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More Things to Do with Your Cheap Yellow Display


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The Cheap Yellow Display (CYD) is an ESP32 development board that’s been making the rounds for a while now, thanks to its value and versatility. For around $10 USD, you get a nicely integrated package that’s perfect for a wide array of projects and applications. Toss a couple in on your next AliExpress order, and all you need to do is come up with an idea. [Craig Lindley] had two ideas, and maybe they will help get those gears turning in your head. Even if you don’t need a network-connected MP3 player or GPS information display, we bet browsing the source code would be useful.

30979966There are plenty of opinions about listening to music, but this first project is particularly interesting for those who like to keep their collection locally. [Craig]’s code can read the MP3s stored on the SD card and present the user with a menu system for browsing them by artist or album.

Should you want to add more music to the collection, you can connect to the player over FTP and directly upload it to the SD card. But perhaps the real kicker is that the audio playback is done over Bluetooth, so you can rock out wirelessly. While we don’t necessarily have a problem with the sparse UI, it seems like with a little sprucing up (album art, graphical menus), this would be a fantastic framework for open-source personal audio players.

The second project is perhaps most interesting because it brings some new hardware to the table, namely a serially connected GPS module. In its current state, we’d probably classify this one as more of a tech demo. Still, it can already show the device’s current coordinates, altitude, and speed. In addition, it can pull the current time and date from the GPS stream, which could have some interesting applications for those working on custom clocks.

We’ve had our eye on the CYD community for a while now and love the creativity that we’ve been seeing. We thank [Craig] for sending these projects our way, and as a reminder, if you’ve got something you’d like to show off to a global audience of hackers and makers, don’t hesitate to drop us a line. If you’ve got a thing for MP3 players, we’ve seen a ton. As for GPS trackers, we like to put them on our pets.


hackaday.com/2025/01/07/more-t…




A Genova il primo PsychedeliCare Café – prendiamoci cura della mente


Si terrà a Genova il primo PsychedeliCare Café – prendiamoci cura della mente: un incontro dedicato alla presentazione dei libri sul delle terapie assistite con psichedelici, in occasione del lancio della prima Iniziativa dei Cittadini Europei per la salute mentale.

l’appuntamento è per martedì 14 gennaio alle ore 17.30 presso Bla Bla Book, in salita del Prione 34, a Genova.


Con Tania Re, psicoterapeuta, antropologa, terapista complementare; Avy Candeli, direttore creativo Psychedelicare.eu; Tommaso Cerisola, medico specializzando in psichiatria, ospedale San Martino, SIMEPSI Italia; Jennifer Tocci, coordinatrice della Cellula Coscioni Genova

L'articolo A Genova il primo PsychedeliCare Café – prendiamoci cura della mente proviene da Associazione Luca Coscioni.



ONU: 5.600 morti ad Haiti nel 2024 per mano delle bande


@Notizie dall'Italia e dal mondo
In uno dei più orribili massacri, all'inizio di dicembre 2024, sono state uccise almeno 207 persone per ordine del capo della banda Wharf Jérémie, nella capitale Port-au-Prince. Il leader aveva accusato le vittime di aver causato la morte di suo figlio attraverso riti vudù.
L'articolo ONU:



Massa non-massa

@Politica interna, europea e internazionale

Massa non-massa non è un libro attuale, è un libro permanente. Nonostante la sua pubblicazione nel 1962, ci aiuta a capire meglio il nostro presente e a cogliere la permanenza di molte riflessioni. È in nome della libertà che anche gli avversari di Malagodi – che per lui (e non solo) sono indubbiamente i fascisti e […]
L'articolo Massa non-massa proviene da Fondazione Luigi



Spionaggio e sovranità tecnologica, ecco perché gli Usa valutano il ban sui droni cinesi

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Eurofighter Jagdflugzeug GmbH, la società di gestione del programma Eurofighter Typhoon, ha annunciato la nomina di Jorge Tamarit Degenhardt come nuovo amministratore delegato. La decisione è stata presa dai soci del consorzio Eurofighter e Tamarit. Tamarit



Attacchi israeliani in Cisgiordania e Gaza. Riprendono i colloqui tra Fatah e Hamas


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Gli attacchi militari israeliani hanno ucciso oggi almeno 18 palestinesi nella Striscia di Gaza. Altri tre in Cisgiordania
L'articolo Attacchi israeliani in Cisgiordania e Gaza. Riprendono i colloqui tra Fatah e Hamas proviene da Pagine



70 milioni di dollari per il ritrovamento del Boing 777 perduto


Il governo malese lancia una nuova operazione per cercare il Boeing 777 scomparso nei cieli dieci anni fa. Il piano prevede una soluzione non standard: i segnali radioamatoriali aiuteranno a determinare la possibile rotta dell’aereo.

Le autorità del paese hanno firmato un contratto con la società privata Ocean Infinity, impegnata nella robotica marina. La durata del contratto è di un anno e mezzo. Se i dipendenti trovano l’aereo scomparso, riceveranno una ricompensa di 70 milioni di dollari.

La ricerca utilizza la tecnologia Weak Signal Propagation Reporter (WSPR). Il principio del suo funzionamento è simile al “breadcrumb“: attraverso questo sistema, i radioamatori di tutto il mondo trasmettono costantemente segnali a bassa potenza e se un grande aereo vola attraverso la loro area di copertura, lascia un segno evidente sulle letture dello strumento.

La traccia avviene a causa della distorsione delle onde riflesse da un massiccio corpo metallico. I ricercatori analizzeranno i dati WSPR archiviati per l’8 marzo 2014, il giorno della scomparsa del volo. Sulla base dei disturbi caratteristici della rete, sperano di ripristinare la rotta approssimativa del Boeing 777 dopo che ha smesso di comunicare con gli spedizionieri.

Il professor Simon Maskell, consulente per Ocean Infinity, spiega che se alcune traiettorie di volo potessero essere eliminate, la ricerca diventerà molto più produttiva. Gli specialisti potranno concentrare i loro sforzi su aree promettenti.

L’aereo della Malaysia Airlines operava il volo MH370 da Kuala Lumpur a Pechino. Il contatto con lui si perse quando l’aereo entrò nello spazio aereo vietnamita sopra il Golfo della Thailandia. I radar militari hanno rilevato come il Boing si sia improvvisamente voltato e ha volato verso l’Oceano Indiano. Un’ora dopo il decollo, il segnale scomparve.

A bordo c’erano 227 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio. I parenti ancora non sanno cosa sia successo ai loro cari. Nel corso degli anni, solo pochi relitti di aerei sono stati ritrovati al largo della costa orientale dell’Africa, a migliaia di chilometri dalla Malesia.

Ocean Infinity ha assegnato alla ricerca un’area di 5.800 miglia quadrate, ovvero circa 15.022 chilometri quadrati. Anche se il campo di ricerca è stato ristretto, il compito resta arduo.

Gli esperti ritengono che entro dieci anni la fusoliera del Boeing 777 potrebbe sprofondare nel fango molle del fondo dell’Oceano Indiano meridionale. Ciò rende molto difficile il rilevamento anche con le apparecchiature moderne. Ma il governo malese conta sulla moderna tecnologia marittima, abbinata ai dati WSPR, per aiutare a risolvere il mistero.

L'articolo 70 milioni di dollari per il ritrovamento del Boing 777 perduto proviene da il blog della sicurezza informatica.



Dalla Preistoria alla Sicurezza! Microsoft Sviluppa Un Convertitore da C a Rust con un Click


Gli scienziati del centro di ricerca francese Inria, insieme a Microsoft, hanno sviluppato un modo per convertire automaticamente il codice C in codice Rust sicuro, con l’obiettivo di soddisfare la crescente domanda di sicurezza della memoria.

Creato negli anni ’70, il linguaggio di programmazione C è diventato la base per molti sistemi, applicazioni e librerie mission-critical, incluso il kernel Linux. Tuttavia il C, come la sua continuazione logica C++, non garantisce la sicurezza della memoria. La sua gestione manuale della memoria, pur fornendo flessibilità ed efficienza, è soggetta a errori come out-of-bounds e use-after-free.

Questi bug costituiscono una parte significativa delle vulnerabilità del software. Ad esempio, nel 2019 costituivano il 76% delle vulnerabilità di Android, ma grazie all’utilizzo di Rust e del secure code questa cifra è scesa al 24% nel 2024.

Rust ti permette di scrivere codice sia sicuro che non sicuro, lasciando la scelta allo sviluppatore. Al contrario, C e C++ richiedono uno sforzo significativo, come analisi e test statici, ma non la forniscono in modo nativo.

Negli ultimi anni c’è stato un forte sostegno al passaggio a linguaggi con sicurezza della memoria incorporata, come Rust, Go, Python e Java. Nonostante ciò, alcuni programmatori continuano a cercare modi per utilizzare C e C++ in modo sicuro, evitando il passaggio a Rust. Google, pur promuovendo attivamente Rust, riconosce anche che C e C++ rimarranno in uso per molti anni a venire.

Tra i tentativi di migliorare la sicurezza del C spiccano progetti come TrapC e Fil-C. Il primo sviluppa un approccio a un sottoinsieme del linguaggio e il secondo, pur fornendo sicurezza, riduce le prestazioni e non supporta la piena compatibilità con l’interfaccia binaria dell’applicazione.

Lo studio, Compiling C into Safe Rust , dei ricercatori Aymeric Fromertz (Inria) e Jonathan Protzenko (Microsoft), offre un approccio alternativo. Si sono concentrati sulla traduzione del codice formalmente testato per l’uso industriale in Rust sicuro. Per fare ciò, è stato creato un sottoinsieme del linguaggio C chiamato Mini-C, che evita costrutti difficili da tradurre come l’aritmetica dei puntatori e la mutabilità implicita.

Utilizzando Mini-C tramite il compilatore KaRaMeL, gli sviluppatori ottengono la conversione automatica del codice in Rust sicuro. Ad esempio, la libreria di crittografia HACL, composta da 80.000 righe di codice, è stata tradotta con modifiche minime. E la libreria serializzatore EverParse, contenente 1.400 righe di codice, è stata convertita senza alcuna modifica. Le prestazioni del codice Rust risultante sono rimaste al livello del C originale, nonostante l’aggiunta di ulteriori controlli e altri miglioramenti.

I frutti del lavoro dei ricercatori vengono già utilizzati nelle applicazioni di sicurezza del mondo reale. Ad esempio, la versione Rust di HACL è stata recentemente integrata nelle librerie Mozilla NSS e OpenSSH.

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Accordo Governo-Starlink, Elon Musk spinge: “Sarà fantastico”


@Politica interna, europea e internazionale
Accordo Governo-Starlink, Elon Musk risponde a Salvini: “Sarà fantastico” Il Governo Meloni smentisce di aver firmato accordi con la Starlink di Elon Musk, ma il numero uno del colosso dei servizi satellitari continua ad alimentare le voci su un’intesa all’orizzonte. “Pronti a




Gravy Analytics has been one of the most important companies in the location data industry for years, collating smartphone location data from around the world selling some to the U.S. government. Hackers say they stole a mountain of data.#News #Privacy




Le mille questioni aperte dal probabile accordo Meloni-Musk sul sistema Starlink

L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
È scoppiata una grande polemica sui rapporti tra Giorgia Meloni e Elon Musk e sulla trattativa tra il Governo italiano e SpaceX per la fornitura del servizio di

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Keebin’ with Kristina: the One with the Circuit Sculpture Keyboard


Illustrated Kristina with an IBM Model M keyboard floating between her hands.

The left half of GEMK-47, a mechanical keyboard with a round screen.Image by [New-Concentrate6308] via redditDon’t worry, [New-Concentrate6308] is working on the GitHub for this final build of 2024, dubbed the GEMK_47. That stands for Grid Ergo Magnetic Keyboard, but I swear there are 48 keys.

What we’ve got here is a split ergo with an ortholinear layout. There’s a round screen and encoder on the left side, and a 35 mm trackpad on the right. There’s also space for some other round thing on this side, should you want another rotary encoder or whatever fits in place of the spacer.

Internally, there’s a Waveshare RP2040 Tiny and a mixture of Gateron Oil Kings and Gateron Yellow V3 switches. That lovely case is printed in silk silver PLA, but [New-Concentrate6308] wants to try metal-filled PLA for the next version. Although the original idea was to go wireless, ZMK didn’t play nicely with that round display, which of course is non-negotiable.

Hello Banana Katana! Goodbye Copper? 🙁


So this beauty is Banana Katana, a work in progress by [leifflat]. The bad news is that [liefflat] is probably gonna ditch the copper even though it looks sick here in circuit sculpture mode. Apparently it types nicely, but just doesn’t feel right overall.

The left half of Banana Katana, a circuit sculpture keyboard.Image by [leifflat] via redditThe story is that [leifflat] saw a Katana layout a few months ago and fell in love. After having this idea kicking around the brain, he decided to just go for it and built this from scratch.

First order of business was to design the layout in Keyboard Layout Editor (KLE), then transfer that to a plate generator. Then that was imported into Fusion360 and messed around with a bit to get the final result.

The coolest thing aside from the obvious is that there’s a 3D-printed plate with hot swap sockets mounted on it. How? [leifflat] used sacrificial switches and super glue, then took the switches out when it was dry. Here’s a picture of the underside. So why is the bottom row of keys upside down? Because it’s more comfortable that way for some thumbs. You should try it.

The Centerfold: This Delicious Panorama


A panorama of OP's desk, featuring a couple of mechanical keyboards and a trackball.Image by [Local-Tip-3552] via redditIt’s a good day when you find a subreddit you can call home. [Local-Tip-3552] recently found r/mechanicalheadpens, which is the place for crossover fans of mechanical keyboards, headphones, and fountain pens. (They’re on the far right.)

I won’t list all the details of the setup; you can find those in the reddit post. Apparently [Local-Tip-3552] handles wrongfully-denied Medicaid claims all day and uses the macro pad to quickly fill out forms. Unfortunately, that rad super 10-key on the right doesn’t see much action anymore since the split keyboard has a num pad layer.

Do you rock a sweet set of peripherals on a screamin’ desk pad? Send me a picture along with your handle and all the gory details, and you could be featured here!

Historical Clackers: the Yost Line of Typewriters

The New Yost, the third model produced by the Yost concern.The New Yost, which was the third model produced by the Yost concern. Image via The Antikey Chop
Perhaps the most striking thing about any of the early entries in the Yost line of machines (1887-1924) is the large double keyboard, which makes them resemble adding machines, at least to my eyes.

According to The Antikey Chop, every model up to the no. 10 “had typebars that kicked like grasshopper legs” and were hung in a circular, up-striking arrangement.

Overall, the Yost company produced 20 models, the first three of which are not terribly distinguishable from one another. In fact, the design wasn’t significantly altered until the no. 10 typewriter, which came along in 1905. With the 10, more of the mechanisms were enclosed within the frame, which made for a bulkier build.

By 1915, pressure from the typewriter market forced George Washington Newton Yost to produce a standard four-bank typewriter instead. The no. 15, which came about in 1908 was quite modern, but at least it had its “grasshopper” type bars to distinguish it from the others. By the 20th version however, the grasshoppers had been replaced with modern front-striking ones.

Just Incase™ You Miss Your Curvy Microsoft Keyboard


I recently told you that Kinesis are releasing a keyboard that could potentially fill that Microsoft 4000-sized hole in your life. If you don’t like that one, I have good news: Incase bought the manufacturing rights from Microsoft in 2024 and are set to produce a curvy split keyboard that’s $9 cheaper than Kinesis’ mWave at $120.
A new, curved keyboard from Incase that resembles something Microsoft used to make.Image via Incase
What’s interesting is that this is a keyboard that Microsoft designed and never released. Despite spending years developing this presumable successor to the 4000, they exited the peripherals market in 2023 to focus on Surface computers and such. Incase are calling this the Compact Ergonomic Keyboard. It has multi-device connectivity, and, for some reason, a dedicated Copilot key.

What’s weird is that it runs on two AAA batteries that can’t be charged via ports on the keyboard. Even so, they are supposed to last around 36 months. I don’t think these low-profile scissor keys look very nice to type on for long periods of time. I’m not saying it wouldn’t be comfortable, just that it might not be nice.


Got a hot tip that has like, anything to do with keyboards? Help me out by sending in a link or two. Don’t want all the Hackaday scribes to see it? Feel free to email me directly.


hackaday.com/2025/01/07/keebin…



Sistema di gestione privacy e modello organizzativo privacy: quali differenze


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La gestione efficace della privacy è essenziale in un contesto normativo e tecnologico in continua evoluzione. Due strumenti fondamentali per il successo di questa sfida sono il sistema di gestione privacy (SGP) e il modello



Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Washington presentata dal card. Wilton Daniel Gregory e ha nominato arcivescovo di Washington il card. Robert Walter McElroy, trasferendolo dalla diocesi di San Diego.


Servizi Segreti, Belloni parla dopo le dimissioni: “Non ne potevo più”. Telefonata tesa con Meloni


@Politica interna, europea e internazionale
“Non ne potevo più. Perché trascinare le cose così non era giusto e non aveva senso”. Sono le parole con cui Elisabetta Belloni spiega in queste ore a chi la contatta privatamente la sua decisione di dimettersi dalla guida dei Servizi Segreti italiani. Il



Read our IVPN review to uncover its strong security features and privacy-first approach. Discover what sets it apart — but are there hidden drawbacks?#Ivpnvpn #VPN

Giorgio Sarto reshared this.




Il golpe via satellite


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/01/il-golp…
Conferme e smentite contano poco, si sa. Quando entra in scena il “potere segreto” vero, falso e verosimile si mischiano. Del resto, le fiction sono state superate dalla realtà e chi manovra la stanza (con stanzette annesse) dei bottoni non ha remore morali. Anzi. Cosa è andata a fare davvero Giorgia



Victory Day in Cambogia, 46 anni fa la caduta del regime dei Khmer rossi

PHNOM PENH – Il 7 gennaio per la Cambogia è il giorno del Victory Day: il 46esimo anniversario della caduta del regime comunista dei Khmer rossi. Era il 1979 quando…
L'articolo Victory Day in Cambogia, 46 anni fa la caduta del regime dei Khmer rossi su Lumsanews.


Dieci anni dall’attentato a Charlie Hebdo. “La satira è umanità”

PARIGI – Il 7 gennaio 2024 ricorre il decimo anniversario dell’attentato alla sede della rivista satirica francese Charlie Hebdo. Era il 2015 quando i fratelli Chérif e Said Kouachi, appartenenti…
L'articolo Dieci anni dall’attentato a Charlie Hebdo. “La satira è umanità” su Lumsanews.


Il Regno Unito renderà reato i “deepfakes” sessualmente espliciti

L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
La creazione e la condivisione di “deepfakes” sessualmente espliciti diventerà un reato penale nel Regno Unito, ha dichiarato il governo martedì (7 gennaio), nel tentativo di affrontare l’aumento

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A Catania il sit in per lo stop alla discriminazione nelle ZTL


La Cellula Coscioni di Catania fa parte di una rete di associazioni, movimenti, sindacati e partiti politici che annunciano un sit-in di protesta per giovedì 9 p.v., davanti la Prefettura, intitolatoDisabilità e Legalità – Stop alla Discriminazione nelle ZTL di Catania!, per chiedere la revoca immediata del provvedimento Dirigenziale A09/06 del 9 gennaio 2023. Questo provvedimento, ritenuto illegittimo, penalizza i disabili muniti di regolare contrassegno che attraversano le ZTL o le aree pedonali, imponendo multe ingiuste e discriminatorie.

L’appuntamento è per giovedì 9 gennaio alle ore 10 in Via Prefettura, 14, a Catania.


L'articolo A Catania il sit in per lo stop alla discriminazione nelle ZTL proviene da Associazione Luca Coscioni.



Nelle ultime settimane sui siti dei principali quotidiani nazionali hanno cominciato ad apparire le ripubblicazioni di contenuti apparsi nei mesi precedenti. Principalmente si tratta di interviste a personaggi dello spettacolo, attori o attrici caduti in disgrazia, ex starlette televisive, conduttori reduci da divorzi traumatici e cose così.

Il fenomeno non è nuovo. L'avevo notato già negli anni scorsi, sempre in concomitanza con le feste natalizie, ed è spiegabile con il fatto che in questo modo si tende a rilanciare articoli che durante l'anno hanno generato un buon numero di click.

Questa volta però sta accadendo qualcosa di diverso. I contenuti in questione sono molti di più rispetto al passato, e ad oggi 7 gennaio non vedo una riduzione del trend.

Quindi cosa sta succedendo? I giornalisti non sono ancora tornati dalle ferie e si cerca di rimpire in questo modo le home page? La pianificazione editoriale è stata data in mano all'algoritmo solo sulla base dei numeri? C'è stato un taglio del personale e non lo sappiamo? Non ho una risposta, però è un fenomeno che sinceramente mi preoccupa.



Filomena Gallo al MAXXI di Roma “Salute, demografia e vita attiva”


Filomena Gallo, Segretaria di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, partecipa al New Year’s Forum al Maxxi di Roma. Interverrà all’interno della sessione Ricerca, salute e felicità, nel panel Salute, demografia e vita attiva.

L’appuntamento è per venerdì 17 gennaio dalle ore 14.45 alle ore 17.45, presso l’Auditorium museo Maxxi, in via Guido Reni, 4, a Roma.


L'articolo Filomena Gallo al MAXXI di Roma “Salute, demografia e vita attiva” proviene da Associazione Luca Coscioni.

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quando qualcuno (che poi non va a vivere in russia), con il culo degli altri, si chiede se poi dopotutto si stia tanto male sotto i russi, perché non lo va a chiedere a chi ci è stato, ed è fuggito via, tipo repubbliche baltiche, polonia, germania est, ecc... e magari prova a chiedere loro se non sarebbe meglio per loro uscire dall'ipocrita unione europea e tornare con i "coerenti" russi? quando qualcuno si forma un'opinione su qualcosa o qualcuno, va prima ad ascoltare, fra le varie campane, chi, meglio di se stesso conosce quel qualcosa o quel qualcuno? quanti paesi ex-sovietici hanno "scelto" la russia? e non ditemi l'ungheria, a cui tutto sommato piace stare in europa ma piace fare come pare loro. a molti piace stare un europa, ma anche leccare il grosso culone russo, per il gas che ne fuoriesce.

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Anche nel 2025 tornano le tessere alias


Possibile ha aperto ufficialmente il tesseramento per l’anno 2025, rinnovando il proprio impegno a favore dell’inclusione, dei diritti umani e dell’uguaglianza. In continuità con la propria storia e missione, Possibile si conferma come il primo partito in Italia, e al momento l’unico, a offrire il tesseramento alias per le persone trans. Questa iniziativa consente a tutte le persone trans* di tesserarsi utilizzando il nome elettivo, indipendentemente dall’adeguamento legale, garantendo il pieno rispetto della loro identità.

“Il tesseramento alias non è solo una formalità, ma una scelta politica che mette al centro la dignità delle persone trans* legittimandone de facto i vissuti”, ha dichiarato Vanessa Capretto, componente del Comitato Scientifico Nazionale di Possibile e prima persona trans in Italia a ricoprire un ruolo elettivo derivante da un congresso di partito. “Essere parte attiva di un partito che traduce i valori di inclusione in pratiche concrete è un passo fondamentale per costruire una società più equa e giusta. Possibile continua a essere un punto di riferimento per chi crede nei diritti umani e nell’autodeterminazione: abbiamo dimostrato con i fatti che implementare l’identità alias sia assolutamente fattibile ed alla portata di ogni ente privato o pubblico che sia. Si tratta di un atto di civiltà che arricchisce senza sottrarre nulla”.

Il tesseramento alias si inserisce all’interno di una visione più ampia portata avanti dalla campagna permanente Possibile LGBTI+, che da anni si occupa di promuovere la parità dei diritti per tutte le persone, con particolare attenzione alla comunità LGBTQIA+. In un contesto politico in cui troppo spesso i diritti sono messi in discussione o strumentalizzati, Possibile si distingue per il suo impegno costante e coerente: dalla lotta contro la discriminazione e le terapie riparative, al sostegno per il matrimonio egualitario, fino alla piena autodeterminazione delle persone trans* e non binarie.

Alla luce delle decisioni discriminatorie prese dal Governo Meloni e dei ripetuti attacchi alla comunità LGBTQIA+, Possibile rinnova il proprio impegno nella difesa dei diritti. Le recenti aggressioni omofobe, avvenute in diverse città italiane, dimostrano quanto sia necessario un contrasto deciso alla cultura dell’odio che continua a diffondersi nel Paese. Anche per questo Possibile si impegnerà nelle prossime settimane per riattivare un’ampia mobilitazione affinché in Parlamento si discuta di una legge contro le discriminazioni per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e abilismo.

“Il 2025 sarà un anno cruciale per opporci con forza alla deriva autoritaria e reazionaria che mette in pericolo la sicurezza e la libertà di milioni di persone”, ha dichiarato Gianmarco Capogna, coordinatore del Comitato Scientifico di Possibile e portavoce di Possibile LGBTI+. “Come partito, non ci limitiamo a denunciare queste violenze, ma lavoriamo per costruire un’alternativa concreta che rimetta al centro i diritti umani e il rispetto della dignità di ogni individuo. Invitiamo tutta la comunità LGBTQIA+ e le persone alleate a unirsi a noi in questa battaglia, perché Possibile è, e resterà, un porto sicuro per chi crede nella giustizia sociale”.

“Essere il primo partito in Italia a introdurre il tesseramento alias rappresenta un risultato di cui siamo orgogliosi, ma anche una responsabilità”, ha aggiunto Capretto. “Non ci fermiamo qui: continueremo a lavorare per rendere l’Italia un paese in cui nessuna persona si senta in pericolo, esclusa o invisibilizzata”.

Possibile invita tutte le persone che condividono i valori di giustizia sociale, ecologia, pace e diritti umani ad unirsi partito e a tesserarsi. Per informazioni e dettagli sul tesseramento, inclusa la modalità alias, è possibile visitare il sito ufficiale a questo link: www.possibile.com/tessera/

L'articolo Anche nel 2025 tornano le tessere alias proviene da Possibile.



Il #7gennaio è la Giornata nazionale della bandiera. Oggi celebriamo il 228° anniversario della nascita del nostro tricolore! 🇮🇹


SAHEL, CRISI SENZA FINE. IL RUOLO DELLA CRIMINALITA' ED IL CONTRASTO INTERNAZIONALE


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Immagine/foto

La regione del Sahel, che ospita oltre 300 milioni di persone tra Burkina Faso, Camerun, Chad, Gambia, Guinea, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, sta affrontando una crisi dovuta a insicurezza cronica, shock climatici, conflitti, colpi di stato e all'ascesa di reti criminali e terroristiche.
Circa 40 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, in continuo aumento negli anni.
La sicurezza della regione è una preoccupazione dal 2011, con l'intervento militare guidato dalla NATO in Libia che ha portato a una continua destabilizzazione. I gruppi armati ora controllano ampie fasce della Libia, che è diventata un centro di traffico.
Inoltre vi è stato un crescente risentimento verso l'influenza e il ruolo della Francia nella regione, con alcuni paesi del Sahel che hanno scelto di allontanarsi dalla presenza militare francese. Il tutto conferma un profondo malcontento verso decenni di sfruttamento, povertà e dominio straniero. Emerge quindi l'esigenza di trovare soluzioni di governance più locali e inclusive.

Il traffico di medicinali è spesso mortale, con 500.000 africani subsahariani uccisi ogni anno.
Il carburante è un'altra merce trafficata da gruppi terroristici, reti criminali e milizie locali.
Per combattere i traffici e altre minacce in evoluzione, è stata costituita una piattaforma di coordinamento internazionale che riunisce 27 organizzazioni e paesi con il supporto dell'ONU: la Forza congiunta del Gruppo dei cinque per il Sahel (G5 Sahel). L'assetto militare di questa organizzazione è penalizzato per il dispiegamento limitato e l'equipaggiamento militare limitato e contrasta con difficoltà l'aumento dei rischi militari dovuti ai militanti islamici armati. Questi problemi logistici ostacolano le operazioni antiterrorismo efficaci e sono limitati da fattori climatici come la pioggia. Le forze jihadiste sono state in grado di espandere le loro azioni e lanciare nuovi attacchi nella regione del Sahel, destabilizzando le comunità locali, causando conflitti tra le forze militari e generando panico. Comunque, la cooperazione transfrontaliera e le misure repressive contro la corruzione sono in aumento, con le autorità nazionali che hanno sequestrato tonnellate di merci di contrabbando e misure giudiziarie che smantellano le reti.

L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) è un attore di primo piano negli sforzi per rafforzare la sicurezza fermando i tentativi di traffico. I nuovi rapporti dell'UNODC mappano gli attori, i facilitatori, le rotte e l'ambito del traffico, rivelano fili conduttori tra instabilità e caos e forniscono raccomandazioni per l'azione. La corruzione è uno dei fili conduttori e l'azione giudiziaria e il sistema carcerario devono essere impegnati per combattere la criminalità organizzata.

Nel 2020, ad esempio, KAFO II, un'operazione UNODC-INTERPOL, ha bloccato con successo una rotta di rifornimento terroristica diretta al Sahel, ed è stato sequestrato una grande quantità di bottino di contrabbando: 50 armi da fuoco, 40.593 candelotti di dinamite, 6.162 proiettili, 1.473 chilogrammi di cannabis e khat, 2.263 scatole di droga di contrabbando e 60.000 litri di carburante.

INTERPOL ha assistito i paesi del Sahel nel migliorare la gestione e il controllo delle frontiere. Ciò include l'installazione di sistemi di controllo e la formazione del personale di frontiera sull'utilizzo delle banche dati INTERPOL. Nel contrasto al traffico di esseri umani INTERPOL ha coordinato operazioni congiunte per smantellare le reti di traffico di esseri umani nella regione. Ad esempio, l'Operazione Epervier nel 2018 ha portato all'arresto di 40 trafficanti e al salvataggio di oltre 500 vittime. Riguardo alla formazione e sviluppo delle capacità INTERPOL organizza regolarmente corsi di formazione per le forze di polizia dei paesi del Sahel, concentrandosi su tematiche come investigazioni, intelligence e gestione delle frontiere.

#sahel #INTERPOL #UNODC
@Politica interna, europea e internazionale



Mario Riccio ad Andria al convegno “Fine vita: discutiamone. Opinioni a confronto”


Il dott. Mario Riccio, medico rianimatore e Consigliere Generale di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, partecipa al convengo Fine vita: discutiamone. Opinioni a confronto, organizzato dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia Barletta-Andria-Trani.

L’appuntamento è per venerdì 31 gennaio alle ore 19, presso il Chiostro San Francesco, in Via S. Francesco 15, ad Andria (BT).


È possibile visualizzare la locandina completa QUI

L'articolo Mario Riccio ad Andria al convegno “Fine vita: discutiamone. Opinioni a confronto” proviene da Associazione Luca Coscioni.



Mario Riccio a Milano interviene in tema di Fine Vita


Mario Riccio, medico rianimatore e Consigliere Generale di Associazione Luca Coscioni, partecipa come relatore al convegno Fine vita, opinioni a confronto, organizzato dal Lions International di Milano.

L’appuntamento è per sabato 25 gennaio alle ore 9.30 presso il Circolo Ratti, in Via Cenisio, 4, a Milano.


L’ingresso è libero e gratuito, l’evento sarà seguito da un aperitivo.

L'articolo Mario Riccio a Milano interviene in tema di Fine Vita proviene da Associazione Luca Coscioni.



Bastian’s Night #408 Januar, 9th


Every Thursday of the week, Bastian’s Night is broadcast from 21:30 CET (new time).

Bastian’s Night is a live talk show in German with lots of music, a weekly round-up of news from around the world, and a glimpse into the host’s crazy week in the pirate movement aka Cabinet of Curiosities.

It will also be a bit Christmassy.


If you want to read more about @BastianBB: –> This way


piratesonair.net/bastians-nigh…



Il presidente e ad di Meta Mark Zuckerberg ha annunciato l’ingresso nel consiglio di amministrazione di John Elkann, ad di Exor e presidente di Stellantis e Ferrari.

@Etica Digitale (Feddit)

Dando la notizia in un post su Facebook, Zuckerberg ha scritto che Elkann "ha una profonda esperienza nella gestione di grandi aziende globali e apporta una prospettiva internazionale".

ilsole24ore.com/art/stellantis…


Il presidente e ad di Meta Mark Zuckerberg ha annunciato l’ingresso nel consiglio di amministrazione di John Elkann, ad di Exor e presidente di Stellantis e Ferrari.
Dando la notizia in un post su Facebook, Zuckerberg ha scritto che Elkann "ha una profonda esperienza nella gestione di grandi aziende globali e apporta una prospettiva internazionale".
ilsole24ore.com/art/stellantis…

Gazzetta del Cadavere reshared this.

in reply to The Pirate Post

Profonda esperienza in licenziamenti con prospettiva di bancarotta? Profonda esperienza nel fare sparire sussidi pubblici?




Covering the mass incarceration system, Part 1


Interviewing incarcerated people


The American incarceration system is a behemoth.

Around 1.9 million people in the United States are locked up in jails, prisons, immigration detention facilities, and other confinement centers. Federal, state, and local expenditures on corrections amount to more than $81 billion each year. Legal costs, criminal policing, and assorted other fees, like bail payments and prison phone call fees, end up costing taxpayers and families an additional $100 billion annually.

But despite its size and scope, the incarceration system is in many ways invisible. Its facilities operate outside the public eye and with less oversight than other governmental entities. And information about carceral institutions is closely guarded by corrections agencies that have a range of ways to restrict public access and block reporting efforts.

These barriers make covering stories about carceral facilities and incarcerated people different from many other types of journalism. As a reporter on this story, you will face logistical challenges that impede your ability to communicate with sources and verify information as you navigate a maze of bureaucracy.

While this guide is not intended to provide a comprehensive blueprint for all the obstacles you may face as you report on incarceration, it will offer broad insights into some common problems you will encounter and how to overcome them. And we hope it’s a reminder that facing these challenges is worth it in the name of transparency on this consequential story.

First, in Part 1, we’ll discuss the challenges of interviewing incarcerated people. Then, in Part 2, we will discuss how to handle barriers to obtaining documents and information.

Know the risks, share the risks


Many incarcerated people have no experience speaking with reporters. So when talking to someone behind bars, be sure to share as much detail as possible about your project, the scope of your reporting, and how their voice will be used in your story.

Be sure to define any journalistic terms you’re using, explaining what you mean, for instance, by “off the record” or “on background.” If anonymous sourcing is an option for your project, offer it at the beginning of an interview to encourage people to speak with you.

Even in cases where your source is comfortable being identified, be cautious about including names or details that might identify other incarcerated people and subject them to potential retaliation, whether by prison and jail officials or other incarcerated people.

Explain the conditions of your conversation to build trust so that the incarcerated person will not pull out of the project once you are closer to publication. Ensure they understand the risks they’re taking by talking to a journalist and are willingly taking those risks. Keep checking in throughout the reporting process to be certain this doesn’t change.

Be aware that jails or prisons may retaliate against those accused of causing problems — such as by unsanctioned communication with media. Retaliation can result in an incarcerated person spending time in solitary confinement, being moved to a facility further from family, or having their cell raided by corrections officers. Officials may also retaliate by confiscating devices or other means of communication. Incarceration facilities and departments could even trump up disciplinary charges to justify this conduct.

Be aware that jails or prisons may retaliate against those accused of causing problems — such as by unsanctioned communication with media.

You should also consider whether you are adequately protecting the identity of anonymous sources. Keri Blakinger, an investigative reporter who covers the criminal legal system, noted that small details you might consider innocuous, like the background of a photo taken with a contraband cellphone, could reveal the identity of someone who wishes to remain anonymous.

“When it comes to things like photos and videos, the biggest question I ask myself is, ‘Will this identify the source?’” Blakinger told In These Times. “This means asking yourself, ‘Is this photo of inedible-looking prison food with mold on it going to identify the unit that it came from, and if prison officials can identify the unit, is that sufficient for them to identify the person who took the image? Will they identify howthe image got to me and any intermediaries involved? Will the source face consequences? Are they OK with that?’”

If you are communicating with incarcerated people using contraband cellphones, you should ask before publishing the method of communication. Indicating that your contact has a prohibited device can lead to repercussions. If the source sends you a photo, make sure to clarify whether or not you can publish or describe it.

Access is allowed, but can be restricted and erratic


The First Amendment covers journalists’ ability to report on incarceration facilities, but two 1974 Supreme Court rulings determined the press has no privilege beyond that of the general public to talk to people who are incarcerated.

This means that incarceration agencies and facilities can invoke a series of restrictions to impede journalists’ access and ability to do their jobs. Often these restrictions will be presented as measures to ensure the operational security of staff and incarcerated people.

These restrictions can mean that in-person interviews may be ended by prison or jail staff at any time, that prison or jail staff can select who journalists may talk to, or that interviews may be severely time-restricted.

If general visitors (like family members and friends) are prohibited from using cameras or recording devices at an incarceration facility, the facility may forbid reporters’ ability to bring those items into the facility as well. Facilities may also legally deny media members the right to interview particular incarcerated people. However, the Reporters Committee for Freedom of the Press notes, “Even though courts have rejected a First Amendment right to interview specific prisoners, most states have statutes or prison rules allowing for some type of access.”

Even so, some states have created enormous barriers to speaking with incarcerated people. Last year, the South Carolina Department of Corrections issued a press release saying that people incarcerated in its system “are not allowed to do interviews.” The ACLU sued the state over that policy in February 2024.

If you are denied the right to an interview, you should ask for a copy of the regulation that dictates access to determine whether the agency is violating its own policy.

Visits require time, jumping through hoops


Even once granted access, visits with incarcerated people are often difficult to arrange and require significant lead time. Many states have online instructions for scheduling a media visit and gaining approval for an in-person interview, or require you to contact the agency’s public information officer.

Media visits in Texas prisons, for example, require at least two weeks’ notice. You will only have an hour for the interview. In California, the subject must send you a visiting questionnaire, which the state corrections department may take approximately 30 working days to review and approve.

Once you gain approval, you will have to schedule a date and time for a visit. This visit could be abruptly canceled for a range of reasons, including facility lockdowns, that the person you want to interview has been subject to discipline by corrections officials, or because someone harmed by the offense that led to your source’s imprisonment has protested the interview.

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Journalists exposed serious health and safety concerns at the infamous “F House” in Illinois' recently closed Stateville Correctional Center.

AP Photo/Richard A. Chapman

Some states place stringent restrictions on what you can bring into facilities and bar equipment like audio recorders. In California facilities, cameras and recording devices are not permitted, though the agency says it will provide pencil, pen, and paper “as needed.”

Policies around in-person interviews of those who are incarcerated can also be changed abruptly. In 2020, Arizona reporter Jimmy Jenkins was surprised to discover that the state’s corrections department had suddenly altered its media policy and now only permitted reporters to communicate with incarcerated people via paper mail.

Earlier this year, an incarcerated Texas journalist was scheduled to be interviewed by another reporter. Though the state prison agency had previously approved the in-person conversation, the department revoked that permission prior to the meeting. The ombudsman explained via email that the interview had been canceled “due to victim protest.” The scheduled call was not related to the charges that led to the journalist’s incarceration.

Multiple means of (monitored) messaging


Beyond visits, there are other ways to contact incarcerated people. As with in-person visits, though, you should assume that phone calls, messages sent through electronic systems, and regular mail are being read and monitored by corrections officials.

All forms of communication with incarcerated people can be disrupted and be subject to unpredictable delays. While physical letters in some cases previously served as a work-around to unreliable phone and messaging systems, a number of jurisdictions have taken steps in recent years that alter how incarcerated people receive mail.

At least 14 states have started delivering scanned versions of physical mail sent to incarcerated people. (Though corrections officials have claimed they’re taking this step to stop contraband from entering facilities, there’s little evidence these policies are working.)

Until the beginning of the 2010s, reporters who wanted to communicate with people who were incarcerated were restricted to phone calls, in-person visits, or mail. In the last decade, private telecommunications companies started distributing and selling personal tablets in incarceration facilities (and earning large profits by doing so). Most states and the federal prison system now have an electronic messaging system.

Typically, you must create an account on the electronic messaging platform used by the particular corrections facility or system, add the person you want to message to your list of contacts using their state-assigned ID number and then add money to your account.

Messages sent via systems like JPay may be delayed by days or even weeks before they reach their recipient. Since messages are monitored by corrections officials, some communications may be heavily redacted by the time they reach the person you contacted.

Also, many incarcerated people do not have personal tablets and so must view messages via a centralized kiosk, limiting access to communications. (This was often a problem during the early pandemic, as persistent lockdowns hindered access to kiosks where people could respond to messages.).

Like electronic messages, phone calls with incarcerated people are monitored by the corrections agency and can be costly to them. Unlike with electronic messages, you will not be able to contact incarcerated people. Instead, they will have to call you. Even if you have agreed to talk at a certain time, they may be delayed in contacting you, as lockdowns, long phone lines, or other problems may impede phone access.

You should assume that phone calls, messages sent through electronic systems, and regular mail are being read and monitored.

Incarcerated people do not earn a living wage, and the meager amount of money they may make from a job inside does not cover the cost of communicating with family members and friends, let alone journalists.

Both phone calls and messages on electronic systems can be exorbitant for them. In Alabama, for example, a 15-minute in-state call will run over $3.75. Like phone calls, electronic “stamps” that allow messaging range in price across states. A pack of 10 stamps costs $1.50 in New York and $4.40 in Florida.

So they may not be able to afford the cost of contacting you and could ask to place collect calls, or for you to send stamps so they can respond to your messages. It is typical for reporters who cover the criminal legal system to pay for a return stamp when contacting an incarcerated source and foot the bill for communicating with sources.

Although two main communications systems are used across most prison systems in the U.S., you will need to add separate funds for each state correction system (i.e., Florida stamps cannot be used to message people in New York prisons.).

In Arkansas, Georgia, Michigan, and Texas, correspondence with the news media is considered to be “privileged communication,” according to the Prison Policy Initiative. This designation means that prison staff can’t open and read the letters like they can with other correspondence. Even if you have this protection, at any point in your reporting process, your source may lose their ability to communicate with you.

Partnering to find additional sources


In some cases, you may have a good tip for an article but no incarcerated sources to help move the story forward. Cold-messaging incarcerated people isn’t guaranteed to get you any reliable information, and it could endanger the safety of the people you contact. In these cases, you may be able to find helpful sources through local organizations.

Public defenders or other legal advocacy groups will likely know if there are incarcerated people who are willing to speak for your story and might be able to facilitate communication. Activist groups will also often have information and incarcerated contacts who can assist with sourcing.

In some cases, activists may agree to organize a three-way phone call. This can both protect the incarcerated source from being identified (if they have asked to be anonymous) and speed up the process of getting in touch, as these activists will already be entered in the corrections agency’s communications system.

Many family members are part of Facebook groups focused on their particular state’s incarceration facilities or the place their loved one is imprisoned. They can direct you to useful sources at the facility who might provide critical insights.

In other cases, incarcerated writers can help, as they have a wealth of knowledge about their institution and the broader incarceration system that detains them. In recent years, grassroots organizations like Empowerment Avenue have helped incarcerated journalists get their work published in outlets like The New York Times, The Appeal, and The Marshall Project. Reading the work of these writers, which can also be found at websites like Prison Writers and the Prison Journalism Project, can provide insights about how to approach a story.

Due to the restrictions placed on incarcerated journalists — such as departments attempting to limit what work they can publish, censored communications with news outlets, and retaliation for writing negative stories — these writers may have information they chose not to publish. If you are building on the work of an incarcerated writer, you should offer them the chance to collaborate on a publication, co-report the story, and get paid for their contributions to the writing process.

Read Part 2 of this series, focused on obtaining documents and information about jails, prisons and incarcerated people.

Resources/Guides


freedom.press/issues/covering-…



Ho finito di vedere Letterkenny e mi è dispiaciuto, alla fine ai personaggi mi sono affezionata.
Ho iniziato a vedere Cent'anni di solitudine e non so se mi piace, ma mi ci sento un po' obbligata avendo letto il libro.
Ho visto trailer e scene isolate di The Substance e non so se voglio vederlo tutto (l'horror mi disturba, però capisco che qui ha un senso tutto suo).

Sono di nuovo da sola in casa dopo due settimane di mamma e si vede.

#serie #film

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