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RECENSIONE : MISOPHONIA – WORKING CLASS BLAST BEAT


I Misophonia producono un odi quei lavori che fortunatamente non hanno nessun ritegno né filtro a descrivere il mondo per come è veramente e riescono a fondere il grindcore e il crust con la telefonata delle Brigate Rosse che annunciava la morte di Aldo Moro, la jihad islamica con Stalin e il quarto reich dell’Esselunga. @Musica Agorà


iyezine.com/misophonia-working…

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MAXI OPERAZIONE DEL ROS CONTRO IL TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI DAL SUD AMERICA ALL’EUROPA. LA COCAINA MOVIMENTATA DA UN CARCERE ITALIANO GRAZIE ALL’UTILIZZO DI CRIPTOFONINI


Svela tutte le caratteristiche del traffico di stupefacenti dal Sud America all’Europa l’attività investigativa del ROS ligure dell’ #Armadeicarabinieri conclusasi in questi giorni: la pianificazione del trasporto mediante reti criptate (o che chi utilizzava gli smartphone riteneva tali), l’invio della cocaina via mare tramite container (in un porto di destinazione affidabile) o in aeroporti, la supervisione di una potente organizzazione criminale italiana e la compartecipazione della mafia balcanica, il supporto al contrasto da parte di #Eurojust ed #Europol.
[Il porto di Genova]
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I fatti: il Ros dei carabinieri, supportato dai militari dell’Arma territoriale di #Genova, Como e Reggio Calabria, ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Genova su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di ventidue persone, tra cui uno di nazionalità dominicana, due di nazionalità colombiana, sette di nazionalità albanese. Sei degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama, Colombia e Venezuela finalizzata alla importazione dall’America Latina di quantitativi di cocaina, che veniva caricata su navi dirette al porto di Genova, e, una volta recuperata, con la complicità di lavoratori operanti nello scalo portuale, rivenduta a terzi, oppure destinata ad altre organizzazioni criminali, grazie alla ricompensa con una percentuale (in denaro o in cocaina), intorno al 20% del prodotto importato, o con una somma equivalente, come corrispettivo per il recupero del carico in porto.
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L’associazione per delinquere secondo gli investigatori era diretta da un soggetto che ha potuto disporre di una rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto il 7 ottobre 2015 mentre cercava di recuperare un carico 148 chili di cocaina, in concorso con un latitante) questi, pur detenuto, comunicava con i complici per mezzo di criptofonini o di sistemi artigianali di comunicazione crittografata, continuando ad organizzare e finanziare per conto dell’organizzazione l’importazione di nuovi carichi di cocaina provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi, l’aeroporto di Amsterdam.
Il pagamento dello stupefacente era effettuato attraverso un metodo di interposizione consistente nella consegna del contante ad un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, il quale si occupava della rimessa a questi ultimi, avvalendosi di canali extrabancari e consegnando ricevuta agli acquirenti.
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Agli indagati vengono così contestati nove episodi di importazione di cocaina da Colombia, Repubblica Dominicana, Panama, per complessivi 670 kg e un valore commerciale di 25 milioni di euro, oltre a 38 episodi di detenzione e cessione di droga (per due di questi viene contestata l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 cp ed in particolare la finalità di agevolare l’attività di una cosca di #ndrangheta).
Agli indagati sono state sequestrate anche diverse armi, tra cui due pistole a tamburo Smith & Wesson mod. 686 cal. 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava mod. M56 cal. 7,62×25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava mod. M70 cal. 7,62×39 mm, riproduzioni del più noto AK-47 (Kalašnikov). pistole semiautomatiche Beretta cal. 9, un revolver marca Smith & Wesson cal. 38SP, pistole marca Colt mod. 1911 cal. 45 ACP e Beretta mod. 70 cal. 7,65.
I reati contestati sono stati commessi dal settembre 2014 a dicembre 2022. L’indagine ha beneficiato del contributo informativo di #Europol, che ha fornito le informazioni provenienti dalle indagini avviate dalle Autorità francesi su gruppi criminali che utilizzavano un sistema di comunicazione criptato denominato #EncroChat e alimentato il flusso informativo relativo ai dispositivi #SkyEcc e della collaborazione di #Eurojust che ha facilitato l’agevole e tempestiva acquisizione, tramite ordine di indagine europeo, di comunicazioni criptate sequestrate dalle Autorità francesi ed intercorse sulle piattaforme EncroChat e SkyEcc.
Per saperne di più su Encrochat leggi qui (in inglese): europol.europa.eu/media-press/…


Sebastian Bieniek


Sebastian Bieniek (classe 1975) è un regista tedesco, artista, drammaturgo e scrittore, nato a Czarnowasy (Polonia) si è poi trasferito in Germania, dove ancora oggi vive e lavora.

iyezine.com/sebastian-bieniek



Il 20 marzo, la GSMA – l’organizzazione che rappresenta gli interessi degli operatori di rete mobile di tutto il mondo – ha pubblicato il suo ultimo manifesto, in cui definisce le riforme necessarie per rendere l’ecosistema di connettività europeo adatto...


Europol report: Insistence on data retention contradicts the threats presented


Europol has published its Internet Organised Crime Assessment (IOCTA) (PDF). The report assesses the cybercrime landscape and describes how threads have changed over the last two years. Patrick Breyer … https://www.europol.europa.eu/cms/sites/default/fi

Europol has published its Internet Organised Crime Assessment (IOCTA) (PDF). The report assesses the cybercrime landscape and describes how threads have changed over the last two years.

Patrick Breyer MEP (German Pirate Party / Greens/EFA) and digital freedom fighter, comments:

“Europol’s support for indiscriminate data retention does not reflect the facts. The agency’s report identifies real threats that can’t be addressed with data retention or any other means of blanket mass surveillance of all citizen’s communication data. It is time for Europol and the European Union in general to refocus on targeted investigations and strenghening civil society.”


Europol’s role in the “Going Dark” program (#EUGoingDark)


In the report the European Union’s law enforcement agency focuses on cybercrime-as-a-service, underground communities, criminal markets for stolen credentials and victim data as well as on fraud strategies.

As member of the High-Level Expert Group on access to data for effective law enforcement which is also know as the “Going Dark” program Europol is tasked to “contribute to integrating a law enforcement perspective, including privacy and data protection requirements, in all relevant EU policies and actions (‘security by design’)” and to “explore how security by design could be a standard requirement in the development of new technologies.” Most pressing “challenges” identified are: Encryption (access, en clair, to stored content and digital communication data), data retention of localisation data and roaming data, as well as anonymisation, including VPN and Darknets. (Council document 8281/23 data.consilium.europa.eu/doc/d…PDF)

Europol is a strong proponent of reintroducing provisions on the indiscriminate retention of citizen’s communications metadata such as IP addresses. In 2018 the agency was unsuccessful with a “Data Retention Matrix” – a proposal to introduce data retention in the European Union. (WK 3005/2018 INIT PDF)

Organised criminals can circumvent data retention – most law-abiding citizens cannot


According to the Internet Organised Crime Assessment Europol observes “a high level of specialisation inside criminal networks” and the agency faces the development that “[o]ffenders (…) mask their actions and identities as their knowledge of countermeasures increases.”

Patrick Breyer MEP comments:

“Europol’s report confirms the fact that blanket data retention is unsuitable for fighting organised crime because it can easily be circumvented, for example by using anonymisation services. What is needed instead of bulk storage of citizen’s communications meta data are fast, well equipped and targeted investigations.”


The role of Internet Service Providers


In the report, Europol presents Internet Service Providers as service providers for crimes: “Many Internet Service Providers (ISPs) frequently used by criminals do not engage in extensive customer monitoring practices such as Know-Your-Customer (KYC) procedures and storing of customer and metadata (e.g. IP address)”

Patrick Breyer MEP comments:

“Europol places Internet Service Providers under general suspicion and seems to expect them to violate privacy legislation. We have a right to use the Internet anonymously! Targeting ISP’s privacy policies is like generally blaming landlords for domestic violence.
The task and duty of Internet Service Providers in democracies is to enable citizens to communicate securely and confidentially.”


Child grooming


The report finds that “[c]hild sexual exploitation offenders make extensive use of social media to engage with their victims, interacting with them often behind a false identity. (…) Child sexual exploitation offenders groom victims in order to obtain sensitive information that can be then exploited for extortion purposes.”

Patrick Breyer MEP comments:

“In fact Europol’s report rightly underlines the need for better education and training of (potential) victims, especially children and teenagers. Instead of data retention and other means of mass surveillance, we need more competent and better equipped social workers, training young people on perpetrator strategies and how to defeat them, anonymous online counselling, awareness programs, privacy-friendly design of social media platforms and other measures that actually address the
problem.”


Prevent data theft


Addressing the economics of cybercrime Europol finds that “the central commodity of this illicit economy is stolen data”.

Patrick Breyer MEP comments:

“Europol’s report underlines the importance of privacy, anonymity and encryption to protect citizens from identity theft and other crimes. Bulk retention of personal data provokes hacks and leaks. Only data that is not being stored is secure data.”

patrick-breyer.de/en/europol-r…




Dedicato agli amici euroinomani, euro psicopatici, atlantisti sia istituzionali che semplici cittadini. 😉😉😁😁😎😎
Por el culo
youtube.com/watch?v=pyFRDd-XvR…


Buon giorno a tutti quelli che mi sono simpatici 😎😎😎
The Firebirds - Rockabilly Man
youtube.com/watch?v=r3k1CQidsd…



In Cina e Asia – Scambio Xi-Biden: focus su Taiwan, Russia, e tecnologia


In Cina e Asia – Scambio Xi-Biden: focus su Taiwan, Russia, e tecnologia xi biden
I titoli di oggi: Telefonata Xi-Biden, Washington: “Preoccupa la cooperazione con la Russia” Cina, round di visite dal Sud-Est asiatico per rafforzare i rapporti bilaterali nella regione “Sanzioni alla Cina danno per i G7”: il rapporto del think tank americano Myanmar, la Cina tiene due giorni di esercitazioni militari lungo il confine Corruzione, indagato l’ex ministro della Giustizia cinese Telefonata ...

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Arriva a Sigonella “Triton”, il maxi-drone Usa per sorvegliare Europa e Africa


Grazie al nuovo velivolo senza pilota la Marina Usa rafforza la sua capacità di sorveglianza da elevate altitudini. Lungo 14,5 metri e con un’apertura alare di 39,9, il “Triton” potrà operare entro un raggio di 2.000 miglia nautiche dalla base di decollo

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di Antonio Mazzeo

Pagine Esteri, 3 aprile 2024Nuovi maxi-droni a Sigonella per le operazioni di guerra USA in Europa orientale, in Medio Oriente e nel continente africano. La mattina di sabato 30 marzo è atterrato nella stazione aeronavale siciliana un velivolo senza pilota MQ-4C “Triton” di US Navy, nome in codice Triton16. Il volo del drone “multi-intelligence” attraverso l’Atlantico e il Mediterraneo occidentale è stato tracciato dagli analisti indipendenti di Itamilradar.

“Il Triton è giunto in Sicilia direttamente dalla base militare di Mayport (Florida), da dove era decollato il giorno prima alle 19.30, ora italiana”, riporta Itamilradar. “Si tratta del primo dislocamento di questo velivolo nell’area mediterranea e nei prossimi giorni si vedrà dove sarà impiegato e se in particolare effettuerà le stesse missioni che vengono svolte attualmente dai “Global Hawk” ospitati a Sigonella insieme ai droni “Reaper” di US Air Force e ai “Phoenix” del sistema AGS della NATO”. (1)

Il trasferimento in Sicilia del più grande e moderno aereo senza pilota delle forze armate USA arriva a meno di un mese di distanza dall’attivazione nella base siciliana di un distaccamento del VUP-19, lo squadrone speciale di US Navy che coordina le operazioni della nuova classe di droni d’intelligence, con quartier generale nelle Naval Air Station di Jacksonville e Mayport. L’arrivo dei militari del VUP-19 è stato celebrato a Sigonella con una cerimonia ufficiale il 2 marzo 2024, congiuntamente all’inaugurazione del nuovo hangar destinato alle attività di manutenzione e riparazione degli MQ-4C “Triton”. Presenti per l’occasione pure il contrammiraglio Adam Kijek (comandante del Gruppo di pattugliamento e riconoscimento di US Navy) e il viceammiraglio Daniel “Undra” Cheever (comandante delle forze aeronavali della Flotta USA per il Pacifico).

“Questa cerimonia è la dimostrazione che l’Aviazione della Marina militare prosegue negli sforzi di sviluppare nuovi concetti e nuove tecnologie e di integrarli efficacemente nella Flotta navale”, ha dichiarato il viceammiraglio Cheever. “L’MQ-4C Triton sarà una piattaforma fondamentale per il futuro programma di pattugliamento e riconoscimento, con una tecnologia avanzata per il combattimento e per schierare più giocatori in campo”.

Ancora maggiore enfasi è stata espressa dal comandante in capo di NAS Sigonella, il capitano Aaron Shoemaker. “Siamo felici di avere il VUP-19 sul ponte e guardiamo avanti per supportare lo squadrone che rafforzerà le capacità e la rapidità della VI Flotta USA nella sua aerea operativa”, ha spiegato l’ufficiale statunitense. “L’aggiunta del Triton alle funzioni dei sistemi senza pilota di Sigonella è anche una vittoria strategica perché aumenta le capacità dei nostri pattugliatori navali P-8 Poseidon nello svolgere le attività di intelligence, sorveglianza, riconoscimento e targeting in una vasta aerea”. Il capitano Aaron Shoemaker ha infine ricordato il ruolo fondamentale della base siciliana negli scenari di guerra internazionali. “La Naval Air Station di Sigonella assicura il comando e il controllo operativo e il supporto amministrativo e logistico alle forze armate USA e di altri paesi NATO”, ha dichiarato. “La localizzazione strategica di questa installazione militare consente alle forze armate statunitensi e a quelle alleate e partner di operare e rispondere nel modo più appropriato, assicurando la sicurezza e la stabilità in Europa, Africa e nell’area sotto il Comando Centrale USA”. (2)

Una dettagliata descrizione di quelle che saranno le future funzioni operative del drone MQ-4C “Triton” schierato a Sigonella è stata fatta dalla testata specializzata destinata alle forze armate USA, Stars and Stripes. Secondo l’analista-corrispondente Alsion Bath, grazie al nuovo velivolo senza pilota la Marina USA rafforza la sua presenza di “sorveglianza da elevate altitudini” nel continente europeo e in quello africano. “Progettato per complementare il pattugliatore P-8 Poseidon, il Triton può condurre operazioni multi-intelligence così come supportare i centri di telecomunicazione e di ricerca e soccorso”, scrive Bath. “US Navy non ha fatto sapere il numero di addetti assegnati al distaccamento di Sigonella e quanti droni saranno operativi dalla base. Ma con la guerra in Ucraina, le minacce della Russia nel Mari Baltico e gli impatti della guerra tra Israele e Hamas nel Mediterraneo orientale, c’è una maggiore attenzione nel teatro europeo, come non accadeva dalla fine della Guerra fredda. Inoltre, US Navy è partner delle nazioni africane nella lotta contro le milizie estremiste e per proteggere le vie marittime. L’area delle operazioni delle forze navali USA per l’Europa e l’Africa e della VI Flotta copre metà dell’Oceano Atlantico, dall’Oceano Artico alla costa degli Stati Uniti d’America, inclusa tutta l’Europa e la Russia e buona parte dell’Africa”. (3) La Sicilia e Sigonella piattaforme dei droni di guerra a tutto campo, dunque, mentre l’umanità è a un passo dallo scoppio di una Terza guerra mondiale, globale e totale.

Un “gioiello” di guerra targato Nortrop Grumman

Il drone MQ-4C “Triton” è un velivolo a lungo raggio a pilotaggio remoto, basato sulla piattaforma dell’RQ-4 Global Hawk, versione “Block 20”, prodotto dall’industria aerospaziale statunitense Nortrop Grumman. In particolare, rispetto alla versione “madre” entrata in funzione con l’US Air Force, il nuovo drone monta una struttura alare rinforzata per operare in condizioni meteorologiche avverse e resistere maggiormente alla grandine, all’impatto con i volatili, ai fulmini e al ghiaccio.

Lungo 14,5 metri e con un’apertura alare di 39,9, il “Triton” potrà operare entro un raggio di 2.000 miglia nautiche dalla base di decollo, a un’altitudine massima di 18.288 metri e una velocità di crociera di 575 km/h. Il velivolo godrà di un’autonomia di volo tra le 24 e le 30 ore consecutive. Nel corso di una sola missione i sofisticati sensori di bordo dovrebbero rilevare, classificare e tracciare obiettivi marittimi operanti in profondità monitorando fino ad una superficie di quattro milioni di miglia nautiche. Ad oggi, Nortrop Grumman ha consegnato alla Marina militare degli Stati Uniti d’America cinque velivoli senza pilota “Triton”.

L’MQ-4C è stato sviluppato nell’ambito del cosiddetto programma BAMS (Broad Area Maritime Surveillance) con cui US Navy punta a rafforzare la propria superiorità strategica nello svolgimento di missioni prolungate d’intelligence, sorveglianza e riconoscimento (ISR) su vaste regioni oceaniche e costiere, per localizzare e intercettare unità navali di superficie e sottomarini “potenzialmente ostili”. Più specificatamente, il sistema BAMS è stato concepito per “sviluppare le capacità di raccolta e trasmissione delle informazioni a utenti operativi e tattici” (sottomarini a capacità e propulsione nucleare, portaerei, gruppi di volo, ecc.), operando in stretto collegamento con il Global Information Grid (GIG), il network informativo del Pentagono. (4)

Il programma di progettazione e produzione del “Triton” è stato avviato da Nortrop Grumman nel 2010 e tre anni più tardi è stato costituito lo squadrone VUP-19 di US Navy. Il primo test di volo del nuovo drone è stato effettuato il 18 settembre 2014: il prototipo navigò a 15.000 metri d’altitudine per undici ore consecutive dallo stabilimento Northrop Grumman di Palmdale, California fino alla stazione aeronavale di Patuxent River, Maryland, distante 6.090 km, seguendo una rotta prefissata sulla frontiera tra Stati Uniti e Messico.

Nonostante il Naval Air Systems Command (NAVAIR) degli Stati Uniti d’America avesse assicurato che la capacità operativa iniziale del sistema a pilotaggio remoto sarebbe stata raggiunta entro il 2017, a causa di alcuni problemi tecnici e progettuali, L’MQ-4C poté essere impiegato sperimentalmente solo a partire del maggio 2020. Successivamente due esemplari furono dislocati nella base aerea “Andersen” a Guam (la più grande isola della Micronesia) per operare a supporto della VII flotta aeronavale USA nell’Indo-Pacifico. (5)

Per la certificazione di “avvenuto raggiungimento della capacità operativa iniziale” da parte dell’MQ-4C “Triton” si è dovuto attendere invece il 15 settembre 2023. “Da oggi i comandanti saranno in grado di sfruttare appieno la potente suite di sensori di Triton per rilevare e scoraggiare potenziali avversari in tutto il mondo”, ha dichiarato Rho Cauley Bruner, direttore del programma “Triton” di Northrop Grumman, senza però spiegare le ragioni del ritardo accumulato in questi anni. (6)

Non è andata meglio a Sigonella: la scelta dell’installazione siciliana come FOB – Forward Operation Base (base operativa avanzata) del sistema aereo senza pilota MQ-4C “Triton” era stata formalizzata dal Dipartimento della difesa USA il 2 febbraio 2014 con la richiesta al Congresso di autorizzare per l’anno fiscale 2016 la spesa di 102.943.000 dollari per costruire a NAS Sigonella gli hangar e una serie di infrastrutture di supporto per i nuovi velivoli senza pilota e per i pattugliatori P-8A “Poseidon”. Al tempo si prefigurò il completamento delle opere nel luglio 2018 e l’arrivo dei primi droni entro il giugno 2019.

Il programma “Triton” ha visto la costruzione a Sigonella di un hangar in acciaio a quattro scomparti per il ricovero dei velivoli (superficie 6.626 m2); una struttura d’appoggio con relativi spazi amministrativi e di manutenzione; un magazzino di 638 m2 per lo stoccaccio delle attrezzature; un’area per lo stazionamento dei droni direttamente connessa con il parcheggio e le piste di volo; una facility adiacente all’hangar che ospita i sistemi di comando e controllo dei droni; una torre radar e telecomunicazioni. (7)

Note

  1. itamilradar.com/2024/03/30/une…2
  2. https://www.dvidshub.net/news/465187/vup-19-welcomed-nas-sigonella-celebrates-new-mq-4c-triton-hanga3
  3. stripes.com/branches/navy/2024…4
  4. antoniomazzeoblog.blogspot.com…5
  5. seapowermagazine.org/navy-scal…6
  6. aviation-report.com/drone-mq-4…
  7. agoravox.it/Grandi-opere-a-Sig…

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pagineesteri.it/2024/04/03/var…



Kim Jong-un complica "l’amicizia senza limiti” tra Cina e Russia


Kim Jong-un complica kim jong-un russia
Il 28 marzo la Russia ha posto il veto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu decretando lo scioglimento del gruppo di esperti incaricato di monitorare il rispetto delle sanzioni internazionali comminate alla Corea del Nord. La Cina è stata l’unico paese ad astenersi dal voto. Cautela che dimostra la complessità del rapporto con Pyongyang Il 28 marzo la Russia ha posto ...

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You Can Now Follow President Biden on the Fediverse


Joe Biden's official account is now connected to the Fediverse, thanks to Threads. We'll see if anything comes of it. The post You Can Now Follow President Biden on the Fediverse appeared first on We Distribute. https://wedistribute.org/2024/04/presiden

In a surprising first, Joe Biden’s social media team enabled Fediverse integration on his Threads account today. For now, the integration is a minor gesture, as it’s only a one-way connection from Threads to the Fediverse.

14179551As viewed from Mastodon.

That being said, the implications make for a pretty big deal: Joe Biden is the first US President to federate with the rest of the network. Even though Donald Trump is on Truth Social, which is based on Mastodon, the backend has never actually federated with another server.

You can follow President Biden and the White House below:


Government Fedi


Over the last few years, a number of governments and officials looked to the Fediverse as the base of their online social presence. The European Union notably offers official Mastodon and PeerTube servers for followers to connect with, and the Dutch government officially uses Mastodon as well.

People familiar with the RSS publishing format may find it helpful to think of Fediverse as “Really Simple Social Syndication”. Similar to RSS an agency can publish subscribable feeds, but with the added bonus of social interaction with citizens and stakeholders.

In effect, this combines the deliverability and reach of email with the personalisation and device-alerting capabilities of social media apps.
IFTAS

Some organizations, such as IFTAS, have begun advocating towards governments currently on Twitter, Instagram, and Facebook to move over. It’s still an emerging part of the network, and definitely will take some time for more organizations to set foot over here. Still, it’s a promising development and will hopefully get more public officials to think about connecting to the Fediverse.

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GAZA. Raid aereo uccide 7 operatori umanitari della World Central Kitchen


Il convoglio è stato colpito mentre tornava da Deir Al Balah dove si era recato per coordinare la distribuzione degli aiuti umanitari arrivati ieri via mare da Cipro. L'articolo GAZA. Raid aereo uccide 7 operatori umanitari della World Central Kitchen pr

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AGGIORNAMENTI

ORE 14.30

Netanyahu ammette responsabilità Israele: abbiamo colpito involontariamente operatori Wck

Per il premier israeliano Netanyahu l’uccisione dei sette operatori umanitari della Ong World Central Kitchen sarebbe stato un “tragico caso”. “E’ stato un tragico caso in cui le nostre forze hanno colpito senza intenzione gente innocente”, ha detto, “Questo succede in guerra e apriremo un’indagine. Siamo in contatto con i governi coinvolti e faremo di tutto per assicurare che questo non accada più”.

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della redazione

Pagine Esteri, 2 aprile 2024 – Un bombardamento aereo ha ucciso nella notte 7 operatori umanitari, 6 stranieri e un palestinese, della Ong ispano-americana World Central Kitchen che si occupa della distribuzione di cibo e pasti alla popolazione civile di Gaza. L’attacco è avvenuto poche ore dopo che il gruppo aveva ricevuto un nuovo carico di cibo lungo la rotta marittima tra Cipro e Gaza (Operazione Safeena).

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Due dei volontari uccisi dal raid aereo

I corpi delle vittime sono stati portati all’ospedale Al Aqsa di Deir Al Balah. Un filmato in rete mostra i corpi di alcuni dei morti che indossano giubbotti antiproiettile con il logo dell’organizzazione benefica. Israele in tarda mattinata ha riconosciuto ufficialmente la sua responsabilità. Il portavoce militare ha comunicato che “sono in corso indagini sul tragico incidente”.

“Questa è una tragedia. Gli operatori umanitari e i civili non dovrebbero mai essere un bersaglio. Mai!”, ha detto in una nota la portavoce della WCK, Linda Roth.

Mahmoud Thabet, un paramedico della Mezzaluna Rossa palestinese che faceva parte della squadra di soccorso che ha portato i corpi all’ospedale, ha detto all’Associated Press che i volontari erano in un convoglio di tre auto che era stato nel nord per organizzare la distribuzione degli aiuti appena arrivati via mare ​​e che stava tornando a Rafah, nel sud. La WCK opera i suoi spostamenti in costante coordinamento con le autorità militari israeliane.

Tre navi umanitarie organizzate dalla WCK e dagli Emirati provenienti da Cipro sono arrivate ieri a Gaza con 400 tonnellate di cibo e generi di prima necessità. Si tratta della seconda spedizione ricevuta dalla Ong, fondata dallo chef Josè Andrès.

“Questa è una tragedia umana che non sarebbe mai dovuta accadere, è del tutto inaccettabile e l’Australia cercherà di assumersi le proprie responsabilità”, ha commentato il primo ministro australiano Anthony Albanese in una conferenza stampa. Albanese ha affermato che i civili innocenti e coloro che svolgono attività umanitaria devono essere protetti e ha ribadito la sua richiesta per un cessate il fuoco a Gaza insieme a maggiori aiuti per coloro che soffrono di “enormi privazioni”.

Gli Stati Uniti hanno chiesto a Israele di indagare rapidamente sull’accaduto. Pagine Esteri

Leggi il comunicato diffuso dalla World Central Kitchen

wck.org/news/gaza-team-update

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Tigray, la minoranza etnica di Irob è ancora sotto occupazione eritrea


In Tigray, stato regionale del’ Etiopia settentrionale, ai confini con l’Eritrea, tra il novembre 2020 e il novembre 2022 si è combattuto una guerra genocida in cui le stime parlano di 800.000 persone di origini tigrine uccise, 120.000 donne di ogni età e

In Tigray, stato regionale del’ Etiopia settentrionale, ai confini con l’Eritrea, tra il novembre 2020 e il novembre 2022 si è combattuto una guerra genocida in cui le stime parlano di 800.000 persone di origini tigrine uccise, 120.000 donne di ogni età e ceto sociale stuprate come arma di guerra, distruzione e saccheggi. Nel novembre 2022 viene firmato l’accordo di cessazione ostilità a Pretoria tra governo etiope e membri del TPLF – Tigray People’s Liberation Front.

Un video scioccante (segue traduzione testuale in italiano) proveniente dal distretto #Irob violentemente occupato, Zona Orientale del Tigray , conferma solo ciò che già sappiamo: il regime eritreo sta imponendo una falsa identità eritrea agli residenti della minoranza etnica di Irob con la negazione degli aiuti e dei servizi essenziali e minacciando costrizione al servizio militare nazionale obbligatorio in Eritrea (noto come programma di schiavitù a tempo indeterminato) poiché territori annessi con la forza all’Eritrea. Il video è stato girato in una località chiamata Alakalo, presso Masi-Dage (scuola media) ad Adgadi-Are/Edalgeda (sottodistretto settentrionale di Irob).

youtube.com/embed/NFYyUh-wCu4?…

Ecco la traduzione del video in tigrino:

“Come eritrei, anche voi dovete sostenere la lotta degli eritrei e del governo eritreo. Siamo tutti eritrei; non c’è distinzione tra te e noi.

Tutti gli eritrei devono sapere che il governo eritreo è stato costretto ad affrontare la lotta e la sofferenza che sta affrontando; non aveva alcun desiderio di prendervi parte.

Weyane (TPLF – Tigray People’s Liberation Front) è un agente; non ha la forza di sfidare il governo eritreo. Sia nel passato (guerra etio-eritrea 1998/2000) che nel presente, sta eseguendo gli ordini di altre forze che lo sostengono.

La lotta del popolo e del governo dell’Eritrea è anche la vostra lotta. Dovresti esserne orgoglioso. Dovresti capire che il governo eritreo sta vincendo sopportando tutte le sanzioni e le sfide non contro il TPLF ma contro il mondo.

Dovresti esserne orgoglioso se sei eritreo.

Un uomo anziano ha detto: “Noi (il popolo di Irob) ci siamo abituati alla democrazia illimitata sotto la guida del TPLF. Ora ci stai dicendo che siamo sotto la tua amministrazione. Ma non sarai in grado di tollerare i nostri modi”.
Questo discorso è ciò che continua ad essere propagato. Quando camminiamo su questa terra di martiri, la camminiamo dolcemente. Ma ciò che sta arrivando da questo lato (TPLF) è davvero spregevole. Siete persone. Ma questo è territorio eritreo. Se siete eritrei dovete difendervi da ciò che arriva dall’altra parte e collaborare con l’esercito eritreo.

Ciò che viene riferito è che non c’è nessuno dell’Irob che fornisca informazioni o collabori con l’esercito eritreo. Lo indagheremo.

Inoltre si dice che gli Irob, pur considerandosi eritrei, hanno dei disaccordi con il governo eritreo per quanto riguarda gli aiuti umanitari e il servizio nazionale. Ma se siete eritrei, che vi piaccia o no, dovrete affrontare le cose che ogni eritreo sperimenta.

Durante la lotta armata, i combattenti che si sono uniti alla lotta eritrea da Irob hanno compiuto il loro dovere nazionale e sono stati martirizzati. Sebbene, durante la guerra, la terra (di Irob) possa, in momenti diversi, essere passata di mano tra l’Eritrea e il TPLF, voi sapete che i vostri figli e fratelli hanno pagato sacrifici per l’Eritrea durante la lotta armata.

Se c’è qualcuno che crede di essere etiope, il governo eritreo non costringerà nessuno a rimanere qui. Ma questo territorio appartiene all’Eritrea. E gli eritrei risiedono sul territorio eritreo. E gli eritrei devono rispettare il dominio eritreo come gli altri popoli (eritrei). Se c’è la carestia, dovresti morire di fame come tutti gli altri. Se arrivano alcuni chicchi, li dividi con loro e vivi così. Non ci sarà alcuna preferenza.

Per quanto riguarda la sicurezza in particolare, ha prevalso l’illegalità. Vengono da Adigrat e qui trascorrono la notte; partono da qui e trascorrono la notte a Senafe. E tu non ci riferisci questo. A meno che tu non fornisca informazioni, il servizio sociale che hai richiesto non verrà fornito. Se difendete la vostra Patria (Eritrea) e il vostro territorio, vi sarà fornito un servizio sociale adeguato perché potrà continuare a preservare la sua pace. Se non collabori, però, le tue richieste non verranno soddisfatte. Quindi, chi soffrirà? Sei tu che soffrirai.

Ognuno deve mettere in sicurezza il proprio territorio. Se assistono a un movimento inappropriato (devi segnalarlo). Operatori sanitari e soldati, che non sono originari di questa zona, sono di stanza qui per 24 ore lasciando dietro di sé la famiglia e il matrimonio. Questo per soddisfare le vostre esigenze di salute e sicurezza.

Sono i nativi che conoscono i punti attraverso i quali i nemici potrebbero intrufolarsi. Anche se un’intera brigata dovesse essere schierata qui, senza la vostra collaborazione, non sarebbe possibile portare a termine il lavoro.
Anche se tuo fratello dovesse venire da Adigrat, qualunque sia lo scopo della sua visita, devi segnalarlo all’organismo competente. Non verrà giustiziato o ferito. Verrà indagato e trattato solo in conformità con lo scopo della visita.

Se vai ad Adigrat per ricevere aiuti e fornire informazioni riservate ma ritorni qui e quando ti viene richiesto di fornire informazioni su ciò che hai visto lì, dici di non aver visto nulla, la tua [non udibile/fedeltà?] è con il TPLF.

Non c’è differenza tra te e noi. Siete eritrei. Vi trattiamo come gli eritrei ad Adi-Kuala e Senafe, soprattutto da quando è stata istituita l’amministrazione. Ma bisogna rispettare le regole del Paese”


NOTA: Alakalo è lo stesso luogo in cui nell’aprile 2017 la fondazione italiana Butterfly aveva finanziato ed inaugurato un pozzo per l’acqua per la comunità locale di Irob.

youtube.com/embed/qRPuvh6uutQ?…


FONTE: twitter.com/IrobAnina/status/1…


tommasin.org/blog/2024-04-02/t…

#Irob


The Brightest Room - Omonimo


Nel caso dei Brightest Room, dei quali ho avuto la fortuna di seguire la crescita artistica, si può, con cognizione di causa, parlare di questo nuovo lavoro come quello della completa maturità. I nostri non sono certamente dei novellini e nei dieci pezzi di  Brightest Room dimostrano di aver ascoltato tanta musica e di averla assimilata e fatta propria nel migliore dei modi.

iyezine.com/the-brightest-room…

@Musica Agorà

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Alan Raul, Founder of Sidley Austin’s Privacy and Cybersecurity Law Practice Elected FPF’s New Board President 


FPF Founder Christopher Wolf and Board Chair steps down after 15 years of service FPF is pleased to announce Alan Raul, former Vice Chairman of the Privacy and Civil Liberties Oversight Board, has been elected to serve as President and Chair of the organi

FPF Founder Christopher Wolf and Board Chair steps down after 15 years of service

FPF is pleased to announce Alan Raul, former Vice Chairman of the Privacy and Civil Liberties Oversight Board, has been elected to serve as President and Chair of the organization’s Board of Directors. Raul succeeds Christopher Wolf, founding Board President and founder of FPF, who is stepping down after a foundational and impactful tenure spanning 15 years.

Wolf, a pioneer in Internet and privacy law, is Senior Counsel Emeritus of Hogan Lovells’ top-ranked Privacy and Cybersecurity practice. As a leading attorney with the firm, he co-founded and led the development of the practice for over a decade, advising and shaping the thinking of Internet free speech, hate speech, and the parameters of government access to stored information. Wolf will continue as a member of FPF’s Board of Directors throughout this year before stepping down.


“In 2008, when I founded the Future of Privacy Forum, our vision was that it would be a place where we could advance the responsible use of data while respecting individual privacy,” Wolf said. “We believed that if dedicated technologists, policymakers, industry groups, and advocates focused on advancing privacy in a manner that businesses can achieve, we could strike a balance between consumer privacy and personalization that enables greater innovation for all.”

FPF flourished under Wolf’s guidance, becoming instrumental in steering collaborative and innovative efforts to address the complexity of the data-driven world. The organization regularly publishes substantive policy papers and reports tracking and analyzing data protection developments in different jurisdictions worldwide. Since launching, FPF has expanded its offices to Europe, Tel Aviv, and the Asia Pacific region and convened numerous international events, including the Brussels Privacy Symposium, now in its 7th year and first annual Japan Privacy Symposium.

Wolf’s dedication has not only set a high benchmark for leadership but also has helped regulators, policymakers, and staff at data protection authorities better understand the technologies at the forefront of data protection law. FPF will honor and celebrate Wolf’s contributions to the privacy sector and FPF during his tenure at their 2024 Advisory Board Meeting’s Opening Night Reception on June 5.

“In my experience in leading privacy and cybersecurity law and research, I’ve come to recognize the qualities that make a dedicated privacy trailblazer,” Wolf said. “Alan Raul shares my commitment to fostering a thriving, diverse privacy landscape that advances responsible data practices and technological innovation. His values align with the needs of FPF, and I am confident

he will work tirelessly with integrity and dedication to build on the successes of recent years and take on new challenges.

Raul has served on FPF’s board for eight years and is the founder and, for 25 years, the leader of Sidley Austin LLP’s highly-ranked Privacy and Cybersecurity Law practice. He is currently Senior Counsel at Sidley. Raul brings his breadth of knowledge in global data protection and compliance programs, cybersecurity, artificial intelligence, national security, and Internet law. He is also currently a member of the Technology Litigation Advisory Committee of the U.S. Chamber of Commerce Litigation Center. Raul is also a Lecturer in Law at Harvard Law School, where he teaches Digital Governance and Cybersecurity.


“I’m thrilled to take on this role and continue working to advance responsible data practices and safeguard individual privacy rights,” Raul said. “By leveraging my experience in advising global compliance programs and navigating complex regulatory landscapes, I hope I can contribute meaningful insights to the Board of Directors and effectively guide the direction of FPF’s work as we continue to grow globally as well as meet the new challenges and opportunities in the era of Artificial Intelligence.”

Olivier Sylvain and George Little also join FPF’s Board of Directors as two new members to serve. Sylvain is a Professor of Law at Fordham University and a Senior Policy Research Fellow at Columbia University’s Knight First Amendment Institute, where his research has focused on information and communications law and policy. Sylvain served as Senior Advisor to the Chair of the Federal Trade Commission from 2021 to 2023. Little is a partner at the Brunswick Group specializing in crisis communications, cybersecurity, reputational, and public affairs matters. Little co-chairs the firm’s Global Cybersecurity, Data & Privacy Practice, pulling from his experience working in the highest levels of the national security and defense community and the private sector.

Sylvain and Little join the ranks of recently named board members, including Tom Moore, ​​recently retired as AT&T’s chief privacy officer; Jane Horvath, partner at Gibson, Dunn & Crutcher, LLP and former Chief Privacy Officer of Apple; and Theodore Christakis, Professor of International, European and Digital Law at University Grenoble Alpes (France), Director of the Centre for International Security and European Law (CESICE), and Director of Research for Europe with the Cross-Border Data Forum. FPF’s distinguished new Directors join other privacy luminaries on our Board of Directors – namely, Anita Allen, Debra Berlin, Danielle Citron, Mary Culnan, David Hoffman, Agnes Bundy Scanlan, and Dale Skivington.


“It’s been a pleasure getting to work with Chris Wolf and seeing the vision we had for FPF as a hub for privacy education and research develop over the years and grow into the leading institution it is today,” said Jules Polonetsky, CEO of FPF. “I am confident in Alan’s ability to lead the board to greater heights and continue informing the organization’s future work.”


Composed of leaders from industry, academia, and civil society, the input of FPF’s Board of Directors ensures that FPF’s work is expert-driven and independent of any stakeholders.

About Future of Privacy Forum (FPF)
The Future of Privacy Forum (FPF) is a global non-profit organization that brings together academics, civil society, government officials, and industry to evaluate the societal, policy, and legal implications of data use, identify the risks and develop appropriate protections. FPF believes technology and data can benefit society and improve lives if the right laws, policies, and rules are in place. FPF has offices in Washington D.C., Brussels, Singapore, and Tel Aviv. Follow FPF on X and LinkedIn.


fpf.org/blog/alan-raul-founder…



Full chat control proposal leaked: attack on digital privacy of correspondence and secure encryption


The French news service contexte.com has today published the latest Belgian Presidency’s proposal for introducing indiscriminate chat control scanning of private messages for illegal content. The proposal covers the entire … https://www.patrick-breyer.de

The French news service contexte.com has today published the latest Belgian Presidency’s proposal for introducing indiscriminate chat control scanning of private messages for illegal content. The proposal covers the entire regulation and is therefore ready for endorsement. The proposal is to be discussed tomorrow in a Council law enforcement working party. The political points of contention will then be decided in COREPER in order to adopt the position by June.

The leaked proposal shows that the core of the EU Commission’s extreme initial proposal is to be retained unchanged, warns MEP and most prominent opponent of chat control Patrick Breyer (Pirate Party):

“As the Council’s legal service has confirmed, the latest move does not change the nature of detection orders. Millions of private chats and private photos of law-abiding citizens are to be searched and leaked using flawed technology, without them being even remotely connected to child sexual abuse – this destroys our digital privacy of correspondence. Despite lip service being paid to encryption, client-side scanning is to be used to undermine previously secure end-to-end encryption in order to turn our smartphones into spies – this destroys secure encryption.

Now is the time to take to the barricades in favour of privacy and secure encryption, because EU governments that have been critical so far are praising the repackaged plans, which means that the blocking minority no longer stands. Not even a written opinion of the Council’s legal service on this obvious violation of fundamental rights has been requested, it seems.

If the EU governments actually go into trilogue negotiations with this radical position, experience shows that the Parliament risks gradually abandoning its initial position behind closed doors and agreeing to bad and dangerous compromises that fundamentally put our online security at risk.”

In detail Breyer criticises the proposed text as follows: „Limiting bulk chat searches to ‘high-risk services’ is meaningless because every communication service is misused also for sharing illegal images and therefore has an imminently high risk of abuse. Ireland – one of the strongest proponents of chat control – would be classifying the major services. In any case, the service used is no justification for searching the private chats of millions of citizens who are not even remotely connected to any wrongdoing.

Informing law enforcement only of repeat hits is also meaningless, as falsely flagged beach pictures or consensual sexting rarely involve just a single photo. The EU Commissioner for Home Affairs has herself herself stated that three out of four of the disclosed chats and photos are not actionable for the police. These algorithms and hash databases are totally unreliable in distinguishing legal from illegal content.”

Breyer’s information portal and document archive on the proposal: chatcontrol.eu


patrick-breyer.de/en/full-chat…



ISRAELE. Knesset approva legge per chiudere al Jazeera. L’emittente: “è un attacco alla libertà di stampa”


Per Benyamin Netanyahu è un "canale terrorista". La tv qatariota respinge le accuse e denuncia una campagna israeliana "fatta di bugie e calunnie". L'articolo ISRAELE. Knesset approva legge per chiudere al Jazeera. L’emittente: “è un attacco alla libertà

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della redazione

Pagine Esteri, 2 aprile 2024 – Benyamin Netanyahu è pronto a mettere al bando l’emittente televisiva qatariota al Jazeera, dopo l’approvazione da parte della Knesset di un provvedimento che gli concede il potere di bloccarne le trasmissioni nel Paese. “Al Jazeera” secondo il premier israeliano è un “canale terrorista” che istigherebbe “all’odio”.

Il provvedimento ieri è stato approvato con 71 voti a favore e dieci contrari. I media israeliani hanno riferito che il primo ministro aveva richiesto che la legge venisse approvata in tempi rapidi per poter chiudere subito le trasmissioni dell’emittente panaraba.

Le relazioni tra Israele e “al Jazeera” sono peggiorate due anni fa, quando una corrispondente palestinese con passaporto statunitense dell’emittente televisiva, Shireen Abu Akleh, è uccisa durante una operazione militare israeliana in Cisgiordania.

Al Jazeera ha replicato denunciando quella che ha definito come una “campagna frenetica” di Netanyahu, fatta, afferma l’emittente, di bugie “pericolose” e “ridicole”. “Netanyahu non è riuscito a trovare alcuna giustificazione da offrire al mondo per i suoi continui attacchi ad Al Jazeera e alla libertà di stampa se non quella di presentare nuove bugie e calunnie incendiarie contro la rete e i diritti dei suoi dipendenti”, scrive la redazione di Al Jazeera in un comunicato. La testata giornalistica con sede a Doha ha accusato Netanyahu di “calunnie incendiarie contro la rete e i diritti dei suoi dipendenti”.

“Al Jazeera ribadisce che tali accuse diffamatorie non ci impediranno di continuare la nostra copertura coraggiosa e professionale, e si riserva il diritto di perseguire ogni passo legale”, ha affermato, aggiungendo di ritenere il primo ministro israeliano responsabile della sicurezza del suo staff e della sicurezza del suo personale nel mondo “a seguito della sua istigazione con false accuse”.

La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha detto che la mossa israeliana per chiudere Al Jazeera è “preoccupante”. “Gli Stati Uniti sostengono il lavoro di fondamentale importanza dei giornalisti in tutto il mondo e questo include coloro che riferiscono del conflitto a Gaza”, ha detto Jean-Pierre. Pagine Esteri

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Per la resurrezione non temiamo il futuro


La resurrezione rivoluziona le nostre esistenze e la società. Per questo è negata e travisata e ridotta a un “forse” sbiadito, anche a volte nelle chiese.
Invece è la potenza di Dio in azione, che ci mostra come Egli non sia dalla parte dei poteri di morte di questo mondo, che Egli è veramente il Creatore e sostenitore di questo Creato.
Ecco, è la resurrezione di Gesù Cristo che apre al futuro, all’azione, al non rassegnarsi, ad aprire una pagina nuova anche in questo tempo così caotico e senza buone prospettive. E dunque noi annunciamo il Vivente, Colui che era che è e che viene, per parlare di speranza a chi teme il futuro, di giustizia a chi soffre l’ingiustizia, per annunciare verità e vita a chi è nella sofferenza e nel dolore.


Amministrative in Turchia, sconfitta storica per Erdogan


Storica sconfitta per gli islamo-nazionalisti di Erdogan che non riconquistano Istanbul e Ankara e anzi perdono altre città. Fondamentale l'ascesa di un nuovo partito islamista, bene curdi e repubblicani L'articolo Amministrative in Turchia, sconfitta st

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di Redazione

Pagine Esteri, 2 aprile 2024 – Alle elezioni amministrativedi domenica non solo il partito del presidente Recep Tayyip Erdogan non è riuscito a recuperare il governo delle principali città della Turchia, che aveva perso nel 2019, ma ha subito una cocente sconfitta che potrebbe avere ripercussioni sullo scenario politico generale. Il sostegno per il Partito Giustizia e Diritto (Akp) infatti è precipitato ai minimi storici.

I candidati delle opposizioni guidate dal Partito Repubblicano del Popolo (Chp) hanno mantenuto Istanbul, Ankara, Smirne, Adana e Antalya, le cinque principali città della Turchia, rafforzando il proprio vantaggio sui nazionalisti islamisti di Erdogan.

Mentre nel 2019 il candidato repubblicano Ekrem Imamoglu aveva ottenuto la poltrona di sindaco di Istanbul dovendo però fare i conti con un consiglio comunale dominato dall’Akp e dai suoi alleati di estrema destra, domenica il Chp e i suoi alleati (la destra moderata dell’Iyi Parti) hanno ottenuto la maggioranza in ben 26 dei 39 distretti della metropoli contro i 14 di cinque anni fa.

La netta vittoria di Imamoglu incorona il sindaco di Istanbul a fidante principale del candidato dell’Akp alle prossime elezioni presidenziali; non è chiaro al momento se sarà Erdogan, che alcune settimane fa aveva sibillinamente avvisato che quelle di domenica scorsa sarebbero state le sue “ultime elezioni”.

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Per la prima volta i repubblicani, tradizionalmente forti nelle città del Mediterraneo e dell’Egeo, hanno espugnato anche storiche roccaforti conservatrici e islamiste come Bursa e Adiyaman, nell’Anatolia, nelle aree duramente colpite dal tremendo terremoto del 2023. Le opposizioni hanno conquistato alcuni distretti anche in bastioni della destra islamista e nazionalista come Trabzon e Rize, sulla costa del Mar Nero.

La sconfitta di Erdogan è tale che, considerando il dato generale, il suo partito, per la prima volta dopo decenni, è arrivato dietro ai repubblicani. Mentre il Chp ha ottenuto il 37,7% gli islamo-nazionalisti dell’Akp hanno preso soltanto il 35,4%, uno dei risultati peggiori della sua storia.

Alle urne si è recato, secondo il Consiglio Elettorale del paese, il 78,7% degli aventi diritto, in calo rispetto all’84,6% del 2019 e soprattutto rispetto alle presidenziali del 2023, quando a votare era stato il 90% del corpo elettorale.

Il Partito Giustizia e Diritto ha perso voti verso l’astensione e a favore di altre formazioni politiche sia di destra sia progressiste.
Spicca soprattutto il 6,2% ottenuto dal partito islamico Yenideh Refah (“Nuovo welfare”), fondato nel 2018 dal figlio dello storico leader islamista conservatore Necmettin Erbakan, inizialmente mentore dell’allora giovane e rampante Erdogan. Yenideh Refah ha scalzato l’Akp dai suoi bastioni di Urfa e Yozgat e sottratto molti voti nei distretti più conservatori di Istanbul – come ad esempio Uskudar – consentendo ai repubblicani di scavalcare l’Akp.

Il leader della formazione, Fatih Erbakan, ha attaccato il partito di Erdogan e il governo soprattutto per non aver fatto seguire atti concreti, come l’interruzione dei flussi commerciali con Israele, alle formali condanne emesse da Ankara nei confronti dello “stato ebraico” responsabile del massacro in corso a Gaza.

In alcuni casi l’Akp ha perso voti anche a favore dell’estrema destra nazionalista dell’Mhp (erede dei Lupi Grigi), che stavolta in alcuni distretti ha deciso di presentarsi da solo.

Il partito progressista che rappresenta il movimento curdo per l’autodeterminazione ed alcune formazioni turche ecologiste e di sinistra, il DEM, ha ottenuto un buon risultato nella maggior parte dei distretti a maggioranza curda, aumentando il numero dei consensi, dei sindaci e delle province conquistate rispetto al 2019. – Pagine Esteri

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Oggi è la Giornata mondiale per la Consapevolezza sull'Autismo, istituita nel 2007 dall'Assemblea Generale dell'ONU. Anche quest’anno il Palazzo dell'Istruzione si è illuminato di blu per celebrare questa ricorrenza.


GAZA. Bloccata dall’Egitto la missione di Music for Peace


Da gennaio l’ONG genovese ha lavorato quotidianamente, in stretto contatto con l’Ambasciata che rappresenta l’Italia in Egitto e la Mezzaluna rossa egiziana alla preparazione del convoglio umanitario per la popolazione di Gaza L'articolo GAZA. Bloccata d

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COMUNICATO STAMPA

(foto da casalenews.it)

Stefano Rebora, Presidente della OSC Music for Peace respinto dalle autorità egiziane al Cairo
È partita in salita la missione con destinazione Striscia di Gaza. Stefano Rebora, Presidente e fondatore della OSC genovese, è stato fermato in aeroporto nella giornata di martedì 26 marzo alle ore 15:50 dalla Guardia Nazionale. Alle 16:50 risultava già essere all’interno delle “stanzette” in cui sono chiuse e recluse persone su cui sono necessari accertamenti, privo di effetti personali, tra cui il cellulare, fondamentale strumento di comunicazione in queste situazioni.

E’ necessario un breve preambolo per comprendere come si è arrivati alla grave situazione attuale.

Luglio 2014

A seguito dell’inizio degli intensi bombardamenti sulla Striscia di Gaza, la squadra di missione di Music for Peace è costretta al rientro. Il Presidente Stefano Rebora conduce il team al border di uscita, dopo aver effettuato il coordinamento. Viene respinta l’uscita e posticipata al giorno dopo. La mattina successiva lo staff di Music for Peace si ripresenta al border e dal lato palestinese viene fatto passare. Fermato invece dal lato egiziano, che per le verifiche del caso la Guardia Nazionale invita i cooperanti ad attendere. Dopo 5 ore viene rigettata la richiesta di uscita. Stefano Rebora, in qualità di Capo missione, spiega che è necessaria l’uscita immediata per questioni di sicurezza. Da qui nasce un confronto verbale con l’Ufficiale in turno il quale, ritenendosi offeso, strappa di mano i passaporti allo staff dichiarando “adesso vi faccio uscire io”. I volontari di Music for Peace sono obbligati ad accodarsi al pullman (che trasporta i palestinesi riusciti ad uscire dal valico) con destinazione Cairo perché i passaporti viaggiano con la polizia. Arrivati nell’aeroporto cairota vengono rinchiusi nelle stanze di accertamento, privi di ogni effetto personale e di documenti. La Console Italiana Cecilia Bonilla Taviani raggiunge i cooperanti di Music for Peace in aeroporto e riesce attraverso una mediazione a farli uscire dalla stanza. Vengono scortati dalla polizia locale sull’aereo e fatti partire per l’Italia.

Settembre 2018

A seguito della ricezione di tutti i permessi per il transito del personale di missione e dei container, Stefano Rebora atterra al Cairo. In uscita viene fermato, messo in stato di fermo e recluso nelle stanze di accertamento. Dopo 8 ore di privazione di qualsiasi diritto personale, l’Ambasciatore Giampaolo Cantini giunge in aeroporto, riesce a incontrare Rebora. Nonostante l’intervento dell’Avvocato di Ambasciata viene impedito, per la prima volta, l’ingresso su territorio egiziano al Presidente della ONG senza fornire motivazione alcuna neppure alla propria Ambasciata. Rebora viene scortato dalla polizia sul primo aereo disponibile per l’Italia.

Si arriva in questo modo al 26 marzo 2024. Il problema fondamentale, evidenzia Rebora, non è tanto il trattamento poco ospitale ricevuto “Se fossi stato un turista? Magari scambiato per un’altra persona? Non avendo determinati contatti e una struttura preparata a fare fronte a un’emergenza di questo tipo, come avrei potuto dare mie notizie? Una volta tolto il cellulare dalle mani sei in balìa di un sistema che mette gravemente a repentaglio la propria sicurezza personale”. Non solo questo risulta essere il problema, Rebora prosegue “se la situazione del 2014 non fosse stata lasciata precipitare nell’oblio, forse avremmo potuto evitare altri eventi gravissimi”.

Da gennaio scorso l’ONG genovese ha lavorato quotidianamente, in stretto contatto con l’Ambasciata che rappresenta l’Italia in Egitto e la ERC (Egyptian Red Crescent), alla preparazione di questo convoglio fondamentale alla risposta della grave crisi umanitaria in Striscia di Gaza. Sono state inviate Note Verbali al Ministero degli Esteri egiziano che ha sempre risposto in maniera positiva al transito del personale e dei materiali. Nell’invio delle richieste ufficiali alle Autorità locali sono sempre stati allegati nominativi e documenti dello staff di missione. Conclude così Stefano Rebora: “Se è vero che i problemi sono solo nei miei confronti (comunicano infatti gli egiziani che il respingimento è “Ad personam”) è altrettanto oggettivo che se da una macchina levi il motore, il mezzo rimane fermo”.

Rientra forzatamente in Italia il 27 marzo Stefano Rebora, presidente della ONG Music for Peace, figura a cui viene preclusa la possibilità di svolgere l’attività per cui è preposta e per cui, soprattutto in una situazione di emergenza di questa portata, dovrebbe ricevere supporto da ogni istituzione.

Contatti
Presidente Music for Peace
Stefano Rebora 0039.3355277005 – segreteria@musicforpeace.it

Ufficio Stampa
Valentina Gallo 0039.3495277005 – valentina.gallo@musicforpeace.it

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Rifiuti senza confini. Il progetto UNWASTE per combattere il traffico illecito


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Le reti criminali traggono profitto dal traffico illegale di rifiuti, che è un crimine altamente lucrativo. #UNODC (l’Agenzia dell’ONU contro il crimine globale) combatte il traffico di rifiuti attraverso una guida legislativa (reperibile qui => sherloc.unodc.org/cld/uploads/…), il Programma denominato “CCP” ed il progetto #Unwaste. A ben vedere, affrontare il traffico illecito di rifiuti è parte degli sforzi in atto di mitigazione del clima.

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Da un punto di vista penale, la criminalizzazione il traffico di rifiuti e relativi reati significa: stabilire reati fondamentali come il traffico di rifiuti, la frode dei documenti e l'associazione criminale; affrontare anche i reati connessi, come il riciclaggio di denaro e la corruzione.
Con riguardo invece alle misure preventive, l'UNODC ha posto in campo il progetto Unwaste, mettendo insieme rappresentanti dell'Unione europea e dell'Asia sudorientale per discutere le misure necessarie. Durante un viaggio di studio di quattro giorni a Bruxelles, Belgio e Rotterdam, Paesi Bassi all'inizio del 2024, i rappresentanti hanno identificato azioni e raccomandazioni comuni per migliorare la cooperazione per prevedere e combattere il traffico di rifiuti dall'UE a Indonesia, Malesia, Thailandia e Vietnam. La visita è il seguito di un precedente viaggio di studio a Bruxelles, Belgio e Genova, Italia nel 2022. "Le discussioni durante questo viaggio di studio sono fondamentali per creare un quadro completo del traffico di rifiuti tra le due aree, e anche spiegare le regole di ogni partner in modo che le politiche dell'UE e del sud-est asiatico siano meglio comprese e applicate. Tali sforzi sono cruciali per proteggere l'integrità delle economie circolari", ha dichiarato Julien Garsany, rappresentante dell'Ufficio di collegamento dell'UNODC di Bruxelles. Un totale di 44 rappresentanti e delegati delle agenzie governative nelle due regioni, dei servizi e delle agenzie della Commissione Europea e delle organizzazioni internazionali hanno partecipato all'evento, che si è concentrato sulla promozione di una partnership trasparente e lo scambio tra tutte le parti della filiera dei rifiuti.
Sulla base delle prospettive nazionali e dei risultati del progetto Unwaste, i partecipanti hanno concordato sulla necessità di una maggiore cooperazione per garantire che le spedizioni di rifiuti siano conformi alle esigenze dei paesi di origine e di destinazione. "È giunto il momento di coordinare gli sforzi internazionali per promuovere un'economia circolare. I principi della giustizia, della conformità e delle pratiche di gestione ecologiche devono essere rispettati. Pertanto, gli sforzi per combattere il traffico di rifiuti illegali richiedono una significativa cooperazione tra varie agenzie tra le parti per garantire che il movimento transfrontaliero dei rifiuti segua la legge internazionale e nazionale", ha osservato il dott. Norhazni Binti Mat Sari, vicedirettore generale del Dipartimento dell'Ambiente della Malesia. I rappresentanti hanno presentato i loro risultati, sfide e aspetti critici che richiedono la cooperazione, ponendo le basi per una ulteriore collaborazione. Per esempio, sono stati evidenziati i legami tra il traffico di rifiuti e l'economia circolare, nonché il modus operandi di attori criminali insieme alle riforme regolamentari messe in atto per affrontare il traffico di rifiuti.

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Una sessione dell’incontro è stata ospitata dall’Ufficio antifrode dell’UE (#OLAF), e si è concentrato sul miglioramento della cooperazione tra le autorità competenti delle due regioni. "Stiamo affrontando lo stesso nemico con una capacità elevata per lavorare facilmente attraverso i confini, quindi è fondamentale avere un evento come questo. Gli agenti nei porti dell' #UE non possono conoscere i regolamenti in ogni paese di destinazione, ma una rete può essere costruita attraverso questo tipo di evento in modo che ogni lato possa raggiungere l'altro e condividere le informazioni sulle regole e i requisiti", ha dichiarato Ernesto Bianchi – Direttore delle Entrate e Operazioni Internazionali, Investigazioni e Strategia presso l'OLAF. Nella circostanza l’Agenzia delle dogane e dei monopoli italiana (#ADM), rappresentata dall’ufficio di Genova 2, ha illustrato l’esperienza di indagine acquisita nei terminal portuali genovesi negli ultimi anni per il contrasto del fenomeno delle esportazioni illegali di rifiuti, con ben 413 notizie di reato comunicate all’Autorità giudiziaria tra il 2017 e il 2021. Sono due i filoni principali d’indagine portati avanti dai funzionari delle dogane genovesi in questi anni: l’esportazione non autorizzata di materiale plastico di scarto, rottami metallici e rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche verso paesi del medio e dell’estremo oriente e l’esportazione di cospicui carichi di batterie usate al piombo e parti auto (anche oggetto di furto) contaminate da oli minerali, indirizzate verso paesi dell’Africa sub-sahariana come Senegal, Ghana e Burkina Faso.

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In Cina e Asia – Cina, Xiaomi entra nel mercato di veicoli elettrici


In Cina e Asia – Cina, Xiaomi entra nel mercato di veicoli elettrici xiaomi
Cina, Xiaomi entra nel mercato di veicoli elettrici Pensiero cinese: secondo un accademico troppa enfasi sulle differenze culturali con l’Occidente Cina, le esenzioni dal visto registrano circa 2,95 milioni di viaggiatori in entrata I giovani cinesi cercano le attenzioni dei loro “genitori digitali” Indonesia, Prabowo in Cina e in Giappone per incontri diplomatici India, deroga al principale partito di opposizione ...

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GAZA. Raid aereo uccide 7 operatori umanitari, tra cui 4 stranieri, della World Central Kitchen


Il convoglio è stato colpito mentre tornava da Deir Al Balah dove si era recato per coordinare la distribuzione degli aiuti umanitari arrivati ieri via mare da Cipro. Tra gli uccisi un britannico, un polacco e una australiana. L'articolo GAZA. Raid aereo

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della redazione

Pagine Esteri, 2 aprile 2024 – Un bombardamento aereo ha ucciso nella notte 7 operatori umanitari, tra cui 4 stranieri, della Ong ispano-americana World Central Kitchen che si occupa della distribuzione di cibo e pasti alla popolazione civile di Gaza. L’attacco è avvenuto poche ore dopo che il gruppo aveva ricevuto un nuovo carico di cibo lungo la rotta marittima tra Cipro e Gaza (Operazione Safeena).

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Due dei volontari uccisi dal raid aereo

I corpi delle vittime sono stati portati all’ospedale Al Aqsa di Deir Al Balah. Un filmato in rete mostra i corpi di alcuni dei morti che indossano giubbotti antiproiettile con il logo dell’organizzazione benefica. Tra di essi ci sono un polacco, un britannico, una australiana, e uno con doppia cittadinanza canadese e statunitese. Israele non ha ancora riconosciuto ufficialmente la sua responsabilità. Il portavoce militare ha comunicato che “sono in corso indagini sul tragico incidente”.

“Questa è una tragedia. Gli operatori umanitari e i civili non dovrebbero mai essere un bersaglio. Mai!”, ha detto in una nota la portavoce della WCK, Linda Roth.

Mahmoud Thabet, un paramedico della Mezzaluna Rossa palestinese che faceva parte della squadra di soccorso che ha portato i corpi all’ospedale, ha detto all’Associated Press che i volontari erano in un convoglio di tre auto che era stato nel nord per organizzare la distribuzione degli aiuti appena arrivati via mare ​​e che stava tornando a Rafah, nel sud. La WCK opera i suoi spostamenti in costante coordinamento con le autorità militari israeliane.

Tre navi umanitarie organizzate dalla WCK e dagli Emirati provenienti da Cipro sono arrivate ieri a Gaza con 400 tonnellate di cibo e generi di prima necessità. Si tratta della seconda spedizione ricevuta dalla Ong, fondata dallo chef Josè Andrès.

“Questa è una tragedia umana che non sarebbe mai dovuta accadere, è del tutto inaccettabile e l’Australia cercherà di assumersi le proprie responsabilità”, ha commentato il primo ministro australiano Anthony Albanese in una conferenza stampa. Albanese ha affermato che i civili innocenti e coloro che svolgono attività umanitaria devono essere protetti e ha ribadito la sua richiesta per un cessate il fuoco a Gaza insieme a maggiori aiuti per coloro che soffrono di “enormi privazioni”.

Gli Stati Uniti hanno chiesto a Israele di indagare rapidamente sull’accaduto. Pagine Esteri

Leggi il comunicato diffuso dalla World Central Kitchen

wck.org/news/gaza-team-update

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L'articolo GAZA. Raid aereo uccide 7 operatori umanitari, tra cui 4 stranieri, della World Central Kitchen proviene da Pagine Esteri.



GAZA. Raid aereo israeliano uccide 4 volontari internazionali e un palestinese della Ong World Central Kitchen


Il convoglio è stato colpito mentre tornava dal nord di Gaza dove si era recato per coordinare la distribuzione degli aiuti umanitari arrivati ieri via mare da Cipro. Tra gli uccisi un britannico, un polacco e una australiana. L'articolo GAZA. Raid aereo

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della redazione

Pagine Esteri, 2 aprile 2024 – Un bombardamento aereo ha ucciso nella notte 4 volontari internazionali e un palestinese della Ong ispano-americana World Central Kitchen che si occupa della distribuzione di cibo e pasti alla popolazione civile di Gaza. L’attacco è avvenuto poche ore dopo che il gruppo aveva ricevuto un nuovo carico di cibo lungo la rotta marittima tra Cipro e Gaza (Operazione Safeena).

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Due dei volontari uccisi dal raid aereo

I corpi delle vittime sono stati portati all’ospedale Al Aqsa di Deir Al Balah. Un filmato in rete mostra i corpi dei cinque morti, alcuni dei quali indossano giubbotti antiproiettile con il logo dell’organizzazione benefica. Tra di essi ci sono un polacco, un britannico e una australiana. Israele non ha ancora riconosciuto la sua responsabilità. Il portavoce militare ha comunicato che “sono in corso indagini sul tragico incidente”.

“Questa è una tragedia. Gli operatori umanitari e i civili non dovrebbero mai essere un bersaglio. Mai!”, ha detto in una nota la portavoce della WCK, Linda Roth.

Mahmoud Thabet, un paramedico della Mezzaluna Rossa palestinese che faceva parte della squadra di soccorso che ha portato i corpi all’ospedale, ha detto all’Associated Press che i volontari erano in un convoglio di tre auto che era stato nel nord per organizzare la distribuzione degli aiuti appena arrivati via mare ​​e che stava tornando a Rafah, nel sud. La WCK opera i suoi spostamenti in costante coordinamento con le autorità militari israeliane.

Tre navi umanitarie organizzate dalla WCK e dagli Emirati provenienti da Cipro sono arrivate ieri a Gaza con 400 tonnellate di cibo e generi di prima necessità. Si tratta della seconda spedizione ricevuta dalla Ong, fondata dallo chef Josè Andrès.

“Questa è una tragedia umana che non sarebbe mai dovuta accadere, è del tutto inaccettabile e l’Australia cercherà di assumersi le proprie responsabilità”, ha commentato il primo ministro australiano Anthony Albanese in una conferenza stampa. Albanese ha affermato che i civili innocenti e coloro che svolgono attività umanitaria devono essere protetti e ha ribadito la sua richiesta per un cessate il fuoco a Gaza insieme a maggiori aiuti per coloro che soffrono di “enormi privazioni”.

Gli Stati Uniti hanno chiesto a Israele di indagare rapidamente sull’accaduto. Pagine Esteri

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Taiwan Files – Ma Ying-jeou a Pechino: verso l’incontro con Xi Jinping


Taiwan Files – Ma Ying-jeou a Pechino: verso l’incontro con Xi Jinping 14150350
Il viaggio dell'ex presidente taiwanese nella Repubblica popolare. Le due sessioni viste da Taipei. Tsmc apre in Giappone. I giovani taiwanesi. Cinesi continentali a Taiwan. E tante altre notizie. La rassegna di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)

L'articolo Taiwan Files – Ma Ying-jeou a Pechino: verso l’incontro con Xi Jinping proviene da China Files.



I risultati, con il 99% dei seggi scrutinati, ( secim.aa.com.tr/) segnano un vero e proprio crollo alle elezioni amministrative di AK, il partito di Erd


Examining Novel Advertising Solutions: A Proposed Risk-Utility Framework


This week, the Future of Privacy Forum released Advertising in the Age of Data Protection: Background for a Proposed Risk-Utility Framework for Novel Advertising Solutions (v 1.0), which will be open for Public Comment until May 26, 2024. The digital adve

This week, the Future of Privacy Forum released Advertising in the Age of Data Protection: Background for a Proposed Risk-Utility Framework for Novel Advertising Solutions (v 1.0), which will be open for Public Comment until May 26, 2024.

  • Download the Proposed Risk-Utility Framework HERE
  • FPF welcomes public comments until May 26, 2024


The digital advertising industry is in the midst of a sea change. Around the world, privacy regulators have become far more critical of mainstream advertising business models. Both lawmakers and enforcers of existing laws are now more focused on strengthening individual privacy rights and specifically preventing many of the harms associated with the use of personal information in advertising. Meanwhile, large platforms such as Apple, Google, and Microsoft have taken significant steps in recent years to limit access to advertising-related data about their users through efforts like App Tracking Transparency (ATT), Intelligent Tracking Prevention (ITP), and an ongoing process to deprecate third party cookies in Google Chrome. Each change has ripple effects throughout the economy, changing the way advertisers do business and often impacting other social values.

In reaction to these regulatory and platform pressures, businesses are actively seeking new tools and solutions to maintain identity and addressability, or to provide greater privacy safeguards, ideally (in their view) doing so while sustaining as much business utility as possible. Many solutions involve privacy-enhancing technologies (PETs), while others involve a significant shift in business models, such as a return to contextual advertising, the use of solely first-party data, or a shift to client-side processing.

The goal of this Risk-Utility Framework and its associated Background (“Advertising in the Age of Data Protection”) is to provide a comprehensive rubric for navigating the many tradeoffs inherent in the evolving digital advertising landscape and the technology it is built upon. We do not assign values to each aspect of utility, risk, or social impact, but rather aim to holistically identify the many factors relevant for a policymaker or privacy leader to evaluate the impact of a given digital advertising proposal, solution, or system.

Download the Risk-Utility Framework HERE.


fpf.org/blog/examining-novel-a…




Perché molti civili palestinesi muoiono nonostante la precisione degli attacchi israeliani? Quanti ne stanno effettivamente morendo secondo fonti attendibili?

precisione? ma se gli israeliani hanno ucciso essi stessi degli ostaggi… come minimo se lo scopo era recuperare gli ostaggi hanno scelto le forze sbagliate… ma sappiamo tutti che l'attacco palestinese era previsto, la reazione deliberata, e che è tutto programmato da 50 anni. lo scopo è non dover rimanere nei confini assegnati dall'onu nel 1948. e in pratica togliere ai palestinesi anche il resto della terra che ancora hanno. allo stato di israele non servono relazioni normalizzate con i palestinesi perché impedirebbero loro ulteriori espansioni. la terra che hanno avuto non basta loro e comunque non sono disposti a condividerla con chi adesso ci vive. per loro era tutta di diritto loro.. si fotta l'ONU. Neppure l'onu ha accesso alle zone "contese", e questo significa che dovrebbe bastare la parola israeliana per dirti quello che avviene li da 50 anni.

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