Salta al contenuto principale



Duole dirlo, ma sulle università americane Trump ha ragione: illiberale era il sistema woke

@Politica interna, europea e internazionale

Come in guerra i nemici, così in politica gli avversari tendono spesso ad assomigliarsi. Capita, e capita soprattutto nelle democrazie dell’alternanza, che le caratteristiche peggiori della parte dominante siano fatte



Ransomware, una legge per vietare il pagamento dei riscatti: utile, ma non basta


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Campagne informative sui ransomware, formazione accreditata, score di rischio misurato e certificazioni minime potrebbero diventare strumenti di compliance che rafforzano l’intera architettura di difesa preventiva, riducendo nel



Nitrogen Ransomware: una minaccia per il settore finanziario


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Negli ultimi anni, il settore finanziario è diventato uno degli obiettivi principali dei cybercriminali, e il 2024 non ha fatto eccezione. Tra le nuove minacce emergenti, il ransomware Nitrogen si è distinto per la sua pericolosità e capacità di colpire istituzioni finanziarie con attacchi



Siamo tutti nella lista.


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/siamo-tu…
Due parole al volo su un tema ricorrente: sta per arrivare una tsunami di truffe e, questa volta, potrebbe avvenire a causa di una sanzione del Garante. Ieri il Garante Privacy ha sanzionato pesantemente ACEA ENERGIA e una galassia di agenzie,

Privacy Pride reshared this.



Microchip, Trump cancella Biden per accontentare Emirati e Nvidia

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
L'amministrazione Trump vuole rimuovere la "Ai diffusion rule", cioè il complesso regolamento elaborato da Biden per controllare il commercio di microchip americani nel mondo. La Casa Bianca accontenta l'Arabia Saudita e




F-35, il Belgio guarda all’Italia. E Cameri diventa snodo strategico europeo

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il ministro della Difesa del Belgio, Theo Francken, ha annunciato che il suo Paese è pronto a ordinare ulteriori F-35, a condizione che questi siano prodotti in Italia. Secondo quanto riportato dallo stesso ministro, l’accordo sarebbe stato raggiungo nel corso di un



Cosa c’è dietro il gioco al rialzo tra Nuova Delhi e Islamabad. L’analisi del gen. Caruso

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’alba del 7 maggio 2025 ha segnato un drammatico punto di svolta nel conflitto indo-pakistano. L’India ha lanciato l’operazione “Sindoor”, un massiccio attacco aereo con circa 80 velivoli militari contro sei località all’interno del Pakistan, prendendo di mira quello che il governo di Nuova Delhi ha



Rinnovo metalmeccanici: il contratto collettivo non diventi ostacolo al lavoro

@Politica interna, europea e internazionale

“Ogni qualvolta le remunerazioni salariali vengono spinte, per effetto di uno sciopero “vittorioso”, oltre i limiti del mercato, il mercato si “vendica”: aumenti di prezzi e riduzione della produzione sono le conseguenze inevitabili”. Sono parole di



Podcast. India Pakistan. “Siamo solo all’inizio dell’escalation militare”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nuove motivazioni e interessi si aggiungono alle storiche narrazioni delle due parti. L'Europa chiede moderazione, ma si è già schierata con New Dehli. Intervista a Claudio Avella fotoreporter in India e collaboratore di Pagine Esteri
L'articolo Podcast. India Pakistan.



Fabio Drusin l’intervista: The long and winding road…..
freezonemagazine.com/articoli/…
FZM: Fabio, vuoi raccontarci come nasce questo disco come Blues Factory…. FD: Io e Cristian Oitzinger ci conosciamo da molti anni, da ancora quando suonavo con gli W.I.N.D. dei primi anni 2000 e nel corso degli anni siamo diventati amici. Spesso, quando si trovavano senza bassista davo loro una mano sia nei live che in […]
L'articolo Fabio Drusin


India: indigeni sfrattati si riprendono la propria terra all’interno di una famosa Riserva della Tigre


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Un gruppo di indigeni Jenu Kuruba che 40 anni fa erano stati sfrattati dal loro villaggio ancestrale nella Riserva della Tigre di Nagarhole, nell’India meridionale, hanno rioccupato quella che era un tempo la



Telefoni usa e getta per chi va negli Usa, l’Ue affronta il tema dello spionaggio


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Secondo il Financial Times l’Ue vorrebbe che i propri emissari in viaggio negli Usa utilizzassero telefoni usa e getta. La parziale smentita di Bruxelles non smorza i reali timori di spionaggio e conferma che le precauzioni sono d'obbligo
L'articolo Telefoni usa e getta per chi va negli Usa,




Data center, come supportare la crescita con strategie appropriate e di lungo periodo


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Le sfide dei data center consistono nell'affrontare i colli di bottiglia nelle infrastrutture elettriche, nella catena di approvvigionamento, i vincoli della potenza di calcolo e l'impatto ambientale, ma anche le difficoltà nelle risorse



MESSICO. Attivisti ambientali aggrediti e uccisi da Stato e criminalità


@Notizie dall'Italia e dal mondo
L'impunità per i crimini contro i difensori dell'ambiente è del 99%. Nel 2024 sono stati documentati 94 eventi di aggressione, venticinque difensori dell'ambiente sono stati uccisi: 21 con omicidi e quattro con esecuzioni extragiudiziali
L'articolo MESSICO.



La Difesa si apra alle soluzioni commerciali. L’audizione di Goretti (Aeronautica)

@Notizie dall'Italia e dal mondo

“Bisogna poi continuare a investire nella cooperazione spaziale internazionale e oggi più che mai è necessario assicurare rapidità d’azione, agendo sulla cooperazione civile e militare e promuovendo l’integrazione dei servizi spaziali commerciali per scopi di sicurezza e difesa. In sintesi, lo spazio




chissà se fra 100 anni, potremo un giorno sentire un russo sostenere una frase del genere: "è un miracolo che siamo sopravvissuti, nonostante putin"....



Qual è l’etica dell’Intelligenza artificiale?

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Chi c'era e che cosa si è detto su intelligenza artificiale, etica e politica alla proiezione del corto di Alessandro Haber alla Camera dei Deputati.

startmag.it/innovazione/etica-…



Paure, furti e ritardi: l'avventura di viaggiare in treno nel XIX secolo, da Storicang

Temuto all'inizio per la sua eccessiva velocità, il treno conquistò subito i viaggiatori di tutte le classi sociali.

storicang.it/esclusivo-abbonat…

@Storia

Questa voce è stata modificata (4 mesi fa)

Storia reshared this.



#ITS, ieri si è svolta al #MIM l’inaugurazione della “Hi-Tech haute couture”, un’esposizione di abiti tech e sostenibili realizzati dagli studenti dell’ITS Academy Sistema Moda.
#its #MIM


Can we fix the digital transatlantic relationship?


Can we fix the digital transatlantic relationship?
WELCOME BACK TO DIGITAL BRIDGE. I'm Mark Scott, and this weekend marked May 4th — also known as Star Wars Day, for those who follow such things. This video plays in my head every time I have to explain the Star Wars basics to a non-fan.

For anyone in Brussels on May 15, I'll be co-hosting a tech policy gathering in the EU Quarter. We're running a waiting list, so add your name here and we'll try to open up some more slots.

— The transatlantic relationship on tech is in the worst shape in decades. Here are some ways to improve it — even if wider political tension remain.

— A far-right candidate won the first round of Romania's presidential election. Europe has not responded well to the digital fall-out.

— Media freedom has been significantly curtailed over the last decade amid people's shift toward social media for their understanding of the world.

Let's get started:


LET'S BE CLEAR: THE TRANSATLANTIC RELATIONSHIP on tech is the worst I've seen in 20 years. The White House has already made clear it views European Union digital regulation as akin to protectionist tariffs, as well as an unfair check on free speech. The Berlaymont Building — home to the European Commission — has struggled to secure high-level meetings for its digital officials whenever they've made it to Washington. It also has doubled down on internal efforts to promote European economic interests over those from outside the bloc via public funds dedicated to the next generation of emerging technology.

In short, Brussels and Washington are talking past each other. Even when United States and EU officials disagreed — as they often did — in the past, there was always an informal line of communication between policymakers to ease tensions. That came from individuals, on both sides, who had invested a significant amount of personal capital in building ties with each other. People met at conferences. They swapped cellphone numbers. They built professional, and sometimes personal, relationships with their counterparts in each respective city.

I wouldn't say those networks are completely gone. But they are certainly on life support. It has left the world's two most important democratic powers at a crossroads. And on digital policymaking, I'm seeing more and more signs that the EU and other parts of the democratic world (with the significant exceptions of the United Kingdom and Japan) now willing to distance themselves from their one-time trusted ally.

But after I outlined that theory a couple of weeks ago in Digital Politics, many of you got in touch with a fair criticism. We get things are bad, went the emails. But where are the areas of common ground that can keep the (digital) embers alive — even if the transatlantic fire looks like it's going out?

Fair point. It's easy to criticize. It's harder to offer solutions. So here goes.

First, one chess piece worth taking off the board. In many European capitals, there's a growing interest in working directly with US state leaders, most notably governors who have taken on an increasing leadership position on tech just as Washington has given up that role. I wouldn't put my eggs in that basket — even if that could include working directly with California on areas like artificial intelligence standards and international data flow rules.

Thanks for reading the free monthly version of Digital Politics. Paid subscribers receive at least one newsletter a week. If that sounds like your jam, please sign up here.

Here's what paid subscribers read in April:
— Why digital services won't be on the front line of the unfolding global trade war; Donald Trump's extension of the TikTok sale/ban doesn't solve any of the underlying problems; How different generations consume online media. More here.
— The idea that any tech giant has a monopoly on social media misunderstands how we all use these platforms; What's behind Brussels' renewed attempt to "streamline" its digital rulebook; Annual corporate investment in AI has grown 13-fold over the last decade. More here.
— Non-US policymakers are seriously considering how to pull back from the US on tech; The transatlantic consensus that Google is a monopoly will have long-term consequences, but it will take time to play out; Digital-focused civil society groups worldwide have been hurt by cuts in US government support. More here.
— Canada's recent election shows the limits on how the online world can shape offline politics; How to understand the European Commission's collective $790 million antitrust fine against Meta and Apple; Brussels will spend $66 million this year to enforce its online safety regime. More here.

As much as many would like to bypass the current situation in Washington (and I mean the wider morass of nothingness on tech, excluding the recent Take it Down Act that will likely be signed by Donald Trump), few, if any, foreign governments are willing to publicly push ahead with such US state-based digital diplomacy out of fear of negating decades-old international norms that national governments speak to other national governments on such foreign policy issues. Basically, working directly with US states is a non-starter for most non-US government officials.

OK, so where can we find common ground? Weirdly, antitrust policy feels like the most secure US-EU digital issue where both sides are forging ahead with a new collective consensus. Yes, the White House may not like the EU's Digital Markets Act (though it has remained mostly quiet about the recent fines against Meta and Apple, respectively.) And yes, many EU competition officials look at the decades of Washington's stalled antitrust investigations into Big Tech as a sign the US is too slow and/or too unwilling to act.

But in the last five years, there's been a growing consensus across the Atlantic that 1) parts of Silicon Valley have abused their market dominance; 2) consumers and smaller rivals have been unfairly affected by those actions; and 3) aggressive antitrust enforcement — including the potential break-up of some of these tech companies — is the only way to re-level the market.

If that doesn't sound like a first step toward a rekindled transatlantic relationship on tech, then I don't know what does.

Next, to the thorniest of topics: platform governance. Trump's aversion to European-style online safety rules is well-known. It was mostly shared by his Republican and Democratic predecessors in the White House. Brussels, too, hates the fact its internal media landscape is dominated by the likes of Instagram and YouTube.

But where both sides equally agree is that more needsto be done to protect minors for online predatory behavior, scams and potentially abusive content algorithms that have led to a series of EU and US efforts aimed at boosting digital child safety. Yes, this is not a like-for-like comparison. Some in the US have given parents too much control over what their kids can see on social media. Some in the EU want to impose age verification standards — in the name of child safety — that would fundamentally undermine how the current internet works.

But the basic premise — that children must be better protected as they navigate the online world — is an issue that both sides of the current transatlantic divide can agree on. What better way to maintain some form of ongoing EU-US relationship on tech?

The third area goes out to all the uber-wonks among us. Washington and Brussels should double down on the geekiest of digital technocratic standards as a means of bridging the political divide. That includes technical discussions that have thrived, for decades, in international and multi-stakeholder organizations like the 3rd Generation Partnership Project, or 3GPP, which sets global standards for telecommunications networks. Yes, I told you this stuff was geeky.

That would allow European and US officials — and, by extension companies — to continue talking, even if their political masters ratchet up the transatlantic trade dispute. It would also provide a greater level of certainty for American and EU businesses to invest in the digital world which is, according to both Brussels and Washington, an ongoing political objective.

So there you have it: competition, child safety and tech standards. Three areas that could be a foundation for ongoing talks and cooperation amid an increasingly geopolitical period. Runners-up tech topics also include: cybersecurity, defense and data flows. If you're interested in me unpacking those, let me know here.

The $64 million question is whether Washington and Brussels are willing and/or able to see beyond their short-term political fight to allow apolitical officials to continue the digital work they've been doing for years.

In normal circumstances, I would certainly hope so. But as anyone who has spent time in either Brussels or Washington this year will attest to, we're not living in normal circumstances. And even the hope of finding non-partisan digital topics upon which the transatlantic relationship can be rekindled feels more like a hope, currently, than a legitimate policymaking objective.

For some bonus content, here are my latest pieces for Tech Policy Press on how the US is pulling back from its global leadership on digital policy and how the EU is embracing its inner Trump, on tech, to Make Europe Great Again.


Chart of the Week


REPORTERS WITHOUT BORDERS, a nonprofit organization, compiles a yearly index that tracks five indicators — security, social, legislative, political and economic — on the health of countries' domestic media ecosystems.

The last decade has not been good. The chart on the left, from 2013, highlights that while the likes of China and Saudi Arabia scored poorly across the board, democratic states — including the majority of Europe and North America — were still viewed as "satisfactory" (the light orange color.)

Fast forward to 2025, and many of those democratic countries, including the US, have fallen (see chart on the right) into the "problematic" category (the dark orange color). That includes many parts of Central and Eastern Europe, too.

Can we fix the digital transatlantic relationship?
Can we fix the digital transatlantic relationship?

Source: World Press Freedom Index


What happened in Romania? Take Two


AS DIGITAL POLITICS WENT TO PRESS on May 4, George Simion, a far-right ultra-nationalist politician, had won the first round of Romania's presidential election. The leader of the anti-vaccine Alliance for the Union of Romanians secured 41 percent of the vote — less than the majority Simion would need to win outright. He will now face a run-off, on May 18, with Nicușor Dan, the mayor of Bucharest, garnered 21 percent of the first round vote.

For the latest on Romania's presidential election, see here, here and here.

The reason Romania is holding a do-over on its presidential election is because of claims, during the previous vote in November, that pro-Russian politician Calin Georgescu unfairly used TikTok to woo voters in his unlikely first-round victory. The ultra-nationalist politician came out of the blue to top the first-round poll, and national regulators accused the China-linked platform of failing to uphold the country's electoral rules.

In an unprecedented step, Romania's intelligence services then released redacted documents (overview here) accusing foreign actors (they didn't mention Russia, but that was the inference) of conducting 85,000 cyberattacks on the country's election infrastructure. They also suggested there was a cross-platform influence operation involving pro-Georgescu Telegram channels that coordinated messages which people could then post to TikTok and Facebook. The spooks said similar tactics had been used in Ukraine — but, again, Moscow was never specifically mentioned in the redacted documents.

Digital Politics now reaches thousands of tech-savvy readers worldwide. If you're interested in sponsoring the newsletter, get in touch here.

Not surprisingly, TikTok pushed back hard against accusations it had any role in Romania's last presidential election. It released a series of cherry-picked reports (see here and here) about how the platform had removed spam accounts, promoted authoritative information to voters and took down waves of false likes and follow requests.

In December, a senior Romanian court annulled Georgescu's presidential first-round win, in part because of the declassified intelligence documents. That same month, the European Commission opened an investigation into TikTok's role in the Romanian vote, focusing on how the tech giant may have failed to mitigate election-related risks. In February, Georgescu was placed under investigation for mostly potential campaign financing irregularities. And in March, he was barred from standing in this week's presidential re-run.

I get it. That's a lot to take in — especially for most of us who are not Romanian politics experts.

But what is central to the wider digital debate is that a presidential election of democratic European country was annulled based on unsubstantiated claims that one of the candidates had unfairly benefited from a social media campaign that, potentially, had ties to Russia. That then led to both domestic and EU investigations into campaign financing irregularities and the role of a foreign-owned social media platform in a European country's nationwide vote.

To date, no one has yet to be convicted of a crime. Brussels has yet to publish any evidence of TikTok's role in allowing a coordinated influence campaign to flourish on its platform ahead of the November election.

If true, both sets of accusations — related to Georgescu's alleged campaign financing issues and TikTok's role in the November presidential election — would be grounds for potentially annulling the first-round presidential election. And there is an argument that given the speed of events, local judges and the European Commission had no choice but to step in, even if no actual evidence had yet to be shown to a court to prove any of the accusations.

But my fear is that in annulling the first round election in November, and then barring Georgescu from standing in this weekend's vote, Romania's court has given ultranationalists and pro-Russian politicians an easy victory in the battle for hearts-and-minds.

Sign up for Digital Politics


Thanks for getting this far. Enjoyed what you've read? Why not receive weekly updates on how the worlds of technology and politics are colliding like never before. The first two weeks of any paid subscription are free.

Subscribe
Email sent! Check your inbox to complete your signup.


No spam. Unsubscribe anytime.

Simion, another far-right ultra-nationalist politician, came first in the latest first-round presidential vote — and was closer to the 50 percent mark to secure an outright victory than many had expected. It's hard to argue there isn't a public groundswell of support for such opinions, now that similar pro-Russian presidential candidates have topped the polls in consecutive votes. And yes, TikTok was used again to communicate with voters. But its role in this weekend's election, based on what has been made public, was not significant compared to other means of reaching would-be supporters.

In jumping headlong into Romania's domestic politics, the European Commission also has over-stepped its role within the bloc's online safety regime, known as the Digital Services Act. Those rules do have a remit when it comes to election-related matters.

But by pulling the emergency cord in response to November's now-annulled election — via its ongoing investigation into TikTok's role in that vote — Brussels has made it easier for critics to claim the EU is willing to use its digital regulation to change voting decisions that officials in Brussels do not agree with.

I get it. That's not what is happening with the ongoing TikTok probe. But the perception for many on the outside is that the European Commission is weaponizing the Digital Services Act as part of efforts to nudge Romanians to vote against pro-Russian, far-right politicians.

That's just not a good look for the 27-country bloc as both domestic and non-EU influencers ramp up claims that Europe's online safety rules are an anti-democratic effort to censor online voices with whom it disagrees.


What I'm reading


— The Future of Privacy Forum breaks down all you need to know about South Korea's new AI regulatory framework. More here.

— Ireland's Data Protection Commission fined TikTok $600 million for failing to protect Europe's data via data transfer to China. TikTok's response here.

— International Association of Privacy Professionals explains why Colorado is reconsidering its approach to regulating artificial intelligence. More here.

— Researchers from the University of Zurich used AI-generated content in online discussions on Reddit to see if such content could change people's minds. The study received significant pushback for failing to gain consent of the people targeted by the AI-generated content. More here and here.

— The DSA40 Data Access Collaboratory published an in-depth FAQ on how Europe's online safety rules allow independent researchers to access platform data. More here.



digitalpolitics.co/newsletter0…



Sergei Ladrov :
""Kaja Kallas ha oltrepassato il limite. Minacciare i Primi Ministri eletti di "conseguenze" per aver partecipato a un memoriale della Seconda Guerra Mondiale a Mosca non è diplomazia, è bullismo politico.
Chi ha dato a funzionari UE non eletti il diritto di intimidire i leader sovrani su come onorare i caduti? Non si tratta della Russia, ma di rispetto fondamentale, storia e sovranità nazionale.
Se la Commissione Europea non ha il potere legale di sanzionare i capi di Stato, allora i suoi funzionari non hanno il diritto di lanciare minacce.
Kaja Kallas è una completa disadattata. Arrogante, incompetente e apertamente piena di odio: queste sono le peggiori qualità per chi vuole essere il capo della diplomazia dell'UE. Ma a quanto pare, questo è sufficiente per fare carriera a Bruxelles.""


*DLIN DLON* Da oggi è disponible la dichiarazione precompilata


È tornato quel periodo dell'anno in cui tocca affrontare la #dichiarazioneprecompilata2025
Ne approfitto volentieri per riproporre questo articolo, che mi è già tornato utile l'anno scorso
cavallette.noblogs.org/2024/05…

#5x1000 #5xmille



Andarsene anche da Google Drive, oltre che da Facebook


Mi sono appena comprato due chiavette USB, in metallo, bellissime, ho speso 25 euro, sono felicissimo. Due chiavette che rappresentano il completamento di un progetto di archiviazione dei miei documenti a cui ho lavorato per ore la settimana scorsa.

So che non state nella pelle, volete sapere tutto, ve lo leggo negli occhi, e quindi ve lo spiego.

Allora... tutto è nato da questa cosa che mi ha preso di volermi liberare dalla dipendenza dalle Big Tech.

Prima archiviavo molta roba su Google Drive poi ho deciso che potevo farne a meno per tutte le cose importanti e continuare a usarlo solo per le sciocchezzine.

Prima cosa, ho classificato i miei documenti in due categorie: da una parte i documenti che voglio avere sempre a portata di mano (sono pochi) e dall'altra tutti gli altri (e sono tanti), cioè quelli che voglio conservare ma che non mi importa di avere sempre a portata di mano.

Per i primi ho installato Nextcloud sul mio sito, così mi sono fatto una specie di Google Drive a cui posso accedere ovunque io sia ma dove è tutto sotto il mio controllo e tutto open source. Questa soluzione non potevo usarla per tutti i documenti perché avrei dovuto fare un contratto di livello superiore per aumentare lo spazio disco a disposizione del mio sito ma è adattissima per i documenti che voglio avere sempre a portata di mano, che come dicevo sono pochi.

Per i secondi ho deciso di usare una chiavetta USB come archivio e un'altra come suo backup. Una me la porto sempre dietro, così posso aggiungere documenti quando capita, indifferentemente dal fatto che sia in ufficio o a casa, e l'altra la tengo a casa al sicuro da perdite accidentali. Su questa chiavetta ci sta un quantità di documenti che è milioni di volte superiore a quelli che ho al momento, quindi direi che per un po' sono a posto.

Per proteggermi dal rischio che una chiavetta finisse in mani sconosciute (metti che la perdo...) ho deciso di cifrarle entrambe con BitLocker: è un prodotto per Windows ma ho visto che viene gestito perfettamente anche dal mio PC di casa, che ha Linux (Ubuntu Studio).

E adesso Larry Page e Sergey Brin (che mi risultano essere tutt'ora azionisti di maggioranza di Google) possono annunciare il loro supporto a qualunque aspirante dittatore del mondo e 30 secondi dopo io posso staccare la spina.

😁 😁 😁



Tim, Orange, Telefonica e non solo sollecitano l’Ue sulla banda per il 6G: non favorite le big Usa

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Gli operatori europei rinnovano la richiesta di dedicare l'intera banda superiore a 6 GHz alle reti 6G e lanciano un monito: in caso contrario l'Ue rischia di restare indietro rispetto gli Usa



Tim, Orange Telefonica e non solo sollecitano l’Ue sulla banda per il 6G: non favorite le big Usa

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Gli operatori europei rinnovano la richiesta di dedicare l'intera banda superiore a 6 GHz alle reti 6G e lanciano un monito: in caso



ProtectUE: la Commissione europea ha scritto le linee guida per difendersi anche da criminalità organizzata e terrorismo. Si prevede di rafforzare Europol, per trasformarla in una forza di polizia operativa


Con il documento ProtectEU (disponibile in italiano qui eur-lex.europa.eu/legal-conten… ) la Commissione Europea affronta la strategia dell'Unione Europea per contrastare le minacce alla sicurezza interna ed esterna, promuovendo un approccio integrato e multilaterale che coinvolga tutti i settori della società.
Mira a garantire il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali, mentre si sviluppano misure per migliorare la sicurezza, combattere la criminalità organizzata e il terrorismo, e rafforzare la cooperazione tra Stati membri. Infine, il documento intende promuovere una nuova cultura della sicurezza nell'UE, integrando considerazioni di sicurezza in tutte le politiche e legislazioni.
Le principali minacce alla sicurezza interna ed esterna dell'UE includono la criminalità organizzata, il terrorismo, le campagne ibride condotte da attori statali come la Russia, e le ingerenze elettorali. Inoltre, ci sono minacce legate al sabotaggio delle infrastrutture critiche, attacchi informatici, disinformazione e l'uso della migrazione come arma. La guerra di aggressione russa contro l'Ucraina e i conflitti in altre regioni del mondo hanno ulteriormente aggravato la situazione di sicurezza.

L'UE intende affrontare le minacce ibride e la guerra aperta rafforzando la resilienza delle infrastrutture critiche, migliorando la cibersicurezza e garantendo la sicurezza dei nodi di trasporto e dei porti.
Sarà promossa la cooperazione con partner internazionali e l'implementazione di strumenti esistenti per prepararsi e rispondere a tali minacce. Inoltre, l'UE si concentrerà su un approccio unitario alla sicurezza interna, integrando le politiche di sicurezza esterna e interna.
La Commissione intende adottare misure come l'elaborazione di analisi periodiche delle minacce per orientare le politiche di sicurezza interna e migliorare la condivisione di intelligence tra Stati membri e agenzie dell'UE.
L'Unione Europea intende affrontare il traffico illecito e la criminalità organizzata attraverso l'adozione di norme più rigorose e un quadro giuridico rinnovato per potenziare la risposta della giustizia penale. Sarà promossa una strategia dell'UE in materia di droghe e una nuova strategia per la lotta alla tratta di esseri umani, con un focus sulla prevenzione e sul supporto alle vittime. Inoltre, si prevede di migliorare la cooperazione tra Stati membri e agenzie come Europol ed Eurojust, e di monitorare i profitti della criminalità organizzata per bloccare l'accesso alle fonti di finanziamento.

Sarà potenziato il mandato di Europol per trasformarlo in una forza di polizia operativa e verranno sviluppati nuovi strumenti per il contrasto alla criminalità e al terrorismo. Inoltre, si prevede di rafforzare la cooperazione con paesi partner e migliorare la sicurezza delle frontiere esterne.
Gli obiettivi della nuova agenda globale antiterrorismo dell'Unione includono la prevenzione della radicalizzazione sia offline che online, la protezione dei cittadini e degli spazi pubblici dagli attacchi, e la risposta efficace agli attacchi quando si verificano. Inoltre, si mira a bloccare i canali di finanziamento del terrorismo e a sviluppare strumenti per anticipare le minacce.
Infine, è previsto un programma di cooperazione con i Balcani occidentali per affrontare insieme il terrorismo e l'estremismo violento.
L'UE prevede di utilizzare un nuovo sistema per monitorare i profitti della criminalità organizzata e il finanziamento del terrorismo, oltre a norme più rigorose per contrastare le reti criminali. Sarà rafforzata la cooperazione operativa tra Stati membri, Europol, Eurojust e altre agenzie, e verranno implementate nuove norme antiriciclaggio. Inoltre, si intende migliorare l'accesso legale ai dati cifrati per le autorità di contrasto, mantenendo la cibersicurezza e i diritti fondamentali.

#protectEU #Commissioneeuropea #europol #UE

@Attualità

reshared this




Percival Everett – James
freezonemagazine.com/articoli/…
Quegli stronzetti erano nascosti là fuori nell’erba alta. Non proprio piena, ma luminosa, la luna era alle loro spalle, e così riuscivo a vederli come in pieno giorno sebbene fosse notte fonda. Le lucciole lampeggiavano sullo sfondo nero. Stavo Aspettando davanti alla porta della cucina di Miss Watson, facendo dondolare un’asse sconnessa dei gradini, sapendo […]
L'articolo Percival Everett – James
Quegli



I ministri della Salute e dell'Interno sconfessani Salvini


L’11 aprile i ministeri dell’Interno e della Salute hanno inviato una circolare alle prefetture e alle forze dell’ordine per chiarire come vanno applicate le regole del nuovo codice della strada approvato lo scorso novembre dal parlamento: la circolare è all’apparenza tecnica, ma in realtà sconfessa l’impostazione del ministero dei Trasporti e del ministro Matteo Salvini, che aveva introdotto sanzioni per chi fa uso di sostanze stupefacenti a prescindere dagli effetti sulla capacità di guidare.

Purtroppo però...

Gli esiti dei procedimenti dipenderanno da come i giudici interpreteranno la legge, che non è cambiata e ha un valore superiore alle circolari

In pratica: Salvini scrive fesserie, i suoi alleati cercano di metterci una pezza ma le leggi valgono più delle pezze, anche quando le leggi le fa Salvini.

ilpost.it/2025/05/07/circolare…

reshared this



Sudan: bombardamenti, accuse di genocidio e la crisi umanitaria


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Port Sudan, uno dei principali porti del paese e un punto vitale per gli aiuti umanitari, è stato recentemente colpito da bombardamenti aerei che hanno acuito la disperazione di una popolazione già allo stremo. La comunità internazionale ha preso la difficile decisione di sospendere i



YEMEN. Israele bombarda l’aeroporto, Trump annuncia il cessate il fuoco


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Donald Trump ha annunciato ieri la sospensione temporanea dei bombardamenti in territorio yemenita, affermando che Ansarallah avrebbe assicurato di non voler proseguire gli attacchi alle navi nel Mar Rosso. Il movimento sciita ha replicato con



Quel San Silvestro tra il 1952 e il 1953
freezonemagazine.com/rubriche/…
È la sera dell’11 giugno 1949 e al Ryman Auditorium di Nashville per il prestigioso Grand Ole Opry il pubblico aspetta elettrizzato l’esordio del venticinquenne Hank Williams, nuova stella della country music che non deluderà le aspettative dei presenti e dei milioni di ascoltatori che seguono il concerto alla radio. Il suo debutto si concluderà […]
L'articolo Quel San


È la geopolitica bellezza
freezonemagazine.com/articoli/…
Sedute in un bar, di fianco a me, due signore, deposte le borse della spesa marchiate da un discount teutonico si affrontano, tra un caffè e l’altro, sulla “geopolitica della Meloni”. L’ultimo opinionista dell’italica pedata, in una trasmissione di un’emittente locale, ha spiegato con dovizia di particolari le scelte geopolitiche del confronto in corso fra […]
L'articolo È la geopolitica bellezza


R. B. Morris – Live Shots from Jammin at Hippie Jack’s (2010)
freezonemagazine.com/articoli/…
Inizia ad essere complicato recensire i dischi della New Shot Records, il bravo recensore forse dovrebbe trovare qualche difetto in alcune delle numerose produzioni, ma l’onestà intellettuale del cronista deve fare i conti con l’indiscusso valore artistico e tecnico di questi lavori. In primis, tra le peculiarità, dobbiamo considerare la


PREVENIRE UNA NUOVA PANDEMIA, ANCHE COMBATTENDO IL COMMERCIO DI FAUNA SELVATICA


Il progetto SAFE, sostenuto da UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), FAO ((Food and Agriculture Organization) Istituzione tecnica specializzata delle Nazioni Unite) e UE (Unione Europea), mira a mitigare il rischio di pandemie future attraverso la gestione delle strutture di fauna selvatica.
L'obiettivo principale del progetto SAFE è mitigare la probabilità di future pandemie, concentrandosi sul miglioramento delle normative e delle condizioni delle strutture di fauna selvatica in cattività. Il progetto mira a ridurre i rischi associati a queste strutture per informare e sviluppare pratiche e politiche migliori, oltre a promuovere la cooperazione regionale per una migliore prevenzione delle pandemie.
Illusra il progetto una recente pubblicazione: "PREVENTING THE NEXT PANDEMIC: STRENGTHENING BIOSAFETY AND BIOSECURITY IN ASEAN CAPTIVE WILDLIFE FACILITIES", curata da UNODC, FAO e UE, che è reperibile [en] a questo link unodc.org/res/environment-clim… e che si focalizza sugli interventi possibili in ambito territoriale asiatico.

La pandemia di COVID-19 ha evidenziato la vulnerabilità globale alle malattie zoonotiche. Le attività umane, come il commercio di fauna selvatica, aumentano il rischio di spillover di patogeni.

Alcuni esempi di specie di fauna selvatica in cattività nel sud-est asiatico includono macachi, civette e ratti di bambù. Queste specie sono spesso tenute in condizioni che possono aumentare il rischio di trasmissione di patogeni zoonotici. I rischi associati alle strutture di fauna selvatica in cattività includono la possibilità di spillover di patogeni zoonotici, condizioni igieniche inadeguate che favoriscono la trasmissione e la mutazione dei patogeni, e la presenza di un gran numero di animali in spazi ristretti. Questi fattori possono compromettere la salute pubblica e aumentare il rischio di epidemie o pandemie.

Due iniziative globali che possono essere adottate per affrontare i rischi delle operazioni commerciali di fauna selvatica sono il Progressive Management Pathway for Terrestrial Animal Biosecurity (FAO-PMP-TAB) e il Sustainable Wildlife Management (SWM) Programme. Il primo mira a rafforzare la biosecurity lungo le catene di valore degli animali, mentre il secondo si concentra sulla conservazione della fauna selvatica e sulla sicurezza alimentare, migliorando le pratiche di gestione e riducendo la domanda di carne di selvaggina.

È necessaria una cooperazione internazionale per affrontare le sfide legate alle malattie zoonotiche, poiché queste non sono solo questioni locali o nazionali, ma richiedono un approccio globale. Le riforme normative devono includere l'allineamento delle politiche nazionali e sub-nazionali con l'approccio One Health, migliorando la biosicurezza e le misure sanitarie nelle strutture di fauna selvatica. Inoltre, è fondamentale rafforzare la condivisione dei dati in tempo reale e la collaborazione tra agenzie e istituzioni pertinenti.

In ambito di cooperazione internazionale, le attività giudiziarie e di polizia possono includere l'implementazione di operazioni congiunte per combattere il traffico di fauna selvatica, la condivisione di informazioni e intelligence tra le forze dell'ordine di diversi paesi, e l'armonizzazione delle leggi e delle normative relative alla protezione della fauna selvatica. Inoltre, possono essere organizzati corsi di formazione e workshop per migliorare le capacità investigative e di enforcement delle autorità locali. Queste misure aiutano a garantire una risposta coordinata e efficace contro i crimini ambientali e le malattie zoonotiche.

#SAFE #UNODC #FAO #UE #COMMERCIODIFAUNASELVATICA
@Ambiente