C’era una volta la scuola di partito, ora la politica diventa casting
Lontana dalle sezioni e dai congressi di un tempo, una rivoluzione silenziosa attraversa la politica italiana del futuro. A decidere il destino dei giovani militanti non sono più le classiche…
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Per due giorni Gualdo Tadino diventa “capitale” della libertà di informazione
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/per-due…
Domani e sabato la grande comunità di Articolo 21 si ritrova a Gualdo Tadino che si trasforma in una delle grandi capitali europee della libertà
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Leoni (FI): “Altro che apatia: i giovani ci mettono il portafoglio per fare politica”
[quote]Negli ultimi mesi i partiti hanno rilanciato eventi e scuole di formazione politica rivolti ai più giovani. I dati che emergono dall’indagine Ipsos di maggio – secondo cui il 76,4%…
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Attacco ransomware a Poltronesofà: il rischio è l’esposizione di dati personali
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Al momento non c'è alcuna rivendicazione, ma l'attacco ransomware subito da Poltronesofà rappresenta un caso emblematico della minaccia persistente che colpisce il tessuto imprenditoriale italiano. Ecco cosa rischiano le persone coinvolte
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È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
@Politica interna, europea e internazionale
È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 21 novembre, in tutte le edicole, propone ogni due settimane inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in
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Il Consiglio Supremo di Difesa Italiano discute sulla minacce ibride e digitali in Italia e Europa
Il Consiglio Supremo di Difesa, si è riunito recentemente al Quirinale sotto la guida del Presidente Sergio Mattarella, ha posto al centro della discussione l’evoluzione delle minacce ibride e digitali che investono l’Italia e l’Europa.
La guerra in Ucraina resta lo scenario da cui originano molte delle tensioni che ricadono anche sul dominio cyber, con Mosca che continua a utilizzare strumenti tecnologici e informativi come leve strategiche per destabilizzare i Paesi occidentali.
Una parte rilevante della riunione è stata dedicata all’impiego sempre più aggressivo dei droni da parte della Russia, non solo in Ucraina ma anche con violazioni dello spazio aereo di Paesi NATO. Sebbene si tratti di operazioni prettamente militari, il Consiglio ha sottolineato come tali tecniche riflettano un salto di qualità nell’integrazione tra mezzi fisici e digitali, confermando la necessità di potenziare le capacità europee di innovazione e difesa tecnologica, in linea con quanto previsto dal Libro Bianco per la Difesa 2030.
Il tema centrale sul fronte cyber è stato però l’aumento della minaccia ibrida. Il Consiglio ha riconosciuto che la Russia – insieme ad altri attori ostili – sta intensificando attività che spaziano dalla disinformazione alle interferenze nei processi democratici, sfruttando la velocità e l’ubiquità delle tecnologie digitali, oltre alle potenzialità dell’intelligenza artificiale per manipolare lo spazio cognitivo e costruire narrazioni polarizzanti.
Sempre più frequenti sono anche le operazioni cyber dirette contro infrastrutture critiche italiane ed europee. Ospedali, reti energetiche, sistemi finanziari e piattaforme logistiche rientrano tra gli obiettivi più vulnerabili.
L’obiettivo di questi attacchi è creare interruzioni, generare sfiducia nelle istituzioni e colpire la stabilità economica e sociale. Per questo, il Consiglio ha ribadito l’urgenza di rafforzare i meccanismi di difesa e coordinamento nazionale, in continuità con le iniziative già intraprese a livello UE e NATO.
Accanto alle minacce digitali, il Consiglio ha evidenziato come nuovi domini – lo spazio e il sottosuolo marino – stiano rapidamente diventando aree chiave di competizione strategica. La protezione dei cavi sottomarini, dei satelliti e delle infrastrutture spaziali è ormai parte integrante della sicurezza cyber nazionale, poiché un attacco in questi ambiti avrebbe ricadute dirette sulle comunicazioni digitali e sui servizi essenziali.
In chiusura, oltre ai rischi cyber e ibridi, il Consiglio ha espresso forte preoccupazione per le tensioni nei principali scenari di crisi globali – Ucraina, Medio Oriente, Libano, Sahel e Balcani – ricordando che ogni instabilità regionale si ripercuote anche sulla sicurezza informatica europea.
Il messaggio finale è stato chiaro: l’Italia deve continuare a investire nella resilienza digitale e nella cooperazione internazionale, mantenendo alta la vigilanza su tutte le dimensioni della sicurezza contemporanea.
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Today, 6pm: The Criminalization of Self-Defense Talk
The Black Response and Impact Boston will present The Criminalization of Self-Defense, a community education event on Thursday, November 20, from 6:00 to 8:30 PM at The Community Art Center in Cambridge, MA. We are proud to be one of the sponsors of it. Please register in advance.
It is a free and public gathering that will explore how self-defense is criminalized, particularly for Black, Brown, and marginalized survivors, and how communities can reclaim safety through resistance, advocacy, and care.
Featured Speakers will be:
- Prof. Alisa Bierria – Survived and Punished / UCLA
- Meg Stone – Impact Boston
- Kishana Smith-Osei – Massachusetts Women of Color Network
- Lea Kayali – Palestinian Youth Movement Boston
The Community Art Center is at 119 Windsor Street, Cambridge. It is a nine minute walk from Central Square and the MBTA Red Line stop there.
FREE food and childcare will be provided. TBR will collect food donations for the network of free CommunityFridges. Please bring nonperishable food items to contribute. More details are available.
OnlyFans CEO Keily Blair announced on LinkedIn that the platform partnered with Checkr to "prevent people who have a criminal conviction which may impact on our community's safety from signing up as a Creator on OnlyFans."
OnlyFans CEO Keily Blair announced on LinkedIn that the platform partnered with Checkr to "prevent people who have a criminal conviction which may impact on our communityx27;s safety from signing up as a Creator on OnlyFans."#onlyfans #porn #backgroundchecks
🗓️ Fino al 1° dicembre è possibile partecipare alla consultazione pubblica sull’impatto delle norme sugli #ITSAcademy.
Compila il questionario online su ➡️ partecipa.gov.it/processes/ITS…
Ministero dell'Istruzione
🗓️ Fino al 1° dicembre è possibile partecipare alla consultazione pubblica sull’impatto delle norme sugli #ITSAcademy. Compila il questionario online su ➡️ https://partecipa.gov.it/processes/ITS-AcademyTelegram
Mating Cycles: Engineering Connectors to Last
If you take a look around you, chances are pretty good that within a few seconds, your eyes will fall on some kind of electrical connector. In this day and age, it’s as likely as not to be a USB connector, given their ubiquity as the charger of choice for everything from phones to flashlights. But there are plenty of other connectors, from mains outlets in the wall to Ethernet connectors, and if you’re anything like us, you’ve got a bench full of DuPonts, banana plugs, BNCs, SMAs, and all the rest of the alphabet soup of connectors.
Given their propensity for failure and their general reputation as a necessary evil in electrical designs, it may seem controversial to say that all connectors are engineered to last. But it’s true; they’re engineered to last, but only for as long as necessary. Some are built for only a few cycles of mating, while others are built for the long haul. Either way, connectors are a great case study in engineering compromise, one that loops physics, chemistry, and materials science into the process.
A Tale of Two Connectors
While there’s a bewildering number of connectors available today, most have at least a few things in common. Generally, connectors consist of one or more electrically conductive elements held in position by an insulating body of some sort, one that can mechanically attach to another body containing more conductive elements. When the two connectors are attached, the conductive elements come into physical contact with each other, completing the circuit and providing a low-resistance path for current to flow. The bodies also have to be able to separate from each other when the connections need to be broken.This Molex connector is only engineered for a few mating cycles over its useful life. By Barcex – Self-published work, CC BY-SA 2.5.
For as simple as that sounds, a lot of engineering goes into making connectors that are suitable for the job at hand. The intended use of a connector dictates a lot about how it’s designed, and in terms of connector durability, looking at the extremes can be instructive. On one end of the scale, we might have something like a Molex connector on a wiring harness in a dishwasher. Under ideal circumstances, a connector like that only needs to be used once, in the factory during assembly. If the future owner of the appliance is unlucky, that connector might go through one or two more mating cycles if the machine needs to be serviced at some point. Either way, the connector is only going to be subjected to low single-digit mating cycles, and should be designed accordinglyA USB-C connector, on the other hand, is designed for 10,000 mating cycles. By Tomato86 – Own work, CC BY-SA 4.0.
On the other end of the mating-cycle spectrum would be something like the USB-C connector on a cell phone. Assuming the user will charge the phone once a day, the connector might have to endure many thousands of mating cycles over the useful life of the phone. Such a connector has a completely different use case from a connector like that Molex, and very different design constraints. But the basic job — bringing two conductors into close contact to complete a low-resistance circuit, and allow the circuits to be broken only under the right circumstances — is the same for both.
But what exactly do we mean by “close contact”? It might seem obvious — conductors in each half of the connector have to touch each other. But keeping those conductors in contact is the real trick, especially in challenging environments such as under the hood of a car or inside a CNC machine, where vibration, dust, and liquid intrusion can all come together to force those contacts apart and break the circuit while it’s still in use.
esseeWhy Be Normal?
To keep contacts together, engineers rely on one of the simplest mechanisms of all: springs. In most connectors, the contacts themselves are the sprung elements, although there are connectors where force is applied to the contacts with separate springs. In either case, the force generated by the spring pushes the contacts together firmly enough to ensure that they stay connected. This is the normal force, called so because the force is exerted perpendicular to the plane of contact when the connector is mated.
Traditionally, normal force in connector engineering is expressed in grams, which seems like an affront to the SI system, where force is expressed in Newtons. But fear not — “grams” does not refer to the mass of a contact, but rather is shorthand for “gram-force,” the force applied by one gram of mass in a one g gravitational field. So, an “80 gram” contact is really exerting 0.784 N of normal force. But that’s a bit clunky, especially when most connectors have normal forces that are a fraction of a Newton. So it ends up being easier to refer to the grams part of the equation and just assume the acceleration component.
The amount of normal force exerted by the contacts is a critical factor in connector design, and has to be properly scaled for the job. If the force is too low, it may increase the resistance of the circuit or even result in intermittent open circuits. If the force is too high, the connector could be difficult to mate and unmate, or the contacts could wear out from excess friction.
Since the contacts themselves are usually the springs as well as the conductors, getting the normal force right, as well as ensuring the contacts are highly conductive, is largely an exercise in materials science. While pure copper is an excellent conductor, it is not elastic enough to provide the proper normal force. So, most connectors use one of two related copper alloys for their contacts: phosphor bronze, or beryllium copper. Both are excellent electrical and thermal conductors, and both are strong and springy, but there are significant differences between the two that make them suitable for different types of connectors.
As the name implies, phosphor bronze is an alloy of phosphorus and bronze, which itself is an alloy of copper and tin. To make phosphor bronze, about 0.03% phosphorus is added to pure molten copper. Any oxygen dissolved in the copper reacts with the phosphorus, making phosphorus pentoxide (P2O5), which can be easily removed during refining. About 2% tin is added along with about 10% zinc and 2% iron to make the final alloy, which is easily cast into sheets or coil stock.
While far superior to pure copper or non-phosphor bronze for use in contacts, phosphor bronze is, at best, a compromise material. It’s good enough in almost all categories — strength, elasticity, conductivity, wear resistance — but not really great in any of them. It’s the “Jack of all trades, master of none” of the electrical contact world, which, coupled with its easy workability and low cost, makes it the metal of choice for the contacts in commodity connectors. If a manufacturer is making a million copies of a connector, especially ones that are cheap enough that nobody will cry too much if they have to be replaced, chances are good that they’ll choose phosphor bronze. It’s also the alloy most likely to be used for connectors intended for low mating-cycle applications, like the aforementioned dishwasher Molex.
For more mission-critical contacts, a different alloy is generally called for: beryllium copper. Also known as spring copper, beryllium copper contains up to about 3% beryllium, but for electrical uses, it’s usually around 0.7% with a little cobalt and nickel added in. Beryllium copper is everything that phosphor bronze is, and more. It’s stronger and springier, it’s a far better electrical conductor, and it also has a better ability to withstand creep under load. Also known as stress relaxation, creep under load is the tendency for a spring to lose its strength over time, which reduces its normal force. Phosphor bronze has pretty good stress relaxation resistance, but when it heats up past around 125°C, it starts to lose spring force — not ideal for high-power applications. Beryllium copper is easily able to withstand 150°C or more, making it a better choice for power connectors.
Beryllium copper also has a higher elastic modulus than phosphor bronze, which makes it easier to create small contacts that still have enough normal force to maintain good contact. Smaller is better when it comes to modern high-density connectors, so you’ll often see beryllium copper used in fine-pitch connectors. It also has better fatigue life and tends to maintain normal force over repeated mating cycles, making it desirable for connectors that specify cycle lives in the thousands. But just because it’s desirable doesn’t make it a shoo-in — beryllium copper is at least three times more expensive than phosphor bronze. That means it’s usually reserved for connectors that can justify the added expense.
Noble Is Only Skin Deep
No matter what the base metal is for connector contacts, chances are good that the finished contact will have some sort of plated finish. Plating is important because it protects the base metal from oxidation, as well as increasing the wear resistance of contacts and improving their electrical conductivity. Plating metals fall into two broad categories: noble (principally gold, with silver used sometimes for high-power connectors, as well as palladium, but only very rarely) and non-noble platings.
Noble metal finishes are quite common in high-density connectors, RF applications, and high-speed digital circuits, as well as high-reliability applications and connectors that are expected to have high mating cycles. But at the risk of stating the obvious, gold is expensive, so it’s used only on connectors that really need it. And even then, it’s very rare that the entire contact is plated. While that would be incredibly expensive — gold is currently pushing $4,000 an ounce — the real reason is that gold isn’t particularly solderable. So generally, selective plating is used to deposit gold only on the mating surfaces of contacts, with the tail of the contact plated in a non-noble metal to improve solderability.
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Among the non-noble finishes, tin and tin alloys are the first choice. Aside from its excellent solderability, tin alloys do a great job at protecting the base metal from corrosion. However, the tin plating itself begins to oxidize almost immediately after it’s applied. This would seem to be a problem, but it’s easily addressed by using more spring force in the contacts to break through the oxide layer to fresh tin. Tin-plated contacts typically specify normal forces of 100 grams or more, while noble metal contacts can get by with 30 grams or less. Also, tin contacts require much thicker plating than noble metal finishes. Tin is generally specified for commodity connectors and anywhere the number of mating cycles is likely to be low.
Don’t You Fret
Although corrosion is obviously something to be avoided, the real enemy when it comes to connector durability is metal-on-metal contact. The spring pressure between contacts unavoidably digs into the plating, and while that’s actually desirable in tin-plated contacts, too much of a good thing is bad. Digging past the plating into the base metal marks the end of the road for many connectors, as the base metal’s relatively lower conductivity increases the resistance of the connection, potentially leading to intermittent connections and even overheating. Again, noble metals perform better in this regard, at least in the long run, as their lower normal force reduces friction and results in a longer-lived contact.
There’s another metallurgical phenomenon that can wreak havoc on connectors: fretting. Fretting is caused by tiny movements of the contacts against each other, on the order of 10-7 meters, generally in response to low-g vibrations but also as a result of thermal expansion and contraction. Fretting damage occurs when the force of micromotions between contacts exceeds the normal force exerted between them. This leads to one contact sliding over the other by a tiny amount, digging a trench through the plating metal. In tin-plated contacts, this exposes fresh tin, which oxidizes instantly, forming an insulating surface. Further micromotions expose more fresh tin, which leads to more oxides. Eventually the connection fails due to high resistance. Fretting is insidious because it happens even without a lot of mating cycles; all it takes is a little vibration and some time. And those are the enemies of all connectors.
Tanti auguri Windows! 40 anni di storia dei sistemi operativi e non sentirli
Esattamente 40 anni fa, il 20 novembre 1985, Microsoft rilasciò Windows 1.0, la prima versione di Windows, che tentò di trasformare l’allora personal computer da una macchina con una monotona riga di comando in un sistema con finestre, icone e controllo tramite mouse.
Si tratta della messa a terra di alcune delle più grandi innovazioni del nostro tempo, ideata dal genio di Duglas Engelbart e dell’“oN-Line System”, il sistema progettato negli anni sessanta che introduceva un sistema operativo a finestre connesso ad un mouse, presentati nella storica “mother of all demos” del 9 dicembre del 1968.
Schermata di caricamento di Windows 1.0
Per il pubblico di oggi, questo sembra scontato (o sconosciuto) ma a metà degli anni ’80, l’idea stessa di un’interfaccia grafica sul PC IBM di massa era praticamente rivoluzionaria.
Tecnicamente, Windows 1.0 non era un sistema operativo completo. Era una sovrapposizione grafica su MS-DOS , una shell a 16 bit chiamata MS-DOS Executive che si sovrapponeva al sistema esistente e consentiva l’esecuzione di programmi in modalità finestra.
La prima versione fu rilasciata solo negli Stati Uniti; aggiornamenti ed edizioni internazionali seguirono in seguito, e il pacchetto costava circa 99 dollari, una cifra considerevole all’epoca.
Desktop di Windows 1.0, dove si possono vedere le finestre non modificabili nella loro dimensione
L’interfaccia appariva insolita persino per gli standard degli anni ’80. In Windows 1.0, le finestre non potevano essere sovrapposte liberamente: erano rigorosamente affiancate sullo schermo. L’utente controllava il sistema principalmente con il mouse, selezionando le voci di menu e trascinando gli elementi, sebbene i menu stessi funzionassero in modo strano e richiedessero di tenere premuto il pulsante del mouse.
Ma anche allora, Microsoft stava già definendo i principi che in seguito si sarebbero evoluti nel modello desktop che conosciamo.
Windows 1.0 includeva una suite di applicazioni sorprendentemente riconoscibili ancora oggi. Agli utenti venivano offerti Paintbrush, l’antenato dell’odierno Paint, Blocco note, l’editor di testo Write, Calcolatrice, un orologio, un terminale, il database di schede Cardfile, gli appunti e un gestore di stampa. Queste applicazioni consentivano agli utenti di prendere semplici appunti, disegnare semplici grafici, stampare documenti ed eseguire più programmi contemporaneamente, sebbene con un multitasking molto limitato.
I requisiti hardware al momento del rilascio erano considerati piuttosto elevati. Per eseguire Windows 1.0 era necessario un processore Intel 8086 o 8088, almeno 256 kilobyte di RAM, una scheda grafica e due unità floppy disk a doppia faccia o un disco rigido. Molti recensori si sono lamentati del notevole rallentamento del sistema durante l’esecuzione di più applicazioni, soprattutto se il computer disponeva di una memoria inferiore ai 512 kilobyte consigliati. In confronto, l’attuale minimo di 4 gigabyte per Windows 11 sembra quasi un balzo in avanti.
Windows 1.0 ricevette un’accoglienza tiepida dal mercato. I critici ne notarono l’interfaccia lenta, la scarsa compatibilità con i programmi DOS esistenti e il numero limitato di applicazioni scritte specificamente per Windows. Rispetto ai sistemi grafici Apple già disponibili, il prodotto Microsoft appariva rudimentale e alcuni recensori paragonarono le sue prestazioni su un PC con 512 kilobyte di RAM a “melassa versata nell’Artico”, alludendo alla sua incredibile lentezza.
Desktop di Windows 2.0
Tuttavia, Microsoft non abbandonò l’idea. Nel giro di un paio d’anni, l’azienda rilasciò diversi aggiornamenti di Windows 1.x con supporto per nuovo hardware e layout di tastiera europei, per poi introdurre Windows 2.0 e il particolarmente riuscito Windows 3.0.
Queste versioni, da sole, resero l’interfaccia grafica dei PC IBM uno standard di fatto del settore e gettarono le basi per il vasto ecosistema software a cui ci siamo abituati negli anni ’90.
Desktop di Windows 3.0
Oggi, Windows 1.0 è ormai da tempo diventato un reperto da museo: emulatori del sistema vengono lanciati per nostalgia e curiosità, e la stessa Microsoft occasionalmente ricorda la sua prima interfaccia grafica attraverso Easter egg e progetti a tema, come la divertente app per Windows 1.11 basata sulla serie TV Stranger Things.
Ma molte idee e persino alcuni programmi di quell’epoca sono sopravvissuti fino a oggi, e il 40° anniversario ci ricorda quanto rapidamente siano cambiati sia i computer che la nostra comprensione di cosa dovrebbe essere un’interfaccia intuitiva in una sola generazione .
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E’ ora di sciogliere Casa Pound in base alla Legge Anselmi. Da Torino via alla petizione
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/e-ora-d…
CasaPound va sciolta usando la Legge Anselmi, n. 17 del 1982, ed i suoi beni vanno confiscati. Il libro di
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Fuga di dati WhatsApp, perché è giusto preoccuparsi
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Un gruppo di ricerca austriaco ha documentato il comportamento anomalo della struttura di WhatsApp che si occupa di verificare se un numero appartiene o no a un utente dell'applicazione. Per farlo è riuscita ad estrarre oltre 3 miliardi di account con relativi dettagli. Falla chiusa ma il rischio c'è
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VIDEO. Israele confisca Sebastia, il più importante sito archeologico palestinese
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il pretesto dell'espropriazione: "La conservazione e lo sviluppo del sito come sito accessibile ai visitatori e al grande pubblico", naturalmente israeliano.
L'articolo VIDEO. Israele confisca Sebastia, il più importante sito archeologico
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Psychisch-Kranken-Gesetz in Niedersachsen: Gefährlich per Verwaltungsvorschrift
scrittura asemica al #PalazzoEsposizioni domenica: palazzoesposizioniroma.it/even…
presentazione e dialoghi per
IN ITINERE, di Fabrizio M. Rossi
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freezonemagazine.com/news/sian…
Ore dopo la scorgiamo, un luccichio in lontananza. Port Man Tou. La città fantasma. Non so cosa mi aspettavo. Sembra vera. Sembra una città vera. Solo a osservarne le vie non si capisce che è un falso. Ha la stessa planimetria e gli stessi schemi di qualunque agglomerato urbano, lo stesso DNA di cemento. La differenza è che non […]
L'articolo Siang Lu – Le città impossibili proviene da FREE ZONE M
freezonemagazine.com/articoli/…
Il sassolino che cade e diventa valanga. Pare questo il destino dell‘inchiesta aperta dalla Procura di Milano e denominata “Safari Sarajevo“. Sui giornali italiani si continuano a ripetere le stesse notizie: le dichiarazioni del giornalista e scrittore milanese Ezio Gavazzeni che ha coraggiosamente scoperchiato una pentola che bolliva da troppi anni, la denuncia presentata dalla […]
L'articolo Saf
Il sassolino che cade e
Più capitali (privati) per una Difesa d’avanguardia. Il caso Keen venture raccontato da Lacerenza
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La Difesa europea è fatta di tante anime. Non bastano volontà politica e buona intenzioni, servono capitali da veicolare su investimenti mirati, a cominciare dalla tecnologia. Il tandem pubblico-privato, come sempre, può fornire un contributo decisamente poco
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Cos’è (e chi aiuta) la finanza climatica
@Notizie dall'Italia e dal mondo
I Paesi ricchi si sono impegnati a stanziare fino a 300 miliardi di dollari annui ai Paesi poveri per sostenerli nella transizione climatica, ma buona parte di questi fondi arrivano in India, in Cina e alle petromonarchie del Golfo. Secondo un’inchiesta del Guardian, appena un quinto degli aiuti raggiungono i Paesi in via
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Trump vende gli F35 all’Arabia Saudita, Israele vuole un “risarcimento”
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Usa e Arabia Saudita siglano nuovi accordi e Trump dice sì alla vendita dei caccia F35 a Riad. Israele formalmente non si oppone ma teme la fine della sua superiorità aerea in Medio Oriente
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Online-Verfahren im Zivilrecht: Digitalisierung in der Justiz benachteiligt Menschen
Trump vende gli F35 all’Arabia Saudita, i timori di Israele
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Usa e Arabia Saudita siglano nuovi accordi e Trump dice sì alla vendita dei caccia F35 a Riad. Israele formalmente non si oppone ma teme la fine della sua superiorità aerea in Medio Oriente
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Bastian’s Night #452 November, 20th
Every Thursday of the week, Bastian’s Night is broadcast from 21:30 CEST (new time).
Bastian’s Night is a live talk show in German with lots of music, a weekly round-up of news from around the world, and a glimpse into the host’s crazy week in the pirate movement.
If you want to read more about @BastianBB: –> This way
Finanza contro economia
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/finanza…
Amintore Fanfani con la Legge 28/02/1949 “Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia…”, poi detta “Piano Casa”, si inimicò la finanza internazionale (USA) perché osò indirizzare verso l’economia reale (e ci fu il boom) le risorse finanziarie del piano Marshall. Wall Street avrebbe voluto che
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Partito Dem: il caso della strage in carcere non può concludersi impunito
La Commissione legale e per i diritti umani del partito DEM ha condannato la gestione del caso del massacro in carcere del 19 dicembre e ha affermato che l’impunità è un risultato inaccettabile. L’operazione condotta il 19 dicembre 2000, pubblicizzata come operazione “Ritorno alla Vita”, ebbe un esito grave e devastante. Persone che lo Stato era tenuto a proteggere furono uccise e ferite. Trentadue persone persero la vita, tra cui due membri delle forze di sicurezza che avevano preso parte all’operazione, e centinaia rimasero gravemente ferite.
Successivi esami forensi hanno stabilito che tutti i decessi causati da ferite da arma da fuoco, compresi quelli degli agenti di sicurezza, erano dovuti ad armi utilizzate dal personale statale. I rapporti hanno confermato che non sono stati sparati colpi dall’interno verso l’esterno. Le armi che hanno causato le morti erano armi da fuoco militari ad alta energia cinetica, armi estremamente potenti e a canna lunga.
I metodi utilizzati nel reparto femminile erano pura barbarie. Vennero aperti dei buchi nel tetto e materiale incendiario fu lanciato nei dormitori. Agenti incendiari a base chimica, proibiti all’uso in spazi chiusi, furono rilasciati in grandi quantità provocando l’incendio dei reparti e rendendo impossibile respirare alle prigioniere. Quando le detenute, rendendosi conto che sarebbero state uccise, tentarono di raggiungere il cortile, furono colpite anche lì. Sei persone persero la vita in questo attacco.
Nonostante le istanze e le denunce presentate, furono avviati procedimenti contro le vittime, mentre non fu concessa alcuna autorizzazione a procedere contro gli agenti coinvolti nell’operazione. L’indagine fu deliberatamente protratta fino al 2010.
Quell’anno furono infine presentate accuse contro 37 coscritti, ma non contro alcun ufficiale di grado superiore. L’avvio tardivo del procedimento contro coloro che avevano comandato l’operazione non ne alterò l’esito. Il tribunale respinse le richieste di audizione personale degli imputati e di deposizione di persona di vittime e testimoni. Le dichiarazioni sono rimaste incomplete per anni. La mancata presentazione dei documenti e delle informazioni richiesti dal tribunale ha intenzionalmente prolungato il processo per molti anni. Alla fine il caso è stato archiviato per prescrizione.
Tuttavia, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), la prescrizione non può essere invocata quando i ritardi sono causati dalle autorità giudiziarie o dai funzionari statali. I crimini che possono essere considerati crimini contro l’umanità non possono essere conclusi impunemente, poiché ciò viola sia la legge sia i principi normativi fondamentali che sostengono i diritti umani.
Per queste ragioni, la CEDU ha stabilito il 15 novembre 2016,nel caso Hamdemir e altri contro la Turchia, che la forza e i metodi utilizzati nel carcere di Bayrampaşa erano sproporzionati e che il diritto alla vita era stato violato. Inoltre, lo Stato non aveva rispettato le Regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei detenuti, di cui è parte.
La perdita di diritti causata dalle politiche carcerarie dello Stato e il fatto che un altro massacro abbia portato all’impunità sono inaccettabili. Respingiamo l’archiviazione dell’ultimo caso riguardante le operazioni simultanee condotte in 20 carceri, il caso del raid nel carcere di Bayrampaşa, attraverso l’applicazione della prescrizione e il conseguente esito di impunità.”
L'articolo Partito Dem: il caso della strage in carcere non può concludersi impunito proviene da Retekurdistan.it.
La pace come dovere: prime note in calce alla Critica della ragione bellica
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/la-pace…
I vostri primi doveri, primi non per tempo ma per importanza e perché senza intendere quelli non potete compiere se non imperfettamente gli altri,
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Oggi vi presento la sister!
Piccolo spazio promozionale pre-natalizio per un'artista indipendente e attivista LGBTQ+ (ma per niente "social"... anche se le dico sempre che sul Fediverso si troverebbe bene...)
Cinzia è attrice e speaker/voiceover artist e ha uno shop di prodotti parlanti!
Su PrintedVOICE trovate magliette, felpe, shopper, tazze, borracce... su ognuna delle quali c'è un QR che rimanda a una clip con la sua voce.
I design sono ispirati al contenuto delle clip: le frasi più emozionanti della letteratura italiana, inglese (in inglese) e non solo (ci sono anche il francese e il latino!).
Nelle foto potete vedere qualche esempio interessante... ma vi consiglio di esplorare il sito e provare le combinazioni di colori che preferite!
Qui invece trovate un esempio delle clip che si apriranno inquadrando il QR!
E... vi consiglio di approfittare degli sconti di novembre / black friday: fino a domenica c'è il 20% di sconto, mentre il 28-29 ci sarà uno sconto speciale del 25% su ordini a partire da 70 €
Ricondivisioni molto gradite... Grazie!
Tiziano reshared this.
Regno Unito, Laburisti a tutta destra
Regno Unito, Laburisti a tutta destra
Il Partito Laburista britannico sotto la guida del primo ministro, Keir Starmer, sta procedendo a passo spedito verso la trasformazione in un soggetto di (estrema) destra, liquidando anche formalmente riferimenti e principi di carattere progressista.www.altrenotizie.org
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We talk the terrible format of the latest Epstein dump; how a contractor is hiring randos on LinkedIn to physically track immigrants for $300; and a new code of conduct in the adult industry.#Podcast
Druetti-Marro (Possibile): Cannabis, il Senato blocca l’esame del DDL di iniziativa popolare in violazione del proprio regolamento. Conferenza stampa il 20 novembre, ore 16.00 – Sala Nassirya
Il 20 novembre alle ore 16.00, presso la Sala Nassirya del Senato, si terrà la conferenza stampa “Io Coltivo: che fine ha fatto la proposta di legge popolare?” dedicata al Disegno di Legge di iniziativa popolare S.1317 – “Depenalizzazione della coltivazione per uso personale e in forma associata della cannabis”, promosso da Meglio Legale, Associazione Coscioni, Forum Droghe e con il sostegno di oltre 70 organizzazioni.
A quasi un anno dal deposito della proposta, sostenuta da 54.000 firme, e a dieci mesi dalla sua assegnazione alle Commissioni Giustizia, Sanità e Lavoro, il Senato non ha ancora avviato l’esame del testo, violando apertamente l’Art. 74 del Regolamento.
Una mancata discussione che svilisce e di fatto denigra lo strumento della proposta di legge di iniziativa popolare, previsto dalla Costituzione per garantire ai cittadini un canale diretto di partecipazione democratica.
“Siamo da anni al fianco della battaglia per la legalizzazione della cannabis e siamo al fianco di Meglio Legale”, dichiara la Segretaria di Possibile Francesca Druetti, “con la convinzione che sia urgente e necessario togliere il mercato della cannabis dalle mani della criminalità organizzata, separarlo da quello delle droghe pesanti, trovare risorse per le casse dello Stato che possono essere investite in una corretta informazione sulle droghe e sulla sanità pubblica. Che il Parlamento non voglia nemmeno discutere una proposta firmata e condivisa da decine di migliaia di persone è un danno che la maggioranza fa non solo a noi, ma alla qualità del rapporto tra istituzioni e cittadinanza”.
In quest’ottica, Druetti ha partecipato alla Controconferenza nazionale sulle Droghe a Roma insieme alla Consigliera Regionale del Piemonte Giulia Marro, che aggiunge: “La Controconferenza è stato un luogo di confronto serio e necessario in un momento in cui le politiche governative procedono a colpi di “tolleranza zero”, senza risultati e senza ascolto.
È emerso con chiarezza quanto queste scelte – dalle oscillazioni continue sulla canapa agli interventi punitivi sulle sostanze – stiano producendo solo danni: non diminuisce l’uso, non si riduce la circolazione delle droghe, che anzi oggi sono più varie e più diffuse che mai.
Si continua a combattere battaglie simboliche, inseguendo un nemico immaginario, invece di confrontarsi con ciò che cinquant’anni di studi e pratiche ci insegnano: la repressione non funziona. Funzionano l’informazione corretta, la comunicazione trasparente, la riduzione del danno, il coinvolgimento delle persone e delle associazioni di consumatori.
Per questo considero grave che il Senato non abbia ancora avviato l’esame del DDL di iniziativa popolare sulla coltivazione domestica.
Rispettare la volontà di migliaia di cittadine e cittadini è un obbligo democratico. Continuare a rinviare la discussione significa lasciare spazio a politiche inefficaci e punitive, mentre avremmo bisogno di responsabilità, dati e prevenzione”.
Interverranno:
Antonella Soldo, presidente Meglio Legale e vicesegretaria +Europa
Marco Perduca, Associazione Luca Coscioni
Francesca Druetti, segretaria Possibile
Leonardo Fiorentini, Forum Droghe
Mattia Cusani, Canapa Sativa Italia
Denise Amerini, CGIL
Parlamentari, rappresentanti istituzionali, stampa e organizzazioni sono invitati a partecipare.
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Basta tagli: al presidio AVS contro i tagli agli enti locali
Oggi in piazza a Roma insieme a tanti amministratori e amministratrici da tutta Italia per partecipare al presidio organizzato da Alleanza Verdi e Sinistra che denuncia i tagli agli enti locali fatti dal governo Meloni.
139,5 milioni su 140 tagliati al fondo per la messa in sicurezza di scuole, strade ed edifici pubblici.
100 milioni su 200 tagliati ai fondi contro il dissesto idrogeologico.
400 milioni su 400 di taglio ai fondi per gli interventi di sviluppo sostenibile.
29,9 milioni su 30 tagliati a opere per la messa in sicurezza di edifici e strutture pubbliche.
Soldi, tantissimi soldi, tolti all’edilizia scolastica, agli edifici pubblici, al contrasto al dissesto idrogeologico, all’edilizia pubblica.
Tagli che significano la cancellazione o riduzione di servizi essenziali, di politiche per la casa, di interventi sull’efficientamento energetico, della messa in sicurezza di infrastrutture e territorio. In un paese in cui milioni persone vivono in aree a rischio idrogeologico, in cui l’emergenza abitativa dovrebbe essere in cima alle priorità di qualunque governo. Tagli che investono fondi in gran parte destinati al Mezzogiorno e alle Aree interne.
In un paese in cui l’astensionismo alle urne è un dato allarmante, il governo decide tagli che vanno a depotenziare le amministrazioni comunali, le istituzioni più vicine ai cittadini e alle cittadine, quelle che dovrebbero poter garantire servizi essenziali nella vita quotidiana delle persone, che dovrebbero essere la fondazione del rapporto tra cittadinanza e chi in sua rappresentanza amministra la cosa pubblica. Se i Comuni non hanno i mezzi per erogare questi servizi, si incrina ulteriormente la fiducia tra cittadinanza e istituzioni, si infierisce su chi è più fragile, aumentando ulteriormente le disuguaglianze, si mina la tenuta delle città e dei territori di fronte alla crisi economica, sociale, climatica.
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Ahmad Salem libero: la mobilitazione per la Palestina non è reato
Ahmad Salem è un nome che alla maggior parte di noi non dice niente, ed è questo il problema.
Salem è un ragazzo palestinese, da sei mesi detenuto in regime di alta sicurezza in un carcere della nostra regione per aver denunciato il genocidio che il suo popolo stava e sta subendo per mano di Israele.
Durante l’iter per ottenere asilo politico in Italia il suo telefono è stato sequestrato e perquisito: spezzoni decontestualizzati di un video in cui invita la società civile a mobilitarsi per la Palestina sono bastati per accusarlo di “propaganda jihadista”.
Altri filmati presenti sul suo cellulare sono considerati dall’accusa “video istruttivi” di matrice terroristica. I filmati — diffusi in passato dalle principali testate giornalistiche italiane — non contengono però effettive indicazione tecniche o di addestramento.
I reati contestati a Salem — istigazione a delinquere e autoaddestramento con finalità di terrorismo — sono stati introdotti dal DDL Sicurezza, cardine della repressione del dissenso che è l’unico tratto distintivo del governo Meloni. Un provvedimento che, tramite l’introduzione di nuovi reati e l’inasprimento di pene, aggravanti e sanzioni, limita diritti e libertà fondamentali.
Salem ora va sostenuto, come lui ha tentato di fare col popolo palestinese. Dobbiamo diventare la sua voce, amplificare la sua rabbia e aggiungerci la nostra verso un governo sempre più securitario e criminalizzante.
Raccogliendo l’appello delle attiviste e degli attivisti, come @vincenzo23fullone, vi invitiamo a spezzare l’indifferenza che circonda la detenzione di Salem.
Il 21 novembre è stato organizzato un presidio di solidarietà davanti al Tribunale de L’Aquila per altri tre giovani palestinesi — Ahmad, Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh — accusati di terrorismo, in cui manifestare anche la solidarietà ad Ahmad Salem.
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Piantedosi, faccia votare i fuorisede
Nella giornata di ieri, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha rivolto un appello alla partecipazione al voto. Un invito che ogni rappresentante delle istituzioni ha il dovere di fare, ma che rischia di apparire contraddittorio se non accompagnato dalle misure necessarie a rendere realmente possibile l’esercizio del diritto di voto per tutte e tutti.
Ancora ad oggi, infatti, il Governo non ha introdotto una norma che consenta ai fuorisede di votare senza dover affrontare costi e disagi significativi. Sono migliaia di persone che, pur volendo partecipare, vengono di fatto ostacolate da un sistema che non tiene conto dei problemi. Studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori che vivono lontano dal proprio comune. Parliamo anche di persone temporaneamente domiciliate fuori sede per motivi di cura.
Il diritto di voto deve essere garantito pienamente, senza discriminazioni territoriali o economiche. È necessario introdurre subito una legge sul voto dei fuorisede: una misura di civiltà, di democrazia e di rispetto verso chi studia, lavora e contribuisce al Paese.
Chiediamo che il Governo abbandoni rinvii e ambiguità e si assuma la responsabilità di rendere l’Italia una democrazia più accessibile e inclusiva. Invitare al voto è importante; permettere davvero a tutte e tutti di votare lo è ancora di più.
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Otttoz
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