destinations message: message text |
| get_contacts_command | Send all contacts to the C2 | – |
| get_app_list_command | Send information about the apps installed on the device to the C2 | – |
| get_files_command | Send information about all files in certain directories to the C2 | – |
| get_call_logs_command | Send call logs to the C2 | – |
| get_notifications_command | Send a notifications log to the C2. This is not fully implemented in the sample at hand, and as of the time of writing this report, we hadn’t seen any samples with a full-fledged implementation of this command | – |
| take_screenshot_command | Take a screenshot. This is not fully implemented in the sample at hand, and as of the time of writing this report, we hadn’t seen any samples with a full-fledged implementation of this command | – |
| update_device | Send registration message to the C2 | – |
| new_webview_data | Collect WebView data. This is not fully implemented in the sample at hand, and as of the time of writing this report, we hadn’t seen any samples with a full-fledged implementation of this command | – |
| new_injection | Inject code. This is not fully implemented in the sample at hand, and as of the time of writing this report, we hadn’t seen any samples with a full-fledged implementation of this command | code: injected code target_app: presumably the package name of the target app |
| add_contact_command | Add a contact to the user device | name: contact name phone: contact phone email: contact email |
| contact_add | Add a contact to the user device | display_name: contact name phone_number: contact phone email: contact email |
| contact_delete | Delete a contact from the user device | phone_number: contact phone |
| contact_edit | Edit a contact on the user device | display_name: new contact name phone_number: contact phone email: new contact email |
| contact_list | Send all contacts to the C2 | – |
| file_list | Send information about all files in the specified directory to the C2 | path: directory path |
| file_download | Upload the specified file to the C2 | file_path: file path download_id: an ID that is received with the command and sent back to the C2 along with the requested file. Most likely, this is used to organize data on the C2 |
| file_thumbnail | Generate a thumbnail from the target image file and upload it to the C2 | file_path: image file path |
| file_thumbnails | Generate thumbnails from the image files in the target directory and upload them to the C2 | folder_path: directory path |
| health_check | Send information about the current device state: battery level, screen state, and so on | – |
| message_list_request | Send all SMS messages to the C2 | – |
| notification_send | Show an arbitrary notification | title: notification title message: notification message app_name: notification subtext |
| package_list_response | Save the target package names | packages: a list of all target package names. Each list element contains: package_name: target package name active: whether targeting is active |
| delete_contact_command | Delete a contact from the user device. This is not fully implemented in the sample at hand, and as of the time of writing this report, we hadn’t seen any samples with a full-fledged implementation of this command | contact_id: contact ID name: contact name |
| file_upload_command | Upload specified file to the C2. This is not fully implemented in the sample at hand, and as of the time of writing this report, we hadn’t seen any samples with a full-fledged implementation of this command | file_path: file path file_name: file name |
| file_download_command | Download file to user device. This is not fully implemented in the sample at hand, and as of the time of writing this report, we hadn’t seen any samples with a full-fledged implementation of this command | file_url: the URL of the file to download download_path: download path |
| download_file_command | Download file to user device. This is not fully implemented in the sample at hand, and as of the time of writing this report, we hadn’t seen any samples with a full-fledged implementation of this command | file_url: the URL of the file to download download_path: downloading path |
| get_permissions_command | Send a registration message to the C2, including info about specific permissions | – |
| health_check_command | Send information about the current device state, such as battery level, screen state, and so on | – |
| connect_error | Log info about connection errors to the Android log system | A list of errors |
| reconnect | Send a registration message to the C2 | – |
| disconnect | Stop pinging the C2 and requesting commands from it | – |
Authentication via WebSocket takes place using a special key.
The part of the code responsible for the WebSocket authentication logic
At the IP address to which the WebSocket connection was made, the Frogblight web panel was accessible, which accepted the authentication key mentioned above. Since only samples using the same key as the webpanel login are controllable through it, we suggest that Frogblight might be distributed under the MaaS model.
The interface of the sign-in screen for the Frogblight web panel
Judging by the menu options, the threat actor can sort victims’ devices by certain parameters, such as the presence of banking apps on the device, and send bulk SMS messages and perform other mass actions.
Victims
Since some versions of Frogblight opened the Turkish government webpage to collect user-entered data on Turkish banks’ websites, we assume with high confidence that it is aimed mainly at users from Turkey. Also, based on our telemetry, the majority of users attacked by Frogblight are located in that country.
Attribution
Even though it is not possible to provide an attribution to any known threat actor based on the information available, during our analysis of the Frogblight Android malware and the search for online mentions of the names it uses, we discovered a GitHub profile containing repos with Frogblight, which had also created repos with Coper malware, distributed under the MaaS model. It is possible that this profile belongs to the attackers distributing Coper who have also started distributing Frogblight.
GitHub repositories containing Frogblight and Coper malware
Also, since the comments in the Frogblight code are written in Turkish, we believe that its developers speak this language.
Conclusions
The new Android malware we dubbed “Frogblight” appeared recently and targets mainly users from Turkey. This is an advanced banking Trojan aimed at stealing money. It has already infected real users’ devices, and it doesn’t stop there, adding more and more new features in the new versions that appear. It can be made more dangerous by the fact that it may be used by attackers who already have experience distributing malware. We will continue to monitor its development.
Indicators of Compromise
More indicators of compromise, as well as any updates to these, are available to the customers of our crimeware reporting service. If you are interested, please contact crimewareintel@kaspersky.com.
APK file hashes
8483037dcbf14ad8197e7b23b04aea34
105fa36e6f97977587a8298abc31282a
e1cd59ae3995309627b6ab3ae8071e80
115fbdc312edd4696d6330a62c181f35
08a3b1fb2d1abbdbdd60feb8411a12c7
d7d15e02a9cd94c8ab00c043aef55aff
9dac23203c12abd60d03e3d26d372253
C2 domains
1249124fr1241og5121.sa[.]com
froglive[.]net
C2 IPs
45.138.16.208[:]8080
URL of GitHub repository with Frogblight phishing website source code
https://github[.]com/eraykarakaya0020/e-ifade-vercel
URL of GitHub account containing APK files of Frogblight and Coper
https://github[.]com/Chromeapk
Distribution URLs
https://farketmez37[.]cfd/e-ifade.apk
https://farketmez36[.]sbs/e-ifade.apk
https://e-ifade-app-5gheb8jc.devinapps[.]com/e-ifade.apk
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