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Comunicato di Fiorenzo Bertocchi e Dino Greco a nome di Rifondazione comunista

Brescia, Rifondazione: “nessuna ipocrita acrobazia potrà nascondere la realtà che è ormai squadernata sotto gli occhi di tutte e di tutti”

“Le immagini del pestaggio inflitto dalla polizia ai manifestanti antifascisti che avevano raccolto l’invito a recarsi in piazza per protestare contro la libertà di movimento concessa a Brescia alle formazioni nazifasciste, hanno fatto il giro d’Italia. E nessuna censura, nessuna ipocrita acrobazia potrà nascondere la realtà che è ormai squadernata sotto gli occhi di tutte e di tutti. Dobbiamo confessare la nostra ingenuità: avevamo denunciato l’equidistanza con cui gli organi deputati alla sicurezza pubblica trattavano fascisti e antifascisti. Ci sbagliavamo. Le cose stanno molto peggio di così e i fatti, non le chiacchiere di questi giorni, sono lì a darne plastica dimostrazione.

Il 13 dicembre, il “cartello nero” delle organizzazioni neofasciste bresciane ha dato vita ad una manifestazione pubblica che istiga all’odio razziale ed esibiva una chiara fede nostalgica: “Siamo tornati- gridavano- e lì sono le nostre radici”. Ebbene, costoro hanno potuto impunemente sfilare e imbrattare la città e i suoi monumenti di svastiche. La questura non ha avuto nulla da dire e, soprattutto, da fare. Ieri, lo stesso immobile questore ha inviato uno schieramento possente di polizia con l’ordine tassativo di impedire, a qualsiasi costo, lo svolgimento di un pacifico presidio antifascista. All’apertura di due striscioni che ricordavano la natura antifascista della Costituzione e l’impegno dei cittadini bresciani a farne rispettare lettera e sostanza, è partita l’aggressione che è stata sull’orlo di sconfinare in un generale, drammatico pestaggio che solo la responsabilità dei manifestanti ha saputo evitare.

Ai fascisti che si erano rintanati in un loro covo e’ stato invece permesso di svolgere, all’esterno dell’edificio, un comizietto carico di tutto il loro odio antidemocratico. Ecco dunque la sostanza di tutta la vicenda e del conseguente “avviso ai naviganti” che ne è sortito: alla mobilitazione antifascista non sarà consentito niente! Con riflesso immediato, prima ancora che il famigerato ddl-sicurezza sia approvato dal parlamento, le norme gravemente liberticide in esso contenute diventano pratica ispirazione nella testa e nelle azioni dei cosiddetti organi di sicurezza. Suscitano infine un’infinita tristezza – e creano altrettanti motivi di preoccupazione – i pietosi inviti che da pulpiti insospettabili sono venuti a chiudersi in casa, a disertare la manifestazione antifascista di ieri, ponendo i manifestanti in una condizione di isolamento che i questurini hanno interpretato, come sempre, a loro modo.

Quanto al commento della sindaca, che si unisce solidalmente al pestaggio della polizia, c’è una sola cosa da dire: è vero, Brescia ha un problema, e bello grosso. E la sindaca ne è parte. Una cosa è comunque certa, e lor signori, tutti, è bene lo tengano nel debito conto: l’assemblea permanente antifascista non smobilita sotto le botte della polizia e gli insulti dei suoi corifei. Si andrà avanti, perché la Costituzione antifascista è un lascito troppo importante perché sia lasciato deperire o mortificare.

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Wire Rope: Never Saddle a Dead Horse


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If you’re into building large projects, you’ll eventually find yourself looking at wire rope. Multistrand steel wire used as antenna guy wires, bridge supports, and plenty of other uses. The [HowNot2] team tested an old rule of thumb for wire rope. “Never saddle a dead horse”.

Click through the break for more:

Never saddle a dead horse! - Absolute Rescue

The old saying refers to the clips used on wire rope. These clips have a saddle, and u shaped bolt. As the diagram shows, the saddle side of hte bolt should always go on the live (loaded) end of the cable, not the dead (cut) end. This is because the saddle has teeth to grip the cable, and protects it from crimping and damage over time.

[HowNot2] tests a number of different wire rope clamps – including improper installation. The best clamps are hydraulically crimped connectors. These require some expensive tooling — which is worth if when your life depends on the connection.

When testing got to the u-clips, saddling the live side went fine. When saddling the “dead horse”, the pull test failed sooner, after emitting some sounds that would but fear in the heart of anyone who’s been around heavy equipment or cranes. The adage turns out to be true – never saddle a dead horse.

If you really want to know more about wire rope rigging, the US Navy has you covered.

youtube.com/embed/4VM7wYb45eE?…


hackaday.com/2024/12/29/wire-r…



Attacco Informatico ad InfoCert: Si tratta di un altro attacco in Supply Chain


In relazione a quanto riportato da Red Hot Cyber riguardo alla rivendicazione di un presunto attacco informatico ai danni di InfoCert, pubblicata nel forum underground Breach Forums, l’azienda ha prontamente diffuso un comunicato stampa per chiarire la situazione e rassicurare i propri clienti.

Nel comunicato, InfoCert ha dichiarato di aver rilevato la pubblicazione non autorizzata di dati personali riconducibili ai propri clienti, specificando che l’origine dell’incidente è riconducibile a un fornitore terzo.
In data 27 dicembre u.s., in occasione delle continue attività di monitoraggio dei nostri sistemi informatici, è stata rilevata la pubblicazione non autorizzata di dati personali relativi a clienti censiti nei sistemi di un fornitore terzo.

Tale pubblicazione è frutto di un'attività illecita in danno di tale fornitore, che non ha però compromesso l'integrità dei sistemi di InfoCert.

Nel confermare che sono in corso tutti gli opportuni accertamenti sul tema, anche al fine di eseguire le necessarie denunce e notifiche alle Autorità competenti, siamo fin da ora in grado di informare che nessuna credenziale di accesso ai servizi InfoCert e/o password di accesso agli stessi è stata compromessa in tale attacco.

Sarà nostra cura fornire ulteriori approfondimenti non appena possibile.

Cordiali saluti
InfoCert S.p.A
La società ha sottolineato che i propri sistemi interni non sono stati compromessi e che nessuna credenziale di accesso ai loro servizi, incluse password, è stata violata.
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InfoCert ha ribadito l’impegno a collaborare con le autorità competenti e a condurre tutte le verifiche necessarie per approfondire l’accaduto, fornendo aggiornamenti tempestivi ai clienti.

Questa vicenda mette ancora una volta in luce l’importanza di un rigoroso controllo della sicurezza informatica, non solo all’interno delle infrastrutture aziendali, ma anche lungo l’intera catena di fornitura, dove eventuali falle possono rappresentare un rischio significativo.

L’importanza della sicurezza nella Supply Chain


In conclusione, l’incidente che ha coinvolto InfoCert sottolinea l’importanza cruciale della sicurezza informatica lungo tutta la Supply Chain, soprattutto in un contesto in cui le minacce cyber continuano a evolversi, sfruttando le vulnerabilità dei fornitori terzi.

La protezione dei dati non può più limitarsi ai soli sistemi interni di un’azienda: ogni anello della catena di fornitura deve essere monitorato con attenzione e reso sicuro per prevenire compromissioni. Sebbene non sia facile esercitare un controllo completo sulle catene di approvvigionamento, la direttiva NIS2 rappresenta un passo importante in questa direzione, imponendo una stretta regolamentazione sui controlli della Supply Chain e obbligando le organizzazioni a identificare, valutare e mitigare i rischi legati ai fornitori.

Questa normativa europea richiede standard di sicurezza elevati e un approccio sistematico alla protezione delle infrastrutture critiche, con un focus sulla gestione dei fornitori terzi come parte integrante della strategia di sicurezza aziendale.

L’adozione di misure proattive, tra cui audit regolari dei fornitori, monitoraggio continuo delle vulnerabilità e implementazione di tecnologie avanzate di sicurezza, diventa non solo un obbligo normativo ma una necessità strategica per tutelare la fiducia dei clienti, proteggere i dati e prevenire danni reputazionali ed economici.

L'articolo Attacco Informatico ad InfoCert: Si tratta di un altro attacco in Supply Chain proviene da il blog della sicurezza informatica.



Ed eccoci arrivati al momento dell'emissione delle ordinanze che vietano i botti di fine anno. Inutili come la data di scadenza sulla Nutella, visto che i controlli saranno insufficienti, ma che fanno tanto bene alla coscienza degli amministratori e alla visibilità dei sindaci.
Almeno voi, che ci sia un'ordinanza o no, evitate di sparare i botti. Fatelo per gli animali.


"....L’Argentina oggi sembra piuttosto essere il laboratorio dell’estrema destra globale in cui sperimentare fino a dove si può spingere il limite di sopportazione della società, come in America Latina hanno già fatto le dittature nel secolo scorso."

Eccolo qui l'amichetto della Benita, di trump e di musk.
La descrizione della macelleria sociale che sta attuando fa accapponare la pelle.

A me sfugge il motivo per cui più sei povero più voti certi fenomeni da baraccone, ma cosa speri, che un miliardario faccia i tuoi interessi?
Ora cominciate pure ad avere paura, il futuro ci aspetta...

valigiablu.it/argentina-econom…

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A Die-Level Look at the Pentium FDIV Bug


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The early 1990s were an interesting time in the PC world, mainly because PCs were entering the zeitgeist for the first time. This was fueled in part by companies like Intel and AMD going head-to-head in the marketplace with massive ad campaigns to build brand recognition; remember “Intel Inside”?

In 1993, Intel was making some headway in that regard. The splashy launch of their new Pentium chip in 1993 was a huge event. Unfortunately an esoteric bug in the floating-point division module came to the public’s attention. [Ken Shirriff]’s excellent account of that kerfuffle goes into great detail about the discovery of the bug. The issue was discovered by [Dr. Thomas R. Nicely] as he searched for prime numbers. It’s a bit of an understatement to say this bug created a mess for Intel. The really interesting stuff is how the so-called FDIV bug, named after the floating-point division instruction affected, was actually executed in silicon.

We won’t presume to explain it better than [Professor Ken] does, but the gist is that floating-point division in the Pentium relied on a lookup table implemented in a programmable logic array on the chip. The bug was caused by five missing table entries, and [Ken] was able to find the corresponding PLA defects on a decapped Pentium. What’s more, his analysis suggests that Intel’s characterization of the bug as a transcription error is a bit misleading; the pattern of the missing entries in the lookup table is more consistent with a mathematical error in the program that generated the table.

The Pentium bug was a big deal at the time, and in some ways a master class on how not to handle a complex technical problem. To be fair, this was the first time something like this had happened on a global scale, so Intel didn’t really have a playbook to go by. [Ken]’s account of the bug and the dustup surrounding it is first-rate, and if you ever wanted to really understand how floating-point math works in silicon, this is one article you won’t want to miss.


hackaday.com/2024/12/29/a-die-…



Non è accettabile che la polizia abbia oggi manganellato i partecipanti al presidio antifascista a Brescia mentre ai fascisti è stato invece consentito di improvvisare un comizietto e un brindisi fuori dal loro covo.

Vergognoso che la polizia abbia cercato di strappare dalle mani dei manifestanti lo striscione ‘Brescia è antifascista’ nella città della strage di Piazza della Loggia. lI questore di Brescia, dopo aver consentito un vergognoso corteo di neofascisti, ha deciso di negare il permesso al presidio antifascista e poi di tentare di scioglierlo con la forza.
Ringrazio i nostri compagni Dino Greco e Fiorenzo Bertocchi per la determinazione con cui hanno deciso di disobbedire al divieto immotivato che gli è stato comunicato dalla questura e ai mille antifascisti che hanno partecipato al presidio e al corteo mantenendo la calma e garantendo l’ordine pubblico e la legalità costituzionale senza cedere alle provocazioni.
Chiediamo le dimissioni del questore. Il diritto di manifestare è garantito dalla Costituzione e non va consentito al governo Meloni di limitarlo.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista

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La Cina Avverte: Allarme Zero-Day! Un Aumento Inarrestabile degli Attacchi Nel 2024


Il Security Internal Reference di Shangai in Cina ha rivelato che nel 2024 c’è stato un aumento significativo delle vulnerabilità zero-day. Queste falle di sicurezza, prive di patch disponibili al momento della scoperta, offrono agli aggressori un vantaggio cruciale sui team di difesa, diventando strumenti fondamentali per compromettere i sistemi aziendali. La loro pericolosità risiede nella capacità di sfruttarle prima che i fornitori riescano a risolverle, mettendo a rischio infrastrutture critiche e dati sensibili.

Un trend inarrestabile di minacce zero-day


Mentre tutte le vulnerabilità zero-day richiedono un’attenzione immediata da parte dei responsabili della sicurezza IT (CISO) e dei fornitori, alcune assumono un ruolo centrale poiché rivelano quali prodotti sono nel mirino degli attacchi. Gli aggressori mirano soprattutto a dispositivi di sicurezza di rete come gateway VPN, firewall e sistemi di bilanciamento del carico, sfruttandone la posizione strategica. Vulnerabilità come quelle scoperte nei prodotti di Ivanti, Fortinet, e Palo Alto Networks hanno dimostrato quanto siano allettanti questi obiettivi.

Un altro bersaglio privilegiato dagli attaccanti sono i software di monitoraggio e gestione remota (RMM). Questi strumenti, utilizzati per garantire la persistenza all’interno delle reti aziendali, sono spesso sfruttati dagli Initial Access broker (IaB) per superare le difese. Vulnerabilità critiche come quelle di ConnectWise ScreenConnect nel 2024 evidenziano l’urgenza di proteggere queste piattaforme. In passato, attacchi simili avevano già sfruttato i server Kaseya VSA per diffondere ransomware, un trend che si conferma in crescita.

Protezioni perimetrali, sistemi di integrazione e supply chain


Le bande di ransomware continuano inoltre a prendere di mira i software di trasferimento file gestiti (MFT), strumenti essenziali per le operazioni aziendali. Vulnerabilità come la scrittura di file arbitraria nei prodotti Cleo o l’iniezione SQL in MOVEit Transfer hanno fornito agli attaccanti punti di ingresso critici per rubare dati sensibili. Questo tipo di attacchi è destinato a intensificarsi nel 2025, data l’importanza strategica di queste applicazioni nelle infrastrutture aziendali.

Gli strumenti di integrazione e distribuzione continua (CI/CD) non sono immuni da attacchi. Le vulnerabilità in Jenkins e JetBrains TeamCity, sfruttate per compromettere pipeline di sviluppo software e attivare attacchi alla supply chain, hanno evidenziato quanto siano vulnerabili gli ambienti di sviluppo. Questi strumenti, spesso esposti a Internet, rappresentano una minaccia crescente, come dimostrato dagli exploit venduti nel dark web e utilizzati per compromettere reti aziendali.

Infine, gli attacchi alla supply chain del software sono emersi come una minaccia inarrestabile. Oltre agli strumenti CI/CD, gli aggressori infiltrano progetti open source con identità false, guadagnando gradualmente fiducia per inserire backdoor nel codice. Questi attacchi, spesso difficili da rilevare, sottolineano l’importanza di adottare misure di sicurezza rigorose e di monitorare attentamente l’intero ciclo di sviluppo, dalla codifica alla distribuzione.

Conclusioni


Sebbene gli zeroday siano una risorsa rara e molto ricercata, sia dalle cyber gang criminali che dalle intelligence governative, è fondamentale che anche le aziende inizino un percorso strutturato di ricerca e individuazione di bug non documentati. Queste vulnerabilità critiche, spesso con un punteggio di gravità pari o superiore a 9.8, stanno diminuendo di anno in anno nei report pubblici. Questo trend non è necessariamente un segnale positivo: purtroppo indica che i criminali preferiscono mantenerle segrete, sfruttandole per ottenere un vantaggio strategico.

In un contesto di guerra ibrida, le intelligence nazionali considerano gli zeroday delle vere e proprie “armi informatiche”, capaci di offrire un valore inestimabile per operazioni offensive o difensive. La natura preziosa e rara degli zeroday li rende una merce estremamente ambita anche nelle underground, dove vengono ricercati, venduti e scambiati a caro prezzo. Le aziende devono quindi comprendere che la proattività nella scoperta di vulnerabilità interne non è solo una questione di sicurezza operativa, ma anche una strategia per prevenire potenziali attacchi devastanti.

L'articolo La Cina Avverte: Allarme Zero-Day! Un Aumento Inarrestabile degli Attacchi Nel 2024 proviene da il blog della sicurezza informatica.



A Review That Asks: Do You Need a Thermal Camera?


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[Maker’s Fun Duck] has a recent video review of a cheap thermal camera from a company called Kaiweets, which you can see below. It checked all of his boxes: It was standalone, handheld, cheap, and not too cheap. The question is: does it work well for the kinds of things we would do with such a camera?

That’s a tricky question, of course, because everyone’s uses are different. Considering a soldering iron. A tiny one is great for working on PCBs, but lousy for soldering large coax connectors. A soldering gun works well for that purpose, but is too much for the PCB. The same goes for thermal cameras. Some are great for, for example, finding leaky parts of houses, but might not be so great at locating defective components on a PCB.

[Duck] starts out looking at coffee cups and hand prints. But he quickly moves on to printed circuit boards like a 3D printer controller. He also provides a number of tips on how to get accurate readings.

He seems to like the camera. But your use case might be different. There are some advantages to having cameras connected to your phone, for example, and there are other considerations. The camera appears to have a 256×192 resolution and can connect to a PC. It retails on the street for around $250.

Small cameras are valuable, even if you need to cable them to a phone. Like many things, thermal cameras get better and cheaper every year.

youtube.com/embed/VcCnY2B7FRg?…


hackaday.com/2024/12/29/a-revi…



La soluzione innovativa ed economica di Londra contro la minaccia dei droni

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Le Forze armate del Regno Unito hanno condotto il primo test dal vivo, con successo, di una nuova arma progettata per contrastare in modo economico gli sciami di droni. Il test, condotto dalla Royal artillery trials and development unit e dal 7 Air defence group, ha utilizzato l’innovativo Radio frequency directed energy



Oggi, 29 dicembre, nel 2022

Immagine/foto

Muore all'età di 82 anni la leggenda brasiliana del calcio, Pelé, uno dei più grandi giocatori di questo sport e tra i primi atleti a diventare celebrità globali.

@Storia
#otd
#accaddeoggi

Questa voce è stata modificata (4 mesi fa)

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LA NEBBIA SUL PIAN D'ERBA


Silenzio.
L'orgoglioso rio,
largo e placido di sé
pure tace, e si contenta nel letto suo di perle
che ‘l primo mattino,
qual dono inatteso dal petroso ponte
Spirito gli dona
e tutt’intorno infonde.
Verde e sana, madida
tremula lieve l'erba del Piano
La raganella celata
nella sodaglia che le fa corona
dà due sillabe di voce
e inascoltata
alla fine poi desiste.
Strie paffute di vapore
nel quadro freddo del Dio Pittore
evolvono, salgono
mano nella mano
salutan liete ‘l giorno
mentre seguon lor cammino
contese strette
tra l'Alserio e l'Eupilino.
Dall’anima
all'aria opaca
un istante di foto sgranata
svapa sul verde prato:
ombra d’antico pueril sentor
disperso, e nel tempo
mai più trovato


Sostegno Poliverso


Se la prende un po comoda, ma il rinnovo automatico dovrebbe partire ...


Etiopia, ENDF in violazione dell’accordo di tregua per il Tigray nelle zone occupate

L'articolo proviene dal blog di @Davide Tommasin ዳቪድ ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Notizie dall'Italia e dal mondo

Il Tigray, stato regionale dell’ Etiopia è stato teatro di una guerra genocida dal novembre 2020 al novembre 2022 in cui i gruppi in conflitto



Ho da poco completato l'aggiornamento della linea Tiscali, attivando con successo la connessione FTTH a 2500/1000 - di cui sono molto soddisfatto.

Cliente broadband dal 2005 (e cliente email almeno dal 2000), ho iniziato con l'ADSL a 2 Megabit... da allora sono rimasto sempre con Tiscali, di upgrade in upgrade. Sostanzialmente mai una rimodulazione (*), ho sempre avuto la possibilità di aggiornare la tecnologia e le condizioni contrattuali secondo le nuove offerte che via via uscivano... o a volte con offerte ancora migliori. In occasione di quest'ultimo aggiornamento, per esempio, ho potuto usufruire di uno sconto rispetto all'offerta attuale presente sul sito.

Come ho detto anche ad una delle operatrici del 130 - ormai sono così affezionato a un vero contact center interno, a cui rispondono operatori con rigoroso accento sardo, quasi tutti gentilissimi... e alle sue musiche jazz - Tiscali è forse l'unico provider che tratta meglio i già clienti rispetto ai nuovi clienti!

(*) solo una volta in 20 anni Tiscali ha "ribaltato" un aumento del canone di affitto del doppino di Telecom Italia su di noi; si è trattato di 1-2 euro di aumento, durato pochi mesi, fino all'uscita dell'offerta successiva a cui ho potuto aderire!



Il discorso del Generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, pronunciato il 9 novembre 2024, ha suscitato numerosi interrogativi sul futuro dell’esercito italiano e il suo ruolo crescente nella politica interna. Masiello ha affermato che l’esercito non desidera la guerra, ma che la preparazione alla guerra è essenziale per garantire la pace, un concetto che non solo tradisce i principi costituzionali italiani, ma sottolinea una pericolosa visione della forza armata come pilastro della sicurezza e dell’ordine interno. Questo approccio, che implica un esercito sempre pronto ad agire, non solo in scenari di guerra, ma anche per risolvere le crisi interne, segna un cambio di paradigma che merita attenzione.

La proposta di rinominare l’Accademia di Stato Maggiore dell’Esercito in “Scuola di Guerra” è un segnale evidente di un’escalation militare nella visione istituzionale. Non si tratta più solo di una forza di difesa, ma di una forza sempre pronta a rispondere a scenari complessi, interni ed esterni, dove l’esercito potrebbe essere visto come l’attore centrale nel garantire la stabilità. Questo non è solo un cambiamento nell’educazione militare, ma un’apertura a una visione in cui la politica non è più l’unica responsabile nella gestione delle crisi.

Le parole di Masiello, pur non invocando esplicitamente una modifica della Costituzione, rispondono alla logica di un esercito sempre pronto, che va oltre la semplice difesa della patria, con implicazioni che vanno ad intaccare il controllo civile e democratico sulle forze armate. Se l’esercito viene visto come il principale strumento per garantire la sicurezza e la stabilità, è chiaro che si sta minando il ruolo delle istituzioni politiche, sempre più sopraffatte da una crescente influenza militare nelle dinamiche interne. E ciò è tanto più preoccupante se messo in relazione con il rischio di una politicizzazione delle forze armate, che rischia di portare l’Italia verso una deriva autoritaria.

Alla luce dei generali in politica, di questo genere di esternazioni,dei venti di guerra che soffiano forti e della presidenza trump che invita al bilateralismo cercando di affossare, ancora più di quanto non sia già , il rapporto multilaterale delle politica estera USA, impongono una riflessione profonda su quali siano i rischi che stiamo correndo, del destino dei sistemi democratici , del ruolo dell’Unione Europea come possibile rete di protezione. Ricordo le riflessioni di Fabio Mini, che nel suo articolo La Rivincita di Sparta del 2012 evidenziava come il crescente potere militare potesse minacciare la democrazia. Mini parlava di vere e proprie “pulsioni” autoritarie all’interno dell’esercito, e delle pericolose interazioni con le oligarchie economiche, che avrebbero potuto sfociare in un pericoloso intervento militare nella gestione politica del paese. Secondo Mini, le forze armate, pur essendo strutturalmente autoritarie e gerarchiche, sono in grado di farsi protagoniste in tempi di crisi, soprattutto quando la politica civile fallisce nel garantire la stabilità o non sa rispondere ai propri impegni sulla scena internazionale. Mini non metteva in dubbio che l’esercito potesse essere necessario in determinati scenari, ma avvertiva della pericolosità di una politicizzazione delle forze armate, le cui “pulsioni” autoritarie avrebbero potuto emergere se la politica civile avesse perso la sua capacità di governare efficacemente. In un contesto come quello che stiamo vivendo, dove l’esercito sembra acquistare sempre più visibilità e potere, le sue parole risultano estremamente attuali.

Da Vannacci alle parole di Masiello, passando per il DDL Sicurezza, tutti i segnali sembrano indicarci una tendenza inquietante, che va ben oltre la semplice necessità di prepararsi a conflitti esterni. La crescita della militarizzazione della politica interna, insieme all’inasprimento delle pene per chi partecipa a manifestazioni pubbliche e alla possibilità di un intervento delle forze armate nell’ordine pubblico, segnalano un mutamento pericoloso. Questo scenario potrebbe sfociare in un sistema in cui l’esercito e la polizia non sono più semplicemente separati ma diventano strumenti complementari di controllo sociale, mettendo a rischio la libertà di espressione e i diritti civili.

Il DDL Sicurezza 2024, infatti, va nella direzione di un’ulteriore militarizzazione della vita civile. L’introduzione di misure che permettono l’impiego delle forze armate per operazioni di ordine pubblico, oltre alla crescente sorveglianza sociale tramite l’uso dei servizi segreti, ampliano il rischio che il dissenso venga represso con la forza, piuttosto che con il dialogo e la mediazione. L’inasprimento delle pene per i reati commessi durante le manifestazioni, insieme all’espansione dei poteri dei servizi segreti, rappresentano una vera e propria minaccia alla libertà di espressione e alla protezione dei diritti civili. La possibilità che gruppi sociali o politici di opposizione possano essere considerati minacce alla sicurezza è un segnale allarmante, che potrebbe portare alla repressione delle opinioni divergenti e all’imbavagliamento delle voci critiche.

Tutti questi sviluppi si intrecciano con le dichiarazioni del Generale Masiello, che ha affermato la necessità di una preparazione alla guerra per garantire la pace, indicando implicitamente che le forze armate devono essere pronte non solo a difendere il paese ma a intervenire attivamente in scenari di conflitto interno. In altre parole, la crescente enfasi sulla prontezza militare potrebbe aprire la porta a una politicizzazione delle forze armate, con il rischio che queste diventino l’unico strumento per affrontare le crisi politiche e sociali, ignorando i principi costituzionali che separano la politica civile dall’intervento militare.

Da un lato, si promuove una visione bellica delle forze armate, come se la preparazione alla guerra fosse l’unica strada per raggiungere la pace. Dall’altro, il contesto legislativo del DDL Sicurezza fa emergere il rischio di una deriva autoritaria, in cui le forze militari e di polizia si sostituiscono alla politica democratica, reprimendo ogni forma di opposizione.

Le forze democratiche non possono più ignorare questi segnali. La combinazione tra politica e militari, con la crescente centralità delle forze armate nelle scelte politiche interne, costituisce una vera minaccia per la tenuta democratica del paese. Non è più possibile trattare questi sviluppi come se fossero semplici adattamenti alle necessità della sicurezza. Sono i segnali preoccupanti di un cambiamento più profondo, che rischia di minare le basi democratiche e il nostro impegno per una società pacifica e giusta.

Infine, quello che in questo scenario è ancora più preoccupante, è la spinta a ulteriore divisione e frazionamento di quello che a quanto pare dovrebbe invece essere un fronte unito a difesa del difendibile, a salvare quanto ancora è salvabile, e anche in quel caso , che sembra ormai utopico, la battaglia di difesa del sistema democratico sarebbe difficile da combattere . Questo dovrebbe urlare a tutti che è necessario unire tutte le forze sinceramente democratiche per contrastare questa pericolosa evoluzione. L’esercito non deve diventare attore politico, né le forze di polizia e i servizi segreti devono avere il potere di reprimere il dissenso e limitare le libertà civili e non si deve permettere la separazione delle carriere in magistratura fondamento della separazione dei poteri proprio di un sistema pienamente democratico. Se non si interviene ora, potremmo trovarci in un futuro non troppo lontano , in una condizione esistenziale dove la libertà sarà sacrificata sull’altare della sicurezza e dove la democrazia sarà definitivamente sostituita dal controllo autoritario.

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A #Schio e dintorni, come penso in altre località, c'è un giornalino di annunci economici: #Lira&Lira.
Oltre agli annunci ed editoriali, ci sono anche articoli di attualità.
Nel numero di dicembre c'è un articolo che mi ha lasciato senza parole: una elencazione dei vari tipi di #pedoni che attraversano sulle striscie pedonali.
Riassumendo: l'#automobilista è vittima di questi pedoni scriteriati.
Qui dovreste trovare l'articolo in questione, a firma del direttore Stefano Tomasoni.
issuu.com/pubblistudio/docs/li…
in reply to Alberto V

ogni anno sale il numero di auto che muoiono per pedoni che le investono



La svolta strategica dell’Ue. Sicurezza e industria al centro dell’agenda 2025

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Sicurezza (globale e difesa) e Industria (competitività, energia) sono emerse come le priorità dell’Ue nella nuova legislatura quinquennale, riorientate rispetto a clima, sostenibilità e recovery e resilience. Siamo di fronte a una svolta per affrontare la perdita di competitività nella




Un gruppo di ricercatori di intelligenza artificiale (AI) e matematici appartenenti a diverse istituzioni ha sviluppato un benchmark matematico che consente di testare la capacità dei sistemi di AI per risolvere problemi matematici eccezionalmente difficili.
Gli attuali modelli di AI all'avanguardia risolvono meno del 2% dei problemi matematici più complessi, rivelando il divario tra le capacità dell'AI e le capacità della comunità matematica.

arxiv.org/abs/2411.04872




Un grazie al nostro governo, barzelletta vivente, incapaci, sottomessi e incompetenti totali.

Natale in cassa integrazione, le storie di chi non fa festa dall'auto alle concerie: "Stiamo bruciando i risparmi per badare alla sussistenza" - Il Fatto Quotidiano
ilfattoquotidiano.it/2024/12/2…



Leggo che l'arresto di #ceciliasala potrebbe essere una ritorsione o un ostaggio da scambiare con due iraniani sospettati di aver rubato tecnologia statunitense, tecnologia applicata su un drone che poi avrebbe ucciso dei soldati americani.
Rubare tecnologia militare di potenze avversarie, può essere un reato?


Per anni Calvino avrebbe negato qualsiasi coinvolgimento o identificazione nella fiaba moderna del piccolo Pin adrianomaini.altervista.org/pe…


Spotlight 2024 - Tracciamenti - Premio Morrione 13a edizione - Video - RaiPlay

raiplay.it/video/2024/11/Premi…

Trascorriamo sempre più tempo online e ci affidiamo al web anche per la cura della salute mentale. Oggi le piattaforme di telepsicologia contano centinaia di migliaia di utenti e fatturano milioni di euro. Ma qual è il segreto del loro successo? Tracciamenti s vela l'uso spregiudicato che le aziende di psicologia online fanno del marketing digitale, monitorando le attività dei pazienti perfino durante la seduta di terapia.


raiplay.it/video/2024/11/Premi…




PORTE GIREVOLI. L’ex capo della Nato, Jens Stoltenberg, è stato nominato nuovo co-presidente del Gruppo Bilderberg.


Il paladino della democrazia, quello che doveva difendere l'Europa, ovvero quell'imbecille di Zelensky, è intenzionato a chiudere i rubinetti del gas Russo che arriva in Europa attraverso l'Ucraina. Non vuole sentire ragioni e dal primo gennaio molto probabilmente bloccherà tutto.

Questo perché ha messo come unica condizione il fatto che quel gas non venga pagato alla Russia. Sostanzialmente Mosca dovrebbe fare beneficenza affinché quel gas arrivi in Europa. Un pretesto per ricattare i paesi dell'Unione Europea perché la Casa Bianca gli ha detto di fare così.

È un dramma perché si verificherà quello che abbiamo già visto nel 2022, ovvero prezzi delle bollette alle stelle, inflazione, impoverimento delle famiglie e colpo di grazia alla deindustrializzazione.

Un fantoccio che si è pappato centinaia di miliardi di euro di soldi delle nostre tasse per portare avanti una guerra per procura imposta da Washington, adesso si permette di decidere per l'Europa. E lo lasciano fare tranquillamente. Ma la colpa non è la sua, la colpa è di quei miserabili sottosviluppati come Von der Leyen, Draghi e compagnia. Traditori dei Popoli che dovrebbero rappresentare e tutelare perché hanno scelto di servire Washington fino alla morte.

Infatti saremo obbligati ad andare col cappello in mano dagli Usa a chiedere il GNL, gas più costoso e più inquinante. Ma in questo caso anche la tanto sbandierata lotta per la tutela dell'ambiente può attendere. Davanti agli interessi statunitensi tutto passa in secondo piano. Anche il mettere alla fame le famiglie e far fallire le aziende. Incredibile!

T.me/GiuseppeSalamone

in reply to Mro

@mro perché il GNL dovrebbe essere più inquinante?
in reply to Alberto V

@l_alberto perché è una miscela di gas, poi liquefatti, scarti di lavorazione di altri carburanti. In uno studio fatto in Olanda, se non erro, si sono ottenuti risultati con più emissione dì inquinanti durante la combustione. Dovrei cercare i risultati.
in reply to Mro

@mro pensavo più semplicisticamente che fosse per via del fatto che viene trasportato, quindi è il trasporto che inquina e non direttamente il prodotto
in reply to Mro

@mro effettivamente ho trovato questo:
"La produzione di GNL può avere impatti ambientali negativi, soprattutto se non gestita in modo sostenibile. Ecco alcuni dei principali inquinanti associati alla produzione di GNL:

  • Emissioni di gas serra: Il processo di liquefazione del gas naturale richiede energia e può generare emissioni di gas serra, come il metano e il carbonio.
  • Uso di acqua: La produzione di GNL richiede grandi quantità di acqua, che può essere sottratta alle risorse naturali e causare impatti sulla biodiversità.
  • Inquinamento del suolo e dell'acqua: Le attività di estrazione e produzione di GNL possono causare inquinamento del suolo e dell'acqua, soprattutto se non gestite in modo adeguato.
  • Impatti sulla salute umana: L'esposizione a sostanze chimiche e gas inquinanti durante la produzione di GNL può avere impatti sulla salute umana, come problemi respiratori e cancro.

Tuttavia, è importante notare che la produzione di GNL può anche essere gestita in modo sostenibile, ad esempio:

  • Utilizzo di fonti di energia rinnovabile: Utilizzare fonti di energia rinnovabile, come l'energia eolica o solare, per alimentare il processo di liquefazione del gas naturale.
  • Implementazione di tecnologie di recupero: Implementare tecnologie di recupero per ridurre le emissioni di gas serra e minimizzare gli impatti ambientali.
  • Gestione sostenibile delle risorse: Gestire le risorse naturali, come l'acqua, in modo sostenibile per minimizzare gli impatti ambientali.

In sintesi, la produzione di GNL può avere impatti ambientali negativi, ma può anche essere gestita in modo sostenibile per ridurre gli impatti e minimizzare gli effetti negativi."