Vulnus vs. Bug: il Coaching tra maschere pirandelliane e patch di sistema
Siamo connessi, connessi a tutto, iperconnessi. La nostra vita professionale e sociale è scandita da deadline strettissime e da un’asticella che viene continuamente alzata, dobbiamo spingere. Ci imponiamo tacitamente di essere macchine perfette, sistemi infallibili, attivi, proattivi, sempre in allerta.
Un momento però: l’essere umano non è una macchina e, senza dubbio, non è perfetto.
In un sistema operativo o in un software complesso, sappiamo che, probabilmente, ad un certo punto si troverà un bug di sistema o una fragilità strutturale per poi attivarsi immediatamente per riparare o prevenire un danno o potenziale tale.
E allora, perché accettiamo la fragilità nei sistemi che creiamo, ma rifiutiamo la fragilità nell’essere umano che siamo?
Abbiamo delle vulnerabilità profonde, ferite nel nostro io, per le quali proviamo vergogna e che cerchiamo disperatamente di mascherare. Perché? Essere vulnerabili ci espone alla paura di non essere abbastanza, alla vergogna privata e silenziosa di essere imperfetti. L’imperfezione, di questi tempi, sembra qualcosa di non contemplato, non accettabile. Vogliamo vite perfette, carriere perfette, persone perfette.
La parola vulnerabilità deriva dal latino vulnus, che significa, appunto, ferita. La vulnerabilità è, per definizione, la condizione di poter ricevere una ferita, la paura di poter essere offesi o colpiti.
Per paura di questa ferita, adottiamo una strategia di occultamento: nascondiamo lo squarcio emotivo, sperando che non venga mai scoperto.
Questa strategia non è difesa, ma solo un rinvio del rischio. La maschera di perfezione che indossiamo non ci rende più forti; ci rende più rigidi e, quindi, più fragili di fronte a un fallimento inatteso, piccolo o grande che sia.
La necessità di mascherare le nostre fragilità ci costringe a vivere nella non-autenticità, un concetto esplorato in modo magistrale da Luigi Pirandello in “Uno, Nessuno, Centomila”.
Mettiamo delle maschere per rispondere a quello che gli altri si aspettano da noi: il collega perfetto, il capo infallibile, il genitore impeccabile. E noi cambiamo maschera a seconda del ruolo che interpretiamo e della persona che abbiamo di fronte. Nessuno sa chi siamo veramente.
Pirandello scrive nel suo romanzo:
“Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.”
Vitangelo Moscarda, detto Gegè, il protagonista, sperimenta la crisi d’identità quando scopre che l’immagine di sé che egli possiede (Uno) è drasticamente diversa dalla miriade di immagini che gli altri proiettano su di lui (Centomila).
L’Uno è quindi l’identità che crediamo di avere, il nostro sistema di valori e il nostro senso profondo.
I Centomila, sono le maschere che indossiamo in base al contesto e alle aspettative altrui. Ogni maschera è un tentativo di proteggere l’Uno dalla ferita potenziale del giudizio.
Nessuno come il risultato della scoperta che il nostro “vero io” sia quasi irraggiungibile o inesistente sotto la stratificazione delle maschere, portando a una profonda crisi di identità. “Chi sono io, al di là del mio ruolo professionale e sociale?”. È il punto di rottura, il fallimento del sistema-maschera, dove il costo di mantenere la finzione supera la nostra energia vitale, portandoci a un profondo senso di vuoto, di smarrimento.
Questo disallineamento è l’equivalente umano di un sistema che opera su valori non allineati al proprio scopo fondamentale.
Qual’è il costo di vivere incastrato in Centomila maschere?
Mantenere le maschere richiede un enorme dispendio di energia cognitiva ed emotiva, aumentando esponenzialmente il rischio di burnout e stanchezza cronica.
La maschera, rigida e fragile, non è uno scudo ma è la nostra più grande area di vulnerabilità. Un piccolo fallimento o una critica può frantumarla completamente, causando un crollo del nostro equilibrio interiore.
I team e le relazioni prosperano sulla fiducia. Un leader che indossa una maschera costante non ispira fiducia autentica, limitando la collaborazione aperta e l’innovazione nel team.
Cosa distingue veramente l’Uno?
L’Uno può evolvere e riscriversi. L’essere umano ha qualcosa che anche l’Intelligenza Artificiale più avanzata, con tutta la tecnologia e l’evoluzione straordinaria, non potrà mai replicare: noi abbiamo il coraggio e la creatività necessarie per comprendere a fondo come funzioniamo e quindi, come possiamo trasformarci ed evolvere. Ognuno a proprio modo, con i propri tempi e la propria strada.
Questa capacità di trasformazione è la nostra funzionalità unica, la vera essenza dell’Uno che sfugge alla rigidità delle maschere. Laddove un sistema informatico, quando trova un bug, deve correre ai ripari con una patch esterna, l’essere umano ha in sé la spinta, quella miccia che è una combo potente di coraggio e creatività che può innescare un processo di trasformazione interna.
La ricercatrice americana Brené Brown ha dedicato anni allo studio di questo fenomeno, scoprendo che la vulnerabilità non è un difetto da eliminare, ma il luogo di nascita del coraggio, della creatività e della connessione.
“La vulnerabilità non è vincere o perdere. È avere il coraggio di farsi vedere ed essere visti quando non si ha il controllo sul risultato.” – Brené Brown
Se innescato, questo processo di accettazione porta all’annientamento della vergogna di fronte ad una vulnerabilità. Diventa, proprio come dice Brené Brown, l’accettazione del rischio, senza garanzia sui risultati, ma con la libertà di uscire dalla trappola del perfezionismo che ci imprigiona in quella percezione di non essere abbastanza.
Che ruolo può avere il Coaching in tutto questo?
Guardare in faccia le proprie vulnerabilità è impegnativo. Farsi domande che guardano in profondità è scomodo, può destabilizzare e può anche mettere in subbuglio quel sistema di valori che credevamo inespugnabile.
Proprio qui interviene il coaching: nel caos, quando il banco potrebbe saltare e la crisi d’identità del Nessuno si fa sentire.
Il coaching è un processo di esplorazione in modalità protetta del sistema-persona. Lavorare con un coach significa esplorare se stessi e il proprio potenziale in un ambiente sicuro, dove la riservatezza è una priorità assoluta e dove è possibile esporsi senza la paura del giudizio esterno che ci ha indotti ad indossare le Centomila maschere.
Il coach non fornisce la soluzione ma pone quelle domande scomode e mirate, una per volta, che aiutano l’individuo a eseguire la propria valutazione interna del rischio arrivando ad un piano d’azione personale. Il coach può supportarti attraverso domande che facciano luce su ciò che non hai mai detto ad alta voce o su ciò a cui non avevi ancora pensato.
Per esempio: cosa succederebbe se domani mattina cadesse la maschera del collega perfetto? Oppure, chi o cosa ti potrebbe aiutare a sentire meno la pressione quando un problema plana nella tua inbox? O, ancora più in profondità, qual è il valore che stai sacrificando per mantenere l’illusione di perfezione?
Immaginiamo un ambiente che permette l’esposizione controllata, un luogo per fare un passo fuori dalla trappola del perfezionismo, accettando l’incertezza e il rischio emotivo, dove il linguaggio è libero, la mente è libera, e il giudizio è completamente assente.
Ci vuole un po’ di coraggio per fare questo passo? Assolutamente sì. Il coraggio, come ci insegna Brené Brown, non è l’assenza di paura, ma la scelta di esporsi nonostante l’incertezza. Il guadagno potenziale è la libertà dal bisogno costante di approvazione e la possibilità di autenticità. Il processo inizia sempre da un piccolo passo coraggioso. Questo è il vero potere della vulnerabilità applicata.
Perché lasciare il posto alla vulnerabilità sul lavoro?
I professionisti sanno bene che il sistema più sicuro non è quello senza bug, ma quello che è costantemente monitorato e rapidamente aggiornato.
Analogamente, l’essere umano e l’organizzazione più resilienti non sono quelli che nascondono i loro difetti, ma quelli che sono in grado di accettare, esporre e gestire le proprie vulnerabilità in modo proattivo.
Quando un leader, o un collega, dimostra il coraggio di essere vulnerabile, innesca un potente meccanismo di fiducia reciproca nel team anzi, è proprio lì che si diventa un Team. Quando chi appartiene a quel gruppo di lavoro interviene laddove intravede un vulnus, un fianco scoperto,e supporta, diventando alleati, camminando insieme verso lo stesso obiettivo. Questo è un Team.
Se quelle Centomila maschere diventassero centomila alleati che vedono e accettano la stessa persona, ci sarebbe un enorme risparmio di energia e una crescita della resilienza collettiva, come una rete di supporto.
La vulnerabilità accettata ed esposta è una via per l’innovazione dove la creatività non può che fiorire.
Giù la maschera!
In questo mondo freddamente iperconnesso, proviamo davvero a connetterci, prima a noi stessi e poi verso gli altri, consapevoli che la perfezione non esiste, che il nostro coraggio e la nostra creatività sono contagiosi, il nostro modo di comunicare è contagioso.
Proviamo?
L'articolo Vulnus vs. Bug: il Coaching tra maschere pirandelliane e patch di sistema proviene da Red Hot Cyber.
Nigeria: vescovo di Kontagora a Fides, “gli ostaggi liberati sono in viaggio per riunirsi con le loro famiglie”
“I 100 ragazzi liberati si stanno dirigendo da Minna, la capitale dello Stato del Niger a Papiri per potere così riunirsi alle loro famiglie”, dice all’Agenzia Fides Bulus Dauwa Yohanna, vescovo di Kontagora, la diocesi dove il 21 novembre 315 person…
Further PPI GA Information
Dear All Members of Pirate Parties International and all interested parties,
The 2025-2026 PPI Winter GA will take place on Saturday, January 10th, 2026, starting at 09:00 UTC.
The event will be hybrid with some participants physically attending in Potsdam, Germany.
If representatives from your organization intend to participate in person, please let us know by
requesting a completely free ticket here: eventbrite.com/e/1975346809482
Discussion about the GA is currently on Discourse: ga.pp-international.net/
Further information is also available on our Wiki:
wiki.pp-international.net/wiki…
The meeting will take place on the PPI Board Jitsi Channel: jitsi.pirati.cz/PPI-Board
If we have connection problems we will revert to our Mumble:
wiki.pp-international.net/wiki…
If you have any statute amendments or new member applications, please make sure that you send
them to the board by December 10th. If you have any other motions or any other business, feel
free to bring them up before the meeting, and you are free to propose them at the meeting itself.
It is very important that we make a quorum, so please delegate your vote to another member if
you cannot come to the event. Please also forward this message to other PPI members.
Delegates should be announced to the board prior to the start of the GA. Each member may have
up to 6 delegates. Others are welcome to attend without voting. Rules of the GA can be reviewed
on the Wiki: wiki.pp-international.net/wiki…
We also remind full members to pay membership fees. We don’t want anyone not to participate if
they don’t have funds to pay membership fees, so please let us know if you require a discount or
accommodation. Please note that nascent members have no membership fees.
We hope that many of you can attend, either in person or online.
Good luck to us on having a successful event!
Thank you for your assistance,
The Board of PPI
reshared this
Perché l’Antitrust Ue indaga sull’IA di Google
Per vedere altri post come questo, segui la comunità @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Google è finita di nuovo nel mirino dell'Antitrust Ue. Questa volta Bruxelles sospetta che il colosso stia alimentando la sua intelligenza artificiale coi contenuti di editori e creator startmag.it/innovazione/perche…
reshared this
I gemelli hacker che cancellarono i database del governo USA
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Non c’è minaccia interna più pericolosa di quella che già conosce le tue password. E quando quella minaccia ha il volto di due ex-condannati che riescono a farsi assumere da un contractor federale, la storia diventa un caso da manuale su come il sistema di controllo possa fallire in modo
Informatica (Italy e non Italy 😁) reshared this.
Corsari barbareschi catturati in Italia
Le incursioni corsare dal Nordafrica e dalle coste dell’Impero Ottomano hanno flagellato la nostra penisola per lungo tempo. Nel corso di queste razzie o di battaglie navali, capitava che marinai e corsari (specie nordafricani) finissero nelle mani
Arte e Cultura reshared this.
901 K vues · 24 K réactions | What do the actually sell inside a “Trump Store”? I was driving from Nashville to Atlanta for an upcoming video and stumbled upon this… place. | Evan Edinger
What do the actually sell inside a “Trump Store”? I was driving from Nashville to Atlanta for an upcoming video and stumbled upon this… place.www.facebook.com
cultura generale
youtube.com/watch?v=e2xReO7kXV…
- YouTube
Profitez des vidéos et de la musique que vous aimez, mettez en ligne des contenus originaux, et partagez-les avec vos amis, vos proches et le monde entier.www.youtube.com
Pillole di privacy: i callcenter si stanno evolvendo.
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/pillole-…
Lo spam telefonico sta evolvendo e noi con essi. I call center hanno sempre fatto ciò che hanno voluto, completamente indisturbati. Gli sporadici e irrilevanti interventi
Privacy Pride reshared this.
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
Social-Media-Bann in Australien startet: Ein dunkler Tag für den Jugendschutz im Netz
158 anni fa, in questo mese di dicembre, avvenne la più grande esecuzione di massa per impiccagione nella storia degli Stati Uniti, per mano del malvagio presidente Abraham Lincoln.
L’esecuzione fu approvata dal presidente Abraham Lincoln il giorno dopo Natale.
Alle 10:00 del mattino del 26 dicembre 1862, 38 nativi Dakota Sioux, prigionieri, furono condotti su un grande patibolo costruito appositamente per la loro esecuzione. Uno dei Dakota condannati all’impiccagione ottenne una sospensione all’ultimo momento. Si stima che 4.000 spettatori affollarono le strade di Mankato, Minnesota, e i terreni circostanti per assistere a questo evento orribile, glorificato dal governo degli Stati Uniti.
Ai popoli nativi erano state concesse riserve, che erano considerate terre e nazioni sovrane; gli Stati Uniti avevano stipulato accordi tramite trattati che permettevano ai nativi di utilizzare quelle terre come proprie. Dopo mesi dalla firma di questi trattati, gli USA permisero ai cacciatori di entrare nelle terre tribali, dove furono affrontati da nativi armati. Furono o allontanati dalle terre tribali oppure uccisi dai nativi per violazione di territorio, ed è per questo – secondo questa interpretazione – che Lincoln fece impiccare 38 Dakota: per dare l’esempio a chiunque avesse ucciso intrusi nelle proprie terre.
Quando eravamo giovani, alle scuole elementari ci insegnavano menzogne sul governo degli Stati Uniti e ancora più grandi menzogne sui loro leader, come il presidente Lincoln, presentato come il più grande presidente mai vissuto.
La verità è che il governo ha scritto la propria narrazione, che ha poi insegnato ai bambini, e non era altro che un insieme di bugie che continuano a essere insegnate ancora oggi.
Chip, la mossa di Trump su Nvidia avvantaggerà la Cina?
Per vedere altri post come questo, segui la comunità @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Trump ha dato l'ok Nvidia a vendere i suoi processori H200 in Cina, permettendo così a Pechino di accedere a microchip molto più potenti di quelli finora autorizzati. I "falchi" a Washington criticano la mossa perché potrebbe mettere a rischio la sicurezza
Informatica (Italy e non Italy 😁) reshared this.
Prima multa del Digital Services Act a X: la fine dell’illusione Muskiana?
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La vicenda della multa a X rappresenta l’inizio di un confronto destinato a durare nel tempo tra la UE e Musk che dovrà decidere se adeguarsi alle regole europee o continuare su una linea di scontro ideologico che potrebbe portare a nuove sanzioni, con influenze
reshared this
The EFF Nails It: What’s Wrong With UK Digital ID
It sometimes seems as though we are in a constant tussle over privacy between governments and the governed, with each year bringing fresh attempts to extend surveillance, and consequent battles. For Brits the big news at the moment comes in a new digital ID scheme, something that will be required for anyone wishing to work in the country, as well as for certain government services. It’s something that has attracted a lot of opposition, and now the EFF have produced an analysis of why they think it won’t work.
From the perspective of a British writer it would be easy to write screeds about the flaws in the scheme, the way it over-reaches, and about the historical distrust of Brits for their government’s bureaucracy. With the parliamentary petition opposing it approaching three million signatures, there’s no shortage of people who don’t support it. Perhaps the most obvious thing for most of us is how unnecessary it is for its stated aim of preventing illegal immigrants from seeking employment, it neglects that we already have to show proof of right to work before being hired, and that if crooked employers ignore that they will surely also ignore the digital ID.
If you’re reading this elsewhere in the world from where this is being written then it’s still of relevance, because governments like to point to other countries to justify these measures. Follow the EFF on this matter, and take note.
Art: British Passport SVG by Swapnil1101, Public Domain
Digital House Arrest – How the EU Wants to Disempower Families
Of all people, it is center-right parties in Brussels that are supporting plans for the mass screening of private messages. The proposal cuts deep into civil liberties. The consequences for chats between teenagers and their own parents are particularly drastic.
The battle over “chat control” and the confidentiality of our communications has long since become the defining question regarding the relationship between the state and the citizen in the digital age. On December 4th, EU Commissioner for Home Affairs Magnus Brunner (EPP) defended plans before the European Parliament that cut deeply into civil liberties. What is particularly bitter for conservative voters is that it is precisely the center-right-led governments in Berlin and Vienna that have helped secure a majority for this assault on privacy in Brussels. While the leader of the German CDU/CSU parliamentary group, Jens Spahn, assured the public in October that suspicionless scanning of chats was akin to “preemptively opening every letter to see if it contains something illegal”—and that neither he nor his party would support it—reality now looks quite different.
The EU governments have agreed on a rotten compromise. While “voluntary” chat control is technically supposed to be at the discretion of the providers, the result is the same: American tech giants like Meta or Google will be allowed to screen our private messages en masse and without any initial suspicion. The state is effectively outsourcing its monopoly on law enforcement and deputizing US corporations as sheriffs. Instead of independent judges, error-prone secret algorithms from Silicon Valley will decide whether our chats are suspicious.
Mr. Spahn still owes us an answer to a crucial question: How is this mass screening any different from suspicionless chat control? Would the indiscriminate opening of our letters be acceptable just because Deutsche Post decided to do it voluntarily? The privacy of correspondence is “inviolable” under our Basic Law (Grundgesetz). Privatized chat control remains a violation of fundamental principles in a constitutional state.
ID Cards for the Internet
Yet, hidden within the draft law on chat control is a perhaps even more perfidious attack on freedom—a clause with the potential to destroy the internet as we know it: The opening of an email or messenger account is to require mandatory age verification. What sounds like a technicality is actually political dynamite. It spells the end of the right to anonymous digital communication. Anyone wishing to use WhatsApp, Signal, or even a simple email inbox in the future will have to show their ID card or their face.
A whistleblower wishing to remain anonymous for fear of investigation will hardly dare to tip off a journalist about government corruption if they have to upload their ID to a database to do so. They are effectively being silenced. Investigative journalism, anonymous pastoral care, and confidential counseling in crisis situations will become impossible. Furthermore, it is only a matter of time before these internet ID databases are hacked, opening the floodgates for criminals to commit identity theft. Our security is not being protected here; it is being endangered. Moreover, a new bureaucratic monster is being created. While the economy groans under the weight of regulations, European tech start-ups and companies are being forced to implement complex new verification systems.
The State as Super-Nanny
The height of hubris, however, is the planned treatment of adolescents. According to the will of the EU governments, app stores should blanketly refuse the installation of apps to anyone under 17 if those apps could theoretically be misused for “cyber grooming.” The aim is to protect minors from being approached with sexual intent. However, since the State Media Authority of North Rhine-Westphalia notes that this occurs on almost all platforms—from WhatsApp and Instagram to online games—this regulation amounts to a digital ban on communication.
You have to let that sink in: A 16-year-old would no longer be allowed to chat with their class teacher, their coach, or—even more absurdly—with their own parents. The state presumes to know what is good for our children better than families do. The parental right to raise children, protected by the constitution, is being trampled underfoot. How well parents know their own children’s maturity no longer counts.
This is not child protection; it is digital house arrest. Instead of hunting the perpetrators, the victims are being locked up. This is the logic of an overreaching nanny state that mistrusts its citizens. True security comes from strong families, not from state paternalism that drives teenagers into digital isolation. It won’t work anyway: our children will simply ask us to register their phones as adult devices.
Ineffective Symbolic Politics
Overall, these measures miss their mark completely. The Association of German Criminal Investigators is already warning of an overload due to the flood of automated chat reports. Almost half of the reported chats are perfectly legal—such as holiday photos from the beach. There will be no time left for genuine cases because investigators will be busy screening harmless citizens.
The European Parliament has recognized this madness. Across party lines, it is demanding that chat surveillance be limited to actual suspects and is rejecting mandatory age checks and app bans. It is banking on civil principles: proportionality and targeted prosecution instead of mass surveillance and the paternalism of millions of innocent people.
However, without support from Berlin, this sensible position will not prevail in the upcoming negotiations on the final wording of the law. The center-right-led federal government must decide: Does it want the “transparent citizen” and the disempowerment of parents? Or will it return to the values of the Constitution? When the state begins to have our mail opened and forbids our children contact with the outside world, a red line has been crossed. We do not need a nanny from Brussels—and certainly not one from Berlin.
This guest commentary first appeared in Die Welt.
reshared this
Cultura digitale: Soukup (La Civiltà Cattolica), «Chiesa può imparare da sua cultura, linguaggio e modi di espressione»
Il mondo online, “con la sua varietà, le sue opportunità e le sue sfide, è divenuto una matrice culturale per l’impegno della Chiesa nel mondo”. Lo scrive Paul A. Soukup nel numero di dicembre de La Civiltà Cattolica (quaderno n. 4.200), considerando la partecipazione ecclesiale alla cultura digitale sotto due aspetti: il resoconto del Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici dello scorso luglio, e una riflessione sul mondo digitale alla luce di quattro temi chiave del Sinodo.
Continua a leggere sul sito dell’Agenzia Sir
The post Cultura digitale: Soukup (La Civiltà Cattolica), «Chiesa può imparare da sua cultura, linguaggio e modi di espressione» first appeared on La Civiltà Cattolica.
Goodbye, dark Telegram: Blocks are pushing the underground out
Telegram has won over users worldwide, and cybercriminals are no exception. While the average user chooses a messaging app based on convenience, user experience and stability (and perhaps, cool stickers), cybercriminals evaluate platforms through a different lens.
When it comes to anonymity, privacy and application independence – essential criteria for a shadow messaging app – Telegram is not as strong as its direct competitors.
- It lacks default end-to-end (E2E) encryption for chats.
- It has a centralized infrastructure: users cannot set up their own servers for communication.
- Its server-side code is closed: users cannot verify what it does.
This architecture requires a high degree of trust in the platform, but experienced cybercriminals prefer not to rely on third parties when it comes to protecting their operations and, more importantly, their personal safety.
That said, Telegram today is widely viewed and used not only as a communication tool (messaging service), but also as a full-fledged dark-market business platform – thanks to several features that underground communities actively exploit.
Is this research, we examine Telegram through the eyes of cybercriminals, evaluate its technical capabilities for running underground operations, and analyze the lifecycle of a Telegram channel from creation to digital death. For this purpose, we analyzed more than 800 blocked Telegram channels, which existed between 2021 and 2024.
Key findings
- The median lifespan of a shadow Telegram channel increased from five months in 2021–2022 to nine months in 2023–2024.
- The frequency of blocking cybercrime channels has been growing since October 2024.
- Cybercriminals have been migrating to other messaging services due to frequent blocks by Telegram.
You can find the full report on the Kaspersky Digital Footprint Intelligence website.
Notizie manipolate e guerre dell’informazione: come difendersi ed il ruolo del giornalista tra etica e diritto
Corso di Formazione per giornalisti in Sapienza
Programma
Il corso formativo concernerà il fenomeno dell’information disorder e delle fakenews, con particolare attenzione al quadro giuridico nazionale, europeo e internazionale e ai possibili rimedi.
Il corso si propone di approfondire i profili giuridici legati alla libertà di espressione, alla regolamentazione dell’informazione e alle responsabilità degli attori digitali.
Verranno esaminati strumenti normativi e casi concreti, nazionali e internazionali, per aiutare i giornalisti a orientarsi in un panorama sempre più complesso e sfidante. L’argomento è di rilevante importanza giornalistica per l’impatto che ha sulla credibilità dell’informazione e sul ruolo democratico della stampa.
Verrà analizzato l’articolo 21 della Costituzione italiana, che tutela della libertà di espressione e di stampa, in cui ognuno ha il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con qualsiasi mezzo di diffusione, ponendo le basi per una tutela ampia della libertà di espressione e informazione.
Si osserverà come si può facilmente influenzare sentimenti, pensieri e azioni di un pubblico specifico, al fine di ottenere vantaggi strategici in ambito politico, militare o sociale. Verranno illustrati diversi esempi di diffusione di fake news, alterazione di contenuti, uso strategico dei social per destabilizzare o polarizzare l’opinione pubblica.
Si prenderà in esame l’articolo 19 del nuovo Codice Deontologico delle Giornaliste e dei Giornalisti che introduce una regola specifica sull’uso dell’intelligenza artificiale.
Relatori:
Alberto Marinelli, prorettore alle tecnologie innovative per la comunicazione, Sapienza, Università di Roma;
guido d’ubaldo, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio;
Arturo Di Corinto, IA cybersecurity Advisor nell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN);
Federica Fabrizzi, professoressa ordinaria di Diritto dell’informazione presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma;
Laura Camilloni, caporedattrice dell’Agenparl;
Massimiliano Pierro, direttore generale di Intent Group;
Mirko Lapi, professore aggregato in Open Source Intelligence, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia;
marco giampaolo, direttore commerciale e operativo Negg group;
Luigi Camilloni, direttore responsabile dell’Agenparl.
WHAT: Corso gratuito formazione giornalisti, in Presenza
WHEN: 18 dicembre 2025 09:30-13:30
WHERE: Università La Sapienza Facoltà di Scienze Politica – Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale (CoRiS), Via Salaria,113 – 00198, Roma
WHO: Organizzato da: Ordine dei Giornalisti del Lazio ODG Lazio
WHY: 6 Crediti Deontologici
Chiusura iscrizioni
16/12/2025
Alberto V reshared this.
Il Giappone non ci sta.
Ursula ha pessime carte da giocare, ma non molla il tavolo verde: va all-in, punta l’ultima mano sui miliardi russi congelati.
«Punto tutto sugli asset russi.»
Invoca 'poteri d’emergenza' come un prestigiatore che estrae conigli dal cilindro, per foraggiare la macchina da guerra di Kiev e tenere in piedi lo schema Ponzi della truffa.
«Solo un’altra mano… Per Kiev, per la democrazia, per il nostro futuro»
Comportamento da ludopatica all'ultimo stadio: ruba il banco per continuare a giocare, sperando che qualcuno non le spezzi le ginocchia prima delle ritorsioni di Mosca.
Intanto fuori dal casinò si addensano nubi nere, ma lei non le vede. E infatti arriva la mazzata: il Giappone ha appena respinto le richieste della UE di espropriare i circa 30 miliardi di asset russi congelati a Tokyo.
Un colpo durissimo al tentativo di Bruxelles di ottenere un via libera dal G7.
La ministra delle Finanze giapponese Satsuki Katayama, durante la riunione virtuale dei ministri G7 dell’8 dicembre, ha tagliato corto: non esiste base legale per toccare o riconvertire quegli asset in prestiti a Kiev.
Da quando è iniziata l’operazione militare speciale russa in Ucraina, UE, Canada, USA e Giappone hanno congelato circa 300 miliardi di asset sovrani russi: 5-6 miliardi negli USA, la fetta piu' grossa (210 miliardi) nel caveau belga di Euroclear.
Il ministero degli Esteri russo ha già avvertito: se li toccate, la risposta sarà immediata e simmetrica.
Laura Ruggeri
kulturjam.it/politica-e-attual…
9 scoperte mediche che ci hanno dato speranza nel 2025
National GeographicDai programmi personalizzati di terapia genica ai farmaci che puntano a fermare il cancro al pancreas prima che possa svilupparsi, le più recenti innovazioni scientifiche alimentano un futuro di maggiore fiducia e possibilità per la salute umana.
Rette di ricovero in RSA: Con le richieste del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” si vuol bloccare la Corte di Cassazione sull’accollo dei costi al SSN per i malati di Alzheimer
Qualche mese fa, al Senato si è “sventato” il tentativo di interpretare autenticamente una norma di oltre quaranta anni fa per congelare i contenziosi sull’accollo integrale al SSN*. Allora, notte tempo e alla zitta come piace a volte al legislatore, si proponevano tre righe con le quali spazzare via decenni di tenuta del sistema universalistico e, in particolare il faticoso percorso di integrazione sociosanitaria.
In buona sostanza, a cosa si tentava di opporre rimedio con tale maldestro tentativo?
Ad una lettura dell’ordinamento (peraltro ineccepibile, costituzionalmente orientata e rispettosa degli vincoli internazionali) con la quale Corte di Cassazione, a difesa dei principi istitutivi del nostro SSN e delle persone affette da Alzheimer grave e per i loro caregiver, con più sentenze, (dal 2012 ad oggi se ne contano decine e univocamente orientate), ha affermato la copertura economica in struttura ritenendola sostanzialmente un’attività sanitaria, in cui è impossibile separare ciò che è “cura medica” da ciò che è “assistenza”.
Non ci sono riusciti, perché ci fu chi se ne accorse e pose in luce l’arretramento dei diritti di una simile operazione retroattiva.
Oggi con questo documento con cui si invocano i diritti (!) ci si riprova. Il tentativo è ben più articolato e subdolo: in primis lo si fa assertivamente “a nome della società civile” e dell’”equità”, facendolo firmare un po’ trasversalmente, come se le associazioni dei pazienti e dei pensionati avessero interesse ad affermare di dover pagare loro la retta di ricovero, anziché difendere l’orientamento della Suprema Corte. Poi lo si fa passare attraverso lo strumento della delega in modo tale che non vi sia di fatto alcun passaggio parlamentare, ma che proceda “babbo Governo” a salvare i conti al più presto affinché non si rompano gli argini.
La discussione sulle rette in struttura per le persone anziane non autosufficienti e/o con disabilità grave da molti anni e non si affronta così.
Oggi si mistifica presentandola come una questione di “equità” quando invece ha una sola e chiara matrice: la questione dei denari e della “sostenibilità”. Dell’assistenza ad una Italia anziana e sempre più con problemi di salute cronici ad alto impegno sanitario. Ma dietro le formule apparentemente neutre si gioca una partita che riguarda la vita quotidiana di migliaia di famiglie che, non potendo né sapendo assistere in modo qualificato e complesso il proprio caro, si trova a dover pagare per molti anni fino a 4000,00 euro il mese.
Dunque ci riprovano di nuovo: la proposta di emendamento, promossa dal “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”, chiede di intervenire sul DPCM LEA per chiarire che le prestazioni per anziani con diagnosi di demenza rientrano comunque nel regime ordinario di compartecipazione 50% SSN e 50% utente. Formalmente, si tratta di una norma “interpretativa”. In realtà, l’obiettivo esplicito è quello di chiudere il contenzioso e riportare indietro l’orologio, sterilizzando gli effetti favorevoli delle sentenze di Cassazione.
Secondo i promotori, l’azzeramento della retta per tutti i pazienti con Alzheimer – indipendentemente dal reddito – sarebbe “ingiusto”, perché destinerebbe risorse pubbliche anche ai più benestanti, riducendo la sostenibilità del sistema. Da qui la richiesta di tornare al 50% generalizzato, rinviando ad un futuro decreto legislativo la revisione complessiva della compartecipazione per tutti i servizi agli anziani non autosufficienti.
Sul piano del diritto, la proposta rischia di scontrarsi con i principi costituzionali che governano la tutela della salute e la protezione delle persone più vulnerabili. L’articolo 32 della Costituzione qualifica la salute come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, mentre l’articolo 38 riconosce alle persone inabili il diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. L’Alzheimer e le forme gravi di demenza non sono semplicemente “costi” da dividere tra pubblico e privato: sono condizioni che annullano l’autonomia, richiedono assistenza continuativa, espongono le famiglie a una pressione economica e psicologica enorme. Trattare questo bisogno come un pacchetto di servizi “per metà sanitari e per metà sociali” significa non coglierne la natura reale.
L’Italia ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, che impegna gli Stati a garantire un accesso effettivo alla salute, all’assistenza e alla vita indipendente nella comunità, senza discriminazioni. Le persone con demenza e patologie croniche e degenerative rientrano a pieno titolo nella platea delle persone con disabilità: hanno diritto a servizi adeguati, accessibili e sostenibili,
Dire che “non ci sono risorse” senza un dibattito parlamentare adeguato e gettare via con un colpo di spugna decenni di integrazione sociosanitaria, è inaccettabile e, prevedibilmente, non sarà accettata dalle Corti che hanno a che fare con un corpus normativo complesso e stratificato.
Chi ha a cuore la sostenibilità del sistema si occupi di portare in modo aperto e franco il dibattito nella società civile e nelle sedi parlamentari, sottoponendo agli occhi di tutti la difficoltà di una mancanza di accurata programmazione e di scelta politica. Smetta di trincerarsi in cavilli e interpretazioni autentiche sperando di fermare la giustizia. Lo si affronti il tema (ed il tema dell’invecchiamento e della cronicità è un tema di importante impatto economico per tutti i cittadini e per le casse dello Stato) in modo razionale e complessivo, smettendo di aggredire diritti quesiti in vigore dal ’78
E se il problema è che un modello di gratuità universale favorirebbe anche i redditi alti, la risposta non è quella di tornare a caricare tutti al 50%, ma costruire criteri seri di equità e, soprattutto, fare investimenti veri sulla domiciliarità e sulle soluzioni di comunità, non imposte come alternativa punitiva alla residenzialità ma offerte come possibilità reale, sostenuta da servizi territoriali.
L’urgenza oggi non è bloccare le sentenze che riconoscono il carattere sanitario dell’assistenza per l’Alzheimer grave, ma fare un passo lungimirante studiando soluzioni e programmando il futuro.
La non autosufficienza severa è un bisogno sociosanitario di alta intensità affinché nessuna famiglia debba essere costretta a scegliere tra la cura di un genitore e la propria sopravvivenza economica.
Come Associazione Luca Coscioni, crediamo che la discussione sulle rette non possa essere ridotta a un problema contabile. È una questione di dignità, di libertà e di eguaglianza. Per questo continueremo a monitorare il percorso di questa proposta, a denunciarne i rischi e a lavorare perché la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti sia davvero all’altezza delle promesse fatte alle persone più fragili.
L'articolo Rette di ricovero in RSA: Con le richieste del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” si vuol bloccare la Corte di Cassazione sull’accollo dei costi al SSN per i malati di Alzheimer proviene da Associazione Luca Coscioni.
La Cina nel Mediterraneo, uno scenario possibile raccontato dall’amm. Caffio
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Pechino non è mai stata una potenza marittima per ragioni storiche e geografiche. Lento è stato perciò il suo affacciarsi sul mare con la Marina da guerra (che nel 2027 celebrerà il suo centenario) in funzione di interdizione contro le Filippine e Taiwan, per poi
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.