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Google rilascia patch per 107 vulnerabilità Android: due zero-day sotto attacco


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
L’Android Security Bulletin del mese di dicembre 2025 contiene gli aggiornamenti di sicurezza che correggono 107 vulnerabilità nel sistema operativo mobile di Google. Tra queste, anche due zero-day che la società ha confermato essere state sfruttate



Trump , Meloni e l’Europa


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/trump-m…
C’è una sincronia interessante fra due iniziative politiche: il documento strategico dell’amministrazione Trump sull’Europa e l ‘iniziativa di un gruppo di paesi europei, fra cui l’Italia, critici sulla linea delle politiche economiche dell’Unione europea. Proprio mentre l’amministrazione Trump sparava



ilpost.it/2025/12/06/scudo-pro…

RFanciola reshared this.



"Gli USA vogliono “coltivare la resistenza” al declino dell’Europa. Da Bruxelles no comment"

questa affermazione se detta da un capo di stato è "surreale"....
una guerra civile anche in europa? no grazie... l'onore agli usa. chissà s e il problema di trump è il cibo magari intossicato.

𝕊𝕟𝕠𝕨 reshared this.



L'UE ha finalmente multato Musk per aver trasformato X in un vivaio di disinformazione. E cosa succede quando finge di essere al di sopra della legge?

L'UE sa esattamente cosa sta facendo.

Non sta solo punendo Musk.
Si sta affermando come regolatore globale del linguaggio digitale, della governance delle piattaforme e della trasparenza algoritmica.

Altri paesi (Australia, Brasile, India, Corea del Sud, Nuova Zelanda) stanno attualmente elaborando leggi in stile DSA.

Una volta che l'UE crea un precedente, inizia il copia-incolla globale.

E Musk ha fatto di sé il banco di prova.

Questa multa non è solo una punizione, è un messaggio geopolitico:

I miliardari della tecnologia non sono stati sovrani.
L'UE lo è.

deanblundell.substack.com/p/el…

@Politica interna, europea e internazionale

in reply to Informa Pirata

Magari è anche la volta buona che con quei soldi comprano qualcosa di utile.

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"Usa-Ue, Meloni: “No incrinature ma se l'Europa vuole essere grande deve difendersi da sé”"

ma in realtà va anche bene ma l'europa lo deve fare per continuare a esistere più che per essere grande....



Congo-Ruanda, infuriano i combattimenti. Ennesimo accordo inutile targato Trump


@Notizie dall'Italia e dal mondo
«Stiamo risolvendo una guerra che dura da decenni», si è vantato Donald Trump dopo la firma dell'ennesimo accordo. Ma in Congo infuriano i combattimenti tra l'esercito e le milizie sostenute dal Ruanda
L'articolo Congo-Ruanda, infuriano i combattimenti. Ennesimo accordo inutile targato Trump



Sudo Clean Up My Workbench


[Engineezy] might have been watching a 3D printer move when inspiration struck: Why not build a robot arm to clean up his workbench? Why not, indeed? Well, all you need is a 17-foot-long X-axis and a gripper mechanism that can pick up any strange thing that happens to be on the bench.

Like any good project, he did it step by step. Mounting a 17-foot linear rail on an accurately machined backplate required professional CNC assistance. He was shooting for a 1mm accuracy, but decided to settle for 10mm.

With the long axis done, the rest seemed anticlimactic, at least for moving it around. The system can actually support his bodyweight while moving. The next step was to control the arm manually and use a gripper to open a parts bin.

The arm works, but is somewhat slow and needs some automation. A great start to a project that might not be practical, but is still a fun build and might inspire you to do something equally large.

We have large workbenches, but we tend to use tiny ones more often in our office. We also enjoy ones that are portable.

youtube.com/embed/iarVef8tFiw?…


hackaday.com/2025/12/06/sudo-c…



La Cina replica alle accuse di attacchi informatici: “Gli USA sono l’impero degli hacker”


Un portavoce dell’ambasciata cinese in Canada ha risposto alla domanda di un giornalista in merito al clamore suscitato in Canada dai cosiddetti “attacchi informatici cinesi”.

Un giornalista ha chiesto: Di recente, il Canadian Cyber Security Centre, insieme alla Cybersecurity and Infrastructure Security Agency degli Stati Uniti e alla National Security Agency, ha pubblicato congiuntamente un rapporto di analisi in cui si afferma che gli autori di minacce informatiche sostenuti dal governo cinese hanno utilizzato il malware Brickstorm per infiltrarsi nei sistemi di agenzie governative, strutture e organizzazioni del settore informatico.

Qual è il commento della Cina?

“Come tutti sappiamo, gli Stati Uniti sono il vero “impero degli hacker”, i padroni degli attacchi informatici e la più grande minaccia alla sicurezza informatica globale. Il cosiddetto rapporto di analisi ignora i dilaganti attacchi informatici degli Stati Uniti, mentre muove accuse infondate contro la Cina. Questo è il classico caso in cui la pentola dice al calderone che è nero, ed è malevolo. La Cina si oppone fermamente.

La Cina è una delle principali vittime di attacchi informatici e si è costantemente e risolutamente opposta e combattuta ogni forma di attacco informatico nel rispetto della legge, impegnandosi fermamente a salvaguardare la sicurezza informatica.

La Cina esorta il Canada a smettere immediatamente di seguire l’esempio degli Stati Uniti, a cessare di politicizzare e stigmatizzare le questioni di sicurezza informatica e a smettere di strumentalizzare le questioni di sicurezza informatica per diffamare la Cina.”

Le agenzie di sicurezza informatica CISA, NSA e Canadian Cyber Security Centre — hanno avvertito che il malware Brickstorm è stato usato per infiltrare e radicarsi per anni all’interno delle reti di “organizzazioni critiche”.

Brickstorm — che può operare su sistemi Linux, VMware e Windows — consente agli attaccanti di ottenere credenziali, controllare macchine, muoversi lateralmente nelle reti e stabilire tunnel per comunicazioni e trasferimento dati, lasciando le vittime vulnerabili a furti di dati, esfiltrazioni o potenziali sabotaggi. In un caso riportato, gli aggressori sono entrati in un server VMware vCenter nell’aprile 2024 e ne hanno mantenuto il controllo fino almeno a settembre 2025.

L'articolo La Cina replica alle accuse di attacchi informatici: “Gli USA sono l’impero degli hacker” proviene da Red Hot Cyber.



"Giovani, non abbiate paura della chiamata del Signore!". E' l'esortazione con cui papa Leone XIV ha concluso il messaggio inviato in occasione del X anniversario della Beatificazione dei Martiri di Chimbote (Perù).


L’UE indaga Meta per violazione delle norme antitrust con l’intelligenza artificiale


Meta ha dichiarato recentemente che quando gli utenti pongono domande relative alle notizie, Meta fornirà notizie in tempo reale, contenuti di intrattenimento e lifestyle dai suoi media partner, tra cui CNN, Fox News, Le Monde, People magazine e USA Today.

Secondo Reuters, Meta ha stipulato numerosi accordi commerciali sui dati di intelligenza artificiale con diversi editori di notizie, tra cui USA Today, la rivista People, CNN, Fox News, The Daily Caller, The Washington Examiner e Le Monde.

Secondo quanto riportato, queste collaborazioni consentiranno a Meta di connettersi con gli articoli e i siti web degli editori di notizie tramite il suo chatbot basato sull’intelligenza artificiale, fornendo notizie e aggiornamenti “immediati“.

Il 4 dicembre l’UE ha annunciato di aver avviato un’indagine antitrust su Meta per determinare se il suo approccio all’introduzione di funzionalità di intelligenza artificiale (IA) nella sua app di messaggistica WhatsApp violasse le norme UE sulla concorrenza.

Nell’annunciare l’avvio dell’indagine, la Commissione europea ha dichiarato di essere preoccupata che la nuova politica di Meta “potrebbe impedire ai fornitori terzi di intelligenza artificiale di offrire servizi tramite WhatsApp”. Questa azione è l’ultima misura adottata dall’UE per cercare di frenare i giganti tecnologici statunitensi in risposta alla forte reazione dell’amministrazione Trump.

Questa indagine sarà condotta secondo le leggi antitrust tradizionali, non secondo il Digital Markets Act (DMA) dell’UE. Trump ha criticato il DMA per aver preso di mira ingiustamente le aziende americane e ha minacciato ritorsioni. Teresa Ribera, Commissaria europea per l’Antitrust, ha affermato che l’UE deve “adottare misure per impedire alle aziende dominanti nel settore digitale di abusare del loro potere e di estromettere i concorrenti innovativi”.

L’indagine riguarda lo Spazio economico europeo, compresi i 27 stati membri dell’UE, nonché Islanda, Liechtenstein e Norvegia, ma esclude l’Italia, che a luglio ha avviato una propria indagine indipendente su Meta.

L'articolo L’UE indaga Meta per violazione delle norme antitrust con l’intelligenza artificiale proviene da Red Hot Cyber.



Leone XIV: “i Beati di Chimbote ci ricordano che il Signore unisce ciò che noi tendiamo a separare”. “Tornare a Gesù Cristo come misura delle nostre priorità”

"In un tempo segnato da sensibilità diverse in cui facilmente si cade in dicotomie o dialettiche sterili, i Beati di Chimbote ci ricordano che il Signore è capace di unire ciò che la nostra logica umana tende a separare.



Zamenhofa festo


13 dicembre, dalle ore 17:30 in via Garibaldi 13 Centro Sereno Regis

Programma (sala Poli):

Conferenza "Due Lazari contemporanei, creatori di lingue" del prof. Pennacchietti.
Consegna dei diplomi.
Concerto di Lucio Avitabile.

Cena a buffet (sala Gandhi), quota adesione alla cena: 10€.

Verda Majorano reshared this.



Mentre l’Europa parla di Tecnologia proprietaria, Microsoft aumenta i prezzi del 33%


A partire dal 1° luglio 2026, i prezzi degli abbonamenti a Microsoft 365 e Office 365 per i clienti aziendali e istituzionali aumenteranno dall’8% al 33%, a seconda del piano. Questo adeguamento dei prezzi si applicherà sia ai nuovi contratti che ai rinnovi.

Ad esempio, il piano Microsoft 365 Business Basic aumenterà da 6 a 7 dollari al mese (un aumento del 17%), mentre Microsoft 365 E3, uno dei piani più popolari nelle grandi aziende, aumenterà da 23 a 26 dollari (+13%).

Anche gli abbonamenti governativi sono soggetti a un aumento di prezzo simile. Si noti che questi prezzi non includono Microsoft Copilot, il servizio di intelligenza artificiale generativa, che viene fatturato separatamente (30 dollari per utente al mese).

Servizi migliorati


Secondo l’azienda americana, questo aumento di prezzo fa parte di una strategia volta a migliorare le funzionalità: in un anno sono state aggiunte oltre 1.100 nuove funzionalità a Microsoft 365, SharePoint, Copilot e ai servizi di sicurezza. L’azienda sottolinea quindi la necessità di riflettere questi investimenti nei propri prezzi.

Questo imminente aumento dei prezzi incoraggia i clienti a rinnovare i propri abbonamenti prima del 1° luglio 2026, al fine di mantenere le tariffe precedenti per tutta la durata del contratto. A questo proposito, Microsoft sottolinea che i rinnovi anticipati generano il 20% di fatturato in più rispetto ai rinnovi posticipati.

Una base di clienti prigionieri


Questo annuncio arriva in un momento di forte interesse per la sovranità tecnologica.

Microsoft è uno dei tre principali hyperscaler, insieme ad Amazon (AWS) e Google (CGP). Le sue suite per ufficio sono ampiamente utilizzate da organizzazioni private e pubbliche.

Cambiare fornitore rappresenta una sfida tecnica e organizzativa. Pertanto, aumentando i prezzi, Microsoft impone le sue scelte a un ecosistema vincolato. Questa situazione solleva anche il ricorrente dibattito sulle alternative alle suite per ufficio americane.

È proprio per affrontare questa situazione che l’Unione Europea ha adottato il Data Act. Questa normativa impone regole più severe sulla portabilità dei servizi cloud per facilitare la migrazione dei dati da un fornitore all’altro.

L'articolo Mentre l’Europa parla di Tecnologia proprietaria, Microsoft aumenta i prezzi del 33% proviene da Red Hot Cyber.



(Riccione) “Abbiamo scelto di credere nel potere trasformativo dell’educare”: con queste parole la presidenza nazionale di Azione cattolica ha introdotto ieri sera il convegno nazionale dedicato a educatori e animatori a Riccione.


CISGIORDANIA. Israele pone condizioni irrealizzabili per il ritorno dei palestinesi nel campo di Jenin


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Tra queste non sarà permesso l’ingresso nei campi delle organizzazioni umanitarie internazionali. Ieri l'esercito israeliano ha ucciso un palestinese a Awarta
L'articolo CISGIORDANIA. Israele pone



PPI board meeting on 09.12.2025, 20:00 UTC


Ahoy Pirates,

Our next PPI board meeting will take place on 09.12.2025, 20:00 UTC.

All official PPI proceedings, Board meetings included, are open to the public. Feel free to stop by. We’ll be happy to have you.

Where:jitsi.pirati.cz/PPI-Board

Agenda: Pad: https://etherpad.pp-international.net/p/ppi-board-meeting-2025-08-05-vnly0cj

All of our meetings are posted to our calendar: pp-international.net/calendar/

We look forward to seeing visitors.

Thank you for your support,

The Board of PPI


pp-international.net/2025/12/p…




Le panchine di Rozzano
freezonemagazine.com/articoli/…
Questa intervista ha come focus la proposta del Comune di Rozzano di candidare la città capitale della cultura 2028. Ne abbiamo parlato con Valter Boscarello, autore del libro “Le panchine di Rozzano – 7 dicembre 1976, la contestazione giovanile dalle periferie all’assalto della Prima della Scala” (Prospero Editore). Collaboratore per molti anni dell’Associazione Italiana Editori […]
L'articolo Le
Questa


L’India riuscirà a diventare una potenza nei semiconduttori?

Per vedere altri post come questo, segui la comunità @Informatica (Italy e non Italy 😁)

Quattro anni fa, l'India ha avviato un programma di politica industriale sui semiconduttori. Il paese ha grandi ambizioni e non parte da zero, ma non mancano i punti critici. L'analisi di Aresu.

startmag.it/innovazione/india-…



Le forme del divino



Il volume di Michele Dantini intende esplorare il complesso rapporto tra arte sacra, religione e cultura filosofico-letteraria, concentrandosi, in particolare, su immagini della tradizione occidentale capaci di evocare il divino.

Il primo capitolo, «Mense terrene e mense celesti», in risposta all’iconoclasmo protestante, esamina il fenomeno della fioritura artistica nell’Europa del Nord, tra il Cinquecento e il Seicento.

Tuttavia, ad attirare la nostra attenzione è il secondo capitolo su Dostoevskij, in cui si cerca di approfondire il confronto tra le icone antiche e la Madonna Sistina di Raffaello. Dantini fa notare che, sebbene il nome di Dostoevskij non sia spesso associato alla «riscoperta» dell’icona, la sua opera riflette una profonda venerazione per l’immagine sacra. La Madonna raffaellesca è infatti considerata dallo scrittore russo una manifestazione divina, capace di suscitare umiltà, venerazione e persuasione. Egli attribuisce a queste immagini un senso quasi mistico, che trascende le distinzioni tra bello e brutto, colto e popolare, elevandole a vere rappresentazioni divine.

I Quaderni neri di Heidegger, che l’A. tratta nel capitolo terzo, sembrano entrare in questo discorso per cogliere il filo rosso che congiunge arte contemporanea e «fenomenologia esistenziale». La prospettiva heideggeriana, infatti, contesta il positivismo e il relativismo storico della Scuola di Vienna, sostenendo la necessità di una teoria interpretativa che leghi l’interprete al proprio contesto storico e al «destino». Heidegger respinge sia l’espressionismo sia il naturalismo, preferendo, come scrive l’A., una Sachlichkeit tragica e austera, ispirata all’arte greca delle origini e all’arte tedesca del Romanticismo, con un inatteso interesse per la letteratura russa, in particolare per Dostoevskij. Viene esplorato così il rapporto tra Terra e Cielo, in un dialogo, seppur distante, con il cristianesimo di Dostoevskij.

Il quarto capitolo del libro si concentra su Pavel Florenskij e sulla sua teoria della bellezza, che si ispira alle fonti patristiche. Il filosofo russo, che secondo l’A. distingue tra bellezza quintessenziale, derivata dalla Grazia, e bellezza accidentale, legata ai manufatti estetici, rappresenta l’espressione di una visione influenzata dalla «luce taborica», simbolo della bellezza divina, che le icone cercano di rappresentare.

Il capitolo finale, che l’A. dedica a Il Vangelo secondo Matteo (1964), di Pier Paolo Pasolini, esplora il profondo interesse dello scrittore per una teologia dell’immagine orientata verso l’escatologia della Grazia. Pasolini rivede il senso e i limiti della sua attività di regista e scrittore, distaccandosi dal realismo comunista e dal naturalismo moderno, per abbracciare un realismo «mistico» o «epico», radicato nella tradizione figurativa cristiana del Trecento e Quattrocento. Dantini ci mostra allora come ne Il Vangelo secondo Matteo Pasolini colleghi concetti come santità, bellezza, attualità e impegno, distaccandosi da ogni partito specifico e confidando negli orientamenti «sociali» della Chiesa post-conciliare e nel potere trasformativo dell’arte. Cristo diventa il punto di riferimento per termini come parousia, «grazia» e «testimonianza», che trovano in lui il loro significato più profondo e universale.

Il testo di Dantini rappresenta questa ricerca di «interdimensionalità» e, forse, anche di «transdimensionalità», che prova a ricongiungere sullo sfondo del sacro l’arte e la filosofia, il visibile e l’invisibile, l’umano e il divino.

The post Le forme del divino first appeared on La Civiltà Cattolica.




È online il numero di dicembre di Noticum, la rivista digitale della fondazione Missio. Su questo numero, in primo piano, la Cop30 di Belem con risultati e delusioni e il Corso dei missionari rientrati, con mille storie di vissuti vicino alla gente.


This week, we discuss PC woes, voice deepfakes, and mutual aid.#BehindTheBlog


Behind the Blog: Hearing AI Voices and 'Undervolting'


This is Behind the Blog, where we share our behind-the-scenes thoughts about how a few of our top stories of the week came together. This week, we discuss PC woes, voice deepfakes, and mutual aid.

JOSEPH: Today I’m speaking at the Digital Vulnerabilities in the Age of AI Summit (DIVAS) (good name) on a panel about the financial risks of AI. The way I see it, that applies to the scams and are being powered by AI.

As soon as a new technology is launched, I typically think of ways it might be abused. Sometimes I cover this, sometimes not, but the thought always crosses my mind. One example that did lead to coverage was back at Motherboard in 2023 with an article called How I Broke Into a Bank Account With an AI-Generated Voice.

At the time, ElevenLabs had just launched. This company focuses on audio and AI and cloning voices. Basically you upload audio (originally that could be of anyone before ElevenLabs introduced some guardrails) and the company then lets you ‘say’ anything as that voice. I spoke to voice actors at the time who were obviously very concerned.

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The app, called Mobile Identify, was launched in November, and lets local cops use facial recognition to hunt immigrants on behalf of ICE. It is unclear if the removal is temporary or not.#ICE #CBP #Privacy #News


DHS’s Immigrant-Hunting App Removed from Google Play Store


A Customs and Border Protection (CBP) app that lets local cops use facial recognition to hunt immigrants on behalf of the federal government has been removed from the Google Play Store, 404 Media has learned.

It is unclear if the removal is temporary or not, or what the exact reason is for the removal. Google told 404 Media it did not remove the app, and directed inquiries to its developer. CBP did not immediately respond to a request for comment.

Its removal comes after 404 Media documented multiple instances of CBP and ICE officials using their own facial recognition app to identify people and verify their immigration status, including people who said they were U.S. citizens.

💡
Do you know anything else about this removal or this app? I would love to hear from you. Using a non-work device, you can message me securely on Signal at joseph.404 or send me an email at joseph@404media.co.

The removal also comes after “hundreds” of Google employees took issue with the app, according to a source with knowledge of the situation.

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#NoiSiamoLeScuole questa settimana è dedicato a due mense scolastiche inaugurate nei Comuni di Genzano di Roma (RM) e San Marcello Piteglio (PT), strutture moderne e sostenibili progettate per migliorare il benessere di studentesse e studenti e raffo…


Caving is out, suing is in


Dear Friend of Press Freedom,

Rümeysa Öztürk has been facing deportation for 255 days for co-writing an op-ed the government didn’t like, and journalist Ya’akub Vijandre remains locked up by Immigration and Customs Enforcement over social media posts about issues he reported on. Read on for more ongoing battles against government suppression of the free press.

And join us today at 2 p.m. EST for a conversation with leading immigration journalists about reporting truth and protecting communities. Register here.

New York Times fights back against Pentagon prior restraint


The newspaper President Donald Trump likes to call “the failing New York Times” somehow managed to scrounge up enough pocket change to take his administration to court. The Times and its Pentagon reporter, Julian Barnes, are suing the Pentagon over its censorial policy restricting journalists from publishing unauthorized information.

As Freedom of the Press Foundation (FPF) Executive Director Trevor Timm said, “The Pentagon’s absurd access pledge has been an affront to the First Amendment since the first day they proposed it. And we look forward to a federal judge throwing it out with the trash, where it belongs.”


FPF demands court lift secrecy in Catherine Herridge’s privilege case


A federal appellate court got it wrong by requiring journalist Catherine Herridge to disclose the sources for her reporting on scientist Yangping Chen’s alleged ties to the Chinese military while an online college Chen founded received federal funds. She’s rightly seeking a rehearing.

Worse yet, the misguided ruling was informed by documents about the FBI’s investigation of Chen that were improperly filed under seal, and which the appellate court considered in a closed hearing. FPF, represented by Schaerr | Jaffe LLP, filed a motion to intervene and unseal the documents and hearing transcript.


Reckless federal agents are the threat, not cameras


The right to record law enforcement operations is well established. But immigration officers have repeatedly chased, assaulted, and even arrested people for recording them. This isn’t just unconstitutional. It’s dangerous.

FPF Senior Adviser Caitlin Vogus wrote for NC Newsline that “Federal agents don’t want cameras pointed at them because it can force accountability. When they lash out at people who record them, it’s not just those targeted who are in danger; everyone around them is at risk too.”


U.S. journalists abducted by Israel describe abuse and U.S. indifference


FPF Deputy Director of Audience Ahmed Zidan wrote for Jacobin about the online event we hosted with Defending Rights & Dissent last month featuring three U.S. journalists who were nabbed by Israel in international waters while on aid flotillas headed to Gaza.

It should’ve been an international scandal, but the administration hardly lifted a finger. As Jewish Currents reporter Emily Wilder said, “The abuses against us demonstrate how far [the Israeli] regime will go, how emboldened it’s been, and the absolute impunity they have to act this way.”


White House media bias tracker: Another tired gimmick


The White House launched a media bias tracker to catalog instances of supposedly distorted coverage. Predictably, the site is long on hyperbole and short on substance.

FPF Advocacy Director Seth Stern said, “If Trump thinks the media is getting stories wrong or being unfair to him, he should release the public records, correspondence, and legal memoranda that prove it, instead of wasting time and taxpayer money on silly websites. … The gimmick is wearing thin.” Media columnist Margaret Sullivan agrees.


Sen. Kelly: Read the boat strike memo into the Congressional Record


Sen. Mark Kelly told CNN that he has read the Justice Department’s classified legal rationale for destroying alleged drug boats and that it should be released.

Not only is the senator right, he has the power to make the document public himself, and he should do so without delay. FPF’s Daniel Ellsberg Chair on Government Secrecy, Lauren Harper, has more.


Censorship by invoice


Michigan’s Grand Blanc Township thinks it has discovered a trick to weasel out of accountability: charging a reporter more for records about a tragic church shooting than most people earn in two years.

FPF’s Stern wrote about why these tactics can’t be allowed to continue and why, rather than being deterred, reporters should take governmental evasiveness as a sign that they’re onto something.


What We're Reading


Photojournalist arrested at Miami immigration protest, gear seized

U.S. Press Freedom Tracker
Freelance photojournalist Dave Decker was unlawfully arrested by Miami-Dade Sheriff’s deputies while documenting anti-deportation protests. Read the objection letter we joined with Florida’s First Amendment Foundation and the National Press Photographers Association.


In ‘Cover-Up,’ Laura Poitras investigates Seymour Hersh

Columbia Journalism Review
The filmmaker and FPF’s founding board member discussed her 20-year project, the “crisis” in investigative journalism, and how truth-telling can still change the world.


How the feds used propaganda to frame their ‘war’ on Chicago: ‘They’re lying constantly’

Block Club Chicago
As Stern explained, propaganda doesn’t work when there’s a strong local media. “People know their local reporters. They see them on the street. They rely on them. That makes it harder for the administration to control the narrative.”


The SLAPP problem is worse than we thought

Columbia Journalism Review
CJR features our friends at First Amendment Watch’s new “SLAPP Back Initiative” to track strategic lawsuits against public participation.



This year, we’ve trained over 3,000 journalists in essential digital security skills, documented 240 press freedom violations, and filed over 250 Freedom of Information Act requests and 6 FOIA lawsuits. We can’t keep this up without your help. Donate online, via DAFpay, or our other ways to give. All donations are matched, up to $75,000.

RSVP: freedom.press/silenced-sources

freedom.press/silenced-sources


freedom.press/issues/caving-is…

Gazzetta del Cadavere reshared this.




“Un semplice incidente”, di Jafar Panahi, Iran-Fra-Luss., 2025


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/un-semp…
Vahid Mobasseri, Mariam Afshari, Ebrahim Azizi, Hadis Pakbaten. Panahi giunge con questa opera alla classicità, intesa come sommatoria di tutto il suo cinema, cui aggiunge uno sguardo sempre nuovo e



Genova: operai e ordine pubblico


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/genova-…
Meritano una riflessione e una attenzione particolare da parte di tutti i settori politici democratici e costituzionali gli avvenimenti succedutisi a Genova nella mattinata di oggi 4 dicembre in ragione dello sciopero degli operai siderurgici minacciati nel loro posto di




zeusnews.it/n.php?c=31591

esattamente quello che pensavo. è tutto collegato al sole e alle sue paturnie stagionali undecennali. e rinnovo il mio dubbio. ma se invece di questi fenomeni che a noi paiono estremi ma che alla fine provocano autore boreali a basse latitudini e blackout comunicazioni radio, fosse un fenomeno dell'ìntensità di quello di Carrington o peggio come quelli che capitano ogni 20'000 anni? la verità è che siamo vulnerabili a molte cose e la tecnologia ci ha resi più forti per certi aspetti ma più deboli per altri.




GERMANIA. Studenti in piazza contro il ritorno della leva e il riarmo


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Studenti e insegnanti in piazza, oggi in Germania, al grido di "Non vogliamo diventare carne da cannone", contro la legge votata dal Bundestag che ripristina la leva militare, per ora volontaria
L'articolo GERMANIA. Studenti in piazza contro il ritorno della leva e il



Roma chiama, Berlino risponde. Il Gcap allargato fa felici tutti (o quasi)

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nel suo intervento alla Commissione Difesa, Guido Crosetto ha dichiarato che “è fallito il programma franco-tedesco” Fcas e che “probabilmente la Germania potrebbe entrare” nel progetto Gcap, aggiungendo che sono giunte manifestazioni d’interesse da Canada, Arabia Saudita e, potenzialmente, Australia. L’affermazione






Spunti attuali e inattuali sul ruolo del comportamentismo nell’evoluzione del capitalismo digitale


Articolo pubblicato in origine il 26/11/2025 su Transform Italia. di P. Nicolosi (Rattus) Negli ultimi dieci anni, quell’area di pensiero critico che si occupa, in modo più o meno sistematico, di tecnologie digitali, ha iniziato a prendere sul serio il … Continua a leggere→


Spunti attuali e inattuali sul ruolo del comportamentismo nell’evoluzione del capitalismo digitale



img genrata da IA – dominio pubblico

Articolo pubblicato in origine il 26/11/2025 su Transform Italia.

di P. Nicolosi (Rattus)

Negli ultimi dieci anni, quell’area di pensiero critico che si occupa, in modo più o meno sistematico, di tecnologie digitali, ha iniziato a prendere sul serio il ruolo del comportamentismo nella struttura e nei funzionamenti di quello che spesso viene definito capitalismo cognitivo. I riferimenti polemici al comportamentismo sono partiti in sordina, con una battuta di Eugeny Morozov che, in un suo libro di alcuni anni fa 1, faceva il verso a Richard Barbrook e Andy Cameron: i due massmediologi inglesi, nel celebre articolo intitolato L’ideologia Californiana, avevano definito Marshall McLuhan il “santo protettore” di Internet 2. Morozov, tra il serio e il faceto, replicava che il vero santo protettore della rete non era McLuhan, bensì Burrhus F. Skinner, il celebre teorico del comportamentismo radicale.

Qualche anno dopo, nel 2016, l’Economist pubblicava un lungo articolo inchiesta di Ian Leslie 3. Un titolo che rinvia all’incontro che avvenne a Corinto tra Alessandro il Grande e Diogene di Sinope. Si narra che Diogene fosse disteso davanti alla sua botte a prendere il sole quando il giovane condottiero gli si pose di fronte e gli chiese se poteva fare qualcosa in suo favore. Diogene, senza alterarsi, rispose: “Sì, togliti dalla mia luce” (in inglese appunto “Stand out of my light”). Nella metafora di Williams la “luce” sta a indicare il focus attentivo di ciascuno di noi. L’invito a togliersi dalla luce è, in realtà, un’esortazione rivolta alle grandi piattaforme web quali Google o Facebook, a non disturbare la nostra attenzione. L’analogia tra le grandi piattaforme informatiche e il condottiero greco è stata scelta assai bene: sono due forme di potere diverse, che hanno in comune l’ostentazione della loro potenza e la vastità del territorio sottomesso.

Nella prospettiva di Williams le piattaforme informatiche chiedono a ciascuno di noi “Cosa posso fare per te?”, proprio come Alessandro fece con Diogene. Il problema, secondo Williams, è che si rileva un crescente disallineamento tra i nostri obiettivi e quelli delle piattaforme a cui, ingenuamente, ci affidiamo. Esse non fanno realmente ciò di cui avremmo bisogno. Ammesso che sia vero che l’informatica e il web sono nati come strumenti al nostro servizio, utili per i nostri scopi, oggi non svolgono più questa funzione in modo trasparente. La metafora che Williams fornisce a questo riguardo è quella di un sistema GPS, un navigatore per l’automobile, che inizia a funzionare male. Non ci conduce più nei luoghi in cui vogliamo andare, ma ci porta in posti molto distanti da essi. Cresce così il sospetto di essersi affidati a una tecnologia che prima facie si presentava come uno strumento al nostro servizio ma che in realtà stava lavorando per scopi profondamente diversi dai nostri. Vale citare a riguardo un passo tratto dal testo di James Williams:

«Cominciai presto a capire che la causa per la quale ero stato arruolato non era affatto l’organizzazione dell’informazione, ma dell’attenzione. Il settore tecnologico non stava progettando prodotti; stava progettando utenti. Questi sistemi magici e generali non erano “strumenti” neutrali; erano sistemi di navigazione guidati da scopi che orientavano la vita di esseri umani in carne e ossa».


Collega di Williams presso Google, Tristan Harris, viene spesso definito dai giornali come l’ex responsabile di “ethic design” presso gli uffici di Google. Harris ha denunciato le strategie di manipolazione dell’attenzione praticate dai giganti di Internet e ha proposto un inventario di idee per una nuova ecologia delle app e dell’interfaccia utente. La sola esistenza, presso Google, di un incarico definito dalla singolare formula design ethicist desta nel lettore una certa curiosità. Se partiamo dal dato che nelle aziende informatiche italiane è raro incontrare un “ergonomo” o un “esperto di interfacce utente”, il fatto che presso Google possa lavorare un esperto di “etica della progettazione delle interfacce” incuriosisce e suscita comprensibili interrogativi. In Italia esistono degli insegnamenti di Computer Ethics (per esempio presso il Politecnico di Torino), ma si tratta di scelte formative di carattere pubblico. Se è comprensibile che gli Stati nazionali possano decidere di tutelare, nell’ambito di corsi di formazione universitaria, interessi di carattere generale – per esempio attraverso la realizzazione di linee guida di carattere etico per le aziende e gli operatori informatici – non è altrettanto facile spiegarsi quale potrebbe essere il ruolo di un esperto di “ethic design” presso un’azienda privata come Google.

In effetti, la carriera di Harris a Mountain View, per quanto breve, si rivela più complicata e interessante di quanto si possa immaginare. Il percorso attraverso cui, presso Google, gli è stato assegnato il roboante titolo di “design ethicist and product philosopher” merita un breve approfondimento.

Nel 2006 Tristan Harris aveva seguito a Stanford dei corsi di design presso il “Persuasive Tech Lab” di B. J. Fogg. Pare che in quell’occasione abbia collaborato con Mike Krueger alla realizzazione di Send the SunShine un’app con ci si proponeva di alleviare i sintomi dei disturbi stagionali dell’umore (SAD). Mike Krueger in seguito diventerà miliardario come cofondatore di Instagram, mentre Harris avrebbe lanciato una start-up che si chiamava Apture e che aveva come principale obiettivo quello di facilitare i processi di apprendimento degli utenti in rete. Fin dai suoi primi passi nel mondo dell’informatica Harris si è quindi presentato come uno studioso di interfacce digitali e di processi di apprendimento. Nel 2011 Apture è stata acquistata da Google con l’intero staff. Tuttavia, quando Harris si è reso conto che presso Google non riusciva a trovare l’afflato etico e la vocazione didattica che lo aveva spinto a realizzare Apture, ha deciso di andarsene, non senza aver inflitto ai suoi colleghi di Google una serie di testi e di slide in cui sosteneva l’importanza di sviluppare un nuovo atteggiamento etico nei confronti dei prodotti informatici che vengono lanciati in rete. Quel testo, oramai celebre, iniziava con queste parole:

«Sono preoccupato del fatto che stiamo creando un mondo sempre più disattento. Il mio obiettivo con questa presentazione è creare un movimento presso la sede di Google che si ponga l’obiettivo di minimizzare la distrazione e, per riuscire in questo, ho bisogno del tuo aiuto».


Con grande sorpresa dello stesso Harris, quei suoi materiali si sono rapidamente diffusi per contagio all’interno dell’azienda. Google, negli ultimi anni, ha dovuto affrontare in diverse occasioni il malumore dei suoi dipendenti. Anche per ragioni storiche legate al suo brand, che ha sempre sostenuto di voler rendere il mondo un posto migliore, la direzione di Mountain View sfoggia un aplomb da corte illuminata e tende a evitare i mormorii che facilmente seguono la diaspora dei propri dipendenti. Così, per dissuadere Harris dall’idea di lasciare Mountain View, è giunto per lui direttamente dai “piani alti” il titolo di design ethicist and product philosopher e il relativo nuovo incarico. Harris inizialmente ha accettato la nuova investitura, ma si è poi convinto che presso Google, in ogni caso, non gli sarebbe stato possibile esprimere in piena libertà i suoi convincimenti. Così, ha deciso di intraprendere una carriera privata da “design ethicist” dando il via a una varietà di iniziative e tenendo un numero sterminato di conferenze. Uno dei temi ricorrenti nei suoi interventi pubblici è la denuncia dell’uso crescente, da parte dei colossi del web, di tecniche di stimolazione orientate alla cattura dell’attenzione degli utenti. La distrazione indotta da questi dispositivi viola le convinzioni etiche più profonde di Harris, che fin dalla fondazione di Apture, come abbiamo visto, si era proposto di contribuire alla realizzazione di una rete a forte vocazione didattica, capace di facilitare l’apprendimento e di stimolare comportamenti intelligenti e virtuosi.

Nella descrizione che ne fornisce Ian Leslie nel suo famoso articolo, Harris si sarebbe progressivamente convinto che: « (…) il potenziale di Internet di informare e illuminare fosse in conflitto con l’imperativo commerciale di catturare e mantenere l’attenzione degli utenti con ogni mezzo possibile.»

Leslie ha quindi deciso di intervistare a Stanford il professor Brian Jeffrey Fogg, che era stato l’insegnante di Harris e il fondatore della captologia, disciplina che si occupa della cattura dell’attenzione. A detta di Leslie, Fogg si è rivelato un personaggio tutt’altro che diabolico, che sembrava sinceramente turbato dall’accusa, mossa contro di lui in quel periodo, di essere uno stratega della manipolazione del comportamento. Altra intervista di notevole interesse, contenuta nel lungo articolo di Leslie, quella a Natasha Dow Schüll, antropologa, che ha realizzato una monumentale ricerca su Las Vegas e le evoluzioni del gioco d’azzardo sotto la crescente pressione delle tecnologie digitali. Un lavoro con molti tratti di esplicita denuncia, che mostra l’impressionante crescita dell’azzardo negli ultimi due decenni.

Va detto, tuttavia, che sebbene il libro di Dow Schüll sul design delle interfacce dei dispositivi dell’azzardo sia senza ombra di dubbio un’opera fondamentale 4 al suo interno i riferimenti al comportamentismo sono sporadici e occasionali o, a dirla tutta, quasi inesistenti. Cosa piuttosto singolare, visto che Skinner ha dedicato molte pagine alle sloth machine e alle loro analogie con i suoi studi sul comportamento animale. In realtà, nessuno dei personaggi intervistati da Leslie ha fatto riferimenti troppo espliciti al comportamentismo né nell’intervista né altrove. A un giudizio di superficie, si può perfino pensare che l’idea di tirare in ballo Skinner in quell’articolo sia da attribuire più a Leslie che ai suoi interlocutori. Fatto salvo il professor Fogg, che è indubitabilmente un neo-comportamentista, gli altri intervistati sembrano avere un’idea piuttosto approssimativa del comportamentismo, della sua vicenda storica e dei suoi principi. Del resto Dow Schüll, Williams e Harris non hanno curricula che prevedano, al loro interno, la presenza di competenze di questo genere. Competenze che anche negli Stati Uniti, vedremo più avanti perché, sono oramai un’ esclusiva degli storici della psicologia e, occasionalmente, di qualche filosofo della mente.

Qualche anno dopo, con la pubblicazione de Il capitalismo della sorveglianza di Shoshana Zuboff 5 si ebbe la reprimenda più diretta ed esplicita sul rapporto tra capitalismo digitale e comportamentismo. L’autrice dedicava ben tre capitoli del suo bestseller a Skinner suscitando una certa sorpresa tanto nel grande pubblico quanto tra gli addetti ai lavori.

Io, che da trent’anni avevo adottato in rete il nickname Rattus Norvegicus proprio per suggerire qualche affinità tra gli utenti delle piattaforme digitali e le cavie da laboratorio preferite dai comportamentisti, mi trovavo per la prima volta a ricevere occasionali riconoscimenti per una serie di intuizioni che, prima del boom del comportamentismo in salsa digitale, erano state velocemente derubricate come mie inguaribili stranezze. Tuttavia, a quanti intendevano tirarmi in ballo ho dovuto chiarire subito che trovo sia le forme che gli argomenti della nuova critica al comportamentismo digitale decisamente insoddisfacenti. La mia gratitudine nei confronti di quanti hanno segnalato il cosiddetto “ritorno” del comportamentismo fa il paio con una forte insofferenza nei confronti dei claim sbrigativi e, non di rado, puramente allarmistici, con cui il problema è stato affrontato dai giornali o nei dibattiti pubblici cui m’è capitato di assistere.

Di qui l’ esigenza di chiarire almeno alcuni dei punti chiave del problema con cui siamo chiamati a confrontarci. Intendiamoci: per discutere seriamente il comportamentismo (prima come teoria scientifica e poi come peculiarità socioculturale statunitense) non basterebbe un saggio e, probabilmente, neanche un’opera in tre volumi. Sebbene trascurato a lungo nell’Europa continentale, il comportamentismo è stato un programma di ricerca assai robusto che, negli Stati Uniti, s’è snodato lungo un arco temporale di oltre sessant’anni e, in alcune fasi, ha raggiunto un’organizzazione fordista con decine di laboratori distribuiti nelle principali università e nei centri di ricerca. Al suo interno, accanto a B. F. Skinner, ci sono almeno una decina di figure di spicco, di almeno pari rilevanza teorica, che sarebbe indispensabile includere in qualsiasi serio dibattito nel merito. Peraltro, difficilmente si riuscirà a comprendere qualcosa di un siffatto dibattito se non ci si sarà impegnati, preventivamente, nell’inquadrare il comportamentismo all’interno della complessa temperie culturale che, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, ha visto la psicologia impegnarsi con successo nel tentativo di entrare nel novero delle discipline scientifiche. Quanto al diffuso proclama secondo il quale, a metà degli anni Settanta del Novecento, il comportamentismo avrebbe esaurito la sua “forza propulsiva”e sarebbe stato superato dal cognitivismo c’è, come vedremo, molto da discutere. Sicuramente non si è trattato di quel radicale cambio di paradigma di cui favoleggiano i manuali di storia della psicologia. Cosa che apre una serie di problematiche piuttosto dense riguardo l’ attualità del comportamentismo e i relativi vantaggi che potrebbe aver ricavato dalla singolare posizione di zombie, di morto vivente in cui, piaccia o meno, è stato relegato negli ultimi quarant’anni dalla trionfante retorica cognitivista. Certo è che, sebbene sia stato ripetuto fino alla nausea che il comportamentismo è una corrente della psicologia scientifica oramai del tutto priva di qualsiasi interesse, gli unici psicologi che riescono a vincere dei premi Nobel sono, a tutt’oggi, quelli che si occupano di economia comportamentale, disciplina le cui radici affondano nella storia del comportamentismo e che oggi è situata al centro degli interessi del Gotha della Silicon Valley. Basti ricordare che dal 20 al 22 Luglio del 2007 nella cittadina Rutherford (California) si è tenuto un corso privato dello psicologo premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman, cui hanno partecipato Sergey Brin, Elon Musk e altre figure di rilievo.

Questo ci conduce all’argomento attualmente più gettonato, che riguarda il rapporto tra il comportamentismo e l’AI. A tale riguardo è opportuno ricordare subito che la simulazione del comportamento (animale ed umano) attraverso dispositivi artificiali costituisce un metodo di indagine e sperimentazione che il comportamentismo ha iniziato a praticare in modo sistematico (con strumenti meccanici ed elettrici) ben prima dell’avvento dei calcolatori. In questo senso l’AI ha stabilito, fin dalle sue origini, un rapporto strutturale con il comportamentismo, quasi ne fosse una derivazione. Per quante crisi abbia attraversato, questo rapporto non è mai venuto meno, fino a divenire una sorta di seconda natura dei processi di ricerca e sviluppo, particolarmente nell’informatica di consumo. Quanti sostengono che gran parte degli snodi epistemologici sollevati dall’intelligenza artificiale, per un motivo o un altro, hanno già impegnato il comportamentismo, colgono nel segno. Nella filosofia della mente contemporanea i problemi si presentano sempre due volte, prima come scienze del comportamento e poi come intelligenza artificiale. Ciò spiega assai bene perché, nella hall of fame dell’Intelligenza Artificiale, figurano numerosi e autorevoli studiosi apertamente e dichiaratamente comportamentisti.

Mi rendo conto che questa sommaria elencazione di fatti e problemi, piuttosto ruvida ed esplicita, potrebbe essere letta come un tentativo di scoraggiare chi intenda discutere in termini politici il tema dell’influenza del comportamentismo sull’uso delle tecnologie digitali. Persone che vorrebbero risparmiarsi questioni etiche, epistemologiche e di metodo spesso cavillose ed estenuanti. Cercherò, per il possibile, di non deludere queste loro aspettative. Sono sempre più convinto che le responsabilità politiche, particolarmente quelle dell’epoca che stiamo attraversando, siano punteggiate da emergenze che hanno ben poco a che fare con le forme e i toni dei dibattiti accademici e delle sedute delle commissioni parlamentari. Peraltro l’argomento, data la sua importanza, merita senz’altro un pubblico attento ma, si spera, non composto esclusivamente di specialisti. Si tratterà allora di trovare una linea di mediazione tra ciò che è sicuramente necessario e quel che può risultare almeno sufficiente ad un primo inquadramento dei principali aspetti del problema. Altrimenti, tutta la faccenda rischia di restare, come lo è stata finora, sospesa in una caligine di mistero e di irrilevanza, in una zona indefinita tra l’allarmismo dei gazzettieri e l’ineffabile ruminare dei filosofi della mente. Una conclusione che dobbiamo evitare perché nell’attuale configurazione del capitalismo digitale si vanno delineando dinamiche produttive in cui il comportamentismo e la sua eredità teorica e sperimentale giocheranno un ruolo di crescente importanza. Di qui il monito: se non ci impegniamo a sbrogliare pazientemente questo groviglio di storia e teoria della psicologia scientifica, non riusciremo a muovere critiche realmente efficaci all’attuale dominio delle Big Tech e incontreremo serie difficoltà anche nell’indicare strategie adeguate a quanti intendono sottrarsi alle conseguenze più perniciose dell’uso dei loro dispositivi.

Note


  1. Eugeny Morozov, Internet non salverà il mondo, Mondadori, 2014.
  2. Richard Barbrook,Andy Cameron, L’ideologia californiana, Gog, 2023
  3. economist.com/1843/2016/10/20/… un affermato scrittore londinese che, occasionalmente, si occupa anche di marketing. L’articolo mostrava come il ritorno del comportamentismo in ambiente digitale avesse svolto un ruolo chiave nel successo di alcune piattaforme lanciate in quegli anni. Leslie ha svolto un lavoro di indagine abbastanza approfondito, intervistando alcuni dei teorici di quello che definiremo neo-comportamentismo digitale e alcuni dei suoi critici più radicali. I toni erano piuttosto allarmati: il titolo The scientist who make the apps addictive, la cui traduzione in italiano non è immediata, sembrava annunciare il proposito di portare alla sbarra gli scienziati che stavano trasformando le applicazioni web in strumenti capaci di indurre forme di dipendenza tra gli utenti. In realtà, il testo di Leslie è decisamente meno inquisitorio di quanto annunciato nel titolo. È stata la “fuga da Google” di due eminenti whistleblower, James Williams e Tristan Harris, a fornire a Leslie lo spunto per effettuare una serie di approfondimenti sul campo. Prima di discutere in maggior dettaglio l’articolo di Leslie, conviene allora soffermarsi su Williams e Harris che, indipendentemente l’uno dall’altro, sono usciti dalle fila dell’azienda di Page e Brin sbattendo la porta, per dedicarsi interamente al compito di denunciare i nuovi persuasori occulti.Ex-dipendente di Google, James Willliam, nelle pagine di apertura del suo libro sostiene che la liberazione dell’attenzione potrebbe essere “la più importante battaglia politica del nostro tempo”. Su questo tema si snoda l’intera opera, intitolata Stand out of our light
  4. Natasha Dow Schüll, Architetture dell’azzardo, Luca Sossella editore, 2015
  5. Soshana Zuboff, Il capitalismo della sorveglianza, Luiss University Press, 2019

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