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Il Bias del Presente! E’ il nemico subdolo della tua sicurezza informatica!


Nel labirinto digitale in cui la nostra vita si svolge sempre più frequentemente, siamo costantemente bombardati da stimoli che promettono gratificazione immediata: un like sui social media, l’accesso istantaneo a informazioni, la comodità di un click.

In questo contesto di appagamento istantaneo, un potente meccanismo psicologico, il Bias del Presente, agisce silenziosamente, influenzando le nostre decisioni online, spesso a discapito della nostra sicurezza cibernetica. Questo articolo esplorerà come la nostra innata tendenza a privilegiare i benefici immediati rispetto alle conseguenze future ci rende vulnerabili ai pericoli del cyberspazio, analizzando le sue manifestazioni più comuni e suggerendo strategie per mitigare i rischi.

La sirena della gratificazione immediata


La nostra vita virtuale è un palcoscenico di interazioni fugaci e desideri istantanei. La notifica che promette un premio immediato, il link allettante che cattura la nostra curiosità, l’applicazione “gratuita” che ci offre un accesso senza intoppi: tutte queste sirene digitali fanno leva sul nostro innato desiderio di gratificazione immediata. In questi frangenti, il Bias del Presente prende il sopravvento sulla nostra razionalità, spingendoci a compiere azioni che, se valutate con una prospettiva a lungo termine, apparirebbero palesemente rischiose. Clicchiamo impulsivamente, condividiamo incautamente e accettiamo condizioni senza la dovuta diligenza, attratti dalla promessa di un appagamento immediato, ignorando i potenziali pericoli che si celano dietro l’angolo digitale.

Password facili e clic impulsivi


Consideriamo l’esempio emblematico delle password. La creazione e la memorizzazione di password complesse e uniche rappresentano un piccolo “costo” immediato in termini di tempo e sforzo cognitivo. Tuttavia, il beneficio a lungo termine di una maggiore sicurezza e della protezione dai tentativi di accesso non autorizzato è incommensurabilmente più grande. Eppure, molti di noi cedono alla tentazione della semplicità, scegliendo password banali e facilmente prevedibili, spinti dal desiderio di un accesso rapido e senza intoppi ai nostri account. Il Bias del Presente ci impedisce di percepire appieno la gravità del rischio futuro, focalizzandoci unicamente sulla piccola “scomodità” del momento.

Lo stesso principio si applica alla nostra interazione con link ed allegati sconosciuti. La promessa di un’offerta esclusiva, di un’informazione sensazionale o di un video virale fa leva sulla nostra curiosità e sul desiderio di essere “sul pezzo”. Cliccare su un link sospetto o scaricare un allegato da una fonte non verificata offre una gratificazione immediata (la potenziale scoperta di qualcosa di interessante), ma ci espone al rischio concreto di malware, phishing e furto di dati personali. Il Bias del Presente ci rende ciechi al potenziale danno futuro, accecati dal luccichio effimero dell’interesse immediato.

Il costo nascosto della condivisione


Anche la nostra presenza sui social media è profondamente influenzata da questo bias. La ricerca di validazione sociale attraverso “like” e commenti, il desiderio di condividere momenti della nostra vita per sentirci connessi e parte di una comunità, ci spingono spesso a trascurare le implicazioni a lungo termine della nostra impronta digitale. Condividiamo informazioni personali, dettagli sulla nostra posizione, opinioni controverse, senza considerare appieno come questi dati potrebbero essere utilizzati in futuro, magari contro di noi. La gratificazione immediata dell’interazione sociale e del riconoscimento prevale sulla prudenza e sulla consapevolezza dei rischi per la nostra privacy a lungo termine.

La seduzione della continuità


Il Bias del Presente si insinua anche nel nostro approccio agli aggiornamenti software e alle misure di sicurezza. L’installazione di un aggiornamento può sembrare un’interruzione fastidiosa della nostra attività online immediata. Ignoriamo i promemoria, posticipiamo l’operazione, attratti dalla continuità del nostro flusso digitale attuale. Tuttavia, questi aggiornamenti spesso contengono patch di sicurezza cruciali che ci proteggono da vulnerabilità note. La nostra impazienza e il desiderio di mantenere inalterato il nostro presente digitale ci rendono bersagli più facili per gli attacchi informatici che sfruttano proprio quelle falle di sicurezza non sanate.

Coltivare la forza mentale per un mondo digitale sicuro


Sviluppare la forza mentale non è un processo passivo, ma richiede impegno e pratica costante. Ecco alcune strategie per rafforzare la nostra resilienza psichica nel contesto digitale. Invece di considerare le azioni pratiche di sicurezza come meri compiti da spuntare su una lista, incorniciamole come atti di auto-compassione digitale.

Ogni password robusta che creiamo è un abbraccio protettivo alla nostra identità online, uno scudo eretto con cura contro l’intrusione.

Aggiornare il software diventa un atto di nutrimento del nostro ecosistema digitale, fornendogli le vitamine necessarie per resistere alle malattie del web.

Essere scettici prima di cliccare non è solo prudenza, ma un esercizio di intelligenza emotiva digitale, riconoscendo che non tutte le offerte scintillanti sono genuine.

Pensare due volte prima di condividere online è un atto di mindfulness digitale, una pausa consapevole per valutare l’impronta emotiva che lasciamo nel mondo virtuale.

Configurare impostazioni di privacy restrittive è un modo per definire i nostri confini psicologici online, proteggendo la nostra energia mentale dalla dispersione.

Fare backup regolari è un atto di resilienza emotiva anticipata, preparandoci con cura per eventuali “lutti” digitali.

In definitiva, ogni azione pratica di sicurezza è intrisa di psicologia: è un atto di auto-efficacia, un modo tangibile per riprendere il controllo in un ambiente digitale che spesso ci fa sentire impotenti.

In conclusione, la sicurezza nel mondo digitale non è solo una questione di strumenti e tecnologie, ma anche di forza mentale. Coltivare la consapevolezza, la gestione dell’attenzione, il pensiero critico e l’intelligenza emotiva ci permette di diventare utenti più resilienti e capaci di proteggerci attivamente dalle insidie del cyberspazio. Investire nella nostra forza mentale è investire nella nostra sicurezza digitale a lungo termine. Non si tratta solo di proteggere dati, ma di proteggere la nostra tranquillità mentale, la nostra fiducia e la nostra capacità di vivere serenamente nell’era digitale. Che ne pensate?

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un grande presidente, un grande economista

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Fault Analysis of a 120W Anker GaNPrime Charger


Taking a break from his usual prodding at suspicious AliExpress USB chargers, [DiodeGoneWild] recently had a gander at what used to be a good USB charger.
The Anker 737 USB charger prior to its autopsy. (Credit: DiodeGoneWild, YouTube)The Anker 737 USB charger prior to its autopsy.
Before it went completely dead, the Anker 737 GaNPrime USB charger which a viewer sent him was capable of up to 120 Watts combined across its two USB-C and one USB-A outputs. Naturally the charger’s enclosure couldn’t be opened non-destructively, and it turned out to have (soft) potting compound filling up the voids, making it a treat to diagnose. Suffice it to say that these devices are not designed to be repaired.

With it being an autopsy, the unit got broken down into the individual PCBs, with a short detected that eventually got traced down to an IC marked ‘SW3536’, which is one of the ICs that communicates with the connected USB device to negotiate the voltage. With the one IC having shorted, it appears that it rendered the entire charger into an expensive paperweight.

Since the charger was already in pieces, the rest of the circuit and its ICs were also analyzed. Here the gallium nitride (GaN) part was found in the Navitas GaNFast NV6136A FET with integrated gate driver, along with an Infineon CoolGaN IGI60F1414A1L integrated power stage. Unfortunately all of the cool technology was rendered useless by one component developing a short, even if it made for a fascinating look inside one of these very chonky USB chargers.

youtube.com/embed/-JV5VGO55-I?…


hackaday.com/2025/05/21/fault-…



STATI UNITI. 260.000 dipendenti pubblici lasciano il lavoro a causa di Trump e Musk


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Decine di migliaia di dipendenti federali hanno scelto di dimettersi. Non per volontà propria, ma perché spinti dalle politiche intimidatorie del presidente
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Sicurezza Zero Trust e 5G. Un connubio necessario


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il 5G consente di connettere un numero elevato di endpoint. Le politiche Zero Trust possono diventare quindi complesse a cominciare dagli aspetti organizzativi fino a quelli operativi. Ericsson Italia spiega di quali considerazioni occorre tenere conto
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False VPN, Finti Tool: Le Estensioni Chrome che Rubano Tutto


Da febbraio 2024, il Chrome Web Store ha iniziato a distribuire componenti aggiuntivi dannosi per il browser, camuffati da utili utility, ma in realtà utilizzati per rubare dati, dirottare sessioni ed eseguire codice arbitrario. Questi componenti aggiuntivi sono creati da un gruppo sconosciuto e sono rivolti a utenti che cercano strumenti di produttività, servizi VPN, piattaforme bancarie e crittografiche, nonché strumenti per l’analisi e la creazione di contenuti multimediali.

Secondo il team di DomainTools Intelligence, gli aggressori stanno creando siti web falsi che sembrano servizi reali come DeepSeek, Manus, DeBank, FortiVPN e Site Stats. Queste pagine reindirizzano gli utenti a estensioni false nel Chrome Web Store che sembrano svolgere le funzioni promesse. Tuttavia, oltre a questo, rubano cookie, login e password, iniettano pubblicità, reindirizzano il traffico verso risorse dannose e interferiscono con il contenuto delle pagine web utilizzando la manipolazione del DOM.

Il pericolo è aggravato dal fatto che queste estensioni si assegnano privilegi eccessivi nel file manifest.json. Ciò consente loro di accedere a tutti i siti visitati dall’utente, scaricare codice arbitrario da server remoti, utilizzare WebSocket per instradare il traffico e persino aggirare la protezione della Content Security Policy tramite il gestore di eventi “onreset” incorporato negli elementi DOM temporanei.

Non si sa ancora esattamente come gli utenti arrivino su pagine dannose, ma si presume che vengano utilizzati schemi standard: phishing, pubblicità e link sui social network. DomainTools ha scoperto che i siti contengono spesso tracker di Facebook, che potrebbero indicare una promozione tramite piattaforme Meta: pagine, gruppi e campagne pubblicitarie.

Nonostante gli sforzi di Google per rimuovere le estensioni dannose dal suo store, i criminali informatici dispongono ancora di un’infrastruttura molto vasta: oltre 100 siti falsi ed estensioni correlate. Grazie ai siti web e all’inserimento nell’archivio delle estensioni ufficiale, gli aggressori possono comparire nei risultati di ricerca sia su Internet sia all’interno dello stesso Chrome Web Store, creando l’illusione di legittimità.

Si consiglia agli utenti di scaricare componenti aggiuntivi solo da sviluppatori affidabili, di leggere attentamente le recensioni, di analizzare le autorizzazioni richieste e di evitare estensioni il cui nome o logo ricorda prodotti popolari ma presenta piccole differenze.

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40% del budget IT in burocrazia. Così l’Europa perde la sfida tech. Report Wsj

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Fatti, numeri e analisi sullo sconfortante quadro burocratico dell'Ue anche in materia tech. Che cosa emerge da un approfondimento del Wall Street startmag.it/innovazione/europa…



Telegram ha ceduto i dati di 22.277 utenti nel 2025. La svolta dopo l’arresto di Durov


Dall’inizio del 2025, l’app di messaggistica Telegram ha consegnato alle autorità i dati di 22.777 utenti, ovvero più di tre volte in più rispetto allo stesso periodo del 2024, quando furono scoperti 5.826 account.

Le informazioni provengono da un repository GitHub in cui vengono pubblicati i report sulla trasparenza di Telegram per Paese. Secondo questi dati, solo negli Stati Uniti, da gennaio a marzo sono stati trasferiti i dati di 1.664 utenti, per un totale di 576 richieste ricevute dalle autorità statunitensi.

Telegram, nonostante la sua immagine di piattaforma per la comunicazione libera, è da tempo utilizzato non solo per comunicare con gli amici, ma anche come piattaforma per attività illegali, che vanno da falsi schemi finanziari al traffico di armi e al gioco d’azzardo. In passato, Pavel Durov, il fondatore del servizio, ha sempre dichiarato il suo impegno a favore della libertà di parola e il suo rifiuto di collaborare con le agenzie governative.

Tuttavia, la posizione cambiò dopo il suo arresto in Francia nel 2024. Allora le autorità del Paese chiesero a Telegram di fornire informazioni su un caso di abusi su minori e il rifiuto dell’azienda si concluse con l’arresto del suo responsabile.

Da allora, l’approccio di Telegram alle richieste è cambiato. Il servizio ha iniziato a rispondere in modo più attivo alle richieste delle forze dell’ordine. L’app di messaggistica dispone addirittura di uno speciale bot che consente agli utenti di scoprire quante richieste sono state ricevute nel loro Paese e quanti account sono stati interessati. Sebbene il bot sia limitato alla registrazione di un utente specifico, esistono risorse di terze parti e canali Telegram in cui vengono pubblicate versioni aggiornate dei report. Una di queste risorse è curata da Tek, specialista in tecnologia di Human Rights Watch.

Secondo i dati aggiornati di GitHub, Telegram ha elaborato almeno 13.615 richieste provenienti da diversi paesi nel primo trimestre del 2025. Di conseguenza, sono state trasferite informazioni su 22.277 utenti. A titolo di paragone, il numero di richieste di questo tipo nello stesso periodo del 2024 era significativamente inferiore.

Il numero di richieste provenienti dalla Francia è aumentato in modo particolarmente significativo, passando da 4 a 668. Nel 2024, 17 utenti sono stati esposti tramite queste richieste e nel 2025 sono stati 1.425. La Romania, che non era inclusa nei rapporti dell’anno precedente, ha inviato 37 richieste nel 2025, ricevendo dati su 88 account.

Questi cambiamenti avvengono sullo sfondo di relazioni tese tra Durov e le autorità francesi. Dopo il suo arresto nel 2024, non ha potuto lasciare la Francia per molto tempo, ma nel marzo 2025 i suoi avvocati sono riusciti a ottenere la sua liberazione temporanea, dopodiché è volato a Dubai. Da quel momento in poi, ha iniziato a pubblicare post al vetriolo sui social media, tra cui allusioni a pressioni politiche.

Così, dopo le elezioni in Romania, in cui ha vinto un candidato centrista, Durov ha accusato uno Stato dell’Europa occidentale, di cui non ha fatto il nome, di aver tentato di interferire nel processo elettorale. Sul suo canale Telegram ha scritto che un certo regime europeo gli aveva chiesto di “sopprimere le voci conservatrici in Romania”, presumibilmente per proteggere la democrazia. Secondo lui, lui rifiutò.

Telegram sottolinea che, nonostante il cambio di rotta, non bloccherà i canali politici o i movimenti di protesta, né in Europa né in altre regioni. Allo stesso tempo, il forte aumento del numero di richieste e del volume di dati divulgati indica che la piattaforma sta gradualmente perdendo il suo status di “paradiso digitale”.

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La data certa è tornata!


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/datacert…
Con il provvedimento odierno, il Garante Privacy ha pesantemente sanzionato Replika, l'azienda nota per aver applicato l'intelligenza artificiale generativa ai chatbot, mettendo a disposizione del mondo nuovi e fantastici amici virtuali, fidanzate immaginarie, confidenti particolari,

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Il riarmo (in)sostenibile dell'Europa


altrenotizie.org/spalla/10684-…


Mentre il governo fascista di Netanyahu prosegue il genocidio a Gaza la destra acquista tecnologie da Israele come se nulla fosse. Il governo Meloni è complice del genocidio a Gaza come i loro beneamati Mussolini e Almirante lo furono di quello ebraico. Ha ragione l’on.Grimaldi: fanno veramente schifo. Questa destra fa schifo ma per onestà [...]


Viral AI-Generated Summer Guide Printed by Chicago Sun-Times Was Made by Magazine Giant Hearst#AI
#ai


Dalla newsletter di Haaretz:

Yair Golan, leader of the left-wing The Democrats party, told Israel's public broadcaster that "Israel is on the path to becoming a pariah state, like South Africa once was, if it does not return to acting like a sane country." Golan further said that "a sane state does not wage war against civilians, does not kill babies as a hobby, and does not set goals for itself like the expulsion of a population." The Democrats chair also criticized the government's conduct, saying it is "full of vengeful, unintelligent, and immoral individuals who lack the ability to run a country in a time of emergency – people who have nothing whatsoever to do with Judaism."



Paolo Mazzucchelli allo IED di Milano il 26 Maggio : Music Visual Gender
freezonemagazine.com/news/paol…
Tra le tante iniziative ed incontri che lo IED di Milano propone, vogliamo segnalarvi quello del prossimo 26 maggio. Le copertine dei dischi non sono solo grafiche: sono specchi dei tempi, manifesti di lotte, stereotipi, emancipazioni. Paolo Mazzucchelli ci guida in un viaggio visivo e sonoro tra icone, cliché e


#Gaza, il manuale del #genocidio


altrenotizie.org/primo-piano/1…



Buy Atlantic, Lockheed Martin si prepara a investire direttamente in Europa

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’Europa si trova oggi in una fase cruciale di ridefinizione delle sue politiche di difesa. Gli shock geopolitici degli ultimi anni — dall’aggressione russa all’Ucraina alle pressioni di Donald Trump per un maggiore impegno europeo nella Nato — hanno costretto Bruxelles



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Keynote speakers for FediForum announced, some new interesting updates for PieFed, and 15 years of the software group of Hubzilla, Friendica and others.


Apprezziamo che molti sindaci – in particolare quelli aderenti a Ali – abbiano sottoscritto un appello al voto referendario. Riteniamo però che i sindaci e le amministrazioni comunali possano fare concretamente di più. Da quando è stata introdotta la tessera elettorale le elettrici e le elettori non ricevono più una comunicazione dal Comune che li [...]


Proteste in Marocco per la presenza della Brigata israeliana Golani alle manovre “African Lion 2025”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Questa unità è considerata responsabile della strage di 15 paramedici palestinesi della Mezzaluna Rossa e dell'Onu avvenuta nella scorse settimane a Rafah, sul confine tra Gaza e l'Egitto
L'articolo Proteste



Dominio subacqueo tra industria e difesa. Fincantieri verso il primato sull’underwater

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Annunciando la firma del Memorandum of Understanding (MoU) con Graal Tech S.r.l, per lo sviluppo di droni subacquei autonomi e per l’addestramento del personale addetto, Fincantieri pone importanti tasselli strategici per la leadership nel controllo e nella difesa delle soluzioni



Il regista del film di Julian Assange "L'uomo da sei miliardi di dollari" vince il Golden Globe per il miglior documentario

Eugene Jarecki , regista del film di Julian Assange "L'uomo da sei miliardi di dollari", ha ricevuto il primo Golden Globe per il miglior documentario. Il suo film è presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes .

Il premio, conferito dalla Artemis Rising Foundation, è stato consegnato a Jarecki lunedì al Festival di Cannes.

Jarecki ha vinto due volte il Sundance Grand Jury Prize e numerosi Emmy e Peabody Award.

variety.com/2025/film/global/e…

@Cinema, Televisione e Serie TV



"I can't believe I missed it because it's so obvious. No excuses," the writer said. "I'm completely embarrassed."

"I canx27;t believe I missed it because itx27;s so obvious. No excuses," the writer said. "Ix27;m completely embarrassed."#News

#News #x27



La politica estera di Meloni? Fedele alla tradizione euro-atlantica. Castiglioni spiega perché

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il 9 maggio scorso si celebrava l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Mentre Putin assisteva con il presidente cinese Xi Jinping alla parata militare di Mosca e Donald Trump annunciava l’istituzione di un victory day per la commemorazione di un successo




Intelligenza artificiale, Microsoft tradisce OpenAI e sposa anche xAi, Meta e Mistral

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Microsoft ha investito 13 miliardi di dollari in OpenAI ma ora ha annunciato che offrirà anche i modelli di intelligenza artificiale di altre aziende come quelli di xAI di Elon Musk,



La Russia dice addio al porto di Tartus ma rilancia in Libia con l’Africa Corps

@Notizie dall'Italia e dal mondo

La recente firma dell’accordo da 800 milioni di dollari tra la Siria e DP World degli Emirati Arabi Uniti rappresenta un punto di svolta significativo negli equilibri geopolitici del Mediterraneo. L’intesa, siglata il 16 maggio 2025, prevede lo sviluppo, la



Microchip, cosa succede a Nvidia e Xiaomi

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Le tensioni tra Stati Uniti e Cina fanno danni miliardari ai conti di Nvidia e spingono Xiaomi a investire nell'autoproduzione di microchip. Tutti i dettagli.

startmag.it/innovazione/microc…



Il confronto di Mario Diacono con Pasolini verteva sulle possibilità di conciliazione tra poesia e ideologia adrianomaini.altervista.org/il…


Tutti i numeri di Inwit. Report Teha

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Che cosa emerge dal rapporto di Teha (The European House - Ambrosetti) sul valore generato da Inwit per il sistema economico italiano.

startmag.it/innovazione/tutti-…



L'UE rende inapplicabili le procedure del GDPR Il regolamento di procedura che dovrebbe armonizzare l'applicazione del GDPR, ma che introdurrà scadenze troppo lunghe e procedure eccessivamente complesse. noyb considera la procedura di annullamento. mr20 May 2025


noyb.eu/it/eu-make-gdpr-proced…



Scolasticidio: la guerra di Israele alla conoscenza a Gaza


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il concetto di scolasticidio, un termine coniato per descrivere la distruzione calcolata di istituzioni accademiche e vita intellettuale, sebbene non ancora codificato nel diritto internazionale, sta emergendo come un quadro critico per comprendere questa guerra alla conoscenza
L'articolo



sono veramente basita. e gli italiani che pensano di aver fatto bene a mandare via un "comunista" come draghi... ma che fine ha fatto la ragione?


io stento davvero a capire come questo sia stato eletto come presidente attento all'economia (che sceglie a un economista pazzoide dalle teorie lunatiche improbabili) e pragmatico e non ideologizzato. a me pare l'esatto contrario. da quando in qua poi spargere terrore nei mercati è una ricetta per investimenti e sviluppo economico? che affidabilità pone l'operato di questo presidente? su quali ba si di certezza un imprenditore o un investitore dovrebbe operare?

veramente non è evidente che trump è un agente russo programmato per distruggere gli usa, mentre putin è una gente usa che ha da distruggere la russia? veramente. è evidente e palese. fra l'altro le ingerenze russe in tutte le elezioni politiche occidentali sono difficili da ignorare.

siamo tornati che la grandezza di una nazione è data dal numero dei suoi territori? non è un altro grave effetto di avvelenamento da testosterone? e sia trump che putin pare ne soffrano...



Schitt's Creek


È una serie su Netflix che ho finito ieri sera, molto divertente e molto gay friendly.

Ve la consiglio.

#Netflix



L'UE rende inapplicabili le procedure del GDPR Il regolamento di procedura che dovrebbe armonizzare l'applicazione del GDPR, ma che introdurrà scadenze troppo lunghe e procedure eccessivamente complesse. noyb considera la procedura di annullamento. mr20 May 2025


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Maronno Winchester reshared this.



Finalmente qualche avvocato si muove. I referendum qui in Italia, vengono rispettati a comodo.

Mancato rispetto dei referendum per l'acqua pubblica: presentato ricorso alla CEDU - L'INDIPENDENTE
lindipendente.online/2025/05/1…



Due ore di telefonata che fanno ancora a pezzi i governanti dell'Unione Europea, dove Putin ha acconsentito, tra l'altro, anche alla tanto agognata tregua, ma solo a determinate condizioni.

Solo che, per la tregua, le condizioni non le detta Macron e nemmeno Meloni, le detta chi ha vinto la guerra. Volevano mettere all'angolo la Russia, ma sono andati a chiedere con la lingua di fuori una tregua strumentale, volta al riarmo dell'Ucraina e a sventolare una falsa voglia di pace.

Anche Trump, che le ha provate tutte per dire di aver vinto e di aver imposto alla Russia le condizioni, ha fatto marcia indietro. Ci può essere la tregua, ci può essere la fine di tutto, ma bisogna considerare chi la guerra l'ha vinta, chi l'ha persa, chi l'ha causata, chi l'ha alimentata e chi non vuole che finisca.

Questi ultimi vedono in prima fila i governanti dell'UE, che senza guerra gli si rompe il giocattolino, e danno l'inizio della fine della figura più becera e vergognosa mai vista nell'ambito delle relazioni internazionali. Resta il fatto che, come dicevamo noi spie del Cremlino, gli USA hanno usato l'Ucraina per seppellire ciò che rimaneva dell'Unione Europea.

Qualche accordo molto probabilmente uscirà, e a trarne benefici saranno su tutti la Russia. Poi gli USA, che hanno raggiunto l'obiettivo di staccare la Russia dai Paesi dell'UE e ora puntano ad allontanare Russia e Cina, nemica numero uno di Trump. Perde l'Ucraina su tutti i fronti e l'Unione Europea, che oltretutto si farà carico delle spese accogliendo con la fanfara Kiev tra le stanze di Bruxelles. Dei fenomeni proprio!

🔴 Stasera alle 20:30 in diretta su YouTube ne parliamo con Roberto Iannuzzi. Siateci!
youtube.com/live/5To6dJVnWxg?s…

GiuseppeSalamone

in reply to Mro

@mro io la vedo in maniera diversa.Trump non ha ancora capito un casio (non che sia una novità) e Putin lo sta prendendo in giro. Non ci sarà nessuna trattativa è solo fuffa e se Trump si smarcherà subentreranno UE e Turchia e gli USA perderanno ulteriore credibilità. Peccato che a non capire un casio non sia solo Trump ma anche la nostra Giorgia che sta danneggiando il paese.


Gaza, la missione italiana di ong e parlamentari in viaggio verso Rafah. Oxfam: “Governo complice dei crimini di Israele” - Il Fatto Quotidiano
ilfattoquotidiano.it/2025/05/1…


Tutte le magagne dei chatbot peperini Replika dell’americana Luka

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Il Garante della Privacy aveva bloccato l'app che permette di fare sexting con gli avatar nel febbraio del 2023. Oggi la multa multimilionaria. Replika, che mette al servizio dei propri



di Andrea Fumagalli e Cristina Morini - Oh San Precario, Protettore di noi, precari della terra Dacci oggi la maternità pagata Proteggi i dipendenti delle catene commerciali, gli angeli dei call center, le partite iva e i collaboratori appesi a un filo Dona a loro ferie e contributi pensionistici, reddito e servizi gratuiti e salvali [...]

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“Oggi partecipo a Milano alla manifestazione unitaria ‘nessuno spazio per l’odio’ confessando la mia personale contraddizione: come John Belushi io odio i nazisti dell’Illinois e anche quelli italiani e europei”, dichiara il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. “Oggi a Milano alla manifestazione contro il summit dei fascisti razzisti del remigration leggeremo gli articoli [...]


Silvia Conca*

Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità rimuove l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Per ricordare questo storico traguardo, che ha rappresentato il primo passo in un lungo processo di contrasto alla patologizzazione (e, quindi, alla disumanizzazione) delle persone LGBTQIA+, dal 2004 il 17 maggio ricorre la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.

Il 17 maggio 2025 si configura, però, in maniera completamente diversa dal 17 maggio 2024. È cambiato il mondo, eppure in Italia si fatica a percepire questa fase non come un incidente di percorso, ma come una trasformazione epocale, forse per evitare di prendere atto degli errori strategici che hanno reso fragilissime le grandi conquiste di questi decenni. I nemici delle persone LGBTQIA+ sono molti e seguono strade diverse. Qualcuno di loro si è persino camuffato da amico.

Bisogna riconoscere che l’attacco in corso ai diritti e all’autodeterminazione è una morsa che stringe da più lati, quindi è necessario che ci si difenda da più lati, collocando le politiche omolesbobitransfobiche italiane nello scenario globale e individuando le alleanze sociali che le sostengono, per costruire alleanze altrettanto ampie e forti.

Da Putin a Orbán

L’unico cambiamento di scenario a essere percepito pienamente come dirompente e distruttivo nel movimento italiano sembra essere il cambio di passo avvenuto in Ungheria.

Orbán a marzo del 2025 vieta i Pride, cioè perseguita la comunità LGBTQIA+ come soggettività capace di rivendicare i propri diritti, di entrare nel dibattito pubblico e di interloquire con la società. Si tratta della stessa omolesbotransfobia istituzionale sperimentata da anni in Russia attraverso la cosiddetta “legge contro la propaganda omosessuale”. L’attacco è verso i diritti politici, per evitare che si producano avanzamenti nei diritti civili, sociali e umani.

L’Europa e le sue diverse istituzioni sono state per molti anni lo spazio politico di riferimento dell’associazionismo LGBTQIA+ italiano, un porto sicuro per ottenere diritti anche in presenza di governi ostili o timidi. Senza la sentenza del 2015 della Corte Europea dell’Uomo, probabilmente non avremmo avuto le unioni civili. Vedere il modello russo sconfinare in uno stato membro dell’Unione Europea ha prodotto nel nostro paese una grande paura e una pronta risposta: la solidarietà alla comunità LGBTQIA+ ungherese è centrale nella piattaforma della mobilitazione nazionale del 17 novembre.

La spada di Damocle del modello russo, però, rimanda a questioni più ampie che scuotono il nostro continente. Ampia è stata, sulla carta, l’adesione dell’associazionismo LGBTQIA+ alla manifestazione convocata da Michele Serra il 15 marzo e dedicata a un’Europa dei sogni che non è né l’Europa di Maastricht, né tanto meno l’Europa di ReArm Europe.

Positiva e non scontata, invece, è stata l’adesione dell’associazionismo alla rete No DDL sicurezza, che colloca il movimento in una lotta più generale contro il restringimento dei diritti politici, che in Italia non parte dalla repressione delle soggettività LGBTQIA+ come in Ungheria e in Russia, ma punta sulla limitazione del diritto a manifestare di tutti e tutte. Quello che è necessario ammettere, però, è che Meloni non sembra seguire la strategia di Orbán e che l’omolesbotransfobia istituzionale in Italia sta seguendo altre strade.

Un altro segno positivo è che sono state raccolte le firme necessarie (più di un milione) per chiedere di mettere al bando in Unione Europea le cosiddette terapie di conversione o terapie riparative, che di sicuro non vengono praticate solo nei paesi del Gruppo di Visegrád.

Dalle multinazionali a Trump

Nelle poche settimane intercorse tra l’elezione di Trump a novembre del 2024 e il suo insediamento a gennaio del 2025 abbiamo assistito a un riposizionamento incredibile: le multinazionali che per anni hanno fatto rainbow washing sponsorizzando i Pride e usando i/le dipendenti LGBTQIA+ organizzati in “affinity groups” per popolarne i cortei con il loro marchio aziendale hanno improvvisamente cancellato le loro politiche di Diversity, Equality and Inclusion (DEI). Quei padroni che per anni si sono spacciati come progressisti hanno mostrato di essere lupi travestiti da agnelli e hanno applicato il “Project 2025” quando ancora Trump negava che fosse il suo programma politico.

All’insediamento del 20 gennaio Trump ha emesso una serie di ordini esecutivi: uno ha cancellato ogni singolo ordine esecutivo dell’amministrazione Biden che intervenisse sulla lotta alle discriminazioni, uno ha eliminato ogni riferimento alle persone LGBTQIA+ dai siti internet governativi, uno ha dichiarato che le istituzioni federali avrebbero da quel momento in poi riconosciuto l’esistenza immutabile del solo sesso maschile e del solo sesso femminile e uno ha vietato le politiche DEI in tutte le agenzie federali.

In questi mesi ha emesso una serie infinita di ordini esecutivi omolesbobitransfobici, oltre ad agire in maniera decentrata nelle singole agenzie tramite il DOGE di Elon Musk.

L’attacco ai diritti sociali (lavoro e salute) delle persone LGBTQIA+ e in particolare delle persone trans è fulcro dell’alleanza tra Trump e Musk e si configura come il primo passo per la distruzione di ogni forma di democrazia negli Stati Uniti. Cancellare le politiche DEI ha significato licenziamenti di massa tra i dipendenti pubblici appartenenti alle minoranze, al fine di svuotare dall’interno le agenzie governative e di procedere con la privatizzazione integrale di qualsiasi funzione pubblica. Come Putin e Orbán, Trump parte dalle persone LGBTQIA+ per far affermare un modello autoritario e reazionario di società, ma lo fa intervenendo direttamente in ogni singolo ambito con misure mirate e con un’alleanza strategica potentissima.

Questa azione sinergica tra destre neoreazionarie e padroni in Italia non sembra interessare. Nell’assemblea preparatoria per organizzare il 17 maggio era stato istituito un tavolo tematico che teneva insieme lavoro e attacco ai diritti democratici, ma questa connessione è sparita nella piattaforma della manifestazione. È rimasto Orbán, ma Trump è sparito. È rimasta la paura per l’attacco da parte del nemico di sempre all’Europa dei sogni, ma non emerge alcuna paura per ciò che sta nascendo in seno all’Occidente dei sogni.

Costa molto ammettere che, facendo sponsorizzare i Pride alle multinazionali, il movimento ha a sua volta sponsorizzato chi si sta schierando col nemico. Costa molto ammettere che attraverso le politiche DEI e gli “affinity group”organizzati dalle aziende i lavoratori e le lavoratrici LGBTQIA+ hanno messo il loro destino nelle mani dei padroni in un’alleanza illusoria e fragilissima.

Il Milano Pride l’anno scorso per la prima volta ha emesso un comunicato in cui motivava e difendeva la presenza degli sponsor alla sua parata. La settimana scorsa ne ha emesso un altro in cui ha ammesso che gli sponsor si sono volatilizzati. Se davvero i contributi economici degli sponsor finanziano per tutto l’anno i checkpoint gratuti per le malattie sessualmente trasmissibili, lo sport inclusivo, gli sportelli di sostegno, gli eventi culturali, l’assistenza legale, forse sarebbe il momento di considerare che il compito del movimento dovrebbe essere quello di lottare contro la dismissione generale dello stato sociale, affinché esso si prenda carico in maniera specifica delle esigenze di una comunità che non può dipendere dalle elemosina volatili di qualcuno per esercitare i suoi diritti.

La questione, come sempre, non è che “la lotta per i diritti civili deve andare di pari passo con quella per i diritti sociali”, ma che l’intreccio è inestricabile.

È in questo intreccio che si colloca l’omolesbobitransfobia istituzionale del governo Meloni.

Le scelte del governo Meloni

Nella morsa globale alla comunità LGBTQIA+ che abbiamo descritto c’è un filo conduttore, nonostante le strategie differenti: la retorica sulla tutela dei minori. Vale per Putin come per Trump e rappresenta il filo conduttore dell’omolesbotransfobia istituzionale praticata dal governo Meloni in questi anni.

Che si tratti dell’ispezione all’ospedale Careggi o del DDL Sasso, della nomina di Marina Terragni a Garante per i diritti dell’infanzia o della legge Varchi, lo spauracchio di fondo è identico. Peccato che questi provvedimenti colpiscono bambin* e ragazz* in carne e ossa, nel loro diritto alla salute, all’istruzione o a vedere riconosciuta la loro famiglia.

Non è una novità, la psicosi antigender è stata diffusa ad arte da tempo ed ha infiltrato anche il dibattito sui pochi diritti che si sono affermati nel nostro paese in questi anni. Le unioni civili sono monche per la questione della stepchild adoption. Centrale nell’affossamento del DDL Zan è stata la questione del contrasto all’omolesbobitransfobia nelle scuole. Se le forze politiche omolesbobitransfobiche diffondono la psicosi antigender, le forze “friendly” non sembrano avere gli anticorpi per contrastarla nemmeno nel loro dibattito interno, figuriamoci nella società. Persino alcune organizzazioni lesbofemministe hanno fatto propria quella retorica, stabilendo interlocuzioni ormai stabili con le destre e ostacolando l’approvazione del DDL. Il risultato è che ancora non abbiamo una legge per contrastare in ogni ambito le discriminazioni, le violenze e l’odio.

L’associazionismo ha convocato gli altri movimenti (femminista, antirazzista etc.) all’assemblea preparatoria per il 17 maggio. Noi abbiamo partecipato all’assemblea e a tutti i tavoli tematici, ma i movimenti non hanno risposto. L’intento era giusto e va perseguito ancora, nella consapevolezza che il lavoro di connessione sarà lunghissimo e deve essere centrale nella strategia del movimento LGBTQIA+. Non si può perseguire l’alleanza con gli altri movimenti e contemporaneamente andare in audizione dalla ministra Roccella. Non si possono contestare le interlocuzioni di ArciLesbica, che tante divisioni e tanti arretramenti hanno portato allo stesso movimento LGBTQIA+, per poi replicarle.

Le alleanze politiche e sociali perseguite in questi anni stanno mostrando tutta la loro volatilità. Chi si definiva amico si è schierato con i nemici o si è fatto travolgere dalla loro stessa retorica.

Da una parte ci sono i sistemi di dominio, dall’altra le soggettività oppresse. È arrivato il momento di schierarsi e unirsi, prima che ci travolgano.

*CPN