Crimini ambientali: come rispondono le legislazioni degli Stati? Una analisi dell'agenzia delle Nazioni Unite evidenzia pregi e carenze
Gli sforzi globali per prevenire i crimini contro la natura e consegnare i trasgressori alla giustizia sono ostacolati da evidenti differenze nelle leggi sulla protezione ambientale tra paesi e regioni.
Per tale ragione #UNODC, l'Agenzia delle Nazioni Unite che ha sede a Vienna ed è deputata ad analizzare e dare suggerimenti per combattere il crimine in ambito globale ha realizzato recentemente un rapporto, inserito nel più ampio GLOBAL ANALYSIS ON CRIMES THAT AFFECT THE ENVIRONMENT, perché come affermato da Angela Me, Capo della ricerca e analisi presso l'Agenzia, "una legislazione più severa può aiutare a scoraggiare i trasgressori ed espandere la gamma di strumenti e risorse investigative per le forze dell'ordine per fermare i crimini che colpiscono l'ambiente".
"Il paesaggio della criminalizzazione ’ è la prima parte della articolata Analisi globale dei crimini che colpiscono l'ambiente. L'UNODC esamina come tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite definiscono i crimini contro la natura e le punizioni che hanno fissato per violare le leggi ambientali.
Gravi violazioni
Lo studio riguarda nove aree di reati connessi alla natura: deforestazione e disboscamento, inquinamento acustico, pesca, gestione dei rifiuti, protezione della fauna selvatica e inquinamento dell'aria, del suolo, e rifiuti - ha stabilito che non meno dell'85% degli Stati membri delle Nazioni Unite criminalizza i reati contro la fauna selvatica.
Almeno il 45% dei paesi impone pene di quattro o più anni di carcere per alcuni reati ambientali, classificandoli come reati "gravi" secondo quanto fissato dalla Convenzione contro il crimine organizzato transnazionale (UNTOC), uno standard universalmente riconosciuto.
“ La nostra recensione mostra progressi a livello globale nel promuovere le leggi sulla protezione ambientale ", ha affermato Angela Me. Tuttavia, ha osservato che la legislazione e l'applicazione rimangono irregolari, creando "opportunità per i gruppi criminali di sfruttare le lacune nelle risposte. ”
La fauna selvatica e i rifiuti sono le aree in cui la maggior parte dei paesi (rispettivamente 164 e 160) include almeno un reato correlato nella propria legislazione nazionale. Al contrario, l'inquinamento del suolo e del rumore (rispettivamente 99 e 97) sono le aree in cui il minor numero di paesi ha disposizioni penali.
Variazioni regionali
Il livello di criminalizzazione e sanzioni varia a seconda del paese e della regione. Ad esempio, in Oceania, il 43% dei paesi considera la pesca illegale un crimine grave (con conseguente reclusione in quattro o più anni), mentre in Europa, solo il due per cento dei paesi lo classifica come tale. Nel frattempo, 12 paesi su 18 nell'Africa orientale considerano i reati contro la fauna selvatica reati gravi.
L'Africa e l'Asia hanno la più alta percentuale media di Stati membri con sanzioni che soddisfano la definizione di reato grave, indicando che la legislazione non è necessariamente debole ma che manca l'applicazione.
Crimine della fauna selvatica
Delle nove aree esaminate, i reati contro la fauna selvatica sono più frequentemente coperti dalla legislazione penale, con 164 Stati membri che mantengono tali disposizioni.
La legislazione nazionale di molti paesi supera persino i requisiti di #CITES, la convenzione internazionale che regola il commercio transfrontaliero di specie minacciate di estinzione.
A livello globale, le sanzioni per i crimini della fauna selvatica si estendono da pochi giorni alla vita in prigione, mentre le multe possono variare da pochi dollari USA a tre milioni.
Accanto alla fauna selvatica, i crimini legati ai rifiuti sono altamente criminalizzati, con 160 paesi che considerano i rifiuti impropri un crimine e includono almeno un reato correlato nella loro legislazione.
Al contrario, l'inquinamento del suolo e del rumore è il meno protetto, con solo 99 e 97 paesi, rispettivamente, considerando gravi queste violazioni.
Carenze legislative
Il rapporto evidenzia discrepanze nel modo in cui le leggi vengono applicate agli individui rispetto alle imprese, con le imprese che spesso sfuggono con semplici multe, mentre gli individui possono arrivare a subire la reclusione.
Gli autori suggeriscono che i paesi potrebbero migliorare la legislazione per consentire la confisca dei mezzi utilizzati per commettere reati ambientali o proventi da tali reati. L'attuale mancanza di tali disposizioni porta spesso a perseguire i autori di reati minori piuttosto che i grandi attori economici che commettono crimini ambientali.
Secondo gli esperti dell'UNODC, esistono diverse aree per il miglioramento della legislazione e delle sanzioni ambientali. Gli Stati membri potrebbero prendere in considerazione l'aumento delle sanzioni e l'espansione dell'uso di strumenti di cooperazione internazionale come l'estradizione o l'assistenza giudiziaria reciproca.
C'è anche la necessità di una maggiore raccolta di dati su questi crimini, una migliore applicazione della legislazione, e una maggiore ricerca sulle sanzioni amministrate e la loro efficacia, hanno detto, aggiungendo che tali informazioni aiuteranno a capire quali proporzioni di criminalizzazione sono più efficaci nella prevenzione dei crimini ambientali.
Il link al Rapporto: css.unodc.org/documents/data-a…
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Tratta della fauna selvatica. La riunione dell' Enforcement Group
L'11-12 aprile 2024, al quartier generale dell'Aia, si è svolta la 46° riunione del EU Wildlife Trade Enforcement Group (gruppo di forze dell'ordine per il commercio della fauna selvatica). L’evento, organizzato dalla DG Ambiente della Commissione europea, ha riunito le principali parti interessate che lavorano per combattere la tratta della fauna selvatica.
Il commercio illegale di specie protette di fauna selvatica è diventato una delle attività criminali più redditizie, con effetti devastanti sull'ambiente, le popolazioni animali, la salute umana e l'economia globale. Spesso, agisce anche come catalizzatore per altri crimini gravi, come la frode, la falsificazione di documenti e il riciclaggio di denaro. Per questo motivo è necessario un approccio comune tra una vasta gamma di soggetti interessati per prevenire, rilevare, indagare e perseguire efficacemente questi crimini.
Tra i partecipanti rappresentanti delle autorità amministrative, di polizia e giudiziarie nazionali, nonché delle agenzie dell' #UE (#OLAF, #Europol e #Eurojust) e delle organizzazioni internazionali (#Interpol, #UNODC, #WCO), nonché, per punti specifici dell'agenda, organizzazioni non governative (#WWF, #TRAFFIC, #GI-TOC, #IFAW). Nel corso dell'evento di 2 giorni i presenti si sono confrontati sugli aggiornamenti delle iniziative legislative e sugli sviluppi politici, hanno presentato i risultati dei recenti casi, e hanno scambiato opinioni sulle migliori pratiche di rilevazione, indagine e cooperazione transfrontaliera.
Il Gruppo, presieduto dalla Commissione Europea, riunisce rappresentanti delle autorità degli Stati membri competenti per far rispettare e attuare la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione della fauna selvatica e della flora (#CITES), di cui le disposizioni sono incorporate nel diritto comunitario e nazionale.
Per saperne di più su come l’UE sta affrontando il commercio illegale della fauna selvatica, (tradotto in italiano) => environment.ec.europa.eu/topic…
Wildlife trade
EU and international measures to protect endangered species from illegal tradeEnvironment
LA TRUFFA DEI CANI SIMIL BULLDOG FRANCESE, PROVENIENTI DALLA SLOVACCHIA E PUBBLICIZZATI DA VIP INCONSAPEVOLI. SEI ARRESTATI.
A Ravenna è stata smantellata una associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata al traffico illecito di numerosi cuccioli di simil bulldog francese e alla frode in commercio essendo stati venduti a prezzi altissimi cuccioli come di razza, ma in realtà privi di alcun valore commerciale.
L’indagine è stata svolta dal Raggruppamento #ArmadeiCarabinieri #CITES – Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati a Danno degli Animali (SOARDA), dal Nucleo Carabinieri Forestale Ravenna e dalla Squadra Mobile di Ravenna, con la collaborazione del Nucleo Carabinieri CITES di Napoli, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Ravenna.
Le attività di indagine, hanno interessato diversi Paesi, in particolare la Slovacchia, dove l’allevamento “I cuccioli di Carlotta”, pubblicizzato sui maggiori canali social come allevamento di cani di razza ubicato a Nitra (Slovacchia), movimentava illegalmente una grande quantità di cuccioli di simil Bulldog francese e simil Pomerania.
Sei gli ordini di cattura nei confronti di italiani e stranieri, alcuni dei quali residenti o domiciliati all’estero, in corso di esecuzione con la collaborazione del collaterale servizio di Polizia slovacca, emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Ravenna.
Gli appartenenti all’associazione criminale sfruttavano quali promoters dell’allevamento volti noti dello sport e dello spettacolo, VIP inconsapevoli, come Federica Pellegrini, Francesco Totti che hanno prestato senza volerlo il loro volto a tutto beneficio dei trafficanti, facendo così crescere il prezzo di acquisto dei cuccioli che arrivava a superare anche i 3 mila euro cadauno.
Si trattava di esemplari importati in maniera illecita, dalle sembianze simili a quelle del bulldog francese.
Il business è andato avanti per anni, fino al sequestro del sito 'I cuccioli di Carlotta', e un'indagine, inizialmente, sui due principali rappresentanti dell'attività, un 39enne romano e la convivente coetanea slovacca. Oltre ai due iniziali indagati, la Procura ravennate ha individuato come parte dell'organizzazione criminale altre tre persone di origine partenopea e un ulteriore italiano residente all'estero.
L'inchiesta prese il via verso la fine del 2018, quando a Cervia andò a segno la prima di una lunga serie di vendite contestate nelle circa 400 pagine di ordinanza. L'associazione promuoveva la cosiddetta "variante esotica", razza inesistente e caratterizzata da manto grigio, blu, lillà, colorazioni che non sono contemplate dagli standard di razza fissati dalla Federazione Cinologica Internazionale. Li avrebbero importati illegalmente da un allevamento in Slovacchia, e sempre nel Paese dell'Est Europa, in località Nitra, avevano registrato la sede legale della società 'I cuccioli di Carlotta s.r.o.'. Qui però gli uffici erano deserti, in un edificio risultato dismesso. La promozione, invece, procedeva a gonfie vele. Sito internet, social network, e personalità del mondo dello sport e dello spettacolo che, ignari delle modalità di importazione e vendita illegali prestavano il proprio volto.
Le indagini hanno accertato che tutti i cani venduti dall’associazione criminale come esemplari di razza a prezzi esorbitanti agli ignari acquirenti erano in realtà meticci simil bulldog francesi sforniti di valore economico in quanto tutti i cani venduti (non avendo alcuna certificazione genealogica vera ed ufficiale) erano privi del certificato di origini-pedigree ufficiale del Paese di origine e dell’Ente nazionale cinofilia Italiana, unico Ente abilitato per legge in Italia ad emettere pedigree legittimi per il tramite del direttore generale responsabile dell’Ufficio Centrale del Libro Genealogico dell’ENCI.
Solo il pedigree ENCI in Italia può certificare il cane come di razza. Nessun altro Ente o associazione diversa dall’ENCI può rilasciare in Italia pedigree aventi valore legale.
I cani dei “I cuccioli di Carlotta” dichiarati come prodotti in allevamento erano invece reperiti in zone dell’Est Europa senza alcuna garanzia di provenienza e tracciabilità genetica e, una volta corredati da fantasiosi ed inveritieri documenti, autoprodotti dai trafficanti in Slovacchia e in Campania, venivano illecitamente introdotti in Italia con ricarichi altissimi per l’associazione, rispetto al prezzo di acquisto originario, determinando evidenzia il GIP nell’ordinanza “la messa in pericolo continua, se non la vera e propria offesa concretamente apportata, all’esemplare bulldog francese, letteralmente vilificato nella sua dignità animale, reso oggetto di rischiose mutazioni del tipo all’ombra di una sorta di perversa ricerca eugenetica di maggior fascino per il mercato”.
I cuccioli venivano trasportati con modalità tali da eludere il sistema TRACES e senza la necessaria documentazione richiesta dalla normativa europea sulla “movimentazione a carattere commerciale di cani e gatti tra Paesi” trattandosi di vendite di cani a mero scopo di lucro.
Per fare apparire detti cuccioli come di razza ed invogliare gli acquirenti all’acquisito in Campania veniva creata dal gruppo criminale una illegale associazione che si voleva porre come parallela all’ENCI producendo a tal scopo un ingannevole foglio di carta denominato dall’associazione criminale “pedigree ICBD – Club Italiano Cani di Razza” privo di alcun valore legale pubblicizzandosi come facente parte del “Kennel Club WDF” associazione di pura fantasia riconducibile ad una famiglia partenopea che rilasciava, appunto ingannevoli attestati autoprodotti, che promettevano agli acquirenti dei cuccioli la falsa garanzia del riconoscimento della razza dei cani acquistati, nonché la possibilità di partecipare a manifestazioni di livello mondiale, alimentando il mercato illegale dei cuccioli che mai avrebbero potuto essere considerati cani di razza ”ingannando platealmente, ma senza indugio alcuno, una schiera infinita di clienti, anelli finali di una lunga filiera che fa dell’animale una merce non solo, ancora, ambendo a proporsi quale alternativa ai canali ufficiali della cinofilia… confondendo per anni il mercato” sottolinea ancora il GIP nell’ordinanza.
Operazione Thunder. INTERPOL contrasta i reati contro la fauna selvatica e le foreste. Criminalità organizzata transnazionale e seria minaccia alla sicurezza globale
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Del ruolo dei carabinieri forestali per la tutela della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (#CITES), abbiamo parlato nel nostro blog (leggi qui)
Ora #INTERPOL ha reso noti i risultati di una attività che ha coinvolto, dal 2 al 27 ottobre, funzionari doganali (coordinati dalla Organizzazione Mondiale delle Dogane #OMD) e di polizia e che ha consentito circa 500 arresti in tutto il mondo e più di 2.000 confische di animali e piante protetti (elefanti, rinoceronti e pangolini, legni duri tropicali).
L'operazione globale, denominata Thunder, alla sua settima edizione, è coordinata annualmente dall'INTERPOL e dall'OMD con il sostegno della CITES e del Consorzio internazionale per la lotta ai crimini contro la fauna selvatica. Quest'anno ha coinvolto ben 133 paesi. Si tratta del più alto tasso di partecipazione a tale tipo di attività, da quando la campagna annuale delle forze dell'ordine fu lanciata nel 2017.
Tra i 2.114 sequestri più di 300 kg di avorio, migliaia di uova di tartaruga, 30 tonnellate di piante, dozzine di parti del corpo di grandi felini e corni di rinoceronte, oltre a primati, uccelli e specie marine. Inoltre confiscati 2.624 metri cubi di legname, che equivalgono a 440 container.
Sono stati esaminati centinaia di pacchi, valigie, veicoli, barche e trasportatori di merci in quanto spesso utilizzati per nascondere specie selvatiche come questa tartaruga sequestrata in Thailandia
Durante l'operazione Thunder 2023 sono stati sequestrati un totale di 1.370 uccelli vivi, come questi psittacini elencati dalla CITES, intercettati dalle autorità indiane
Controlli mirati in Brasile: decine di impianti di legname sono stati ispezionati durante l'Operazione Tuono 2023
Le tendenze del traffico
I dati iniziali hanno permesso alla polizia e alle dogane di identificare alcune tendenze chiare:
- Il 60% dei casi di traffico di specie selvatiche è risultato legato a gruppi criminali organizzati transnazionali, operanti lungo rotte note anche per il contrabbando di altri prodotti illegali;
- I rettili protetti e la vita marina vengono sfruttati per la moda dei marchi di lusso;
- Le piattaforme di vendita online vengono ancora utilizzate per vendere fauna selvatica, legname e prodotti marini;
- Il legname illegale e legale viene miscelato per il trasporto in modo da rendere difficile l'individuazione del legname tagliato illegalmente;
- I gruppi della criminalità organizzata transnazionale ricorrono ad alti livelli di frode documentale, in particolare l'uso di certificazioni contraffatte e permessi CITES e il riutilizzo dei permessi.
Il segretario generale dell'INTERPOL Jürgen Stock ha dichiarato:
"Animali, uccelli e piante importanti e in via di estinzione sono messi a rischio di estinzione dai trafficanti di fauna selvatica e legname. Questi crimini spaventosi non solo privano il mondo di animali e piante unici, ma anche i paesi dei loro beni e risorse naturali.
"I costi per le comunità sono ancora maggiori, perché, come dimostra questa operazione, quasi tutti i crimini ambientali hanno legami con altre forme di criminalità, tra cui la violenza, la corruzione e la criminalità finanziaria, ma hanno anche forti legami con i gruppi della criminalità organizzata transnazionale.
"Mentre il mondo è alle prese con le conseguenze devastanti del degrado ambientale e dell'estinzione delle specie, l'INTERPOL e l'OMD stanno emergendo come leader nella salvaguardia della biodiversità e della sicurezza mondiale".
Le autorità portoghesi ispezionano un negozio di animali il cui proprietario è sospettato di essere coinvolto nella vendita illegale di specie protette
L'INTERPOL e l'OMD hanno condiviso intelligence, coordinato le indagini e messo in comune le loro risorse per consentire alla polizia e ai funzionari doganali in prima linea di individuare, identificare e arrestare i trafficanti, compresi quelli che operano online, mentre cercavano di contrabbandare animali o legname attraverso le frontiere.
I trafficanti noti ricercati attraverso il sistema di allerta Red Notice dell'INTERPOL sono stati identificati prima delle operazioni e sono stati successivamente presi di mira quando hanno attraversato le frontiere.
Centinaia di veicoli, tra cui automobili, camion e navi da carico, sono stati perquisiti ai posti di blocco in tutte le regioni. Cani da fiuto specializzati e scanner a raggi X sono stati impiegati per rilevare la fauna selvatica nascosta e le spedizioni di legname mimetizzato. Sono stati esaminati centinaia di pacchi, valigie, veicoli, barche e trasportatori di merci in quanto spesso utilizzati per nascondere le specie selvatiche trasportate.
Il Segretario Generale della CITES, Ivonne Higuero, ha dichiarato:
"I risultati dell'Operazione dimostrano ancora una volta che risposte forti e coordinate tra le parti sono fondamentali per affrontare le reti criminali transnazionali coinvolte nei crimini contro la fauna selvatica.
"Sforzi ben mirati, unificati e coordinati come quelli mobilitati attraverso questa operazione globale sono esattamente ciò di cui c'è bisogno per superare la minaccia rappresentata dai crimini contro la fauna selvatica".