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Oppiacei e Metamfetamina: la Rotta Balcanica è sempre aperta ed attiva


Oppiacei e Metamfetamina: la Rotta Balcanica è sempre aperta ed attiva


Il rapporto delle Nazioni Unite del 2025 intitolato “Opiates and Methamphetamine Trafficking on the Balkan Route: Drug Flows, Illicit Incomes and Illicit Financial Flows” analizza il traffico di oppiacei e, in misura crescente, di metamfetamina lungo la rotta balcanica (il rapporto considera 32 paesi lungo la rotta balcanica), stimando i redditi illeciti generati, tracciando i flussi di droga ed esplorando i meccanismi di riciclaggio di denaro e i flussi finanziari illeciti (IFF). L'obiettivo primario della ricerca è fornire una valutazione aggiornata del fenomeno, basandosi su un precedente studio del 2015 focalizzato esclusivamente sugli oppiacei, e contribuire alla comprensione e al contrasto degli IFF, considerati un ostacolo allo sviluppo sostenibile e alla sicurezza internazionale. Le stime presentate si riferiscono al periodo 2019-2022 e non tengono conto dell'impatto del divieto di coltivazione di oppio imposto dai talebani in Afghanistan nell'aprile 2023. Studi futuri dovranno esplorare tale impatto. Tra il 2019 e il 2022, la rotta balcanica ha generato un reddito lordo illecito annuo stimato tra i 13,9 e i 21,4 miliardi di dollari USA. Gli oppiacei rappresentano circa il 90% di questo totale, mentre la metamfetamina costituisce una quota minore ma in crescita.

La produzione di metanfetamina è peculiare per diverse ragioni: • Natura sintetica e versatilità nella produzione: A differenza degli oppiacei, che derivano da piante di papavero, la metanfetamina è una droga sintetica che può essere prodotta interamente da sostanze chimiche. Questa caratteristica la rende differente dalle droghe di origine vegetale e le permette di essere fabbricata virtualmente ovunque, a differenza della coltivazione delle piante di oppio che è geograficamente limitata. • Dispersione geografica della produzione: Mentre il traffico di oppiacei lungo la rotta balcanica ha una chiara origine in Afghanistan, la produzione di metanfetamina è dispersa in diversi paesi lungo la rotta e non solo. Sono emersi quattro principali cluster di produzione: ◦ Afghanistan: Peculiare perché utilizza principalmente l'efedrina estratta da piante di efedra selvatiche come precursore principale, a differenza di altre aree che impiegano precursori chimici. Tuttavia, è possibile che vengano utilizzati anche precursori chimici, inclusi farmaci da banco contenenti efedrina. La produzione in Afghanistan è un fenomeno relativamente recente, con sequestri interni in rapido aumento. ◦ Europa sud-orientale (Grecia e Bulgaria): Attori criminali tradizionalmente coinvolti in altre attività illecite sono diventati sempre più attivi nella produzione di metanfetamina. In Bulgaria, le aree rurali ospitano laboratori clandestini, rendendola un hub di produzione più significativo. ◦ Europa settentrionale (Paesi Bassi e, in misura minore, Germania): Qui si registra una produzione illecita su larga scala che utilizza un precursore noto come BMK (benzil metil chetone), seguendo metodi simili a quelli usati dai cartelli messicani. È stata persino identificata la presenza di “cuochi” messicani e latinoamericani nei laboratori smantellati nei Paesi Bassi, suggerendo un trasferimento di conoscenze ed esperienza dal Sud America. ◦ Europa centrale (Cechia, Slovacchia e Austria): In questi paesi operano laboratori su piccola scala che utilizzano prevalentemente efedrina e pseudoefedrina come precursori. Sebbene il numero di laboratori smantellati sia maggiore rispetto ai Paesi Bassi, la loro capacità produttiva è inferiore. • Varietà di precursori e metodi: La produzione di metanfetamina non si basa su un unico metodo o precursore. A seconda della regione, vengono utilizzate diverse sostanze chimiche di base (come l'efedrina di origine vegetale in Afghanistan, il BMK nei Paesi Bassi e l'efedrina/pseudoefedrina in Europa centrale) e diverse metodologie di sintesi. • Potenziale per una produzione più vicina ai mercati di consumo: La flessibilità nella produzione consente ai trafficanti di produrre metanfetamina localmente nel loro paese di operazione, riducendo la necessità di lunghe rotte di traffico transnazionale rispetto agli oppiacei che devono essere importati. Questo potrebbe anche spiegare il minor numero di connessioni di traffico transnazionale per la metanfetamina rispetto agli oppiacei. In sintesi, la produzione di metanfetamina si distingue per la sua natura sintetica, la sua capacità di essere prodotta in diverse località utilizzando una varietà di precursori e metodi, e per la tendenza a una produzione potenzialmente più decentralizzata e vicina ai mercati di consumo rispetto agli oppiacei. La diversità dei precursori utilizzati in Afghanistan (efedrina da piante) rispetto ad altre regioni (precursori chimici come il BMK o l'efedrina/pseudoefedrina farmaceutica) e il coinvolgimento di competenze internazionali (come i “cuochi” messicani nei Paesi Bassi) sono ulteriori elementi che sottolineano la peculiarità della sua produzione.

Il valore aggregato dei flussi di traffico supera il prodotto interno lordo (PIL) di diversi paesi lungo la rotta, evidenziando il significativo impatto economico di queste attività illegali. L'Afghanistan rimane il punto di origine principale per gli oppiacei, che transitano attraverso l'Iran e la Turchia, dove la rotta si divide in tre rami principali (nord, ovest e sud) diretti verso l'Europa occidentale e centrale. La Turchia è un “attore chiave per la redistribuzione” dell'eroina verso oltre 10 altri paesi. Belgio e Paesi Bassi emergono come importanti “hotspot” non solo per il transito ma anche per la distribuzione di oppiacei e metamfetamina in quantità minori. I Paesi Bassi sono anche coinvolti nella produzione di metamfetamina.

I tassi di intercettazione di oppiacei e metamfetamina lungo la rotta balcanica sono generalmente bassi, con la maggior parte dei paesi che intercettano meno del 10% del volume totale trafficato. La vicinanza ai mercati di consumo e la capacità dei trafficanti di adattare le proprie rotte e metodi influenzano i tassi di intercettazione. Si stima che l'Iran intercetti il 28,2 per cento di tutti gli oppiacei che attraversano il suo territorio, mentre la Turchia intercetta una percentuale leggermente superiore, pari al 29,3 per cento degli oppiacei che transitano nel paese. Questi due paesi registrano i tassi di intercettazione più elevati in quanto rappresentano i primi paesi dopo l'Afghanistan lungo la rotta balcanica. Le intercettazioni tendono ad essere più elevate in prossimità delle fonti di produzione. Oltre ai paesi vicini alle zone di produzione, anche Francia, Germania e Spagna mostrano tassi di intercettazione relativamente alti per entrambe le classi di sostanze (oppiacei e metanfetamina). È importante notare che i tassi di intercettazione non devono essere considerati come una classifica della performance delle forze dell'ordine, poiché diversi fattori influenzano questi tassi, tra cui la posizione geografica del paese, la prevalenza e il livello di attività dei gruppi criminali organizzati, il volume di droghe in transito, la domanda di droghe e le condizioni socio-economiche3. Il tasso di sequestro riflette maggiormente le sfide che le forze dell'ordine locali e internazionali devono affrontare nella lotta al traffico internazionale di droga.

Il rapporto sottolinea la difficoltà di determinare l'esatta entità e direzione degli IFF associati al traffico di droga. Paesi come Lussemburgo, Paesi Bassi e Spagna, insieme agli Emirati Arabi Uniti, sono identificati come “potenziali hub per gli IFF legati alla droga generati lungo la rotta balcanica”. Le rotte del traffico di droga e la prossimità geografica influenzano i flussi finanziari illeciti, con i punti di transito chiave come Albania, Bosnia ed Erzegovina, Serbia e Turchia che potrebbero attrarre attività di riciclaggio di denaro. Il rapporto adotta la definizione di IFF come “flussi finanziari illeciti per origine, trasferimento o utilizzo, che riflettono uno scambio di valore e che attraversano i confini nazionali”. Il rapporto delinea diverse implicazioni per le politiche e la programmazione volte a contrastare il traffico di droga e gli IFF lungo la rotta balcanica: • Rafforzare gli sforzi per comprendere i flussi di risorse legate al traffico di droga, identificando beneficiari, tipologie di riciclaggio e reti, nonché le modalità di movimentazione e stoccaggio dei proventi illeciti. • Creare un quadro più solido per la cooperazione internazionale e lo scambio di dati tra autorità antiriciclaggio e fiscali, istituzioni finanziarie bancarie e non bancarie e agenzie di giustizia penale nei paesi lungo la rotta balcanica. • Migliorare la capacità degli Stati membri di utilizzare informazioni e intelligence finanziarie per comprendere rischi, tendenze e metodi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo legati al traffico di droga. • Condurre ricerche e sviluppare tipologie di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo, con un focus sui reati presupposto legati al traffico di droga lungo la rotta balcanica. • Sviluppare sistemi di monitoraggio per tracciare l'evoluzione dei mercati della droga e la loro influenza sulla generazione di IFF.

Per saperne di più: UNODC, Opiates and Methamphetamine Trafficking on the Balkan Route: Drug Flows, Illicit Incomes and Illicit Financial Flows (United Nations Publication, 2025), in inglese reperibile quiunodc.org/documents/data-and-a…

#rottabalcanica #oppiacei #metamfetamina #UNODC


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci:l.devol.it/@CoopIntdiPoliziaTutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (creativecommons.org/licenses/b…)Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.



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Oppiacei e Metamfetamina: la Rotta Balcanica è sempre aperta ed attiva



Il rapporto delle Nazioni Unite del 2025 intitolato "Opiates and Methamphetamine Trafficking on the Balkan Route: Drug Flows, Illicit Incomes and Illicit Financial Flows" analizza il traffico di oppiacei e, in misura crescente, di metamfetamina lungo la rotta balcanica (il rapporto considera 32 paesi lungo la rotta balcanica), stimando i redditi illeciti generati, tracciando i flussi di droga ed esplorando i meccanismi di riciclaggio di denaro e i flussi finanziari illeciti (IFF).
L'obiettivo primario della ricerca è fornire una valutazione aggiornata del fenomeno, basandosi su un precedente studio del 2015 focalizzato esclusivamente sugli oppiacei, e contribuire alla comprensione e al contrasto degli IFF, considerati un ostacolo allo sviluppo sostenibile e alla sicurezza internazionale. Le stime presentate si riferiscono al periodo 2019-2022 e non tengono conto dell'impatto del divieto di coltivazione di oppio imposto dai talebani in Afghanistan nell'aprile 2023. Studi futuri dovranno esplorare tale impatto.
Tra il 2019 e il 2022, la rotta balcanica ha generato un reddito lordo illecito annuo stimato tra i 13,9 e i 21,4 miliardi di dollari USA.
Gli oppiacei rappresentano circa il 90% di questo totale, mentre la metamfetamina costituisce una quota minore ma in crescita.

La produzione di metanfetamina è peculiare per diverse ragioni:
• Natura sintetica e versatilità nella produzione: A differenza degli oppiacei, che derivano da piante di papavero, la metanfetamina è una droga sintetica che può essere prodotta interamente da sostanze chimiche. Questa caratteristica la rende differente dalle droghe di origine vegetale e le permette di essere fabbricata virtualmente ovunque, a differenza della coltivazione delle piante di oppio che è geograficamente limitata.
• Dispersione geografica della produzione: Mentre il traffico di oppiacei lungo la rotta balcanica ha una chiara origine in Afghanistan, la produzione di metanfetamina è dispersa in diversi paesi lungo la rotta e non solo. Sono emersi quattro principali cluster di produzione:
◦ Afghanistan: Peculiare perché utilizza principalmente l'efedrina estratta da piante di efedra selvatiche come precursore principale, a differenza di altre aree che impiegano precursori chimici. Tuttavia, è possibile che vengano utilizzati anche precursori chimici, inclusi farmaci da banco contenenti efedrina. La produzione in Afghanistan è un fenomeno relativamente recente, con sequestri interni in rapido aumento.
◦ Europa sud-orientale (Grecia e Bulgaria): Attori criminali tradizionalmente coinvolti in altre attività illecite sono diventati sempre più attivi nella produzione di metanfetamina. In Bulgaria, le aree rurali ospitano laboratori clandestini, rendendola un hub di produzione più significativo.
◦ Europa settentrionale (Paesi Bassi e, in misura minore, Germania): Qui si registra una produzione illecita su larga scala che utilizza un precursore noto come BMK (benzil metil chetone), seguendo metodi simili a quelli usati dai cartelli messicani. È stata persino identificata la presenza di "cuochi" messicani e latinoamericani nei laboratori smantellati nei Paesi Bassi, suggerendo un trasferimento di conoscenze ed esperienza dal Sud America.
◦ Europa centrale (Cechia, Slovacchia e Austria): In questi paesi operano laboratori su piccola scala che utilizzano prevalentemente efedrina e pseudoefedrina come precursori. Sebbene il numero di laboratori smantellati sia maggiore rispetto ai Paesi Bassi, la loro capacità produttiva è inferiore.
• Varietà di precursori e metodi: La produzione di metanfetamina non si basa su un unico metodo o precursore. A seconda della regione, vengono utilizzate diverse sostanze chimiche di base (come l'efedrina di origine vegetale in Afghanistan, il BMK nei Paesi Bassi e l'efedrina/pseudoefedrina in Europa centrale) e diverse metodologie di sintesi.
• Potenziale per una produzione più vicina ai mercati di consumo: La flessibilità nella produzione consente ai trafficanti di produrre metanfetamina localmente nel loro paese di operazione, riducendo la necessità di lunghe rotte di traffico transnazionale rispetto agli oppiacei che devono essere importati. Questo potrebbe anche spiegare il minor numero di connessioni di traffico transnazionale per la metanfetamina rispetto agli oppiacei.
In sintesi, la produzione di metanfetamina si distingue per la sua natura sintetica, la sua capacità di essere prodotta in diverse località utilizzando una varietà di precursori e metodi, e per la tendenza a una produzione potenzialmente più decentralizzata e vicina ai mercati di consumo rispetto agli oppiacei. La diversità dei precursori utilizzati in Afghanistan (efedrina da piante) rispetto ad altre regioni (precursori chimici come il BMK o l'efedrina/pseudoefedrina farmaceutica) e il coinvolgimento di competenze internazionali (come i "cuochi" messicani nei Paesi Bassi) sono ulteriori elementi che sottolineano la peculiarità della sua produzione.


Il valore aggregato dei flussi di traffico supera il prodotto interno lordo (PIL) di diversi paesi lungo la rotta, evidenziando il significativo impatto economico di queste attività illegali.
L'Afghanistan rimane il punto di origine principale per gli oppiacei, che transitano attraverso l'Iran e la Turchia, dove la rotta si divide in tre rami principali (nord, ovest e sud) diretti verso l'Europa occidentale e centrale.
La Turchia è un "attore chiave per la redistribuzione" dell'eroina verso oltre 10 altri paesi.
Belgio e Paesi Bassi emergono come importanti "hotspot" non solo per il transito ma anche per la distribuzione di oppiacei e metamfetamina in quantità minori. I Paesi Bassi sono anche coinvolti nella produzione di metamfetamina.

I tassi di intercettazione di oppiacei e metamfetamina lungo la rotta balcanica sono generalmente bassi, con la maggior parte dei paesi che intercettano meno del 10% del volume totale trafficato.
La vicinanza ai mercati di consumo e la capacità dei trafficanti di adattare le proprie rotte e metodi influenzano i tassi di intercettazione.
Si stima che l'Iran intercetti il 28,2 per cento di tutti gli oppiacei che attraversano il suo territorio, mentre la Turchia intercetta una percentuale leggermente superiore, pari al 29,3 per cento degli oppiacei che transitano nel paese. Questi due paesi registrano i tassi di intercettazione più elevati in quanto rappresentano i primi paesi dopo l'Afghanistan lungo la rotta balcanica. Le intercettazioni tendono ad essere più elevate in prossimità delle fonti di produzione.
Oltre ai paesi vicini alle zone di produzione, anche Francia, Germania e Spagna mostrano tassi di intercettazione relativamente alti per entrambe le classi di sostanze (oppiacei e metanfetamina).
È importante notare che i tassi di intercettazione non devono essere considerati come una classifica della performance delle forze dell'ordine, poiché diversi fattori influenzano questi tassi, tra cui la posizione geografica del paese, la prevalenza e il livello di attività dei gruppi criminali organizzati, il volume di droghe in transito, la domanda di droghe e le condizioni socio-economiche3. Il tasso di sequestro riflette maggiormente le sfide che le forze dell'ordine locali e internazionali devono affrontare nella lotta al traffico internazionale di droga.

Il rapporto sottolinea la difficoltà di determinare l'esatta entità e direzione degli IFF associati al traffico di droga.
Paesi come Lussemburgo, Paesi Bassi e Spagna, insieme agli Emirati Arabi Uniti, sono identificati come "potenziali hub per gli IFF legati alla droga generati lungo la rotta balcanica".
Le rotte del traffico di droga e la prossimità geografica influenzano i flussi finanziari illeciti, con i punti di transito chiave come Albania, Bosnia ed Erzegovina, Serbia e Turchia che potrebbero attrarre attività di riciclaggio di denaro.
Il rapporto adotta la definizione di IFF come "flussi finanziari illeciti per origine, trasferimento o utilizzo, che riflettono uno scambio di valore e che attraversano i confini nazionali".
Il rapporto delinea diverse implicazioni per le politiche e la programmazione volte a contrastare il traffico di droga e gli IFF lungo la rotta balcanica:
• Rafforzare gli sforzi per comprendere i flussi di risorse legate al traffico di droga, identificando beneficiari, tipologie di riciclaggio e reti, nonché le modalità di movimentazione e stoccaggio dei proventi illeciti.
• Creare un quadro più solido per la cooperazione internazionale e lo scambio di dati tra autorità antiriciclaggio e fiscali, istituzioni finanziarie bancarie e non bancarie e agenzie di giustizia penale nei paesi lungo la rotta balcanica.
• Migliorare la capacità degli Stati membri di utilizzare informazioni e intelligence finanziarie per comprendere rischi, tendenze e metodi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo legati al traffico di droga.
• Condurre ricerche e sviluppare tipologie di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo, con un focus sui reati presupposto legati al traffico di droga lungo la rotta balcanica.
• Sviluppare sistemi di monitoraggio per tracciare l'evoluzione dei mercati della droga e la loro influenza sulla generazione di IFF.

Per saperne di più: UNODC, Opiates and Methamphetamine Trafficking on the Balkan Route: Drug Flows, Illicit Incomes and Illicit Financial Flows (United Nations Publication, 2025), in inglese reperibile qui unodc.org/documents/data-and-a…

#rottabalcanica #oppiacei #metamfetamina #UNODC

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CEPOL, L'AGENZIA EUROPEA DI FORMAZIONE PER I FUNZIONARI DI POLIZIA, PROPONE ANCHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER COMBATTERE I CRIMINI FINANZIARI


CEPOL è l'Agenzia dell'Unione Europea per la Formazione delle Forze dell'Ordine, che supporta e coordina la formazione per le autorità di polizia in Europa. La sua sede si trova a Budapest, in Ungheria. Il suo obiettivo è supportare la formazione delle forze dell'ordine, enfatizzando i diritti umani, nonché facilitare la prevenzione e la lotta contro il crimine organizzato, il terrorismo e le minacce alla sicurezza emergenti attraverso la cooperazione transfrontaliera.

CEPOL per calibrare la propria formazione utilizza una metodologia denominata OTNA, che utilizza calcoli basati sulla mediana statistica per identificare le esigenze di formazione. Il metodo OTNA (Operational Training Needs Assessment) è un processo strutturato per identificare e analizzare le esigenze di formazione delle forze dell'ordine. Comprende sette fasi che coinvolgono la raccolta di dati tramite sondaggi, questionari dettagliati e interviste con esperti, al fine di garantire che i programmi di formazione siano allineati con le necessità operative degli Stati membri dell'UE.

CEPOL ha recentemente adottato il metodo OTNA sui crimini finanziari ed il riciclaggio, poichè le finanze criminali sono collegate a tutte le aree della criminalità organizzata, sì da necessitare un quadro legislativo comune per sistemi finanziari paralleli e criptovalute, nonché il miglioramento richiesto per la legislazione su congelamento e confisca di beni, rafforzare le capacità degli uffici di recupero beni e delle unità di intelligence finanziaria e seguire un approccio del tipo "segui il denaro" per interrompere le reti criminali.

La formazione è necessaria per le forze dell'ordine su flussi finanziari e tecnologie digitali e pertanto serve:

- Valutare le esigenze di formazione, al fine di affrontare le sfide emergenti e complesse in questi ambiti, come l'uso di criptovalute e sistemi bancari sotterranei;

- Allineare i programmi di formazione con le priorità strategiche dell'Unione Europea, garantendo che le forze dell'ordine siano ben equipaggiate per combattere efficacemente tali crimini;

- Rispondere a una domanda crescente di formazione specifica, come evidenziato dai risultati delle indagini condotte tra i professionisti delle forze dell'ordine.

Il rapporto finale ha evidenziato come le tecnologie moderne che dovrebbero essere integrate nella formazione per migliorare le capacità investigative includono:

- Intelligenza Artificiale (AI): per analisi approfondite e rilevamento di crimini.

- Open-Source Intelligence (OSINT): per raccogliere e analizzare dati da fonti pubbliche.

- Analisi dei Big Data: per gestire e identificare schemi nei grandi set di dati.

Secondo il rapporto l'integrazione delle tecnologie moderne nella formazione delle forze dell'ordine è fondamentale per:

- Migliorare le capacità investigative: consentendo l'analisi di grandi volumi di dati e l'identificazione di schemi criminali.

- Affrontare crimini complessi: come quelli legati a criptovalute e sistemi bancari sotterranei, che richiedono competenze avanzate.

- Promuovere la cooperazione internazionale: facilitando l'interazione tra agenzie e migliorando l'efficacia delle indagini transfrontaliere.

Gli intervistati hanno inoltre suggerito i seguenti argomenti aggiuntivi per la formazione sulle indagini finanziarie:

- Reti criminali e riciclaggio di denaro attraverso il mercato immobiliare e le società di comodo.

- Frode sui sussidi e uso di software avanzati per l'analisi delle transazioni bancarie.

- Indagini su criptovalute e il ruolo dell'Ufficio del Pubblico Ministero Europeo (EPPO) nel contesto pratico e teorico.

Per saperne di più su come debba essere sviluppata la formazione per contrastare i crimini finanziari ed il riciclaggio: (in inglese)
cepol.europa.eu/api/assets/med…

#CEPOL #OTNA #CRIMINIFINANZIARI

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AVETE MAI SENTITO PARLARE DEL KUSH? UNA DROGA SINTETICA PIU' POTENTE DEL FENTANYL

Il "kush" è una droga sintetica devastante emersa nel 2022, che ha causato migliaia di morti in Africa occidentale, con epicentro in Sierra Leone. Questa droga contiene nitazeni, oppioidi sintetici estremamente potenti, e cannabinoidi sintetici. I nitazeni possono essere fino a 25 volte più potenti del fentanyl.

La droga è stata identificata per la prima volta in Sierra Leone, ma si è rapidamente diffusa in Liberia, Guinea, Gambia, Guinea-Bissau e Senegal. La sua produzione e traffico coinvolgono rotte marittime e servizi di corriere postale, con ingredienti provenienti da Cina, Paesi Bassi e Regno Unito.

Il mercato del kush, inizialmente controllato da pochi gruppi criminali organizzati, si è frammentato, rendendo più difficile il contrasto. La sintesi locale della droga è aumentata, aumentando i rischi per la salute.

La crisi del kush in Africa occidentale ha avuto impatti sociali devastanti. Ecco alcuni dei principali effetti:

- Aumento della criminalità: La diffusione del kush ha portato a un aumento della criminalità organizzata e delle attività delle bande di strada. Questi gruppi controllano la produzione e la distribuzione della droga, alimentando la violenza e l'instabilità nelle comunità locali.

- Problemi di salute pubblica: Il kush ha causato un aumento significativo dei casi di overdose e delle morti correlate alla droga. Gli ospedali e le strutture sanitarie sono sovraccarichi e spesso incapaci di gestire l'afflusso di pazienti.

- Impatto sui giovani: Gran parte dei consumatori di kush sono giovani tra i 18 e i 25 anni. La dipendenza da questa droga ha effetti devastanti sulla loro salute fisica e mentale, compromettendo il loro futuro e le loro opportunità di istruzione e lavoro.

- Disgregazione sociale: La crisi del kush ha portato alla disgregazione delle famiglie e delle comunità. Le persone dipendenti dalla droga spesso perdono il lavoro e le relazioni, creando un ciclo di povertà e emarginazione.

- Sovraccarico dei servizi sociali: Le strutture di assistenza sociale e i programmi di recupero sono insufficienti per far fronte alla crescente domanda di aiuto. Questo rende difficile fornire supporto adeguato alle persone colpite dalla dipendenza da kush

La crisi del kush in Africa occidentale ha suscitato una serie di reazioni internazionali. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la diffusione del kush un'epidemia e ha espresso la volontà di supportare i governi dei paesi maggiormente colpiti, come Liberia, Guinea e Sierra Leone. Il presidente della Sierra Leone, Julius Bio, ha dichiarato che il paese si trova di fronte a una minaccia esistenziale a causa dell'impatto devastante dell'abuso di droghe1.

Per combattere questa crisi, è necessaria un'azione urgente e coordinata su tre fronti:

- Migliorare il monitoraggio, l'allarme rapido, i test e la condivisione delle informazioni in Africa occidentale.

- Interrompere le catene di approvvigionamento dai paesi di origine e nei punti di ingresso della Sierra Leone.

- Mitigare i danni del consumo di kush, ampliando l'accesso al trattamento e ai farmaci per l'inversione dell'overdose da oppioidi.

La situazione è critica e richiede un impegno internazionale coordinato per affrontare efficacemente questa emergenza.

Inoltre, la crisi del kush ha attirato l'attenzione delle organizzazioni internazionali che si occupano di criminalità organizzata e traffico di droga. L'UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine) ha evidenziato l'aumento dei sequestri di cocaina nel Sahel, suggerendo la presenza di un traffico di droga su larga scala attraverso la regione.

La comunità internazionale sta cercando di affrontare la crisi attraverso un'azione coordinata che include il miglioramento del monitoraggio, l'interruzione delle catene di approvvigionamento e la mitigazione dei danni causati dal consumo di kush.

L'UNODC (Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine) svolge un ruolo cruciale nella crisi del kush in Africa occidentale. L'organizzazione si concentra su diverse aree chiave per affrontare il problema:

- Monitoraggio e Analisi: L'UNODC raccoglie e analizza dati sul traffico di droga e sull'uso di sostanze, fornendo informazioni essenziali per comprendere l'entità della crisi e identificare le tendenze emergenti.

- Supporto ai Governi: L'UNODC collabora con i governi dei paesi colpiti, come la Sierra Leone, la Liberia e la Guinea, per sviluppare strategie efficaci di contrasto al traffico di droga e di riduzione del danno.

- Formazione e Capacità: L'organizzazione offre formazione e supporto tecnico alle forze dell'ordine e agli operatori sanitari locali, migliorando le loro capacità di affrontare la crisi del kush.

- Cooperazione Internazionale: L'UNODC promuove la cooperazione tra i paesi di origine, transito e destinazione del kush, facilitando lo scambio di informazioni e il coordinamento delle operazioni di contrasto al traffico di droga.

- Sensibilizzazione e Prevenzione: L'UNODC lavora per aumentare la consapevolezza sui pericoli del kush e promuovere programmi di prevenzione e trattamento per le persone colpite dalla dipendenza.

Questi sforzi sono fondamentali per affrontare la crisi del kush e ridurre il suo impatto devastante sulla salute pubblica e sulla sicurezza in Africa occidentale.

Per saperne di più
globalinitiative.net/wp-conten…

#kush #UNODC #SierraLeone

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Questa voce è stata modificata (2 mesi fa)


L'IMPEGNO DEI CARABINIERI ALL'ESTERO: DA 27 ANNI LE MULTINATIONAL SPECIALISED UNIT (MSU) ED IL LORO IMPIEGO IN AMBITO NATO


In questi ultimi giorni di febbario-inizio marzo, ricorre un significativo anniversario per l’Arma dei Carabinieri: ventisette anni fa nasceva il Reparto Carabinieri MSU (Multinational Specialized Unit), un’unità che avrebbe rivoluzionato il concetto stesso di peacekeeping internazionale.

La storia dell’MSU ha le sue radici nel complesso scenario post-bellico della Bosnia-Erzegovina. Nel febbraio 1998, di fronte a una situazione sempre più critica nei Balcani, i sedici Ministri degli Affari Esteri della NATO presero una decisione storica: costituire una forza di polizia professionale a ordinamento militare, specificamente addestrata per operare in contesti di grave instabilità.

La necessità nasceva da una lacuna operativa evidente: la SFOR (Stabilization Force della NATO), pur nella sua efficacia militare, non possedeva gli strumenti per gestire crisi di natura civile, mentre la appositamente costituita IPTF (International Police Task Force), operando disarmata, poteva solo monitorare e addestrare le forze di polizia locali, senza reali poteri operativi.

Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri assunse un ruolo centrale nella progettazione della nuova unità. Il 20 gennaio 1998 venne istituita una Cellula di Pianificazione che, in stretta collaborazione con lo SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe della NATO), definì la struttura di quella che sarebbe diventata una forza portatrice di un nuovo concetto operativo nel panorama internazionale.

La peculiarità dell’MSU risiedeva infatti nella sua natura ibrida, che è la medesima dell'Arma dei carabinieri: una forza militare con competenze di polizia, capace di muoversi agilmente tra il mantenimento dell’ordine pubblico e le investigazioni criminali. L’Italia, attraverso l’Arma, ne assunse il comando con un contingente di 300-400 unità, fornendo non solo il personale ma anche la maggior parte delle risorse logistiche e dell’equipaggiamento.

Così il 2 agosto 1998 il contingente MSU approdò nel porto croato di Ploce. La base operativa venne stabilita a Butmir, nelle immediate vicinanze di Sarajevo, da dove l’unità iniziò a svolgere la sua complessa missione.

I compiti assegnati dal Comandante Supremo delle Forze Alleate in Europa erano tanto ambiziosi quanto delicati: garantire la sicurezza pubblica, facilitare il ritorno dei profughi, supportare l’insediamento dei governi locali e gestire situazioni di crisi, il tutto in coordinamento con le altre forze internazionali presenti sul territorio.

Tale unità di carabinieri, composta quindi da una forza di polizia a status militare, fornisce tuttora ai Comandanti della Forza NATO una cruciale capacità per operazioni, tra cui si evidenziano intelligence criminale, il controllo della folla, nonché la raccolta e la valutazione di informazioni.
La MSU – così come previsto in molte circostanze dai propri mandati – può anche fornire consulenza, formazione e supporto alle forze di polizia locali su un’ampia gamma di questioni di polizia, tra cui la prevenzione della criminalità e la sicurezza pubblica.

Oggi, ventisette anni dopo la sua costituzione, il concetto MSU rappresenta ancora un modello di riferimento per le operazioni di stabilizzazione internazionale. La sua capacità di combinare efficacemente competenze militari e di polizia sotto un comando unificato ha creato un precedente seguito in numerose altre missioni internazionali.

Si guardi all'esempio del dispiegamento in Kosovo, tuttora operativo: una missione NATO sotto egida ONU che svolge, oltre funzioni prettamente militari, mediante una forza di polizia a status militare (in questo caso, i carabinieri) anche compiti propri di polizia con una attività di collaborazione con la Forza di Polizia locale e con quelle comunque presenti in Teatro Operativo che, oltre l’addestramento e la consulenza, si risolve in uno scambio informativo a carattere operativo che può assumere aspetti informali o formali a seconda delle necessità.
Si tratta, in sostanza, di quella che viene definita “forma di cooperazione non intergovernativa” , ricomprendente i rapporti informali personali diretti e rapporti tra corpi di polizia. La stessa ONU-UNMIK, inoltre, prevede al proprio interno la presenza di una decina di police officers.

Il successo dell’MSU non solo ha confermato il ruolo dell’Italia come protagonista nelle operazioni di peacekeeping, ma ha anche dimostrato come l’innovazione nella gestione delle crisi internazionali possa nascere dalla tradizione secolare dell’Arma dei Carabinieri, capace di adattarsi e rispondere alle sfide della sicurezza globale con soluzioni all’avanguardia.

La storia dell’MSU continua a essere un esempio tangibile di come professionalità, flessibilità operativa e visione strategica possano combinarsi per creare uno strumento efficace al servizio della pace e della stabilità internazionale.

Per saperne di più
carabinieri.it/arma/arma-all%2…

#Armadeicarabinieri #MSU #Kosovo #KFOR #ONU #NATO #cooperazioneinternazionaledipolizia

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PEDOPORNOGRAFIA ONLINE. LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE FUNZIONA, MA INDAGINI DIFFICILI PER UTILIZZO DELLA INTELLIGENZA ARTIFICIALE


Mentre la Polizia Postale e delle comunicazioni italiana dà notizia di una vasta operazione nazionale (denominata Hello) contro la pedopornografia on line (commissariatodips.it/notizie/a…), Europol fornisce la comunicazione di una vasta attività internazionale, denominata Cumberland.

Sono 25 gli arresti in 19 paesi (l'Italia non è compresa) per sfruttamento sessuale infantile, in una operazione coordinata da Europol ed iniziata dalle forze dell'ordine danesi. Nel corso dell'azione, sinora, sono stati 273 i sospetti identificati, 33 le perquisizioni svolte e 173 dispositivi elettronici sequestrati.

Il principale sospetto - un cittadino danese arrestato a novembre 2024 - gestiva una piattaforma online per distribuire materiale generato da AI.
Gli utenti potevano accedere al contenuto dopo aver effettuato un pagamento simbolico per ottenere una password.

La crescente facilità di creazione di immagini AI ha complicato l'identificazione di vittime e colpevoli, rendendo difficile per le autorità identificare se ci siano vittime reali coinvolte. Infatti le immagini generate da AI possono sembrare autentiche, rendendo difficile distinguere tra contenuti reali e artificiali. Inoltre la crescente facilità di creazione di tali immagini consente anche a individui con scarse competenze tecniche di produrle. Infine la mancanza di legislazione nazionale specifica rende complicata l'indagine e l'identificazione delle vittime.

Europol lancerà quindi una campagna per prevenire futuri crimini legati all'uso illegale dell'AI: la campagna mira a raggiungere i potenziali acquirenti di contenuti illegali attraverso messaggi online e altre strategie, come visite dirette e lettere di avviso.

L'obiettivo è educare e dissuadere i criminali, oltre a fornire supporto a chi cerca aiuto.

#operazioneHello #operationCumberland #pedopornografia #cooperazioneinternazionaledipolizia #Europol #poliziapostaleedellecomunicazioni

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IL FORUM INTERNAZIONALE DEI PUBBLICI MINISTERI A VIENNA


Si è tenuto a Vienna, sotto l'egida di UNODC (vedi nota sottostante), il Forum Internazionale dei Pubblici Ministeri, che aveva lo scopo di rafforzare la cooperazione internazionale contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, con un focus sulla identificazione di rotte emergenti, tecniche investigative e dimensioni di genere nei crimini.
Sono convenuti esperti da quasi 60 paesi e da organizzazioni internazionali.
Le sfide da affrontare per una più efficace cooperazione consistono in barriere legali, linguistiche e nelle risorse limitate, che ostacolano la collaborazione.
Come noto, I pubblici ministeri hanno la responsabilità di avviare e svolgere azioni penali, fungere da parte in procedimenti giudiziari e, in molti paesi, supervisionare le indagini. Identificano i sospetti, raccolgono prove per stabilire la colpa e supportano le vittime durante il processo legale. Inoltre, rappresentano lo Stato nell'applicazione della legge e garantiscono la sicurezza pubblica.
Il Forum internazionale dei pubblici ministeri mira a migliorare la comunicazione e la collaborazione tra i procuratori facilitando il dialogo e la condivisione delle conoscenze. Si concentra sull'identificazione delle rotte emergenti del traffico, sull'esplorazione di tecniche investigative innovative e sulla sensibilizzazione riguardo alle dimensioni di genere dei crimini. Inoltre, crea un ambiente propizio per la comunicazione, dove le domande possono ricevere risposte e le idee possono essere condivise e implementate nei vari paesi.
La cooperazione internazionale è fondamentale nella lotta contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, poiché consente ai paesi di condividere informazioni e coordinare azioni efficaci. Senza tale cooperazione, è difficile smantellare le organizzazioni criminali che operano su scala transnazionale, poiché queste reti criminali si estendono in diversi paesi. Inoltre, la collaborazione aiuta a superare barriere come sistemi giuridici diversi e risorse limitate, migliorando l'efficacia delle operazioni contro il crimine organizzato.


NOTA: UNODC è l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, un'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di affrontare problemi legati alla droga, al crimine organizzato e alla criminalità transnazionale. Fornisce assistenza tecnica e supporto ai paesi per sviluppare strategie e politiche efficaci nella lotta contro la droga e il crimine. Inoltre, promuove la cooperazione internazionale e la condivisione delle informazioni per combattere queste problematiche a livello globale.

#UNODC #Foruminternazionalepubbliciministeri

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EUROPOL METTE IN GUARDIA DALLE COMUNITA' DI CULTO ONLINE CHE MINACCIANO I BAMBINI


Europol ha emesso una "notifica di intelligence" che richiama l'attenzione sull'ascesa di comunità di culto online dedicate all'abuso di minori estremamente violento

A preoccupare è l'ascesa di violente comunità online dedicate al grave danno dei bambini.

I principali obiettivi delle comunità online violente includono la recluta di giovani vulnerabili, la normalizzazione della violenza e l'estorsione di contenuti espliciti. Questi gruppi mirano a manipolare e indurre le vittime a compiere atti di autolesionismo, violenza contro altri e produzione di materiale sessualmente esplicito. Inoltre, cercano di diffondere ideologie estremiste e incoraggiare atti di terrorismo e caos sociale.

Le reti di estorsione online reclutano vittime cercando giovani vulnerabili su piattaforme accessibili come social media, servizi di streaming e giochi online. Analizzano il comportamento sui social media per identificare minori con segni di vulnerabilità e iniziano interazioni innocenti che si evolvono in comportamenti predatori. Una volta guadagnata la fiducia, spostano la comunicazione in spazi privati e utilizzano minacce di estorsione per costringere le vittime a condividere contenuti espliciti o compiere atti dannosi.

Queste comunità reclutano criminali e vittime su scala globale e funzionano come culti formati attorno a leader carismatici che usano la manipolazione e l'inganno per attirare e controllare le loro vittime. La gerarchia delle comunità ’ si basa sulla quantità di contenuti condivisi, con i collaboratori più prolifici che guadagnano classifiche più alte. I membri della comunità condividono contenuti estremamente violenti, che vanno dalla crudeltà verso gli animali al materiale di sfruttamento sessuale dei minori e alle raffigurazioni di omicidio.

Catherine De Bolle, direttore esecutivo di Europol, ha dichiarato: "Oggi, le piattaforme digitali consentono comunicazioni a livello globale; anche le comunità online estremiste violente sfruttano questa opportunità. Gli autori violenti diffondono ideologie dannose, spesso prendendo di mira la nostra giovinezza. Queste reti radicalizzano le menti nell'ombra, incitandole a portare la violenza nel mondo reale. La consapevolezza è la nostra prima linea di difesa. Famiglie, educatori e comunità devono rimanere vigili e dotare i giovani di capacità di pensiero critico per resistere alla manipolazione online. La cooperazione internazionale è anche indispensabile – condividendo l'intelligence e ritenendo responsabili gli autori, possiamo combattere queste comunità pericolose e salvaguardare le generazioni future dalla morsa della violenza estrema e del crimine".

Minori vulnerabili colpiti attraverso piattaforme di gioco e comunità di auto-aiuto
Gli autori sfruttano piattaforme di gioco online, servizi di streaming e piattaforme di social media per identificare e attirare le loro vittime. I membri di questi gruppi prendono di mira i giovani vulnerabili, in particolare i minori di età compresa tra 8 e 17 anni –, in particolare quelli che sono LGBTQ +, le minoranze razziali e coloro che lottano con problemi di salute mentale. In alcuni casi, gli autori si infiltrano nell'auto-aiuto online o supportano le comunità dedicate alle persone colpite da questi problemi.

Questi violenti attori criminali impiegano tattiche diverse per attirare e manipolare le loro vittime nel produrre contenuti sessuali espliciti, perpetrare l'autolesionismo, danneggiare gli altri e persino compiere omicidi. All'inizio, gli autori spesso usano espressioni estreme di cura, gentilezza e comprensione per ottenere la fiducia dei minori – mentre raccolgono informazioni personali sulle loro vittime. Gli attori criminali usano queste informazioni nella fase di sfruttamento, quando costringono i minori vulnerabili a produrre contenuti sessuali e commettere atti di violenza. Gli autori ricattano quindi le vittime per compiere atti ancora più dannosi minacciando di condividere le vittime ’ contenuti espliciti con le loro famiglie, amici o comunità online.

Una volta catturati nella rete dei predatori, i minori diventano ancora più vulnerabili: l'individuazione di queste attività criminali è cruciale.

Secondo Europol bisogna fare attenzione a questi comportamenti nei minori:

Segretezza sulle attività online
Ritiro e isolamento
Disturbo emotivo
Interesse per contenuti dannosi
Cambiamenti nella lingua o nei simboli utilizzati
Nascondere segni fisici di danno

non ignorando questi segni nel comportamento online dei ragazzi:

Attività insolita su piattaforme
Interazione con contatti sconosciuti
Comunicazioni crittografate
Esposizione a contenuti inquietanti


Per saperne di più: (in inglese) europol.europa.eu/cms/sites/de…

#europol #noticeintelligence #abusisuiminori

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ARRESTO DI LATITANTI. NEGLI ULTIMI GIORNI CADONO NELLA RETE DEGLI INVESTIGATORI ITALIANI DUE RICERCATI IN BULGARIA E ALBANIA


Nei giorni scorsi, grazie alla attività di cooperazione internazionale di polizia, carabinieri e Polizia di Stato italiana hanno arrestato 2 latitanti, condannati a significative pene detentive, rispettivamente con l'ausilio delle Polizie bulgara e albanese.

A Genova è stato arrestato dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri il latitante Gaspare Ofria.

Nipote del noto boss mafioso Gaetano Badalamenti, era destinatario di un provvedimento definitivo di condanna ad anni 6 e mesi 8 di reclusione.

Latitante da circa 2 anni, era stato condannato nel 2023 perchè doveva espiare un cumulo di pene relativo ad alcune condanne subite negli anni precedenti, tra cui una per bancarotta fraudolenta in concorso, un’altra per uso illecito di carte di credito in concorso, ed infine un’ultima per la violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Dopo numerosi mesi d’indagine e grazie alle attività svolte dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri, tra cui servizi di osservazione nei confronti dei familiari, è stato localizzato a Sofia, in Bulgaria, ove a seguito dell’emissione da parte della Procura della Repubblica di Genova di un Mandato di Arresto Europeo (MAE), su indicazione degli investigatori è stato tratto in arresto dalla Polizia bulgara in collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.

Dopo la convalida dell’arresto dall’Autorità Giudiziaria locale, è stato tradotto in Italia su un volo aereo, ed è atterrato a Roma-Fiumicino, ove gli investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra Mobile di Genova e del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Genova, hanno eseguito nei suoi confronti il provvedimento definitivo emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, trasferendolo in un istituto penitenziario.

A Caserta un latitante da 25 anni, albanese, condannato a 21 anni di carcere è stato arrestato dalla Polizia di Stato.

Al termine di attività di indagine durata circa un anno, condotta dal Servizio Centrale Operativo e dalla Squadra Mobile di Caserta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), il Dipartimento di Polizia Criminale albanese, in collaborazione con l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza in Albania della Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, ha arrestato, nel suo Paese il 52 enne S.A.

L’uomo era irreperibile dal 2000.

E’ ritenuto essere l’organizzatore di un’associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, a carattere transnazionale, che ha trasportato, tramite imbarcazioni clandestine, cocaina dall’Albania all’Italia, destinata all’intero litorale domitio.

L’arrestato, secondo le risultanze investigative, avrebbe avuto un ruolo apicale nell’associazione, con il compito di organizzare il trasporto in ogni sua fase, dalla partenza dall’Albania, all’arrivo in Italia, sino al Napoletano, dove lo stupefacente veniva nascosto e custodito, prima di essere rivenduto.

#cooperazioneinternazionaledipolizia #ServizioperlaCooperazioneInternazionalediPolizia #Armadeicarabinieri #poliziadistato

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Criminalità transnazionale. Focus sulla Criminalità Organizzata in Nigeria. Dal “cultismo” a molteplici tipi di traffici illegali


Contesto generale
La Nigeria è uno dei paesi africani più colpiti dalla criminalità organizzata transnazionale, in particolare per quanto riguarda le frodi online e il traffico di droga. I principali gruppi criminali nigeriani sono noti come "confraternite" o "cultismi", ed hanno origini nelle università e nei campus degli anni '50. Questi gruppi sono coinvolti in una vasta gamma di attività illegali, tra cui truffe, riciclaggio di denaro, traffico di droga, tratta di esseri umani e rapimenti.

I Gruppi di culto
In particolare, i gruppi di culto esercitano violenza e controllo territoriale, estorcendo denaro e operando come vigilantes. I gruppi di culto si sono evoluti nel tempo: nati come confraternite nelle università negli anni '50, inizialmente con ideali di socializzazione e resistenza all'elitismo, negli anni '90, si sono sviluppati come gruppi di culto di strada, reclutando giovani disoccupati e studenti delle scuole superiori, trasformandosi in bande violente. Oggi, i gruppi di culto sono diventati attori chiave nel crimine organizzato, partecipando a traffico di droga, estorsione e altre attività illecite, influenzando la sicurezza e la governance del Paese.
I gruppi di culto influenzano la criminalità nella regione del Delta del Niger esercitando il monopolio sulla violenza, estorcendo denaro e imponendo tributi alle attività commerciali. Partecipano a crimini marittimi, come pirateria e bunkering illegale, e forniscono protezione a gruppi di raffinazione artigianale.
Reclutano membri tra i giovani, inclusi studenti delle scuole elementari, contribuendo alla perpetuazione della violenza e dell'instabilità nella regione.
Essi offrono protezione alle comunità contro criminali esterni, creando un'apparente stabilità. Raccolgono tributi dalle attività commerciali in cambio di sicurezza, sfruttando la mancanza di intervento statale. Collaborando con politici e autorità locali, manipolano le dinamiche di potere e mantengono il controllo sulle comunità.

Principali attività criminali
I criminali nigeriani sono noti per sofisticate truffe online, come le cosiddette "frodi nigeriane" che sfruttano l'ingenuità delle vittime. Ma i gruppi criminali nigeriani sono coinvolti altresì nel traffico internazionale di cocaina, eroina e cannabis, spesso in collaborazione con cartelli sudamericani.
Inoltre, la Nigeria è un importante paese di origine, transito e destinazione per la tratta di esseri umani, in particolare donne e bambini, sfruttati nel lavoro forzato e nella prostituzione. I gruppi criminali nigeriani sono noti per i rapimenti di ostaggi, soprattutto di cittadini stranieri, per ottenere riscatti.
La criminalità organizzata in Nigeria include il traffico di fauna selvatica. La Nigeria è infatti un hub per il traffico di cocaina e fauna selvatica, con sforzi recenti per riformare il sistema di giustizia penale e migliorare la fiducia pubblica nella polizia.

La Criminalità marittima ed il traffico di fauna selvatica
Inizialmente caratterizzata da rapine semplici, si è evoluta verso il dirottamento di navi per il furto di petrolio e, successivamente, a un aumento dei rapimenti per riscatto. Dopo un picco di rapimenti nel 2016, il numero è diminuito drasticamente nel 2021 e, a metà 2022, non si sono registrati rapimenti riusciti. I pirati si sono adattati alle vulnerabilità marittime emergenti, con molti che si identificano come opportunisti piuttosto che come criminali specializzati.
Il traffico di fauna selvatica si sviluppa attraverso la crescente richiesta di prodotti derivati, come avorio, pelli e specie esotiche, che alimenta il mercato illegale. I gruppi organizzati creano reti complesse per il prelievo, il trasporto e la vendita di specie protette, sfruttando la corruzione e la debolezza delle leggi locali. Le rotte di traffico si adattano nel tempo, con paesi come la Nigeria che emergono come hub per il traffico di specie in via di estinzione, a causa della loro posizione strategica e della facilità di accesso ai mercati internazionali.
Pertanto, la criminalità marittima aiuta il traffico di fauna selvatica attraverso rotte di traffico condivise: le stesse rotte marittime utilizzate per il traffico di droga e altre attività illecite vengono sfruttate anche per il contrabbando di fauna selvatica. I gruppi coinvolti nella criminalità marittima possono collaborare con trafficanti di fauna selvatica, facilitando il trasporto di specie protette attraverso le acque internazionali. La mancanza di sorveglianza e di enforcement nelle acque costiere consente ai trafficanti di operare con maggiore impunità, aumentando il rischio di estinzione per molte specie.

Contrasto e sfide
Le autorità nigeriane e internazionali stanno intensificando gli sforzi per contrastare la criminalità organizzata, ma le sfide rimangono significative a causa della corruzione locale, della mancanza di risorse e della complessità delle reti criminali. La cooperazione internazionale e il rafforzamento delle capacità investigative e giudiziarie sono essenziali per affrontare questo fenomeno.
Presenza in Italia
La Nigeria è uno dei principali paesi di provenienza dei migranti irregolari in Italia, il che ha facilitato l'ingresso e l'insediamento di gruppi criminali nigeriani.
Le principali aree di insediamento sono il Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna) e il Centro-Sud (Lazio, Campania, Calabria).
Le organizzazioni criminali nigeriane sono tra i principali attori nel traffico di donne nigeriane destinate alla prostituzione forzata in Italia. A questo si aggiunge lo spaccio di droga ed il riciclaggio di denaro: i proventi delle attività illegali vengono riciclati attraverso attività commerciali, immobiliari e finanziarie.
Le forze dell'ordine italiane hanno da tempo intensificato le operazioni per contrastare la criminalità organizzata nigeriana, con numerosi arresti e sequestri. Tuttavia, la natura transnazionale di queste reti criminali e la loro capacità di adattarsi rappresentano sfide significative per le autorità.
La cooperazione tra Italia e Nigeria, nonché il rafforzamento delle misure di prevenzione e di contrasto, sono essenziali per affrontare questo fenomeno.

Per approfondire:
interno.gov.it/it/notizie/crim…
unodc.org/conig/

#nigeria #criminalitàorganizzatatransnazionale
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## AMBIENTE. SMANTELLATA IN CROAZIA RETE CRIMINALE. I RIFIUTI PROVENIVANO ANCHE DALL'ITALIA

Nei giorni scorsi le autorità di contrasto croate hanno arrestato 13 persone, indagate per far parte di una rete criminale ambientale.

I principali sospettati, due cittadini croati, si ritiene abbiano orchestrato l'importazione illegale di rifiuti pericolosi dall'Italia, dalla Slovenia e dalla Germania alla Croazia.

Invece di essere adeguatamente trattati e smaltiti, i rifiuti sono stati semplicemente sepolti o scaricati in almeno tre siti illegali.

E' stato stimato che almeno 35 000 tonnellate di rifiuti siano state smaltite illegalmente in questo modo, generando un profitto di almeno 4 milioni di euro per i criminali.




Profittando di un'infrastruttura di imprese legali, la rete criminale avrebbe gestito il traffico illegale e lo smaltimento dei rifiuti dai paesi di origine, principalmente dall'Italia, verso la destinazione in Croazia. A tal fine, la rete criminale si basava su società legali in Italia, nonché su società di trasporto e altre attività legittime in Italia e Croazia.

Le analisi di laboratorio mostrano che i rifiuti smaltiti illegalmente, dichiarati rifiuti di plastica riciclabili, erano in realtà rifiuti pericolosi. Le autorità croate ritengono che la rete criminale abbia anche seppellito e scaricato illegalmente rifiuti medici da società croate.

## Documentazione falsificata come chiave del profitto

Le reti criminali impegnate nel traffico di rifiuti sfruttano gli elevati costi di trattamento, in particolare per i rifiuti pericolosi. In questo caso, il modus operandi doveva vincere procedure di gara per il trattamento dei rifiuti in Italia offrendo prezzi più bassi rispetto ad altri fornitori sul mercato legale. Dopo aver vinto un contratto, la rete criminale a guida croata avrebbe trasportato i rifiuti – senza alcun precedente trattamento obbligatorio – in Croazia. Per eludere il consenso necessario del paese di destinazione, i criminali avrebbero falsificato la documentazione per dichiarare i rifiuti come semplicemente destinati al riciclaggio, nascondendone la vera natura.

## Enormi profitti, basso rischio e danni irreparabili

Il traffico di rifiuti è un'attività illegale che consente alle reti criminali di ottenere enormi profitti esponendosi a un rischio relativamente basso. Lo smaltimento illegale di rifiuti provoca spesso danni irreparabili all'ambiente, inquinando suolo, acqua e aria. Questi crimini di solito vanno di pari passo con la falsificazione di documenti o crimini finanziari come il riciclaggio di denaro o la corruzione.

#Europol ha sostenuto le indagini condotte dalle forze dell'ordine nazionali e dalle agenzie di protezione ambientale. Esperti di Europol su criminalità ambientale hanno coordinato l'operazione, organizzando riunioni di coordinamento e operative, nonché fornendo supporto analitico ed infine il giorno delle attività operative, gli esperti di Europol hanno fornito un supporto in tempo reale.

Per la Croazia le attività sono state svolte dalla Direzione della polizia criminale (Služba općeg kriminiteta), per l'Italia dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica e per la Slovenia dalla Polizia criminale slovena (Kriminalistična policija)

#criminiambientali #Armadeicarabinieri

@Ambiente

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Tratta di esseri umani: afghani, ricercati dal Belgio, arrestati in Italia


Sono stati i carabinieri del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) ad eseguire tra Bari e Gorizia un Ordine europeo d’indagine, richiesto dall’Autorità giudiziaria del Belgio (Tribunale di Prima istanza di Anversa), accolto dalla procura della Repubblica nei confronti di 2 cittadini afghani, ritenuti responsabili del reato di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di essere umani aggravata. Nei confronti dei due è stato contestualmente eseguito il mandato di arresto europeo.


crest del ROS

Questi provvedimenti hanno origine nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia presso Europol, che oltre la partecipazione del Ros dei carabinieri, si è avvalsa della Polizia federale del Belgio, la National crime agency del Regno Unito ed altre Forze di polizia europee, finalizzata al contrasto del fenomeno della tratta di esseri umani.

In particolare, l’Operational Task Force costituita si concentra sull’esistenza di gruppi armati organizzati, attivi nel traffico di migranti lungo la rotta balcanica ed attivi principalmente in Serbia e Bosnia Erzegovina. Secondo le accuse delle autorità del Belgio, gli arrestati, sebbene in Italia, sarebbero da considerarsi membri di un’organizzazione transnazionale e coinvolti nel trasferimento dei migranti in vari Paesi europei, in particolar modo verso il Belgio e il Regno Unito. Tutte le attività delinquenziali, oltre ad essere particolarmente violente, venivano spesso documentate con video e/o foto sui principali social network.

Nello stesso tempo, sono stati eseguiti in Belgio e Regno Unito altri provvedimenti cautelari


Il logo della Polizia federale del Belgio

#trattaesseriumani #mandatoarrestoeuropeo #armadeicarabinieri #ROS #europol #cooperazioneinternazionaledipolizia #belgio #regnounito

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I carabinieri TPC restituiscono alla Spagna una stele funeraria di età romana rubata dall'area archeologica di Merida


Recuperata in Italia una stele funeraria romana del terzo secolo rubata a Mérida. Gli agenti della polizia nazionale spagnola, in collaborazione con il Ministero della Cultura e l'Arma dei Carabinieri hanno recuperato in Italia la stele rubata a Mérida nel 1996, dopo aver accertato che il pezzo è stato messo all'asta da un antiquario di Valencia ed era in una casa di collezionista.

La restituzione è avvenuta durante una cerimonia a cui hanno partecipato l'ambasciatore spagnolo Miguel Fernández-Palacios Martínez, hanno riferito gli agenti italiani in una nota. 

Si tratta di un pezzo realizzato in marmo bianco e con la registrazione dedicata a Gaius Spureus, che era in ottime condizioni dopo essere stato rubato dal consorzio della città monumentale di Mérida nel 1996. E' stato poi offerto attraverso un portale per la vendita di oggetti da un antiquario di Valencia ed è stato recuperato in Italia. L'indagine è iniziata quando il Ministero della Cultura ha avvisato la Brigata storica del patrimonio della Polizia Nazionale spagnola sulla presenza del pezzo su un sito Web di oggetti online.

I carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) , coordinati dall'ufficio del procuratore di Velletri (Roma), hanno sequestrato il bene, custodito nella casa di un collezionista romano.
Le Soprintendenza dell'area metropolitana di Roma e della provincia di Rieti hanno effettuato un'analisi epigrafica approfondita e hanno scoperto che "la stele funebre era indiscutibilmente autentica e romana, oltre a presentare un interesse storico e archeologico rilevante". Inoltre, le indagini hanno permesso di determinare che il bene era stato rubato illegalmente da Mérida, dove era stato trovato nel 1994 durante una campagna di scavo, e che c'era una denuncia presso la stazione di polizia nazionale spagnola risalente al 5 dicembre 2013.

I funzionari del Ministero della Cultura spagnolo hanno richiesto la restituzione, facendo parte del patrimonio culturale dello stato. Il Tribunale di Velletri ha emesso il corrispondente decreto, e la restituzione alle autorità spagnole, ha spiegato la polizia.

Il ministro della cultura, del turismo, della gioventù e dello sport, Victoria Bazaga, ha espresso la sua "soddisfazione" per questa scoperta e restituzione, che a suo avviso riflette l '"impegno istituzionale" con la protezione del patrimonio storico e culturale di Extremadura.

Dopo il suo arrivo in Spagna nei prossimi giorni, la stele sarà custodita dalla polizia nazionale fino al completamento delle procedure amministrative per il suo ritorno a Extremadura.

#armadeicarabinieri #TPC #polizianazionalespagnola

@Notizie dall'Italia e dal mondo



Cybercrime. Duro colpo alle organizzazioni dietro i ransomware Phobos e 8Base



Rilevato per la prima volta a dicembre 2018, il ransomware Phobos è stato uno strumento di criminalità informatica utilizzato in attacchi su larga scala contro aziende e organizzazioni in tutto il mondo.

A differenza dei gruppi ransomware di alto profilo che si rivolgono alle grandi società, Phobos si affidava ad attacchi ad alto volume contro le piccole e medie imprese, spesso mancanti delle difese adeguate di sicurezza informatica per proteggersi.

Il suo modello Ransomware-as-a-Service (RaaS) lo ha reso particolarmente accessibile a una serie di attori criminali, dai singoli affiliati a gruppi criminali strutturati come 8Base. L'adattabilità di questo framework ha permesso agli aggressori di personalizzare le loro campagne ransomware con una competenza tecnica minima, alimentando ulteriormente il suo uso diffuso.

Sfruttando l'infrastruttura di Phobos, 8Base ha infatti sviluppato la propria variante del ransomware, utilizzando i suoi meccanismi di crittografia e consegna per personalizzare gli attacchi al massimo impatto. Questo gruppo è stato particolarmente aggressivo nelle sue tattiche di doppia estorsione, non solo crittografando i dati delle vittime, ma anche minacciando di pubblicare informazioni rubate a meno del pagamento di un riscatto.

Una consociata chiave di Phobos è stata arrestata in Italia nel 2023 con un mandato di arresto francese, indebolendo ulteriormente la rete dietro questo ceppo di ransomware, mentre un amministratore di Phobos è stato arrestato in Corea del Sud nel giugno 2024 ed estradato negli Stati Uniti nel novembre dello stesso anno. Ora sta affrontando un procedimento giudiziario per aver orchestrato attacchi ransomware che hanno crittografato infrastrutture critiche, sistemi aziendali e dati personali per il riscatto.

La risposta di Eurojust, Europol e 14 Paesi
A seguito della operazione attuata ultimamente, le forze dell'ordine sono state in grado di avvertire oltre 400 aziende in tutto il mondo di attacchi ransomware in corso o imminenti.

Questa complessa operazione internazionale, sostenuta da Europol ed Eurojust, ha coinvolto forze dell'ordine di 14 paesi (vedi nota sottostante). Mentre alcuni paesi si sono concentrati sull'indagine su Phobos, altri hanno preso di mira 8Base, con diversi partecipanti in entrambi.

Europol ha svolto un ruolo fondamentale nel riunire l'intelligence da queste indagini separate, consentendo alle autorità di eliminare gli attori chiave da entrambe le reti di ransomware in uno sforzo coordinato.

Europol ha svolto un ruolo centrale nel collegare gli investigatori e nel coordinare le azioni di contrasto. A sostegno dell'indagine da febbraio 2019, il Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) di Europol ha:

- Riunito l'intelligence da indagini parallele, garantendo che le autorità di contrasto che prendono di mira Phobos e 8Base possano mettere in comune i loro risultati e coordinare gli arresti in modo efficiente.
- Organizzato 37 incontri operativi per sviluppare le principali iniziative investigative.
- Fornito esperienza analitica, cripto-tracing e forense per supportare il caso.
- Facilitato lo scambio di informazioni nell'ambito della Joint Cybercrime Action Taskforce (J-CAT), ospitato presso la sua sede.
- Scambiato quasi 600 messaggi operativi tramite la rete SIENA sicura di Europol.
Eurojust ha organizzato due riunioni di coordinamento dedicate per assistere la cooperazione giudiziaria transfrontaliera e ha fornito sostegno alle richieste in sospeso di tutte le autorità coinvolte.

Le Forze di Polizia partecipanti:

Belgio: polizia federale (Federale Politie / Police Fédérale)
Repubblica Ceca: Polizia della Repubblica Ceca (Policie České republiky)
Francia: Paris Cybercrime Unit (Brigade de lutte contre la cybercriminalité de Paris – BL2C), Court of Paris – Giurisdizione nazionale contro il crimine organizzato (Juridiction Nationale de Lutte contre la Criminalité Organisée – JUNALCO)
Germania: Ufficio di polizia criminale statale bavarese (Bayerisches Landeskriminalamt – LKA Bayern), Ufficio centrale bavarese per il perseguimento del crimine informatico (Generalstaatsanwaltschaft Bamberg – Zentralstelle Cybecrime Bayern)
Giappone: National Police Agency (阿 愛 厂)
Polonia: Central Cybercrime Bureau (Centralne Biuro Zwalczania Cyberprzestępczości)
Romania: polizia rumena (Poliția Română)
Singapore: Comando CyberCrime della polizia di Singapore
Spagna: Guardia Civil
Svezia: Autorità di polizia svedese (Polisen)
Svizzera: ufficio del procuratore generale della Svizzera (OAG), polizia federale (fedpol)
Tailandia: Cyber Crime Investigation Bureau (CCIB)
Regno Unito: National Crime Agency (NCA)
Stati Uniti: Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (US DOJ), Federal Bureau of Investigation (FBI – Baltimore Field Office), Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti Cyber Crime Center (DC3)

#cybercrime #phobos #8base #Ransomware #europol #eurojust

@Informatica (Italy e non Italy 😁)



Kosovo. Le elezioni ed il ruolo della missione europea, a guida di un generale dei carabinieri italiani


In Kosovo sono aperti i seggi per le elezioni parlamentari. Favorito il partito 'Vetevendosje' (Autodeterminazione, VV, sinistra nazionalista) del premier uscente Albin Kurti. Il voto si tiene in una situazione di incertezza sul futuro del Paese, e insieme di persistente stallo nel dialogo sulla normalizzazione dei rapporti con la Serbia.

I poco più di 2 milioni di elettori (dei quali 105 mila all'estero) scelgono fra 1.280 candidati in rappresentanza di 28 fra partiti, coalizioni e liste civiche. Per la prima volta votano 100 mila giovani. A monitorare la consultazione, un centinaio di osservatori della Ue.

L'Unione Europea ha un importante ruolo in Kosovo. Infatti, Eulex, la missione dello stato di diritto dell'Unione Europea in Kosovo, fu istituita già nel 2008. Il suo obiettivo principale è supportare gli istituti di legge selezionati in Kosovo. Eulex lavora per rafforzare lo stato di diritto e la lotta contro la corruzione. La missione si concentra sul miglioramento del sistema giudiziario e sulla capacità di costruzione in Kosovo.

Il suo mandato è stato esteso fino al 14 giugno 2025. Ha una forza autorizzata fino a 396 membri, con sede nella capitale, Pristina. La base giuridica risiede nella Azione comune dell'UE del febbraio 2008 e successive decisioni del Consiglio del giugno 2010, 2012, 2014, 2016, 2018, 2020, 2021, 2023. EULEX è sostenuto da tutti i 27 Stati membri dell'Unione Europea e da cinque Stati contribuenti (Canada, Norvegia, Svizzera, Turchia e Stati Uniti).

Le funzioni operative si basano sul "pilastro" di supporto delle operazioni della missione che fornisce supporto allo sviluppo operativo del controllo della folla alla polizia del Kosovo. Più specificamente, l'unità di polizia formata da Eulex (FPU), composta da 105 agenti di polizia polacca, è il secondo "risponditore" per la sicurezza del Kosovo, come parte di un meccanismo di soccorritore di sicurezza a tre livelli. La polizia del Kosovo è il primo soccorritore di sicurezza, Eulex è il secondo e KFOR (la forza militare della NATO da anni presente in Kosovo) è il terzo soccorritore.

Nel suo ruolo di secondo risponditore di sicurezza, La FPU Eulex può impegnarsi solo su richiesta esplicita del primo soccorritore di sicurezza al fine di contribuire al mantenimento e alla promozione dell'ordine pubblico e della sicurezza in caso di disturbo civile.

La FPU partecipa regolarmente ad esercitazioni, insieme alla polizia del Kosovo e Kfor.

Eulex sostiene anche la polizia del Kosovo nel campo della cooperazione di polizia internazionale facilitando lo scambio di informazioni tra la polizia del Kosovo e Interpol, Europol o il Ministero degli Interni serbo. La missione facilita anche lo scambio di informazioni tra l'Ufficio nazionale di Interpol e l'unità di coordinamento delle forze dell'ordine internazionale della polizia del Kosovo sotto l'egida dell'ufficio di collegamento Interpol.

Inoltre, la missione continua a gestire il proprio programma di protezione dei testimoni. Gli esperti di Eulex continuano a collaborare con le loro controparti locali presso l'Istituto di medicina forense per determinare il destino delle persone scomparse, offrendo competenze e consigli sull'identificazione di potenziali tombe clandestine e sull'esumazione e l'identificazione delle vittime relative al conflitto del Kosovo.

La missione Eulex è diretta da un Generale di Divisione dell'Arma dei crabinieri. Si tratta di Giovanni Pietro Barbano, che ha più di 40 anni di esperienza in Italia ed all'estero. Prima di entrare a far parte di Eulex, Barbano ha ricoperto varie posizioni di comando. Dal 2016 al 2023, Barbano è stato direttore del Center of Excellence for Stability Police Units (COESPU), che ha contribuito a stabilire a Vicenza nel 2004. In questa veste, Nel 2016 è stato anche presidente dell'European Association of Peace Operations Training Centers (EAPTC) e presidente del Consiglio di polizia all'interno del Comitato Esecutivo dell'International Association of Peace Keeping Training Centers dal 2018 al 2022.

#kosovo #Eulex #UE #EU #barbano

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Combattere le frodi in ambito internazionale


La frode è un crimine complesso, spesso legato al crimine organizzato, che ha la spregevole caratteristica di avere quali soggetti passivi soggetti vulnerabili e spesso svantaggiati dalla mancanza di strumenti che gli consentano una valida difesa. Si pensi a proposito alle ripetute vicende di truffe perpetrate da organizzazioni criminali che prendono di mira persona anziane, convincendole di una situazione di pericolo dei loro cari e della possibilità di risolverla mediante il pagamento immediato di una somma di denaro.

Non si tratta di un fenomeno meramente locale, poiché spesso le truffe assumono rilievo transnazionale.

A tale proposito va sottolineato come la Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato fornisca un quadro per affrontare a livello globale la frode organizzata, con suggerimenti operativi che possono avere valido impiego anche a livello locale..

Recentemente UNODC - l'organizzazione delle Nazioni Unite contro il crimine ed il traffico di stupefacenti - ha rilasciato un "Issue Paper" (reperibile \[en\] all'URL unodc.org/documents/organized-…) sull'argomento. Il documento esamina vari tipi di frode, escludendo crimini in cui la frode ha un ruolo abilitante, come l'uso fraudolento dell'identità per il riciclaggio di denaro o il ricatto o frodi che mirano agli interessi finanziari dello Stato, ovvero quelle legate a comunicazioni fraudolente per relazioni di estorsione o annunci di lavoro fraudolenti per traffico di persone.

Nel documento viene presentata una tipologia di frode organizzata, con focus su vittime e metodi. La ricerca include casi studio e analisi delle legislazioni in 37 paesi.

Principi per Comprendere la Frode Organizzata

La frode viene definita come un comportamento criminale basato sulla disonestà, che si manifesta in vari contesti sociali, commerciali e tecnologici. Come abbiamo accennato sopra, la Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato offre un quadro per integrare la risposta alla frode con altre forme di crimine transnazionale. Per sviluppare risposte efficaci, appare fondamentale comprendere le intersezioni tra frode, crimine organizzato, cybercrime, e altre aree come il riciclaggio di denaro e la corruzione .

La frode è ampiamente sotto-segnalata e sotto-stimata, rendendo difficile interpretare il problema e sviluppare soluzioni basate su dati incompleti. Ciò comporta una lacuna nei dati disaggregati per fattori come disabilità, età, genere e stato economico, limitando l'analisi delle dinamiche di vittimizzazione e perpetrazione.

Affrontare la Frode Organizzata

La frode organizzata è un problema complesso e transnazionale che richiede strategie complete.

I principi chiave che devono guidare l'attività di contrasto sono: prevenire, perseguire, proteggere e promuovere la cooperazione.

Ciò implica la necessità di leggi chiare e robuste per affrontare la frode, e sottolinea l'importanza della collaborazione internazionale e del coinvolgimento del settore privato. I criteri generali per determinare la gravità di un crimine includono l'impatto finanziario sulla vittima, le caratteristiche del reato e del reo, e l'uso di metodi fraudolenti. Alcuni sistemi legali adottano una prospettiva centrata sulla vittima, mentre altri si concentrano sulle caratteristiche degli autori e sulle loro modalità operative. Fattori aggravanti, come il numero di vittime o il coinvolgimento di gruppi criminali organizzati, possono influenzare la gravità del crimine e le relative pene.

Campagne di sensibilizzazione e formazione per il pubblico e le imprese sono essenziali. È fondamentale un approccio integrato per migliorare la risposta alla frode organizzata e proteggere le vittime.

I passi fondamentali che ogni Stato può intraprendere per affrontare la frode organizzata includono:

- Comprendere come la frode organizzata si manifesta e impatta all'interno dei propri confini.

- Progettare e attuare risposte strategiche efficaci basate sui quattro pilastri di cui abbiamo detto sopra (prevenire, perseguire, proteggere e promuovere).

- Stabilire partnership strategiche con attori non governativi, in particolare nel settore privato, per migliorare la comprensione del problema e sviluppare strategie comuni.

Il ruolo delle forze dell'ordine nella prevenzione della frode include:

- Agire come deterrente per scoraggiare i trasgressori attraverso l'applicazione della legge e la punizione dei reati.

- Condurre indagini proattive per identificare e perseguire i gruppi criminali organizzati coinvolti nella frode.

- Collaborare con il settore privato e la comunità per sensibilizzare e informare il pubblico sui rischi della frode e promuovere comportamenti sicuri.

A sua volta il settore privato può contribuire nella lotta contro la frode organizzata attraverso:

- Identificazione e segnalazione di attività sospette alle autorità competenti, fungendo da intermediari tra i clienti e le forze dell'ordine.

- Implementazione di misure di sicurezza e tecnologie per prevenire frodi, come il blocco di siti web fraudolenti e la protezione dei dati dei clienti.

- Collaborazione con enti governativi e organizzazioni della società civile per condividere informazioni e sviluppare strategie comuni di prevenzione e risposta.

Per proteggere le persone vulnerabili dai crimini organizzati, possono essere adottate diverse misure, quali campagne di sensibilizzazione per educare il pubblico e le imprese sui comportamenti sicuri e sui rischi della frode; la creazione di canali di segnalazione chiari per consentire alle vittime di denunciare i crimini e accedere al supporto necessario; lo sviluppo di programmi di supporto specifici per identificare e assistere le vittime vulnerabili, prevenendo il rischio di frodi ripetute.

Infine le strategie globali contro la frode organizzata possono essere migliorate attraverso un approccio integrato che coordini le risposte tra governi, settore privato e società civile, affrontando le vulnerabilità sistemiche; una maggiore cooperazione internazionale per affrontare la natura transnazionale della frode e condividere informazioni tra le giurisdizioni; lo sviluppo di leggi più robuste e campagne di sensibilizzazione per educare il pubblico e promuovere comportamenti sicuri contro la frode.

@Caffè Italia



Ultime tendenze del mercato delle droghe in Europa nell'analisi del Global Initiative Against Transnational Organized Crime


Recentemente il GI-TOC ha pubblicato l' EUROPEAN DRUG TRENDS MONITOR.
Il GI-TOC (Global Initiative Against Transnational Organized Crime) è un'organizzazione che si occupa di monitorare e analizzare le tendenze del crimine organizzato transnazionale. Il GI-TOC ha creato l'Osservatorio sul Crimine Organizzato in Europa, che produce una serie di bollettini chiamati "European Drug Trends Monitor". Questi bollettini hanno lo scopo di tracciare gli sviluppi nei mercati della droga europei e di fornire un'analisi delle tendenze in termini di disponibilità, prezzi e dinamiche criminali

Il documento analizza le tendenze del mercato della droga in Europa, focalizzandosi su eroina, cocaina/crack e oppioidi sintetici, attraverso dati raccolti in undici città di Stati differenti (Anversa, Barcellona, Bucarest, Eindhoven, Amburgo, Istanbul, Kyiv, Londra, Marsiglia, Milano e Stoccolma).
Dall'analisi si evidenzia un'eccedenza di cocaina, un'epidemia crescente di crack, cambiamenti nella produzione di eroina afghana e l'emergere di oppioidi sintetici. Lo studio si basa su ricerche sul campo, dati ufficiali e monitoraggio dei social media, con alcune limitazioni metodologiche. La ricerca si concentra solo sull'offerta di droghe illecite, non sulla domanda, e non sono state effettuate analisi tossicologiche delle sostanze. Vengono inoltre presentate raccomandazioni ai governi europei per affrontare le problematiche conseguenti.

Le principali tendenze emergenti nel mercato europeo della droga nel 2024, secondo il primo rapporto del European Drug Trends Monitor, includono:

Un'eccessiva offerta di cocaina. Nonostante un calo dei sequestri di cocaina nei principali punti di ingresso europei nel primo semestre del 2024, la disponibilità e il prezzo della cocaina sono rimasti stabili. La cocaina è la droga illegale più utilizzata in Europa dopo la cannabis. Le analisi delle acque reflue mostrano un alto consumo di cocaina in città dell'Europa occidentale e meridionale. I prezzi al dettaglio più bassi si trovano nelle città portuali come Anversa e Barcellona. I metodi di traffico di cocaina sono in evoluzione, con un aumento del trasporto di cocaina liquida. I trafficanti stanno anche passando a porti più piccoli per eludere i controlli.
Una crescente epidemia di crack. L'uso di crack è in aumento e si sta diffondendo geograficamente e socialmente. Il crack è una forma fumabile di cocaina, meno costosa della cocaina in polvere, ed è venduta come "rocce". I sequestri di crack rimangono bassi in tutta Europa, nonostante la sua responsabilità per una parte significativa del fabbisogno di trattamento legato alla droga.


L'eroina è ancora ampiamente disponibile in Europa, tranne a Kyiv dove la guerra ha interrotto le forniture. I prezzi al dettaglio sono stabili, ma c'è evidenza di una purezza gradualmente ridotta, forse a causa della crescente scarsità, verosimilmente a causa del secondo divieto di oppio dei talebani nel 2022.
La graduale emergenza di oppioidi sintetici. La domanda di fentanil (o fentanyl) è limitata principalmente a prodotti farmaceutici prescritti ma venduti illegalmente. I canali di approvvigionamento di farmaci da prescrizione sono sempre più organizzati, soprattutto online, sui social media.

Impatto della guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina ha avuto un impatto significativo sul mercato delle droghe in Europa, in particolare per quanto riguarda la disponibilità di eroina e l'emergere di alternative sintetiche. La guerra ha interrotto in modo permanente le forniture di eroina a Kyiv. La tradizionale rotta di traffico dell'eroina verso l'Ucraina e l'Europa occidentale è stata chiusa dal conflitto nell'Ucraina orientale e, di conseguenza, la comunità di consumatori di eroina di Kyiv, relativamente numerosa, si è rivolta ad alternative, principalmente a droghe sintetiche.
Nonostante l'interruzione a Kyiv, l'eroina è ancora ampiamente disponibile in tutta Europa, con prezzi al dettaglio per lo più stabili. Le città con i prezzi più alti sono Londra e Amburgo, mentre i prezzi più bassi si trovano a Istanbul e Bucarest.
Il secondo divieto alla coltivazione di papaveri da oppio dei talebani nel 2022 ha sollevato preoccupazioni sulla potenziale scarsità di eroina in Europa, spingendo i consumatori di lunga data a passare a oppioidi sintetici. La scarsità di eroina potrebbe in effetti portare a una transizione verso oppioidi sintetici, come il fentanil (o fentanyl) e i suoi derivati, il che potrebbe causare crisi di overdose simili a quelle patite in Nord America.
La guerra in Ucraina ha avuto un impatto sulle dinamiche criminali, con possibili ripercussioni sul mercato dell'eroina. Ad esempio, la chiusura della rotta tradizionale dell'eroina verso l'Ucraina ha alterato i canali di approvvigionamento e potrebbe aver influenzato le organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di droga. Inoltre il conflitto potrebbe anche aver influenzato l'aumento del mercato online di farmaci da prescrizione, con alcune consegne di farmaci da prescrizione come fentanil (fentanyl), tramadolo e ossicodone tramite canali social e Telegram in paesi come la Germania, i Paesi Bassi e la stessa Ucraina.

Il documento, "European Drug Trends Monitor", redatto dal GI-TOC, giunge a diverse conclusioni importanti riguardo al mercato della droga in Europa, con un focus particolare su oppioidi e cocaina/crack cocaina:

L'eroina è ancora ampiamente disponibile in Europa, ad eccezione di Kyiv dove la guerra ha interrotto le forniture. I prezzi sono stabili, ma si osservano segni di diminuzione della purezza, il che potrebbe indicare una crescente scarsità. Il documento evidenzia il timore che il divieto dell'oppio in Afghanistan possa portare a una transizione verso gli oppioidi sintetici, con possibili conseguenze devastanti per la salute pubblica.
Nonostante una bassa domanda di fentanil (fentanyl), il documento mette in guardia sull'aumento del traffico di farmaci da prescrizione contenenti oppioidi come tramadolo e ossicodone. Questi farmaci, ampiamente disponibili e a prezzi accessibili, potrebbero essere contaminati, portando a un'emergenza di overdose simile a quella patita in Nord America. Il documento sottolinea la necessità di monitorare i mercati online di farmaci da prescrizione, che spesso operano con sistemi professionali simili a negozi online.
Nonostante i sequestri di cocaina nei principali porti europei nel 2024, la disponibilità e i prezzi della cocaina sono rimasti stabili, indicando strategie di traffico alternative. I trafficanti utilizzano sempre più cocaina liquida, che viene riconvertita in forma solida in laboratori clandestini in Europa. Si osserva inoltre uno spostamento verso porti minori e nuove rotte di traffico attraverso l'Africa.
L'uso di crack è in aumento in Europa, con focolai di consumo tra le comunità emarginate. Il crack è meno costoso della cocaina in polvere e viene venduto in piccole dosi, il che lo rende più accessibile. Il documento evidenzia la necessità di migliorare i protocolli di test e le capacità delle forze dell'ordine per monitorare accuratamente l'uso e la diffusione del crack, e di sviluppare programmi di riduzione del danno mirati.

Mercato illecito di farmaci da prescrizione: il documento sottolinea la presenza di un ampio mercato illecito di farmaci da prescrizione, disponibili a prezzi modesti tramite i canali social e online. Questo mercato È in gran parte non monitorato e potrebbe rappresentare un canale di diffusione per farmaci contraffatti e oppioidi sintetici.

Il documento conclude con una serie di raccomandazioni per i governi europei, tra cui:

* Rafforzare il monitoraggio dei mercati online di farmaci da prescrizione.
* Effettuare più autopsie e analisi tossicologiche per i decessi correlati alla droga.
* Legalizzare ed espandere le capacità di analisi delle droghe, inclusi kit di test per il fentanil (fentanyl).
* Aumentare la consapevolezza sui rischi associati all'acquisto non regolamentato di farmaci da prescrizione.
* Rafforzare la cooperazione con le autorità nei centri di trasbordo in Africa e Sud-Est Europa.
* Investire in tecnologie avanzate per la rilevazione della cocaina liquida.
* Standardizzare i protocolli di test e migliorare l'identificazione delle sostanze a livello di vendita al dettaglio per il crack.
* Investire in programmi di riduzione del danno per i consumatori di crack.

In sintesi, il documento evidenzia un mercato della droga in rapida evoluzione in Europa, con rischi significativi legati all'aumento degli oppioidi sintetici, al traffico di farmaci da prescrizione e alla diffusione del crack, sottolineando la necessità di un approccio coordinato e proattivo da parte dei governi europei per affrontare queste sfide.

Il documento (in inglese) è reperibile qui:

globalinitiative.net/wp-conten…

#EUROPEANDRUGTRENDSMONITOR #GITOC #UltimetendenzedelmercatodelledrogheinEuropa #cooperazioneinternazionaledipolizia

@Notizie dall'Italia e dal mondo



Il Rapporto 2024 sulle sfide del Cybercrime di Eurojust ed Europol


E' stato pubblicato l'ultimo rapporto congiunto di Europol ed Eurojust "Sfide comuni nella criminalità informatica", che esplora le questioni persistenti ed emergenti che ostacolano le indagini sulla criminalità informatica — in particolare nel campo dell'evidenza digitale —.
L'edizione di quest'anno esamina anche come le nuove misure legislative potrebbero aiutare ad affrontare tali questioni.

Le nuove sfide sono individuate nella gestione dei dati, stante la necessità di affrontare volumi massicci di dati, richiedendo tecniche analitiche avanzate, nella anonimizzazione, esistendo tecnologie che oscurano identità e posizioni ed ostacolano l'accesso legale ai dati, nonché nella cooperazione internazionale, per abbattere le barriere legali e logistiche che complicano la lotta contro il cybercrime su più giurisdizioni.

Il Rapporto evidenzia le nuove misure legislative a disposizione. Dal Pacchetto e-evidence, che mira a semplificare l'accesso e la gestione dei dati per le indagini penali, all'ormai ben noto Digital Services Act (DSA), che affronta le sfide legate alla gestione dei dati e alla responsabilità delle piattaforme online, all'adattamento dell'AI Act e del Second Additional Protocol alla Convenzione di Budapest, per affrontare le complessità del cybercrime.

Cruciale è la collaborazione tra Eurojust ed Europol nel campo del Cybercrime. Si esaltano progetti congiunti come il SIRIUS Project, che supporta le indagini su crimini gravi attraverso la condivisione di informazioni, i programmi di formazione, che consistono nella organizzazione di corsi e workshop per migliorare le competenze delle forze dell'ordine e dello sviluppo di strumenti legislativi per implementare e adattare nuove misure legislative per affrontare le sfide emergenti del cybercrime.

Essenziale rimane la Cooperazione Internazionale nella Lotta contro il Cybercrime. Ciò perchè il cybercrime spesso, per sua stessa natura, attraversa confini nazionali, richiedendo un approccio coordinato, che si deve basare sulla condivisione di risorse e informazioni (la cooperazione consente alle autorità di scambiare dati e best practices per migliorare le indagini) e deve superare le barriere legali: una collaborazione efficace aiuta a risolvere le complessità legali che ostacolano le indagini transnazionali.

Il rapporto è scaricabile (solo in inglese) qui:
europol.europa.eu/cms/sites/de…

#cybercrime #Common Challenges in Cybercrime 2024 #cooperazioneinternazonaledipolizia #europol #eurojust

@Informatica (Italy e non Italy 😁)



Operativi i carabinieri nella missione Eubam-Rafah

Un ulteriore passo nel percorso di stabilizzazione e pace del Medio Oriente, frutto degli sforzi e del lavoro dell’intera comunità internazionale (ONU/Nato/Ue).
La missione #EUBAM (European Union Border Assistance Mission) supporta la gestione del valico di #Rafah, e il team internazionale dell’ #Eurogendfor (eurogendfor.org/) garantisce la cornice di sicurezza e fornisce assistenza per i controlli frontalieri. L'obiettivo è garantire il transito di feriti e malati, fornendo loro aiuto e protezione.

#Armadeicarabinieri #cooperazioneinternazionaledipolizia

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Medicinali illeciti e sostanze dopanti, l'allarme di Europol. La criminalità farmaceutica è una minaccia crescente nell'UE


Tra aprile e novembre 2024, le autorità di contrasto, giudiziarie, doganali, mediche e antidoping di 30 paesi hanno unito le forze nell'operazione SHIELD V, di cui riportiamo gli esiti preliminari in conclusione all'articolo.

Europol ha coordinato questo sforzo globale mirato al traffico di medicinali contraffatti e abusati e di sostanze dopanti illecite. Come nelle precedenti edizioni, l'operazione del 2024 è stata sostenuta dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), dall'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), da Frontex, dall'Agenzia mondiale antidoping (WADA) e dalle agenzie nazionali di medicina.

L'edizione 2024 dell'operazione SHIELD è stata guidata da un gruppo direttivo composto da autorità di contrasto francesi, greche, italiane e spagnole. Europol ha sostenuto questa ampia operazione con diverse riunioni operative e la diffusione di esperti con uffici mobili che offrono supporto analitico e forense.

Il crimine farmaceutico ha un impatto diretto sulla salute e sulla sicurezza pubblica colpendo individui, comunità e sistemi sanitari nazionali.
Genera enormi perdite finanziarie per le società legittime e mina la credibilità del marchio.
Dalle droghe contraffatte alle farmacie online illegali, il crimine farmaceutico pone gravi rischi per i consumatori.
La criminalità farmaceutica ha un impatto diretto sulla salute e la sicurezza pubblica, in quanto colpisce individui, comunità e sistemi sanitari nazionali. Genera enormi perdite finanziarie per le aziende legittime, mina la credibilità del marchio ma mette anche in pericolo gli investimenti nella ricerca.
È fondamentale per le autorità reprimere queste attività illegali per proteggere la salute e la sicurezza pubblica.

Per sottolineare questa crescente minaccia, Europol ha lanciato un rapporto dedicato sulla criminalità della proprietà intellettuale (IPC) mirare alla produzione e alla commercializzazione di prodotti farmaceutici.

Vendendo prodotti farmaceutici scadenti, etichettati erroneamente o falsificati, nonché prodotti deviati dalla catena di approvvigionamento legale, le reti di criminalità organizzata sono alla base di una vasta gamma di commercio di medicinali illeciti e sostanze dopanti.

L'acquisto di medicinali falsi paga i criminali, e nel contempo rischia la salute dei consumatori e mina l'economia

I falsi medicinali scambiati nell'UE sono in aumento, il che comporta un costo enorme per l'individuo e la società. Europol, l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) e l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) si sono riuniti per sensibilizzare in merito alla questione delle medicine false e come lavorano per proteggere i consumatori da questa minaccia.

I social media e i mercati online, sia in superficie che sul dark web, continuano a essere al centro del commercio di prodotti farmaceutici contraffatti. Queste piattaforme forniscono vari gradi di anonimato e si rivolgono a un vasto pubblico, rendendo difficile identificare gli attori criminali coinvolti.

Risultati preliminari dell'operazione SHIELD V
- 418 persone arrestate, accusate o sotto accusa
- 52 gruppi criminali organizzati indagati
- 4 laboratori sotterranei smantellati
- Sequestri totali superiori a 11,1 milioni di EUR, tra cui:
- 426 016 pacchetti illegali di prodotti farmaceutici illegali
- 4 111 chilogrammi di polvere e materia prima
- 108 litri di principio attivo
- 174 968 fiale e fiale
- oltre 4 683 426 compresse e pillole
- 4 083 controlli antidoping “in entrata e in uscita ” effettuati


#SHIELDV #EUROPOL #CRIMINALITàFARMACEUTICA

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Cybercrime: smantellati due dei maggiori market illegali al mondo. Le piattaforme combinate avevano oltre 10 milioni di utenti


Ha interessato anche l'Italia (con la partecipazione del Centro operativo per la sicurezza cibernetica per l’Emilia Romagna, diretti dal Servizio polizia postale) l'operazione svoltasi con il supporto operativo e analitico da Europol in 8 paesi ( hanno partecipato all'operazione "Talent" : Australia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Romania, Spagna e Stati Uniti d'America) che ha smantellato i forum "Cracked" e "Nulled", con oltre 10 milioni di utenti.

I forum "Cracked" e "Nulled" offrono strumenti e script basati sull'IA per identificare vulnerabilità di sicurezza e migliorare l'efficacia degli attacchi informatici. Queste piattaforme sono anche utilizzate per sviluppare tecniche avanzate di phishing, utilizzando l'IA per creare messaggi più personalizzati e persuasivi. In risposta all'aumento dell'aggressività nel crimine informatico, Europol si impegna a rafforzare la cooperazione internazionale per combattere efficacemente queste minacce.
Ne sono conseguiti 2 arresti, 7 perquisizioni, 17 server e 50 dispositivi sequestrati, 300.000 EUR in contanti e criptovalute confiscati
I cybecriminali erano attivi nella vendita di malware, dati rubati e servizi di "cybercrime-as-a-service".

L'operazione "Talent" è importante perché ha portato allo smantellamento di due delle più grandi piattaforme di cybercrime al mondo. Ha consentito il sequestro di significativi profitti illeciti, server e dispositivi elettronici, contribuendo a ridurre l'accesso a risorse per il crimine informatico. Inoltre, ha dimostrato l'efficacia della cooperazione internazionale tra le forze dell'ordine.
Le piattaforme "Cracked" e "Nulled" vendevano strumenti software malevoli, come ransomware e virus, oltre a dati rubati e accessi a conti bancari. Funzionavano anche come mercati per il cybercrime-as-a-service, offrendo un rapido accesso alla scena del crimine informatico.

Il Cybercrime-as-a-service è una tendenza in crescita in cui i criminali informatici offrono strumenti e infrastrutture come servizio, rendendo il crimine informatico più accessibile a persone meno qualificate tecnicamente. Queste piattaforme condividono vulnerabilità di sicurezza e forniscono tutorial per la creazione di malware e altre attività criminali.


La polizia italiana ha svolto un ruolo chiave nell'operazione "Talent", eseguendo perquisizioni e analizzando chat, documentazione e dispositivi per ricostruire le relazioni tra i membri di un'organizzazione criminale. I poliziotti hanno sequestrato oltre 70.000 dollari in criptovalute e collaborato con il Dipartimento di Giustizia statunitense e l'FBI per rendere irraggiungibili i server della piattaforma italiana. Sono stati inoltre sequestrati 12 domini internet, tra cui il servizio di hosting StarkRDP e le società di intermediazione finanziaria coinvolte nel riciclaggio.
Europol ha fornito supporto operativo, analitico e forense alle autorità coinvolte nell'operazione. Inoltre, ha facilitato lo scambio di informazioni attraverso la Joint Cybercrime Action Taskforce (J-CAT). Il ruolo di Europol nella lotta contro il crimine informatico è quello di agire come mediatore delle conoscenze delle forze dell'ordine, fornendo un hub per la cooperazione transfrontaliera. Europol riunisce i partner pertinenti per facilitare l'azione comune e condivide competenze per combattere il crimine informatico come servizio.


#cybercrime #europol #talent

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CRIMINI CONTRO L'AMBIENTE. IL RUOLO COOPERATIVO DI UNODC E ICCWC


I crimini che colpiscono l'ambiente stanno contribuendo alla triplice crisi della perdita di biodiversità, del cambiamento climatico e del degrado dell'ecosistema.
Il disboscamento illegale e il traffico di legname stanno convertendo le foreste da "pozzi di carbonio" a "fonti di carbonio".
L'inquinamento illegale e lo scarico di rifiuti stanno soffocando i oceani, fiumi e terreni, con conseguenze devastanti per la fauna selvatica e la salute umana.
È fondamentale quindi affrontare questi crimini e agire per proteggere l'ambiente per le generazioni future.
La differenza può essere fatta sensibilizzando, sostenendo leggi ambientali più severe e chiedendo conto ai responsabili di queste azioni distruttive.

Le scienze forensi applicate alla fauna selvatica stanno aiutando a combattere il traffico illegale di fauna selvatica, un'industria del crimine organizzato da miliardi di dollari. Questa particolare branca utilizza l'analisi scientifica per supportare l'applicazione della legge sulla fauna selvatica, raccogliendo e analizzando campioni biologici non umani per investigare su crimini come il bracconaggio e il commercio illegale di fauna selvatica. Questo lavoro è essenziale per fornire prove solide per perseguire i responsabili di questi reati, che diventano sempre più sofisticati nel nascondere le loro attività. L'UNODC (l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Criminalità Organizzata ed il traffico internazionale di stupefacenti) e i suoi partner lavorano per rafforzare le capacità forensi a livello nazionale e promuovere la collaborazione internazionale per contrastare questa "epidemia globale".

I principali metodi della scienza forense applicata alla fauna selvatica sono:

Raccogliere prove biologiche non umane sulla scena di un potenziale crimine.
Trasferire questi campioni a un laboratorio per l'analisi forense.
Utilizzare i risultati dell'analisi come prove per preparare e perseguire un caso in tribunale.

Il crimine organizzato legato alla fauna selvatica viene combattuto in due modi principali:

Fornisce prove scientifiche solide per perseguire i responsabili di questi reati, che altrimenti potrebbero evitare la condanna.
Contrasta la crescente sofisticatezza delle tecniche utilizzate dai trafficanti per nascondere i loro illeciti, richiedendo "metodi scientifici più avanzati" per dimostrarne la natura illegale.

L'UNODC svolge un ruolo importante nel supportare le capacità forensi a livello nazionale per combattere il crimine contro la fauna selvatica:

Sviluppa materiale di orientamento e fornisce formazione e mentoring agli esperti nazionali.
Fornisce attrezzature e materiali di consumo ai laboratori forensi nazionali.
Promuove la cooperazione e la creazione di reti tra le comunità scientifiche e di applicazione della legge.
Aiuta a sviluppare sistemi di gestione della qualità per i servizi forensi sulla fauna selvatica.

L'UNODC attraverso la Il Border Management Branch (BMB) - offre servizi collaborativi e assistenza tecnica globale per la gestione delle frontiere agli Stati membri. Il BMB è stato costituito nell’aprile 2022 per riunire tutto il lavoro dell’UNODC sulle frontiere e garantire la coerenza dell’approccio dell’UNODC alla criminalità ambientale.
L'approccio collettivo del BMB è quello di riconoscere che la maggior parte della criminalità organizzata può essere contrastata attraverso il miglioramento del controllo delle frontiere concentrandosi su tutte quelle merci oggetto di traffico internazionale.
Il BMB lavora in stretto coordinamento con i partner dell'ICCWC per assicurare che queste attività siano ben integrate e allineate a livello internazionale. La sigla ICCWC sta per Consorzio Internazionale per la Lotta al Crimine contro la Natura. Si tratta del frutto della collaborazione di cinque organizzazioni intergovernative. Le agenzie partner dell’ICCWC sono il Segretariato CITES, l’INTERPOL, l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale delle Dogane (WCO).

Gli agenti in prima linea delle agenzie nazionali sono responsabili dell’applicazione della legge sulla fauna selvatica e delle autorità giudiziarie che consegnano alla giustizia i criminali coinvolti in crimini contro la fauna selvatica. L’ICCWC lavora direttamente con queste autorità per sostenerle, costruendo capacità a lungo termine e fornendo loro gli strumenti, i servizi e il supporto tecnico di cui hanno bisogno per combattere efficacemente la criminalità contro la fauna selvatica e le foreste.

#crininicontroambiente #unodc #ICCWC

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CARABINIERI A RAFAH (EGITTO-STRISCIA DI GAZA). I DETTAGLI


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«La missione - spiega una nota congiunta Esteri - Difesa - è stata avviata su richiesta di Israele e dell’Autorità Palestinese, con il pieno sostegno dell’Egitto. La decisione di procedere al ridispiegamento della missione civile EUBAM-RAFAH rappresenta una misura concreta per sostenere il recente accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. L’obiettivo primario è di coordinare e facilitare il transito giornaliero fino a 300 feriti e malati, garantendo assistenza e protezione a persone vulnerabili in un contesto di emergenza umanitaria».


sopra: il valico di Rafah

I due ministeri «hanno disposto l’invio di un contingente di personale dei Carabinieri entro la fine di gennaio. Questo personale sarà integrato nella Forza di Gendarmeria Europea (EUROGENDFOR), a supporto della missione. In particolare, «l’Italia parteciperà con 7 Carabinieri, dispiegati all’interno della missione EUBAM, che si aggiungeranno ai 2 italiani già presenti nella Missione, e si farà inoltre carico del trasporto in teatro dell’intero contingente della Forza di Gendarmeria europea attraverso il Comando Operativo di Vertice Interforze della Difesa (COVI), che coordinerà il trasferimento e il dispiegamento nell’area di militari della Guardia Civil spagnola e di gendarmi francesi, che si uniranno alla forza internazionale. Il COVI - chiarisce anche la nota - sta già predisponendo tutte le misure necessarie per assicurare la piena operatività del contingente e il successo della missione». In totale i militari europei coinvolti saranno una ventina.

«Si stanno addestrando tutti, anche gli stranieri, a Vicenza e dovrebbero partire con un aereo militare italiano», ha spiegato il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani «Mi auguro che possa, come probabile, esserci anche una presenza della polizia dell’Anp (Autorità Nazionale Palestinese), che guarda caso è anche formata dai nostri Carabinieri», ha aggiunto.


sopra: un operatore al valico prima della sospensione della Missione

La riattivazione della missione EUBAM-RAFAH, conosciuta come European Union Border Assistance Mission, presso il valico di Rafah, è stata approvata dal Comitato Politico e di Sicurezza ed Consiglio Affari esteri dell’Unione Europea.
La missione fu aperta nel novembre 2005 per monitorare, come parte terza, il cruciale valico di Rafah, che unisce la Striscia di Gaza alla Penisola del Sinai, per essere sospesa nel giugno del 2007. In circa due anni i militari e operatori inviati da Bruxelles avevano facilitato il percorso di quasi 450mila persone in entrambi i sensi del valico.

#Armadeicarabinieri #valicodiRafah #Rafah #EUROGENDFOR #EUBAM #EUBAMRAFAH

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Carabinieri italiani al valico di Rafah (Gaza-Egitto)


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I carabinieri italiani partiranno a giorni per partecipare con un ruolo di alto profilo alla missione europea Eubam – Rafah (European Union border assistance mission), in via di allestimento a Rafah, che a sud collega Gaza all’Egitto, uno dei punti più delicati dell’intero teatro bellico. Faranno parte, come hanno spiegato in una nota congiunta il ministri della Difesa Guido Crosetto e degli Esteri Antonio Tajani, di un contingente integrato nella forza di gendarmeria europa (Eurogendfor) insieme ai militari della Guardia civil spagnola e della gendarmeria francese, tutti uomini specializzati nelle operazioni di ordine pubblico e con esperienza internazionale.

I carabinieri in partenza sono stati scelti all’interno della Seconda Brigata mobile che comprende i Reggimenti Tuscania (paracadutisti), Trentino Alto Adige di Laives e il Gorizia. Tutti reparti di pronto impiego, molti dei quali già formati per incarichi all’estero, anche con competenza specifica sul Medio Oriente.

#ArmadeiCarabinieri #Eurogendfor #Rafah #eubamrafah

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FAUNA SELVATICA: I PROGRESSI DEL MALAWI NELLA PROTEZIONE. MA LA BATTAGLIA E' ANCORA LUNGA. ED E' NECESSARIA LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE


In passato abbiamo parlato nel nostro blog della protezione della fauna selvatica e della necessaria cooperazione internazionale in tema di contrasto alla criminalità che si basa sui traffici di specie animali e di loro parti pregiate.

Oggi parliamo di uno Stato africano che soffre molto della ingerenza del crimine in questo delicato settore: il Malawi. Si tratta di uno stato dell'Africa meridionale, senza sbocco sul mare, confinante con Zambia, Mozambico e Tanzania, che vanta Parchi nazionali e riserve naturali, come il Parco Nazionale di Liwonde e il Parco Nazionale di Nyika.

La notizia positiva è che il Malawi ha fatto passi da gigante nella lotta contro la criminalità della fauna selvatica negli ultimi dieci anni.
Secondo un nuovo rapporto del Dipartimento dei Parchi Nazionali e della fauna selvatica e del Lilongwe Wildlife Trust, oltre 600 arresti sono stati effettuati tra il 2017 e il 2023, con oltre 500 condanne e il sequestro di oltre due tonnellate di avorio.
Il numero di casi giudiziari riguardanti il furto e la illecita commercializzazione di avorio è diminuito di anno in anno, con il numero più basso nel 2023, che rappresenta un calo del 67% rispetto al picco del 2017.

I progressi del Malawi sono particolarmente degni di nota data la portata globale del traffico illegale di specie selvatiche, che colpisce ecosistemi, economie e società. L’UNODC World Wildlife Crime Report (2024) (reperibile qui unodc.org/documents/data-and-a…) ha riportato 13 milioni di sequestri di circa 4.000 specie vegetali e animali tra il 2015-2021.

Il Report di UNODC è la Terza edizione del rapporto che analizza il commercio illegale di fauna selvatica. I crimini faunistici danneggiano la conservazione, gli ecosistemi e i diritti delle comunità locali. Nonostante i progressi, il commercio illegale rimane vasto, coinvolgendo oltre 160 paesi. Viene sottolineata l'importanza del coinvolgimento delle comunità locali e dell'evidenza scientifica per affrontare il problema, con l'obiettivo di generare maggiore attenzione e interventi efficaci contro questa industria criminale.

Il "National Parks & Wildlife Act" modificato del Malawi, approvato nel 2017, fornisce maggiori protezioni per la fauna selvatica e sanzioni più forti per i criminali della fauna selvatica, comprese pene detentive fino a 30 anni. Il tasso medio di condanne per le offese di elefante e rinoceronti nel 2023 era del 93%, con il 90% di questi casi che si traduce in una pena detentiva. La pena detentiva media emessa è di 5,5 anni e la pena massima fino ad oggi è di 18 anni.

Tuttavia, la battaglia contro la criminalità della fauna selvatica non è ancora stata vinta. Il traffico di pangolini e il bracconaggio degli elefanti rimangono preoccupazioni, ed è fondamentale che gli animali sequestrati ricevano cure veterinarie e riabilitate.

Il progresso del Malawi nella protezione del suo patrimonio naturale è un viaggio notevole, che comporta il sostegno del governo e di tutti i partner impegnati.



## IL PROGETTO ASSET DI EUROPOL, SEQUESTRARE I BENI CRIMINALI A LIVELLO GLOBALE (COMPRESE LE CRIPTOVALUTE)

Europol ha dato il benvenuto nella sua sede oltre 80 esperti finanziari provenienti da tutto il mondo per partecipare al Progetto A.S.S.E.T. (Asset Search & Seize Enforcement Taskforce), un'iniziativa volta a migliorare il numero di beni criminali sequestrati a livello globale.
In totale, 43 forze dell'ordine di 28 paesi hanno aderito all'operazione, olte ad autorità di organizzazioni internazionali, tra cui Eurojust e Interpol.

Dal 13 al 17 gennaio 2035 scorsi, gli specialisti hanno messo insieme le loro conoscenze e competenze per stabilire un nuovo flusso di lavoro organizzativo per identificare, congelare e sequestrare beni criminali attraverso tutti i mezzi possibili disponibili, inclusa la condivisione delle competenze nell'identificazione delle persone e le nuove modifiche operative emerse negli schemi di riciclaggio di denaro e la pianificazione di azioni congiunte per impadronirsi delle risorse.

Durante l'operazione, gli esperti hanno identificato:

53 immobili, 8 dei quali sono stati valutati 38,5 milioni di EUR;
Oltre 220 conti bancari, di cui uno con un saldo statunitense $5,6 milioni;
15 aziende, oltre 20 yacht e veicoli di lusso, 4 delle quali sono state valutate oltre 600.000 EUR;
83 indirizzi e portafogli per criptovaluta.

Un altro risultato chiave dell'operazione è stato il congelamento di 200 000 EUR in criptovalute.

L'iniziativa è stata organizzata dall'European Financial and Economic Crime Center (EFECC) e supportata dagli specialisti e analisti di Europol in strumenti di recupero patrimoniale, criptovalute, intelligence open source e innovazione.

Burkhard Mühl, il Capo del Centro europeo per il crimine finanziario ed economico (EFECC) ha diciarato: "Questa settimana, la task force Asset Search & Seize Enforcement ha presentato Europol al suo meglio. Riunendo oltre 80 massimi esperti delle forze dell'ordine e del settore privato, abbiamo lavorato come uno per rintracciare, congelare e cogliere i profitti della criminalità organizzata. Insieme, stiamo colpendo i criminali dove fa più male – ai loro portafogli. Mentre avanziamo uniti, il successo è inevitabile".

Obiettivo: sequestrare beni criminali ...

Il sequestro di beni acquisiti penalmente è estremamente basso in tutto il mondo. Si stima che le forze dell'ordine riescano a togliere solo un frammento di beni criminali dalle mani dei criminali, inferiore al 2% dei proventi annuali stimati della criminalità organizzata. Il restante 98% fornisce il carburante per il proseguimento e l'espansione delle attività criminali organizzate. Negli immobili in particolare sono riciclati i profitti illeciti –e non tassati – (41%).

Le forze dell'ordine in tutti gli Stati membri dell'UE e oltre stanno già istituendo azioni comuni per aumentare il numero di beni criminali recuperati. Recenti operazioni importanti sono buoni esempi di questa cooperazione internazionale per l'applicazione della legge per aumentare i sequestri.

Sulla base dei risultati di recenti indagini, Europol ha sostenuto le autorità di sei paesi nel reprimere i banchieri sotterranei che stavano riciclando i proventi del traffico di droga su larga scala e altri reati gravi. Uno dei risultati di maggior successo di questa operazione è stato il sequestro di 27 milioni di euro nelle sole criptovalute.

... attraverso un'azione comune

Il progetto A.S.S.E.T è un passo decisivo compiuto dagli Stati membri dell'UE e da altri terzi verso la definizione delle priorità delle indagini finanziarie, una delle aree in cui Europol si sta concentrando per affrontare con successo i migliori criminali.

Inoltre, la nuova direttiva sul recupero e la confisca dei beni, entrata in vigore nel 2024 (eur-lex.europa.eu/legal-conten…), diventerà uno strumento importante nella confisca di questi beni criminali. Fornisce nuovi poteri agli Uffici di recupero delle attività per congelare in modo efficiente le risorse quando richiesto e per agire immediatamente per preservare la proprietà fino a quando non viene emesso un ordine di congelamento. La direttiva è stata accolta con favore da molti, in quanto si ritiene possa contribuire a indebolire le organizzazioni criminali privandole dei loro proventi illeciti. Tuttavia, ci sono state anche alcune critiche, in particolare sulla necessità di garantire adeguate tutele dei diritti individuali durante i procedimenti di confisca. (Approfondisci qui sistemapenale.it/it/scheda/fin…)

L'iniziativa esemplifica il modo in cui Europol mira a rafforzare la lotta contro ogni forma di grave criminalità internazionale e organizzata riunendo i partner pertinenti. A questo proposito, un elemento cruciale del Progetto A.S.S.E.T. è la partecipazione di attori finanziari del settore privato, in particolare organizzazioni del settore bancario e di scambi di criptovaluta.

Il partenariato pubblico-privato tra Europol e il settore finanziario è una priorità per le forze dell'ordine: a dicembre Europol ha ospitato una pietra miliare plenaria affrontare le questioni chiave in materia di criminalità finanziaria e intelligence, che si è conclusa con il lancio di un nuovo flusso di lavoro.

Il Progetto A.S.S.E.T. è supportato dalla rete @ON , finanziata dalle Commissioni dell'UE, guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia italiana (DIA).

#ProjectASSET #EUROPOL #Rete@ON #RETEONNET #dia
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La nuova fase del Progetto SIRIUS di Europol


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SIRIUS è la piattaforma web sicura per le forze dell'ordine, focalizzata su crimine online e terrorismo. I suoi obiettivi consistono nella condivisione di informazioni, strumenti e best practices per indagini più efficaci, attaverso linee guida, corsi di formazione, supporto per accesso a prove elettroniche.
La collaborazione nel suo ambito si sviluppa attraverso riunioni biennali con esperti ed anche con partner tecnologici commerciali, quali ad esempio Facebooke e Google.
La Fase 3 è stata avviata nel gennaio 2025,e mira a migliorare ulteriormente la cooperazione tra pubblico e privato. L' espansione del progetto prevede la cooperazione con oltre 50 paesi, con un focus su criminalità organizzata e terrorismo.
D'altronde, l'adozione di una nuova legislazione a livello dell'UE, insieme a importanti accordi internazionali come il secondo protocollo aggiuntivo alla convenzione di Budapest (eur-lex.europa.eu/IT/legal-con…) e il progetto di testo concordato per una convenzione delle Nazioni Unite sulla criminalità informatica (onuitalia.com/2024/08/10/onu-a…), stanno rimodellando il panorama giuridico e operativo che circonda le prove elettroniche.
In questo ambiente difficile, SIRIUS si è affermato come un centro di eccellenza nel campo dell'accesso transfrontaliero alle prove elettroniche nell'UE.

Per saperne di più: europol.europa.eu/media-press/…

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

#SIRIUS #Europol #UE #EU #criminalitàinformatica #cybercrime #proveelettroniche



INTERPOL ha emesso la prima Silver Notice


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Un nuovo strumento per tracciare e sequestrare i proventi illeciti delle organizzazioni criminali transnazionali, la prima Silver Notice è stata richiesta dalle autorità italiane.

La Silver Notice ha lo scopo di intercettare e recuperare beni illeciti, principalmente in Asia e Sud America, relativi a un programma di riciclaggio di denaro del valore di oltre 500 milioni di euro.

Il progetto Silver Notice è stato proposto dall'Italia all'Assemblea Generale dell'INTERPOL del 2022 ed è stato istituito un gruppo di lavoro guidato da un colonnello della Guardia di Finanza italiana per definirne la portata e il funzionamento. - Si tratta dell’ultima aggiunta alla suite di avvisi e diffusioni codificati a colori dell’Organizzazione, che consente ai paesi di condividere avvisi e richieste di informazioni in tutto il mondo. Viene lanciato come parte di una fase pilota che coinvolge 52 paesi e territori, che durerà almeno fino a novembre 2025.

La Silver Notice sarà utilizzata per condividere informazioni a supporto di vari tipi di recupero dei beni, compresa la confisca basata su condanna e non basata su condanna, e può includere richieste di esecuzione di ordini di sequestro o confisca.

L'iniziativa rientra nel “Modello” italiano di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata transnazionale attraverso il targeting dei patrimoni illeciti, come sottolineato dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza italiano.



CHI LE CONOSCEVA? PROSEGUE L'OPERAZIONE "IDENTIFYME" DI INTERPOL. I QUATTRO CASI ITALIANI


Ha conseguito un primo risultato l'operazione "Identify Me" di INTERPOL, lanciata l'8 ottobre 2024 da INTERPOL e da sei nazioni aderenti alla organizzazione internazionale di polizia (Italia compresa) che mira a riaprire 46 cold cases (ora 45) per la identificazione di altrettante donne assassinate o morte in circostanze sospette, nel tentativo di identificarne i resti.

Ne avevamo parlato qui: savmrl.it/r/QAYD0 .

L'identificazione raggiunta riguarda Rita Roberts, una donna britannica, che è stata riconosciuta ben 31 anni dopo essere stata assassinata in Belgio. Un membro della famiglia ha individuato il suo tatuaggio grazie alla copertura mediatica data all'iniziativa.

L'occasione è utile per ricordare i quattro casi "italiani":
- Il corpo della donna trovato il 25 maggio 2008 nel fiume Po, nel comune di Carbonara di Po (Mantova) in località Boscone. Il suo corpo era avvolto in tre sacchi di nylon neri. Possibile origine est europea. (interpol.int/What-you-can-do/I…);
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- Il corpo della donna trovato in una zona boschiva ad Asso, Como, il 23 gennaio 2004. Portava un orologio verde Swatch (modello 1994 vintage Swatch Gent Minareth GG126). (interpol.int/What-you-can-do/I…)
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- Il corpo della donna trovato il 14 giugno 2001 dentro una scatola di cartone in Via dei Fregoso, a Genova. La donna potrebbe essere originaria del Sud America. Aveva tre piercing in ogni lobo dell'orecchio. Aveva ingerito capsule contenenti cocaina. La sua morte è stata causata dalla rottura di una delle capsule. (interpol.int/What-you-can-do/I…)
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- Il corpo della donna trovato il 13 novembre 2007 in Via di Cavagliano, a Prato. Fu trovata impiccata a un albero in un parco. I seguenti oggetti sono stati rinvenuti in una borsa appesa vicino al corpo della donna: Mappa di Vancouver, Canada, su cui era stato cerchiato il Victoria Conference Centre, con le parole: "Conference 2427 Sept". La conferenza FOSS4G (Free and Open Source Software for Geospatial) si è tenuta lì dal 24 al 27 settembre 2007. Mappa dell'aeroporto di Copenaghen. Copia della rivista "Scientific American" con una richiesta di abbonamento relativa a un indirizzo postale a Payson, Arizona, Stati Uniti. Articolo sull'uso dei laser in dermatologia, con un indirizzo a Cambridge, Regno Unito, scritto sul retro. Pagine di una rivista con una fotografia della famiglia reale danese
Un'etichetta per bagaglio della Scandinavian Airlines (SAS). (interpol.int/What-you-can-do/I…)
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#identifyme #interpol
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La nuova Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità informatica


L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità informatica il 24 dicembre 2024. (immagine sottostante)

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Questo trattato storico mira a rafforzare la cooperazione internazionale nella prevenzione e nella lotta alla criminalità informatica e a proteggere le società dalle minacce digitali.
La Convenzione è il primo trattato di giustizia penale internazionale negoziato in oltre 20 anni e segna una vittoria per il multilateralismo. Crea una piattaforma per la collaborazione nello scambio di prove, nella protezione delle vittime e nella prevenzione, salvaguardando al contempo i diritti umani online.
La Convenzione riconosce i rischi posti dall'uso improprio delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e si concentra sulla protezione degli individui e della società da reati quali terrorismo, tratta di esseri umani, traffico di droga e reati finanziari online.
Con oltre due terzi della popolazione mondiale che utilizza Internet, la criminalità informatica rappresenta una minaccia crescente, sfruttando i sistemi digitali tramite malware, ransomware e hacking. La Convenzione affronta questo problema consentendo risposte più rapide e meglio coordinate e facilitando indagini e azioni penali. Affronta inoltre specificamente la violenza sessuale contro i bambini commessa con le ICT e incoraggia il supporto alle vittime e migliori strategie di prevenzione.
La Convenzione sarà aperta alla firma ad Hanoi, in Vietnam, nel 2025 ed entrerà in vigore 90 giorni dopo essere stata ratificata da 40 firmatari.
La Convenzione (in inglese) è reperibile in pdf a questo indirizzo: documents.un.org/doc/undoc/gen…

#cybercrime #NazionUnite #UnitedNations #ONU #Convenzionesulcybercrime
@Informatica (Italy e non Italy 😁)



SAHEL, CRISI SENZA FINE. IL RUOLO DELLA CRIMINALITA' ED IL CONTRASTO INTERNAZIONALE


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La regione del Sahel, che ospita oltre 300 milioni di persone tra Burkina Faso, Camerun, Chad, Gambia, Guinea, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, sta affrontando una crisi dovuta a insicurezza cronica, shock climatici, conflitti, colpi di stato e all'ascesa di reti criminali e terroristiche.
Circa 40 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, in continuo aumento negli anni.
La sicurezza della regione è una preoccupazione dal 2011, con l'intervento militare guidato dalla NATO in Libia che ha portato a una continua destabilizzazione. I gruppi armati ora controllano ampie fasce della Libia, che è diventata un centro di traffico.
Inoltre vi è stato un crescente risentimento verso l'influenza e il ruolo della Francia nella regione, con alcuni paesi del Sahel che hanno scelto di allontanarsi dalla presenza militare francese. Il tutto conferma un profondo malcontento verso decenni di sfruttamento, povertà e dominio straniero. Emerge quindi l'esigenza di trovare soluzioni di governance più locali e inclusive.

Il traffico di medicinali è spesso mortale, con 500.000 africani subsahariani uccisi ogni anno.
Il carburante è un'altra merce trafficata da gruppi terroristici, reti criminali e milizie locali.
Per combattere i traffici e altre minacce in evoluzione, è stata costituita una piattaforma di coordinamento internazionale che riunisce 27 organizzazioni e paesi con il supporto dell'ONU: la Forza congiunta del Gruppo dei cinque per il Sahel (G5 Sahel). L'assetto militare di questa organizzazione è penalizzato per il dispiegamento limitato e l'equipaggiamento militare limitato e contrasta con difficoltà l'aumento dei rischi militari dovuti ai militanti islamici armati. Questi problemi logistici ostacolano le operazioni antiterrorismo efficaci e sono limitati da fattori climatici come la pioggia. Le forze jihadiste sono state in grado di espandere le loro azioni e lanciare nuovi attacchi nella regione del Sahel, destabilizzando le comunità locali, causando conflitti tra le forze militari e generando panico. Comunque, la cooperazione transfrontaliera e le misure repressive contro la corruzione sono in aumento, con le autorità nazionali che hanno sequestrato tonnellate di merci di contrabbando e misure giudiziarie che smantellano le reti.

L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) è un attore di primo piano negli sforzi per rafforzare la sicurezza fermando i tentativi di traffico. I nuovi rapporti dell'UNODC mappano gli attori, i facilitatori, le rotte e l'ambito del traffico, rivelano fili conduttori tra instabilità e caos e forniscono raccomandazioni per l'azione. La corruzione è uno dei fili conduttori e l'azione giudiziaria e il sistema carcerario devono essere impegnati per combattere la criminalità organizzata.

Nel 2020, ad esempio, KAFO II, un'operazione UNODC-INTERPOL, ha bloccato con successo una rotta di rifornimento terroristica diretta al Sahel, ed è stato sequestrato una grande quantità di bottino di contrabbando: 50 armi da fuoco, 40.593 candelotti di dinamite, 6.162 proiettili, 1.473 chilogrammi di cannabis e khat, 2.263 scatole di droga di contrabbando e 60.000 litri di carburante.

INTERPOL ha assistito i paesi del Sahel nel migliorare la gestione e il controllo delle frontiere. Ciò include l'installazione di sistemi di controllo e la formazione del personale di frontiera sull'utilizzo delle banche dati INTERPOL. Nel contrasto al traffico di esseri umani INTERPOL ha coordinato operazioni congiunte per smantellare le reti di traffico di esseri umani nella regione. Ad esempio, l'Operazione Epervier nel 2018 ha portato all'arresto di 40 trafficanti e al salvataggio di oltre 500 vittime. Riguardo alla formazione e sviluppo delle capacità INTERPOL organizza regolarmente corsi di formazione per le forze di polizia dei paesi del Sahel, concentrandosi su tematiche come investigazioni, intelligence e gestione delle frontiere.

#sahel #INTERPOL #UNODC
@Politica interna, europea e internazionale



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Recentemente #Europol ha rilasciato la annuale relazione dell'Unione europea sul terrorismo e le sue tendenze.
(EU TE-SAT) 2024 è una panoramica della situazione, che presenta dati e tendenze nel panorama del terrorismo nell'UE nel 2023, sulla base di dati qualitativi e quantitativi forniti dagli Stati membri su attacchi terroristici, arresti e decisioni giudiziarie emesse per reati terroristici.
Europol pubblica ogni anno il #TE-SAT dell'UE con l'intento di informare i politici, le forze dell'ordine e il pubblico in generale.
TE-SAT mira a proteggere la sicurezza pubblica e a far progredire la stabilità regionale, permettendo all'UE di continuare a rispondere al terrorismo in modo efficiente e di rendere l'Europa più sicura.

La relazione contiene anche informazioni su arresti e condanne per il terrorismo, nonché sui cambiamenti nella legislazione nazionale.
Analizza inoltre casi specifici, attività e attività estremiste violente.
Nel 2023 sono stati commessi 120 attacchi terroristici in 7 Stati membri dell'UE, con la maggior parte degli attacchi perpetrati da separatisti e da anarchici insurrezionalisti.
Sono stati registrati 14 attacchi terroristici jihadisti, con sei vittime e due morti.
426 persone sono state arrestate per il terrorismo in 22 Stati membri dell'UE, con la maggior parte degli arresti legati al terrorismo jihadista.
La relazione sottolinea la crescente minaccia del terrorismo jihadista, che ha posto in pericolo la sicurezza dell'UE e ha fornito un terreno fertile per la propaganda e la radicalizzazione. La relazione sottolinea inoltra la crescente influenza delle ideologie radicali antistataliste, anticapitalismo, ma anche delle narrazioni legate al clima.

Europol (2024), European Union Terrorism Situation and Trend Report, Publications Office of the European Union, Luxembourg.

La sintesi della Pubblicazione in italiano è reperibile qui:
europol.europa.eu/cms/sites/de…

#UETE-SAT #EUTE-SAT
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VIOLENZA DI GENERE NELL'UNIONE EUROPEA


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Recentemente Eurostat (l'Ente dell'Unione Europea deputato alle statistiche) ha rilasciato il sondaggio sulla violenza di genere, con la collaborazione dell'Agenzia dell'Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) e dell'Istituto Europeo per l'Uguaglianza di Genere (EIGE). Lo scopo è quello di raccogliere dati per migliorare la protezione e il supporto alle vittime.
I risultati appaiono piuttosto preoccupanti: su un campione di 114.023 donne intervistate nei 27 Stati membri dell'UE, ben il 30,7% ha subito violenza fisica o sessuale. In particolare il 17,7% ha subito violenza da un partner mentre il 20,2% ha subito violenza da un altro individuo.
Con riguardo alle molestie sessuali sul lavoro ben il 30,8% ne ha subite.

Il sondaggio ha incluso vari tipi di violenza fisica, tra cui: le mere minacce e l'agire dal soggetto attivo in modo doloroso; lo spingere, strattonare o tirare i capelli; il colpire con oggetti o schiaffeggiare; il picchiare con oggetti, o calciare.

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(percentuale per Stato di donne che hanno subito violenze dal proprio partner)

Il sondaggio ha incluso altresì vari tipi di violenza psicologica, tra cui l' umiliazione o il denigrare, tenere comportamenti controllanti da parte del partner, ovvero minacce di danneggiare i figli o di farsi del male se il partner lo lascia.

Vengono riportate anche le diverse attività che le Autorità di contrasto possono esercitare, tra cui il monitoraggio e valutazione, ovvero raccogliere e analizzare dati sulla violenza di genere per identificare tendenze e aree critiche, inoltre la formazione e sensibilizzazione, che consiste nell'offrire corsi di formazione per professionisti e campagne di sensibilizzazione per il pubblico, ed infine il supporto alle vittime, cioè fornire risorse e assistenza legale per le vittime di violenza di genere.

Anche la cooperazione di polizia tra gli Stati dell'UE può essere esercitata, attraverso lo scambio di informazioni, ovvero la condivisione di dati e intelligence relativi a casi di violenza di genere per migliorare le indagini; operazioni congiunte, cioè collaborazione in operazioni di polizia per affrontare crimini transnazionali legati alla violenza di genere e soprattutto formazione congiunta, cioè programmi di formazione per le forze di polizia su come gestire casi di violenza di genere in modo efficace e sensibile.

Il documento (in inglese) è scaricabile qui
fra.europa.eu/sites/default/fi…

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CARABINIERI CINOFILI IN IRAQ


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In questi giorni, alcuni Carabinieri del Centro Cinofili di Firenze sono impegnati in Iraq in una attività formativa a favore della Direzione Anti Narcotici e Sostante Psicoattive del Ministero dell'Interno iracheno, nell'ambito del progetto EU-ACT finanziato dall'Unione Europea.

EU-ACT 2 è un progetto di cooperazione che fornisce sostegno ai paesi terzi nella lotta alla criminalità organizzata, migliorando le loro capacità di affrontare le minacce dal punto di vista dello stato di diritto. Questa iniziativa fa parte del Programma dell’UE per contrastare i flussi illeciti globali (GIFP). Con un budget di 13 milioni di euro, attivo da giugno 2023 a maggio 2027, il progetto è finanziato dalla Commissione Europea attraverso il Servizio per gli Strumenti di Politica Estera (FPI) ed è realizzato attraverso la collaborazione tra FIIAPP (Spagna), CIVIPOL (Francia) e l'Arma dei Carabinieri (Italia).

L’obiettivo dell’UE-ACT 2 intende contribuire alla lotta contro la criminalità organizzata e il traffico illecito lungo le “rotte dell’eroina” dall’Afghanistan all’Europa, concentrandosi su aree geografiche critiche come l’Asia meridionale e centrale, l’Africa orientale, il Caucaso e il Medio Oriente. L’intervento è inoltre in linea con i piani operativi di Europol, con particolare attenzione all’alta reti criminali a rischio (HRCN) e traffico di stupefacenti come l’eroina e le nuove droghe sintetiche (SYD-NPS).

Gli esperti del progetto agiscono per rafforzare le capacità delle autorità di polizia e giudiziarie dei paesi beneficiari nella conduzione di operazioni e indagini congiunte, migliorare le competenze nel perseguire i casi di criminalità organizzata,
e promuovere una cooperazione transnazionale più efficace tra le autorità competenti, in linea con gli standard internazionali e i diritti umani.

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Il Centro Carabinieri Cinofili, con sede in Firenze, è stato istituito l’8 novembre 1957 con il compito di assicurare l’addestramento del personale e dei quadrupedi in forza al Servizio Cinofili dell’Arma, per il loro impiego nei servizi preventivi e in operazioni di polizia giudiziaria, di ricerca e di soccorso. Svolge, inoltre, funzioni di indirizzo tecnico-addestrativo a favore di tutte le unità cinofile dell’organizzazione territoriale/forestale, attività di sperimentazione di nuove razze canine, di metodologie addestrative e di materiali di equipaggiamento, nonché la formazione di personale delle forze armate e di polizia, nazionali e straniere, che ne facciano richiesta.

#ArmadeiCarabinieri #iraq #carabiniericinofili #EU-ACT #europol

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Questa voce è stata modificata (4 mesi fa)


DIFENDERE LE SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE. LA CONVENZIONE CITES ED I CARABINIERI FORESTALI


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La recente presentazione del Calendario CITES dei carabinieri Forestali che si occupano di tale materia, fornisce l'occasione per tornare a parlare di questo particolare servizio, non conosciuto da molti, che ha importanti ricadute in ambito di cooperazione internazionale tra forze di polizia.
Nel 1973, nell'ambito delle attività dell'ONU per l'ambiente, 80 paesi firmarono a Washington la Convenzione CITES (Convention on International Trade of Endangered Species) per la tutela della biodiversità, attraverso il controllo del commercio di specie di flora e fauna, rischio di estinzione o particolarmente vulnerabili.
Entrata in vigore il 1° luglio 1975, oggi conta ben 183 paesi, quasi la totalità dei componenti della comunità internazionale. Anche l'Italia quale paese membro, si è dotata di una specifica normativa, che è la legge 150 del 1999.
L’Arma dei carabinieri ha un ruolo da protagonista, quale co–Autorità di gestione.
Il commercio illegale delle specie selvatiche (wildlife traffic) è uno dei traffici illeciti più importanti al mondo, dopo quello di droga, armi ed esseri umani, ed è un fenomeno per sua natura transnazionale, che per essere contrastato richiede la collaborazione di organismi, autorità, organizzazioni governative e non–governative (ONG), per la raccolta delle informazioni, la loro disseminazione, lo scambio di esperienze, di tecniche investigative e di intelligence. Per questa ragione, su tutto il territorio nazionale sono dislocati oltre 50 uffici CITES che rilasciano mediamente circa 80.000 certificati che consentono l'importazione dopo verifiche all'anno, riguardanti animali riprodotti in cattività, ma anche zanne ed oggetti in avorio di elefante, articoli in pelle di rettile, tessuti e pellicce pregiati, piante ornamentali, legname e prodotti derivati dal legno.

Un’altra importante funzione del Servizio CITES è quello di educare alla legalità e sensibilizzare i cittadini, tra i quali vi sono anche viaggiatori e turisti.

L’Italia è un Paese di destinazione, si pensi ad esempio alla importazione illegale di pappagalli tropicali, ma va al riguardo sottolineato come sia anche Paese di origine del traffico: vi sono gruppi criminali coinvolti nella raccolta di nidi e nel traffico di specie di uccelli in via di estinzione (cardellini, verzellini ed altri), il cui mercato principale sono i Paesi europei. Cavallucci marini e i cetrioli di mare invece, raccolti lungo gli habitat costieri italiani, sono specie trafficate verso mercati cinesi.

Il video di presentazione del Calendario si può vedere qui
materialious.nadeko.net/search…

@Notizie dall'Italia e dal mondo



Contrasto internazionale alla «dark fleet»: c'è chi suggerisce di impiegare Carabinieri e Guardia di Finanza per combattere gli armatori che aiutano la Russia ad eludere le sanzioni


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La «dark fleet» (letteralmente Flotta Oscura) è una rete di navi e armatori che aiuta la Russia a eludere le sanzioni occidentali trasportando petrolio e altri beni, ponendo una sfida all’applicazione del regime delle sanzioni (maritime-professionals.com/the…).

Recentemente un rapporto del think thank Usa Atlantic Council esalta le forze di polizia italiane, che hanno le competenze più indicate al mondo per smascherare gli armatori ombra. Il rapporto (atlanticcouncil.org/in-depth-r…) suggerisce che i governi occidentali dovrebbero sfruttare forze investigative come i Carabinieri italiani e la Guardia di Finanza per scoprire le vere strutture proprietarie di queste navi.
Una volta individuate, misure come negare il visto ai proprietari e alle loro famiglie dovrebbero essere utilizzate come deterrente.

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Il coinvolgimento di Carabinieri e la Guardia di Finanza italiani viene presentato come una potenziale soluzione per i governi occidentali che cercano di affrontare questo problema.

Ad esempio l’UE sta valutando un nuovo pacchetto di sanzioni che consentirebbe agli Stati membri del Mar Baltico di ispezionare il carico e i documenti delle navi, comprese le petroliere, nelle loro acque.
Il Regno Unito ha iniziato a richiedere dati assicurativi alle navi che transitano lungo la sua costa meridionale.
Viene inoltre suggerito che un’agenzia europea dedicata istituisca un sistema di tracciamento per la flotta oscura.
Altra misura potrebbe essere fare pressione sui registri delle “bandiere di comodo”.

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Il rapporto rileva che, dietro le quinte, i governi occidentali hanno cercato di fare pressione su alcuni stati affinché si astenessero dal registrare le navi della «flotta oscura», ma questi sforzi non hanno avuto successo.
Il rapporto chiede quindi un maggiore impegno da parte degli stati costieri per contrastare queste “bandiere di comodo” utilizzate dalla «flotta oscura».
Oltre il 20% delle navi della «flotta oscura» si sono rifiutate di utilizzare i piloti durante l’attraversamento dello stretto danese, il che è visto come un modo per evitare controlli.
Incoraggiare l'utilizzo dei piloti invocando i principi di "buona condotta marittima" viene suggerito come potenziale deterrente.
L’obiettivo generale è aumentare la trasparenza ed il monitoraggio della «flotta oscura» per ostacolare la sua capacità di aiutare la Russia a eludere le sanzioni.


Il rapporto avverte inoltre che, man mano che la flotta oscura continua a operare e a crescere, emergerà un settore marittimo alternativo che minaccia non solo le singole navi e gli stati costieri, ma il funzionamento dell’ordine marittimo globale.

@Politica interna, europea e internazionale



La rete antimafia @ON si riunisce a Roma


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Recentemente a Roma, presso il Centro Operativo DIA, si è tenuto un meeting della Rete @ON (Antimafia Operational Network) con i rappresentanti delle Forze di Polizia di Belgio, Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna ed EUROPOL che unitamente, all’Italia rappresentano il Core Group del Network.

La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) sostiene con impegno l’azione di contrasto internazionale alle mafie, anche attraverso una mirata attività di cooperazione di Polizia per il contrasto del fenomeno transnazionale delle più pericolose organizzazioni criminali.

Il recente evento romano riveste un particolare valore simbolico in quanto ricaduto a 10 anni esatti dall’istituzione della Rete @ON, con la risoluzione del 4 dicembre 2014 del Consiglio dell’Unione Europea, promossa dalla DIA, quale risultato del Dipartimento della Pubblica Sicurezza nel corso del Semestre di Presidenza italiana di turno.

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Lo scopo della Rete @ON è quello di rafforzare la cooperazione delle Forze di Polizia contro i principali gruppi della criminalità organizzata, anche di tipo mafioso, che hanno un impatto sulla sicurezza dei cittadini europei.

I gruppi criminali sottoposti ad attenzione sono italiani, di etnia albanese, euroasiatici, bande di motociclisti, ma anche quelli emergenti (Moccro Maffie, nigeriane ed altre) che pongono un serio rischio per la sicurezza e l’economia dell’UE.

La DIA ha promosso, ottenuto e gestito – quale leader dell’iniziativa – progressivi finanziamenti della Commissione UE per sostenere le attività operative delle 51 Agenzia di Polizia che aderiscono al Network in rappresentanza di 44 Paesi.

Ad oggi il Network sta supportando le Unità investigative partner in 216 investigazioni e ha finanziato 617 missioni in favore di oltre 2.500 investigatori che hanno portato all’arresto di 1.068 persone, inclusi 15 latitanti oltre al sequestro di circa 271 milioni di euro, droga, veicoli, beni di lusso ed armi.



22 milioni di utenti in tutto il mondo per streaming illegali. Smantellata organizzazione operante anche in Italia


Entriamo nei dettagli di una notizia ampiamente ripresa da organi di informazione in Italia.
Le autorità hanno smantellato una rete di streaming illegale, chiudendo uno dei più grandi servizi di questo tipo nel mondo. #Eurojust ed #Europol hanno sostenuto l'operazione, che ha comportato la cooperazione tra autorità italiane, croate, olandesi, rumene, svedesi, svizzere e britanniche. In un'operazione su larga scala, sono state condotte oltre 100 perquisizioni contro 102 sospetti. Undici sospetti sono stati arrestati in Croazia.

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Gli indagati hanno distribuito illegalmente materiale dai servizi di streaming online, inclusi film e serie. Hanno anche piratato oltre 2 500 canali televisivi come i canali sportivi. Il servizio illegale ha servito oltre 22 milioni di utenti in tutto il mondo. Sono stati in grado di realizzare oltre 250 milioni di euro di profitti illegali al mese. I danni economici ai titolari del copyright del materiale sono stimati in 10 miliardi di euro.

Per eludere le autorità, gli indagati hanno presumibilmente utilizzato servizi di messaggistica crittografata per comunicare e false identità per registrare numeri di telefono, carte di credito, noleggi di server e abbonamenti televisivi. Il 26 novembre, durante un'operazione internazionale, i server che ospitavano lo streaming illegale sono stati sequestrati e chiusi, interrompendo i servizi.

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La collaborazione tra le autorità è stata istituita presso Eurojust per eliminare il servizio di streaming. Le riunioni di coordinamento presso la sede di Eurojust hanno consentito alle autorità di Italia, Croazia, Paesi Bassi, Romania, Svezia, Svizzera e Regno Unito di collaborare alle indagini e pianificare l'operazione per chiudere il servizio e arrestare gli indagati. Europol ha sostenuto l'operazione implementando esperti e analizzando l'intelligence disponibile durante la fase dell'indagine.

La cooperazione tra le autorità è culminata in un'operazione congiunta per la chiusura dei servizi il 26 novembre. Durante le perquisizioni in Italia, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera, Romania, Croazia, Regno Unito e Cina, sono stati sequestrati oltre 1,6 milioni di Euro in criptovaluta e 40 000 Euro in contanti. La polizia croata ha arrestato 11 sospetti.

Oltre al crimine di proprietà intellettuale (infrazione al diritto d'autore), ci sono indizi di ulteriori crimini, come il riciclaggio di denaro e la criminalità informatica.

L'autorità coinvolta nelle attività per l'Italia è stata la Procura della Repubblica Catania

#proprietàintellettuale
#dirittodautore

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SIGARETTE DI CONTRABBANDO. SCOPERTE FABBRICHE CLANDESTINE. COINVOLTA ANCHE L'ITALIA


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Eurojust, Europol e le autorità di 10 paesi hanno scovato un gruppo criminale che gestiva un intricato schema di traffico di sigarette.
Le autorità hanno scoperto un gruppo polacco attivo nel traffico di sigarette e le indagini hanno collegato una fabbrica di sigarette contraffatte in Francia a un altro gruppo criminale internazionale coinvolto nell'operazione.
Quindici sospettati sono stati arrestati in un'operazione congiunta che ha coinvolto cinque paesi.

Il gruppo è stato scoperto dopo essere stato sorpreso a importare grandi quantità di tabacco nel paese senza avvisare le autorità doganali. Il tabacco importato dal gruppo criminale era nascosto come tabacco di scarto. Dopo essere entrato nell'Unione Europea, è stato trasportato in magazzini doganali in Belgio, Spagna e Italia, da dove è stato portato in Germania, Francia, Belgio e Paesi Bassi per essere prodotto e venduto come sigarette. Le autorità francesi hanno scoperto che il tabacco illegale entrava nel paese nascosto in riviste.

Le autorità hanno presto scoperto che gli impianti di produzione di sigarette sparsi in Europa erano collegati. Le indagini hanno rivelato che la stessa organizzazione criminale era responsabile dell'istituzione di queste fabbriche. Il gruppo ha gestito un'operazione sofisticata attraverso più entità. Una in Bulgaria era responsabile del trasporto di materiali diversi dal tabacco come filtri, cartine e adesivi in ​​Grecia e Italia. Un'altra entità in Polonia era specializzata nella logistica e nel trasporto di tabacco e sigarette contraffatte. Il gruppo ha reclutato individui in tutta Europa, tra cui pregiudicati.

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Per smantellare l'organizzazione, è stata istituita una squadra investigativa congiunta (#JIT #SIC) che ha coinvolto autorità francesi, italiane e polacche presso #Eurojust. Durante l'indagine, le autorità sono state in grado di intercettare diverse spedizioni di tabacco tagliato illegalmente, per un totale di oltre 50.000 kg. Nel frattempo, sono state chiuse diverse linee di produzione e sono state sequestrate milioni di sigarette contraffatte. Il valore dei beni sequestrati durante l'operazione è stimato in 13 milioni di euro.

Lo smantellamento della rete del traffico di sigarette è culminato in un'operazione congiunta in sei paesi il 19 novembre, ed è proseguito in Francia il 20 novembre. Sono stati arrestati 15 sospettati, 2 in Bulgaria, 4 in Francia, 1 in Germania, 4 in Grecia e 4 in Polonia. Le perquisizioni in Italia hanno portato al sequestro di 46.000 euro, telefoni cellulari, documentazione e tabacco.

Il coordinamento tra le autorità tramite Eurojust ed #Europol è stato fondamentale per il successo dell'operazione. Il team investigativo congiunto istituito presso Eurojust ha garantito lo scambio di prove e informazioni e lo svolgimento di operazioni congiunte.

Per l'Italia sono stati coinvolti Procura della Repubblica di Bergamo; Reparto operativo dei Carabinieri di Bergamo; Unità economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bergamo.



ANCORA CONFERME SUL TRAFFICO DI DROGA ALBANIA-ITALIA: MAXI OPERAZIONE. COCAINA VIAGGIAVA DAL SUD-AMERICA FUSA NELLE PELLI DI BESTIAME


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Nei giorni scorsi in Albania si è conclusa un'operazione anti-droga con la scoperta di un sofisticato laboratorio di cocaina situato nel villaggio di Qerekë, a nord di Tirana, mentre sono stati arrestati 10 membri della rete del narcotraffico, tre dei quali cittadini stranieri (due venezuelani ed una colombiana), che sembravano avere il ruolo di "chimici" nella lavorazione della droga, e sette albanesi.

La droga entrava in Albania fusa nelle pelli del bestiame, per essere poi lavorata per l'estrazione di stupefacenti.

L'operazione è stata realizzata su richiesta di SPAK, la Procura Speciale contro il Crimine Organizzato albanese, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria e la Guardia di Finanza di Reggio Calabria.

I membri del gruppo criminale organizzato albanese gestivano il trasporto di cocaina dall'America Latina attraverso l'Italia all'Albania, da dove veniva trafficata in diversi paesi europei.

Nel 2023, la Procura speciale albanese contro la criminalità organizzata (SPAK) ha avviato un'indagine sulla rete. Questa indagine ha rivelato che la rete era coinvolta in un vasto traffico di droga dall'America Latina attraverso i porti europei, con l'Albania come porta d'accesso al più ampio mercato europeo della droga.

Il laboratorio sequestrato lavorava farmaci per la vendita all'ingrosso in tutta Europa. "Attualmente, è in corso una valutazione del volume totale del traffico di droga e del valore delle vendite all'ingrosso", ha dichiarato #Eurojust, che ha fornito la propria collaborazione.

Oltre al laboratorio, sono stati sequestrati: 50 tonnellate di materie prime per nascondere potenzialmente gli stupefacenti; più di 6 chilogrammi di cocaina; quasi 90 libbre di materiali solidi per la miscelazione di droghe e 50 libbre di liquidi per la preparazione di cocaina all'ingrosso; attrezzature di laboratorio, come virgola, acetone, tester per vetro, materiali chimici, microonde e sacchetti per imballaggio; oltre 50.000 euro in contanti in diverse valute; carte bancarie e telefoniche, nonché vari dispositivi di comunicazione mobile; sei veicoli.

Nelle loro prime testimonianze uno dei sudamericani arrestati ha affermato: "sono venuto in Albania per un trapianto di capelli", mentre l'altro straniero ha dichiarato di essere venuto per acquistare abiti usati, in quanto ha detto di essere un commerciante.

In particolare il carico di settembre scorso, che secondo dati non ufficiali è passato attraverso il porto di Durazzo, è stato prima immagazzinato in una struttura a Durazzo e poi trasportato nell'appartamento di un giovane nel villaggio di Qereke, a Nikla. Vi venivano portati anche i “maestri” latini, che avevano il compito di separare la sostanza stupefacente dal resto del carico.


Secondo i dati della Procura speciale sono 850 le pelli bovine salate in cui era nascosta la cocaina. Gli investigatori albanesi, in collaborazione con partner stranieri, sapevano che sarebbero stati caricati su container nei paesi dell’America Latina e arrivati ​​via mare al porto di Durazzo.

Secondo la #SPAK, una spedizione è entrata a settembre e l'altra a novembre. Si sospetta che entrambi i carichi ammontassero a 48 tonnellate, mentre non è ancora noto quanto sia la sostanza e quanto sia il resto del carico.
Secondo il gruppo investigativo, 4 dei 7 albanesi arrestati sono i leader del gruppo, organizzatori e finanziatori della rete criminale del traffico di cocaina in Albania e della sua ulteriore vendita sui mercati dei paesi europei. L'appartamento trasformato in laboratorio dove i 3 chimici stranieri provenienti da Colombia e Venezuela hanno separato la droga dalla pelle, era posizionato in un punto strategico, vicino all'aeroporto di Rinas, nel villaggio di Qereke.

I carichi di droga nascosti nelle pelli dei bovini non provenivano solo dai paesi dell'America Latina, come la Colombia, il Venezuela o l'Ecuador, con i quali le bande albanesi intrattengono da lungo tempo rapporti di traffico, ma anche dalla Repubblica Dominicana e Brasile. Non per niente il capo della SPAK, Altin Dumani, e l'altro procuratore, Adnan Xholi, che indagano sul gruppo, hanno trascorso recentemente una settimana in Brasile, dove hanno dichiarato che avrebbero smantellato le reti del traffico di droga verso Albania ed Europa.

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#albania