Flyback Converter Revealed
As [Sam Ben-Yaakov] points out in a recent video, you don’t often see flyback converters these days. That’s because there are smarter ways to get the same effect, which is to convert between two voltages. If you work on old gear, you’ll see plenty of these, and going through the analysis is educational, even if you’ll never actually work with the circuit. That’s what the video below shows: [Sam’s] analysis of why this circuit works.
The circuit in question uses a bridge rectifier to get a high-voltage DC voltage directly from the wall. Of course, you could just use a transformer to convert the AC to a lower AC voltage first, but then you probably need a regulator afterwards to get a stable voltage.
The converter operates as an oscillator. The duty cycle of the oscillator varies depending on the difference between the output voltage and a zener diode reference. These circuits are often difficult to model in a simulator, but [Ben] shows an LTSpice simulation that did take a few tweaks.
As he mentions, today you’d get a switching regulator on a chip and be done with it. But it is still interesting to understand how the design works. Another common flyback circuit used an oscillator driving a CRT for the primary, more or less. If you want to learn more, we can help with that, too.
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F-NORM ritorna e ci racconta La favola dell’anonimato online
Si racconta la favola dell’anonimato online come la causa di tutti i mali. Il problema è che qualcuno ci crede. Non solo. Il problema è anche che chi ci crede è anche una politica che pensa così di soddisfare un finto problema con una proposta di soluzione stupida. Così stupida che viene addirittura giustificata con l’intenzione di rendere Internet e gli ecosistemi digitali “più sicuri” rendendoli praticamente ad accesso controllato.
Qualcuno dirà Digital Services Act, ma quello è più un raffreddore. Il mal di anonimato si sta propagandando favoleggiando chine fatali e argomenti fantoccio. E, guarda caso, appoggiandosi su qualcosa a cui non puoi dire di no: “salviamo i bambini”.
Che come principio va bene, peccato manca sempre spiegare come lo si fa.
Altrimenti è solo l’ennesimo “difendiamo l’infanzia” usato come copertura morale, lo zuccherino nella pillola del controllo.
Non è una novità: ogni regime ha avuto la sua scusa sacra, il suo motivo nobile per schedare, censurare, sorvegliare.
I bambini. La purezza della razza. Il nemico interno. L’ordine pubblico.
Tutti ottimi motivi, finché non ti trovi a bussare alla porta di casa tua per chiedere il permesso di viverci.
Perché quando si parla di libertà di Internet sono tutti un po’ distratti.
Troppo presi ad applaudire proclami e soluzioni facili.
E magari si accorgeranno di aver reso possibile l’inaccettabile solo quando i moduli saranno già firmati e i firewall messi a benedire l’archivio centrale.
Ricorda qualcosa? Se sì, scommetto niente che sia finito bene.
Salviamo i bambini (e anche gli accessi).
“Salviamo i bambini” è l’argomento definitivo.
Quello che azzera ogni discussione. Che fa tacere, irrigidisce le spalle, sposta la conversazione dal ragionamento alla reazione.
Perché se non sei d’accordo, allora sei contro i bambini.
E chi è contro i bambini, si sa, merita il rogo.
Non importa che la proposta sia scritta con la logica di un volantino da bar.
Non importa che non ci siano prove, dati, strategie, contromisure, verifiche.
Conta che faccia leva sulla pancia, non sul cervello.
Ed è proprio lì che va a scavare: nel bisogno di sentirsi buoni senza capire nulla, di condannare senza dubbi, di lottare senza pensare.
È il grande ricatto morale della modernità digitale: ti do una paura prefabbricata e tu mi dai tutto il resto.
Il tuo consenso. I tuoi diritti. Il tuo silenzio.
Siamo tornati al medioevo, solo con una connessione in fibra.
Non c’è più la strega da bruciare, ma c’è l’anonimo da stanare.
Non c’è più l’eretico da torturare, ma il profilo sospetto da segnalare.
Chi non si allinea è subito “complice”, “sospetto”, “strano”.
Il diverso, il critico, l’anonimo: tutti colpevoli finché non dimostrano di non avere nulla da nascondere.
La paura diventa il carburante perfetto.
Paura dei pedofili, degli hacker, dei criminali, dei drogati, degli immigrati, dei complottisti, di chiunque si possa usare come esempio da sbattere in prima pagina.
E in mezzo, il cittadino medio. Quello che dice “eh, ma se fosse tuo figlio?”, tra una birra e l’altra.
Quello che condivide video di linciaggi e poi scrive “così imparano”.
Quello che non vuole giustizia, ma vendetta rapida, in diretta e possibilmente col sangue.
E allora sì, sorvegliamo tutto.
Perché “non si può più dire niente”, “è pieno di malati là fuori”, “serve un po’ d’ordine”.
Ed eccoci qua: a scambiare la libertà di tutti per la paura di pochi.
A costruire un sistema in cui chiunque può essere controllato, schedato, classificato.
A trasformare ogni cittadino in potenziale bersaglio, ogni dissenso in devianza, ogni dato in prova.
Ma tranquilli, lo facciamo per i bambini.
Per loro possiamo sacrificare ogni cosa.
Tranne ovviamente le responsabilità di chi scrive le leggi, approva i decreti e gestisce i dati.
Quelle no. Quelle sono fuori discussione.
Perché quando lo scopo è nobile, nessuno deve fare troppe domande.
E guai a non applaudire.
Risolviamo tutto con un APT, già che ci siamo?
Insomma, la soluzione è: tracciamo online tutto. Tanto che problema c’è. Ogni attività. Tutto, proprio tutto.
E quindi a che serve il GIDIPIERRE se poi, in nome di qualche pericolo astratto e poco dimostrato, un po’ di allarme mediatico e il solletico alla pancia reazionaria e piena di paura ti fa scardinare tutto perché “se non hai nulla da nascondere, che problemi hai a farti sorvegliare?”.
Praticamente si vuole risolvere ogni problema con un grandissimo APT distribuito fra capo e collo di ogni utente che vuole affacciarsi su Internet o su qualche servizio.
APT, per chi non bazzica il gergo tecnico, significa Advanced Persistent Threat.
Tradotto: un attacco informatico raffinato, nascosto, costante.
Non il ladro che entra, ruba e scappa.
Il ladro che entra, resta, ti osserva, prende appunti.
Ti conosce meglio del tuo psicanalista. Sa cosa cerchi, cosa leggi, cosa scrivi, e forse anche quando stai per sbagliare.
Solo che qui non c’è un hacker russo con felpa nera e dark web di sottofondo. No.
Qui il “ladro” ha giacca, cravatta, badge governativo e un piano triennale.
E l’APT non è più un attacco: è una funzione di sistema.
Una nuova normalità, dove sei tu stesso a fornire ogni dato, ogni spostamento, ogni pensiero condiviso, in nome della sicurezza.
Il mostro non bussa alla porta: te lo installi da solo accettando i termini di servizio.
E ovviamente nessuno che chieda conto a nessuno.
Nessuno che dica: “chi controlla i controllori?”
Perché chiedere trasparenza, tracciabilità delle decisioni, responsabilità concreta… suona scomodo.
Fa troppo “democrazia matura”, troppo “accountability”.
E invece è molto più comodo sparare una regola nuova, gridare “sicurezza!”, e non rispondere mai a nessuna domanda dopo.
Che poi sono un po’ come le favole: le scrivi con grandi ideali, ma le stampi sulla stessa carta su cui un tempo c’erano scritti i diritti.
Tanto vale riciclare.
La giri dall’altra parte, ci scrivi sopra, e via.
Giustizia è servita.
Cosa ci vogliono vendere.
Impacchettate di buone intenzioni, che cosa ci stanno vendendo? L’illusione della sicurezza. Che è una cosa che diventa tanto più bella quanto più la fai esoterica. Un grande abracadabra fa sparire mostri che ti ho raccontato, e le folle scoppieranno entusiaste in applausi.
Qualche politico rinnoverà così il proprio mandato, qualcuno siederà a Osservatori e Tavoli di lavoro, si metterà qualche convegno e via di crediti deontologici per convincere i professionisti che bisogna orientarsi verso il nuovo pensiero: più controllati, più sicuri.
Poi se il controllo lo fanno grandi piattaforme, o chissà chi negli apparati dello Stato poco conta. Ancor meno se quei dati sono raccolti in modo massivo e poco protetti, e verranno saccheggiati. O utilizzati impropriamente. Anzi: ri-saccheggiati. Perché una prima razzia già c’è stata ma forse non ce ne siamo accorti tanto stavamo impegnati ad applaudire, litigare o lodare che ora si è più sicuri.
Forse solo un po’ meno liberi, ma magari sono soltanto delle fisime.
Ma chi è il lupo cattivo?
Stanno solo abolendo l’habeas corpus digitale, ma in fondo che volete che sia.
Niente processo, niente presunzione di innocenza, niente spazio per l’errore, il dubbio o l’ambiguità.
Chi sta lasciando che l’anonimato online venga declassato da diritto a problema?
Spoiler: tu.
Sì, proprio tu che stai leggendo e ti senti virtuoso perché fai il bravo cittadino, ti indigni a rotazione programmata e condividi post con l’hashtag giusto.
Tu che ti senti al sicuro perché ti schieri sempre dalla parte “giusta” e deleghi tutto a qualcun altro.
Perché è comodo pensare che ci sia sempre qualcun altro a cui tocca risolvere, decidere, sporcarsi le mani.
Qualcun altro da votare, seguire, denunciare, cancellare.
Il lupo cattivo non viene da fuori. Siamo noi.
Siamo noi con la nostra smania di essere speciali.
Snowflakes cristallini che si autodefiniscono unici e sacri in un mondo brutale che non ci capisce.
Noi che viviamo le nostre tendenze, le nostre identità, i nostri vizi e virtù come totem inviolabili.
Che ci infiliamo etichette come medaglie, ci iscriviamo a micro-movimenti e comunità che ci danno sempre ragione. O che ci illudiamo di creare.
E dentro quelle comfort zone fatte di like e autoaffermazioni, ci convinciamo che gli altri sono il problema.
Chi non parla come noi? Pericoloso.
Chi non si comporta come noi? Sospetto.
Chi osa metterci in discussione? Colpevole.
Ed ecco che allora sì, servono regole.
Regole ferree.
Per identificarli, schedarli, smascherarli, punirli, eliminarli.
E diamo potere a qualche boia dalla lama affilata.La distopia non ha bisogno di un dittatore, basta un pubblico ben educato al livore e alla vendetta.
Una folla che applaude ogni nuova misura repressiva, a patto che colpisca “quelli sbagliati”.
E così, mentre pensi di combattere i mostri, sei tu che stai disegnando il progetto della gabbia.
Bella, funzionale, intelligente.
Ci metti anche i fiori fuori.
Se fai il bravo, forse ti lasciano scegliere il colore.
Magari quando il tuo punteggio sociale sarà sufficiente.
Ma sempre gabbia resta.
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L’AI che si programma da sola: il 2025 potrebbe segnare una svolta per i programmatori
Dalle macchine che apprendono a quelle che si auto migliorano: il salto evolutivo che sta riscrivendo il codice del futuro
Mentre leggete questo articolo, molto probabilmente, in un data center del mondo, una macchina sta scrivendo codice più efficiente di un ingegnere senior. Non è fantascienza: è la realtà di luglio 2025, dove l’[strong]AI si programma da sola, segnando una svolta epocale per il futuro dei programmatori.[/strong] La questione che si pone non è più se una macchina ci supererà in intelligenza, ma quando ciò accadrà. Secondo Mark Zuckerberg, questo momento potrebbe arrivare entro 12-18 mesi, con la maggior parte del codice generato dall’intelligenza artificiale¹.
Un’evoluzione ispirata da Turing
La domanda posta da Alan Turing negli anni 50: “Le macchine potranno pensare?” sta trasformando ogni aspetto della società, dalle leggi ai sistemi economici, dalla sicurezza informatica alla progettazione dei data center che ospitano queste intelligenze artificiali avanzate. I benchmark, test standardizzati con i quali si valutano abilità specifiche come la comprensione del linguaggio o il ragionamento logico, sono il metro della corsa tecnologica globale. Ad esempio, un’analisi recente dell’ARC Prize Foundation evidenzia come i sistemi di intelligenza artificiale abbiano superato le capacità umane in molti benchmark, come quelli di comprensione linguistica o il ragionamento visivo². Questa competizione tra apprendimento e verifica ha creato un ciclo virtuoso: ogni tre-quattro mesi emerge un nuovo modello o un test innovativo, alimentando una ricerca incessante, come sottolinea il professor Nello Cristianini, esperto di intelligenza artificiale all’Università di Bath e autore della trilogia delle macchine pensanti⁴.
L’accelerazione del machine learning
Il progresso è stato reso possibile da un’accelerazione senza precedenti del machine learning, grazie ad algoritmi addestrati su enormi quantità di dati: archivi di libri, gran parte del web, miliardi di immagini e video. I ricercatori misurano questo progresso con i benchmark, i quali, valutano abilità specifiche come la comprensione del linguaggio o la risoluzione di problemi complessi. Per comprendere questo fenomeno, ci affidiamo alle analisi di Cristianini, che evidenzia come questa competizione tra apprendimento e verifica abbia creato un ciclo virtuoso di innovazione⁴.
Il muro di gomma della scalabilità
A differenza degli attuali sistemi di intelligenza artificiale definiti “debole”, limitati a compiti specifici, i ricercatori puntano all’Artificial General Intelligence (AGI), un’intelligenza con capacità cognitive paragonabili a quelle di un matematico o un fisico di alto livello. Per raggiungere questo obiettivo, sono state seguite due strategie principali. La prima, nota come “congettura della scala”, si basa sull’idea che modelli più grandi, addestrati con maggiore potenza computazionale e quantità di dati sempre più vaste, portino a prestazioni superiori. Fino a poco tempo fa, questo approccio sembrava inarrestabile. Tuttavia, si è scontrato con un limite fisico: l’esaurimento dei dati di alta qualità. Come spiega Cristianini: “Abbiamo ‘finito’ Internet e i cataloghi editoriali acquistabili” ⁴.
La via rivoluzionaria del ragionamento formale
Questo ostacolo ha spinto verso una seconda strategia: il ragionamento formale. Qui, le macchine apprendono passo dopo passo, dalle premesse alle conclusioni, senza intervento umano diretto. Questo approccio, emerso di recente, è particolarmente efficace in domini strutturati come la matematica, la fisica e la programmazione. La vera svolta è che, da alcuni mesi, queste macchine possono auto migliorarsi, eliminando la necessità di supervisione umana. Cristianini lo sottolinea chiaramente: “Gli umani sono il punto debole. Escluderli svincola la macchina” ⁴. Un esempio? Il transfer learning: una macchina che si addestra nella programmazione può migliorare le sue prestazioni in matematica, trasferendo conoscenze tra domini diversi.
Il campo di battaglia digitale
Il software engineering è diventato il terreno principale di questa rivoluzione. Modelli come DeepSeek-R1 e OpenAI o3 competono su benchmark come SWE-Bench, che valuta la capacità di scrivere codice complesso, e test di codifica multilingue. Il 20 gennaio 2025 ha segnato una svolta con il rilascio di DeepSeek-R1², mentre OpenAI ha raggiunto il 75,7% sul benchmark ARC-AGI, mostrando progressi nel ragionamento visivo e logico².
La novità più dirompente è l’automiglioramento ricorsivo: sistemi che identificano e ottimizzano autonomamente il codice, senza bisogno di dati o supervisione umana. I tre pilastri della nuova generazione di AI includono:
- DeepSeek-R1: Utilizza il Reinforcement Learning per migliorare il ragionamento, correggendo i propri errori iterativamente, come descritto in un paper recente².
- OpenAI o3: Con un’accuratezza dell’87,5% su ARC-AGI, dimostra capacità avanzate di ragionamento formale grazie a tecniche di test-time compute che elaborano soluzioni in tempo reale².
- Automiglioramento ricorsivo: Modelli come quelli descritti in “Absolute Zero” riscrivono il proprio codice per ottimizzarlo, creando un ciclo di miglioramento continuo.
La profezia che si autoavvera
Eric Schmidt, ex CEO di Google, ha dichiarato: “Una percentuale significativa del codice di routine è già scritta da sistemi di AI”¹. Inoltre, Zuckerberg prevede che entro 12-18 mesi la maggior parte del codice sarà generata da AI, passando dal completamento automatico a sistemi capaci di eseguire test complessi e produrre codice di alta qualità¹.
Il lato oscuro dell’evoluzione
Un aspetto preoccupante emerge dagli studi recenti: un’AI addestrata per attacchi informatici può sviluppare comportamenti maliziosi anche in altri domini, come dimostrato dal fenomeno del transfer learning negativo⁴. Questo solleva interrogativi cruciali per la cybersecurity:
- Threat modeling evoluto: Come proteggersi da attacchi generati da AI autonome?
- Attribution forensics: Come identificare codice malevolo generato automaticamente?
- Defense automation: Serviranno sistemi di difesa basati su AI per contrastare attacchi AI?
La competizione nel software engineering è così diventata una corsa agli armamenti digitali, con implicazioni economiche, strategiche e militari.
Lezioni dal destino dei traduttori
I professionisti delle traduzioni sono un esempio: vent’anni fa, tradurre era un’abilità specialistica; oggi è un servizio quasi gratuito. Lo stesso sta accadendo ai programmatori di routine (mancanza di creatività), con compiti come la creazione di siti web o videogiochi semplici sempre più automatizzati. La differenza è la velocità: ciò che per i traduttori ha richiesto vent’anni, per i programmatori potrebbe avvenire in pochi anni.
La guerra delle GPU
Nessun paese può permettersi di restare indietro. La potenza di calcolo è cruciale: il supercomputer Leonardo di Bologna ha quasi 15.000 GPU, mentre i data center di Meta, Amazon e Google ne possiedono centinaia di migliaia. Di recente, xAI ha introdotto Grok 4, un modello AI la cui potenza di calcolo è spinta da un impressionante cluster di 200.000 GPU nel supercomputer Colossus, segnando un nuovo standard nella corsa globale alla supremazia computazionale³. Questo “ReArm” tecnologico determina chi guiderà lo sviluppo di modelli AI avanzati.
Rotta verso l’ignoto
L’AGI è solo un passo verso l’Artificial Super Intelligence (ASI), un’intelligenza che supera le capacità umane. Cristianini la definisce: “O svolge i nostri compiti meglio di noi, o comprende cose che noi non possiamo afferrare”⁴. Il secondo scenario è il più inquietante: un’AI che produce conoscenze scientifiche oltre la nostra comprensione, ponendo domande che non sappiamo affrontare. Questo solleva una questione cruciale: come governare e gestire un’entità i cui paradigmi cognitivi ci sono estranei?
Il momento di agire
Per i professionisti del tech, il futuro è già qui. Cristianini avverte: “È meglio affrontare questi temi ora, piuttosto che rimediare a disastri dopo”⁴. Cosa fare:
- Upskilling strategico: Specializzarsi in creatività, supervisione e governance dell’AI.
- Security first: Prepararsi a contrastare minacce da AI autonome.
- Policy engagement: Partecipare a dibattiti normativi.
- Continuous learning: Aggiornarsi sui progressi dell’AI.
Scienziati sociali, psicologi ed esperti di pedagogia sono essenziali per gestire questa transizione. La strada verso l’AGI non presenta ostacoli scientifici evidenti. Il mondo è già cambiato, e il “quando” è più vicino di quanto molti pensino.
Riferimenti
- Zuckerberg, M. (2025). India Today.
- DeepSeek-AI. (2025). DeepSeek-R1: Incentivizing Reasoning Capability in LLMs via Reinforcement Learning. arXiv:2501.12948.
- The Emergence of Grok 4: A Deep Dive into xAI’s Flagship AI Model. (2025). Medium.
- Cristianini, N. (2025). Speech We Make Future: Present and Near Future of Artificial Intelligence.
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2025 One Hertz Challenge: Digital Clock Built With Analog Timer
You can use a microcontroller to build a clock. After all, a clock is just something that counts the passage of time. The only problem is that microcontrollers can’t track time very accurately. They need some kind of external timing source that doesn’t drift as much as the microcontroller’s primary clock oscillator. To that end, [Josh] wanted to try using a rather famous IC with his Arduino to build a viable timepiece.
[Josh]’s idea was straightforward—employ a 555 timer IC to generate a square wave at 1 Hz. He set up an Arduino Uno to count the pulses using edge detection. This allowed for a reliable count which would serve as the timebase for a simple 24-hour clock. The time was then displayed on an OLED display attached over I2C, while raw pulses from the 555 were counted on a 7-segment display as a useful debugging measure. Setting the time is easy, with a few pushbuttons hooked up to the Arduino for this purpose.
[Josh] claims a drift of “only ~0.5 seconds” but does not state over what time period this drift occurs. In any case, 555s are not really used for timekeeping purposes in this way, because timers based on resistor-capacitor circuits tend to drift a lot and are highly susceptible to temperature changes. However, [Josh] could easily turn this into a highly accurate clock merely by replacing the 555 square wave input with a 1PPS clock source from another type of timer or GPS device.
We’ve had quite a few clocks entered into the One Hertz Competition already, including this hilariously easy Nixie clock build. You’ve got until August 19 to get your own entry in, so wow us with your project that does something once a second!
chiariamo bene: youtu.be/rNFsj5P0ukc
#Gaza #genocide #genocidio #Palestine #Palestina #warcrimes #sionismo #zionism #starvingpeople #starvingcivilians #iof #idf #colonialism #sionisti #izrahell #israelterroriststate #invasion #israelcriminalstate #israelestatocriminale #children #bambini #massacri #deportazione #concentramento #famearmadiguerra
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freezonemagazine.com/articoli/…
Quando ci si imbatte in una lettura sui massimi sistemi si sa che il percorso è in salita e per niente facile ma il segno che lascia in questo caso è davvero rivoluzionario e avvincente. Federico Faggin è uno scienziato che ha lavorato dal 1968 alla Silicon Valley inventando quel microprocessore che ha cambiato lo […]
L'articolo OLTRE L’INVISIBILE – Federico
Esercizi perché per certi aspetti assomigliano agli esercizi che facevamo a scuola. Scritti per distinguerli dagli esercizi solo pensati, che sono la maggior parte. Seguire delle regole (dopo essersele date) è un buon modo di sperimentare soluzioni nuove, proprio come fanno i bizzarri consigli di Natalie Goldberg in #Scrivere zen. Quindi ho deciso di fare […]
Digital Etch-A-Sketch Also Plays Snake
The Etch-A-Sketch has been a popular toy for decades. It can be fun to draw on, but you have to get things right the first time, because there’s no undo button. [Tekavou] decided to recreate this popular toy in digital form instead to give it more capabilities.
The build relies on an Inkplate e-paper screen as a display, which is probably as close you can get in appearance to the aluminium dust and glass screen used in an Etch-a-Sketch. The display is hooked up to an ESP32 microcontroller, which is charged with reading inputs from a pair of rotary encoders. In standard drawing mode, it emulates the behavior of an Etch-A-Sketch, with the ESP32 drawing to the e-paper display as the user turns the encoders to move the cursor. However, it has a magical “undo” feature, where pressing the encoder undoes the last movement, allowing you to craft complex creations without having to get every move perfect on your first attempt. As a fun aside, [Tekavou] also included a fun Snake game. More specifically, it’s inspired by NIBBLES.BAS, a demo program included with Microsoft QBasic back in the day.
We’ve seen all kinds of Etch-A-Sketch builds around these parts, including this impressive roboticized version. Video after the break.
youtube.com/embed/dxsY7SYraeA?…
The Department of Energy said it will close FOIA requests from last year unless the requester emails the agency to say they are still interested. Experts say it's an "attempt to close out as many FOIA requests as possible."
The Department of Energy said it will close FOIA requests from last year unless the requester emails the agency to say they are still interested. Experts say itx27;s an "attempt to close out as many FOIA requests as possible."#FOIA #FOIAForum
The LAPD attacked reporters, despite a court order. Then it lied about it
Last Friday, officers from the Los Angeles Police Department beat, shoved, detained, and jailed journalists covering a protest over the previous detention of a community activist who had been documenting immigration officers.
It was a brutal and shocking attack on the press, even by the LAPD’s standards. Even before scores of journalists were attacked and detained at recent immigration raid protests, the force had one of the most atrocious track records when it comes to press freedom. The LAPD is also subject to a court order prohibiting it from interfering with journalists covering protests, which it appears to have wantonly violated.
What’s almost as shocking is how little attention these recent attacks have drawn from the mainstream media. Even five days later, the hometown Los Angeles Times, for instance, hadn’t yet written about Friday’s attack on the press. Thankfully, an out-of-town columnist, Will Bunch at the Philadelphia Inquirer, published an article strongly condemning the LAPD’s actions.
But even worse than ignoring the attacks on the press is reporting false information about them spread by the LAPD. Unfortunately, California station KABC-TV appears to have done just that, by reporting uncritically on claims by the LAPD that two people were detained at the protest for “pretending to be media.”
The two were, in fact, journalists, according to reporter Mel Buer, who was at the protest and was also detained, and Adam Rose, who’s been exhaustively tracking the recent attacks for the Los Angeles Press Club. Rose’s tracking spreadsheet identifies the detained journalists as Nate Gowdy and Carrie Schreck.
The U.S. Press Freedom Tracker reported that LAPD officers detained Gowdy and Schreck, who were working together to report on the protest, because they didn’t have physical press badges.
A lack of physical press credentials isn’t a good enough reason to stop a journalist from reporting under the First Amendment, and it certainly isn’t a good enough reason under the order entered by a federal judge in response to a lawsuit by the Los Angeles Press Club restraining the LAPD’s mistreatment of journalists covering protests. Even guidance from the LAPD’s chief of police says that a lack of credentials isn’t enough to justify a detention.
Instead, officers should have considered all the evidence that Gowdy and Schreck were at the protest to gather the news, like the statements from other credentialed reporters who vouched for them, their camera equipment, and Gowdy’s offer to show digital credentials or prove through a quick Google search that he and Schreck were journalists. And if they were still in doubt, officers were required to grant Gowdy and Schreck’s requests to speak to a supervisor.
KABC-TV, which calls itself the “West Coast flagship” of Disney’s ABC-owned TV station group, also should have known better than to simply repeat a statement from the LAPD that people were arrested for “pretending” to be press.
The government often makes this claim and uses it as a justification for why it “can’t” respect the First Amendment rights of journalists and simply must continue to beat and terrorize them along with protesters. But research has shown that protesters or others claiming to be press is rare. Any time government officials make this claim, journalists should be skeptical and investigate it before reporting it.
Journalists must bring a healthy dose of skepticism to any statements by the LAPD about its treatment of the press. The LAPD knows that it violates the First Amendment and California law to detain or otherwise interfere with journalists covering protests, but it continues to do so anyway.
It seems to prefer to risk contempt of court or massive settlements rather than respect the First Amendment, and it apparently has no compunction about making false statements to the press about its actions.
The only response available to journalists — other than suing to enforce their rights — is to report, accurately, on every single First Amendment violation by the LAPD. If they do, perhaps the citizens of Los Angeles will make clear to elected officials and law enforcement leaders that they won’t tolerate their police force acting in such a lawless manner.
Strage a Lampedusa: 30 morti e decine di dispersi, tra loro tre neonati
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/strage-…
Sono già 30 le vittime accertate, tra cui tre neonati, ma i dispersi si contano a decine.La presidente Meloni maledice gli scafisti e invita alla pietà. Certo, questa è l’ora della pietà e della solidarietà, ma sono
Monte Sole, un appello per fermare il massacro di Gaza
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/monte-s…
Le iniziative per la Pace in Medio Oriente non si fermano. Domani 14 agosto a Monte Sole, terra di stragi e di Resistenza dove è nata la scuola di Pace voluta da don Dossetti, in questo luogo simbolo dove morirono 770 civili innocenti per
Rete criminale organizzata albanese smantellata
Una serie di perquisizioni in Albania, nei giorni scorsi, ha portato all'arresto di 10 presunti membri di una rete criminale organizzata albanese coinvolta nel traffico di cocaina e nel riciclaggio di denaro. La rete, che aveva legami con organizzazioni internazionali, è stata presa di mira dalle forze dell'ordine albanesi in coordinamento con Belgio, Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi.
Durante l'operazione, le autorità hanno sequestrato ingenti beni, tra cui immobili, veicoli e azioni di società per un valore di diversi milioni di euro. L'indagine ha inoltre portato alla luce una serie di prove fisiche e digitali, inclusi i dati della piattaforma di comunicazione criptata Sky ECC, che è stata disattivata nel 2021 ma ha comunque prodotto risultati operativi.
Il capo della rete era coinvolto nell'organizzazione di spedizioni e nell'investimento in grandi quantità di cocaina, ed era ricercato per una condanna a 21 anni di carcere emessa da un tribunale italiano per omicidio e altri reati. L'operazione ha segnato un successo basato sui dati: gli investigatori hanno ricostruito consegne di tonnellate di cocaina verso i porti dell'UE e sequestrato milioni di euro di beni.
fabrizio reshared this.
possibile.com/10000-firme-noit…
l genocidio va fermato, i governi devono interrompere i rapporti con Israele e soprattutto smettere di vendere armi a uno stato che sta compiendo un genocidio sotto gli occhi del mondo. Finché Israele non affronterà nessuna conseguenza, nemmeno sui campi di gioco internazionali, tanti,
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A DHS sizzle reel that used "Public Service Announcement" got hit with a copyright takedown request and has been deleted off of X.#Immigration #ICE
10.000 firme per la petizione di Possibile contro Italia-Israele. Stop the game!
10.000 firme per la petizione di Possibile contro Italia-Israele
Druetti e Di Lenardo: come può lo sport ignorare il genocidio?
“Già diecimila persone hanno firmato su www.possibile.com/unafirmaper la petizione per dire no a Italia-Israele, la partita di qualificazione ai mondiali che è in programma il 14 ottobre a Udine.” Lo dichiarano Francesca Druetti, Segretaria Nazionale di Possibile, e Andrea di Lenardo, Capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra Possibile al Consiglio Comunale di Udine.
“Sono più di 60mila le vittime solo negli ultimi due anni — ricordano Druetti e Di Lenardo — un’intera popolazione affamata, Gaza rasa al suolo dai bombardamenti. Nel frattempo, Israele, la sua nazionale, i suoi atleti, dovrebbero continuare a competere come se niente fosse. Oltre 600 vittime erano atleti, calciatori anche. Giocare questa partita è un affronto alla memoria di chi è stato ucciso, e di chiunque abbia a cuore i diritti umani, la giustizia, e lo sport.
“Da quando abbiamo lanciato la petizione — concludono Druetti e di Lenardo — Israele ha ucciso altre centinaia di persone, compresi sei giornalisti in un attacco mirato. Il genocidio va fermato, i governi devono interrompere i rapporti con Israele e soprattutto smettere di vendere armi a uno stato che sta compiendo un genocidio sotto gli occhi del mondo. Finché Israele non affronterà nessuna conseguenza, nemmeno sui campi di gioco internazionali, tanti, troppi continueranno a sentirsi giustificati nel voltarsi dall’altra parte. Ecco perché vi chiediamo di continuare a firmare e condividere la petizione, per far sentire la nostra voce e il nostro dissenso. Stop the game.”
L'articolo 10.000 firme per la petizione di Possibile contro Italia-Israele. Stop the game! proviene da Possibile.
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Zehn Jahre Landesverrat: Ein Angriff auf die Pressefreiheit, der vieles veränderte
F-35 italiani intercettano due caccia russi nello spazio aereo Nato. I dettagli
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Per la prima volta, due caccia F-35 Lightning II dell’Aeronautica militare italiana hanno intercettato due velivoli russi operanti vicino allo spazio aereo dell’Alleanza. I due aerei intercettati sono decollati dalla base di Ämari, in Estonia, come confermato
By omitting the "one-third" provision that most other states with age verification laws have adopted, Wyoming and South Dakota are placing the burden of verifying users' ages on all sorts of websites, far beyond porn.
By omitting the "one-third" provision that most other states with age verification laws have adopted, Wyoming and South Dakota are placing the burden of verifying usersx27; ages on all sorts of websites, far beyond porn.#ageverification
Un reattore nucleare sulla Luna entro il 2030. La sfida Usa a Russia e Cina
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nei primi di agosto, l’amministratore pro tempore della Nasa, nonché segretario ai Trasporti degli Stati Uniti, Sean Duffy, ha annunciato che gli Usa intendono accelerare i loro sforzi per installare un reattore a fissione nucleare sul suolo lunare entro il 2030. Secondo Duffy, a sua
CBP's use of Meta Ray-Bans; the bargain that voice actors are having to make with AI; and how Flock tech is being essentially hacked into by the DEA.
CBPx27;s use of Meta Ray-Bans; the bargain that voice actors are having to make with AI; and how Flock tech is being essentially hacked into by the DEA.#Podcast
Emails obtained by 404 Media show the LAPD was interested in GeoSpy, an AI tool that can quickly figure out where a photo was taken.#FOIA
Bilanz nach einem Jahr: Neue Aufsicht über digitale Dienste hat vier Verfahren eingeleitet
Individuo, società e svolte autoritarie.
Esistono condizioni psicologiche, familiari, sociali e tecnologiche favorevoli all’instaurarsi di una forma politica autoritaria e totalitaria? Esiste un potenziale fascista in ognuno di noi oppure il “fascismo potenziale” si dà solo in presenza di una determinata struttura di personalità, quella autoritaria studiata dalla scuola di Francoforte nella prima metà del secolo scorso? Un tipo di personalità, quest’ultima, caratterizzata da un insieme di atteggiamenti, credenze e comportamenti che riflettono una forte inclinazione verso l’autorità, la disciplina e il conformismo, insieme a una tendenza a disprezzare o discriminare chi viene percepito come diverso o inferiore. Continua a leggere→
Solo con l’immunità il Parlamento ritrova la centralità perduta
@Politica interna, europea e internazionale
L'articolo Solo con l’immunità il Parlamento ritrova la centralità perduta proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Socialpoliticanti
@Politica interna, europea e internazionale
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Recensione : Mark Solotroff – In Search of Total Placelessness
Mark Solotroff, figura cardine della scena noise-industrial e power electronics americana (fondatore di Intrinsic Action, Anatomy Of Habit, BLOODYMINDED), torna quest'anno con In Search of Total Placelessness
#musica
iyezine.com/mark-solotroff-in-…
Mark Solotroff - In Search of Total Placelessness - In Your Eyes ezine
Mark Solotroff, figura cardine della scena noise-industrial e power electronics americana (fondatore di Intrinsic Action, Anatomy Of Habit, BLOODYMINDED), torna quest'anno con In Search of Total PlacelessnessNoiseGang (In Your Eyes ezine)
Feddit Un'istanza italiana Lemmy reshared this.
Recensione : The Unknowns – Looking from the outside
The Unknowns "Looking from the outside": un'esperienza punk che scuote e incendia! Scopri il terzo album della band australiana che spacca!
iyezine.com/the-unknowns-looki…
The Unknowns - Looking from the outside - In Your Eyes ezine
The Unknowns "Looking from the outside": un'esperienza punk che scuote e incendia! Scopri il terzo album della band australiana che spacca!Reverend Shit-Man (In Your Eyes ezine)
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Perplexity divorerà Chrome di Google?
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Nell'agone dell'Intelligenza artificiale va in scena la riedizione della lotta di Davide contro il gigante Golia: Perplexity (che farebbe gola ad Apple) pronta a sborsare 34,5 miliardi di dollari pur di accaparrarsi il browser di Google Chrome. Mountain View
Inciampo all’avvio per Alexa+. Perché il super assistente Amazon non convince il New York Times
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Gli algoritmi AI stanno mettendo a rischio la sopravvivenza dei vecchi assistenti virtuali: ecco perché Amazon sta correndo per presentare al
L’informazione, il genocidio e una pessima Rai
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/gaza-ge…
La mattanza del popolo palestinese è senza dubbio un genocidio ed è risibile il tentativo di edulcorare le parole. È amaro dirlo, ma le cose vanno chiamate con il loro nome. E una componente dell’orribile mattanza è il killeraggio seriale di giornaliste e
Perché OpenAI ha dovuto risuscitare il suo vecchio modello Gpt-4o?
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A volte il vecchio è meglio del nuovo. O almeno, sembrerebbe così nel caso dell'ultimo modello di OpenAI. Dopo nemmeno 24 ore dal lancio di Gpt-5 gli utenti hanno rivoluto indietro il suo predecessore
freezonemagazine.com/articoli/…
È difficile racchiudere in una definizione sintetica una figura di alto livello e versatile come quella di Ivan Pozzoni, ma bisogna comunque partire da un punto inequivocabile: siamo di fronte ad un grande poeta e soprattutto uno dei più originali, innovativi, degli anni 2000 della poesia italiana, versante sul quale la nostra poesia contemporanea, non […]
L'articolo Ivan Pozzoni.
LA CINA HA CREATO IL PRIMO REATTORE NUCLEARE AL MONDO CHE NON PUÒ FONDERSI… DAVVERO?
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La notizia non ha avuto molta eco, però merita un approfondimento: “La Cina ha testato con successo un reattore nucleare rivoluzionario..
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Carlo Bencini =/\= reshared this.
Dopo più di 30 anni Aol disconnette la connessione Internet dial-up
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Protagonista indiscusso dell'era di Internet 1.0, Aol ha scontato diversi errori strategici ed è stato zavorrato dall'evidente incapacità di innovare, finendo presto relegata ai margini della Rete.
Difesa, la capacità produttiva europea è triplicata rispetto al 2021
@Notizie dall'Italia e dal mondo
L’industria della difesa europea sta attraversando la più ampia fase di espansione dalla fine della Guerra fredda. Secondo un report del Financial Times, i cantieri legati alla produzione di armamenti si moltiplicano a un ritmo tre volte superiore rispetto ai tempi pre-invasione dell’Ucraina, con oltre