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Contro i pirati e i cybercriminali gli Emirati mettono in campo i nuovi mercenari


Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) costituiscono un caso unico nell’impiego dei mercenari, differenziandosi dalle esperienze in Angola, Sierra Leone e Nigeria sia per le motivazioni che per le modalità di utilizzo. Mentre in Africa il ricorso ai mercenari è spesso stato legato alla sopravvivenza di regimi fragili in contesti segnati da instabilità e conflitti interni, gli Emirati si distinguono per la loro stabilità politica e per la ricchezza derivante dal petrolio. Tuttavia, il Paese soffre di una carenza cronica di manodopera e competenze tecnologiche, soprattutto in ambito militare. Questa situazione ha spinto il Governo a utilizzare mercenari per colmare tali lacune, senza subire le stesse critiche internazionali che hanno colpito i Paesi africani. Ciò è attribuibile al peso geopolitico degli Emirati, le cui riserve petrolifere e ricchezze spingono le potenze occidentali a essere più prudenti nell’esprimere condanne, riservando critiche più severe a Stati più fragili e meno influenti.

Due approcci: sicurezza interna e politica estera


L’uso dei mercenari da parte degli Emirati si articola in due principali direttrici. La prima riguarda il rafforzamento della sicurezza interna, attraverso il supporto alle strutture che proteggono il regime. In particolare, i mercenari sono stati determinanti nella supervisione e creazione della Guardia Presidenziale, un corpo d’élite progettato per salvaguardare la leadership emiratina da eventuali colpi di Stato o minacce interne, spesso attribuite all’Iran. Questo utilizzo consente al Governo di affrontare in modo proattivo la sovversione interna e di consolidare la stabilità politica.

La seconda direttrice si riferisce al ruolo dei mercenari nella proiezione del potere emiratino oltre i confini nazionali, sfruttandoli come strumenti militari per perseguire obiettivi di politica estera. Gli Emirati, per esempio, sostengono Khalīfa Haftar e il suo Esercito Nazionale Libico attraverso finanziamenti e il dispiegamento del Gruppo Wagner. In Yemen, il coinvolgimento dei mercenari è stato altrettanto significativo: gli Emirati hanno utilizzato contractor per affiancare le loro truppe nella guerra contro gli Huthi, un conflitto condotto con il supporto di alleanze tribali locali. Per ridurre l’onere sulle proprie forze armate, gli Emirati hanno schierato circa 450 contractor latinoamericani su un totale di 1.800 uomini di stanza nella base di Abu Dhabi. Questo approccio riflette la volontà di un Governo determinato a difendere i propri interessi senza coinvolgere direttamente i propri cittadini nelle operazioni belliche.

I vantaggi della negabilità plausibile: il caso della Somalia


Un esempio emblematico di questa strategia è rappresentato dall’operazione anti-pirateria condotta nel Puntland, una regione somala. Gli Emirati, attraverso una sussidiaria della Reflex Ltd, una società originariamente legata a Erik Prince, finanziarono la Puntland Maritime Police Force (PMPF). Questa unità, composta da ex mercenari sudafricani e contractor locali, era incaricata di contrastare le attività dei pirati lungo le coste somale settentrionali. Equipaggiata con elicotteri, motoscafi e mezzi corazzati, la PMPF operava con un livello di aggressività superiore a quello tipico delle forze governative. Sebbene non sia confermato che abbia ingaggiato i pirati in scontri diretti, l’unità si è distinta per l’uso di forza letale in operazioni offensive, piuttosto che difensive.

Le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazioni riguardo all’utilizzo dei mercenari sudafricani e ai metodi di addestramento della PMPF, ma gli Emirati hanno rivendicato il successo dell’operazione, che ha temporaneamente ridotto la minaccia della pirateria per le spedizioni internazionali. Tuttavia, quando la missione è divenuta di pubblico dominio, il Governo emiratino ha rapidamente chiuso il programma per evitare danni alla propria immagine internazionale, abbandonando la possibilità di sfruttare ulteriormente la negabilità plausibile.

Mercenari cibernetici: la strategia degli Emirati


Gli Emirati hanno anche investito massicciamente nel settore della cybersicurezza, utilizzando mercenari cibernetici per ampliare la propria influenza. Attraverso Darkmatter, una potente società locale, il Paese ha avviato operazioni mirate a rafforzare il controllo digitale sia a livello nazionale che internazionale. Un esempio significativo è il Project Rave, un programma che ha reclutato decine di ex agenti dell’intelligence americana per condurre operazioni di sorveglianza contro Governi stranieri, militanti e attivisti per i diritti umani.

Queste attività hanno generato tensioni con Paesi vicini come il Qatar, che ha accusato gli Emirati di aver hackerato agenzie di stampa e canali social ufficiali, riaprendo un’annosa faida tra le monarchie del Golfo. L’uso di contractor con competenze avanzate nel campo della cybersicurezza riflette l’importanza crescente di questa dimensione per un Paese piccolo come gli Emirati, che utilizza strumenti non convenzionali per competere in un’arena geopolitica sempre più complessa.

Chi è il mercenario del XXI secolo


Il ricorso ai mercenari da parte degli Emirati pone una domanda fondamentale: come definire il mercenario moderno? Gli esempi di EO in Angola e Sierra Leone, di STTEP in Nigeria e delle operazioni emiratine dimostrano che i mercenari, singoli o affiliati a società, sono strumenti geostrategici sempre più rilevanti. Questi attori operano senza legami con il loro Stato di origine, offrendo servizi di sicurezza offensiva e difensiva a governi che vogliono rafforzare il proprio potere senza implicazioni dirette.

Tuttavia, la legittimità di queste operazioni è spesso contestata. Gli Stati Uniti e il Regno Unito, per esempio, tendono a distinguere tra “contractor militari”, considerati legittimi, e “mercenari”, una categoria demonizzata per ragioni politiche. Questo doppio standard riflette l’interesse delle grandi potenze nel mantenere il controllo sulle dinamiche di sicurezza internazionale, proteggendo i propri interessi e delegittimando gli attori indipendenti.

Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano un esempio lampante di come i piccoli Stati ricchi di risorse possano sfruttare i mercenari per espandere la propria influenza, sia a livello regionale che internazionale. Tuttavia, il ricorso a queste forze evidenzia anche un doppio standard nelle reazioni globali. Mentre i Paesi fragili che dipendono dai mercenari sono soggetti a severe critiche, gli Stati ricchi come gli Emirati ricevono un trattamento più indulgente, complice la loro importanza strategica.

Questa asimmetria riflette una dinamica geopolitica in cui le società mercenarie indipendenti hanno il potenziale di alterare profondamente lo status quo, soprattutto in regioni come l’Africa e il Medio Oriente. Sebbene l’uso dei mercenari sia visto come una soluzione pragmatica da parte di molti governi, esso solleva questioni etiche e politiche che rischiano di amplificare le tensioni internazionali e di alimentare nuove forme di neocolonialismo mascherato.

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Laser Harp Sets the Tone


In many ways, living here in the future is quite exiting. We have access to the world’s information instantaneously and can get plenty of exciting tools and hardware delivered to our homes in ways that people in the past with only a Sears catalog could only dream of. Lasers are of course among the exciting hardware available, which can be purchased with extremely high power levels. Provided the proper safety precautions are taken, that can lead to some interesting builds like this laser harp which uses a 3W laser for its strings.

[Cybercraftics]’ musical instrument is using a single laser to generate seven harp strings, using a fast stepper motor to rotate a mirror to precise locations, generating the effect via persistence of vision. Although he originally planned to use one Arduino for this project, the precise timing needed to keep the strings in the right place was getting corrupted by adding MIDI and the other musical parts to the project, so he split those out to a second Arduino.

Although his first prototype worked, he did have to experiment with the sensors used to detect his hand position on the instrument quite a bit before getting good results. This is where the higher power laser came into play, as the lower-powered ones weren’t quite bright enough. He also uses a pair of white gloves which help illuminate a blocked laser. With most of the issues ironed out, [Cybercraftics] notes that there’s room for improvement but still has a working instrument that seems like a blast to play. If you’re still stuck in the past without easy access to lasers, though, it’s worth noting that there are plenty of other ways to build futuristic instruments as well.

youtube.com/embed/c5HmCTt6hQ4?…


hackaday.com/2025/03/20/laser-…



Una figlia


altrenotizie.org/spalla/10618-…


si può criticare l'unione europea. è tutto meno che perfetta. però onestamente al di fuori di una ue che funzioni che alternative ci sono? farsi unificare e conquistare dalla russia? davvero per alcuni è un'opzione valida?



Northsky is a new cooperative that is building their own space for the trans and queer community on Bluesky/ATProto, multiple apps are starting to work towards financial sustainability, and more.


sono arrivati a espellere cittadini USA perché non trumpiani... ma veramente secondo qualcuno non è cambiato niente negli usa ed è stato sempre così? io rimango dell'idea che abbiano fatto un paio di livelli di gioco... forse 3, sul nuovo gioco steam "simulatore della democrazia USA"...



USA, la deriva del dittatore


altrenotizie.org/primo-piano/1…


Per Cina e Usa il futuro dei conflitti si deciderà nello spazio. Ecco come

@Notizie dall'Italia e dal mondo

“Credo che non si possa ignorare il fatto che il prossimo e più importante dominio del conflitto sarà quello spaziale”. Così il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, durante un summit presso la base aerea di Andrews, in Maryland, a cui hanno preso parte



Il fuorionda della vicepresidente del Senato Ronzulli: “Non me ne frega un ca**o di quello che pensa Renzi” | VIDEO


@Politica interna, europea e internazionale
Gaffe della vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, che durante la seduta in Aula di giovedì 20 marzo, non si è accorta di avere il microfono aperto lasciandosi andare a un commento poco istituzionale nei confronti del senatore di Italia Viva,



ALLA GUERRA SI VA

Il diritto di veto espresso dall'Ungheria è stato aggirato. Tutti gli altri 26 Stati, quindi anche l'Italia, hanno deciso di sostenere politicamente e militarmente l'Ucraina, poichè nessuno crede che vi siano in corso veri e propri accordi.
Si configura il tradimento della rappresentante italiana, che non ha eseguito la risoluzione del Parlamento italiano di ieri e anche il tradimento dell'intero vertice che ha aggirato uno dei diritti fondamentali di ciascuno Stato aderente "il diritto di veto".

Come ho già scritto molte volte, in quel consiglio ci sono dei pazzi pericolosi.
ansa.it/sito/notizie/mondo/202…




Apr 9
"Un anno di Regolamento UE 2016/679. La privacy nel settore privato: spunti e riflessioni con esponenti del Garante per la Protezione dei Dati Personali"
Mer 10:00 - 18:00 Via Carlo Freguglia, 14, Milano
Privacy Pride

"Un anno di Regolamento UE 2016/679. La privacy nel settore privato: spunti e riflessioni con esponenti del Garante per la Protezione dei Dati Personali"

9 aprile, Milano

Partecipa Augusta Iannini

9 aprile 2019 - ore 10,00-18,00


Tribunale di Milano
Sala Valente
Via Carlo Freguglia, 14, Milano

@privacypride@mobilizon.it @informapirata@mastodon.uno

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Netanyahu’s three-front war: Scorched earth for hostages, democracy and Jews


Di Esther Solomon, caporedattrice della versione inglese di Haaretz (quotidiano israeliano)

Esther Solomon, Editor-in-chief, Haaretz English

This week, Israelis woke up to war again, but this time not to the Hamas surprise attack of October 7 but to a conscious decision by their government to restart fighting, against the will of the popular majority, which consistently favors an end to the war and the return of all the hostages. This same week, the Netanyahu government intensified its battles on two other fronts as well: its war on Israeli democracy, and its war on Diaspora Jews.

Prime Minister Netanyahu is baldly exhibiting his 'vision' for the character of his own regime and the principles that govern the Israeli state's behavior at home and abroad. It is a vision that is genuinely revolutionary, in that it rips up and shreds into confetti most of the fundamental values and social contracts that bind the state to its citizens, and the state to the Jewish people outside its borders.

With the Trump administration's backing, but to the consternation of most of the rest of the international community, IDF airstrikes are now raining down on Gaza again. Netanyahu's ministers are using bloodcurdling language, directed at the whole population of Gaza, and not only Hamas.

The declared premise for breaking the cease-fire – that extreme military pressure will force Hamas into capitulation, and will lead to hostages being released alive – is false and illogical. Sixteen months of war has shown that only negotiations bring back significant numbers of hostages alive, that airstrikes kill them, and Hamas, which has repopulated its ranks, has no pangs of conscience to fight to the last Gazan. As Einav Zangauker, warrior mother of hostage Matan, said: "Netanyahu has opened the gates of hell not on Hamas, but on our loved ones."

The real reason for resuming war is to satiate the annexationist warlust of the far right, and win the prime minister more time in power. And both of those reasons factor into the resurgence-on-steroids of the government's judicial coup, now honed to take out the Shin Bet head and the Attorney General, the key remaining gatekeepers of democracy and the rule of law.

There's an urgency to Netanyahu's call to rid himself of these troublesome officials, and it's called Qatargate: the rolling scandal of close aides to Netanyahu allegedly being paid by Doha for positive PR during the war, in which the Shin Bet is a lead investigative agency. In true Trumpist style, and with a nod to his fellow White House populists, Netanyahu took to social media to accuse the "leftist deep state" of conspiring to weaponize the justice system to bring down the right-wing government.

This week there were also dramatic developments in the third front: How the government understands its relationship with Diaspora Jews. Amichai Chikli, the minister in charge of Diaspora relations and Israel's antisemitism czar, is organizing a "combating antisemitism" conference stuffed with representatives of European far-right parties whose antisemitic, neo-Nazi, illiberal record is either a fact of their founding and/or an everyday feature of their activists' rhetoric.

It was an ambush for the high-profile representatives of U.S. and European Jewish communities also invited to attend: To show solidarity with Israel at the cost of their own values and safety. One by one, they have cancelled, from the U.K.'s Chief Rabbi to the head of the ADL: Even Israel's President refused to host the far-right politicians. These are rare, brave moves that may well be a milestone in the breakdown of Israel-Diaspora relations, a sign of how infuriated Diaspora Jews are and how arrogant, cynical and fanatic the Israeli government.

Netanyahu's wars have terrible human costs, but they are also designed to reshape language and the space for dissent. To jumpstart the cease-fire, make war. To save the hostages, bomb them. To save democracy, institute autocracy. To confront antisemitism, welcome antisemites.

Despite their deep fatigue, most Israelis aren't buying it. Forty thousand turned out to protest in Tel Aviv on Tuesday; thousands more in Jerusalem the next day. But Netanyahu has formidable weapons at his disposal, and there is no cease-fire pending for the wars outside and inside Israel's borders.



Three SPI Busses Are One Too Many on This Cheap Yellow Display


The Cheap Yellow Display may not be the fastest of ESP32 boards with its older model chip and 4 MB of memory, but its low price and useful array of on-board peripherals has made it something of a hit in our community. Getting the most out of the hardware still presents some pitfalls though, as [Mark Stevens] found out when using one for an environmental data logger. The problem was that display, touch sensor, and SD card had different SPI busses, of which the software would only recognise two. His solution involves a simple hardware mod, which may benefit many others doing similar work.

It’s simple enough, put the LCD and SD card on the same bus, retaining their individual chip select lines. There’s a track to be cut and a bit of wiring to be done, but nothing that should tax most readers too much. We’re pleased to see more work being done with this board, as it remains a promising platform, and any further advancements for it are a good thing. If you’re interested in giving it a go, then we’ve got some inspiration for you.


hackaday.com/2025/03/20/three-…



Linux Fu: A Warp Speed Prompt


If you spend a lot of time at the command line, you probably have either a very basic prompt or a complex, information-dense prompt. If you are in the former camp, or you just want to improve your shell prompt, have a look at Starship. It works on the most common shells on most operating systems, so you can use it everywhere you go, within reason. It has the advantage of being fast and you can also customize it all that you want.

What Does It Look Like?


It is hard to explain exactly what the Starship prompt looks like. First, you can customize it almost infinitely, so there’s that. Second, it adapts depending on where you are. So, for example, in a git-controlled directory, you get info about the git status unless you’ve turned that off. If you are in an ssh session, you’ll see different info than if you are logged in locally.

However, here’s a little animation from their site that will give you an idea of what you might expect:

hackaday.com/wp-content/upload…

Installation


The web site says you need a Nerd Font in your terminal. I didn’t remember doing that on purpose, but apparently I had one already.

Next, you just have to install using one of the methods they provide, which depends on your operating system. For Linux, you can run the installer:

curl -sS starship.rs/install.sh | sh

Sure, you should download it first and look to make sure it won’t reformat your hard drive or something, but it was fine when we did it.

Finally, you have to run an init command. How you do that depends on your shell and they have plenty of examples. There’s even a way to use it with cmd.exe on Windows!

Customization


The default isn’t bad but, of course, you are going to want to change things. Oddly, the system doesn’t create a default configuration file. It just behaves a certain way if it doesn’t find one. You must make your own ~/.config/starship.toml file. You can change where the file lives using an environment variable, if you prefer, but you still have to create it.

The TOML file format has sections like an INI file. Just be aware that any global options have to come before any section (that is, there’s no [global] tag). If you put things towards the bottom of the file, they won’t seem to work and it is because they have become part of the last tag.

There are a number of modules and each module reads data from a different section. For example, on my desktop I have no need for battery status so:

[battery]disabled = true

Strings


In the TOML file you can use single or double quotes. You can also triple a quote to make a string break lines (but the line breaks are not part of the string). The single quotes are treated as a literal, while double quotes require escape characters for special things.

You can use variables in strings like $version or $git_branch. You can also place part of a string in brackets and then formating for the string in parenthesis immediately following. For example:
'[off](fg:red bold)'

Finally, you can have a variable print only if it exists:
'(#$id)'

If $id is empty, this does nothing. Otherwise, it will print the # and the value.

Globals and Modules


You can find all the configuration options — and there are many — in the Starship documentation. Of primary interest is the global format variable. This sets each module that is available. However, you can also use $all to get all the otherwise unspecified modules. By default, the format variable starts with $username $hostname. Suppose you wanted it to be different. You could write:
format='$hostname ! $username $all'

You’ll find many modules that show the programming language used for this directory, version numbers, and cloud information. You can shut things off, change formatting, or rearrange. Some user-submitted customizations are available, too. Can’t find a module to do what you want? No problem.

Super Custom


I wanted to show the status of my watercooler, so I created a custom section in the TOML file:

[custom.temp]
command = 'temp-status|grep temp|cut -d " " -f 7'
when = true
format='$output°'

The command output winds up in, obviously, $output. In this case, I always want the module to output and the format entry prints the output with a degree symbol after it. Easy!

Of Course, There are Always Others


There are other prompt helpers out there, especially if you use zsh (e.g., Oh My Zsh). However, if you aren’t on zsh, your options are more limited. Oh My Posh is another cross-shell entry into the field. Of course, you don’t absolutely need any of these. They work because shells give you variables like PS1 and PROMPT_COMMAND, so you can always roll your own to be as simple or complex as you like. People have been doing their own for a very long time.

If you want to do your own for bash, you can get some help online. Or, you could add help to bash, too.


hackaday.com/2025/03/20/linux-…

#id


Vulnerabilità critica da 9.9 di Score in Veeam Backup & Replication che consente RCE


Una nuova vulnerabilità critica scuote il mondo della cybersecurity: questa volta tocca a Veeam Backup & Replication, con la CVE-2025-23120, una falla che consente l’esecuzione remota di codice (RCE) da parte di utenti di dominio autenticati. Il punteggio CVSS v3.1 di 9.9 non lascia spazio a dubbi: il rischio è elevatissimo!

La vulnerabilità


Questa vulnerabilità colpisce le versioni 12, 12.1, 12.2 e 12.3 di Veeam Backup & Replication (come riportato nel report) e riguarda in particolare i server di backup collegati al dominio. Un dettaglio che va contro le Best Practice di Sicurezza & Compliance, ma che, purtroppo, si riscontra ancora in molte infrastrutture IT.

In pratica, un utente autenticato nel dominio può sfruttare questa falla per eseguire codice arbitrario da remoto, aprendo le porte a scenari devastanti: furto di dati, attacchi ransomware, compromissione dell’intera infrastruttura IT. Il rischio è ancor più elevato se il controllo sugli account di dominio non è adeguato.

Un’arma nelle mani dei cybercriminali


Le TTP (Tactics, Techniques, and Procedures) adottate da gruppi APT e cybercriminali dimostrano quanto vulnerabilità di questo tipo siano ambite per attacchi mirati. Minacce avanzate come ransomware-as-a-service (RaaS) potrebbero sfruttare CVE-2025-23120 per distribuire payload malevoli sui sistemi vulnerabili. Inoltre, attori sponsorizzati da stati nazionali potrebbero utilizzarla per movimento laterale e persistenza, ottenendo il controllo di intere infrastrutture senza essere rilevati immediatamente.

A lanciare l’allerta è stato Piotr Bazydlo di watchTowr, dimostrando ancora una volta quanto sia fondamentale il coinvolgimento della community nella scoperta e segnalazione di falle critiche.

Le organizzazioni devono correre ai ripari immediatamente: ora che la vulnerabilità è stata divulgata, gli attacchi ai sistemi non aggiornati sono solo questione di tempo.

Aggiornare subito!


Veeam ha già rilasciato la patch risolutiva nella versione 12.3.1 (build 12.3.1.1139). Se la vostra infrastruttura utilizza una delle versioni vulnerabili, l’aggiornamento non è un’opzione.

Oltre all’update, le aziende devono rivedere la configurazione dei loro backup server, evitando di integrarli nel dominio e adottando strategie di sicurezza più rigorose per limitare gli accessi.

Conclusione


Ogni volta che una vulnerabilità critica viene resa pubblica, il tempo per mettersi al sicuro è limitato. Gli attaccanti non perdono un secondo nel tentare di sfruttare falle come la CVE-2025-23120 per penetrare nelle infrastrutture aziendali.

Chi gestisce ambienti IT deve agire subito: aggiornare, rivedere le configurazioni di sicurezza e limitare al massimo i permessi di dominio. Perché nel mondo della cybersecurity, chi arriva tardi paga il prezzo più alto.

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Missioni internazionali, quali impieghi per i militari nel 2025. L’audizione di Iannucci

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’Italia sta rafforzando il proprio impegno militare in diversi scenari strategici internazionali, con nuovi schieramenti e iniziative operative mirate a garantire la sicurezza e la stabilità nelle aree di interesse. Nel corso di un’audizione alla Camera, il generale Giovanni



È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale


@Politica interna, europea e internazionale
È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 21 marzo, in tutte le edicole, propone ogni due settimane inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in



Bombe israeliane fanno strage di civili a Gaza. Hamas lancia razzi verso Tel Aviv


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Sono oltre 80 i palestinesi uccisi a Gaza nelle ultime ore. 49,617 dal 7 ottobre. Israele taglia di nuovo in due la Striscia
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Si chiama Political compact il futuro della Difesa comune e dell’Europa politica

@Politica interna, europea e internazionale

È, ormai, opinione largamente diffusa che l’Europa debba darsi un’anima politica, sì da poter disporre di una Difesa comune ancora tutta da costruire. La tesi rimbalza dalle aule parlamentari ai talk show televisivi, attraversa orizzontalmente i



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De Gasperi e la lezione della storia per l’Europa di oggi. Parla Caruso

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Quando si parla di decisioni storiche che definiscono il destino di una nazione, il confronto tra l’adesione dell’Italia alla Nato nel 1949 e l’attuale dibattito sull’autonomia strategica europea rivela sorprendenti parallelismi. In entrambi i casi, l’Italia si è trovata a un bivio, con una classe




in reply to Rinaldo Giorgetti

@Rinaldo Giorgetti

Adesso... non so che stipendi girino nel settore trasporti ma io su 250 euro di aumento, seppure lordi, non ci sputerei sopra.

in reply to Max su Poliverso 🇪🇺🇮🇹

quindi a cosa devo rinunciare rispetto a 5 anni fa?
Perché io mi aspettvo un aumento di almneo 300€ netti giusto pe rre?
Oppure, a cosa dovrà rinunciare un giovane lavoratore oggi (o più in là nel tempo) rispetto a me che ho iniziato a lavorare 15 anni fa' con stipendio relativamente più alt.


grazie trump


con gli stati uniti che stanno diventando la russia si parla ancora di sogno americano? la california sta avviando consultazioni informali per lasciare gli stati uniti... se (ed è un grosso se) aveva senso aveva senso prima di trump...


#MiStaiACuore, per la campagna di sensibilizzazione e formazione sull’uso del DAE sul sito dedicato si trovano pubblicati nuovi materiali e testimonianze inviate dalle scuole.

Seguiteci e utilizzate l’hashtag #MiStaiACuore.



GAZA. Eyal Zamir, il capo di stato maggiore che desiderava la destra israeliana


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il nuovo capo delle forze armate è sulla stessa linea dell'attacco ad oltranza contro Gaza del premier Netanyahu e dei ministri più estremisti
L'articolo GAZA. Eyal Zamir, il capo di stato maggiore che desiderava la destra israeliana proviene da



Allucinazioni dell'intelligenza artificiale: ChatGPT ha creato un falso assassino di bambini ChatGPT ha creato una storia falsa su un uomo norvegese, sostenendo che aveva ucciso i suoi due figli ed era finito in prigione. Questo non è mai accaduto mickey20 March 2025


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🖼️Peinture avec une vue du Ponte Molle (Milvio) Rome ; bas-relief gravé sur plaque d'argent et d'or.
🖼️Painting with View of Ponte Molle (Milvio) Rome; bas-relief engraved on silver and gold plate.
🖼️Schilderen met uitzicht op Ponte Molle (Milvio) Rome; bas-reliëf gegraveerd op zilver en goud.
🖼️Molerei mat Vue op Ponte Molle (Milvio) Roum; Bas-Relief gravéiert op Sëlwer a Goldplack.
🖼️Gemälde mit Blick auf die Ponte Molle (Milvio) in Rom; Flachrelief auf Silber- und Goldplatte eingraviert.
🖼️Cuadro con vista al Ponte Molle (Milvio) Roma; Bajorrelieve grabado sobre placa de plata y oro.
🖼️Pintura com vista para a Ponte Molle (Milvio) Roma; baixo-relevo gravado em placa de prata e ouro.
🖼️Obraz z widokiem na Ponte Molle (Milvio) Rzym; płaskorzeźba grawerowana na srebrnej i złotej płycie.
🖼️Måla med utsikt över Ponte Molle (Milvio) Rom; basrelief graverad på silver och guldplåt.
🖼️Pictură cu vedere la Ponte Molle (Milvio) Roma; basorelief gravat pe placa de argint si aur.
🖼️Slika s pogledom na Ponte Molle (Milvio) Rim; reljef ugraviran na srebrnoj i zlatnoj ploči.
🖼️Maleri med udsigt over Ponte Molle (Milvio) Rom; basrelief indgraveret på sølv- og guldplade.
🖼️Péinteáil le radharc ar Ponte Molle (Milvio) Róimh; basfhaoiseamh greanta ar phláta airgid agus óir.
🖼️Maalaus näköalalla Ponte Molle (Milvio) Roomaan; hopea- ja kultalevylle kaiverrettu bareljeef.
🖼️Málverk með útsýni yfir Ponte Molle (Milvio) Róm; lágmynd grafið á silfur- og gullplötu.

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Non comprendo le polemiche sulle parole di Giorgia Meloni che questa volta ha il merito di aver detto alcune verità incontrovertibili. La prima naturalmente è quella che lei, essendo erede politica del regime fascista che mandò al confino Spinelli, Colorni e Rossi con il Manifesto di Ventotene non c’entra nulla trattandosi di un documento dell’antifascismo militante. La seconda, implicita nelle citazioni lette, è che con il Manifesto non c’entrano nulla neanche Ursula von der Leyen, Mario Draghi, Renzi, Calenda, il Pd e gli esponenti del centrosinistra e centristi che in queste ore contestano le parole della premier. Il manifesto di Ventotene era un manifesto per la rivoluzione socialista europea e questo è incontrovertibile. Contiene principi socialisti che saranno fatti propri dalla nostra Costituzione nata da quella rivoluzione antifascista europea che fu la Resistenza e che saranno alla base dell’azione dei partiti del movimento operaio dopo la sconfitta del nazifascismo in tutta l’Europa occidentale. Per il Manifesto di Ventotene come per la nostra Costituzione la proprietà privata non è sacra e i diritti delle classi lavoratrici e delle persone vengono prima del profitto e del mercato. Il modello sociale europeo con il welfare è stato il risultato della forza e della legittimazione che ebbe in Europa occidentale il movimento operaio e socialista nel dopoguerra e fino alla controrivoluzione neoliberista degli anni ’80 di Reagan e Thatcher. L’Unione Europea è nata con il trattato di Maastricht che ha posto invece il mercato al primo posto con conseguenze devastanti compreso il risorgere dell’estrema destra. Non a caso nel 2014 denunciammo, presentando la lista l’Altra Europa con Barbara Spinelli, che l’Unione Europea dei trattati ordoliberisti era la negazione dell’ispirazione originaria del Manifesto di Ventotene. Insomma con Ventotene non c’entrano nulla neanche gli editorialisti di Repubblica e Corriere e quelli come Renzi, Calenda o Bonaccini che ora strepitano. L’unica cosa positiva della manifestazione di Michele Serra è che Repubblica ha ristampato il manifesto e forse sarà letto da tanti che si renderanno conto della truffa che va avanti da trent’anni. Come Rifondazione Comunista pensiamo che vada rilanciato il Manifesto e la rivendicazione degli Stati Uniti socialisti d’Europa perchè il capitalismo neoliberista porta la guerra come le nuvole la tempesta.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea



Se l'energia che investiamo nell'indignarci di fronte all'inondazione di dichiarazioni delle destre, in quella loro ossessione comunicativa, la indirizzassimo verso il sostegno e la promozione dei nostri valori credo che ne guadagneremmo tutti.


Anche secondo JPMorgan la svolta politica di Musk ha accelerato le difficoltà di Tesla


La banca ha scritto in un report che fatica a ricordare altri casi «in cui un marchio abbia perso così tanto valore in così poco tempo»

[...]

Secondo Lekander, Musk «sta dal lato sbagliato dei suoi acquirenti. Non è la gente con gli stivali da cowboy che compra le Tesla»


ilpost.it/2025/03/19/jp-morgan…






Viaggi della #memoria e #sport, via libera dal Senato a nuove risorse.

"Investiamo sulla crescita dei giovani” dichiara soddisfatto il Ministro Giuseppe Valditara.

Qui tutti i dettagli sulle misure e i fondi approvati ▶️ mim.gov.




#Trump e #Putin, diplomazia a due


altrenotizie.org/primo-piano/1…


Giovanni Floris scherza con Elisabetta Piccolotti sul caso Tesla: “È venuta in taxi spero” | VIDEO


@Politica interna, europea e internazionale
Ospite di DiMartedì, il programma in onda su La7 nella serata di martedì 18 marzo, Elisabetta Piccolotti è stata presentata dal conduttore Giovanni Floris con una battuta inerente al caso Tesla scoppiato nei giorni scorsi. La deputata di Alleanza Verdi e




Meta is preparing for the Australian election by working closely with the government and news outlets that Zuckerberg said were “clearly political” and dismissed in the US.#News
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The sites an ICE contractor is pulling data from; why top scientists are considering leaving the U.S. for France, and why Super Nintendos are getting faster as they age.#Podcast