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Scompaginata rete criminale albanese che importava in Italia cocaina nascosta in confezioni di frutta esotica


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Un'operazione internazionale coordinata da Eurojust e Europol ha interrotto il traffico di grandi quantità di cocaina dal Sud America a vari porti marittimi italiani.
In totale, 29 sospetti appartenenti a una rete criminale guidata da cittadini albanesi sono stati arrestati in Italia e in Albania.
Allo stesso tempo, in Francia, Romania e Spagna sono state effettuate perquisizioni per raccogliere informazioni e potenziali prove. Il successo delle indagini è il risultato di una squadra investigativa congiunta a lungo termine (JIT/SIC), sostenuta e finanziata da Eurojust.

Il gruppo criminale era attivo nella distribuzione all'ingrosso di droga sul mercato italiano. Le droghe illecite erano nascoste in contenitori con frutta esotica su navi che arrivavano nei porti europei del Sud America. La rete era capeggiata da due fratelli albanesi. L'operazione è culminata in una giornata di azione che ha visto l'arresto di 29 sospetti (27 in Italia, 2 in Albania). Gli investigatori della Struttura speciale anticorruzione e anticrimine organizzato dell'Albania, nonché della Guardia di Finanza italiana a Pisa e della Procura della Repubblica a Firenze, sono stati supportati dagli esperti di riciclaggio di denaro di Europol per individuare il flusso economico gestito dai criminali.

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Dall'inizio delle indagini nel novembre 2021 e fino alla giornata di azione, alcuni membri sono stati arrestati mentre commettevano attivamente reati. Nello stesso periodo sono stati sequestrati oltre 2 000 kg di cocaina, 20 kg di marijuana e 46 kg di hashish. I criminali avevano messo in piedi un elaborato sistema di riciclaggio di denaro.

L'indagine è stata supportata da comunicazioni intercettate tra organizzazioni criminali, che hanno usato lo strumento di comunicazione mobile criptato SkyECC.
Su richiesta delle autorità italiane, Eurojust ha organizzato diverse riunioni di coordinamento tra tutti gli organi investigativi per preparare l'azione internazionale. Un centro di coordinamento è stato istituito presso la sede di Eurojust all'Aia per sostenere le ricerche e gli arresti in corso nei cinque paesi interessati. Eurojust ha inoltre assistito all'esecuzione degli ordini investigativi europei in Francia, Romania e Spagna e ha chiesto assistenza giudiziaria in Albania. I mandati d'arresto sono stati diffusi in tutto il mondo attraverso INTERPOL, grazie alla 3a divisione del Servizio Centrale per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

#Eurojust #Europol #JIT #SIC #trafficococainaviamare #INTERPOL #Albania #guardiadifinanza #skyecc

@Notizie dall'Italia e dal mondo



MAXI OPERAZIONE DEL ROS CONTRO IL TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI DAL SUD AMERICA ALL’EUROPA. LA COCAINA MOVIMENTATA DA UN CARCERE ITALIANO GRAZIE ALL’UTILIZZO DI CRIPTOFONINI


Svela tutte le caratteristiche del traffico di stupefacenti dal Sud America all’Europa l’attività investigativa del ROS ligure dell’ #Armadeicarabinieri conclusasi in questi giorni: la pianificazione del trasporto mediante reti criptate (o che chi utilizzava gli smartphone riteneva tali), l’invio della cocaina via mare tramite container (in un porto di destinazione affidabile) o in aeroporti, la supervisione di una potente organizzazione criminale italiana e la compartecipazione della mafia balcanica, il supporto al contrasto da parte di #Eurojust ed #Europol.
[Il porto di Genova]
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I fatti: il Ros dei carabinieri, supportato dai militari dell’Arma territoriale di #Genova, Como e Reggio Calabria, ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Genova su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di ventidue persone, tra cui uno di nazionalità dominicana, due di nazionalità colombiana, sette di nazionalità albanese. Sei degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama, Colombia e Venezuela finalizzata alla importazione dall’America Latina di quantitativi di cocaina, che veniva caricata su navi dirette al porto di Genova, e, una volta recuperata, con la complicità di lavoratori operanti nello scalo portuale, rivenduta a terzi, oppure destinata ad altre organizzazioni criminali, grazie alla ricompensa con una percentuale (in denaro o in cocaina), intorno al 20% del prodotto importato, o con una somma equivalente, come corrispettivo per il recupero del carico in porto.
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L’associazione per delinquere secondo gli investigatori era diretta da un soggetto che ha potuto disporre di una rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto il 7 ottobre 2015 mentre cercava di recuperare un carico 148 chili di cocaina, in concorso con un latitante) questi, pur detenuto, comunicava con i complici per mezzo di criptofonini o di sistemi artigianali di comunicazione crittografata, continuando ad organizzare e finanziare per conto dell’organizzazione l’importazione di nuovi carichi di cocaina provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi, l’aeroporto di Amsterdam.
Il pagamento dello stupefacente era effettuato attraverso un metodo di interposizione consistente nella consegna del contante ad un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, il quale si occupava della rimessa a questi ultimi, avvalendosi di canali extrabancari e consegnando ricevuta agli acquirenti.
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Agli indagati vengono così contestati nove episodi di importazione di cocaina da Colombia, Repubblica Dominicana, Panama, per complessivi 670 kg e un valore commerciale di 25 milioni di euro, oltre a 38 episodi di detenzione e cessione di droga (per due di questi viene contestata l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 cp ed in particolare la finalità di agevolare l’attività di una cosca di #ndrangheta).
Agli indagati sono state sequestrate anche diverse armi, tra cui due pistole a tamburo Smith & Wesson mod. 686 cal. 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava mod. M56 cal. 7,62×25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava mod. M70 cal. 7,62×39 mm, riproduzioni del più noto AK-47 (Kalašnikov). pistole semiautomatiche Beretta cal. 9, un revolver marca Smith & Wesson cal. 38SP, pistole marca Colt mod. 1911 cal. 45 ACP e Beretta mod. 70 cal. 7,65.
I reati contestati sono stati commessi dal settembre 2014 a dicembre 2022. L’indagine ha beneficiato del contributo informativo di #Europol, che ha fornito le informazioni provenienti dalle indagini avviate dalle Autorità francesi su gruppi criminali che utilizzavano un sistema di comunicazione criptato denominato #EncroChat e alimentato il flusso informativo relativo ai dispositivi #SkyEcc e della collaborazione di #Eurojust che ha facilitato l’agevole e tempestiva acquisizione, tramite ordine di indagine europeo, di comunicazioni criptate sequestrate dalle Autorità francesi ed intercorse sulle piattaforme EncroChat e SkyEcc.
Per saperne di più su Encrochat leggi qui (in inglese): europol.europa.eu/media-press/…