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[2025-12-24] Hacklabkelo espazioa @ La Kelo Gaztetxea


Hacklabkelo espazioa

La Kelo Gaztetxea - Mahastiak / Las Viñas 63, 48980 Santurtzi
(miércoles, 24 diciembre 20:00)
Hacklabkelo espazioa
Hacklabkelo espazioa teknologiarekin, softwarearekin, hardware librearekin, sistema eragileekin, sareekin, birtualizazioarekin, DIY, etab. erlazionatutako guztiarekin esperimentatzeko

Espacio Hacklabkelo para experimentar con todo lo relacionado con la tecnologia, software y hardware libre, sistemas operativos, redes, virtualización, DIY, etc.


hacker.convoca.la/event/hackla…



[2025-12-30] Hacklab Iruñerria @ El Hadji gunea


Hacklab Iruñerria

El Hadji gunea - Artikala Kalea 16, (errotxapea) 31014 Pamplona, Navarra
(martes, 30 diciembre 19:00)

Desde el Hacklab de Iruñerria nos juntaremos cada 15 dias en El Hadji gunea de la rotxapea.

Un encuentro para cacharrear y aprender colectivamente.


hacker.convoca.la/event/hackla…



[2025-12-24] Sportello Psicologico sui Traumi dei Migranti @ Via Web (Whatsapp, Skype)


Sportello Psicologico sui Traumi dei Migranti

Via Web (Whatsapp, Skype) - Sardegna, Alghero
(mercoledì, 24 dicembre 08:00)
Sportello Psicologico sui Traumi
La guerra in Ucraina ha messo in risalto quanti migranti fuggono da tutti i teatri di guerra in giro per il mondo. Il Centro Culturale ResPublica, di Alghero, col sostegno del Centro Culturale Sa Domo De Totus, di Sassari, ha arricchito lo Sportello di Ascolto Psicologico via web con le tecniche psicologiche mirate all'elaborazione dei traumi. Gratuitamente, con lo psicoterapeuta Gian Luigi Pirovano 3804123225


sapratza.in//event/sportello-p…




[2025-12-27] Festa all'AKI @ S'Atobiu Kastedhu Internescional


Festa all'AKI

S'Atobiu Kastedhu Internescional - Via Lamarmora 126 - Cagliari
(sabato, 27 dicembre 00:00)
Festa all'AKI
Dalle 12:00 in poi Aperitivo

seguirà alle 13:30 Pranzo Popolare

con cibo sardo/afro/vegan a contributo libero!

Dj Karraxu tutto il giorno con musiche da diversi paesi tutte da ballare!

ore 17:00 Musica dal vivo con Alberto Sanna cantautore

Tutta la musica sarà animata da stili diversi per tutta la giornata da scoprire!


sapratza.in//event/festa-allak…



Gaza muore d’inverno


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/gaza-mu…
(con un’intervista a Riccardo Noury sul tema dei diritti umani e del Rapporto annuale di Amnesty International) Mohammed Khalil Abu al-Khair: si chiamava così uno dei neonati morti di recente a Gaza. Non è certo il primo e purtroppo non sarà l’ultimo, visto che la Striscia è ormai ridotta a un cumulo di macerie,



Old FM Radio Upcycled Into Classy Bluetooth Speaker


[Distracted by Design] loves gear from the 1980s, though some of it isn’t as useful as it used to be. He happened across a cheap old FM radio with a great look, but wanted to repurpose it into something more modern. Thus, he set about turning this cheap piece of old electronics into a stylish Bluetooth speaker.

All of the original electronics were stripped out, while the original speaker was kept since it neatly fit the case. Electronically, the build relies on a Bluetooth module harvested from an existing speaker. 3D-printed bracketry was used to fasten it neatly into place inside the radio housing, with the buttons neatly presented where the original radio had its tone and volume controls. Power is via an internal lithium-ion battery, charged over USB-C thanks to an off-the-shelf charging module.

Where the build really shines, though, is the detailing. The original cheap plastic handle was replaced with a CNC-machined wooden piece, bolted on with machined aluminium side plates. Similarly, the original clear plastic tuning window was replaced with another tasteful piece of wood that dropped perfectly into place. At the back, the charge port is nicely integrated. Where the radio formerly had a removable door for the power cable storage, it now has a machined aluminium plate hosting the USB-C charge port. Little 3D-printed button actuators were also used to integrate the Bluetooth module’s controls into the case.

It’s a very stylish build, overall. Perhaps the one area it’s a let down is in the sound quality. The ancient speaker simply doesn’t sound great compared to modern Bluetooth speakers and their finely-tuned, bassy audio. However, this isn’t necessarily a bad thing—sometimes it’s nice to have an audio source with a limited frequency response. It can be nice for use in an area where you may want to be able to easily speak over the music.

If you want to build a Bluetooth speaker of your own, you might like to whip up an open-source design from scratch. Video after the break.

youtube.com/embed/9TwW0Jfkz3g?…


hackaday.com/2025/12/23/old-fm…



Tackling Tremors With DIY Technology


[It’s Triggy!] had a problem to solve. His grandma was having issues with hand tremors, which made the basic tasks of daily life difficult to perform. He decided to explore whether a high-tech solution could help best the tremors and make life easier.

The video covers multiple ideas on how to stabilize a hand suffering involuntary tremors. The first build involved a gyroscope, which proved unsuccessful, but led to the idea of building a reaction wheel. The concept is simple — get the reaction wheel to counteract the forces from tremors to stabilize the hand. To achieve this, an accelerometer was employed to track the movements of the arm and the hand. The magnitude of the movement was then used to control a powerful brushless motor mounted on the wrist. If the tremor was driving a hard tilt to the left, the motor would spin up to create a counter-torque, cancelling out the involuntary movement. This worked to a degree, but the resulting device was large and noisy, which made it impractical.

This thus inspired a return to earlier work involving the use of a tuned mass damper to settle tremors. The combination of some 3D printed wrist mounts along with various spring and cantilever designs… ultimately didn’t work that well. By this point, [It’s Triggy!] had noticed the tremor was mostly in the hands, while the wrist stayed steady. Thus was inspired a wrist-mounted handle for the wearer to wrap their hand around. This allowed the use of simple handheld objects like kitchen utensils, with the wearer’s own grip suppressing the tremor successfully.

As this project demonstrates, sometimes high-tech solutions are the way to go, and other times… a more passive design will actually serve you better.

youtube.com/embed/SiWKmoLqlRg?…

youtube.com/embed/jwYNYOQV1zU?…


hackaday.com/2025/12/23/tackli…



9,9 sulla scala di panico. Una vulnerabilità critica in n8n consente una RCE critica


Una vulnerabilità nella piattaforma di automazione del flusso di lavoro n8n , utilizzata in tutto il mondo, consente agli aggressori di eseguire codice arbitrario da remoto. Il bug, identificato come CVE-2025-68613, ha un punteggio CVSS pari a 9,9 su 10.

In determinate condizioni, consente la compromissione completa del sistema, incluso l’accesso a dati sensibili e la possibilità di modificare script esistenti o eseguire comandi a livello di sistema operativo.

n8n – Secure Workflow Automation for Technical Teams è una piattaforma avanzata di workflow automation progettata per team tecnici che necessitano di automatizzare compiti e processi tra applicazioni, dati e servizi con un elevato grado di controllo, sicurezza e flessibilità.

A differenza di molti strumenti di automazione consumer-oriented, n8n combina una interfaccia visiva drag-and-drop con la possibilità di inserire codice personalizzato (JavaScript o Python) dove necessario, permettendo di costruire flussi di lavoro complessi che integrano API, trigger, condizioni logiche e azioni multi-step. La sua architettura “fair code”, open-source e self-hostable consente alle organizzazioni di mantenere il pieno controllo dei dati e dell’infrastruttura, soddisfacendo al contempo i requisiti di sicurezza e conformità avanzata.

La vulnerabilità si manifesta nel modo in cui n8n elabora le espressioni inserite dagli utenti autorizzati durante la configurazione dei flussi di lavoro. In alcuni casi, queste espressioni possono essere interpretate in un contesto di esecuzione non sufficientemente isolato dall’ambiente principale.

Se sfruttata da un aggressore con accesso al sistema, la vulnerabilità può eseguire codice arbitrario con gli stessi privilegi del processo n8n in esecuzione.

Il problema riguarda tutte le versioni dalla 0.211.0 alla 1.120.3 incluse.

Gli aggiornamenti che correggono la vulnerabilità sono disponibili per le versioni 1.120.4, 1.121.1 e 1.122.0. Secondo Censys, al 22 dicembre erano presenti online oltre 103.000 istanze potenzialmente vulnerabili di n8n. Il numero maggiore si trova negli Stati Uniti, in Germania, Francia, Brasile e Singapore.

Data la criticità della vulnerabilità, si consiglia vivamente agli amministratori di installare le patch il prima possibile. Nei casi in cui non sia possibile un aggiornamento tempestivo, limitare la creazione e la modifica del flusso di lavoro ai soli utenti attendibili ed eseguire n8n in un ambiente isolato con privilegi minimi e restrizioni di accesso alla rete.

L'articolo 9,9 sulla scala di panico. Una vulnerabilità critica in n8n consente una RCE critica proviene da Red Hot Cyber.



Chip H200 verso la Cina: il piano di Nvidia tra autorizzazioni e tensioni geopolitiche


Nvidia ha comunicato ai propri clienti in Cina l’intenzione di avviare le prime spedizioni del chip H200, il secondo acceleratore per intelligenza artificiale più potente del gruppo, prima di Capodanno. L’informazione è stata riportata da Reuters, che cita tre fonti informate sui piani dell’azienda.

Secondo quanto emerso, le forniture iniziali dovrebbero essere coperte utilizzando le scorte già disponibili. Le spedizioni previste oscillerebbero tra 5.000 e 10.000 moduli, per un totale stimato compreso tra 40.000 e 80.000 chip H200 destinati al mercato cinese.

Le stesse fonti riferiscono che Nvidia avrebbe inoltre anticipato ai clienti la possibilità di un ampliamento della capacità produttiva. L’apertura degli ordini per nuova capacità di produzione sarebbe prevista nel secondo trimestre del 2026, anche se le tempistiche restano soggette a ulteriori valutazioni.

Il quadro, tuttavia, rimane incerto. Al momento, le autorità cinesi non hanno ancora approvato alcuna richiesta di acquisto degli H200 e il calendario delle consegne potrebbe subire modifiche in base alle decisioni del governo. Una delle fonti interpellate ha chiarito che l’intero piano dipende dall’autorizzazione ufficiale, senza la quale non esistono certezze operative.

Né Nvidia né il Ministero cinese dell’Industria e dell’Information Technology hanno rilasciato commenti in merito alla vicenda.

Qualora le spedizioni venissero confermate, si tratterebbe della prima fornitura di chip H200 verso la Cina. Le vendite sono state autorizzate quest’anno dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, a condizione del pagamento di una commissione pari al 25%. La scorsa settimana Reuters ha inoltre riportato che l’amministrazione Trump ha avviato una revisione interagenzia per esaminare le richieste di licenza relative all’esportazione degli H200 verso Pechino.

La decisione rappresenta un cambio di rotta rispetto alle politiche adottate in precedenza. Sia l’amministrazione Trump sia quella di Joe Biden avevano infatti imposto restrizioni sulla vendita di chip avanzati per l’intelligenza artificiale alla Cina, motivando i divieti con ragioni di sicurezza nazionale.

L’H200 appartiene alla famiglia Hopper, una generazione precedente di acceleratori Nvidia. Pur essendo stato affiancato dai più recenti chip Blackwell, rimane una soluzione ampiamente utilizzata nei carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale. Attualmente, la produzione dell’azienda è concentrata soprattutto sulla linea Blackwell e sulla futura serie Rubin, circostanza che ha contribuito a rendere l’H200 meno disponibile sul mercato.

La scelta dell’amministrazione statunitense arriva in una fase in cui la Cina sta investendo in modo significativo nello sviluppo di una filiera domestica per i chip AI. Le soluzioni prodotte localmente non hanno ancora raggiunto le prestazioni dell’H200, e l’eventuale autorizzazione alle importazioni potrebbe sollevare timori su un possibile rallentamento del progresso tecnologico interno.

Secondo Reuters, all’inizio di questo mese funzionari cinesi avrebbero convocato una riunione straordinaria per discutere il tema e valutare se concedere il via libera alle spedizioni. Tra le ipotesi allo studio figurerebbe la possibilità di vincolare ogni acquisto di chip H200 all’utilizzo di una determinata quota di semiconduttori prodotti in Cina.

Per gruppi tecnologici cinesi come Alibaba Group e ByteDance, interessati all’H200, l’eventuale conclusione delle forniture rappresenterebbe un salto rilevante in termini di capacità di calcolo. La potenza di elaborazione degli H200 importati sarebbe infatti circa sei volte superiore a quella dei chip H20 declassati oggi disponibili sul mercato interno.

L'articolo Chip H200 verso la Cina: il piano di Nvidia tra autorizzazioni e tensioni geopolitiche proviene da Red Hot Cyber.



“Stanno cercando di celebrare questa festa in una situazione ancora molto precaria. Speriamo che vada avanti l’accordo per la pace”. Così il Papa ha risposto alle domande di alcuni giornalisti sulla situazione a Gaza e in Terra Santa.


Alaa Faraj e gli altri


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/alaa-fa…
Qualche settimana fa ho letto il bel libro di Alaa Faraj ‘Perché ero ragazzo’. Avevo ascoltato Timbuctu, il podcast dell’amico Marino Sinibaldi su Il Post, due puntate dedicate a questo libro. Ieri il presidente della Repubblica ha concesso la grazia ad Alaa. Dove la giustizia italiana non riesce ad



Pechino rilascia le prime targhe per la guida autonoma di Livello 3


Il 23 dicembre, l’Ufficio di Gestione del Traffico dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza Municipale di Pechino ha ufficialmente rilasciato il primo lotto di targhe per la guida autonoma di Livello 3 a tre veicoli intelligenti.

Si tratta delle prime targhe per la guida autonoma di Livello 3 rilasciate in Cina. Questo segna una pietra miliare significativa nello sviluppo dell’intelligenza automobilistica nel Paese, segnando il passaggio dei veicoli autonomi dalla fase di test e dimostrazione alla produzione di massa e inaugurando l’era della guida autonoma di Livello 3.

La guida autonoma di livello 3 (secondo la classificazione SAE) indica un sistema di automazione, in cui il veicolo è in grado di gestire autonomamente tutte le funzioni di guida — sterzo, accelerazione, frenata e monitoraggio dell’ambiente — in specifiche condizioni operative (ad esempio in autostrada, con traffico scorrevole e buona visibilità). In questo scenario, il conducente non è tenuto a controllare costantemente la strada, potendo distogliere l’attenzione dalla guida per svolgere altre attività, come leggere o utilizzare un dispositivo elettronico.

Tuttavia, il livello 3 non elimina completamente il ruolo umano: il sistema deve poter richiedere l’intervento del conducente quando le condizioni non sono più gestibili in autonomia. In questi casi, il guidatore deve essere in grado di riprendere il controllo del veicolo entro un tempo definito. La responsabilità della guida ricade quindi sul sistema durante la fase autonoma, ma torna all’essere umano al momento della richiesta di subentro, rendendo questo livello uno dei più complessi sia dal punto di vista tecnologico che normativo.

Un funzionario addetto alla gestione del traffico di Pechino ha dichiarato che il primo lotto di tre veicoli autonomi di Livello 3 immatricolati a Pechino avranno le targhe: 京AA0001Z, 京AA0733Z e 京AA0880Z.

Dopo una serie di test preliminari, questi veicoli sono attualmente nella fase di guida autonoma condizionale. Il sistema può svolgere compiti di guida dinamica in condizioni limitate, raggiungendo capacità di guida autonoma a una velocità massima di 80 km/h in una singola corsia su autostrade e superstrade urbane. Il funzionario addetto alla gestione del traffico ha sottolineato che, sebbene la guida autonoma sia possibile su strade limitate, è comunque obbligatorio che un conducente rimanga al posto di guida come riserva in caso di emergenza.

Attualmente, la funzione di “guida autonoma condizionata” è disponibile solo sulla Beijing-Taipei Expressway (da Jiugong Xinqiao nel distretto di Daxing all’Airport North Line Expressway), sulla Airport North Line Expressway (da Daqu Nanqiao alla Daxing Airport Expressway) e sulla Daxing Airport Expressway (dalla South Sixth Ring Road all’Airport North Line Expressway). Su altre strade o in altre aree, questa funzione verrà disabilitata forzatamente dal sistema.

L'articolo Pechino rilascia le prime targhe per la guida autonoma di Livello 3 proviene da Red Hot Cyber.



“Rispettare, almeno nella festa della nascita del Salvatore, un giorno di pace”. È l’appello del Papa, all’uscita di Villa Barberini per fare ritorno, sotto la pioggia, da Castel Gandolfo in Vaticano.


chiunque sia stato sotto i russi, poi libero, all'idea di tornare sotto i russi combatterà fino alla morte perché non accetterà di rassegnarsi o tornare sotto i russi. i fan di putin se ne facciano una ragione. aperto il recinto e scappate le vacche, non c'è modo di farle tornare dentro. a meno di ucciderle. questo pensano gli ucraini, i paesi baltici, la polonia, e ogni ex "alleato" dei russi. la russia non si lascia come la brexit se si vuole.



Il Presidente Mattarella chiama la madre di Alberto Trentini


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/il-pres…
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei giorni scorsi ha telefonato alla madre di Alberto Trentini, il cooperante veneto detenuto da oltre un anno in Venezuela. Lo si apprende da



Il catalogo è questo: vent’anni di abusi, illegalità e censura da parte del social più popolare (e potente) al mondo

La multa di 542 milioni di euro inflitta a Meta da un tribunale spagnolo per concorrenza sleale e illecito trattamento dei dati nel novembre 2025 segna, probabilmente, uno spartiacque storico. Ma ciò che viene “punito” con tale sentenza è il punto di arrivo di un lungo processo. Compiuti e superati i vent’anni di vita (Facebook è nato nel 2004), è arrivato il momento di fare un bilancio.

lafionda.org/2025/11/28/il-cat…

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

in reply to Informa Pirata

è un evento... "la fionda" è un sito che solitamente raccoglie roba di estrema destra. Se non è cambiato qualcosa. Però gli abusi da parte dei social network commerciali fanno male anche a loro.

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in reply to Elena Brescacin

@Elena Brescacin sì, ma Domenico Fiormonte è un intellettuale molto originale e i suoi articoli meritano sempre di essere letti



Filomena Gallo al seminario “Impostazioni diverse sulla vita e sulla morte” a Roma

Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, parteciperà al VIII Seminario “Impostazioni diverse sulla vita e sulla morte”, promosso dalla Prof.ssa Maria Angela Falà, con l’ospitalità della Badessa del Tempio Ven. Jian Zhang.

📍Tempio Buddhista Cinese Hua Yi Si – Via dell’Omo 142, Roma🗓Lunedì 26 gennaio 2026🕘Ore 10:00 – 12:45🔒Ingresso riservato ai partecipanti al percorso formativo


Gallo interverrà all’interno del modulo “Salute e fine vita. Violenze sociali e di genere”, in programma dalle ore 10:00 alle 12:45, portando il punto di vista dell’Associazione Luca Coscioni sulle battaglie per l’autodeterminazione nel fine vita, la libertà di scelta terapeutica e i diritti civili.

Il Seminario rappresenta un’occasione per approfondire, in un clima di dialogo e rispetto reciproco, temi centrali nella vita delle persone e nella convivenza democratica.

Qui il programma completo

L'articolo Filomena Gallo al seminario “Impostazioni diverse sulla vita e sulla morte” a Roma proviene da Associazione Luca Coscioni.



Intervento di Filomena Gallo per il seminario giuridico “Fine vita in Italia: diritti da difendere, libertà da conquistare”


Qui la registrazione su YouTube


Buongiorno a tutte e a tutti e grazie di essere qui.

Diciannove anni dopo la morte di Piergiorgio Welby ci ritroviamo non solo per ricordare una persona che ha segnato profondamente la coscienza civile del nostro Paese, ma per fare il punto su dove siamo oggi: con i diritti, con la legge e con la politica.

Piergiorgio Welby era immobilizzato da una malattia incurabile, imprigionato in un corpo che aveva perso ogni funzione. Voleva essere libero: di parlare, di votare, di decidere, di non soffrire e anche di morire. Scriveva: “Morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita”. Quella libertà, però, Piergiorgio non la rivendicava solo per sé. Voleva che fosse una libertà per tutte e tutti. Ed è per questo che la sua richiesta diventa pubblica e politica, non nascosta, non privata. La libertà, lo sappiamo, ha un prezzo molto alto. Passano ottantotto giorni tra la sua lettera pubblica e la possibilità di morire come desiderava.

Dal podcast di Chiara Lalli Sei stato felice? Mina e Piero Welby, una lunga storia d’amore ascoltiamo le sue ultime parole con Mina: “Sei stato felice?” chiede Mina a suo marito, l’amore della sua vita. “Io sì. E tu?” le risponde Piergiorgio.

La sera del 20 dicembre 2006 Piergiorgio muore. Mina dirà: “Tutto intorno a me è sparito”. E questa è la verità di chi vive la sofferenza di una malattia e affronta con coraggio i propri giorni fino a quando è possibile, è la verità di chi ama quella persona che resta fino a quando è possibile come nel caso di Piergiorgio… Ma il diritto e la legge sembrano guardare da lontano tutto ciò – che non è un film, ma vita reale – e Piergiorgio Welby è stato il primo cittadino italiano che, con determinazione, ha mostrato al Paese cosa significa rivendicare fino all’ultimo istante della propria vita il diritto di scegliere. Non ci ha lasciato un’eredità astratta, ma una domanda ancora oggi viva: chi decide della vita e della morte di una persona che vuole invece scegliere autonomamente? Ogni volta che rileggo la lettera di Welby al Presidente Giorgio Napolitano ne sento l’attualità intatta.

Se oggi il diritto in materia di fine vita è cambiato, lo dobbiamo solo alle persone. A una storia fatta di dolore, coraggio e difesa ostinata dei propri diritti: Welby, Nuvoli, Englaro, Piera, Dominique e tante e tanti altri, fino a DJ Fabo, Davide, Massimiliano, Elena, Romano, Margherita, Sibilla, Federico, Gloria, Anna, Vittoria, Ines, Serena, Libera. Laura Santi e Martina Oppelli. E alle disobbedienze civili in cui Marco Cappato, insieme ad altre e altri, ha messo e continua a mettere a rischio la propria libertà per rispettare la libertà di chi chiede solo di poter scegliere.

Nel 2019 la Corte costituzionale, con la sentenza Cappato, ha affermato un principio chiaro: in determinate condizioni, l’aiuto al suicidio non è punibile. La Corte ha collegato questo principio all’autodeterminazione terapeutica, alla sofferenza insopportabile e alla capacità della persona di compiere scelte libere e consapevoli. Ma la Corte ha detto anche un’altra cosa, fondamentale: spetta al Parlamento legiferare per una legge organica, capace di tenere conto delle diverse condizioni delle persone malate che vogliono scegliere. E qui siamo oggi. L’Italia vive una situazione paradossale: la Corte ha indicato la strada, ma il legislatore non l’ha percorsa — anzi, oggi rischia di cambiarne il senso.

Abbiamo bisogno di una legge?

No. Dodici persone hanno potuto accedere alla morte assistita, ma abbiamo bisogno di una legge per tutti coloro che non possono accedervi perché non hanno abbastanza tempo o perché manca il requisito del sostegno vitale. Oggi penso a Roberto, che ha un tumore ma nessun sostegno vitale e anche se ha avuto il via libera in Svizzera vorrebbe morire a casa sua in Italia. Allora sì, abbiamo bisogno di una legge che non lascia solo nessuno, che rispetti la libertà di scelta della persona in determinate condizioni senza viaggi come quello di Martina, Elena, Romano, Margherita, Ines, Paola, Massimiliano, Fabrizio… che sono dovuti andare in Svizzera per poter morire.

In assenza di una legge nazionale, il rispetto della scelta delle persone malate c’è grazie alla la sentenza Cappato ma dipende da alcuni fattori: dal tipo di patologia, dalle interpretazioni locali, perfino dalla Regione in cui si vive. Abbiamo bisogno di una legge giusta.

All’indomani della storia di Federico Carboni, che ha atteso due anni nelle Marche per le verifiche da parte del servizio sanitario nazionale, abbiamo redatto una legge di iniziativa popolare per le Regioni che tratta il fattore tempo delle erogazioni di prestazioni sanitarie.

Liberi Subito per le Regioni nasce proprio per garantire tempi certi nelle verifiche e per evitare che l’accesso ai diritti dipenda dal luogo di residenza. Gloria in Veneto in poco tempo ha ricevuto le verifiche dal servizio sanitario, Laura Santi in Umbria ha impiegato due anni e otto mesi. Alcune Regioni, come la Toscana e la Sardegna, hanno approvato la nostra legge. Il Governo ha impugnato entrambe le leggi. Per quella toscana siamo oggi in attesa della decisione della Corte costituzionale. Una legge che non aggiunge nulla al giudicato costituzionale, ma tratta di erogazione di prestazioni stabilite dalla Corte in tempi certi. Queste esperienze mostrano chiaramente i limiti di un’Italia “a macchia di leopardo”, dove i diritti fondamentali variano in base al luogo di residenza, producendo disuguaglianze e conflitti interpretativi.

Negli ultimi anni molte persone hanno scelto di proseguire il cammino iniziato da Welby. Lo hanno fatto, attraverso forme di disobbedienza civile nonviolenta, che ci hanno portato davanti alla Corte costituzionale.

Dopo la sentenza Cappato che ha reso non punibile l’aiuto alla morte volontaria se sono rispettate determinate condizioni, il caso di Massimiliano, il suo coraggio, determina un passaggio essenziale della giurisprudenza costituzionale. Grazie alla disobbedienza di Marco Cappato, Chiara Lalli e Felicetta Maltese, che lo hanno aiutato a raggiungere la Svizzera, è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale e la Corte costituzionale, con la sentenza n. 135 del 2024, ha chiarito un punto decisivo: il servizio sanitario nazionale ha un ruolo indispensabile per le verifiche e le strutture pubbliche devono verificare i requisiti in tempi brevi. In quella stessa sentenza la Corte ha fornito un’interpretazione importante — purtroppo non vincolante — del concetto di “trattamento di sostegno vitale”, che resta ancora oggi fonte di gravi difficoltà applicative. Il procedimento nei confronti di Cappato, Lalli e Maltese è tuttora pendente davanti alla Procura di Como.

Poi c’è stato il caso di Elena e quello di Romano. Anche loro hanno chiesto aiuto a Marco Cappato, quindi hanno scelto la via della disobbedienza civile per far emergere un vuoto normativo che pesa sulla vita di troppe persone. Con la sentenza n. 66 del 2025la Corte costituzionale ha ribadito quanto già affermato, richiamando la necessità di ristabilire un equilibrio tra diritto, dignità e realtà concreta dei pazienti. Ancora una volta, però, si tratta di indicazioni prive di forza vincolante anche se forniscono un’interpretazione di cui bisogna tenere conto. Il procedimento prosegue oggi davanti al tribunale di Milano.

E c’è stato il caso di Margherita, anche lei aiutata a raggiungere la Svizzera da Cappato e dal fratello Paolo: per questo caso sono in corso ancora indagini presso la procura di Milano. In totale vi sono sei procedimenti in corso dove Marco Cappato e altri sono indagati.

Invece per l’aiuto a Ines, Martina e Fabrizio non sono state aperte indagini. E poi c’è Libera. Libera ha tutti i requisiti previsti dalla sentenza 242 del 2019. Tutti. Ma non può autosomministrarsi il farmaco.

Come illustrerà nel dettaglio l’avvocata Alessia Cicatelli, Libera è in attesa di una strumentazione compatibile con le sue condizioni. I tempi si allungano e, comunque vada, Libera è già vittima di una discriminazione evidente e inaccettabile: la sua libertà di scelta dipende dalle sue capacità motorie assenti. In questo caso per la prima volta è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale sull’omicidio del consenziente (articolo 579 del codice penale).

Ma tutto questo significa che chi è in condizioni peggiori, chi non può più muoversi, è paradossalmente più penalizzato. Un Paese che consente questo discrimine tradisce l’articolo 3 della Costituzione e il principio di pari dignità che lo Stato deve – o dovrebbe – garantire a tutte e tutti rimuovendo ogni ostacolo.

E il prossimo anno saremo di nuovo davanti alla Corte costituzionale, con il caso di Paola, a Bologna. Paola non era dipendente da trattamenti vitali, era malata di Parkinson e dipendeva dall’aiuto di terzi. Ancora una volta, un vuoto normativo che il legislatore non ha colmato pesa direttamente sulla vita e sulla libertà delle persone.

Da Welby in poi, Fabo, Federico, Daniela, Fabio Ridolfi, Massimiliano, Elena e Romano, Libera, Paola, Fabrizio, Sibilla, Martina e a tutti coloro che non sono ancora storie pubbliche: non sono storie isolate. Sono un unico filo che attraversa diciannove anni della nostra storia civile. Ci ricordano che la battaglia sul fine vita non riguarda la morte, ma la libertà nella vita.

Oggi al centro dell’azione parlamentare c’è un disegno di legge al Senato, il testo unificato adottato dalle Commissioni riunite 2a e 10a, che intende disciplinare la morte volontaria medicalmente assistita. Si tratta di un passaggio politicamente e giuridicamente rilevante, perché segna il tentativo del Parlamento di intervenire in una materia che, fino a oggi, è stata regolata in larga misura dalla giurisprudenza costituzionale.

Proprio per questo è necessario dirlo con chiarezza e senza ambiguità: il testo in discussione è la peggiore scelta legislativa fatta dal parlamento dopo le sentenze della Corte costituzionale, con previsioni che incidono direttamente sui diritti fondamentali e pongono seri problemi di compatibilità costituzionale.

Da un lato, si rafforza un’idea di indisponibilità della vita che entra in collisione con l’autodeterminazione già riconosciuta dalla Corte costituzionale come espressione dei diritti inviolabili della persona, tutelati dagli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione. Dall’altro, si irrigidiscono requisiti e procedure: il concetto di trattamento di sostegno vitale viene ristretto ai soli trattamenti sostitutivi di funzioni vitali; il percorso di cure palliative diventa una condizione obbligata (ma quale trattamento sanitario può essere obbligatorio?), da intraprendere e poi eventualmente sospendere. Il servizio sanitario nazionale viene escluso, sostituito da un comitato unico, sottraendo alle strutture pubbliche un ruolo che la Corte ha invece definito indispensabile.

E come se non bastasse, c’è dell’altro, ancora più grave: è la previsione secondo cui, nel corso delle verifiche, il peggioramento delle condizioni della persona determina che non potrà avvalersi delle scelte effettuate tramite legge 219/17 poiché il disegno di legge prevede la sospensione delle scelte effettuate con le disposizioni anticipate di trattamento se si fa richiesta di verifica delle condizioni: una scelta che tradisce la logica di tutela e introduce una disparità irragionevole tra persone malate, in aperto contrasto con l’articolo 3 della Costituzione.

Siamo quindi di fronte al rischio concreto di una legge che, lungi dal dare attuazione alle pronunce della Corte costituzionale, pretende di riscrivere il giudicato costituzionale per via legislativa, comprimendo l’efficacia delle decisioni del giudice delle leggi e producendo una frattura istituzionale rispetto al principio di separazione dei poteri e alla leale collaborazione tra Parlamento e Corte costituzionale.

Con l’Associazione Luca Coscioni abbiamo raccolto le firme e depositato una proposta di legge di iniziativa popolare che disciplina l’aiuto medico alla morte volontaria in modo coerente con la Costituzione e con la giurisprudenza costituzionale, prevedendo sia l’autosomministrazione sia la somministrazione del farmaco per il fine vita su richiesta del medico e introducendo, come requisito alternativo al sostegno vitale, la prognosi infausta. Una proposta che rispetta la nostra Carta costituzionale, il diritto all’ autodeterminazione e il dovere dello Stato di garantire pari dignità e pari diritti.

Qui si misura, oggi, la responsabilità della politica. Il Parlamento è chiamato a riconoscere diritti già esistenti, affermati dalla Costituzione e chiariti dalla Corte costituzionale. Non può limitarsi a un compromesso al ribasso, né può usare il linguaggio della tutela per sottrarre libertà.

I diritti fondamentali non si comprimono, non si sospendono, non si riscrivono al ribasso.Si garantiscono.

Oggi parleremo di giurisprudenza, di Parlamento, di testi di legge. Ma è essenziale non perdere mai di vista il dato centrale: dietro ogni norma ci sono persone, vite concrete, corpi che soffrono, relazioni, scelte che riguardano la dignità stessa dell’esistenza e la nostra libertà.

Questo incontro non è un esercizio accademico. È un atto politico nel senso più alto del termine. È una chiamata alle istituzioni affinché rispettino la Costituzione, diano piena e leale attuazione alle sentenze della Corte costituzionale e assumano finalmente la responsabilità di garantire alle persone malate il diritto di essere riconosciute come soggetti liberi e titolari della propria autodeterminazione fino all’ultimo istante della loro vita.

Non voltarsi dall’altra parte significa questo: mettere la persona al centro del diritto e dell’azione politica, con rigore costituzionale, con coraggio istituzionale e con rispetto profondo della dignità umana.

Grazie.

L'articolo Intervento di Filomena Gallo per il seminario giuridico “Fine vita in Italia: diritti da difendere, libertà da conquistare” proviene da Associazione Luca Coscioni.



#Scuola, aumenti e arretrati in arrivo per docenti e ATA.

Qui tutti i dettagli ➡️mim.gov.



In occasione del Tempo di Natale 2025, le Monache Agostiniane del Monastero dei Santi Quattro Coronati a Roma propongono un ricco calendario di celebrazioni liturgiche che accompagnerà fedeli e pellegrini dalla Vigilia di Natale fino alla festa del B…


Si può parlare di Boccaccio e trarne suggerimenti utili su come difendersi dai falsi e da quelle che ora prendono il nome di "fake news"? Don Giacomo Cardinali, vice prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Scriptor Latinus e Commissario delle …


Da oggi al 31 dicembre, una selezione di immagini significative di Leone XIV e della Chiesa, accompagnate da messaggi ispirati al Natale, sarà trasmessa su maxischermi collocati nelle vicinanze della basilica di San Pietro.



In Ecuador non cessa la violenza ed a farne le spese sono anche calciatori professionisti


L'Ecuador è travolto da una crisi di violenza (legata anche al calcio): Mario Pineida, difensore 33enne ed ex nazionale (foto), è stato ucciso il 17 dicembre insieme alla compagna in una macelleria di Guayaquil (rainews.it/articoli/2025/12/ec…)

Si tratta del quinto omicidio legato al mondo calcistico nel 2025, tutti collegati alle scommesse clandestine controllate dalla criminalità organizzata.
A settembre erano stati assassinati tre calciatori (Maicol Valencia, Leandro Yépez e Jonathan González), quest'ultimo minacciato per perdere una partita. A novembre è stato ucciso Miguel Nazareno, appena 16enne e considerato un talento promettente. Altri tre professionisti sono sopravvissuti ad attacchi armati.

Lo Stato ecuadoriano, già impegnato a gestire proteste sociali, non riesce a contenere il fenomeno, lasciando i calciatori esposti a un pericolo costante. Con la qualificazione ai Mondiali 2026, si spera che la vetrina internazionale possa sensibilizzare FIFA e comunità globale verso contromisure concrete, pari a quelle prese da UEFA ed Europol (noblogo.org/cooperazione-inter…), sì da evitare tragedie come quella del calciatore colombiano Andrés Escobar nel 1994.

Questi era un difensore della nazionale colombiana che durante il Mondiale 1994 negli Stati Uniti segnò un'autorete nella partita contro gli USA (foto), contribuendo all'eliminazione della Colombia dal torneo. Dieci giorni dopo il ritorno in patria, nella notte del 2 luglio 1994, Escobar fu assassinato nel parcheggio del locale "El Indio" a Medellín. 1. Secondo le ricostruzioni, i suoi aggressori gli avrebbero detto "Grazie per l'autogol" prima di sparargli a bruciapelo (ricevette 12 colpi di pistola).
L'omicidio fu attribuito a Humberto Muñoz Castro, una ex guardia giurata, e il movente fu legato alle grandi perdite subite dal giro di scommesse clandestine a causa di quell'autorete. Castro fu inizialmente condannato a 43 anni, ma la pena fu ridotta e venne rilasciato nel 2005 dopo 11 anni di carcere.

#Ecuador #calcio #scommesse

@Attualità, Geopolitica e Satira


Il calcio è vulnerabile allo sfruttamento criminale.


Il calcio è vulnerabile allo sfruttamento criminale. Europol è pronta a sostenere la UEFA, anche sulla base della Convenzione di Macolin


Qualche giorno orsono #Europol e #UEFA (organo di governo del calcio europeo) hanno rinnovato ed esteso il loro Memorandum of Understanding, incentrato sulla prevenzione e la lotta alla criminalità tutelando al tempo stesso l'integrità del calcio europeo.

Il memorandum è stato firmato nella sede della UEFA a Nyon dal direttore esecutivo di Europol, Catherine De Bolle, e dal presidente della UEFA, Aleksander Čeferin. Europol e UEFA si sono impegnate a cooperare in attività e progetti congiunti. La partnership migliorerà le indagini, la condivisione delle informazioni e il supporto di esperti per le 55 federazioni affiliate alla UEFA.

L’accordo si basa sulla già esistente cooperazione tra le istituzioni, soprattutto nella lotta contro le partite truccate, ampliandone al tempo stesso la portata ad altre minacce legate alla criminalità organizzata. La cooperazione si concentra sullo scambio di informazioni e sulla condivisione di conoscenze nei settori dei principali eventi calcistici, della corruzione sportiva, delle partite truccate e del riciclaggio di denaro, del razzismo, della xenofobia e dell'estremismo violento, nonché delle attività illegali legate allo streaming o alla trasmissione illegali di contenuti audiovisivi. La cooperazione si estende all'individuazione di transazioni e attività sospette nei settori dei trasferimenti di giocatori di calcio, degli investimenti nelle squadre di calcio, dello scambio di attività finanziarie legate al calcio e delle scommesse sportive.

Anche l'assegnazione e l'organizzazione di competizioni sportive possono essere oggetto di abuso da parte dei criminali per riciclare proventi illeciti o per scopi di corruzione e rientrano quindi anche tra i possibili ambiti di cooperazione.


La “manipolazione” delle competizioni. Una definizione giuridica


Secondo la definizione giuridica, la manipolazione della competizione o la combine è “un'azione, un'omissione o un'inganno intenzionale volti a alterare impropriamente il risultato o lo svolgimento di una competizione sportiva al fine di eliminare in tutto o in parte la natura imprevedibile della competizione stessa, al fine di ottenere un indebito vantaggio per sé o per altri” (Convenzione del Consiglio d'Europa sulla manipolazione delle competizioni sportive, 2014, leggi sotto).

La manipolazione della competizione, nota anche come combine, si verifica quando il risultato di un torneo o di una competizione viene deciso in anticipo, in parte o completamente, e la partita viene giocata per garantire l'esito predeterminato. Ciò è contrario alle regole del gioco e spesso alla legge. Il motivo più comune per cui si ricorre alla combine è ottenere un compenso dagli scommettitori, ma le squadre possono anche intenzionalmente ottenere prestazioni scadenti per ottenere un vantaggio futuro, come, sulla carta, un avversario meno promettente in uno spareggio. Parimenti, la manipolazione della competizione si verifica quando un partecipante a una competizione sportiva (ad esempio un atleta, un allenatore, un giudice o un arbitro, ecc.) consapevolmente non ottiene risultati soddisfacenti o prende deliberatamente decisioni sbagliate che influenzano il risultato o l'andamento di una competizione, al fine di ottenere un beneficio indebito (solitamente un vantaggio sportivo o finanziario).

La Convenzione di Macolin


La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla manipolazione delle competizioni sportive, comunemente nota come Convenzione di Macolin, è l'unico trattato internazionale giuridicamente vincolante specificamente concepito per prevenire, individuare e sanzionare la manipolazione delle competizioni sportive.

È stata stipulata a Macolin/Magglingen, in Svizzera, il 18 settembre 2014 ed è entrata in vigore il 1° settembre 2019, a seguito della ratifica da parte di cinque Stati, tre dei quali membri del Consiglio d'Europa.

La Convenzione mira a proteggere l'integrità dello sport e l'etica sportiva promuovendo il coordinamento nazionale e la cooperazione internazionale contro la manipolazione, sia essa legata ad attività criminali, scommesse sportive o altri motivi.

La Convenzione di Macolin stabilisce un quadro giuridico completo che impone agli Stati firmatari di attuare misure per combattere la manipolazione, tra cui l'identificazione dei rischi, la definizione di leggi e procedure necessarie e la promozione della cooperazione tra autorità pubbliche, organizzazioni sportive e operatori di scommesse.

Prevede la criminalizzazione della manipolazione da parte di persone fisiche e giuridiche, garantendo che le sanzioni disciplinari degli organismi sportivi non escludano la responsabilità penale, civile o amministrativa. Il trattato impone inoltre agli Stati di istituire piattaforme nazionali che fungano da centri di informazione per il monitoraggio e l'analisi di attività di scommesse sospette e di comunicare le coordinate di tali piattaforme e delle autorità responsabili al Consiglio d'Europa.

La convenzione definisce la manipolazione della competizione come un'intesa, un atto o un'omissione intenzionale volta a alterare impropriamente il risultato o lo svolgimento di una competizione per ottenere un indebito vantaggio, eliminando così la natura imprevedibile dello sport.

Fornisce una tipologia per diverse forme di manipolazione, tra cui l'interferenza diretta in un evento sportivo (Tipo 1), la modifica dell'identità o dei dati personali di un atleta (Tipo 2) e le modifiche non conformi relative all'attrezzatura, alle superfici di gioco o alla fisiologia dell'atleta (Tipo 3).

Questo quadro normativo mira a promuovere una comunicazione più chiara e a fornire una base statistica uniforme per l'identificazione dei rischi e delle minacce emergenti.

A novembre 2025, la Convenzione di Macolin è stata ratificata da Belgio, Francia, Grecia, Islanda, Italia, Lituania, Norvegia, Portogallo, Repubblica di Moldavia, San Marino, Serbia, Spagna, Svezia, Svizzera e Ucraina. È stata firmata anche da altri 41 Stati europei, oltre che da Australia e Marocco. Il nostro Paese ha aderito alla Convenzione, sottoscrivendola il 7 aprile 2016 ed approvandola in via definitiva al termine del percorso parlamentare l'11 aprile 2019; il 16 maggio 2019 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

Il Comitato di monitoraggio della Convenzione, responsabile del monitoraggio dell'attuazione, comprende rappresentanti degli Stati firmatari e di altri organismi competenti e può effettuare visite per valutarne il rispetto.

La Convenzione è aperta alla ratifica sia degli Stati membri del Consiglio d'Europa che di Stati non membri, a dimostrazione della sua portata globale.


Segui il blog con il tuo favorito RSS reader (noblogo.org/cooperazione-inter…) e interagisci con i suoi post nel fediverso (@cooperazione-internazionale-di-polizia@noblogo.org). Scopri dove trovarci:l.devol.it/@CoopIntdiPoliziaTutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (creativecommons.org/licenses/b…)Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.



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fabrizio reshared this.



fasci in giro


serena bortone: "nessuno parlerebbe di fascismo se evitassero di inneggiare alla decima mas, fare francobolli sui fascisti, picchiare un deputato in aula. basterebbe avere un minimo di decenza" (https://x.com/grande_flagello/status/1802299304628941244)

e vogliamo parlare dei busti dell'appeso, che la seconda carica dello stato si tiene in casa?

#fascismo #neofascismo #governo #governoitaliano #antifascismo #Resistenza

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solo 3 anni fa sarebbe sembrata follia che un presidente usa, che rappresenta l'unità nazionale, potesse fare una cosa del genere: attaccare a rotazione tutte le minoranze del paese. ma le destre al potere rappresentano solo loro stesse. mai tutta la popolazione. basta vedere la meloni.



Leoncavallo: i giorni dello sgombero


“Leoncavallo, i giorni dello sgombero” / Alberto Grifi, Paola Pannicelli + Collettivo Video csoa Leoncavallo

differx.noblogs.org/2025/12/23…

#leoncavallo

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Safari Sarajevo: nuove testimonianze e nuove segnalazioni.
freezonemagazine.com/articoli/…
Se è vero, come è vero che i crimini contro l’umanità non vanno mai prescritti, e per questo viene chiesto alla magistratura di continuare a indagare, è vero che ognuno deve fare la sua parte perché non ci si dimentichi di ciò che è successo. Chi scrive su questi fatti drammatici, ad esempio, deve proseguire […]
L'articolo Safari Sarajevo:


Proiezione del documentario “Lasciatemi morire ridendo” a San Martino Siccomario

📍Movie Planet San Martino Siccomario, Via Cascina Madonna, Pavia🗓 Giovedì 22 gennaio 2026🕘Ore 21:00

Un’occasione per riflettere sul tema del fine vita con la proiezione del documentario “Lasciatemi morire ridendo” di Massimiliano Fumagalli, prodotto da Mescalito Film..

Il film racconta la storia di Stefano Gheller, con una narrazione intensa sul diritto a scegliere liberamente come e quando porre fine alla propria vita in condizioni di sofferenza irreversibile.

Saranno presenti in sala il regista Massimiliano Fumagalli e i coordinatori della Cellula Coscioni di Pavia, per un confronto con il pubblico al termine della proiezione.

In collaborazione con Biblioteca Treviolo di Scrosoppi e Lions Club

Ingresso: 6,00 €Prenotazioni: cristina@movieplanetgroup.it

L'articolo Proiezione del documentario “Lasciatemi morire ridendo” a San Martino Siccomario proviene da Associazione Luca Coscioni.



Il Ministro Schillaci non ci ha ricevuto, quindi torneremo


Il 19 mattina una delegazione di dirigenti e militanti dell’Associazione Luca Coscioni ha consegnato 17.782 firme per chiedere che anche in Italia le terapie psichedeliche siano inserite all’interno delle cure compassionevoli e palliative. Il Ministro Schillaci non ci ha ricevuto, per questo abbiamo deciso di tenere aperto l’appello per tornare a insistere l’anno nuovo e considerare la consegna anche all’altro destinatario delle richieste, il Ministro Crosetto.

La raccolta firme ha accompagnato incontri pubblici e contatti con persone interessate, competenti e pronte a unirsi in quanto resta necessario affinché l’Italia apra alle terapie psichedeliche che hanno delineato le priorità di azione dell’Associazione per l’anno venturo. Nei prossimi mesi avremo convegni e conferenze a Chieti, Pavia e Milano.

Qui sotto, invece, un’anteprima del prosieguo delle attività psichedeliche per il 2026:

  1. Formazione nelle Regioni e nei territori
    • incontri e seminari rivolti a psichiatre e psichiatri, psicologhe e psicologi, medici palliativisti, direzioni sanitarie e professionisti dei Dipartimenti di Salute Mentale, Comitati Etici e Istituzioni regionali, per presentare lo stato dell’arte scientifico e il quadro regolatorio europeo e italiano sull’uso compassionevole;


  2. Sostegno alle istanze di uso compassionevole ai Comitati etici
    • predisposizione di materiali giuridici e clinici per accompagnare le équipe che intendano presentare richieste di uso compassionevole di terapie psichedeliche in casi di sofferenza psichica grave e resistente ai trattamenti;
    • promozione, nel rispetto dell’autonomia dei Comitati etici, di formazione interna e rivolta alla cittadinanza, di criteri omogenei per la valutazione delle proposte e per la tutela delle persone coinvolte.


  3. Prosecuzione di Interlocuzioni con Ministero della Salute, AIFA, EMA e CHMP
    • richiesta al Ministro della Salute di attivarsi presso l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) per ottenere pareri e protocolli europei sull’uso compassionevole delle terapie psichedeliche, come previsto dall’articolo 83 del Regolamento 726/2004; (EUR-Lex)
    • richiesta di linee guida nazionali per tradurre tali indicazioni in procedure applicabili nei servizi di salute mentale, nelle reti delle cure palliative e nei contesti ospedalieri.


L'articolo Il Ministro Schillaci non ci ha ricevuto, quindi torneremo proviene da Associazione Luca Coscioni.



#NotiziePerLaScuola
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



PODCAST. Le liste nere di Trump: Washington cancella il diritto di viaggiare anche degli italiani


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Esiste un sistema che, ben oltre i confini degli Stati Uniti, limita il transito, l’ingresso e la libertà di movimento di persone ritenute indesiderate perché sostengono Paesi sanzionati da Washington, come il



Ecuador, l’arcipelago delle carceri: stragi, tubercolosi e la responsabilità dello Stato


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dal 2021 al 2025 almeno 816 persone sono morte violentemente nelle carceri ecuadoriane, mentre centinaia sono decedute per fame e tubercolosi. Tra stragi, militarizzazione e abbandono istituzionale, il sistema penitenziario si è




iCloud, Mega, and as a torrent. Archivists have uploaded the 60 Minutes episode Bari Weiss spiked.#News


Archivists Posted the 60 Minutes CECOT Segment Bari Weiss Killed


Archivists have saved and uploaded copies of the 60 Minutes episode new CBS editor-in-chief Bari Weiss ordered be shelved as a torrent and multiple file sharing sites after an international distributor aired the episode.

The moves show how difficult it may be for CBS to stop the episode, which focused on the experience of Venezuelans deported to El Salvadorian mega prison CECOT, from spreading across the internet. Bari Weiss stopped the episode from being released Sunday even after the episode was reviewed and checked multiple times by the news outlet, according to an email CBS correspondent Sharyn Alfonsi sent to her colleagues.

“You may recall earlier this year when the Trump administration deported hundreds of Venezuelan men to El Salvador, a country most had no connection to,” the show starts, according to a copy viewed by 404 Media.

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#News


l'UE sempre più "mazzolata", ma bomber Pfizer & c pensano a giocare alla guerra.

Cina: dazi sui prodotti caseari UE

A partire da domani la Cina imporrà dazi dal 21,9% al 42,7% sui prodotti lattiero caseari dell’Unione Europea. Lo ha annunciato il ministro del Commercio cinese, che ha spiegato che la misura sarà temporanea e avrà lo scopo di compensare le perdite del settore in Cina. «I prodotti lattiero-caseari importati provenienti dall’UE ricevono sussidi», ha detto il ministro. «L’industria lattiero-casearia nazionale cinese ha subito danni sostanziali ed esiste un nesso causale tra i sussidi e il danno», ha aggiunto.



Marisa Kabas of The Handbasket joins the pod to talk about indie journalism, the industry, and what's going on in the federal government

Marisa Kabas of The Handbasket joins the pod to talk about indie journalism, the industry, and whatx27;s going on in the federal government#podcasts


Podcast: Marisa Kabas on Landing Big Scoops as an Independent Journalist


Marisa Kabas is the founder of The Handbasket, an independent newsletter and website that has been breaking stories left and right about government workers, the media business, and Trump’s mass deportation campaign. Please go subscribe to The Handbasket here!

In this episode of the podcast, Jason and Marisa share notes Marisa about doing journalism without a big newsroom, how the media business has changed over the last decade, and why sources often prefer to talk to journalists who don’t work for mainstream media.
playlist.megaphone.fm?e=TBIEA5…
Stories discussed:

Truth, morality and independence in journalism under the second Trump regime
My full remarks to students and faculty at Grinnell College.
The HandbasketMarisa Kabas


Breaking: The Handbasket is first to report catastrophic OMB funding memo
Posted on Bluesky earlier this evening, other major outlets have since confirmed.
The HandbasketMarisa Kabas


Move fast and break people
For Elon Musk’s government, the psychological warfare is the point.
The HandbasketMarisa Kabas


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Or watch it here:
youtube.com/embed/e73spvZnc9s?…




Flock left at least 60 of its people-tracking Condor PTZ cameras live streaming and exposed to the open internet.#Flock


Flock Exposed Its AI-Powered Cameras to the Internet. We Tracked Ourselves


I am standing on the corner of Harris Road and Young Street outside of the Crossroads Business Park in Bakersfield, California, looking up at a Flock surveillance camera bolted high above a traffic signal. On my phone, I am watching myself in real time as the camera records and livestreams me—without any password or login—to the open internet. I wander into the intersection, stare at the camera and wave. On the livestream, I can see myself clearly. Hundreds of miles away, my colleagues are remotely watching me too through the exposed feed.

Flock left livestreams and administrator control panels for at least 60 of its AI-enabled Condor cameras around the country exposed to the open internet, where anyone could watch them, download 30 days worth of video archive, and change settings, see log files, and run diagnostics.

Unlike many of Flock’s cameras, which are designed to capture license plates as people drive by, Flock’s Condor cameras are pan-tilt-zoom (PTZ) cameras designed to record and track people, not vehicles. Condor cameras can be set to automatically zoom in on people’s faces as they walk through a parking lot, down a public street, or play on a playground, or they can be controlled manually, according to marketing material on Flock’s website. We watched Condor cameras zoom in on a woman walking her dog on a bike path in suburban Atlanta; a camera followed a man walking through a Macy’s parking lot in Bakersfield; surveil children swinging on a swingset at a playground; and film high-res video of people sitting at a stoplight in traffic. In one case, we were able to watch a man rollerblade down Brookhaven, Georgia’s Peachtree Creek Greenway bike path. The Flock camera zoomed in on him and tracked him as he rolled past. Minutes later, he showed up on another exposed camera livestream further down the bike path. The camera’s resolution was good enough that we were able to see that, when he stopped beneath one of the cameras, he was watching rollerblading videos on his phone.


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The exposure was initially discovered by YouTuber and technologist Benn Jordan and was shared with security researcher Jon “GainSec” Gaines, who recently found numerous vulnerabilities in several other models of Flock’s automated license plate reader (ALPR) cameras. They shared the details of what they found with me, and I verified many of the details seen in the exposed portals by driving to Bakersfield to walk in front of two cameras there while I watched myself on the livestream. I also pulled Flock’s contracts with cities for Condor cameras, pulled details from company presentations about the technology, and geolocated a handful of the cameras to cities and towns across the United States. Jordan also filmed himself in front of several of the cameras on the Peachtree Creek Greenway bike path. Jordan said he and Gaines discovered many of the exposed cameras with Shodan, an internet of things search engine that researchers regularly use to identify improperly secured devices.
youtube.com/embed/vU1-uiUlHTo?…
After finding links to the feed, “immediately, we were just without any username, without any password, we were just seeing everything from playgrounds to parking lots with people, Christmas shopping and unloading their stuff into cars,” Jordan told me in an interview. “I think it was like the first time that I actually got like immediately scared … I think the one that affected me most was as playground. You could see unattended kids, and that’s something I want people to know about so they can understand how dangerous this is.” In a YouTube video about his research, Jordan said he was able to use footage pulled from the exposed feed to identify specific people using open source investigation tools in order to show how trivially an exposure like this could be abused.
Benn Jordan
Last year, Flock introduced AI features to Condor cameras that automatically zoom in on people as they walk by. In Flock’s announcement of this feature, it explained that this technology “zooms in on a suspect exiting one car, stealing an item from another, and returning to his vehicle. Every detail is captured, providing invaluable evidence for investigators.” On several of the exposed feeds, we saw Flock cameras repeatedly zooming in on and tracking random people as they walked by. The cameras can be controlled by AI or manually.

The exposure highlights the fact that Flock is not just surveilling cars—it is surveilling people, and in some cases it is doing so in an insecure way, and highlight the types of places that its Condor cameras are being deployed. Condor cameras are part of Flock’s ever-expanding quest to “prevent crime,” and are sometimes integrated with its license plate cameras, its gunshot detection microphones, and its automated camera drones.

Cooper Quintin, senior staff technologist at the Electronic Frontier Foundation, told me the behavior he saw in videos we shared with him “shows that Flock's ambitions go far beyond license-plate surveillance. They want to be a nation-wide panopticon, watching everyone all the time. Flock's goal isn't to catch stolen cars, their goal is to have total surveillance of everyone all the time."


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The cameras were left not just livestreaming to the internet for anyone who could find the link, but in many cases their administrative portals were left open with no login credentials required whatsoever. On this portal, some camera settings could be changed, diagnostics could be run, and text logs of what the camera was doing were being streamed, too. Thirty days of the camera’s archive was left available for anyone to watch or download from any of the cameras that we found. We were not able to geolocate every camera that was left unprotected, but we found cameras at a New York City Department of Transportation parking lot, on a street corner in suburban New Orleans, in random cul-de-sacs, in a Lowes parking lot, in the parking lot of a skatepark, at a pool, outside a parking garage, at an apartment complex, outside a church, on a bike path, and at various street intersections around the country.

Quintin told me the situation reminds him of ALPR cameras from another company that were left unprotected a decade ago.

“This is not the first time we have seen ALPRs exposed on the public internet, and it won't be the last. Law enforcement agencies around the country have been all too eager to adopt mass surveillance technologies, but sometimes they have put little effort into ensuring the systems are secure and the sensitive data they collect on everyday people is protected,” Quintin said. “Law enforcement should not collect information they can’t protect. Surveillance technology without adequate security measures puts everyone’s safety at risk.”

It was not always clear which business or agency owned specific cameras that were left exposed, or what type of misconfiguration led to the exposure, though I was able to find a $348,000 Flock contract for Brookhaven, Georgia, which manages the Peachtree Creek Greenway, and includes 64 Condor cameras.

"This was a limited misconfiguration on a very small number of devices, and it has since been remedied," a Flock spokesperson told 404 Media. It did not answer questions about what caused the misconfiguration or how many devices ultimately were affected.

💡
Do you know anything else about surveillance? I would love to hear from you. Using a non-work device, you can message me securely on Signal at jason.404. Otherwise, send me an email at jason@404media.co.

In response to Jordan and Gaines’ earlier research on vulnerabilities in other Flock cameras, Flock CEO Garrett Langley said in a LinkedIn post that “The Flock system has not been hacked. We secure customer data to the highest standard of industry requirements, including strict industry standard encryption. Flock’s cloud storage has never been compromised.” The exposure of these video feeds is not a hack of Flock’s system, but demonstrates a major misconfiguration of at least some cameras. It also highlights a major misconfiguration in its security that persisted for at least days.

“When I was making my last video [about Flock ALPR vulnerabilities], it was almost like a catchphrase where I'd say like, ‘I don't see how it could get any worse.’ And then something would happen where you'd be like, wow, they pulled it off. They made it worse,” Jordan said. “And then this is like the ultimate one. Because this is completely unrelated [to my earlier research] and I don’t really know how it could be any worse to be honest.”

In a 2023 video webinar introducing the Condor platform to police, Flock executives said the cameras are meant to be paired with their ALPR cameras and are designed to feed video to FlockOS, a police panel that allows cops to hop from camera to camera in real time across a mapped-out view of their city. In Bakersfield, which has 382 Flock cameras according to a transparency report, one of the Condor cameras we saw was located next to a mall that had at least two Flock ALPR cameras stationed at the entrances to the mall parking lot.

Kevin Cox, a Flock consultant who used to work for the Grand Prairie, Texas Police Department, said in the webinar that he built an “intel center” with a high “density” of Flock cameras in that city. “I am passionate about this because I’ve lived it. The background behind video [Condor] with LPR is rich with arrests,” he said. “That rich experience of seeing what happened kind of brings it alive to [judges]. So video combined with the LPR evidence of placing a vehicle at the scene or nearby is an incredibly game changing experience into the prosecutorial chain of events.”

“You can look down a tremendous distance with our cameras, to the next intersection and the next intersection,” he said. “The camera will identify people, what they’re wearing, and cars up to a half a mile away. It’s that good.”


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Condor cameras in a Flock demo showing off its AI tracking features

In the webinar Cox pulled up a multiview panel of a series of cameras and took control of them, dragging, panning, and zooming on cameras and hopping between multiple cameras in real time. Cox suggested that police officers could either use Flock’s cameras to pinpoint a person at a place and time and then use it to request “cell tower dumps” from wireless companies, or could use cell GPS data to then go into the Flock system to track a person as they moved throughout a city. “If you can place that person’s cell phone and then the Condor video and Falcon LPR evidence, it would be next to impossible to beat that in court,” he said, adding that some towns may just want to have always-on, always recording video of certain intersections or town squares. “There’s endless endless uses to what we can do with these things.”

On the webinar, Seth Cimino, who was a police officer at the Citrus Heights, California police department at the time but now works directly for Flock, told participants that officers in his city enjoyed using the cameras to zoom in on crimes.

“There is an eagerness amongst our staff that are logged in that have their own Flock accounts to be able to monitor our ALPR and pan tilt zoom Condor cameras throughout the community, to a point where sometimes our officers are beating dispatch with the information,” he said. “If there’s an incident that occurs at a specific intersection or a short distance away where our Condor cameras can zoom in on that area, it allows for real time overwatch […] as I sit here right now with you—how cool is this? We just had a Flock alert here in the city. I mean, it just popped up on my screen!”

Samantha Cole contributed reporting.