Dopo SpaceX, sarà Tesla a investire in xAi di Musk?
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XAi ha bisogno di soldi e riceve 2 miliardi di dollari di SpaceX, che ha integrato Grok nell'assistenza a Starlink. Tesla sarà la prossima azienda di Musk a investire nella sua startmag.it/innovazione/spacex…
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Se la morte a Gaza è un “malfunzionamento tecnico”
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/se-la-m…
Francamente importa poco se la maggioranza degli israeliani nei sondaggi dice che vuole la fine dello sterminio a Gaza e gli ostaggi a casa. Importa anche meno che da 80 anni quello che fu l’occidente faccia accordi con
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Budget mirato e sinergia con IT per difendersi dalle nuove minacce
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La crescente esposizione degli ICS/OT a minacce informatiche impone un approccio strategico alla sicurezza. Allocare risorse adeguate e rafforzare la collaborazione tra i due team sono passi fondamentali per proteggere infrastrutture critiche e garantire la continuità
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Autonomia spaziale, da pionieri a protagonisti della sicurezza nazionale. L’intervento di Trezza
@Notizie dall'Italia e dal mondo
L’Italia ha scritto pagine decisive nella storia dell’esplorazione spaziale quando, il 15 dicembre 1964, lanciò il satellite San Marco 1 dalla base di Wallops Island, diventando la terza nazione al mondo dopo Stati Uniti e Unione Sovietica a possedere un
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CISGIORDANIA. Nasce la prima unità di polizia composta solo da coloni israeliani
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Si tratta di una milizia a tutti gli effetti e a volerla è stato il ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir. "Avrà una mentalità offensiva"
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GR Valle d'Aosta del 14/07/2025 ore 07:20
GR Regionale Valle d'Aosta. Le ultime notizie della regione Valle d'Aosta aggiornate in tempo reale. - Edizione del 14/07/2025 - 07:20
La minaccia più grande dell’Intelligenza Artificiale? E’ che i giovani non sapranno più pensare!
“Ora che il genio è uscito dalla lampada, è impossibile rimetterlo dentro!”. Quante volte abbiamo scritto queste parole riguarda l’intelligenza artificiale?
Ora che il genio è fuori, come nei racconti delle Mille e una notte, non possiamo far finta che nulla sia cambiato. Le tecnologie basate sull’IA ci stanno cambiando rapidamente – e profondamente – in ogni aspetto della nostra vita. Scriviamo con l’AI, parliamo con l’AI, disegniamo con l’AI, scriviamo musica con l’AI e ancora programmiamo, impariamo e perfino pensiamo con l’AI.
Ma siamo davvero pronti?
A guardarci indietro, da Alan Turing a John von Neumann passando da Marvin Minsky a John McCarthy – l’uomo che coniò il termine “intelligenza artificiale” nel 1956 e che partecipò al Tech Model Railroad Club dell’MIT di Boston dove è nata la cultura hacker – di strada ne abbiamo fatta tanta. Ma nonostante le intuizioni geniali, questi pionieri difficilmente avrebbero potuto immaginare che un giorno, nella tasca di miliardi di persone, ci sarebbero stati degli assistenti intelligenti in grado di conversare, scrivere codice, comporre musica e generare immagini in pochi istanti.
Eppure, per quanto il progresso sia stupefacente, il rischio più grande che oggi corriamo non è l’estinzione dell’umanità per mano di una super intelligenza, come ci ricorda la cultura cyberpunk con skynet e terminator. La cosa è molto più sottile. È la perdita progressiva della nostra capacità di pensare. Di ragionare. Di collegare, immaginare e valutare criticamente.
Lo chiamano “decadimento mentale”. Ed è l’ombra che incombe dietro ogni promessa dell’intelligenza artificiale.
Pensiamo sempre meno con la nostra testa
Per controllare i computer intelligenti, abbiamo bisogno di esseri umani ancora più intelligenti dei computer, ma l’intelligenza artificiale ci spinge solo a scaricare le informazioni e a lasciare che siano i computer a pensare per noi.
È questa la riflessione – sempre più condivisa da studiosi, educatori e filosofi – che dovrebbe farci riflettere. Come osserva anche Yuval Noah Harari, autore di Homo Deus, se le persone iniziano a delegare le loro decisioni agli agenti intelligenti, perderanno progressivamente la capacità di decidere.
Il punto cruciale è il seguente: tutto sta diventando troppo facile.
Scrivere un tema? C’è l’AI. Fare un’analisi di mercato? C’è l’AI. Riassumere un libro, pianificare un viaggio, interpretare un testo difficile, progettare una strategia aziendale? C’è sempre l’AI. E questo sta progressivamente indebolendo il nostro “muscolo cognitivo”. Ed è tutto direttamente proporzionale: più diventa facile, più diventiamo pigri.
Infatti molte persone iniziano a praticare quello che gli anglosassoni chiamano raw-dogging con l’intelligenza artificiale, per descrivere il rapporto diretto e privo di filtri che alcuni utenti stanno iniziando ad avere con l’IA. Questo conferma lo studio di Microsoft e della Carnegie Mellon University, che ha rilevato che una maggiore dipendenza dagli strumenti di intelligenza artificiale sul lavoro era collegata a una riduzione delle capacità di pensiero critico. Inoltre, anche uno studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha analizzato cosa succede nel nostro cervello con un uso intensivo di ChatGPT correlandolo al deficit cognitivo.
Si, di studi ne stanno uscendo molti e tutti concordano nella stessa direzione.
Ma a dire il vero, il solco era già stato tracciato. A partire dal 1973 si sono osservati segnali di una progressiva riduzione del quoziente intellettivo, fenomeno che alcuni studiosi collegano all’introduzione massiva della televisione nelle case. Quello che per decenni è stato un trend positivo nei Paesi industrializzati — noto come effetto Flynn — sta oggi mostrando una pericolosa inversione di tendenza che viene chiamata dagli studiosi “reverse effect flynn”.
Grafico che riporta il “reverse effect flynn” tratto dallo studio “Looking for Flynn effects in a recent online U.S. adult sample”
I decrementi recenti vengono attribuiti a fattori ambientali, sistemi educativi sempre più “semplificati”, uso massiccio dei media digitali, calo della lettura profonda e delega cognitiva a strumenti esterni.
E l’IA è la ciliegina sulla torta in tutto questo.
Un mondo più diseguale e un’economia polarizzata
Ma oltre al rischio del decadimento mentale, l’impatto dell’intelligenza artificiale è molto più ampio: investe numerosi ambiti e riguarda l’intera società. Questo perchè:
l’intelligenza artificiale non è neutrale!
È uno strumento potente nelle mani di pochi. Oggi i modelli più avanzati sono controllati da una manciata di big player globali: Microsoft (con OpenAI), Google (con Gemini), Apple (con i suoi nuovi agenti Siri), Amazon, Meta. E non bisogna farsi illusioni: il loro mandato non è migliorare la condizione umana o la fame nel mondo, è sempre e soltanto uno: generare profitto.
Questo fa si che l’economia diventa “polarizzata”, dove pochi traggono vantaggio dalla sostituzione del lavoro umano con l’IA, e molti ne subiscono gli effetti. Inoltre, le loro risorse computazionali, i loro data center e la loro capacità di accesso a enormi moli di dati non sono replicabili dai comuni mortali, né tantomeno dagli Stati più poveri.
Ad esempio il report “The Work of the Future: Building Better Jobs in an Age of Intelligent Machines” pubblicato nel 2020 dal MIT Task Force on the Work of the Future evidenzia chiaramente come, nonostante la crescita della produttività, i frutti dell’automazione e dell’IA questi siano distribuiti in modo fortemente squilibrato.
Questo significa che l’AI rischia di ampliare il divario già esistente tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud del mondo, tra chi ha accesso agli strumenti e chi ne è escluso. Secondo un’analisi del World Economic Forum del 2024, l’80% dei benefici dell’automazione intelligente si sta concentrando nei Paesi G7, mentre in Africa e America Latina si assiste a una crescita dell’automazione senza una corrispondente crescita nelle competenze digitali. Un abisso che rischia di diventare incolmabile.
E in questo abisso si nasconde la vera minaccia: che l’intelligenza artificiale non è solo un acceleratore di disuguaglianze economiche, ma anche culturali ed esistenziali. Perché chi possiede gli algoritmi possiede anche la capacità di orientare pensieri, i consumi e i comportamenti. E mentre i più fortunati potranno permettersi di “affittare” intelligenze artificiali per potenziare la propria mente, miliardi di persone rischiano di diventare solo utenti passivi di un sistema progettato altrove, incapaci di partecipare, di capire e persino di scegliere.
È qui che la tecnologia, da strumento per liberare l’uomo, rischia di trasformarsi definitivamente in una gabbia invisibile e insuperabile gestita completamente dalle macchine.
E cosa mai potrà accadere?
Nel prossimo decennio, l’IA non si limiterà più a rispondere alle nostre domande o a generare contenuti su richiesta: diventerà onnipresente e invisibile all’interno delle nostre vite. Ogni individuo avrà un assistente IA personalizzato, che gestirà dalla pianificazione quotidiana alla salute mentale,
I sistemi di intelligenza artificiale evolveranno fino a conoscere ogni dettaglio di noi, anticipando desideri e paure, adattando in tempo reale notizie, intrattenimento e relazioni sociali per massimizzare la nostra attenzione.
Vivremo circondati da assistenti digitali talmente raffinati da sembrare persone vere, capaci di accompagnarci in ogni scelta quotidiana, fino a influenzare ciò che sogniamo di diventare.
In parallelo, la nostra stessa mente rischia di cambiare. Con l’abitudine di delegare processi creativi, analitici e decisionali, assisteremo ad una trasformazione silenziosa ma profonda come visto nel capitolo precedente “pensiamo sempre meno con la nostra testa”.
Saremo quindi un’umanità sempre più abituata a risposte immediate e sempre meno allenata alla complessità. Il pensiero critico e la capacità di sostenere il dubbio potrebbero apparire superflui, sostituiti da algoritmi che semplificano ogni questione. La memoria diventerà esterna, archiviata nei server, mentre l’immaginazione verrà condivisa e plasmata da reti neurali che pensano più in fretta di noi.
Al tempo stesso, la disuguaglianza tecnologica potrebbe generare nuove fratture sociali. Chi avrà accesso agli strumenti più avanzati sarà in grado di amplificare il proprio talento e la propria influenza, mentre una vasta parte della popolazione rischierà di rimanere spettatrice, incapace di comprendere o controllare le logiche che governano il mondo digitale anche costretta da futuri “Muri digitali“. Le democrazie dovranno affrontare la sfida di piattaforme sempre più potenti, in grado di orientare il consenso e alimentare “polarizzazioni” mai viste prima.
La differenza tra chi controlla l’IA e chi ne subisce gli effetti potrebbe diventare la nuova linea di confine tra potere e impotenza.
E probabilmente, dopo esserci spinti così oltre e aver realizzato che l’uomo rischia di trasformarsi in un servitore delle macchine, qualche stato potrà capire che sia necessario invertire la rotta. Potrebbe nascere l’idea di educare le nuove generazioni riscoprendo metodi didattici d’inizio ’900, anche se questo è un esempio. Si potrebbero ipotizzare la creazione di “sacche” di de-digitalizzazione. Ne parlavo nell’articolo del 2020 introducendo il concetto di de-digitalization. E questo modo di agire consentirebbe di eliminare, agenti AI fuori controllo, sorveglianza di massa, dipendenza tecnologica e influenza disconnettendosi da internet e creare reti indipendenti supervisionare dagli stati o da federazioni di stati che appoggiano politiche di de digitalizzazione.
Un fotogramma del film fahrenheit 451 del 1966 diretto da François Truffaut, tratto dall’omonimo romanzo fantascientifico-distopico di Ray Bradbury.
In sintesi, Runet, Great Firewall of China, dazi, terre rare, sono solo parte di un percorso che porterà il mondo ad erigere questi “muri”, per creare un cyber space isolati, dove i tempi della collaborazione tra i popoli verrà dimenticato perché il predominio del mondo è di carattere tecnologico e non più umano.
La grande sfida è in un equilibrio fragile
Se sapremo immaginare una tecnologia che non sostituisce l’umano, ma lo potenzia, potremmo entrare in un’era dove l’intelligenza artificiale diventa alleata della creatività e della conoscenza condivisa. Potremmo creare ecosistemi digitali che proteggono la privacy, favoriscono l’inclusione e restituiscono il tempo per pensare, sperimentare, sbagliare.
Ma l’umano non ragiona così. Pensa sempre al suo interesse.
Quando le macchine diventeranno così brave da farci confondere (e avverrà a breve) tra statistica e anima, la discussione sarà se abbiano o meno dei diritti oppure no. il tema in quel momento sarà chiedersi: cos’è l’anima? Può essere rappresentata da un corpo in silicio mosso da pura statistica? E li ne vedremo delle belle.
Una volta le grandi sfide erano prettamente tecnologiche: creare il primo computer, inviare un uomo sulla Luna, costruire reti sempre più potenti. Oggi, invece, la vera sfida non riguarda più soltanto la tecnologia, ma l’uomo stesso. In un’epoca in cui le macchine iniziano a “pensare”, progettare sistemi più avanzati diventa secondario rispetto a una questione ben più profonda: come proteggere ciò che ci rende umani.
Non è un caso che già si inizi a parlare di linguaggio “human” per comunicare con queste intelligenze artificiali (quasi AGI, premesso che qualcuno sappia capire cosa voglia dire questo termine), ma comunque sempre più pervasive. Alla London Technology Week di giugno, qualcuno ha scherzosamente affermato che «il nuovo linguaggio di programmazione del futuro dovrebbe chiamarsi Human!». Una battuta, certo, ma che fotografa perfettamente il momento storico che stiamo vivendo: le macchine ci costringono a rapportarsi con loro con il linguaggio naturale, con il nostro stesso linguaggio, non più per dominare la tecnologia, ma per riuscire a dialogare con essa senza perdere noi stessi.
In questo scenario, psicologia e tecnologia si stanno fondendo. Si parlava qualche anno fa di etica e di differenze di genere. Sono problemi già dimenticati e superati purtroppo. Ora si è passati a cosa più serie e si moltiplicano gli studi per capire come l’essere umano possa adattarsi a un mondo digitale dominato da assistenti intelligenti, robot, chatbot e sistemi predittivi, senza sacrificare memoria, spirito critico e creatività. È un equilibrio fragile, in cui la posta in gioco non è solo l’efficienza o la produttività, ma la nostra stessa capacità di ragionare e di pensare con la nostra testa.
Nel frattempo, la politica si trova sospesa tra gli interessi delle big tech – che oggi contano quanto intere economie nazionali – e l’incapacità di leggere davvero i pericoli di lungo termine. Così facendo, si rischia di spalancare le porte a una diffusione capillare degli agenti digitali, che se da un lato ci semplificano la vita, dall’altro erodono lentamente le capacità cognitive dei più giovani.
Un lento scivolare verso un mondo in cui non saremo più padroni delle nostre scelte, ma semplici esecutori di ciò che le macchine ci suggeriscono. E lo faranno talmente bene che ci fideremo totalmente di loro.
Eppure, proprio nella consapevolezza di questo rischio si nasconde un seme di speranza. Perché se la grande sfida è “umana”, allora solo l’uomo può vincerla: riscoprendo la sua lentezza, il pensiero critico e la creatività come valori indispensabili. Forse non riusciremo a fermare il progresso tecnologico, ma possiamo ancora scegliere di non esserne schiavi e scrivere nei nostri brani musicali, nei nostri articoli, nei nostri codici sorgenti la parola “AI Free”, a significare che quanto prodotto è frutto esclusivamente della mente umana. Saremo nel mercato? Probabilmente no, ma sarà un segnale importanti per molti.
Sta a noi decidere se vivere in un mondo governato dalle macchine o in un mondo dove le macchine restano, comunque, al servizio dell’uomo. La domanda non è più se l’intelligenza artificiale cambierà il mondo. Lo sta già facendo.
La vera domanda è: saremo in grado di restare umani, nel senso più profondo e autentico del termine, in un mondo dominato da macchine pensanti?
Sarebbe bello pensare ad un futuro dove l’IA diventa il microscopio e il telescopio della mente umana, aiutandoci a esplorare domande ancora più grandi che fino ad oggi non hanno avuto risposta. Ma purtroppo ancora questo sogno è nel cassetto.
Ora la sfida non è più tecnologica. È culturale, educativa e soprattutto politica.
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IO E CHATGPT E07: Come prendere decisioni migliori
In questo episodio trattiamo dell'uso di ChatGPT per prendere decisioni migliori.
zerodays.podbean.com/e/io-e-ch…
Citizen Science is All Fun and Games
You are probably familiar with initiatives like Seti@Home, where you donate unused computer power to some science project that needs computer cycles. [Jeff Yoshimi] wants to borrow your most powerful computer: your brain. The reason: cancer research.
[Jeff’s] recent book, Gaming Cancer, has three examples: Eterna, Foldit, and Nanocrafter. All three make games out of creating biological molecules. With Foldit, you create proteins in a bonsai-like fashion. EteRNA is more like Sudoku for RNA. Nanocrafter used DNA strands as puzzle pieces, although it is no longer operational. Their website, amusingly, looks like it was taken over by a slot machine site and a probably AI-generated text tries to convince you that slot machines are much like fusing DNA strands.
What can these projects do? Eterna’s open vaccine challenge used gameplay to help design RNA molecules for vaccines that don’t require ultra-cold storage, and the results drove improvements in real-life vaccines.
There have been several science fiction stories that center on the idea that a game of some sort might be an entrance test to a super-secret organization (The Last Starfighter or Stargate: Universe, for example). Maybe a future science game will trigger scholarship or job offers. It could happen.
We like citizen science. Zooniverse does a good job of making it fun, but maybe not to the level of a game. You can make contributions in space, or even right here on Earth.
Estensioni browser dannose: una libreria raccoglie dati dagli utenti per fini commerciali
Le estensioni per Chrome, Firefox ed Edge, installate quasi un milione di volte, aggirano la protezione e trasformano i browser in scraper che raccolgono informazioni dai siti web per clienti commerciali. Secondo gli analisti di SecurityAnnex , sono state scaricate 245 estensioni dannose, per un totale di circa 909.000 volte. Tutte hanno scopi diversi, tra cui la gestione dei segnalibri e degli appunti, l’aumento del volume e la generazione di numeri casuali. Ma condividono tutte la stessa libreria open source MellowTel-js, che consente agli sviluppatori di monetizzare le proprie estensioni.
I ricercatori affermano che la monetizzazione si basa sull’uso di estensioni per estrarre informazioni da siti web a vantaggio di clienti commerciali. Tra questi, secondo il fondatore di MellowTel, Arsian Ali, ci sono anche startup di intelligenza artificiale. Gli analisti di SecurityAnnex sono giunti a questa conclusione dopo aver scoperto stretti legami tra MellowTel e Olostep, un’azienda che si definisce “la soluzione di scraping API più affidabile e conveniente al mondo”.
Olostep afferma che i suoi bot “evitano il rilevamento e possono elaborare fino a 100.000 richieste in parallelo in pochi minuti”. Quindi, i clienti dell’azienda pagano, specificano la posizione dei browser tramite cui desiderano accedere a determinate pagine web e Olostep utilizza il suo database di estensioni installate per soddisfare la richiesta. “Abbiamo motivo di credere che le richieste di scraping di Olostep siano distribuite su tutte le estensioni attive che utilizzano la libreria MellowTel”, affermano gli esperti.
Il creatore di MellowTel, a sua volta, sostiene che la sua libreria sia progettata per “condividere le connessioni internet [degli utenti] (senza inserire link di affiliazione, pubblicità non correlate o la necessità di raccogliere dati personali)”. Afferma inoltre che “il motivo principale per cui le aziende pagano per il traffico è accedere in modo affidabile ed economico ai dati disponibili al pubblico dai siti web”. Secondo lo sviluppatore, gli autori delle estensioni ricevono il 55% dei ricavi e MellowTel il resto.
Tuttavia, SecurityAnnex avverte che le estensioni che utilizzano MellowTel rappresentano un rischio per gli utenti. Uno dei motivi è che MellowTel impone alle estensioni di attivare un web socket che si connette a un server AWS che raccoglie informazioni su posizione, larghezza di banda disponibile, attività e stato degli utenti dell’estensione. Oltre alla violazione della privacy, WebSocket inietta anche un iframe nascosto nelle pagine visualizzate, che si collega a siti da un elenco recuperato dal server AWS. E gli utenti non hanno modo di “vedere” quali siti vengono aperti nell’iframe nascosto.
Indebolire l’intera esperienza di navigazione in questo modo può esporre gli utenti ad attacchi cross-site scripting che normalmente vengono prevenuti. Quindi, non solo i tuoi utenti diventano inconsapevolmente dei bot, ma sono anche vulnerabili durante la navigazione sul web. Gli esperti sottolineano inoltre che il problema di MellowTel è che i siti che la biblioteca apre sono nascosti agli utenti finali. Infatti, le persone devono fidarsi di MellowTel per verificare la sicurezza e l’affidabilità di ogni risorsa che aprono.
Lo stato attuale delle estensioni che utilizzano MellowTel è:
- 12 delle 45 estensioni di Chrome trovate non sono più attive. Alcune sono state rimosse a causa del rilevamento di malware, mentre in altri casi gli sviluppatori stessi hanno smesso di utilizzare la libreria;
- Solo 8 delle 129 estensioni di Edge sono state disabilitate;
- Delle 71 estensioni pericolose per Firefox, solo 2 sono state disattivate.
L’elenco completo delle estensioni è disponibile qui .
In seguito alle accuse dei ricercatori e a numerosi resoconti dei media, il creatore di MellowTel, Arsian Ali, ha pubblicato una lunga risposta, in cui afferma che sta solo cercando di “creare un’alternativa open source ai meccanismi pubblicitari e un motore di monetizzazione per il mondo dell’intelligenza artificiale”.
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KW 28: Die Woche, in der wir Bargeld-Tracking in die Öffentlichkeit brachten
Memes und Persönlichkeitsrechte: Vor 25 Jahren tanzte der Techno-Wikinger auf der Fuckparade
Pirates ♡ Memes!
Meme culture is great! Pirates love memes. Memes help people share ideas and jokes. But some greedy corporate content creators attack those who create memes. They sue individuals who create memes with no profit intention whatsoever. We must fight back against this!
One clear case happened in Germany: welt.de/vermischtes/article256…
Fans made memes of the children´s book character Conni. The publisher sent cease and desist letters. They threatened an Instagram account. And, they succeeded. They closed the account. They limited free expression. They destroyed their own creation. While the memes would have allowed Conni to survive. Conni will die. Save Conni!
While Germany has an especially strict amount of copyright infringement, this issue is a global one and these problems are not isolated to just memes.
These cases happen in the art world. Disney has sent legal notices for fan art:
valueaddedresource.net/disney-…
vulture.com/article/disney-uni…
These cases happen in the game industry. Nintendo shuts down games derived from their content:
gamesradar.com/former-pokemon-…
They happen in the music industry. Musicians sue other musicians for remixing their tracks.
musicbusinessworldwide.com/dua…
They happen in the social media sphere. Fans of global events in South Korea were warned over martial law memes: forbes.com/sites/callumbooth/2…
Memes are great! Game revisions are great! Remixes are great! Social media protests are great! This is how society develops and creates new forms of expression. Knowledge is derivative. We learn from history and create new versions that are slightly different but better.
Let´s demand protection of memes! No material should be frozen by copyright!
#BRICS: serve un salto di specie
BRICS: serve un salto di specie
Durante il diciassettesimo incontro annuale dei BRICS, recentemente celebratosi a Rio de Janeiro, i leader del blocco hanno proposto di avanzare nella creazione di un nuovo sistema di transazioni finanziarie nell’ambito dell’Iniziativa dei Pagamenti …www.altrenotizie.org
Member Meeting Tonight, 8pm
Our next member meeting is today, 7/13 at 8pm. The agenda page is up. We will discuss a draft 2026 campaign plan.
Contact us if you want to add anything or bring it up at the meeting.
It will be a video meeting at our community bridge page.
Previous meeting:
- agenda: masspirates.org/wiki/June_22nd…
- recording: youtu.be/DlIKd-PyIcI
I giovani alpini del "Solarolo III" in pellegrinaggio sull'Ortigara
Un itinerario tra addestramento e memoriaTGR Valle d'Aosta (RaiNews)
La Tabaccaia e l'età dei clienti: le tecnologie fighissime non sono affatto una buona idea.
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/tabaccai…
Ma quanto è bella la tecnologia che funziona? Vai al centro commerciale, frughi tra gli scaffali e, come d'incanto, trovi esattamente quello che ti serve, non sapevi nemmeno che esistesse ma sembra fatto apposta per
Privacy Pride reshared this.
La Freedon Flotilla salpa di nuovo: la Handala diretta a Gaza
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Partita da Siracusa, andrà a Gallipoli prima di dirigersi a Gaza. A bordo aiuti umanitari salvavita. Porta un messaggio di solidarietà e sostegno da parte di tutto il mondo ai palestinesi della Striscia
L'articolo La Freedon Flotilla salpa di nuovo: la Handala diretta a Gaza
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Google raccoglie dati via Android a insaputa (e a spese) degli utenti?
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Per la pubblicità mirata Google avrebbe estrapolato un gran numero di dati personali senza il consenso degli utenti Android, sfruttandohttps://www.startmag.it/innovazione/google-raccoglie-dati-android-insaputa-utenti/
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Tutto su Bitchat, la nuova app di Jack Dorsey che sfida colossi come WhatsApp
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Sviluppata in un weekend, Bitchat permette lo scambio di messaggi via Bluetooth senza passare dalla connessione Internet, connettendo in serie i device degli utenti per recapitare comunicazioni crittografate ed
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sto facendo un elenco di social che ho in uso. sono molti perché a una strategia verticale (da wannabe influencer) preferisco una prassi orizzontale (da militante di fatto).
ecco la lista (che si può trovare ampliata su linktr.ee/differx):
slowforward.net è su t.me/slowforward
io sono preferibilmente su
mastodon.uno/@differx
differx.tumblr.com
differx.bsky.social
un diario è tinyurl.com/differxx
su friendica sono qui: poliverso.org/profile/differx
comunicazioni:
telegram, signal, whatsapp
media generalisti (assai assai meno amati ma al momento ancora usati):
instagram.com/marco.giovenale
facebook.com/differx
youtube.com/@marco.giovenale
youtube.com/@slowforward
x.com/marcogiovenale
threads.com/@marco.giovenale
a siti e blog dedicherò altro spazio.
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Madame Pelicot è stata insignita della Legion d'Onore
È il più alto riconoscimento della repubblica francese
bbc.com/news/articles/cr5v1p4z…
Gisele Pelicot awarded France's Legion of Honour
Pelicot was named knight of the Legion of Honour on a list announced ahead of France's Bastille Day.Zahra Fatima (BBC News)
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Getting a Job in Tech in Italy in 2025: The Complete Guide
Italy's tech market is booming in 2025, with the ICT sector hitting €91.7 billion and over 70,000 annual job openings. Entry-level software developers earn €35,000+, while experienced roles top €60,000. Key hubs like Milan, Rome, and Turin offer competitive salaries (€40K–€70K+) amid growing demand for AI, cybersecurity, and cloud skills.
@Jobs
nucamp.co/blog/coding-bootcamp…
Getting a Job in Tech in Italy in 2025: The Complete Guide
Discover Italy's tech job market in 2025 with insights on salaries, living costs, visa options, and jobs in cities like Milan and Rome.Ludo Fourrage (Nucamp Bootcamp)
“Il diritto dei cittadini a un’informazione libera, indipendente, pluralista”. Una bella iniziativa a Matera
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/il-diri…
Libertà di stampa non è uno slogan. È una condizione minima
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Martedì a Roma (per Regeni) e a Napoli (per Paciolla). Articolo21 ci sarà
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/martedi…
Una giornata importante martedì 15 luglio a cui Articolo21 parteciperà. La mattina alle 9 a piazzale Clodio nuova udienza nel processo per il rapimento, le torture
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Trump, dazi e concorrenza
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/trump-d…
Se gli USA mettono i dazi è perché non reggono la concorrenza. Altre nazioni producono cose che agli americani piacciono più di quelle che fanno loro, per la migliore qualità (Europa) o per il minor costo (Asia). Sul breve periodo, Trump avrà dei vantaggi; ma saranno sempre minori, man mano che gli
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Srebrenica, ricordo da rispettare senza dimenticare l’ipocrisia dei “mai più”
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/srebren…
Il ricordo di Srebrenica, trent’anni dopo, meritava rispetto. Ma ora che le luci sulle celebrazioni cominciano ad affievolirsi, è giusto far pesare
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Problemi con Raccoon
Raccoon for Friendica sarebbe un'ottima app per poter accedere a tante delle numerose funzionalità di Friendica dallo smartphone. Peccato che più lo uso e più saltano fuori problemi...
Già in un post precedente ho segnalato come ogni tanto il testo di alcuni post sparisca, o venga troncato dopo poche righe.
Inoltre, anche la timeline ogni tanto (ma anche dopo meno di un giorno dal login) sparisce completamente, mentre le altre schede continuano a mostrare contenuto. Il workaround è fare logout e login andando sulla scheda profilo, ci vuole un attimo con le credenziali memorizzate nel browser ma senza dubbio è una bella rottura di scatole.
Ora, stamattina ho aperto la schermata dei tracker rilevati da uno dei miei dispositivi /e/OS (un Teracube 2e che tengo senza SIM) e, con mia grande sorpresa, Raccoon era in cima alla lista con ben 4 tracker! Ho aperto la relativa schermata e vi rimando all'immagine per i dettagli. Vedo inoltre che anche l'App Lounge di sistema mostra 2 tracker, mentre per Fedilab non ne viene rilevato nessuno.
La cosa strana è che questo lo vedo solo su questo dispositivo. Sul mio telefono principale (un Murena One su cui gira esattamente la stessa versione di /e/, la 3.0.1), né Raccoon né l'App Lounge mostrano tracker.
Per completezza, l'analisi Exodus dei certificati di firma dei tracker ne rileva in Raccoon solo uno, Sentry, che non è nessuno dei 4 mostrati da /e/...
Qual è la verità?
@𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕 @Akesi seli 🐉
#raccoon #raccoonforfriendica #trackers #murenaos #Murena
E se Alligator Alcatraz diventasse uno show?
Chiudete gli occhi per un secondo e immaginate di essere a una riunione di produttori televisivi. Sul tavolo c'è l'idea per un nuovo reality show. Un'idea brutale, ma con un potenziale di audience stratosferico.
L’euro digitale scaccerà le stablecoin americane?
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
I rischi del cripto mercantilismo statunitense e le potenzialità del progetto euro digitale. L'analisi di Edoardo Martino, assistant professor in Law & Finance presso startmag.it/innovazione/euro-d…
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Midnight Hammer e la nuova geometria del potere globale. Scrive Caruso
@Notizie dall'Italia e dal mondo
L’Operazione Midnight Hammer del 21 giugno 2025 ha rappresentato molto più di un attacco preventivo alle infrastrutture nucleari iraniane. È stata la prima manifestazione concreta della nuova dottrina strategica americana nell’era del confronto multipolare, ridefinendo
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Il silente avvelenamento dei pozzi digitali. Il nuovo sabotaggio cognitivo secondo Preziosa
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La crescente integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nelle operazioni militari contemporanee introduce nuove vulnerabilità sistemiche, in particolare nel ciclo di vita dei dati che alimentano i modelli di apprendimento automatico
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Ma come, dovemo svortà e te pii er gelato: Bitetto edition 🍦😅
Siccome ieri i musicisti del Reggae Circus erano in giro per mezza Italia a fare i sex workers della musica, oggi da programma mi sarei dovuto imbarcare in solitaria verso lo spettacolo di questa sera a San Foca (Le) per la Giornata Mondiale del Rifugiato, per poi tornare tutti insieme domani, e quindi insomma, piuttosto che fare questo viaggione apocalittico ieri ho fatto tappa musicale dai miei amici dello SkyBar Pineta a Bitetto (Ba), ai quali un bel concertino fa sempre piacere, e poi sono ricorso alla inteligentissima pratica del carpooling per non viaggiare in una macchina vuota, che poi Greta si incazza, e ci ha pure ragione. Be' raga, vi dico, ho viaggiato con tre giovani donne assolutamente squisite, e abbiamo fatto un sacco di chiacchiere. Ora vi racconto: una era collega musicista, diplomata al conservatorio, studia anche recitazione, dizione perfetta, fa anche parte di un collettivo di giovani musicisti specializzati in feste private, molto simpatica. Un'altra era una giovanisisma studentessa di Farmacia, tornava giù al paesello a ricaricarsi dalla mamma dopo un esame "monstre" che l'aveva mezza esaurita. Un'altra lavorava nel campo ortofrutticolo, tornava da una visita alla sua ragazza di Roma, ci ha raccontato un sacco di cose interessanti sul suo lato oscuro, roba di piccole truffe ai tanti rattusi mdf di cui è pieno il web, avete presente vero amiche?! Molto divertente 🤣 Il fatto è che il viaggio in carpooling, a differenza del viaggio in treno o autobus, una certa intimità tra passeggeri te la strappa proprio, diventa una specie di confessionale, si instaura una specie di amicizia istantanea. Consiglio a tutti quest'esperienza. È il fascino un po' avventuroso e molto anni '70 dei viaggi in autostop e della roulette russa degli incontri tra persone sconosciute on the road. Bisogna anche dire che il ricorso alla risorsa del carpooling è la risposta anche un po' disperata dei cittadini a una società in cui viaggiare in treno ormai è spesso troppo costoso e inefficiente, e non è niente affatto un diritto alla portata di tutti, come dovrebbe essere in un paese civile del terzo millennio.
Comunque bono sto gelatino de Bitetto. San Foca (Le) sto arrivando, dajje🍦👍😅
Adriano Bono reshared this.
Un uomo con una barba folta e un cappello a punta indossa una camicia colorata con motivi geometrici. Sta sorridendo e tiene un gelato a due sfogliette in mano, con uno dei gusti che sembra essere cioccolato. Sullo sfondo, si vede un edificio storico con una facciata bianca e una grande finestra rotonda, che potrebbe essere una chiesa. L'atmosfera sembra rilassata e piacevole, con il sole che illumina la scena.
Fornito da @altbot, generato localmente e privatamente utilizzando Ovis2-8B
🌱 Energia utilizzata: 0.159 Wh
One should complicate even further the picture here: it is not just that the privatized commons is the space within which exchange and communication takes place—the ideal counterpart of neo-feudal privatized commons are precarious workers who can experience themselves as free entrepreneurs since they as a rule own their own means of production (the PC of a programmer, the car of an Uber driver …). Precarious workers, although still a minority, are gradually becoming the specific case of work which confers its colour on the entire field of work—they are today workers kat’ exochen. Precarious work has a double advantage for the predominant ideology: it allows you to experience yourself as an independent small capitalist selling your work freely, not a wage slave, plus since you compete with other precarious workers it makes organizing solidarity between precarious workers very difficult. So the ideal we are approaching today is a multitude of precarious workers interacting in a commons controlled by a neofeudal lord. The mystification is thus complete: workers are free entrepreneurs, and their feudal lord is just providing the social space for their “free” activity.
The pessimistic conclusion that imposes itself is that even stronger shocks and crises will be needed to awaken us. Neoliberal capitalism is already dying, so the forthcoming battle will not be the one between neoliberalism and its beyond but the one between two forms of this beyond: corporate neo-feudalism which promises protective bubbles against the threats (like Zuckerberg’s “metaverse”), bubbles in which we can continue to dream, and the rude awakening which will compel us to invent new forms of solidarity. How should the existing state be transformed in order to serve these new forms?
Slavoj ŽiŽek, Freedom : A Disease Without Cure
freezonemagazine.com/articoli/…
Dov’eravate il 13 luglio 1985? Forse ricordate di essere stati tra i due miliardi di persone collegate in diretta al più grande evento mediatico della storia della musica? Proviamo, proprio oggi nel quarantesimo anniversario a fare mente locale grazie anche a questo testo. Quando la musica cercò di
L’ultima crociata degli editori europei contro Google
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Secondo un'associazione di editori indipendenti del Vecchio continente, l'Ai Overview che Google antepone nelle ricerche sta danneggiando fortemente i guadagni dovuti alla raccolta pubblicitaria delle testate online. E, come se non bastasse, le risposte
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ilfattoquotidiano.it/in-edicol…
Tiziano :friendica:
in reply to Tiziano :friendica: • •Tiziano :friendica:
in reply to Tiziano :friendica: • •Sembra succedere al primo link che incontra, sia un vero e proprio link sia una menzione (in altri post sparisce tutto dopo la prima "@")
@Signor Amministratore ⁂
Signor Amministratore ⁂
in reply to Tiziano :friendica: • •@Tiziano
Questo è un problema che va risolto. A me è capitato, ma solo una volta. Ad altre persone capita più volte e non è il massimo per l'usabilità. @𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕 sta lavorando sulla questione, ma il tempo a disposizione è quello che è...
Potresti avere attivato il monitoraggio sulle anomalie? Comunque è meglio che ti risponda direttamente lo sviluppatore.
Tieni conto che si tratta di un progetto volontario e open source (quindi teoricamente chiunque può dare una sbirciatina al codice per verificare le chiamate), ma soprattutto tieni conto che l'app ha meno di un anno di vita e che è normale che possano esserci problemi. La cosa importante è segnalarli su github, in modo che resti traccia delle segnalazioni e che lo sviluppatore possa definire la programmazione delle correzioni
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Tiziano :friendica:
in reply to Signor Amministratore ⁂ • •Sì, anzi grazie per l'attenzione, sono sempre consapevole che tutti questi bei progetti sono portati avanti da persone spesso singole con tanta dedizione nel loro tempo libero 😊
Comunque era solo per segnalare i vari problemi (anche quello dei post troncati è bruttino), l'ho fatto qui anche perché a dire il vero aprire un account su un sito della Microsoft ora che sto chiudendo tutti quelli che ho sulle grandi piattaforme lo sento un po' in controtendenza...
Riguardo alla questione dei tracker, non so bene che cosa intendi quando parli del monitoraggio delle anomalie... che io sappia il sistema è abbastanza mint, non ho fatto grandi modifiche alle impostazioni della Advanced Privacy se non disinserire il falso IP per quelle poche app che proprio non funzionano (banca) e permettere di vedere la posizione reale alle app di navigazione... Mi chiedo veramente come mai due sistemi virtualmente identici diano risultati tanto diversi (e non è che su uno dei due l'app la usi meno, li alterno molto perché seguo anche le cariche delle batterie 😁).
Detto ciò, sto riprovando a usare Phanpy anche per Friendica e devo dire che non è affatto male (l'avevo già usato in passato, poi l'ho tolto per Friendica ma non ricordo più che problema mi dava). Ovviamente non è altrettanto ricco di feature e ha i suoi "vizi" non essendo pensato per quella (i post col titolo vanno tutti in CW ecc.). Per Mastodon però rimane la mia interfaccia preferita, almeno finché non introdurranno il carosello dei reblog in quella ufficiale...
Signor Amministratore ⁂
in reply to Tiziano :friendica: • •@Tiziano
Non ricordo i dettagli, ma quando installi Raccoon puoi scegliere se inviare automaticamente i report in caso di brusco arresto dell'app. Forse questo è il motivo per cui ci sono dei trackers, ma non saprei. Bisogna chiedere allo sviluppatore
Phanpy è un'ottima interfaccia per Mastodon, ma gestisce Friendica con le sole API di Mastodon e quindi perdi tutto il meglio di Friendica. Un po' come usare Friendica con Fedilab. Sarebbe bello modificare Phanpy e integrare le API di Friendica
@𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕 @Akesi seli 🐉
Tiziano :friendica:
in reply to Signor Amministratore ⁂ • •@Signor Amministratore ⁂ @𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕 @Akesi seli 🐉
Ho capito di che cosa parli, ho controllato nelle impostazioni e l'opzione Debug (Abilita segnalazioni anonime arresti anormali) è off su entrambi, perciò non è quello.
Sì, è quello che volevo dire detto in un linguaggio più appropriato 😉
(Non sapevo che anche Fedilab fosse così limitato però.)
Sarebbe bello sì!
Ma anche "solo"... sarebbe bello che ci fosse qualche app così bella a livello grafico/estetico, oltre che ben organizzata per le funzionalità... non ce n'è per nessuno! (sottile invito personale a prendere ad esempio...)
Signor Amministratore ⁂ likes this.
𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕
in reply to Tiziano :friendica: • •@Tiziano il fatto che vengano rilevati dei tracker, tre dei quali di Google e (Adometry che è una controllata di Google), non mi tranquillizza. Io non ho mai incluso nulla, tantomeno di Cloudfare, quindi ci sono tre possibili alternative:
1. se si apre un link da Raccoon e la pagina web aperta ha dei tracker, viene attribuito il tracker a Raccoon (apri i link nei custom tabs, nel browser esterno o in app?)
2. falsi positivi nella rilevazione
3. qualche libreria che ho usato fa cose che non dovrebbe senza dichiararlo, es. quelle di Google/AndroidX, che ho usato col contagocce essendo un progetto multiplatform ma non si sa mai.
Per i post troncati, sospetto le immagini embedded abbiano qualche problema, quando ho tempo ci do un'occhiata.
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𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕
in reply to 𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕 • •Tiziano :friendica:
in reply to 𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕 • •Grazie per la risposta.
Già che ci sono, un'altra cosa che mi succede è questa (l'ho già vista segnalata da altri utenti), in pratica uno stato ibrido loggato/non loggato (i colori sono quelli personalizzati ad esempio) in cui le istanze non vengono riconosciute. Ne sono uscito forzando la chiusura dell'applicazione, dopodiché mi sono trovato nel "solito" stato senza timeline. 🙏
Giacomo Tesio
in reply to 𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕 • • •Che io sappia, Google Tag Manager e Google AdServices sono tracker web, non per app web.
Di conseguenza, la 3 mi stupirebbe un po'. La 2 potrebbe essere un bug di rilevamento (e purtroppo il fatto che sull'altro device non si verifica, non ci permette di escluderlo, perché le condizioni in cui si verifica potrebbero essere difficili da replicare).
La 1 però mi sembra la spiegazione più plausibile, in particolare se Raccoon utilizza WebView per seguire i link senza aprire il browser esterno: in tal caso, il JS sulla pagina verrebbe eseguito da Raccoon e di conseguenza i tracker.
Un alternativa più inquietante (ma credo non impossibile tecnicamente) è che una delle istanze utilizzata dalle persone che @tizianomattei@poliverso.org segue abbia introdotto i tracker nei post stessi, e che Raccoon, mostrandoli, tenti di scaricarli ed eseguirli. Sarebbe una scoperta piuttosto inquietante e probabilmente richiederebbe misure di antispam a livello server-to-server fra tutti i servizi del fediverse per evitare il contagio. Bisognerebbe però individuare l'istanza compromessa (e forse bloccarla dopo aver cercato di informare gli utenti). Sospetto subitaneo: Threads? Bluesky?
Tiziano :friendica:
in reply to Giacomo Tesio • •Sto ben lontano da threads e bluesky 😉 anche se su Mastodon seguo il bridge e qualche utente bluesky mi pare di avercelo tra i contatti.
@𝔻𝕚𝕖𝕘𝕠 🦝🧑🏻💻🍕
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